View Full Version : ELEZIONI PRESIDENZIALI USA 2004 - OFFICIAL MEGATHREAD
Cos'ha detto allora JG? Se lo hai capito, spiegamelo.. così lo capisco anch'io.:)
Più in generale, ti domando, vi domando: è possibile che una persona informata e intelligente, ascoltate le ragioni di Kerry e Bush (se quest'ultimo ne ha, che non è mica detto:D), dopo averle razionalmente soppesate e valutate, decida che quelle di Bush sono MIGLIORI, e come conseguenza di questa valutazione decida di votare lui e non Kerry?
O ancora: è possibile che 2 persone ugualmente razionali, ugualmente informate, ugualmente intelligenti, ascoltate le ragioni di Bush e Kerry decidano che quelle di Bush sono migliori di quelle di Kerry, e votino Bush?
ha detto che quando ci si trova di fronte a un moderatore terzo che fa le domande e col proprio sfidante a lato, e non davanti a una platea di propri supporter col gobbo sotto la telecamera e gli appunti per un discorso preparato da una squadra di ghostwriters allora Kerry ha più possibilità di vincere rispetto a Bush
se poi rovesci sugli altri i tuoi difetti e leggi quello che preferisci leggere, non è un mio problema
tatrat4d
01-10-2004, 17:37
Originariamente inviato da GhePeU
ha detto che quando ci si trova di fronte a un moderatore terzo che fa le domande e col proprio sfidante a lato, e non davanti a una platea di propri supporter col gobbo sotto la telecamera e gli appunti per un discorso preparato da una squadra di ghostwriters allora Kerry ha più possibilità di vincere rispetto a Bush
se poi rovesci sugli altri i tuoi difetti e leggi quello che preferisci leggere, non è un mio problema
Cosa c'entra questo con la serietà delle tesi proposte?
appunto, cosa c'entra la serietà delle proposte?
John Cage ha parlato di "argomenti più seri" in contrapposizione a "slogan"
tatrat4d
01-10-2004, 17:42
Dire che si ha un progetto migliore è uno slogan tanto quanto dire che si deve finire il lavoro cominciato. Almeno credo.
Originariamente inviato da GhePeU
appunto, cosa c'entra la serietà delle proposte?
John Cage ha parlato di "argomenti più seri" in contrapposizione a "slogan"
Il punto è stabilire chi ha ragione.. JC intendeva semplicemente "argomenti più seri", oppure "argomenti più seri=giusti"?
samu, non è che stai cercando di imitare carlyle in "il giovane hitler"?
Originariamente inviato da GioFX
samu, non è che stai cercando di imitare carlyle in "il giovane hitler"?
Dai Gio, dicci cosa pensi di chi vota bush.:D
Originariamente inviato da SaMu
Dai Gio, dicci cosa pensi di chi vota bush.:D
Che sbaglia di grosso, che devo pensare? Non posso pensare questo?
Originariamente inviato da GioFX
Che sbaglia di grosso, che devo pensare? Non posso pensare questo?
Certo che puoi pensarlo, ma dicci di più.. su come arriva a quella scelta, sulle sue caratteristiche personali..
Perchè sceglie Bush e non Kerry?
Giudica razionalmente basandosi su argomenti veri, seri, giusti?
Originariamente inviato da SaMu
Certo che puoi pensarlo, ma dicci di più.. su come arriva a quella scelta, sulle sue caratteristiche personali..
Perchè sceglie Bush e non Kerry?
Giudica razionalmente basandosi su argomenti veri, seri, giusti?
Giudica quel che vuole in base a quella che è la sua formazione ed a ciò che riceve come informazione, ed ha tutto il diritto di scegliere Bush.
Dove vorresti arrivare, samu? Perchè invece di dare una sola fottuta risposta in merito alla discussione sul tema vuoi a tutti i costi sputtanare il 3d?!?
jumpermax
01-10-2004, 23:51
Originariamente inviato da GhePeU
ha detto che quando ci si trova di fronte a un moderatore terzo che fa le domande e col proprio sfidante a lato, e non davanti a una platea di propri supporter col gobbo sotto la telecamera e gli appunti per un discorso preparato da una squadra di ghostwriters allora Kerry ha più possibilità di vincere rispetto a Bush
se poi rovesci sugli altri i tuoi difetti e leggi quello che preferisci leggere, non è un mio problema
Se per questo credo che un David Litterman se li mangerebbe entrambi a colazione in una condizione del genere ma non credo che questo voglia dir molto...:D
Originariamente inviato da GioFX
Giudica quel che vuole in base a quella che è la sua formazione ed a ciò che riceve come informazione, ed ha tutto il diritto di scegliere Bush.
Dove vorresti arrivare, samu? Perchè invece di dare una sola fottuta risposta in merito alla discussione sul tema vuoi a tutti i costi sputtanare il 3d?!?
Qual'è la discussione sul tema?
Che risposta devo dare?:confused:
twinpigs
02-10-2004, 14:53
ma al posto di bush non ci doveva essere Gore? :confused:
Originariamente inviato da twinpigs
ma al posto di bush non ci doveva essere Gore? :confused:
il popolo vuole la sinistra, ma la destra vince imbrogliando?
tatrat4d
02-10-2004, 14:56
Originariamente inviato da twinpigs
ma al posto di bush non ci doveva essere Gore? :confused:
Non vedo perchè.
twinpigs
02-10-2004, 15:00
Originariamente inviato da von Clausewitz
sulla corea del nord, kerry l'ha completamente fatta fuori dal vaso
bene ha fatto bush ha ricordargli che un rapporto diretto è proprio quello che i coreani vogliono e che bisogna evitare
1) perchè sovraesporrebbe come al solito gli USA
2) perchè paesi come la sud corea, la cina e anche il giappone sono quelli più direttamente coinvolti dall'evoluzione del regime di pyongyang che non gli USA
Washington, 13 set. (Adnkronos) - Con il suo rifiuto di negoziare con Pyongyang, l'amministrazione Bush ha permesso che il programma nucleare nordcoreano diventasse un ''incubo''. John Kerry va all'attacco della politica sin qui seguita da Washington nel giorno in cui la comunita' internazionale e' stata con il fiato sospeso dopo la notizia di un'esplosione misteriosa in Corea del Nord, al confine con la Cina. Esplosione che, secondo quanto dichiarato oggi dal ''regno eremita'', e' stata provocata dalla demolizione di una montagna nell'ambito di un progetto per la costruzione di un impianto idroelettrico. ''Penso che (la politica con la Corea del Nord, ndr) sia uno dei piu' gravi fallimenti e delle grandi sfide alla sicurezza degli Stati Uniti e mette realmente in luce il modo in cui George Bush si limita a parlare dell'argomento senza affrontarlo fino in fondo'' ha detto il candidato democratico in una conversazione telefonica di 15 minuti con il ''New York Times'', che ha chiamato di sua iniziativa. ''Hanno distolto lo sguardo dal vero problema - ha accusato ancora Kerry -. L'hanno distolto dall'Afghanistan per occuparsi dell'Iraq, l'hanno distolto dalla Corea del Nord per occuparsi dell'Iraq, l'hanno distolto dalla Russia e dai materiali nucleari li' e l'hanno spostato sull'Iraq''. La situazione attuale in Corea del Nord e' un ''incubo nucleare'', ha insistito il candidato democratico alle presidenziali del 2 novembre, denunciando che con il suo atteggiamento Bush ha reso piu' vulnerabili gli Stati Uniti di fronte alla minaccia rappresentata da Pyongyang. ''I cinesi sono frustrati, i sudcoreani sono frustrati, i giapponesi sono frustrati'', ha sottolineato Kerry, ricordando i tentativi fatti tre anni fa dal segretario di Stato americano Colin Powell di proseguire il lavoro fatto dall'amministrazione Clinton, che Bush ritratto' subito dopo e durante un incontro alla Casa Bianca con l'imbarazzato presidente di allora della Corea del Sud, Kim Dae Jung, che aveva vinto il Nobel per la pace per la sua politica di distensione con Pyongyang.
tatrat4d
02-10-2004, 23:01
http://www.rasmussenreports.com/Debate%20I%20Oct%202.htm
Voters Say Kerry Won, Few Change Minds
October 2, 2004--A Rasmussen Reports survey of 1,000 Likely Voters conducted Friday night found that 52% believe John Kerry "won" Thursday night's debate. Forty percent (40%) disagree and think George Bush emerged victorious.
Predictably, by overwhelming margins, Republicans and Democrats each thought their candidate won. Those not affiliated with either party gave the nod to Senator Kerry by a 63% to 24% margin.
Still, regardless of who they want to win, 53% of those surveyed believe George W. Bush will be re-elected. Thirty-two percent (32%) think Kerry will win. Coming out of the Republican National Convention, 52% expected a Bush victory while 38% thought the Kerry/Edwards team would win.
Ninety-one percent (91%) of Bush voters still expect their man to win. Sixty-seven percent (67%) of Kerry voters think the Democrats will win.
Six percent (6%) of voters say the debate changed their mind about how they will vote this November. This includes 3% who now say they will vote for Kerry, 2% for Bush, and 1% who are now undecided.
One interesting twist is that 64% of Kerry voters now say that Presidential Debates are very important. However, only 23% of Bush voters share that view.
-----
Questo è il primo sondaggio vero e proprio sugli effetti del dibattito, dopo quello Gallup fatto a caldo. Rasmussen conduce anche un sondaggio (testa a testa, senza Nader) sui 3 giorni, con 1000 interviste per notte. Per il momento la prima tranche post dibattito non sembra spostare la tendenza precedente. Lunedì le interviste saranno tutte successive all'incontro di giovedì sera, e si potrà avere un riscontro ancora più preciso. I sondaggi interni ai democratici dicono invece che si sia passati da 50 a 46 (+4) a 50 a 48 (+2) sempre per Bush.
tatrat4d
03-10-2004, 00:56
http://www.msnbc.msn.com/id/6159637/site/newsweek/
Qua Kerry è passato in vantaggio.
Va preso però con le pinze visto che rispetto ai precedenti NW ha cambiato la composizione del campione. Aspettiamo Gallup, Rasmussen e Pew per fare un punto più stabile della situazione.
Originariamente inviato da tatrat4d
http://www.msnbc.msn.com/id/6159637/site/newsweek/
Qua Kerry è passato in vantaggio.
Va preso però con le pinze visto che rispetto ai precedenti NW ha cambiato la composizione del campione. Aspettiamo Gallup, Rasmussen e Pew per fare un punto più stabile della situazione.
anche con Gallup, secondo i tg di ieri...
tatrat4d
03-10-2004, 11:03
Originariamente inviato da ni.jo
anche con Gallup, secondo i tg di ieri...
Non proprio. Galup ha fatto un sondaggio su chi avesse vinto il dibattito, al quale ha aggiunto 3 domande sull'opninione che il pubblico ha dei candidati dopo il dibattito. Dalle 3 domande non emerge alcun sorpasso, al massimo un riavvicinamento, e di sicuro Bush non è sceso fino al 45%.
Il prossimo rilevamento sulle intenzioni di voto Gallup credo che lo rilasci tra 1 o 2 giorni, visto che tendenzialmente ne somministra uno ogni 10 giorni.
Originariamente inviato da tatrat4d
Non proprio. Galup ha fatto un sondaggio su chi avesse vinto il dibattito, al quale ha aggiunto 3 domande sull'opninione che il pubblico ha dei candidati dopo il dibattito. Dalle 3 domande non emerge alcun sorpasso, al massimo un riavvicinamento, e di sicuro Bush non è sceso fino al 45%.
Il prossimo rilevamento sulle intenzioni di voto Gallup credo che lo rilasci tra 1 o 2 giorni, visto che tendenzialmente ne somministra uno ogni 10 giorni.
hai ragione.
tatrat4d
03-10-2004, 11:10
Originariamente inviato da Proteus
Io attenderei il responso dell'agenzia sondaggi decisiva, gli americani al voto. Tutto questo bailamme di cifre è volto soltanto a manipolare chi è influenzabile, io vieterei i sondaggi a partire da 12 mesi prima delle elezioni. Otterrei così due risultati positivi, il primo è di non scassare le balle a tutti, il secondo è di lasciar decidere ai cittadini e tener sulle spine i candidati che non potrebbero modificare la loro linea secondo il reponso dei sondaggi e sarebbero costretti ad una coerenza che li costringerebbe a scoprire molte delle loro carte a tutto vantaggio degli elettori.
Ciao
Se presi con grano salis non sono necessariamente una cosa sbagliata. Di sicuro vieterei i sondaggi ammaestrati, come quelli di Time e Newsweek post convention repubblicana o l'ultimo Newsweek, che giocano tutti sulla scelta di elettori registrati sbilanciati in favore di uno o l'altro schieramento.
Newsweek da Kerry in vantaggio...
http://www.pollingreport.com/wh04gen.htm
http://msnbcmedia.msn.com/j/msnbc/Sections/Newsweek/Components/Photos/Web_Exclusives/040928_041002/041002_PollStory_hd.hmedium.jpg
tatrat4d
03-10-2004, 11:51
Originariamente inviato da GioFX
Newsweek da Kerry in vantaggio...
http://www.pollingreport.com/wh04gen.htm
Buon giorno Gio.
Già postato, come pure i dubbi sul metodo di rilevamento.
Rispetto al precedente hanno tolto l'1% di repubblicani e aggiunto il 4% di democratici. Senza contare che negli stati rossi il venerdì sera gli uomini sono a guardare la NCAA di football, e che Nader prende il 2% tra i Rep e lo 0% tra i democratici.
Non ha una gran validità, come pure i due vantaggi a doppia cifra di Bush dopo la convention.
Più interessante è l'esperimento del LA Times: ha messo 700 elettori a vedere il dibattito: se prima quei settecento erano schierati 48 a 47 per Kerry, questi dopo il dibattito erano 49 a 47.
Come conferma anche l'istituto interno ai democratici il balzo di Kerry potrebbe essere sugli 1 o 2 punti.
Originariamente inviato da tatrat4d
Buon giorno Gio.
Già postato, come pure i dubbi sul metodo di rilevamento.
Rispetto al precedente hanno tolto l'1% di repubblicani e aggiunto il 4% di democratici. Senza contare che negli stati rossi il venerdì sera gli uomini sono a guardare la NCAA di football, e che Nader prende il 2% tra i Rep e lo 0% tra i democratici.
Non ha una gran validità, come pure i due vantaggi a doppia cifra di Bush dopo la convention.
Più interessante è l'esperimento del LA Times: ha messo 700 elettori a vedere il dibattito: se prima quei settecento erano schierati 48 a 47 per Kerry, questi dopo il dibattito era 49 a 47.
Come conferma anche l'istituto interno ai democratici il balzo di Kerry potrebbe essere sugli 1 o 2 punti.
Beh, hai ragione, come hai detto tu è quello che ha dato 11 punti di vantagigo a Bush dopo la RNC, però viene dato come uno dei più autorevoli... non so, non me ne intendo molto di sondaggi e scienze statistiche... :)
tatrat4d
03-10-2004, 12:01
Originariamente inviato da GioFX
Beh, hai ragione, come hai detto tu è quello che ha dato 11 punti di vantagigo a Bush dopo la RNC, però viene dato come uno dei più autorevoli... non so, non me ne intendo molto di sondaggi e scienze statistiche... :)
Io un pochettino, non molto di più. Di sicuro Neewsweek ha qualche precedente:
1) aspettiamo ancora Walter Mondale presidente
2) Bob Dole era a 2 punti da Clinton
Poi io non contesto la scelta del campione in sè, la stessa Gallup è sbilanciata in favore in dei Repubblicani IMHO, però sarebbe cosa buona tenere lo stesso. Perchè altrìimenti ci si mette un quarto d'ora a scontare la variazione del campione, che qui è almeno di 5-6%. Ciò non vuol dire che non sia questa la versione giusta, solo che individuare la tendenza diventa impossibile.
twinpigs
03-10-2004, 12:13
ma bush prima dello scontro televisivo non era in vantaggio di 6 punti percentuali? :cool:
tatrat4d
03-10-2004, 12:16
Originariamente inviato da twinpigs
ma bush prima dello scontro televisivo non era in vantaggio di 6 punti percentuali? :cool:
Secondo NW sì, solo che nell'ultimo ha cambiato il campione rispetto a quel sondaggio, come si può leggere negli internals.
twinpigs
03-10-2004, 12:30
in ogni caso (anche se sono di parte ... o più precisamente contro una parte)
Kerry secondo me è stato più chiaro, più dettagliato ed ha proposto e spiegato una caterva di alternative alla politica di bush (non parlo di fare politica antitetica ... ma fatta di diplomazia, intelligence e reintegrare le tonnellate di fondi tolti alla sicurezza interna, welfare e lotta al vero terrorismo, insomma tutte le altre priorità ... tutti fondi tolti per l'iraq).
Bush invece le sue critiche le motivava con i soliti slogan demenziali e puerili ed i discorsi da saloon
Paracleto
03-10-2004, 15:34
"I'll never give a veto to any country over our security. But . . ."
"I believe in being strong and resolute and determined. And I will hunt down and kill the terrorists, wherever they are. But . . ."
"We have to be steadfast and resolved, and I am. And I will succeed for those troops, now that we're there. We have to succeed. We can't leave a failed Iraq. But . . ."
"I believe that we have to win this. The president and I have always agreed on that. And from the beginning, I did vote to give the authority, because I thought Saddam Hussein was a threat, and I did accept that intelligence. But . . ."
"I have nothing but respect for the British, Tony Blair, and for what they've been willing to do. But. . ."
"What I want to do is change the dynamics on the ground. And you have to do that by beginning to not back off of the Fallujahs and other places, and send the wrong message to the terrorists. You have to close the borders. You've got to show you're serious in that regard. But . . ."
"I couldn't agree more that the Iraqis want to be free and that they could be free. But . . ."
"No president, through all of American history, has ever ceded, and nor would I, the right to pre-empt in any way necessary to protect the United States of America. But . . ."
"I've never wavered in my life. I know exactly what we need to do in Iraq, and my position has been consistent: Saddam Hussein is a threat. He needed to be disarmed. We needed to go to the U.N. The president needed the authority to use force in order to be able to get him to do something, because he never did it without the threat of force. But . . .".
:asd:
http://www.nytimes.com/auth/login?URI=http://www.nytimes.com/2004/10/01/politics/campaign/01assess.html&OQ=pagewantedQ3DprintQ26positionQ3D
L'editoriale del WaPo non dice chi ha vinto né chi ha peso, ma critica Bush solo perché per non ha riconosciuto che in Iraq le cose non vanno bene, mentre Kerry per non essere riuscito ad essere chiaro: "But Mr. Kerry had a more complicated position to defend, and it showed at times. He called the war a mistake and a diversion, but later said that American soldiers were not dying for a mistake. He implied that money being spent in Iraq could be better spent on prescription drugs for seniors, but insisted, "I'm not talking about leaving. I'm talking about winning." Mr. Bush was skillful and relentless in underlining these "mixed messages," and in arguing that a president who sent them could not effectively lead U.S. forces or recruit allies. "So what's the message going to be? Please join us in Iraq for a grand diversion?" he demanded at one point. Mr. Kerry seemed not to have an answer to this challenge; his argument that "the real war on terrorism [is] in Afghanistan against Osama bin Laden" seemed to us unconvincing alongside Mr. Bush's repeated insistence that success in Iraq and on other fronts is equally vital to U.S. security. After all, not so long ago Mr. Kerry said he, too, believed that Saddam Hussein represented a grave threat that the United States could not afford to ignore".
