View Full Version : [3d uniti] Ma... Alitalia?
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Questo piano se va in porto violando le regole anti-trust non potrebbe essere impugnato da ryanair come aiuto di stato e quindi bloccato??
Intanto lo fanno, poi al limite pagheremo una multa colossale alla UE per aver violato le regole.
E chi pagherà la multa?
Europa7 ricorda nulla?
I soliti "furbetti del Paesino" si ciucceranno la parte in attivo di Alitalia, mentre noi cittadini dovremo ripianare i debiti.....mi sembra molto equa e giusta come soluzione. :)
Ah, ovviamente il commissario di Alitalia non poteva che essere Fantozzi. :sofico:
Anodaram
27-08-2008, 15:41
Sentite io non riesco a stare con le mani in mano mentre il paese CHIAMA
Inizio a prendere adesioni per partecipare alla cordata:D
Voglio fare anche io il capitano coragggioso:cool:
"non metteremo le mani nelle tasceh degli italiani" :stordita:
"non metteremo le mani nelle tasceh degli italiani" :stordita:
esatto, non hanno detto non infileremo nulla nell'orifizio degli italiani ...
Beh di peggio non si poteva fare.
Lo stato si accolla tutti i debiti.
7'000 esuberi se li accolla tutti lo Stato, spostando le persone alle poste:doh:
una banda di raider finanziari acquista a prezzo stracciato le attività e gli asset, per rivenderli in qualche mese a Lufthansa o a Air France.:help:
Una vergogna che non ha pari.
Beh di peggio non si poteva fare.
Certo che si può; andare su tutte le TV e giornali a vantarsi di aver brillantemente risolto un altro grosso problema italiano.
E chi non ci crede è comunista!!
ho editato perche' quanto scritto poteva sembrare provocatorio e non mi andava come non mi e' mai andato di polemizzare in maniera sterile come qui molti sono abitauti a fare, e il tuo intervento lo conferma :)
edito ancora aggiungendo:
la cordata che non si credeva esistesse c'e' e questo e' quanto,
per cio' che concerne i dettagli dell'operazione che tutt'ora non ci sono mi astengo dal commentare come inopportunamente molti stanno facendo. Di ufficiale c'e' poco e niente a parte la nascita della nuova compagnia italiana. Tutto il resto e' pura congettura tipica di chi sta all'opposizione.
Ad oggi l'unico dato reale e pragmaticamente verificabile e' che un'altra presunta falsa promessa del PdC e' stata mantenuta. Non si sa ancora cosa ne uscira' fuori ma l'oggetto di scherno di tanti post si e' dimostrato,come spesso accade, pretestuoso e poco serio.
Brutta bestia il tifo.
Non c'è nessuna cordata, perchè non c'è nessun gruppo industriale e nessun progetto di business.
Solo una raccolta fondi per una operazione di speculazione finanziaria. Possibile grazie alla porcata di accollare perdite debiti e dipendenti allo Stato.
Ma mi raccomando, ovviamente vendere a Airfrance era un regalo agli amici.
MATTEOLI - Il governo italiano, nel frattempo, vede con piacere la possibilità di una collaborazione tra la Nuova Alitalia che nascerà con il piano di Intesa e la compagnia franco-olandese Air France Klm. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli, parlando a margine del Meeting dell'Amicizia di Rimini. «Se Air France ora vorrà collaborare con la Nuova Alitalia ci farà piacere», ha detto Matteoli dopo aver ricordato le ragioni per cui il governo Berlusconi si era opposto al tentativo di acquisizione di Alitalia da parte della compagnia transalpina. Una fonte vicina al dossier Alitalia ha detto che mercoledì rappresentanti di Intesa si recheranno a Parigi per illustrare ai vertici della compagnia transalpina il «piano Fenice» (che prevede la nascita di una nuova Alitalia senza esuberi e senza debiti, rimasti in una bad company affidata a un commissario straordinario, che per l'appunto dovrebbe essere Augusto Fantozzi).
ESUBERI - Intanto, la questione degli esuberi resta tra le prioritarie prima di varare il riassetto del gruppo: il governo, a quantosi apprende, non ha ancora deciso come e dove ricollocare i lavoratori di Alitalia in esubero (pare possano essere fino a settemila). Il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, al Meeting di Rimini, ha precisato che non è ancora deciso se gli esuberi «verranno ricollocati alle Poste, all’Agenzia delle Entrate o al Catasto», ma ha chiarito che «nessuno sarà lasciato a spasso»: «Sono previsti anche ammortizzatori sociali - ha detto - non vogliamo lasciare nessuno in mezzo a una strada». Il ministro ha poi ribadito: «Apriremo prima il confronto con i sindacati».
BERSANI: «NUOVO CASO FIAT-ALFA» - L'ex ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, invece, teme che la Nuova Alitalia potrebbe trasformarsi in un nuovo caso Fiat-Alfa Romeo. La casa automobilistica fu ceduta alla casa torinese senza debiti, di cui si fece inzialmente carico l’Iri, ma quando Bruxelles bollò l’operazione come aiuto di Stato i debiti passarono in carico a Torino. Secondo il ministro ombra dell’Economia del Pd un analogo rischio lo corrono i soci della newco che potrebbero trovarsi a dover ripagare i debiti della bad company se l’Unione europea dovesse bocciare l’ipotesi che ad accollarseli sia lo Stato. Bersani condivide le obiezioni dell’economista Francesco Giavazzi e ricorda di essere stato lui per primo a sollevare forti dubbi in questo senso.
CONSUMATORI - Sul piede di guerra anche le associazioni dei consumatori. «Siamo pronti a fare la class action già dal primo gennaio» annunciano Elio Lannutti di Adiconsum e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, preoccupati soprattutto per il destino dei piccoli azionisti che, con le azioni sospese in borsa, non possono decidere se e come uscire da Alitalia. «Sta succedendo come con il Banco di Napoli - denunciano -, dove 12.000 miliardi di debiti sono finiti a carico dello Stato e tutti i privati si godranno gli utili». Paolo Landi di Adiconsum si dice pronto a utilizzare «tutti gli strumenti a disposizione», anche «nei confronti della Consob». Per Landi però la class action al momento non è lo strumento migliore «perché si rischia di venire trascinati per tribunali per anni senza risultati. Ma se l'impianto della legge viene modificato con l'introduzione della sentenza esecutiva, allora tale strumento può essere valido per la tutela degli azionisti di minoranza».
CODACONS, «STOP ALLA NUOVA ALITALIA» - Nel frattempo i consumatori sono scesi sul piede di guerra. Il Codacons sta mettendo a punto un'azione basata sul Codice del consumo per bloccare la costituzione della Nuova Alitalia per tutelare, come spiega il presidente Carlo Rienzi, «i risparmiatori che hanno acquistato azioni Alitalia» e che, con la ripartizione tra la nuova Compagnia e la bad company, rimarrebbero con un pugno di mosche. «Si tratta di un'azione partita proprio dal Codacons», spiega Rienzi, «al momento ancora allo studio, che abbia effetti preventivi per chiedere al Tribunale di bloccare la costituzione della nuova compagnia aerea». Questo, precisa il presidente di Codacons, «al fine di preservare i valori delle obbligazioni e delle azioni dei risparmiatori». Un'azione pensata per velocizzare i tempi in attesa della class action, che sarà attiva solo a partire dal primo gennaio: «Abbiamo aperto le adesioni e stiamo preparando una memoria per il giudice penale per far aprire un procedimento penale». Ancora non si conosce il numero dei partecipanti alla class action, ma Rienzi precisa che «a prescindere dal fatto che le adesioni siano molte o poche, noi faremo la class action».
class action?
Decreto per cambiar la legge et voilà tutti amici come prima :D
CONSUMATORI - Sul piede di guerra anche le associazioni dei consumatori. «Siamo pronti a fare la class action già dal primo gennaio» annunciano Elio Lannutti di Adiconsum e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, preoccupati soprattutto per il destino dei piccoli azionisti che, con le azioni sospese in borsa, non possono decidere se e come uscire da Alitalia. «Sta succedendo come con il Banco di Napoli - denunciano -, dove 12.000 miliardi di debiti sono finiti a carico dello Stato e tutti i privati si godranno gli utili». Paolo Landi di Adiconsum si dice pronto a utilizzare «tutti gli strumenti a disposizione», anche «nei confronti della Consob». Per Landi però la class action al momento non è lo strumento migliore «perché si rischia di venire trascinati per tribunali per anni senza risultati. Ma se l'impianto della legge viene modificato con l'introduzione della sentenza esecutiva, allora tale strumento può essere valido per la tutela degli azionisti di minoranza».
CODACONS, «STOP ALLA NUOVA ALITALIA» - Nel frattempo i consumatori sono scesi sul piede di guerra. Il Codacons sta mettendo a punto un'azione basata sul Codice del consumo per bloccare la costituzione della Nuova Alitalia per tutelare, come spiega il presidente Carlo Rienzi, «i risparmiatori che hanno acquistato azioni Alitalia» e che, con la ripartizione tra la nuova Compagnia e la bad company, rimarrebbero con un pugno di mosche. «Si tratta di un'azione partita proprio dal Codacons», spiega Rienzi, «al momento ancora allo studio, che abbia effetti preventivi per chiedere al Tribunale di bloccare la costituzione della nuova compagnia aerea». Questo, precisa il presidente di Codacons, «al fine di preservare i valori delle obbligazioni e delle azioni dei risparmiatori». Un'azione pensata per velocizzare i tempi in attesa della class action, che sarà attiva solo a partire dal primo gennaio: «Abbiamo aperto le adesioni e stiamo preparando una memoria per il giudice penale per far aprire un procedimento penale». Ancora non si conosce il numero dei partecipanti alla class action, ma Rienzi precisa che «a prescindere dal fatto che le adesioni siano molte o poche, noi faremo la class action».
http://ilpunto-borsainvestimenti.blogspot.com/2008/08/parmalat-la-giustizia-non-e-uguale-per.html
ricorda la parmalat.. :mbe:
Ma è stata confermata sta cosa della separazione in Bad Company e Good Company? :rolleyes:
Ma è stata confermata sta cosa della separazione in Bad Company e Good Company? :rolleyes:
Beh sostanzialmente si ... il governicchio deve ancora decidere cosa fare dei debiti ... questo articolo fà un riassunto delle cose ;)
Alitalia, nasce la "Compagnia Aerea Italiana".
Costituita la "newco": presidente Colaninno. Indiscrezioni su incontri a Parigi per presentare il "piano Fenice" al gruppo franco-olandese. Ma resta anche l'ipotesi Lufthansa
ROMA - E’ stata costituita la "newco" per Alitalia. E' la nuova società che rileverà il marchio e le attività della compagnia di bandiera italiana. In pratica: le attività di volo, con le rotte, la flotta (integrata con quella di Air One, portata in dote da Carlo Toto), e una parte dei dipendenti attuali. Presidente sarà Roberto Colaninno, amministratore delegato Rocco Sabelli. I soci, per ora, sono sedici. Il nome della società è Compagnia aerea italiana. Il capitale ammonta a un miliardo di euro. Il nome della compagnia aerea rimane invece Alitalia. Debiti ed esuberi (la cifra esatta è da definire ma potrebbero essere 5-6mila) dell'attuale Alitalia saranno trasferiti invece a un'altra società. Ma perchè ciò accada è necessario un intervento del governo. E la scelta possibile non è ancora chiara
LE SCELTE DEL GOVERNO - Un incontro a Palazzo Chigi tra i ministri Tremonti (Economia), Matteoli (Trasporti) e Scajola (Sviluppo Economico) non ha ancora risolto la situazione. Secondo una fonte riservata citata Reuters, "le strade su cui si sta lavorando sono due. La prima prevede una modifica della Marzano, l'affidamento di Alitalia ad un commissario, che dividerebbe le attività buone dalle cattive per poi cedere alla cordata italiana le prime e avviare al fallimento le seconde. L'altra ipotesi invece è che sia il cda di Alitalia a deliberare la divisione della società. In questo caso la bad company andrebbe a finire a Fintecna, società al 100% del Tesoro, che si assumerebbe l'onere della liquidazione". Il punto è che nessuna delle due soluzioni piacerà all'Unione europea. In più la strada della modifica della legge Marzano non è semplice perchè dovrebbe "ampliare il campo di applicazione della norma alle società senza crediti come Alitalia, perchè è tecnicamente fallita". In questa situazione appare un po' difficile prevedere una procedura concorsuale.
I TEMPI - I tempi sono strettissimi, questione di ore. Per venerdì infatti è prevista l'approvazione dei conti da parte del cda di Alitalia, la conseguente dichiarazione di insolvenza e la contestuale richiesta di accesso alla nuova procedura dal momento che le perdite al 30 giugno, stimate in 400 milioni, rendono impossibile la prosecuzione dell'attività. Se sarà nominato il commissario straordinario è probabile che l'incarico vada all'ex ministro Fantozzi. Subito dopo la presentazione del piano della newco messa in piedi da Intesa Sanpaolo.
Anodaram
27-08-2008, 19:34
CONSUMATORI - Sul piede di guerra anche le associazioni dei consumatori. «Siamo pronti a fare la class action già dal primo gennaio» annunciano Elio Lannutti di Adiconsum e Rosario Trefiletti di Federconsumatori, preoccupati soprattutto per il destino dei piccoli azionisti che, con le azioni sospese in borsa, non possono decidere se e come uscire da Alitalia. «Sta succedendo come con il Banco di Napoli - denunciano -, dove 12.000 miliardi di debiti sono finiti a carico dello Stato e tutti i privati si godranno gli utili». Paolo Landi di Adiconsum si dice pronto a utilizzare «tutti gli strumenti a disposizione», anche «nei confronti della Consob». Per Landi però la class action al momento non è lo strumento migliore «perché si rischia di venire trascinati per tribunali per anni senza risultati. Ma se l'impianto della legge viene modificato con l'introduzione della sentenza esecutiva, allora tale strumento può essere valido per la tutela degli azionisti di minoranza».
CODACONS, «STOP ALLA NUOVA ALITALIA» - Nel frattempo i consumatori sono scesi sul piede di guerra. Il Codacons sta mettendo a punto un'azione basata sul Codice del consumo per bloccare la costituzione della Nuova Alitalia per tutelare, come spiega il presidente Carlo Rienzi, «i risparmiatori che hanno acquistato azioni Alitalia» e che, con la ripartizione tra la nuova Compagnia e la bad company, rimarrebbero con un pugno di mosche. «Si tratta di un'azione partita proprio dal Codacons», spiega Rienzi, «al momento ancora allo studio, che abbia effetti preventivi per chiedere al Tribunale di bloccare la costituzione della nuova compagnia aerea». Questo, precisa il presidente di Codacons, «al fine di preservare i valori delle obbligazioni e delle azioni dei risparmiatori». Un'azione pensata per velocizzare i tempi in attesa della class action, che sarà attiva solo a partire dal primo gennaio: «Abbiamo aperto le adesioni e stiamo preparando una memoria per il giudice penale per far aprire un procedimento penale». Ancora non si conosce il numero dei partecipanti alla class action, ma Rienzi precisa che «a prescindere dal fatto che le adesioni siano molte o poche, noi faremo la class action».
Fatemi capire,quindi i piccoli azionisti attuali di alitalia rimarrebbero azionisti della bad company???
Beh in tal caso l'operazione non può che chiamarsi TRUFFA/ESPROPRIO
scusate, non ho più seguito la vicenda e 20 e passa pagine di thread sono troppe anche per me che di solito leggo tutto.
Ho letto sul giornale che è spuntata davvero la cordata italiana (sulla quale nn avrei scommesso un cent )
Ma è vero ? :fagiano:
Stavolta Berlusconi aveva ragione ? :eek:
Troppo comodo, te la devi leggere tutta, come fai di solito.
scorpionkkk
27-08-2008, 22:33
scusate, non ho più seguito la vicenda e 20 e passa pagine di thread sono troppe anche per me che di solito leggo tutto.
Ho letto sul giornale che è spuntata davvero la cordata italiana (sulla quale nn avrei scommesso un cent )
Ma è vero ? :fagiano:
Stavolta Berlusconi aveva ragione ? :eek:
C'ha messo 8 mesi ma ora, dopo quasi un anno, ha cominciato ad avere ragione. E sta anche toppando..record della pista
scusate, non ho più seguito la vicenda e 20 e passa pagine di thread sono troppe anche per me che di solito leggo tutto.
Ho letto sul giornale che è spuntata davvero la cordata italiana (sulla quale nn avrei scommesso un cent )
Ma è vero ? :fagiano:
Stavolta Berlusconi aveva ragione ? :eek:
Un propagandista alla Claudio Borgi ti risponderebbe di si.
La verità è che aveva ragione chi diceva che non c'era alternativa ad Airfrance. E questa "cordata" e questo piano lo dimostrano completamente.
Quello che i "coraggiosi capitani d'impresa" vogliono acquisire non è più Alitalia, ma altro. Uno spezzatino in cui i debiti e gli esuberi rimangono allo Stato.
Acquisiscono il logo, gli slot e una parte dei dipendenti.
Non c'è nessuna cordata per Alitalia.
scusate, non ho più seguito la vicenda e 20 e passa pagine di thread sono troppe anche per me che di solito leggo tutto.
Ho letto sul giornale che è spuntata davvero la cordata italiana (sulla quale nn avrei scommesso un cent )
Ma è vero ? :fagiano:
Stavolta Berlusconi aveva ragione ? :eek:
bisogna ammettere che voi difensori estremi del silvio in fondo siete simpatici quando fate queste uscite, ma c'è da dire che era ovvio che qualche italiano si prendesse alitalia, in questi termini OVVIO, visto che i debiti li paghiamo noi, è ovvio che finisse nella mani dei soliti mediocri, vista che se fosse fallita veramente non ci avrebbero guadagnato nulla. Ora la possono reindebitare sputtare da ZERO in quell'ambiente superprottetto e ovattato che l'italia, quale fesso si sarebbe tirato in dietro? quanto potranno mangiarci su 5-6 miliardi di euro? con telecom quanti sono stati 40 miliardi? certo ora potete dire che la cordata c'è stata, che anche stavolta silvio la spuntata, tutto ciò è semplicemente meraviglioso.
Tra l'altro gli imprenditori che fanno parte della cordata sono tutti dei veri signori...!!!
Dove li hanno presi?Dalla classifica di chi ha falsificato più bilanci, o da quella di chi ha fatto più fallimenti per bancarotta fraudolenta!?!?!?:ciapet:
Azionisti. Il titolo Alitalia è sospeso in Borsa dal 3 giugno scorso ed è quindi da allora preclusa a qualsiasi piccolo azionista la possibilità di disimpegnarsi. Qualora venisse nominato un commissario e questo cedesse gli asset profittevoli alla neonata società presieduta da Colaninno, i titolari di azioni sarebbero proprietari di una società in fase di smantellamento che dovrebbe far fronte a debiti e fornitori con la somma ricevuta in cambio della cessione degli asset. Equivarrebbe ad azzerare il valore dei titoli. I consumatori minacciano già una class action
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/08/alitalia-nodi.shtml?uuid=1f7647cc-745d-11dd-87a2-6de32e860729&DocRulesView=Libero
Al momento comunque ufficialmente Bruxelles non esprime commenti sul piano di salvataggio, ma alcuni aspetti suscitano già qualche timore. Richiederebbe infatti una valutazione più attenta la creazione della bad company: se fosse infatti il governo a farsi carico delle passività ad essa destinate l'operazione potrebbe di configurarsi come aiuto di stato. Ma non solo. Sul fronte della nuova Compagnia aerea italiana, va assicurata una cessione degli asset a prezzi di mercato o anche in questo caso si rischierebbe la violazione delle norme Ue.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/08/alitalia-nodi.shtml?uuid=1f7647cc-745d-11dd-87a2-6de32e860729&DocRulesView=Libero
bisogna ammettere che voi difensori estremi del silvio in fondo siete simpatici quando fate queste uscite, ma c'è da dire che era ovvio che qualche italiano si prendesse alitalia, in questi termini OVVIO, visto che i debiti li paghiamo noi, è ovvio che finisse nella mani dei soliti mediocri, vista che se fosse fallita veramente non ci avrebbero guadagnato nulla. Ora la possono reindebitare sputtare da ZERO in quell'ambiente superprottetto e ovattato che l'italia, quale fesso si sarebbe tirato in dietro? quanto potranno mangiarci su 5-6 miliardi di euro? con telecom quanti sono stati 40 miliardi? certo ora potete dire che la cordata c'è stata, che anche stavolta silvio la spuntata, tutto ciò è semplicemente meraviglioso.
Io difensore di Silvio ? :rotfl:
Diciamo che la prendo come una battuta visto che sono di buonumore :asd:
Intanto rileggi bene il post e magari guarda pure le faccine :asd:
Un propagandista alla Claudio Borgi ti risponderebbe di si.
La verità è che aveva ragione chi diceva che non c'era alternativa ad Airfrance. E questa "cordata" e questo piano lo dimostrano completamente.
Quello che i "coraggiosi capitani d'impresa" vogliono acquisire non è più Alitalia, ma altro. Uno spezzatino in cui i debiti e gli esuberi rimangono allo Stato.
Acquisiscono il logo, gli slot e una parte dei dipendenti.
Non c'è nessuna cordata per Alitalia.
Il piano è quello della pagina dietro (poco sopra il mio post ) ?
LOL :D
Altro che imprenditoria: questa è la migliore finanza dei "furbetti del quartierino" :D
Però una curiosità mi resta: le poste non sono private ?
O c'è l'inghippo pure lì con la partecipazione pubblica a percentuali "bulgare" ?
Tra l'altro gli imprenditori che fanno parte della cordata sono tutti dei veri signori...!!!
Dove li hanno presi?Dalla classifica di chi ha falsificato più bilanci, o da quella di chi ha fatto più fallimenti per bancarotta fraudolenta!?!?!?:ciapet:
nuova alitalia .. nessuno ci rimetterà .. :sofico: :sofico: :ciapet:
http://www.gazzettino.it/PrimaPagina.php3?Luogo=Main
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/nuovo-piano-alitalia/nuovo-piano-alitalia.html
La flotta ridotta a 150 aerei, non ci saranno più hub, solo 15 le tratte intercontinentali
Il "Progetto Fenice" non prevede il rilancio di Malpensa. Cargo ceduto
Nuova Alitalia, ecco il piano pochi voli a lungo raggio
di ETTORE LIVINI
LA nuova Alitalia che nascerà dalle ceneri del suo fallimento e dalle nozze con AirOne sarà una compagnia in scala ridotta, "focalizzata su breve e medio raggio". Molto più piccola della somma dei due predecessori (il 36% di aerei e il 28% delle destinazioni in meno) ma anche più economica (il costo del lavoro dovrà calare da 1.200 a 705 milioni già nel primo anno). Destinata a perdere ancora nel 2009 - il rosso operativo dovrebbe assestarsi a 260 milioni - ma con l'obiettivo nel 2013 di guadagnarne 200 e consentire ai nuovi soci - contabilizzano un po' sibillini gli advisor - di "uscire dall'investimento dopo 4,5 anni" con un ritorno medio tra il 14,1% e il 25%.
...
Il network. La nuova Alitalia partirà con il profilo basso. Si concentrerà - scrive il piano Fenice - "sui voli a breve e medio raggio che contano per l'85% del traffico italiano", creando "un network punto a punto". Sparisce - almeno fino alla partnership internazionale - il concetto di hub. L'attività sarà "decentrata su sei basi" (Milano, Roma, Venezia, Torino, Napoli e Catania) con "conseguente dislocazione del personale sul territorio". Nascerà "un campione nazionale, leader sul mercato domestico, con ambizioni intercontinentali da sviluppare grazie a un'intesa internazionale". Il numero di destinazioni dovrebbe crollare dalle 195 circa del 2008 alla 140 dell'anno successivo. Per l'alleanza sono in pista Air France e Lufthansa. Se dovesse passare l'ipotesi francese, Fiumicino dovrebbe avere 12 destinazioni a lungo raggio contro le 3 di Malpensa. In caso di scelta tedesca, Milano avrà dieci voli intercontinentali e Roma 5.
Perimetro e flotta. La nuova Alitalia nascerà molto più snella della sua antenata. Nel perimetro aziendale dovrebbero entrare piloti, assistenti di volo, manutenzione line e light e l'handling. Restano fuori manutenzione pesante, call center e informatica. Il cargo dovrebbe essere "valorizzato", cioè venduto. La flotta scenderà da 240 aerei circa a 153 già nel 2009. La newco comprerà una serie di aerei da Alitalia (c'è un'ipotesi di rilevarne 43 per circa 770 milioni accollandosene più di 500 di debiti) o li affitterà dalle aziende di leasing. E prenderà in affitto una parte degli Airbus Air One. Le macchine a lungo raggio dovrebbero scendere da 27 a 18.
Tagli a costi e personale.
...
Il costo del lavoro dovrà ridursi del 40% nel 2009, molto più del taglio del 28% all'offerta, grazie anche "a un nuovo contratto per tutti".
...
Anche gli aerei dovranno essere utilizzati meglio: oggi - spiega un grafico - volano 8,7 ore al giorno contro le 11,4 di Air France.
....
Il fronte del nord. "Malpensa verrà rivalorizzata in funzione anche di interventi strutturali". In realtà - soprattutto in caso di accordo con Air France - Milano rimarrà con un numero irrisorio di destinazioni intercontinentali. Il destino di Linate dipenderà dalla scelta del partner. Comunque è previsto un deciso ridimensionamento che nel caso estremo potrebbe lasciare al Forlanini solo la navetta Milano-Roma.
generals
28-08-2008, 08:59
Il piano è quello della pagina dietro (poco sopra il mio post ) ?
LOL :D
Altro che imprenditoria: questa è la migliore finanza dei "furbetti del quartierino" :D
Però una curiosità mi resta: le poste non sono private ?
O c'è l'inghippo pure lì con la partecipazione pubblica a percentuali "bulgare" ?
le poste sono private ma l'azionista unico è il tesoro, quindi Tvemonti.....:D
SerMagnus
28-08-2008, 09:01
cacchio questo piano per il rilancio fà veramente schifo, e sopratutto secondo me manca di lungimiranza... hiente hub, niente malpensa, niente cargo esuberi a migliaia e debiti pagati di tasca nostra.. oddio
xò riflettendo, un po' di lungimiranza c'è, il futuro consiglio di amministrazione avrà sicuramente già pianificato come rubare altri soldi e far fallire in un prossimo futuro nuovamente la compagnia.
xò a questo punto mi viene da riflettere, con le condizioni attuali ossia quel meraviglioso piano che prevede la modifica ad hoc della legge marzano non nn si potrebbero riaprire (nn so con quale faccia) nuovamente trattative con airfrance, magari a condizioni migliori (tipo niente esuberi, mantenimento cargo ecc ecc) ?? nn credo sarebbe una cattiva idea
xò a questo punto mi viene da riflettere, con le condizioni attuali ossia quel meraviglioso piano che prevede la modifica ad hoc della legge marzano non nn si potrebbero riaprire (nn so con quale faccia) nuovamente trattative con airfrance, magari a condizioni migliori (tipo niente esuberi, mantenimento cargo ecc ecc) ?? nn credo sarebbe una cattiva idea
http://img175.imageshack.us/img175/5995/tremontiwv4.jpg
SerMagnus
28-08-2008, 09:10
a dire il vero pensavo a questa
http://idealiberta.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/idealiberta/Berlusconi.jpg
:D
titovalma
28-08-2008, 09:14
Certo che voi siete troppo ECONO-POLITIC-STATIST-SOCIOL-EVOLUT !
Dovreste candidarvi alle prossime elezzzioni... (nelle liste opposte a quelle del Silvio [naturalmente]).
Nel frattempo però, per vostra pace, il Silvio risolve questioni MARCE che i vostri amici, da 30 anni, manco a parole sanno affrontare.
Della monnezza di Napoli non parlate più,
a breve non parlerete più neanche dell'ALITALIA,
cosa tiriamo fuori di nuovo per il futuro ??
CONVLITTTO DI INTEVESSSI ??
RETE4 su PLUTONE ??
Certo che voi siete troppo ECONO-POLITIC-STATIST-SOCIOL-EVOLUT !
Dovreste candidarvi alle prossime elezzzioni... (nelle liste opposte a quelle del Silvio [naturalmente]).
Nel frattempo però, per vostra pace, il Silvio risolve questioni MARCE che i vostri amici, da 30 anni, manco a parole sanno affrontare.
Della monnezza di Napoli non parlate più,
a breve non parlerete più neanche dell'ALITALIA,
cosa tiriamo fuori di nuovo per il futuro ??
CONVLITTTO DI INTEVESSSI ??
http://i198.photobucket.com/albums/aa149/dajermster1/thanks-for-the-info.jpg
Perchè il Sole24ore continua a dira queste cose, oggi?
La prima condizione, e anche la più importante benché non l'unica, ricalca in parte quella già avanzata da Air France nella precedente ipotesi di salvataggio e cioè: senza il preventivo accordo sindacale tutto il progetto decade e non se ne fa più nulla. Proprio la mancanza del consenso sindacale fu la causa principale, ancor prima che scattasse l'offensiva berlusconiana contro il progetto di accordo con Air France immaginato dal Governo Prodi, del fallimento del vecchio piano di salvataggio
.....- ma con l'obiettivo nel 2013 di guadagnarne 200 e consentire ai nuovi soci - contabilizzano un po' sibillini gli advisor - di "uscire dall'investimento dopo 4,5 anni" con un ritorno medio tra il 14,1% e il 25%.[/I]
[I]
...
non so se l'alitalia si riprenderà ma sicuramente non fallirà prima di 5 anni ! e sicuramente il debito verrà mantenuto e spostato tra 5 anni
Certo che voi siete troppo ECONO-POLITIC-STATIST-SOCIOL-EVOLUT !
Dovreste candidarvi alle prossime elezzzioni... (nelle liste opposte a quelle del Silvio [naturalmente]).
Nel frattempo però, per vostra pace, il Silvio risolve questioni MARCE che i vostri amici, da 30 anni, manco a parole sanno affrontare.
Della monnezza di Napoli non parlate più,
a breve non parlerete più neanche dell'ALITALIA,
cosa tiriamo fuori di nuovo per il futuro ??
CONVLITTTO DI INTEVESSSI ??
Peccato che nella sua precedente legislatura il buon Silvio aveva già promesso che avrebbe sistemato Alitalia ... poi se ne deve esser dimenticato.
Poi ha mandato a monte la vendita a AirFrance per trovare questa ottima e geniale soluzione: statalizzazione dei debiti e degli esuberi! grande!
Nessun altro avrebbe potuto trovar una miglior soluzione.
Immagino sarai contento di continuar a pagar i debiti di Alitalia e di veder aumentar di 7000 unità il numero dei dipendenti pubblici (alla faccia dei tagli!)?
Certo che voi siete troppo ECONO-POLITIC-STATIST-SOCIOL-EVOLUT !
Dovreste candidarvi alle prossime elezzzioni... (nelle liste opposte a quelle del Silvio [naturalmente]).
Nel frattempo però, per vostra pace, il Silvio risolve questioni MARCE che i vostri amici, da 30 anni, manco a parole sanno affrontare.
Della monnezza di Napoli non parlate più,
a breve non parlerete più neanche dell'ALITALIA,
cosa tiriamo fuori di nuovo per il futuro ??
CONVLITTTO DI INTEVESSSI ??
RETE4 su PLUTONE ??
Non ne parlano più le tv .... ma fino a 15 giorni fà era ancora lì ....
http://it.youtube.com/watch?v=5BJAklz7Yys
A Napoli i rifiuti in Città si vedono addirituttra dal Satellite [VIDEO]
Forse ormai quasi vi dà noia parlare sempre dello stesso argomento, ma visto che noi vogliamo bene alla nostra città non possiamo ne tacere, ne tantomeno chiudere gli occhi e nemmeno chiudere i SATELLITI.
Cosa è successo? Niente di nuovo sempre la stessa storia.
Visto che l’emergenza non è finita ma è INFINITA oggi vi mostriamo la situazione di Fuorigrotta, a Via Cassiodoro, la strada che congiunge Viale Traiano, con Via Terracina e Via Consalvo, in piena pienissima Città.
Da sempre ed ancora tutt’oggi ci sono cumuli di rifiuti, gomme, frigoriferi, cucine, mobili, sacchetti, metalli vari, di tutto un pò, si parte da sotto il ponte della tangenziale fino ad arrivare allo spiazzo dove c’è la rotonda eccovi il video in Full HD!
Questo video è stato girato oggi pomeriggio 12 Agosto 2008, attorno alle 15:15 circa.
Mentre cercavo la via precisa su Google Maps, mi è venuto in mente di utilizzare la vista Satellite per vedere per curiosità se si vedeva qualcosa…et voilà addirituttura i cumuli si vedono dal Satellite!!!
Cosa vuol dire? Vuol dire che di sicuro le mappe vengono aggiornate non di giorno in giorno ma probabilmente a distanza di mesi e siccome a tutt’oggi i cumuli, che come vedete nel video sono anche aumentati, quel materiale stà li da mesi e mesi e niente e nessuno li smuove, nemmeno una magia.
Cosa fare? Monitoriamo la zona vediamo quanti mesi resiste li atterra e come muta l’immagine del satellite con il tempo, tanto l’emergenza rifiuti è inFINITA…
http://napoli.blogolandia.it/2008/08/13/ancora-immondizia-a-napoli-foto-dal-satellite-e-video/
SerMagnus
28-08-2008, 09:37
cmq è vero che un po' di monnezza per la città c'è sempre ma secondo me è anche dovuta all'inciviltà di molti cittadini, a napoli, in alcune zone si butta la spazzattura un po' ovunque non solo nelle aree di raccolta.
inoltre gran parte dei rifiuti a cui si fà riferimetno sono rifiuti speciali (frigoriferi, gomme ecc) che andrebbero portatio nei punti di raccolta dedicati.
il problema è ANCHE QUESTO e se i cittadini non collaborano la situazione sarà sempre stazionaria, sopratutto nelle periferie.
con questo chiudiamo l'OT
ritonrnado all'alitalia, appunto il problema è questo, qui ancora nn se né fatto tutto ma già si parla di uscire "dall'investimento" e del roi guadagnato (ma da chi? ovviamente dai soci)
ecco a cosa mi riferivo quando parlo di lungimiranza.
ritonrnado all'alitalia, appunto il problema è questo, qui ancora nn se né fatto tutto ma già si parla di uscire "dall'investimento" e del roi guadagnato (ma da chi? ovviamente dai soci)
ecco a cosa mi riferivo quando parlo di lungimiranza.
Eh ... beh ... la crema della nostra economia avrà una strategia di uscita più che sicura ... e con un bel guadagno sopra ....
Non c'è bisogno di parlar dei rifiuti per criticar il "salvataggio" di Alitalia.
io la critico nel merito, non mi interessa chi l'abbia pensata se Berlusconi, Prodi, Bush, Stalin, Mussolini, Napoleone o Giulio Cesare.
Se a qualcuno poi interessa solo glorificare e santificare un uomo oppure spalare letame su lui lo trovo abbastanza inutile e infantile quando di mezzo ci sono gli interessi di tutti noi.
SerMagnus
28-08-2008, 10:09
parole sante
generals
28-08-2008, 10:12
cmq è vero che un po' di monnezza per la città c'è sempre ma secondo me è anche dovuta all'inciviltà di molti cittadini, a napoli, in alcune zone si butta la spazzattura un po' ovunque non solo nelle aree di raccolta.
inoltre gran parte dei rifiuti a cui si fà riferimetno sono rifiuti speciali (frigoriferi, gomme ecc) che andrebbero portatio nei punti di raccolta dedicati.
il problema è ANCHE QUESTO e se i cittadini non collaborano la situazione sarà sempre stazionaria, sopratutto nelle periferie.
con questo chiudiamo l'OT
ritonrnado all'alitalia, appunto il problema è questo, qui ancora nn se né fatto tutto ma già si parla di uscire "dall'investimento" e del roi guadagnato (ma da chi? ovviamente dai soci)
ecco a cosa mi riferivo quando parlo di lungimiranza.
comunque ho notato in alcune zone che hanno letteralmente eliminato i bidoni dove gettare le buste e questo spiega secondo me perchè si trovano angoli con buste di spazzatura. Non ho capito il perchè di questa scelta comunque:rolleyes:
generals
28-08-2008, 10:15
Non c'è bisogno di parlar dei rifiuti per criticar il "salvataggio" di Alitalia.
io la critico nel merito, non mi interessa chi l'abbia pensata se Berlusconi, Prodi, Bush, Stalin, Mussolini, Napoleone o Giulio Cesare.
Se a qualcuno poi interessa solo glorificare e santificare un uomo oppure spalare letame su lui lo trovo abbastanza inutile e infantile quando di mezzo ci sono gli interessi di tutti noi.
tra l'altro queste scelte sono criticate un pò da tutti, anche dai sostenitori del libero mercato, i liberisti, o i conservatori oltre che dalla sinistra, basta leggersi le rassegne stampa. Interessante l'articolo di T. Boeri su Repubblica: Costi pubblici Profitti privati :O
tra l'altro queste scelte sono criticate un pò da tutti, anche dai sostenitori del libero mercato, i liberisti, o i conservatori oltre che dalla sinistra, basta leggersi le rassegne stampa. Interessante l'articolo di T. Boeri su Repubblica: Costi pubblici Profitti privati :O
Ma per forza che i liberisti lo criticano: è un esempio di statalismo degno dell'URSS inserire tutti i dipendenti nella PA come se fosse a costo 0.
In effetti la politica di sinistra, come diceva B. o Tremonti, non ricordo, la sta proprio facendo questo governo! :muro:
E quindi dobbiamo accollarci i dipendenti dell'Alitalia (societa' quotata in Borsa anche se con Golden Share)?
Ma se licenziano uno di una media impresa, la Pubblica Amministrazione lo assorbe? ... Non penso proprio e non capisco queste disparita'.
Ma i soldi che si perdono e si perderanno non potrebbero essere risparmiati e magari date alla Scuola (a proposito non ho mai visto un Ministro dell'Istruzione cosi' scandaloso)? No visto che hanno rifiutato le prime proposte di Air France.
Ma ci rendiamo conto da chi siamo governati? L'incapacita' al potere!
le poste sono private ma l'azionista unico è il tesoro, quindi Tvemonti.....:D
Ah ecco :D
Mi pare giusto :D
La DC al potere :D
Perchè il Sole24ore continua a dira queste cose, oggi?
