Come il micrometeorite ha danneggiato il telescopio spaziale James Webb
Il telescopio spaziale James Webb è stato colpito alla fine di maggio da un micrometeorite che ha danneggiato uno dei segmenti dello specchio primario. Nello studio di commissionamento è stato rivelato di quanto è stato il peggioramento.
di Mattia Speroni pubblicata il 19 Luglio 2022, alle 14:44 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
In questi mesi, e soprattutto in questi giorni, il telescopio spaziale James Webb è stato sotto un'attenzione mediatica che difficilmente si vede in ambito spaziale. Sono infatti state coinvolte persone che solitamente non si interessano a questi argomenti. Grazie alle prime immagini rilasciate a metà luglio e a quelle che si sono aggiunte successivamente (pur essendo ingegneristiche) ora abbiamo un'idea più precisa di quali sono le prestazioni del JWST.
La differenza nella capacità osservativa con il telescopio spaziale Hubble è evidente quando ci si focalizza su obiettivi che traggono maggior beneficio non solo dalle potenzialità tecniche e tecnologiche del nuovo telescopio ma anche dall'osservazione nell'infrarosso. Come sappiamo siamo solo all'inizio dell'avventura del JWST considerando che la missione primaria avrà una durata di cinque anni, quella estesa di dieci potenzialmente rinnovabile fino a venti anni.
Il telescopio spaziale James Webb e il meteorite
Tra il 22 e il 24 maggio il telescopio spaziale è stato colpito da un micrometeorite. Questo ha danneggiato uno dei segmenti dello specchio primario (in particolare il segmento C3). Pur riducendo le prestazioni complessive, ha permesso al telescopio spaziale James Webb di avere comunque prestazioni superiori alle aspettative degli scienziati.
Nello studio per il commissionamento del JWST è presente un'analisi su quanto il micrometeorite abbia effettivamente influito sul telescopio spaziale. Nel documento si legge che l'impatto "ha superato le aspettative di danno pre-lancio per un singolo micrometeoroide, aprendo a ulteriori indagini e modelli da parte del Progetto JWST. Il Progetto sta lavorando attivamente su questo problema per garantire una missione scientifica lunga e produttiva con JWST".
L'errore del fronte d'onda alle alte frequenze è stato incrementato dopo l'impatto con il micrometeorite, secondo quanto rilevato. Questo genere di eventi, per quanto preventivati, rimane quello con il più grande margine di errore nei modelli predittivi studiati. I dati attuali però, come scritto sopra, mostrano che c'è ancora un buon margine rispetto alle prestazioni standard.
Come si può leggere nel paragrafo 4.7, in realtà gli impatti che avrebbero causato problemi sarebbero stati sei (circa uno al mese, come previsto). Questi avrebbero portato a una deformazione dello specchio primario del telescopio spaziale James Webb che ha causato una modifica del fronte d'onda, poi corretta, mentre la compromissione della frequenza spaziale non è correggibile. Nel documento viene aggiunto che "dei sei impatti di micrometeoriti osservati finora attraverso il rilevamento del fronte d'onda, cinque hanno avuto effetti trascurabili, contribuendo per un totale combinato < 1 nm all'errore del fronte d'onda complessivo". L'impatto che ha danneggiato invece il segmento C3 è stato significativo e non correggibile.
Questa è forse una delle problematiche più grandi che il telescopio spaziale affronterà nel corso della sua vita operativa. Nello studio si legge che "si prevede che gli specchi e la schermatura solare si degraderanno lentamente a causa degli impatti dei micrometeoriti; ci si aspetta che i rivelatori subiscano danni cumulativi lenti da particelle cariche; la schermatura solare e l'isolamento multistrato si degraderanno a causa degli agenti spaziali". Arrivare a 20 anni di vita operativa non sarà quindi solamente una questione legata al propellente per restare correttamente in orbita intorno al punto L2, ma qualcosa di molto più complesso.
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8 Commenti
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Per quello che ho sentito, ma tieni presente che mi intendo di Spazio come di energia nucleare, ci sono già delle specie di paratie nei punti più esposti, a volte anche doppie, ma si tratta comunque di "frammentini" che arrivano ad una velocità di 30\40.000 km\h, quindi basta che il diametro superi i 2 cm e non esiste difesa.
Ad oggi l'unico metodo è mappare ed evitare le zone dove questi detriti si accumulano, ma capirai che è meno sicuro di un salto della quaglia con le mani legate.
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