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Iscritto dal: Feb 2004
Città: era una bella città,ma uora ie bellissima.Il sole,il mare, i fichi d'india,le empedocle,li archimedi....
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#22 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
Città: Unknown
Messaggi: 4553
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Grazie mille
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Only dead fish swim with the stream. |
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#23 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Casteddu
Messaggi: 532
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fanno pietà per 2 motivi secondo me uno: non hanno concorrenza e tendono a copiarsi a vicenda due: buona parte del pubblico desidera vedere televisione spazzatura. io all' isola dei famosi o agli amici di maria de filippi preferisco trecento volte un documentario storico sull' antica roma secondo te in quanti lo guarderebbero?
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Uccidere un nemico significa vincere, vederlo implorare la morte quello è il trionfo! |
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#24 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2004
Città: era una bella città,ma uora ie bellissima.Il sole,il mare, i fichi d'india,le empedocle,li archimedi....
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La cosa che mi manda in bestia è che la sentenza della corte costituzionale è datata se non erro 1996 e da allora non si è fatto niente......
Se a me un giudice mi condanna a 100 anni di carcere la polizia non aspetta qualche anno prima di arrestarmi, ma mi viene a prendere dopo 2 secondi... |
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#25 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
Messaggi: 11769
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Consiglio, a chi volesse un minimo di inquadratura storico-giuridica della faccenda, i libri di Peppino Ortoleva storico e studioso della comunicazione.
Sono piccoli, leggeri, e scritti bene. Soprattuto "Il Sistema dei Media". Inoltre, in uno dei suoi trattati, viene anche smitizzato il "Diamo alla gente quello che la gente vuole", che qui vedo in qualche modo dato per scontato. In realtà: 1) la gente sceglie entro il campo di scelta che gli viene dato e solo questo può spiegare come, da un pubblico apparentemente ignavo, vengano fuori risultati come 4.000.000 di spettatori per un concerto di musica classica ![]() 2) il successo dei programmi (e la loro riproposizione come formula) viene misurato tramite l'Auditel. Ma d'altra parte la letteratura recente sull'Auditel ha dimostrato che il campione Auditel è influenzabile dal "successo percepito" del programma. Tradotto, se l'Auditel decreta il successo di una formula, le possibilità che l'Auditel decreti di successo tutte le varianti della formula sono molto alte.
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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#26 | |
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Iscritto dal: Jun 2003
Messaggi: 1229
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#27 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
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Su di un palinsesto settimanale, però, già si era dimostrato che una serie di commedie di Edoardo De Filippo o, addirittura, le riduzioni televisive di Pirandello degli anni '70, potevano reggere la prima serata con onore.
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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#28 | |
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Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
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"Nel disegno di legge si prevede che, a regime, nessun operatore di comunicazione possa, né direttamente né indirettamente, conseguire ricavi superiori al 20% delle risorse complessive del «settore integrato delle comunicazioni» . Questo ricomprende «le imprese radiotelevisive e quelle di produzione e distribuzione, qualunque ne sia la forma tecnica, di contenuti per programmi televisivi o radiofonici; le imprese dell'editoria quotidiana, periodica, libraria, elettronica, anche per il tramite di INTERNET; le imprese di produzione e distribuzione, anche al pubblico finale, delle opere cinematografiche; le imprese fonografiche; le imprese di pubblicità, quali che siano il mezzo o le modalità di diffusione»" Insomma per aggirare l' antitrust invece di diminuire il peso delle singole entità si é allargato il ring fino a includere qualsiasi cosa possa lontanamente passare per pubblicità o spettacolo , inclusi cartelloni pubblicitari , insegne al neon , balere e libri . Non solo come prima , ma peggio , perché mentre prima i due leoni si facevano la guerra tra di loro nel loro settore adesso sono liberi di scorrazzare in tutto il recinto di questo «settore integrato delle comunicazioni» mangiando tutto quello che gli capita a tiro , siano giornali o agenzie pubblicitarie .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#29 |
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Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
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E, dai... abbi pietà. Già ho scritto 30 righe solo per una parte del problema "emittenza televisiva".