La prima condizione, e anche la più importante benché non l'unica, ricalca in parte quella già avanzata da Air France nella precedente ipotesi di salvataggio e cioè: senza il preventivo accordo sindacale tutto il progetto decade e non se ne fa più nulla. Proprio la mancanza del consenso sindacale fu la causa principale, ancor prima che scattasse l'offensiva berlusconiana contro il progetto di accordo con Air France immaginato dal Governo Prodi, del fallimento del vecchio piano di salvataggio
Perchè è vero ? :fagiano:
In Effetti Air France si era scazzata per il piano folle dei sindacati circa gli esuberi molto prima che Silvio ci mettesse del suo con la "cordata".
Se i sindacati non avessero preteso tutte quelle scemenze Berlusconi non avrebbe nemmeno avuto il tempo materiale di far apparire la cordata miracolosa
Peccato che nella sua precedente legislatura il buon Silvio aveva già promesso che avrebbe sistemato Alitalia ... poi se ne deve esser dimenticato.
Poi ha mandato a monte la vendita a AirFrance per trovare questa ottima e geniale soluzione: statalizzazione dei debiti e degli esuberi! grande!
Nessun altro avrebbe potuto trovar una miglior soluzione.
Immagino sarai contento di continuar a pagar i debiti di Alitalia e di veder aumentar di 7000 unità il numero dei dipendenti pubblici (alla faccia dei tagli!)?
Lungi da me difendere questo piano che sà di DC come nient'altro :D ma dire che Berlusconi ha mandato a monte la trattativa con i francesi è un pò ingiusto.
Il governo di allora che aveva la situazione sottomano doveva prendere posizione e far tacere le richieste ridicole delle sigle sindacali.
Non l'ha fatto nonostante sapesse tutto ed ha fatto (l'ennesimo) regalo elettorale a Berlusconi.
Che sentitamente ringrazia :D
Lungi da me difendere questo piano che sà di DC come nient'altro :D ma dire che Berlusconi ha mandato a monte la trattativa con i francesi è un pò ingiusto.
Il governo di allora che aveva la situazione sottomano doveva prendere posizione e far tacere le richieste ridicole delle sigle sindacali.
Non l'ha fatto nonostante sapesse tutto ed ha fatto (l'ennesimo) regalo elettorale a Berlusconi.
Che sentitamente ringrazia :D
Hai ragione, mi son lasciato prender la mano.
La tua ricostruzione mi pare decisamente più vicina alla realtà.
FatherBoard
28-08-2008, 11:36
Lungi da me difendere questo piano che sà di DC come nient'altro :D ma dire che Berlusconi ha mandato a monte la trattativa con i francesi è un pò ingiusto.
No no!
Spinetta disse chiaramente: l'affare si fa solo con l'accordo dei sindacati e DEL FUTURO GOVERNO (che era evidente a tutti sarebbe stato B.)
Immediatamente B. ha dichiarato IRRICEVIBILE la proposta AirFrance e quindi Spinetta ha interrotto qualunque dialogo anche con i sindacati ed è tornato a Parigi...
IMHO se proprio vogliamo attribuire le colpe: sindacati=20% e B.=80%
P.S. I sindacati hanno ben altre colpe sulla gestione Alitalia negli ultimi 40 anni.
No no!
Spinetta disse chiaramente: l'affare si fa solo con l'accordo dei sindacati e DEL FUTURO GOVERNO (che era evidente a tutti sarebbe stato B.)
Immediatamente B. ha dichiarato IRRICEVIBILE la proposta AirFrance e quindi Spinetta ha interrotto qualunque dialogo anche con i sindacati ed è tornato a Parigi...
IMHO se proprio vogliamo attribuire le colpe: sindacati=20% e B.=80%
P.S. I sindacati hanno ben altre colpe sulla gestione Alitalia negli ultimi 40 anni.
Al tempo...
Spinetta disse così DOPO che l'attuale governo (prodi) rifiutò de facto a prendere posizione netta contro i sindacati (che avanzavano richieste incompatibili con i piani industriali).
Anzi il governo (azionista di maggioranza) spingeva perchè il confronto con i sindacati continuasse ad oltranza.
Da un punto di vista politico questo era quasi ovvio (un governo che si dice di sinistra o centrosx non può estromettere i sindacati) ma di fatto era evidente che stava portando al fallimento la trattativa.
L'unica salvezza, peraltro invocata a più riprese anche da Padoa Schioppa con gli appelli a non far scappare Air France, era prendere una posizione netta "scavalcando" le sigle delle parti sociali, specie le più oltranziste.
Alla fine Spinetta si appellò al governo successivo (che era probabile fosse Berlusconi) visto che ormai si era in fase di stallo.
Berlusconi se ne usci con la sua "cordata" e le trattative continuarono per un poco per poi naufragare completamente.
Ma quando B. cominciò a sparare le sue "cordate" ormai la frittata era fatta.
Pucceddu
28-08-2008, 11:58
Al tempo...
Spinetta disse così DOPO che l'attuale governo (prodi) rifiutò de facto a prendere posizione netta contro i sindacati (che avanzavano richieste incompatibili con i piani industriali).
Anzi il governo (azionista di maggioranza) spingeva perchè il confronto con i sindacati continuasse ad oltranza.
Da un punto di vista politico questo era quasi ovvio (un governo che si dice di sinistra o centrosx non può estromettere i sindacati) ma di fatto era evidente che stava portando al fallimento la trattativa.
L'unica salvezza, peraltro invocata a più riprese anche da Padoa Schioppa con gli appelli a non far scappare Air France, era prendere una posizione netta "scavalcando" le sigle delle parti sociali, specie le più oltranziste.
Alla fine Spinetta si appellò al governo successivo (che era probabile fosse Berlusconi) visto che ormai si era in fase di stallo.
Berlusconi se ne usci con la sua "cordata" e le trattative continuarono per un poco per poi naufragare completamente.
Ma quando B. cominciò a sparare le sue "cordate" ormai la frittata era fatta.
Stravolgere la realtà for dummies?:mbe:
Stravolgere la realtà for dummies?:mbe:
non mi pare proprio ma dopo essermi sentito dare del "difensore di Berlusconi" su questo forum mi aspetto di tutto :asd:
goldorak
28-08-2008, 12:17
Al tempo...
Spinetta disse così DOPO che l'attuale governo (prodi) rifiutò de facto a prendere posizione netta contro i sindacati (che avanzavano richieste incompatibili con i piani industriali).
Anzi il governo (azionista di maggioranza) spingeva perchè il confronto con i sindacati continuasse ad oltranza.
Da un punto di vista politico questo era quasi ovvio (un governo che si dice di sinistra o centrosx non può estromettere i sindacati) ma di fatto era evidente che stava portando al fallimento la trattativa.
L'unica salvezza, peraltro invocata a più riprese anche da Padoa Schioppa con gli appelli a non far scappare Air France, era prendere una posizione netta "scavalcando" le sigle delle parti sociali, specie le più oltranziste.
Alla fine Spinetta si appellò al governo successivo (che era probabile fosse Berlusconi) visto che ormai si era in fase di stallo.
Berlusconi se ne usci con la sua "cordata" e le trattative continuarono per un poco per poi naufragare completamente.
Ma quando B. cominciò a sparare le sue "cordate" ormai la frittata era fatta.
*
generals
28-08-2008, 12:24
vabbè però c'è anche la questione di svolgere una trattativa. Ovvero se mi propongono un tot di licenziamenti che fa un sindacato dice subito si o si avvia la trattativa cercando di minimizzare il costo per i lavoratori? E se uno accetta subito la proposta della controparte che cavolo di trattativa è? :stordita:
Certo che voi siete troppo ECONO-POLITIC-STATIST-SOCIOL-EVOLUT !
Dovreste candidarvi alle prossime elezzzioni... (nelle liste opposte a quelle del Silvio [naturalmente]).
Nel frattempo però, per vostra pace, il Silvio risolve questioni MARCE che i vostri amici, da 30 anni, manco a parole sanno affrontare.
Della monnezza di Napoli non parlate più,
a breve non parlerete più neanche dell'ALITALIA,
cosa tiriamo fuori di nuovo per il futuro ??
CONVLITTTO DI INTEVESSSI ??
RETE4 su PLUTONE ??
Vedo che c'è qualcuno che riceve ad orecchie tese la demagogia e la propaganda da due soldi di Tremonti. E' serio un ministro che gli si chiede conto di Alitalia, e ti risponde parlando della monnezza di Napoli? La vera ed ineliminabile immondizia probabilmente è altrove.
FatherBoard
28-08-2008, 13:02
Stravolgere la realtà for dummies?:mbe:
Può anche essere che evelon non ricordi esattamente lo svolgersi cronologico degli eventi.
Spinetta disse praticamente SUBITO che voleva l'accordo del nuovo governo. E ricevette subito schiaffoni da B. che parlò di colonizzazione, prepotenza, etc...
Inoltre per quanto riguarda i sindacati ricordo la "rivolta" interna dei dipendenti Alitalia che in maggioranza erano ormai d'accordo sul piano AirFrance e in disaccordo con l'approccio del sindacato. Quest'ultimo era ormai in un angolo abbandonato anche dai propri "assistiti"...
Al tempo...
Spinetta disse così DOPO che l'attuale governo (prodi) rifiutò de facto a prendere posizione netta contro i sindacati (che avanzavano richieste incompatibili con i piani industriali).
Anzi il governo (azionista di maggioranza) spingeva perchè il confronto con i sindacati continuasse ad oltranza.
Da un punto di vista politico questo era quasi ovvio (un governo che si dice di sinistra o centrosx non può estromettere i sindacati) ma di fatto era evidente che stava portando al fallimento la trattativa.
L'unica salvezza, peraltro invocata a più riprese anche da Padoa Schioppa con gli appelli a non far scappare Air France, era prendere una posizione netta "scavalcando" le sigle delle parti sociali, specie le più oltranziste.
Alla fine Spinetta si appellò al governo successivo (che era probabile fosse Berlusconi) visto che ormai si era in fase di stallo.
Berlusconi se ne usci con la sua "cordata" e le trattative continuarono per un poco per poi naufragare completamente.
Ma quando B. cominciò a sparare le sue "cordate" ormai la frittata era fatta.
Non è vero, il governo Prodi era stato molto critico dei sindacati.
E nello stesso periodo Spinetta diceva che avrebbero agito solocon l'accordo sia dei sindacati che del nuovo governo.
I sindacati hanno la loro dose di responsabilità, però tornarono al tavolo delle trattative e non dissero mai che andava rifiutata l'offerta d'Airfrance.
Al contrario proprio mentre i sindacati tornavano al tavolo, Berlusconi e la lega iniziarono il fuoco di dichiarazioni contro Airfrance, dicendo che era un saccheggio che danneggiava gli interessi nazionali, che non bisognava cederla agli stranieri ma trovare una soluzione italiana.
vabbè però c'è anche la questione di svolgere una trattativa. Ovvero se mi propongono un tot di licenziamenti che fa un sindacato dice subito si o si avvia la trattativa cercando di minimizzare il costo per i lavoratori? E se uno accetta subito la proposta della controparte che cavolo di trattativa è? :stordita:
Su questo siamo d'accordo.
Ma il piano sindacale deve essere compatibile col piano industriale altrimenti non si arriva da nessuna parte....
Ripeto: non voglio difendere Berlusconi che ha fatto comunque danni ma la colpa maggiore della fuga di AF ce l'hanno i sindacati ed il governo di allora (che, ricordiamolo, aveva i conti Alitalia in mano essendone il maggior azionista) che non ha calmierato i sindacati
Su questo siamo d'accordo.
Ma il piano sindacale deve essere compatibile col piano industriale altrimenti non si arriva da nessuna parte....
Ripeto: non voglio difendere Berlusconi che ha fatto comunque danni ma la colpa maggiore della fuga di AF ce l'hanno i sindacati ed il governo di allora (che, ricordiamolo, aveva i conti Alitalia in mano essendone il maggior azionista) che non ha calmierato i sindacati
Si ma c'è una differenza tra criticare il numero di esuberi e, dall'altra, dire che Alitalia non deve essere ceduta agli stranieri.
FatherBoard
28-08-2008, 13:14
...ma la colpa maggiore della fuga di AF ce l'hanno i sindacati ed il governo di allora (che, ricordiamolo, aveva i conti Alitalia in mano essendone il maggior azionista) che non ha calmierato i sindacati
Ma abbiamo appena finito di "ricordarti" gli eventi e perseveri ?
Non è vero, il governo Prodi era stato molto critico dei sindacati.
E nello stesso periodo Spinetta diceva che avrebbero agito solocon l'accordo sia dei sindacati che del nuovo governo.
I sindacati hanno la loro dose di responsabilità, però tornarono al tavolo delle trattative e non dissero mai che andava rifiutata l'offerta d'Airfrance.
Al contrario proprio mentre i sindacati tornavano al tavolo, Berlusconi e la lega iniziarono il fuoco di dichiarazioni contro Airfrance, dicendo che era un saccheggio che danneggiava gli interessi nazionali, che non bisognava cederla agli stranieri ma trovare una soluzione italiana.
Invece è vero.
Ma è vero anche quello che dici tu :D
Il punto è se è pur vero che il governo Prodi criticasse i sindacati (lo stesso TPS era molto critico) de facto non ha mai fatto nulla per fargli rivedere le richieste palesemente assurde che paralizzavano la trattativa...
Berlusconi, come ho già detto, ha fatto demagogia pura paventando cordate e strillando all'assalto francese ma ribadiamolo: ha potuto farlo perchè:
a) I sindacati hanno avanzato proposte palesemente assurde e fuori dalla realtà
b) Il governo in carica pur avendo i conti aggiornati sottomano continuava a comportarsi come un giano bifronte che, a parole, invitava AF a restare mentre, nei fatti, non faceva nulla per clamierare le richiesta al punto a....
Che Berlusconi abbia poi sfruttato l'empasse per fini elettorali è, imho, fuori di dubbio.
Ma ha potuto farlo perchè l'esecutivo si è impantanato in una palude dal quale non ha saputo uscire
claudioborghi
28-08-2008, 13:19
Spinetta disse praticamente SUBITO che voleva l'accordo del nuovo governo.
Quindi diciamo che le elezioni era inutile farle perche' gia' si sapeva che Berlusconi sarebbe stato il nuovo governo... si, si...
Si ma c'è una differenza tra criticare il numero di esuberi e, dall'altra, dire che Alitalia non deve essere ceduta agli stranieri.
Scusa ma non ci capiamo :D
Berlusconi è un demagogo e ne ha approfittato.
Chiaro ? :D
Ora, chiarito questo punto che (spero) definisce le colpe del cavaliere parliamo della trattativa (che è la cosa importante)
Belrusconi avrebbe potuto strillare quanto voleva ma se l'esecutivo Prodi avesse imposto la "mano di ferro" ai sindacati convincendoli ad abbassare i toni (che era appunto quello che voleva una fetta dei dipendenti) la trattativa sarebbe andata in porto.
Con buona pace di B. che sarebbe rimasto a starnazzare delle sue cordate...
FatherBoard
28-08-2008, 13:20
a) I sindacati hanno avanzato proposte palesemente assurde e fuori dalla realtà
Ti ribadisco che i sindacati erano già stati messi in un angolo dagli stessi dipendenti Alitalia...
Invece è vero.
Ma è vero anche quello che dici tu :D
Il punto è se è pur vero che il governo Prodi criticasse i sindacati (lo stesso TPS era molto critico) de facto non ha mai fatto nulla per fargli rivedere le richieste palesemente assurde che paralizzavano la trattativa...
Berlusconi, come ho già detto, ha fatto demagogia pura paventando cordate e strillando all'assalto francese ma ribadiamolo: ha potuto farlo perchè:
a) I sindacati hanno avanzato proposte palesemente assurde e fuori dalla realtà
b) Il governo in carica pur avendo i conti aggiornati sottomano continuava a comportarsi come un giano bifronte che, a parole, invitava AF a restare mentre, nei fatti, non faceva nulla per clamierare le richiesta al punto a....
Che Berlusconi abbia poi sfruttato l'empasse per fini elettorali è, imho, fuori di dubbio.
Ma ha potuto farlo perchè l'esecutivo si è impantanato in una palude dal quale non ha saputo uscire
Ma scusami il Governo ha fatto quello che doveva fare, ovvero criticare i sindacati e dire loro che le richieste erano assurde e non c'erano margini per pretese troppo onerose.
Non si capisce cosa avrebbero dovuto fare, in quella situazione, di più.
E appunto, dopo gli interventi di critica al sindacato, i sindacati tornarono al tavolo delle trattative
Ma abbiamo appena finito di "ricordarti" gli eventi e perseveri ?
Mi sà che non sono io che persevero :D
Forse sfugge che Berlusconi NON aveva voce in capitolo perchè non era lui che decideva.
Al massimo può aver fatto "turbativa di mercato" (in senso lato) con le sue cordate fantasma ma la palla non ce l'aveva certo lui.
Scusa ma non ci capiamo :D
Berlusconi è un demagogo e ne ha approfittato.
Chiaro ? :D
Ora, chiarito questo punto che (spero) definisce le colpe del cavaliere parliamo della trattativa (che è la cosa importante)
Belrusconi avrebbe potuto strillare quanto voleva ma se l'esecutivo Prodi avesse imposto la "mano di ferro" ai sindacati convincendoli ad abbassare i toni (che era appunto quello che voleva una fetta dei dipendenti) la trattativa sarebbe andata in porto.
Con buona pace di B. che sarebbe rimasto a starnazzare delle sue cordate...
Ma no Evelon, niente poteva essere fatto con l'opposizione del governo Berlusconi. Perchè qualunque accordo aveva bisogno della collaborazione del governo per gestire la fase di transizione, per la riorganizzazione di rotte, slot, servizi, e per la gestione degli esuberi.
Il governo Prodi era alla fine, qualunque firma avrebbe poi dovuto passare attraverso il vaglio del successivo governo e azionista (ministro del tesoro).
Ti ribadisco che i sindacati erano già stati messi in un angolo dagli stessi dipendenti Alitalia...
Ma al tavolo delle trattative c'erano loro mica i dipendenti.
I dipendenti (o una parte di essi) erano contro, si arrivò alla restituzione delle tessere.
Ma nonostante ciò ai tavoli di trattativa erano loro (i sindacati) deputati a rappresentare i lavoratori.
Il fatto che i lavoratori li avessero messi all'angolo era ininfluente ai fini della trattativa
Mi sà che non sono io che persevero :D
Forse sfugge che Berlusconi NON aveva voce in capitolo perchè non era lui che decideva.
Al massimo può aver fatto "turbativa di mercato" (in senso lato) con le sue cordate fantasma ma la palla non ce l'aveva certo lui.
A te sfugge che non si stava vendendo una caramella. Per cui dopo che l'hai venduta, è tutto fatto.
Si stava facendo un doppio accordo per una privatizzazione e per una ristrutturazione industriale. §In entrambi i casi si tratta di progetti complessi che si svolgono su un periodo medio lungo di tempo e hanno bisogno della collaborazione del governo.
Ma scusami il Governo ha fatto quello che doveva fare, ovvero criticare i sindacati e dire loro che le richieste erano assurde e non c'erano margini per pretese troppo onerose.
Non si capisce cosa avrebbero dovuto fare, in quella situazione, di più.
E appunto, dopo gli interventi di critica al sindacato, i sindacati tornarono al tavolo delle trattative
no, aspetta.
Il governo in carica (oltre che azionista di maggioranza) avrebbe dovuto proseguire senza le parti sociali.
E' vero che tornarono al tavolo delle trattative ma ripresentarono proposte assurde.
Tanto assurde che, alla fine, Spinetta se ne andò dicendo che erano "fuori del suo mandato"
FatherBoard
28-08-2008, 13:28
Forse sfugge che Berlusconi NON aveva voce in capitolo perchè non era lui che decideva.
Ma secondo te perchè Spinetta allora mise esplicitamente come condizione l'assenso del nuovo governo?
Perchè voleva evitare di perdere tempo in un accordo sindacale che sarebbe stato inutile dopo le elezioni...
A te sfugge che non si stava vendendo una caramella. Per cui dopo che l'hai venduta, è tutto fatto.
Si stava facendo un doppio accordo per una privatizzazione e per una ristrutturazione industriale. §In entrambi i casi si tratta di progetti complessi che si svolgono su un periodo medio lungo di tempo e hanno bisogno della collaborazione del governo.
questo è ovvio ma non è un limite :confused:
Tutti i grandi progetti governativi funzionano così: un governo decide, i successivi portano avanti l'esecuzione, è normale.
Il "fantomatico" ponte sullo stretto, un piano energetico, etc...
I governi che hanno preso l'impegno lo hanno fatto a nome dell'Italia mica a nome del "governo prodi" o "governo berlusconi"...
Se Prodi avesse portato avanti la trattativa e fsse andata in porto Bersluconi si sarebbe trovato tra le mani un contratto firmato (come Prodi con Ponte sullo Stretto) ed avrebbe dovuto dargli seguito.
E' chiaro che non è una caramella ma qualcuno doveva pur cominciare.
Ed è altrettanto chiaro che nessuno farebbe promesse per il governo successivo.
Immagina:
Se ora Berlusconi firma un contratto per la costruzione di centrali nucleari e l'impresa per cominciare chiede il consenso di Veltroni....secondo te questo consenso verrà ?
Rispondimi onestamente
Ma secondo te perchè Spinetta allora mise esplicitamente come condizione l'assenso del nuovo governo?
Perchè voleva evitare di perdere tempo in un accordo sindacale che sarebbe stato inutile dopo le elezioni...
Come detto un contratto governativo è a nome dell'italia non del singolo.
E nessuno, per ovvie ragioni politiche, darebbe mai un assenso ad un progetto firmato dalla parte avversa.
Pensarla diversamente è, imho, utopistico
no, aspetta.
Il governo in carica (oltre che azionista di maggioranza) avrebbe dovuto proseguire senza le parti sociali.
E' vero che tornarono al tavolo delle trattative ma ripresentarono proposte assurde.
Tanto assurde che, alla fine, Spinetta se ne andò dicendo che erano "fuori del suo mandato"
Ma guarda non dirlo a me... dipendesse da me i sindacati non dovrebbero avere voce in capitolo riguardo alle scelte industriali. La questione industriale andava trattata solo tra governo e acquirente.
Ma le cose in Italia non funzionano così...
E in ogni caso i sindacati si lamentarono criticando al governo Prodi di aver fatto proprio questo, ovvero di aver gestito l'accordo industriale senza di loro.
E in ogni caso le critiche agli aspetti industriali del progetto che muovevano i sindacati erano, guardacaso le stesse che facevano la lega e Berlusconi.
FatherBoard
28-08-2008, 13:37
Se Prodi avesse portato avanti la trattativa e fsse andata in porto Bersluconi si sarebbe trovato tra le mani un contratto firmato (come Prodi con Ponte sullo Stretto) ed avrebbe dovuto dargli seguito.
1) I tempi non avrebbero comunque permesso di concludere la trattativa con il vecchio governo.
2) A camere sciolte solo Ordinaria Amministrazione. Dubito che la vendita della Compagnia Aerea di bandiera sia ordinaria amministrazione...
3) Quindi la conclusione della trattativa era ovviamente e totalmente in mano al governo entrante.
FatherBoard
28-08-2008, 13:40
Come detto un contratto governativo è a nome dell'italia non del singolo.
E nessuno, per ovvie ragioni politiche, darebbe mai un assenso ad un progetto firmato dalla parte avversa.
Pensarla diversamente è, imho, utopistico
In realtà ti ho già risposto poco sopra...
Ma guarda non dirlo a me... dipendesse da me i sindacati non dovrebbero avere voce in capitolo riguardo alle scelte industriali. La questione industriale andava trattata solo tra governo e acquirente.
Ma le cose in Italia non funzionano così...
E in ogni caso i sindacati si lamentarono criticando al governo Prodi di aver fatto proprio questo, ovvero di aver gestito l'accordo industriale senza di loro.
E in ogni caso le critiche agli aspetti industriali del progetto che muovevano i sindacati erano, guardacaso le stesse che facevano la lega e Berlusconi.
Su questo post sfondi una porta aperta.
Prodi avrebbe dovuto avere le "palle" di sfanculare i sindacati (o ridimensionarli fortemente) già da novembre, quando era ancora in sella e l'offerta di AF appetibile.
Che poi le critiche di Berlusconi fossero le stesse dei sindacati, scusa, ma mi pare ovvio...
E' chiaro che si sarebbe attaccato anche alle scorregge sugli aerei per attaccare prodi = demagogia.
Ma dare la colpa del fallimento delletrattative agli urli di B. è francamente eccessivo
1) I tempi non avrebbero comunque permesso di concludere la trattativa con il vecchio governo.
2) A camere sciolte solo Ordinaria Amministrazione. Dubito che la vendita della Compagnia Aerea di bandiera sia ordinaria amministrazione...
3) Quindi la conclusione della trattativa era ovviamente e totalmente in mano al governo entrante.
ma di quando parli ?
Guarda che la vicenda è cominciata ben prima di quando è finita sulle tv :D
I primi contatti si sono avuti molto, molto prima delle sparate di Berlusconi sulla cordata.
B. ci si è avventato come un avvoltoio quando ha furbamente capito che poteva essere un argomento da campagna elettorale ma la gestione prodiana poteva tranquillamente chiudere l'accordo (certo non tutta la ristrutturazione) fintanto che è rimasta in sella.
Quindi prima dello scioglimento delle camere.
La trattativa NON era in mano al governo entrante altrimenti AF non avrebbe nemmeno incominciato a trattare con il gverno in carica (peraltro di centrosx quindi paradossalmente più vicino ai sindacati che non ad AF stessa)
FatherBoard
28-08-2008, 13:55
Ma dare la colpa del fallimento delletrattative agli urli di B. è francamente eccessivo
No, agli "urli" di B. no, ma alle dichiarazioni del Presidente del Consiglio entrante SI !
Su questo post sfondi una porta aperta.
Prodi avrebbe dovuto avere le "palle" di sfanculare i sindacati (o ridimensionarli fortemente) già da novembre, quando era ancora in sella e l'offerta di AF appetibile.
Che poi le critiche di Berlusconi fossero le stesse dei sindacati, scusa, ma mi pare ovvio...
E' chiaro che si sarebbe attaccato anche alle scorregge sugli aerei per attaccare prodi = demagogia.
Ma dare la colpa del fallimento delletrattative agli urli di B. è francamente eccessivo
L'errore più grave di Prodi è quello di non aver venduto prima.
In quella situazione i margini di manovra erano ristrettissimi. Le Camere già sciolte e tutto dipendeva dalla volontà del futuro governo.
Futuro governo che avrebbe potuto, se voleva, continuare la strada della vendita a una grossa compagnia aerea. Invece ha seguito il populismo demagogico dell'italianità e altre stronzate varie.
Non solo Berlusconi ha la colpa di aver cavalcato la demagogia per fini elettorali, ma ha anche la colpa di metterla in pratica.
Ora arriva il conto dell'italianità. profitti privati, debiti pubblici. Violazione di qualunque regola di mercato. Presa per il culo plateale dei piccoli azionisti....
Certamente il governo Prodi ha le sue colpe.
Ma da un lato c'è la colpa di non esser riuscito a portare a termine una operazione tutto sommato discreta e industrialmente sensata, oltre che coerente coi principi di mercato. ( e che portava -pochi- soldi nelle casse dello Stato)
Dall'altro c'è la colpa di riuscire (probabilmente) a portare a termine una operazione demagogica, che viole le leggi di mercato, che costa soldi ai contribuenti, che industrialmente ha poco peso, e avvantaggerà la schiera dei soliti noti capitani di impresa.
L'errore più grave di Prodi è quello di non aver venduto prima.
In quella situazione i margini di manovra erano ristrettissimi. Le Camere già sciolte e tutto dipendeva dalla volontà del futuro governo.
Futuro governo che avrebbe potuto, se voleva, continuare la strada della vendita a una grossa compagnia aerea. Invece ha seguito il populismo demagogico dell'italianità e altre stronzate varie.
Non solo Berlusconi ha la colpa di aver cavalcato la demagogia per fini elettorali, ma ha anche la colpa di metterla in pratica.
Ora arriva il conto dell'italianità. profitti privati, debiti pubblici. Violazione di qualunque regola di mercato. Presa per il culo plateale dei piccoli azionisti....
Certamente il governo Prodi ha le sue colpe.
Ma da un lato c'è la colpa di non esser riuscito a portare a termine una operazione tutto sommato discreta e industrialmente sensata, oltre che coerente coi principi di mercato. ( e che portava -pochi- soldi nelle casse dello Stato)
Dall'altro c'è la colpa di riuscire (probabilmente) a portare a termine una operazione demagogica, che viole le leggi di mercato, che costa soldi ai contribuenti, che industrialmente ha poco peso, e avvantaggerà la schiera dei soliti noti capitani di impresa.
*
FatherBoard
28-08-2008, 14:04
ma di quando parli ?
Guarda che la vicenda è cominciata ben prima di quando è finita sulle tv :D
I primi contatti si sono avuti molto, molto prima delle sparate di Berlusconi sulla cordata.
B. ci si è avventato come un avvoltoio quando ha furbamente capito che poteva essere un argomento da campagna elettorale ma la gestione prodiana poteva tranquillamente chiudere l'accordo (certo non tutta la ristrutturazione) fintanto che è rimasta in sella.
Quindi prima dello scioglimento delle camere.
La trattativa NON era in mano al governo entrante altrimenti AF non avrebbe nemmeno incominciato a trattare con il gverno in carica (peraltro di centrosx quindi paradossalmente più vicino ai sindacati che non ad AF stessa)
Guarda, ti assicuro che seguo la vicenda Alitalia da almeno 2 anni. Dai tempi della prima "asta" andata deserta per gli assurdi paletti posti.
Lo Stato è il maggior azionista dell'Alitalia, ma l'atto di cessione delle azioni a AF sarebbe avvenuto solo a trattativa conclusa. Fino a quel momento il Governo aveva solo dato l'OK per la Due Diligence con AirFrance. Le Due Diligence per affari di questa portata durano comunque molti mesi...
I tempi non permettevano assolutamente di chiudere la trattativa prima dello scioglimento delle camere!
Poi ovviamente sei libero di credere il contrario...
Alitalia, via libera del governo
Sì a modifica della legge Marzano
ROMA - Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge ed al disegno di legge delega su Alitalia. Il primo provvedimento vara una riforma delle procedure previste dalla Legge Marzano per il commissariamento come strumento per il salvataggio delle grandi aziende in crisi. Il secondo pone le basi per una riforma più ampia delle norme che regolano l'amministrazione straordinaria.
Nel provvedimento dell'esecutivo è previsto anche che il commissario straordinario di un'azienda in crisi potrà procedere ad "un'immediata vendita di asset ancora fruttuosi, garantendo così maggior elasticità al modello procedimentale". Gli asset verrebbero venduti tramite trattativa privata da parte del commissario straordinario che potrebbe fissare il prezzo con una perizia. In più sarebbe prevista la possibilità di aggirare le norme antitrust per ovviare alla fusione con Air One.
I risparmiatori che hanno azioni Alitalia sarebbero tutelati grazie all'accesso al fondo speciale alimentato dai 'conti dormienti' che fu realizzato per gli azionisti di Parmalat.
La bozza prevede inoltre che "la durata dell'amministrazione straordinaria "possa essere determinata da 1 a 2 anni in funzione della complessità della procedura, e che possa essere prorogata fino ad un massimo di un ulteriore anno in caso di eccezionali esigenze sopravvenute".
Preoccupato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. "Chiedo al governo un incontro immediato che coinvolga tutti gli altri Enti locali del nostro territorio per valutare l'impatto che il nuovo piano di ristrutturazione di Alitalia avrà sulla città di Roma - scrive il primo cittadino della capitale -. L'impegno del Comune di Roma è quello di difendere il valore dell'hub di Fiumicino e i livelli occupazionali del nostro territorio senza creare polemiche preconcette e strumentali sulla pelle di ciò che rimane della compagnia di bandiera e sui lavoratori".
ma di quando parli ?
Guarda che la vicenda è cominciata ben prima di quando è finita sulle tv :D
I primi contatti si sono avuti molto, molto prima delle sparate di Berlusconi sulla cordata.
B. ci si è avventato come un avvoltoio quando ha furbamente capito che poteva essere un argomento da campagna elettorale ma la gestione prodiana poteva tranquillamente chiudere l'accordo (certo non tutta la ristrutturazione) fintanto che è rimasta in sella.
Quindi prima dello scioglimento delle camere.
La trattativa NON era in mano al governo entrante altrimenti AF non avrebbe nemmeno incominciato a trattare con il gverno in carica (peraltro di centrosx quindi paradossalmente più vicino ai sindacati che non ad AF stessa)
Ma perchè dovete distorcere la verità .... Spinetta ha sempre detto che la cosa andava avanti solo con l'approvazione del governo entrante ....
http://img379.imageshack.us/img379/3663/image001mn5.jpg
Io non riesco a capire chi si lamenta del fatto che gli esuberi vengano reintegrati nella PA. Qua le cose sono due: o si mette la gente in mezzo ad una strada oppure nella PA. Non si scappa da queste due possibilità perché gli esuberi in Alitalia sono una realtà e il suo rilancio passa dal mandare via questa gente.
Del resto non è solo il piano Intesa a prevederli, ma anche Air France prevedeva un numero di esuberi abbastanza consistente.
I sindacati fanno il loro lavoro, difendono i lavoratori. Il problema è che non si rendono conto che o si mandano via gli esuberi, oppure tutti a casa. Io penso che se dopo essersi lamentati del piano Air France dovessero lamentarsi anche del piano Intesa, allora meglio chiudere tutto e amen.
Ieri la lega dichiarava questo ... :D :D
Lega: sì ma senza esborsi nè modifiche a Marzano. Nessuna modifica alla legge Marzano e nessun altro esborso: queste le condizioni che la Legaha imposto per il via libera all'operazione Compagnia Aerea Italiana. Marco Reguzzoni, vice presidente dei deputati del Carroccio e "titolare" nel partito della questione Alitalia, ha precisato che "è fondamentale che il Governo rispetti il libero mercato". Ma quello che più sta a cuore alla Lega è il futuro di Malpensa: "Se il libero mercato viene garantito, ho la certezza che Malpensa si riempirà, perchè la maggior parte dei biglietti vengono venduti al nord". Stesso discorso per l'ipotesi ventilata da Matteoli: "Non credo che la P.A. abbia bisogno di altre assunzioni".
Ossia l'esatto contrario di quello deciso oggi ....
La coerenza al governo .... :O
FatherBoard
28-08-2008, 14:20
Io non riesco a capire chi si lamenta del fatto che gli esuberi vengano reintegrati nella PA. Qua le cose sono due: o si mette la gente in mezzo ad una strada oppure nella PA. Non si scappa da queste due possibilità perché gli esuberi in Alitalia sono una realtà e il suo rilancio passa dal mandare via questa gente.
Ci si sta lamentando di un'altra cosa:
AirFrance : 2/3 mila esuberi
Piano B. (in tutti i sensi) : 6/7 mila esuberi
Che vadano in Cassa Integrazione o nella PA sono comunque a carico nostro ma almeno risparmiavamo denaro per 4000 (quattromila!!!)
Aggiungiamoci 1.300.000.000 Euro di debiti che dobbiamo ripianare...
Ci si sta lamentando di un'altra cosa:
AirFrance : 2/3 mila esuberi
Piano B. (in tutti i sensi) : 6/7 mila esuberi
Che vadano in Cassa Integrazione o nella PA sono comunque a carico nostro ma almeno risparmiavamo denaro per 4000 (quattromila!!!)
Aggiungiamoci 1.300.000.000 Euro di debiti che dobbiamo ripianare...
Quoto ... ;)
John Cage
28-08-2008, 14:21
Io non riesco a capire chi si lamenta del fatto che gli esuberi vengano reintegrati nella PA. Qua le cose sono due: o si mette la gente in mezzo ad una strada oppure nella PA. Non si scappa da queste due possibilità perché gli esuberi in Alitalia sono una realtà e il suo rilancio passa dal mandare via questa gente.
Del resto non è solo il piano Intesa a prevederli, ma anche Air France prevedeva un numero di esuberi abbastanza consistente.
I sindacati fanno il loro lavoro, difendono i lavoratori. Il problema è che non si rendono conto che o si mandano via gli esuberi, oppure tutti a casa. Io penso che se dopo essersi lamentati del piano Air France dovessero lamentarsi anche del piano Intesa, allora meglio chiudere tutto e amen.
però i 2000-2700 esuberi di air france non sono la stessa cosa del 6000-7000 della nuova soluzione. o mi sbaglio?
E comunque la differenza principale, oltre che il numero degli esuberi è che adesso I DEBITI di Alitalia saranno pagati interamente da noi. Un miliardoeduecentomilioni o unmiliardoetrecentomilioni (1.200.000.000 o 1.300.000.000) non sono pochi.
quindi lo stato dovrà accollarsi oltre un miliardo di debiti più il costo degli esuberi in più, tra i 3300 e i 5000. Questi non sono costi una tantum, ma costi fissi.
Ma poi, con questa logica....
ma Air One è una compagnia di bandiera???:D E la nuova alitalia sarà una compagnia di bandiera?? boh...
ma in tutto questo il libero mercato dov'è?
Non lo so, la questione è complicata perché comunque adesso nella nuova Alitalia si fonde anche Air One e penso che sia per questo motivo che c'è un maggior numero di persone di Alitalia che debba andar via. Anche perché Air One non naviga in buone acque e probabilmente sarebbe diventata una nuova Alitalia da qui a breve. E poi bisogna anche considerare il costo in termini di persone mandate a casa che avrebbe comportato il pesante ridimensionamento di Malpensa nel piano di Air France. Secondo me, in termini di esuberi complessivamente poco è cambiato considerando i fattori che ho citato.
FatherBoard
28-08-2008, 14:30
Aggiungo un dettagli sugli esuberi.
La proposta AirFrance prevedeva di trattare gli esuberi attraverso prepensionamenti, mobilità lunga e cassa integrazione con in aggiunta un contributo di AF affinchè lo stipendio restasse inalterato per 8 (otto!) anni. (in quanto la C.I. ovviamente non garantisce lo stipendio pieno).
