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View Full Version : Vicenza e la militarizzazione USA


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radiovoice
15-09-2007, 19:06
Nucleare, rivelazione dagli Usa
"In Italia 90 bombe atomiche"
Lidia Menapace (Prc): "Lo denunciamo da molto tempo"

ROMA - Lo vieta la legge e in più occasioni in passato lo ha dichiarato anche il governo, ma l'Italia è un paese nucleare. A rivelarlo è uno studio americano, secondo il quale sul territorio italiano ci sono 90 bombe atomiche statunitensi. Una presenza della quale si parla molto poco, ma che ha un peso strategico importante negli equilibri internazionali. Sul tema sono intervenuti alcuni esponenti di Rifondazione, che stanno anche promuovendo una raccolta di firme.

A rigor di legge, la presenza di questi ordigni non sarebbe consentita: la legislazione la vieta espressamente dal 1990. Il nostro Paese ha inoltre sottoscritto i trattati internazionali di non proliferazione nucleare e ha dichiarato di non far parte del club atomico, con tutti gli obblighi internazionali che ne derivano.

Secondo il rapporto "Us nuclear weapons in Europe" dell'analista statunitense Hans Kristensen del Natural Resources Defence Council di Washington, invece, l'Italia ospita 90 delle 481 bombe nucleari americane presenti nel Vecchio continente. Cinquanta sono nella base di Aviano, in Friuli, e altre 40 si trovano a Ghedi, nel Bresciano.

Tra Italia e Stati Uniti esisterebbe anche un accordo segreto per la difesa nucleare, rinnovato dopo il 2001. William Arkin, un esperto dell'associazione degli scienziati nucleari, ne ha rivelato recentemente il nome in codice: "Stone Ax" (Ascia di Pietra). Le bombe atomiche in Italia sono di tre modelli: B 61-3, B 61-4 e B61-10. Il primo ha una potenza massima di 107 kiloton, dieci volte superiore all'atomica di Hiroshima; il secondo modello ha una potenza massima di 45 kiloton e il terzo di 80 kiloton.

Il governo di George Bush ha ribadito molte volte di non escludere l'opzione nucleare per rispondere ad attacchi con armi biologiche o chimiche ed ha avviato la produzione di bombe atomiche tattiche di potenza limitata, non escludendo di servirsene contro i Paesi considerati terroristi. Almeno due di questi, Siria e Iran, si trovano nel raggio dei bombardieri di stanza in Italia.

I risultati dello studio hanno dato forza alle proteste di alcuni esponenti di Rifondazione. "E' da molto tempo che denunciamo la presenza di bombe atomiche sul territorio italiano", dice la senatrice Lidia Menapace della commissione Difesa. "Quando siamo stati ad Aviano in missione per la commissione abbiamo chiesto al comandante italiano se era a conoscenza della presenza di armi nucleari nella base e lui rispose che non lo sapeva". "Stiamo raccogliendo le firme per una legge di iniziativa popolare per liberare il territorio dalle armi nucleari americane", aggiunge il senatore Francesco Martone, capogruppo Prc in commissione Esteri.




Toh...chi era che negava che in Italia fossero ancora presenti bombe nucleari?
Easyand forse...?
Non ricordo...

CYRANO
16-09-2007, 22:09
“INVASIONE” . Oltre 2 mila in corteo: 200 “zappatori” hanno ottenuto, dopo una trattativa con le forze dell’ordine, di entrare nell’aeroporto per creare un “parco”
Al “Dal Molin” 150 alberelli contro la base
La mediazione con la questura sgonfia i timori di tensioni per la terza protesta che ha messo fine al “Festival del No”






Gian Marco Mancassola
Alla fine ce l’hanno fatta: una pattuglia di 200 manifestanti ha valicato il recinto del Dal Molin e ha piantumato 150 alberelli, armata di vanghe, badili, zappe e annaffiatoi. Le forche no, quelle sono rimaste fuori, giudicate inammissibili dalle forze dell’ordine. La temuta invasione dell’aeroporto per dare vita a un parco pubblico nel luogo in cui sorgerà una caserma militare si è trasformata in un atto simbolico, un’azione teatrale il cui copione è stato scritto e completato dopo una trattativa durata fino all’ultimo minuto fra i leader del Presidio permanente e la questura. Il bilancio quindi, è di una manifestazione priva di tensione, composta da un corteo partito dal Festival No Dal Molin di Rettorgole e dal corteo studentesco che si è mosso dalla stazione, a cui hanno preso parte oltre duemila manifestanti secondo le stime delle forze dell’ordine, il doppio secondo i calcoli dei promotori.
A mezzogiorno, quando i due cortei si sono incrociati e fusi lungo strada S. Antonino, davanti all’ingresso dello scalo civile, sotto la regia del questore Dario Rotondi i cancelli sono stati aperti per far entrare una nutrita delegazione di zappatori. L’intero aeroporto era sorvegliato da decine di carabinieri e poliziotti, che non hanno dovuto far altro che assistere alla disciplinata sfilata dei contadini, accompagnati su un terreno marginale, lontano dalla pista, lungo strada S. Antonino in direzione del centro cittadino. La piantumazione è stata accompagnata da canti, fischi, pentole, tamburi. L’obiettivo, come spiegano Olol Jackson e Cinzia Bottene, era dimostrare che un uso alternativo del Dal Molin si può fare. Nonostante i toni pacifici, i promotori non hanno nascosto fin dall’inizio la loro determinazione nel portare a termine la piantumazione, come si apprende dal comunicato del Presidio permanente: «Alcune persone portavano le cesoie per tagliare le reti, nel caso in cui fosse stato impedito l’ingresso dal cancello».
«È andata bene - commenta la Bottene - adesso che il festival è finito proclamiamo tre giorni di riposo. Il questore? C’è un rapporto di rispetto reciproco, anche se siamo su posizioni diverse. La fonte della tensione è il sindaco Hüllweck. Il commissario Costa? Ha chiesto di incontrarci, ma noi abbiamo risposto “no, grazie”, dal momento che nel suo mandato non ci sono punti di incontro». Al corteo hanno preso parte alcuni parlamentari: Tiziana Valpiana, Paolo Cacciari e Franco Turigliatto, il senatore dissidente che aveva messo in crisi il governo bocciando la politica estera del ministro D’Alema. «La mia - spiega - è una presenza di sostegno e solidarietà a questo movimento che mostra di durare nel tempo, coinvolgendo famiglie e soprattutto donne. La partita è lunga e tutta da giocare. Io sono ottimista sul futuro e sul fatto che si riuscirà a contrastare la decisione presa da questo governo in spregio a Vicenza e al proprio elettorato. Le parole di Rutelli? Il suo è un atteggiamento altezzoso e tartufesco. Gli ricordo, per altro, che il parlamento non si è mai espresso sul Dal Molin». Parola di uno che con il suo voto ha spedito Prodi al Quirinale.

Dal GdV di oggi.

azz questi comunistinoglobalanarchicidisobbedienti che piantano alberelli invece di mettere a ferro e fuoco la citta'...

:O


Clmamlzlma

CYRANO
16-09-2007, 22:11
OGGI A S. CORONA. Un seminario alle 15.30
Si può rivedere il patto cogli Usa? Atti sotto esame
Movimento consumatori e altre associazioni chiamano a discutere due esperti nazionali






Leandra Pelle
Esaminare la questione del Dal Molin dal punto di vista del diritto internazionale per individuare strategie di azione.
È l’obiettivo del seminario-dibattito organizzato per oggi dal Movimento dei consumatori del Veneto, l’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” e VicenzAttiva. Il titolo dice già tutto: «Affermiamo il nostro diritto a decidere sul progetto Dal Molin: le azioni possibili dalla comunità locale alle Nazioni unite. Azioni a breve, a medio e a lungo termine».
L’appuntamento è alle 15.30 nella sala conferenza dei Chiostri di Santa Corona. Interverranno il sen. Francesco Martone, delegato del governo all’assemblea della Nato, sui temi relativi alla politica di difesa dell’Unione Europea e i movimenti per la pace ed il disarmo, e poi l’avv. Fausto Giannelli dell’Associazione giuristi democratici sui rapporti tra lo Stato italiano e quello americano in relazione alla vicenda Dal Molin e sulle strategie ed azioni per garantire l’autodeterminazione dei popoli e la sovranità nazionale degli Stati.
L’incontro vuole «riaprire la questione Dal Molin analizzandola anche da questo punto di vista - spiega Giulio Labbro Francia del Movimento consumatori veneto - per riprendere alcuni principi, rimettere in discussione le decisioni prese dal governo italiano e dare alle amministrazioni locali il diritto di decidere».
L’invito degli è rivolto alle organizzazioni ed ai «vicentini che hanno competenze giuridiche, ambientali, urbanistiche ed economiche» per arricchire i lavori di analisi e le ipotesi di progetti alternativi a quelli già elaborati. In particolar modo l’accento è stato posto sulla possibilità di poter rivedere i trattati internazionali, che possono essere appunto cambiati alla luce delle situazioni attuali vissute dallo stato e dalle comunità.
«Stiamo cercando di coprire un vuoto di informazione e partecipazione che il Governo ha contribuito a creare - spiega Francesco Buso di VicenzAttiva - e favorire la presa di coscienza dei cittadini che come noi stanno scoprendo che sul Dal Molin c’è un vuoto legislativo».

Sempre dal GdV di oggi.


Cknakmnzkmna

radiovoice
16-09-2007, 22:25
OGGI A S. CORONA. Un seminario alle 15.30
Si può rivedere il patto cogli Usa? Atti sotto esame
Movimento consumatori e altre associazioni chiamano a discutere due esperti nazionali






Leandra Pelle
Esaminare la questione del Dal Molin dal punto di vista del diritto internazionale per individuare strategie di azione.
È l’obiettivo del seminario-dibattito organizzato per oggi dal Movimento dei consumatori del Veneto, l’Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” e VicenzAttiva. Il titolo dice già tutto: «Affermiamo il nostro diritto a decidere sul progetto Dal Molin: le azioni possibili dalla comunità locale alle Nazioni unite. Azioni a breve, a medio e a lungo termine».
L’appuntamento è alle 15.30 nella sala conferenza dei Chiostri di Santa Corona. Interverranno il sen. Francesco Martone, delegato del governo all’assemblea della Nato, sui temi relativi alla politica di difesa dell’Unione Europea e i movimenti per la pace ed il disarmo, e poi l’avv. Fausto Giannelli dell’Associazione giuristi democratici sui rapporti tra lo Stato italiano e quello americano in relazione alla vicenda Dal Molin e sulle strategie ed azioni per garantire l’autodeterminazione dei popoli e la sovranità nazionale degli Stati.
L’incontro vuole «riaprire la questione Dal Molin analizzandola anche da questo punto di vista - spiega Giulio Labbro Francia del Movimento consumatori veneto - per riprendere alcuni principi, rimettere in discussione le decisioni prese dal governo italiano e dare alle amministrazioni locali il diritto di decidere».
L’invito degli è rivolto alle organizzazioni ed ai «vicentini che hanno competenze giuridiche, ambientali, urbanistiche ed economiche» per arricchire i lavori di analisi e le ipotesi di progetti alternativi a quelli già elaborati. In particolar modo l’accento è stato posto sulla possibilità di poter rivedere i trattati internazionali, che possono essere appunto cambiati alla luce delle situazioni attuali vissute dallo stato e dalle comunità.
«Stiamo cercando di coprire un vuoto di informazione e partecipazione che il Governo ha contribuito a creare - spiega Francesco Buso di VicenzAttiva - e favorire la presa di coscienza dei cittadini che come noi stanno scoprendo che sul Dal Molin c’è un vuoto legislativo».

Sempre dal GdV di oggi.


Cknakmnzkmna


qualcosa si muove nell'asupicato verso... :D

zuper
17-09-2007, 08:16
azz questi comunistinoglobalanarchicidisobbedienti che piantano alberelli invece di mettere a ferro e fuoco la citta'...

ci sono sempre le mele marce...:sofico:

easyand
17-09-2007, 10:07
non ti preoccupare che hanno fatto il loro comunque, venerdi quelli del no dal molin hanno "manifestato" davanti all' ingresso della Ederle, la facciata della caserma è stata devastata con le bombolette spray, graffiti su ogni cartello stradale e hanno tentato di dar fuoco al telo verde che copre la recinzione.....ma pacificamente eh

radiovoice
17-09-2007, 10:08
non ti preoccupare che hanno fatto il loro comunque, venerdi quelli del no dal molin hanno "manifestato" davanti all' ingresso della Ederle, la facciata della caserma è stata devastata con le bombolette spray, graffiti su ogni cartello stradale e hanno tentato di dar fuoco al telo verde che copre la recinzione.....ma pacificamente eh

fonte?

radiovoice
17-09-2007, 11:08
non ti preoccupare che hanno fatto il loro comunque, venerdi quelli del no dal molin hanno "manifestato" davanti all' ingresso della Ederle, la facciata della caserma è stata devastata con le bombolette spray, graffiti su ogni cartello stradale e hanno tentato di dar fuoco al telo verde che copre la recinzione.....ma pacificamente eh

FONTE?

easyand
17-09-2007, 11:36
un paramedico della Ederle che conosco

uno dei cartelli graffittati

http://www.globalproject.info/IMG/arton13198.jpg

qui le altre foto del merdaio che hanno fatto
http://www.globalproject.info/gal-13198.html

radiovoice
17-09-2007, 11:41
un paramedico della Ederle che conosco

uno dei cartelli graffittati

http://www.globalproject.info/IMG/arton13198.jpg

qui le altre foto del merdaio che hanno fatto
http://www.globalproject.info/gal-13198.html

Ah...la solita fonta diretta insomma! :D

Ma che merdaio...per un paio di graffitielli...alcuni anche simpatici :D

easyand
17-09-2007, 12:15
Ah...la solita fonta diretta insomma! :D

Ma che merdaio...per un paio di graffitielli...alcuni anche simpatici :D

si conosco 2 paramedici della ederle che fanno anche corsi first aid e combat life saver per una società italiana che insegna medicina d'emergenza a forze armate e croce verde

beh...simpatici un per di palle, se una cosa non mi piace non smerdo tutto quanto con vernice e co.

radiovoice
17-09-2007, 12:20
si conosco 2 paramedici della ederle che fanno anche corsi first aid e combat life saver per una società italiana che insegna medicina d'emergenza a forze armate e croce verde

beh...simpatici un per di palle, se una cosa non mi piace non smerdo tutto quanto con vernice e co.

Oggi vado a vedere :D
Cmq sono fin troppo bravi se pensiamo allo strupro che hanno in mente di fare alla cità gli americani (beninteso e per evitare le solite speculazioni, leggasi "militari americani"). Fin troppo bravi.

CYRANO
25-09-2007, 16:12
EDERLE 2. L’on. Trupia fiduciosa dopo una lettera delle deputate Usa

«Non è già deciso,
la lotta continua»
di Maria Elena Bonacini

«Abbiamo ricevuto una lettera da due delle parlamentari che avevamo incontrato a Washington e il Dal Molin è ancora in discussione al senato. Non tutto è ancora compiuto e vale la pena di continuare a battersi». È galvanizzata, l’onorevole Lalla Trupia (Sd), al termine della visita di ieri mattina alla caserma Ederle insieme alle colleghe Elettra Deiana e Tiziana Valpiana (Prc). Il motivo non è però il giro compiuto con il colonnello Skip Davis, che ha mostrato loro i sistemi utilizzati dall’esercito Usa per preservare l’ecosistema e quelli che vengono e che verranno utilizzati nella costruzione degli edifici (leggi Dal Molin), e neanche il briefing sul progetto della Ederle2.
La carica le viene dalla lettera ricevuta dalle parlamentari democratiche al Congresso Rosa De Lauro e Loretta Sanchez, nella quale vede una fonte di speranza. Anche se, a leggerla bene, la missiva sembra più una descrizione dei tempi della discussione. Dopo l’autorizzazione per l’utilizzo dei fondi militari per l’anno 2008 da parte della Camera, si legge infatti, «attualmente si sta valutando un’autorizzazione al senato. Se dovesse passare, le differenze tra le due parti legislative dovranno essere riunite in un unico disegno di legge finale, ad opera di entrambi gli organi legislativi, approvato poi da entrambe le camere e infine firmati dal presidente. Con ogni probabilità considereremo tale provvedimento per la costruzione della base militare in autunno. Comprendiamo e siamo sensibili alle preoccupazioni dei cittadini di Vicenza e continueremo a monitorare la situazione».
Nulla, insomma, più di un resoconto e tantomento una dichiarazione forte di lotta contro l’approvazione del documento. La parlamentare vicentina, comunque, al di là delle vicende parlamentari statunitensi, conta ancora «che il governo italiano torni indietro».
Sui lavori in corso alla Ederle battono invece le due colleghe: «i progetti sono belli ed ecocompatibili, ma quale autonomia ha l’esercito americano per eseguire opere così imponenti?
Bisogna desecretare gli accordi del 1954 e rivederli». E a proposito della bonifica del terreno del Dal Molin, Trupia rimanda alla conferenza stampa «durante la quale il commissario Paolo Costa annuncerà i tempi per l’inizio dei lavori. Siccome non sono ancora riuscita ad incontrarlo ci sarò e se potrò farò anche qualche domanda».


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IL “TENDONE”. La risposta a Dalla Negra

E ora il Presidio
si prepara
a raddoppiare

Il Presidio permanente non lascia, anzi, raddoppia.
La notizia è stata diffusa ieri sera con un comunicato, che replica così alla diffida inviata dal settore Edilizia privata del Comune, che sollecitava in tempi rapidi la documentazione utile per chiarire le modalità di installazione del tendone che sorge in un terreno privato a Lobia, divenuto simbolo della battaglia contro la costruzione della Ederle 2 all’aeroporto Dal Molin.
«Ride bene chi ride ultimo - si legge nella nota - l’assessore Michele Dalla Negra non ha nulla di cui andare orgoglioso: non farà sgomberare il Presidio permanente di Ponte Marchese che, invece, si rinnoverà, per diventare più grande ed accogliente in vista del prossimo inverno.
Da tempo, infatti, abbiamo deciso di rinnovare il tendone e le altre strutture».
«La nuova piazza di Vicenza, come ha definito don Gallo il Presidio, continuerà a essere luogo d’incontro per i tanti cittadini che si oppongono alla militarizzazione della città».
Gli animatori del Presidio rifilano poi a Dalla Negra un’ulteriore stilettata: «È singolare, invece, la rapidità con la quale l’assessore ha diffuso notizie concernenti un terreno privato - prosegue il comunicato -. I tecnici dell’Altrocomune stanno verificando se tutto ciò è rispondente alla normativa vigente: per Dalla Negra, infatti, potrebbe mancare l’attestazione di rispetto della privacy.
Al riguardo, la proprietà non ha ricevuto ancora alcuna notifica annunciata sui media».



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L’INTERVENTO. Il sindacato di polizia Siulp

«Sul Dal Molin
giusta strategia
del questore»

Sulla questione della (non) stretta di mano tra il questore Dario Rotondi e il disobbediente Luca Casarini interviene anche il segretario provinciale del sindacato di polizia Siulp, Roberto Meridio. Per dire che se anche Rotondi «ha peccato di ingenuità» è bene sottolineare che fino ad ora grazie alla sua strategia «non ci sono stati disordini».
Scrive nella sua nota Roberto Meridio: «Negli ultimi giorni, su tutti gli organi di stampa locali, si è dato notevole risalto al rifiuto della stretta di mano offerta dal questore Rotondi all'oramai arcinoto Casarini. Per quanto ci riguarda riteniamo che nell'occasione il nostro questore abbia peccato di eccessiva educazione ed ingenuità, pertanto dobbiamo segnare un bell’ 1 a 0 per il ben più esperto e navigato disobbediente».
«Vorremmo invece soffermarci un attimo sulla gestione locale dell'ordine pubblico da parte del questore Rotondi - continua il segretario del sindacato di polizia -. Sicuramente a "qualcuno" ha dato fastidio che fino ad ora non ci siano stati disordini, ma ci vuole del coraggio a mettere in discussione questa strategia che per ora non ha visto scontri e di conseguenza nessun collega ferito, cosa che a noi (sindacati di polizia) interessa di più». Continua la nota del Siulp: «Probabilmente politici ed altri sindacati hanno più interesse a creare tensioni esterne e malcontento interno, malcontento che già c'è, ma non perché non si fanno cariche ma perché l'ordine pubblico sta diventando l'impiego principale dei colleghi anziché essere utilizzati per dare un servizio migliore alla cittadinanza e più sicurezza».
Insomma, conclude Meridio «è giunto il momento che i nostri politici chiedano di più per Vicenza invece di aumentare le tensioni locali soffermandosi su una discussa stretta di mano».


Dal GdV di oggi.



Clmamlamlamllama

CYRANO
26-09-2007, 22:07
MAR NERO. Viaggio dove le basi militari statunitensi sono ben accette
Ora gli Usa fanno volare la Romania
I militari della Ederle partecipano alla grande esercitazione congiunta a Costanza dove i Mig in coda non fanno più paura
Il proprietario dell’hotel Emi, a pochi passi dalla base, ha investito e ha assunto nuovo personale
Per i primi interventi edilizi il Dipartimento della Difesa Usa ha stanziato 35 milioni di dollari
La base “Mihail Kogalniceanu” è una Ederle in piccolo, con posta, barbiere, clinica e palestra


Marino Smiderle
INVIATO A COSTANZA (Romania)
Abbiamo un Mig in coda. Per una volta ci siamo sentiti come Maverick-Tom Cruise, nel celebre film Top Gun, nella scena in cui sorprende il pilota del Mig sovietico con una manovraccia fuori dal codice aeronautico, ma geniale, e se lo ritrova nel mirino, pronto a fare fuoco e a vincere la battaglia. Il Mig in coda, stavolta, è sistemato in una piazzola dell’Air Base "Mihail Kogalniceanu", a trenta chilometri da Costanza, sulla costa romena del Mar Nero. Non fa molta paura, in verità. Per due buoni motivi: in primo luogo perché è un tantino arrugginito e, a dirla tutta, in disarmo; e poi perché quel Mig adesso è dalla nostra parte, vola nello stesso stormo di Maverick e la Romania già di Ceausescu ora fa parte della Nato e dell’Unione europea.
I giochetti che ti combina la storia sono bizzarri. Cinquant’anni fa gli americani si trasferivano armi e bagagli a Vicenza, alla caserma Ederle, in quel nord Italia che per tutta la seconda guerra mondiale aveva ospitato i mortali nemici nazifascisti. Accolti come liberatori, ovviamente, dalla popolazione. Adesso sono i romeni ad accogliere questi yankee danarosi col sorriso sulle labbra e con le bandierine con su scritto "welcome". Fra cinquant’anni, se la storia sarà di nuovo confermata, ci saranno i no global anche qui, in Dobrugia, con i cartelli "No Mihail Kogalniceanu", per invocare la cacciata degli americani. Per ora, in questa regione che si estende anche nella Bulgaria, la storia ha già lasciato segnali forti, a cominciare dalla grande muraglia di Traiano. Un lascito suggestivo per chi ritiene che gli Stati Uniti sono l’edizione riveduta e corretta dell’impero romano di un paio di migliaia di anni fa.
Guidati dal colonnello Skip Davis, il vice del generale Frank Helmick alla Setaf, e dal maggiore Ryan Dillon, sempre della Setaf, arriviamo all’ingresso della base in un pomeriggio gonfio di nuvoloni neri pronti a scaricare sui campi coltivati nei dintorni uragani di pioggia. Da qualche mese è partita l’esercitazione "Proof of Principle", che riunisce soldati romeni e americani non solo nel training quotidiano, ma pure nelle camerate. Prove tecniche di fusione, verrebbe da dire, «che verranno utili - dirà il generale generale David McKiernan, comandante delle forze armate dell’Us Army in Europa - nel momento in cui saremo schierati per missioni operative comuni». Ci sono anche soldati della Setaf di Vicenza impegnati in questa grande esercitazione, e rimarranno qui dai tre ai quattro mesi. «Questa non sarà mai una base stanziale - spiega McKiernan -. Ci saranno continue rotazioni e i soldati americani impegnati saranno sempre intorno al migliaio. Questo per noi è un centro importante per il training e con la Romania abbiamo concluso un accordo di partnership in questo senso».
Trentacinque milioni di dollari, per cominciare. Con questo biglietto da visita e, soprattutto, con centinaia di assunzioni di persone del posto, con l’indotto che sta decollando, questa parte della Romania sta accendendo i motori. I motori dell’economia e del rilancio, piuttosto che i motori dei Mig.
Prendi per esempio l’hotel Emi, a poche centinaia di metri dalla base, un tre stelle dignitoso, pulito, accogliente, ampliato e ristrutturato. Gheorghe Enache, il proprietario, è probabilmente l’uomo più ricco di questo villaggio prevalentemente agricolo. «Per noi questa è una grande occasione - dice - e mi sembra che le cose stiano andando per il meglio. Io ho assunto diversi dipendenti, nella base hanno trovato lavoro centinaia di giovani e gli americani si sono dimostrati cordiali e felici di essere qui. Non vedo aspetti negativi».
Non lo dice solo lui, che probabilmente è stato il primo a fare soldi a palate. Lo dicono anche le cameriere del ristorante che serve un’ottima grigliata mista di carne, guarnita «con verdure prodotte dalle nostre fattorie». Il conto finale di una camera "tripla uso singola", della colazione e di una abbondante cena, sarà di 230 nuovi lei, la moneta romena, pari a circa 70 euro. Più che onesto.
I soldati romeni di guardia appostati all’ingresso controllano i documenti e poi danno il via libera. La prima rotazione della Joint Task Force-East è cominciata a luglio e i soldati romeni e americani hanno già raggiunto un buon livello d’intesa. Per inciso, la Romania ha mandato truppe, e ce le ha tutt’ora, sia in Afghanistan che in Iraq, ed è logico che gli Usa considerino questo ex impenetrabile paese dell’impero del male come uno dei più fedeli alleati.
I soldati romeni hanno la mimetica verde scuro, quelli americani ce l’hanno verde chiaro: questa è l’unica differenza che salta agli occhi passeggiando per George Washington Avenue, la strada principale della base di Kogalniceanu. «Il nome a questa via non l’abbiamo dato noi - assicura il maggiore Dillon - quando siamo arrivati l’abbiamo trovata così». Forse un modo cortese per accogliere i nuovi ospiti.
Il tour continua e si capisce che, in piccolo, sul mar Nero è stata ricostruita una nuova caserma Ederle. C’è lo spaccio, c’è l’ufficio postale, c’è la palestra («I romeni ci battono a soccer, noi li battiamo a pallacanestro», rivela l’istruttore americano), ci sono le camerate. Sotto un capannone di lamiera si alternano un letto romeno e un letto americano, con le bandiere dei due paesi che splendono sulla parete.
Il giro passa dalla clinica, che al momento ha un solo paziente, un soldato americano operato d’appendicite nella piccola sala operatoria di cui la struttura è dotata. Poco distante c’è il barber shop, gestito da tre signore romene. «Vuole tagliarsi i capelli?», ci chiede una di loro in perfetto inglese. Un’altra volta, magari. Alla lavanderia giacciono sacchi di biancheria pronti per essere spediti altrove per il lavaggio. «Li mandiamo in un paesino a venti chilometri da Costanza - spiega l’addetto romeno - ed entro due giorni tutto è di ritorno».
Alla mensa si mangia tutti insieme, senza distinzione tra ufficiali e soldati, tra romeni e americani.
Putin non è molto contento che Bush gli abbia portato le basi sotto casa, ma l’omino che frusta il mulo perché trascini il carretto di legna più velocemente è di parere opposto: «Fossero venuti prima, gli americani...».
Il Mig in coda non fa paura e la Romania ora vuole volare.


GdV di oggi.



cknaknzkna

easyand
29-09-2007, 12:16
Entro 2 mesi l' ok per il progetto di allargamento

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=29-09-2007&pdfIndex=35

radiovoice
29-09-2007, 13:40
Entro 2 mesi l' ok per il progetto di allargamento

http://www.difesa.it/Sala+Stampa/Rassegna+stampa+On-Line/PdfNavigator.htm?DateFrom=29-09-2007&pdfIndex=35


Finalmente vedremo qualcosa di scritto da poter impugnare nelle sedi competenti :D

CYRANO
15-10-2007, 07:10
IL BILANCIO DELL’AMMINISTRAZIONE USCENTE.Tra i principali meriti la realizzazione del teatro raccoglie i maggiori consensi (29,2%)
L’insicurezza resta l’incubo di chi vive qui
I cittadini segnalano in misura rilevante (15,6%) il degrado e la sporcizia di alcuni luoghi pubblici
Sono molti quelli che ritengono pericolosa la presenza in zona di immigrati irregolari e rom
Nel caso Dal Molin si evidenzia una leggera prevalenza dei contrari alla base Usa (51,7%)


Un primo esame delle opinioni dell’elettorato vicentino su quella che è e che sarà la città passa necessariamente attraverso la valutazione del bilancio complessivo dell’operato dell’Amministrazione Comunale uscente.
BILANCIO DELL’AMMINISTRAZIONE USCENTE
Tra i principali meriti, la realizzazione del nuovo teatro rappresenta l’intervento che raccoglie i maggiori consensi tra i cittadini di Vicenza (29,2%), seguita, anche se ad una certa distanza, dall’operazione di restauro della Basilica Palladiana (20%). Apprezzati risultano anche gli interventi per migliorare la viabilità stradale (17,5%) e, rimanendo sempre nel campo dell’urbanistica, la progettazione del futuro tribunale (13,2%) e l’ampliamento delle sedi universitarie (8,2%).
Considerando gli interventi e le opere di maggior successo secondo la classe di età, il genere ed il livello di istruzione si trova conferma, in tutti i livelli di analisi, del forte apprezzamento per la realizzazione del nuovo teatro, mentre il miglioramento e le opere di manutenzione delle strade sembrano trovare un favorevole riscontro soprattutto nelle classi più giovani rispetto agli over 55. Le mancanze dell’Amministrazione Comunale si legano invece ad una serie di problematiche che in alcuni casi assumono una differente rilevanza a seconda della tipologia di rispondenti considerata. Se, complessivamente, oltre un cittadino su cinque esprime una forte preoccupazione sul piano della carenza di sicurezza in città e della criminalità diffusa, questa proporzione assume dimensioni maggiori se si tiene conto dell’opinione della classe più anziana. In misura abbastanza rilevante (15,6%) si segnala anche il degrado e la sporcizia di alcuni luoghi pubblici, meno dai giovani, mentre sul gradino più basso del podio si colloca la questione della concessione dell’aeroporto "Dal Molin" all’ampliamento della base USA, che durante questa amministrazione ha suscitato non poche polemiche e alimentato lo scontro politico. Relativamente a questa vicenda, i più arrabbiati sembrano essere gli intervistati nella fascia d’età intermedia (35 - 55 anni) e quelli che possiedono un livello di studio medio - alto, mentre nei più giovani si avverte una maggiore preoccupazione per l’inquinamento dell’ambiente, in particolare quello dell’aria.
Distinguendo le risposte sempre secondo la classe d’età, tra gli "over 50" si riscontra maggiormente la carenza dei servizi per la terza età, mentre la popolazione compresa tra i 35 e 55 anni è più sensibile alla mancanza di infrastrutture e servizi per l’infanzia.
La realizzazione del nuovo teatro e la vicenda dell’ampliamento della base USA sono le questioni che più di altre definiscono l’attuale immagine della città, almeno a detta dei suoi abitanti. In entrambi i casi, infatti, quasi un terzo dei rispondenti ritiene che le due vicende sintetizzino il periodo che ha caratterizzato la gestione del sindaco uscente, mentre meno spazio sembrano trovare gli altri interventi operati dall’Amministrazione Comunale quali l’ampliamento dell’università (19,2%), la progettazione del nuovo tribunale (8,5%) ed il restauro della Basilica Palladiana (8%). Sulla base della fascia d’età dei rispondenti, i giovani e soprattutto gli ultra 55enni danno meno peso alla questione del Dal Molin, mentre il nuovo teatro sembra essere il fiore all’occhiello di questo periodo che sarà ricordato, soprattutto tra i giovani, anche per l’ampliamento della sede universitaria.
QUESTIONI APERTE E PRIORITÀ DEI CITTADINI
La sicurezza e l’ordine pubblico, come già accennato in precedenza, rappresentano una delle questioni più urgenti da affrontare per i vicentini. In molti infatti sostengono che la crescente presenza di immigrati irregolari e Rom determini un reale pericolo per la sicurezza dei cittadini. Camminare per le vie cittadine durante gli orari serali non è più così sicuro e i vicentini questo lo avvertono sulla propria pelle. Sono gli anziani coloro che si sentono maggiormente minacciati, ed un’ansia più rilevante si coglie anche nelle donne rispetto ai maschi. Infine, sembra che le maggiori preoccupazioni provengano da quella categoria di persone che hanno un livello culturale medio-basso, mentre chi possiede un titolo di studio più elevato sembra apparentemente più sicuro e meno condizionato dalla presenza di extracomunitari.
Spostando l’attenzione sulla questione del Dal Molin, le ragioni dei favorevoli e dei contrari spaccano a metà l’opinione pubblica dei vicentini. Dalla rilevazione effettuata emerge che un cittadino su quattro non approva la concessione del Dal Molin alla base USA perché contrario alla politica militare americana, mentre circa il 20% si oppone a tale decisione perché in generale conferisce un’immagine negativa alla città.
Oltre la metà dei favorevoli invece (ed il 34,7% del campione complessivo) ritiene l’allargamento della base Usa un’opportunità di sviluppo per l’intera area vicentina, mentre in misura minore si segnalano coloro che pur essendo d’accordo con tale decisione hanno qualche rimostranza sulla collocazione dell’aeroporto, dato che si trova in un’area densamente abitata e per la quale il possibile ingrandimento creerebbe nuovi problemi d’ordine pubblico, oltre ad aumentare il traffico stradale ed a peggiorare l’impatto ambientale. Spostando l’analisi secondo le caratteristiche anagrafiche dei rispondenti, sono i più giovani quelli che maggiormente criticano l’ampliamento della base militare, mentre gli over 55 esprimono un giudizio più favorevole.
Si rileva invece tra gli intervistati una distinzione più netta tra favorevoli e contrari negli uomini, a differenza delle donne in cui esiste un maggiore equilibrio, mentre considerando il titolo di studio, coloro che possiedono una laurea si schierano maggiormente contro l’ampliamento della base americana, al contrario di chi invece si è fermato alla scuola dell’obbligo e vede con un occhio maggiormente favorevole il potenziamento della presenza americana. Tenendo presente le lacune segnalate dalla cittadinanza nel corso dell’ultima gestione del territorio comunale, i problemi che devono essere affrontati con maggiore urgenza dalla futura Amministrazione sono legati alla sicurezza del territorio e all’ordine pubblico (80%). Oltre la metà dei cittadini inoltre segnala con una certa rilevanza la necessità di affrontare con maggiore risolutezza i problemi legati alla viabilità, ai parcheggi e al trasporto pubblico (69,4%), richiede una maggiore attenzione alle politiche ambientali (63,2%) ed una maggiore implementazione dei servizi per gli anziani (61%).
Considerando la distribuzione delle risposte secondo le caratteristiche anagrafiche degli intervistati emergono differenti necessità a seconda dell’età, del genere e del titolo di studio dei residenti. Per gli "under 34" infatti assume una maggiore rilevanza la mancanza di spazi per i giovani (53,3%) e la necessità di rilanciare l’attività culturale e turistica dell’area urbana (58,9%); nella classe più anziana prevalgono i temi legati alla sicurezza e al potenziamento dei servizi per gli anziani. Distinguendo gli intervistati per sesso, nelle donne emerge in maniera più consistente il problema della sicurezza, mentre considerando il grado di istruzione, chi possiede una laurea pone maggiormente l’accento sull’attuazione delle politiche ambientali.

GdV di ieri.



clmkamlkzmla

radiovoice
15-10-2007, 08:24
beh...occorre rilevare che la proprietà del gdv è assai vicina - quando non direttamente interessata - a chi con questa follia ha da guadagnarci...

easyand
15-10-2007, 12:05
e qui qualcuno diceva che la stragrande maggioranza era contro....

radiovoice
15-10-2007, 12:10
e qui qualcuno diceva che la stragrande maggioranza era contro....

L'unico sondaggio fatto sinora è quello di Ilvo Diamanti che ha constatato come oltre il 60% sia contrario.
Il resto sono balle. Ma a "qualcuno" piacciono quelle evidentemente.

easyand
15-10-2007, 17:22
tutto quello che non ti comoda sono sempre "balle"

radiovoice
15-10-2007, 18:06
tutto quello che non ti comoda sono sempre "balle"

sbagliato.
Sono spunti di riflessione.

CYRANO
17-10-2007, 14:28
DAL MOLIN. Il commissario straordinario precisa che era solo un’opinione personale quella espressa in commissione Territorio
«Il progetto punta a salvare l’aeroporto civile»
Costa: «Il mio compito è ricordare la volontà espressa nel 2006 dal consiglio comunale»


Quello che conta è l’indirizzo del consiglio comunale. E allora: l’aeroporto s’ha da salvare. Se non ci saranno contrordini da parte della comunità vicentina, la pista del Dal Molin sarà operativa per voli esclusivamente civili.
Parola di Paolo Costa, commissario straordinario per il Dal Molin. Direttamente da Bruxelles, dove Costa è europarlamentare e presidente della commissione Trasporti, il commissario interviene per precisare la sua posizione sul futuro dell’aeroporto civile. Il verbale dell’audizione in commissione Territorio, infatti, riferiva che da tecnico Costa ritiene che abbia un’utilità davvero limitata: «Se mi domandate da tecnico a cosa serve questo aeroporto vi dico a niente», aveva spiegato ai consiglieri comunali.
«Desidero precisare - spiega l’on. Costa - che, al di là delle mie opinioni personali, la posizione del commissario straordinario del Governo è espressa unicamente dagli atti: nella fattispecie dai progetti presentati al Comipar, Comitato misto paritetico regionale, il 26 settembre per il necessario parere di competenza».
Il faro che indica la rotta è l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale un anno fa, in cui si poneva fra le condizioni irrinunciabili la salvaguardia dell’operatività dello scalo civile. «I progetti - prosegue Costa - sono stati redatti nel pieno rispetto dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale di Vicenza del 26 ottobre 2006, in cui veniva affermata l'importanza dell’utilizzo turistico-commerciale dell’aeroporto Dal Molin e richiesta la garanzia che l’aeroporto non fosse interessato da voli militari connessi con l’attività operativa del reparto Usa».
«Il compito che mi è stato assegnato dal governo - chiarisce il commissario - consiste nel far eseguire le decisioni assunte, realizzando il miglior contemperamento degli interessi coinvolti. Ciò implica che io segua con attenzione il dibattito in corso, ma che ricordi sempre che la volontà legittima a tutt'oggi espressa dalla comunità vicentina è quella dell’ordine del giorno votato dal Consiglio comunale nell’ottobre 2006».G.M.M.

