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Old 27-09-2006, 15:23   #1
misterx
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Ingresso senza illusioni

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Romania - Bucarest - 27.9.2006
Ingresso senza illusioni
La Ue dà il via libera all'entrata di Romania e Bulgaria il primo gennaio 2007





dal nostro inviato a Bucarest

“Quanto prendo di stipendio al mese?”, dice Gabi, giovane commessa di un negozio italiano in un centro commerciale – “per ricchi”, ti dicono qua – di Bucarest. “Metti insieme quattro di quelle cravatte e ci sei arrivato”, continua indicando la vetrina. Una cravatta, 35 euro. Il caso di Gabi non è isolato: come lei, gran parte dei 22 milioni di rumeni che stanno per entrare nell’Unione Europea vive in condizione di semipovertà. Arrabattandosi e arrivando alla fine del mese con stipendi intorno ai 600-700 lei, circa 200 euro, mentre a Bucarest un monolocale in semi-centro si aggira sui 150 euro, e la benzina costa solo un quarto in meno che in Italia. Ma tra tre mesi, insieme alla Bulgaria, la Romania farà parte della Ue: ieri, martedì 26 settembre, la Commissione europea ha raccomandato l’ingresso dei due paesi il prossimo primo gennaio, scartando l’eventualità di rinviarlo a inizio 2008. Ma rumeni e bulgari non si fanno illusioni: cambierà poco, dicono. E non è detto che sia in meglio.

“La Bulgaria e la Romania hanno fatto ulteriori progressi per completare la loro preparazione verso l’entrata come paesi membri, dimostrando la loro capacità di applicare i principi e le leggi dell’Unione Europea il primo gennaio 2007”, si legge nel rapporto presentato dal presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e dal commissario europeo all’allargamento, Olli Rehn. Per quanto quasi scontata, la raccomandazione di Bruxelles non era automatica. I dubbi su Romania e Bulgaria non sono stati spazzati del tutto: per questo, la Ue ha aggiunto che parte degli aiuti economici previsti per Bucarest e Sofia dipenderanno dal completamento delle riforme richieste. C’è ancora da lavorare nel campo della giustizia, della sanità e della gestione dei fondi europei, e i due paesi dovranno fare rapporto periodico a Bruxelles sui progressi fatti. Ora, intanto, la raccomandazione della Commissione dovrà essere approvata formalmente dai 25 paesi membri. Ma in sostanza, l’Europa a 27 è già una realtà.

Due anni fa, quando i due Paesi firmarono i trattati per la loro entrata nell’Unione, quella messa peggio era la Romania. Con un’economia decisamente più arretrata rispetto al resto del blocco ex comunista entrato nel 2004, una corruzione dilagante e riforme da attuare in praticamente tutti i settori, la Romania era guardata con sospetto da più di uno Stato membro. Sono bastati due anni per capovolgere la situazione: la Romania ha fatto passi avanti giganteschi, mentre per la Bulgaria le preoccupazioni sono state più serie fino all’ultimo. Corruzione nel sistema politico e giudiziario, riciclaggio di denaro, intimidazione dei giornalisti sono ancora la norma.

In Bulgaria, un importante uomo d’affari può essere ucciso in strada da sicari in pieno giorno, ma nessuno sa mai niente. Dal 2001, si sono contati 150 omicidi “su commissione”. Persone arrestate: zero. La connivenza tra potere politico e crimine organizzato è denunciata da più parti, e chi prova a smascherare gli intrighi rischia. In aprile una bomba ha semidistrutto il condominio di Sofia dove abitava Vassil Ivanov, un popolare giornalista investigativo, scampato all’attentato solo perché non era in casa. “Tutti i politici sono corrotti in Bulgaria”, dice Bojko Todorov, un analista del Center for the Study of Democracy, un gruppo di controllo finanziato dall’Unione europea.