ALBIZZIE
28-08-2008, 14:31
Roma, 15:21
ALITALIA: BRUNETTA, ESCLUSO ASSORBIMENTO ESUBERI IN PA O POSTE
Gli esuberi Alitalia non saranno "assolutamente" riassorbiti nella Pubblica amministrazione o nelle Poste. Lo ha assicurato a Radio Radicale il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. "Non esiste alcuna forma di ammortizzazione sociale attraverso passaggi nella pubblica amministrazione o in aziende assimilabili come le Poste - spiega Brunetta interpellato sulla vicenda Alitalia - Queste sono storie del passato che hanno riguardato guarda caso Olivetti, guarda caso altri imprenditori e altri governi. Ne abbiamo parlato oggi. E' escluso dal presidente del consiglio, dai decreti e dai testi, da tutti i ministri. Ho chiesto addirittura che il presidente del consiglio nella sua comunicazione precisi con molta chiarezza tutto questo che e' stata un invenzione giornalistica".
I sindacati fanno il loro lavoro, difendono i lavoratori.
Forse vent'anni fa :D
Leggiti questo
http://www.magic-book.it/libreria/wp-content/uploads/2008/04/altra_casta.jpg
:O
FatherBoard
28-08-2008, 14:36
E poi bisogna anche considerare il costo in termini di persone mandate a casa che avrebbe comportato il pesante ridimensionamento di Malpensa nel piano di Air France.
Guarda che il ridimensionamento (da parte di Alitalia) di Malpensa è già avvenuto 4 mesi fa. C'è anche una causa legale in corso...
Roma, 15:21
ALITALIA: BRUNETTA, ESCLUSO ASSORBIMENTO ESUBERI IN PA O POSTE
Gli esuberi Alitalia non saranno "assolutamente" riassorbiti nella Pubblica amministrazione o nelle Poste. Lo ha assicurato a Radio Radicale il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. "Non esiste alcuna forma di ammortizzazione sociale attraverso passaggi nella pubblica amministrazione o in aziende assimilabili come le Poste - spiega Brunetta interpellato sulla vicenda Alitalia - Queste sono storie del passato che hanno riguardato guarda caso Olivetti, guarda caso altri imprenditori e altri governi. Ne abbiamo parlato oggi. E' escluso dal presidente del consiglio, dai decreti e dai testi, da tutti i ministri. Ho chiesto addirittura che il presidente del consiglio nella sua comunicazione precisi con molta chiarezza tutto questo che e' stata un invenzione giornalistica".
Sono sempre concordi su tutto quello che fanno e dicono ... :O
Roma, 15:21
ALITALIA: BRUNETTA, ESCLUSO ASSORBIMENTO ESUBERI IN PA O POSTE
Gli esuberi Alitalia non saranno "assolutamente" riassorbiti nella Pubblica amministrazione o nelle Poste. Lo ha assicurato a Radio Radicale il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. "Non esiste alcuna forma di ammortizzazione sociale attraverso passaggi nella pubblica amministrazione o in aziende assimilabili come le Poste - spiega Brunetta interpellato sulla vicenda Alitalia - Queste sono storie del passato che hanno riguardato guarda caso Olivetti, guarda caso altri imprenditori e altri governi. Ne abbiamo parlato oggi. E' escluso dal presidente del consiglio, dai decreti e dai testi, da tutti i ministri. Ho chiesto addirittura che il presidente del consiglio nella sua comunicazione precisi con molta chiarezza tutto questo che e' stata un invenzione giornalistica".
CVD BAC
Sono sempre concordi su tutto quello che fanno e dicono ... :O
saranno stati fraintesi ...
d'altra parte da un governo che prende le decisioni in base ai sondaggi non ci si può aspettare altro.
L'errore più grave di Prodi è quello di non aver venduto prima.
Vero ma quest'errore è molto più grave degli altri e condizionerà tutto
In quella situazione i margini di manovra erano ristrettissimi. Le Camere già sciolte e tutto dipendeva dalla volontà del futuro governo.
I contatti e ledecisioni sono cominciate prima che le camere si sciogliessero.
Concordo che i margini erano comunque ristretti.
Futuro governo che avrebbe potuto, se voleva, continuare la strada della vendita a una grossa compagnia aerea. Invece ha seguito il populismo demagogico dell'italianità e altre stronzate varie.
Vero.
Ha fatto demagogia a fini elettorali, come ci si sarebbe aspettato
Ma da un lato c'è la colpa di non esser riuscito a portare a termine una operazione tutto sommato discreta e industrialmente sensata, oltre che coerente coi principi di mercato. ( e che portava -pochi- soldi nelle casse dello Stato)
Dall'altro c'è la colpa di riuscire (probabilmente) a portare a termine una operazione demagogica, che viole le leggi di mercato, che costa soldi ai contribuenti, che industrialmente ha poco peso, e avvantaggerà la schiera dei soliti noti capitani di impresa.
Vero.
E' questo imho il punto fondamentale.
Il secondo punto, prettamente elettorale, nasce dal fallimento del primo.
E' inutile fare le verginelle violate a questo punto.
Sapevamo benissimo (e se lo sappiamo noi che non siamo politicanti di mestiere lo sapeva sicuramente anche prodi) che Berlusconi avrebbe sfruttato l'impantanamento del governo a fii elettorali.
Una volta che la trattativa è andata a puttane B. aveva (politicamente) due chanche :
a) far passare tutto nel dimenticatoio (ma era impraticabile vista l'esposizione mediatica alla faccia di chi dice che Lui è il padrone delle TV e può far tutto)
b) trovare una soluzione alternativa ad AF che consentisse di salvare la faccia (politicamente) anche a costo di fare una schifezza (che ha fatto).
Ma perchè dovete distorcere la verità .... Spinetta ha sempre detto che la cosa andava avanti solo con l'approvazione del governo entrante ....
Ne abbiamo già parlato.
Nei contratti governativi funziona SEMPRE così.
Chi firma lo fà a nome dell'Italia non a nome proprio
Ma quante vaccate stanno attuando alle nostre e anzi sulle nostre spalle?:mbe: :mbe:
Stanno cercando in tutti i modi possibili di spillarci quanti più soldi possibili prima di dichiarare bancarotta?
Ho come l'impressione che stiano cercando di incamerare quanto più possibile prima di dichiarare il fallimento di Alitalia e dell'Italia...
Poi scusatemi, credevate davvero questi seimila venissero riassorbiti nella PA...ma se è giusto nella PA che stanno TAGLIANDO???
TRA 30.000 precari alle poste in giudizio
docenti e personale ATA in via di sfoltimeto (altro che 6.000)...si parla di almeno 100.000 per le due categorie (vogliono mettere la docenza unica alle elementari per risparmiare)....
credete davvero che gli importi e riescano a riposizionare 6.000 fra tecnici e no?
Stanno facendo i loro interessi, come al solito.
Seriamente, se non si va in piazza in modo deciso a breve...qua si va a picco e stavolta in modo definitivo.
Roma, 15:21
ALITALIA: BRUNETTA, ESCLUSO ASSORBIMENTO ESUBERI IN PA O POSTE
Gli esuberi Alitalia non saranno "assolutamente" riassorbiti nella Pubblica amministrazione o nelle Poste. Lo ha assicurato a Radio Radicale il ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. "Non esiste alcuna forma di ammortizzazione sociale attraverso passaggi nella pubblica amministrazione o in aziende assimilabili come le Poste - spiega Brunetta interpellato sulla vicenda Alitalia - Queste sono storie del passato che hanno riguardato guarda caso Olivetti, guarda caso altri imprenditori e altri governi. Ne abbiamo parlato oggi. E' escluso dal presidente del consiglio, dai decreti e dai testi, da tutti i ministri. Ho chiesto addirittura che il presidente del consiglio nella sua comunicazione precisi con molta chiarezza tutto questo che e' stata un invenzione giornalistica".
Ottimo.
A parte i tifosi francamente non capisco chi si lamenta e comincia a sparare i "bac" etc..
Se li assorbono non và bene, se non li assorbono non và bene...
Insomma fuciliamoli in piazza e risolviamo il problema esuberi no ? :D
Personalmente non mi và, nemmeno un pò. che stà gente finisca a carico dello stato.
Se non ci finisce il piano B. ne guadagna senz'altro
FatherBoard
28-08-2008, 15:20
Ne abbiamo già parlato.
Nei contratti governativi funziona SEMPRE così.
Chi firma lo fà a nome dell'Italia non a nome proprio
Ancora una volta: il vecchio governo NON poteva firmare ancora nulla perchè la trattativa non era conclusa! Non c'era nessun contratto da onorare nè per il vecchio governo, nè per quello entrante...
Io non riesco a capire chi si lamenta del fatto che gli esuberi vengano reintegrati nella PA. Qua le cose sono due: o si mette la gente in mezzo ad una strada oppure nella PA. Non si scappa da queste due possibilità perché gli esuberi in Alitalia sono una realtà e il suo rilancio passa dal mandare via questa gente.
Del resto non è solo il piano Intesa a prevederli, ma anche Air France prevedeva un numero di esuberi abbastanza consistente.
I sindacati fanno il loro lavoro, difendono i lavoratori. Il problema è che non si rendono conto che o si mandano via gli esuberi, oppure tutti a casa. Io penso che se dopo essersi lamentati del piano Air France dovessero lamentarsi anche del piano Intesa, allora meglio chiudere tutto e amen.
Scusa con tutto il rispetto, ma saranno 'azzi dei 7000 esuberi se vanno in mezzo a una strada ( cosa non vera perchè esiste la cassa integrazione che comunque è una sorta di paracadute economico), e non certo del popolo Italiano.
Vorrà dire che si rimboccheranno le maniche mentre son in cassa integrazione e cercheranno un altro lavoro, che poi di norma è ciò che fà un qualunque dipendente di una qualunque società privata se questa salta, e cosa che io ho fatto io quando la società dove lavoravo è fallita, mettendomi in mezzo alla strada, e per giunta senza cassa integrazione dato che era sotto i 15 dipendenti:rolleyes:
Infine i sindacati fanno il loro lavoro solo quando gli torna comodo, e solo per i lavoratori che dicono loro, quando stavamo per finire in mezzo ad una strada io e i miei colleghi chiedemmo ad un sindacalista cosa potevamo fare.....la risposta fù:
"....e ragazzi sò tempi difficili che ci volete fà, purtroppo non è che il sindacato può far miracoli.....poi voi siete solo 13 siete pochini....non è che ci possiamo attivare per ogni lavoratore che viene licenziato in Italia..... non sò se mi spiego....." :rolleyes:
Che banalmente tradotto è "sò 'azzi vostri, e poi siete solo 13 non fate notizia, quindi che volete? foste stati 500 potremmo farci belli ma con 13 che ci facciamo?"
Quindi per piacere i sindacati lasciamoli dove sono, dato che sulla carta sono qualche cosa di giusto e valido, ma in Italia sono solo l'ennesima altra casta:muro:
Ottimo.
A parte i tifosi francamente non capisco chi si lamenta e comincia a sparare i "bac" etc..
Se li assorbono non và bene, se non li assorbono non và bene...
La conosci la differenza tra 2000 e 7000 ?
E quella tra il vendere a poco e il regalare i pezzi migliori tenendosi i debiti ?
La conosci la differenza tra 2000 e 7000 ?
E quella tra il vendere a poco e il regalare i pezzi migliori tenendosi i debiti ?
Non fare ironia che non serve e non è un bel modo di rapportarsi a chi non nè fà...
Se rileggi tutti i post ho già dato il mio (pessimo) giudizio sulla manovra governativa.
Però questa precisazione di Brunetta (se riuscirà a farla passare) è un'ottima cosa perchè i 700 non finiranno a carico della PA
Ancora una volta: il vecchio governo NON poteva firmare ancora nulla perchè la trattativa non era conclusa! Non c'era nessun contratto da onorare nè per il vecchio governo, nè per quello entrante...
forse non ci capiamo :D
Il vecchio gverno SE AVESSE VOLUTO avrebbe potuto mettersi a sedere al tavolo SENZA i sindacati o con i sindacati RIDIMENSIONATI.
E questo quando Prodi era ancora in sella.
A quel punto, visto che l'ostacolo maggiore NON era posto dal governo quanto dai sindacati, SI POTEVA firmare il contratto.
E' chiaro che a tirarla per le lunghe si è arrivati al punto che dici (senza uno straccio di firma) ma si stà parlando proprio di questo: del perchè il contratto non c'era
generals
28-08-2008, 15:52
Scusa con tutto il rispetto, ma saranno 'azzi dei 7000 esuberi se vanno in mezzo a una strada ( cosa non vera perchè esiste la cassa integrazione che comunque è una sorta di paracadute economico), e non certo del popolo Italiano.
Vorrà dire che si rimboccheranno le maniche mentre son in cassa integrazione e cercheranno un altro lavoro, che poi di norma è ciò che fà un qualunque dipendente di una qualunque società privata se questa salta, e cosa che io ho fatto io quando la società dove lavoravo è fallita, mettendomi in mezzo alla strada, e per giunta senza cassa integrazione dato che era sotto i 15 dipendenti:rolleyes:
Infine i sindacati fanno il loro lavoro solo quando gli torna comodo, e solo per i lavoratori che dicono loro, quando stavamo per finire in mezzo ad una strada io e i miei colleghi chiedemmo ad un sindacalista cosa potevamo fare.....la risposta fù:
"....e ragazzi sò tempi difficili che ci volete fà, purtroppo non è che il sindacato può far miracoli.....poi voi siete solo 13 siete pochini....non è che ci possiamo attivare per ogni lavoratore che viene licenziato in Italia..... non sò se mi spiego....." :rolleyes:
Che banalmente tradotto è "sò 'azzi vostri, e poi siete solo 13 non fate notizia, quindi che volete? foste stati 500 potremmo farci belli ma con 13 che ci facciamo?"
Quindi per piacere i sindacati lasciamoli dove sono, dato che sulla carta sono qualche cosa di giusto e valido, ma in Italia sono solo l'ennesima altra casta:muro:
e' proprio questo il punto :read: Perchè ci devono essere queste differenziazioni tra lavoratori? Addirittura MAtteoli parlava di cassa integrazione ad hoc per 7 anni :eek: Ma perchè? su che base visto che gli altri non ne beneficiano per una tale durata o addirittura, vedi i precari, non ne beneficiano affatto? :muro:
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Almeno, anche se indirettamente, ammettono che quello che si stà facendo con Alitalia è una frode bella e buona:rolleyes:
generals
28-08-2008, 15:56
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Almeno, anche se indirettamente, ammettono che quello che si stà facendo con Alitalia è una frode bella e buona:rolleyes:
bhè allora possono dormire sonni tranquilli considerando la fila che c'è per accedere a quel fondo (Cirio, Parmalat, ecc.) :asd:
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Almeno, anche se indirettamente, ammettono che quello che si stà facendo con Alitalia è una frode bella e buona:rolleyes:
:stordita: :stordita: :stordita:
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Almeno, anche se indirettamente, ammettono che quello che si stà facendo con Alitalia è una frode bella e buona:rolleyes:
Per favore ditemi che è uno scherzo :D
FatherBoard
28-08-2008, 16:06
Il vecchio gverno SE AVESSE VOLUTO avrebbe potuto mettersi a sedere al tavolo SENZA i sindacati o con i sindacati RIDIMENSIONATI.
La prima esternazione di Spinetta: "l'accordo si conclude SOLO con l'assenso dei Sindacati (e del governo entrante)"
A quel punto, visto che l'ostacolo maggiore NON era posto dal governo quanto dai sindacati, SI POTEVA firmare il contratto.
AF sapeva benissimo come il sindacato in Italia sia "difficile", ergo ha messo le mani avanti. Spinetta non avrebbe firmato nessun atto di acquisto se non dopo l'ok dei sindacati.
NB: Non faintendermi, non sto affatto difendendo l'operato dei sindacati che giudico come minimo irresponsabile.
E questo quando Prodi era ancora in sella.
E' chiaro che a tirarla per le lunghe si è arrivati al punto che dici (senza uno straccio di firma) ma si stà parlando proprio di questo: del perchè il contratto non c'era
Prodi riteneva di avere tutto il tempo per gestire la Due Diligence con AF. Salvo trovarsi tra i piedi Mastella che faceva cadere il governo con la più grottesca delle motivazioni della storia repubblicana...
A quel punto scioglimento delle camere, etc. etc.
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Cos' è ? una presa per il culo ?
Quei quattro soldi lì ?
Da spartirsi con altre migliaia e migliaia di persone ?
Cosa daranno ? un sacchetto di patatine a testa ?
Cosa daranno ? un sacchetto di patatine a testa ?
magari sono carini e gli lasciano un tubetto di vaselina :stordita: :sofico:
:help: :help:
Non fare ironia che non serve e non è un bel modo di rapportarsi a chi non nè fà...
Scusa , non avevo notato bene il passaggio che avevi quotato :fagiano:
SerMagnus
28-08-2008, 16:58
Tratto da Repubblica:
"....Gli azionisti. Per gli azionisti Alitalia - il titolo è sospeso in Borsa da mesi - è previsto l'accesso al Fondo per i risparmiatori vittime di frodi finanziarie, istituito dalla Finanziaria per il 2006 e alimentato con i proventi dei cosiddetti 'conti dormienti'. I risparmiatori sarebbero così tutelati come assicurato ieri dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti."
Almeno, anche se indirettamente, ammettono che quello che si stà facendo con Alitalia è una frode bella e buona:rolleyes:
secondo me l'ue si incazzerà di brutto
claudioborghi
28-08-2008, 17:09
Ci si sta lamentando di un'altra cosa:
AirFrance : 2/3 mila esuberi
Piano B. (in tutti i sensi) : 6/7 mila esuberi
Scusate, ma anche questa e' una balla... Air France prevedeva duemila esuberi DIRETTI ma si beccava solo 1600 su ottomila lavoratori di az servizi che sarebbe stata divisa in due. Gli altri finivano a fintecna a non far nulla che e' la stessa cosa di farli finire alle poste o ai lsu...
Il totale esuberi era vicino a settemila e la i sindacati lo sapevano benissimo.
Come mai Bonanni (non Fede) dice cosi'?
"Su Alitalia è intervenuto ieri anche il segretario della Cisl. «Air France voleva tenersi tutta la polpa e lasciarci le grane - ha detto Raffaele Bonanni in un' intervista al Riformista - Gli esuberi sarebbero stati 7 mila e non 2 mila come si vuol far credere. Una colossale bugia, perché i 2 mila riguardavano Az Fly, mentre Az Servizi l' avrebbero mollata a noi, e piano piano sarebbe andata a Fintecna». "
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/03/alitalia-dieci-indagati-per-insider-bonanni-piu.html
A proposito, link dopo link ho letto questa notizia del 26/3 , dove pare di capire che fra alitalia, controllate ecc ecc fra esuberi da 'licenziare' ed esuberi da cedere a fintecna il totale sarebbe stato sulle stesse cifre del piano di questi giorni
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/03/26/meno-esuberi-garanzie-per-tutti-spinetta-gioca.html
ma questa fu l'ultima offerta di AF o ce ne sono state altre?
greasedman
28-08-2008, 20:37
Scusate, ma anche questa e' una balla...
Ah ecco, è arrivato lo sputasentenze, quello che scrive per un giornale che per un anno ci ha menato la canea di Prodi e della "svendita"... cosa scriverte domani?
Ci spiegherete finalmente perchè nessuno ha mai offerto un solo euro in più di quella "svendita"?
Non dirci che è facile ragionare col senno del poi, perchè queste sono le stesse cosa che dicevamo da mesi e mesi.
greasedman
28-08-2008, 20:40
(ANSA) - ROMA, 28 AGO - E' esclusa ogni forma di riassorbimento degli esuberi Alitalia nella pubblica amministrazione o nelle Poste. Cosi' Renato Brunetta. Nel dl approvato oggi dal governo sono stati previsti ammortizzatori sociali per la durata di 7 anni (4 di cassa integrazione e 3 di mobilita') per tutti i lavoratori dell'Alitalia, a prescindere dall'eta' anagrafica, dalla collocazione geografica e dalla precedente fruizione di altri sostegni pubblici al reddito. Lo comunica il ministero del lavoro.
Migliaia e migliaia di persone pagate da noi per 7 anni a non fare un cazzo di niente. Tutto per non far perdere quei voti al nano e alla sua cricca di piduisti.
Alla faccia della lotta alla fannulloneria di prunetta... voi mi raccomando sciroppatevi anche questa :gluglu:
SerMagnus
28-08-2008, 21:17
nn capisco, ma non possono fare una clausola, una postilla nei decreti per obbligare l'azienda a riassumere i vecchi impiegati?
(ANSA) - ROMA, 28 AGO - E' esclusa ogni forma di riassorbimento degli esuberi Alitalia nella pubblica amministrazione o nelle Poste. Cosi' Renato Brunetta. Nel dl approvato oggi dal governo sono stati previsti ammortizzatori sociali per la durata di 7 anni (4 di cassa integrazione e 3 di mobilita') per tutti i lavoratori dell'Alitalia, a prescindere dall'eta' anagrafica, dalla collocazione geografica e dalla precedente fruizione di altri sostegni pubblici al reddito. Lo comunica il ministero del lavoro.
Migliaia e migliaia di persone pagate da noi per 7 anni a non fare un cazzo di niente. Tutto per non far perdere quei voti al nano e alla sua cricca di piduisti.
Alla faccia della lotta alla fannulloneria di prunetta... voi mi raccomando sciroppatevi anche questa :gluglu:
tuttti quelli della cordata compreso il nano andrebbero arrestati .. :muro: :muro: :muro:
Comunque guardate che la cassa integrazione è per lo più pagata dalle aziende.
http://it.wikipedia.org/wiki/Cassa_integrazione
FrancescoSan
28-08-2008, 22:38
Comunque guardate che la cassa integrazione è per lo più pagata dalle aziende.
Cioè è pagata dalla Bad Company, la parte della Alitalia piena di debiti ed esuberi che i furbetti della cordata non vedranno neanche. Quindi è pagata da me, da te e da tutti i contribuenti, cioè dallo stato Italiano.
FrancescoSan
28-08-2008, 23:01
Vorrei far notare come nei telegiornali di oggi l'operazione è stata fatta passare come un successo ed il salvataggio dell'Alitalia dato per scontato.
Volevo farvi solo rifelttere sul significato della parola PROPAGANDA perchè non è ancora successo nulla e, ammesso e non concesso che la commissione europea non blocchi l'operazione obbligando i furbetti ad accollarsi esuberi e debiti, la nuova Alitalia sarà una compagnia striminzita che dovrè vedersela con i colossi europei: dovrà vendere biglietti per farla breve e battere la concorrenza.
Io intanto "Aspetterò sulla riva del fiume il cadavere del mio nemico...", fregandomene del TG1 o di qualsiasi altro cane del padrone.
claudioborghi
28-08-2008, 23:24
Ah ecco, è arrivato lo sputasentenze
Perdonami, ma non sputo niente. Leggo per caso una discussione, vedo scritta una cosa inesatta e puntualizzo con dimostrazione. Niente di piu'.
A presto.
silversurfer
29-08-2008, 01:11
a me fa ribrezzo l'idea di pagare lo stipendio per 7 anni a 7000 persone che non fanno niente... ma lo avremmo pagato anche accettando l'offerta di air france. qui non si vuole capire che air france non voleva accollarsi azservizi (5000 dipendenti) per cui ce li saremmo dovuti pagare noi ugualmente! io personalmente sarei per il licenziamento in tronco, come si fa nei paesi civili e moderni, vedi svizzera, spagna, belgio, usa, ecc..., ma questa è una cosa che in italia non sarà mai possibile
qui si continua a dare addosso a berlusconi, ma nessuno se la prende con i veri responsabili dello sfascio totale della compagnia: i sindacati!!! la loro condotta irresponsabile (avvallata da governi compiacenti, intendiamoci) ha condotto al disastro!
nel marzo 2008 sono stati assunte circa 1000 persone (erano stagionali che sono stati regolarizzati) in azservizi, azienda che oltretutto non sarebbe stata ceduta in ogni caso ad airfrance! vi rendete conto? nel marzo di quest'anno!
poi si può discutere se sarebbe stato meglio svendere tutto o se convenga mantenere una compagnia di bandiera (per quanto ridotta), sono punti di vista sui quali si può dibattere all'infinito, ma se non si ragiona e ci si lamenta per partito preso...
StefAno Giammarco
29-08-2008, 01:15
Ah ecco, è arrivato lo sputasentenze
Davvero basta, ho già scritto più volte che questa disgustosa moda di insultare gratis claudioborghi deve finire. Sono tre giorni per questa volta.
Scusate, ma anche questa e' una balla... Air France prevedeva duemila esuberi DIRETTI ma si beccava solo 1600 su ottomila lavoratori di az servizi che sarebbe stata divisa in due. Gli altri finivano a fintecna a non far nulla che e' la stessa cosa di farli finire alle poste o ai lsu...
Il totale esuberi era vicino a settemila e la i sindacati lo sapevano benissimo.
Come mai Bonanni (non Fede) dice cosi'?
"Su Alitalia è intervenuto ieri anche il segretario della Cisl. «Air France voleva tenersi tutta la polpa e lasciarci le grane - ha detto Raffaele Bonanni in un' intervista al Riformista - Gli esuberi sarebbero stati 7 mila e non 2 mila come si vuol far credere. Una colossale bugia, perché i 2 mila riguardavano Az Fly, mentre Az Servizi l' avrebbero mollata a noi, e piano piano sarebbe andata a Fintecna». "
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/08/03/alitalia-dieci-indagati-per-insider-bonanni-piu.html
quindi la differenza tra il piano air france tanto vituperato e il salvataggio operato dalla cordata quale sarebbe?
che ora la torta da spartirsi è rimasta in Italia per i soliti noti che poi tra 5 anni (ed un nuovo governo probabilmente non di Berlusconi) alitalia fallirà nuovamente (e B. potrà dire che lui l'aveva salvata e il nuovo governo l'ha fatta fallire)? Dato che già ora gli analisti parlano di rientrare nell'investimento dopo 5 anni.
Oltretutto perchè non ci spiegano come mai oltre ai debiti Alitalia dovremo accollarci i debiti AirOne dato che il titolare AirOne incasserà 300 mln per poi reinvestirne solo 100 mln nella cordata? :confused: :confused:
Chiedo una cosa: nel caso l'UE costringa la cordata ad accolarsi anche il miliardo di debiti di AZ è possibile che la cordata salti o dovranno comunque onorare l'accordo (per poi fallire e quindi avere altri x.000 operai da pagare?)
A presto.
Speriamo di no...
cagnaluia
29-08-2008, 07:14
scusate...
ma è normale?
ALITALIA, BERLUSCONI: ''MISSIONE COMPIUTA''...
Cosa è stato fatto più di ieri l'altro?
Il solito trasferimento di fondi dalle casse dello stato ad alitalia?
Cioè è pagata dalla Bad Company, la parte della Alitalia piena di debiti ed esuberi che i furbetti della cordata non vedranno neanche. Quindi è pagata da me, da te e da tutti i contribuenti, cioè dallo stato Italiano.
Quoto, ed ecco il primo furbetto che s'immola alla causa della NewCo:
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/intervista-colaninno/intervista-colaninno.html
"Non ci regala niente nessuno" :doh:
Parla il presidente della cordata che prenderà la nuova Compagnia
"Non sono Mago Merlino, l'azienda si può salvare solo così"
"Non ci regalano Alitalia
un dovere accettare questa sfida"
"In politica non la penso come Berlusconi, ma non posso autosospendermi
Trattiamo con Air France e con Lufthansa, una delle due è indispensabile"
di EZIO MAURO
"Non ci regalano Alitalia un dovere accettare questa sfida"
"COME sto? Glielo dico subito. Sto studiando le carte giorno e notte e l'ultima cosa che vorrei fare è mettermi a chiacchierare perché qui prima di pensare a volare - in tutti i sensi - bisogna chinare la testa e lavorare sodo. Ma sento girare un po' di cose che non capisco o che magari capisco anche, ma che non mi convincono. E allora, se vuole, le spiego perché sto allacciando le cinture e mi imbarco con l'Alitalia".
Roberto Colaninno è il numero uno della cordata che prenderà in mano ciò che resta di Alitalia e appoggiandosi ad un grande vettore europeo (Air France o Lufthansa), la traghetterà in una nuova compagnia aerea libera dai debiti e dagli esuberi, scaricati sullo Stato e sul contribuente. Un'operazione che molti giudicano spericolata dal punto di vista finanziario, spregiudicata davanti alle norme europee e anche semplicemente alle regole capitalistiche di mercato: voluta e benedetta da Berlusconi, che ha chiuso la porta in faccia all'ipotesi di acquisto da parte di Air France, parlando di "svendita" e "colonizzazione". Che ci fa qui Colaninno, che vota a sinistra e crede nel mercato, al punto da scalare un gigante come Telecom fino alla vetta, risanare Piaggio quand'era in mezzo ai guai, puntare addirittura alla Fiat quando tutti la davano per fallita? Si è convertito anche lui, non dal punto di vista politico ma da quello capitalistico, passando dal mercato libero e selvaggio al recinto protetto e garantito del potere berlusconiano? Ecco le sue risposte.
Dunque, Colaninno, che ci fa lei sull'aereo Alitalia? Un'operazione di potere?
"Mi dica lei: davanti a una sfida imprenditoriale coi controfiocchi, dovevo starmene a casa solo perché l'ha proposta Berlusconi e io non la penso come lui? E poi? La sera andiamo tutti insieme al bar, sospiriamo, lanciamo qualche maledizione per la sorte del Paese, e ce ne torniamo a casa, senza fare niente? Mani pulite, ma immobili, anzi inutili. E io dovrei fare l'imprenditore in questo modo, in pratica autosospendendomi? Grazie, ma questo ragionamento non mi convince, e non ci sto".
E qual è invece il ragionamento che l'ha convinta a muoversi?
"Provo a dirlo in modo semplice: la responsabilità. Se fai l'imprenditore, una sfida come questa ti chiama, come un dovere. La proposta è di Berlusconi? Ma lui è il capo del governo, e al governo l'hanno mandato gli italiani. Delle due l'una: o vado via da questo Paese, o ci rimango e provo a fare la mia parte, quel che so fare e che mi piace anche. Naturalmente la responsabilità non si ferma qui, ma mi impone di fare le cose secondo la mia etica e i miei ideali. Ha capito? Miei, non di altri. Vorrei essere giudicato su questo, anche negli errori che farò. Non lo so, magari mi sbaglio, ma sono convinto che se tutti ragionassimo così il Paese si tirerebbe fuori dai pasticci".
E perché la responsabilità dell'imprenditore scatta proprio per Alitalia?
"Perché si chiama come il mio Paese, è un servizio pubblico, ha ventimila dipendenti, è una rete della modernità. Santo Dio, è una partita che non possiamo permetterci di perdere, tutti insieme".
Ma è una partita che si gioca con strane regole costruite su misura per voi, non le pare?
"Senta, spero che a nessuno venga in mente che qui ci stanno regalando qualcosa, prima di tutto perché nessuno mi ha mai regalato niente, e poi perché il rischio è grosso così...".
Ma lei può dimenticare che c'era un'altra opzione in campo, quella di Air France, con costi minori per il contribuente e più rispetto per il mercato?
"Lo so benissimo. Ma chi è stato eletto al governo ha deciso diversamente, per una sua strategia a cui certo io non ho contribuito, e che tra l'altro gli sta portando consensi. Non è affar mio il consenso, non dovrei neanche parlarne. Diciamo che ci siamo trovati con questo quadro davanti, e nient'altro. Mi capisce bene? Nient'altro. Alitalia, così com'è, non se la compra nessuno".
Attento, perché così lei sembra dar ragione a quelli che parlano del vostro piano come di una "bufala". Cosa risponde?
"Ho detto che nessuno compra Alitalia così com'è. E ho detto la verità. Ma a certe condizioni il signor Spinetta, che mi descrivono come un manager molto avveduto e molto capace, l'avrebbe comprata, eccome. Trovava conveniente prenderla a condizioni meno facili di quelle odierne. Allora vuol dire che la bufala fa il latte".
Ma lei, come imprenditore e come cittadino, giudica più serio il piano Spinetta o il progetto Berlusconi?
"Come imprenditore, ma anche come cittadino, rispetto il ruolo della politica, che deve definire il campo di gioco. Io posso decidere se mi conviene giocare o no, e se mi interessa. Ho detto di sì. Altrimenti, davanti ad una sfida che mi attirava, se avessi detto di no per ragioni che stanno tutte fuori dal mio mestiere mi sarei sentito un fariseo. Ma insomma, posso fare l'imprenditore come un semaforo, guardando il colore, se è rosso mi fermo e se è verde passo? No, se la cosa mi convince, appena è giallo io passo. E ripeto: ho un mio modo (una deontologia, un'etica, la chiami come vuole) di intendere l'impresa e il mio ruolo, giudicatemi da questo".
Va bene, ma la sua etica da imprenditore non ha niente da dire sul fatto che tutto il rosso di Alitalia - uomini e debiti - si scarichi sullo Stato, come ai bei tempi democristiani dell'Efim?
"Mi scusi, ma lei sa dirmi come possiamo salvare questa azienda se non si fa così? Io, con tutta la buona volontà, non sono mica mago Merlino. Qui l'azienda è cotta, non c'è più, non c'è più niente. Con il kerosene a 200 dollari a barile, come li fa volare gli aerei? Provi lei a fare un giornale senza carta e senza inchiostro. Alitalia è finita, e non è colpa mia, e per la verità nemmeno di Berlusconi o di Prodi".
Ma mi spiega perché bisogna concedere un'eccezione clamorosa a tutte le regole per voi e non per altri imprenditori e altre imprese?
"C'è un'altra strada. Dire "me ne frego". Vede, l'ho sentito dire tante volte, e solo in questo Paese, stranamente. Me ne frego che i telefoni italiani diventino spagnoli, che l'auto finisca in mani americane, che non ci sia più una compagnia di bandiera. Ma chi se ne frega, in realtà, non è capace a fare quello che dovrebbe fare, è uno sconfitto. Possibile che dobbiamo sempre fare il contrario di quel che fa il mondo? Io dico, proviamoci, a ogni costo. Il caso Fiat dimostra che si può fare. E lei sa che io ne ero convinto, quando tutti, appunto, se ne fregavano".
Tra i costi, c'è lo scarico del rosso sullo Stato: perché il cittadino dovrebbe pagare?
"Perché avrebbe qualcosa che gli serve in cambio, e che serve a rendere il Paese più moderno. Una compagnia aerea efficiente, in un sistema aeroportuale funzionale, in una rete di trasporti razionale. L'Italia può forse farne a meno? E poi, il problema è riprendere Alitalia per i capelli dall'abisso, e riportarla nel mercato. Una volta arrivata lì, coi piedi all'asciutto, lavoreremo secondo le leggi di mercato, com'è evidente. Ma per arrivarci, non c'è altra strada, perché non ci sono risorse. E gli aeroplani a pedali non li hanno ancora inventati".
E lei, perché si affaccia su quell'abisso, e non si tiene stretto il successo della Piaggio?
"Perché ho ottima salute, finché Dio me la mantiene, e allora posso fare quel che mi piace, seguire la mia vocazione. In barca non vado, al casinò nemmeno. Cos'altro dovrei fare? La natura imprenditoriale, ridotta all'osso, è tutta qui: costruire qualcosa, o ricostruire qualcos'altro".
Ma quello spirito imprenditoriale non si ribella almeno un po' nel vedere che nel piano di rilancio c'è di fatto la sospensione dell'Antitrust per i voli Milano-Roma della nuova compagnia che in sostanza assorbirà AirOne con Alitalia e cioè abolirà la concorrenza?
"Antitrust vuol dire concorrenza per servizi migliori a prezzi più bassi. Ma non contiamoci balle: la concorrenza vera nei voli aerei la fai solo se hai certe dimensioni, se no scompari. Dunque, sarò sfacciato, ma le dico che non credo ad un cielo concorrenziale solcato da tante piccole compagnie, ma ad una robusta concorrenza tra pochi vettori grandi e solidi".
Ma così dicendo autorizza di fatto lo Stato a rendere la nuova Alitalia concorrenziale con la sospensione delle regole, mentre le altre compagnie hanno raggiunto la loro dimensione attraverso le regole e il mercato: non le pare un'altra anomalia pesante?
"Senta, Air France ha l'80 per cento dei voli nazionali in Francia, Lufthansa il 90 per cento in Germania, Iberia l'80 in Spagna. E quando lei atterra a Francoforte, sullo schermo le indicano tutte le coincidenze e tutte le connessioni possibili. Cioè si occupano dei passeggeri sia quando sono in volo, sia quando tornano a terra. Voglio dire che la concorrenza si fa a livello di sistema: aerei, certo, ma anche aeroporti, infrastrutture per arrivarci e per tornare a casa. Con l'alta velocità sui treni, ci accorgeremo presto che il concetto di concorrenza è un po' più largo della vecchia coppia Alitalia-AirOne".
Ma tutto questo, non poteva essere garantito quattro mesi fa (e con meno costi per lo Stato e meno anomalie per il mercato) da Air France?
"Non tocca a me rispondere. Ma lei è proprio sicuro che un campione nazionale nel sistema aereo non serva? Io le dico che se non ci fosse, il cittadino italiano non avrebbe certi servizi. Noi, con la nuova compagnia aerea nazionale, possiamo interagire con altri sistemi, e anzi possiamo diventare un soggetto di razionalizzazione di tutto l'insieme".
A che cosa sta pensando?
"Alle vere anomalie che nessuno vede, come la mappa degli aeroporti italiani. Lasci stare se sono grandi o piccoli, guardi dove sono: partendo da Ovest, ecco Cuneo, Torino, Genova, Milano, Bergamo, Vicenza, Trieste, Treviso, e dimentico sicuramente qualcosa. Sul versante tirrenico, Genova, Pisa, Roma, Napoli, Reggio, Latina, Palermo, dall'altra Linate, Bergamo, Bologna, Forlì, Pescara, Bari, Brindisi, Lecce... Come si può soddisfare un numero di aeroporti così diffusi e concentrati? E intanto io per partire da Milano quando arrivo da Mantova ci metto quattro ore, parcheggio e attesa compresi"?
E lei pensa di poter razionalizzare questa Italia del campanile aeroportuale?
"Bisogna arrivarci per forza. Per far partire un aereo, bisogna prima avere una base-clienti più larga e più costante, e bisogna rivolgersi ai gestori degli aeroporti, delle autostrade, delle ferrovie per coordinare una gestione che ottimizzi il sistema. E c'è poco da fare, con un campione nazionale, è più facile fare sistema. Mi dica lei: di questo il Paese ha bisogno oppure no? Con tutto il rispetto, non è come vendere caramelle: stiamo parlando del futuro dell'Italia. E se la sfida è questa, un vero imprenditore come fa a starne fuori? E il colore politico di chi comanda, come fa a bloccarti? Sarebbe come se un avvocato non difendesse un imputato che ha idee politiche diverse dalle sue".