GdV di oggi.

domanda : ma se destineranno l'aeroporto all'uso civile , lo potranno usare anche gli americani per i loro b52 ? :D


ciaozoa

FastFreddy
17-10-2007, 17:32
domanda : ma se destineranno l'aeroporto all'uso civile , lo potranno usare anche gli americani per i loro b52 ? :D


ciaozoa


Risposta: cercare di far atterrare un B-52 al Dal Molin è come cercare di far entrare un elefante in una 500...

Al massimo c'atterra questo:

http://www.jetpreneurs.com/images/kingair350_wallpaper800_04.jpg

CYRANO
17-10-2007, 18:05
Risposta: cercare di far atterrare un B-52 al Dal Molin è come cercare di far entrare un elefante in una 500...

Al massimo c'atterra questo:

http://www.jetpreneurs.com/images/kingair350_wallpaper800_04.jpg

non serviva prendermi alla lettera :D

ma mi incuriosiva sapere se nel caso la pista fosse destinata ad uso civile , potevano usarla anche gli americani.



ckiaozoa

FastFreddy
17-10-2007, 18:18
non serviva prendermi alla lettera :D

ma mi incuriosiva sapere se nel caso la pista fosse destinata ad uso civile , potevano usarla anche gli americani.



ckiaozoa

Penso di si, ma senz'altro non possono atterrarci con aerei da guerra visto che lo spazio è poco, non ci sarebbero le strutture adatte e fondamentalmente un aereo da guerra avrebbe pochi scopi per star li...

easyand
17-10-2007, 19:26
nemmeno Aviano è qualificato per operazioni con aerei tipo B52...fate un po voi

radiovoice
17-10-2007, 22:16
i nodi vengono al pettine.
O meglio le balle degli americani che avevano giurato e stragiurato che mai avrebbero usato la pista.
Cmq l'argomento su quali aerei possono atterrare è già stato affrontato e possono atterrare ben altri aerei.
Certo non i b52 ma aerei ben più grossi di quello in foto.

FastFreddy
17-10-2007, 22:52
i nodi vengono al pettine.
O meglio le balle degli americani che avevano giurato e stragiurato che mai avrebbero usato la pista.
Cmq l'argomento su quali aerei possono atterrare è già stato affrontato e possono atterrare ben altri aerei.
Certo non i b52 ma aerei ben più grossi di quello in foto.


Tipo?

Sentiamo..

All'aereo non basta la sola pista, servono anche le strutture ricettive.

easyand
17-10-2007, 23:04
Tipo?

Sentiamo..

All'aereo non basta la sola pista, servono anche le strutture ricettive.

beh ora ti dirà tipo F16...tipo "aerei da guerra"...glie lo spieghi te o io la storia dell' idrazina, della logistica, degli spazi di sicurezza da rispettare, dei piazzali in quello sputo di aeroporto?

radiovoice
18-10-2007, 11:51
Tipo?

Sentiamo..

All'aereo non basta la sola pista, servono anche le strutture ricettive.

Ora non ho tempo di cercare ma avevo già pubblicato su questo 3d la lista degli aerei che possono atterrarci. Fonte presa da piloti ed esperti/appassionati di aeronautica.

radiovoice
18-10-2007, 11:52
beh ora ti dirà tipo F16...tipo "aerei da guerra"...glie lo spieghi te o io la storia dell' idrazina, della logistica, degli spazi di sicurezza da rispettare, dei piazzali in quello sputo di aeroporto?

visto che posso scegliere a te preferisco lui. O chiunque altro. Anche topo gigio :D

CYRANO
18-10-2007, 12:05
Mi ero dimenticato , ieri , di postare anche questo , sempre dal GdV.

DAL MOLIN. Conferma L’Aviazione
militare
«Lasciamo
Vicenza»

Sarà dispiaciuto soprattutto l’assessore Cicero, che ancora fino a qualche settimana fa sperava di mantenere l’ultimo pezzetto di aviazione militare al Dal Molin, quel 10° elicotteristi destinato a fare i bagagli. Ovviamente, era l’idea di Cicero, se la base Usa restava dalla parte est dell’aeroporto vicentino come lui ha sempre sostenuto. Adesso, oltre alle ipotesi del nuovo progetto che vuole spostare tutto a ovest, arriva la mazzata finale. Con l’annuncio del capo di stato maggiore dell’aeronautica, il generale Vincenzo Camporini, che ha presentato l’elenco dei 15 aeroporti militari che l’aviazione ha deciso di abbandonare perché non più necessari per lasciarli, eventualmente, al volo civile. E dove compare, inesorabile, quello di Vicenza.
Camporini ne ha parlato a Firenze, durante una conferenza internazionale su “Prospettive del trasporto aereo nei teatri operativi“. Il ritiro dell’aviazione militare dai 15 aeroporti è frutto dell’accordo tra ministero della Difesa, delle Infrastrutture e della Finanza. Anche perché, ha spiegato Camporini, l’aviazione per anni si è assunta il peso della gestione di strutture oramai inutili.
Questo l’elenco completo degli aeroporti dismessi dai militari italiani: Ancona-Falconara, Comiso, Napoli-Capodichino, Treviso-Sant’Angelo, Brescia-Montichiari, Catania-Fontanarossa, Rimini, Palermo-Boccadifalco, Vicenza (Dal Molin), Verona-Villafranca, Udine-Campoformido, Roma-Ciampino, Brindisi, Cagliari-Elmas e Capua.Al.MO.

:O



Ckmamkzmla

easyand
18-10-2007, 16:54
Ora non ho tempo di cercare ma avevo già pubblicato su questo 3d la lista degli aerei che possono atterrarci. Fonte presa da piloti ed esperti/appassionati di aeronautica.

per la millesima volta, atterrare è ben diverso da operare

fattelo spiegare da chi ti pare, tanto cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia

radiovoice
18-10-2007, 17:00
per la millesima volta, atterrare è ben diverso da operare

fattelo spiegare da chi ti pare, tanto cambiando l'ordine dei fattori il risultato non cambia

infatti non è questione di ordine dei fattori, ma proprio dei fattori in sè.
E questo che non vuoi proprio capire.

De cocio!

:mc:

FastFreddy
18-10-2007, 17:10
Aeroporto Dal Molin, aerei che possono atterrare e decollare dalla pista

Da fonti molto bene informate, un forum dedicato agli appassionati (e professionisti) di volo ed aerei (in pvt posso dare link), la pista di Vicenza è sufficientemente lunga da permettere il decollo (a titolo esemplificativo):



- Fokker 50

http://www.lionair.nl/images/ID427357.jpg


- Atr 42

http://www.wellesbourneairfield.com/gionaegbw17decsmall.jpg

- c130 (visto atterrare recentemente da un mio amico)

http://www.aero-pix.com/qp03/cad/c130/c130-h.jpg


- Caccia militari

http://www.uranioimpoverito.it/immagini/a10_a-big.jpg


Quindi l'utilizzo mililare della pista del Dal Molin è assolutamente possibile se non probabile, giustificando quindi il fortissimo interesse degli americani.

Molti di voi hanno trovato il progetto accettabile proprio perchè NON prevedeva, anzi permetteva, l'utilizzo della pista per aerei militari di questo tipo.
Ebbene...!?

Ti riferivi a questo?

Eh si, proprio temibili aerei da guerra...

Riguardo l'A-10, ammesso che riesca ad atterrarci, cosa ci verrebbe a fare al Dal Molin?

Lasciare l'aereo in idle a fondo pista, fumarsi una sigaretta e poi ripartire subito, visto che non avrebbe la possibilità di riarmare, e non ci sarebbero le strutture adeguate all'assistenza tecnica.

In pratica potrebbe venirci giusto per un airshow, non certo per operarci.

radiovoice
18-10-2007, 17:13
Ti rifierivi a questo?

Eh si, proprio temibili aerei da guerra...

Riguardo l'A-10, ammesso che riesca ad atterrarci, cosa ci verrebbe a fare al Dal Molin?

Lasciare l'aereo in idle a fondo pista, fumarsi una sigaretta e poi ripartire subito, visto che non avrebbe la possibilità di riarmare, e non ci sarebbero le strutture adeguate all'assistenza tecnica.

In pratica potrebbe venirci giusto per un airshow, non certo per operarci.

Si grazie.
Posso condividere in parte quello che dici ma il fatto è che gli americani continuano a sparare gran balle suq uesta vicenda.
Fino a poco fa avevano assicurato che mai avrebbero usato la pista, ora invece c'è un netto cambiamento di rotta.
Non mi fido.
Per nulla.
Quindi quello che PUO' atterrare su quella pista, pone il rischio che accada davvero.
Con tutte le conseguenze del caso, in primis il fatto di avere un aeroporto attivo con voli sopra la confinante città e centro abitato.
Prima decollava si e no un aereo al giorno...poi?
Mi pare che si tratti di aerei ben diversi da quello postato più sopra, quel piccolo monomotore.

FastFreddy
18-10-2007, 17:20
Su un aeroporto del genere gli aerei che ci atterrano sarebbero giusto quelli atti a recapitare alla base il materiale logistico o far arrivare il generale in visita, non è certo un aeroporto adatto ad essere sfruttato per attività bellica. Per quello c'è Aviano...


Se è la quantità di traffico a preoccuparti, dovresti essere più allarmato da un eventuale riconversione in scalo civile per voli regionali, tipo quello che si vuole fare con l'aeroporto dell'Urbe qui a Roma... :p

radiovoice
18-10-2007, 17:49
Su un aeroporto del genere gli aerei che ci atterrano sarebbero giusto quelli atti a recapitare alla base il materiale logistico o far arrivare il generale in visita, non è certo un aeroporto adatto ad essere sfruttato per attività bellica. Per quello c'è Aviano...


Se è la quantità di traffico a preoccuparti, dovresti essere più allarmato da un eventuale riconversione in scalo civile per voli regionali, tipo quello che si vuole fare con l'aeroporto dell'Urbe qui a Roma... :p

non sono d'accordo.
Quando sti militari dovranno andare ad "esportare democrazia" in giro per il mondo...credi che si infileranno con gli autobus nella tangenzia di mestre?

FastFreddy
18-10-2007, 17:52
non sono d'accordo.
Quando sti militari dovranno andare ad "esportare democrazia" in giro per il mondo...credi che si infileranno con gli autobus nella tangenzia di mestre?

Si perchè il Dal Molin è troppo piccolo per essere utilizzato come base di partenza per operazioni all'estero, sempre ad Aviano devono far riferimento.

radiovoice
18-10-2007, 18:04
Si perchè il Dal Molin è troppo piccolo per essere utilizzato come base di partenza per operazioni all'estero, sempre ad Aviano devono far riferimento.

questo è in parte vero.
Ma ciò non toglie la assai probabile fortissima intensificazione del traffico aereo.

easyand
18-10-2007, 19:16
questo è in parte vero.
Ma ciò non toglie la assai probabile fortissima intensificazione del traffico aereo.

per fare atterrare un C17 in sicurezza e eseguire tutte le operazioni necessarie per operare con esso ci vuole una pista di almeno 2500/3000 metri (tipo quella di aviano) e enormi piazzali. questo esclude l'uso del dal molin

senza contare l'assurdità di usare un solo c17....forse non hai idea della situazione ad Aviano all' indomani del lancio della 173° airborne in iraq....

radiovoice
18-10-2007, 19:52
per fare atterrare un C17 in sicurezza e eseguire tutte le operazioni necessarie per operare con esso ci vuole una pista di almeno 2500/3000 metri (tipo quella di aviano) e enormi piazzali. questo esclude l'uso del dal molin

senza contare l'assurdità di usare un solo c17....forse non hai idea della situazione ad Aviano all' indomani del lancio della 173° airborne in iraq....

oooccchhheeeppallle...siamo alle solite.
Ok, sai tutto tu, hai ragione tu, è come dici tu.
Non sei un pilota, ma sai più del pilota che mi ha dato questa info.
Non sei un miliate ma sai molto più dei militari che non vogliono nascondersi dietro le panzane e confessano la natura schittamente operativa a livello militare della erigenda (ancora tutto da vedere) base
Non sei un giurista ma neghi che vi siano degli evidenti conflitti con normative di ogni specie riguardo alla realizzazione di questa base
Non sei uno specialista in impatto ambientale ma dici che è assurdo pensare che questa base possa influire negativamente sull'ecosistema della zona.
Non sei
non sei


Già. Ma che cavolo sei? :D

Ah...uno che ha l'abbonamento a "Armati è più bello" e "Quattrocingoli". :)

maxsona
18-10-2007, 20:23
Magari si è letto le specifiche :asd: ...

http://www.boeing.com/defense-space/military/c17/index.htm

E' facile inventarsi le cose per quelli che leggono il manuale del buon pacifista, basta scrivere che un C17 decolla in 500 metri e ci si crede, per fortuna vi sono le fonti specializzate.

radiovoice
18-10-2007, 20:31
Magari si è letto le specifiche :asd: ...

http://www.boeing.com/defense-space/military/c17/index.htm

E' facile inventarsi le cose per quelli che leggono il manuale del buon pacifista, basta scrivere che un C17 decolla in 500 metri e ci si crede, per fortuna vi sono le fonti specializzate.

"il buon pacifista" per quanto mi abbia dato tedio per averlo letto almeno 100 volte sui tuoi commenti (aggiorna un pochino il tuo vocabolario, fatti un favore), da uno come te posso considerarlo solo un complimento.

Quanto agli aerei, ce ne sono una discreta sfilza, che tiene conto anche di un possibilissimo e probabilissimo leggero allungamento della pista.
E infine, vedi il c17 nella mia lista?
L'atterraggio del c130, infine, è stato visto atterrare da persone di mia conoscenza.

easyand
18-10-2007, 21:49
"il buon pacifista" per quanto mi abbia dato tedio per averlo letto almeno 100 volte sui tuoi commenti (aggiorna un pochino il tuo vocabolario, fatti un favore), da uno come te posso considerarlo solo un complimento.

Quanto agli aerei, ce ne sono una discreta sfilza, che tiene conto anche di un possibilissimo e probabilissimo leggero allungamento della pista.
E infine, vedi il c17 nella mia lista?
L'atterraggio del c130, infine, è stato visto atterrare da persone di mia conoscenza.

e allora vedi che ti contraddici da solo, prima parli di "base per future missioni di esportazione della democrazia", e poi dici che il C17 non c'è nella tua lista...caro radivoice, al giorno d'oggi senza i C17 gli americani non esportano nemmeno un carico di banane

Tu sei convinto che useranno quell' aeroporto a fini militari perchè ti sei convinto che cosi sarà e godi aspettando quel momento, sena però essere supportato da alcun dato tecnico apparte quel "eh beh ma ci può atterare!!!"....e come se facessi arrivare una nave carica di ogni ben di dio in un porto del terzo mondo però senza alcuna struttura per scaricarla

indelebile
20-10-2007, 18:46
I no dal molin a vicenza hanno rotto! potete chiedere in giro, se prima gli si lasciava fare per rispesto da un po hanno superato il limite e in città non li sopporta nessuno!
ma cosa vogliono questi qua? oramai è tutto scritto firmato e continuano a dare fastidio questi comunisti? fanno rumore disturbano i cittadini che vogliono a lavorare con ideali oramai fantasiosi e impraticabili, basta,con questo esproprio della pace come se gli altri volessero la guerra, basta avete perso siete in minnoranza, ora lasciate che le cose vengano fate bene se no state freschi voi all opposizione ci resterete qui almeno 30 anni
Basta con queste manifestazioni che non servano a nulla!


Preoccupazione a Vicenza per la manifestazione europea contro l’ampliamento della base Usa


No Dal Molin, no sit-in
di Marco Giusti


Monta a Vicenza la preoccupazione per l'annunciata manifestazione europea di metà dicembre, contro l'ampliamento della base statunitense. Il senatore Paolo Franco, anche segretario provinciale della Lega Nord, si è rivolto al ministro Amato perché non autorizzi "una calata di lanzichenecchi". "Il problema - sostiene il senatore - è che c’è il forte rischio di disordini, dal momento che sono stati chiamati a raccolta gli antagonisti da tutta Europa. È come se noi chiamassimo a supportare l’autonomia della Padania esponenti dell’Eta o dell’Ira. Non ha senso". E così è partita una raccolta firme per sommergere la scrivania del prefetto Piero Mattei e dire che i vicentini sono stufi di manifestazioni che provocano tensioni. "Non voglio passare per disfattista - afferma il leghista Franco - ma, bene che vada, al termine di questa tre giorni ci troveremo con una città lordata da scritte e con i commercianti danneggiati, visto che si sfila poco prima di Natale, nei giorni tradizionalmente dedicati agli acquisti".

"E ricordiamoci di quando a Roma il sindaco Rutelli, nel '99, ci chiese una fidejussione di tre miliardi di lire, a garanzia di eventuali danneggiamenti. Ecco - s'illumina Franco - i movimenti no global dovrebbero prestare una fidejussione in grado di coprire i rischi di una simile manifestazione". A rispondere alla Lega prima ancora dei no-global è il vicentino Mauro Fabris dell'Udeur. "Andrò anch'io dal prefetto e dal questore - dice - a ringraziarli per quanto fanno per garantire il massimo rispetto della legge e i diritti dei ogni cittadino. Non è pensabile – sostiene ancora Fabris – che si possano impedire le manifestazioni di chi è contro la base: siamo in democrazia. E poi l’esperienza insegna che proibire le manifestazioni non evita il rischio che accadano incidenti magari con maggiori disagi e danni per la città". Così anche Fabris si è "attivato" nei confronti del ministro Amato. E mentre a Roma si bussa e si ribussa alla porta ministeriale a Vicenza i vicentini affollano il gazebo leghista e in una sola domenica si contano oltre 600 firme contro la manifestazione di dicembre. I commercianti del centro storico e dell'Ascom sono sul piede di guerra e girano petizioni da firmare in quasi tutti i negozi. E perfino un sondaggio on line su @Nordest (www.anordest.it) rivela l'affanno tra i favorevoli e contrari a condizionare il risultato.

Non ultima la versione dal presidio No Dal Molin che ricorda come, nonostante le paure, la manifestazione nazionale del 17 febbraio scorso è stata assolutamente pacifica e senza danni. "Oggi rileggiamo righe simili, scritte dalle Associazioni dei commercianti in vista della tre giorni di mobilitazione europea a Vicenza. I commercianti possono stare tranquilli; la tre giorni europea di dicembre non vedrà vetrine sfasciate né disordini provocati dai manifestanti. Piuttosto, li invitiamo a cogliere l’arrivo di persone da tutta Europa per valorizzare la realtà artigianale e commerciale vicentina». Ma intanto anche il sindaco Enrico Hullweck è andato dal prefetto a manifestare - è proprio il caso - una certa preoccupazione per il montare della tensione tra il sì e il no alla manifestazione. Allora, "No Dal Molin/Sit-in"? Oppure il ministro Amato ha qualche altra idea?

radiovoice
20-10-2007, 19:20
I no dal molin a vicenza hanno rotto! potete chiedere in giro, se prima gli si lasciava fare per rispesto da un po hanno superato il limite e in città non li sopporta nessuno!
ma cosa vogliono questi qua? oramai è tutto scritto firmato e continuano a dare fastidio questi comunisti? fanno rumore disturbano i cittadini che vogliono a lavorare con ideali oramai fantasiosi e impraticabili, basta,con questo esproprio della pace come se gli altri volessero la guerra, basta avete perso siete in minnoranza, ora lasciate che le cose vengano fate bene se no state freschi voi all opposizione ci resterete qui almeno 30 anni
Basta con queste manifestazioni che non servano a nulla!


Preoccupazione a Vicenza per la manifestazione europea contro l’ampliamento della base Usa


No Dal Molin, no sit-in
di Marco Giusti


Monta a Vicenza la preoccupazione per l'annunciata manifestazione europea di metà dicembre, contro l'ampliamento della base statunitense. Il senatore Paolo Franco, anche segretario provinciale della Lega Nord, si è rivolto al ministro Amato perché non autorizzi "una calata di lanzichenecchi". "Il problema - sostiene il senatore - è che c’è il forte rischio di disordini, dal momento che sono stati chiamati a raccolta gli antagonisti da tutta Europa. È come se noi chiamassimo a supportare l’autonomia della Padania esponenti dell’Eta o dell’Ira. Non ha senso". E così è partita una raccolta firme per sommergere la scrivania del prefetto Piero Mattei e dire che i vicentini sono stufi di manifestazioni che provocano tensioni. "Non voglio passare per disfattista - afferma il leghista Franco - ma, bene che vada, al termine di questa tre giorni ci troveremo con una città lordata da scritte e con i commercianti danneggiati, visto che si sfila poco prima di Natale, nei giorni tradizionalmente dedicati agli acquisti".

"E ricordiamoci di quando a Roma il sindaco Rutelli, nel '99, ci chiese una fidejussione di tre miliardi di lire, a garanzia di eventuali danneggiamenti. Ecco - s'illumina Franco - i movimenti no global dovrebbero prestare una fidejussione in grado di coprire i rischi di una simile manifestazione". A rispondere alla Lega prima ancora dei no-global è il vicentino Mauro Fabris dell'Udeur. "Andrò anch'io dal prefetto e dal questore - dice - a ringraziarli per quanto fanno per garantire il massimo rispetto della legge e i diritti dei ogni cittadino. Non è pensabile – sostiene ancora Fabris – che si possano impedire le manifestazioni di chi è contro la base: siamo in democrazia. E poi l’esperienza insegna che proibire le manifestazioni non evita il rischio che accadano incidenti magari con maggiori disagi e danni per la città". Così anche Fabris si è "attivato" nei confronti del ministro Amato. E mentre a Roma si bussa e si ribussa alla porta ministeriale a Vicenza i vicentini affollano il gazebo leghista e in una sola domenica si contano oltre 600 firme contro la manifestazione di dicembre. I commercianti del centro storico e dell'Ascom sono sul piede di guerra e girano petizioni da firmare in quasi tutti i negozi. E perfino un sondaggio on line su @Nordest (www.anordest.it) rivela l'affanno tra i favorevoli e contrari a condizionare il risultato.

Non ultima la versione dal presidio No Dal Molin che ricorda come, nonostante le paure, la manifestazione nazionale del 17 febbraio scorso è stata assolutamente pacifica e senza danni. "Oggi rileggiamo righe simili, scritte dalle Associazioni dei commercianti in vista della tre giorni di mobilitazione europea a Vicenza. I commercianti possono stare tranquilli; la tre giorni europea di dicembre non vedrà vetrine sfasciate né disordini provocati dai manifestanti. Piuttosto, li invitiamo a cogliere l’arrivo di persone da tutta Europa per valorizzare la realtà artigianale e commerciale vicentina». Ma intanto anche il sindaco Enrico Hullweck è andato dal prefetto a manifestare - è proprio il caso - una certa preoccupazione per il montare della tensione tra il sì e il no alla manifestazione. Allora, "No Dal Molin/Sit-in"? Oppure il ministro Amato ha qualche altra idea?






Da come scrivi e da quello che scrivi direi che le tue frequentazioni dovrebbero essere il bar di quartiere e qualche circolo della libertà.
Cmq sia, libero ovviamente di dire quello che ti pare, anche le cose sbagliate.

Tuttavia, io, come moltissimi contrari al dalmolin, la maggior parte, non sono comunista.

Ma evidentemente il tuo impegno riflessivo sull'argomento è stato senza dubbio tale da partorire l'intelligentissimo risultato

no dal molin = comunisti + antiamericani

Pregevole!

CYRANO
31-10-2007, 05:58
DAL MOLIN. Convinti gli americani: la Ederle 2 si farà verso viale Ferrarin, ma la pista va demolita. Hüllweck: «Non deciderò io sul futuro dell’aerostazione civile»
Base a ovest, stop ai voli per 4 anni

Gian Marco Mancassola Un pit-stop di tre o quattro anni. Forse di più. È una pausa forzata lunga quella che attende l’aeroporto civile di Vicenza, che non potrà disporre della pista di volo per lasciar spazio al cantiere della Ederle 2. Ormai tutti i protagonisti del caso Dal Molin danno per certa la costruzione della base Usa sul lato ovest: il commissario straordinario Paolo Costa ha ottenuto precise informazioni e ha fornito altrettanto precise garanzie agli interlocutori vicentini. Anche gli americani se ne sono fatti convinti: l’impatto sulla città è inferiore e il costo non è poi così superiore. A novembre si esprimerà una volta per tutte anche il Comipar, il comitato mistoparitetico regionale. La condizione indispensabile perché questo avvenga, però, è la demolizione della vecchia pista e la sua eventuale ricostruzione più a est, leggermente ruotata. A questo punto Vicenza si trova di fronte a un bivio: confermare l’aeroporto civile oppure chiudere baracca e burattini, optando per altre soluzioni urbanistiche? «Dal momento che per 3 o 4 anni non ci saranno attività di volo - spiega il sindaco Enrico Hüllweck - sarà la prossima amministrazione comunale a prendere la decisione definitiva, quando, alla fine di questo periodo, potrà verificare se gli scenari saranno o meno cambiati. Qualunque scelta oggi è azzardata. Oggi io ho la responsabilità di lasciare aperte tutte le porte e in questo Costa mi ha rassicurato. Quindi si opererà come se l’aeroporto dovesse continuare a funzionare». E l’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, come riferisce Costa, sta per consegnare al Comipar un nulla osta al trasferimento della pista e alla sua funzionalità. Hüllweck non nasconde la sua personale posizione, favorevole al mantenimento dello scalo civile, soprattutto in un quadro infrastrutturale che rischia di lasciare Vicenza ai margini del grande sistema trasportistico nazionale ed europeo, con l’Alta Velocità in stato di paralisi proprio sul nodo berico. Sopravviva o meno la pista, Costa ha comunicato l’intenzione di imporre un vincolo statale al momento della sdemanializzazione dell’aeroporto: «Faremo in modo che la superficie più piccola possibile sia militare, il resto, o sarà aeroporto più verde pubblico, oppure soltanto verde pubblico. No ai condomini e alle lottizzazioni: vorrebbe dire vanificare tutto lo sforzo di trasferire a ovest la base americana. Se sparirà la pista, si cercherà di realizzare un grande parco». Il commissario ha fornito garanzie anche sulla costruzione della tangenziale nord. La stima dei costi è lievitata oltre i 300 milioni di euro, secondo le ultime indiscrezioni, che saranno più o meno confermate dallo studio di fattibilità che la Provincia, a cui è stata assegnata ufficialmente la regia dell’opera, presenterà fra una settimana. «Lo Stato - spiega Hüllweck - si comporterà come l’adulto che aiuta un bambino a camminare. Se il bambino ha tre anni, l’aiuto sarà modesto; se ha tre mesi, l’aiuto sarà totale». E il Comune non ha remore a descriversi a Roma come un infante. «Vicenza ha fornito un servizio alla comunità nazionale, la comunità nazionale finanzierà le mitigazioni», si limita a dire Costa, che liquida il termine “cofinanziamento” come un semplice tecnicismo. «Tutto sta procedendo secondo i tempi previsti», assicura l’europarlamentare: fra fine 2007 e inizio 2008 si conoscerà il vincitore del bando e si completerà il percorso delle autorizzazioni.

«Nessuno ascolta i cittadini»


Giancarlo Albera, leader del Coordinamento dei comitati, lo ha detto chiaro e tondo qualche sera fa in faccia al perlamentino della circoscrizione 5: «Nessuno ascolta i cittadini, nessuno dà voce ai veri danneggiati».
Albera se la prende per il fatto che nelle sedi di rappresentanza dei vicentini si discute di mozioni su cortei di protesta che durano un giorno, e non dell’impatto di opere che durano una vita.
«Solo per il cantiere della tangenziale nord si parla di 3 o 4 anni - prosegue Albera - senza contare che ci saranno abitazioni da abbattere, terreni da espropriare. Gli abitanti sono preoccupati, ma non hanno voce in capitolo. E in circoscrizione si discute di cose poco importanti. C’è un deficit di rappresentanza, ancora una volta siamo costretti a denunciarlo». Albera segnala i precari equilibri della falda, la gestione di un cantiere lungo e difficile, ma anche progetti collaterali, come il potenziamento del poligono di tiro a Laghetto: «È in mezzo alle case, quando sarà completato potrà essere usato anche dai militari. C’è inquietudine, bisogna parlarne al più presto».
Infine, replica a chi lo accusa di aver interrotto il consiglio della 5: «Io non ho inveito, ho chiesto la parola e quando mi è stata data ho parlato con toni decisi».G.M.M.

Dal GdV di ieri.

fanculo all'aeroporto. ci facciano qualcosa di piu' utile alla citta' , come uno stadio da 80.000 posti tutti a sedere al coperto! :cool: :cool:



Cnkakzka

CYRANO
06-11-2007, 23:47
ULTIMATUM SCADUTO. Si alza la temperatura in vista della fine del 2007, quando sarà individuato l’appaltatore
Ederle 2: sale la tensione I No preparano i blocchi
Domenica l’assemblea al Presidio, ieri un blitz alla Fiera del Novello Giorni decisivi per la tangenziale nord: si parla di 300 milioni di euro
Confermata la data del corteo: si terrà il 15 dicembre. Ancora da decidere orari e percorso
«Ogni momento è buono per attuare iniziative per fermare o rallentare i lavori in atto»






Gian Marco Mancassola
L’ultimatum è scaduto, ora scattano i blocchi. Hanno intenzione di mantenere la promessa, quelli del No Dal Molin.
Avevano dato una settimana di tempo al commissario straordinario Paolo Costa per convincere il governo Prodi a ingranare la retromarcia sulla Ederle 2. Trascorsi i sette giorni, domenica sera si sono riuniti sotto il tendone di Ponte del Marchese e hanno deciso: avanti con i blocchi alla bonifica dagli ordigni della seconda guerra mondiale, in atto da ottobre.
La decisione giunge in una fase delicata della Dal Molin story, che in questa fine 2007 sta per compiere un decisivo giro di boa. Da una parte ci sono i lavori preliminari per il grande cantiere che verrà; entro dicembre la Marina militare statunitense individuerà il vincitore del maxi appalto da 325 milioni di euro; a metà novembre il Comipar si pronuncerà in via ufficiale su quanto già noto in via ufficiosa: la base si farà sul lato ovest dell’aeroporto. Dall’altro in città prosegue il lacerante scontro fra favorevoli e contrari; a metà dicembre si terrà una tre giorni di portata europea contro l’ampliamento della presenza militare statunitense a Vicenza; in quei giorni si svolgerà il terzo grande corteo contro il Dal Molin, che ha scatenato lo scontro con l’amministrazione comunale e molti negozianti del centro storico.
Durante l’assemblea di domenica sera, come spiega uno dei portavoce del Presidio, Marco Palma, si è discusso delle «azioni creative, da fare alla luce del sole come è sempre stato nel nostro stile». Ogni momento sarà buono per attuare i blocchi alla bonifica bellica. Le modalità non sono ancora rese note, ma una delle ipotesi è creare dei punti di presidio davanti agli accessi dell’aeroporto, dove transitano i militari, i tecnici e gli operai che stanno lavorando.
«Una volta scaduti i sette giorni dati a Costa - avevano annunciato - qualunque momento è buono per iniziare i blocchi della bonifica» con «iniziative pacifiche», ma «determinate» nell’impedire e rallentare i lavori propedeutici ai progetti statunitensi. Ieri in Fiera, all’interno del salone del Novello, il gruppo boicottaggi ha messo in scena un blitz pacifico a cui hanno preso parte una quarantina di esponenti del No, ognuno “armato” di bandiera.
Ma questi sono giorni decisivi anche per un altro progetto, quello della tangenziale nord. Comune e Provincia stanno mettendo a punto uno studio di fattibilità, con allegata una stima dei costi che verrà presentata al commissario Costa: si parla di circa 300 milioni di euro.

«La strada migliore è il dialogo fra i militari e la comunità berica»


Se si voleva mettere in imbarazzo Gaddi Vasquez, rappresentante degli Usa presso l'Onu a Roma, ex dirigente dei Corpi di pace statunitensi, nonché referente americano per i progetti della Fao e della World food organization, il modo migliore era invitarlo a tenere una conferenza a Caldogno, a due passi dall'aeroporto Dal Molin. Invitato dal sindaco di Caldogno, Marcello Vezzaro, a spiegare quante cose fanno gli Stati Uniti d'America contro l'Aids, la fame nel mondo e le catastrofi naturali che flagellano i Paesi in via di sviluppo, Vasquez è stato fatto oggetto quasi esclusivamente di domande sul Dal Molin.
Al prevedibilissimo tiro a segno ha partecipato sia qualcuno dal pubblico, sia la stampa presente.
Vasquez, con grande eleganza, non si è sottratto. E dire che per un'intera ora ci aveva provato, a parlare di ciò per cui era venuto: «Gli Usa sono i principali finanziatori dei programmi mondiali contro Aids e fame nel mondo. Il nostro presidente Bush dice spesso che la nostra nazione ha la vocazione ad aiutare gli altri. Lo facciamo anche con i Corpi di pace, creati da Kennedy. Abbiamo aiutato, in 46 anni, più di cento nazioni a sviluppare commerci ed economia, con le consulenze gratuite di questi volontari della pace».
Tutto inutile: nella "provinciale" Vicenza (definizione di una consigliera provinciale che assisteva all'incontro) non si vuole parlar d'altro che di Dal Molin.
Vasquez premette: «Questo non è il mio campo, vorrei non parlarne, anche per non mettere i bastoni tra le ruote agli organi che stanno trattando la questione. Ma se proprio insistete...».
Via alle domande, allora. Come vede la situazione, spesso tesa, che si è creata a Vicenza attorno all'allargamento della Ederle ? «Non ho molti elementi per valutare, ma credo che le nostre autorità militari debbano dialogare con la comunità locale. Mi pare che ciò stia avvenendo, e che nei cinquant'anni di presenza militare americana a Vicenza sia avvenuto».
Lei che è esperto di opportunità economiche concesse dagli Usa ad altre nazioni, come valuta alcuni timori del tessuto produttivo vicentino sui criteri con cui verranno decisi gli appalti per la costruzione della nuova base? «Non ne so nulla, ma credo che anche qui il dialogo sia la strada migliore. E vorrei ricordare che i militari americani nel mondo hanno aiutato svariate volte, anche in Italia, la popolazione in occasione di terremoti o inondazioni». Una "ingrata" signora dal pubblico però fa l'ultima domanda: «È vero che gli Usa hanno milioni di dollari di debiti non saldati proprio con l'Onu?». Vasquez sorride: «Abbiamo dei tempi un po' bizzarri per saldare i debiti con l'Onu, ma lo facciamo». GI.MAS.

Gdv 06-11-2207.



ckaopzopa

zerothehero
06-11-2007, 23:50
Hanno posato il primo mattone o, come al solito, vincono i prepotenti?

CYRANO
06-11-2007, 23:54
Hanno posato il primo mattone o, come al solito, vincono i prepotenti?

prima di posare i mattoni devono bonificare la zona.
vorrai mica che un edificio ameriggano salti in aria per colpa di una bomba ameriggana no ? :asd:



coapzpa

zerothehero
07-11-2007, 00:24
prima di posare i mattoni devono bonificare la zona.
vorrai mica che un edificio ameriggano salti in aria per colpa di una bomba ameriggana no ? :asd:



coapzpa

Si, ma almeno un mattone simbolico..così almeno festeggio per l'inizio dei lavori e per i paracadutisti che vengono in Italia.. :p

radiovoice
07-11-2007, 09:08
prima di posare i mattoni devono bonificare la zona.
vorrai mica che un edificio ameriggano salti in aria per colpa di una bomba ameriggana no ? :asd:



coapzpa

ma perchè no? :D
Zerothehero..festeggia ancora meglio...vai a fare quattro salti nella pista del DalMolin con una bottiglia di prosecco (amerigano ovviamente).
Alla peggio, saltando in aria avrai contribuito alla causa.
:O

radiovoice
07-11-2007, 09:18
Hanno posato il primo mattone o, come al solito, vincono i prepotenti?


Ah...festeggia anche per questo...
I prepotenti....tsk...


6 nov 2007 19.38
Soggetto: tentato omicidio contro un manifestante
Corpo: BASE USA VICENZA, BLOCCHI AL DAL MOLIN
Tentato omicidio contro manifestante

Provocazione gravissima durante l’allestimento dei blocchi all’esterno dell’aeroporto Dal Molin.



Un militare italiano di stanza all’aeroporto Dal Molin di Vicenza ha tentato di investire più manifestanti che si apprestavano ad allestire i blocchi degli accessi all’installazione militare vicentina.



Un manifestante è stato investito ed è ora all’ospedale di Vicenza.



Il militare, di passaggio con la propria auto, si è fermato e ha poi deliberatamente accelerato dirigendosi verso i manifestanti e colpendone uno, per poi fuggire sgommando. Secondo l’avvocato che tutela il movimento No Dal Molin, dalle testimonianze raccolte sul fatto, l’azione è stata deliberata: si potrebbe perciò configurare il reato di tentato omicidio ed omissione di soccorso.



Il militare è attualmente all’interno dell’aeroporto Dal Molin. I manifestanti hanno chiesto alla Digos l’immediata identificazione del militare. Se ciò non dovesse avvenire si verificherebbe anche il reato di omissione da parte delle forze dell’ordine, che sono tenute all’identificazione immediata.


Dal corriere.it

Davanti al «Dal Molin» c'è un presidio permanente
Investito un no global: tensione alla base Usa
Vicenza, i manifestanti accusano un militare italiano

MILANO - E' iniziato con il ferimento di Francesco Pavini, leader dei Disobbedienti vicentini, travolto da un auto guidata da un militare italiano, il presidio davanti ai due ingressi dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza per impedire l'inizio dei lavori per l'ampliamento della base americana. Intorno alle 22 di ieri, quando circa duecento persone del movimento «No base» si erano appena incamminate lungo il viale che conduce al Dal Molin, un'auto avrebbe tentato di forzare il blocco dei manifestanti: «Il guidatore ci ha ordinato di lasciarlo passare — racconta Cinzia Bottene, portavoce dei "No base" —. Ha dichiarato di essere un militare e, quando gli abbiamo risposto che la strada era bloccata, lui ha premuto sull'acceleratore puntando Pavin. L'ha travolto, sbalzandolo a qualche metro di distanza. Poi è fuggito ».