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A1790-2004Oct1.html
http://cagle.slate.msn.com/news/BushKerry2/images/markstein.gif
Originariamente inviato da Proteus
Carina questa, e poi la trovo adeguata nel descrivere la pochezza di entrambi i personaggi.
Ciao
in effetti con 'sti due stiamo a cavallo...non ci posso credere che in tutti gli States non ci siano due pesone più adatte a ricoprire un ruolo così importante....cmq imho almeno in Kerry la materia grigia occupa un pò di spazio...e il flip flop è una caratteristica molto italica, che me lo rende quasi simpatico :sofico:
IpseDixit
04-10-2004, 10:54
L'ultima rilevazione di Gallup che va da 1 al 3 ottobre da i due candidati al 49 %.
tatrat4d
04-10-2004, 12:03
http://www.drudgereport.com/dnc57.htm
Sgandalo, sgub del progiesso al dibbattito!!! :D
Ci vuole la batente a bunti per i candidati!!!
Tanto per sdrammattizzare (non so neanche se sia vero o un fake).
si beh, e questo allora?
http://bellaciao.org/en/article.php3?id_article=3562
:eek:
:sofico:
cmq non so quanto sia il caso di prendere seriamente certe fonti così schierate e poco attendibili. ;)
tatrat4d
04-10-2004, 12:51
Caspita, ci ritroviamo Nader Presidente per esclusione!!! :sofico:
Non vorrei appassionarmi a roba del genere, però noi abbiamo anche le immagini, la "vostra" è solo una volgare congettura!!! :p
Originariamente inviato da tatrat4d
Caspita, ci ritroviamo Nader Presidente per esclusione!
:eekk: :eekk:
mmh, beh... almeno è ambientalista e firmerebbe il protocollo di Kyoto... :p
Non vorrei appassionarmi a roba del genere, però noi abbiamo anche le immagini, la "vostra" è solo una volgare congettura!!! :p
voi avete le immagini, noi abbiamo l'audio e le immagini... :Prrr:
tatrat4d
04-10-2004, 13:07
Originariamente inviato da GioFX
voi avete le immagini, noi abbiamo l'audio e le immagini... :Prrr:
Ha reagito alla prima luce, si vede benissimo. E comunque se c'era Karl Rove all'apparecchio era ben rinco pure lui: Bush (o chi attraverso lui :D ) non ha usato quasi nessuno degli spunti del suo team seziona dibattito anti flip-flop. Io ricordo ancora quando alle primarie del 2000 Rove distrusse McCain arrivando ad insinuare che i Vietcong gli avessero fatto il lavaggio del cervello: pessimo gusto a parte, dubito che sia diventato un così bravo ragazzo.
Originariamente inviato da tatrat4d
Ha reagito alla prima luce, si vede benissimo. E comunque se c'era Karl Rove all'apparecchio era ben rinco pure lui: Bush (o chi attraverso lui :D ) non ha usato quasi nessuno degli spunti del suo team seziona dibattito anti flip-flop. Io ricordo ancora quando alle primarie del 2000 Rove distrusse McCain arrivando ad insinuare che i Vietcong gli avessero fatto il lavaggio del cervello: pessimo gusto a parte, dubito che sia diventato un così bravo ragazzo.
Beh, Rove è rinco per definizione... dopo Bush, sia chiaro... :D
jumpermax
04-10-2004, 14:51
il dibattito integrale...
IL GIRO DEL MONDO IN 90 MINUTI
Il dibattito tosto di politica estera tra Bush e Kerry
LEHRER: Buona sera dall’University of
Miami Convocation Center di Coral Gables,
Florida. Sono Jim Lehrer, presentatore
del programma “The Newshour”, trasmesso
sulla PBS. Vi do il benvenuto al
primo dibattito presidenziale tra George
W. Bush, il candidato repubblicano, e il senatore
John Kerry, il candidato democratico.
Questi dibattiti sono sponsorizzati
dalla Commission on Presidential Debates.
Il dibattito di questa sera durerà 90
minuti, secondo regole precise concordate
dai rappresentanti dei due candidati. Il
tema generale è la politica estera e la sicurezza
nazionale, ma le domande specifiche
sono state preparate direttamente
da me e né i candidati né nessun altro ne
sono stati informati. Per ogni domanda è
prevista una risposta di due minuti, una
replica di un minuto e mezzo e, a mia discrezione,
una discussione aggiuntiva di
un minuto. Una luce verde si accenderà
quando rimarranno soltanto 30 secondi a
disposizione per la risposta, diventando
gialla quando ne rimarranno 15 e mettendosi
a lampeggiare quando il tempo sarà
scaduto. C’è anche un sistema di avvertimento
sonoro, in caso di necessità. I candidati
non possono rivolgersi direttamente
domande. Avranno a disposizione due
minuti per una dichiarazione conclusiva,
ma non ci saranno dichiarazioni d’apertura.
Nella sala c’è un pubblico, ma rimarrà
in assoluto silenzio per tutti i prossimi novanta
minuti, fatta eccezione per dare, insieme
a me, il benvenuto al presidente
Bush e al senatore Kerry.
(APPLAUSI)
LEHRER: Buona sera signor presidente,
senatore Kerry. Come stabilito a sorte,
la prima domanda è per lei, senatore
Kerry. Ha due minuti a sua disposizione.
Lei pensa che potrebbe fare meglio del
presidente Bush per prevenire un altro attentato
terroristico contro gli Stati Uniti
come quello dell’11 settembre?
KERRY: Sì, ne sono convinto. (…) Sono
in grado di rendere l’America un luogo
più sicuro di quanto abbia fatto il presidente
Bush. Sono certo che il presidente
Bush e io amiamo allo stesso modo il nostro
paese. Ma abbiamo due visioni diverse
su come rendere l’America più sicura.
Ritengo che l’America sia più sicura e più
forte quando si pone alla guida del mondo
e di solide alleanze. Non porrò mai un veto
contro qualsiasi paese sulla nostra sicurezza.
Ma so anche come guidare queste
alleanze. Il presidente Bush le ha mandate
a pezzi in tutto il pianeta, e ora in Iraq
ci dobbiamo sobbarcare il 90 per cento
delle perdite e dei costi. Penso che sia
sbagliato, e penso che potremmo fare di
meglio. Ho un piano migliore per garantire
la sicurezza interna. Ho un piano migliore
per combattere la guerra contro il
terrorismo, rafforzando il nostro esercito
i nostri servizi segreti, facendo ciò che è
necessario per ricostruire le alleanze, facendo
arrivare il nostro messaggio al mondo
musulmano (cosa che il presidente non
stato … capace di fare) e cominciando a
isolare i musulmani radicali invece di lasciare
che siano loro a isolare gli Stati
Uniti. So che posso ottenere migliori risultati
in Iraq. Ho intenzione di organizzare
un summit con tutti gli alleati, cosa
che il presidente non è stato capace di fare.
So che possiamo fare di meglio per addestrare
le forze irachene e per organizzazare
le prossime elezioni. Possiamo fare
tutto questo e migliorare in particolare
sicurezza interna, (…).
BUSH: (…) L’11 settembre ha cambiato
modo in cui l’America guarda il mondo.
Da quel giorno, la nostra nazione ha adottato
una strategia molteplice per garantire
la propria sicurezza. Abbiamo stanato
Qaida dovunque abbia cercato di nascondersi.
Il 75 per cento dei capi di al
Qaida sono stati assicurati alla giustizia. E
quelli che ancora rimangono sanno che li
stiamo cercando. Abbiamo sostenuto la
dottrina secondo la quale, se qualcuno
protegge un terrorista, diventa altrettanto
colpevole. I talebani non sono più al potere.
In Afghanistan, dieci milioni di persone
si sono registrate per votare nelle prossime
elezioni presidenziali. In Iraq, abbiamo
visto una minaccia; dopo l’11 settembre
ci siamo resi conto che dovevamo
prendere sul serio le minacce, e agire prima
che si materializzassero fino in fondo.
Oggi Saddam Hussein si trova dietro le
sbarre. Grazie a ciò, l’America e il mondo
sono più al sicuro. Continuiamo a seguire
nostra politica, tesa a impedire la proliferazione
delle armi di distruzione
massa. La Libia ha rinunciato al proprio
programma di armamento. Allo stesso
tempo, perseveriamo nella nostra strategia
di promuovere la libertà in tutto
mondo; perché sono convinto che le nazioni
libere rifiutano il terrorismo. Le nazioni
libere danno corso alle speranze
alle aspirazioni dei loro popoli. Le nazioni
libere ci aiuteranno a realizzare quella
pace che tutti desideriamo.
LEHRER: Ritiene che l’elezione del senatore
Kerry farebbe aumentare le possibilità
che gli Stati Uniti siano colpiti da
nuovo attacco terroristico come quello
dell’11 settembre?
BUSH: No, non penso. Sono convinto
che vincerò, perché il popolo americano
che io ho la capacità di guidarlo. Ho dimostrato
al popolo americano che sono
grado di farlo. So che non tutti in questo
paese sono d’accordo con le decisioni
preso. E ho preso delle decisioni molto
severe. Ma la gente sa da che parte
schierato. La gente sa in che cosa credo.
E questo è il modo migliore per mantenere
la pace. Questa nostra nazione
assunta il solenne impegno di sconfiggere
l’ideologia dell’odio. Ecco che cosa sono
veramente i nostri nemici: una banda
assassini che uccide non soltanto qui,
uccide bambini in Russia e attacca senza
pietà in Iraq, sperando di piegare la nostra
volontà. Abbiamo il dovere di sconfiggere
questi nemici. Abbiamo il dovere
proteggere i nostri figli e i nostri nipoti.
Il modo migliore per sconfiggerli
quello di non vacillare mai, di essere
di usare ogni mezzo a nostra disposizione,
di rimanere sempre all’offensiva
allo stesso tempo, di diffondere la libertà.
è proprio questo ciò che la gente vede
avvenire in Afghanistan. Dieci milioni
cittadini si sono registrati per il voto.
numero straordinario. Gli è stata data
un’opportunità per essere liberi, e si presenteranno
ai seggi. Il 41 per cento di queste
persone sono donne. In Iraq, senza
dubbio, è una situazione difficile. E’ un lavoro
duro. Incredibilmente duro. Sapete
perché? Perché il nemico ha compreso
qual è la posta in gioco. Il nemico ha capito
che un Iraq libero sarebbe una disatrosa
sconfitta per la sua ideologia dell’odio.
Ecco perché combatte con tanta ferocia.
Questi nemici sono comparsi in Afghanistan,
ma non sono riusciti a batterci.
Ora appaiono in Iraq per la stessa ragione.
Stanno cercando di sconfiggerci. E
noi perdiamo la nostra volontà, saremo
battuti. Ma se restiamo decisi e determinati,
sconfiggeremo il nemico.
KERRY: Anche io credo nella decisione
nella determinazione. E darò la caccia
terroristi, ovunque si trovino. Ma dobbiamo
anche essere astuti. E essere astuti
significa non distrarre la propria concentrazione
dalla vera guerra contro il terrorismo
in Afghanistan per rivolgersi all’Iraq,
dove la commissione di indagine
11 settembre ha confermato che non c’erano
legami tra gli attentati e Saddam
Hussein, e dove la ragione per la guerra
erano le armi di distruzione di massa
non il rovesciamento di Saddam Hussein.
presidente ha compiuto, mi dispiace
dirlo, un enorme errore di giudizio. E
capacità di giudizio è proprio la qualità
che cerchiamo in un presidente degli Stati
Uniti d’America. In queste elezioni,
orgoglioso di avere al mio fianco importanti
personaggi del mondo militare:
l’ex presidente del Joint Chiefs of Staff
John Shalikashvili; il generale John Eisenhower,
figlio del generale Eisenhower;
l’ammiraglio generale William Crown;
generale Tony McBeak. Sono tutti convinti
che io sarei un più deciso comandante
capo. E ne sono convinti perché sanno
che non toglierei mai gli occhi dall’obiettivo:
Osama bin Laden. Purtroppo, Osama
fuggito nelle montagne di Tora Bora. L’avevamo
circondato. Ma non abbiamo impiegato
le forze americane, le meglio
addestrate
del mondo, per catturarlo e farlo
fuori. Il presidente si è affidato ai signori
della guerra afghani, appaltandogli anche
questo compito. E’ stato un errore.
LEHRER: “Errori clamorosi”. Quali sono,
a suo giudizio, gli errori clamorosi fatti
dal presidente Bush?
KERRY: Bene, da dove cominciare? Per
prima cosa, ha fatto l’errore di dire all’America
che avrebbe costruito una vera alleanza,
che avrebbe seguito le risoluzioni
dell’Onu e proseguito le ispezioni. In
realtà, non ne aveva la minima intenzione.
E’ stato solo quando l’ex segretario di Stato
Jim Baker e il generale Scowcroft, e altri
ancora, lo hanno pubblicamente esortato
affermando la necessità di consultare
l’Onu che il presidente ha finalmente
cambiato idea e deciso di recarsi all’Onu.
Avremmo potuto continuare con le ispezioni.
Saddam Hussein era in trappola.
Bush ha anche promesso all’America che
la guerra sarebbe stata l’ultima opzione.
Queste parole hanno un preciso significato
per me, come uomo che ha combattuto
in guerra. “Ultima opzione”. Bisogna essere
in grado di guardare negli occhi i genitori
dei soldati e dirgli: “Ho fatto tutto il
possibile per evitare la perdita dei suoi figli”.
Io non credo che gli Stati Uniti l’abbiano
fatto. E abbiamo messo da parte i
nostri alleati. Così, oggi, subiamo il 90 per
cento delle perdite e ci sobbarchiamo il 90
per cento dei costi: 200 miliardi di dollari.
200 miliardi di dollari che avrebbero potuto
essere utilizzati per la sanità, le scuole
o i lavori pubblici, e che invece vengono
spesi per la guerra in Iraq. Per di più,
l’Iraq non è nemmeno il cuore della guerra
contro il terrorismo. Il centro di questa
guerra è l’Afghanistan, dove, detto per inciso,
quest’anno sono già morti più americani
che in tutto l’anno scorso; dove la produzione
dell’oppio rappresenta il 75 per
cento della produzione mondiale; dove
quasi il 60 per cento dell’economia si basa
sul traffico di oppio; e dove, infine, le
elezioni sono state rimandate per ben tre
volte. Il presidente ha fatto spostare le nostre
truppe, tanto che ora in Iraq c’è un
numero di soldati dieci volte superiore a
quello che si trova in Afghanistan, dove si
nasconde bin Laden. Questo significa forse
che Saddam Hussein era dieci volte più
importante di bin Laden? Non credo.
BUSH: Nel 2002, il mio avversario ha
avuto sotto gli occhi le stesse informazioni
che ho avuto io e ha dichiarato che Saddam
Hussein era una grave minaccia. Ha
anche detto, nel dicembre 2003, che
chiunque dubitasse che il mondo non fosse
più sicuro senza Saddam Hussein non
aveva il diritto di diventare presidente.
Sono d’accordo con lui. Il mondo è più sicuro
senza Saddam Hussein. Speravo che
la diplomazia potesse funzionare. Comprendo
perfettamente cosa significa impegnare
le nostre truppe in un conflitto.
E’ la decisione più difficile che un presidente
debba prendere. Così sono andato
all’Onu. E non c’è stato bisogno che qualcuno
mi dicesse di andarci. Sono stato io
deciderlo. E ci sono andato sperando
che, una volta per tutte, il mondo libero
avrebbe agito di concerto per obbligare
Saddam Hussein a ubbidire alle nostre richieste.
L’Onu ha approvato una risoluzione
che dichiarava: “Aprire i propri arsenali
e disarmare, oppure subire serie
conseguenze”. Io penso che quando un organismo
internazionale si esprime ufficialmente,
deve intendere davvero ciò
che dice. Saddam Hussein non aveva alcuna
intenzione di disarmare. Perché
avrebbe dovuto farlo? C’erano già state altre
sedici risoluzioni, e non ne era stata
mai messa nessuna in pratica. Il mio avversario
parla di ispezioni. Il fatto è che
gli ispettori venivano sistematicamente
ingannati da Saddam Hussein. Così non
poteva funzionare. Era una mentalità pre-
11 settembre, fondata sulla speranza che,
in qualche modo, le risoluzioni e le inutili
ispezioni potessero rendere questo
mondo un luogo più pacifico. Saddam sperava
che prima o poi avremmo desistito.
Ma per fortuna non era il solo a pensare
che fosse necessario intervenire. Noi lo
abbiamo fatto. E il mondo è più sicuro
senza Saddam Hussein.
LEHRER: Cosa pensa dell’osservazione
del senatore Kerry, sulla priorità di concentrarsi
su bin Laden anziché su Saddam?
BUSH: Jim, abbiamo la capacità di fare
entrambe le cose. Di fatto, si tratta di un
impegno globale. Stiamo combattendo
contro della gente che nel proprio cuore
ha un odio così profondo che è pronta a
colpire ovunque e con ogni mezzo. Ed è
per questo che è essenziale stringere solide
alleanze, e noi lo abbiamo fatto. Ed è
altrettanto essenziale assicurare che le armi
di distruzione di massa non cadano
nelle mani di organizzazioni come al Qaida,
cosa che abbiamo fatto. Affermare che
la guerra contro il terrorismo abbia un solo
centro significa non avere compreso la
natura di questa guerra. Naturalmente
stiamo dando la caccia a bin Laden. E’ isolato.
Il 75 per cento dei suoi seguaci è stato
catturato. Khalid Sheik Mohammed, la
mente degli attentati dell’11 settembre, si
trova in prigione. Stiamo facendo progressi.
Ma il fronte di questa guerra non si trova
in un solo luogo. Nelle Filippine, ad
esempio, stiamo aiutando le autorità locali
a catturare gli affiliati di al Qaida. Ma,
naturalmente, l’Iraq è un punto centrale
nella guerra contro il terrorismo. Per questo
Zarqawi e la sua gente continuano a
combatterci. Spera che ci stanchiamo e
che ce ne andiamo. Il disastro più grave
che potrebbe accadere sarebbe quello di
non avere successo in Iraq. Ma avremo
successo. Abbiamo un piano. E la ragione
principale di questo sicuro successo sta
nel fatto che gli iracheni vogliono essere
liberi. Ho avuto l’onore di incontrare il
primo ministro Allawi. E’ un leader forte
e coraggioso. Crede nella libertà del popolo
iracheno. Non vuole, però, che la leadership
statunitense lanci segnali ambigui,
che facciano dubitare del suo impegno
a favore del popolo iracheno. Allawi
crede, come me, che gli iracheni siano
pronti a combattere per la loro libertà.
Hanno solo bisogno di essere aiutati ad
addestrare le proprie forze. A gennaio ci
saranno le elezioni. Stiamo spendendo denaro
per la ricostruzione. La nostra alleanza
è solida. E’ questo il piano per la
vittoria. Quando l’Iraq sarà libero, l’America
sarà più al sicuro.