La prospettiva di entrare in Europa ha moltiplicato gli investimenti stranieri nei due Paesi, con conseguente effetto sulle loro economie, salite a tassi del 4-5 negli ultimi anni. A Bucarest, per non dire di Timisoara, la presenza italiana è fortissima. Ma anche se l’economia è in fase di decollo, il livello di vita della maggioranza della popolazione non è cambiato molto. Le strade di Bucarest sono ancora piene di vecchie Dacia scassate, anche se le berline di marca straniera sono in aumento. I bambini di strada che vivono nei tombini sono cresciuti, ma non sono spariti. I cani randagi rimangono un problema, e il degrado generale della città colpisce subito. Traffico insopportabile, strade sporche, buche nei marciapiedi che rendono ogni passeggiata uno slalom, case diroccate in pieno centro: la Bucarest di Ceausescu è ora piena di manifesti pubblicitari, che spesso coprono più piani – finestre comprese – dei giganteschi condomini grigi eredità del regime, ma per il resto non è cambiata molto. Le donne di casa affollano i bus con le borse della spesa, spesso attraversando la città per comprare nei mercati rionali, dove la roba costa meno. Ci sono centri commerciali per rumeni, e altri “per occidentali”, o per la minoranza che con il capitalismo ha fatto i soldi. Ma anche lì, come dimostra il caso di Gabi, le paghe bastano a malapena.

L’entrata in Europa è vissuta dalla gente come una cosa imposta dalle élite, e che farà del bene solo a loro. La sensazione di essere sotto costante giudizio, come se il resto del continente li considerasse europei di serie B, risveglia l’orgoglio tipico di queste parti, insieme alla diffidenza. “E’ l’Europa che ha bisogno della Romania, non il contrario”, dice Claudiu, appena laureatosi in giurisprudenza ma ancora senza lavoro. “Questo Paese ha terra a volontà, risorse, industrie. La Ue vuole solo sfruttarci, ma per noi rumeni le cose non miglioreranno granché”. Nelle città la preoccupazione è che, se anche dovessero aumentare i salari, sicuramente saliranno i prezzi. E nelle campagne molti agricoltori e allevatori vedono come un impiccio gli standard, igienici e di qualità, dettati da Bruxelles. Il comunismo aveva tolto loro la terra. Ora che ce l’hanno, temono che l’Europa gliela tolga di nuovo.



ancora convinti che in Italia venga brava gente ?
Quelli bravi restano a casa loro
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Old 27-09-2006, 15:25   #2
FastFreddy
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Old 27-09-2006, 15:28   #3
prio
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Forse sarebbe il caso di evitare queste "fini" allusioni..
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Old 27-09-2006, 15:28   #4
dantes76
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Romania - Bucarest - 27.9.2006
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La Ue dà il via libera all'entrata di Romania e Bulgaria il primo gennaio 2007





dal nostro inviato a Bucarest

“Quanto prendo di stipendio al mese?”, dice Gabi, giovane commessa di un negozio italiano in un centro commerciale – “per ricchi”, ti dicono qua – di Bucarest. “Metti insieme quattro di quelle cravatte e ci sei arrivato”, continua indicando la vetrina. Una cravatta, 35 euro. Il caso di Gabi non è isolato: come lei, gran parte dei 22 milioni di rumeni che stanno per entrare nell’Unione Europea vive in condizione di semipovertà. Arrabattandosi e arrivando alla fine del mese con stipendi intorno ai 600-700 lei, circa 200 euro, mentre a Bucarest un monolocale in semi-centro si aggira sui 150 euro, e la benzina costa solo un quarto in meno che in Italia. Ma tra tre mesi, insieme alla Bulgaria, la Romania farà parte della Ue: ieri, martedì 26 settembre, la Commissione europea ha raccomandato l’ingresso dei due paesi il prossimo primo gennaio, scartando l’eventualità di rinviarlo a inizio 2008. Ma rumeni e bulgari non si fanno illusioni: cambierà poco, dicono. E non è detto che sia in meglio.