Il militare è stato identificato e messo a disposizione dei carabinieri che lo hanno interrogato nella notte. Nessuna fonte militare ha confermato la meccanica dell'accaduto. Francesco Pavin, che dopo l'incidente non ha perso conoscenza, è stato ricoverato all'ospedale San Bartolo di Vicenza. Non è grave e ha riportato solo alcune escoriazioni. «Il militare si è fermato e ha poi deliberatamente accelerato dirigendosi verso i manifestanti per colpirne uno prima di fuggire», ha dichiarato la senatrice Franca Rame che ha inviato una nota per conto dei manifestanti. Secondo l'avvocato che tutela il movimento «si potrebbe configurare il reato di tentato omicidio e omissione di soccorso». La nuova fase della protesta contro l'ampliamento della base americana (è in corso la bonifica dagli ordigni bellici presenti in un'area dell'aeroporto), si preannuncia carica di tensione. Nonostante l'incidente, continua l'afflusso dei manifestanti per raggiungere lo scalo vicentino: «Bloccheremo sia l'accesso militare che quello civile — hanno annunciato i "No base" —. Nessuno potrà entrare nell'aeroporto almeno fino a venerdì. A turno trascorreremo giorno e notte davanti agli ingressi». La decisione di dare inizio al blocco è arrivata una volta scaduto l'ultimatum che i manifestanti avevano imposto al commissario straordinario Paolo Costa al quale era stato dato tempo fino a lunedì scorso per interrompere i lavori e annunciare la trasformazione dell'aeroporto in parco pubblico. Lunedì l'assessore alla sicurezza Valerio Sorrentino, aveva dichiarato: «Da oggi in il problema diventa di ordine pubblico».

Roberto Rizzo
07 novembre 2007

radiovoice
10-11-2007, 07:47
Dal Molin: vince la protesta, sospesi i lavori
Luigina D'Emilio

Manifestazione No Dal Molin

«Questa è solo la prima vittoria!»: così risponde il movimento No da Molin al ritiro della ditta vincitrice dell'appalto per la bonifica dell'area. L'Abc di Firenze, questo il nome della società, aveva aperto i cantieri alle 4.30 del mattino del 17 ottobre scorso con il compito di risanare 400 mila metri quadrati di terreno destinati ad accogliere il nuovo insediamento militare.

Ma nulla da fare, i cittadini di Vicenza non hanno mollato e dopo tre giorni di presidi e l'annuncio di una manifestazione di protesta davanti alla sede dell'azienda toscana, è arrivata la notizia: «Noi ce ne andiamo, non ci sono le condizioni per andare avanti». Queste le parole pronunciate da Gianfranco Mela, titolare della società che smantellando il cantiere ha rinunciato ad un compenso di 2,2 milioni di euro per un lavoro della durata di nove mesi. Tanto avrebbe fruttato il contratto firmato con le forze armate americane, vinto in associazione temporanea d'impresa con l'azienda Strago di Portici.

«Smobilitiamo il cantiere e ritiriamo le quindici persone impegnate sul posto, anche se non capisco perché se la prendono con noi che interveniamo solo per ripulire e mettere in sicurezza un'area - interviene Mela - non ero preparato ad affrontare delle contestazioni così forti né qui, né nella sede di Firenze dove un nutrito gruppo di persone è venuto a manifestare.

I festeggiamenti, intanto continuano così come l'entusiasmo di chi ha dimostrato che una lotta pacifica e costante può ottenere dei risultati. A parlare è Cinzia Bottene, portavoce del presidio permanente contro il Dal Molin che, assieme agli altri manifestanti, chiede di trasformare la zona in un parco pubblico. «Il movimento vicentino - spiega la Bottene - è stato capace di impedire pacificamente l'accesso all'aeroporto a coloro che avrebbero dovuto realizzare la bonifica e ha dimostrato anche una forza politica perché, in poche ore, abbiamo ricevuto la solidarietà di tante città italiane». Secondo i No dal Molin, infatti, «fermare la realizzazione della nuova installazione militare è possibile, a Vicenza siamo sempre più determinati a raggiungere questo obiettivo».

Il blocco dei lavori era cominciato tre giorni fa con un episodio controverso: un manifestante, come riferito da lui stesso e da altri testimoni, era stato investito da un'auto guidata da un militare italiano che voleva entrare nel cantiere. Il manifestante, Francesco Pavin, un giovane no global, era finito all'ospedale per un trauma alle vertebre cervicali: sull'accaduto è in corso ora un'inchiesta.

La querelle si trascina da mesi e ha investito anche il governo che ha deciso di nominare un commissario, Paolo Costa, che segua tutto l'iter dei lavori. Costa, però, ha già fatto sapere di voler andare avanti secondo il progetto e che le decisioni spettano solo al governo.

Ma i movimenti insistono: «Noi non ci fermeremo davanti a niente, oggi abbiamo vinto una battaglia, non la guerra, ma chiunque provi a portare avanti i lavori avrà la stessa risposta dell'Abc. Qualsiasi società in tutta Italia sarà ostacolata non solo da noi, ma anche da chi continua a sostenerci dimostrandoci solidarietà. Il presidio continua».


unita.it

radiovoice
13-11-2007, 09:03
DAL MOLIN. Dopo l’investimento di Pavin, al Presidio che parla di «tentato omicidio e omissione di soccorso», replica il gruppo aennista della circoscrizione 5
Incidente ai blocchi, An offre la difesa al sergente

Gian Marco Mancassola Si fa sempre più lacerante lo scontro fra il No e il Sì dopo i blocchi al Dal Molin e l’interruzione della bonifica bellica. Il clima è sempre più pesante soprattutto dopo l’investimento di Francesco Pavin durante la prima sera di presìdi. Nel mirino del Presidio permanente c’è il sergente maggiore dell’Aeronautica Stefano Aspante, accusato di aver travolto di proposito l’esponente del movimento contrario alla Ederle 2. Il Presidio ha definito l’episodio sin dall’inizio una «provocazione gravissima», ricostruendo così la dinamica dei fatti: «Il militare, di passaggio con la propria auto, si è fermato e ha poi deliberatamente accelerato dirigendosi verso i manifestanti e colpendone uno, per poi fuggire sgommando. Secondo l’avvocato che tutela il movimento No Dal Molin, dalle testimonianze raccolte sul fatto, l’azione è stata deliberata: si potrebbe perciò configurare il reato di tentato omicidio e omissione di soccorso». Da un avvocato all’altro, fa scalpore l’iniziativa del gruppo consiliare di Alleanza Nazionale della circoscrizione 5, che si è attivato per promuovere la difesa e assistere il militare italiano coinvolto nell'episodio di tensione della serata di martedì. Contattato dagli esponenti aennisti, l’avvocato Valerio Sorrentino, che è anche segretario cittadino del partito di Gianfranco Fini ed è vicesindaco di Vicenza con la delega alla Pubblica sicurezza, ha accettato di difendere il sergente maggiore Aspante nel procedimento che dovesse essere avviato contro di lui. «L'episodio è giustamente al vaglio della magistratura - dichiarano i consiglieri aennisti della 5 - e vi è piena fiducia sull’operato. Ma non vogliamo che il sergente maggiore Aspante diventi il parafulmine di una tensione creata ad arte attorno all'avvio dei lavori al Dal Molin. Ringraziamo l'avv. Sorrentino per essersi prontamente messo a disposizione per consigliare e seguire il militare italiano coinvolto in un blocco assolutamente illegittimo, organizzato da chi vuole solamente alzare il livello dello scontro». Sorrentino annuncia che in settimana incontrerà per la prima volta il militare e si confronterà sulla strategia da seguire: «Si è trattato di una manifestazione non autorizzata, con persone che si sono poste davanti a un’automezzo. Si potrebbe configurare la violenza privata, che comunque non giustifica un investimento, se investimento c’è stato».


Carino...il vicesindaco che difende il povero militare che ha investito deliberatamente un manifestante...

CYRANO
15-11-2007, 14:51
DAL MOLIN. Gli operai della ditta Strango l’hanno scovata ieri mattina. Di fabbricazione inglese, è stata sganciata nei bombardamenti del 18 novembre 1944
Trovata una bomba di 113 chili
Allertati gli artificieri, che dovranno valutare se spostarla o farla brillare in loco. Rischio evacuazione?






Diego Neri
La bonifica ha portato i primi frutti. Alle 11 di ieri operai e tecnici della Strango di Pozzuoli hanno individuato e portato alla luce una bomba d’aereo da 250 libbre. Un ordigno di fabbricazione inglese, probabilmente una delle 51 bombe GP da 113 chilogrammi sganciate dai bombardieri Wellington fra il 17 e il 18 novembre 1944, è stata trovata non lontano dall’ingresso di viale Ferrarin.
Il ritrovamento dell’ordigno, che inizialmente pareva di dimensioni ancora maggiori, è stato subito comunicato ai vertici dell’Aeronautica, ai carabinieri di Vicenza, al comando americano e alle autorità civili della città. L’area è stata subito messa in sicurezza, per isolare la bomba ed evitare qualsiasi rischio per gli abitanti delle zone limitrofe l’aeroporto.
Ora sarà il comando delle forze di difesa ad avere la responsabilità del disinnesco dell’ordigno bellico. Già ieri mattina sono stati allertati gli artificieri dell’Esercito che effettueranno, forse già oggi, un sopralluogo per capire se sia possibile trasportare altrove la bomba per farla brillare oppure se debba essere fatta scoppiare in loco. In questo caso, si preannuncia già un rischio di evacuazione per gli abitanti della zona, anche se le dimensioni e il peso fanno escludere un nuovo bomba-day come quello vissuto nell’aprile 2001.
È il primo ritrovamento di quella che si presume una lunga serie, vista la mole di piombo piovuta da aerei americani e inglesi in zona esattamente 63 anni fa. Le stime dello storico Giuseppe Versolato parlano di oltre 16 mila bombe cadute nella zona del Dal Molin, di cui un 10 per cento inesplose.
La notizia ha creato un certo scompiglio nelle caserme e negli uffici vicentini, per mettere a punto la strategia d’intervento da adottare. Una volta accertato che non c’erano rischi di esplosione e che il perimetro attorno allo scavo era stato messo in sicurezza, si attenderà l’arrivo degli artificieri i quali probabilmente saranno attesi da un superlavoro a Vicenza nei prossimi mesi, e non sarà sempre possibile portare via gli ordigni. Fra l’altro, durante la seconda guerra mondiale sono state lanciate bombe fino a 4 mila libbre di peso, che non potranno essere spostate. E si dovrà affrontare il tema delle evacuazioni dei residenti.
Ieri sera, intanto, il comitato Vicenza est contrario alla nuova base americana ha manifestato il suo dissenso davanti alla Ederle, mentre oggi Rete Lilliput sarà lungo viale Ferrarin dalle 7.30 per un presidio pacifista durante il quale, fra l’altro, verrà chiesto ai dipendenti della Strago di rinunciare ai lavori come obiezione di coscienza. Una manifestazione analoga è in programma a Pozzuoli, mentre altri manifestanti saranno a Firenze davanti all’altra ditta impegnata nella bonifica, la Abc.

GdV 15/11/2007

sperem non facciano sgombrare mezza citta' come l'altra volta...



c;,az'aza

zerothehero
15-11-2007, 19:14
AL MOLIN. «Vogliamo sapere se il futuro dell’aeroporto è civile»
Dal presidio ultimatum a Costa «Rispondi o stop ai lavori»


Il presidio lancia un ultimatum al commissario Paolo Costa. «Bloccheremo i lavori se Costa non darà le risposte che Vicenza aspetta».
Cresce la tensione in città in vista dell’ultimatum lanciato dal presidio permanente del comitato No Dal Molin, contrario all'allargamento della base americana.
In un comunicato, il presidio si dice «pronto a bloccare i lavori» se il commissario governativo Paolo Costa non chiarirà «se il futuro dell'aeroporto vicentino Dal Molin è civile o meno e la bonifica in corso in queste settimane è funzionale a questa conversione».
«Mancano poche ore alla scadenza dell'ultimatum - afferma il presidio permanente - e dal commissario governativo, come ci aspettavamo, non è arrivata alcuna risposta soddisfacente ».
Dopo la fiaccolata di sabato scorso per le vie della città, «si attende anche di conoscere - prosegue la nota - la sorte della moratoria promessa dai parlamentari contrari alla base e rimasta inattesa nonostante le 170 firme raccolte dagli onorevoli».
«Una volta scaduti i sette giorni dati a Costa - ribadisce il comitato No Dal Molin, rifacendosi agli otto giorni dati in gennaio da Bush a Prodi per conoscere la risposta del governo sulla richiesta di costruire una nuova base americana in città, quando il premier rispose con il Sì da Bucarest attraverso le agenzie di stampa - qualunque momento è buono per iniziare i blocchi della bonifica ».
Saranno «iniziative pacifiche», ma «determinate» nell’impedire e rallentare i lavori propedeutici ai progetti statunitensi. « La nostra creatività - conclude la nota - vi sorprenderà ancora una volta».


Ma che personcine deliziose.. I no-Dal Molin vogliono comandare a Vicenza.. e minacciano dando pure ultimatum... :sofico:

radiovoice
15-11-2007, 19:55
AL MOLIN. «Vogliamo sapere se il futuro dell’aeroporto è civile»
Dal presidio ultimatum a Costa «Rispondi o stop ai lavori»


Il presidio lancia un ultimatum al commissario Paolo Costa. «Bloccheremo i lavori se Costa non darà le risposte che Vicenza aspetta».
Cresce la tensione in città in vista dell’ultimatum lanciato dal presidio permanente del comitato No Dal Molin, contrario all'allargamento della base americana.
In un comunicato, il presidio si dice «pronto a bloccare i lavori» se il commissario governativo Paolo Costa non chiarirà «se il futuro dell'aeroporto vicentino Dal Molin è civile o meno e la bonifica in corso in queste settimane è funzionale a questa conversione».
«Mancano poche ore alla scadenza dell'ultimatum - afferma il presidio permanente - e dal commissario governativo, come ci aspettavamo, non è arrivata alcuna risposta soddisfacente ».
Dopo la fiaccolata di sabato scorso per le vie della città, «si attende anche di conoscere - prosegue la nota - la sorte della moratoria promessa dai parlamentari contrari alla base e rimasta inattesa nonostante le 170 firme raccolte dagli onorevoli».
«Una volta scaduti i sette giorni dati a Costa - ribadisce il comitato No Dal Molin, rifacendosi agli otto giorni dati in gennaio da Bush a Prodi per conoscere la risposta del governo sulla richiesta di costruire una nuova base americana in città, quando il premier rispose con il Sì da Bucarest attraverso le agenzie di stampa - qualunque momento è buono per iniziare i blocchi della bonifica ».
Saranno «iniziative pacifiche», ma «determinate» nell’impedire e rallentare i lavori propedeutici ai progetti statunitensi. « La nostra creatività - conclude la nota - vi sorprenderà ancora una volta».


Ma che personcine deliziose.. I no-Dal Molin vogliono comandare a Vicenza.. e minacciano dando pure ultimatum... :sofico:

Non ti preoccupare, tanto i tuoi amici poi li tirano sotto in macchina.
Il modous operandi è quello.
Ma che te lo dico a fare? Tu la vedi proprio così! :D

Ah...per curiosità...chi è nel tuo avatar?

zerothehero
15-11-2007, 23:40
No, io mi preoccupo..perchè questo è l'unico paese al mondo in cui un Presidente del Consiglio conta meno di una casalinga e dei suoi seguaci che lanciano "ultimatum" in barba ad ogni criterio di legalità e di legittimità.. :asd:

radiovoice
16-11-2007, 06:50
No, io mi preoccupo..perchè questo è l'unico paese al mondo in cui un Presidente del Consiglio conta meno di una casalinga e dei suoi seguaci che lanciano "ultimatum" in barba ad ogni criterio di legalità e di legittimità.. :asd:

Questo lo dici tu :D

Io invece ho trovato, tra le tante, disgusto che il vicesindaco, in forza ad AN, si sia offerto di difendere, essendo avvocato, quel simpatico militare che ha falciato con la macchina un ragazzo, sfrecciando tra i manifestanti tra cui si nascondevano anche pericolose famiglie con bambini armate di pericolosissimi cartelloni.

CYRANO
19-11-2007, 05:58
DAL MOLIN. La società vede sfumare gli accordi commerciali con partner come il Catullo. Adesso prova a reagire
Pista ko? L’aeroporto chiede i danni al governo
«La base Usa sul lato ovest blocca il piano di rilancio e la ricapitalizzazione. Faremo un’azione legale»
Nessuno investirebbe su uno scalo in una situazione come questa
DINO MENARIN
CAMERA DI COMMERCIO






Gian Marco Mancassola
«Chiederemo i danni al governo». La voce circolava da qualche giorno. La conferma viene da Dino Menarin, commissario della Camera di commercio, azionista di maggioranza della società Aeroporti Vicentini. Il trasferimento della Ederle 2 nel settore ovest del Dal Molin è una doccia fredda che ha gelato la ricapitalizzazione e il piano di rilancio della società che gestisce lo scalo civile: un’operazione da tre milioni di euro.
Costruire la nuova base americana a est comportava un maggiore impatto sulla città, ma consentiva all’aeroporto di proseguire la propria attività. Trasferire la caserma a ovest significa mitigare il carico, ma impone la demolizione della pista e la chiusura dello scalo per almeno 4 anni.
Proprio mentre in tribunale si apre una battaglia legale avviata da una società friulana che si ritiene creditrice nei confronti degli Aeroporti Vicentini, la società preannuncia che «si vedrà costretta ad agire legalmente nell’interesse di salvaguardare il patrimonio e gli investimenti prodotti negli anni dai soci pubblici e privati, nonché per i danni economici e di immagine conseguenti al protrarsi della non definita situazione».
Menarin fa capire che l’indeterminatezza sul futuro della pista non può che procurare danni, a partire dalla fuga dei nuovi partner commerciali e finanziari. Menarin fa esplicitamente riferimento all’accordo con il Catullo, che a questo punto sfuma: «Nessuno verrebbe a investire su un aeroporto in questa situazione».
Nelle sue argomentazioni, la società ricorda come il quadro sia improvvisamente mutato nell’estate 2007.
Fino alla primavera, infatti, «sembrava consolidata una definizione a est della base Usa e un trasferimento dello scalo civile a ovest». Poi, da giugno, con la nomina del commissario governativo Paolo Costa, tutto è rapidamente cambiato e il progetto della base è stato rivoltato e trasferito da est a ovest. «Dalle notizie che abbiamo dall’Enac - spiega Menarin - la eventuale nuova pista rischia di non avere le caratteristiche di cui necessitiamo per attuare un completo sviluppo dell’aeroporto».
Dunque la società lamenta «un danno immediato e riscontrabile - come si legge in un dossier interno - dovuto allo stop forzato da cause non dipendenti da Aeroporti Vicentini che, raggiunta un’operatività mai avuta nel tempo, si trova bloccata in ogni iniziativa» e «una situazione economica debitoria dovuta agli investimenti prodotti e alla mancata operatività. Evidentemente l’ipotesi di chiusura, ancorché temporanea, comporta la perdita totale di tutti gli investimenti fatti».


FI: «La soluzione c’è. La pista temporanea»


«Diamo un’ultima possibilità all’aeroporto. Costruiamo una pista provvisoria per la durata dei lavori della Ederle 2. E gli americani ci diano una mano». Ha le sembianze dell’ultima spiaggia, questo tentativo estremo di salvare il salvabile, mentre all’orizzonte si profila l’iceberg che sta per spazzare tutto. La scialuppa di salvataggio in quel maremoto che porta il nome di “caso Dal Molin” è lanciata da Forza Italia, attraverso il gruppo consiliare della Provincia. Se ne fanno portavoce il capogruppo Giovanni Maria Forte, sindaco di Costabissara, e il consigliere Roberto Cattaneo, leader del comitato del Sì alla base Usa e dipendente della Ederle.
Da alcune settimane il quadro ha assunto tinte fosche per chi opera nello scalo civile. Nel volgere di sei mesi, infatti, il progetto ha fatto trasloco, passando dal lato est, quello di strada S. Antonino, al lato ovest, quello di viale Ferrarin: il trasferimento sarà ufficializzato domani a Padova. Questo significa che l’attuale pista dovrà essere demolita, per far posto ai nuovi edifici. Sarà ricostruita? Questo è uno dei temi rimasti sotto traccia: l’assessore vicentino ai Trasporti Claudio Cicero ha proposto di fare i bagagli e trasferire lo scalo a Thiene, unificando le due aerostazioni. Il sindaco Enrico Hüllweck ha già inserito la pratica nei faldoni che lascerà in eredità al suo successore dal giugno del 2008, annunciando: «Per quattro anni la pista resterà chiusa e l’aeroporto non potrà funzionare».
«Siamo preoccupati per il futuro dell’aeroporto», afferma Forte, che fa il conto anche degli investimenti sostenuti dalla società Aeroporti Vicentini, della quale sono soci enti pubblici come la Provincia e il Comune, oltre a Camera di commercio, Associazione Industriali, Aim e altri. Tradotto: non è un problema soltanto di chi si serve dei trasporti aerei, ma anche di tutti i cittadini, dal momento che in ballo ci sono molti soldi pubblici.
«Finora è stato speso moltissimo - proseguono Forte e Cattaneo - non può essere gettato tutto nel cestino come se nulla fosse. Vicenza rischia ancora una volta di comportarsi come Penelope: fa e disfa in continuazione». Il riferimento è al piano di ricapitalizzazione e rilancio che ha impegnato la società presieduta da Giuseppe Sbalchiero proprio nella prima metà del 2007 e che ora corre il pericolo di essere vanificato.
Di qui la proposta, sostenuta dal gruppo provinciale di Forza Italia, di «creare una pista provvisoria lunga 800 metri, utile almeno per la sopravvivenza dell’aeroclub e di altre società che operano al Dal Molin. Anche gli americani possono fare la loro parte. Non c’è soltanto il problema del rugby. Ce n’è anche uno più grave, che è il futuro dell’aeroporto».
Il gruppo fozista, come spiegano Forte e Cattaneo, ritiene impraticabile l’opzione Thiene: «L’ipotesi di Cicero è irrealizzabile. Bisogna fare qualcosa per salvare l’aeroporto a Vicenza». G.M.M.



IN DICEMBRE. Comitati cittadini, Cgil e Lilliput
No Dal Molin «Rilanciamo la moratoria»
Una festa al “Centro sport” per chiedere lo stop ai lavori






Alessandro Mognon
Meglio una festa con musica e teatro, hanno pensato, del classico dibattito con gli esperti di turno. Così il Coordinamento dei comitati cittadini, Cgil, Arci, Rete Liliput, Beati i costruttori di pace e Comitato più democrazia hanno deciso di organizzare per sabato 2 dicembre la “Festa grande No Dal Molin” al Centro sport Palladio. Dalle 16 fino a mezzanotte. Con l’obiettivo, tra un concerto e l’altro e una mostra di progetti alternativi per la Ederle 2, di rimettere in pista l’idea della moratoria sui lavori di costruzione della base Usa sottoscritta da 170 parlamentari.
«Noi non diciamo solo no - spiega il portavoce dei Comitati Giancarlo Albera -, ma anche proponiamo. Con uno sguardo vicentino ma anche nazionale ed europeo. I parlamentari ci hanno invitati mercoledì a Roma, proprio per discutere della moratoria e concordare le prossime iniziative. E la festa del 2 dicembre a Vicenza sarà l’occasione per parlarne con tutti».
Oscar Mancini, segretario della Cgil, conta su «una grande partecipazione sia delle forze parlamentari che della cultura a sostegno della moratoria. E per allargare il consenso dei cittadini sul problema Dal Molin, che diventerà un tema anche in prospettiva delle elezioni amministrative. E alla festa parleremo anche delle tante contraddizioni di chi è per il sì alla base: volevano l’aeroporto e lo stanno perdendo e nella Finanziaria non ci sono soldi per la tangenziale».
«La verità è che la festa finirà nel 2020 - dice Silvano Caveggion di Rete Lilliput -, data finale del progetto Usa. Anche perché oltre alla questione Dal Molin c’è l’idea di una Vicenza diversa, dove si sperimenta un nuovo equilibrio nelle relazioni con i cittadini».
Alla “Festa grande” oltre alle musiche di Luca Bassanese, Tetes de Bois, Ulderico Pesce, Andrea Rivera, Alessio Lega, Seven Gnoms anche una mostra di progetti per l’area dell’aeroporto vicentino preparati dagli studenti dell’università di Camerino (Ascoli Piceno): parco, nuova università, centro di ricerca e altro.
Non manca la polemica con il Comune, Albera sventola una lettera: «Avevamo chiesto il Palazzetto dello sport all’assessore Morsoletto. La giunta ha risposto che al palazzetto non si fanno manifestazioni “non sportive”. Ma solo fino a gennaio, poi se ne può riparlare». Così si sono autofinanziati: 2 mila euro («Iva esclusa» ironizza Mancini) per l’affitto del Centro sport.
Comunque sono giornate di lavoro per il movimento dei No Dal Molin: ieri una delegazione era a Genova per sfilare al corteo del G8 con altri 400 no global arrivati dal Veneto. Oggi invece alle 15 al teatro Zuccato di Polegge il presidio No Dal Molin organizza un incontro sul bombardamento del novembre 1944, la strage del Cermis e l’attività di Emergency con fiaccolata finale alle 17.30 da Polegge al presidio.

GdV 18/11/2007



clmkalzla

CYRANO
24-11-2007, 09:10
DAL MOLIN. Intanto la Cgil affitta la Fiera per la festa del 2 dicembre
«Il Parlamento fermi il cantiere»
Il Presidio: «La moratoria subito al voto Ai deputati di sinistra chiediamo risultati»






Gian Maria Maselli
Una petizione con banchetti in tutta Italia per chiedere al Governo Prodi una moratoria (sospensione) di ogni tipo di lavoro concernente la costruzione della base Usa al Dal Molin. Ad organizzarla saranno Cgil e Arci.
Ad incassare la disponibilità della segreteria nazionale Cgil e del presidente Arci Paolo Beni «a coinvolgere il resto d’Italia sulla questione Dal Molin» sono stati, mercoledì durante la loro visita a Roma, il segretario provinciale Cgil Oscar Mancini e Giancarlo Albera, del coordinamento dei comitati.
«Sarà una raccolta firme su tutto il territorio italiano - promette Mancini - perchè la questione Dal Molin ha rilevanza nazionale e perchè è giusto che i vicentini non siano lasciati soli dopo che con motivazioni speciose il Comune ha loro negato quel referendum previsto dalle leggi europee e italiane».
La delegazione vicentina No Dal Molin a Roma ha parlato con cinquanta tra senatori e deputati e capigruppo parlamentari. Tra questi ultimi non figuravano quelli di Pd, Udeur e Italia dei Valori, mentre il deputato Salvatore Cannavò (eletto con il Prc) e il senatore Fernando Rossi (ex Pdci) hanno contestato la linea scelta da Mancini, Albera e dai 170 parlamentari collocati a sinistra del Pd più volte dichiaratisi contrari al Dal Molin: «Per opporsi al Dal Molin e dare forza al movimento pacifista si doveva dimostrare di essere capaci di far cadere il Governo, non cercare di influenzarlo con richieste di moratorie o ripensamenti».
Cesare Salvi, Sinistra democratica, ha ribattuto: «Con un governo di centrodestra avremmo una moltiplicazione delle basi e una incapacità di gestire l’ordine pubblico». Sulla moratoria il Presidio permanente si commuove meno: «I 170 parlamentari dimostrino di fare sul serio portandola in Parlamento senza perdere altro tempo. A costo di scontrarsi con un Governo che ha rinnegato le sue parole d’ordine: pace, democrazia, ambiente». Nel No Dal Molin continuano dunque a convivere l’ala pragmatica e quella dura.
Intanto Albera e Mancini, nel solco del pragmatismo, un risultato lo mettono a segno. Non a Roma ma a Vicenza: hanno affittato dall’Ente Fiera la Sala Palladio e il primo piano per l’happening musicale-teatrale della Festa No Dal Molin che si terrà domenica 2 dicembre dalle 16 alle 24 con Luca Bassanese, Tetes de bois, Andrea Rivera e Seven Gnoms.

GdV 23-11-2007


clmalmzlma

CYRANO
14-12-2007, 18:55
DAL MOLIN. Inizia oggi la tre giorni europea promossa dal Presidio permanente per dire no alla base americana
Città blindata Domani c’è il corteo del No
Le scuole invitate a chiudere entro le 12.30 Previste 2 ore di marcia per 3,5 chilometri Mozione in parlamento per fermare i lavori





Gian Marco Mancassola
L’ultima affiliata è la chiesa evangelica metodista. Ci saranno anche i pastori Caterina Dupré e Vito Gardiol a cavallo del serpentone umano che domani prenderà le mosse dalla stazione dei treni intorno alle 14, per due ore di marcia contro la Ederle 2. Le ultime adesioni sono arrivate ieri: in fondo alla lista compilata dal Presidio permanente figurano l’Arci nazionale e alcuni gruppi scout. L’obiettivo dei promotori è superare le 20 mila presenze: «Per noi sarebbe un successo», garantisce Marco Palma, uno dei portavoce del tendone di ponte del Marchese, alle prese con la sordina applicata sui media nazionali alla tre giorni di mobilitazione europea che si apre oggi.
IL CORTEO. La marcia durerà circa due ore, dalle 14 alle 16, su un percorso di circa 3,5 chilometri. Questo il percorso: stazione, viale Milano, viale Mazzini, viale D’Alviano, contrà S. Bortolo, contrà S. Marco, contrà della Misericordia, ponte Novo, corso Fogazzaro, contrà Busato, piazzale Giusti, corso S. Felice, viale Roma e ritorno in stazione. Al termine della manifestazione, una volta partiti i foresti, i vicentini formeranno un secondo corteo per dirigersi verso il tendone del Presidio. Oggi in prefettura si terrà l’ultimo vertice, mentre alle scuole è stata diramata la raccomandazione di concludere le lezioni entro le 12.30 per evitare problemi agli studenti che tornano a casa.
IL PROGRAMMA. La prima iniziativa della tre giorni di mobilitazione europea sarà un convegno ospitato al Presidio oggi alle 20.30: tra i relatori internazionali, Josef Hala, sindaco di Jince in Repubblica Ceca, che difende la propria comunità dalla realizzazione dello scudo spaziale. È attesa anche Desiree Fairooz, la donna che qualche settimana fa contestò Condoleezza Rice al Congresso, bloccandola con le mani sporche di pittura color sangue.
Domenica, invece, sarà la volta di workshop e assemblee. La tre giorni europea non è soltanto mobilitazione, ma anche cultura e spettacoli. Oggi alle 17 la libreria Traverso ospiterà un incontro con Ennio Sartori dal titolo “Passaggi a Nordest”, mentre alle 19 al bar Astra si terrà un aperitivo musicale. Domani, al termine del corteo, si esibirà il gruppo teatrale delle donne del Presidio, mentre in serata al tendone happening con alcuni gruppi musicali. Domenica dalle 11 alle 13 ci saranno un reading di poesia e un dibattito con Monica Lanfranco. A chiudere il teatro della Compagnia Abracalam e di Roberto Caruso con “Disarmati fino ai denti”.
Infine, oggi nella chiesa di S. Carlo a Villaggio del Sole a partire dalle 18 è in programma un momento di riflessione e preghiera con l’introduzione di don Dario Vivian.
LA MOZIONE. «Il governo sospenda ogni atto finalizzato alla realizzazione della nuova base americana Dal Molin fino allo svolgimento della seconda conferenza sulle servitù militari, alla verifica degli impatti ambientali, e di una consultazione delle popolazioni locali». È il testo della mozione firmata dai capigruppo della Sinistra Arcobaleno della Camera, depositata ieri.


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Aderisce pure la chiesa evangelica



Anche la Chiesa evangelica metodista di Vicenza scende in campo e aderisce alla tre giorni europea dei No Dal Molin. Come spiegano la presidente del consiglio di Chiesa, Gabriella Giannello, e i pastori Caterina Dupré e Vito Gardiol «tale decisione nasce dal desiderio di testimoniare in maniera concreta e visibile il nostro impegno per la pace e per la non-violenza così come ci invita a fare l’Evangelo. Riteniamo che i cristiani abbiano il dovere di testimoniare una realtà di pace che non passa per le armi ma attraverso la ricerca della giustizia e della solidarietà».
«Riteniamo infine che troppe volte le chiese siano colpevolmente silenziose in simili momenti e che invece il credente sia chiamato a portare la sua testimonianza dell'Evangelo, schierandosi apertamente e sporcandosi le mani nell'attualità. È per questo che la nostra piccola realtà di chiesa di minoranza sarà presente in questi giorni dietro lo striscione con le parole “Non è nel mio arco che io confido, non è la mia spada che mi salverà”, un verso dei salmi che ha guidato l'impegno per la pace e il disarmo delle chiese evangeliche in Italia negli anni ’80».


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«Contesteremo anche Napolitano. E i ministri non vengano al corteo»



«Non esistono padreterni, contesteremo i ministri e sottosegretari che verranno alla manifestazione di sabato, ma pensiamo di fischiare anche il presidente Giorgio Napolitano se verrà ad aprile a Vicenza». Quella di Olol Jackson, del presidio No Dal Molin, è una delle tante voci che si sono levate contro le parole di Napolitano pronunciate a Washington dopo l’incontro con George W. Bush. «Invece di volare negli Stati Uniti per fare la first lady di Bush, Napolitano farebbe bene a fare il presidente della Repubblica italiana, recandosi a Vicenza e parlando con quei cittadini di cui dovrebbe essere il massimo rappresentante». Incalza così il Presidio permanente in un comunicato che scalda i motori della polemica contro il capo dello Stato e il ministro degli Esteri Massimo D’Alema: «La vicenda Dal Molin non è affatto chiusa - come vorrebbe lasciare intendere D’Alema -. Il corteo di sabato dimostrerà che la popolazione vicentina non si è affatto arresa alle imposizioni calate dall’alto. D’Alema ha forse deciso di passare sopra ai vicentini con le ruspe?».
Duro anche Giancarlo Albera, portavoce del Coordinamento dei comitati, che critica Napolitano: «Credevo dovesse essere il garante della Costituzione, invece fa il garante di Prodi. Con quelle dichiarazioni l’Italia non fa una bella figura, perché il presidente dimentica che il luogo delle decisioni democratiche è il Parlamento. Anche i trattati internazionali devono sottostare al dettato costituzionale, che rappresenta la stella polare. Napolitano dovrebbe restare al di sopra delle parti. E poi - prosegue Albera - ancora una volta con queste esternazioni si dà un brutto segnale: la gente non viene consultata, nessuno chiede alla popolazione cosa pensa. Per questo lancio un appello a partecipare numerosi al corteo».G.M.M.



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L’APPELLO. La proposta al popolo del No
Il comitato del Sì: «Ora dialoghiamo»
Cattaneo: «Prima di tutto bisogna pensare alla città e al suo sviluppo futuro. Incontriamoci e parliamo»



«Prima di ogni altra cosa conta Vicenza». È l’appello rivolto dal comitato del Sì al Dal Molin al popolo delle pentole. Domani, scrive il leader del comitato Roberto Cattaneo, «vi sarà un nuovo corteo, nonostante la dichiarazione, esplicita, del ministro degli Esteri Massimo D'Alema e del presidente Giorgio Napolitano che dichiarano “La base Usa? Caso chiuso”. Una risposta ai quattro ministri firmatari di una lettera diretta a Romano Prodi, affinché ci fosse un ripensamento relativamente alla Base. Un atteggiamento questo, dei quattro ministri, che appare un madornale autogol, oltre alla dimostrazione che uno stile politico, di elevato livello, avrebbe obbligato questi signori a scrivere la lettera accompagnata dalle proprie dimissioni dal governo. Altrimenti è solo apparenza e per nulla sostanza».
«Penso che sia giunto il momento per tutti i vicentini - prosegue Cattaneo - di guardarsi in faccia e, nel pieno rispetto delle reciproche posizioni, pensare veramente a questa nostra bellissima città. L'on. Costa, rappresentante del Governo, ha svolto, a mio parere, un buon lavoro e ha dialogato, con serena disponibilità , con tutte le parti interessate, comitati liberi cittadini amministrazione locale, allo scopo di salvaguardare gli interessi di Vicenza, di rispettare gli impegni assunti, di tradurli in operatività concrete le meno invasive possibili e le più utili. In questa direzione si devono fare passi in avanti. Il comitato del Sì è disponibile a incontrare quanti hanno la medesima necessità di porre avanti a tutto la nostra Vicenza, con quei vicentini che, pur sostenendo posizioni contrarie, sanno che la città necessita soprattutto di tranquillità, di convivenza civile, di partecipazione allo sviluppo della città».
«L’invito ai rappresentanti del No - conclude - è che , in una visione realistica della situazione, accettino di incontrarci e di valutare gli sviluppi futuri assieme».


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LA PROVOCAZIONE. Per salvare la pista
«Aeroclub, noi soci vogliamo rispetto»
L’imprenditore Aggujaro: «Non siamo No global, ma ci saremo per far sentire la nostra voce»



Appena si è diffusa la voce, il telefonino di Pierandrea Aggujaro ha iniziato a squillare a più non posso. Tutti a chiedergli: «Ma siete pazzi?». Il fatto è che l’imprenditore, ex presidente della sezione Edili di Assindustria, è intenzionato a scendere in strada domani pomeriggio con altri soci dell’aeroclub per unirsi al corteo dei No Dal Molin.
La loro, però, è una protesta limitata al futuro della pista di volo: «Non siamo certo no global, ma vogliamo far sentire la nostra voce per difendere una realtà, quella dell’aeroclub, che ha una storia lunga 80 anni e fornisce servizi importanti - spiega Aggujaro -. Io sono socio da 28 anni e non posso accettare che nessuno si preoccupi del futuro dell’aeroclub. Per questo vogliamo far percepire la nostra presenza, senza confonderci con altre realtà, ma vogliamo attirare l’attenzione sulla pista di volo del Dal Molin». Il rischio concreto, infatti, è che venga demolita per far posto alla base Usa.G.M.M.


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L’ORDINE PUBBLICO. Oggi l’ultimo vertice in prefettura e poi le riunioni tecniche
Sigillati i tombini del centro Richieste centinaia di agenti



Sono state avanzate al ministero richieste per avere centinaia di agenti a Vicenza domani. L’ordine pubblico per la manifestazione del No Dal Molin, che percorrerà un tragitto articolato, necessita infatti di uno sforzi notevole da parte di polizia, carabinieri, finanza e vigili urbani. I numeri precisi saranno chiari solo domani, ma la sensazione è che non ci saranno meno di 5-600 uomini in divisa, che controlleranno il corteo da lontano e lo vigileranno anche dall’elicottero della polizia.
Stamattina in prefettura è in programma l’ultimo vertice per fare il punto sulla situazione, al quale seguiranno gli incontri tecnici. Rispetto al passato, Vicenza dal punto di vista dell’ordine pubblico può contare sull’esperienza delle grandi manifestazioni dei mesi scorsi durante le quali l’organizzazione del questore Rotondi si era dimostrata efficace e non si erano verificati scontri o repentini cambi di programma. I timori per domani sono quelli che le dichiarazioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano possano avere surriscaldato gli animi, ma i responsabili delle forze dell’ordine vicentine palesano una moderata serenità.
Ieri, sotto l’occhio vigile della Digos, alcuni operai hanno sigillato i tombini delle vie lungo le quali passerà il corteo. Sono stati fatti spostare i cassonetti, sono stati chiusi i cestini, sarà vietato - o sconsigliato - il parcheggio delle auto private, e ancora saranno cambiati gli itinerari di alcuni autobus che transitano per il centro. Rispetto alla manifestazione del 17 febbraio, non ci saranno problemi di spostamento per le ambulanze del Suem. D. N.