KERRY: Il presidente ha appena parlato
dell’Iraq definendolo il centro della
guerra contro il terrorismo. Ma l’Iraq non
era affatto al centro di questa guerra prima
che il presidente decidesse di invaderlo.
Il presidente aveva preso la decisione
di spostare le forze dall’Afghanistan
ancora prima che il Congresso approvasse
la preparazione per la guerra in Iraq. E si
è buttato nella guerra senza avere un piano
per vincere la pace. Ebbene, non è questo
il tipo di decisioni che deve prendere
un presidente degli Stati Uniti. Non si trascina
l’America in guerra se non si ha un
piano per vincere la pace. Non si inviano
in guerra i soldati senza tutto l’equipaggiamento
di cui hanno bisogno. In Ohio,
Wisconsin e Iowa ho incontrato diversi genitori
che acquistavano su internet gli
equipaggiamenti di migliore qualità per
mandarli ai loro ragazzi. Alcuni glieli spedivano
come regalo di compleanno. Secondo
me così non va. Dei 12.000 Humvees
utilizzati in Iraq, 10.000 non sono corazzati.
E se andate negli ospedali trovate ragazzi
che sono stati mutilati perché non
avevano l’armamento necessario. Non so
se il presidente si renda davvero conto di
ciò che sta effettivamente accadendo laggiù.
Ma ogni giorno la situazione peggiora.
A giugno abbiamo avuto il maggior numero
di soldati uccisi rispetto a tutti gli altri
mesi precedenti. E il numero è continuato
ad aumentare costantemente da luglio
a settembre. E ora assistiamo alle decapitazioni.
E ogni giorno armi di distruzione
di massa sono fatte passare lungo i confini,
e fanno saltare in aria la gente. E non
abbiamo abbastanze truppe.
BUSH: Innanzitutto, il mio avversario
vuole che dimentichiate che ha votato a
favore dell’uso della forza, mentre ora dice
che è una guerra sbagliata, nel momento
e nel posto sbagliato. Non capisco
come si possa portare il paese alla vittoria
in Iraq se si dichiara che è una guerra
sbagliata, nel momento e nel posto sbagliato.
Quale messaggio si manda alle
truppe? Quale messaggio si manda ai nostri
alleati? Quale messaggio si manda
agli iracheni? No, il modo migliore per
vincere è quello di rimanere decisi e determinati
e seguire il piano che ho appena
descritto.
KERRY: Sì, dobbiamo rimanere decisi
e determinati; e io lo sono. E otterrò la vittoria
per le nostre truppe, ora che sono
laggiù. Dobbiamo vincere. Non possiamo
lasciare un Iraq non democratizzato. Ma
questo non significa che non sia stato un
errore andare in Iraq e distogliere l’attenzione
da bin Laden. E’ stato un errore.
Ora, possiamo ancora vincere. Non credo
che il presidente Bush possa riuscirci.
Penso che abbiamo bisogno di un presidente
che abbia la credibilità sufficiente
per riportare al tavolo gli alleati e per fare
tutto ciò che è necessario per non lasciare
l’America da sola in questa lotta.
LEHRER: (…) Se fosse eletto presidente
cosa farebbe, specificamente, di aggiuntivo
o di diverso per migliorare la sicurezza
interna degli Stati Uniti rispetto alle iniziative
già assunte dal presidente Bush?
KERRY: (…) Prima di tutto, quale messaggio
si manda se, pur investendo per l’Iraq
500 milioni di dollari, si inviano per le
strade irachene agenti di polizia e se si tagliano
i finanziamenti per la polizia in
America? Quale genere di messaggio si
manda finanziando l’apertura di stazioni
di pompieri in Iraq e allo stesso tempo fae
cendone chiudere altre qui in America? Il
presidente non ha investito un solo nickel
per cercare di rendere più protetti i nostri
ponti, i nostri tunnel e le nostre metropolitane.
E’ per questo che, nei giorni
della convention repubblicana, a New
York si è dovuta chiudere la metropolitana.
Non abbiamo fatto nessuno dei lavori
che dovevano essere fatti. Il 95 per cento
dei container che arrivano nei porti della
Florida non è ispezionato. All’aeroporto,
i bagagli dei passeggeri vengono passati ai
raggi X, ma il carico degli aerei merci invece
no. Tutto questo vi fa sentire forse
più sicuri in America? Il presidente ha ritenuto
che concedere una riduzione delle
tasse alle persone più ricche del paese
fosse più importante che investire nella
sicurezza nazionale. Non sono questi i
miei valori. Io credo che la prima cosa sia
la protezione dell’America. E prima di
procedere a tagli alle tasse, io intendo investire
per la sicurezza nazionale e assicurarmi
che non si taglino i finanziamenti
alle forze di polizia, che le nostre stazioni
dei pompieri siano in piena efficienza
e che le nostre industrie chimiche
e nucleari siano adeguatamente protette.
E c’è ancora un enorme lavoro da fare per
tenere sotto controllo una grande quantità
di materiale nucleare disperso in tutto
il mondo, e che potrebbe finire nelle
mani dei terroristi. (…)
BUSH: Non penso che vogliamo addentrarci
ora nel modo in cui il senatore
Kerry troverebbe i soldi per soddisfare
tutte le promesse che ha fatto. (…) La mia
Amministrazione ha triplicato i finanziamenti
per la sicurezza nazionale, toccando
la cifra di 30 miliardi di dollari all’anno.
La mia Amministrazione ha collaborato
con il Congresso per creare il Dipartimento
di sicurezza interna al fine di coordinare
in modo più efficiente la protezione
dei nostri confini e dei nostri porti. Sul
confine meridionale, abbiamo già aumentato
di mille unità la polizia; sul confine
settentrionale, dobbiamo fare la stessa cosa.
Stiamo modernizzando le nostre frontiere.
Abbiamo speso 3,1 miliardi di dollari
per la polizia e i vigili del fuoco. Ma il
modo migliore per difendere la nostra patria
è quello di stare sempre all’erta. Noi
dobbiamo essere sempre vigili, ma al nemico
basta una minima disattenzione per
colpirci. (…) Inoltre, abbiamo cambiato
l’impostazione dell’FBI, in modo da assegnarle
come priorità numero uno il controterrorismo.
Stiamo procedendo a riformare
i nostri servizi segreti. Il Patriot Act
ha un’importanza decisiva, ed è vitale che
il Congresso ne confermi la validità. (…)
KERRY: Il presidente ha appena detto
che l’FBI ha cambiato la propria impostazione.
Abbiamo letto sulle prime pagine
di tutti i giornali americani che ci sono
oltre 100.000 ore di registrazioni, ancora
non esaminate. D’altra parte, il punto
non è nemmeno se si stanno spendendo
più soldi. Il punto è: si sta facendo tutto
il possibile per rendere l’America più
sicura? Non avevamo bisogno di tagli alle
tasse. L’America aveva bisogno di essere
resa sicura.
BUSH: Naturalmente, stiamo facendo
tutto il possibile per proteggere l’America.
Ogni mattina mi sveglio pensando al
modo migliore per proteggere l’America.
E’ questo il mio compito. Lavoro insieme
a Mueller, il direttore dell’FBI: quando sono
a Washington, viene nel mio ufficio
ogni mattina, e discutiamo su come garantire
la protezione del paese. Ci sono davvero
molte brave persone che lavorano
duro per questo scopo. E’ un lavoro duro.
Ma, ancora una volta, voglio dire al popolo
americano che stiamo facendo tutto il
possibile, e che è meglio avere un presidente
che dà la caccia ai terroristi e li assicura
alla giustizia prima che possano
colpirci di nuovo.
LEHRER: Quali sono i criteri che userebbe
per stabilire il momento di riportare
a casa le nostre truppe inviate in Iraq?
BUSH: Il modo migliore per rendere sicuro
l’Iraq è addestrare i cittadini iracheni
a svolgere tutti i compiti di sicurezza.
Ed è proprio quello che stiamo facendo.
Finora ne abbiamo addestrati 100.000, che
diventeranno 125.000 alla fine di quest’anno
e 200.000 alla fine del prossimo. Non
avremo mai successo in Iraq se i cittadini
iracheni non vorranno assumersi la responsabilità
di proteggere se stessi e il
proprio paese. Io sono convinto che lo vogliono.
E anche il primo ministro Allawi
ne è convinto. Perciò, il criterio migliore
per stabilire quando riportare a casa le
nostre truppe (cosa che io intendo davvero
fare, ma non semplicemente per farle
tornare; voglio farlo perché abbiamo raggiunto
il nostro obiettivo) è quello di vedere
gli iracheni assumersi questa responsabilità.
Quindi la risposta alla domanda
è: quando il nostro generale e l’ambasciatore
Negroponte mi diranno che l’Iraq
è pronto per difendersi da questi terroristi,
a indire le elezioni e che sta avviandosi
a diventare una nazione libera.
Ecco quando. E spero che sia il più presto
possibile. Ma so che non serve fissare scadenze
artificiali. Il mio avversario una volta
ha detto: “Eleggettemi, e riporterò a casa
le nostre truppe in sei mesi”. Non si
può promettere questo e aspettarsi di vincere
la guerra contro il terrorismo. Il mio
messaggio alle nostre truppe è il seguente:
“Grazie per ciò che state facendo. Siamo
al vostro fianco. Vi daremo tutto l’equipaggiamento
di cui avete bisogno. E vi
riporteremo a casa non appena la missione
sarà compiuta, perché una missione di
importanza vitale”. Un Iraq libero sarà un
alleato nella guerra al terrorismo, e questo
è un fatto essenziale. Un Iraq libero
rappresenterà un esempio di grande forza
in una parte del mondo che ha una disperata
sete di libertà. Un Iraq libero aiuterà
la sicurezza di Israele. Un Iraq libero
rafforzerà le speranze e le aspirazioni dei
riformisti in paesi come l’Iran. Un Iraq libero
è essenziale per la sicurezza della
nostra nazione.
KERRY: Anche il mio messaggio alle
truppe è: “Grazie per ciò che state facendo”,
ma aggiungo: “Gli aiuti stanno arrivando”.
Credo che le truppe si meritino
qualcosa di più di quello che hanno ricevuto.
(…) L’altro giorno, mi trovavo in coda
all’aeroporto, ho incontrato due giovani
reduci, uno in servizio attivo e l’altro un riservista
della Guardia nazionale. Mi hanno
entrambi guardato e hanno detto: Abbiamo
bisogno di te. Ci devi aiutare laggiù.
(…) Come sapete, il padre del presidente
non è andato fino a Baghdad, si è fermato
a Bassora. E la ragione, ha detto (l’ha anche
scritto nel suo libro), era che non c’era
un via d’uscita percorribile. E ha detto
che le nostre truppe sarebbero diventate
delle forze d’occupazione in un territorio
ferocemente ostile. E’ la situazione in cui
ci troviamo oggi. Domina l’impressione di
un’occupazione da parte degli americani.
Il solo edificio che abbiamo protetto quando
le nostre truppe sono entrate a Baghdad
è stato il ministero del Petrolio. Non
abbiamo protetto neanche un impianto
nucleare. Non abbiamo protetto il ministero
degli Esteri, dove avremmo potuto
trovare informazioni sulle armi di distruzione
di massa. Non abbiamo protetto
confini. Praticamente a ogni passo, le nostre
truppe sono state lasciate sole a svolgere
queste missioni straordinariamente
difficili. Io so cosa significa uscire per una
di queste missioni senza sapere che cosa
c’è dietro l’angolo. E credo che le nostre
truppe abbiano bisogno dell’aiuto di altri
alleati. Ho intenzione di tenere quel summit
di cui ho parlato prima. Io posso dare
una nuova credibilità agli Stati Uniti, essere
un nuovo inizio; e insieme porteremo
a termine la nostra missione.
BUSH: Il mio avversario dice che gli
aiuti stanno arrivando, ma che significa
dire alle truppe sul campo “guerra sbagliata,
in un momento e in un luogo sbagliati”?
Non è certo il messaggio che deve
dare un comandante in capo. Senza dubbio,
gli aiuti stanno arrivando, ma ci vuole
davvero coraggio a dirlo dopo che si è
votato contro il finanziamento aggiuntivo
di 87 miliardi di dollari per l’equipaggiamento
delle nostre truppe. Non è il comportamento
d’un comandante in capo alla
guida delle sue truppe.
KERRY: Ebbene, quando ho parlato degli
87 miliardi di dollari, ho fatto un erro
re nel modo in cui parlo della guerra. Ma
il presidente ha commesso un errore a invadere
l’Iraq. Qual è l’errore più grave?
Secondo me, quando si scopre che c’è
qualcosa che non va, lo si rimette a posto.
E’ ciò che ho imparato in Vietnam. Quando
sono tornato in patria da quella guerra,
ho visto che era sbagliata. Qualcuno non
apprezza il fatto che mi sia alzato in piedi
e abbia detto “no”, ma l’ho fatto. Ed è
quello che ho fatto con quel voto. E condurrò
queste truppe alla vittoria.
LEHRER: Dopo essere rientrato dal
Vietnam, parlando davanti al Congresso
nel 1971, lei ha detto: “Come si può chiedere
a un uomo di essere l’ultimo a morire
per un errore?”. Oggi, in Iraq, gli americani
stanno morendo per un errore?
KERRY: No, e non dovranno farlo se
avremo la leadership giusta, quella che io
sto offrendo. Credo che dobbiamo vincere
questa guerra. Io e il presidente siamo
sempre stati d’accordo su questo. E fin
dall’inizio, ho votato per autorizzare l’uso
della forza, perché ritenevo che Saddam
Hussein costituisse una minaccia. Ma ho
anche presentato una precisa lista di cose
da fare per procedere da una posizione di
forza. E il presidente, di fatto, aveva promesso
di farle. A Cincinnati aveva detto:
“Faremo i piani con cura. Procederemo
con cautela. Non faremo in modo che la
guerra diventi inevitabile. Cammineremo
insieme ai nostri alleati”. Ma non ha fatto
nulla di tutto questo. La sua Amministrazione
non ha preparato nessun piano, e ha
lasciato quelli del Dipartimento di Stato
chiusi sul tavolo. Non ha nemmeno ascoltato
i consigli dei propri generali. Il generale
Shinsheki, capo dello staff dell’esercito,
aveva detto che sarebbero occorse
parecchie centinaia di migliaia di soldati.
Ma invece di ascoltarlo, l’Amministrazione
lo ha mandato in pensione. Il massimo
esperto di terrorismo, che ha lavorato con
ogni presidente fin dai tempi di Ronald
Reagan, ha detto: “Invadere l’Iraq in risposta
all’11 settembre sarebbe come se
Franklin Roosevelt avesse invaso il Messico
in risposta all’attacco di Pearl Harbor”.
Ecco qual è la realtà. Ciò di cui ora
abbiamo bisogno è un presidente che sappia
riunire gli altri paesi facendo loro riconoscere
qual è la posta in gioco in questa
guerra. Anche il destino di questi paesi
è, ed è sempre stato, in gioco. I paesi
arabi non vogliono avere una guerra civile.
I paesi europei non vogliono ritrovarsi
un caos assoluto davanti alla porta di casa.
Ma il presidente Bush non ha nemmeno
organizzato uno di quei summit ad alto
livello che mettono le autorità attorno a
un tavolo. Ha fatto esattamente l’opposto.
Quando il segretario generale Kofi Annan
ha offerto la collaborazione dell’Onu, il
presidente ha risposto: “No, ce la sbrighiamo
da soli”. Per assicurare alla Halliburton
il bottino di guerra, la sua Amministrazione
ha sottoscritto un memorandum
del dipartimento della Difesa nel
quale si dichiarava: “Se non avete partecipato
alla guerra insieme a noi, non sprecate
la fatica di richiedere qualche contratto”.
Non è certo questo il modo di invitare
la gente a collaborare.
BUSH: E’ un’affermazione del tutto assurda.
Naturalmente, le Nazioni Unite sono
state invitate a collaborare. E noi appoggiamo
l’impegno profuso in Iraq. Si sono
ritirate dopo l’uccisione di Sergio de
Mello; ma ora sono tornate e collaborano
all’organizzazione delle elezioni. Il mio avversario
dice che il punto centrale della
sua strategia per ottenere la vittoria in
Iraq è quello di chiamare in aiuto altre
nazioni. Il messaggio è dunque: “Per favore,
unitevi a noi in Iraq. Unitevi a noi in
una guerra che è la guerra sbagliata, nel
momento e nel luogo sbagliati”. Io so qual
è il modo di pensare di queste persone.
Ho a che fare con loro tutti i giorni. Mi siedo
al tavolo con i leader del mondo o gli
parlo al telefono. Non seguiranno qualcuno
che dice: “Questa è la guerra sbagliata,
nel momento e nel posto sbagliati”. Non
seguiranno qualcuno che continua a cambiare
le proprie convinzioni di fondo a seconda
del vento politico che soffia in America.
Infine, il senatore Kerry dice che
dobbiamo tenere un summit. Ebbene, ci
sono continuamente summit. In Giappone
sta per aprirsi un vertice dei finanziatori,
e ci sono già offerte per 14 miliardi di dollari.
Il primo ministro Koizumi chiederà il
errocontributo
di tutti. Poi ci sarà un summit
dei paesi arabi. Colin Powell sta contribuendo
all’organizzazione.
KERRY: L’Onu, attraverso Annan, ha offerto
aiuto dopo la caduta di Baghdad. Ma
gli Stati Uniti non hanno raccolto l’offerta
e non hanno fatto nulla di ciò che era necessario
per trasferire l’autorità e la responsabilità
della ricostruzione. E’ rimasto
sempre tutto nelle mani dell’America.
In secondo luogo, quando è iniziata la
guerra, avevamo al nostro fianco due soli
paesi: la Gran Bretagna e l’Australia. Non
è davvero una grande coalizione. Possiamo
fare di meglio.
BUSH: Dunque, innanzitutto si è dimenticato
la Polonia. E ora ci sono trenta
nazioni, i cui soldati sono schierati a fianco
delle nostre truppe. E io rendo onore ai
loro sacrifici. E non apprezzo che un candidato
presidenziale denigri il contributo
di questi coraggiosi soldati. Non si può
guidare il mondo se non si rende onore all’aiuto
di coloro che sono al nostro fianco.
Il senatore Kerry ha detto che sono stati
costretti e corrotti all’alleanza. Ma non è
così che si costruiscono le alleanze. La nostra
coalizione è forte. E rimarrà forte finché
io sarò presidente.
LEHRER: Signor presidente, lei ha detto
che, cito le sue parole, c’era stato un
“errore di calcolo” su quali sarebbero state
le condizioni in Iraq dopo la conclusione
della guerra? Qual è stato precisamente
questo “errore” e come si è verificato?
BUSH: No, ciò che io ho detto era che,
poiché avevamo ottenuto la vittoria con
estrema rapidità, sarebbero rimasti ancora
molti fedeli di Saddam in giro. Voglio
dire, pensavamo che ne avremmo beccati
molti di più durante l’invasione. Tuttavia,
dato che Tommy Franks ha pianificato l’operazione
in modo esemplare, siamo
avanzati con grande rapidità, e molti
baathisti e fedelissimi di Saddam hanno
deposto le armi e sono scomparsi. Pensavo
che sarebbero rimasti a combattere,
ma non l’hanno fatto. E ora noi li stiamo
combattendo. E’ un compito difficile. Lo
so perfettamente quanto sia difficile. Ogni
giorno osservo i rapporti sul numero delle
vittime. Lo vedo alla televisione quanto
sia duro. Ma è necessario. E sono ottimista.