Se analizzo TUTTE le fesserie della Gasparri, non vado più a dormire.
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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#30 |
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Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
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Mi ero dimenticato di segnalare il link dell' articolo ( per stomaci forti ) :
http://www.costituzionalismo.it/arti...20031022-1.asp
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#31 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Messaggi: 2629
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perchè c'era stato una richiesta di annullamento , x incostituzionalità, contro la legge per il riordino televisivo e in particolare sul fatto che un'ordinanza aveva demandato al garante delle telecomunicazioni la facoltà di concedere proroghe per continuare a trrasmettere in regime transitorio dopo la famosa , facoltà che la CC ha ritenuto ingiustamente conferita alla Autorità suddetta
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Benedetto sia il Signore,la mia Roccia,che insegna alle mie mani a fare la guerra e alle mie dita a combattere Meglio 1 giorno da Zeman che una vita da Elkann ( qualsiasi Ciao pierpo! Ultima modifica di kikki2 : 06-08-2004 alle 09:11. |
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#32 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Forlì
Messaggi: 269
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Se ben ricordo la CC fu tirata in ballo riguardo l'ammissibilità dei referendum sull'emittenza radiotelevisiva di qualche anno fa.
A parte l'ottima descrizione del problema fatta da altri, esiste ancheun altro problema: oggi il lenzuolo delle frequenza è grande X, la Gasparri dispone che sarà largo 10 volte X (tecnicamente possibile). Ma la coperta, cioè il mercato pubblicitario, è largo X e non è che questa operazione lo allarghi, visto che la variabile dipende da altri fattori. Quindi aumenterà l'offerta (prevalentemente di schifezze), ma propinata sempre dagli stessi soggetti. C'è anche da aggiungere che Fininvest, per dare all'incirca la stessa copertura territoriale, usa il 60% di frequenza in più. Questo comporta che alcune emittenti di fatto non riescono a farsi vedere non riuscendo ad accedere alle frequenze, pur pagando! E visibilità significa entrate pubblicitarie, guarda caso. |
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#33 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
Messaggi: 11769
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Detto questo, la Corte Costituzionale si è occupata di mercato delle sementi e dei buoi, perchè questi mercati sono, grazie a Dio, regolati da leggi, perchè dovrebbe essere un' "invasione di campo" occuparsi di un settore vitale per i Diritti Costituzionali di Espressione e Opinione? Per maggiore chiarità, però, sarà opportuno fare un minimo di storia. Il percorso è un po' lungo e tortuoso da ricostruire, ma sostanzialmente si parte dalle leggi sulla regolamentazione delle frequenze degli anni '70. Appurato, nell'86, se la memoria non mi inganna, che la Fininvest infrangeva queste norme, diverse procure locali, tra cui Torino, misero sotto sequestro studi e ripetitori. Da questo si originò una causa legale che, vedendo impugnato il diritto alla pluralità e libertà di espressione, costituzionalmente sancito, nel contesto di un dibattito legale eminentemente tecnico, decise di demandare alla Corte Costituzionale il compito di deliberare anche sugli aspetti di Diritto non coperti dalle leggi. Nel frattempo, viene approvata la legge Mammì, che pur essendo un regalo del governo Craxi a Silvio Berlusconi, aveva il pregio di introdurre finalmente il concetto di pluralità e di definire l'emittenza televisiva come un "mercato critico" per la vita democratica del paese. Al confronto della Gasparri, la Mammì era una legge severissima, applicata la quale, il 50% di Fininvest-Mediaset, non sarebbe mai dovuto esistere... L'introduzione della nuova legge, impone alla Corte Costituzionale una revisione della "questione" posta dalle Procure. Dopo diversi consigli e preso atto delle normative della Mammì, finalmente la Corte si pronuncia ribadendo l'importanza costitutiva della pluralità e, quindi, il dovere dei due componenti del "duopolio" nel frattempo formatosi di recedere dalle proprie posizioni lasciando spazio a soggetti terzi. Questo nel 1996, dopo un percorso di giudizio durato 10 anni e una situazione giuridicamente insostenibile e democraticamente inaccettabile. Parlare di "invasione di campo" e "uso della Corte Costituzionale" mi sembra, quantomeno, improprio.