GdV 14/12/2007




Clmal,mz,òlaza

giannola
14-12-2007, 19:46
come finirà ? :stordita:

CYRANO
14-12-2007, 19:53
come finirà ? :stordita:

Come vuoi che finisca , ormai i giochi sono fatti.
io domani e domenica comunque me ne sto a casa al calduccio :D


cpapèzèpa

giannola
14-12-2007, 19:58
Come vuoi che finisca , ormai i giochi sono fatti.
io domani e domenica comunque me ne sto a casa al calduccio :D


cpapèzèpa

infatti era retorica. :D

zerothehero
14-12-2007, 22:49
12/12/2007 17:51
Napolitano: Dal Molin,"decisione presa"

17.51
Napolitano: Dal Molin,"decisione presa"
"Non ci sono ripensamenti" sull'amplia-
mento della base statunitense Dal Molin
a Vicenza. A spiegarlo è il presidente
della Repubblica, Napolitano, in visita
a Washington.

"La posizione del governo è molto
chiara", spiega il capo dello Stato.
"La decisione è stata presa, sulle
modalità di attuazione si discute e si
decide insieme con la parte americana".

L'alleanza con gli Stati Uniti, aggiun-
ge Napolitano, "va al di là degli
schieramenti politici", è "bipartisan".



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Surreale..Prodi manda avanti Napolitano, perchè lui non può, altrimenti quelli della "cosa rossa" si arrabbiano.. :D

zuper
15-12-2007, 09:13
Surreale..Prodi manda avanti Napolitano, perchè lui non può, altrimenti quelli della "cosa rossa" si arrabbiano.. :D

contenti loro...(i sinistroidi)
contenti tutti

CYRANO
16-12-2007, 22:22
Il Giornale, il No Dal Molin e le insolenze di Galan


È un fatto che questo Comitato di Redazione debba periodicamente occuparsi delle insolenze del presidente della Giunta regionale del Veneto. Di recente ha dovuto farlo sulle "Disposizioni per la stampa", ora lo deve fare sull'improvvisata competenza che il dott. Galan presume di potersi accreditare, sia che si tratti di dettare la scaletta di un telegiornale del servizio pubblico o che si tratti di dirigere un quotidiano.
La libera e civile espressione del pensiero e delle opinioni dei cittadini di Vicenza, che il Giornale registra, hanno reso particolarmente nervoso il dott. Galan, il quale confondendo il suo ruolo di presidente di una Giunta regionale con quello di padrone del Veneto, dimostra di considerare il ruolo dell'informazione non molto di più che la semplice trasmissione degli spot sulle sue defatiganti esternazioni e quelle dei suoi amici.
Tuttavia il vizietto di aggredire il Giornale di Vicenza sembra divenuto per il dott. Galan un chiodo fisso. Le sue ultime sparate, che vanno respinte in blocco, non possono che suonare intimidatorie e offensive nei confronti della professionalità del direttore Giulio Antonacci, ma altrettanto gravi nei confronti di un'intera redazione e di quei colleghi che sulla controversa questione della nuova base statunitense all'aeroporto Dal Molin, hanno fatto semplicemente il loro dovere, informando su tutti gli aspetti della vicenda. L'accusa di "livore antiamericano", come ben sanno i nostri lettori, è semplicemente risibile.
Anche se dare voce alle diverse opinioni, come ha fatto con autorevolezza il Giornale di Vicenza, dà fastidio ai politici, per di più umorali e lunatici che vorrebbero davanti solo giornalisti compiacenti e asserviti, l'impegno di questa Redazione nei confronti dei propri lettori rimane immutato.
Il Comitato di Redazione del Giornale di Vicenza


Gdv 16-12-2007



Ciaozoaza

CYRANO
16-12-2007, 22:26
IL CASO DAL MOLIN. Il popolo delle pentole non si rassegna, ma questa volta mancano i big
Oltre 30 mila in marcia al corteo del No
Il Presidio: «Siamo 80 mila» Dario Fo è il mattatore Attacchi a Napolitano, al governo Prodi e al vescovo
I governanti sono ciechi e sordi non ascoltano e questo sarà la loro tomba
DARIO FO
PREMIO NOBEL
Grazie ai 51 preti vicentini del no alla base che sono usciti dalle loro chiese
DON ANDREA GALLO
PRETE ANTI-MILITARISTA






Gian Marco Mancassola
Ce l’hanno con il governo di Romano Prodi, con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con le alte gerarchie della Chiesa cattolica, con il sindaco Enrico Hüllweck e con l’ex premier Silvio Berlusconi, con George W. Bush, naturalmente, e con la cappa di silenzio che è calata sul popolo delle pentole sulla scena nazionale. Il terzo maxi corteo contro il Dal Molin a stelle e strisce era stato anticipato da una vigilia di grande paura, quella di ritrovarsi in quattro gatti dopo l’ubriacatura dei 100 mila in marcia a febbraio. La paura che stesse per prevalere la rassegnazione: «Il Dal Molin è una questione chiusa», avevano detto in settimana prima il ministro degli Esteri Massimo D’Alema, poi il presidente della Repubblica Napolitano, immortalati mentre a Washington stringevano le mani di Bush e Condoleezza Rice.
Quella paura è invece sfumata alle 14 di ieri, davanti alla stazione, quando il popolo delle pentole ha iniziato a prendere le misure del corteo: tre ore dopo, a marcia conclusa, dai microfoni del palco mobile allestito su un camion alla testa del serpentone, i leader del movimento parleranno di 80 mila presenze. La questura, che ha sorvegliato la manifestazione con decine di agenti sulle strade e in volo dall’elicottero, calcola invece più di 30 mila partecipanti. Comunque al di sopra delle previsioni, nonostante il clima rigido e la neve ai bordi del circuito. La prima fila, che indossava maschere bianche a simboleggiare l’invisibilità di Vicenza agli occhi di chi governa il Paese, si è messa in moto alle 14.10; quando ha raggiunto porta S. Croce, anche l’ultimo manifestante si metteva in marcia: mancavano una manciata di minuti alle 15. Quando davanti alla stazione sono andati in scena i comizi finali, la coda stava compiendo il giro di boa a porta S. Bortolo.
«Sono felicissima, questa è una risposta eccezionale a chi sostiene che il caso Vicenza sia chiuso - dichiara Cinzia Bottene, la pasionaria del Presidio permanente -. Questa vicenda è invece aperta, molto aperta e noi non ci fermeremo qui». «Questa grande partecipazione - afferma Giancarlo Albera, portavoce del Coordinamento dei comitati - è la dimostrazione che il dialogo, l’unità, il coinvolgimento di tutte le anime del movimento, alla fine pagano. Qualsiasi cosa accadrà, Vicenza è in grado di dire no. Questo corteo è la prova che non siamo rassegnati».
Il corteo è stato colorato e pacifico, secondo le parole d’ordine fatte circolare dai promotori. Per la prima volta, però, qualcosa non ha funzionato nelle retrovie, dove alloggiavano i centri sociali extravicentini, che si sono resi protagonisti di alcuni momenti di tensione, segnati dalla fuoriuscita dal serpentone in direzione della caserma Chinotto, e di alcuni vandalismi, con scritte sui muri della stazione, di condomini, di banche e del nuovo teatro Quanti fossero i vicentini, al solito, rappresenta la vera battaglia delle cifre a chi vuol dare un taglio politico all’evento: pochi, secondo colonnelli e generali del centrodestra; molti, la maggioranza, a detta dei No base e della Sinistra arcobaleno. Pochi o tanti, con i vicentini c’erano rappresentanti dei movimenti No Tav e No Mose, No all’ampliamento dell’aeroporto senese di Ampugnano, No agli F35 a Novara, No alle modifiche a Malpensa. Si sono segnalate delegazioni statunitensi, ceche, spagnole, tedesche, belghe, polacche. C’era la Sinistra arcobaleno, non c’erano i suoi big. Né c’era, in veste ufficiale, la Cgil: un vuoto a più riprese segnalato dai protagonisti.
Mattatore sul camion, per tutti i 4 chilometri scarsi di percorso, è stato don Andrea Gallo, il prete dei centri sociali. Collare, colbacco, sigaro e sciarpa arcobaleno, don Gallo ha ritmato i cacerolazos: «Americani, tornate a casa vostra», declinato ogni trecento metri. Il prete ha ringraziato «i 51 sacerdoti vicentini che si sono schierati contro la base, sono usciti dalle loro chiese». Poi ha reso omaggio alle vittime sul lavoro, elevando la preghiera: «Mai più incidenti».
In viale Roma, quando ormai il corteo era finito, ha fatto la sua comparsa Dario Fo, che ha sparato ad alzo zero contro il governo dell’Unione: «Questa è una manifestazione di popolo nel vero senso della parola, persone con grande dignità e forza d’animo. I governanti, invece, sono ciechi e sordi». Poi dal palco ha rincarato la dose: «Che differenza c’è fra voi e Berlusconi? Nessuna. Siete bugiardi e ce lo ricorderemo. Non ascoltate la gente e questo sarà la vostra tomba». Concetti conditi con epiteti e parolacce assortite. Nel mirino della Bottene, invece, finiscono il sindaco Hüllweck, ma anche il vescovo Cesare Nosiglia: «Lo abbiamo visto ritratto durante l’inaugurazione del nuovo teatro in mezzo alle signore ingioiellate. Il posto giusto per un prete sarebbe qui in mezzo alla gente». Ma il bersaglio numero uno resta il Capo dello Stato: «Napolitano la smetta di fare la First Lady di Bush - ha accusato dal palco - e sia garante della Costituzione, calpestata dal Dal Molin».


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Ore 17, duello di nervi davanti alla Chinotto


Tre botti tremendi per lo scoppio di tre petardi, gli agenti in tenuta antisommossa schierati che picchiano sui loro scudi a ritmo, i due gruppi che si scrutano a cento metri di distanza. Partono? Si scontrano? Invece non succede niente, i “ribelli” dei movimenti anarchici e forse di Genova girano i tacchi e si rimettono in coda alla manifestazione. E l’“assalto” alla caserma Chinotto in via Medici finisce senza nemmeno essere iniziato.
Ma nella storia di questo scontro mancato c’è anche il retroscena. Perché ad avvisare polizia e carabinieri sono stati gli stessi rappresentanti del Presidio che di grane e vetri rotti non ne vogliono sapere. Poco dopo le 16 la voce che circola è questa: da alcuni settori del corteo, all’altezza di viale D’Alviano, si vogliono staccare piccoli gruppetti di 4-5 persone l’uno per non farsi fermare da vigili e polizia. E dalle stradine laterali riunirsi intorno alla caserma Chinotto che ospita la poco amata Gendarmeria europea.
Così alcuni No Dal Molin avvisano la polizia: «Magari non succede niente, ma c’è questa voce, forse sono i gruppi anarchici» dicono. Improvvisamente davanti alla caserma arrivano furgoni e agenti. È tutto un parlare a radio e telefonini. Sicuramente avvisano anche l’elicottero, perché continua a girare sopra il quartiere, forse per segnalare eventuali fuorisciti dal corteo.
Polizia e carabinieri vanno a controllare intorno alla caserma, per coprire eventuali zone a rischio. Arrivano rinforzi, furgoni e uomini. E via Medici che prima era percorribile fino all’incrocio con via Castelfidardo viene chiusa dalla rotatoria della Marosticana.
Intanto anche i No Dal Molin cercano di impedire eventuali deviazioni dal corteo. Si piazzano agli incroci tra viale D’Alviano, via Parini, Lamarmora, Belfiore e Cadorna. Qualcuno a dire il vero si lamenta «Ci hanno chiesto di fare il servizio d’ordine, ma noi mica lo siamo...». Comunque l’ordine è preciso: scoraggiare il blitz anti-Chinotto.
E quando i gruppi tosti arrivano sulla rotatoria di porta San Bortolo polizia e carabinieri si schierano all’altezza di via San Martino. Incredibilmente nonostante blocchi e vigili arriva un’auto in mezzo allo schieramento, sbucata dal nulla con quattro persone a bordo che si trovano davanti caschi e manganelli. Un funzionario della questura impreca: «Ma che c...o ci fa ’sta macchina, chi l’ha fatta passare?». C’è una pasticceria aperta (e piena di No base affamati) giusto in mezzo: il proprietario mette fuori la testa, a destra vede i giubbotti neri del corteo e a sinistra le visiere dei poliziotti. E tira giù la saracinesca.
C’è un silenzio tipo duello all’Ok Corral: poi dalla rotatoria partono i tre petardi, i botti sembrano cannonate. Gli agenti battono con il manganello sugli scudi, Germano Raniero e qualche altro No base sono in mezzo all’incrocio per cercare di evitare la mini-battaglia.
Qualche minuto di sfida a distanza, poi qualcuno lancia il grido: «Avanti, tutti dietro al corteo». L’emergenza è finita. Gli agenti restano ancora un po’ a battere sugli scudi, ma stavolta è per il freddo. AL.MO.

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IL QUESTORE. Soddisfatto il responsabile dell’ordine pubblico
«Il servizio ha funzionato»
«Siamo stati messi alla prova, c’è stata più preoccupazione rispetto al passato»


Il questore è soddisfatto. «Ci sono stati momenti di maggiore preoccupazione rispetto sia alla manifestazione di febbraio che a quella di dicembre 2006, abbiamo dovuto lavorare di più. Ma abbiamo dimostrato in questo modo che il dispositivo era posizionato correttamente e che ha funzionato».
Sono le 21 passate e si può tirare il fiato dopo una giornata di lavoro intenso, che concludeva un lavoro di settimane. Dario Rotondi, come suo solito, ha seguito la grande marcia di ieri dalla sala radio del quinto piano della questura, fra le telecamere dell’elicottero e le radio dei suoi funzionari. In un paio d’occasioni ha preferito scendere in strada, per rendersi conto di persona di come procedeva il corteo. In una di queste, davanti al teatro, di fronte al questore si è presentato un uomo di mezza età. «Sono un vicentino e sono contro il Dal Molin, ma volevo farle i complimenti perché lei è una persona seria». E nella stessa occasione Rotondi ha chiesto ai suoi poliziotti, in borghese a presidiare il nuovo comunale, a prestare attenzione alle scritte: «Fermateli tutti, ma niente scontri».
I servizi di ordine pubblico - 5-600 fra poliziotti e carabinieri, tutti i funzionari in strada, un elicottero sui cieli di Vicenza e uno di riserva pronto a decollare - hanno ricalcato l’organizzazione del 17 febbraio. Defilati, pronti a intervenire.«Se allora non si era mosso quasi nessuno, stavolta abbiamo dovuto correre, spostare il personale e creare dei blocchi, che non sono serviti ma hanno prevenuto movimenti sospetti dal corteo. È stato più complesso, ma alla resa dei conti il prezzo da pagare è stato tutto sommato basso».
Rotondi ha sottolineato che tutto è andato bene «grazie anche alla collaborazione degli organizzatori, che hanno dimostrato senso di responsabilità. Tutto si è svolto in maniera pacifica. I problemi sono arrivati da coloro che, giunti da fuori, erano arrabbiati per altri motivi». Il riferimento è al Gramigna di Padova e soprattutto al Borgo Rosso di Genova, i cui aderenti ce l’avevano con lo Stato per le condanne di venerdì a 24 manifestanti al G8 del luglio 2001.
La scientifica ha registrato ore di filmati. Chi ha imbrattato i muri del teatro - infastidendo non poco il questore, che ha compiuto un sopralluogo in serata -, della chiesa di S. Marco e di altri palazzi della città sarà identificato e denunciato, come pure chi ha lanciato della vernice-colla rossa contro il poliziotto davanti al teatro rimasto lievemente ferito. D. N.



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SIT-IN. Davanti alla Ederle la testimonianza di due ex marines americani di 20 anni
«Disertare è un atto di coraggio e libertà»






Gian Maria Maselli
«La diserzione dalla guerra è un atto di coraggio e libertà», stava scritto su uno striscione all’esterno del cancello della caserma Ederle in viale della Pace dove ieri mattina un gruppo di pacifisti vicentini ed europei ha dato vita ad un sit-in. Ospiti d’onore due ventenni, gli ex marines Russell Hoitt e Chris Capps, ora legati ad organizzazioni antimilitariste. Hanno preso il microfono e con l'aiuto di due altoparlanti hanno lanciato messaggi oltre il muro della Ederle, dove la parola disertore non è precisamente un complimento.
«Soldati degli Stati Uniti d’America - adetto Capps - la verità non è solo quella che vi raccontano i vostri ufficiali. E non dimenticate che avete una responsabilità personale sulle vostre azioni. Non vi mandano a combattere per la democrazia e la libertà, ma per potere e business».
E via al racconto: «Quando mi arruolai sapevo poco dell’esercito, i reclutatori mi dicevano che avrei potuto mettere da parte i soldi per il college. A me che facevo pizza-express sembrava un’opportunità. Ma una volta in Iraq, vidi che gli americani trattavano gli iracheni malamente e con diffidenza. Ma non eravamo andati lì per difenderli? Non mi piacevano i frutti del mio lavoro: impiantare basi militari permanenti. Così, approfittando di una licenza, lasciai l’esercito, costituendomi alle autorità». Ne è convinto anche Russell Hoitt, alla Ederle dal febbraio 2005 all'aprile 2006: «Sentivo i miei commilitoni, che erano stati al fronte, parlare ridendoci sopra di incursioni e massacri. Io che mi ero arruolato dopo il bombardamento mediatico post 11 settembre e volevo dare una mano contro il terrorismo, mi sono reso conto che ero in compagnia di ragazzi che avevano solo una gran voglia di sparare. Così ho disertato legalmente».
Durante il sit in ha preso la parola anche il pacifista sloveno Matej Zonta: «La Slovenia è nella Nato dal 2002. La gente era contraria e chiedeva un referendum. Dopo vari tira e molla è stato concesso. Ma per vincerlo il fronte del sì mise nella scheda anche il quesito sull'ingresso nella Ue. L'operazione è riuscita a confondere le carte per dare al sì il 53%. Così, da gennaio, una base Nato sorgerà vicino a Krsko, sede di una centrale nucleare».


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LA CITTÀ E LA MANIFESTAZIONE. Fino alle 16 poche auto in giro e nessun problema nelle circonvallazioni, poi rallentamenti in entrata e difficoltà di parcheggio
Il traffico regge il colpo ma in centro negozi ko
Scelte diverse fra locali vicini L’Agip chiude: «Un deserto»






Alessandro Mognon
Meglio delle altre volte. Perché il percorso era meno lungo, perché all’ora della partenza (le due abbondanti) in giro c’è sempre poca gente e perché, stavolta, la gente era informata e non si è fatta imbottigliare nelle circonvallazioni della città. Così a parte rallentamenti, qualche parolaccia e i problemi di parcheggio, il traffico ieri durante la manifestazione non si è mai fermato.
Alle 14.30 in via Santi Felice e Fortunato è tutto libero, le auto vengono bloccate poco prima del cavalcavia ma non sono molte. Molti negozi chiusi, ma a quell’ora è anche normale. Blockbuster invece è aperto, così come quasi tutti i bar a partire dall’incrocio con viale Milano. Deserta anche via Cattaneo, comunque transennata dai vigili urbani davanti al nuovo teatro.
Da via Cengio a viale Trento qualche auto. Con tanto di pizzeria Bella Capri aperta, come è aperto (e parcheggio pieno) l’ipermercato Pam. Comunque intorno alle 15 alla rotatoria dell’Albera sembra un’ora tranquilla di una giornata normale. Verso le 16 comincia il movimento. Alla rotatoria della Marosticana traffico scorrevole ma sostenuto. Nonostante il cartello di “transito vietato dalle 14 alle 20” scettici e increduli infilano in via Medici per ritrovarsi davanti la paletta del vigile all’altezza di via Castelfidardo. E fanno dietrofront. Il momento più difficile dopo le 16.30: via Medici viene chiusa dall’inizio, dalla Marosticana inizia la processione di macchine e da via Cricoli è un’unica colonna. Ma si muovono tutti, non ci sono blocchi. I due vigili urbani in zona sono tranquilli: «Il traffico scorre, per ora niente problemi. Finché qualche guidatore non ci salta addosso...».
Il distributore Agip accanto all’Hotel Adele è chiuso ma controllato da due dipendenti: «Non valeva la pena restare aperti - spiegano -, qui oggi è un deserto. E riaprire più tardi non serve, per chiudere due ore dopo». A proposito, la benzina è arrivata? «Sì, in mattinata».
I negozi in via Medici hanno fatto scelte diverse: la Formaggeria ha un cartello appeso fuori: «Sabato pomeriggio chiuso». La pasticceria di fianco è aperta e piena di No Dal Molin a caccia di paste alla crema. In via Fratelli Bandiera la Coop e il fruttivendolo DeTomasi sono aperti. Anche se tanti clienti non si vedono.
Alle 17 da via Rodolfi a viale Margherita e Legione Gallieno si passa senza problemi. L’ultima transenna è in fondo a viale Risorgimento: a Campo Marzo si va solo a piedi o in bicicletta. Anche lì niente code. E mentre l’ultimo pezzo del corteo sfiora Porta Castello, in corso Palladio alle 18 è pieno di gente. Dal Molin o no, è ora di shopping.

Gdv 16-12-2007



Ciaozoaza

zerothehero
17-12-2007, 15:43
IL CASO DAL MOLIN. Il popolo delle pentole non si rassegna, ma questa volta mancano i big


Fanno bene, a non rassegnarsi..siamo in Italia.

CYRANO
19-12-2007, 17:53
DAL MOLIN. La giunta veneta approva i risultati dello studio di valutazione di incidenza. Dura reazione dei No base
Ederle 2, sì della Regione all’impatto ambientale
Imposte alcune prescrizioni «Limitare le interferenze sulla falda e sul Bacchiglione Creare una fascia verde»





Gian Marco Mancassola
La Regione Veneto accende il semaforo verde alla Ederle 2. Il progetto della base a stelle e strisce ha superato l’esame della valutazione di incidenza, una procedura ritenuta indispensabile per la collocazione dell’aeroporto Dal Molin in un contesto ambientale tutelato come la rete europea “Natura 2000”, in cui è inserita la zona del bosco di Dueville e delle risorgive.
Palazzo Balbi ha approvato i risultati dello studio sulla valutazione di incidenza dell’opera che, osserva la giunta veneta, «risponde completamente ai requisiti tecnici e metodologici prescritti dalle normative ed evidenzia che le opere da realizzare non manifestano effetti significativamente negativi rispetto a habitat o specie di interesse comunitario». L’esecutivo regionale lo ha fatto acquisendo il parere tecnico espresso dal segretario regionale all’ambiente e al territorio.
Tuttavia, sono state imposte alcune prescrizioni, per ridurre l’impatto del cantiere e della base. La giunta regionale ha sottolineato la necessità di «osservare particolari cautele per minimizzare le interferenze con la falda superficiale e con i deflussi idrici, soprattutto in relazione al fiume Bacchiglione, che scorre nell’immediata prossimità del sito interessato. Rientrano in quest’ambito le misure volte ad eliminare gli eventuali rischi connessi con la realizzazione di superfici impermeabili, di diaframmi sotterranei e di serbatoi di combustibile, tanto nella fase di cantiere, quanto in quella di esercizio».
«Durante la realizzazione delle opere - prosegue una nota diramata da palazzo Balbi - dovrà essere garantita la manutenzione metodica e frequente delle macchine operatrici, che dovranno essere omologate Cee, e la bagnatura dei cumuli di materiale e delle piste di cantiere, al fine di limitare il disturbo dovuto al sollevamento delle polveri. Prescritta, infine, la creazione di una fascia tampone con specie arboree ed arbustive lungo il perimetro dell’area di intervento e, in particolare, dove l’area di progetto confina con il fiume Bacchiglione».
«La positiva conclusione delle valutazioni eseguite, - commentano gli assessori alla mobilità e infrastrutture Renato Chisso, alle politiche per il territorio, Renzo Marangon, e politiche degli enti locali, Flavio Silvestrin, - assieme all’approfondito e dettagliato complesso delle prescrizioni dettate, induce a ritenere completamente abbattuti i rischi di danno alle specie o agli habitat, garantendo, inoltre, il raggiungimento di un elevato livello di controllo degli effetti dovuti al progetto». La Giunta regionale, fanno sapere da palazzo Balbi, ha voluto operare «un esame particolarmente meticoloso dei contenuti del documento presentato e ha ritenuto opportuno fare proprie le prescrizioni indicate nel parere tecnico del Segretario all’Ambiente e Territorio».
Dura la risposta del Presidio permanente, che in un comunicato afferma: «Non ci vuole un esperto di idrogeologia per capire che la cementificazione del Dal Molin devasterà la falda acquifera sottostante, la più grande del nord Italia, e metterà a rischio l’equilibrio del Bacchiglione e del bosco di Dueville, un’area protetta. Sanno tutti che un terreno permeabile farà filtrare nella falda sottostante inquinanti e sostanze nocive che la nuova base produrrà a dismisura».
GdV 19/12/2007




Clmkalmzla

CYRANO
22-12-2007, 07:36
IL PREFETTO PIERO MATTEI
Il caso Dal Molin lascia in eredità una città diversa
Sono stati dodici mesi di confronto anche duro ma sempre nel rispetto delle regole
Un anno vissuto in prima linea


Un bel sospiro di sollievo adesso, finalmente, se lo può permettere. E i pochi giorni di vacanza che si appresta a fare nella sua Palermo, città nella quale in gioventù ha studiato, lavorato e trovato l’affetto della moglie, palermitana D.O.C., li considera il meritato premio dopo un tumultuoso anno di lavoro, trascorso prevalentemente all’insegna della vicenda Da Molin.
Piero Mattei, Prefetto di Vicenza, ci dica la sua sull’ampliamento della base americana.
Credo che con la manifestazione del 15 dicembre la vicenda possa considerarsi conclusa. Il Presidente Napolitano del resto, lo aveva detto chiaramente dall’America: indietro non si torna.
E’ stato però un anno faticoso, non senza momenti di tensione.
Ognuno è libero di manifestare le proprie opinioni come crede, nel rispetto però e nei limiti previsti dalle leggi. Detto questo posso soltanto commentare positivamente lo svolgimento di tutta la vicenda. Abbiamo registrato quattro importanti manifestazioni nell’arco di dodici mesi, non è stato certo facile gestirle ma non ci sono stati incidenti particolari, il merito va a tutte le forze dell’ordine, indistintamente. C’è stato sulla questione un grosso coinvolgimento dei cittadini come mai era successo a Vicenza. Mi pare che tutto sommato la questione Dal Molin abbia cambiato la città.
In che senso, Prefetto Mattei?
Vicenza esce sicuramente diversa. Il futuro del Dal Molin è stato sentito intensamente, con modalità certo diverse, è stato oggetto di contrapposizione e di discussione politica. Ma tutto si è svolto nei limiti del comportamento e del confronto civile, talvolta dai toni duri ma democraticamente. Ecco, credo che Vicenza, nell’insieme, per questo sia cresciuta, sia maturata.
Come si spiega che in una delle province più ricche d’Italia, la gente non sia felice, stando alle indicazioni fornite dall’indagine annuale del Sole 24 Ore?
Forse perché qui si avverte più che in altre parti il difficile momento di alcune realtà produttive, anche se qui il numero dei lavoratori non occupati resta contenuto. E’ più che altro una questione psicologica, credo, di timore e incertezza legato al futuro.
Però la percezione dei cittadini rispetto ai problemi della sicurezza, è una cosa concreta. La gente ha paura e si sente poco protetta.
Guardi, di questa questione ho parlato proprio qualche settimana fa in un incontro a Schio. Io mi appello ai numeri, secondo i quali i reati nel Vicentino sono in calo. Le Forze dell’ordine stanno facendo, tutte, un ottimo lavoro; certo, il problema dei furti ad esempio, esiste. Non dimentichiamo che questa è una zona ricca e il miele, si sa, attira le api. Ma la sorveglianza, ripeto, è attenta e i servizi di prevenzione efficienti. Forse, allora, c’è dell’altro...
Che cosa, Prefetto Mattei?
Anche quella vicentina è una società in rapida evoluzione, sono venuti meno gli abituali rapporti parentali ad esempio, di contatto frequente fra persone come accadeva un tempo. Tutti si conoscevano in paese e in città era quali la stessa cosa. Insomma, oggi c'è molto più individualismo, la gente è più sola e le persone di conseguenza, si sentono più vulnerabili e insicure. E non mi riferisco soltanto agli anziani.
Secondo lei la presenza delle forze dell’ordine nel territorio provinciale, è sufficiente?
Tutto si può ampliare e rinforzare, ma credo che polizia e carabinieri, così come la Finanza, rappresentino dei presidi più che idonei. In ogni caso ci siamo dati da fare recentemente con le nuove caserme dei carabinieri a Dueville e ad Altavilla, comuni che ne erano sprovvisti.
Periodicamente tuttavia i sindaci vicentini si rivolgono a lei sul tema della sicurezza ...
E’ vero, e il risultato è stata proprio la sottoscrizione di un protocollo fra 22 comuni per trovare soluzioni concrete, non soltanto teoriche, frutto di sinergie e collaborazioni anche con la polizia provinciale. Credo che questa sia la strada giusta.
Prefetto Mattei, anche quello degli extracomunitari è un fronte sempre aperto...
Lo sportello unico sull’immigrazione però funziona e bene. In provincia sono 77 mila gli immigrati regolari, con un posto fisso e un buon livello di integrazioni. La situazione nuova destinata ad ampliarsi nei prossimi anni è semmai un’altra, quella dell’assegnazione della cittadinanza italiana. Lo scorso anno ho presentato 1300 richieste, quest’anno credo che la cifra sia destinata ad aumentare. Però problemi particolari non mi pare ce ne siano. Certo, non si può pretendere che tutta questa gente sparisca dalla circolazione dopo l’orario di lavoro.
Dopo sessant’anni Vicenza ha riavuto finalmente il suo teatro, la cui inaugurazione verrà ricordata anche per la polemica sulla mancata esecuzione dell’Inno di Mameli...
No, nessuna polemica. Mi sono limitato a esprimere il mio pensiero. Mi sarebbe piaciuto ascoltare l’inno nazionale e l’ho detto, tutto qui.
Per il sindaco sarebbe stato solo "un tronfio cerimoniale che piace ai burocrati"...
Guardi, a me questa cosa non l’ha detta. Invece sull’argomento ho ricevuto la solidarietà di moltissime persone. Ripeto, sarebbe bastato un accenno anche estemporaneo durante la serata inaugurale; qui, tra l’altro non ci burocrati da accontentare e di tronfio ad ascoltare le note di Mameli non ci sarebbe stato nulla. Io l’avrei fatto eseguire, l’occasione poteva meritarlo.
Il Prefetto di Vicenza ha niente di cui rimproverarsi?
Le dico solo questo, che all’esperienza che ho maturato in tanti anni sul campo affianco sempre questa massima: meglio provvedere magari sbagliando, ma in buona fede, che non provvedere affatto. È quello che cerco sempre di fare, ovviamente cercando di sbagliare il meno possibile.
E i problemi più urgenti e ancora irrisolti nel cassetto della sua scrivania, quali sono?
Il Vicentino deve sicuramente migliorare sul piano delle infrastrutture, occorrono strade di collegamento, ci sono troppe zone ancora penalizzate. E poi un altro problema che mi sta a cuore è quello legato alla sicurezza nel lavoro, è una situazione che teniamo sotto controllo con l’aiuto di tutti i soggetti interessati, associazioni di categoria, industriali, sindacati. Mai abbassare la guardia, però.
Prefetto Mattei, la appassionano le vicende del Vicenza calcio?
Ho appena scritto una lettera al presidente Polato per augurare alla sua squadra di superare quanto prima il difficile momento che sta attraversando. Io sono fiducioso.
Però allo stadio ci va poco...
Non posso permettermelo con continuità. Pensi, se con me presente la squadra vincesse sempre mi sentirei obbligato a non mancare mai. E se invece con me in tribuna perdesse, verrei additato come porta sfortuna... No, meglio fare il tifo, ma dall’esterno.

GdV 21-12-2007


cnkaknzkmna

CYRANO
04-01-2008, 15:26
L’EDITORIALE

Caso Dal Molin
Ecco perché
il sindaco ha
fatto cappotto


Non mi sono finora per niente appassionato alla vicenda Dal Molin perché non sono riuscito a sposare nessuna delle due parti in polemica. Lasciar costruire basi militari, senza avvertire il peso di contribuire alla logica della deterrenza, mi sembra poco responsabile. Contrastare una decisione altrui mettendo assieme argomenti diversissimi e relativi a piani di lettura diversi, manifestando assieme a persone che sento del tutto diverse da me, non mi attira.
Non posso più rimanere spettatore nel momento in cui, Vescovo da una parte e alcuni preti dall’altra, si esprimono sulla vicenda in modo così poco chiaro (almeno da come appare sulla stampa). Cosa significa che la Chiesa vuol comunque unire? Sempre? Su ogni questione? E cosa significa che dei preti vanno con dei paramenti a manifestare? A me entrambe le cose non sono piaciute; siccome però nutro stima per l’uno e per una parte degli altri, e ritengo essenziale che almeno nella Chiesa vi possa essere un dialogo aperto e non condizionato dalla ricerca del consenso, provo ad esprimere un mio punto di vista, senza la pretesa di dire per forza cose nuove.
Parto dal punto di vista di casa mia, che essendo situata in Viale d’Alviano mi ha consentito di vedere per intero e dettagliatamente le due manifestazioni contro il Dal Molin.
Nella seconda delle due sono apparsi in modo plastico due cortei: uno all’inizio, molto intenso di gente (e di durata perciò breve) e uno successivo che è durato una infinità di tempo, lentissimo e strascicato con ampi spazi fra un gruppo e l’altro.
Il primo era quello della gente di Vicenza (questa seconda volta con più gente della provincia a colmare la mancanza di un po’ di vicentini). Corteo allegro, corretto, fatto di persone e di famiglie. Tanta gente bella da vedere!
Il secondo, di entità equivalente, fatto di tutt’altra gente; dalle facce arrabbiate e poco inclini alla conversazione. Tutta gente da fuori, da tutta Italia e forse più, raggruppata, ma proprio raggruppata, sotto una trentina di insegne politiche di ogni genere. In quarant’anni che faccio politica molte di queste sigle non le avevo mai sentite nominare.
Estremismo di sinistra, settarismo di ogni genere, anarchia. Quasi nessuno che sfilasse, in questo secondo corteo, al di fuori dei gruppi costituiti e resi molto visibili dalle numerosissime bandiere. Bisognerebbe averli visti…..Una sigla, uno striscione, trenta bandiere uno slogan e un centinaio di persone. Poi trenta metri vuoti per marcare bene le reciproche diversità.
Estranei ai due cortei, sono sfilati pochi altri con le bandiere dei quattro gruppi a sinistra del PD e di un po’ di sindacato.
Come sia possibile mettere assieme in un unico corteo una non trascurabile parte della gente vicentina con quell’un per mille di italiani estremisti che partecipano ad ogni occasione di ribellismo, è difficile da comprendere. E a cosa serva poi…….. Risultato 1: sulla stampa nazionale praticamente nessun accenno alla manifestazione, perché i ventimila estremisti raccolti a Vicenza, come ieri a Genova o in Val di Susa fanno notizia solo se danno fuoco ad auto o a vetrine.
Risultato 2 : una marea di scritte su tutti i muri della città, con minacce, accuse spesso alla Chiesa, perfino vere e proprie bestemmie.
Io mi domando: “ma se a patrocinare questa causa nota a tutto il Paese da lungo tempo, son rimasti solo i gruppi più estremisti e qualche rado parlamentare che non sa più a chi passare il cerino che ha in mano, ciò avrà pure un significato?”.
La spiegazione non sta nel fatto che ormai la decisione è stata presa e l’Italia non può più sottrarsi ai propri impegni. Tutto in politica può essere messo in discussione. In Italia poi…. La realtà è un’altra, e più sgradevole. Tutti ormai hanno capito, a Roma, che la vicenda è stata artatamente amplificata per motivi di strumentalizzazione politica. E che a Vicenza molta gente c’è caduta per ingenuità.
E allora cerchiamo di capire quali sono i veri problemi connessi con la costruzione di questa nuova base.
1 - Da sessant’anni gli Usa sono l’architrave delle alleanze internazionali dell’Italia. Può piacere o non piacere o, meglio ancora, può essere più o meno accettabile a seconda delle politiche prodotte dagli Usa sugli scenari più o meno vicini a noi, ma questa è una realtà.
Si può auspicare un ordine internazionale multipolare, ma se guardiamo alle nazioni emergenti (la ritrovata Russia di Putin, la Cina dai diritti umani che conosciamo) o a quelle che dovevano avere un ruolo (l’Europa) c’è da dire che la situazione non è bella, ma per ora può solo peggiorare.
Vorrei allora capire, su questo piano, quale politica alternativa viene proposta. In concreto. E soprattutto vorrei capire da chi la propone dove pensano di raccogliere le maggioranze parlamentari che nei prossimi dieci anni potrebbero fare scelte di questo tipo.
2 - Che le basi Usa e Nato siano in un posto o in un altro, che siano sparse o raggruppate, mi pare una questione francamente poco legata ai valori e ai principi. E’ vero però che ha invece risvolti gravi laddove si crea una pesante servitù sul territorio.
La politica Usa, quella italiana e quella Nato, in Europa, in Medio Oriente, in Iraq o in Afghanistan, non è diversa se ci sono diecimila uomini, metà in Italia e metà in Germania, o tutti in Italia, o tutti in Germania. (Diverso sarebbe se tutta l’alleanza decidesse di modificare i propri obiettivi o i propri impegni, cosa già di fatto per la Jugoslavia avvenuta qualche anno fa, durante il governo D’Alema).
È ovvio che, come vicentino, preferirei che restassero in Germania, o che magari andassero in Sardegna, o, se proprio non è possibile, almeno a Verona o a Padova, ma francamente in un paese in cui le politiche vere (trasporti e reti, energia, smaltimento rifiuti) sono decise dal fatto che ciò che si deve fare per univoca convinzione, non si può fare perché nessuno vuol subire sul proprio territorio i costi delle politiche condivise, mi pare che non sia il caso di inventare questioni di principio: bastano i più bassi interessi di bottega!
3 - La questione Dal Molin poteva, se ben gestita, essere l’occasione per far maturare idee e politiche diverse in tutto il Paese, non per l’oggi, ma per il domani. Una città che ha avuto per cinquant’anni una presenza militare straniera, accettata e direi quasi integrata in modo ottimale per gli “occupanti” (un po’ meno per i vicentini) aveva ben titolo e credibilità per porre questioni non solo tattiche, ma anche strategiche e valoriali; ma la cosa doveva essere gestita in un clima di dialogo vero.
Dialogo che non c’è mai stato non solo perché il sindaco ha cercato di minimizzare la questione e il ruolo della città, ma soprattutto perché il problema è stato impastato dagli oppositori, con l’estremismo, l’antiamericanismo, il pacifismo meno ragionevole e così via.
4 - A questo punto rimangono i problemi connessi con la costruzione e la gestione vera e propria della nuova base.
Si è al riguardo sentito dire di tutto!
“La base utilizzerà la pista per i raid da fare in Medio Oriente.” In realtà la pista si propone perfino di toglierla.
“La quantità di acqua utilizzata dalla base renderà scarsa quella per la città.” Mi sono chiesto cosa se ne faranno di tutta questa acqua in una base comando di questo tipo.
“ La base inquinerà”. Chissà poi perché, visto che la Ederle non genera gli stessi problemi.
“ La presenza dei militari aggiuntivi creerà problemi sociali di inserimento”. Evidentemente gli statunitensi sono gli unici a non integrarsi fra i vicentini, visto quanti arabi, slavi, rumeni, cinesi già ci sono.
5 - “La base mangerà territorio, congestionerà la circolazione, e rovinerà non poco il paesaggio.” Questa è l’obiezione più fondata e mi pare che lo spostamento sul lato ovest della pista dove edifici ampi e poco utilizzati ci sono, sia il risultato grosso ottenuto proprio da quelli che, abbandonando la guerra di principio, hanno cercato di affrontare i problemi veri.
6 - Vicenza non sarà più la stessa! Questo è vero. La spaccatura che i vicentini hanno subito non si rimarginerà rapidamente. Finchè a sinistra qualcuno userà il tema per spostare voti dal centrosinistra moderato a quello massimalista. Finchè a destra si lascerà fare, nella sicurezza che alla fine i voti propri cresceranno. Così difficilmente la città ritroverà il suo comune sentire. Speriamo che lo trovi almeno l’ambito ecclesiale.
Per finire: una cosa rimprovero a Hullweck: non l’aver sottovalutato il problema fin dall’inizi; perché non aveva alcun interesse a sottovalutarlo (il problema sarebbe esploso comunque, successivamente) e se l’ha fatto, l’ha fatto per un errore di valutazione. Quello che gli rimprovero è di aver dato consapevolmente corda a coloro che avevano l’intenzione di impiccarsi, fregandosene delle divisioni che andava creando. Il centrodestra non può temere a Vicenza la concorrenza della sinistra, se questa si estremizza. Lasciando cavalcare la protesta alla sinistra moderata, spiazzata poi da Prodi e dai partiti riformisti, Hüllweck ha fatto cappotto. Inutile nasconderlo: a Roma il 90% del Parlamento, almeno sul Dal Molin, la pensa come lui! E questo alla fine peserà anche sulle prossime elezioni!
Francesco Giuliari

GdV 04/01/08



Cnkanka

radiovoice
17-01-2008, 07:45
ICENZA - Una trentina di persone del «Presidio No Dal Molin» ha occupato la prefettura di Vicenza
Una ricostruzione al computer dell' area della nuova base americana all' aeroporto Dal Molin (Ansa)
nell'anniversario dell'editto di Prodi. Il 16 gennaio di un anno fa, infatti, il presidente del Consiglio annunciava dall'estero di «non opporsi ai progetti statunitensi per la realizzazione di una nuova base Usa». Lo rivela una nota dei comitati contro la costruzione della base di Vicenza. «L'occupazione è iniziata negli stessi minuti in cui Prodi, l'anno scorso- si legge nella nota- pronunciò il suo via libera agli statunitensi. Contemporaneamente, all'esterno hanno iniziato ad affluire altre persone a sostegno dell'iniziativa».