Ecco, penso che si possa essere realisti
e ottimisti allo stesso tempo. So che
non vinceremo se mandiamo segnali ambigui.
So che non raggiungeremo il nostro
obiettivo se inviamo segnali ambigui alle
nostre truppe, ai nostri amici e ai cittadini
iracheni. Abbiamo un piano in corso di
attuazione. Il piano dice che ci saranno le
elezioni a gennaio, e così sarà. Il piano dice
che addestreremo i soldati iracheni a
svolgere anche i compiti più difficili, e lo
stiamo facendo. E non si tratta solo dell’America,
perché adesso interviene anche
la Nato, e la Giordania collabora nell’addestramento
delle forze di polizia, così
come gli Emirati Arabi Uniti. Per i prossimi
mesi abbiamo stanziato 7 miliardi di
dollari in interventi di ricostruzione. E i
progressi si vedono. Inoltre, la nostra alleanza
è forte. (…) E’ un lavoro duro. E’ difficile
trasformare una tirannia in una democrazia.
E’ difficile convertire un paese
in cui le persone devono subire il taglio
delle mani o la pena capitale in un luogo
dove la libertà è sovrana. Ma è necessario.
E un Iraq libero renderà questo mondo un
luogo più pacifico.
KERRY: Quello che, a mio parere, infastidisce
molta gente nel nostro paese è
che il presidente ha, in un certo senso,
appena descritto una specie di errore.
Eppure, ha affermato che, anche sapendo
che non c’erano armi di distruzione di
massa, che non c’era una minaccia imminente,
che non c’era una collegamento
con al Qaida, avrebbe comunque fatto
tutto senza cambiare nulla. Sono parole
sue. Ebbene, io no. Quindi sto semplicemente
cercando di dire la verità al popolo
americano e al mondo. La verità è la
base di una buona politica, la base di
una leadership. Il presidente sostiene
che starei diffamando quei soldati. Io rispetto
assolutamente gli inglesi, Tony
Blair e la loro disponibilità. Ma quando
l’esercito non americano più consistente
impegnato nelle azioni è quello della
Gran Bretagna, con 8.300 unità, seguito
da altri quattro con meno di 4.000 soldati
e, per il resto, gli altri contingenti si limitano
a poche centinaia, non mi si può
dire che il lavoro è nelle mani di una vera
coalizione. Non mi si può dire che il
giorno in cui siamo andati in guerra e
che tutto questo è iniziato… Insomma,
c’erano principalmente gli Stati Uniti,
l’America e la Gran Bretagna, e pochi altri.
E’ così. E oggi sono a nostro carico il
90 per cento delle vittime e il 90 per cento
dei costi. E intanto la Corea del nord
possiede armi nucleari. Si tratta di messaggi
contrastanti. Il presidente ha dichiarato:
“Non possiamo permettere alle
nazioni di entrare in possesso di armi nucleari.”
Ma la Corea del nord le ha. Io
cambierò questa situazione.
LEHRER: Senatore Kerry, lei ha ripetutamente
accusato il presidente Bush – non
stasera, in questa sede, ma altrove, in precedenza
– di non aver detto la verità sull’Iraq,
in sostanza di aver mentito al popolo
americano sulla questione irachena. Ci
fornisca alcuni esempi di quello su cui, a
suo parere, il presidente avrebbe mentito.
KERRY: Beh, non mi sono mai, mai
espresso in termini così estremi, come lei
ora. E cercherò di non farlo. Sono stato…
ma nonostante tutto vi dirò che ritengo
che il presidente non sia stato sincero con
il popolo americano. E vi spiegherò perché.
Innanzitutto, sappiamo tutti che nel
suo messaggio sullo stato dell’Unione il
presidente ha riferito al Congresso in merito
a materiali nucleari che non esistevano.
Sappiamo che aveva promesso all’America
di creare questa coalizione, che ho
appena descritto e che non è il tipo di coalizione
che ci era stata delineata durante
le discussioni sulla sua votazione. Il presidente
aveva dichiarato che avrebbe fatto
ricorso all’Onu, sfruttandone fino in
fondo ogni provvedimento riparatorio.
Questo non è avvenuto. L’organizzazione è
stata tagliata fuori, in modo quasi arbitrario.
Inoltre, sappiamo che erano in atto altri
tentativi diplomatici. E’ stato semplicemente
semplicemente
deciso che il tempo della diplomazia
era terminato e ci siamo lanciati in
guerra senza alcun piano per quello che
ne sarebbe seguito. Quindi, il presidente
ha ingannato il popolo americano quando,
nel suo discorso, aveva garantito una scrupolosa
pianificazione. E’ evidente che
questo non è stato fatto. Ha ingannato il
popolo americano dichiarando che la
guerra sarebbe stata l’ultima risorsa. Non
è stata l’ultima risorsa. E gran parte degli
americani capisce la differenza. Ora, questo
ci ha screditato profondamente agli occhi
del mondo. Ritengo sia importante dire
la verità al popolo americano. Ho lavorato
con i leader di cui parla il presidente,
ho lavorato con loro per 20 anni, più a
lungo di questo presidente. Conosco le
opinioni di molti di loro, e so come convincerli
a riprendere le trattative. E credo
che ricominciare da capo, con una nuova
credibilità e un presidente in grado di capire
cosa dobbiamo fare per raggiungere
l’opil
mondo musulmano e spiegare che questa
non è, vedete… Osama bin Laden sfrutta
l’invasione dell’Iraq per convincere la
gente che l’America ha dichiarato guerra
all’islam. Dobbiamo intraprendere la
guerra al terrorismo con una maggiore
abilità. Dobbiamo impedire che trovino
nuovi coscritti. Dobbiamo negare loro rifugi
sicuri. Dobbiamo ricostruire le nostre
alleanze. Credo che Reagan, Kennedy e
gli altri siano stati più efficaci a tale riguardo
e intendo seguire il loro esempio.
BUSH: Il mio avversario ha appena fatto
una dichiarazione sorprendente. Ha
detto che bin Laden sfrutta l’invasione
dell’Iraq come una scusa per diffondere
l’odio nei confronti dell’America. Non
sarà bin Laden a determinare il modo in
cui dobbiamo difenderci. Non sarà bin Laden
a decidere, ma il popolo americano.
Ho stabilito che il giusto intervento fosse
in Iraq. Il mio avversario lo definisce un
errore. Non è stato un errore. Sostiene che
ho ingannato il popolo americano sulla
questione irachena. Non credo che lui
mentisse quando, nell’autunno del 2002,
ha dichiarato che l’Iraq costituiva una grave
minaccia. Non credo che mentisse
quando, nella primavera del 2003, ha asserito
che era giusto disarmare l’Iraq. Non
credo che mentisse quando ha affermato
che chiunque dubitasse che il mondo sarebbe
stato un posto migliore senza Saddam
Hussein al potere non possedeva il
buonsenso necessario per essere presidente.
Non credo che mentisse. Per me è
un inganno sostenere che è possibile risolvere
con successo la questione irachena
continuando a cambiare opinione su
questa guerra. E Kerry lo ha fatto. Al variare
della politica, cambiano anche le
sue posizioni. E non è così che si comporta
un comandante in capo. Le informazioni
d’intelligence cui ho dato credito sono
le stesse che ha preso in considerazione il
mio avversario, proprio le stesse. (…)
KERRY: Non mentivo quando sostenevo
che Saddam era una minaccia, né ho
mentito il giorno in cui il presidente ha
deciso di andare in guerra, quando ho giudicato
un errore il non aver creato forti alleanze
e ho espresso la mia preferenza
per un ricorso a una maggiore diplomazia.
La mia posizione, che ho mantenuto con
coerenza, è che Saddam rappresentava
una minaccia. C’era un modo giusto e uno
sbagliato per disarmarlo. E il presidente
ha scelto quello sbagliato.
BUSH: L’unica cosa coerente nella posizione
del mio avversario è la sua incoerenza.
Cambia sempre opinione. E non è
consentito cambiare opinione in questa
guerra al terrorismo, se si intende vincerla.
Io intendo vincerla. E’ necessario vincerla.
(…)
LEHRER: La guerra in Iraq è valsa la
forte perdita di vite americane, 1.052 secondo
le ultime cifre?
BUSH: Ogni vita è preziosa. Ogni vita è
importante. L’aspetto più difficile di questo
compito è sapere di avere coinvolto le
pressione nel lungo termine solo divulgando
la libertà. Missy l’ha capito. E mi ha
confermato che l’aveva capito anche il marito.
Mi chiede se ne è valsa la pena? Ogni
vita è preziosa, è questo che ci differenzia
dal nemico. Ogni individuo per noi è importante.
Eppure penso che ne valga la pena,
Jim. Penso che ne valga la pena, perché
sono sicuro che, nel lungo termine, un
Iraq libero, un Afghanistan libero rappresenteranno
uno straordinario esempio in
una parte del mondo alla disperata ricerca
della libertà. Questo contribuirà a cambiare
il mondo e noi potremo voltarci indietro,
certi di aver fatto il nostro dovere.
KERRY: Capisco di cosa parla il presidente,
perché so cosa significa perdere
soldati in combattimento. E la domanda
se ne valga la pena mi ricorda il parere
che avevo al ritorno dalla guerra, mi ricorda
che è fondamentale non confondere
mai la guerra con i combattenti. E’ già
successo. Ed è uno dei motivi per cui ritengo
di essere in grado di portare a termine
il lavoro, perché sono determinato
per quei soldati e le loro famiglie, per
quei giovani che mettono a rischio la propria
vita. E’ un atto nobile, il più nobile in
assoluto. E voglio essere certo che i risultati
facciano onore a quella nobiltà. Ora ci
viene offerta una possibilità. Ho redatto
un piano grazie al quale ritengo che potremo
avere successo in Iraq: con un summit,
con un addestramento migliore, più
rapido, con tagli… con tutto ciò che è necessario
fare per quanto riguarda l’Onu e
la questione delle elezioni. In Iraq potrà
votare soltanto il 25 per cento della popolazione.
Un’elezione in questo momento è
improponibile. Il presidente non è in grado
di portare a termine il lavoro. Ora l’America
ha la possibilità di scegliere il piano
che ho elaborato in quattro punti, che
posso descrivere singolarmente in dettaglio
o che potete consultare sul mio sito.
Oppure può attenersi al piano del presidente,
che è riassumibile in due parole:
continuiamo così. Il mio piano è migliore.
Anche perché offre migliori opportunità
per sostenere quei soldati. Non abbandonerò
mai quei soldati, e darò la caccia e
ucciderò i terroristi ovunque siano.
BUSH: Sì, capisco cosa significhi essere
il comandante in capo. E se dovessi mai
dire: “Questa è una guerra sbagliata, nel
momento sbagliato e nel posto sbagliato”,
i soldati si chiederebbero: “Come posso fidarmi
di questo tipo?”. Non puoi guidare
una guerra al terrorismo se continui a
cambiare opinione sulla guerra, affermando
cose del tipo: “Beh, è solo una
grande diversione.” Non è una grande diversione:
è essenziale non fare errori.
Quindi, il piano di cui parla, semplicemente
non funzionerebbe.
KERRY: Il segretario di Stato Colin
Powell ha suggerito al presidente la regola
di Pottery Barn: “Se rompi, aggiusti”.
Ora, se rompi, hai fatto un errore. Hai fatto
la cosa sbagliata. Ma visto che la cosa
che hai rotto ti appartiene, devi aggiustarla
e tirarci fuori qualcosa. E’ questo che
dobbiamo fare. Non è una contraddizione.
I soldati laggiù sanno che le cose non vanno
per il verso giusto. Io sistemerò le cose
per quei soldati, perché è importante per
Israele, è importante per l’America, è importante
per il mondo, è importante per la
lotta contro il terrorismo. Ma io ho un piano
per farlo. Lui no.
truppe in una campagna pericolosa. Faccio
il possibile per dare conforto ai parenti
che hanno perso un figlio o una figlia, un
marito o una moglie. Penso a Missy Johnson,
una donna fantastica che ho conosciuto
a Charlotte, North Carolina. E’ venuta
a incontrarmi col figlio Brian. Il marito,
PJ, è rimasto ucciso. Era stato in Afghanistan,
è andato in Iraq. Vedete, è davvero
dura cercare di dimostrarle tutto il
mio affetto, nella consapevolezza che la
sua perdita è il risultato della mia decisione.
Dopo aver pregato e pianto – e anche
riso – le ho detto che pensavo che il sacrificio
di suo marito fosse stato nobile e
onorevole. Perché capisco la posta in gioco
in questa guerra al terrore. Capisco che
dobbiamo trovare al Qaida ovunque si nasconda.
Dobbiamo affrontare le minacce
prima che si materializzino in pieno. E
Saddam Hussein era una minaccia. Dobbiamo
diffondere la libertà, perché potremo
sconfiggere l’odio, la tirannia e l’opil
LEHRER: A proposito del suo piano,
un’altra domanda. Ci può indicare un programma
preciso – in termini di scenario,
tempistica, eccetera – per portare a termine
la maggior parte del coinvolgimento
militare statunitense in Iraq?
KERRY: La tempistica che mi sono prefissato…
ancora una volta voglio correggere
il presidente, perché questa sera ha
nuovamente frainteso le mie parole. Non
ho detto che avrei ritirato le truppe in sei
mesi. Ho detto che se faremo quello che
mi sono prefissato e avremo successo, potremmo
cominciare a ridurre il numero
dei soldati fra sei mesi. Una componente
fondamentale del successo in Iraq è riuscire
a convincere gli iracheni e il mondo
arabo che gli Stati Uniti non hanno programmi
a lungo termine su questo paese.
Da quello che vedo, stiamo costruendo circa
14 basi militari laggiù, e alcuni dicono
che abbiamo un progetto decisamente duraturo
nei loro confronti. Se sorvegli il midi
destra). Alla conclusione del dibattito durato novanta
uno scambio di battute nel corso della discussione
nistero del Petrolio, ma non controlli gli
impianti nucleari, l’idea che molta gente
potrà farsi sarà: “Ah, forse sono interessati
al nostro petrolio.” Quindi, il problema
è che questa Amministrazione non ha riflettuto
debitamente su questi aspetti.
Mentre sono aspetti che devono essere
considerati in modo approfondito. Quello
che voglio fare è cambiare le dinamiche
sul campo. E il modo per farlo è cominciare
non ritirandosi da Fallujah e altri
posti, mandando messaggi sbagliati ai terroristi.
Bisogna chiudere le frontiere. Bisogna
mostrare un atteggiamento di serietà
sulla questione. Ma bisogna anche
mostrare di essere disposti a coinvolgere
il resto del mondo e dividere la posta in
gioco. Farò una dichiarazione chiara: gli
Stati Uniti non hanno un progetto a lungo
termine di permanenza in Iraq. L’obiettivo
della mia Amministrazione sarà quello
midi
ritirare tutti i soldati, tranne un esiguo
numero necessario per l’addestramento e
la logistica, come facciamo in altri paesi
del mondo dopo un conflitto, per poter sostenere
la pace. E’ così che potremo conquistare
la pace: addestrando rapidamente
gli stessi iracheni. Persino l’Amministrazione
Bush ha ammesso di non aver
fatto l’addestramento, perché alcune settimane
fa ha riferito al Congresso e ha
chiesto una riprogrammazione completa
dello stanziamento di denaro. Che grande
ammissione ha fatto, 16 mesi dopo: “Oops,
non abbiamo fatto il nostro lavoro. Dobbiamo
cominciare a spendere il denaro
adesso. Ci date il permesso di spostare i
fondi nell’addestramento?”.
BUSH: Ci sono 100 mila soldati addestrati,
poliziotti, guardie, unità speciali,
pattuglie alle frontiere. Ne avremo addestrati
125 mila entro la fine dell’anno. Sì
che stiamo facendo il nostro lavoro. E’ che
è un lavoro duro. Lo sanno tutti che è un
novanta minuti sono salite sul palco oltre alle consorti
discussione in diretta televisiva
lavoro duro, perché dobbiamo affrontare
un nemico determinato che cerca di sconfiggerci.
Ora il mio avversario afferma di
avere intenzione di cambiare le dinamiche
sul campo. Beh, il primo ministro iracheno
Allawi è stato qui. E’ il capo di quel
paese. E’ un uomo molto coraggioso. Ma
quando è venuto e ha tenuto un discorso
al Congresso, il mio avversario ha messo
in dubbio la sua credibilità. Non puoi
cambiare le dinamiche sul campo dopo
aver criticato il coraggioso leader dell’Iraq.
Uno dei membri della sua campagna
ha insinuato che il primo ministro Allawi
era una marionetta. Non è questo il modo
di trattare un uomo coraggioso e intrepido,
che sta cercando di far progredire il
proprio paese. Il modo per garantire il nostro
successo è quello di inviare messaggi
chiari e coerenti al popolo iracheno, facendo
comprendere loro che quando noi
presidendiamo
la nostra parola, la manteniamo,
che siamo al loro fianco, che crediamo che
vogliono la libertà. E io lo sto facendo. Sono
convinto che 25 milioni di persone – la
stragrande maggioranza – non aspettino
altro che le elezioni. Rifiuto l’idea – e ritengo
che il mio avversario non abbia la
stessa opinione – di coloro che sostengono
che se sei musulmano non puoi essere libero,
non desideri la libertà. Dissento fermamente
da questo concetto.
KERRY: Non potrei credere più di così
che gli iracheni vogliono essere liberi e
potrebbero essere liberi. Ma, ancora una
volta, ritengo che il presidente non abbia
mostrato in che modo intende perseguire
correttamente questa linea. E farà altri errori.
Quando il primo ministro Allawi è venuto
qui, ha detto che i terroristi stanno
oltrepassando i confini. Questa è la valutazione
di Allawi. La valutazione dell’intelligence
nazionale, che è stata trasmessa
al presidente in luglio, ha riferito che la
prospettiva migliore è una prosecuzione
della situazione che stiamo vivendo oggi,
mentre quella peggiore è la guerra civile.
Io posso fare di meglio.
BUSH: Il motivo per cui il primo ministro
Allawi ha affermato che stanno superando
i confini è perché si è reso conto
che questa è una componente fondamentale
della guerra al terrorismo. Combattono
contro di noi perché combattono contro
la libertà. Hanno capito che un Afghanistan
libero o un Iraq libero rappresenterebbero
una grande sconfitta per loro.
Questa è la posta in gioco. E’ per questo
che è fondamentale non andarsene. E’ per
questo fondamentale che manteniamo la
posizione. Ed è essenziale che vinciamo. E
vinceremo. Sotto la mia leadership vinceremo
questa guerra in Iraq.
LEHRER: Presidente, l’esperienza in
Iraq rende più o meno probabile la prospettiva
che Lei coinvolga gli Stati Uniti in
un’altra azione militare preventiva?
BUSH: Spero di non doverlo mai più fare.
Mi rendo conto di quanto sia difficile
impegnare le truppe. Non ho mai voluto
impegnare le truppe. Durante la scorsa
campagna elettorale – quando abbiamo
fatto il dibattito nel 2000 – non ho mai pensato
che saremmo arrivati a questo punto.