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
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Detto questo, non posso che invitarti a consultare qualche testo minimo di giurisprudenza per avere conferma del fatto che la Corte Costituzionale si pronuncia SOLO se interpellata e che, tra l'altro, non la possono interpellare il signor Pino o il signor Gino, ma deve essere un'altra istituzione dello stato che si trovi di fronte ad un dubbio legislativo che richiede una convalida costituzionale. Quindi, nel caso dell'emittenza televisiva come nel caso della Bossi-Fini, il parere gli è stato RICHIESTO. Non si sono svegliati la mattina e hanno detto: "massì, facciamo vendere due o tre reti a quel palazzinaro antipatico". Inoltre, la Corte Costituzionale, altro errore che fai, NON FA parte della magistratura nè è composta da magistrati ordinari. Fanno parte della Corte Costituzionale delle persone indicate dagli organi esecutivi e legislativi dello stato. Sono dei tecnici non dei magistrati.
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Eroi da non dimenticare: Nicola Calipari (04/03/2005) e Vittorio Arrigoni (14/04/2011) e Bradley Manning. Sono certo che anche i francesi si indignarono per il fatto che i tedeschi, piuttosto che veder dissolvere la loro nazione, preferirono il nazismo. Chi non impara la storia... |
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#35 | |
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Iscritto dal: Apr 2002
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Evidentemente il rispetto delle leggi é un optional per il nostro presidente del consiglio , perché quando un giudice gli fa notare che la sta infrangendo "sta facendo politica" . Perché invece non si parla di come per 5 anni Mediaset abbia vìolato le leggi senza dover rispondere a nessuno ? Perché non si parla di una nuova legge sull' assetto televisivo che sarà fatta a pezzettini dalla corte europea ( ma si sa , anche questa corte "fa politica" ) perché vìola tutte le norme antitrust ? Perché non parliamo di come da 7 anni ci sono due aziende che *per legge* devono mantenere attrezzature per la trasmissione televisiva in perfetta efficenza , per 7 anni hanno pagato lo stato per trasmettere sul territori nazionale , ma da 7 anni stanno aspettando che le loro legittime e pagate profumatamente frequenze siano libere dall' occupazione abusiva di Mediaset ? Ah si perché se si parla di questo "si fa politica"
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#36 | |
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Iscritto dal: Feb 2001
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E' ormai una vecchia e adusa abitudine affermare che chi si pronuncia contro di noi "sta facendo politica". Lo utilizzavano i sessantottini ai loro tempi per dire che qualsiasi sanzione in cui incorrevano, compreso la multa per divieto di sosta, era in realtà una "decisione politica di intento persecutorio". Quindi, "al di là delle personali convinzioni e convenienza politica" io non vado perchè non mi pare che il tuo giudizio sia slegato da tale valutazione. Valutazione che ti porta ad affermare cose fondamentalmente errate. La Corte Costituzionale non ha MAI affermato che un immigrato clandestino, gradito o sgradito, sia un cittadino italiano. La Corte Costituzionale ha ricordato che la Norma Costituzionale afferma che "La legge è uguale per tutti" e che, da nessuna parte è stata aggiunta la postilla "i cittadini italiani". E questa era, fino a prova contraria, l'intenzione di chi ha scritto la Costituzione, per due fondate opinioni. 