Ma la sfida imprenditoriale è ancora tale quando deve piegarsi al protettorato della destra su Malpensa, invece di puntare su un solo hub italiano, come avviene negli altri Paesi?
"Potrei dirle che è politico o ideologico anche chiudere Malpensa per concentrare tutto a Fiumicino. Ma in realtà le dico che è superficiale. Si faccia un'analisi geofisica del Paese, con tutte quelle montagne. Guardi le città, capirà subito che dietro Milano e Roma non c'è il bacino di Parigi o di Londra. Bisogna lavorare sui due poli, con un bacino strategico molto più largo, uno per tutto il Nord, l'altro per il Centro e il Sud".
Non dipenderà anche dall'alleato? Lei è per Air France o Lufthansa?
"Ho le mie idee, ma almeno su questo sto zitto. Stiamo trattando con entrambi, e vanno alla stessa velocità. Uno dei due ci serve, è indispensabile".
E se uno dei due dicesse vengo, ma solo per comandare?
"Non se ne parla nemmeno. Questo è chiaro a tutti".
Vuol dire che comanderà lei?
"Se comandare vuol dire guidare, sì. Guiderò io. Poi certo avrò un amministratore delegato".
Tratta lei anche con i partner stranieri?
"Non direttamente. Ma ancora una volta mi trovo a negoziare con società non italiane in condizioni di inferiorità. Siamo sempre i più piccoli, sempre svantaggiati. Questo mi fa girare le scatole. Certo, oggi siamo a zero, e sto zitto. Ma tra cinque anni non sarà più così, vedrà".
Cosa glielo fa dire?
"Il mercato che abbiamo alle spalle. E' straordinario: il quarto in Europa e il settimo o ottavo nel mondo. Ecco un modello perfetto per chiudere il nostro discorso: quel mercato, unito alla nostra vocazione imprenditoriale, spiega la sfida capitalistica moderna più di tante parole".
C'è ancora una cosa da spiegare: quella vocazione imprenditoriale, non è in contraddizione aperta con l'idea di scaricare gli esuberi alle Poste?
"E va bene, se vuole proprio saperlo dentro di me la contraddizione la sento. E non mi piace. Ma mi dica lei, è sicuro che saremmo tutti più tranquilli e contenti se in Italia ci fossero cinquemila disoccupati? Potremmo farci carico a cuor leggero della loro frustrazione? O siamo davvero tutti pronti a pagare più tasse per mantenerli? Se il sistema non soddisfa in termini economici questa richiesta di lavoro, cosa diciamo? Dovete morire di fame"?
Ma non le viene in mente che a queste condizioni d'eccezione tutti sarebbero capaci di vincere la sfida?
"E che lo facciano allora, che vengano. Non è che qui ci sia una cosca che si divide protezioni e benefici. Diciamola tutta una buona volta: non ho avuto benefici nemmeno a Telecom, non ho partecipato alle privatizzazioni, ho fatto un'opa pagando le azioni alle vedove irlandesi e ai professori dei fondi di Los Angeles. E non ho pagato tangenti, lo ripeterò fino alla morte. Come qua: nessun privilegio, solo responsabilità".
Con l'utile garantito della vendita tra qualche anno dell'azienda risanata, utile per voi privati, debiti per lo Stato: non è un privilegio?
"Dello Stato abbiamo già parlato. Quanto ai privati, che vendano secondo convenienza fa parte della logica di mercato. Non sfruttiamo il pubblico, cogliamo un'opportunità di mercato, ma attenzione: il risultato sarà dato da quell'opportunità più le nostre capacità e il nostro impegno. Colgo una sfida, mi metto in gioco, seguo la mia etica e pago le tasse. Se a un certo punto vendo perché mi conviene, mi dica, perché no"?
E cosa risponde a chi dice che Berlusconi ha convertito Colaninno?
"Che non è vero. Resto delle mie idee, mi riconosco nella sinistra riformista. Ma so separare il cittadino che giudica e l'imprenditore che agisce. Li ricongiungo nell'etica della responsabilità e dormo tranquillo".
Un'ultima domanda: cosa le ha detto dell'operazione Alitalia suo figlio Matteo, ministro ombra dell'Industria del Pd, che sta all'opposizione di Berlusconi?
"Lui critica le idee di Berlusconi, e io lo rispetto. Lui rispetta me come imprenditore. Andiamo avanti così, e ci vogliamo bene".
(29 agosto 2008)
IL COMMENTO
Alitalia, resta solo la bandiera
di MASSIMO GIANNINI
IL povero Ludwig Erhardt si starà rivoltando nella tomba. Se il sedicente "salvataggio" di Alitalia è davvero il primo esperimento di "economia sociale di mercato" che la premiata ditta Berlusconi-Tremonti azzarda nel nostro Paese, allora c'è davvero da dormire preoccupati. Il Cavaliere non mente, quando dice "abbiamo salvaguardato l'italianità della compagnia aerea".
Ma purtroppo, per simulare la strenua difesa di un presunto "interesse nazionale", il governo ha compiuto un vero e proprio "suicidio industriale". Il nuovo piano messo a punto da Banca Intesa e avviato dai provvedimenti varati ieri dal Consiglio dei ministri non serve a salvare il futuro di Alitalia, ma è utile solo a salvare la faccia al leader di Forza Italia.
Ancora una volta (e come nella migliore tradizione, dai tempi di Nordio e Andreotti in poi) quello che accade alla nostra compagnia aerea non ha niente a che spartire con la logica economica, ma ha tutto a che vedere con la logica politica. Berlusconi in campagna elettorale aveva giocato tutta la sua credibilità sul caso Alitalia, usando il possibile accordo con Air France come una clava per bastonare Prodi, noto affamatore di popoli e famigerato svenditore di gioielli (dalla Sme alla Stet).
Dopo aver scientificamente fatto fallire l'operazione con i francesi, con il colpevole contributo di un sindacato miope e irresponsabile, il premier neo-eletto non poteva fallire a sua volta, esponendosi alla gogna popolare. Serviva, anche su Alitalia, un'operazione di facciata, improntata allo stesso decisionismo con il quale è stata "risolta" l'altra tragedia nazionale, quella dei rifiuti di Napoli. Un'operazione di patente torsione giuridica, che realizzasse comunque un'apparente innovazione pratica.
Sulla mondezza campana, per toglierla dalla strada e nasconderla sotto il tappeto, si trasformano ope legis tutte le discariche in terreni militari, sottraendone la giurisdizione alla magistratura ordinaria. Sulla compagnia aerea, per evitare la bancarotta congiunta di Alitalia e Air One, si alterano ope legis le norme sulla concorrenza, sottraendo la valutazione sulle deroghe temporali dei regimi semi-monopolistici all'autorità Antitrust.
Poco importa che non si sia affatto risolto il ciclo perverso dei rifiuti. Poco importa che non si sia affatto sciolto il nodo del posizionamento italiano nel grande network del trasporto aereo globale. Quello che importa è che il premier possa accreditarsi ancora una volta, agli occhi dell'opinione pubblica, come il Grande Facilitatore. Quello che, come ha detto il ministro del Tesoro, aveva ereditato due disastri, e in due mesi ha fatto il miracolo di risolverli entrambi. La verità è un'altra, ed è molto più amara. In un Paese normale, un premier così non sarebbe sicuramente acclamato dalle folle come il salvatore della patria, ma probabilmente verrebbe inquisito dalla Corte dei conti per danno erariale.
Quella scelta su Alitalia non è una soluzione. È solo un imbroglio, come ha scritto Eugenio Scalfari, che finirà per penalizzare tutti: i dipendenti, gli utenti e i risparmiatori. Lo dicono i numeri, nudi e crudi, non la trita demagogia anti-berlusconiana. Secondo il piano Air France, il salvataggio di Alitalia sarebbe passato attraverso la difesa dell'unitarietà del gruppo, del suo marchio e dei suoi asset (a parte il cargo). Gli esuberi diretti sarebbero stati 2.150, la flotta si sarebbe ridotta da 174 a 137 aerei, ma con un evidente rafforzamento delle grandi destinazioni e delle rotte a medio e lungo raggio (24 destinazioni nazionali, 45 internazionali e 14 intercontinentali). Si sarebbe potenziato Fiumicino come grande hub tra Europa e Mediterraneo, e si sarebbe incentivata la "riorganizzazione di Malpensa come importante gateway" del Nord Italia. Air France avrebbe investito 850 milioni di euro entro il 2010, e soprattutto, per comprare Alitalia, avrebbe messo sul piatto 1,7 miliardi di euro, tra la doppia Opa su azioni e obbligazioni (a tutela quindi di tutti i risparmiatori) e il successivo aumento di capitale.
Questo è il lucro cessante, imputabile al veto berlusconiano ai francesi. Ma c'è un danno emergente, che si può ugualmente imputare al premier in virtù della geniale "Fenice" che ha cavalcato insieme all'advisor. Con il nuovo piano, il gruppo viene scisso in "best" e "bad" company: un controsenso industriale rispetto a quello che vanno facendo i grandi vettori mondiali, che contano proprio sulla dimensione e sull'integrazione per reggere la competizione globale, e un corto circuito gestionale perché sarà difficile stabilire quali sono gli asset buoni e quali quelli cattivi senza impoverire drasticamente l'assetto del gruppo.
Le rotte internazionali vengono ridimensionate, e si salvano solo quelle a breve-medio raggio. E soprattutto si eliminano gli "hub", con il seguente, felice paradosso: non si riqualifica Malpensa (tra lo scorno e il disdoro di Formigoni e Moratti) e per di più si squalifica Fiumicino (con l'ira funesta di Alemanno e Zingaretti).
Gli esuberi diventano 6 mila, e non si capisce dove andranno a finire, se non in qualche carrozzone del parastato. E poi il capolavoro finale: i sedici "capitani coraggiosi", tutti "partner naturali" del governo obbligati a versare l'obolo per Berlusconi come l'oro per Mussolini, sganciano due soldi (in qualche caso magari finanziati dallo stesso circuito bancario che ha organizzato il salvataggio) lucrando in cambio prebende di vario genere, legate ai loro core business, dalle concessioni pubbliche autostradali (vedi Benetton e Gavio) alle commesse pubbliche infrastrutturali (vedi Ligresti, Tronchetti, Caltagirone).
E gli azionisti, e soprattutto gli obbligazionisti della compagnia? Saranno tutelati, promette Tremonti, perché "il risparmio è sacro". Da profani, vorremmo capire come si articolerà questa tutela. Al momento non se ne sa nulla.
Cosa resta, alla fine del giro? Una piccola Alitalia, drasticamente ridimensionata nelle ambizioni industriali e nelle relazioni internazionali. È vero, la cloche resta in mano al governo italiano, e i francesi potrebbero rientrare con una quota di minoranza. Ma forse è proprio questo il problema: l'Italietta si tiene la sua Alitalietta. Detto altrimenti: resta la bandiera, ma della compagnia rimane poco. Ora i sindacati hanno poco da protestare: hanno avuto quello che si meritano. E le opposizioni non hanno granché da criticare: hanno pagato i loro demeriti.
E oggi il Pd, nonostante le assennate parole di Veltroni e Bersani, è sostanzialmente privo di voce perché politicamente privo di identità: il suo ministro ombra delle Attività Produttive, il giovane Matteo Colaninno, dovrebbe attaccare il pasticcio Alitalia ma non può farlo perché porta lo stesso cognome del presidente in pectore della "Nuova Alitalia", il padre Roberto Colaninno.
Chi paga, per questa magnifica "bicamerale dei cieli" (come l'ha definita Europa) tentata grazie alla banca più vicina al centrosinistra e alla nomina di un commissario ex-ulivista? Lo Stato, che non incasserà nulla dall'operazione ma si accollerà gli oneri sociali per la gestione degli esuberi. L'operazione "non pesa sui cittadini", assicura il Cavaliere. Ha ragione, ancora una volta: non pesa, li schianta. Guardavamo a questo centrodestra di "nuovo conio", uscito straordinariamente forte e volitivo dalle urne del 13 aprile, come a una squadra di chiara marca conservatrice e liberista. E invece sembrano usciti dal solito, vecchio album di famiglia delle PpSs della Prima Repubblica. Gli eredi, malriusciti, dell'Efim e della Gepi.
(29 agosto 2008)
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/commento-giannini/commento-giannini.html
Bastian UMTS
29-08-2008, 07:45
Quoto, ed ecco il primo furbetto che s'immola alla causa della NewCo:
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/intervista-colaninno/intervista-colaninno.html
"Non ci regala niente nessuno" :doh:
Parla il presidente della cordata che prenderà la nuova Compagnia
"Non sono Mago Merlino, l'azienda si può salvare solo così"
"Non ci regalano Alitalia
un dovere accettare questa sfida"
"In politica non la penso come Berlusconi, ma non posso autosospendermi
Trattiamo con Air France e con Lufthansa, una delle due è indispensabile"
di EZIO MAURO
"Non ci regalano Alitalia un dovere accettare questa sfida"
"COME sto? Glielo dico subito. Sto studiando le carte giorno e notte e l'ultima cosa che vorrei fare è mettermi a chiacchierare perché qui prima di pensare a volare - in tutti i sensi - bisogna chinare la testa e lavorare sodo. Ma sento girare un po' di cose che non capisco o che magari capisco anche, ma che non mi convincono. E allora, se vuole, le spiego perché sto allacciando le cinture e mi imbarco con l'Alitalia".
Roberto Colaninno è il numero uno della cordata che prenderà in mano ciò che resta di Alitalia e appoggiandosi ad un grande vettore europeo (Air France o Lufthansa), la traghetterà in una nuova compagnia aerea libera dai debiti e dagli esuberi, scaricati sullo Stato e sul contribuente. Un'operazione che molti giudicano spericolata dal punto di vista finanziario, spregiudicata davanti alle norme europee e anche semplicemente alle regole capitalistiche di mercato: voluta e benedetta da Berlusconi, che ha chiuso la porta in faccia all'ipotesi di acquisto da parte di Air France, parlando di "svendita" e "colonizzazione". Che ci fa qui Colaninno, che vota a sinistra e crede nel mercato, al punto da scalare un gigante come Telecom fino alla vetta, risanare Piaggio quand'era in mezzo ai guai, puntare addirittura alla Fiat quando tutti la davano per fallita? Si è convertito anche lui, non dal punto di vista politico ma da quello capitalistico, passando dal mercato libero e selvaggio al recinto protetto e garantito del potere berlusconiano? Ecco le sue risposte.
Dunque, Colaninno, che ci fa lei sull'aereo Alitalia? Un'operazione di potere?
"Mi dica lei: davanti a una sfida imprenditoriale coi controfiocchi, dovevo starmene a casa solo perché l'ha proposta Berlusconi e io non la penso come lui? E poi? La sera andiamo tutti insieme al bar, sospiriamo, lanciamo qualche maledizione per la sorte del Paese, e ce ne torniamo a casa, senza fare niente? Mani pulite, ma immobili, anzi inutili. E io dovrei fare l'imprenditore in questo modo, in pratica autosospendendomi? Grazie, ma questo ragionamento non mi convince, e non ci sto".
E qual è invece il ragionamento che l'ha convinta a muoversi?
"Provo a dirlo in modo semplice: la responsabilità. Se fai l'imprenditore, una sfida come questa ti chiama, come un dovere. La proposta è di Berlusconi? Ma lui è il capo del governo, e al governo l'hanno mandato gli italiani. Delle due l'una: o vado via da questo Paese, o ci rimango e provo a fare la mia parte, quel che so fare e che mi piace anche. Naturalmente la responsabilità non si ferma qui, ma mi impone di fare le cose secondo la mia etica e i miei ideali. Ha capito? Miei, non di altri. Vorrei essere giudicato su questo, anche negli errori che farò. Non lo so, magari mi sbaglio, ma sono convinto che se tutti ragionassimo così il Paese si tirerebbe fuori dai pasticci".
E perché la responsabilità dell'imprenditore scatta proprio per Alitalia?
"Perché si chiama come il mio Paese, è un servizio pubblico, ha ventimila dipendenti, è una rete della modernità. Santo Dio, è una partita che non possiamo permetterci di perdere, tutti insieme".
Ma è una partita che si gioca con strane regole costruite su misura per voi, non le pare?
"Senta, spero che a nessuno venga in mente che qui ci stanno regalando qualcosa, prima di tutto perché nessuno mi ha mai regalato niente, e poi perché il rischio è grosso così...".
Ma lei può dimenticare che c'era un'altra opzione in campo, quella di Air France, con costi minori per il contribuente e più rispetto per il mercato?
"Lo so benissimo. Ma chi è stato eletto al governo ha deciso diversamente, per una sua strategia a cui certo io non ho contribuito, e che tra l'altro gli sta portando consensi. Non è affar mio il consenso, non dovrei neanche parlarne. Diciamo che ci siamo trovati con questo quadro davanti, e nient'altro. Mi capisce bene? Nient'altro. Alitalia, così com'è, non se la compra nessuno".
Attento, perché così lei sembra dar ragione a quelli che parlano del vostro piano come di una "bufala". Cosa risponde?
"Ho detto che nessuno compra Alitalia così com'è. E ho detto la verità. Ma a certe condizioni il signor Spinetta, che mi descrivono come un manager molto avveduto e molto capace, l'avrebbe comprata, eccome. Trovava conveniente prenderla a condizioni meno facili di quelle odierne. Allora vuol dire che la bufala fa il latte".
Ma lei, come imprenditore e come cittadino, giudica più serio il piano Spinetta o il progetto Berlusconi?
"Come imprenditore, ma anche come cittadino, rispetto il ruolo della politica, che deve definire il campo di gioco. Io posso decidere se mi conviene giocare o no, e se mi interessa. Ho detto di sì. Altrimenti, davanti ad una sfida che mi attirava, se avessi detto di no per ragioni che stanno tutte fuori dal mio mestiere mi sarei sentito un fariseo. Ma insomma, posso fare l'imprenditore come un semaforo, guardando il colore, se è rosso mi fermo e se è verde passo? No, se la cosa mi convince, appena è giallo io passo. E ripeto: ho un mio modo (una deontologia, un'etica, la chiami come vuole) di intendere l'impresa e il mio ruolo, giudicatemi da questo".
Va bene, ma la sua etica da imprenditore non ha niente da dire sul fatto che tutto il rosso di Alitalia - uomini e debiti - si scarichi sullo Stato, come ai bei tempi democristiani dell'Efim?
"Mi scusi, ma lei sa dirmi come possiamo salvare questa azienda se non si fa così? Io, con tutta la buona volontà, non sono mica mago Merlino. Qui l'azienda è cotta, non c'è più, non c'è più niente. Con il kerosene a 200 dollari a barile, come li fa volare gli aerei? Provi lei a fare un giornale senza carta e senza inchiostro. Alitalia è finita, e non è colpa mia, e per la verità nemmeno di Berlusconi o di Prodi".
Ma mi spiega perché bisogna concedere un'eccezione clamorosa a tutte le regole per voi e non per altri imprenditori e altre imprese?
"C'è un'altra strada. Dire "me ne frego". Vede, l'ho sentito dire tante volte, e solo in questo Paese, stranamente. Me ne frego che i telefoni italiani diventino spagnoli, che l'auto finisca in mani americane, che non ci sia più una compagnia di bandiera. Ma chi se ne frega, in realtà, non è capace a fare quello che dovrebbe fare, è uno sconfitto. Possibile che dobbiamo sempre fare il contrario di quel che fa il mondo? Io dico, proviamoci, a ogni costo. Il caso Fiat dimostra che si può fare. E lei sa che io ne ero convinto, quando tutti, appunto, se ne fregavano".
Tra i costi, c'è lo scarico del rosso sullo Stato: perché il cittadino dovrebbe pagare?
"Perché avrebbe qualcosa che gli serve in cambio, e che serve a rendere il Paese più moderno. Una compagnia aerea efficiente, in un sistema aeroportuale funzionale, in una rete di trasporti razionale. L'Italia può forse farne a meno? E poi, il problema è riprendere Alitalia per i capelli dall'abisso, e riportarla nel mercato. Una volta arrivata lì, coi piedi all'asciutto, lavoreremo secondo le leggi di mercato, com'è evidente. Ma per arrivarci, non c'è altra strada, perché non ci sono risorse. E gli aeroplani a pedali non li hanno ancora inventati".
E lei, perché si affaccia su quell'abisso, e non si tiene stretto il successo della Piaggio?
"Perché ho ottima salute, finché Dio me la mantiene, e allora posso fare quel che mi piace, seguire la mia vocazione. In barca non vado, al casinò nemmeno. Cos'altro dovrei fare? La natura imprenditoriale, ridotta all'osso, è tutta qui: costruire qualcosa, o ricostruire qualcos'altro".
Ma quello spirito imprenditoriale non si ribella almeno un po' nel vedere che nel piano di rilancio c'è di fatto la sospensione dell'Antitrust per i voli Milano-Roma della nuova compagnia che in sostanza assorbirà AirOne con Alitalia e cioè abolirà la concorrenza?
"Antitrust vuol dire concorrenza per servizi migliori a prezzi più bassi. Ma non contiamoci balle: la concorrenza vera nei voli aerei la fai solo se hai certe dimensioni, se no scompari. Dunque, sarò sfacciato, ma le dico che non credo ad un cielo concorrenziale solcato da tante piccole compagnie, ma ad una robusta concorrenza tra pochi vettori grandi e solidi".
Ma così dicendo autorizza di fatto lo Stato a rendere la nuova Alitalia concorrenziale con la sospensione delle regole, mentre le altre compagnie hanno raggiunto la loro dimensione attraverso le regole e il mercato: non le pare un'altra anomalia pesante?
"Senta, Air France ha l'80 per cento dei voli nazionali in Francia, Lufthansa il 90 per cento in Germania, Iberia l'80 in Spagna. E quando lei atterra a Francoforte, sullo schermo le indicano tutte le coincidenze e tutte le connessioni possibili. Cioè si occupano dei passeggeri sia quando sono in volo, sia quando tornano a terra. Voglio dire che la concorrenza si fa a livello di sistema: aerei, certo, ma anche aeroporti, infrastrutture per arrivarci e per tornare a casa. Con l'alta velocità sui treni, ci accorgeremo presto che il concetto di concorrenza è un po' più largo della vecchia coppia Alitalia-AirOne".
Ma tutto questo, non poteva essere garantito quattro mesi fa (e con meno costi per lo Stato e meno anomalie per il mercato) da Air France?
"Non tocca a me rispondere. Ma lei è proprio sicuro che un campione nazionale nel sistema aereo non serva? Io le dico che se non ci fosse, il cittadino italiano non avrebbe certi servizi. Noi, con la nuova compagnia aerea nazionale, possiamo interagire con altri sistemi, e anzi possiamo diventare un soggetto di razionalizzazione di tutto l'insieme".
A che cosa sta pensando?
"Alle vere anomalie che nessuno vede, come la mappa degli aeroporti italiani. Lasci stare se sono grandi o piccoli, guardi dove sono: partendo da Ovest, ecco Cuneo, Torino, Genova, Milano, Bergamo, Vicenza, Trieste, Treviso, e dimentico sicuramente qualcosa. Sul versante tirrenico, Genova, Pisa, Roma, Napoli, Reggio, Latina, Palermo, dall'altra Linate, Bergamo, Bologna, Forlì, Pescara, Bari, Brindisi, Lecce... Come si può soddisfare un numero di aeroporti così diffusi e concentrati? E intanto io per partire da Milano quando arrivo da Mantova ci metto quattro ore, parcheggio e attesa compresi"?
E lei pensa di poter razionalizzare questa Italia del campanile aeroportuale?
"Bisogna arrivarci per forza. Per far partire un aereo, bisogna prima avere una base-clienti più larga e più costante, e bisogna rivolgersi ai gestori degli aeroporti, delle autostrade, delle ferrovie per coordinare una gestione che ottimizzi il sistema. E c'è poco da fare, con un campione nazionale, è più facile fare sistema. Mi dica lei: di questo il Paese ha bisogno oppure no? Con tutto il rispetto, non è come vendere caramelle: stiamo parlando del futuro dell'Italia. E se la sfida è questa, un vero imprenditore come fa a starne fuori? E il colore politico di chi comanda, come fa a bloccarti? Sarebbe come se un avvocato non difendesse un imputato che ha idee politiche diverse dalle sue".
Ma la sfida imprenditoriale è ancora tale quando deve piegarsi al protettorato della destra su Malpensa, invece di puntare su un solo hub italiano, come avviene negli altri Paesi?
"Potrei dirle che è politico o ideologico anche chiudere Malpensa per concentrare tutto a Fiumicino. Ma in realtà le dico che è superficiale. Si faccia un'analisi geofisica del Paese, con tutte quelle montagne. Guardi le città, capirà subito che dietro Milano e Roma non c'è il bacino di Parigi o di Londra. Bisogna lavorare sui due poli, con un bacino strategico molto più largo, uno per tutto il Nord, l'altro per il Centro e il Sud".
Non dipenderà anche dall'alleato? Lei è per Air France o Lufthansa?
"Ho le mie idee, ma almeno su questo sto zitto. Stiamo trattando con entrambi, e vanno alla stessa velocità. Uno dei due ci serve, è indispensabile".
E se uno dei due dicesse vengo, ma solo per comandare?
"Non se ne parla nemmeno. Questo è chiaro a tutti".
Vuol dire che comanderà lei?
"Se comandare vuol dire guidare, sì. Guiderò io. Poi certo avrò un amministratore delegato".
Tratta lei anche con i partner stranieri?
"Non direttamente. Ma ancora una volta mi trovo a negoziare con società non italiane in condizioni di inferiorità. Siamo sempre i più piccoli, sempre svantaggiati. Questo mi fa girare le scatole. Certo, oggi siamo a zero, e sto zitto. Ma tra cinque anni non sarà più così, vedrà".
Cosa glielo fa dire?
"Il mercato che abbiamo alle spalle. E' straordinario: il quarto in Europa e il settimo o ottavo nel mondo. Ecco un modello perfetto per chiudere il nostro discorso: quel mercato, unito alla nostra vocazione imprenditoriale, spiega la sfida capitalistica moderna più di tante parole".
C'è ancora una cosa da spiegare: quella vocazione imprenditoriale, non è in contraddizione aperta con l'idea di scaricare gli esuberi alle Poste?
"E va bene, se vuole proprio saperlo dentro di me la contraddizione la sento. E non mi piace. Ma mi dica lei, è sicuro che saremmo tutti più tranquilli e contenti se in Italia ci fossero cinquemila disoccupati? Potremmo farci carico a cuor leggero della loro frustrazione? O siamo davvero tutti pronti a pagare più tasse per mantenerli? Se il sistema non soddisfa in termini economici questa richiesta di lavoro, cosa diciamo? Dovete morire di fame"?
Ma non le viene in mente che a queste condizioni d'eccezione tutti sarebbero capaci di vincere la sfida?
"E che lo facciano allora, che vengano. Non è che qui ci sia una cosca che si divide protezioni e benefici. Diciamola tutta una buona volta: non ho avuto benefici nemmeno a Telecom, non ho partecipato alle privatizzazioni, ho fatto un'opa pagando le azioni alle vedove irlandesi e ai professori dei fondi di Los Angeles. E non ho pagato tangenti, lo ripeterò fino alla morte. Come qua: nessun privilegio, solo responsabilità".
Con l'utile garantito della vendita tra qualche anno dell'azienda risanata, utile per voi privati, debiti per lo Stato: non è un privilegio?
"Dello Stato abbiamo già parlato. Quanto ai privati, che vendano secondo convenienza fa parte della logica di mercato. Non sfruttiamo il pubblico, cogliamo un'opportunità di mercato, ma attenzione: il risultato sarà dato da quell'opportunità più le nostre capacità e il nostro impegno. Colgo una sfida, mi metto in gioco, seguo la mia etica e pago le tasse. Se a un certo punto vendo perché mi conviene, mi dica, perché no"?
E cosa risponde a chi dice che Berlusconi ha convertito Colaninno?
"Che non è vero. Resto delle mie idee, mi riconosco nella sinistra riformista. Ma so separare il cittadino che giudica e l'imprenditore che agisce. Li ricongiungo nell'etica della responsabilità e dormo tranquillo".
Un'ultima domanda: cosa le ha detto dell'operazione Alitalia suo figlio Matteo, ministro ombra dell'Industria del Pd, che sta all'opposizione di Berlusconi?
"Lui critica le idee di Berlusconi, e io lo rispetto. Lui rispetta me come imprenditore. Andiamo avanti così, e ci vogliamo bene".
(29 agosto 2008)
LUVI...fatti una ricerca con il presidente in oggetto e associalo a Piaggio....
LUVI...fatti una ricerca con il presidente in oggetto e associalo a Piaggio....
Ma lo conosco ;)
John Cage
29-08-2008, 08:01
Mi chiedo:
Ma se lo stato paga tutti i debiti, si accolla gli esuberi e la parte di compagnia che funziona male...
dato che non è riucita a vendere secondo le regole del mercato, non sarebbe più conveniete per noi cittadini che anche la parte buona di Alitalia resti allo stato?
Colaninno metterà un amministratore delegato...
Ma se lo stesso l'amministratore lo mette lo stato? Berlusconi e lo stato, sono così incapaci di gestire un'azienda depurata dai debiti?
Visto che in ogni caso manca ogni logica di libero mercato cosa cambia? Perchè noi cittadini dovremmo rinunciare ad una compagnia di bandiera ben funzionante?
E non mi si venga a dire che "Alitalia" con Colaninno sarà una compagnia di bandiera, perchè è una frottola. Sarà una Air One più grande. E Air One non era una compagnia di bandiera, ma solo una compagnia privata come le altre... come lo sarà "Alitalia".
cagnaluia
29-08-2008, 08:02
si, ma se la parte buona la tiene lo stato (qual'è la parte buona scusa?), chi è il pirlone che si prende quella marcia?
Bastian UMTS
29-08-2008, 08:04
si, ma se la parte buona la tiene lo stato (qual'è la parte buona scusa?), chi è il pirlone che si prende quella marcia?
Noi...
John Cage
29-08-2008, 08:11
si, ma se la parte buona la tiene lo stato (qual'è la parte buona scusa?), chi è il pirlone che si prende quella marcia?
Appunto, noi... Ma non hai capito. Visto che lo stato (noi) deve tenersi la parte marcia, perchè non si tiene anche quella buona? Vabbè si, Ilvio farebbe fallire anche quella in un nanosecondo (in fondo la maggio parte del mancato risanamento di Alitalia risale al periodo in cui ha governato lui).
ma si vantano di saper gestire bene uno stato.. parlano di azienda Italia... Perchè vendere la parte buona di Alitalia a quel punto? Se pago i debiti voglio anche vedere i risultati!
cagnaluia
29-08-2008, 08:22
ovvio... introiti impuniti, puliti e usabili li ha solo da noi a fondo perduto..
A me fa sbrotolare sentire Colanino parlare di "sfida" come se gli fosse stato chiesto di dividere l'Oceano Pacifico... cazzo che grossa sfida, che cosa difficile, ti danno in mano una compagnia praticamente nuova di zecca, con le casse rimpinguate dallo stato, l'appoggio del governo, ti tolgono dalle balle tutti i debiti e questo parla di "sfida" che sembra che si sia immolato sulla croce di Gesù Cristo...
e quando l'intervistatore gli chiede, appunto, perchè non far ripartire tutto debiti compresi il nostro Super Imprenditore risponde "Eh ma gnegne, buah, è impossibile, ci provi lei".
Che vergogna. Però si capisce in un istante cosa in questi anni ha fatto crollare la competitività Italiana... incompetenza, piacioneria, benessere, mancanza di responsabilità di gente come questa.
Tanto se fanno male il loro lavoro mica pagano loro, pagano i dipendenti.
Provo uno schifo totale, e mi rendo conto che stare su sto forum a parlarne è inutile quanto ridondante, ma ho bisogno di uno sfogo :(
John Cage
29-08-2008, 08:42
A me fa sbrotolare sentire Colanino parlare di "sfida" come se gli fosse stato chiesto di dividere l'Oceano Pacifico... cazzo che grossa sfida, che cosa difficile, ti danno in mano una compagnia praticamente nuova di zecca, con le casse rimpinguate dallo stato, l'appoggio del governo, ti tolgono dalle balle tutti i debiti e questo parla di "sfida" che sembra che si sia immolato sulla croce di Gesù Cristo...
e quando l'intervistatore gli chiede, appunto, perchè non far ripartire tutto debiti compresi il nostro Super Imprenditore risponde "Eh ma gnegne, buah, è impossibile, ci provi lei".
Che vergogna. Però si capisce in un istante cosa in questi hanni ha fatto crollare la competitività Italiana... incompetenza, piacioneria, benessere, mancanza di responsabilità di gente come questa.
Tanto se fanno male il loro lavoro mica pagano loro, pagano i dipendenti.
Provo uno schifo totale, e mi rendo conto che stare su sto forum a parlarne è inutile quanto ridondante, ma ho bisogno di uno sfogo :(
Quoto.
A quelle condizioni è facile fare l'imprenditore.
generals
29-08-2008, 08:53
A me fa sbrotolare sentire Colanino parlare di "sfida" come se gli fosse stato chiesto di dividere l'Oceano Pacifico... cazzo che grossa sfida, che cosa difficile, ti danno in mano una compagnia praticamente nuova di zecca, con le casse rimpinguate dallo stato, l'appoggio del governo, ti tolgono dalle balle tutti i debiti e questo parla di "sfida" che sembra che si sia immolato sulla croce di Gesù Cristo...
e quando l'intervistatore gli chiede, appunto, perchè non far ripartire tutto debiti compresi il nostro Super Imprenditore risponde "Eh ma gnegne, buah, è impossibile, ci provi lei".
Che vergogna. Però si capisce in un istante cosa in questi hanni ha fatto crollare la competitività Italiana... incompetenza, piacioneria, benessere, mancanza di responsabilità di gente come questa.
Tanto se fanno male il loro lavoro mica pagano loro, pagano i dipendenti.
Provo uno schifo totale, e mi rendo conto che stare su sto forum a parlarne è inutile quanto ridondante, ma ho bisogno di uno sfogo :(
quoto. questa è l'imprenditoria di sempre, protetta, clientelare, opportunista e che appena messa a confronto con l'estero chiude lasciando i lavoratori e i risparmiatori con le pezze al culo e loro invece con diversi miliardi su conti esteri....:nono:
Quoto.
A quelle condizioni è facile fare l'imprenditore.
Sono tutti finocchi con il culo degli altri..!!!(cit.)
flyawayrm
29-08-2008, 10:34
qui si continua a dare addosso a berlusconi, ma nessuno se la prende con i veri responsabili dello sfascio totale della compagnia: i sindacati!!! la loro condotta irresponsabile (avvallata da governi compiacenti, intendiamoci) ha condotto al disastro!
in un mare di caXXate detta dalla maggior parte di voi...tanto perchè noi italiani siamo una massa di pecore che va appresso a un'altra massa di pecore tanto per dire "io c'ero"...perchè ormai ai giorni d'oggi il cervello lo usiamo solo per fare critiche distruttive (che vanno di moda!) e non per pensare a idee costruttive....FINALMENTE QUALCUNO HA CENTRATO IL PROBLEMA DI QUESTA AZIENDA!!!
E LA VOCE CHE SCRIVE QUESTO POST E' UNA FONTE AUTOREVOLE CHE VIVE L'AZIENDA (quella produttiva)...CON TUTTI I SUOI MALI...DA ORMAI 10 ANNI!!!
Ma stai parlando delle trattative o della situazione di alitalia in genere? Quindi è colpa dei soli sindacati se Alitalia si è trovata nella situazione in cui si è venuta a trovare?
Se mi dici che i sindacati hanno avuto buona parte nel fallimento delle trattative ti do assolutamente ragione (diciamo pure che tra loro, governo Prodi e governo Berlusconi hanno tutti cercato di fare il peggio del peggio). Se mi dici che tutta questa situazione è SOLO colpa dei sindacati non sei diverso da chi afferma che è SOLO colpa di Berlusconi o SOLO colpa di Prodi.
Fides Brasier
29-08-2008, 11:15
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=4942&ID_sezione=&sezione=
29/8/2008
Compagnia di bandierina
MARIO DEAGLIO
Il tentativo di sistemazione di Alitalia, condotto dall’attuale governo, presenta caratteri di novità nel panorama della politica industriale italiana e va quindi analizzato prima in un contesto istituzionale e poi al livello del settore e dell’impresa. Il precedente governo aveva seguito inizialmente una procedura da manuale anglosassone: aveva indetto una vera gara internazionale per la vendita della propria quota in Alitalia, sollecitando manifestazioni di interesse poi trasformatesi in un’unica offerta concreta, quella di Air France. A questo punto, dall’empireo della finanza globale si passò bruscamente a un tipico scenario italiano: Air France fu chiamata a incontrare il sindacato per quella che riteneva poco più di una semplice illustrazione e che il sindacato, con incredibile e colpevole miopia, considerava invece punto di partenza della trattativa «vera» per spuntare un netto miglioramento dell’offerta. Non ci si deve meravigliare che Air France sia scappata, lasciando Alitalia senza prospettive, senza amici, con perdite di un milione di euro al giorno che il governo tamponò - ossia mise a carico di tutti gli italiani - con un ingente prestito ponte, di dubbia legittimità europea.
In campagna elettorale, l’attuale presidente del Consiglio si impegnò solennemente, forse con un po’ di demagogia, a trovare una soluzione privata e italiana al problema Alitalia, giocando sul tasto dell’irrinunciabilità a una «compagnia di bandiera».
Si è realizzato così, dopo molti anni, un intervento «pesante» dello Stato per pilotare la ristrutturazione del settore, facendo leva su imprese nazionali e puntando comunque alla fusione operativa tra Alitalia e Air One, la seconda compagnia aerea nazionale. L’attuale governo ripete in tal modo, con qualche variante, la politica francese di ristrutturazione seguita per l’aeronautica, l’elettronica e per lo stesso settore dei trasporti aerei: il libero mercato è solo un ricordo, sostituito da una concertazione di interessi. Il governo di centro-destra si dimostra più «socialista», ossia più interventista, di quello di sinistra-centro.