Ma il nemico ci ha attaccati, Jim, e io ho il
dovere solenne di proteggere il popolo
americano, di fare tutto quanto in mio potere
per difenderci. Penso che se parliamo
chiaramente e mettiamo in pratica
quello che affermiamo, senza inviare messaggi
ambigui, è meno probabile che dovremo
ricorrere alla forza militare. Ma un
presidente deve essere sempre pronto a
impiegare le truppe. Deve farlo, come ultima
risorsa. Speravo che la diplomazia
potesse funzionare in Iraq. Si stava disgregando.
Non avevo dubbi che Saddam
Hussein stesse sperando che il mondo
avrebbe chiuso un occhio. E se fosse rimasto
al potere – in altre parole, se avessimo
detto: “Lasciamo che gli ispettori facciano
il loro lavoro, oppure, speriamo di
riuscire a dissuaderlo, forse con una 18
esima risoluzione ce la faremo” – sarebbe
diventato più forte e deciso, e il mondo oggi
sarebbe in condizioni molto peggiori.
Non ho dubbi che sarebbe venuto il giorno
in cui ci saremmo pentiti se Saddam
fosse rimasto al potere. Quindi, credetemi,
facciamo ricorso alla diplomazia tutte le
volte che possiamo. E spero di non dover
mai più usare la forza in futuro. Ma parlando
chiaramente e facendo capire alle
persone che crediamo in quello che diciamo,
abbiamo influenzato il mondo in un
modo positivo. Basta pensare alla Libia.
La Libia era una minaccia. E ora sta
smantellando pacificamente i propri programmi
di armamenti. Ha capito che l’America
e altri imporranno la loro dottrina
e per questo il mondo è molto migliore.
Quindi, per rispondere alla domanda, spero
di non doverlo mai più fare. Credo che,
agendo con fermezza e decisione, è meno
probabile che dovremo ricorrere all’uso
della forza.
KERRY: Jim, il presidente ha appena
fatto un’osservazione straordinariamente
significativa e onestamente molto importante
nell’economia di questo dibattito. In
risposta alla sua domanda riguardante l’Iraq
e l’invio di truppe in quel paese, il
presidente ha appena dichiarato: “Il nemico
ci ha attaccati”. Saddam Hussein
non ci ha attaccati. Al Qaida ci ha attaccati.
E quando siamo riusciti a mettere Osama
bin Laden con le spalle al muro nella
zona montuosa di Tora Bora, c’erano 1.000
dei suoi soldati con lui; eppure, nonostante
le forze militari americane fossero vicine
e schierate sul campo, non abbiamo
fatto ricorso alle truppe meglio addestrate
del mondo per mandarle a uccidere il
criminale e terrorista numero uno al mondo.
Hanno affidato questo compito ai signori
della guerra afghani, i quali – soltanto
una settimana prima – erano schierati
sull’altro fronte a combattere contro
di noi, e nessuno dei due schieramenti si
fidava dell’altro. E’ quello il nemico che ci
ha attaccato. E’ quello il nemico a cui è
stato concesso di lasciare indenne quelle
montagne. E’ quello il nemico che adesso
è presente in 60 paesi, con una schiera
sempre più folta di nuove leve. Il presidente
ha anche dichiarato che Saddam
Hussein sarebbe diventato più forte. I fatti
dimostrano che questa affermazione è
inesatta. Al momento dell’inizio di questo
conflitto, due terzi del paese erano una
“no fly zone”. Ci sarebbero state le sanzioni.
Sarebbero stati inviati gli ispettori
dell’Onu sul posto. Saddam Hussein si sarebbe
indebolito sempre di più giorno dopo
giorno. Se il Presidente avesse avuto la
pazienza di aspettare la conclusione di
un’altra tornata di risoluzioni, di sedersi a
tavolino con quei leader e chiedere loro:
“Che cosa vi serve? Di che cosa avete bisogno
adesso? Quanto ci vorrà ancora prima
che vi schieriate dalla nostra parte?”,
oggi ci troveremmo in una situazione di
maggior forza.
BUSH: Prima di tutto, è ovvio che so
che è stato Osama bin Laden ad attaccarci.
Lo so. In secondo luogo, pensare che
un’altra tornata di risoluzioni avrebbe indotto
Saddam Hussein a promuovere il
disarmo, a fare delle rivelazioni, è ridicolo,
a mio avviso. Mette semplicemente in
luce una divergenza d’opinioni significativa.
Abbiamo tentato la strada della diplomazia.
Abbiamo fatto del nostro meglio.
Saddam sperava che avremmo fatto
finta di niente. Certo, è vero, adesso sarebbe
in una posizione di maggiore forza
se non fossimo intervenuti noi. Aveva le
capacità di costruire le armi, avrebbe costruito
queste armi.
KERRY: Nell’istante in cui il Presidente
ha iniziato l’invasione, nel mondo c’era
un numero compreso tra 35 e 40 paesi che
disponevano di capacità più ampie di
Saddam Hussein per la realizzazione di
armi. E mentre noi siamo occupati a stornare
il pericolo rappresentato da Saddam,
con 9 divisioni su 10 del nostro esercito
impegnate attivamente a svolgere il
proprio servizio in partenza per l’Iraq, in
arrivo dall’Iraq o coinvolte nei preparativi
precedenti alla partenza, la Corea del
nord si è procurata armi nucleari e il
mondo è diventato un luogo più pericoloso.
L’Iran si sta muovendo nella stessa direzione,
e il mondo è diventato un luogo
più pericoloso. Nella regione del Darfur
è in corso un genocidio. Il mondo è diventato
un luogo più pericoloso. Io avrei
fatto una scelta migliore.
LEHRER: Senatore Kerry, qual è la sua
posizione nei confronti del concetto generale
di guerra preventiva?
KERRY: Il presidente ha sempre il diritto
di sferrare un attacco preventivo, e
ha sempre avuto questo diritto. Questa è
stata una teoria molto importante per tutta
la durata della guerra fredda. Ed è sempre
stata una delle questioni su cui abbiamo
discusso per quanto riguarda il
controllo sugli armamenti. Nessun presidente
in tutta la storia americana ha mai
rinunciato al diritto di agire preventivamente
in qualsiasi modo pur di difendere
gli Stati Uniti d’America, e anch’io farei lo
stesso. Tuttavia, quando e se si decide di
farlo, Jim, bisogna farlo in modo da superare
il test, vale a dire superare il test globale
rappresentato dai propri cittadini,
sapere cioè che il tuo popolo comprende
appieno il motivo per cui stai facendo
quello che stai facendo, e tu puoi dimostrare
dinanzi al mondo di aver agito mosso
da motivazioni legittime. Nel nostro caso,
il segretario di Stato del nostro paese
si è dovuto scusare di fronte al mondo per
la presentazione da lui fatta alle Nazioni
Unite. Tutti ci ricordiamo quando il presidente
Kennedy, durante la crisi missilistica
cubana, ha inviato il proprio segretario
di Stato a Parigi a incontrare Charles De
Gaulle. E nel bel mezzo della discussione,
per riferire ai francesi la questione dei
missili di Cuba, ha dichiarato: “Ecco, lasciate
che vi mostri le fotografie.” E De
Gaulle le ha allontanate con un gesto della
mano e ha affermato, “No, no, no, no. La
parola del presidente degli Stati Uniti per
me è sufficiente”. Quanti leader mondiali
ci risponderebbero ancora così oggi, dopo
aver visto che cosa abbiamo fatto? Quindi,
in questo momento è in gioco la credibilità
degli Stati Uniti e il modo in cui guidiamo
il mondo. E intanto, l’Iran e la Corea
del nord sono diventati più pericolosi.
Non so ancora dire se l’intervento preventivo
sia, in ultima analisi, la soluzione
che si dovrà adottare. Ma una cosa voglio
dirvela: se fossi il presidente, non distoglierei
mai lo sguardo da questo problema.
Ho sempre combattuto contro la proliferazione
da quando sono entrato al Congresso.
Congresso.
E abbiamo visto con i nostri occhi
l’attuale presidente distogliere volutamente
la propria attenzione da alcuni trattati
che erano oggetto di discussione. Non
si può chiedere l’aiuto delle altre nazioni
e non prendere in considerazione il trattato
contro il riscaldamento terrestre, per
esempio, o rifiutarsi di discutere approfonditamente
ogni questione con le
Nazioni Unite. Quel rispetto deve essere
meritato. E secondo me ci attende un lungo
periodo in cui quel rispetto dovremo riguadagnarcelo.
BUSH: Non credo di aver capito bene
che cosa intende dire con “superare il test
globale”, decidere di compiere un’azione
preventiva se si supera il test globale.
La mia strategia è quella di compiere
un’azione preventiva allo scopo di proteggere
il popolo americano, vale a dire per
intervenire a favore della sicurezza di
questo paese. Il mio avversario dice che
non avrei sottoscritto determinati trattati.
Vi voglio dire una cosa che io non ho sottoscritto,
e questo mette in evidenza la nostra
divergenza di opinioni. Non mi sono
espresso a favore del Tribunale penale internazionale
(Tpi). Si tratta di un organo
con sede all’Aia, nel quale magistrati e
pubblici ministeri non investiti di alcuna
responsabilità possono sottoporre a un
processo i nostri soldati o i nostri diplomatici.
Non ho sottoscritto questa proposta.
E mi rendo conto che per alcune capitali
del mondo questa non è stata una
mossa molto popolare. Eppure è la mossa
giusta da fare, decidere di non autorizzare
un tribunale straniero presso il quale
il nostro popolo potrebbe dover sottostare
a un processo. Il mio avversario è a favore
dell’appoggio al Tpi. A mio avviso,
andare a tutti i costi a caccia della popolarità
sul palcoscenico mondiale non ha
alcun senso se non è nel nostro interesse.
Il mio interesse è collaborare con le altre
nazioni. Ma non ho alcuna intenzione di
prendere decisioni che ritengo sbagliate
per l’America.
LEHRER: Una nuova domanda, presidente.
Ritiene che le vie diplomatiche e le
sanzioni possano risolvere i problemi nucleari
con la Corea del nord e con l’Iran?
Risponda pure nell’ordine che preferisce.
BUSH: Preferisco cominciare dalla Corea
del nord, e la risposta è sì, spero vivamente
di sì. Prima del mio insediamento
alla Casa Bianca, la politica di questo governo
era stata quella di intraprendere
negoziati bilaterali con la Corea del nord.
E avevamo sottoscritto un accordo con la
Corea del nord che poi – la mia amministrazione
ha scoperto – i nordcoreani non
stavano adempiendo. Pertanto ho deciso
che il modo migliore per affrontare la
questione fosse coinvolgere altre nazioni
al nostro fianco. E a Crawford, in Texas, io
e Jiang Zemin siamo giunti alla conclusione
unanime che una penisola – la penisola
coreana – libera dalle armi nucleari
fosse nel suo interesse, nel nostro interesse
e nell’interesse del mondo intero.
Quindi abbiamo avviato un nuovo dialogo
con la Corea del nord, un dialogo che non
coinvolgeva solamente gli Stati Uniti, ma
che ora comprende anche la Cina. E quest’ultimo
paese esercita un’influenza notevole
sulla Corea del nord, in certi casi
anche superiore alla nostra. Oltre alla Cina,
abbiamo coinvolto anche la Corea del
sud, il Giappone e la Russia. Pertanto
adesso ci sono cinque voci che si rivolgono
a Kim Jong Il, non solamente una. Di
conseguenza, se Kim Jong Il dovesse decidere
nuovamente di non onorare un accordo,
compirebbe un’ingiustizia non soltanto
nei confronti dell’America, ma anche
verso la Cina. Secondo me questo piano
funzionerà. Non funzionerà se apriremo
un dialogo bilaterale con Kim Jong Il,
che vuole mettere a repentaglio i colloqui
a sei, la coalizione delle cinque nazioni
che gli sta inviando un messaggio molto
chiaro. Per quanto riguarda l’Iran, spero
che riusciremo a fare lo stesso, a continuare
a collaborare col mondo per convincere
i mullah iraniani ad abbandonare
le loro ambizioni nucleari. Abbiamo lavorato
in stretta collaborazione con i ministri
degli Esteri di Francia, Germania e
Gran Bretagna, che hanno trasmesso ai
mullah il messaggio secondo cui, se vogliono
entrare a far parte del mondo delle
nazioni, devono sbarazzarsi dei loro
programmi nucleari. E’ coinvolta anche
l’Aiea . Di recente è stato approvato un
protocollo speciale che autorizza le ispezioni.
Spero che ce la faremo. Abbiamo
una buona strategia.
KERRY: Per quanto riguarda l’Iran, sono
stati i britannici, i francesi ed i tedeschi
a fare il primo passo senza gli Stati
Uniti, purtroppo, e a tentare di intervenire
per porre un freno alle possibilità nucleari
iraniane. A mio parere, avremmo
potuto fare di meglio. Gli Stati Uniti
avrebbero dovuto offrire la possibilità di
dichiare materiale fissile nucleare, metterli
alla prova, per verificare se erano effettivamente
alla ricerca di questo materiale
a scopi pacifici. Se non si fossero dimostrati
disposti a trovare un accordo,
avremmo potuto mettere insieme tutte le
nostre sanzioni. Il presidente non ha fatto
nulla di tutto ciò. Per quanto riguarda la
Corea del nord, ecco come sono andate
realmente le cose: avevamo già degli
ispettori e delle telecamere televisive nel
reattore nucleare situato in Corea del
nord. Era stato il segretario Bill Perry a
negoziare questo accordo ai tempi del
presidente Clinton. E noi sapevamo dove
si trovavano le barre di materiale fissile,
ed eravamo al corrente dei limiti della loro
potenza nucleare. Colin Powell, il nostro
segretario di Stato, un giorno ha annunciato
che avremmo proseguito il dialogo
per la collaborazione con i nordcoreani.
Il presidente lo ha smentito pubblicamente
in presenza del presidente della
Corea del sud. E a quel punto il presidendiamo
te della Corea del sud è rientrato in patria
confuso e imbarazzato, perché la sua politica
era stata contrastata: per due anni il
suo governo ha rifiutato qualsiasi contatto
con la Corea del nord. Durante questa situazione
di “non dialogo”, sono saltati fuori
i materiali fissili, gli ispettori sono stati
cacciati e anche le telecamere televisive.
E oggi ci sono da quattro a sette armi nucleari
nelle mani dei nordcoreani. E tutto
ciò accadeva sotto gli occhi dell’attuale
presidente. Ora, secondo me questa è una
delle smentite o dei messaggi confusi più
gravi che si possano trasmettere.
LEHRER: Scusate, signori, vorrei avere
la certezza che le persone che ci stanno
guardando si rendano conto delle diverse
opinioni che voi avete su questo tema. Lei
vuole proseguire sulla strada dei colloqui
multinazionali, vero?
BUSH: Esatto.
LEHRER: E lei è disposto a farlo?
KERRY: Sono disposto a fare entrambe
le cose. Voglio dei colloqui bilaterali che
mettano sul tavolo tutte le questioni, dall’armistizio
del 1952, alla questione economica,
a quella dei diritti umani, dello
smaltimento delle armi, della zona demilitarizzata
e del nucleare.
LEHRER: E lei è contrario, giusto?
BUSH: Nel momento in cui avvieremo
dei colloqui bilaterali, il dialogo a sei si
interromperà. E questo è ciò che vuole
Kim Jong Il. A questo proposito, la violazione
dell’accordo non si è verificata a
causa del plutonio. La violazione dell’accordo
aveva a che vedere con l’uranio arricchito.
E’ su questo che l’abbiamo colto
in fallo. Era questa la violazione dell’accordo.
Il mio avversario ha citato la questione
dell’imposizione delle sanzioni all’Iran:
abbiamo già sottoposto l’Iran a sanzioni.
Non possiamo imporne di ulteriori.
Ci sono già delle sanzioni in vigore contro
l’Iran. E, per concludere, facevamo anche
noi parte della convenzione, collaboravamo
con Germania, Francia e Gran Bretagna
per inviare i loro ministri degli Esteri
in Iran.
LEHRER: senatore Kerry, lei ha menzionato
il Darfur, la regione Darfur nel Sudan.
50.000 persone sono già morte nella
regione e più di un milione sono state cacciate
dalle loro case. Quello che sta succedendo
è stato definito una situazione di
continuo genocidio. Eppure, per quanto è
a mia conoscenza, nessuno di voi o nessun
altro del vostro staff ha mai avanzato la
possibilità di inviare delle nostre truppe.
Perché no?
KERRY: Beh, le dirò esattamente perché
no, ma prima voglio dire qualcosa sulla
questione delle sanzioni all’Iran. Sono
stati gli Usa a decidere le sanzioni da soli,
ed è questo esattamente quello di cui sto
parlando. Se vogliamo che le sanzioni abbiano
effetto, avremmo dovuto lavorare in
concerto con Gran Bretagna, Francia, Germania
e gli altri paesi. Ecco dove sta la
differenza tra il presidente e me. E qui, di
nuovo, lui ha come svicolato dalla domanda.
Ora, per quanto riguarda il Darfur, ebbene
sì si tratta di genocidio. E già mesi fa
alcuni di noi insistevano per intervenire.
Penso che a questo punto ci siano varie
ragioni se non diciamo di inviare truppe
Usa nella regione. La prima è che si può
farlo con l’Unione africana, sempre che
noi gli si fornisca il necessario supporto
logistico. Al momento tutto quello che fa il
presidente è inviare aiuti umanitari. Dobbiamo
fare di più. Devono avere la capacità
logistica di entrare nella regione e far
cessare lo sterminio. Per fare ciò è necessario
assai di più di quanto si faccia oggi.
Io penso che un’altra delle ragioni è… che
al momento siamo troppo impegnati. Chieda
ai rappresentanti delle forze militari.
Abbiamo Guardia nazionale e riserva che
fanno i doppi turni. Oggi in America continuiamo
a fare chiamate di leva: addetti
ai quali si dice che non possono essere
congedati; 9 su 10 delle nostre divisioni attive
sono impiegate in Iraq in un modo o
nell’altro, perché o stanno partendo o tornando
o preparandosi a entrare in azione.
Ecco il modo con il quale il presidente ha
eccessivamente impegnato gli Usa. Ecco
perché nel mio programma io prevedo la
creazione di due ulteriori divisioni per l’esercito
degli Stati Uniti, non per inviarle
in Iraq, ma per affrontare le necessità generali
nel resto del mondo. Ho anche intenzione
di raddoppiare il numero delle
forze speciali, così che si sia in grado di rispondere
meglio alla necessità di combattere
meglio il terrorismo nel mondo. Se attuiamo
questo programma saremo in grado
di reagire più rapidamente. Ma le dirò
una cosa: come presidente, se per le forze
americane si rendesse necessario in qualche
modo di intervenire a fianco dell’Unione
africana, io sarei pronto a farlo perché
non ci possiamo permettere un altro
Ruanda. Noi e il mondo abbiamo una responsabilità
morale.
BUSH: Soltanto un momento per ritornare
all’Iran. Non è stata la mia Amministrazione
a decidere le sanzioni all’Iran.
Ciò è successo assai prima che io arrivassi
a Washington D.C. Per quanto riguarda
il Darfur, sono d’accordo è genocidio. Così
ha dichiarato Colin Powell. Noi abbiamo
stanziato 200 milioni di dollari di aiuti.