INCATENATI - Donne e uomini del presidio si sono incatenati all'interno della Prefettura per dare un segnale chiaro al Governo: «la vicenda vicentina non è chiusa- così ancora i rappresentanti dei comitati- e la maggioranza della comunità locale continua ad opporsi alla militarizzazione, nonostante il silenzio che ha avvolto la città berica». L'occupazione, sottolinea ancora la nota, «è anche una risposta alla ripresa delle bonifiche belliche propedeutiche alla realizzazione della base Usa e si inserisce all'interno di una campagna di lungo periodo: il 26 gennaio- aggiunge il comitato vicentino- parteciperemo alla giornata nazionale di mobilitazione contro le basi indetta dal Patto contro la guerra mentre nelle prossime settimane torneremo a contestare Prodi, a Bologna come a Roma, e a costruire- conclude- iniziative di blocco e boicottaggio dei lavori di bonifica».

corriere.it

http://mediacenter.corriere.it/MediaCenter/action/player?uuid=2944e044-c470-11dc-8fe5-0003ba99c667

CYRANO
31-01-2008, 15:32
IL CASO. Il blitz “muto” di un anonimo contestatore durante la presentazione del libro di Gianluca Nicoletti
Incursione virtuale No-base su Second Life della Provincia
Un avatar con “mutandoni” No Dal Molin si intrufola nella conferenza stampa sul web di Palazzo Nievo


Second Life e ci organizza incontri e conferenze stampa? E allora cosa c’è di meglio che intrufolarsi in quel mondo parallelo con un proprio avatar (l’immagine virtuale), sedersi a fianco dell’assessore e dei giornalisti (sempre virtuali) e “disturbare” l’evento con la bandiera No Dal Molin?
È quanto accaduto alcune sere fa quando a Palazzo Nievo, e in contemporanea su Second Life, è andata in scena la conferenza stampa della Provincia per presentare “Le vostre miserie il mio splendore. Cronache dal futuro: la mia vita in Second Life”, l’ultimo libro di Gianluca Nicoletti, giornalista e guru del “mondo parallelo”.
Ad un certo punto, quando in sala c’erano un’ottantina di persone e un’altra trentina seguiva la conferenza virtuale da chissà dove nel mondo, sui computer è comparso uno strano figuro tutto nero, sagoma d’uomo con drappo bianco a fargli da mutanda: era l’avatar di un anonimo contestatore anti-base e la bandiera era quella del No Dal Molin. L’intruso si è accomodato al tavolo (virtuale) della conferenza, accanto agli avatar dei giornalisti. Poi, come in un film, la “telecamera virtuale” lo ha inquadrato: Nicoletti, l’assessore all’Innovazione Andrea Pellizzari e gli altri presenti in Second Life lo hanno notato con sorpresa, ma non lo hanno boicottato; anzi, hanno fermato l’inquadratura su di lui. L’intruso però, sottolinea sorridendo l’assessore, «non ha approfittato» del suo quarto d’ora di celebrità. «Forse era alle prime armi o non aveva il collegamento audio e non sentiva che stavamo parlando di lui». L’incursione è stata rivendicata sul blog nolife.noblogs.org. «Spero - ha scritto l’anonimo intruso - che la Provincia abbia usato schermi di dimensioni generose e che il messaggio non sia passato inosservato». Touché.
L’assessore Pellizzari l’ha presa con ironia. «Non mi sorprende - dice - piuttosto è la dimostrazione di quanto sia importante per la comunicazione lo strumento che stiamo esplorando». La Provincia di Vicenza è il primo ente pubblico in Italia approdato su Second Life con un progetto non solo divulgativo delle bellezze vicentine, ma anche per offrire servizi e organizzare convegni. PerRai Tre, che le ha dedicato un servizio, è una Provincia all’avanguardia. Ma anche i No-base non scherzano: dopo il sito internet, adesso vanno su Second Life. Là dove nessuno ha progettato un Dal Molin militarizzato. Là dove, però, nulla vita di tentare la “seconda lotta”.

GdV 31-01-2008


ah ah ah ah grandissimi! :asd: :asd: :asd:



canakanzka

radiovoice
31-01-2008, 15:36
straordinari :asd:

radiovoice
12-02-2008, 09:42
Vicenza è la terza città più inquinata d'Italia.
Inutile dire quale possa essere l'impatto della nuova base sul già compromesso ecosistema.
http://www.altravicenza.it/dossier/territorio/doc/20080123ilvic01.pdf

radiovoice
19-02-2008, 10:25
Lettera di un ex soldato americano, dateci una letta. (http://www.altravicenza.it/dossier/dalmolin/doc/20080215circello01.pdf)

radiovoice
26-02-2008, 11:41
Già già...tanto lavoro per gli italiani...:rolleyes:

http://www.altravicenza.it/dossier/dalmolin/doc/20080221gazz01.pdf

radiovoice
23-04-2008, 08:34
E finalmente cominciano a saltare fuori un pò di documenti su questo schifo...


q IlgovernoProdiha
rinviatoalnuovoesecutivolasceltafinalesulla
nuovainfrastruttura
��icenza
3L'aeroporto Dal Molin
�� P��LIS
Marco De ��ossi
marco.derossi��epolis.sm
■ L'ampliamento della base
americana e il progetto ��al Molin
sono sbarcati sul tavolo del
Tar. Mentre il governo Prodi ha
deciso di rinviare al nuovo esecutivo
la decisione finale sulla
Ederle 2. Il tribunale, con la prima
sezione presieduta da Bruno
Amoroso ha preso tempo
sulla richiesta del Codacons di
sospendere il piano di allargamento
e di consentire l'accesso
a tutti gli atti amministrativi di
autorizzazione al piano. La sentenza
arriverà nei prossimi
giorni. Anche se sembra che la
Camera di consiglio del Tar
sembrerebbe propensa a chiedere
all'avvocatura di Stato di
trasmettere tutti gli incartamenti
relativi al ��al Molin, al
ministero della ��ifesa. Passaggio
che i ricorrenti leggono positivamente
per la possibilità
così di consultare le carte. Secondo
Carlo Rienzi, presidente
del Codacons e avvocato dei ricorrenti
ci sarebbe stato uno
«scaricabarile del ministero
della ��ifesa a danno dei cittadini
- sottolinea - un sistema
che ostacola la giustizia e il controllo
della correttezza amministrativa
». Rienzi si riferisce
alla scelta del governo Prodi di
rinviare al prossimo esecutivo
la decisione ultima sul raddoppio
della base Usa. Il Codacons
critica infatti la mancata pubblicazione
del nulla osta per
l'ampliamento della base. «Il
ministro Arturo Parisi per evi-
I fondi. Un milione di euro in arrivo
Dalla Regione finanziate
infrastrutture provinciali
■ Con un contributo regionale
di 1 milione 125 mila euro
la Provincia di ��icenza potrà
realizzare una variante all’abitato
di ��ovoledo della strada
provinciale n. 50.
L�� P����V��D�� un Accordo di programma
siglato oggi a palazzo
Balbi dall’assessore veneto alle
politiche della mobilità Renato
Chisso e dall’assessore provinciale
alla viabilità Costantino
Toniolo. «��uesto intervento -
ha sottolineato Chisso - era decisamente
urgente, e allo scopo
la Regione ha inserito il finanziamento
nella quota prevista
per il ��eneto dal Piano ��azionale
della Sicurezza Stradale.
E’ stato così avviato a soluzione
un nodo di notevole criticità
della viabilità vicentina, perchè
la provinciale 50 di ��ovoledo
oggi funge di fatto da circonvallazione
nord di ��icenza
pur non avendone assolutamente
le caratteristiche, e attraversando
due popolosi centri
abitati come ��ueville e ��ovoledo
». Il progetto, del costo
complessivo di 3 milioni 550
mila euro, sarà realizzato
dall’Amministrazione provin-
3La ��rovincia ciale. ■
�� P��LIS
tare di mostrarlo e per impedire
che il Tar disponesse la sospensione
dei lavori - attacca Rienzi -
ha chiesto con un documento
presentato dall’Avvocato di Stato,
di passare la palla al nuovo
Governo». In pratica ora il Tar è
chiamato a decidere se consentire
o meno al Codacons di poter
accedere a questi documenti.
Incartamenti che - secondo
Rienzi - «assicurerebbero una
più approfondita e chiara discussione
anche sull'altra nostra
richiesta, la sospensione
cioè dell'intero progetto ��al
Molin». Soddisfazione da Giancarlo
Albera: «La nostra denuncia
è stata fatta per tutelare
i cittadini di ��icenza». ■

ilvicenza

radiovoice
28-04-2008, 16:11
Molto bene...ha vinto il sindaco candidato PD, Variati.
E ora...referendum sul dal molin, come promesso in campagna elettorale...:)

easyand
28-04-2008, 19:06
Molto bene...ha vinto il sindaco candidato PD, Variati.
E ora...referendum sul dal molin, come promesso in campagna elettorale...:)

posso ridere? il referedum, se fatto (e dubito) conterà meno di zero

alarico75
28-04-2008, 19:18
Mah dubito che alla fine si faccia un referendum sulla base, che anche se con esiti positivi, non potrebbe cambiare nulla di quanto deciso dal governo Prodi.

indelebile
28-04-2008, 19:34
Clamorosa sconfitta a vicenza del cdx che è riuscito a fare un autogol ridicolo e inspiegabile
con + del 60% che vota in città cdx con una macchina informativa fortamente piegata a destra ... è riuscito a perdere non si sa ancora bene come, beh ha vinto un riciclato cattocomunista è....non che cambi tanto, ma a vicenza è così

radiovoice
28-04-2008, 19:53
posso ridere? il referedum, se fatto (e dubito) conterà meno di zero

Beh, in verità la cosa andrebbe vista in un contesto più informato (come sempre ti ho docilmente fatto notare :D )
Nelle prossime settimane il Tar di Venezia si pronuncerà in merito ad una faccenda collegata al profilo autorizzativo sul dal molin.
Sono già state ordinate in visione le documentazione relative e finalmente - visto che sinora il tutto si è svolto al buio, dietro alle cazzate del "segreto di stato" o "difesablablabla" - si metterano sul tavolo un pò di carte.
Il referendum si farà.
Il suo valore? Pari a quello del consiglio comunale che a suo tempo approvò il proggetto del molin.

easyand
28-04-2008, 23:11
Beh, in verità la cosa andrebbe vista in un contesto più informato (come sempre ti ho docilmente fatto notare :D )
Nelle prossime settimane il Tar di Venezia si pronuncerà in merito ad una faccenda collegata al profilo autorizzativo sul dal molin.
Sono già state ordinate in visione le documentazione relative e finalmente - visto che sinora il tutto si è svolto al buio, dietro alle cazzate del "segreto di stato" o "difesablablabla" - si metterano sul tavolo un pò di carte.
Il referendum si farà.
Il suo valore? Pari a quello del consiglio comunale che a suo tempo approvò il proggetto del molin.

e quindi zero, visto che gli accordi riguardanti la politica estera non sono referendabili

radiovoice
28-04-2008, 23:13
e quindi zero, visto che gli accordi riguardanti la politica estera non sono referendabili

appunto.

:D

Dj Ruck
28-04-2008, 23:14
Clamorosa sconfitta a vicenza del cdx che è riuscito a fare un autogol ridicolo e inspiegabile
con + del 60% che vota in città cdx con una macchina informativa fortamente piegata a destra ... è riuscito a perdere non si sa ancora bene come, beh ha vinto un riciclato cattocomunista è....non che cambi tanto, ma a vicenza è così

cmq il pd a Vicenza ha vinto per pochissimo...roba del 0.8% eh...

zerothehero
28-04-2008, 23:41
appunto.

:D

Come sprecare soldi su delle consultazioni inutili, insomma. :p
L'Italia fa proprio ridere...basta il cambio di un sindaco per mandare all'aria un accordo bilaterale tra due stati in una materia tra l'altro non referendabile..e poi gli italiani con i referendum è bene che non si esprimano, visto i notori casini che combinano... bah...spero in un minimo di raziocinio da parte della consulta.. :fagiano:

sander4
29-04-2008, 00:40
Clamorosa sconfitta a vicenza del cdx che è riuscito a fare un autogol ridicolo e inspiegabile
con + del 60% che vota in città cdx con una macchina informativa fortamente piegata a destra ... è riuscito a perdere non si sa ancora bene come, beh ha vinto un riciclato cattocomunista è....non che cambi tanto, ma a vicenza è così

infatti, per perdere a Vicenza con tutte queste condizioni devono avere creato proprio un bel malcontento :asd:

radiovoice
29-04-2008, 07:24
Come sprecare soldi su delle consultazioni inutili, insomma. :p
L'Italia fa proprio ridere...basta il cambio di un sindaco per mandare all'aria un accordo bilaterale tra due stati in una materia tra l'altro non referendabile..e poi gli italiani con i referendum è bene che non si esprimano, visto i notori casini che combinano... bah...spero in un minimo di raziocinio da parte della consulta.. :fagiano:

Non esistono accordi con valore legale a quanto pare. E' questo che rende l'italia e parte dei suoi abitanti, ridicoli.
Cmq, come detto, finalmente un pò di documentazione verrà visionata dai Tribunali, finalmente si avrà modo di capire se questa folle decisione poggia su qualcosa di concreto o solo sul nulla, come da sempre sono propenso a credere.

radiovoice
29-04-2008, 07:26
cmq il pd a Vicenza ha vinto per pochissimo...roba del 0.8% eh...

vero.
-ma il vantaggio della candidata del pd era di oltre 8 punti al primo turno...:D

Dj Ruck
29-04-2008, 07:31
vero.
-ma il vantaggio della candidata del pd era di oltre 8 punti al primo turno...:D

si ok...ma alla fine di quanto è???
E' come per Rutelli...era avanti e mo è dietro.
Recuperare 8 punti mica son obriciole eh;)

radiovoice
29-04-2008, 07:48
si ok...ma alla fine di quanto è???
E' come per Rutelli...era avanti e mo è dietro.
Recuperare 8 punti mica son obriciole eh;)

E' quello che dico io. Variati ha recuperato moltissimo, anche se poi la vittoria è veramente di misura :D

Dj Ruck
29-04-2008, 07:53
E' quello che dico io. Variati ha recuperato moltissimo, anche se poi la vittoria è veramente di misura :D

;)

radiovoice
30-04-2008, 09:29
􀀣􀀦􀀣 SI scompone quando arriva
la domanda più scomoda: la
base 􀀶sa al Dal Molin: «La questione
è molto più semplice di
quanto possa apparire spiega -
A ognuno il suo compito: al ministro
degli Esteri la ragione di
Stato e i rapporti diplomatici, al
sindaco la ragione della comunità.
Io mi comporter􀂰 come ho
detto in campagna elettorale».
Già ieri ha parlato con il segretario
generale: «Troveremo il
sistema legittimo per far svolgere
una consultazione popolare
nel più breve tempo possibile
- aggiunge - Sarà autorizzata dal
Consiglio comunale, ecco perch
􀁱 sarà rivisto quel famoso ordine
del giorno, poi ampiamente
disatteso». Successivamente
informerà l'autorità governativa
e quella americana: «Chieder
􀂰 che sia rispettata la volontà
di chi rappresenta la comunità
ospitante - conferma - Sarebbe
davvero un brutto inizio
se incominciassero i lavori prima
che la città si esprima. Anche
perch􀁱 l'area formalmente,
da quello che so, appartiene ancora
all'Aeronautica Militare
italiana». Incontrerà il commissario
straordinario Paolo
Costa e per fugare ogni dubbio è
pronto a mettere «tutte le carte
in vetrina - avverte - Se qualcuna
non mi verrà consegnata,
informer􀂰 di questo la cittadinanza.
Ma penso che non ci sia
alcun motivo di interrompere il
rapporto positivo che la città ha
con la comunità americana». ■

ilvicenza.it

radiovoice
23-05-2008, 10:56
■ Il futuro della base americana
al Dal Molin si intreccia
di nuovo con le scartoffie della
legge e del tribunale. Scade oggi
infatti il tempo a disposizione
del ministero della Difesa per
produrre l'intera documentazione
sugli accordi che sono alla
base della realizzazione del caserma
americana nell'aeroporto
cittadino di 􀀻icenza. La richiesta
di accesso agli atti non arriva da comitati cittadini, ma
dal tribunale amministrativo
regionale, che ha sollecitato il
governo dopo il ricorso presentato
dal Codacons in compagnia
con il coordinamento dei
comitati cittadini guidato da
Giancarlo Albera. Nell'udienza
di poche settimane fa il presidente
della prima sezione del
Tar aveva optato per chiedere
l'esecuzione di un'ordinanza per visionare i documenti relativi
alla base americana. In modo
da poter decidere in merito
alla richiesta di sospensione dei
lavori alla base del ricorso presentato
in tribunale. «In tale ricorso
viene espressamente richiesto
l' annullamento del
provvedimento rilasciato da
governo e gli altri atti connessi
emanati dalla 􀀱egione 􀀻eneto e
dal Comune di 􀀻icenza 􀂻finora
Non divulgati􀂼 - spiega Giancarlo
Albera - Dovrebbe essere esibito
l'accordo siglato tra Italia e
Stati Uniti. Solo in questo modo
il Tar potrà stabilire se sono state
rispettate le procedure previste
dalle legge». Per ora da 􀀱oma non è arrivata alcuna notizia
della divulgazione dei documenti,
anche se si è arrivati alla
scadenza naturale dell'ordinanza
emanata dal Tar. «Stiamo
comunque osservando che
come al solito, siamo costretti
ad inseguire le notizie ed informazioni
􀂻dal momento che siamo
ancora in attesa di conoscere
ora e luogo􀂼 con la solita poca
trasparenza. Costume che era
invalso in passato ma che ritroviamo
anche al presente - sottolinea
Albera - Non dimentichiamo
che la stessa Avvocatura
dello Stato aveva negato l'esistenza
del nulla


:D cvd :D
O non esite nulla, alcuna autorizzazione...o è profondamente illegittima... :D

CYRANO
19-06-2008, 16:50
DAL MOLIN/1. Ieri a Venezia oltre tre ore di battaglia legale fra l’Avvocatura di Stato, il Codacons e gli altri ricorrenti

Ederle 2, il Tar decide
sul blocco del progetto
di Gian Marco Mancassola

Il Tar è a un passo dalla decisione sul progetto della Ederle 2. Probabilmente già oggi il tribunale amministrativo del Veneto si pronuncerà sul ricorso presentato dal Codacons e da alcuni esponenti del movimento No Dal Molin, fra cui Giancarlo Albera, portavoce del Coordinamento dei comitati.
La battaglia legale si trascina dallo scorso autunno, in un’altalena di udienze che finora hanno ottenuto un risultato, per quanto parziale: la presentazione di alcuni documenti, fra cui il via libera tecnico del Genio militare, vale a dire la “concessione edilizia” rilasciata agli americani.
Per i ricorrenti è troppo poco: ci sarebbero ancora ombre e omissioni nell’iter della base Usa, giunto oramai ai blocchi di partenza, se è vero che dal 1° luglio le chiavi del settore ovest del Dal Molin saranno consegnate nelle mani delle autorità statunitensi.
L’ultima puntata della telenovela tribunalizia è andata in scena ieri a Venezia, dove per oltre tre ore si sono sfidati gli avvocati del Codacons, tra cui il presidente Carlo Rienzi, l’Avvocatura dello Stato e i legali della Regione Veneto. Due i nodi venuti al pettine: il progetto per il lato ovest dell’aeroporto non è mai stato presentato; l’equilibrio ambientale dell’area non è garantito.
«Il Codacons - riferisce Rienzi - ha contestato l’autenticità della Vinca, ovvero la valutazione di incidenza ambientale, nella quale si dichiara che è stata svolta sul progetto a ovest della pista aeroportuale, mentre al suo interno si fa riferimento agli insediamenti a est. Dalla Vinca emergono comunque descrizioni per le quali l’ampliamento della base Usa pare precluso. Infatti non soltanto la valutazione prevede il rischio di inquinamento delle falde acquifere superficiali di livello “medio-elevato”, ma prevede anche il divieto di insediamenti al di sotto dei 4 metri di profondità, il che rende impossibile il previsto tunnel di un chilometro che dovrebbe essere realizzato a una profondità tra i 30 e i 50 metri». Il tunnel è quello della futura tangenziale nord, che taglierebbe in due l’area dell’aeroporto.
Nel corso della discussione il Codacons ha evidenziato «come sia abnorme che il consenso a un insediamento così importante per i residenti, sia stato dato dal Governo in “forma verbale”, e quindi in violazione della legge 241 del 1990».
Secondo quanto riferisce Rienzi, «l’Avvocatura dello Stato si è opposta alla richiesta di sospendere l’autorizzazione, sostenendo che comunque non si costruirà nulla per il momento, almeno fino a che non sarà data una autorizzazione definitiva a seguito della redazione di un nuovo progetto che prevede l’ampliamento ad ovest della pista e non ad est come avviene attualmente. Nella richiesta di sospensiva è stato dedotto principalmente il danno subito dalla popolazione, in relazione alla violazione della direttiva europea che prevede l’obbligo di sentire la popolazione prima di concedere qualsiasi autorizzazione».
Albera conta di presentarsi all’assemblea convocata per questa sera alle 20.30 al Canneti con un pronunciamento, ancorché parziale, del Tar: «Vogliamo trasparenza: ci diano tutti i documenti».



GdV di oggi.


Clmamlzmlaml

radiovoice
20-06-2008, 15:07
Il Tar blocca l'ampliamento del Dal Molin
«Accolto in pieno» il ricorso presentato dall'associazione

VICENZA - L'ampliamento della base Usa di Vicenza non ci sarà. Lo annuncia il Codacons, secondo il quale il Tar del Veneto avrebbe «accolto in pieno» il ricorso presentato dall'associazione. Il deposito della sentenza, attesa in un primo tempo per giovedì, è avvenuto venerdì. «Siamo in attesa di leggere le motivazioni della decisione - spiega il presidente, Carlo Rienzi - ma ci sembra una sentenza di grande sensibilità giuridica e civile che dà ragione a tutta quella parte di popolazione che lamentava si volesse modificare l'habitat e l'ambiente della città di Vicenza senza nessuna partecipazione dei cittadini».

LE MOTIVAZIONIDEL TAR- Nessuna traccia documentale di supporto «è stata riscontrata» sull'atto di consenso «presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d'America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali». È quanto rileva il Tar nelle considerazioni che accompagnano la sentenza che riguarda l'ampliamento della base Usa di Vicenza. «Tale atto di consenso, che pertanto risulta espresso soltanto oralmente - sottolineano i giudici - appare estraneo ad ogni regola inerente all'attività amministrativa e assolutamente extra ordinem».

BANDO OPERE - Il Tar del Veneto rileva che nel procedimento per l'ampliamento della base Usa di Vicenza sussistono anche «altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea». Si fa presente, tra l'altro, che l'autorizzazione è stata rilasciata «non solo per quanto riguarda l'insediamento delle nuove strutture della base militare, ma anche per la realizzazione delle relative opere, senza procedere alla verifica ex ante, del rispetto delle condizioni esplicitamente apposte». I rilievi dei giudici si appuntano, tra l'altro, sul bando di gara già effettuato per la realizzazione delle opere, rispetto al quale non sarebbero state contemplate «le normative europee e italiane in materia di procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione di commesse pubbliche».

IMPATTO AMBIENTALE - I giudici del Tar esprimono poi «gravi dubbi» anche sulla Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) rilasciata dalla Regione Veneto. Nella propria istanza, l'associazione dei consumatori sottolineava che la Vinca, pur intitolata «Progetto ovest», sembra riferirsi al vecchio progetto e non tenere in alcun conto il progetto alternativo che prevedeva l'accesso alla base da nord. I giudici sottolineano l'impatto «del consistente insediamento (e della connessa antropizzazione) sulla situazione ambientale, del traffico, dell'incremento dell'inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere».

REFERENDUM A OTTOBRE - I cittadini di Vicenza esprimeranno in un referendum ad ottobre il loro parere sull'allargamento della base Usa di Vicenza. Lo annuncia il sindaco Achille Variati, dopo la sentenza del Tar del Veneto che accoglie la richiesta di sospensiva del piano di raddoppio avanzata dal Codacons. «La giunta - spiega - proporrà la consultazione popolare nella seduta del consiglio comunale programmata per il 26 giugno». Per Variati, la sentenza «è una vittoria delle ragioni del territorio: avevamo sempre denunciato - spiega - la mancanza di informazioni, di discussione e di legittimazione della procedura avviata». Il sindaco ricorda inoltre che erano stati denunciati «i problemi ambientali e d'impatto sul territorio urbano che comportava il progetto».

I COMITATI - La sentenza dimostra, secondo il movimento No Dal Molin, «quanto fondate sono le tesi dei cittadini che da due anni si oppongono alla realizzazione dei progetti statunitensi. Noi manteniamo gli appuntamenti che già avevamo fissato- spiegano i No Dal Molin- la giornata di banchetti del 21 giugno, la presenza in P.za dei Signori il 26 giugno (in contemporanea al dibattito del Consiglio comunale sul tema) e la mobilitazione del 30 giugno».

DAVIDE FERMA GOLIA - «Davide ferma Golia»: Michele Boato, presidente dell'Ecoistituto del Veneto ed esponente storico dei Verdi veneti, commenta così la sentenza del Tar che sospende l'ampliamento della base Usa di Vicenza. «Sembra incredibile, ma è successo - sottolinea Michele Boato - ora è urgente - conclude Boato - che la città di Vicenza, che ha appena eletto un sindaco nettamente contrario alla nuova base, tenga il referendum comunale e annulli il via libera ai lavori che aveva dato, inopinatamente, il precedente sindaco e il suo consiglio comunale».

CODACONS - Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi, la sentenza del Tar che riguarda l'ampliamento della base Usa di Vicenza «è di importanza estrema e rappresenta una vittoria di tutti i cittadini». «I giudici, infatti, non solo hanno riconosciuto le tesi sostenute dalla nostra associazione - osserva Rienzi - ma hanno ribadito con fermezza l'importanza dell'opinione dei cittadini in merito a questioni che riguardano direttamente il territorio e l'urbanistica».

corriere.it

Come ripeto fino alla nausea dall'apertura di questo 3d... LA COSTRUZIONE DI QUESTA FOLLE BASE E' UN ATTO ILLEGITTIMO, UN BLUFF, UN IMBROGLIO, UN ILLECITO, UNA PRESA PER IL CULO PER I VICENTINI E NON SOLO.

Attenderò di leggere le motivazioni complete :)

CYRANO
20-06-2008, 15:46
Accolto il ricorso del Codacons: "mancata la consultazione della popolazione"
"Assenso del governo formulato impropriamente. Bando non in linea con norme Ue"
Il Tar Veneto boccia l'ampliamento
della base Usa Dal Molin a Vicenza
Soddisfatta l'associazione consumatori. Legambiente: ottimo punto di partenza

VICENZA - No all'ampliamento della base Dal Molin a Vicenza: il Tar del Veneto ha bocciato il raddoppio dell'aeroporto americano, accogliendo così il ricorso del Codacons. Una nota dell'associazione per la tutela dei consumatori spiega che per il Tribunale amministrativo è mancata, fra l'altro, la consultazione della popolazione interessata nonostante fosse prevista dal memorandum Usa-Italia.

LEGGI L'ORDINANZA DEL TAR

Nessuna traccia documentale di supporto "è stata riscontrata" sull'atto di consenso "presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d'America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali", rileva il Tar nelle considerazioni che accompagnano la sentenza che riguarda l'ampliamento della base Usa di Vicenza.

"Tale atto di consenso, che pertanto risulta espresso soltanto oralmente - sottolineano i giudici - appare estraneo ad ogni regola inerente all'attività amministrativa e assolutamente extra ordinem". Tale dunque "da non essere assolutamente compatibile con l'importanza della materia trattata con i principi tradizionali del diritto amministrativo e delle norme sul procedimento, in base ai quali ogni determinazione deve essere emanata con atto formale e comunque per iscritto".

Il Tar rileva anche che l'assenso del Governo Italiano "risulta essere stato formulato, del tutto impropriamente, da un dirigente del Ministero della Difesa, al di fuori di qualsiasi possibile imputazione e competenze e di responsabilità ad esso ascrivibili in relazione all'altissimo rilievo della materia".

Nel procedimento per l'ampliamento della base Usa di Vicenza sussistono anche "altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea". Tra l'autorizzazione è stata rilasciata "non solo per quanto riguarda l'insediamento delle nuove strutture della base militare, ma anche per la realizzazione delle relative opere, senza procedere alla verifica ex ante, del rispetto delle condizioni esplicitamente apposte".

Nell'accogliere la sospensiva chiesta dal Codacons sull'ampliamento della base Usa, i giudici esprimono "gravi dubbi" anche sulla Vinca (Valutazione di incidenza ambientale) rilasciata dalla Regione Veneto.
Nella propria istanza, l'associazione dei consumatori sottolineava che la Vinca, pur intitolata "Progetto ovest", sembra riferirsi al vecchio progetto e non tenere in alcun conto il progetto alternativo che prevedeva l'accesso alla base da nord.

I giudici sottolineano l'impatto "del consistente insediamento (e della connessa antropizzazione) sulla situazione ambientale, del traffico, dell'incremento dell'inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere".

Il Tar rileva ancora che manca ogni riscontro "di avvenuta consultazione della popolazione interessata". Alla luce delle considerazioni esposte, i giudici ritengono di sospendere l'efficacia dei provvedimenti impugnati dal Codacons, "inibendo nei confronti di chicchessia l'inizio di ogni attività diretta a realizzare l'intervento e ciò sotto l'intervento e il controllo degli organi del Comune di Vicenza competenti in materia di edilizia e urbanistica".

Secondo l'associazione dei consumatori "la motivazione espressa dal Tar è ancora più soddisfacente di quanto ci si poteva aspettare, poiché i giudici sono entrati nel merito dell'intero procedimento, contestandolo pezzo per pezzo come il Codacons chiedeva".

Per il comitato "No alla Dal Molin" che da tempo si oppone all'ampliamento della base Usa si tratta di un "fatto storico" sia per la città di Vicenza che soprattutto per l'Europa stessa: "Sono stati riconosciuti tutti i diritti e i riferimenti fatti dal Codacons alle leggi italiane". Soddisfatta anche Legambiente che definisce la sospensiva un ottimo punto di partenza, su cui ora occorre vigilare "affinché diventi un fermo definitivo". E l'esponente dei Verdi Michele Boato, presidente Ecoistituto del Veneto, chiede ora con urgenza un referendum comunale e che "si annulli il via libera ai lavori dato inopinatamento dal precedente sindaco e dal suo consiglio comunale".

Il tempo stringe: giovedì 26 il Consiglio comunale di Vicenza deciderà se e come fare un qualche referendum. Il primo luglio le chiavi del settore ovest del Dal Molin saranno consegnate agli americani. A ottobre dovrebbero cominciare i lavori di ampliamento.

(20 giugno 2008)

http://download.repubblica.it/pdf/2008/sentenza_base_usa.pdf


Cmazmkamka

radiovoice
20-06-2008, 16:31
grazie.

Un saluto in particolare a chi mi dava del pazzo comunista quando sostenevo l'illegalità della base...:rolleyes: :D

kintaro oe
20-06-2008, 18:24
Si prospetta un bel conflitto di competenze tra regione e stato, con la prima destinata a soccombere.........:stordita: :stordita:

Non ne ho le competenze, il tutto ovviamente IMHO, ma secondo me la decisione del tar del veneto verra' sovverchiata dal un qualsiasi organo supremo statale poiche, IMHO, sono quel tipo di competenze ad uso e strumento esclusivo dello stato centrale., basta che mettano qualche clausola di "di sicurezza nazionale" per scavalcare l'ente regionale, ed e' successo ancora che lo stato intervenisse su decisioni di un tar regionale.
Tra l'altro la concessione per l'ampliamento della base porta la firma del precedente premier :stordita:

Poi a me , francamente che si allarghino o che se ne vadano da vicenza frega relativamente, e solo un "sentore"

ciao!

zuper
20-06-2008, 18:50
grazie.

Un saluto in particolare a chi mi dava del pazzo comunista quando sostenevo l'illegalità della base...:rolleyes: :D

sei un pazzo comunista :sofico: :sofico: :sofico:

gourmet
20-06-2008, 19:16
Si prospetta un bel conflitto di competenze tra regione e stato, con la prima destinata a soccombere.........:stordita: :stordita:

Non ne ho le competenze, il tutto ovviamente IMHO, ma secondo me la decisione del tar del veneto verra' sovverchiata dal un qualsiasi organo supremo statale poiche, IMHO, sono quel tipo di competenze ad uso e strumento esclusivo dello stato centrale., basta che mettano qualche clausola di "di sicurezza nazionale" per scavalcare l'ente regionale, ed e' successo ancora che lo stato intervenisse su decisioni di un tar regionale.
Tra l'altro la concessione per l'ampliamento della base porta la firma del precedente premier :stordita:

Poi a me , francamente che si allarghino o che se ne vadano da vicenza frega relativamente, e solo un "sentore"

ciao!

Il tar non è un ente regionale. E' l'organo di giustizia amministrativa di primo grado, con competenza su una sola regione, così come i tribunali ordinari hanno competenza solo sul loro distretto. Gli atti dei tar si possono impugnare davanti al consiglio di stato che ha competenza nazionale. DI fronte a questa sospensiva il governo può solo fare ricorso al consiglio di stato, oppure fare un decreto legge ad-hoc. Ma si tratta di una decisione difficile visto che probabilmente a questo punto il nuovo consiglio comunale di csx organizzerà un referendum tra i cittadini di Vicenza, e non rispettarne il responso sarebbe un suicidio politico.

CYRANO
20-06-2008, 19:17
Il referendum e' previsto per settembre-ottobre.


C,l;a,;z,;a

easyand
20-06-2008, 19:24
badabim badabum ma poi si sa come andrà a finire..

CYRANO
20-06-2008, 19:27
Il tar non è un ente regionale. E' l'organo di giustizia amministrativa di primo grado, con competenza su una sola regione, così come i tribunali ordinari hanno competenza solo sul loro distretto. Gli atti dei tar si possono impugnare davanti al consiglio di stato che ha competenza nazionale. DI fronte a questa sospensiva il governo può solo fare ricorso al consiglio di stato, oppure fare un decreto legge ad-hoc. Ma si tratta di una decisione difficile visto che probabilmente a questo punto il nuovo consiglio comunale di csx organizzerà un referendum tra i cittadini di Vicenza, e non rispettarne il responso sarebbe un suicidio politico.