Da una gara aperta a livello internazionale si è così passati a trattative private rigidamente limitate e assai poco trasparenti. Anche così, ci sono voluti molti mesi e molti sforzi per «convincere» una quindicina di imprenditori italiani a costituire una «cordata» e mettere assieme una somma relativamente modesta - un miliardo di euro -, comunque insufficiente a una vera politica di rilancio di Alitalia. È quindi ragionevole pensare che questa «cordata» sarà sostenuta da un forte credito bancario; essa potrebbe inoltre andare incontro a forti obiezioni europee per il possibile conflitto di interessi di alcuni dei partecipanti alla «cordata» in quanto gestori di servizi pubblici in potenziale competizione con i servizi aerei di Alitalia. L’attuale tentativo di soluzione mostra comunque una netta discontinuità, rispetto al passato recente, non solo per il suo allontanamento dal mercato, ma anche per i nuovi rapporti governo-grandi imprese e per l’esclusione delle forze sindacali dalle decisioni-chiave: a loro è riservata una trattativa successiva per la sola sistemazione dei lavoratori in esubero.
Ben difficilmente la soluzione ieri delineata eviterà di porre le perdite di Alitalia a carico della collettività: la separazione della «polpa» di Alitalia (in sostanza la posizione dominante nel traffico aereo sulle principali rotte italiane e soprattutto sulla Milano-Roma) dal suo «osso» (un mare di debiti e di dipendenti in esubero confluiti in una nuova società pubblica) è la premessa perché quest’osso influisca in maniera negativa e piuttosto pesante sui conti pubblici, il che, del resto, è successo in altri salvataggi del passato, come quello del Banco di Napoli. È dubbio che essa favorisca davvero lo sviluppo del Paese, non dovrebbe essere in ogni caso salutata con toni trionfalistici.
La «polpa», del resto, se produrrà utili, lo farà solo tra alcuni anni. Nessuno dei partecipanti alla cordata ha una «vocazione» al trasporto aereo e quanto è stato reso noto del piano industriale è piuttosto vago e non appare molto convincente. La nuova Alitalia sarà una compagnia aerea molto ridimensionata, quasi una «compagnia-bonsai», priva di un punto centrale (hub), senza vere prospettive di crescita fuori dall’Italia. Per questo è ragionevole supporre che il piano ora presentato sia solo un abbozzo, sulla base del quale negoziare più ampie intese con qualcuno dei veri «grandi» del trasporto aereo europeo; non a caso, Air France si è già rifatta ufficialmente avanti e potrebbe ottenere i risultati che si proponeva qualche mese fa - ossia l’integrazione di Alitalia nel proprio sistema globale - a un costo molto inferiore al previsto, risultando il vero vincitore di quest’operazione. La «bandiera» italiana di questa compagnia, in nome della quale si è condotta questa complicata operazione, potrebbe risultare una «bandierina», - secondo l’espressione usata ieri dal capo dell’opposizione - e per di più italo-francese.
La prospettiva più probabile è quella della continuazione di un’ulteriore, lenta riduzione della presenza di Alitalia sulla scena europea, insufficientemente compensata da una ragguardevole presenza iniziale sul mercato nazionale.
in un mare di caXXate detta dalla maggior parte di voi...tanto perchè noi italiani siamo una massa di pecore che va appresso a un'altra massa di pecore tanto per dire "io c'ero"...perchè ormai ai giorni d'oggi il cervello lo usiamo solo per fare critiche distruttive (che vanno di moda!) e non per pensare a idee costruttive....FINALMENTE QUALCUNO HA CENTRATO IL PROBLEMA DI QUESTA AZIENDA!!!
E LA VOCE CHE SCRIVE QUESTO POST E' UNA FONTE AUTOREVOLE CHE VIVE L'AZIENDA (quella produttiva)...CON TUTTI I SUOI MALI...DA ORMAI 10 ANNI!!!
Beh allora visto che tu hai informazioni dall'interno illuminaci visto che siamo tutte pecore che navighiamo in un mare di banalità.
Onestamente in Alitalia ritengo vi siano state anche persone che avranno lavorato seriamente e che soffrono di veder la compagnia di bandiera ridotta in questo modo, ma ritengo che la maggior parte della gente sia solo un gran mare di fancazzisti...volontari o forzati che siano, che stavano lì a prender uno stipendio, altrimenti non si spiegano questo mare di esuberi, ed in questo ovvio che la colpa è dei sindacati e della politica clientelare che ha imperversato per anni in Italia.
in un mare di caXXate detta dalla maggior parte di voi...tanto perchè noi italiani siamo una massa di pecore che va appresso a un'altra massa di pecore tanto per dire "io c'ero"...perchè ormai ai giorni d'oggi il cervello lo usiamo solo per fare critiche distruttive (che vanno di moda!) e non per pensare a idee costruttive....FINALMENTE QUALCUNO HA CENTRATO IL PROBLEMA DI QUESTA AZIENDA!!!
E LA VOCE CHE SCRIVE QUESTO POST E' UNA FONTE AUTOREVOLE CHE VIVE L'AZIENDA (quella produttiva)...CON TUTTI I SUOI MALI...DA ORMAI 10 ANNI!!!
Ma che i sindacati siano politicizzati (il termine ormai va di moda no?) non lo si è scoperto oggi...nè tanto meno in questa diatriba per salvare Alitalia.
I sindacati dov'erano quando venivano approvate leggi che tagliavano le gambe ai giovani che si immettevano nel mondo del lavoro, dove erano quando la parola precariato, coco, contratto itinerale, si affacciavano nel paese?
Dove sono oggi che MIGLIAIA DI INSEGNANTI E PERSONALE ATA RISCHIANO DI RIMANERE FUORI (hanno o no approvato il mono insegnamente alle elementari???....COSA SPERANO DI OTTENERE DA UN INSEGNANTE CHE DEVE FARE TUTTO E SEGUIRE 25-30 MINI PESTIFERI....CREDONO davvero di risanare così i bilanci????), dove sono le pecore che ancora credono nell'università e nel suo sistema STRA-MARCIO?
Dove sono tutti i coloro che si laureano in materie umanistiche e facoltà pseudo parcheggio???
Non l'han capito che non hanno futuro una volta preso quel pezzo di carta timbrata e filigranata???
generals
29-08-2008, 12:18
Beh allora visto che tu hai informazioni dall'interno illuminaci visto che siamo tutte pecore che navighiamo in un mare di banalità.
Onestamente in Alitalia ritengo vi siano state anche persone che avranno lavorato seriamente e che soffrono di veder la compagnia di bandiera ridotta in questo modo, ma ritengo che la maggior parte della gente sia solo un gran mare di fancazzisti...volontari o forzati che siano, che stavano lì a prender uno stipendio, altrimenti non si spiegano questo mare di esuberi, ed in questo ovvio che la colpa è dei sindacati e della politica clientelare che ha imperversato per anni in Italia.
e in più come ricompensa per questo scempio tutti sul groppone nella Pubblica amministrazione o Poste o altra genialata che dir si voglia oppure in alternativa 7 anni (per ora) di stipendio gratis e magari con il secondo lavoro in nero....E questa è la soluzione che centra il problema? certo quello dei soliti furbi non certo dei contribuenti o lavoratori onesti italiani :rolleyes:
si, ma se la parte buona la tiene lo stato (qual'è la parte buona scusa?), chi è il pirlone che si prende quella marcia?
Noi...
E non chiedetevi dove la prenderemo :O
Vediamo se questo accollamento di debito al bilancio dello stato sarà gradito dall'Europa..
Come già successo per i rifiuti di Napoli, il governo va avanti contro le leggi per operazioni di facciata, che sembrano far gridare al miracolo, ma chi dovrà pagare saremo sempre e solo noi poveri cittadini, compresi quelli che li hanno votati...
Vediamo se questo accollamento di debito al bilancio dello stato sarà gradito dall'Europa..
Come già successo per i rifiuti di Napoli, il governo va avanti contro le leggi per operazioni di facciata, che sembrano far gridare al miracolo, ma chi dovrà pagare saremo sempre e solo noi poveri cittadini, compresi quelli che li hanno votati...
Senza dimenticarci che già paghiamo per rete4 :fagiano:
Vediamo se questo accollamento di debito al bilancio dello stato sarà gradito dall'Europa..
Come già successo per i rifiuti di Napoli, il governo va avanti contro le leggi per operazioni di facciata, che sembrano far gridare al miracolo, ma chi dovrà pagare saremo sempre e solo noi poveri cittadini, compresi quelli che li hanno votati...
Vai tranquillo che tanto quelli non se ne accorgono o non li tocca, al massimo ti aumentano il capo di abbigliamento del 15% o decidono di pagare meno tasse per compensare e poter continuare a cantare le odi del PdC più losco d'Europa.
Alemanno ricomincia, ovviamente, a battere i piedi :D rappresentando la vera opposizione di csx a questo governo :D
http://roma.repubblica.it/dettaglio/Piano-Alitalia-allarme-sugli-esuberi-Alemanno:-Fiumicino-non-si-tocca/1506181
Piano Alitalia, allarme sugli esuberi
Alemanno: Fiumicino non si tocca
Il sindaco ha chiesto al governo un incontro immediato "che coinvolga tutti gli altri enti locali del nostro territorio, per valutare l'impatto che il nuovo piano di ristrutturazione di Alitalia avrà sulla città di Roma"
Le istituzioni romane si mobilitano a difesa dei lavoratori di Alitalia e dell'aeroporto di Fiumicino, a partire dal sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha chiesto un incontro immediato con il governo sul futuro dello scalo e della Compagnia di bandiera. Tra i dipendenti a Fiumicino si respira incertezza e preoccupazione sulle prospettive di Alitalia, dopo che il Consiglio dei ministri ha varato oggi i provvedimenti per la divisione in due della compagnia e per il commissariamento, su cui deciderà domani il consiglio di amministrazione.
"Non sappiamo ancora - ha spiegato un addetto della Divisione Motori - se finiremo nella 'nuova compagnia' o nella bad company: dipenderà, crediamo, dal commissario; ma non sapere a chi appartenere non ci fa star tranquilli". "Leggiamo che comunque la ricollocazione eventuale sarà garantita a tutti, ma qui ci sono molti capifamiglia monoreddito, con un mutuo sulle spalle, e ricominciare spaventa un pò: quali garanzie ci sono?", ha aggiunto un altro dipendente.
Gli annunci che i lavoratori in esubero, forse 7.000 come ha detto il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, saranno ricollocati in aziende del settore privato, come ha reso noto il ministero del Lavoro, non placano gli animi. Per questo il sindaco Alemanno ha chiesto al governo un incontro immediato "che coinvolga tutti gli altri enti locali del nostro territorio, per valutare l'impatto che il nuovo piano di ristrutturazione di Alitalia avrà sulla città di Roma".
Alemanno ha ricordato che l'impegno del Campidoglio "è difendere il valore dell'hub di Fiumicino e i livelli occupazionali del nostro territorio, senza creare polemiche preconcette e strumentali sulla pelle di ciò che rimane della compagnia di bandiera e sui lavoratori". Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha assicurato che "il Governo, non appena su Alitalia avremo il quadro completo, si farà carico di incontrare il sindaco".
A sollecitare un incontro degli enti locali con il governo è stato anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti dicendosi "molto preoccupato per l'esito che sta avendo la vicenda Alitalia. Il declassamento dell'aeroporto di Fiumicino da Hub a base operativa, l'incertezza delle destinazioni di volo internazionali a seconda del partner che verrà scelto, un numero impressionante di esuberi, sono tutti fattori che ci parlano di un colpo serio allo sviluppo e alla crescita del nostro territorio".
Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha deciso di convocare la prossima settimana un tavolo con i rappresentanti delle parti sociali e degli enti locali sulla questione Alitalia perchè "c'è preoccupazione per le ricadute sociali ed economiche sul territorio". Dopo questa riunione, Marrazzo chiederà un incontro al Governo "per manifestare la propria contrarietà a misure che minacciano gravi conseguenze per Roma e per l'intero territorio laziale, e per sollecitare provvedimenti che portino a non penalizzare i lavoratori e i cittadini della Regione".
Alemanno ricomincia, ovviamente, a battere i piedi :D
La tua personale crociata contro alemanno continua eh ? :D
Ma leggere quell che si posta ?
Che autogoal... :D
Il sindaco ha chiesto al governo un incontro immediato "che coinvolga tutti gli altri enti locali del nostro territorio, per valutare l'impatto che il nuovo piano di ristrutturazione di Alitalia avrà sulla città di Roma"
A sollecitare un incontro degli enti locali con il governo è stato anche il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti dicendosi "molto preoccupato per l'esito che sta avendo la vicenda Alitalia
Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha deciso di convocare la prossima settimana un tavolo con i rappresentanti delle parti sociali e degli enti locali sulla questione Alitalia perchè "c'è preoccupazione per le ricadute sociali ed economiche sul territorio". Dopo questa riunione, Marrazzo chiederà un incontro al Governo "per manifestare la propria contrarietà a misure che minacciano gravi conseguenze per Roma e per l'intero territorio laziale, e per sollecitare provvedimenti che portino a non penalizzare i lavoratori e i cittadini della Regione".
:asd:
Praticamente, Alemanno a parte, sono tutti di csx :asd:
La tua personale crociata contro alemanno continua eh ? :D
Ma leggere quell che si posta ?
Che autogoal... :D
:asd:
Praticamente, Alemanno a parte, sono tutti di csx :asd:
E ti pare poco ???? :D :D
A me fa sbrotolare sentire Colanino parlare di "sfida" come se gli fosse stato chiesto di dividere l'Oceano Pacifico... cazzo che grossa sfida, che cosa difficile, ti danno in mano una compagnia praticamente nuova di zecca, con le casse rimpinguate dallo stato, l'appoggio del governo, ti tolgono dalle balle tutti i debiti e questo parla di "sfida" che sembra che si sia immolato sulla croce di Gesù Cristo...
e quando l'intervistatore gli chiede, appunto, perchè non far ripartire tutto debiti compresi il nostro Super Imprenditore risponde "Eh ma gnegne, buah, è impossibile, ci provi lei".
Che vergogna. Però si capisce in un istante cosa in questi anni ha fatto crollare la competitività Italiana... incompetenza, piacioneria, benessere, mancanza di responsabilità di gente come questa.
Tanto se fanno male il loro lavoro mica pagano loro, pagano i dipendenti.
Provo uno schifo totale, e mi rendo conto che stare su sto forum a parlarne è inutile quanto ridondante, ma ho bisogno di uno sfogo :(
Personaggi come questo, incompetenti, arraffoni, senza vergogna nè dignità, hanno sposdestato la vera imprenditoria in Italia.
Questi non sono imprenditori (perchè non intraprendono nulla) sono solo squali dalla finanza incapaci di fare altro se non danni all'econimia per il paese al solo scopo di personale.
Andiamo un attimo indietro a vedere chi è e cosa ha fatto il sognor Colaninno in Telecom e prima ancora...
Con un copione già visto si stanno avventando sul cadavere di Alitalia per farla a pezzi, ritirare sù la parte buona per poi venderla a qualcuno che la comprerà al triplo del loro prezzo lasciando andare la parte marcia alle poste o in aziende-farsa talmente decotte che non durerebbero mezza giornata (tipo azservizi)
E ti pare poco ???? :D :D
Ma continuare a postare in quel modo è davvero farsi del male :D
E ti pare poco ???? :D :D
Ma che ha scritto? :confused: Sta cominciando veramente a dare fuori di testa.
Bah, a parte che la mia crociata CONTRO Alemanno è dichiarata e palese, non ho capito per quale motivo questo utente invece ha dato il via alla crociata contro di me; evidentemente ha problemi ad entrare nel merito della discussione.
Ad ogni modo, queste dichiarazioni evidenziano lo scollamento delle soluzioni di B. dalla realtà locale; anche se, ovviamente, il cagnolino scodinzolerà ed accetterà pedissequamente quello che gli ordinerà B. e gli unici a prendersela inderposto, dal punto di vista programmatico, saranno Marazzo e Zingaretti.
Ed è per questo che le ho riportate, ovviamente.
LuVi
Ma che ha scritto? :confused: Sta cominciando veramente a dare fuori di testa.
Bah, a parte che la mia crociata CONTRO Alemanno è dichiarata e palese, non ho capito per quale motivo questo utente invece ha dato il via alla crociata contro di me; evidentemente ha problemi ad entrare nel merito della discussione.
Ad ogni modo, queste dichiarazioni evidenziano lo scollamento delle soluzioni di B. dalla realtà locale; anche se, ovviamente, il cagnolino scodinzolerà ed accetterà pedissequamente quello che gli ordinerà B. e gli unici a prendersela inderposto, dal punto di vista programmatico, saranno Marazzo e Zingaretti.
Ed è per questo che le ho riportate, ovviamente.
LuVi
Appunto .... :boh:
Ma che ha scritto? :confused: Sta cominciando veramente a dare fuori di testa.
Chi và fuori di testa ?
Alemanno ?
Bah, a parte che la mia crociata CONTRO Alemanno è dichiarata e palese, non ho capito per quale motivo questo utente invece ha dato il via alla crociata contro di me; evidentemente ha problemi ad entrare nel merito della discussione.
Contro di te ?
Rileggi i miei interventi così capirai che quando trovo un'inesattezza la puntualizza sia che la dica tu o altri.
Hai postato una cosa senza leggerla ed il tuo commento lo evidenzia infatti:
Ad ogni modo, queste dichiarazioni evidenziano lo scollamento delle soluzioni di B. dalla realtà locale; anche se, ovviamente, il cagnolino scodinzolerà ed accetterà pedissequamente quello che gli ordinerà B. e gli unici a prendersela inderposto, dal punto di vista programmatico, saranno Marazzo e Zingaretti.
Ed è per questo che le ho riportate, ovviamente.
LuVi
Alemanno, Marazzo e Zingaretti dicono esattamente la stessa cosa :asd: solo che se la dice Alemanno stà scodinzolando, se la dicono Marazzo e Zingaretti lo prendono inderposto dal punto di vista programmatico :D
LOL
Scusate ma
Gli annunci che i lavoratori in esubero, forse 7.000 come ha detto il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, saranno ricollocati in aziende del settore privato, come ha reso noto il ministero del Lavoro, non placano gli animi
in aziende private???
e chi si piglia 'sti qui?:confused:
Alemanno, Marazzo e Zingaretti dicono esattamente la stessa cosa :asd: solo che se la dice Alemanno stà scodinzolando, se la dicono Marazzo e Zingaretti lo prendono inderposto dal punto di vista programmatico :D
LOL
Lolla a casa tua, grazie. TU stai andando fuori di testa.
Se permetti le motivazioni per cui posto un articolo le decido io, non TU.
Dicono la stessa cosa, ovvio, e questo evidenzia, come ho scritto, lo scollamento del governo dalle realtà locali (ancora una volta).
Ma non diranno le stesse cose, dopo che il cagnolino sarà tornato scodinzolante dall'incontro con il padrone.
Se non lo capisci non è colpa mia, io ci ho provato, evidentemente sei limitato :help:
Prima e ultima risposta che ti regalo :)
LuVi
Lolla a casa tua, grazie. TU stai andando fuori di testa.
Se permetti le motivazioni per cui posto un articolo le decido io, non TU.
Dicono la stessa cosa, ovvio, e questo evidenzia, come ho scritto, lo scollamento del governo dalle realtà locali (ancora una volta).
Ma non diranno le stesse cose, dopo che il cagnolino sarà tornato scodinzolante dall'incontro con il padrone.
Se non lo capisci non è colpa mia, io ci ho provato, evidentemente sei limitato :help:
Prima e ultima risposta che ti regalo :)
LuVi
cosi é deciso, l'udienza é tolto.
Aho Evelon, che tte credi?
cosi é deciso, l'udienza é tolto.
Aho Evelon, che tte credi?
"toltA".
Hai altri interventi pregni di significato?
LuVi
Lolla a casa tua, grazie. TU stai andando fuori di testa.
Se permetti le motivazioni per cui posto un articolo le decido io, non TU.
Dicono la stessa cosa, ovvio, e questo evidenzia, come ho scritto, lo scollamento del governo dalle realtà locali (ancora una volta).
Ma non diranno le stesse cose, dopo che il cagnolino sarà tornato scodinzolante dall'incontro con il padrone.
Se non lo capisci non è colpa mia, io ci ho provato, evidentemente sei limitato :help:
Prima e ultima risposta che ti regalo :)
LuVi
1) impara l'educazione
2) "stai andando fuori di testa" lo dici a qualche amico tuo se te lo permette
3) questo è un forum pubblico ed intervengo ovunque e se vedo un'incongruenza in un tuo post...intervengo
4) "limitato" non lo dico nemmeno io a te...direi che la differenza di educazione per il prossimo è abissale
entrando nel merito:
Ho evidenziato una palese contraddizione nel tuo post che tu stai cercando di giustificare facendo ilazioni nel futuro (ora dicono le stesse cose...ma in futuro no... :doh: )
Se tu non la vedi pazienza.
Il resto dei lettori del forum la vedranno.
Scusate ma
in aziende private???
e chi si piglia 'sti qui?:confused:
A quanto pare Poste Italiane....che in effetti è un'azienda privata.....solo che l'azionista di maggioranza è lo stato :D :D :D
"toltA".
Hai altri interventi pregni di significato?
LuVi
Chapeu
chapeAu
chapeAu
Bravo, io conosco l'Italiano e tu il Francese.
Ribadisco quello che ti ho scritto in privato.
Stop.
Bravo, io conosco l'Italiano e tu il Francese.
Ribadisco quello che ti ho scritto in privato.
Stop.
non ce la fai proprio, eh?
L'ad di Intesa Sanpaolo parla del futuro della nuova compagni a aerea
"Prossime 4-5 settimane cruciali per capire se si va avanti. Presto nuovi investitori"
Alitalia, oggi l'ultimo Cda
"Senza sindacati niente accordo"
Bordate da opposizione, consumatori, sindacati e amministratori locali
E c'è chi ha fatto i conti: l'operazione ammonta a 2,5 miliardi, 138 euro ad italiano
Alitalia, oggi l'ultimo Cda "Senza sindacati niente accordo"
ROMA - "L'accordo con i sindacati è necessario per il piano". Non ha dubbi l'ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera che aggiunge: "Le prossime 4-5 settimane saranno cruciali per capire se si va avanti o no. Presto nuovi investitori". Le dichiarazioni di uno dei pilastri del piano per l'Alitalia, arrivano all'indomani del via libera del governo che ha varato in Consiglio dei ministri le modifiche alla procedura prevista dalla legge Marzano la strada verso la Nuova Alitalia passa oggi per la Magliana.
Si riunisce, infatti, stasera l'ultimo cda della compagnia aerea per decretare lo stato di insolvenza, un passo necessario per avviare l'amministrazione straordinaria. E mentre dalla maggioranza arrivano ampie rassicurazioni sulla bontà del piano e sul futuro dei lavoratori in esubero, dai sindacati, dall'opposizione e dai consumatori arrivano pesanti bordate. Forti dubbi anche da parte degli amministratori locali. E c'è chi, fatti due conti, sostiene che l'operazione ad ogni italiano costerà 138 euro.
Passera. "Senza un accordo con i sindacati, il progetto di rilancio di Alitalia potrebbe essere a rischio", ha affermato l'ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, al meeting di Cl di Rimini. "Il progetto al quale stiamo lavorando è un progetto imprenditoriale molto serio", ha sottolineato. Secondo Passera "il progetto è a medio-lungo periodo, il lavoro da fare è tanto e mi auguro che sia un progetto di sistema". "Le prossime 4-5 settimane - ha aggiunto - saranno cruciali per capire se si va avanti o no".
Air France. L'ad di Intesa si è anche detto soddisfatto dalla lettera di ieri di Air France. "Ci conforta", ha detto, perché rappresenta una sorta di timbro di qualità del progetto di Alitalia. "Ci siamo impegnati negli ultimi due mesi perché vediamo grandi possibilità. Abbiamo avuto molti incontri con possibili partner internazionali perché quest'azienda ha bisogno di altri alleati. Metteremo su una compagine forte per un investimento a lungo termine".
Legge Marzano. Poi Passera ha aggiunto: "Perché il progetto potesse partire era necessario passare attraverso una procedura. E' stata corretta la legge Marzano a mio parere in maniera saggia, perché era più adatta a crisi industriali che a crisi finanziarie. Adesso era necessario mettere in condizione il commissario di agire in fretta".
Gli azionisti. Passera ha risposto anche a Pierluigi Bersani. Il ministro dell'Economia del governo ombra oggi aveva detto che alcuni imprenditori coinvolti nel salvataggio dell'Alitalia avevano la pistola alla tempia.
"Posso dire - ha detto Passera - che la totalità degli azionisti con i quali ho parlato - e credo di aver parlato con tutti - sono persone libere, consce dell'investimento che fanno, che hanno analizzato il progetto con grande attenzione e il fatto che se ne continuino ad aggiungere, imprenditori che nulla debbono a nessuno, che nulla vogliono chiedere in cambio della partecipazione a questo progetto, ci rassicura sul progetto stesso". Passera ha anche annunciato che "nei prossimi giorni ci potranno essere nuovi investitori" nella newco e ha parlato di un possibile "interessamento" da parte anche di istituti di credito stranieri.
"Alte probabilità di successo". Poi ha ricordato: "Oggi il Cda ha chiesto il commissariamento che verrà formalizzato a breve e a quel punto si potrà presentare il piano per il salvataggio Alitalia". Le probabilità di successo secondo Passera sono alte "ma andranno conquistate giorno per giorno attraverso un importante confronto con il sindacato, perché quest'azienda ha sì bisogno di essere ridisegnata, ma ha al suo interno le possibilità per avere successo".
Colaninno. L'ad di Intesa ha anche avuto parole di ringraziamento per Colaninno. "E' stato chiesto a Roberto Colaninno di fare l'imprenditore di riferimento a quest'azienda e lui ha accettato. Ma voglio dire grazie anche a Sabelli che fin dall'inizio ha contribuito molto alla realizzazione di questo piano a cui stiamo lavorando".
Il cda. Dopo che ieri il governo ha dato il via libera - con la modifica della legge Marzano - al salvataggio di Alitalia e alla divisione in due nuove società, una bad company e una best company, ora con lo stato di insolvenza si potrà procedere all'immediata nomina del commissario straordinario, Augusto Fantozzi. Il passo successivo sarà un'offerta, da parte della nuova Compagnia Aerea Italiana, relativa ad alcuni asset dell'aviolinea. Rimane lo spinoso tema degli esuberi, che già lunedì sarà sul tavolo nell'incontro tra governo e sindacati.
Politica. Dal mondo politico piovono sia parole di grande soddisfazione che di forte critica. "Questo è un grande successo", commenta il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, ammettendo che, visto il nodo esuberi, "questa operazione ha dei costi" ma precisando anche che diversamente "non ci sarebbe stata Alitalia". E comunque secondo il ministro i presupposti perché Alitalia diventi una "compagnia sana" e "svolga un ruolo" ci sono.
Dall'opposizione arrivano le bocciature: il piano Alitalia "rappresenta uno spacchettamento che scarica sui contribuenti i debiti, i costi e gli esuberi", spiega Cesare Damiano, viceministro del Lavoro nel governo ombra del Pd. Per il ministro dell'Economia del governo ombra, Pierluigi Bersani, "Berlusconi è stato il problema, non la soluzione del problema Alitalia, se quando ha governato dal 2001 al 2006 il titolo è sceso da 10 euro a un euro".
I sindacati. I rappresentanti dei lavoratori sono già pronti ad affrontare il governo per difendere i posti di lavoro: l'obiettivo è che "nessuno perda il posto di lavoro, tutti dovranno essere ricollocati" precisa il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che aggiunge: "Io non amo molto gli ammortizzatori sociali ma quando si sono esplorate tutte le strade e non ce ne sono altre...". In allarme la Filt-Cgil: "Siamo molto preoccupati - dice il segretario generale della Filt Cgil, Franco Nasso - perché lo scenario che si sta definendo avrà un costo elevatissimo e non assicura nessuna prospettiva ai lavoratori di Alitalia che rischiano di rimanere senza tutela".
Aeroporti. Dalla Lega, per bocca del presidente dei deputati del Carroccio, Roberto Cota, arriva la richiesta di tutelare "gli aeroporti di Linate e Malpensa, e, in particolare, che vengano accolte le richieste della Sea". Secondo Cota "prima di tutto vanno rivisti gli accordi bilaterali in modo da consentire che nuovi vettori possano impegnare le rotte lasciate libere da Alitalia su Malpensa "
Milano. "Non abbiamo preclusioni a considerare anche una possibile riconfigurazione di Linate nell'ambito però di un potenziamento del sistema aeroportuale lombardo", dice il sindaco di Milano. Letizia Moratti sottolinea che "non c'è nessuna contrapposizione tra Malpensa, Fiumicino e Linate".
Roma. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha incontrato questa mattina in Campidoglio, Roberto Colaninno, presidente della Cai (Compagnia Aerea Italiana). Durante l'incontro chiesto dal primo cittadino, tra le altre tematiche si sarebbe affrontato il problema degli esuberi di personale Alitalia, argomento sul quale Alemanno già più volte si era espresso con preoccupazione nei giorni passati.
"Comincio a sentire odore di 'Alimalpensa'", dice il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. "Da come leggo sulla stampa, gli esuberi dai tremila dell'accordo con Air France, oggi sono diventati seimila. Dovevamo mantenere, con il precedente accordo, una grande compagnia di bandiera internazionale, mentre oggi lo stesso governo ammette che diventerà una compagnia regionale. Diminuiscono i lavoratori e viene ridotta la flotta: in questo modo si colpisce l'aeroporto di Roma Capitale".
Costi. Intanto c'è chi si è fatto due conti. "Dall'operazione Alitalia ogni contribuente dovrà mediamente sborsare 138 euro", afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti. it. Secondo le prime stime effettuate dagli esperti di KRLS Network of Business Ethics e da Lo sportello del contribuente, il costo complessivo dell'operazione ammonterebbe a circa 2,5 miliardi, tenuto conto anche del prestito ponte di 300 milioni.
(29 agosto 2008)
L'ad di Intesa Sanpaolo parla del futuro della nuova compagni a aerea
"Prossime 4-5 settimane cruciali per capire se si va avanti. Presto nuovi investitori"
Alitalia, oggi l'ultimo Cda
"Senza sindacati niente accordo"
Bordate da opposizione, consumatori, sindacati e amministratori locali
E c'è chi ha fatto i conti: l'operazione ammonta a 2,5 miliardi, 138 euro ad italiano
Alitalia, oggi l'ultimo Cda "Senza sindacati niente accordo"
Quindi è già bello che fallito il piano fenice:rolleyes:
I sindacati non daranno mai il consenso per 7000 esuberi.... se non altro per un discorso di coerenza visto che con AF hanno fatto il diavolo a quattro:O
Senza contare le molte altre ombre....e le poche luci che aleggiano su questo piano di rinascita.:rolleyes:
'nzomma
Intervistato da l'Espresso, il sindacalista spiega che nel piano dell'advisor Intesa "non credo che ci saranno piu' esuberi" rispetto a quelli previsti da Air France-Klm. "Semplicemente, con i francesi il loro numero sembrava inferiore perche' loro si sarebbero presi solo la polpa di Alitalia. Per fare i conti correttamente bisogna sommare i 2.200 lavoratori che avrebbero perso il posto nel settore del volo ai 5 mila occupati a terra", sottolinea Bonanni, "non credo che si andra' oltre questa cifra totale"
'nzomma
Intervistato da l'Espresso, il sindacalista spiega che nel piano dell'advisor Intesa "non credo che ci saranno piu' esuberi" rispetto a quelli previsti da Air France-Klm. "Semplicemente, con i francesi il loro numero sembrava inferiore perche' loro si sarebbero presi solo la polpa di Alitalia. Per fare i conti correttamente bisogna sommare i 2.200 lavoratori che avrebbero perso il posto nel settore del volo ai 5 mila occupati a terra", sottolinea Bonanni, "non credo che si andra' oltre questa cifra totale"
Si ma di fatto i sindacati lo accetteranno un piano che prevede 7000 esuberi?:rolleyes:
Con Air france mi pare di no, poi certo se il governo tratta sottobanco la ricollocazione di questi nmila esuberi in qualche struttura statale/parastatale: poste, trenitalia o dove volete...... allora è un altro par di maniche come si dice a casa mia.:O
Anche perchè parliamoci chiaro: aziende davvero private che vogliano farsi carico di questi qui non è detto che ce ne siano, se non altro per via del fatto che un'azienda privata di solito, attua un processo di selezione del personale, e per figure davvero necessarie alla produttività dell'azienda stessa, non certo per fare un favore a un qualunque pincopallino:rolleyes:
Quindi è già bello che fallito il piano fenice:rolleyes:
I sindacati non daranno mai il consenso per 7000 esuberi.... se non altro per un discorso di coerenza visto che con AF hanno fatto il diavolo a quattro:O
Senza contare le molte altre ombre....e le poche luci che aleggiano su questo piano di rinascita.:rolleyes:
Secondo me invece se piazzano 7000 dei loro ovini iscritti, a spese dei coglioni cittadini contribuenti comuni, sono contenti e firmano. E poi magari dietro le quinte ci mangia pure qualche loro leader. Scommettiamo?
1 mese fa lo stesso sindacalista affermava, tra li atlre cose, che 4/5000 esuberi erano gestibili, “basta che ci siano gli ammortizzatori sociali adeguati"
Secondo me invece se piazzano 7000 dei loro ovini iscritti, a spese dei coglioni cittadini contribuenti comuni, sono contenti e firmano. E poi magari dietro le quinte ci mangia pure qualche loro leader. Scommettiamo?
Hai già vinto e sono d'accordo con te, il discorso che facevo io è che il sindacato non accetterà per gli esuberi solo gli ammortizzatori sociali in un'ottica di paracadute del tipo: "ti dò 7 anni di cassa integrazione e se in quel periodo non trovi un nuovo lavoro 'azzi tuoi!!!":rolleyes:
Minimo pretenderà la ricollocazione degli esuberi in enti parastatali o statali, e nel mentre che il governo li ricolloca a questi dovrà esser corrisposto il giusto mantenimento perchè d'altronde sò padri di famiglia.
Quando c'è gente precaria da una vita, e gente ritrovatasi a 50 anni per strada ma con la sfiga di non essere ex Alitalia.........e che quindi può anche schiattare:muro: :muro:
Fonte Ansa
ROMA, 29 AGO - Al 31 luglio l'indebitamento del gruppo Alitalia e' salito a 1,172 miliardi di euro, con un aumento di 57 milioni rispetto a fine giugno. Il dato non tiene conto del prestito ponte di 300 milioni ottenuto dal governo perche' portato 'ad incremento del patrimonio netto'. La liquidita', come comunica la compagnia, considerando disponibilita' e crediti finanziari a breve, e' scesa a 314 milioni, in calo di 61 milioni.
_______
Fatemi capire sono rimasti con 314 milioni di € (o 14 senza contare i 300 del prestito? ) di liquidi....???
1,172 MILIARDI di €,,,,quanto sono??:stordita: :mbe: :confused:
Chi cavolo li deve risanare:mbe:
La nuova società sana, di quanto disporrà in dindi??:mbe:
svarionman
29-08-2008, 18:35
Fonte Ansa
ROMA, 29 AGO - Al 31 luglio l'indebitamento del gruppo Alitalia e' salito a 1,172 miliardi di euro, con un aumento di 57 milioni rispetto a fine giugno. Il dato non tiene conto del prestito ponte di 300 milioni ottenuto dal governo perche' portato 'ad incremento del patrimonio netto'. La liquidita', come comunica la compagnia, considerando disponibilita' e crediti finanziari a breve, e' scesa a 314 milioni, in calo di 61 milioni.
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Fatemi capire sono rimasti con 314 milioni di € (o 14 senza contare i 300 del prestito? ) di liquidi....???
1,172 MILIARDI di €,,,,quanto sono??:stordita: :mbe: :confused:
Chi cavolo li deve risanare:mbe:
La nuova società sana, di quanto disporrà in dindi??:mbe:
Secondo te? Io inizio a chinarmi a 90.
Insomma, fatemi capire, questa bad company che accoglierà tutti i debiti e il marciume di Alitalia (e di AirOne), sarà poi assorbita dallo stato che dovrà poi accollarsene gli oneri?
E pensare che Airfrance era invece disposta ad accollarsi tutto.Viva il libero mercato....
'nzomma
Intervistato da l'Espresso, il sindacalista spiega che nel piano dell'advisor Intesa "non credo che ci saranno piu' esuberi" rispetto a quelli previsti da Air France-Klm. "Semplicemente, con i francesi il loro numero sembrava inferiore perche' loro si sarebbero presi solo la polpa di Alitalia. Per fare i conti correttamente bisogna sommare i 2.200 lavoratori che avrebbero perso il posto nel settore del volo ai 5 mila occupati a terra", sottolinea Bonanni, "non credo che si andra' oltre questa cifra totale"
e qual'è la differenza con il piano della cordata miracolosa dei grandi imprenditori italiani? :stordita: :stordita: :stordita:
allora ...fatemi capire...:
a me dispiace per chi sarebbe dovuto essere mandato a spasso ( e parlo da praticamente disoccupato) ma se sono state assunte persone "a ufo" ( le nuove barzellette erano del tipo "quanti dipendenti ali**** servono per avvitare una lampadina?---almeno 10...) non trovo giusto che vengano tutelate...eh che caz..tanto alla fine chi paga siamo sempre noi.DOVEVA FALLIRE come tutte le piccole imprese che non ce la fanno e dovevano essere puniti i responsabili del fallimento...
e poi pa**era e fanto**i per il risanamento........ma ti prego la prossima volta "chi chiamerai... ghostbusters "
questo mio non vuole essere un discorso schierato (anche quelli della sx non hanno saputo fare nulla) ma sono stufo di "prenderlo dove non batte il sole"
Sir.Jerry
30-08-2008, 11:25
Era migliore l'offerta francese...
w la France! :D
Ringrazio il presidente del consiglio mi ha dato un motivo in più per non votarlo! :)
dantes76
30-08-2008, 11:39
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/intervista-colaninno/intervista-colaninno.html
Parla il presidente della cordata che prenderà la nuova Compagnia
"Non sono Mago Merlino, l'azienda si può salvare solo così"
"Non ci regalano Alitalia
un dovere accettare questa sfida"
"In politica non la penso come Berlusconi, ma non posso autosospendermi
Trattiamo con Air France e con Lufthansa, una delle due è indispensabile"
di EZIO MAURO
"Non ci regalano Alitalia un dovere accettare questa sfida"
Roberto Colaninno
"COME sto? Glielo dico subito. Sto studiando le carte giorno e notte e l'ultima cosa che vorrei fare è mettermi a chiacchierare perché qui prima di pensare a volare - in tutti i sensi - bisogna chinare la testa e lavorare sodo. Ma sento girare un po' di cose che non capisco o che magari capisco anche, ma che non mi convincono. E allora, se vuole, le spiego perché sto allacciando le cinture e mi imbarco con l'Alitalia".