Siamo quelli che nel mondo hanno stanziato
il più grande contributo per alleviare
le sofferenze di quelle popolazioni. E
continueremo a inviare aiuti. Siamo stati
molto attivi in seno all’Onu per decidere
le sanzioni da applicare al governo Bashir
del Sudan. Prima del disastro del Darfur,
l’ambasciatore Jack Danforth aveva negoziato
un accordo nord-sud che secondo le
nostre intenzioni avrebbe dovuto portare
la pace in Sudan. Sono d’accordo con il
mio sfidante che non dovremmo inviare
truppe. Dovremmo lavorare con l’Unione
africana, come abbiamo fatto in Liberia.
Siamo riusciti a stabilizzare la situazione
con l’impiego di poche truppe e ce ne siamo
andati all’arrivo di quelle dell’Unione
africana. La mia speranza è che l’Unione
africana si muova rapidamente per aiutare
a salvare la vita di questa gente. Per
fortuna, la stagione delle piogge sta per finire,
il che faciliterà l’invio degli aiuti per
portare sollievo alla popolazione.
LEHRER: Come abbiamo visto, ci sono
chiaramente delle notevoli differenze in
dri impegnati in campagna. Sono ammirato
dal fatto che ha servito il nostro paese
per 20 anni in Senato. Anche se non posso
dire di essere altrettanto ammirato per le
sue posizioni. Non gli rimprovererò di
aver frequentato Yale. Non c’è niente di
male. La mia preoccupazione riguardo al
senatore è che nel corso di questa campagna
ha sempre fatto molta attenzione alle
sue dichiarazioni e lui cambia idea sulla
guerra in Iraq. Lui cambia idea su qualcosa
così fondamentale che come sapete
nell’intimo del vostro io, nel profondo del
vostro cuore, è giusto per l’Iraq. Non potete
essere un leader se inviate messaggi
contradditori. Messaggi contradditori inviano
segnali erronei alle nostre truppe.
Messaggi contraddittori inviano segnali
erronei ai nostri alleati. Messaggi contraddittori
sono segnali erronei per i cittadini
iracheni. Ecco, questa è la mia maggiore
preoccupazione per quanto riguarda
il mio sfidante. Lo ammiro per il suo servizio
militare. Ma sapendo come gira il
mondo e cosa comporti l’esercizio del governo
ci deve essere certezza e continuità
da parte del presidente degli Usa. Naturalmente,
se serve, si possono cambiare le
tattiche, ma non cambiamo mai le nostre
certezze, le certezze strategiche che sono
necessarie per proteggere il nostro paese
nel mondo.
KERRY: Beh, anzitutto devo dire che
apprezzo molto i commenti di carattere
personale che il presidente ha appena
fatto. E li condivido. E mi rendo conto che
se si fa questo tipo di mestiere – e lui sicuramente
come presidente ne sa qualcosa
di più di me – si comincia ad avere
un’idea di quello che comporta per la famiglia.
E’ dura. E così devo ammettere
che le sue figlie io le ho osservate. Alcuni
dei loro commenti mi hanno proprio divertito.
(risate) E…
I segreti dell’eccezione
materia politica tra voi due. Ci sono anche
delle motivazioni di carattere personale
che secondo lei sono così rilevanti da pregiudicare
al senatore Kerry la possibilità
di svolgere il ruolo di comandante in capo
degli Stati Uniti?
BUSH: Questa è una domanda assai impegnativa.
Beh, prima di tutto io ho grande
considerazione per i meriti militari del
senatore Kerry. Lo considero un papà
straordinario. Ho apprezzato la gentilezza
delle sue figlie verso le mie per questa
che è un’esperienza piuttosto dura per
delle giovani ragazze… vedere i propri pa-
lato del carattere o no. Si tratta del problema
della sicurezza. Una cosa è essere
sicuri, ma si può essere sicuri anche nell’errore.
Altra cosa è essere sicuri ed essere
nel giusto, o essere sicuri e andare
nella giusta direzione, o essere convinti di
un principio e poi a causa di nuovi fatti,
prenderli in considerazione e utilizzarli
per correggere la propria linea politica.
Quello che mi preoccupa del presidente è
che non sembra riconoscere quello che
c’è in ballo: non ammette quello che sta
succedendo nella Corea del Nord, non riconosce
la realtà scientifica della ricerca
sulle cellule staminali, del generale riscaldamento
della terra ed altri problemi.
L’eccessiva certezza può talvolta procurarvi
dei guai.
BUSH: Beh, io penso – sentite, sono assolutamente
d’accordo che uno dovrebbe
cambiare tattica, e noi lo faremo in Iraq. I
nostri comandanti hanno tutta la capacità
di fare ciò che è necessario per raggiungere
l’obiettivo. Ma quello che non farò
mai sarà cambiare le mie intime convinzioni
a causa della politica o della pressione
degli eventi. Una delle cose che ho
imparato stando alla Casa Bianca è che il
presidente è sottoposto a enormi pressioni,
e non deve vacillare sotto di esse. Altrimenti
il mondo non migliorerà.
KERRY: Non ho nessuna intenzione di
vacillare. Non ho mai vacillato nella mia
vita. E non ho mai neanche esitato. So
esattamente quello che va fatto in Iraq e
Bush: “Un errore gravissimo
avere colloqui bilaterali con la
Corea del nord. Dobbiamo
avere la Cina al nostro fianco”
dell’eccezione americana e dei signori
BUSH: Sto cercando di metter loro un
guinzaglio.
KERRY: Beh, vedo. Io non ho ancora
imparato a farlo. (risate) E ho una grande
ammirazione per sua moglie. Penso che
sia una persona eccezionale…
BUSH: Grazie.
KERRY: … e una formidabile First
Lady. Ma noi due siamo differenti. Non
parlerò di differenze di carattere. Non
credo che faccia parte del mio incarico o
del mio lavoro. Ma lasciatemi parlare di
qualcosa che il presidente ha appena accennato.
Forse qualcuno lo considera un
andrebbe affrontata prendendo possesso
del suo nuovo incarico?
KERRY: La proliferazione nucleare. La
proliferazione nucleare. Ci sono oltre 600
tonnellate di materiale non in sicurezza
nell’ex Unione sovietica e in Russia. Al
tasso in cui l’attuale presidente sta sistemando
la faccenda, ci vorranno 13 anni
per la messa in sicurezza. Io mi sono molto
occupato della questione. Ho anche
scritto un libro in proposito vari anni fa –
sei, sette anni fa – che si intitolava “La
nuova guerra” che esplorava le complessità
di questa nuova rete criminale internazionale.
E tempo fa, abbiamo intercettato,
in un paese mediorientale, una valigia
contenente materiale nucleare. Il suo
prezzo al mercato nero era di 250 milioni
di dollari. Oggi sappiamo che ci sono terroristi
che stanno cercando di mettere le
mani su questo materiale. E, mi dispiace
dirlo, questo presidente, nei due anni successivi
all’11 settembre, ha messo in sicurezza
meno materiale nucleare di quanto
non fosse stato fatto nei due anni precedenti
l’11 settembre. Dobbiamo occuparci
di questa faccenda. E per farlo bene non
si possono tagliare gli stanziamenti necessari.
Il presidente ha invece ridotto gli
stanziamenti. Dobbiamo investire, reperire
i fondi e stabilire la nostra leadership
su questo problema. E inviare precisi
messaggi alla Corea del Nord fa parte di
questa leadership. Proprio in questo periodo
il presidente sta spendendo milioni
di dollari per la ricerca di armi nucleari
in grado di penetrare rifugi anti-nucleari.
Gli Stati Uniti stanno perseguendo la
creazione di una nuova generazione di armi
nucleari. E’ una cosa senza senso. A
proposito di messaggi contraddittori. Stiamo
dicendo ad altri: “Non potete avere armi
nucleari”, ma stiamo investendo in un
programma per la creazione di nuove ar-
la mia posizione è stata sempre uguale:
Saddam Hussein rappresentava una minaccia.
Era necessario disarmarlo. Dovevamo
ricorrere all’Onu. Il presidente doveva
ricevere l’autorizzazione a usare la
forza per poter essere in grado di obbligarlo
a fare qualcosa, dato che non ha mai
fatto nulla se non minacciato dall’uso della
forza. Ma non era necessario andare
precipitosamente in guerra senza aver fatto
un piano preciso per vincere la pace.
LEHRER: Nel caso lei sia eletto presidente
qual è secondo lei la più grave minaccia
alla sicurezza degli Stati Uniti che
mi nucleari che pensiamo magari di voler
eventualmente usare. Non succederà se
sarò eletto. Sospenderò il programma e
farò in modo che il mondo creda che siamo
seriamente intenzionati a contenere la
proliferazione nucleare. E faremo in modo
che tutto il materiale nucleare esistente
in Russia sia messo in sicurezza nel giro
di quattro anni. E costituiremo la più
potente rete internazionale per prevenire
la proliferazione nucleare. Questo corrisponde
a quello che il presidente Kennedy
aveva iniziato a fare con il trattato
sul bando agli esperimenti nucleari. E’
l’equivalente per la nostra generazione. E
intendo fare di tutto per realizzarlo.
BUSH: A dire il vero, da quando sono
in carica abbiamo diminuito del 35 per
cento i fondi per il problema della proliferazione
nucleare. Secondariamente, abbiamo
costituito quello che viene definito
– beh, prima di tutto sono d’accordo
con il mio contendente che la più grande
minaccia che questo paese deve affrontare
sia quella delle armi di distruzione di
massa finite eventualmente nelle mani di
terroristi. Ed ecco perché la proliferazione
è uno dei punti vitali di una strategia
multilaterale per aumentare la sicurezza
del paese. La mia Amministrazione ha
dato inizio a un programma chiamato
“Proliferation Security Initiative”. Più di
60 nazioni impegnate a impedire il trasferimento
di informazioni e/o materiale
concernente armi di distruzione di massa.
E abbiamo avuto successo. Abbiamo
annientato la rete di A. Q. Khan. Questa
era una rete di proliferazione, attiva in
Pakistan, che vendeva segreti militari a
nazioni quali la Corea del Nord e la Libia.
Abbiamo convinto la Libia a disarmare.
E’ una parte importante del problema
delle armi di distruzione di massa
e della proliferazione. Vi dirò che un altro
modo per difendere l’America in futuro
è quello di continuare nel programma
di difesa missilistica. E difatti abbiamo
un bel programma di ricerca e sviluppo
che è stato avviato durante il mio mandato.
A breve saremo in grado di completare
un sistema di difesa missilistica. E
questo è un altro modo per affrontare i
pericoli che ci attendono nel 21° secolo. Il
mio sfidante è contrario al programma di
difesa missilistica.
LEHRER: Solo per mettere a fuoco questa
discussione, anche se ci porterà via
qualche secondo: possiamo dire che ambedue
siete d’accordo, lei signor presidente
se sarà rieletto, e lei se sarà eletto,
che la minaccia maggiore sia la proliferazione
nucleare?
BUSH: Nelle mani di una rete terroristica
nemica.
KERRY: Le armi di distruzione di massa,
la proliferazione nucleare. Ma qui di
nuovo, ecco come si evidenzia la differenza
tra di noi. Il presidente ha avuto quattro
anni per gestire questo problema e la
Corea del Nord ha nel frattempo aumentato
il proprio arsenale; l’Iran sta preparandosi
ad averne. E continuando di questo
passo, ci vorranno 13 anni per mettere
in sicurezza l’arsenale nucleare russo. Io
lo farò in quattro anni e metterò in moto
immediatamente colloqui bilaterali con la
Corea del Nord.
LEHRER: Cosa risponde?
BUSH: Di nuovo, non posso che confermare
quanto sia un grave errore avere colloqui
bilaterali con la Corea del Nord. E’
precisamente quello che vuole Kim Jong
II. Sarà la fine dei colloqui a sei. Vorrà dire
che la Cina non sarà più coinvolta per
cercare di convincere assieme a noi Kim
Jong II a eliminare quelle armi. Sarebbe
un errore gravissimo. Dobbiamo assolutamente
avere la Cina al nostro fianco per
utilizzare il suo potere di persuasione su
Kim Jong II. E se si iniziano colloqui bilaterali,
saranno più che contenti di piantarci
in asso. Non penso proprio che funzionerebbe.
LEHRER: Va bene, signor presidente.
Eccole l’ultima domanda. Ha due minuti.
E’ un argomento nuovo – un argomento
nuovo e che riguarda il presidente Putin e
la Russia. Per caso lei si è sbagliato sul
suo conto o lei considera, lei ritiene che
quello che sta facendo a nome dell’antiterrorismo,
rivedendo alcuni processi di
democratizzazione, sia giusto?
BUSH: No, non penso che sia giusto e lo
ho anche detto pubblicamente. Penso che
in una democrazia ci debbano essere controlli
ed equilibri, e ho detto chiaramente
che consolidando il potere centrale del
governo, sta segnalando al mondo occidentale
e agli Stati Uniti, di non credere
nella necessità di questi controlli ed equilibri,
e io gliel’ho detto. Voglio dire, naturalmente
è un grande alleato nella lotta al
terrore. Lui è… veda hanno avuto una situazione
terribile a Beslan dove questi
terroristi hanno sparato a dei piccoli alunni.
Tra l’altro è così che si comporta il nemico.
Ecco perché dobbiamo essere decisi
e determinati a fare giustizia. Questo è
esattamente quello che vuol fare Vladimir
Putin. Ho un buon rapporto con Vladimir.
E’ importante che noi si sia in buoni rapporti
perché ciò mi permette meglio di
dirgli quello che penso e di discutere meglio
con lui le decisioni che prende. Ho
scoperto che, in questo mondo, è importante
avere dei buoni rapporti personali
con la gente, perché così se si è in disaccordo
si è ascoltati in maniera più efficace.
E così gli ho espresso la mia opinione
in proposito. Sono pronto ad affrontare di
nuovo la questione con lui più avanti. La
Russia è un paese che sta attraversando
un periodo di transizione. Vladimir dovrà
prendere alcune decisioni difficili. E penso
che sia molto importante per il presidente
americano, come per gli altri leader
occidentali, di ricordargli i grandi benefici
della democrazia, che la democrazia
aiuterà il suo popolo a realizzare le proprie
speranze, aspirazioni e sogni. E proseguirò
questa mia opera nei prossimi
quattro anni.
KERRY: Beh, lasciatemi dire in breve
che io ho avuto la straordinaria fortuna di
sperimentare da vicino e personalmente
la transizione della Russia, perché ero
proprio lì dopo il cambio di potere. E sono
stato probabilmente uno dei primi senatori,
assieme a Bob Smith, allora senatore
del New Hampshire, a entrare nei
sotterranei del KGB sotto la Piazza Treblinka
e a vedere le pile di fascicoli piene
di nomi. Era come aprire gli occhi sul processo
di transizione che la Russia stava
cercando di fare. Mi dispiace per quanto
è successo in questi ultimi mesi. E credo
francamente che vada oltre alla semplice
risposta al terrorismo. Putin controlla oggi
tutte le stazioni televisive. I suoi oppositori
politici finiscono in galera. Naturalmente
penso che sia importante per gli
Stati Uniti avere un buon rapporto di lavoro
perché è un paese molto importante
per noi. Vogliamo che sia un nostro partner.
Ma dobbiamo sempre sostenere la democrazia.
Come ha detto George Will l’altro
giorno: “La libertà avanza; ma non in
Russia al momento”. Ora, per un attimo,
vorrei tornare sull’argomento di prima riguardante
la Cina e i colloqui. Perché si
tratta di uno degli argomenti più critici: la
Corea del Nord. Il fatto che il presidente
affermi che non si possa fare – che si perderebbe
il sostegno della Cina – non significa
che la cosa non sia fattibile. Voglio
dire, questo è il presidente che affermò
“c’erano armi di distruzione di massa”,
disse “missione compiuta”, disse che sarebbe
stata una guerra da poco: niente di
tutto ciò si è rivelato vero. Potremmo avere
colloqui bilaterali con Kim Jong II. E
possiamo appropriarci di quelle armi e allo
stesso tempo non perdere la Cina. Perché
anche la Cina è interessata a risolvere
la faccenda.
BUSH: Voi conoscete la mia opinione
sulla Corea del Nord. Non potrei esprimermi
più chiaramente.
LEHRER: Va bene, ma quando ha usato
nuovamente la parola “verità”…
BUSH: Come dice?
LEHRER: …parlando della verità dei
fatti. Ha nuovamente usato la parola “verità”.
Non le ha fatto rizzare le penne?
BUSH: Oh, io sono un uomo abbastanza
calmo. Non la prendo come un’offesa personale.
LEHRER: Bene, bene.
BUSH: Sa, abbiamo esaminato gli stessi
rapporti della nostra intelligence e abbiamo
tratto le stesse conclusioni: Saddam
Hussein rappresentava una seria minaccia.
E non gliene voglio per aver detto che
rappresentava una grave minaccia. Non
passerò il mio tempo andando in giro per
il paese a dire che non ha detto la verità,
quando ha esaminato gli stessi documenti
che ho visto io.
KERRY: Era una minaccia. Non è questo
il problema. Il problema era come andava
affrontata. Il Presidente disse che
avrebbe costituito una vera coalizione,
esplorato tutti i mezzi consentiti dall’Onu
e poi come misura estrema sarebbe andato
in guerra. Quelle parole avevano un
loro significato. Ma, disgraziatamente, non
è andato in guerra, come misura estrema.
Ora ci troviamo con questo incredibile imbroglio
in Iraq: 200 miliardi di dollari.
Non è proprio quello che il popolo americano
si aspettava quando ha votato.
LEHRER: Va bene, questo ci porta alle
conclusioni finali. E, dal responso della
moneta, senatore Kerry tocca a lei per primo
e ha due minuti.
KERRY: Molte grazie, Jim. Molte grazie
ancora all’università. Grazie, signor presidente.
Miei cari concittadini americani,
come ho già detto all’inizio di questo dibattito,
sia io sia il presidente Bush amiamo
molto il nostro paese. Credo che su
questo non ci possa essere alcun dubbio.
Ma abbiamo opinioni diverse su cosa fare
per rendere il nostro paese più forte internamente
e di nuovo rispettato nel mondo.
So che molti di voi, seduti a casa, e che
hanno i figli in Iraq, vorrebbero sapere
chi potrebbe essere il comandante in capo
che potrebbe far tornare a casa i vostri
ragazzi, facendo quello che va fatto e vincendo
la pace. E a tutti gli altri genitori in
America che hanno i figli che vanno a
scuola o in giro per il mondo e che si stanno
chiedendo in quale mondo essi cresceranno,
vorrei dire guardandoli negli occhi:
ho difeso il mio paese da giovane andando
in guerra e lo difenderò da presidente
degli Stati Uniti. Ma io la vedo in
maniera diversa da questo presidente. Io
credo che noi siamo più forti quando stendiamo
la mano, guidando il mondo e costruendo
solide alleanze. Io ho un piano
per l’Iraq. Non sto parlando di lasciare il
paese, sto parlando di vincere. Dobbiamo
ripartire di nuovo, crearci una nuova credibilità,
un presidente che porti altri alleati
dalla nostra parte. Ho anche un piano
per sconfiggere il terrorismo, costruendo
sicurezza interna, rafforzando il
nostro esercito, tagliando le nostre spese,
aprendoci al mondo per ricostruire solide
alleanze. Credo che per l’America siano
in serbo giorni migliori, perché credo che
il futuro sia della libertà e non della paura.