Se il referendum facesse vincere il SI con un quorum significativo ( quindi non che vadano a votare in 10 ) , allora il governo avrebbe davanti una scelta non facile : scontentare l'amico bush o dare in mano vicenza alla sx per le prossime 10 generazioni...


c,.;a.'z.'a

rgart
20-06-2008, 19:29
e il risultato è scontato oppure no?

ci sarà il quorum?

CYRANO
20-06-2008, 19:49
e il risultato è scontato oppure no?

ci sarà il quorum?

il risultato secondo me e' tutt'altro che scontato.
in base ci lavorano 700 dipendenti , presumo in larga parte vicentini.
quindi 700 famiglie , parenti e magari anche amici, che voteranno per il si.
poi voteranno per il si i filoamericani e larga parte degli elettori di dx , secondo me.
il quorum non lo so se ci sara', perche' mi pare di capire che il referendum non avra' una valenza " legale", ossia sara' una consultazione popolare per capire cosa la cittadinanza vuole ma senza che la cittadinanza stessa possa decidere sulla base.
Certo che , come dicevo, se il risultato sara' che la maggioranza dei cittadini non vuole la base , per il governo centrale andare contro a questa volonta' vorra' dire perdere politicamente la citta' chissa' per quanto...
vedremo che faranno...


c.;a.;z.;a

kintaro oe
20-06-2008, 20:34
Il tar non è un ente regionale. E' l'organo di giustizia amministrativa di primo grado, con competenza su una sola regione, così come i tribunali ordinari hanno competenza solo sul loro distretto. Gli atti dei tar si possono impugnare davanti al consiglio di stato che ha competenza nazionale. DI fronte a questa sospensiva il governo può solo fare ricorso al consiglio di stato, oppure fare un decreto legge ad-hoc. Ma si tratta di una decisione difficile visto che probabilmente a questo punto il nuovo consiglio comunale di csx organizzerà un referendum tra i cittadini di Vicenza, e non rispettarne il responso sarebbe un suicidio politico.

Appunto , pensi che la sentenza del tar non venga impugnata di fronte al consiglio di stato ?
Il referendum non e' vincolante a riguardo....che tra l'altro non passerebbe poiche' gran parte dell'economia vicentina ruota attorno alla base militare.
Una sua dismissione porterebbe oltre ai 700 lavoratori vicentini a piedi, tutto l'indotto che gli ruota attorno.
Gia' l'economia nazionale non brilla di opportunita, appiedare migliaia di famiglie vicentine equivarrebbe a destabilizzare la citta, e se fossi in quelle famiglie che vedono sfumare il proprio posto di lavoro, diventerei piu' cattivo del peggiore black block....

Non stiamo parlando di 4 gatti che lavorano per la base.....
A questo giro si rischia veramente di vedere la gente scendere in strada per far scappare il sindaco.....

radiovoice
20-06-2008, 23:00
centinaia di post da parte di zuper e easyand a dirmi che ero un antiamericano con le traveggole...e ora...tutto qui? Qualche badabim et similia? :D

zerothehero
20-06-2008, 23:15
Si rivedranno gli eventuali impedimenti amministrativi e autorizzativi e poi si procederà per l'ampliamento della base..francamente non vedo dove stia il problema. :D
Il tar non entra mica nel merito delle decisioni (che afferiscono alla politica) ma nel campo delle procedure.
Sistemate quelle, direi che se pò fa, nonostante Cinzia Bottene e qualche migliaio di movimentisti non riescono a dormire la notte per la preoccupazione. :D

zerothehero
20-06-2008, 23:16
il
Certo che , come dicevo, se il risultato sara' che la maggioranza dei cittadini non vuole la base , per il governo centrale andare contro a questa volonta' vorra' dire perdere politicamente la citta' chissa' per quanto...
vedremo che faranno...


c.;a.;z.;a

Il referendum, su materie del genere, è una boiata megagalattica...non si spendono soldi per delle cose che non hanno alcun valore legale. :)

zerothehero
20-06-2008, 23:19
centinaia di post da parte di zuper e easyand a dirmi che ero un antiamericano con le traveggole...e ora...tutto qui? Qualche badabim et similia? :D

Tu non sei contrario all'ampliamento della base su un piano amministrativo/procedurale..sei contrario alla base per motivazioni essenzialmente di carattere urbanistico e politico (usa imperialisti e bla, bla, bla)...quindi gli eventuali giudizi te li tieni tutti. :p
Se dopo i rilievi del tar, li si accoglie tutti e si procede in seguito alla costruzione della base, tu saresti d'accordo?
Non credo proprio...la tua opposizione alla base ha altre motivazioni. :fagiano:

zerothehero
20-06-2008, 23:22
Il tar non è un ente regionale. E' l'organo di giustizia amministrativa di primo grado, con competenza su una sola regione, così come i tribunali ordinari hanno competenza solo sul loro distretto. Gli atti dei tar si possono impugnare davanti al consiglio di stato che ha competenza nazionale. DI fronte a questa sospensiva il governo può solo fare ricorso al consiglio di stato, oppure fare un decreto legge ad-hoc. Ma si tratta di una decisione difficile visto che probabilmente a questo punto il nuovo consiglio comunale di csx organizzerà un referendum tra i cittadini di Vicenza, e non rispettarne il responso sarebbe un suicidio politico.

Il comune di Vicenza è incompetente su una materia del genere.
E' il governo che se ne deve occupare.
Il referendum non ha alcun valore legale, è pura carta straccia.. sarebbe come fare un referendum sul trattato di Lisbona. :D

radiovoice
20-06-2008, 23:30
Zerothehero...riduttivo.
Ho sempre sostenuto l'illegalita della procedura, l'inesitenza di qualsiasi concessione, la assoluta mancanza di un impatto di valutazione ambientale ed urbanistico.
Trattasi tutti di elementi essenziali ed indispensabili, ovvero condicio sine qua non, per giungere ad una eventuale concessione.
Sono uomo di legge, la procedura, il diritto sono sempre il mio primo punto di vista, volente o nolente.
Quanto al referendum...non è un referendum ma una semplice consultazione effettuta con modalità ben diverse e ben meno costose.
Ridicolo in ogni caso tirare in ballo "i soldi dei cittadini" quando buona parte delle spese per il mantenimento della base e la realizzazione delle opere infrastrutturali sarebbero spettate agli enti locali, ovvero ai cittadini.

gourmet
21-06-2008, 00:14
Il comune di Vicenza è incompetente su una materia del genere.
E' il governo che se ne deve occupare.
Il referendum non ha alcun valore legale, è pura carta straccia.. sarebbe come fare un referendum sul trattato di Lisbona. :D

E' un referendum consultivo, non vincolante ma politicamente significativo, tra l'altro previsto dagli accordi con gli americani a quanto ho capito. Il comune e la regione sono competenti per le pratiche urbanistiche e ambientali oltre che per le infrastutture necessarie.

zerothehero
21-06-2008, 01:09
Zerothehero...riduttivo.
Ho sempre sostenuto l'illegalita della procedura, l'inesitenza di qualsiasi concessione, la assoluta mancanza di un impatto di valutazione ambientale ed urbanistico.
Trattasi tutti di elementi essenziali ed indispensabili, ovvero condicio sine qua non, per giungere ad una eventuale concessione.
Sono uomo di legge, la procedura, il diritto sono sempre il mio primo punto di vista, volente o nolente.
Quanto al referendum...non è un referendum ma una semplice consultazione effettuta con modalità ben diverse e ben meno costose.
Ridicolo in ogni caso tirare in ballo "i soldi dei cittadini" quando buona parte delle spese per il mantenimento della base e la realizzazione delle opere infrastrutturali sarebbero spettate agli enti locali, ovvero ai cittadini.

Una volte completate le pratiche burocratiche, tu cmq saresti in disaccordo con l'ampliamento della base.
:)
Per quanto concerne la consultazione/referendum/etc, etc...dato che non vale una mazza, direi che se ne può fare volentieri a meno.
La classe politica si prenda una responsabilità sulla vicenda, senza troppi giri di parole (come ha fatto Prodi anche se un pò timidamente, diciamo così' :asd: )..si vuole o non si vuole ampliare la base?

zerothehero
21-06-2008, 01:14
E' un referendum consultivo, non vincolante ma politicamente significativo, tra l'altro previsto dagli accordi con gli americani a quanto ho capito. Il comune e la regione sono competenti per le pratiche urbanistiche e ambientali oltre che per le infrastutture necessarie.

La decisione è eminentemente politica, di governo...certo il tutto va fatto a norma di legge..il punto è un altro: la si vuole fare o no sta base?
Il governo aveva detto di sì, quindi si dovrebbe fare. :D
Il referendum è e resta una boiata megagalattica, e quindi (dato che non è neanche un obbligo di legge) semplicemente non va fatto...è una materia che non è neanche referendabile, tra l'altro.
Si spera in un appello del governo o in un bel decretino ad hoc, a sto punto..altrimenti conoscendo come funzionano le cose in Italia, finirà come l'inceneritore di Acerra, tra blocchi della magistratura, tar, proteste e chi più ne ha ne metta. :asd:

zerothehero
21-06-2008, 01:26
badabim badabum ma poi si sa come andrà a finire..

Non è così scontato, in Italia. :O
Poi adesso c'è il neosindaco che è tutto impegnato nella sua crociata anti-base. :sofico:

zerothehero
21-06-2008, 01:39
Se però è davvero prevista nel memorandum d'intesa Usa-Italia una consultazione dei vicentini, ovviamente va fatta.

zuper
21-06-2008, 08:59
centinaia di post da parte di zuper e easyand a dirmi che ero un antiamericano con le traveggole...e ora...tutto qui? Qualche badabim et similia? :D

radiovoice 435
CYRANO 243
zerothehero 188
easyand 168
dantes76 111
FastFreddy 90
JackTheReaper 88
Dj Ruck 83
maxsona 57
zuper 57

non tirartela che scrivo nel tuo 3d :D sono SOLO a 57!!! :Prrr: :Prrr:

cmq lo sai che nn credo che questa consultazione serva a qualcosa...

così come il governo di cdx non ha fatto molto per non far ampliare la base...

cmq vedremo ;)

radiovoice
21-06-2008, 09:10
Se però è davvero prevista nel memorandum d'intesa Usa-Italia una consultazione dei vicentini, ovviamente va fatta.

Già.

radiovoice
21-06-2008, 09:13
radiovoice 435
CYRANO 243
zerothehero 188
easyand 168
dantes76 111
FastFreddy 90
JackTheReaper 88
Dj Ruck 83
maxsona 57
zuper 57

non tirartela che scrivo nel tuo 3d :D sono SOLO a 57!!! :Prrr: :Prrr:

cmq lo sai che nn credo che questa consultazione serva a qualcosa...

così come il governo di cdx non ha fatto molto per non far ampliare la base...

cmq vedremo ;)

Mi spiegherai se questo è solo frutto di tanta pazienza e tanto tempo libero o se c'è qualche scorciatoia tecnologica per giungere a questo risultato :D

Il csx ha tutte le sue colpe nel prosieguo della vicenda.
Io francamente, se sono in disaccordo con qualcuno, lo sono a prescindere dal colore politico.
Quanto a tutte le altre obiezioni, sono tutte presenti nel testo dell'ordinanza.
Qualsiasi argomento speso dai pro base o no nodalmolin è stato stroncato.
Cvd.

LUVІ
21-06-2008, 09:15
http://www.hwupgrade.it/forum/misc.php?do=whoposted&t=1317449 :D

radiovoice
21-06-2008, 09:19
http://www.hwupgrade.it/forum/misc.php?do=whoposted&t=1317449 :D

fichissimo! :D

Black Dawn
21-06-2008, 09:32
Avanti così, Repubblica Serenissima!!!!:cool:

zuper
21-06-2008, 09:59
http://www.hwupgrade.it/forum/misc.php?do=whoposted&t=1317449 :D

grazie :)

basta cliccare sul numero totale dei post nell'elenco dei 3d :)

zuper
21-06-2008, 10:03
Mi spiegherai se questo è solo frutto di tanta pazienza e tanto tempo libero o se c'è qualche scorciatoia tecnologica per giungere a questo risultato :D

Il csx ha tutte le sue colpe nel prosieguo della vicenda.
Io francamente, se sono in disaccordo con qualcuno, lo sono a prescindere dal colore politico.
Quanto a tutte le altre obiezioni, sono tutte presenti nel testo dell'ordinanza.
Qualsiasi argomento speso dai pro base o no nodalmolin è stato stroncato.
Cvd.

minchi@ vorrebbe dire avere taaaaaaaaaanto tempo libero e taaaaaaaaaaanta pazienza :D:D

cmq vedremo come va avanti la vicenda...

chiaramente le mie posizioni non cambiano in base al voto popolare...o meglio potrei accettare il fatto che il popolo non vuole la base...e che quindi la MAGGIORANZA della popolazione si esprima in un senso...

ma penso che comunque vada...a chi veramente decide (e chiaramente non sono io....:D) non interessi nulla....a prescindere dal colore politico ;)

zerothehero
21-06-2008, 11:58
Cmq non è ancora detto che vincano i no-base. :ciapet: ..è solo il primo round.

NeSs1dorma
21-06-2008, 13:14
L'ampliamento della base dei nostri Alleati ed Amici Americani si farà, e gli impegni saranno rispettati.

radiovoice
21-06-2008, 13:18
L'ampliamento della base dei nostri Alleati ed Amici Americani si farà, e gli impegni saranno rispettati.

quali impegni visto che non esiste, come da sentenza, alcun provvedimento dotato di efficacia in tal senso?
Si parla in sostanza di "un assenso verbale"... :D

NeSs1dorma
21-06-2008, 13:26
quali impegni visto che non esiste, come da sentenza, alcun provvedimento dotato di efficacia in tal senso?
Si parla in sostanza di "un assenso verbale"... :D
ma come, volete rinnegare gli impegni del defunto governetto? :asd:
non scaldatevi troppo, comunque, la base sarà ampliata, con buona pace del pensionato Prodi

radiovoice
21-06-2008, 14:03
ma come, volete rinnegare gli impegni del defunto governetto? :asd:
non scaldatevi troppo, comunque, la base sarà ampliata, con buona pace del pensionato Prodi

boh...non so che altro replicare... :D

usa9999999999
21-06-2008, 16:32
boh...non so che altro replicare... :D

Anche perchè c'è poco da replicare... ;)

radiovoice
21-06-2008, 16:42
Anche perchè c'è poco da replicare... ;)

è quello che ho pensato io :O ;)

usa9999999999
21-06-2008, 16:52
è quello che ho pensato io :O ;)

Quindi la base si farà... :O :O

radiovoice
21-06-2008, 16:54
Quindi la base si farà... :O :O

sempre questo diffuso vizietto di fottersene della legalità, eh? :D

usa9999999999
21-06-2008, 16:57
sempre questo diffuso vizietto di fottersene della legalità, eh? :D

La base sarebbe illegale? :eek: :mbe:

radiovoice
21-06-2008, 17:21
La base sarebbe illegale? :eek: :mbe:

humm...ma hai letto che c'è stata una sentenza del TAR? :rolleyes:

kintaro oe
21-06-2008, 17:28
humm...ma hai letto che c'è stata una sentenza del TAR? :rolleyes:

E se il consiglio di stato smentisse il tar ?

Due organi giudicanti che divergono sulle valutazioni, a quale daresti credito, a quello che fa' piu' comodo ?

usa9999999999
21-06-2008, 17:37
humm...ma hai letto che c'è stata una sentenza del TAR? :rolleyes:

Il TAR non è definitivo... :mbe:

Cfranco
21-06-2008, 17:49
Anche perchè c'è poco da replicare... ;)
Al nulla è difficile replicare :O

E se il consiglio di stato smentisse il tar ?

Due organi giudicanti che divergono sulle valutazioni, a quale daresti credito, a quello che fa' piu' comodo ?

Io vedo una pesantissima sconfitta per i fautori della base , si contestano parecchie cose ( mancanza di documenti fondamentali , mancato rispetto delle normative italiane ed europee , irregolarità , studio sull' impatto ambientale inadeguato ... ) , ognuna di esse sufficiente a bloccare i lavori , per ribaltare tutto di fronte al consiglio di stato ci vorrà un miracolo .

Resta di fondo l' assoluta idiozia del progetto , che parte con un' idea delirante e cioè quella di costruire una base militare gigante , con tanto di pista aerea , nel mezzo di una città , una follia ( con tutto lo spazio che c' è in provincia ... proprio lì la devi fare ?? ) del tutto insensata per chiunque abbia mai visto il posto dove vogliono costruire la base , i casi sono due , o chi ha fatto la pensata era in uno stato confusionale , oppure ci sono degli interessi economici sotto .
Le posizioni ideologiche sfoderate poi tra pro-USA e anti-USA son servite solo ad alzare polveroni sull' unica domanda veramente sensata :
"Perchè minchia non la fanno da un' altra parte questa fottutissima base ?"
A soli 5-10 Km di distanza si possono trovare ampi spazi dove costruire senza rompere le palle a nessuno , senza minacciare falde aquifere e senza andare a impattare su una delle arterie di comunicazione più intasate di Vicenza , perchè bisogna farla proprio in mezzo alla città ?

radiovoice
21-06-2008, 23:34
E se il consiglio di stato smentisse il tar ?

Due organi giudicanti che divergono sulle valutazioni, a quale daresti credito, a quello che fa' piu' comodo ?

Questa domanda, ribadisco, rivolta ad uno che ha scelto il diritto per lavoro, non ha un alcun senso.
Quindi, ti rispondo con un'altra domanda ( e vale anche per usa9999ecc) ...tu sai su quali basi (!) può essere fondato un ricorso al Consiglio di Stato?

P.s. Un suggerimento ti viene dal post di Cfranco... ;)

naitsirhC
22-06-2008, 08:46
Al nulla è difficile replicare :O



Io vedo una pesantissima sconfitta per i fautori della base , si contestano parecchie cose ( mancanza di documenti fondamentali , mancato rispetto delle normative italiane ed europee , irregolarità , studio sull' impatto ambientale inadeguato ... ) , ognuna di esse sufficiente a bloccare i lavori , per ribaltare tutto di fronte al consiglio di stato ci vorrà un miracolo .

Resta di fondo l' assoluta idiozia del progetto , che parte con un' idea delirante e cioè quella di costruire una base militare gigante , con tanto di pista aerea , nel mezzo di una città , una follia ( con tutto lo spazio che c' è in provincia ... proprio lì la devi fare ?? ) del tutto insensata per chiunque abbia mai visto il posto dove vogliono costruire la base , i casi sono due , o chi ha fatto la pensata era in uno stato confusionale , oppure ci sono degli interessi economici sotto .
Le posizioni ideologiche sfoderate poi tra pro-USA e anti-USA son servite solo ad alzare polveroni sull' unica domanda veramente sensata :
"Perchè minchia non la fanno da un' altra parte questa fottutissima base ?"
A soli 5-10 Km di distanza si possono trovare ampi spazi dove costruire senza rompere le palle a nessuno , senza minacciare falde aquifere e senza andare a impattare su una delle arterie di comunicazione più intasate di Vicenza , perchè bisogna farla proprio in mezzo alla città ?


*

CYRANO
22-06-2008, 09:28
Al nulla è difficile replicare :O



Io vedo una pesantissima sconfitta per i fautori della base , si contestano parecchie cose ( mancanza di documenti fondamentali , mancato rispetto delle normative italiane ed europee , irregolarità , studio sull' impatto ambientale inadeguato ... ) , ognuna di esse sufficiente a bloccare i lavori , per ribaltare tutto di fronte al consiglio di stato ci vorrà un miracolo .

Resta di fondo l' assoluta idiozia del progetto , che parte con un' idea delirante e cioè quella di costruire una base militare gigante , con tanto di pista aerea , nel mezzo di una città , una follia ( con tutto lo spazio che c' è in provincia ... proprio lì la devi fare ?? ) del tutto insensata per chiunque abbia mai visto il posto dove vogliono costruire la base , i casi sono due , o chi ha fatto la pensata era in uno stato confusionale , oppure ci sono degli interessi economici sotto .
Le posizioni ideologiche sfoderate poi tra pro-USA e anti-USA son servite solo ad alzare polveroni sull' unica domanda veramente sensata :
"Perchè minchia non la fanno da un' altra parte questa fottutissima base ?"
A soli 5-10 Km di distanza si possono trovare ampi spazi dove costruire senza rompere le palle a nessuno , senza minacciare falde aquifere e senza andare a impattare su una delle arterie di comunicazione più intasate di Vicenza , perchè bisogna farla proprio in mezzo alla città ?

la scusa ufficiale del perchè la fanno lì è che il dal molin è aeroporto militare , quindi terreno del demanio e sotto amministrazione del ministero della difesa.
quindi niente scazzi e smazzi con terreni privati e tutto il resto...



Clmalmzlmalm

rgart
22-06-2008, 09:52
Il TAR non è definitivo... :mbe:

a beh, mi piacerebbe vedere il tuo protezionismo anche per le persone accusate di stupro solo in primo grado :O

anche loro sono innocenti fino all'ultimo oppure no?

Cmq se anche qui il governo decide la mano dura si prepara ad una stagione di lotta senza esclusioni di colpi a partire dallo sciopero fiscale così tanto amato dal nano...

Cfranco
22-06-2008, 10:23
la scusa ufficiale del perchè la fanno lì è che il dal molin è aeroporto militare , quindi terreno del demanio e sotto amministrazione del ministero della difesa.
quindi niente scazzi e smazzi con terreni privati e tutto il resto...


E perchè non lo fanno in Piazza dei Signori allora ?
Anche quello verrebbe via con poco ...

naitsirhC
22-06-2008, 11:03
a beh, mi piacerebbe vedere il tuo protezionismo anche per le persone accusate di stupro solo in primo grado :O

anche loro sono innocenti fino all'ultimo oppure no?

Cmq se anche qui il governo decide la mano dura si prepara ad una stagione di lotta senza esclusioni di colpi a partire dallo sciopero fiscale così tanto amato dal nano...

Non son qui per difendere nessuno... ma non sarebbe la prima volta che il Consiglio di Stato ribalta una sentenza del T.A.R.

In questo caso, mi auguro proprio di no.

CYRANO
22-06-2008, 17:34
E perchè non lo fanno in Piazza dei Signori allora ?
Anche quello verrebbe via con poco ...

No dai , già gli ameriggani ci han tirato giù gli unici 2 teatri che avevamo :cry: :cry: , ora spero non vogliano tirar giù anche la basilica :cry: :cry:



Clmalmzmla

CYRANO
23-06-2008, 07:21
IL CASO DAL MOLIN. Dopo lo stop alla Ederle 2 deciso dal Tar si infiamma il clima politico. Esperti al lavoro per capire che tipo di consultazione può essere proposta
Scontro La Russa-Variati “Giallo” sul referendum
Il sindaco chiede ai giudici il misterioso memorandum Il quesito potrebbe essere riscritto in “zona Cesarini”






Gian Marco Mancassola
Riflettori puntati sul misterioso memorandum Italia-Usa. L’ordinanza del Tar che blocca i lavori della Ederle 2 lo cita esplicitamente: «Manca ogni riscontro di avvenuta consultazione della popolazione interessata secondo il disposto del “memorandum” depositato». I giudici non esplicitano di quale accordo si tratti. Ricognizioni effettuate ieri portano a escludere che si tratti, come indicato in un primo momento, dello “Shell agreement” del 1995. Per questa ragione, il sindaco Achille Variati ha dato ordine che lunedì il Comune si costituisca in giudizio tardivo per ottenere dal tribunale amministrativo del Veneto tutta la documentazione esaminata per confezionare il provvedimento reso noto venerdì. Il memorandum potrebbe modificare, in piena “zona Cesarini”, gli orientamenti dell’amministrazione comunale.
Qualora dovesse essere prospettata, nel testo di un accordo bilaterale, la necessità di una consultazione delle comunità locali, la giunta Variati si sentirebbe autorizzata a ritoccare il quesito della consultazione che si terrà a ottobre. Attualmente il quesito chiede ai vicentini se siano d’accordo nell’avviare la procedura per l’acquisizione del Dal Molin da parte del Comune. Una volta ottenuto il memorandum e verificato il suo contenuto, il quesito potrebbe diventare più preciso: qualcosa di simile a “Dal Molin sì o no?”. L’indicazione è suggerita da Ciro Asproso, della Sinistra arcobaleno, che invita Variati a essere più coraggioso. Il tempo stringe, però. Già domani la delibera sarà esaminata in commissione Affari istituzionali e in commissione Bilancio. Giovedì è atteso il voto in consiglio comunale.
Nel frattempo si registra uno scontro fra il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sindaco Variati. «In Italia - osserva il ministro - una sospensiva non si nega a nessuno. Neppure ai ragazzi bocciati a scuola. Noi pensiamo che non ci siano i presupposti che la sentenza di merito ci dia torto». E sul referendum: «Ho letto il quesito: è come chiedere a Pinocchio se vuole la scuola o i balocchi «fatto così ha zero valore, i cittadini non ci andranno. Un primo cittadino serio non avrebbe atteso la sospensiva del Tar per organizzarlo, l’avrebbe fatto prima se ci credeva. E comunque non ci faremo imporre le decisioni dalla piazza».
Pronta la replica: «Il ministro si informi prima di emettere sentenze - contrattacca Variati -. La proposta è stata approvata dalla giunta quattro giorni prima del pronunciamento del Tar. La consultazione popolare è in linea con quanto promesso in campagna elettorale. In forza dell’ordinanza del Tar - spiega - oggi il Comune di Vicenza si aspetta di ricevere delucidazioni su almeno tre punti fondamentali: l’atto autorizzatorio per la costruzione della nuova base, la regolarità del bando di appalto per i lavori di realizzazione e la credibilità della valutazione di incidenza ambientale». «La natura del quesito - sottolinea Variati - che il ministro conosce proprio perché gli era stato mandato prima del pronunciamento del Tar, riflette la presunta assenza di competenze dell’autonomia locale sul progetto. I cittadini di Vicenza sapranno benissimo come rispondere alla consultazione, a prescindere dall’incomprensibile timore che il ministro sembra mostrare nei confronti di una libera espressione democratica».

GdV di ieri.



Cmkamkamka

usa9999999999
23-06-2008, 08:18
Al nulla è difficile replicare :O



Io vedo una pesantissima sconfitta per i fautori della base , si contestano parecchie cose ( mancanza di documenti fondamentali , mancato rispetto delle normative italiane ed europee , irregolarità , studio sull' impatto ambientale inadeguato ... ) , ognuna di esse sufficiente a bloccare i lavori , per ribaltare tutto di fronte al consiglio di stato ci vorrà un miracolo .

Resta di fondo l' assoluta idiozia del progetto , che parte con un' idea delirante e cioè quella di costruire una base militare gigante , con tanto di pista aerea , nel mezzo di una città , una follia ( con tutto lo spazio che c' è in provincia ... proprio lì la devi fare ?? ) del tutto insensata per chiunque abbia mai visto il posto dove vogliono costruire la base , i casi sono due , o chi ha fatto la pensata era in uno stato confusionale , oppure ci sono degli interessi economici sotto .
Le posizioni ideologiche sfoderate poi tra pro-USA e anti-USA son servite solo ad alzare polveroni sull' unica domanda veramente sensata :
"Perchè minchia non la fanno da un' altra parte questa fottutissima base ?"
A soli 5-10 Km di distanza si possono trovare ampi spazi dove costruire senza rompere le palle a nessuno , senza minacciare falde aquifere e senza andare a impattare su una delle arterie di comunicazione più intasate di Vicenza , perchè bisogna farla proprio in mezzo alla città ?
Ma scusa, trasformare un ex aeroporto militare in una base militare è così sbagliato?? :mbe:
a beh, mi piacerebbe vedere il tuo protezionismo anche per le persone accusate di stupro solo in primo grado :O

anche loro sono innocenti fino all'ultimo oppure no?

Cmq se anche qui il governo decide la mano dura si prepara ad una stagione di lotta senza esclusioni di colpi a partire dallo sciopero fiscale così tanto amato dal nano...

Cazzo centra lo stupro con questi fatti, non facciamo paragoni che non stanno in piedi... :banned:

Cfranco
23-06-2008, 09:17
Ma scusa, trasformare un ex aeroporto militare in una base militare è così sbagliato?? :mbe:

Hai detto giusto , è un EX aereoporto militare .
Ti sei chiesto perchè adesso non sia più un aereoporto ?
Quando è stato costruito era in periferia , adesso è in mezzo alle case .

radiovoice
30-06-2008, 09:17
Domani si pronuncerà il Consiglio di Stato....staremo a vedere.
Nel frattempo mi pare quantomeno "curiosa" l'estrema tempestività con cui arriverà il verdetto sulla sospensiva...:O

radiovoice
01-07-2008, 16:12
Il Consiglio di Stato ha rinviato la discussione sulla vicenda Dal Molin al 29 luglio; nel frattempo il movimento vicentino contro la nuova base Usa continuerà a vigilare perchè l’ordinanza del Tar non venga violata da chi in questi giorni ha dimostrato un’immotivata fretta.

Il Ministro La Russa avrebbe voluto imporre una forzatura di fronte alla sospensiva imposta dal Tribunale Amministrativo del Veneto; dovrà portare pazienza e aspettare la fine di luglio per la prossima udienza.

Nel frattempo, continua fino a stasera la vigilanza davanti ai cancelli del Dal Molin dove alle 20.30 si svolgerà l’assemblea settimanale del Presidio Permanente. Quest’estate gli statunitensi possono andare in ferie: al Dal Molin non ci entreranno.

www.nodalmolin.it

easyand
07-07-2008, 14:40
Dal Molin: Berlusconi conferma impegno base USA
«In merito alle polemiche sull’ampliamento della base ‘Dal Molin’ a Vicenza ritengo utile ed opportuno ricordare a tutti il dovere di rispettare gli impegni internazionali liberamente assunti dall’Italia e ribaditi nel corso degli anni da Governi di diversa maggioranza politica.» Lo ha dichiarato ufficialmente dal Giappone, dove si trova per il vertice G-8, il primo ministro Silvio Berlusconi, sottolineando che «Tanto più è necessario questo richiamo di fronte ai tentativi di alimentare false aspettative sulla possibilità di rimettere in discussione una decisione già presa e pertanto Irreversibile.» «Il Governo - ha detto Berlusconi - è quindi deciso ad adempiere agli Impegni assunti nei confronti degli Stati Uniti. nLo farà ovviamente nel rispetto delle regole dell’ordinamento interno ed osservando tutte le procedure necessarie. A nessuno può essere consentito di mettere in giocò il prestigio e la stessa credibilità dell’Italia sul piano internazionale.»

radiovoice
07-07-2008, 14:45
Dal Molin: Berlusconi conferma impegno base USA
«In merito alle polemiche sull’ampliamento della base ‘Dal Molin’ a Vicenza ritengo utile ed opportuno ricordare a tutti il dovere di rispettare gli impegni internazionali liberamente assunti dall’Italia e ribaditi nel corso degli anni da Governi di diversa maggioranza politica.» Lo ha dichiarato ufficialmente dal Giappone, dove si trova per il vertice G-8, il primo ministro Silvio Berlusconi, sottolineando che «Tanto più è necessario questo richiamo di fronte ai tentativi di alimentare false aspettative sulla possibilità di rimettere in discussione una decisione già presa e pertanto Irreversibile.» «Il Governo - ha detto Berlusconi - è quindi deciso ad adempiere agli Impegni assunti nei confronti degli Stati Uniti. nLo farà ovviamente nel rispetto delle regole dell’ordinamento interno ed osservando tutte le procedure necessarie. A nessuno può essere consentito di mettere in giocò il prestigio e la stessa credibilità dell’Italia sul piano internazionale.»

1- Che altro ti aspettavi dicesse? :mbe:

2- Strano...che si tratti dell'uno o dell'altro...quando devono parlare del Dal Molin lo fanno sempre da migliaia di km di distanza... :fagiano:

3- A nessuno può essere consentito di mettere in gioco il prestigio e la credibilità dell'Italia sul piano internazionale, fuorchè a Berlusconi stesso, che ci riesce benissimo :ciapet:

4- Lo farà naturalmente osservando tutte le procedure necessarie... Curioso! Finora di regolarità non se ne è vista una, in questa vicenda, come appurato dal Tar di Venezia. Quel "naturalmente" è quindi del tutto ridicolo...:O

easyand
07-07-2008, 14:50
azz un fulmine, manco il tempo di postarla :D

CYRANO
26-07-2008, 13:50
DAL MOLIN. Martedì l’udienza davanti al Consiglio di Stato: padovani preoccupati per il futuro dell’acquedotto

Anche Padova nel blocco
per fermare la Ederle 2
di Gian Marco Mancassola

Si allarga il blocco contrario al Dal Molin a stelle e strisce. Il sindaco Achille Variati arruola un altro alleato: è Flavio Zanonato, sindaco di Padova, la cui giunta ha deliberato di costituirsi in giudizio al Tar e al Consiglio di Stato per far valere le ragioni del No. La preoccupazione della giunta patavina è focalizzata sull’impatto che la base Usa potrebbe avere sull’acquedotto. I rubinetti dei padovani sono alimentati dalla grande falda acquifera che si estende a nord del capoluogo. Per pescare l’acqua dal sottosuolo e pomparla verso Padova, il Comune patavino possiede alcune proprietà nell’oasi di Villaverla, a Novoledo: «Dalla realizzazione delle opere per l’ampliamento dell’insediamento militare statunitense potrebbero risultare compromesse le proprietà del Comune di Padova situate in zona confinante con l’area di intervento», si legge nella delibera approvata dalla giunta Zanonato. L’appuntamento è per martedì 29 luglio, quando il Consiglio di Stato deciderà se confermare o bocciare la sospensiva decisa dal Tar Veneto a giugno.
Variati mostra soddisfazione: «Il nostro territorio ha le più importanti risorgive del Veneto e noi amministratori abbiamo il dovere di preservare il bene acqua, per i nostri cittadini di oggi e per quelli di domani. Vicenza e Padova si preoccupano non solo per il proprio territorio comunale, ma per un bacino ben più grande, perché un eventuale danno alla falda acquifera che sta sotto di noi avrebbe conseguenze davvero gravi e diffuse. Come è sempre più evidente a tutti, a muoverci non è affatto l’antiamericanismo, ma una doverosa e sempre più condivisa preoccupazione per il nostro ambiente».
Il blocco anti-base vede ora schierati il Codacons, l’Ecoistituto veneto, i comitati, i Comuni di Vicenza e Padova, la società Aeroporti vicentini.
A chi gli chiede di commentare la presenza di un Comune extra-vicentino come Padova e l’assenza di un Comune contermine come Caldogno, Variati risponde: «Con noi ci sono i coraggiosi».
Parallelamente prosegue la battaglia per salvare l’aeroporto civile e l’attuale pista di volo. A Roma, all’indirizzo del premier Silvio Berlusconi, dei ministri Altero Matteoli e Ignazio La Russa e dell’Enac stanno piovendo lettere a go-go per dire no all’opzione ovest e sì al mantenimento dell’attuale aeroporto.
Dopo la società Aeroporti Vicentini, la Camera di commercio e molte categorie economiche, ora scendono in campo anche alcuni Comuni. È il caso di Schio, che ha telegrafato a Roma la richiesta che «sia mantenuta intatta l’attuale pista di volo, l’area dell’aeroporto Dal Molin, con tutte le potenzialità oggi in essere, e che, contestualmente siano rese disponibili quelle infrastrutture aeroportuali quali torre di controllo, taxi-way, hangar, piazzali lasciate libere dall’aeronautica militare, in modo da permettere lo sviluppo dell’attività aeroportuale civile supportate dall’attuazione di un nuovo piano industriale». Dopo Schio, altre amministrazioni comunali sarebbero in procinto di scendere in campo. È una corsa contro il tempo.
GdV 25/07/2008


Cmlamlzma

radiovoice
26-07-2008, 14:21
tutta gente col sale nella zucca...:)

CYRANO
26-07-2008, 15:35
LA BATTAGLIA LEGALE. Dopo la creazione dell’asse Variati-Zanonato, il centrodestra rinserra le fila e schiera la giunta Schneck a fianco della Regione e del governo

Dal Molin, la Provincia
al Tar contro il Comune
di Gian Marco Mancassola

Ultime ore per schierare le squadre in campo. Martedì la parola sul Dal Molin passerà al Consiglio di Stato, che dovrà decidere se confermare lo stop ai lavori imposto a giugno dal Tar Veneto o se ribaltare la sospensiva riaprendo la partita. Negli ultimi giorni il sindaco Achille Variati aveva inanellato due alleanze strategiche: la società Aeroporti vicentini, interessata a difendere la pista di volo, e la giunta di centrosinistra di Padova, interessata a difendere la falda vicentina che alimenta l’acquedotto patavino. Ora il centrodestra risponde, rinserrando le fila e rafforzando l’asse fra il governo Berlusconi e la Regione governata da Giancarlo Galan, già costituiti in giudizio a sostegno del progetto americano. A fianco della Regione si schiererà anche la Provincia, che entrerà in gioco in vista dell’udienza del Tar fissata per ottobre, quando il tribunale amministrativo veneto entrerà nel merito dell’operazione Ederle 2.
Martedì l’assessore provinciale agli Affari legali Andrea Pellizzari presenterà in giunta una delibera per la costituzione in giudizio: a quel punto palazzo Nievo imboccherà una strada opposta a quella di palazzo Trissino. «La Provincia - spiega il presidente Attilio Schneck in un comunicato che è un capolavoro di equilibrismo dialettico - ha interesse a che la procedura si svolga nel pieno rispetto della vigente normativa, con particolare riferimento, tra l’altro, agli aspetti in materia ambientale, paesaggistica, urbanistica e della viabilità». In contrà Gazzolle ci tengono a precisare che nella vicenda non sussistono provvedimenti della Provincia fatti oggetto di impugnativa, e che la Provincia non ha alcuna competenza nella decisione circa la realizzazione o meno del progetto “Dal Molin”.
«Tuttavia - sottolinea Schneck - appare comunque opportuno considerare che, se detto progetto avrà un seguito, l’ente ha interesse a che siano tutelati gli interessi collettivi all’equilibrio ecologico, sociale, economico del territorio e alla salubrità dell’ambiente, oltre che la corretta gestione della pianificazione urbanistica e della viabilità. Stiamo attentamente valutando la possibilità di intervenire mediante costituzione nel merito della vicenda giudiziaria, appoggiando la posizione della Regione Veneto, che appare corretta dal punto di vista procedimentale ed è volta proprio a garantire il rispetto delle regole e delle problematiche della comunità e del territorio».
Variati incassa e replica: «Cerchiamo di tenere la politica fuori da questa vicenda. Sono certo che il presidente Schneck terrà un comportamento equilibrato su una vicenda che, per sua natura, non risponde a una logica di ideologia o di scontro partitico ma di confronto tra diverse posizioni: tutte, credo, animate dal sincero intendimento di fare il bene del territorio. Vedremo che cosa deciderà di fare in concreto la Provincia».
«Anche se, devo dirlo - conclude Variati - troverei strano se la Provincia dovesse sposare la posizione della Regione: che sulle delicate questioni ambientali, a partire dalla Vinca, la valutazione di incidenza ambientale, fatta per un progetto e poi applicata ad un altro, finora non ha mostrato una particolare sensibilità verso le ragioni del nostro territorio».