Roberto Colaninno è il numero uno della cordata che prenderà in mano ciò che resta di Alitalia e appoggiandosi ad un grande vettore europeo (Air France o Lufthansa), la traghetterà in una nuova compagnia aerea libera dai debiti e dagli esuberi, scaricati sullo Stato e sul contribuente. Un'operazione che molti giudicano spericolata dal punto di vista finanziario, spregiudicata davanti alle norme europee e anche semplicemente alle regole capitalistiche di mercato: voluta e benedetta da Berlusconi, che ha chiuso la porta in faccia all'ipotesi di acquisto da parte di Air France, parlando di "svendita" e "colonizzazione". Che ci fa qui Colaninno, che vota a sinistra e crede nel mercato, al punto da scalare un gigante come Telecom fino alla vetta, risanare Piaggio quand'era in mezzo ai guai, puntare addirittura alla Fiat quando tutti la davano per fallita? Si è convertito anche lui, non dal punto di vista politico ma da quello capitalistico, passando dal mercato libero e selvaggio al recinto protetto e garantito del potere berlusconiano? Ecco le sue risposte.
Dunque, Colaninno, che ci fa lei sull'aereo Alitalia? Un'operazione di potere?
"Mi dica lei: davanti a una sfida imprenditoriale coi controfiocchi, dovevo starmene a casa solo perché l'ha proposta Berlusconi e io non la penso come lui? E poi? La sera andiamo tutti insieme al bar, sospiriamo, lanciamo qualche maledizione per la sorte del Paese, e ce ne torniamo a casa, senza fare niente? Mani pulite, ma immobili, anzi inutili. E io dovrei fare l'imprenditore in questo modo, in pratica autosospendendomi? Grazie, ma questo ragionamento non mi convince, e non ci sto".
E qual è invece il ragionamento che l'ha convinta a muoversi?
"Provo a dirlo in modo semplice: la responsabilità. Se fai l'imprenditore, una sfida come questa ti chiama, come un dovere. La proposta è di Berlusconi? Ma lui è il capo del governo, e al governo l'hanno mandato gli italiani. Delle due l'una: o vado via da questo Paese, o ci rimango e provo a fare la mia parte, quel che so fare e che mi piace anche. Naturalmente la responsabilità non si ferma qui, ma mi impone di fare le cose secondo la mia etica e i miei ideali. Ha capito? Miei, non di altri. Vorrei essere giudicato su questo, anche negli errori che farò. Non lo so, magari mi sbaglio, ma sono convinto che se tutti ragionassimo così il Paese si tirerebbe fuori dai pasticci".
E perché la responsabilità dell'imprenditore scatta proprio per Alitalia?
"Perché si chiama come il mio Paese, è un servizio pubblico, ha ventimila dipendenti, è una rete della modernità. Santo Dio, è una partita che non possiamo permetterci di perdere, tutti insieme".
Ma è una partita che si gioca con strane regole costruite su misura per voi, non le pare?
"Senta, spero che a nessuno venga in mente che qui ci stanno regalando qualcosa, prima di tutto perché nessuno mi ha mai regalato niente, e poi perché il rischio è grosso così...".
Ma lei può dimenticare che c'era un'altra opzione in campo, quella di Air France, con costi minori per il contribuente e più rispetto per il mercato?
"Lo so benissimo. Ma chi è stato eletto al governo ha deciso diversamente, per una sua strategia a cui certo io non ho contribuito, e che tra l'altro gli sta portando consensi. Non è affar mio il consenso, non dovrei neanche parlarne. Diciamo che ci siamo trovati con questo quadro davanti, e nient'altro. Mi capisce bene? Nient'altro. Alitalia, così com'è, non se la compra nessuno".
Attento, perché così lei sembra dar ragione a quelli che parlano del vostro piano come di una "bufala". Cosa risponde?
"Ho detto che nessuno compra Alitalia così com'è. E ho detto la verità. Ma a certe condizioni il signor Spinetta, che mi descrivono come un manager molto avveduto e molto capace, l'avrebbe comprata, eccome. Trovava conveniente prenderla a condizioni meno facili di quelle odierne. Allora vuol dire che la bufala fa il latte".
Ma lei, come imprenditore e come cittadino, giudica più serio il piano Spinetta o il progetto Berlusconi?
"Come imprenditore, ma anche come cittadino, rispetto il ruolo della politica, che deve definire il campo di gioco. Io posso decidere se mi conviene giocare o no, e se mi interessa. Ho detto di sì. Altrimenti, davanti ad una sfida che mi attirava, se avessi detto di no per ragioni che stanno tutte fuori dal mio mestiere mi sarei sentito un fariseo. Ma insomma, posso fare l'imprenditore come un semaforo, guardando il colore, se è rosso mi fermo e se è verde passo? No, se la cosa mi convince, appena è giallo io passo. E ripeto: ho un mio modo (una deontologia, un'etica, la chiami come vuole) di intendere l'impresa e il mio ruolo, giudicatemi da questo".
Va bene, ma la sua etica da imprenditore non ha niente da dire sul fatto che tutto il rosso di Alitalia - uomini e debiti - si scarichi sullo Stato, come ai bei tempi democristiani dell'Efim?
"Mi scusi, ma lei sa dirmi come possiamo salvare questa azienda se non si fa così? Io, con tutta la buona volontà, non sono mica mago Merlino. Qui l'azienda è cotta, non c'è più, non c'è più niente. Con il kerosene a 200 dollari a barile, come li fa volare gli aerei? Provi lei a fare un giornale senza carta e senza inchiostro. Alitalia è finita, e non è colpa mia, e per la verità nemmeno di Berlusconi o di Prodi".
Ma mi spiega perché bisogna concedere un'eccezione clamorosa a tutte le regole per voi e non per altri imprenditori e altre imprese?
"C'è un'altra strada. Dire "me ne frego". Vede, l'ho sentito dire tante volte, e solo in questo Paese, stranamente. Me ne frego che i telefoni italiani diventino spagnoli, che l'auto finisca in mani americane, che non ci sia più una compagnia di bandiera. Ma chi se ne frega, in realtà, non è capace a fare quello che dovrebbe fare, è uno sconfitto. Possibile che dobbiamo sempre fare il contrario di quel che fa il mondo? Io dico, proviamoci, a ogni costo. Il caso Fiat dimostra che si può fare. E lei sa che io ne ero convinto, quando tutti, appunto, se ne fregavano".
Tra i costi, c'è lo scarico del rosso sullo Stato: perché il cittadino dovrebbe pagare?
"Perché avrebbe qualcosa che gli serve in cambio, e che serve a rendere il Paese più moderno. Una compagnia aerea efficiente, in un sistema aeroportuale funzionale, in una rete di trasporti razionale. L'Italia può forse farne a meno? E poi, il problema è riprendere Alitalia per i capelli dall'abisso, e riportarla nel mercato. Una volta arrivata lì, coi piedi all'asciutto, lavoreremo secondo le leggi di mercato, com'è evidente. Ma per arrivarci, non c'è altra strada, perché non ci sono risorse. E gli aeroplani a pedali non li hanno ancora inventati".
E lei, perché si affaccia su quell'abisso, e non si tiene stretto il successo della Piaggio?
"Perché ho ottima salute, finché Dio me la mantiene, e allora posso fare quel che mi piace, seguire la mia vocazione. In barca non vado, al casinò nemmeno. Cos'altro dovrei fare? La natura imprenditoriale, ridotta all'osso, è tutta qui: costruire qualcosa, o ricostruire qualcos'altro".
Ma quello spirito imprenditoriale non si ribella almeno un po' nel vedere che nel piano di rilancio c'è di fatto la sospensione dell'Antitrust per i voli Milano-Roma della nuova compagnia che in sostanza assorbirà AirOne con Alitalia e cioè abolirà la concorrenza?
"Antitrust vuol dire concorrenza per servizi migliori a prezzi più bassi. Ma non contiamoci balle: la concorrenza vera nei voli aerei la fai solo se hai certe dimensioni, se no scompari. Dunque, sarò sfacciato, ma le dico che non credo ad un cielo concorrenziale solcato da tante piccole compagnie, ma ad una robusta concorrenza tra pochi vettori grandi e solidi".
Ma così dicendo autorizza di fatto lo Stato a rendere la nuova Alitalia concorrenziale con la sospensione delle regole, mentre le altre compagnie hanno raggiunto la loro dimensione attraverso le regole e il mercato: non le pare un'altra anomalia pesante?
"Senta, Air France ha l'80 per cento dei voli nazionali in Francia, Lufthansa il 90 per cento in Germania, Iberia l'80 in Spagna. E quando lei atterra a Francoforte, sullo schermo le indicano tutte le coincidenze e tutte le connessioni possibili. Cioè si occupano dei passeggeri sia quando sono in volo, sia quando tornano a terra. Voglio dire che la concorrenza si fa a livello di sistema: aerei, certo, ma anche aeroporti, infrastrutture per arrivarci e per tornare a casa. Con l'alta velocità sui treni, ci accorgeremo presto che il concetto di concorrenza è un po' più largo della vecchia coppia Alitalia-AirOne".
Ma tutto questo, non poteva essere garantito quattro mesi fa (e con meno costi per lo Stato e meno anomalie per il mercato) da Air France?
"Non tocca a me rispondere. Ma lei è proprio sicuro che un campione nazionale nel sistema aereo non serva? Io le dico che se non ci fosse, il cittadino italiano non avrebbe certi servizi. Noi, con la nuova compagnia aerea nazionale, possiamo interagire con altri sistemi, e anzi possiamo diventare un soggetto di razionalizzazione di tutto l'insieme".
A che cosa sta pensando?
"Alle vere anomalie che nessuno vede, come la mappa degli aeroporti italiani. Lasci stare se sono grandi o piccoli, guardi dove sono: partendo da Ovest, ecco Cuneo, Torino, Genova, Milano, Bergamo, Vicenza, Trieste, Treviso, e dimentico sicuramente qualcosa. Sul versante tirrenico, Genova, Pisa, Roma, Napoli, Reggio, Latina, Palermo, dall'altra Linate, Bergamo, Bologna, Forlì, Pescara, Bari, Brindisi, Lecce... Come si può soddisfare un numero di aeroporti così diffusi e concentrati? E intanto io per partire da Milano quando arrivo da Mantova ci metto quattro ore, parcheggio e attesa compresi"?
E lei pensa di poter razionalizzare questa Italia del campanile aeroportuale?
"Bisogna arrivarci per forza. Per far partire un aereo, bisogna prima avere una base-clienti più larga e più costante, e bisogna rivolgersi ai gestori degli aeroporti, delle autostrade, delle ferrovie per coordinare una gestione che ottimizzi il sistema. E c'è poco da fare, con un campione nazionale, è più facile fare sistema. Mi dica lei: di questo il Paese ha bisogno oppure no? Con tutto il rispetto, non è come vendere caramelle: stiamo parlando del futuro dell'Italia. E se la sfida è questa, un vero imprenditore come fa a starne fuori? E il colore politico di chi comanda, come fa a bloccarti? Sarebbe come se un avvocato non difendesse un imputato che ha idee politiche diverse dalle sue".
Ma la sfida imprenditoriale è ancora tale quando deve piegarsi al protettorato della destra su Malpensa, invece di puntare su un solo hub italiano, come avviene negli altri Paesi?
"Potrei dirle che è politico o ideologico anche chiudere Malpensa per concentrare tutto a Fiumicino. Ma in realtà le dico che è superficiale. Si faccia un'analisi geofisica del Paese, con tutte quelle montagne. Guardi le città, capirà subito che dietro Milano e Roma non c'è il bacino di Parigi o di Londra. Bisogna lavorare sui due poli, con un bacino strategico molto più largo, uno per tutto il Nord, l'altro per il Centro e il Sud".
Non dipenderà anche dall'alleato? Lei è per Air France o Lufthansa?
"Ho le mie idee, ma almeno su questo sto zitto. Stiamo trattando con entrambi, e vanno alla stessa velocità. Uno dei due ci serve, è indispensabile".
E se uno dei due dicesse vengo, ma solo per comandare?
"Non se ne parla nemmeno. Questo è chiaro a tutti".
Vuol dire che comanderà lei?
"Se comandare vuol dire guidare, sì. Guiderò io. Poi certo avrò un amministratore delegato".
Tratta lei anche con i partner stranieri?
"Non direttamente. Ma ancora una volta mi trovo a negoziare con società non italiane in condizioni di inferiorità. Siamo sempre i più piccoli, sempre svantaggiati. Questo mi fa girare le scatole. Certo, oggi siamo a zero, e sto zitto. Ma tra cinque anni non sarà più così, vedrà".
Cosa glielo fa dire?
"Il mercato che abbiamo alle spalle. E' straordinario: il quarto in Europa e il settimo o ottavo nel mondo. Ecco un modello perfetto per chiudere il nostro discorso: quel mercato, unito alla nostra vocazione imprenditoriale, spiega la sfida capitalistica moderna più di tante parole".
C'è ancora una cosa da spiegare: quella vocazione imprenditoriale, non è in contraddizione aperta con l'idea di scaricare gli esuberi alle Poste?
"E va bene, se vuole proprio saperlo dentro di me la contraddizione la sento. E non mi piace. Ma mi dica lei, è sicuro che saremmo tutti più tranquilli e contenti se in Italia ci fossero cinquemila disoccupati? Potremmo farci carico a cuor leggero della loro frustrazione? O siamo davvero tutti pronti a pagare più tasse per mantenerli? Se il sistema non soddisfa in termini economici questa richiesta di lavoro, cosa diciamo? Dovete morire di fame"?
Ma non le viene in mente che a queste condizioni d'eccezione tutti sarebbero capaci di vincere la sfida?
"E che lo facciano allora, che vengano. Non è che qui ci sia una cosca che si divide protezioni e benefici. Diciamola tutta una buona volta: non ho avuto benefici nemmeno a Telecom, non ho partecipato alle privatizzazioni, ho fatto un'opa pagando le azioni alle vedove irlandesi e ai professori dei fondi di Los Angeles. E non ho pagato tangenti, lo ripeterò fino alla morte. Come qua: nessun privilegio, solo responsabilità".
Con l'utile garantito della vendita tra qualche anno dell'azienda risanata, utile per voi privati, debiti per lo Stato: non è un privilegio?
"Dello Stato abbiamo già parlato. Quanto ai privati, che vendano secondo convenienza fa parte della logica di mercato. Non sfruttiamo il pubblico, cogliamo un'opportunità di mercato, ma attenzione: il risultato sarà dato da quell'opportunità più le nostre capacità e il nostro impegno. Colgo una sfida, mi metto in gioco, seguo la mia etica e pago le tasse. Se a un certo punto vendo perché mi conviene, mi dica, perché no"?
E cosa risponde a chi dice che Berlusconi ha convertito Colaninno?
"Che non è vero. Resto delle mie idee, mi riconosco nella sinistra riformista. Ma so separare il cittadino che giudica e l'imprenditore che agisce. Li ricongiungo nell'etica della responsabilità e dormo tranquillo".
Un'ultima domanda: cosa le ha detto dell'operazione Alitalia suo figlio Matteo, ministro ombra dell'Industria del Pd, che sta all'opposizione di Berlusconi?
"Lui critica le idee di Berlusconi, e io lo rispetto. Lui rispetta me come imprenditore. Andiamo avanti così, e ci vogliamo bene".
( 29 agosto 2008)
ah quindi Colaninno fa un piacere alla nazione?
Stiamo rasentando il metafisico,ormai nel ridicolo ci siamo già da un pezzo
La cordata preannunciata da Berlusconi in campagna elettorale dopo tanti mesi è finalmente realtà. Voglio segnalare, affinché tutti li conoscano, un breve profilo di alcuni tra i “capitani coraggiosi” che piloteranno Alitalia fuori della crisi.
Roberto Colaninno
Da manager diventa imprenditore senza capitali. Conquista Telecom facendo debiti. Insieme a Gnutti e Consorte non hanno soldi necessari, ma agganci politici: le banche concedono mega prestiti milionari e con un sistema di scatole cinesi conquistano il 51% di Telecom. Hopa (controllata al 51% da Colaninno e Gnutti, con dentro Monte dei Paschi di Siena, Unipol e Fininvest, nel miglior spirito bipartisan) possiede il 56,6% di Bell (oscura società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo). Bell controlla il 13,9% di Olivetti, che possiede il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. Praticamente Colaninno e soci controllano Telecom detendone solo il 1,5%. C’è il dubbio che il controllo di Bell su Olivetti sia avvenuto per effetto di notizie riservate di Colaninno (reato di incidere trading, che tuttavia la Consob non ha accertato). Il Financial Times parla di “rapina in pieno giorno”. Telecom viene gestita così bene che dopo due anni affoga nei debiti, ma Colaninno riesce a venderla a Tronchetti Provera (Pirelli) e a Benetton, con una plusvalenza di 1,5 miliardi di Euro (praticamente esentasse). Naturalmente i veri sconfitti sono i piccoli azionisti della società. Nel 2005 la Consob lo condanna al pagamento di una sanzione per conflitto d’interessi.
Marco Tronchetti Provera
Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla società (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.
Carlo Toto
Parte dall’azienda di famiglia, la Toto costruzioni, che sotto la sua guida di Carlo negli anni '60 non perde una commessa da amministrazioni pubbliche (come le Ferrovie) ed enti locali abruzzesi. Carlo Toto è di casa all'Anas e piano piano passa dai semplici rifacimenti stradali alla costruzione di ponti, gallerie e corsie. Tutto fila liscio fino al 1981, quando lo arrestano con un funzionario Anas in una delle poche indagini pre-mani pulite. L'accusa per falso riguarda l'appalto del ponte sul fiume Comano (crollato nel giugno del 1980). Nel 1988 arriva la condanna in appello con i benefici di legge. Patteggia 11 mesi di condanna per le mazzette pagate per l'appalto di un mega-parcheggio. Nel giugno ‘94 comprò il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto finì per firmare un preziosissimo accordo di partnership - era il 2000 - con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali «trascurate» da Alitalia. Quando tuttavia Toto si propone come acquirente di Alitalia, le banche che avrebbero dovuto sborsare 2 miliardi di euro, manifestano scarsa fiducia nell’operazione. Vanta una grande amicizia con il segreterio generale della Cisl Bonanni, uno di quelli che ha detto "no" all'accordo con Air France.
Francesco Bellavista Caltagirone
Lo troviamo socio di Hopa, sembra con i finanziamenti erogati dalla ex Popolare Lodi alla società off shore Maryland, utilizzata in passato anche per comprare Rcs e titoli della stessa Popolare Lodi. Risulta indagato nell' inchiesta sull' aggiotaggio Antonveneta. Insieme a Sergio Billè (già Presidente di Confcommercio) risulta coinvolto nelle vicende che riguardano il “furbetto del quartierino” Stefano Ricucci.
Gilberto Benetton
Partecipa con Tronchetti Provera all’operazione Telecom, acquistata da Colaninno. Nel 1999 acquista l’altra grande azienda pubblica privatizzata, cioè la società Autostrade. Anche in questo caso l’operazione avviene attraverso il debito, che poi dovrebbe essere pagato dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” (Autostrade appunto). Nel 2005 la società insieme ad Argofin di Marcellino Gavio entra in Impregilo, alla vigilia della gara per il Ponte di Messina.
Marco Fossati
La Star è l’azienda storica della famiglia. La finanziaria Findim entra nel giro Telecom, quando Tronchetti Provera lascia. Si dichiara convinto che la società nei prossimi due anni migliorerà fortemente. Si fa portatore di un piano alternativo per il rilancio Telecom, che prevede l’ingresso nella società di Mediaset. Per convincere Silvio Berlusconi, Fossati ha addirittura portato Alierta (della spagnola Telefonica socia di telecom) ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma intanto il titolo scende.
Marcellino Gavio
I suoi successi “autostradali” prendono le mosse dai rapporti politici, in particolare con il Partito Socialdemocratico di Romita e Nicolazzi. All’epoca del Ministro Prandini (pluricondannato) ottiene mille miliardi di appalti pubblici. Nel 1992 il suo amministratore delegato Bruno Binasco è stato imputato in processi per corruzione (è stato infine condannato insieme a Primo Greganti per finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito dei processi di Mani Pulite). Su di lui nel 1992 fu spiccato un mandato di cattura, per presunte tangenti a Gianstefano Frigerio, segretario regionale DC, riguardo l'appalto per l'allargamento della Milano-Genova. Gavio si rifugiò all'estero, a Montecarlo, fino al settembre '93, fino a quando decise di presentarsi ai giudici di Milano, dove si salvò grazie alle solite prescrizioni. Interessanti le intercettazioni con il Ministro Lunari ed Emilio Fede: dimostrano il suo metodo di lavoro. Risulta indagato, insieme a Ugo Martinat, nelle vicende della Torino-Lione. Attraverso Argofin controlla un terzo di Impregilo, in cui entra poco prima dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Ligresti
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta Mani Pulite e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Speculatore su aree edificabili, di lui si sa che passava le mazzette direttamente a Craxi propria manu e che è stato più volte salvato dalle grandi banche, prone la potere politico. Il suo ex rivale in affari Berlusconi lo nomina nel luglio 2004 amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera, guarda caso. Insieme a Gavio e Benetton è socio di Impregilo, coinvolta nella vicenda dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Mancuso
Nel 2007 la sua nomina alla Presidenza del Banco di Sicilia, con il consenso di Totò Cuffaro e le congratulazioni di Francesco Musetto, viene salutata come un evento. Ma di li a poco dovrà dimettersi. Ma il suo fondo Equinox, con sede in Lussemburgo, è presente in molte operazioni discutibili. Così Mittel, finanziaria guidata da Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo), e il fondo Equinox di Salvatore Mancuso hanno sottoscritto un accordo con Banca Mps e Banco Popolare, creditrici di Fingruppo, per liquidare in bonis Hopa, la società della galassia del finanziere bresciano Emilio Gnutti - finito in disgrazia in seguito alla calda estate dei furbetti del quartierino, anno 2005, quando fu coinvolto nella vicenda giudiziaria delle scalate bancarie e delle intercettazioni telefoniche - e degli imprenditori a lui vicini. Qualche giorno prima di partecipare alla cordata Alitalia acquista il 65% di Air Four, compagnia aerea executive con sede a Milano.
Claudio Sposito
E’ uno degli uomini chiave del salvataggio di Fininvest dal fallimento all’inizio deglia anni ’90. All’epoca operava come plenipotenziario italiano per conto della banca d’affari Morgan & Stanley ed il rapporto con Berlusconi divenne così solido che nel 1998 diventerà amministratore delegato di Fininvest. Nel 2003 ritroviamo Sposito ed il suo fondo Clessidra ad operare con Gnutti, Presidente di Hopa, con l’intervento di Mediobanca. Sposito controlla oggi ADR, che gestisce gli aeroporti di Roma.
Emilio Riva
E’ il re italiano dell’acciaio. Non è sconosciuto alla giustizia, che lo ha condannato per il reato di inquinamento della Ilva Siderurgica prima a Genova e ora a Taranto. Inoltre nel 2006 veniva riconosciuto colpevole di frode processuale e tentata violenza privata nei confronti di numerosi dipendenti di Taranto. Pene mai scontate grazie ai vari indulti e sconti. Il suo metodo di lavoro è la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite: In una lettera al Governo del 14 dicembre Emilio Riva avverte che l'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica comporterebbe "la necessità di fermare parte significativa degli impianti in uso. Il personale - afferma - colpito da tali riduzioni non potrebbe essere inferiore, anche nell'ipotesi più conservativa, alle quattromila unità".
Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti? Molti di loro sono Cavalieri del Lavoro. Nel sito ufficiale si legge che “Gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l'élite imprenditoriale del paese e che “L'Ordine al "Merito del Lavoro" premia l'insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese”. Complimenti!
C’è qualcuno che si aspetta che imprenditori siano mossi dall’intento di rendere un servizio alla collettività?
C’è qualcuno che non pensa che, comunque vadano le cose, alla fine usciranno dalla vicenda con la loro brava e ingente plusvalenza?
Antonio Borghesi - IdV (http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/economia/alitalia_i_capitano_coraggiosi.php)
John Cage
30-08-2008, 15:36
Secondo il quotodiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung il piano Alitalia è uno scandalo:
Alitalia: Frankfurter Allgemeine, salvataggio scandalo
30 agosto 2008 alle 13:27 — Fonte: repubblica.it
voti
— 2 commenti
Il piano governativo di salvataggio di Alitalia è “insolente” e rappresenta “uno scandalo di dimensioni europee”.
Lo scrive oggi in un lungo fondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo il quale il risanamento della compagnia di bandiera italiana “si fa beffe di tutte le regole del mercato”. Il giornale spiega che la soluzione scelta dal governo italiano “non ha nulla a che vedere con i principi della concorrenza”, con il risultato che i clienti della nuova compagnia avranno “un servizio peggiore a prezzi più elevati”. Dopo aver ricordato che fino al 2002 Alitalia ha ricevuto 1,4 miliardi di euro di sovvenzioni statali, a cui si sono aggiunti altri crediti nel 2005 e nel 2008, “registrati alla fine sui libri contabili come capitale proprio”, la ‘Faz’ rileva che il piano di privatizzazione attuale è ancora “più insolente”, poiché intende “separare la parte migliore della compagnia, per assegnarla ad un prezzo di favore ad un nuovo consorzio di imprenditori, mentre ad occuparsi del marcio restante sarà lo Stato italiano”.
Il giornale sottolinea che con la prevista fusione tra Alitalia ed Air One la concorrenza sul piano interno viene “limitata per decreto del governo”. Per evitare poi che in futuro ai milanesi venga in mente di volare in America con una compagnia straniera, partendo da Linate per Francoforte o Londra, “il governo intende semplicemente vietare tali collegamenti. I milanesi devono essere costretti ad andare tutti nel lontano aeroporto di Malpensa, dove Alitalia ha collegamenti con l’America”. Secondo la ‘Faz’, il piano di salvataggio di Alitalia deciso dal governo “ricorda molto un modo di agire che nel codice è descritto come ‘bancarotta fraudolenta’: le parti di valore vengono cedute, ma i debiti, i lavoratori in esubero e gli altri problemi vengono mantenuti e per evitare che non ne derivi un nuovo scandalo, lo Stato italiano deve pagare tutti i conti”.
Questi pagamenti, sostiene il giornale di Francoforte, “non sono altro che una nuova gigantesca sovvenzione alla vecchia Alitalia o al nuovo monopolista aereo italiano, uno scandalo di altro tipo in una dimensione europea”. La ‘Faz’ conclude che per la Commissione europea non sarà facile “impedire questi eccessi, in quanto l’incarico di Commissario ai Trasporti è in mani italiane, vale a dire in quelle di Antonio Tajani, ex portavoce governativo di Berlusconi”.
http://news.kataweb.it/item/484798/dettaglio
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/alitalia-sacconi/alitalia-sacconi.html
Non c'è male.
Ancora una volta, complimenti Silvio.
:rolleyes:
D'altra parte Tremonti l'ha detto che il libero mercato e la concorrenza ormai sono cose antiquate.... :stordita:
Ma poveri imprenditori! I Campioni della nostra economia-finanza-industria! Oltre ad immolarsi per noi anche gli sberleffi di quei commies di allgemeine!
Secondo il quotodiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung il piano Alitalia è uno scandalo:
Alitalia: Frankfurter Allgemeine, salvataggio scandalo
30 agosto 2008 alle 13:27 — Fonte: repubblica.it
voti
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Il piano governativo di salvataggio di Alitalia è “insolente” e rappresenta “uno scandalo di dimensioni europee”.
Lo scrive oggi in un lungo fondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo il quale il risanamento della compagnia di bandiera italiana “si fa beffe di tutte le regole del mercato”. Il giornale spiega che la soluzione scelta dal governo italiano “non ha nulla a che vedere con i principi della concorrenza”, con il risultato che i clienti della nuova compagnia avranno “un servizio peggiore a prezzi più elevati”. Dopo aver ricordato che fino al 2002 Alitalia ha ricevuto 1,4 miliardi di euro di sovvenzioni statali, a cui si sono aggiunti altri crediti nel 2005 e nel 2008, “registrati alla fine sui libri contabili come capitale proprio”, la ‘Faz’ rileva che il piano di privatizzazione attuale è ancora “più insolente”, poiché intende “separare la parte migliore della compagnia, per assegnarla ad un prezzo di favore ad un nuovo consorzio di imprenditori, mentre ad occuparsi del marcio restante sarà lo Stato italiano”.
Il giornale sottolinea che con la prevista fusione tra Alitalia ed Air One la concorrenza sul piano interno viene “limitata per decreto del governo”. Per evitare poi che in futuro ai milanesi venga in mente di volare in America con una compagnia straniera, partendo da Linate per Francoforte o Londra, “il governo intende semplicemente vietare tali collegamenti. I milanesi devono essere costretti ad andare tutti nel lontano aeroporto di Malpensa, dove Alitalia ha collegamenti con l’America”. Secondo la ‘Faz’, il piano di salvataggio di Alitalia deciso dal governo “ricorda molto un modo di agire che nel codice è descritto come ‘bancarotta fraudolenta’: le parti di valore vengono cedute, ma i debiti, i lavoratori in esubero e gli altri problemi vengono mantenuti e per evitare che non ne derivi un nuovo scandalo, lo Stato italiano deve pagare tutti i conti”.
Questi pagamenti, sostiene il giornale di Francoforte, “non sono altro che una nuova gigantesca sovvenzione alla vecchia Alitalia o al nuovo monopolista aereo italiano, uno scandalo di altro tipo in una dimensione europea”. La ‘Faz’ conclude che per la Commissione europea non sarà facile “impedire questi eccessi, in quanto l’incarico di Commissario ai Trasporti è in mani italiane, vale a dire in quelle di Antonio Tajani, ex portavoce governativo di Berlusconi”.
http://news.kataweb.it/item/484798/dettaglio
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/alitalia-sacconi/alitalia-sacconi.html
Non c'è male.
Ancora una volta, complimenti Silvio.
:rolleyes:
D'altra parte Tremonti l'ha detto che il libero mercato e la concorrenza ormai sono cose antiquate.... :stordita:
Incredibile. Quanto mi fanno schifo. :Puke:
DvL^Nemo
30-08-2008, 16:23
Secondo il quotodiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung il piano Alitalia è uno scandalo:
Alitalia: Frankfurter Allgemeine, salvataggio scandalo
30 agosto 2008 alle 13:27 — Fonte: repubblica.it
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Il piano governativo di salvataggio di Alitalia è “insolente” e rappresenta “uno scandalo di dimensioni europee”.
Lo scrive oggi in un lungo fondo il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, secondo il quale il risanamento della compagnia di bandiera italiana “si fa beffe di tutte le regole del mercato”. Il giornale spiega che la soluzione scelta dal governo italiano “non ha nulla a che vedere con i principi della concorrenza”, con il risultato che i clienti della nuova compagnia avranno “un servizio peggiore a prezzi più elevati”. Dopo aver ricordato che fino al 2002 Alitalia ha ricevuto 1,4 miliardi di euro di sovvenzioni statali, a cui si sono aggiunti altri crediti nel 2005 e nel 2008, “registrati alla fine sui libri contabili come capitale proprio”, la ‘Faz’ rileva che il piano di privatizzazione attuale è ancora “più insolente”, poiché intende “separare la parte migliore della compagnia, per assegnarla ad un prezzo di favore ad un nuovo consorzio di imprenditori, mentre ad occuparsi del marcio restante sarà lo Stato italiano”.
Il giornale sottolinea che con la prevista fusione tra Alitalia ed Air One la concorrenza sul piano interno viene “limitata per decreto del governo”. Per evitare poi che in futuro ai milanesi venga in mente di volare in America con una compagnia straniera, partendo da Linate per Francoforte o Londra, “il governo intende semplicemente vietare tali collegamenti. I milanesi devono essere costretti ad andare tutti nel lontano aeroporto di Malpensa, dove Alitalia ha collegamenti con l’America”. Secondo la ‘Faz’, il piano di salvataggio di Alitalia deciso dal governo “ricorda molto un modo di agire che nel codice è descritto come ‘bancarotta fraudolenta’: le parti di valore vengono cedute, ma i debiti, i lavoratori in esubero e gli altri problemi vengono mantenuti e per evitare che non ne derivi un nuovo scandalo, lo Stato italiano deve pagare tutti i conti”.
Questi pagamenti, sostiene il giornale di Francoforte, “non sono altro che una nuova gigantesca sovvenzione alla vecchia Alitalia o al nuovo monopolista aereo italiano, uno scandalo di altro tipo in una dimensione europea”. La ‘Faz’ conclude che per la Commissione europea non sarà facile “impedire questi eccessi, in quanto l’incarico di Commissario ai Trasporti è in mani italiane, vale a dire in quelle di Antonio Tajani, ex portavoce governativo di Berlusconi”.
http://news.kataweb.it/item/484798/dettaglio
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/economia/alitalia-24/alitalia-sacconi/alitalia-sacconi.html
Non c'è male.
Ancora una volta, complimenti Silvio.
:rolleyes:
D'altra parte Tremonti l'ha detto che il libero mercato e la concorrenza ormai sono cose antiquate.... :stordita:
FORZA COSI' !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La cordata preannunciata da Berlusconi in campagna elettorale dopo tanti mesi è finalmente realtà. Voglio segnalare, affinché tutti li conoscano, un breve profilo di alcuni tra i “capitani coraggiosi” che piloteranno Alitalia fuori della crisi.
Roberto Colaninno
Da manager diventa imprenditore senza capitali. Conquista Telecom facendo debiti. Insieme a Gnutti e Consorte non hanno soldi necessari, ma agganci politici: le banche concedono mega prestiti milionari e con un sistema di scatole cinesi conquistano il 51% di Telecom. Hopa (controllata al 51% da Colaninno e Gnutti, con dentro Monte dei Paschi di Siena, Unipol e Fininvest, nel miglior spirito bipartisan) possiede il 56,6% di Bell (oscura società con sede nel paradiso fiscale del Lussemburgo). Bell controlla il 13,9% di Olivetti, che possiede il 70% di Tecnost, che controlla il 52% di Telecom. Praticamente Colaninno e soci controllano Telecom detendone solo il 1,5%. C’è il dubbio che il controllo di Bell su Olivetti sia avvenuto per effetto di notizie riservate di Colaninno (reato di incidere trading, che tuttavia la Consob non ha accertato). Il Financial Times parla di “rapina in pieno giorno”. Telecom viene gestita così bene che dopo due anni affoga nei debiti, ma Colaninno riesce a venderla a Tronchetti Provera (Pirelli) e a Benetton, con una plusvalenza di 1,5 miliardi di Euro (praticamente esentasse). Naturalmente i veri sconfitti sono i piccoli azionisti della società. Nel 2005 la Consob lo condanna al pagamento di una sanzione per conflitto d’interessi.
Marco Tronchetti Provera
Subentra a Colaninno e lascia nel 2006 dopo aver causato danni disastrosi alla società (il titolo crolla) ed ai piccoli azionisti. Certo anche lui come azionista ci rimette (circa 100 milioni di euro), ma ne incassa 295, tra stipendi e stock options.
Carlo Toto
Parte dall’azienda di famiglia, la Toto costruzioni, che sotto la sua guida di Carlo negli anni '60 non perde una commessa da amministrazioni pubbliche (come le Ferrovie) ed enti locali abruzzesi. Carlo Toto è di casa all'Anas e piano piano passa dai semplici rifacimenti stradali alla costruzione di ponti, gallerie e corsie. Tutto fila liscio fino al 1981, quando lo arrestano con un funzionario Anas in una delle poche indagini pre-mani pulite. L'accusa per falso riguarda l'appalto del ponte sul fiume Comano (crollato nel giugno del 1980). Nel 1988 arriva la condanna in appello con i benefici di legge. Patteggia 11 mesi di condanna per le mazzette pagate per l'appalto di un mega-parcheggio. Nel giugno ‘94 comprò il suo primo Boeing a un fallimento per quattro milioni di dollari. Anche grazie a quel Boeing, che poi fu rimesso a nuovo dalle officine Lufthansa, Toto finì per firmare un preziosissimo accordo di partnership - era il 2000 - con la compagnia tedesca. Al matrimonio con Lufthansa Toto portava una dote ricca: Air One aveva occupato sistematicamente tutte le rotte nazionali «trascurate» da Alitalia. Quando tuttavia Toto si propone come acquirente di Alitalia, le banche che avrebbero dovuto sborsare 2 miliardi di euro, manifestano scarsa fiducia nell’operazione. Vanta una grande amicizia con il segreterio generale della Cisl Bonanni, uno di quelli che ha detto "no" all'accordo con Air France.
Francesco Bellavista Caltagirone
Lo troviamo socio di Hopa, sembra con i finanziamenti erogati dalla ex Popolare Lodi alla società off shore Maryland, utilizzata in passato anche per comprare Rcs e titoli della stessa Popolare Lodi. Risulta indagato nell' inchiesta sull' aggiotaggio Antonveneta. Insieme a Sergio Billè (già Presidente di Confcommercio) risulta coinvolto nelle vicende che riguardano il “furbetto del quartierino” Stefano Ricucci.
Gilberto Benetton
Partecipa con Tronchetti Provera all’operazione Telecom, acquistata da Colaninno. Nel 1999 acquista l’altra grande azienda pubblica privatizzata, cioè la società Autostrade. Anche in questo caso l’operazione avviene attraverso il debito, che poi dovrebbe essere pagato dalla nuova “gallina dalle uova d’oro” (Autostrade appunto). Nel 2005 la società insieme ad Argofin di Marcellino Gavio entra in Impregilo, alla vigilia della gara per il Ponte di Messina.
Marco Fossati
La Star è l’azienda storica della famiglia. La finanziaria Findim entra nel giro Telecom, quando Tronchetti Provera lascia. Si dichiara convinto che la società nei prossimi due anni migliorerà fortemente. Si fa portatore di un piano alternativo per il rilancio Telecom, che prevede l’ingresso nella società di Mediaset. Per convincere Silvio Berlusconi, Fossati ha addirittura portato Alierta (della spagnola Telefonica socia di telecom) ad Arcore appoggiandosi al lavoro diplomatico di Alejandro Agag, genero dell´ex premier spagnolo Aznar ed ex segretario del Ppe, e di Flavio Briatore, entrambi amici del Cavaliere. Gli stessi uomini che tre anni fa fiancheggiavano la scalata di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Ma intanto il titolo scende.