1) la nozione della "certezza del diritto = uguaglianza di fronte alla legge" non è un prodotto italiano ma europeo e viene sancito in un percorso di almeno due secoli, dopo che tutti i tentativi di ottenere un "uguaglianza limitata" avevano fallito clamorosamente. Del resto, è un dato autoevidente che se solo si introducesse una "eccezione" all'applicazione del diritto, immediatamente tutto il diritto diverrebbe inapplicabile. Se, infatti, domani un cittadino, diciamo, giapponese, lanciato a 230Km/h su una strada cittadina venisse fermato, egli potrebbe, appellandosi a presunte intenzioni dei Padri Costituenti italiani, affermare che, in realtà, il limite di velocità riguarda solo i "cittadini italiani". 2) IN PARTICOLARE, in Italia, si usciva da un disastro sociale e una situazione criminale in cui la legge era stata CONCEPITA e APPLICATA come "particolarista". Le "leggi razziali" furono un perfetto esempio dei danni di un diritto che si applica solo ad alcuni e, vorrei ricordare, vennero proprio giustificate con l'argomentazione che i "giudei" non erano proprio "italiani, italiani". Coloro che uscirono (vivi) da questo disastro, ne avevano comprensibilmente, LE PALLE PIENE di leggine fatte per separare i "cittadini" dagli altri sfigati. Per questi due motivi, uno legato alla storia europea e uno legato alla storia italiana, mi pare (mia opinione) che sia un bel tentativo, dettato dalle " personali convinzioni e convenienza politica" stravolgere "lo spirito ed intenzioni di coloro che l'hanno scritta" affermando che, quando viene scritto "La legge è uguale per tutti" in realtà non si intenda proprio "tutti, tutti". E qui mi fermo, altrimenti avrei anche pareri personali sulla comparata indesiderabilità di determinate tipologie di persone rispetto ad altre.
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I clandestini, per venire in Italia, vanno incontro ad alte probabilità di morire (e di morti piuttosto dolorose come soffocamento o annegamento) e tu spereresti di fermarli con i lavori forzati? A queste condizioni il mio stipendio è sicuro come in una cassaforte! Dopo di che, essendo la civiltà giuridica l'unica che conosco e riconosco, chiaramente ad essa mi riferisco e posso tranquillamente dire che in qualsiasi PAESE DEMOCRATICO se è vero che non godo di tutti i diritti, ho comunque la certezza di godere degli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino qualora io debba rispondere di fronte alla legge. Questo non vale, ovviamente, se mi trovassi a Cuba piuttosto che in Corea, Cina o in Arabia Saudita... ma se si intende fare dell'Italia un clone di queste simpatiche realtà, ecco che tocca a me diventare piuttosto intransigente con chi propone, qualsiasi siano le sue ragioni, soluzioni di tale fatta. Comunque, mi pare che l'argomento primo fosse l'emittenza televisiva e un percorso di 20 anni che ha portato ad una situazione di duopolio ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE con qualsiasi raccomandazione della Costituzione sulla libertà e la pluralità di opinione. Che la Corte Costituzionale ha sanzionato l'ultima volta ormai OTTO anni fa.