GdV 26/07/2008


Cmlamlamla

CYRANO
29-07-2008, 14:03
Accolto il ricorso del Ministero. Bocciato il Tar Veneto che aveva
dato ragione alla richiesta di sospensione del progetto Dal Molin
"Base Usa di Vicenza può ripartire"
Consiglio di Stato dice sì al governo
"Il consenso del governo è un atto politico, insindacabile dal giudice amministrativo"

ROMA - La base militare americana di Vicenza potrà essere ampliata. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Difesa contro l'ordinanza del Tar del Veneto, che il 18 giugno scorso aveva detto sì alla domanda di sospensione dei provvedimenti relativi alla realizzazione del progetto Dal Molin di ampliamento della base militare Usa della città veneta.

"Il consenso prestato dal governo italiano all'ampliamento dell'insediamento militare americano all'interno dell'Aeroporto Dal Molin è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo". E' questa una delle ragioni per le quali la quarta sezione del Consiglio di Stato non condivide le valutazioni del Tribunale amministrativo sull'illegittimità della realizzazione della base americana.

Il Consiglio di Stato "boccia" il Tar veneto anche per altri due motivi. Primo, perché il via libera all'ampliamento della base di Vicenza non può dipendere dall'esito della consultazione della popolazione interessata e poi perché non risultano "riscontri concreti" sui rischi di danno ambientale indicati nella ordinanza del tribunale veneto.

(29 luglio 2008)

http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/base-vicenza-tar/consiglio-di-stato/consiglio-di-stato.html


Cmlamamla

funky80
29-07-2008, 15:38
http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2008/07/29/107982-ampliamento_della_base_vicenza.shtml

CONSIGLIO DI STATO
"Sì all'ampliamento della base Usa a Vicenza"

Accolto il ricorso del governo contro l'ordinanza del tar del veneto che aveva accolto la sospensione dei provvedimenti relativi alla realizzazione del progetto Dal Molin. "Atti politici sono insindacabili"
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* "La popolazione non è stata consultata"
Il Tar boccia l'ampliamento della base Usa

manifestazione vicenza dal molin Roma, 29 luglio 2008 - La IV Sezione del Consiglio di Stato, ha accolto l'appello della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del ministero della Difesa contro l'ordinanza del 18 giugno scorso del Tar del Veneto, che aveva accolto la domanda di sospensione dei provvedimenti relativi alla realizzazione del progetto Dal Molin di ampliamento della Base militare Usa di Vicenza.



L'ordinanza con cui il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Governo contro la sospensione dei lavori all'ampliamento della Base Usa di Vicenza decretata dal Tar è la n. 3992/08. Le ragioni che hanno indotto la IV Sezione a non condividere le valutazioni del Tar sulla legittimità dei provvedimenti impugnati si basano innanzitutto, si legge nell'ordinanza, sul fatto che il consenso prestato dal Governo italiano all'ampliamento dell'insediamento militare americana all'interno dell'Aeroporto Dal Molin "è un atto politico, come tale insindacabile dal giudice amministrativo, secondo un tradizionale principio sancito dall'art. 31 del testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato. Tale insindacabilità riguarda non solo il contenuto dell'atto - prosegue il Consiglio di Stato - ma anche, a maggior ragione, la sua forma, propria dell'ordinamento nel quale l'atto si è formato".



Inoltre, il nulla-osta del ministero della Difesa si "inquadra nella procedura appositamente prevista per le attività a finanziamento diretto statunitense (secondo quanto previsto dall'accordo bilaterale Italia - Stati Uniti d'America del 20 ottobre 1954, tuttora coperto da classifica di riservatezza) la cui realizzazione è demandata ad una apposita Commissione mista costruzioni (CMC), costituita nell'ambito della Direzione Generale dei Lavori e del Demanio del Ministero della Difesa".



Ancora, la realizzazione di infrastrutture sul territorio nazionale, finanziata dagli Stati Uniti, è disciplinata dal Memorandum del 1995, che prevale sulla disciplina italiana e comunitaria in materia di procedure ad evidenza pubblica per l'assegnazione delle commesse pubbliche.



Quanto ai profili di danno ambientale segnalati nell'ordinanza del Tar, per il Consiglio di Stato essi "appaiono privi di riscontri concreti, anche in relazione alla successiva autorizzazione alla progettazione dell'intervento sul lato ovest dell'Aeroporto, per cui si è rivelato determinante l'impulso del Commissario straordinario, che ha spostato il progettato ampliamento su una area già destinata prevalentemente ad attività aeroportuale e di cui è prevista la dismissione da parte della amministrazione militare italiana, senza quindi alcun cambio di destinazione d'uso".



Di fatto, non rientra nella procedura di autorizzazione ad un insediamento militare, di esclusiva competenza dello Stato, la consultazione della popolazione interessata - sostiene il Consiglio di Stato - né tanto meno essa è prevista nella procedura risultante dal Memorandum del 1995; tale consultazione è stata soltanto ipotizzata nelle dichiarazioni del ministro della Difesa in sede parlamentare". Per queste ragioni il Consiglio di Stato, conclude la nota, ha ritenuto che non sussistessero i presupposti per la concessione della misura cautelare accordata dal Tar del Veneto e ne ha annullato l'ordinanza n.435.

Dal mio punto di vista posso solo dire che non conosco la situazione geografica della zona, ma, da quello che è emerso seguendo la vicenda dai media mi è sembrata esserci più un opposizione di principio "anti militaristica" e "anti americana" che una opposizione reale per la base in sè.

cocis
29-07-2008, 15:44
a che serve il raddoppio della base ?? con tutte quelle che già ci sono in italia ?? ne raddoppino una a casa loro ... devno fare la guerra in italia ?? :mbe:

Cfranco
29-07-2008, 15:46
Dal mio punto di vista posso solo dire che non conosco la situazione geografica della zona, ma, da quello che è emerso seguendo la vicenda dai media mi è sembrata esserci più un opposizione di principio "anti militaristica" e "anti americana" che una opposizione reale per la base in sè.

Ecco , appunto .
Se la conoscessi ti renderesti conto di quanta idiozia sia necessaria per concepire un' idea come quella .

funky80
29-07-2008, 15:46
credo che "serva" per avere un ulteriore appoggio logistico nel mezzo dell'europa

funky80
29-07-2008, 15:48
Ecco , appunto .
Se la conoscessi ti renderesti conto di quanta idiozia sia necessaria per concepire un' idea come quella .

mah, l'articolo quotato dice che ora, rispetto al prgetto originario, l'ampliamento dovrebbe avvenire su zona già destinata ad uso aeroportuale e quindi "disponibile"

CYRANO
29-07-2008, 15:49
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1317449&page=109


:O


Cmlkamlzmla

Cfranco
29-07-2008, 15:51
mah, l'articolo quotato dice che ora, rispetto al prgetto originario, l'ampliamento dovrebbe avvenire su zona già destinata ad uso aeroportuale e quindi "disponibile"
L' aereoporto è chiuso da un bel po' perchè è in mezzo alle case .

Cfranco
29-07-2008, 15:58
Giusto per capire :
http://maps.google.com/maps?f=q&hl=en&geocode=&q=dal+molin+vicenza&ie=UTF8&ll=45.573678,11.529293&spn=0.024813,0.054588&t=h&z=14

CYRANO
29-07-2008, 16:03
Giusto per capire :
http://maps.google.com/maps?f=q&hl=en&geocode=&q=dal+molin+vicenza&ie=UTF8&ll=45.573678,11.529293&spn=0.024813,0.054588&t=h&z=14

ah ah ah hanno gia' inserito la tagenziale nord che , forse , faranno fra 10 anni :asd: :asd: :asd:



C'.a'.z'.a

funky80
29-07-2008, 16:08
bah, se è quell'aeroporto che si vede dal link mi sembra sia in mezzo al verde e non proprio "in centro"

easyand
29-07-2008, 17:26
L' aereoporto è chiuso da un bel po' perchè è in mezzo alle case .

no, il Dal Molin è stato sede della SETAF fino a pochi anni fa e tuttora ospita un Reparto Manutenzione Velivoli dell' aeronautica militare.
In ogni caso il problema aerei non si pone, il sedime è destinato a tutt'altro che a fare da aeroporto militare.

Se volete un aeroporto veramente pericoloso e in mezzo alle case andare a vedere Forlì...li si che può succedere un disastro, e non è come Vicenza che ci decolla o atterra un aereo ogni morte di papa, li ci sono voli di linea giornalieri.

easyand
29-07-2008, 17:31
credo che "serva" per avere un ulteriore appoggio logistico nel mezzo dell'europa

L' esigenza nasce dal fatto che la 173° airborne brigade è attualmente divisa tra italia (vicenza) e germania e il dal molin dovrebbe accogliere quel pezzo di brigata attualmente in germania in modo da poter unificare l'unita in un unica sede.

easyand
29-07-2008, 17:34
a che serve il raddoppio della base ?? con tutte quelle che già ci sono in italia ?? ne raddoppino una a casa loro ... devno fare la guerra in italia ?? :mbe:

MILLE! (sette)

http://borgodeipini.files.wordpress.com/2007/09/ing-cane.png

Cocis se mi tiri fuori la lista "grilliana" delle 113 basi è la volta che sbrocco :D :O

Fil9998
29-07-2008, 18:28
credo che "serva" per avere un ulteriore appoggio logistico nel mezzo dell'europa

bhè, qualcuno li avvisi che il mezzo dell'europa ora è la romania....



se invece non si fidano dell 'amico putin e non vogliono mettere una base preziosa troppo troppo vicina a casa dell' amico putin allora il discorso è un altro...


e anzi è allora in questo caso MOLTO più preoccupante.

Fil9998
29-07-2008, 18:30
L' esigenza nasce dal fatto che la 173° airborne brigade è attualmente divisa tra italia (vicenza) e germania e il dal molin dovrebbe accogliere quel pezzo di brigata attualmente in germania in modo da poter unificare l'unita in un unica sede.

qusto solo perchè i tedeschi con tutta la gentilezza del caso han fatto sapere che preferiscono lasciare il privilegio della bella adunata a cari italiani (chè, tanto... mandan giù di tutto come gli struzzi) ...


echeccatzo, non siamo mai contenti manco quando vinciamo le nominations ....

Fil9998
29-07-2008, 18:34
Dal Molin: Berlusconi conferma impegno base USA
« A nessuno può essere consentito di mettere in gioco il prestigio e la stessa credibilità dell’Italia sul piano internazionale.»



ahahhahhhahha


ha fatto la battuta...


grazie compagno presidente....

http://parlaperte.com/myPictures/colbacco2.jpg

CYRANO
29-07-2008, 18:41
ahahhahhhahha


ha fatto la battuta...


grazie compagno presidente....

http://parlaperte.com/myPictures/colbacco2.jpg

il bello e' che illo sto prestigio e credibilita' italiana li mette in gioco ogni volta che parla all'estero...



C;,a,z;l,a

Fil9998
29-07-2008, 19:00
a sua discolpa c'è da dire che qualunque politico italiano ho visto in contesti internazionali c'ha fatto fare una figura di peracottari da paura,

ilvio però è speciale , riesce sempre ad aggiungere qualcosa...


è come sector:

NO LIMITS



imho se smettesse con le sue boutades imho toglierebbe almeno 1/3 degli argomenti divertenti a politici e giornalisti internazionali

easyand
29-07-2008, 19:15
bhè, qualcuno li avvisi che il mezzo dell'europa ora è la romania....



se invece non si fidano dell 'amico putin e non vogliono mettere una base preziosa troppo troppo vicina a casa dell' amico putin allora il discorso è un altro...


e anzi è allora in questo caso MOLTO più preoccupante.

ma perchè in questo forum si ha spesso il vizio di parlare a vanvera?

L'altro sito prescelto era proprio in romania, il governo italiano è stato posto davanti a una scelta molto semplice, ci date l' ok per allargare la base si o no? se si bene, se no, trasferiamo dalla germania e dall' italia l'intera brigata in romania, nessun problema, tanto base nuova per base nuova.
Il governo italiano ha detto si, fine

Fil9998
29-07-2008, 19:18
si, ma con tanti casini che gli stiamo piantando e visto ceh qui pare spenderebbero molto di più che in romania allora mi vin da pensare
che la proposta rumena sia fuffa pura, sennò se gli conveniva per denaro e facilità ci sarebbero già andati .... o no??

forse semplicemente la romania è troppo vicina alla russia e l'unico altro paese che cala le braghe è l'italia...


mi pare suoni meglio come ragionamento...

easyand
29-07-2008, 19:18
qusto solo perchè i tedeschi con tutta la gentilezza del caso han fatto sapere che preferiscono lasciare il privilegio della bella adunata a cari italiani (chè, tanto... mandan giù di tutto come gli struzzi) ...


echeccatzo, non siamo mai contenti manco quando vinciamo le nominations ....

altro discorso a vanvera.

La riunificazione della brigata in germania non è mai stata nel programma, anzi, se tu conoscessi la questione sapresti che i tedeschi stanno lottando fino all' ultimo per non far andare via gli americani perchè da loro dipende l'economia di intere cittadine, e sapresti anche che il governo tedesco si è offerto di pagare una parte delle spese della costruzione in cambio della permanenza in germania.

easyand
29-07-2008, 19:21
si, ma con tanti casini che gli stiamo piantando e visto ceh qui pare spenderebbero molto di più che in romania allora mi vin da pensare
che la proposta rumena sia fuffa pura, sennò se gli conveniva per denaro e facilità ci sarebbero già andati .... o no??

forse semplicemente la romania è troppo vicina alla russia e l'unico altro paese che cala le braghe è l'italia...


mi pare suoni meglio come ragionamento...

la questione è puramente logistica, da una parte c'era il favore dei costi minori in romania, dall' altra c'era il fattore dei costi minori derivanti dalla realizzazione di una base più piccola, solo per mezza parte di brigata.
Naturalmente l'opzione più favorevole anche per il personale era spostare mezza brigata invece che una brigata intera, ma washington ha strombazzato in lungo e in largo che l'opzione preferita era si l'italia, ma in caso di no italiano si sarebbero trasferiti in romania senza problemi.
La vicinanza con la russia non conta visto che ci sono già altre basi americane a est, come Tszar in Ungheria.

La "colpa" se cosi la vogliamo chimare, non è certo degli americani se c'è una nuova base, ma di coloro che hanno dato l'assenso per la sua costruzione, bastava dire no raga, firmate con i rumeni che qui non si può.

naitsirhC
29-07-2008, 19:30
Toh, che novità... il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del T.A.R. del Veneto...
Chissà se è dipeso dalla posizione geografica dei due organi giurisdizionali :fagiano:

usa9999999999
29-07-2008, 19:49
"Dal Molin, si riparte"

-cut-

Non posso che gioirne... :)

Fil9998
29-07-2008, 19:54
Toh, che novità... il Consiglio di Stato ha ribaltato la decisione del T.A.R. del Veneto...
Chissà se è dipeso dalla posizione geografica dei due organi giurisdizionali :fagiano:

qua si ride sulle facezie leghiste ...
ma la prossima yugoslavia siamo noi...

alarico75
29-07-2008, 23:00
Abbiamo fatto bene a tenerci la base in Italia,indotto e lavoro per i vicentini,il consiglio di stato ha dato giustamente ragione al governo.
Ora avanti con i lavori.

radiovoice
30-07-2008, 08:08
una sentenza politica e stupida perchè cieca e venduta al governo. Del resto la IV sezione riconosce che “la vicenda [...] ha assunto caratteristiche e dimensioni tali da ingenerare nella comunità locale preoccupazioni e proteste non prive di oggettive giustificazioni” Ma queste oggettive giustificazioni non valgono nulla di fronte agli interessi militari statunitensi. Ma c'è di più: pur non essendoci alcuna valutazione d'impatto ambientale, il Consiglio di Stato considera i possibili danni alla falda acquifera e all'ecosistema “non comprovati”: evidentemente, prima che siano verificati, i danni devono essere realizzati.
Insomma, ci si nasconde dietro agli accordi segreti del 1954...cibo, inoltre, per i soliti ignoranti che si nascondo dietro alle cazzate del prestigio internazionale, del lavoro di cui il Veneto ha disperato bisogno :rolleyes: senza avere la minima idea dei costi, oltre a tutto il resto, che graveranno sugli enti locali.
Tanto per cambiare, Italia, paese di imbecilli a 90°.

Cfranco
30-07-2008, 08:19
Abbiamo fatto bene a tenerci la base in Italia,indotto e lavoro per i vicentini,il consiglio di stato ha dato giustamente ragione al governo.
Ora avanti con i lavori.
Eccerto , ma perchè sono i vicentini a non volerla ?
Cmq non preoccuparti , a Ottobre nuovo giro dal TAR .

CYRANO
30-07-2008, 15:39
IL RIBALTONE. Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del governo e annulla il blocco dei lavori imposto poco più di un mese fa dal tribunale amministrativo veneto

Bocciato il Tar, sì alla Ederle 2
L’aeroporto va agli americani
di Gian Marco Mancassola

Ribaltone al Consiglio di Stato. Accolto il ricorso del governo contro il blocco dei lavori ordinato dal Tar del Veneto poco più di un mese fa. Gli atti fin qui prodotti sono legittimi; l’iter può proseguire; il lato ovest del Dal Molin può essere consegnato agli americani; il cantiere può avere inizio. Sono da poco passate le 14 quando da Roma iniziano a circolare i primi sms: l’orologio che si era inceppato il 18 giugno, da ieri si è rimesso in moto. Questi gli schieramenti in campo: da una parte il governo con la Regione Veneto; dall’altra il Codacons, i comitati del No, il Comune di Vicenza, la società Aeroporti vicentini e il Comune di Padova.
I SEI PUNTI. La quarta sezione del Consiglio di Stato, che rappresenta l’ultimo grado della giustizia amministrativa, sotto la presidenza del giudice Gaetano Trotta, impiega sei pagine per stracciare la sospensiva del tribunale amministrativo veneto. Sei sono i punti cruciali che fanno cambiare l’indirizzo in questa battaglia legale. Uno: la realizzazione della Ederle 2 è regolamentata dall’accordo bilaterale internazionale fra Italia e Stati Uniti del 1954, tutt’oggi secretato. Due: le procedure fissate in quell’accordo prevedono il totale finanziamento a carico degli Usa e l’assegnazione delle commesse sulla base del patto bilaterale, esulando quindi dalle leggi italiane, salvo che per le norme di carattere generale regolanti le costruzioni. Tre: l’atto di assenso del governo italiano alla richiesta del governo statunitense costituisce espressione di potere politico, insindacabile da un giudice amministrativo. Quattro: il via libera impugnato è rispettoso delle condizioni previste per l’approvazione del progetto. Cinque: non è prevista negli accordi intervenuti fra i due governi la consultazione popolare. Sei: non appaiono comprovate ragioni di danno ambientale capaci di costituire ostacolo alla realizzazione delle opere.
Viene così demolito il muro di tesi che avevano costruito i giudici del Tar per sostenere che la catena delle autorizzazioni presentava lacune tali da indurre a fermare ogni attività all’interno dell’aeroporto. L’ordinanza emessa da palazzo Spada appare una sentenza anticipata, anche se il merito del ricorso presentato dal fronte del No verrà esaminato dal Tar solo a ottobre.
LE INFORMAZIONI. Nelle premesse dell’ordinanza che cancella la sospensiva si fa esplicito riferimento alla documentazione consegnata dal governo con il contagocce: «La carenza di una adeguata informazione e di una corrispondente documentazione si è manifestata non solo nella fase procedimentale, ma anche nella fase processuale dinanzi al Tar del Veneto, che ha dovuto richiedere ripetutamente la documentazione necessaria per la decisione della istanza cautelare». E ancora: «Il parziale adempimento dell’amministrazione della Difesa e le risposte non sempre adeguate e puntuali hanno, con ogni probabilità, contribuito a determinare il contenuto del provvedimento cautelare adottato dal giudice di primo grado».
IL PATTO. Il Consiglio di Stato muove le sue argomentazioni partendo dall’accordo bilaterale fra Italia e Usa del 20 ottobre 1954 «stipulato nell’ambito della mutua collaborazione fra gli Stati aderenti alla Nato, che prevede che la realizzazione dei programmi sia eseguita a cura di apposita commissione mista costruzioni, attualmente collocata nell’ambito della Direzione generale dei lavori e del demanio del ministero della Difesa».
La “concessione edilizia” rilasciata nel luglio 2007 a firma di un dirigente della Difesa, dunque, è legittima, perché si inserisce in questo quadro normativo che sfugge alla normativa interna italiana, come ribadito anche dal memorandum Italia-Usa del 1995.
A monte c’è un nulla osta di natura politica confermato da ben tre governi di diverso colore a partire dal 2004 e formalizzato da Romano Prodi in una lettera al presidente George W. Bush del maggio 2007, oltre che nella nomina del commissario straordinario Paolo Costa.
«La natura del consenso prestato - scrivono i giudici romani - quale atto promanante dal governo nell’esercizio del potere politico e la sua riconducibilità alle attività di carattere internazionale fra Stati, giustificano il regime delle forme proprio dell’ordinamento nel quale l’atto si è formato».
«Pertanto - si legge ancora nel documento - in ragione della sua natura, il consenso appare sottratto al sindacato giurisdizionale di legittimità». Questa disposizione viene fatta risalire addirittura al regio decreto del 26 giugno 1924 recante il testo unico delle leggi sul Consiglio di Stato.
IL REFERENDUM. Appena un paragrafo viene dedicato a confutare altri due capisaldi dell’ordinanza del Tar: «Appaiono privi di riscontri concreti i profili di danno ambientale segnalati nell’ordinanza impugnata e non appare comprovata la necessità, nella procedura risultante dal memorandum del 1995, della consultazione della popolazione interessata, dovendosi tale ipotesi ricondurre a dichiarazioni del ministro della Difesa». Il riferimento è agli interventi di Arturo Parisi alla Camera e al Senato all’inizio del 2007.
LA NUOVA AUTORIZZAZIONE. Da ultimo, i giudici ricordano l’ultima autorizzazione concessa, che colloca la base sul lato ovest del Dal Molin: «Il 4 dicembre 2007, a seguito di successivi approfondimenti effettuati in coerenza alle raccomandazioni del commissario di governo per verificare ipotesi alternative di sviluppo, è stata emessa dal Geniodife una nuova autorizzazione per la progettazione dell’intervento sul lato ovest(subordinata all’approvazione del progetto finale, su cui la Regione Veneto ha espresso il 9 gennaio 2008 la valutazione favorevole di incidenza ambientale) la quale consente di sostituire in tutto o in parte un insediamento militare già esistente e la conservazione a verde dell’area a est della pista aeroportuale».
Da ieri il blocco dei lavori è dunque revocato. In qualsiasi momento le chiavi del Dal Molin, oggi assegnate al Comando terzo stormo di Villafranca, possono essere consegnate agli americani: il passaggio dell’area doveva avvenire il 1° luglio. L’operazione Ederle 2 può essere rimessa in moto. per prima cosa riprenderà l’opera di bonifica bellica, poi scatteranno le demolizioni dei vecchi edifici militari.



GdV 30/07/08


cmlamlzmla

CYRANO
30-07-2008, 15:41
IL COMMISSARIO. L’europarlamentare del Partito democratico ha accettato il reincarico dal governo Berlusconi e si prepara a fare ritorno in città dopo la lunga pausa seguita allacaduta di Prodi e alla tornata elettorale di primavera

«Gli atti erano legittimi
L’iter ora può ripartire»
di Gian Marco Mancassola

«Ora l’iter può ripartire». E riparte anche Paolo Costa, l’europarlamentare del Partito democratico scelto da Romano Prodi tredici mesi fa per calzare gli scomodi panni di commissario straordinario per il Dal Molin. Cambiano i governi, passano i premier, ma Costa rimane: confermato commissario dal governo Berlusconi, l’ex ministro ai Lavori pubblici si prepara a fare ritorno a Vicenza dopo la lunga pausa seguita alla caduta di Romano Prodi e alla tornata elettorale di primavera.
«Ho accettato il reincarico anche per dimostrare una volta di più che è ora che in Italia si distinguano le appartenenze politiche dalle istituzioni. Il governo di un Paese è un’istituzione, non c’entrano destra o sinistra».
Dopo l’ordinanza del Tar Veneto si era detto tranquillo, fiducioso che alla fine tutti gli atti emanati durante il suo mandato sarebbero risultati legittimi. E adesso non può far altro che esibire soddisfazione: «Il pronunciamento del Consiglio di Stato certifica evidentemente la legittimità delle procedure seguite. Consente di dire che quanto fatto sino ad ora ha seguito l’iter corretto».
«Tutte le volte - analizza il commissario - che un provvedimento viene posto al vaglio giurisdizionale è un fatto positivo, perché consente di verificarne la legittimità e la tenuta. Il pelo e contropelo a un atto amministrativo è sempre utile: si imparano molte cose. Tutto va utilizzato al meglio: dove si può migliorare e correggere, lo faremo, applicando le norme più restrittive. Credo che le sei conclusioni a cui sono giunti i giudici del Consiglio di Stato sono molto chiare: vi vengono affermati concetti che anche noi sostenevamo da tempo. Più di così non potevo sentirmi dire».
Costa mostra prudenza: «Attendiamo il pronunciamento del Tar nel merito. Nel frattempo, grazie a questa ordinanza, possiamo proseguire nell’iter e muovere i primi passi. Possiamo riprendere la procedura: se sia questione di ore o di giorni non spetta a me dirlo, ma alla Difesa. Speriamo, però, che possa tornare la serenità».
Costa ha più di un sassolino da togliersi: ritiene che alcuni degli attacchi patiti in questi mesi, in particolare nella querelle sul futuro dell’aeroporto civile, «non siano stati leali». «Mi chiedo - osserva - dove fossero certi personaggi quando era il momento di discutere».
«Sono convinto - conclude il commissario - che molti vicentini siano orgogliosi di veder ristabilita dignità internazionale nei rapporti fra Italia e Stati Uniti. Purtroppo non tutti hanno lavorato in questa direzione. L'importante è che ora torni la serenità».



LA PROVINCIA

Schneck:
«Era previsto
La materia
non è locale»

«Ho sempre ritenuto che la questione Dal Molin fosse una scelta di natura politica, fuori dalla competenza amministrativa. L’ordinanza del Consiglio di Stato conferma che le cose stanno proprio così».
Per Attilio Schneck, presidente della Provincia, «non è affatto sorprendente» il pronunciamento dei giudici. Ieri mattina, peraltro, la giunta di Palazzo Nievo ha valutato l’ipotesi di costituzione in giudizio a fianco di Governo e Regione e contro Codacons e, tra gli altri, Comune di Vicenza. Una “risposta” al proliferare di costituzioni in giudizio sul fronte del “no”. Tuttavia, la piega data agli eventi dall’ordinanza di ieri rende forse superflua ogni azione da parte della Provincia. «Non è una sentenza - osserva infatti Schneck - ma segna un percorso chiaro».
L’ordinanza dice però che, di fronte agli alti interessi politici in gioco, il giudice amministrativo non è competente e la comunità locale è scavalcata. Che ne pensa il leghista e federalista Scnheck? «Ci sono scelte che spettano alla politica nazionale: e comunque la Lega siede anche al governo».
«Non vedo oltretutto - aggiunge il presidente Schneck - qual è il possibile danno che si prospetta per la città, non ho capito che cosa ci sia da tutelare. L’acqua? Non è un problema. Semmai lo è la strada che non c’è, quella circonvallazione che manca a Vicenza: quello è un argomento che dovrebbe preoccupare i vicentini».
E conclude: «Qui si costruirà una caserma: quando mai lo Stato ha chiesto alle città dove costruire le caserme?».M.SC.




Galan esulta: «Evviva
il Consiglio di Stato»

«Evviva il Consiglio di Stato». Di fronte alle sentenze (ordinanze) dei giudici c’è chi preferisce non commentare e chi, invece, esterna. Della seconda squadra fa parte il presidente della giunta regionale Giancarlo Galan.
La Regione - che a fianco del Governo ha resistito davanti al Tar e si è quindi appellata al Consiglio di Stato, dopo l’ordinanza di sospensiva di metà giugno - non può che essere soddisfatta delle notizie giunte ieri da Roma.
«Non aggiungo nemmeno una virgola - dice Galan - a quanto comunicato dal ConsigLio di Stato a proposito della costruzione della base americana nell’aeroporto Dal Molin. Evviva dunque il Consiglio di Stato e abbasso l’odioso fanatismo antiamericano di chi a Vicenza ha imboccato una pessima strada, per fortuna rifiutata sia dalla sinistra riformista che dal Popolo della Libertà».
«CONSULTAZIONE NOCIVA». A rincarare la dose, dai banchi parlamentari del centrodestra, sponda Lega Nord, è la deputata vicentina Manuela Dal Lago:«Il Tar del Veneto è stato sonoramente bocciato - ha dichiarato Dal Lago, in una nota diffusa anche dall’agenzia Apcom - forse è ora che la smetta di far politica. Come ha sottolineato il Consiglio di Stato non solo il consenso prestato dal Governo italiano all’ampliamento della base Usa è un atto politico, e come tale insindacabile dal giudice amministrativo, ma inoltre ha chiarito che il via libera non può dipendere dall'esito di una consultazione della popolazione locale e che infine non risultano “riscontri concreti” sui rischi di danno ambientale. Il fatto quindi che il sindaco Variati persista nella decisione di indire la consultazione popolare sul Dal Molin è sorprendente, poiché se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Il quesito della consultazione non è pertinente». A questo punto, conclude Dal Lago, la consultazione «sarebbe addirittura nociva perchè rischierebbe di ingenerare ulteriori tensioni in città, sarebbe solo una presa in giro dei cittadini, per giunta molto dispendiosa».
«SILENZI VERGOGNOSI». Restando in casa Lega, per il consigliere regionale Roberto Ciambetti l’ordinanza deve servire «non solo a fare chiarezza ma anche a rasserenare gli animi a Vicenza». Il Consiglio di Stato «ha richiamato una verità finora colpevolmente ignorata dal centrosinistra: l’esistenza cioè di accordi sottoscritti dall’Italia con gli Usa negli anni cinquanta ai quali il nostro Paese non poteva sottrarsi. Aver ignorato quegli accordi e aver costruito su questo silenzio la campagna elettorale che ha portato Variati ad essere eletto sindaco, con l’appoggio dei cittadini contrari alla base militare, non fa onore al vincitore. È stato un silenzio vergognoso».
«SIAMO CON VARIATI». Dal fronte del centrosinistra, gli onorevoli vicentini del Pd Massimo Calearo e Daniela Sbrollini, ribadiscono in una nota «il pieno sostegno al sindaco Achille Variati, che in autunno chiederà alla cittadinanza di esprimersi a favore o contro l’ampliamento della base. Fin d’ora ci impegniamo dai banchi del Parlamento ad essere vigili sentinelle sulle compensazioni che spettano alla nostra città».
Paolo Ferrero, segretario del Prc, ha ribadito il sostegno al “no” nella consultazione di ottobre, affermando che «non vengono meno le ragioni dei cittadini di Vicenza, nè che i procedimenti siano avvenuti in maniera chiara e trasparente. Anzi, si è agito senza il consenso dei cittadini».
«VARIATI SI DIMETTA». Per l’esponente vicentino di Pdl-An Francesco Rucco l’esito del Consiglio di Stato conferma che «era inutile il dibattito in aula consiliare prima delle sentenza di II° (per questo motivo avevamo chiesto il rinvio del dibattito a dopo l'udienza odierna), ed ancor più inutile una consultazione popolare basata su un quesito errato. La dichiarata inutilità della consultazione popolare ad opera del Consiglio di Stato espone il Comune ad evidenti responsabilità patrimoniali di fronte alla Corte dei Conti. Il sindaco farebbe bene a prendere atto del proprio errore e a rassegnare le dimissioni». Valerio Sorrentino è sulla stessa linea: «La logica ed ineccepibile motivazione» dell’ordinanza «fa piazza pulita di tutte le speculazioni ed ipocrisie che paralizzano la vita politica vicentina. Dalla sua elezione Variati ha pensato solo a pagare dazio a chi gli ha permesso di essere eletto per pochi voti dimenticando i problemi concreti della città».





LA LETTERA. Il premier fornisce assicurazioni

Berlusconi scrive
all’aeroporto:
«Si rifà la pista»

«Peccato, forse il premier non è stato ben informato». Mario Martello, amministratore della società Aeroporti Vicentini, mostra tutta la sua amarezza per il contenuto della lettera firmata da Silvio Berlusconi e inviata da palazzo Chigi lunedì sera. Nella nota, il presidente del Consiglio richiama la necessità di rispettare gli accordi fra Italia e Stati Uniti e sottolinea l’importanza del documento votato dal consiglio comunale il 26 ottobre 2006 e delle condizioni imposte, fra cui il mantenimento dell’operatività della pista di volo.
Fin qui le premesse, condivise anche da Martello, che non ha mai voluto entrare nella disputa “base sì, base no”, limitandosi a chiedere la salvaguardia dell’attuale pista di volo e quindi un cambio di rotta rispetto all’opzione ovest.
La lettera rileva poi lo scarso traffico aereo generato dallo scalo berico, la collocazione di un piccolo aeroporto fra i giganti di Verona e Venezia, e la prospettiva della costruzione di una nuova pista rototraslata rispetto all’attuale.
Martello non ha perso un minuto di tempo e ha subito risposto con una lettera in cui informa il capo del governo del fatto che sin dall’inizio il progetto di rototraslazione della pista è stato vivacemente criticato dagli addetti ai lavori vicentini, dal momento che con le potenzialità odierne i 1.500 metri attuali possono essere estesi di altri 300 metri rimanendo all’interno del sedime aeroportuale; se la base verrà costruita sul lato ovest, invece, la pista sarà demolita e ne sarà costruita una di ben 500 metri più corta, con un forte impatto negativo che pregiudicherà l’attività e gli sviluppi futuri. Martello cita a questo proposito il parere dell’Enac. Quanto alla scarsità del traffico, l’amministratore sottolinea come per anni la società è stata impegnata nel dotare lo scalo di strumentazioni e tecnologie adeguate.G.M.M.





GdV 30/07/08



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CYRANO
30-07-2008, 15:43
IL SINDACO. Confermato il voto di ottobre: «L’unico modo per riunire una città divisa è fare esprimere i cittadini»

«Non è cambiato nulla
La consultazione si farà»
di Marco Scorzato

«Rispetto» per l’ordinanza. «Angoscia» per alcune sue motivazioni. «Attesa» per le scelte che vorranno prendere nei prossimi giorni la autorità americane. «Serenità», infine, per l’avvicinamento alla consultazione popolare di ottobre che «si farà come previsto».
Sono passate circa due ore dai primi lanci di agenzia che hanno fatto rimbalzare a Vicenza la notizia del pronunciamento del Consiglio di Stato sul progetto Ederle 2 quando il sindaco Achille Variati si presenta a Palazzo Trissino per esprimere il suo commento.
«Così come ho rispettato l’ordinanza del Tar, rispetto questa del Consiglio di Stato - premette il sindaco - L’ordinanza comunque non cambia nulla, non va ad incidere sulle decisioni che ha assunto il Consiglio comunale. Ad ottobre faremo la consultazione popolare perché il nostro quesito è legittimo: non chiediamo “base sì-base no” ma se avviare una procedura per l’acquisizione dell’area».
LA LEGGE FASCISTA. Il sindaco vuole dunque proseguire sul cammino intrapreso, anche se è il primo a riconoscere che «il pronunciamento è pesante». «Non voglio commentare i pronunciamenti della magistratura; prendo atto tuttavia con angoscia che nell’ordinanza il Consiglio di Stato dichiara di non avere competenza a pronunciarsi in materia». I giudici romani della IV sezione richiamano il Regio Decreto 1054 del 1924, secondo cui «il ricorso in sede giurisdizionale non è ammesso per gli atti emanati dal governo nell’esercizio del potere politico». Sono “politici” gli atti «posti in essere dall’esecutivo in diretta connessione con i supremi interessi dello Stato, con la sua vita e la sua sicurezza».
«Ciò che mi angoscia - osserva Variati - è che sulla base di una legge fascista la suprema corte amministrativa si dice incompetente: ciò significa che un’intera comunità, di fronte alle scelte del governo, non può essere tutelata da nessuno».
LA PALLA AGLI USA. E adesso che nulla vieta agli Usa di entrare al Dal Molin e di iniziare a lavorare, che cosa si aspetta il sindaco? «C’è uno Stato che dice “avanti tutta”, noi vogliamo dare la parola alla città; in mezzo a questa commedia all’italiana - se non fosse una tragedia - ci sono gli Usa, nella posizione più scomoda. Cosa faranno? Aspetteranno che si esprima la città che li ha ospitati per oltre 50 anni?».
È l’interrogativo di tutti. «Palla agli americani», dunque.
Infine, ritorna a difendere la consultazione che ha fortemente voluto: «L’interesse che mi ha sempre mosso è quello di riunire una città divisa; e per farlo non c’è altra via che darle la possibilità di esprimersi: per questo ho voluto la consultazione. Anche se la mia maggioranza si è espressa per il “no”, mi voglio rimettere alla posizione della città».