Marcellino Gavio
I suoi successi “autostradali” prendono le mosse dai rapporti politici, in particolare con il Partito Socialdemocratico di Romita e Nicolazzi. All’epoca del Ministro Prandini (pluricondannato) ottiene mille miliardi di appalti pubblici. Nel 1992 il suo amministratore delegato Bruno Binasco è stato imputato in processi per corruzione (è stato infine condannato insieme a Primo Greganti per finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito dei processi di Mani Pulite). Su di lui nel 1992 fu spiccato un mandato di cattura, per presunte tangenti a Gianstefano Frigerio, segretario regionale DC, riguardo l'appalto per l'allargamento della Milano-Genova. Gavio si rifugiò all'estero, a Montecarlo, fino al settembre '93, fino a quando decise di presentarsi ai giudici di Milano, dove si salvò grazie alle solite prescrizioni. Interessanti le intercettazioni con il Ministro Lunari ed Emilio Fede: dimostrano il suo metodo di lavoro. Risulta indagato, insieme a Ugo Martinat, nelle vicende della Torino-Lione. Attraverso Argofin controlla un terzo di Impregilo, in cui entra poco prima dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Ligresti
Chiacchierato per i suoi presunti rapporti con la mafia, è finito in carcere per l'inchiesta Mani Pulite e condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione. Speculatore su aree edificabili, di lui si sa che passava le mazzette direttamente a Craxi propria manu e che è stato più volte salvato dalle grandi banche, prone la potere politico. Il suo ex rivale in affari Berlusconi lo nomina nel luglio 2004 amministratore delegato della Rcs Media Group, che controlla il Corriere della Sera, guarda caso. Insieme a Gavio e Benetton è socio di Impregilo, coinvolta nella vicenda dell’appalto per il Ponte di Messina.
Salvatore Mancuso
Nel 2007 la sua nomina alla Presidenza del Banco di Sicilia, con il consenso di Totò Cuffaro e le congratulazioni di Francesco Musetto, viene salutata come un evento. Ma di li a poco dovrà dimettersi. Ma il suo fondo Equinox, con sede in Lussemburgo, è presente in molte operazioni discutibili. Così Mittel, finanziaria guidata da Giovanni Bazoli (presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo), e il fondo Equinox di Salvatore Mancuso hanno sottoscritto un accordo con Banca Mps e Banco Popolare, creditrici di Fingruppo, per liquidare in bonis Hopa, la società della galassia del finanziere bresciano Emilio Gnutti - finito in disgrazia in seguito alla calda estate dei furbetti del quartierino, anno 2005, quando fu coinvolto nella vicenda giudiziaria delle scalate bancarie e delle intercettazioni telefoniche - e degli imprenditori a lui vicini. Qualche giorno prima di partecipare alla cordata Alitalia acquista il 65% di Air Four, compagnia aerea executive con sede a Milano.
Claudio Sposito
E’ uno degli uomini chiave del salvataggio di Fininvest dal fallimento all’inizio deglia anni ’90. All’epoca operava come plenipotenziario italiano per conto della banca d’affari Morgan & Stanley ed il rapporto con Berlusconi divenne così solido che nel 1998 diventerà amministratore delegato di Fininvest. Nel 2003 ritroviamo Sposito ed il suo fondo Clessidra ad operare con Gnutti, Presidente di Hopa, con l’intervento di Mediobanca. Sposito controlla oggi ADR, che gestisce gli aeroporti di Roma.
Emilio Riva
E’ il re italiano dell’acciaio. Non è sconosciuto alla giustizia, che lo ha condannato per il reato di inquinamento della Ilva Siderurgica prima a Genova e ora a Taranto. Inoltre nel 2006 veniva riconosciuto colpevole di frode processuale e tentata violenza privata nei confronti di numerosi dipendenti di Taranto. Pene mai scontate grazie ai vari indulti e sconti. Il suo metodo di lavoro è la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite: In una lettera al Governo del 14 dicembre Emilio Riva avverte che l'eventuale riduzione delle emissioni di anidride carbonica comporterebbe "la necessità di fermare parte significativa degli impianti in uso. Il personale - afferma - colpito da tali riduzioni non potrebbe essere inferiore, anche nell'ipotesi più conservativa, alle quattromila unità".
Molti degli imprenditori coinvolti risultano legati dal “filo rosso” della vicenda Telecom, che dunque merita nuovi e ulteriori approfondimenti. Molti degli imprenditori sono stati condannati, in più di un caso per vicende di tangenti e corruzione. Quasi sempre hanno fatto i loro affari a debito, cioè grazie a prestiti delle banche. In particolare di una e così sono debitori di Banca Intesa. Sarebbe interessante conoscere l’entità del prestito. Non è che in realtà Banca intesa stia soltanto cercando di recuperare i suoi crediti? Molti di loro sono Cavalieri del Lavoro. Nel sito ufficiale si legge che “Gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l'élite imprenditoriale del paese e che “L'Ordine al "Merito del Lavoro" premia l'insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese”. Complimenti!
C’è qualcuno che si aspetta che imprenditori siano mossi dall’intento di rendere un servizio alla collettività?
C’è qualcuno che non pensa che, comunque vadano le cose, alla fine usciranno dalla vicenda con la loro brava e ingente plusvalenza?
Antonio Borghesi - IdV (http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/economia/alitalia_i_capitano_coraggiosi.php)
Vallo a dire ai Borghi e milioni di fanboys a gratis.
Vallo a dire ai Borghi e milioni di fanboys a gratis.
Strano non abbia ancora scritto un """"articolo""" sul grosso successo del capo.
LuVi
Strano non abbia ancora scritto un """"articolo""" sul grosso successo del capo.
LuVi
Non viene licenziato nessuno, con il piano Air France Malpensa sarebbe fallita, molti aereoporti italiani ridimensionati e non avevano dato nessuna garanzia a chi in questi luoghi lavora.
Tra l'altro la costruzione di Malpensa fu voluta dalla sinistra nel quinquennio 1996-2001 e adesso avrebbero voluto trasformarla nell'ennesima cattedrale nel deserto.
John Cage
30-08-2008, 19:01
Non viene licenziato nessuno, con il piano Air France Malpensa sarebbe fallita, molti aereoporti italiani ridimensionati e non avevano dato nessuna garanzia a chi in questi luoghi lavora.
Tra l'altro la costruzione di Malpensa fu voluta dalla sinistra nel quinquennio 1996-2001 e adesso avrebbero voluto trasformarla nell'ennesima cattedrale nel deserto.
ma chi te ledice queste cose? Malpensa 2000 è un progetto che è stato presentato dalla Sea nel 1991. L'inaugurazione risale al '98.
Appena c'è qualcosa che sembra fatto male allora scatta subito il "è colpa della sinistra"di default? ILVIO DOCET.
Vabbè, dai, non è grave. Al massimo ci dirai che sei stato frainteso.
ma chi te ledice queste cose? Malpensa 2000 è un progetto che è stato presentato dalla Sea nel 1991. L'inaugurazione risale al '98.
Appena c'è qualcosa che sembra fatto male allora scatta subito il "è colpa della sinistra"di default? ILVIO DOCET.
Vabbè, dai, non è grave. Al massimo ci dirai che sei stato frainteso.
Sarà stato progettato nel '91 ma fu voluta dalla sinistra, Questo me lo ricordo molto bene. Quando ho più tempo ti cerco qualcosa su internet. Ora esco.
Buon Sabato.
Anodaram
30-08-2008, 20:34
Non viene licenziato nessuno, con il piano Air France Malpensa sarebbe fallita, molti aereoporti italiani ridimensionati e non avevano dato nessuna garanzia a chi in questi luoghi lavora.
Tra l'altro la costruzione di Malpensa fu voluta dalla sinistra nel quinquennio 1996-2001 e adesso avrebbero voluto trasformarla nell'ennesima cattedrale nel deserto.
malpensa fallita??:D :D :D :D :D
Diverse compagnie si erano già offerte di riempire i buchi derivati da un abbandono di alitalia.
Poi troppo bella il malpensa voluto dal governo prodi:sofico: :sofico:
Per non parlare del "non viene licenziato nessuno":D :D :D :D :D :D :D
I capitani coraggiosi hanno già chiesto "mano libera"
naitsirhC
30-08-2008, 21:13
Privilegi Alitalia
Una cloche tutta d’oro
Lauti stipendi. Straordinari autogestiti. Rimborsi spese generosi. E orari di lavoro punteggiati da riposi abbondanti. Frutto di anni di contrattazione esasperata. Ecco la radiografia di una categoria di intoccabili. Che in azienda occupano tutti i ruoli possibili: dipendenti, dirigenti, sindacalisti e azionisti
di Francesco Bonazzi
Dormire in Medio Oriente? Troppo pericoloso: non ne vogliamo più sapere... La tragedia dell’11 settembre e la strage nella discoteca di Tel Aviv, avvenuta a un paio di isolati dall’albergo normalmente utilizzato da Alitalia, avevano spaventato i piloti. Che decisero: quando si va da quelle parti si torna in giornata, a costo di avere un comandante in più a bordo e doppi equipaggi. Ore e ore di incontri sindacali. Riunioni con l’azienda della Magliana e il 21 settembre si trovò un accordo: più personale impiegato (e più a lungo), ma chi vola in posti come Israele, Siria o Egitto ha diritto a due giorni di riposo compensativo. Uno subito e uno da recuperare più avanti, o da farsi pagare.
Morale della storia: con 800 euro (il valore medio di due riposi per un pilota) la paura era già passata. Poco importa che il 12 ottobre l’accordo sia poi saltato per la rigidità con la quale azienda e sindacati volevano gestirne l’applicazione. Mentre l’ex compagnia di bandiera perde quasi 3 miliardi al giorno, l’accordicchio del dopo-Torri resta un emblema di come vanno le cose in Alitalia. Dove da anni 2.400 piloti tengono in ostaggio un management per altro spesso già incapace di suo, e non a caso in continuo turnover. E dove una categoria iperprotetta e coccolata si è abituata a recitare tre parti in commedia: superprofessionista a libro paga, azionista con tanto di rappresentanti in consiglio d’amministrazione e soggetto sindacale da lotta dura e pura.
Le agitazioni di questi giorni segnano un dato nuovo: straordinaria compattezza di tutte le nove sigle sindacali del trasporto aereo, di solito in lite tra loro. E ritorno in prima linea dei piloti. Ma chi crede che siano tornati i tempi di “Aquila selvaggia”, al momento si sbaglia. Tanta unità è contro il governo che, sull’onda dell’11 settembre, non ha concesso sgravi fiscali e la solita pioggia di soldi pubblici. Gli uomini alla cloche non ce l’hanno certo con Alitalia. E come potrebbero? A guardare le loro buste paga (vedi tabelle), si scopre che in un anno guadagnano da un minimo di 38 mila euro a un massimo di 130 mila, a seconda dell’anzianità. Un comandante di fresca nomina (9 anni di anzianità) porta a casa almeno 78 mila euro l’anno lordi. A queste somme vanno aggiunti gli straordinari, che secondo medie prudenti valgono 300 euro al mese per un pilota e 550 per un comandante. Il tutto per un impiego medio di 1.500 ore l’anno, 550 delle quali passate in volo (media: un’ora e mezza al giorno).
Insomma, non s’ammazzano di lavoro.
Tanto che in un anno, il pilota Alitalia è impiegato in servizio di linea per 9 mesi. Gli altri 3 mesi li passa a terra, tra ferie, giorni di riposo e corsi di aggiornamento professionale. Se si confrontano questi dati con compagnie come Air France, British Airways e Lufthansa, si scopre che il pilota italiano è pagato mediamente il 20-25 per cento in meno. Un confronto oggetto di infinite polemiche sindacali, ma che tutto sommato appare neutro se si considera che si parla di vettori più importanti e più in salute di Alitalia.
Al di là delle cifre complessive, colpisce che il pilota di casa nostra abbia scatti di anzianità ogni 12 mesi (a parte i primi 4 anni). E sorprende un po’ anche tutto il capitolo delle diarie del personale navigante. Chi vola (sia esso comandante o hostess) ha diritto a un rimborso giornaliero per i pasti che va dai 57 euro in Italia ai 226 in Giappone, passando per i 103 in Francia e Olanda (vedi tabella). Le diarie riflettono ovviamente il costo della vita. Ma non solo. La maxi-somma in yen, ad esempio, comprende anche il fatto che storicamente nessuno voleva andare in Giappone per via del fuso orario più fastidioso.
Ma piloti e assistenti di volo devono anche dormire. E pure qui Alitalia è generosa, anche se meno che in passato. Sparite le camere al Lido di Venezia anche in zona festival o carnevale, in patria si ha comunque diritto ad hotel a 4 stelle. All’estero non si va più allo Sheraton e si finisce sempre più nella catena Mércure, ma in media siamo sempre a livelli Hilton. Poi, c’è il problema di come recarsi al lavoro e di arrivarvi sani e puntuali. Fino a dieci anni fa, mamma Alitalia andava a prendere a casa uno per uno tutti i suoi figli volanti. Ora fa girare delle specie di navette dove l’affollamento dei passeggeri può arrivare anche a quattro persone. Questo sistema di raccolta costa una dozzina di milioni di euro all’anno. Per far sì che fiscalmente non sembri un benefit, ogni dipendente paga 15 euro e mezzo al mese per il “volo-bus”. All’estero, ognuno fa per sé. Oppure ha la macchina in leasing a 80 euro al mese, come in Lufthansa.
Ma se la storia dei piloti fosse solo fatta di buoni stipendi e privilegi grandi o piccoli, tutto sommato, sarebbe ancora abbastanza normale. Anche perché qualche voce a sfavore c’è: basta pensare ai severissimi e continui controlli medici che ogni anno lasciano a terra una quindicina di piloti. Il fatto è che i soldi non bastano. Le organizzazioni dei piloti Alitalia, Anpac in prima fila, hanno anche cercato e ottenuto sempre più potere in azienda. Fino ad arrivare alla cogestione. E gli esempi non mancano. A cominciare dal calcolo degli straordinari per i piloti che hanno mansioni dirigenziali a terra. Si tratta di un centinaio di persone, manco a dirlo quasi tutti associati Anpac, che sono in staff al management Alitalia e spesso decidono la gestione operativa di voli, equipaggi e orari. Costoro hanno ottenuto che il loro monte-straordinari sia equiparato a quello dei dieci colleghi che ne fanno di più, fascia per fascia. Caso strano, da allora c’è sempre una decina di comandanti che vengono fatti volare come ossessi e a fine anno portano a casa anche 25 mila euro in più di straordinari. E i Magnifici Cento incassano.
Anche il tema diarie ha un risvolto strambo. Sono ferme da vent’anni, ma erano ritenute troppo laute già nel 1997 all’epoca della gestione di Domenico Cempella, che lo scorso febbraio ha lasciato il posto a Francesco Mengozzi. Quattro anni fa, azienda e sindacati decisero di tagliarle di un terzo per risparmiare circa 6 milioni di euro l’anno. Ma i piloti aspettavano la firma degli assistenti di volo. Gli assistenti attendevano i piloti. E così tutto è rimasto come prima. Un mezzo pasticcio è avvenuto pure sulle pensioni. Ai tempi della “cura Cempella”, che accompagnò alla pensione circa 400 comandanti, l’azienda s’impegnò a contribuire al raddrizzamento dei conti del Fondo Volo, il fondo separato Inps che gestisce la previdenza del personale navigante. In realtà Alitalia non ha mai neppure accantonato quei soldi (tra l’altro servirebbe un atto di legge, visto che si parla di Inps), ma già il fatto che fosse pronta a pagare la dice lunga sulla confusione dei ruoli. Oggi il problema del Fondo Volo è quasi risolto, com’era facilmente prevedibile, grazie all’ingresso delle centinaia di nuovi piloti che hanno sostituito i prepensionati. Fino a un anno anno fa, se ci si prendeva la briga di guardare i cognomi dei neoassunti, si trovavano decine di omonimie con comandanti Anpac che avevano appena mollato. La singolare coincidenza è finita più che altro per esaurimento figli.
Ma la metafora più bella dello scambio dei ruoli è una creaturina di nome Anpac Service, nata tre anni fa in seno al sindacato che rappresenta oltre un terzo dei piloti Alitalia, per vendere manuali di bordo e fornire servizi e consulenze varie. A chi? A gestori aeroportuali e a compagnie aeree. E il fatto che il nuovo capo di Anpac, Andrea Tarroni, sostenga ora di volerla smantellare, conferma l’imbarazzo di un organismo che tratta con Alitalia su due tavoli: quello sindacale e quello commerciale. Per non parlare del terzo tavolo, che è quello del consiglio di amministrazione.
Dopo il piano anti-crisi del 1996 (“azioni gratis contro sacrifici”), i dipendenti hanno messo le mani sul 20 per cento di Alitalia, che resta controllata per il 53 per cento dallo Stato, ed esprimono 3 consiglieri su 17. I piloti controllano il 7 per cento attraverso tre strutture associative. La più importante è la Scarl, emanazione dell’Anpac, che ai tempi di Cempella ha spedito il suo ex capo Augusto Angioletti addirittura nel comitato esecutivo di Alitalia. Ora che Mengozzi, in pieno stile ferroviario, ha nominato Angioletti amministratore delegato della controllata Eurofly (e già che c’era ha scelto il comandante Stefano Biffi per la guida di Alitalia Team), al suo posto l’Anpac ha issato il comandante Michele Cicia.
E quanto contino ancora i comandanti si vedrà nelle prossime settimane in almeno due occasioni. Al momento di fare i contratti di solidarietà, con i quali si salverebbero 2.500 posti di lavoro accettando tutti di lavorare e guadagnare meno (si ipotizza un 10-15 per cento), chissà se i piloti digeriranno tagli percentualmente maggiori rispetto a chi guadagna un terzo di loro. Lì si vedrà quanto tiene l’unità sindacale esibita oggi con il governo. E quando Mengozzi proverà a far accettare al mercato una maxi emissione di obbligazioni convertibili in titoli Alitalia, riuscirà a diluire il peso azionario degli illustri dipendenti senza far tornare “Aquila selvaggia”?
ha collaborato Chiara Longo Bifano
24.01.2002
naitsirhC
30-08-2008, 21:20
Il caso altamente simbolico di Guido Improta, ex portaborse di Francesco Rutelli:
http://welovealitalia.myblog.it/archive/2008/06/13/diminuiscono-i-dipendenti-aumenta-il-monte-salari.html
naitsirhC
30-08-2008, 21:29
Copio incollo da un mio altro intervento per chi non ricorda come sono evoluti i problemi in Alitalia:
…Nel 96 Cempella stima a 3mila miliardi di lire la quota necessaria per la ricapitalizzazione. Ma poiché viene da un soggetto pubblico, la legge prevede che passi l’esame da parte della Comunità Europea. Per poter avere l’ok occorre che i risultati del piano, e cioè la redditività dell’intervento dell’azionista pubblico, sia uguale alla redditività attesa da un finanziatore privato. Ovvero, lo Stato può ricapitalizzare, ridare energie economiche al proprio vettore, ma come un qualunque investitore privato che dal finanziamento si aspetta un utile in linea con il mercato. Non può fare quindi finanziamenti a fondo perduto.
Secondo Cempella il suo piano risponde alla normativa, eppure alla fine del processo di esame, la Comunità decide di assegnare a questa operazione il titolo di “Stato compatibile”, questo significa mettere l’azienda per quattro o cinque anni sotto tutela impossibilitandolo ad aprire nuove rotte, acquistare nuovi arerei e applicare la migliore tariffa sulla stessa rotta.
Per l’AD, il Governo non aveva fatto abbastanza per evitare questa decisione: «Lo Stato italiano, l’azionista, accettò questa “imposizione”, quando un’azione molto più incisiva del Governo avrebbe probabilmente determinato una fine diversa».
E infatti in quegli anni Air France e Iberia chiedono e ottengono dalla Comunità Europea di poter ricapitalizzare come finanziamento di mercato, nonostante il loro piano industriale presenti degli indici di premio (cioè guadagni) inferiori a quelli del piano di Cempella che quindi fa approvare dal Consiglio di Amministrazione un ricorso “perché fermamente convinto che la decisione fosse iniqua e ingiusta”.
Il ricorso viene vinto il 12 dicembre del 2000, ma per l’azienda ormai è troppo tardi.
Se quindi come ammesso dalla stessa Comunità Europea, le ragioni della bocciatura non erano nel piano industriale, dove si trovavano? L’unica risposta che Fausto Cereti si dà è legata agli interessi che l’Europa stessa aveva in Italia, soprattutto in relazione al progetto “Malpensa 2000”.
Il 21 ottobre del ‘98 cade il Governo Prodi, a governare l’Italia ora è Massimo D’Alema, mentre il nuovo Ministro dei trasporti è Tiziano Treu.
Nel frattempo i rapporti con l’Europa si complicano: viene accolto il ricorso delle compagnie europee riguardo Malpensa e viene chiesto al Governo di modificare l’assetto dei voli. Il 12 ottobre ‘99 il Ministro Treu ribadisce al Commissario europeo Lodola de Palacio che il trasferimento avverrà secondo le date previste: il 15 dicembre ’99 e il 15 dicembre 2000.
Ma a complicare le cose si aggiunge il Ministro dell’ambiente Edoardo Ronchi che il 25 novembre, di concerto a quello dei beni culturali, esprime una valutazione di impatto ambientale negativa di Malpensa in quanto si trova nel parco del Ticino. Chiede dunque un nuovo esame del programma sul trasferimento dei voli.
Un mese dopo Lodola de Palacio in una lettera al Ministro Tiziano Treu ribadisce i dubbi su Malpensa 2000 e chiede di rimandare il trasferimento dei voli per effettuare una precisa analisi dell’impatto e delle misure ambientali.
Questa decisione non convince il Presidente Alitalia Fausto Cereti: «Noi chiamiamo sempre l’Europa ad arbitrare i nostri affari interni, ma evidentemente se l’arbitro ha anche degli interessi propri cerca di difenderli! Ha approfittato di una situazione in cui l’agnello gli veniva portato dal pastore…».
Il 14 dicembre ’99, un solo giorno prima della data prevista per il trasferimento, in un’agenzia dell’Ansa si legge: “Domani non ci sarà il previsto trasferimento di voli da Linate a Malpensa: lo ha deciso il Ministro Treu d’intesa con il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema”. :doh:
La KLM decide quindi di rompere l’alleanza il 20 aprile del 2000 con questa motivazione: mancato sviluppo di Malpensa e mancato sviluppo del vettore italiano. La società olandese preferisce pagare la penale prevista di 250 milioni di euro che la porta vicina al fallimento, piuttosto che rimanere legata ad Alitalia…
Ed i sindacati di categoria, per anni, hanno usato l’arma degli scioperi a go-gò per stoppare ogni tentativo di snellimento del baraccone Alitalia…
E non mi dimentico neanche di citare i voli cancellati a migliaia, i disguidi tecnici creati ad hoc, le centinaia di certificati di malattia fasulli che han bloccato a terra molti aerei ed il menefreghismo verso i passeggeri che ovviamente con il tempo han cambiato, giustamente, vettore.
L'Alitalia, rappresenta uno dei punti focali del fallimento di un'intera classe politica e sindacale.
Cari signori e care comari, se questa azienda, come le ferrovie dello stato, la telecom ed altre ancora, sono ad un passo dal fallimento.... è inutile che vi arrampichiate sugli specchi scaricando la colpa su un singolo individuo, perchè è l'intero sistema politico-economico di questo povera Italia che ha prodotto tali disastri.
claudioborghi
30-08-2008, 21:54
Strano non abbia ancora scritto un """"articolo""" sul grosso successo del capo.
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo" :Prrr:
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere. :Prrr: :Prrr: :Prrr:
naitsirhC
30-08-2008, 22:00
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo" :Prrr:
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere. :Prrr: :Prrr: :Prrr:
Vista la "caratura" degli """""imprenditori""""" scesi in campo... io non sono tanto convinto che sia un grosso successo...
Ovvio che spero di sbagliarmi.
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo" :Prrr:
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere. :Prrr: :Prrr: :Prrr:
Era impossibile che lisciassi l'occasione di fare l'ennesima figura di cacca sul rotolo :)
LuVi
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo" :Prrr:
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere. :Prrr: :Prrr: :Prrr:
Regalare un' azienda a una gang di pregiudicati facendo pagare i debiti ai cittadini ...
E' un "grosso successo" indubbiamente , ma per chi ?
1 - Per il contribuente che pagherà i debiti Alitalia ?
2 - Per il risparmiatore derubato ?
3 - Per il finanziere abituato a farsi pagare per le sue amicizie politiche affondando aziende e accollando debiti ai cittadini ?
claudioborghi
30-08-2008, 23:12
Regalare un' azienda a una gang di pregiudicati facendo pagare i debiti ai cittadini ...
E' un "grosso successo" indubbiamente , ma per chi ?
Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.
Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:
http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
^TiGeRShArK^
30-08-2008, 23:52
Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.
Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:
http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
nel senso che la risaneranno come hanno risanato telecom italia? :mbe:
credo che sia l'unico caso MONDIALE di un'azienda di telecomunicazioni monopolista con il possesso dell'ultimo miglio che è riuscita ad arrivare con i conti in rosso grazie alla "capace" gestione dei nostri "imprenditori".
O c'è qualche altra azienda del genere che abbia fatto come telecom italia?
che io ricordi la AT&T fu smembrata dall'antitrust americano perchè aveva raggiunto dimensioni spropositate (cosa che non hanno imposto nemmeno ala Microsoft).
Grosso successo? Per quelle persone che mangeranno da Alitalia, sicuro. Come per Telecom, come per Parmalat.
Stessa cosa.
"vedremo" una bella mazza, tanto tra 5 anni il popolo bue sarà tanto rincoglionito e/o preso da altri problemi da essersi dimenticato di Alitalia, mentre questi "imprenditori" avranno dalla loro ricchezze tipo signorotti feudali. E noi paghiamo DA SUBITO mentre lor signori hanno 5 anni per pararsi il culo e riempire il sacco del dollaro.
Ma non è un mistero che per metà degli Italiani questo è il modo giusto di fare le cose e vorrebbero tutti essere imprenditori rampanti alla colanino... solo che non c'è abbastanza soldi per tutti, a spartirsi le torte più ricche sono solo quei quattro gatti e allora che si fa?
Pucceddu
30-08-2008, 23:59
Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.
Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:
http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
Cosa ti sei perso della semplice proporzione perdite alitalia = esuberi
Dove se esuberi = 0, guadagno alitalia è praticamente automatico?
(credo, è l'1 e potrei aver sbagliato qualcosa :sofico: )
Facile andare in guadagno così, ennessimo tentativo di dar valore positivo ad una cosa disgustosa.
claudioborghi
31-08-2008, 07:27
Vedremo
Aggiungo anche questo di oggi alla discussione.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286940
Grosso successo? Per quelle persone che mangeranno da Alitalia, sicuro. Come per Telecom, come per Parmalat.
Stessa cosa.
"vedremo" una bella mazza, tanto tra 5 anni il popolo bue sarà tanto rincoglionito e/o preso da altri problemi da essersi dimenticato di Alitalia, mentre questi "imprenditori" avranno dalla loro ricchezze tipo signorotti feudali. E noi paghiamo DA SUBITO mentre lor signori hanno 5 anni per pararsi il culo e riempire il sacco del dollaro.
Ma non è un mistero che per metà degli Italiani questo è il modo giusto di fare le cose e vorrebbero tutti essere imprenditori rampanti alla colanino... solo che non c'è abbastanza soldi per tutti, a spartirsi le torte più ricche sono solo quei quattro gatti e allora che si fa?
Quoto, sommerso dallo spam.
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo" :Prrr:
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere. :Prrr: :Prrr: :Prrr:
:Puke:
Mai criticare il padrone. :O
Il padrone ha sempre ragione. :O
Ogni scelta del padrone è legge. :O
Anche quando l'evidenza mi schiaccia io continuerò a difendere il mio padrone fino alla morte :O
(chissà come potrà ricompensarmi questa volta)
L'Italia va a rotoli principalmente anche per gli italiani intelligenti che si vendono. E sono quelli che mi creano più rabbia e disappunto per non dire di peggio.... :Puke:
NB: Questo è un post generico. Se qualcuno si ci rispecchia dentro mi dispiace per la sua coda di paglia.
E' uscita la conferma di chi si accollerà la Bad Company?
John Cage
31-08-2008, 09:19
Aggiungo anche questo di oggi alla discussione.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286940
Visto il tuo riferimento al problema dei rifiuti mi veddebbe da dire che è stata trovata una solizione "alla napoletana".
Ma a beneficio di chi?
Imprenditori monopolisti e lavoratori liberisti.
Sempre più chiaro: ha ragione Tremonti quando dice che il sistema del libero mercato ha fallito e deve tornare a prevalere la presenza dello stato.
Si monopolizza il mercato interno con la fusione tra alitalia e air one e si vietano le rotte su alcuni aeroporti privilegiando i monopolisti ed impedendo la libera concorrenza.
Alla faccia del libero mercato.
Un giorno si svegliano "liberisti" e un giorno monopolisti, a seconda della convenienza.
Ovviamente però solo quando la questione riguarda gli "imprenditori", perchè nel campo del mercato del lavoro bisogna continuare ad essere ultraliberisti.
Un sistema che definire schizofrenico è poco.
.
danny2005
31-08-2008, 09:29
Le sorti magnifiche della cordata tricolore
di EUGENIO SCALFARI
Ha detto Giulio Tremonti: "Il governo Prodi ci ha lasciato due disastri: l'immondizia di Napoli e l'Alitalia, oltre ad una situazione economica e finanziaria spaventosa. Il presidente Berlusconi ha risolto in 58 giorni il problema dei rifiuti e in 120 giorni ha salvato l'Alitalia. Noi abbiamo rimesso i conti a posto con la Finanziaria di luglio".
Giovedì è stato il giorno del trionfo e le celebrazioni sono continuate nei giorni successivi insieme a una pioggia di nuovi annunci sul federalismo, sulla sicurezza, sulla sanità, sulla scuola.
Ha parlato Berlusconi in tivù. Ha parlato Cicchitto. Hanno parlato Bossi, Calderoli, Maroni. Ha parlato Gelmini. Ha parlato Bombassei della Confindustria, anche lui magnificando la politica del fare rispetto a quella del dire e bruciando il suo chicco di incenso al culto berlusconiano. Qualcuno non ha mancato di indicare alla gogna i giornali "radical-chic" che si ostinano a non unirsi al coro e che comunque "non contano niente di fronte ai trionfali sondaggi di questo scorcio agostano".
Infine ha parlato anche Roberto Colaninno, presidente "in pectore" della nuova Alitalia, con un'intervista rilasciata al nostro direttore Ezio Mauro e pubblicata venerdì scorso. Un'intervista di grande interesse perché Colaninno spiega la filosofia imprenditoriale che ha indotto lui e altri quindici imprenditori italiani a impegnare oltre un miliardo di euro per salvare dal fallimento la compagnia di bandiera indipendentemente dalle opinioni politiche di ciascuno di loro.
Colaninno si è sempre proclamato di sinistra ed ha ribadito in quell'intervista la sua collocazione ma le sue opinioni politiche - ha detto - non hanno niente a che vedere con la sua visione imprenditoriale. L'Alitalia era un'occasione per mettere quella vocazione alla prova rischiando anche un po' di soldi (nel suo caso 200 milioni che non è poca cosa).
Questo ha fatto insieme ad altri suoi compagni di cordata. Chiede di esser giudicato sui risultati.
Alle domande criticamente incalzanti di Ezio Mauro ha risposto che non stava a lui di distribuire torti e responsabilità sul disastro Alitalia e neppure sui provvedimenti che il governo avrebbe preso per render possibile la nuova avventura della compagnia di bandiera. "Una cosa è certa" ha detto "l'Alitalia è fallita. Per farla rinascere bisognava liberarla dai pesi del fallimento. Ora si riparte da qui".
"Incipit nova historia".
La filosofia imprenditoriale è sempre stata questa, non è una scoperta di Colaninno e non ci stupisce. Neppure stupisce che quella filosofia si sia richiamata nel tempo con eguale vigore al libero mercato, al protezionismo, perfino all'autarchia, operando per salvaguardare il profitto d'impresa nelle condizioni storicamente date.
Il profitto (l'ho scritto più volte) è la sola variabile indipendente che l'impresa prende in considerazione ed è la sua unica modalità. In un sistema capitalistico le cose stanno così. La democrazia, cioè la sovranità popolare, può correggere questa filosofia capitalistica introducendovi dosi più o meno forti di socialità, di pari opportunità, di visione generale del bene comune.
Non è accettabile invece che la legittima vocazione imprenditoriale al profitto sia fatta passare per dedizione alla salvezza del Paese e alle sue "magnifiche sorti e progressive". Colaninno nella suddetta intervista ha battuto ripetutamente su questo tasto senza forse rendersi conto che, se si rivendica anche un ruolo di salvatori della patria ci si espone inevitabilmente all'esame delle "condizioni date" entro le quali l'operazione specifica avviene, chi ci guadagnerà e chi ne pagherà il conto.
Se ci si veste da salvatori bisogna rispondere alle critiche e non liberarsene con la frase "che altro può fare un imprenditore?".
L'imprenditore può fare tante cose tra le quali anche astenersi dal partecipare ad operazioni che hanno un contenuto eminentemente politico assai più che di vantaggio economico per la collettività.
L'imprenditore non è necessariamente un maniaco del fare. Se vuole anche la patente di salvatore, allora si rassegni ad ascoltare qualche opinione difforme dalla sua.
* * *
Francesco Giavazzi ha scritto sul Corriere della Sera di mercoledì un articolo sull'Alitalia nello stesso giorno in cui anch'io mi cimentavo con quell'argomento. La coincidenza e l'ispirazione sostanzialmente comune mi ha fatto piacere se non altro perché sarebbe difficile accusare Giavazzi, come pure Deaglio e Boeri, di bolscevismo e di radicalismo scicchettone.
Su un punto tuttavia le mie opinioni non coincidono con quelle di Giavazzi. Egli teme che la cordata di Colaninno si sia imbarcata in un'iniziativa troppo rischiosa. Io penso invece, come Deaglio e Boeri, che quei sedici "capitani coraggiosi" abbiano giocato sul velluto avendo ricevuto la staffetta nelle migliori delle condizioni possibili da un governo che sarà comunque (e forse per alcuni di loro è già stato) concretamente riconoscente.
Basta scorrere il decreto legge uscito dal Consiglio dei ministri di giovedì: divisione della vecchia Alitalia in due società, una "cattiva" con tutte le passività in testa allo Stato, l'altra libera come un uccello in volo e affidata ai privati; sospesi i poteri dell'Antitrust per sei mesi al fine di render possibile la concentrazione Alitalia-AirOne e instaurare il monopolio della tratta Linate-Fiumicino; salvaguardare la nuova Alitalia da ogni rivalsa dei creditori e dei dipendenti; consentirle di acquistare da una società fallita tutta la polpa (aerei, slot, diritti di volo, personale dipendente necessario); aprire un negoziato con i sindacati per portarli, già domati, a stipulare contratti nuovi col nuovo vettore.
Un caso tipico di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, che sarà probabilmente esteso anche ad Air France o a Lufthansa se entreranno per una quota nell'Alitalia nascente.
Chi voglia confrontare l'accordo offerto dai francesi nel marzo scorso vedrà che le differenze sono macroscopiche. Allora non si parlava né di fallimento né di legge Marzano né di divisione in due società, ma dell'acquisto di Alitalia in blocco con i suoi debiti, i suoi dipendenti, la sua flotta. I francesi avrebbero anche pagato allo Stato un prezzo per le azioni e lanciato un'Opa per gli azionisti di minoranza. Avrebbero stanziato 2,600 miliardi per il primo rilancio e incluso Alitalia nel "network" Air France-Klm.
Berlusconi (ma anche Colaninno) hanno definito quell'operazione una svendita. Ma l'operazione attuale come si può definire? Tutti gli oneri allo Stato, tutta la polpa ai privati, Air France compresa se entrerà come azionista. Io direi che un'operazione così si definisce politica di immagine e imbroglio economico.
Sergio Romano, sul Corriere della Sera di ieri ha scritto che l'opposizione dovrebbe collaborare. Non riesco a capire per molti ed egregi opinionisti il ruolo dell'opposizione. Deve collaborare sulla sicurezza, sul federalismo, sulla giustizia, sulla legge elettorale, sulle riforme costituzionali, sulla scuola, sulla sanità. Ed anche su questo pasticcio dell'Alitalia.
Quello che non capisco è dove si può fare opposizione. Sulle fontanelle di quartiere, sindaci di destra permettendolo? Sarebbe interessante saperlo. In realtà si vorrebbe un'opposizione al guinzaglio, un'opposizione addomesticata. Non mi pare sia questo il suo ruolo in una democrazia liberal-democratica. Gli Usa insegnano.
* * *
Forse la parola imbroglio può sembrare eccessiva. Vediamo dunque da vicino alcuni lineamenti dell'operazione.
1. Gli esuberi previsti vanno da un minimo di cinquemila ad un massimo di settemila. Il ministro del "welfare", Sacconi (e prima di lui Berlusconi e Tremonti) assicura che nessun dipendente sarà lasciato per strada. Esistono infatti da quarant'anni alcuni ammortizzatori sociali, la cassa integrazione a zero ore e la mobilità permanente, per un totale di sette anni. Sacconi non inventa nulla che già non vi sia. Ma la cassa integrazione ha un suo plafond e non può estendersi all'infinito. Se si va oltre il limite bisognerà rifinanziarla o inventare nuovi ammortizzatori e nuovi finanziamenti. La questione va considerata con attenzione in tempi di crescita zero del Pil e di incombente disoccupazione.
2. Il governo prevede incentivi e detassazioni per le imprese private che assumano i licenziandi Alitalia. È evidente (Fassino l'ha ricordato ieri) che non si può limitare un provvedimento così anomalo al solo caso dell'Alitalia. Non si possono fare leggi speciali che valgano per un solo soggetto e non per altri. Perciò, se un provvedimento del genere sarà preso, bisognerà estenderlo a tutti gli esuberi che si verificheranno in futuro. Quanto costa una copertura di queste dimensioni?