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Quoto in pieno tutto quello che ha scritto Cerbert e per precisone aggiungo che la Corte Costituzionale è così composta:
Nell'attribuire il potere di nomina dei componenti della Corte, la Costituzione ha operato un delicato e complesso bilanciamento fra le diverse esigenze che si sono dette. Un terzo dei giudici (cioè cinque) è eletto dai magistrati di ciascuna delle tre magistrature superiori (tre dalla Corte di cassazione, uno dal Consiglio di Stato, uno dalla Corte dei conti), a maggioranza assoluta (metà più uno dei componenti del collegio elettorale) e con eventuale ballottaggio fra i più votati. Altri cinque sono eletti dal Parlamento in "seduta comune", cioè dalle due Camere riunite, con un voto a maggioranza di due terzi dei componenti nei primi tre scrutini, e di tre quinti dei componenti (cioè circa 570, sui circa 950 deputati e senatori) dal quarto scrutinio in poi. Gli ultimi cinque sono scelti dal Presidente della Repubblica di propria iniziativa. I giudici provenienti dalle magistrature sono portatori di qualificate esperienze giudiziarie e sono sganciati dalle scelte degli organi politici. I giudici di nomina parlamentare (scelti per lo più tra professori e avvocati, ma anche fra magistrati) possono più facilmente essere portatori di esperienze e di sensibilità presenti nelle assemblee rappresentative (spesso hanno anche alle spalle un'attività parlamentare), ma l'elevato numero di voti richiesto per l'elezione fa sl che non sia la sola maggioranza a sceglierli: normalmente intervengono accordi fra le forze politiche presenti in Parlamento, per cui i giudici eletti sono sì indicati, ciascuno, da forze parlamentari diverse, di maggioranza e di opposizione, ma sono accettati e votati dalle une e dalle altre. Non è raro che il raggiungimento degli accordi e del consenso necessari richieda molto tempo e molte votazioni: è per questo che, quando nuovi giudici devono essere eletti dal Parlamento, accade che l'elezione ritardi, e nel frattempo la Corte continui a funzionare a ranghi ridotti, cioè con un numero di componenti inferiore a quindici ma mai inferiore a undici. I giudici eletti dal Parlamento non sono comunque rappresentanti o mandatari delle forze che li hanno indicati, ma, al pari di tutti gli altri componenti della Corte, sono indipendenti dai partiti che li hanno eventualmente designati e dallo stesso Parlamento che li ha eletti. I cinque giudici nominati dal Capo dello Stato sono scelti normalmente in funzione di integrazione o di equilibrio rispetto alle scelte effettuate dal Parlamento, in modo tale che la Corte costituzionale sia 10 specchio il più possibile fedele del pluralismo politico, giuridico e culturale del Paese. La pluralità delle provenienze e delle fonti di designazione favorisce la presenza di esperienze e competenze diverse (per esempio, di esperti nei diversi campi del diritto, penale, civile, amministrativo, ecc.), nonché sensibilità e di orientamenti differenti. Ma ciò che conta soprattutto è che, nel collegio, i giudici sono tutti eguali, e danno il loro contributo a titolo individuale. Non ci sono nella Corte gruppi o "partiti": ognuno giunge col suo bagaglio di esperienze e di idee, e lo immette nel lavoro collegiale dimenticando, in un certo senso, la propria provenienza e la propria fonte di designazione {per cui è improprio assegnare i giudici ai diversi raggruppamenti politici e partitici, secondo ciò che si fa, ad esempio, per i membri del Parlamento). Di fatto, il numero limitato dei giudici, il metodo collegiale e l'esclusività dell'impegno nel lavoro della Corte (durante il mandato i giudici non possono svolgere nessun'altra attività professionale, e tanto meno attività politica), la durata del mandato e la lunga consuetudine di lavoro comune (quando la Corte è riunita, tutti i giudici trascorrono sei-sette ore al giorno nella "camera di consiglio", ove discutono tra loro e deliberano nel totale segreto) fanno sì che la fisionomia e le dinamiche interne della Corte siano legate essenzialmente alla personalità dei suoi componenti. Nello stesso tempo, poiché il "prodotto" della Corte (le sue decisioni) è sempre e solo collettivo, esso va sempre considerato come il frutto della integrazione fra i diversi apporti individuali. |
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#39 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Torino
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Non entro nel dettaglio delle esperienze di casa mia, ti basti la mia dichiarazione che solo essere ridotti alla fame ci tratterrà dal comportarci come crediamo giusto. Sempre meglio che fare come molti torinesi che, da una parte schifano i clandestini e dall'altra gli affittano dei garages a 400EuX6 persone, sicuri di averli in pugno. Questi, certamente, non li perdonerei mai, fossero anche miei famigliari. Quote:
Ma prima, certamente la DC si batteva perchè nessuno mettesse le mani su RaiUno, i socialisti non volevano altri cantori a RaiDue e, infine, il PCI difendeva a spada tratta RaiTre. Ma internamente alla Rai, di concorrenza esterna non si parlava neanche.
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