FRONTE DEL NO. Impatto ambientale ignorato

«Condizionamento
al potere politico»
di Marco Sessa


«Certo, è una delusione profonda; si sperava in qualcosa di diverso, anche se le premesse non erano buone, perchè il presidente della quarta sezione del Consiglio di Stato, Gaetano Trotta, aveva fatto capire fin da prima della seduta quale era l’orientamento».
Non nasconde la delusione Giancarlo Albera, portavoce del coordinamento dei comitati "No Dal Molin".
«Questo è un consenso politico. È vero che un atto politico è insindacabile, ma qui si parla di un atto amministrativo. E allora? Secondo noi il Consiglio di Stato ha sposato completamente la causa dell’avvocatura di Stato; insomma, c’è stato un condizionamento politico. D’altro canto, il ministro La Russa aveva detto che una sospensione non si nega a nessuno: più chiaro di così».
«Non è stata tenuta in alcun conto la valutazione di incidenza ambientale, e questo è un fatto riprovevole, dopo che anche Padova si era mossa, temendo gravi danni alla falda acquifera. Siamo amareggiati, perchè si è fatto prevalere l’aspetto politico sugli interessi generali della popolazione».
Se l’amarezza è il sentimento che prevale al primo impatto con la sentenza, in un secondo momento riprende quota la determinazione.
«Comunque, la partita è ancora aperta. Si è trattato solo di una decisione sulla sospensiva. L’8 ottobre il Tribunale amministrativo del Veneto dovrà pronunciarsi nel merito, e quindi tutto è ancora da decidere. Non abbandoniamo certo la nostra iniziativa ora».
Dura presa di posizione anche da parte del Codacons: «Ci sembra una decisione presa in "ossequio" ai desideri di Berlusconi e del ministro La Russa, che il Codacons non può certo condividere; anche perchè non dice nulla circa i gravissimi rischi ambientali denunciati dalla stessa valutazione di incidenza ambientale fatta realizzare dagli americani, e quindi non sospetta».
«L’ordinanza lascia comunque il tempo che trova,visto che l’8 ottobre il Tar Veneto dovrà decidere nel merito sugli oltre 20 motivi di ricorso presentati; e valutare i gravissimi rischi ambientali».
Il pronunciamento del Consiglio di Stato ha provocato notevole disappunto anche nella Cgil vicentina, che ha espresso il proprio intendimento in un comunicato stampa.
«Preoccupano - si legge tra l’altro - le motivazioni addotte, tutte politiche, che prescindono dagli aspetti territoriali, urbanistici, ambientali, che peserebbero sul futuro della città e della sua popolazione. Colpisce in particolare la banalizzazione sull’assenza di qualsiasi valutazione di impatto ambientale. Il nostro impegno continua. La volontà dei cittadini dovrà prevalere sulle presunte ragioni di stato».



LA MANIFESTAZIONE. In viale Ferrarin oltre duecento cittadini del Presidio marciano fino ai cancelli del Dal Molin «Ritorna la monarchia»

di Gian Maria Maselli

Tamburi nella notte. Con una sorta di rito tribale i presidianti No Dal Molin, radunatisi in 250 davanti al cancello d’ingresso dell’aeroporto in viale Ferrarin, compiono un «gesto di indignazione e rabbia» con una delle loro performance preferite: il cemento a presa rapida.
Clima tranquillo: gli uomini della questura si limitano a sbarrare il passo quando alcuni manifestanti, a distanza di sicurezza, accompagnati dai tamburi in sottofondo, incollano all’asfalto quattro blocchi di cemento, un water e un bidet. Gesto dal “profumo” sottilmente simbolico, a conclusione di una manifestazione iniziata due ore prima.
«Solo un antipasto: faremo una fiaccolata domani sera in piazza Castello - annuncia il portavoce Francesco Pavin - ma intanto siamo qui per gridare la nostra indignazione verso un Governo che ci tratta come sudditi. Scopriamo oggi, con l’ordinanza del Consiglio di Stato, che viviamo ancora come sotto la monarchia».
Il riferimento è al regio decreto del 1924 che sancisce la preminenza della ragion di Stato su qualsiasi altra cosa. Tar compreso.
Olol Jackson, uno dei leader del Presidio, commenta: «Ordinanza prevista, e l’appiglio adottato si commenta da sè. Il Consiglio di Stato, richiamandosi a un regio decreto del 1924, ha stabilito ieri che la ragion di Stato viene prima del rispetto di un territorio e di una comunità. Dove saranno i guitti del federalismo e del “padroni a casa nostra” quando il Governo centralista manderà carabinieri e polizia a picchiare normali cittadini che si battono per difendere la loro terra? Imporre decisioni manu militari: sono questi i sacrifici di cui parlò Berlusconi tre mesi fa quando venne a Vicenza? E perchè mai si dovrebbe parlare di compensazioni, visto che i comitati del sì dicono che si sta per costruire a Vicenza un paradiso, l’eldorado economico?».
E Cinzia Bottene, consigliere comunale della lista “Vicenza libera-No Dal Molin” dice: «La sentenza era già scritta, per noi non cambia nulla. Andremo avanti con le nostre sole forze: la mobilitazione di noi comuni cittadini. Non mi aspettavo una motivazione così politica da sembrare una sentenza. Il Consiglio di Stato scava un solco tra sè e i tribunali amministrativi regionali, che ora dovrebbero piegarsi, come i cittadini, a qualsiasi ragione politica e di Stato. Il Consiglio dice che l’impatto ambientale della base militare è tutto da dimostrare. Per forza: ben due governi hanno impedito che venisse fatta la Valutazione di impatto ambientale, che nei suoi carteggi il commissario Paolo Costa definì un’insidia. Sì, insidia. Perchè dimostrerebbe i veri pericoli ambientali. Quanto al referendum, avrà valore eccome. Se lo vinceremo, gli americani faranno imporre con la forza una decisione sgradita alla maggioranza della città?».




HÜLLWECK. L’ex sindaco: «Le nostre scelte erano le uniche possibili»

«La verità trionfa»

«In tutto questo periodo sono stato in silenzio ad attendere la parola finale del Consiglio di Stato, sulla quale peraltro non avevo dubbi: oggi si può dimostrare che il percorso che ho seguito, quando ero sindaco, è stato corretto ed era l’unico che si potesse tenere sulla base delle leggi vigenti».
Enrico Hüllweck esce allo scoperto poche ore dopo l’ordinanza. Le leggi richiamate dal Consiglio di Stato, dice l’ex primo cittadino, «sono le stesse che a Palazzo Trissino abbiamo visto e rivisto non so quante volte, fotocopiandole e inviandole in tutte le sedi, Comipar (Comitato misto paritetico) in primis».
Secondo Hüllweck «ora la verità trionfa: coloro che avevano pensato a chissà quali omissioni devono ricredersi. Mi conforta vedere che sull’ipotesi referendum il Consiglio di Stato dà ragione alla mia posizione: fui il primo a pensare al referendum, ma poi scartai l’ipotesi dopo aver visto che le leggi non me lo consentivano. Allo stesso modo non era possibile nemmeno che il Consiglio comunale deliberasse su questa materia. Come concordato all’epoca con l’allora ministro della Difesa Arturo Parisi, la Sala Bernarda si è espressa soltanto con un ordine del giorno: al di là del “sì” o “no”, non era possibile fare di più».
«Mi fa piacere inoltre - conclude l’ex primo cittadino - che il Consiglio di Stato, in alcuni passaggi della sua ordinanza, tranquillizzi in merito alla portata della nuova costruzione; non è catastrofica come alcuni vogliono far credere. Mi auguro che adesso molti si ricredano».M.SC.




GdV 30/07/08



Cmolamlamlaa

Black Dawn
30-07-2008, 16:56
Abbiamo fatto bene a tenerci la base in Italia,indotto e lavoro per i vicentini,il consiglio di stato ha dato giustamente ragione al governo.
Ora avanti con i lavori.

Ah perchè tu dai per scontato che si faranno stì lavori? :asd:

Illuditi pure (Ma il bello è che fai pure il tifo, te ne venisse qualcosa in tasca lo capirei pure):mbe:

alarico75
30-07-2008, 17:11
Ah perchè tu dai per scontato che si faranno stì lavori? :asd:

Illuditi pure (Ma il bello è che fai pure il tifo, te ne venisse qualcosa in tasca lo capirei pure):mbe:

Beh il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che il referendum su questo non conta nulla, e che il TAR si e' espresso impropriamente.

Piu' chiaro di cosi'... poi vedremo la prossima puntata.

Black Dawn
30-07-2008, 17:35
Beh il Consiglio di Stato ha detto chiaramente che il referendum su questo non conta nulla, e che il TAR si e' espresso impropriamente.

Piu' chiaro di cosi'... poi vedremo la prossima puntata.

Il consiglio di stato sottovaluta i vicentini...e di brutto. :asd:

alarico75
30-07-2008, 17:37
Il consiglio di stato sottovaluta i vicentini...e di brutto. :asd:

Si,come no,sicuramente ci sono alternative legali al TAR o al referendum,me le racconti? Le hanno appena bocciate!

Ah una cosa:i mitra non sono un'alternativa lecita!
:D

easyand
30-07-2008, 17:40
Il consiglio di stato sottovaluta i vicentini...e di brutto. :asd:

che per inciso il referendum, non conta una mazza

Black Dawn
30-07-2008, 17:44
che per inciso il referendum, non conta una mazza

Si si per carità, non conta niente per la burocrazia...

Come dire...

La differenza tra la teoria e la realtà dei fatti.

Italia e Usa ignoreranno un referendum negativo, anche se inutile?

Se la risposta sarà si, allora ne vedremo delle belle.:O

radiovoice
30-07-2008, 17:48
Si si per carità, non conta niente per la burocrazia...

Come dire...

La differenza tra la teoria e la realtà dei fatti.

Italia e Usa ignoreranno un referendum negativo, anche se inutile?

Se la risposta sarà si, allora ne vedremo delle belle.:O


finalmente uno che vede le cose con una prospettiva meno limitata ;)

Black Dawn
30-07-2008, 17:59
finalmente uno che vede le cose con una prospettiva meno limitata ;)

E considera che sono anche un pò di "parte" (ho Bassano del Grappa nel cuore).:p

Apocalise_21
30-07-2008, 21:55
Solo una curiosità... per caso c'è qualcuno a favore?:D

Black Dawn
30-07-2008, 22:04
Solo una curiosità... per caso c'è qualcuno a favore?:D

Gli unici vicentini che possono essere a favore sono quelli che lavorano nell'indotto della base...:fagiano:

Fil9998
30-07-2008, 22:34
più che ltro perchè han imparato che i simpatici ragazzotti piantano casini inverosimili in libera uscita,

e quando si va sul comportamento penalmente rilevante comunque vengono salvati ...

in pratica vicenza città e dintorni è la loro disneyland...

ste cose specie se ripetute nei decenni minano non poco i rapporti...

poi c'è tutto il resto...

radiovoice
30-07-2008, 22:40
più che ltro perchè han imparato che i simpatici ragazzotti piantano casini inverosimili in libera uscita,

e quando si va sul comportamento penalmente rilevante comunque vengono salvati ...

in pratica vicenza città e dintorni è la loro disneyland...

ste cose specie se ripetute nei decenni minano non poco i rapporti...

poi c'è tutto il resto...

*

Fil9998
30-07-2008, 22:42
e ... ovviamente i giornali non ne parlano mai...

easyand
31-07-2008, 08:07
più che ltro perchè han imparato che i simpatici ragazzotti piantano casini inverosimili in libera uscita,

e quando si va sul comportamento penalmente rilevante comunque vengono salvati ...

in pratica vicenza città e dintorni è la loro disneyland...

ste cose specie se ripetute nei decenni minano non poco i rapporti...

poi c'è tutto il resto...

qualche tempo fa alla RAI (1 annetto circa mi pare) avevano fatto un documentario dove intervistavano un po di vicentini e di cittadini di aviano chiedendo quali fossero i rapporti con gli americani, e non mi pareva proprio che il giudizio fosse negativo come il tuo.

radiovoice
31-07-2008, 08:10
qualche tempo fa alla RAI (1 annetto circa mi pare) avevano fatto un documentario dove intervistavano un po di vicentini e di cittadini di aviano chiedendo quali fossero i rapporti con gli americani, e non mi pareva proprio che il giudizio fosse negativo come il tuo.

Inidoneo a provare alcunchè.
Prova invece a pensare come mai a Vicenza, una delle culle di Forza Italia, ha vinto un sindaco del PD.... Perchè molta gente di destra, turandosi il naso, ha votato per il candidato che nei confronti della questione Dal Molin ha detto di non voler accettare una svendita della città.

Apocalise_21
31-07-2008, 08:32
poi c'è tutto il resto...

Con "tutto il resto" cosa intendi? Solito anti-militarismo e anti-USA?

Fil9998
31-07-2008, 08:43
qualche tempo fa alla RAI (1 annetto circa mi pare) avevano fatto un documentario dove intervistavano un po di vicentini e di cittadini di aviano chiedendo quali fossero i rapporti con gli americani, e non mi pareva proprio che il giudizio fosse negativo come il tuo.

bhè non ci vuole mica tanto: basta passare solo le interviste di un colore...

se ascolti emilio fede in italia son berlusconiani anche i gatti soriani...

Fil9998
31-07-2008, 08:49
Con "tutto il resto" cosa intendi? Solito anti-militarismo e anti-USA?

ma non solo:
c'è ovvimaente il discorso impatto ambientale (L'ACQUA SOPRATTUTTO VISTO CHE STIAMO PARLANDO DI METTER A RISCHIO L' ACQUA DI TRE PROVINCE !!!!!!!)



e impatto sociale (chi vive in città con forte presenza di militari sa che anche sefossero italiani, quando son tanti rispetto ai civili, comunque si creano attriti, anceh se son italiani)


dovreste esser veneti per capire una cosa basilare:

a noi tutto ciò che è "foresto" "straniero/inusuale/strano" ci lascia perplessi, amareggiati e soprattutto fa sospettare che ci sia l'inc..ta sotto.


se poi l'inc... talvolta o spesso in passato s'è palesata (esempio il cermis, esempio calipari, esempio di micro attriti già detti)
noi pin automatico passiamo alla presunzione che chi c'ha gia fottuti sicuramete la prossima volta ci fotterà col calibro più grosso.


vale per i mussulmani, vale per gli zingari, vale per gli est europei, vale per i "'taliani" e vale anche per gli ammeriggani.


siamo razzisti?

forse si.

ma non spariamo MAI il primo colpo, nè il econdo, nè il terzo ...

solo dopo anni di accorgerci che lo pigliamo o che la situazione non è buona quanto ci si aveva promesso (che per noi è come pigliarlo) allora
passiamo alla "resistenzapassiva" tipo mulo da alpino.

o tipo gandhi se preferite...


rarissimamente passimao alla fase "resitenza attiva" ...

se ora i leghismi e anti-forestismi vanno alla grande è perchè la misura è colma dopo decenni.

zerothehero
31-07-2008, 14:38
Si si per carità, non conta niente per la burocrazia...

Come dire...

La differenza tra la teoria e la realtà dei fatti.

Italia e Usa ignoreranno un referendum negativo, anche se inutile?

Se la risposta sarà si, allora ne vedremo delle belle.:O

Tipo l'arresto per i facinorosi che impediranno di costruire la base? :D
Il referendum (cosa che continuo a ripetere da più di un anno) è perfettamente inutile, figuriamoci se dobbiamo farci governare dai referendum (manco abrogativi), manco fossimo nella repubblica pannelliana.

Apocalise_21
31-07-2008, 15:08
dovreste esser veneti per capire una cosa basilare:

a noi tutto ciò che è "foresto" "straniero/inusuale/strano" ci lascia perplessi, amareggiati e soprattutto fa sospettare che ci sia l'inc..ta sotto.

Beh allora il "problema" in un certo senso in buona parte sta "nell'essere veneti", cioè nella mentalità che avete, o sbaglio? Ok, avere dei militari in giro può nn piacere, ma nn è necessariamente un male...:O

CYRANO
31-07-2008, 15:11
Beh allora il "problema" in un certo senso in buona parte sta "nell'essere veneti", cioè nella mentalità che avete, o sbaglio? Ok, avere dei militari in giro può nn piacere, ma nn è necessariamente un male...:O

sempre che non si ubriachino ogni stanto fine settimana scatenando risse e provocando incidenti...


C'.a'.z'.a

Apocalise_21
31-07-2008, 15:18
sempre che non si ubriachino ogni stanto fine settimana scatenando risse e provocando incidenti...


C'.a'.z'.a

Perchè sono solo gli americani che si ubriacano, vero? Scusa nn lo sapevo... allora la prossima che vado a ballare e vedo una rissa con degli ubriachi coinvolti inizio a sfotterli canticchiando l'inno a stelle e strisce...:what: :asd: :asd: :asd:

CYRANO
31-07-2008, 15:22
Perchè sono solo gli americani che si ubriacano, vero? Scusa nn lo sapevo... allora la prossima che vado a ballare e vedo una rissa con degli ubriachi coinvolti inizio a sfotterli canticchiando l'inno a stelle e strisce...:what: :asd: :asd: :asd:

ah quindi non vale piu' il detto " gia' che ne abbiamo in italia non serve farne venire altri dall'estero " ?

decidetevi...


C;,a;,z;,a

Apocalise_21
31-07-2008, 15:30
ah quindi non vale piu' il detto " gia' che ne abbiamo in italia non serve farne venire altri dall'estero " ?

decidetevi...


C;,a;,z;,a

Si ma non mi dire che gli americani vengono qui e pensano ad ubriacarsi il sabato sera dai..

CYRANO
03-09-2008, 07:50
VERSO IL 5 OTTOBRE. La maggioranza comunale chiama i vicentini al voto: «La prima occasione per esprimersi»
Dal Molin, via agli slogan “Sì per dire No alla base”
Partito democratico, lista Variati e Vicenza capoluogo a caccia dei numeri per dare un senso alla consultazione


VISTA DAL PIAZZALE. Perché proprio sul piazzale della Vittoria, questo appuntamento? Perché, hanno spiegato, da lì si torna a vedere ogni volta chiaramente che cosa sarebbe la base Dal Molin in rapporto a Vicenza: «Prima di decidere di non andare a votare, chi è dubbioso si faccia una passeggiata a Monte e si fermi un minuto sulla balaustra che guarda la città: l’impatto diventa subito evidentissimo».
L’impatto urbanistico, dunque, prima di ogni altro perché: «Il centrodestra che aveva avallato questa violenza sul tessuto urbano continua a fare campagna politica accusandoci di antiamericanismo: qui nessuno è antiamericano per partito preso, siamo solo a favore di Vicenza».
«Il progetto di una nuova base - secondo Formisano - cambierebbe per sempre il volto della nostra città, vincolando a scopi militari un grande polmone verde che dovrebbe invece essere restituito ai vicentini. La nostra battaglia non ha nulla a che vedere con l'antiamericanismo. Siamo contrari alla costruzione di una nuova base militare in un'area che potrebbe essere utilizzata diversamente, e con maggiori benefici per i cittadini». Salvo però mettere anche in guardia da che cosa vuole dire in questi anni la sovranità o la non-sovranità militare: per Soprana «il caso della guerra in Georgia e delle differenti posizioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea parla chiaro».
UN SI PER IL NO. Quanto al parlar chiaro... è un problema anche per la propaganda anti-base e pro-consultazione. Il 5 ottobre ci vorrà una crocetta sul Sì per dire No al Dal Molin americano: prima di tutto c’è da far capire questo. E così i manifesti e le cartoline che diffondono in questi giorni il Partito Democratico, la lista Variati e Vicenza Capoluogo hanno questo slogan: “Un No alla base e un Sì alla città”.
La mobilitazione delle tre liste sarà intensa per quattro settimane, con banchetti e gazebo organizzati in tutti i mercati di quartiere.
L’immagine propagandistica scelta ritrae tre ipotetici vicentini nel ruolo delle “tre scimmiette” che non vedono, non parlano e non sentono: uno si copre gli occhi, uno si chiude la bocca, il terzo si tappa le orecchie. “Qualcuno ti vuole così” dice il testo-ammonimento.
CITTADINI PROTAGONISTI. «Sulla vicenda Dal Molin - hanno detto ancora Formisano, Colombara e Soprana, che erano a Monte Berico con i colleghi consiglieri Zanetti, Sgreva e Rossi - in questi anni tutti hanno potuto dire la propria: governi, ministri, commissari. Tutti tranne i cittadini, a cui si pretende di imporre scelte calate dall'alto. È tempo che la parola torni alla città. Il tempo della rassegnazione è finito. A Vicenza i cittadini torneranno protagonisti».
Quello che succederà dopo - a consultazione effettuata e misurata - è tutto da vedere, stanti le situazioni combinate (decisioni governative, favore di Provincia e Regione, conferme della magistratura amministrativa) che sono tutte a favore della costruzione della maxi-base.
Resta in sospeso la sentenza del Tar Veneto, attesa per l’8 ottobre. E resta da vedere la scelta finale del governo statunitense: «Se i vicentini dicono Sì all’area verde e No agli impianti militari - è l’interrogativo speranzoso di Soprana - che cosa faranno gli americani»?



Antonio Trentin
Manca poco più di un mese alla “consultazione quasi referendum” che l’Amministrazione Variati ha indetto per far dire a Vicenza se la super-caserma statunitense è o no una cosa buona per la città. Ed ecco partire la campagna informativa-elettorale del fronte degli “anti”. Ieri si sono mossi i tre gruppi che fanno maggioranza in consiglio comunale: il Partito Democratico, la lista Variati Sindaco e i “civici” di Vicenza Capoluogo.
Chiedono prima di tutto di andare a votare il 5 ottobre, perché la paura è che il disinteresse si sommi alla “diserzione” proclamata e propagandata dal Popolo della libertà - che resta tutto filo-base - e che così la prevedibilissima vittoria del Sì (per dire No al progetto) resti confinata in numeri insoddisfacenti.
«È la prima volta che i vicentini possono esprimersi. Un’occasione che la precedente giunta Hüllweck non ha mai preso in considerazione. Non si deve sprecarla e non si può fare come fa il centrodestra: perché chiedere di stare a casa e di non dare il proprio parere è una rinuncia al proprio ruolo di cittadini» hanno detto - in un incontro con tivù e stampa a Monte Berico - i portavoce delle tre forze politiche, Federico Formisano, Raffaele Colombara e Stefano Soprana.

GdV di ieri.


C;,a;,z,;a;,

LUVІ
04-09-2008, 10:25
http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/base-vicenza-tar/molin-stop/molin-stop.html

Una legge regionale ferma la costruzione di 215 villette
Blitz di protesta anche al festival del cinema di Venezia
"Dal Molin, niente ampliamento"
Gli Usa: il piano è morto
dal nostro inviato MASSIMO PISA

VICENZA - Più che i comitati e i cortei, più che i ricorsi al Tar e i preannunciati blitz alla Mostra del cinema di Venezia, poterono un ufficio tecnico comunale e una leggina regionale. Che obbligano l'esercito americano a cancellare il contestatissimo ampliamento della caserma Ederle, le famigerate 215 villette da tre, quattro e cinque stanze da costruire a ridosso dell'aeroporto Dal Molin.

E a ripensarne uno meno ampio e più frazionato, piccoli insediamenti intorno a Vicenza sul modello della base Nato di Aviano. Il progetto originale, infatti, avrebbe obbligato il comune di Quinto Vicentino, 5.383 abitanti a nord-est del capoluogo, a bloccare ogni nuova costruzione per i prossimi dieci anni, in base al regolamento urbanistico della regione Veneto governata da Giancarlo Galan, proconsole di Berlusconi e ultrà della prima ora della base americana.
Da qui il passo indietro volontario dell'esercito a stelle e strisce.

"Quinto è morto", sentenzia l'ingegner Kambiz Razzaghi, il responsabile dell'ampliamento della Ederle che ha annunciato il passo indietro sull'edizione online del quotidiano Stars and Stripes, il giornale dell'Us Army per i soldati stanziati in Europa e nel Pacifico. Dove, curiosamente, in home page campeggia l'annuncio dell'esercito per il reclutamento di nuove truppe in Germania e a Vicenza. "Le leggi del posto salvaguardano le aree agricole dagli insediamenti urbani - spiega Razzaghi - e se il consiglio comunale di Quinto avesse dato il via libera, avrebbero superato la loro quota di costruzioni per i prossimi dieci anni. Nessun cittadino si sarebbe potuto costruire la casa. Loro non volevano, i nostri contractor italiani nemmeno e così è saltato tutto".

Colpa di un progetto, quello per l'ingrandimento del quartier generale della 173ª Brigata aerea americana, concepito con regolamenti diversi. Scartata la ricerca di una zona alternativa, visto che i regolamenti riguardano l'intero Veneto e che i lavori della Ederle 2 non erano ancora partiti, si è quindi deciso di adottare il modello Aviano, dove oltre una ventina di piccoli insediamenti sono sparpagliati nei comuni limitrofi.
La retromarcia promette di ridar fiato al Comitato "No Dal Molin", fiaccato dalla sentenza del Consiglio di Stato di fine luglio, aveva dato il via libera ai lavori smentendo una sentenza del Tar del Veneto e svuotando di significato il referendum consultivo annunciato dal sindaco di Vicenza Achille Variati (Pd) per il 5 ottobre. E rischia di cambiare anche il calendario delle proteste: per sabato i comitati avevano annunciato il via di un "campeggio nazionale" intorno alla Ederle, sorta di presidio per impedire l'avvio dei lavori.

E oggi una delegazione dei No-Dal Molin è attesa al Lido di Venezia per consegnare al commissario governativo alla base Paolo Costa il Premio Attila d'oro "come miglior devastatore di territori". L'ennesima polemica, l'ultima di quattro anni di battaglie, pareri governativi e carte bollate.

Costa ha già fatto sapere che "grazie al riutilizzo di edifici già esistenti, la base americana si amplierà conservando il più grande spazio verde vicentino che precedenti soluzioni volevano sacrificare". Il ritiro americano cancella tutto.


(4 settembre 2008)

:)

radiovoice
04-09-2008, 10:45
dal molin: IL PIANO E' MORTO!!!


http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/cronaca/base-vicenza-tar/molin-stop/molin-stop.html

radiovoice
04-09-2008, 10:47
VICENZA - Più che i comitati e i cortei, più che i ricorsi al Tar e i preannunciati blitz alla Mostra del cinema di Venezia, poterono un ufficio tecnico comunale e una leggina regionale. Che obbligano l'esercito americano a cancellare il contestatissimo ampliamento della caserma Ederle, le famigerate 215 villette da tre, quattro e cinque stanze da costruire a ridosso dell'aeroporto Dal Molin.

E a ripensarne uno meno ampio e più frazionato, piccoli insediamenti intorno a Vicenza sul modello della base Nato di Aviano. Il progetto originale, infatti, avrebbe obbligato il comune di Quinto Vicentino, 5.383 abitanti a nord-est del capoluogo, a bloccare ogni nuova costruzione per i prossimi dieci anni, in base al regolamento urbanistico della regione Veneto governata da Giancarlo Galan, proconsole di Berlusconi e ultrà della prima ora della base americana.
Da qui il passo indietro volontario dell'esercito a stelle e strisce.

"Quinto è morto", sentenzia l'ingegner Kambiz Razzaghi, il responsabile dell'ampliamento della Ederle che ha annunciato il passo indietro sull'edizione online del quotidiano Stars and Stripes, il giornale dell'Us Army per i soldati stanziati in Europa e nel Pacifico. Dove, curiosamente, in home page campeggia l'annuncio dell'esercito per il reclutamento di nuove truppe in Germania e a Vicenza. "Le leggi del posto salvaguardano le aree agricole dagli insediamenti urbani - spiega Razzaghi - e se il consiglio comunale di Quinto avesse dato il via libera, avrebbero superato la loro quota di costruzioni per i prossimi dieci anni. Nessun cittadino si sarebbe potuto costruire la casa. Loro non volevano, i nostri contractor italiani nemmeno e così è saltato tutto".

Colpa di un progetto, quello per l'ingrandimento del quartier generale della 173ª Brigata aerea americana, concepito con regolamenti diversi. Scartata la ricerca di una zona alternativa, visto che i regolamenti riguardano l'intero Veneto e che i lavori della Ederle 2 non erano ancora partiti, si è quindi deciso di adottare il modello Aviano, dove oltre una ventina di piccoli insediamenti sono sparpagliati nei comuni limitrofi.
La retromarcia promette di ridar fiato al Comitato "No Dal Molin", fiaccato dalla sentenza del Consiglio di Stato di fine luglio, aveva dato il via libera ai lavori smentendo una sentenza del Tar del Veneto e svuotando di significato il referendum consultivo annunciato dal sindaco di Vicenza Achille Variati (Pd) per il 5 ottobre. E rischia di cambiare anche il calendario delle proteste: per sabato i comitati avevano annunciato il via di un "campeggio nazionale" intorno alla Ederle, sorta di presidio per impedire l'avvio dei lavori.

E oggi una delegazione dei No-Dal Molin è attesa al Lido di Venezia per consegnare al commissario governativo alla base Paolo Costa il Premio Attila d'oro "come miglior devastatore di territori". L'ennesima polemica, l'ultima di quattro anni di battaglie, pareri governativi e carte bollate.

Costa ha già fatto sapere che "grazie al riutilizzo di edifici già esistenti, la base americana si amplierà conservando il più grande spazio verde vicentino che precedenti soluzioni volevano sacrificare". Il ritiro americano cancella tutto.


E tutto ciò in base ad una legge dello stesso Galan... hhuuuhahahahahahahaha

Godogodo.

radiovoice
04-09-2008, 10:48
appena letto...uuudddiuuu quanto goooddoooooooo




http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1317449

-kurgan-
04-09-2008, 10:55
:cool:

zerothehero
04-09-2008, 10:56
Lol, ma è un ping-pong. :D
Cmq anche questo problema è superabile, basta una nuova legge o una deroga.

zerothehero
04-09-2008, 10:56
Io direi di continuare nel thread di radiovoice.

radiovoice
04-09-2008, 10:59
Lol, ma è un ping-pong. :D
Cmq anche questo problema è superabile, basta una nuova legge o una deroga.

Toh...un fan del sistema "mi faccio le leggi che voglio se una esistente mi rompe le uova nel paniere"? :D

CYRANO
04-09-2008, 10:59
ma secondo me e' anche una buona idea...
sparpagliarli un po' qui e un po' la' , aiuta l'integrazione con la popolazione e dimuisce il rischio di vedere branchi da 20-30 militari ubriachi vagare senza meta il sabato sera :asd:

comunque Roana ( altopiano di asiago ) si e' proposta come alternativa per la base :D si ce la vedo la ederle 2 in mezzo alla pineta :asd:


Cajnajaaa

evelon
04-09-2008, 11:00
cioè ?

Invece di un singolo ampliamento faranno una moltitudine di piccoli centri ?

Parlo da non conoscitore della zona: ma non è peggio così ?
Invece che una singola base ci si ritrova con decine di piccoli centri di militari ovunque ?

CYRANO
04-09-2008, 11:02
cioè ?

Invece di un singolo ampliamento faranno una moltitudine di piccoli centri ?

Parlo da non conoscitore della zona: ma non è peggio così ?
Invece che una singola base ci si ritrova con decine di piccoli centri di militari ovunque ?

no. gia' adesso molti americani sono sparsi per la citta' e limitrofi in appartamenti dati in affitto.
secondo me invece e' positivo.
si limita la " ghetizzazione" dei militari e l'integrazione con la popolazione.


C;,a;,z;,a

Black Dawn
04-09-2008, 11:07
Lol, ma è un ping-pong. :D
Cmq anche questo problema è superabile, basta una nuova legge o una deroga.

Buahahahahahaha...

http://i22.photobucket.com/albums/b346/a429MySpace/Owned/owned-shark.jpg


E' stato un piacere. :asd:

Black Dawn
04-09-2008, 11:10
Un cordiale saluto a tutti i vicentini del forum...:D ;)

evelon
04-09-2008, 11:19
no. gia' adesso molti americani sono sparsi per la citta' e limitrofi in appartamenti dati in affitto.
secondo me invece e' positivo.
si limita la " ghetizzazione" dei militari e l'integrazione con la popolazione.


C;,a;,z;,a

si, forse questo è positivo.

Ma se non ho capito male l'aeroporto (che è l'oggetto del contendere) lo allargano lo stesso no?

zerothehero
04-09-2008, 11:22
La foto è carina lo ammetto.:O
Ma non mi pare che la legge regionale non possa essere modificata e poi, anche se ciò non avvenisse, basterebbe sparpagliare le villette per i paesi limitrofi, non incorrendo in violazioni di legge.
Mi fa un pò sorridere questa esultanza...la volontà politica di allargare la base rimane...e se c'è volontà politica (e i numeri per attuare tale volontà) non c'è regolamento o legge che tengano.

CYRANO
04-09-2008, 11:25
si, forse questo è positivo.

Ma se non ho capito male l'aeroporto (che è l'oggetto del contendere) lo allargano lo stesso no?

beh presumo ci facciano uffici ed altro.
e magari solo gli alloggi gli sparpaglino...

boh...

Clal,zl,a

zerothehero
04-09-2008, 11:26
Toh...un fan del sistema "mi faccio le leggi che voglio se una esistente mi rompe le uova nel paniere"? :D

Le leggi sono strumenti.
Se si vuole allargare una base e una (capirai ce ne sono pù di 50000, quindi non è difficile trovarne per la bisogna) me lo impedisce (legge pensata per una pianificazione urbana, ma inadeguata per una base militare), si cambia la legge.
Così semplice. :O
O credi che Galan non abbia i numeri per farlo? :sbonk:
Che c'è poi da esultare...avrete gli alloggi sparsi per tutti i paesi limitrofi vicentini..una grande vittoria, c'è da dire...

evelon
04-09-2008, 11:26
beh presumo ci facciano uffici ed altro.
e magari solo gli alloggi gli sparpaglino...

boh...

Clal,zl,a

quindi, all'atto pratico non c'è differenza.

E perchè i no-dal-molin sono contenti ? :confused:
Ma lo sono ?

-kurgan-
04-09-2008, 11:28
quindi, all'atto pratico non c'è differenza.

E perchè i no-dal-molin sono contenti ? :confused:
Ma lo sono ?

veramente non è affatto la stessa cosa, l'impatto di tutte quelle case che ghettizzano i militari tutti insieme in un quartiere a parte è un orrore urbanistico. Per fortuna pare si voglia prendere esempio da soluzioni più intelligenti, tipo Aviano.

Black Dawn
04-09-2008, 11:29
La foto è carina lo ammetto.:O
Ma non mi pare che la legge regionale non possa essere modificata e poi, anche se ciò non avvenisse, basterebbe sparpagliare le villette per i paesi limitrofi, non incorrendo in violazioni di legge.
Mi fa un pò sorridere questa esultanza...la volontà politica di allargare la base rimane...e se c'è volontà politica (e i numeri per attuare tale volontà) non c'è regolamento o legge che tengano.

Ci penseranno i cittadini di Vicenza, no problem.:O

evelon
04-09-2008, 11:31
veramente non è affatto la stessa cosa, l'impatto di tutte quelle case che ghettizzano i militari tutti insieme in un quartiere a parte è un orrore urbanistico. Per fortuna pare si voglia prendere esempio da soluzioni più intelligenti, tipo Aviano.

ah, ecco...

forse ci sono parecchie idee confuse in giro :D

Pensavo che i no-dla-molin non volessero la base, per motivi pacifisti , no -al-militare etc...

Invece sono questioni meramente urbanistiche ????

Tutto il casino che è stato fatto era per delle costruzioni brutte ?

Lo dico senza flame, però davvero mi giunge nuovo

easyand
04-09-2008, 11:33
veramente non è affatto la stessa cosa, l'impatto di tutte quelle case che ghettizzano i militari tutti insieme in un quartiere a parte è un orrore urbanistico. Per fortuna pare si voglia prendere esempio da soluzioni più intelligenti, tipo Aviano.

ad aviano vivono comunque in un "ghetto", ci certo la soluzione non sarà farli vivere insieme a tutti gli "altri" ma 2 o 3 villaggi dedicati

-kurgan-
04-09-2008, 11:35
ah, ecco...

forse ci sono parecchie idee confuse in giro :D

Pensavo che i no-dla-molin non volessero la base, per motivi pacifisti , no -al-militare etc...

Invece sono questioni meramente urbanistiche ????

Tutto il casino che è stato fatto era per delle costruzioni brutte ?

Lo dico senza flame, però davvero mi giunge nuovo

ma ti sembra poco l'impatto di migliaia di persone che improvvisamente da un giorno all'altro fanno diventare la gente locale in minoranza? per gli extracomunitari africani è un problema e per i militari americani no? :D
il discorso pacifista mi sembra insensato, a meno che non si parli di CHIUDERE completamente la base esistente.

-kurgan-
04-09-2008, 11:36
ad aviano vivono comunque in un "ghetto", ci certo la soluzione non sarà farli vivere insieme a tutti gli "altri" ma 2 o 3 villaggi dedicati

i miei hanno una fattoria a 5km da Aviano.. le famiglie degli americani vivono sparse in ville nelle campagne circostanti, perfettamente integrate ;)

CYRANO
04-09-2008, 11:37
quindi, all'atto pratico non c'è differenza.

E perchè i no-dal-molin sono contenti ? :confused:
Ma lo sono ?

Allora , spiego un attimo la situazione odierna , sperando di essere chiaro.

La presenza della comunita' americana a vicenza si colloca in 3 diverse ma collegate realta'.
- La base ederle : qui dove lavorano principalmente ( ci sono altri 3 siti esterni in paesi limitrofi , compreso l'ex site pluto ) e dove alloggia parte della truppa.
- il Villaggio Americano , non lontano dalla base ( in auto 2-3 min a medio traffico ) , dove alloggiano i familiari dei soldati e i piu' alti ufficiali ( non tutti ma la maggior parte ) .
lo potete vedere qui : http://maps.google.it/maps?f=q&hl=it&geocode=&q=vicenza&ie=UTF8&ll=45.531094,11.586027&spn=0.00711,0.013733&t=k&z=16
- infine appartamenti sparsi per la citta' e paesi limitrofi , nel raggio di qualche km dal centro , dove alloggiano militari con famiglia , civili e ufficiali sempre con famiglia .

Quello che ipotizzo e' la costruzione di case semplici per accogliere militari ed eventuali famiglie , come gia' succede in parte gia' ora ( non le costruiscono appositamente , ma vengono affitati appartamenti disponibili ).
Pero' non ho la certezza ovviamente...


Cmlalzml,a

zerothehero
04-09-2008, 11:38
Lo dico senza flame, però davvero mi giunge nuovo

C'è un pò di tutto..dal comunista antiamericano, alla casalinga che ha paura di vedersi svalutare la casa a quello che teme che gli americani prosciughino la falda vicentina....
Il fronte è variegato, ma si unisce per uno scopo comune, che è quello di bloccare l'ampliamento della base.

radiovoice
04-09-2008, 11:41
C'è un pò di tutto..dal comunista antiamericano, alla casalinga che ha paura di vedersi svalutare la casa a quello che teme che gli americani prosciughino la falda vicentina....
Il fronte è variegato, ma si unisce per uno scopo comune, che è quello di bloccare l'ampliamento della base.

a quello che trova una follia mettere una ennesima enorme base militare americana a 5km dalla Basilica del Palladio, come il sottoscritto.
Non generalizziamo sempre please...

Senza Fili
04-09-2008, 11:42
no. gia' adesso molti americani sono sparsi per la citta' e limitrofi in appartamenti dati in affitto.
secondo me invece e' positivo.
si limita la " ghetizzazione" dei militari e l'integrazione con la popolazione.


C;,a;,z;,a

vero

radiovoice
04-09-2008, 11:43
vediamo...io ho la sensazione che l'interesse degli americani per vicenza possa - fortunatamente - affievolirsi non poco.