Questo è il paese per il quale mi batterò.
E vi chiedo di darmi la possibilità di
rendervi orgogliosi. Vi chiedo di darmi
l’opportunità di guidare questa grande
nazione, così da essere più forti qui a casa
nostra, più rispettati nel mondo e avere
la giusta leadership responsabile che
ci meritiamo. Grazie a voi tutti e Dio benedica
l’America.
BUSH: Molte grazie stasera, Jim. Senatore.
Se l’America si mostrerà indecisa o
debole in questo decennio, il mondo intero
scivolerà nella tragedia. Questo non avverrà
fino a quando io sarò il vostro presidente.
Nei prossimi quattro anni continueremo
a rafforzare le nostre difese interne.
Consolideremo il nostro sistema di
raccolta di intelligence. Riformeremo il
nostro esercito. L’esercito sarà costituito
solo da volontari. Continueremo a stare all’offensiva.
Combatteremo i terroristi nel
mondo in modo da non doverli affrontare
qui in casa. Continueremo a costruire alleanze.
Non consegnerò mai il bisogno di
sicurezza nazionale dell’America a leader
stranieri, anche se continuiamo a costruire
queste alleanze. E continueremo a
diffondere la libertà. Io credo nel potere
di trasformazione della libertà. Credo che
avere un Iraq libero sia nell’interesse di
questo paese. Credo che avere un Afghanistan
libero sia nell’interesse di questo
paese. E credo che un libero Afghanistan
e un libero Iraq possano servire da esempio
potente per i milioni che agognano in
silenzio la libertà nel grande medio oriente.
Abbiamo fatto un sacco di lavoro negli
ultimi tre anni e mezzo. Siamo stati sfidati
e siamo stati all’altezza di queste sfide.
Abbiamo scalato l’erta montagna. Vedo la
valle là in fondo, una valle di pace. Se restiamo
costanti, risoluti e forti, mantenendo
la parola data, appoggiando le nostre
truppe, possiamo conquistare la pace che
cerchiamo. Vi ringrazio per avermi ascoltato
stanotte. Vi chiedo di votarmi. E possa
Dio continuare a benedire il nostro
grande paese.
LEHRER: E con ciò si conclude il dibattito
di stasera. Grazie senatore Kerry,
signor presidente.
(traduzioni di Aldo Piccato, Studio Brindani,
Chiara Serafin dell’Ami e Giovanna
Bellasio)
tatrat4d
04-10-2004, 14:53
Sembra che manchino delle parole in alcune frasi. O forse è quello sgrammaticato di Bush. :D
jumpermax
04-10-2004, 14:59
Originariamente inviato da tatrat4d
Sembra che manchino delle parole in alcune frasi. O forse è quello sgrammaticato di Bush. :D
al quindicesimo copia ed incolla mi si sono incrociati gli occhi... :D
tatrat4d
04-10-2004, 17:46
http://www.realclearpolitics.com/Commentary/blog_10_4_04_1015.html
Monday, October 4 2004
IS THE KERRY COMEBACK ON TRACK?: Last week's debate was a crucial point in this race. After a dismal eight-week stretch through August and September, Democrats across the country were demoralized and beginning to lose hope. Their candidate was well behind in almost every major poll and teetering on the edge of becoming a national joke and an electoral embarrassment for the party.
Things look a bit different now. For the moment at least, Kerry seems to be back in this race. Of the three polls taken after the debate so far, two show significant movement toward Kerry (Newsweek & Gallup) while one (Rasmussen) shows little change. We should be seeing more polls in the coming twenty four hours that will help us get a better feel for the overall size and strength of the move toward Kerry following Thursday night.
The other important question is whether Kerry can sustain whatever bounce he may receive from the debate. If recent history is any guide, Kerry's bump may be short lived.
Take the CNN/USA Today/Gallup poll, for instance. Back at the beginning of July, Kerry received a six point net bump in the CNN/USA Today/Gallup poll upon naming John Edwards as his Vice Presidential pick.
In the very next poll (whose sample started only eight days after the previous poll ended) Kerry's lead over Bush slipped back to only one point.
And as you can see from the chart on the right, in the next CNN/USA Today/Gallup poll taken right after the DNC, Kerry lost another 7 points (net) to President Bush. In other words, during the most positive six week run the Kerry campaign has had thus far (long before the Swift Boat Veterans and the RNC) Kerry was unable to make his bump stick.
So will he be able to do it this time? I'll give you two reason for and two reasons against:
Reason #1 Kerry's Bump WILL Last: For the first time in this race John Kerry looked presidential. That is an important test to pass with many moderate and independent voters who may have been ambivalent toward him or leaning somewhat uncomfortably toward Bush.
Reason #2 Kerry's Bump WILL Last: If you've ever handicapped horses at the track you know to always look closely at past performance. Whatever you might think of John Kerry as a person, as a politician he is a "closer." He did it against William Weld in 1996 and he did it again last year after being left for dead in the Dem primary. Even at the high water mark of his campaign in July, Kerry was a lackluster, unfocused candidate. After last Thursday night there is every reason to believe this is a different John Kerry: more focused, more hungry, and someone who is going to be a formidable challenger for President Bush over the next 28 days.
Reason #1 Kerry's Bump WON'T Last: Because despite the image presented to the public for 90 minutes last Thursday night, John Kerry is still an aloof, Northeastern elitist and a generally unlikable character. And just as his favorability ratings sank in every single poll after the Democratic National Convention, he won't be able to maintain enough of an aura of "likability" to be an electable alternative to President Bush.
Reason #2 Kerry's Bump WON'T Last: Kerry remains an extremely vulnerable candidate on the issues of national security and the War on Terror. Last Thursday Kerry made a number of gaffes and exposed an internationalist world view that a majority of Americans fundamentally disagree with. So far those mistakes have flown more or less under the radar, but they'll be exploited in the coming days (probably starting tomorrow night with Dick Cheney) and erode whatever gains Kerry made with voters in the most recent polls.
With three debates and a month left to go, the only thing that's certain about this race is that nothing is certain. There are undoubtedly plenty of twists and turns left. - T. Bevan 10:15 am
si, vabbè, con realclearpolitics siamo al livello di drudge...
Paracleto
04-10-2004, 23:03
"Il presidente ha sempre il diritto di sferrare un attacco preventivo, e ha sempre avuto questo diritto. Questa è stata una teoria molto importante per tutta la durata della guerra fredda".
Vi pare quel fanatico di Bush? Oppure Michael Ledeen o Bill Kristol? No, non è Bush né sono quei cattivoni dei neocon.
"Nessun presidente in tutta la storia americana ha mai rinunciato al diritto di agire preventivamente in qualsiasi modo pur di difendere gli Stati Uniti d'America, e anch'io farei lo stesso".
Pensate ancora si tratti di Bush e di quella cricca di ebrei intrallazzoni e guerrafondai che ha dirottato la politica estera americana?
No, darling, sono parole di John Kerry pronunciate nel medesimo dibattito che ha ridato tanta speranza ai sinistri of Italy.
Ne scrive questa mattina sul New York Times, William Safire, in un articolo intitolato: "Kerry, il più nuovo neocon". (http://www.nytimes.com/2004/10/04/opinion/04safire.html)
tatrat4d
04-10-2004, 23:12
Originariamente inviato da Paracleto
"Il presidente ha sempre il diritto di sferrare un attacco preventivo, e ha sempre avuto questo diritto. Questa è stata una teoria molto importante per tutta la durata della guerra fredda".
Vi pare quel fanatico di Bush? Oppure Michael Ledeen o Bill Kristol? No, non è Bush né sono quei cattivoni dei neocon.
"Nessun presidente in tutta la storia americana ha mai rinunciato al diritto di agire preventivamente in qualsiasi modo pur di difendere gli Stati Uniti d'America, e anch'io farei lo stesso".
Pensate ancora si tratti di Bush e di quella cricca di ebrei intrallazzoni e guerrafondai che ha dirottato la politica estera americana?
No, darling, sono parole di John Kerry pronunciate nel medesimo dibattito che ha ridato tanta speranza ai sinistri of Italy.
Ne scrive questa mattina sul New York Times, William Safire, in un articolo intitolato: "Kerry, il più nuovo neocon". (http://www.nytimes.com/2004/10/04/opinion/04safire.html)
Ma lei mi è così volgarmente fazioso da non citare il global test di qualche istante dopo. :D
Sherzi a parte, da un'idea di quanto sia lontana da noi la politica americana (in positivo secondo me): Kerry presidente, sebbene non sia il mio esito preferito, concederebbe almeno il gusto di assistere alla delusione di molti in Europa.
tatrat4d
05-10-2004, 00:30
CBS/NYT (10/1-10/3): Bush 47, Kerry 47, Nader 1 | Bush JA @ 47%
ABC News/Wash Post (10/1-10/3): Bush 51, Kerry 46, Nader 1 | Bush JA @ 53%
Pew Research (10/1-10/3): Bush 49, Kerry 44, Nader 2
Zogby (10/1-10/3): Bush 46, Kerry 43, Nader 2 | Bush 46, Kerry 45
Rasmussen (10/4): Bush 49, Kerry 46
Questi gli ultimi 5 sondaggi pubblicati questa sera, tratti da
http://www.realclearpolitics.com
Paracleto
05-10-2004, 01:00
"E sono stato probabilmente uno dei primi senatori, assieme a Bob Smith, allora senatore del New Hampshire, a entrare nei sotterranei del KGB sotto la Piazza Treblinka e a vedere le pile di fascicoli piene di nomi."
Treblinka sarebbe Lubjanka?
tatrat4d
05-10-2004, 01:07
Oddio che orrore, questa me l'ero persa. Comunque dovrebbe essere la Lubjanskaja Ploshad, quella col tetro palazzone dove stava (e forse tornerà a stare :rolleyes: ) anche la statua di Dzerzinskj. A meno che gli archivi non gli avessero da un'altra parte :confused:
Paracleto
05-10-2004, 20:58
google mi dice lubjanka
treblinka invece è un campo di concentramento
:confused:
Da Nytimes.com (http://www.nytimes.com/2004/10/06/politics/campaign/06assess.html?oref=login&hp):
For Cheney and Edwards, Efforts to Improve on the Other Debate
By ADAM NAGOURNEY
Published: October 6, 2004
WASHINGTON, Oct. 5 - Once again, Dick Cheney sought Tuesday night to come to the rescue of a member of a political family that he has served so loyally for nearly a generation.
For most of the 90-minute encounter with his rival, Senator John Edwards of North Carolina, Mr. Cheney tried to reassure Republicans unsettled by President Bush's debate performance against Senator John Kerry last week, while hammering home the case against Mr. Kerry that polls now suggest Mr. Bush failed to make.
But if Mr. Cheney's task was big Tuesday night, his path was not as easy as it was in 2000, when he faced a genial and unchallenging opponent, Senator Joseph I. Lieberman of Connecticut, rather than the combative trial lawyer who sat at his left elbow on Tuesday. Again and again, Mr. Edwards - politely and deferentially referring to his opponent as "Mr. Vice President" - challenged Mr. Cheney's attempt to discredit Mr. Kerry's views and record, poking away at Mr. Cheney and Mr. Bush.
As the challenger going up against a seasoned vice president, Mr. Edwards needed to demonstrate a sense of authority, his aides said, and to convince the nation that he could step into the presidency at a moment's notice. For much of the night, he offered a competent, calm performance as he sought to turn back challenges to his experience.
Mr. Edwards frequently drew the vice president's ire - and also drew Mr. Cheney's attention away from Mr. Kerry, his intended target.
"Senator, you have a record in the Senate that is not very distinguished,'' Mr. Cheney said at one point, looking sternly at Mr. Edwards as he proceeded to scold him for missing votes in the Senate. It was 11 minutes before Mr. Cheney attacked Mr. Kerry.
Indeed, if Mr. Cheney came into the debate seeking to reverse the slippage the Republicans have witnessed since Mr. Bush's answers and demeanor Thursday night distressed many supporters, Mr. Edwards succeeded in blocking him for much of the night, although certainly not all. Instead, viewers watched two stylistically different but clearly accomplished politicians in an intense and often grim debate, and loyalists of both parties can be forgiven for thinking that the No. 2 candidates were more slashing debaters than Mr. Kerry and Mr. Bush.
Mr. Cheney startled Mr. Edwards when he suggested that both Mr. Edwards and Mr. Kerry had tailored their positions on the war in Iraq - in particular, by voting against an $87 billion appropriation that included financing for United States troops in Iraq - in response to the initial power of the candidacy of Howard Dean.
"Now, if they couldn't stand up to the pressures that Howard Dean represented, how can we expect them to stand up to Al Qaeda?" Mr. Cheney asked.
But Mr. Edwards was on the attack from the moment the moderator, Gwen Ifill, turned to him, defending Mr. Kerry even as he attacked Mr. Bush and Mr. Cheney. He underscored what has been the central challenge Democrats have offered to Mr. Bush's Iraq war: that it was a distraction from the war against Osama bin Laden and Al Qaeda.
"Mr. Vice President, there is no connection between the attacks of Sept. 11th and Saddam Hussein,'' he said. "And you've gone around the country suggesting that there is some connection.''
While Mr. Lieberman let attack after attack on Al Gore go unanswered in 2000, Mr. Edwards seemed eager to defend his prospective boss after Mr. Cheney seized on Mr. Kerry's voting record on military appropriation bills to portray him as weak on national security, or to attack him for being inconsistent.
"Whatever the political pressures the moment requires, that's where you're at,'' Mr. Cheney said. "But you've not been consistent, and there's no indication at all that John Kerry has the conviction to successfully carry through on the war on terror.''
Mr. Edwards almost leapt from the chair that the debate rules required him to stay in.
"What the vice president has just said is just a complete distortion,'' he said. "The American people saw John Kerry on Thursday night. They don't need the vice president or the president to tell them what they saw. They saw a man who was strong, who had conviction, who is resolute, who made it very clear that he will do everything that has to be done to find terrorists."
Mr. Edwards and Mr. Cheney offered a striking contrast in appearance as they sat side by side, with Mr. Cheney looking his 63 years and Mr. Edwards looking less than his 51. And Mr. Cheney took notice of Mr. Edwards's lack of experience - he has yet to finish a full term in the Senate - as he questioned whether his opponent had the stature to step in as president if necessary.
Mr. Edwards sought to play down whatever advantage in experience Mr. Cheney might have had, saying: "A long résumé does not equal good judgment." But in addressing his qualification to serve as president, Mr. Edwards dodged a bit, emphasizing the general characteristics required to lead the country rather than his own credentials.
While history suggests that vice-presidential debates do not necessarily determine the outcome of a presidential election, this one came at a time when Republican confidence - which was so high before last week's debate - was shaken by Mr. Bush's performance on Thursday, putting unusual pressure on Mr. Cheney.
Mr. Cheney, like Mr. Bush last week, had the burden of defending a record in difficult times, particularly on a day when statements by the former top American administrator in Iraq, L. Paul Bremer III, criticizing troop deployment, dominated the news. And other Republicans said he needed to be sensitive about doing so well that his performance might end up reinforcing the impression that Mr. Bush did not.
Vice-presidential debates have at times turned out to be treacherous terrain, especially for anyone whose ambitions go beyond the office of vice president, a list that this year starts and ends with Mr. Edwards. Politicians who were permanently defined by a moment in a vice-presidential race include Dan Quayle, who was told by his opponent, Lloyd Bentsen, that he was no John Kennedy, and Bob Dole, whose remarks about "Democrat wars'' cemented his reputation as being mean.
That was presumably of little concern to Mr. Cheney, who has made no secret that his political career will end whenever he leaves office. But win or lose, Mr. Edwards is looking to run for president again. He is well aware that Mr. Lieberman's bid for the presidency this year was hampered by memories of his performance in the 2000 debate.
It remains to be seen what, if anything, Mr. Edwards did to help Mr. Kerry win the White House in November. But on Tuesday evening, Mr. Kerry clearly had the advocate he was looking for when he chose this young-looking and relatively inexperienced lawyer from North Carolina to join his ticket; and that is something that Democrats are apt to remember for a long time.
Amu_rg550
06-10-2004, 10:59
Acceso ma corretto duello tv tra i due vice-candidati
Edwards meglio di Cheney
NEW YORK - È stato al calor bianco, ma privo di autentici colpi bassi e senza un vincitore davvero netto il duello televisivo tra Dick Cheney e John Edwards, i candidati repubblicano e democratico alle vice presidenza degli Stati Uniti nelle elezioni del prossimo 2 novembre. Sul palcoscenico di Cleveland, in un Ohio che è tra gli stati ancora in bilico, per un'ora e mezzo il numero due uscente della Casa Bianca e lo sfidante democratico si sono affrontati senza timori, scambiandosi accuse in larga misura risapute e un elevato numero di stilettate, ma senza mai affondare troppo i colpi. A qualche osservatore Edwards è parso nel complesso leggermente più efficace.
I GIUDIZI - I sondaggi istantanei effettuati a trasmissione conclusa presso il pubblico li hanno dati alla pari, dividendosi sull'esito. Stando al notiziario televisivo del network Abc, è prevalso Cheney per 43-35. Paradossalmente, la filo-repubblicana Fox News ha rovesciato il verdetto, attribuendo a Edwards la supremazia con un verdetto di 53-46. Nettissima invece la vittoria di Edwars nel sondaggio «volante» condotto dal Wall Street Journal su 4.261 votanti, il 96% ha dato la vittoria a Edwards. Il confronto in diretta tv, per lo più dominato dall'Iraq, ha visto Cheney giocare quasi sempre in difesa. Per la Nbc, un altro sondaggio volante attribuisce a John Edwards tre preferenze su 4. La Cnn parla di una sostanziale parità. E' comunque presto per valutare se il dibattito ha modificato nuovamente le intenzioni di voto degli americani.
LA SFIDA - Edwards, una matricola dei dibattiti presidenziali, schiaccia Cheney in difesa, attacca l’amministrazione repubblicana per mancanza di onestà e chiarezza nei confronti del popolo americano sulla situazione in Iraq e per aver messo da parte la giusta causa della guerra al terrorimo per spodestare Saddam Hussein in Iraq senza che ci fosse alcun legame tra il regime di Baghdad e gli attentati terroristici dell’11 settembre.
Ai colpi del vice di Bush che accusa il candidato democratico alla Casa Bianca John Kerry di debolezza e incoerenza risponde colpo su colpo difendendo il suo leader senza esitazione. Uno dei principali compiti del candidato alla vice presidenza è proprio questo: parare i fendenti rivolti al candidato presidenziale. Cheney si difende facendo ricorso alla sua esperienza e sfoggiando competenza in materia, snocciolando numeri e dati e cercando di smontare la credibilità dell’avversario ma resta sulla difensiva per gli interi primi trenta minuti del confronto. Edwards ha denunciato che il presidente George W. Bush , presentatosi come un unificatore dell'America, l'abbia in realtà divisa come mai in passato.