“La Bulgaria e la Romania hanno fatto ulteriori progressi per completare la loro preparazione verso l’entrata come paesi membri, dimostrando la loro capacità di applicare i principi e le leggi dell’Unione Europea il primo gennaio 2007”, si legge nel rapporto presentato dal presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, e dal commissario europeo all’allargamento, Olli Rehn. Per quanto quasi scontata, la raccomandazione di Bruxelles non era automatica. I dubbi su Romania e Bulgaria non sono stati spazzati del tutto: per questo, la Ue ha aggiunto che parte degli aiuti economici previsti per Bucarest e Sofia dipenderanno dal completamento delle riforme richieste. C’è ancora da lavorare nel campo della giustizia, della sanità e della gestione dei fondi europei, e i due paesi dovranno fare rapporto periodico a Bruxelles sui progressi fatti. Ora, intanto, la raccomandazione della Commissione dovrà essere approvata formalmente dai 25 paesi membri. Ma in sostanza, l’Europa a 27 è già una realtà.

Due anni fa, quando i due Paesi firmarono i trattati per la loro entrata nell’Unione, quella messa peggio era la Romania. Con un’economia decisamente più arretrata rispetto al resto del blocco ex comunista entrato nel 2004, una corruzione dilagante e riforme da attuare in praticamente tutti i settori, la Romania era guardata con sospetto da più di uno Stato membro. Sono bastati due anni per capovolgere la situazione: la Romania ha fatto passi avanti giganteschi, mentre per la Bulgaria le preoccupazioni sono state più serie fino all’ultimo. Corruzione nel sistema politico e giudiziario, riciclaggio di denaro, intimidazione dei giornalisti sono ancora la norma.

In Bulgaria, un importante uomo d’affari può essere ucciso in strada da sicari in pieno giorno, ma nessuno sa mai niente. Dal 2001, si sono contati 150 omicidi “su commissione”. Persone arrestate: zero. La connivenza tra potere politico e crimine organizzato è denunciata da più parti, e chi prova a smascherare gli intrighi rischia. In aprile una bomba ha semidistrutto il condominio di Sofia dove abitava Vassil Ivanov, un popolare giornalista investigativo, scampato all’attentato solo perché non era in casa. “Tutti i politici sono corrotti in Bulgaria”, dice Bojko Todorov, un analista del Center for the Study of Democracy, un gruppo di controllo finanziato dall’Unione europea.

La prospettiva di entrare in Europa ha moltiplicato gli investimenti stranieri nei due Paesi, con conseguente effetto sulle loro economie, salite a tassi del 4-5 negli ultimi anni. A Bucarest, per non dire di Timisoara, la presenza italiana è fortissima. Ma anche se l’economia è in fase di decollo, il livello di vita della maggioranza della popolazione non è cambiato molto. Le strade di Bucarest sono ancora piene di vecchie Dacia scassate, anche se le berline di marca straniera sono in aumento. I bambini di strada che vivono nei tombini sono cresciuti, ma non sono spariti. I cani randagi rimangono un problema, e il degrado generale della città colpisce subito. Traffico insopportabile, strade sporche, buche nei marciapiedi che rendono ogni passeggiata uno slalom, case diroccate in pieno centro: la Bucarest di Ceausescu è ora piena di manifesti pubblicitari, che spesso coprono più piani – finestre comprese – dei giganteschi condomini grigi eredità del regime, ma per il resto non è cambiata molto. Le donne di casa affollano i bus con le borse della spesa, spesso attraversando la città per comprare nei mercati rionali, dove la roba costa meno. Ci sono centri commerciali per rumeni, e altri “per occidentali”, o per la minoranza che con il capitalismo ha fatto i soldi. Ma anche lì, come dimostra il caso di Gabi, le paghe bastano a malapena.

L’entrata in Europa è vissuta dalla gente come una cosa imposta dalle élite, e che farà del bene solo a loro. La sensazione di essere sotto costante giudizio, come se il resto del continente li considerasse europei di serie B, risveglia l’orgoglio tipico di queste parti, insieme alla diffidenza. E’ l’Europa che ha bisogno della Romania, non il contrario”, dice Claudiu, appena laureatosi in giurisprudenza ma ancora senza lavoro. “Questo Paese ha terra a volontà, risorse, industrie. La Ue vuole solo sfruttarci, ma per noi rumeni le cose non miglioreranno granché”. Nelle città la preoccupazione è che, se anche dovessero aumentare i salari, sicuramente saliranno i prezzi. E nelle campagne molti agricoltori e allevatori vedono come un impiccio gli standard, igienici e di qualità, dettati da Bruxelles. Il comunismo aveva tolto loro la terra. Ora che ce l’hanno, temono che l’Europa gliela tolga di nuovo.