3. Il governo prevede anche che i piccoli azionisti Alitalia siano indennizzati. Come e in che misura? Attingendo al fondo di garanzia creato per indennizzare i risparmiatori truffati dall'emissione di "bond" fasulli, tipo Parmalat, Cirio, "bond" argentini. Credo che quel fondo sia insufficiente a indennizzare gli azionisti Alitalia. Comunque la fattispecie è completamente diversa. Ma anche qui: se si adotta una strategia di questo genere bisognerà poi estenderla a tutti i piccoli azionisti travolti da crisi societarie. Lo Stato è in grado di assumersi una responsabilità di queste dimensioni? Intervenendo in questo modo mai visto prima sulla Borsa italiana? A me sembra una favola. Anzi l'ennesimo imbroglio.
4. È stato stabilito che gli azionisti della cordata Colaninno non potranno vendere le loro azioni nei prossimi cinque anni, passati i quali saranno liberi di fare quello che più gli sembrerà opportuno. Vedi caso: la scadenza è nel 2013 e coincide con la fine della legislatura. È molto probabile che il grosso dei soci della cordata, che niente hanno a che vedere col trasporto aereo, escano dalla società. Tanto più che avranno come consocio un vettore aereo internazionale, Air France o Lufthansa che sia. In questa vicenda il socio internazionale è destinato ad avere la stessa posizione della spagnola Telefonica in Telecom. È il solo che ne capisce ed è il solo che alla lunga resterà al timone. Ho già scritto che tutta questa vicenda mi ricorda il gioco dell'oca, quando si torna indietro alla casella di partenza. Alla fine avremo una compagnia guidata da un vettore internazionale perché non c'è più spazio in Europa e nel mondo per vettori locali nel mercato globale. La sola differenza sarà che il vettore internazionale avrà speso molto meno di quanto sarebbe avvenuto cinque anni prima.
Questa sì, sarà una svendita preceduta da un imbroglio. Le perdite allo Stato (cioè a tutti noi) i profitti ai privati, nazionali e stranieri. Un imbroglio che camuffa una svendita. La Frankfurter Allgemeine ha scritto ieri: "Un'operazione insolente contro il mercato e contro l'Europa". Ambasciatore Romano, l'opposizione deve collaborare?
(31 agosto 2008)
John Cage
31-08-2008, 10:07
Copio incollo da un mio altro intervento per chi non ricorda come sono evoluti i problemi in Alitalia:
…Nel 96 Cempella stima a 3mila miliardi di lire la quota necessaria per la ricapitalizzazione. Ma poiché viene da un soggetto pubblico, la legge prevede che passi l’esame da parte della Comunità Europea. Per poter avere l’ok occorre che i risultati del piano, e cioè la redditività dell’intervento dell’azionista pubblico, sia uguale alla redditività attesa da un finanziatore privato. Ovvero, lo Stato può ricapitalizzare, ridare energie economiche al proprio vettore, ma come un qualunque investitore privato che dal finanziamento si aspetta un utile in linea con il mercato. Non può fare quindi finanziamenti a fondo perduto.
Secondo Cempella il suo piano risponde alla normativa, eppure alla fine del processo di esame, la Comunità decide di assegnare a questa operazione il titolo di “Stato compatibile”, questo significa mettere l’azienda per quattro o cinque anni sotto tutela impossibilitandolo ad aprire nuove rotte, acquistare nuovi arerei e applicare la migliore tariffa sulla stessa rotta.
Per l’AD, il Governo non aveva fatto abbastanza per evitare questa decisione: «Lo Stato italiano, l’azionista, accettò questa “imposizione”, quando un’azione molto più incisiva del Governo avrebbe probabilmente determinato una fine diversa».
E infatti in quegli anni Air France e Iberia chiedono e ottengono dalla Comunità Europea di poter ricapitalizzare come finanziamento di mercato, nonostante il loro piano industriale presenti degli indici di premio (cioè guadagni) inferiori a quelli del piano di Cempella che quindi fa approvare dal Consiglio di Amministrazione un ricorso “perché fermamente convinto che la decisione fosse iniqua e ingiusta”.
Il ricorso viene vinto il 12 dicembre del 2000, ma per l’azienda ormai è troppo tardi.
Se quindi come ammesso dalla stessa Comunità Europea, le ragioni della bocciatura non erano nel piano industriale, dove si trovavano? L’unica risposta che Fausto Cereti si dà è legata agli interessi che l’Europa stessa aveva in Italia, soprattutto in relazione al progetto “Malpensa 2000”.
Il 21 ottobre del ‘98 cade il Governo Prodi, a governare l’Italia ora è Massimo D’Alema, mentre il nuovo Ministro dei trasporti è Tiziano Treu.
Nel frattempo i rapporti con l’Europa si complicano: viene accolto il ricorso delle compagnie europee riguardo Malpensa e viene chiesto al Governo di modificare l’assetto dei voli. Il 12 ottobre ‘99 il Ministro Treu ribadisce al Commissario europeo Lodola de Palacio che il trasferimento avverrà secondo le date previste: il 15 dicembre ’99 e il 15 dicembre 2000.
Ma a complicare le cose si aggiunge il Ministro dell’ambiente Edoardo Ronchi che il 25 novembre, di concerto a quello dei beni culturali, esprime una valutazione di impatto ambientale negativa di Malpensa in quanto si trova nel parco del Ticino. Chiede dunque un nuovo esame del programma sul trasferimento dei voli.
Un mese dopo Lodola de Palacio in una lettera al Ministro Tiziano Treu ribadisce i dubbi su Malpensa 2000 e chiede di rimandare il trasferimento dei voli per effettuare una precisa analisi dell’impatto e delle misure ambientali.
Questa decisione non convince il Presidente Alitalia Fausto Cereti: «Noi chiamiamo sempre l’Europa ad arbitrare i nostri affari interni, ma evidentemente se l’arbitro ha anche degli interessi propri cerca di difenderli! Ha approfittato di una situazione in cui l’agnello gli veniva portato dal pastore…».
Il 14 dicembre ’99, un solo giorno prima della data prevista per il trasferimento, in un’agenzia dell’Ansa si legge: “Domani non ci sarà il previsto trasferimento di voli da Linate a Malpensa: lo ha deciso il Ministro Treu d’intesa con il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema”. :doh:
La KLM decide quindi di rompere l’alleanza il 20 aprile del 2000 con questa motivazione: mancato sviluppo di Malpensa e mancato sviluppo del vettore italiano. La società olandese preferisce pagare la penale prevista di 250 milioni di euro che la porta vicina al fallimento, piuttosto che rimanere legata ad Alitalia…
Ed i sindacati di categoria, per anni, hanno usato l’arma degli scioperi a go-gò per stoppare ogni tentativo di snellimento del baraccone Alitalia…
E non mi dimentico neanche di citare i voli cancellati a migliaia, i disguidi tecnici creati ad hoc, le centinaia di certificati di malattia fasulli che han bloccato a terra molti aerei ed il menefreghismo verso i passeggeri che ovviamente con il tempo han cambiato, giustamente, vettore.
L'Alitalia, rappresenta uno dei punti focali del fallimento di un'intera classe politica e sindacale.
Cari signori e care comari, se questa azienda, come le ferrovie dello stato, la telecom ed altre ancora, sono ad un passo dal fallimento.... è inutile che vi arrampichiate sugli specchi scaricando la colpa su un singolo individuo, perchè è l'intero sistema politico-economico di questo povera Italia che ha prodotto tali disastri.
Ok, ma manca la storia di Alitalia dal 2001 in poi. Una dimenticanza? :rolleyes:
ma chi te ledice queste cose? Malpensa 2000 è un progetto che è stato presentato dalla Sea nel 1991. L'inaugurazione risale al '98.
Appena c'è qualcosa che sembra fatto male allora scatta subito il "è colpa della sinistra"di default? ILVIO DOCET.
Vabbè, dai, non è grave. Al massimo ci dirai che sei stato frainteso.
No, in realtà ti dico questo:
http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/31/Malpensa_2000_deve_decollare__co_0_9607316953.shtml
Prodi: priorita' assoluta, e' un delitto che il Nord non abbia un grande aeroporto
leggi e medita.
Il progetto risale al '91 ma i lavori erano stati bloccati per via di tangentopoli, l'Europa mise una sacco di bastoni fra le ruote a Malpensa 2000, ma i governi di quegli anni (tutti di sinistra eccetto il B. 1 che è durato 8 mesi) fecero di tutto per andare avanti anche a costo di grandi screzi con l'Europa.
Faccio notare che Air France nell'accordo di acquisto di Alitalia imponeva che gli slot rimasti inutilizzati a Malpensa non potessero essere usati da nessun altro----> Fallimento di Malpensa----> Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra.
Senza contare poi i licenziamenti.
naitsirhC
31-08-2008, 10:09
Ok, ma manca la storia di Alitalia dal 2001 in poi. Una dimenticanza? :rolleyes:
Di quella parte ne hanno parlato in molti.
Ho voluto far presente ciò che invece a molti è sfuggito.
Mai criticare il padrone. :O
Il padrone ha sempre ragione. :O
Ogni scelta del padrone è legge. :O
Anche quando l'evidenza mi schiaccia io continuerò a difendere il mio padrone fino alla morte :O
(chissà come potrà ricompensarmi questa volta)
Essere posseduto da Veltroni mi pare proprio triste. Mi dispiace per te.
No, in realtà ti dico questo:
http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/31/Malpensa_2000_deve_decollare__co_0_9607316953.shtml
Prodi: priorita' assoluta, e' un delitto che il Nord non abbia un grande aeroporto
leggi e medita.
Il progetto risale al '91 ma i lavori erano stati bloccati per via di tangentopoli, l'Europa mise una sacco di bastoni fra le ruote a Malpensa 2000, ma i governi di quegli anni (tutti di sinistra eccetto il B. 1 che è durato 8 mesi) fecero di tutto per andare avanti anche a costo di grandi screzi con l'Europa.
Faccio notare che Air France nell'accordo di acquisto di Alitalia imponeva che gli slot rimasti inutilizzati a Malpensa non potessero essere usati da nessun altro----> Fallimento di Malpensa----> Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra.
Senza contare poi i licenziamenti.fico quale sono le cattedrali nello deserto specialità della sinistra?
danny2005
31-08-2008, 10:24
Mi togliete un dubbio?
Siccome in questi giorni non ho seguito i tg, mi sapete dire come hanno raccontato del piano di salvataggio i tg rai e mediaset?
L'italiano medio ha capito che i debiti li paga lui? oppure è contento perchè silvio è riuscito nell'impresa titanica di salvare alitalia, dove aveva fallito la sinistra?
Roberto Colaninno
Marco Tronchetti Provera
Carlo Toto
Francesco Bellavista Caltagirone
Gilberto Benetton
Marco Fossati
Marcellino Gavio
Salvatore Ligresti
Salvatore Mancuso
Claudio Sposito
Emilio Riva
C’è qualcuno che si aspetta che imprenditori siano mossi dall’intento di rendere un servizio alla collettività?
Un imprenditore NON deve rendere servizi alla collettività (alla faccia delle parole di Colaninno) ma deve pensare all'impreditoria ed al lucro derivante da esso.
Il problema grosso è che se questi ceffi sono imprenditori io sono il papa...
Sono solo squallidi personaggi che hanno le "amicizie" giuste, pochi peli sullo stomaco ed una grande conoscenza della finanza.
Grazie a questi ingredienti faranno a pezzi Alitalia creandone enormi utili per sè.
E gli effetti collaterali saranno:
A) un grosso affare per il partner (Air France o KLM)
b) un grosso debito per lo stato
fico quale sono le cattedrali nello deserto specialità della sinistra?
Fatti un giro a Livorno e vedrai che bellezza:
-Parcheggio che nessuno usa, fatto una decina d'anni fa ora è una landa di erbacce.
-Fossato d'acqua putrida puzzolente e stagnante aperto 5 anni fa per bellezza.
Etc. Etc.
Tu vedessi quanto è fico.
Bastian UMTS
31-08-2008, 10:55
Fatti un giro a Livorno e vedrai che bellezza:
-Parcheggio che nessuno usa, fatto una decina d'anni fa ora è una landa di erbacce.
-Fossato d'acqua putrida puzzolente e stagnante aperto 5 anni fa per bellezza.
Etc. Etc.
Tu vedessi quanto è fico.
Location please?
Location please?
Livorno.
Il parcheggio abbandonato con tanto di stazioncine del rifornimento dei pulmini elettrici si trova all'inizio di viale della Libertà, lato Aurelia.
Il fossato è in piazza del Luogo Pio. Un bel fosso chiuso ad una estremità (quindi stagnante) lungo un centinaio di metri e largo 7/8. Secondo te quanto può costare una simile opera dell'ingegno umano ?
Ma se vuoi altri esempi ti posso parlare dell'Acquario di Livorno.
15 anni fa avevamo un semplice piccolo acquario che serviva a far divertire i bimbi accompagnati dalle nonne. Roba da fascisti insomma. Ebbene decisero di creare un polo biologico mediterraneo etc. etc. , roba seria mica storie. Ebbene sono 15 anni che ci stanno buttando milioni di euro e l'oggettino in questione ha l'aspetto di un capannone industriale abbandonato. Salvo stanziare un po' di quattrini ogni anno.
Guarda quant'è fico:
http://casaguidi.files.wordpress.com/2008/05/06052008.jpg
Una volta era un fascistissimo piccolo edificio in mezzo ai pratini.
Sono le specialità della sinistra. Malpensa la volevano uguale.
John Cage
31-08-2008, 11:01
No, in realtà ti dico questo:
http://archiviostorico.corriere.it/1996/luglio/31/Malpensa_2000_deve_decollare__co_0_9607316953.shtml
Prodi: priorita' assoluta, e' un delitto che il Nord non abbia un grande aeroporto
leggi e medita.
Il progetto risale al '91 ma i lavori erano stati bloccati per via di tangentopoli, l'Europa mise una sacco di bastoni fra le ruote a Malpensa 2000, ma i governi di quegli anni (tutti di sinistra eccetto il B. 1 che è durato 8 mesi) fecero di tutto per andare avanti anche a costo di grandi screzi con l'Europa.
Faccio notare che Air France nell'accordo di acquisto di Alitalia imponeva che gli slot rimasti inutilizzati a Malpensa non potessero essere usati da nessun altro----> Fallimento di Malpensa----> Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra.
Senza contare poi i licenziamenti.
SOLO LA MALAFEDE.
I cantieri di malpensa 2000, dopo tangentopoli, erano ripresi già nel 1993. Definire "di sinistra" i governi ante 1996, con la lega e Buttiglione dentro mi sembra eccessivo e fuorviante. L'ulivo e Prodi sono andati al governo solo nel '96!
Nel 1996 ormai era più semplice completare i lavori che non abbandonare tutto il progetto. Infatti i lavori sono stati finanziati e portati a termine nel 2008 (solo due anni! Alla faccia dell'inefficienza della sinistra e del "fronte del no" che non fa realizzare le cose). Inoltre il progetto di Prodi prevedeva anche il piano dei collegamenti per Malpensa che successivamente non sono stati realizzati da chi è venuto dopo di lui (chissà chi è).
Io non ho condiviso quel progetto fin dall'inizio, ma questo non vuol dire non riuscire ad essere un minimo obiettivi.
Solo la malafede tipica dei maggiori supporter di Silvio può dare l'interpretazione che ne hai dato tu concludendo poi con quel:
"Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra".
Ragionamento semplicemente ridicolo e puerile che parte dal pregiudizio fazioso della peggiore disinformazione e della non conoscenza dei fatti storici che hanno segnato il nostro paese.
Complimenti vivissimi. :stordita:
Bastian UMTS
31-08-2008, 11:06
Livorno.
Il parcheggio abbandonato con tanto di stazioncine del rifornimento dei pulmini elettrici si trova all'inizio di viale della Libertà, lato Aurelia.
Il fossato è in piazza del Luogo Pio. Un bel fosso chiuso ad una estremità (quindi stagnante) lungo un centinaio di metri e largo 7/8. Secondo te quanto può costare una simile opera dell'ingegno umano ?
Non saprei, magari è stato finanziato dalla comunità europea (vedi il discorso pulmini elettrici), se vogliamo parlare di cose e sprechi seri, parliamo della diga del Bilancino :asd:
"Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra".[/I]
Ragionamento semplicemente ridicolo e puerile che parte dal pregiudizio fazioso della peggiore disinformazione e della non conoscenza dei fatti storici che hanno segnato il nostro paese.
Complimenti vivissimi. :stordita:
E allora fammi l'esempio di qualche 'cattedrale nel deserto' fatta uno di Forza Italia o Alleanza Nazionale.
SOLO LA MALAFEDE.
Definire "di sinistra" i governi ante 1996, con la lega e Buttiglione dentro mi sembra eccessivo e fuorviante. L'ulivo e Prodi sono andati al governo solo nel '96!
Chi li reggeva in piedi ? La sinistra. Buttiglio e la Lega erano indispensabili ma quei governi erano lì per volontà non certo di Fini o Berlusconi. Erano governi di sinistra retti dai parlamentari di sinistra.
Per non parlare del governo Amato (92-93).
Un imprenditore NON deve rendere servizi alla collettività (alla faccia delle parole di Colaninno) ma deve pensare all'impreditoria ed al lucro derivante da esso.
Il problema grosso è che se questi ceffi sono imprenditori io sono il papa...
Sono solo squallidi personaggi che hanno le "amicizie" giuste, pochi peli sullo stomaco ed una grande conoscenza della finanza.
Grazie a questi ingredienti faranno a pezzi Alitalia creandone enormi utili per sè.
E gli effetti collaterali saranno:
A) un grosso affare per il partner (Air France o KLM)
b) un grosso debito per lo stato
Questa è l'unica triste verità. Un fallimento bipartisan ed una soluzione peggiore del fallimento... che gioverà solo ai soliti furbetti e peserà sulle spalle già cariche dei lavoratori.
Essere posseduto da Veltroni mi pare proprio triste. Mi dispiace per te.
Veltroni mi fa schifo più di B. perché è un finto amico. A questo punto meglio il nemico.
Mi togliete un dubbio?
Siccome in questi giorni non ho seguito i tg, mi sapete dire come hanno raccontato del piano di salvataggio i tg rai e mediaset?
L'italiano medio ha capito che i debiti li paga lui? oppure è contento perchè silvio è riuscito nell'impresa titanica di salvare alitalia, dove aveva fallito la sinistra?
Ma figurati... Credi che un qualunque giornalista abbia OSATO chiedere chi si ciuccia la bad company con tutti i debiti? Chi paga gli "ammortizzatori"? Chi siano i "grandi imprenditori" coinvolti nell'operazione? In un paese normale anche solo fare quei nomi avrebbe sollevato uno scandalo, in italia si grida al miracolo.
John Cage
31-08-2008, 11:37
E allora fammi l'esempio di qualche 'cattedrale nel deserto' fatta uno di Forza Italia o Alleanza Nazionale.
Chi li reggeva in piedi ? La sinistra. Buttiglio e la Lega erano indispensabili ma quei governi erano lì per volontà non certo di Fini o Berlusconi. Erano governi di sinistra retti dai parlamentari di sinistra.
Per non parlare del governo Amato (92-93) costituito da gente che orbitava nella sfera sinistroide del parlamento.
http://www.governo.it/Governo/Governi/amato1.html
E beh. Ne hai di faccia tosta. Secondo la tua strana logica:
Un governo "retto dalla sinistra" con dentro buona parte di quello che divenne centrodestra si prende tutte le responsabilità delle cose fatte male.
Un governo retto dalla destra (ovvero da AN e Forza Italia) con dentro UDC, Lega e quent'altro, non ha responsabilità sulle cose fatte male della propria coalizione.
Ma che ragionamenti sono?
Ma hai viaggiato per l'italia? Di chi sono le cattedrali nel deserto che si trovano ovunque? DI PRODI???? DELLA SINISTRA???????? Non sai neanche di cosa parli.
Ma fammi il piacere. Piuttosto, concentrati su alitalia perchè già hai detto abbastanza inesattezze, vedi di replicare su quelle, invece di smembrare i miei post in modo da farli apparire diversi da quello che sono.
Anodaram
31-08-2008, 12:29
E beh. Ne hai di faccia tosta. Secondo la tua strana logica:
Un governo "retto dalla sinistra" con dentro buona parte di quello che divenne centrodestra si prende tutte le responsabilità delle cose fatte male.
Un governo retto dalla destra (ovvero da AN e Forza Italia) con dentro UDC, Lega e quent'altro, non ha responsabilità sulle cose fatte male della propria coalizione.
Ma che ragionamenti sono?
Ma hai viaggiato per l'italia? Di chi sono le cattedrali nel deserto che si trovano ovunque? DI PRODI???? DELLA SINISTRA???????? Non sai neanche di cosa parli.
Ma fammi il piacere. Piuttosto, concentrati su alitalia perchè già hai detto abbastanza inesattezze, vedi di replicare su quelle, invece di smembrare i miei post in modo da farli apparire diversi da quello che sono.
guarda nn c'è neanche a rispondere a qualcuno che pensa sia inutile malpensa:rolleyes: E' OVVVIO che il nord d'Italia aveva bisogno di un aereoporto di caratura internazionale
Ma che ci vuoi fare,oramai c'è gente pronta a dire che fogne ed acquedotto sono cattedrali nel deserto solo perchè costruite da amministrazioni diverse dalla propria religione
Livorno.
Il parcheggio abbandonato con tanto di stazioncine del rifornimento dei pulmini elettrici si trova all'inizio di viale della Libertà, lato Aurelia.
Il fossato è in piazza del Luogo Pio. Un bel fosso chiuso ad una estremità (quindi stagnante) lungo un centinaio di metri e largo 7/8. Secondo te quanto può costare una simile opera dell'ingegno umano ?
Ma se vuoi altri esempi ti posso parlare dell'Acquario di Livorno.
15 anni fa avevamo un semplice piccolo acquario che serviva a far divertire i bimbi accompagnati dalle nonne. Roba da fascisti insomma. Ebbene decisero di creare un polo biologico mediterraneo etc. etc. , roba seria mica storie. Ebbene sono 15 anni che ci stanno buttando milioni di euro e l'oggettino in questione ha l'aspetto di un capannone industriale abbandonato. Salvo stanziare un po' di quattrini ogni anno.
Guarda quant'è fico:
Una volta era un fascistissimo piccolo edificio in mezzo ai pratini.
Sono le specialità della sinistra. Malpensa la volevano uguale.
mazza sono sconvolto :asd:
ste cazzate le fanno qualsiasi amministrazione locale la cui bassa qualità e bipartisan, qualcosa di governativo?
Bastian UMTS
31-08-2008, 12:49
E allora fammi l'esempio di qualche 'cattedrale nel deserto' fatta uno di Forza Italia o Alleanza Nazionale.
Se intanto ti accontenti di una cattedrale virtuale ci sarebbe l'ente del ponte sullo stretto che ha sperperato non sò quanti euro....è già un inizio no? :asd:
Gente pagata per non fare niente...c'era pure un servizio di Report
Bastian UMTS
31-08-2008, 12:58
Livorno.
Il parcheggio abbandonato con tanto di stazioncine del rifornimento dei pulmini elettrici si trova all'inizio di viale della Libertà, lato Aurelia.
Il fossato è in piazza del Luogo Pio. Un bel fosso chiuso ad una estremità (quindi stagnante) lungo un centinaio di metri e largo 7/8. Secondo te quanto può costare una simile opera dell'ingegno umano ?
Ma se vuoi altri esempi ti posso parlare dell'Acquario di Livorno.
15 anni fa avevamo un semplice piccolo acquario che serviva a far divertire i bimbi accompagnati dalle nonne. Roba da fascisti insomma. Ebbene decisero di creare un polo biologico mediterraneo etc. etc. , roba seria mica storie. Ebbene sono 15 anni che ci stanno buttando milioni di euro e l'oggettino in questione ha l'aspetto di un capannone industriale abbandonato. Salvo stanziare un po' di quattrini ogni anno.
Guarda quant'è fico:
Una volta era un fascistissimo piccolo edificio in mezzo ai pratini.
Sono le specialità della sinistra. Malpensa la volevano uguale.
Visto che usi le foto di quel blog, perchè non scrivi anche le notizie vere?
"L’acquario di Livorno Diacinto Cestoni è stato costruito nel 1937 ,quindi è stato rifatto nel 1950 essendo stato semi-distrutto dalla guerra. Molti anni fa iniziarono lavori di ristrutturazione per realizzare un grande progetto al fine di dotare la città di Livorno di un acquario di livello internazionale venendo così incontro ad esigenze di natura turistica , culturale e scientifica della città. Il primo piano dell’acquario ospita infatti il Centro Interuniversitario di Biologia marina.
I lavori sono andati avanti con diversi ritmi per anni ( direi decenni!!) fino al 2004 , quando sembravano quasi ultimati ; già pronto un maestoso viale di accesso all’edificio in pregiato legno ( sic ) con un altezzoso filare di alti pennoni sui quali dovevano dopo pochi giorni essere issate festose e solenni bandiere per anninciare alla popolazione la prossima inaugurazione della grande , complessa e faticosa realizzazione.
Ma aimhè , un terribile contezioso tra l’amministrazione comunale e la ditta costruttrice ha di fatto bloccato tutto.
In quattro anni ( dal 2004 ad oggi )le intemperie , ma soprattutto i ripetuti attacchi vandalici , hanno danneggiato progressivamente la struttura , ma nel maggio 2008 sono ripresi di nuovo i lavori.
E’ stata prima di tutto issata una poderosa ed impenetrabile recinsione per togliere dalla vista dei cittadini i grandi sforzi di ricostruzione che saranno necessari nei prossimi mesi per ripristinare ciò che era già stato realizzato . Altri soldi gettati al vento e lì ce nè proprio tanto !
Non sarebbe il caso di cominciare a mettere in atto opere e parole per frenare simili scempi ?
Oppure si ritiene ancora che le pubbliche condanne verso coloro che assumono tali atteggiamenti teppistici sono politicamente sconvenienti ?"
Tratto da qui: http://casaguidi.wordpress.com/2008/05/07/i-lavori-infiniti-allacquario-di-livorno/
Se a Livorno avete dei coglioni/vandali non è colpa del comune, o sbaglio?
Se il comune ha un contenzioso con la ditta ci saranno dei motivi validi?
Sei di parte e fazioso, hai sparato merda su un fatto che nemmeno conosci....
Saluti
Visto che usi le foto di quel blog, perchè non scrivi anche le notizie vere?
"L’acquario di Livorno Diacinto Cestoni è stato costruito nel 1937 ,quindi è stato rifatto nel 1950 essendo stato semi-distrutto dalla guerra. Molti anni fa iniziarono lavori di ristrutturazione per realizzare un grande progetto al fine di dotare la città di Livorno di un acquario di livello internazionale venendo così incontro ad esigenze di natura turistica , culturale e scientifica della città. Il primo piano dell’acquario ospita infatti il Centro Interuniversitario di Biologia marina.
I lavori sono andati avanti con diversi ritmi per anni ( direi decenni!!) fino al 2004 , quando sembravano quasi ultimati ; già pronto un maestoso viale di accesso all’edificio in pregiato legno ( sic ) con un altezzoso filare di alti pennoni sui quali dovevano dopo pochi giorni essere issate festose e solenni bandiere per anninciare alla popolazione la prossima inaugurazione della grande , complessa e faticosa realizzazione.
Ma aimhè , un terribile contezioso tra l’amministrazione comunale e la ditta costruttrice ha di fatto bloccato tutto.
In quattro anni ( dal 2004 ad oggi )le intemperie , ma soprattutto i ripetuti attacchi vandalici , hanno danneggiato progressivamente la struttura , ma nel maggio 2008 sono ripresi di nuovo i lavori.
E’ stata prima di tutto issata una poderosa ed impenetrabile recinsione per togliere dalla vista dei cittadini i grandi sforzi di ricostruzione che saranno necessari nei prossimi mesi per ripristinare ciò che era già stato realizzato . Altri soldi gettati al vento e lì ce nè proprio tanto !
Non sarebbe il caso di cominciare a mettere in atto opere e parole per frenare simili scempi ?
Oppure si ritiene ancora che le pubbliche condanne verso coloro che assumono tali atteggiamenti teppistici sono politicamente sconvenienti ?"
Tratto da qui: http://casaguidi.wordpress.com/2008/05/07/i-lavori-infiniti-allacquario-di-livorno/
Se a Livorno avete dei coglioni/vandali non è colpa del comune, o sbaglio?
Se il comune ha un contenzioso con la ditta ci saranno dei motivi validi?
Sei di parte e fazioso, hai sparato merda su un fatto che nemmeno conosci....
Saluti
I lavori vanno avanti da quando ero bambino. Li hanno abbandonati e ripresi per 2 o 3 volte non mi ricordo ed ora è l'ennesima. Che contenzioso è che dura da 15-20 anni ?
E poi i vandali avranno scritto sul muro ma quella è una montagna di ruggine. Oltretutto è anche obbrobrioso a vedersi.
Senza contare che hanno distrutto una struttura che funzionava.
guarda nn c'è neanche a rispondere a qualcuno che pensa sia inutile malpensa:rolleyes: E' OVVVIO che il nord d'Italia aveva bisogno di un aereoporto di caratura internazionale
Ma che ci vuoi fare,oramai c'è gente pronta a dire che fogne ed acquedotto sono cattedrali nel deserto solo perchè costruite da amministrazioni diverse dalla propria religione
NON HO DETTO CHE é UNA CATTEDRALE NEL DESERTO. Ho detto che ci sarebbe diventata se Alitalia fosse passata ad Air France perchè quest'ultima chiedeva di poter mantenere inutilizzati gli slot di Malpensa che erano di Alitalia.
Bastian UMTS
31-08-2008, 13:27
I lavori vanno avanti da quando ero bambino. Li hanno abbandonati e ripresi per 2 o 3 volte non mi ricordo ed ora è l'ennesima. Che contenzioso è che dura da 15-20 anni ?
E poi i vandali avranno scritto sul muro ma quella è una montagna di ruggine. Oltretutto è anche obbrobrioso a vedersi.
Senza contare che hanno distrutto una struttura che funzionava.
Non ricordo, hanno scritto etc etc ma notizie accertate ne hai?
claudioborghi
31-08-2008, 16:36
L'Italia va a rotoli principalmente anche per gli italiani intelligenti che si vendono. E sono quelli che mi creano più rabbia e disappunto per non dire di peggio.... :Puke:
C'era un periodo in cui chi la pensava diversamente era un venduto e creava rabbia disappunto o peggio... come si chiamava?:wtf:
Provare a rispettare le idee diverse dalle proprie no eh?
C'era un periodo in cui chi la pensava diversamente era un venduto e creava rabbia disappunto o peggio... come si chiamava?:wtf:
Provare a rispettare le idee diverse dalle proprie no eh?
NB: Questo è un post generico. Se qualcuno si ci rispecchia dentro mi dispiace per la sua coda di paglia.
;)
claudioborghi
31-08-2008, 18:07
;)
Anche la mia risposta era generica ;)
naitsirhC
31-08-2008, 22:01
...
L'Italia va a rotoli principalmente anche per gli italiani intelligenti che si vendono. E sono quelli che mi creano più rabbia e disappunto per non dire di peggio.... :Puke:
*
Purtroppo fare carriera a tutti i costi è diventato quasi un imperativo per la magGioranza delle persone...
E per fare ciò, sono ben disposti a leccare il culo da una parte o dall'altra, l'importante per loro è aggrazziarsi il capo, crearsi "amnicizie" altolocate, compiacere al politico di turno, ecc.
Dico di turno, perchè si sa che l'ItaGlia è un Paese di bandiere... e come gira il vento...
naitsirhC
31-08-2008, 22:06
Anche la mia risposta era generica ;)
Se te la senti, ti chiedo di darmi una risposta non generica a questa mia domanda:
Quali sono, secondo te, i principali i pregi ed i difetti di berlusconi?
columbia83
01-09-2008, 01:23
http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dal%20Mondo&vxClipId=2524_96f689bc-75d7-11dd-b314-00144f02aabc&vxBitrate=300
Andate sul link "La gaffe del giornalista"
:sbonk:
http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/economia/alitalia-25/epifani-affondo/epifani-affondo.html
Il leader Cgil al governo: "Serve una trattativa vera. Le regole siano uguali per tutti"
"Quando Prodi approvò le norme pro labour Confindustria si fece sentire"
L'affondo di Epifani
"Il piano va cambiato"
di ROBERTO MANIA
L'affondo di Epifani "Il piano va cambiato" {span class='txt12'}{/span}
ROMA - Nessun ultimatum. Come sempre Guglielmo Epifani usa i toni pacati, ma è altrettanto netta la sua strategia per affrontare una partita decisiva anche per il futuro del sindacato: l'ultima crisi dell'Alitalia con le nuove regole del gioco approvate dal governo Berlusconi, con la cordata di imprenditori italiani guidata da Roberto Colaninno e benedetta dalla Confindustria. E con i sindacati considerati i primi responsabili del mancato accordo con Air France.
Appena tornato da Denver, dove ospite dei sindacati americani ha partecipato all'incoronazione di Barack Obama, Epifani ha fatto il punto con la delegazione della Cgil che da oggi affronterà al ministero del Lavoro il negoziato per l'Alitalia. "Non possiamo accettare la logica del prendere o lasciare", ha detto il leader della Cgil impostando la trattativa. E sarà questa la risposta che arriverà al tavolo di Via Flavia anche all'advisor Corrado Passera per il quale senza l'accordo con il sindacato il progetto per la Nuova Alitalia rientrerà nel cassetto.
Le regole di una trattativa, per la Cgil, restano quelle di sempre. Anche se l'Alitalia è fallita, anche se il suo commissariamento è del tutto anomalo, anche se sulla carta c'è già una nuova compagnia, anche, infine, se è difficile immaginare un'alternativa che non sia baratro per i ventimila dipendenti della Magliana. "Bisogna negoziare. Ci vuole una trattativa vera", ha insistito Epifani. "Aprire un confronto a partire dal piano industriale". Poi ci sarà la gestione degli esuberi.
Ma c'è anche un altro fronte che ora interessa l'Alitalia e che domani potrà riguardare qualsiasi altra impresa in difficoltà: la possibilità di cedere rami d'azienda e anche di singoli lavoratori a un'altra società. "Nel decreto del governo - è allora la tesi di Epifani - ci sono problemi seri. Va rimesso a posto, cambiato". Perché il rischio è che di fronte a una fase di difficoltà un'azienda possa disfarsi di alcuni pezzi. È una questione che la Cgil ha già osteggiato all'epoca della legge Biagi.
Insomma la Cgil punta a un confronto a tutto campo: capire, da una parte, se l'obiettivo rilanciare l'Alitalia oppure ridimensionarla a un vettore regionale con scarse prospettive sul terreno della competitività e chiarire, dall'altra, tutte le implicazioni del decreto che ha fissato le nuove procedure fallimentari.
Ragionamento che vale anche per gli ammortizzatori sociali. Perché se per gli esuberi dell'Alitalia sarà possibile ricevere per quattro anni l'indennità di cassa integrazione e per tre, senza alcuna interruzione, quella di mobilità, indipendentemente dall'età e dalla regione di residenza, questo dovrà essere possibile per tutti gli altri lavoratori. "Le regole - sostiene Epifani - devono essere uguali per tutti".
Sul negoziato peserà, indirettamente, pure il ruolo degli industriali, quelli che hanno dato vita alla cordata, ma non solo. "Il loro atteggiamento - ha sostenuto Epifani - non mi stupisce. Conosco bene gli industriali italiani. In quella cordata c'è chi ci si è messo per una sfida, come Colaninno, ma pure chi lo fa visibilmente per altri fini (penso ai costruttori o agli assicuratori) e chi ancora con qualche conflitto di interesse (Benetton tra tutti).
E invece il successo di un'azienda, come insegnano i rilanci di Fiat e Piaggio, dipende proprio dalla concentrazione sul core business". Né si può dire che "le regole del gioco le fissa le politica e l'imprenditore si adegua". "Perché quando il centrosinistra ha approvato alcune norme pro labour la Confindustria si è fatta sentire, ha protestato. Eccome". Ecco, la Confindustria di Emma Marcegaglia, il cui gruppo è entrato nel capitale della Compagnia aerea italiana, e con la quale da domani si riparlerà della riforma dei contratti.
Ed è una critica forte quella che Epifani ha rivelato ai suoi: "Colpisce la disinvoltura della Confindustria rispetto al tema dei conflitti di interesse, delle leggi ad hoc. Mi pare più "adattabile", meno ferma sui principi di fondo rispetto a poco tempo fa".
(1 settembre 2008)
http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dal%20Mondo&vxClipId=2524_96f689bc-75d7-11dd-b314-00144f02aabc&vxBitrate=300
Andate sul link "La gaffe del giornalista"
:sbonk:
A parte l'errore lolloso...
Berlusconi si deve decidere... o è stato lui a non far andare in porto l'accordo con Air France oppure sono stati i sindacati.
Non è che quando gli conviene era la sinistra a voler svendere ad Air France e lui ha fermato il piano diabolico, e quando invece non gli conviene accusa i sindacati di aver fatto saltare il piano d'accordo... :rolleyes:
http://www.corriere.it/economia/08_settembre_01/divico_intervista_corrado_passera_alitalia_a9c4e308-77ea-11dd-8626-00144f02aabc.shtml
...cut...
Lei la chiama riorganizzazione profonda ma i suoi critici dicono che si tratta di un revival della vecchia e perniciosa attitudine italiana a privatizzare i benefici e a socializzare i costi. Addossando allo Stato esuberi di personale, indennizzi ai piccoli risparmiatori e quant'altro.
«Penso solo una cosa: il fallimento dell' Alitalia scaricherebbe sulle spalle dello Stato oneri di tutti i tipi. Qualcuno fa finta di dimenticarselo e dimentica anche che la compagnia è stata ridotta in fin di vita da anni e anni di cattiva gestione e di responsabilità diffuse».
...cut...
Non tutti ricordano che in definitiva è stato il sindacato a bocciare il vecchio piano Spinetta e ad affossare l'ipotesi Air France, non teme che possa accadere lo stesso anche questa volta con il piano Intesa?
«Tutti i progetti di risanamento e rilancio che ho vissuto, li ho condivisi con il sindacato. La mia esperienza dimostra che anche in caso di ristrutturazioni aziendali difficili, di fronte a piani credibili, onesti e di sviluppo il sindacato non si è mai tirato indietro. Confido che anche questa volta vada così e che si abbia il coraggio di fare in Alitalia ciò di cui l'azienda ha bisogno e che non ha fatto negli ultimi anni».
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