ancora convinti che in Italia venga brava gente ?
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sicuramente si sara' laureato in agraria, visto che gia da un anno molte, tante aziende fanno le valigie, dalla Romania, causa? l'entrata in europa, e tutte le conseguenze, da maggiori controlli fiscali( italiani a gambe levate) fino a maggiori controlli e aumenti di salari( italiani sempre piu a gambe levate)
agraria agraria

Ps:hanno fatto qualche mese addietro su raidue, o su news24 un reporter che parlava propio di questo, la levata di tante grosse aziende propio per i suddetti motivi
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Ultima modifica di dantes76 : 27-09-2006 alle 15:31.
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Old 27-09-2006, 15:29   #5
misterx
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mi sembrano 2 cose diverse
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Old 27-09-2006, 15:31   #6
fabio80
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ma che senso ha fare entrare un paese così disastrato? non bastiamo già noi a fare da zavorra all'ue?
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Old 27-09-2006, 15:33   #7
misterx
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sicuramente si sara' laureato in agraria, visto che gia da un anno molte, tante aziende fanno le valigie, dalla Romania, causa? l'entrata in europa, e tutte le conseguenze, da maggiori controlli fiscali( italiani a gambe levate) fino a maggiori controlli e aumenti di salari( italiani sempre piu a gambe levate)
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Ps:hanno fatto qualche mese addietro su raidue, o su news24 un reporter che parlava propio di questo, la levata di tante grosse aziende propio per i suddetti motivi

cioè, gli italiani non si spaventano qua per i controlli e sono terrorizzati in romania ?
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Old 27-09-2006, 15:35   #8
Alien
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Originariamente inviato da fabio80
ma che senso ha fare entrare un paese così disastrato? non bastiamo già noi a fare da zavorra all'ue?
Credo perchè entrando nella UE saranno costretti a rispettare regole di cui ora non sanno nemmeno l'esistenza per cui diverrà più difficile far concorrenza a imprese dislocate nel resto dell'Europa.
Praticamente una specie di "se non puoi combatterli fatteli amici"
Almeno a me sembra così
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Old 27-09-2006, 15:35   #9
telespalla
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Il paese dei mutilati va a mendicare a Milano
Il viaggio in pullman costa 200 euro. Hanno tra 40 e 55 anni, a loro resta solo il 5% delle elemosime che intascano dagli automobilisti

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Un mendicante romeno in una strada di Milano (Fotogramma)
Un mendicante romeno in una strada di Milano (Fotogramma)
SEGARCEA (Romania) - Zoppicano anche cani e gatti. Perché i piccoli li usano come giocattoli oppure i grandi li prendono a calci, e non perché investiti: a Segarcea, nella Romania meridionale, zingara e contadina al confine con la Bulgaria, mancano automobili. E, a parte quella centrale che s'allaga appena piove, mancano strade asfaltate. Eppure da Segarcea e dalla vicina Bals, 20 mila abitanti in due, si parte. In massa. Anche i vecchi storpi che finiscono a mendicare ai semafori di Milano. Hanno tra i 40 e i 55 anni. Nati senza assistenza medica e levatrici, abbandonati negli orfanotrofi. Quando gli istituti sono stati chiusi si sono ritrovati senza famiglia e lavoro. Non hanno braccia e gambe, e se le hanno sono mutilate.
Di arare i campi, non se ne parla. Di raccogliere l'uva per farci il vino locale — domenica ha innaffiato un gioioso matrimonio, il primo da inizio anno —, nemmeno. Di guidare i carri trainati dai cavalli per vendere a domicilio la merce, figurarsi. Allora gli storpi se ne vanno. Sui bus, per Milano. I biglietti si comprano nelle agenzie di Craiova, la città meno lontana, a 28 chilometri. Duecento euro il prezzo: un contadino, al mese, ne guadagna la metà. Per superare i confini, basta il passaporto. Una cosa «più semplice di quanto si pensi. Il racket e la criminalità riguardano la prostituzione». E comunque la polizia, che ha una bella palazzina come sede e un nuovo parco auto, fatica a stare dietro ai presenti e non pensa ai partenti.
Si chiede l'elemosina ai semafori dei vialoni di Milano (Fotogramma)
Si chiede l'elemosina ai semafori dei vialoni di Milano (Fotogramma)
Cristian detto «l'imprenditore», alla caduta di Ceausescu, andò in Italia. Quindici anni da muratore. Coi soldi guadagnati, ha messo su un market, l'unico, prendendosi il lusso di assumere come commesse le «due più belle ragazze del paese». Vive bene, «l'imprenditore», però «soffro a vedere una nazione persa nella corruzione. Le forze dell'ordine, con una mancia, chiudono gli occhi». Al posto di polizia, c'è un agente con gli occhi chiusi. A causa del sonno, a contare gli sbadigli. Il capo, Marius Titoiu, è via. C'è da indagare: è morto un rom, di sicuro avvelenato, forse «per mano di parenti». Inoltre gli inquirenti hanno sul groppone la storia di due ragazzi denunciati un mese fa nella Bergamasca per una presunta violenza ai danni di una connazionale. «Non c'entriamo» giurano i due. Sono rimpatriati, «se ci presentiamo alla dogana ci mettono dentro ». Così aspettano.

Sono in buona compagnia: aspettano tutti, a Segarcea, che sull'atlante stradale è una breve linea retta. Cinquecento metri dal market alla sede della polizia. Attorno si allarga il paese. Gli storpi abitavano e abitano — i pochi rimasti — in fondo in fondo, nella periferia nascosta dal granturco, con conoscenti o buone anime che li hanno raccolti e accolti. Signore di novant'anni coi baffetti e mariti coi baffoni e la pelle dura, che manco sanno della possibilità per la Romania di entrare, il prossimo anno, nell'Unione europea. C'è un uomo di 47 anni che si appoggia a due stampelle. Non ha voglia di andarsene, «dò una mano con le oche». Ma racconta che, alla fine, val la pena trasferirsi a Milano. È inutile spostarsi «come hanno fatto amici miei» a Bucarest, sui vialoni che uniscono la cintura al centro. Lì passano le auto degli operai che vanno nelle ditte e guadagnano 300 euro al mese: monete agli elemosinanti sono spese fuori budget. In Italia, se si trova il semaforo giusto, si possono fare i soldi.

I soldi: in tasca rimane il cinque per cento, il resto va al capo che, nove volte su dieci, ha base nel campo nomadi di via Triboniano. Gli storpi per anni cercano i soldi per il viaggio. S'indebitano. Trasportati a Craiova, salgono sui bus. Il capolinea è nei dintorni della stazione Centrale, nei piazzali di Molino Dorino e di Cascina Gobba. Al capolinea ci sono gli emissari dei boss. Sono gli stessi che, a gruppi di tre-quattro, cureranno gli invalidi: passaggi in strada, dalle 7 alle 19, per controllare il lavoro; soste rapide, tra le 14.30 e le 15, per ritirare la prima parte dell'incasso; infine, la sorveglianza notturna. Gli storpi dormono nelle aree dismesse. È d'obbligo non curare la barba e non cambiare gli abiti: bisogna accentuare l'immagine da disperati. Ogni giorno è uguale al precedente. Quanto durerà il soggiorno, i concittadini non lo sanno. Non è un problema. A Segarcea vivono aspettando. E tanto, allarga le braccia Cristian, «se i poliziotti e i carabinieri li fermano e ce li rimandano indietro, quelli dopo cinque mesi ripartiranno».
Andrea Galli

http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...segarcea.shtml

articolo non scritto benissimo ma rende l'idea...
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Old 27-09-2006, 15:36   #10
telespalla
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non so se qualcuno di vuoi ha mai incontrato sui
treni dei 'sordomuti' che ti lasciavo un bigliettino
con un bigliettino con una richiesta d'aiuto un ninnolo (di solito un portachiavi)
bè anche loro erano gente sfruttata da una sorta
di mafia dell'est...alcuni furono arrestati e si scopri
un giro da milioni di euro...a me questo cose...

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Old 27-09-2006, 15:37   #11
FastFreddy
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Originariamente inviato da prio
Forse sarebbe il caso di evitare queste "fini" allusioni..
Scusa Prio, ma quali fini allusioni?

I 2 thread mi sembrano pertinenti, visto che si tratta di articoli che parlano dello stesso paese e dello stesso problema...

Se hai trovato nel mio intervento intenti polemici o provocatori ti posso assicurare che non era mia intenzione.
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Ultima modifica di FastFreddy : 27-09-2006 alle 15:50.
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Old 27-09-2006, 15:39   #12
telespalla
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vabb' sono arrivato tardi , sorry per il post del corriere

secondo me centra comunque
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Old 27-09-2006, 15:43   #13
dantes76
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Originariamente inviato da misterx
cioè, gli italiani non si spaventano qua per i controlli e sono terrorizzati in romania ?
no e che in Cina possono sfruttare meglio,
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Old 27-09-2006, 15:56   #14
BountyKiller
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Originariamente inviato da telespalla
non so se qualcuno di vuoi ha mai incontrato sui
treni dei 'sordomuti' che ti lasciavo un bigliettino
con un bigliettino con una richiesta d'aiuto un ninnolo (di solito un portachiavi)
bè anche loro erano gente sfruttata da una sorta
di mafia dell'est...alcuni furono arrestati e si scopri
un giro da milioni di euro...a me questo cose...


si....due volte a milano centrale: la prima volta gli ho dato 1 € la seconda niente e il tizio si è incazzato e parlava benissimo
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Old 27-09-2006, 16:01   #15
telespalla
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Originariamente inviato da BountyKiller
si....due volte a milano centrale: la prima volta gli ho dato 1 € la seconda niente e il tizio si è incazzato e parlava benissimo

se ne parla qui:
www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1293139

e anche sencondo me è meglio non dargli nulla...
è gente sfruttata da mafie senza scrupulo..e
quello che gli dao va alla mafia senza scrupolo
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Old 27-09-2006, 16:27   #16
BountyKiller
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ma più che altro la cosa buffa è che si spacciava per sordomuto e in realtà sapeva benissimo imprecare in un fluente italiano
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Old 27-09-2006, 16:33   #17
prio
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Originariamente inviato da FastFreddy
Scusa Prio, ma quali fini allusioni?

I 2 thread mi sembrano pertinenti, visto che si tratta di articoli che parlano dello stesso paese e dello stesso problema...

Se hai trovato nel mio intervento intenti polemici o provocatori ti posso assicurare che non era mia intenzione.
Onestamente dire che l'argomento e' lo stesso mi sembra quantomeno una sineddoche un po' azzardata.
BTW felice di aver frainteso
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Old 28-09-2006, 10:11   #18
Paganetor
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mmm... lì la manodopera costa ancora relativamente poco... è la "Cina dell'Europa", ma essendo appunto ancora esterna ai trattati commerciali europei ci sono ei vincoli.

con l'ingresso nell'UE questi vincoli cadrebbero e, senza grossi incrementi per i salari di questi paesi, diventerebbe ancora più conveniente produrre direttamente lì piuttosto che dissanguarsi col costo del lavoro nella "vecchia UE" e non occorrerebbe andare in Cina, India, Vietnam ecc. a produrre...

boh, io ci vedo solo una mossa per "snellire" la burocrazia dell'import/export, poi non so
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Canon EOS 300D; Canon EOS 40D; 17-40 f4 L; EF 50 f1.8; Sigma EX 28-70 f2.8; 70-200 f4 L; Sigma APO 100-300mm F4 EX IF HSM; TC Sigma 1.4x EX Apo DG; Canon EOS 5 con VG; Flash SpeedLite 200E; Canon T50; FD 28 f2.8; FD 50 f1.8; FD 70-210 f4
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