DIVERSI - I due rivali non potrebbero essere più diversi: 63 anni, calvo, fosco e gelido Cheney; 51 anni, la chioma spruzzata di lacca, sorridente e appassionato Edwards. A Hollywood Cheney sarebbe interpretato da un cattivo alla Anthony Hopkins, Edwards da un Tom Cruise appena maturato. Cheney fu l'unico deputato americano a votare contro la mozione per la libertà di Nelson Mandela, detenuto dai razzisti in Sud Africa, sospettandolo di «terrorismo». Edwards, cresciuto povero tra Sud e Nord Carolina, è diventato ricco, un patrimonio di 40 milioni di dollari, grazie al lavoro di avvocato per le vittime di incidenti.
http://www.corriere.it/speciali/2004/Esteri/usa2004/campagna/articoli/index6.shtml
Paracleto
06-10-2004, 22:02
Visto anche il dibattito tra i due vicepresidenti, più vivaci. Cheney è meno appealing ma più concreto, Edwards è più da spot ma non è affatto male. La cosa interessante è che sulla politica estera la battaglia è a chi dimostra di voler difendere con maggiore convinzione il proprio paese: è fantastico che da quaggiù gli antiamericani di professione si aggrappino al duo Kerry/Edwards andando dietro alle balle di Furio Colombo, sperando così che se dovessero vincere quelli delegassero la sicurezza del loro paese ai vari Kofi Annan, Jacques Chirac e la marmaglia antidemocratica cinese e russa. Come no, s'è capito benissimo, come s'è capito che a incaponirsi nel voler studiare ogni mossa della campagna elettorale americana non fate che confermare ed alimentare la supremazia di quel paese: tra le tante scemenze che dite è una delle pochissime cose sagge, deve essere perchè lo fate senza rendervene conto. Quanto tempo ci metterete, se vince Kerry (ma tanto vince Bush), a rinnegare pure lui ? Come avete fatto con Clinton, con Blair e con Lula ? Leggete, per esempio, quello che ha detto ieri (http://www.cnn.com/2004/ALLPOLITICS/10/05/debate.transcript2/index.html#q9) Edwards a proposito di Israele. Pari pari a quello che pensate voi, no ?
"First, the Israeli people not only have the right to defend themselves, they should defend themselves. They have an obligation to defend themselves.
I mean, if I can, just for a moment, tell you a personal story. I was in Jerusalem a couple of years ago, actually three years ago, in August of 2001, staying at the King David Hotel.
We left in the morning, headed to the airport to leave, and later in the day I found out that that same day, not far from where we were staying, the Sbarro Pizzeria was hit by a suicide bomber in Jerusalem. Fifteen people were killed. Six children were killed.
What are the Israeli people supposed to do? How can they continue to watch Israeli children killed by suicide bombers, killed by terrorists?
They have not only the right to the obligation to defend themselves.
Now, we know that the prime minister has made a decision, an historic decision, to unilaterally withdraw from Gaza. It's important for America to participate in helping with that process.
Now, if Gaza's being used as a platform for attacking the Israeli people, that has to be stopped. And Israel has a right to defend itself. They don't have a partner for peace right now. They certainly don't have a partner in Arafat, and they need a legitimate partner for peace.
And I might add, it is very important for America to crack down on the Saudis who have not had a public prosecution for financing terrorism since 9/11. And it's important for America to confront the situation in Iran, because Iran is an enormous threat to Israel and to the Israeli people.
First, the Israeli people not only have the right to defend themselves, they should defend themselves. They have an obligation to defend themselves.
I mean, if I can, just for a moment, tell you a personal story. I was in Jerusalem a couple of years ago, actually three years ago, in August of 2001, staying at the King David Hotel.
We left in the morning, headed to the airport to leave, and later in the day I found out that that same day, not far from where we were staying, the Sbarro Pizzeria was hit by a suicide bomber in Jerusalem. Fifteen people were killed. Six children were killed.
What are the Israeli people supposed to do? How can they continue to watch Israeli children killed by suicide bombers, killed by terrorists?
They have not only the right to the obligation to defend themselves.
Now, we know that the prime minister has made a decision, an historic decision, to unilaterally withdraw from Gaza. It's important for America to participate in helping with that process.
Now, if Gaza's being used as a platform for attacking the Israeli people, that has to be stopped. And Israel has a right to defend itself. They don't have a partner for peace right now. They certainly don't have a partner in Arafat, and they need a legitimate partner for peace.
And I might add, it is very important for America to crack down on the Saudis who have not had a public prosecution for financing terrorism since 9/11. And it's important for America to confront the situation in Iran, because Iran is an enormous threat to Israel and to the Israeli people".
Hey, un momento, chi ha rinnegato Clinton? Ha fatto molte cazzate, e tante cose sono state sbagliate pure in politica estera, e certo non era il meglio, ma è cmq 1000000 di volte meglio del texano... e lo stesso dicasi per Kerry, su per giu... anche se non ha lo stesso carisma e forse anche lo stesso acume, ma è sicuramente determinato e sa il fatto suo, decisamente... Kerry non stravolgerà l'America, semplicemente impedirà che affondi in tutti i sensi, ed è già tantissimo invertire questo trend pericolossissimo per il paese e il mondo intero.
E poi, chi ha rinnegato Lula? Blair lo detesto per quello che ha fatto in Iraq, ma in ogni modo rimane il meglio (purtoppo) che la Gran Bretagna oggi presenti.
Paracleto
07-10-2004, 00:39
Originariamente inviato da GioFX
Hey, un momento, chi ha rinnegato Clinton?
gran parte della sinistra italiana, a meno che non me lo sia sognato
Ha fatto molte cazzate, e tante cose sono state sbagliate pure in politica estera, e certo non era il meglio, ma è cmq 1000000 di volte meglio del texano... e lo stesso dicasi per Kerry, su per giu... anche se non ha lo stesso carisma e forse anche lo stesso acume, ma è sicuramente determinato e sa il fatto suo, decisamente... Kerry non stravolgerà l'America, semplicemente impedirà che affondi in tutti i sensi, ed è già tantissimo invertire questo trend pericolossissimo per il paese e il mondo intero.
dunque
kerry fino ad ora ha al suo attivo 0 (zero) minuti, ore , secondi, giorni, quel che vi pare, di governo, ha solo ed esclusivamente fatto propaganda, però è sicuramente meglio di Bush
mah
E poi, chi ha rinnegato Lula? Blair lo detesto per quello che ha fatto in Iraq, ma in ogni modo rimane il meglio (purtoppo) che la Gran Bretagna oggi presenti.
lula? non era l'eroe della sinistra italiana, salvo poi dimostrarsi un pochino, come dire, allergico alla democrazia stessa? (che ne so, i controlli negati alle istituzioni che dovrebbero amministrare la giustizia, è la prima cosa che mi viene in mente)
blair? non erano cofferati ed altri simpaticoni a chiederne l'espulsione dall'internazionale socialista?
Originariamente inviato da Paracleto
gran parte della sinistra italiana, a meno che non me lo sia sognato
Se è per questo ha rinnegato per molti versi anche il falso mito di Kennedy, per fortuna.
dunque
kerry fino ad ora ha al suo attivo 0 (zero) minuti, ore , secondi, giorni, quel che vi pare, di governo, ha solo ed esclusivamente fatto propaganda, però è sicuramente meglio di Bush
Guarda che Kerry non è nato ieri, è più vecchio ed esperto di Bush di politica e governo, ed è senatore da anni... a parte questo, non occorre mica che sia Presidente per capirne le qualità del tutto superiori a quelle del cowboy... chiunque sarebbe meglio di uno che non è in grado di parlare se non ha un discorso scritto da altri. Questa è la mia opinione, e la stessa di milioni di votanti americani, non si può?!? Me lo vuoi impedire?
lula? non era l'eroe della sinistra italiana, salvo poi dimostrarsi un pochino, come dire, allergico alla democrazia stessa? (che ne so, i controlli negati alle istituzioni che dovrebbero amministrare la giustizia, è la prima cosa che mi viene in mente)
Ma dai, leggiti meno propaganda del Giornale... Lula sta lavorando in enormi difficoltà che affliggono da anni il Brasile, e ha messo in campo riforme serie, al contrario che le pagliacciate nostrane.
blair? non erano cofferati ed altri simpaticoni a chiederne l'espulsione dall'internazionale socialista?
Te l'ho detto, gli darei anch'io un bel calcio in culo... ma mi trattengo perchè altrimenti la GB cade dalla padella alla brace.
tatrat4d
07-10-2004, 12:07
Originariamente inviato da GioFX
Te l'ho detto, gli darei anch'io un bel calcio in culo... ma mi trattengo perchè altrimenti la GB cade dalla padella alla brace.
Solo su questo. Io in GB voterei Blair e il New Labour, perchè non credo che l'alternativa sia (oggi) milgiore. Comunque giudicare la loro classe politica padella o brace quando dobbiamo quotidianamente difenderci dalla nostra...
Tu non lo faresti un cambio al volo con il sistema e la classe politica inglese?
Originariamente inviato da tatrat4d
Comunque giudicare la loro classe politica padella o brace quando dobbiamo quotidianamente difenderci dalla nostra...
Ma infatti la nostra è un cesso... :D
Tu non lo faresti un cambio al volo con il sistema e la classe politica inglese?
subito, anche con quella americana... e ho detto tutto.
tatrat4d
07-10-2004, 13:02
Originariamente inviato da GioFX
Ma infatti la nostra è un cesso... :D
subito, anche con quella americana... e ho detto tutto.
Se almeno noi tutti prendessimo esempio da tale Roberto Poletti, conduttore di 7 Gold: questi ha cacciato dallo studio tutti i politici perchè è stata appena approvata la nuova truffa sul finanziamento pubblico ai partiti, sostituendoli con la lettura delle mail degli spettatori sull'argomento. Sostiene di mantenere questa linea finchè il provvedimento non sarà ritirato.
Idolo.
Paracleto
07-10-2004, 23:43
Dilemma (http://www.nyobserver.com/pages/frontpage2.asp)
Tu sei a New York e sai che devi andare a tutti i costi a Miami, ma ci sono due persone che vogliono guidare la macchina. L'autista più esperto vuole andare nella direzione opposta, a Boston. C'è, invece, un tizio spericolato e imbranato che è già sulla direzione giusta, Miami, con il rischio però che vada fuori strada a ogni curva. Tu che fai? Ti affidi all'esperto che va nella direzione sbagliata o al casinista che va verso quella giusta?
Walter Russel Mead spiega così la politica estera e di sicurezza di Kerry e Bush (e la sua indecisione il 2 novembre)
Paracleto
07-10-2004, 23:46
Quando c'erano le armi che non c'erano/1 (http://www.senate.gov/~edwards/statements/20021010_iraq.html)
"Saddam Hussein's regime represents a grave threat to America and our allies, including our vital ally, Israel. For more than two decades, Saddam Hussein has sought weapons of mass destruction through every available means. We know that he has chemical and biological weapons. He has already used them against his neighbors and his own people, and is trying to build more. We know that he is doing everything he can to build nuclear weapons, and we know that each day he gets closer to achieving that goal".
John Edwards, 9 ottobre 2002, intervento al Senato nell'argomentare il suo voto favorevole all'uso della forza in Iraq
Quando c'erano le armi che non c'erano/2 (http://john-kerry.tonyspencer.com/kerry-speech-10-9-2002.htm)
"In 1991, the world collectively made a judgment that this man should not have weapons of mass destruction. And we are here today in the year 2002 with an uninspected 4-year interval during which time we know through intelligence he not only has kept them, but he continues to grow them".
John Kerry, 10 ottobre 2002, intervento al Senato nell'argomentare il suo voto favorevole all'uso della forza in Iraq
tatrat4d
08-10-2004, 13:39
http://www.repubblica.it/2004/j/sezioni/esteri/campagnausatre/diba2/diba2.html
Stanotte a St. Louis il secondo dibattito
tra i due candidati alla Casa Bianca
Match in tv con il pubblico
il presidente vuole la rivincita
Bush, dopo la prova deludente di una settimana fa,
partirà all'attacco del senatore del Massachussets
dal nostro inviato ARTURO ZAMPAGLIONE
NEW YORK - Nella cornice falso-Tudor della Washington University di St. Louis, nel Missouri, invasa da centinaia di operatori televisivi, giornalisti, servizi segreti, portaborse, professori, militanti politici e semplici curiosi, George W. Bush punterà stasera a una rivincita su John Kerry. Dopo la deludente "performance" nel dibattito televisivo della settimana scorsa, infatti, che gli è costata cara nei sondaggi, il presidente ha imparato la lezione: attaccherà il rivale democratico senza farsi troppi scrupoli e senza paura di apparire troppo irruento. Kerry non sarà da meno, ci assicurano i suoi collaboratori.
Un antipasto di questa escalation di aggressività politica è stato offerto alla vigilia del match televisivo. Bush ha ironizzato sui tentennamenti di Kerry sull'Iraq: "Ha sostenuto con altrettanta forza due tesi diametralmente opposte...". Riferendosi poi alle conclusioni del capo-ispettore Charles Duelfer sull'assenza di armi di sterminio a Bagdad, il presidente ha ripetuto in un comizio nel Wisconsin (uno degli Stati ancora in bilico) che l'invasione era necessaria e giustificata per difendere gli Stati Uniti dalla minaccia di Saddam Hussein. "Il mondo - ha detto - è più sicuro da quando il dittatore iracheno è in prigione".
La controffensiva di Kerry è arrivata subito dopo. "Il presidente e il vicepresidente sono le ultime due persone sul pianeta a non capire la verità di quel che succede in Iraq", ha risposto il candidato democratico da Englewood, nel Colorado, dove si è preparato al dibattito di venerdì. "Bush - ha continuato il senatore - ha strumentalizzato l'intelligence per distrarre l'attenzione da Osama Bin Laden, che è il vero nemico dell'America, e puntare invece su Saddam Hussein. La guerra è stata decisa su accuse che risultano infondate".
L'Iraq non sarà il solo tema di questa sera. Sarà invece un dibattito aperto, con temi economici intrecciati a quelli internazionali. Durerà 90 minuti, dalle 20 alle 21,30 ora locale, cioè dalle 3 alle 4 e mezza di notte ora italiana (sarà trasmesso in diretta da Sky e Canale 5). Come moderatore è stato scelto Charles Gibson della rete televisiva Abc e, a differenza del primo incontro, sarà sotto forma assembleare, con la partecipazione di un centinaio di elettori che potranno porre delle domande ai contendenti.
Le regole di questo secondo round favoriscono Bush, che ha più facilità nello stabilire un contatto diretto con il pubblico, mentre Kerry appare sempre un po' lontano, con un distacco quasi aristocratico. Il presidente fa affidamento su questa carta, così come sulla diligente preparazione degli ultimi giorni, per evitare il bis della settimana scorsa. Nel primo dibattito, infatti, quello in Florida, Bush non fu all'altezza delle aspettative, mentre Kerry seppe sfruttare bene l'occasione. Come conseguenza, i repubblicani hanno perso terreno nei sondaggi: così rapidamente, da far nascere qualche dubbio sulla solidità delle convinzioni degli americani.
Il secondo scontro televisivo, martedì a Cleveland tra i due vice, John Edward e Dick Cheney, si è risolto in un sostanziale pareggio. Ma siccome c'erano più aspettative su Edward che non su Cheney, e sono andate in parte deluse, i repubblicani sono riusciti a fermare l'emorragia. Adesso la palla torna a Bush, cui i sondaggi della vigilia attribuiscono un leggero vantaggio.
(8 ottobre 2004)
----
Questa dovrebbe essere la serata decisiva (o quasi); tocca a Bush prendersi la rivincita, seguendo la strada imboccata da Cheney, altrimenti credo che per lui possa volgere al peggio.
Diretta alle 03.00 su Canale 5 e RaiNews 24.
Originariamente inviato da Paracleto
Dilemma (http://www.nyobserver.com/pages/frontpage2.asp)
Tu sei a New York e sai che devi andare a tutti i costi a Miami, ma ci sono due persone che vogliono guidare la macchina. L'autista più esperto vuole andare nella direzione opposta, a Boston. C'è, invece, un tizio spericolato e imbranato che è già sulla direzione giusta, Miami, con il rischio però che vada fuori strada a ogni curva. Tu che fai? Ti affidi all'esperto che va nella direzione sbagliata o al casinista che va verso quella giusta?
Walter Russel Mead spiega così la politica estera e di sicurezza di Kerry e Bush (e la sua indecisione il 2 novembre)
L'esempio non è molto calzante:
c'è un casinista autisticamente analfabeta (che non ha mai guidato) che è andato verso la parte sbagliata e si è infangato, mentre un signore ben istruito e più esperto vorrebbe chiedere ai passeggeri se per caso non avessero bisogno d'una mano per uscire dal fango.:D
Originariamente inviato da ni.jo
L'esempio non è molto calzante:
c'è un casinista autisticamente analfabeta (che non ha mai guidato) che è andato verso la parte sbagliata e si è infangato, mentre un signore ben istruito e più esperto vorrebbe chiedere ai passeggeri se per caso non avessero bisogno d'una mano per uscire dal fango.:D
Invece la tua di metafora esprime un unico concetto: chi non la pensa come Ni.Jo è un coglione.
Byezz
:sofico:
Originariamente inviato da Zebiwe
Invece la tua di metafora esprime un unico concetto: chi non la pensa come Ni.Jo è un coglione.
Byezz
:sofico:
:eek: :nonsifa: :angel:
p.s. errata corrige, volevo dire 'automobilisticamente'.
John Cage
08-10-2004, 22:38
Originariamente inviato da ni.jo
L'esempio non è molto calzante:
c'è un casinista autisticamente analfabeta (che non ha mai guidato) che è andato verso la parte sbagliata e si è infangato, mentre un signore ben istruito e più esperto vorrebbe chiedere ai passeggeri se per caso non avessero bisogno d'una mano per uscire dal fango.:D
:D :D bellissima questa
tatrat4d
08-10-2004, 23:36
Neanche questa, trovata su RCP, è male:
Please, let's send John Kerry back to Taxachusetts.
Originariamente inviato da tatrat4d
Neanche questa, trovata su RCP, è male:
Please, let's send John Kerry back to Taxachusetts.
pinzillacchere.
http://www.andrew.cmu.edu/user/nmarwah/bush%20and%20god.gif :D
Anche il secondo dibattito vede Kerry deciso vincitore.
L'ho visto tutto sulla CNN, senza traduzione (fatta da cani) del TG5. Beh, devo dire che Bush è sembrato (ed era da aspettarselo) più deciso e meno puntuale nei suoi interventi, ma è stato decisamente troppo aggressivo nella prima parte, tanto da interrompere bruscamente il moderatore, come descrive bene fflint di SSP:
Did anybody else catch how Bush stubbornly blocked Charles Gibson, the moderator, from asking a standard follow-up question? It was like a temper tantrum, with Bush just flat-out refusing to allow Charles to speak--I thought it was very disturbing to watch.
mentre Kerry ha confermato il suo discutere sempre più pacato, ma cmq deciso e chiaro. Il candidato democratico se l'è cavata bene anche negli argomenti per lui più delicati, come aborto e ricerca scentifica, mentre su politica estera ed economia ha vinto in modo limpido.
tatrat, dove sei finito?!?
cmq, che ne pensi di questo?
A CNN/Gallup Poll gave Kerry a slight edge on the second debate 47 to 45. However, this is the part which is fishy:
"The respondents included 515 registered voters who watched the debate. Their political affiliations broke down as 38 percent Republican, 32 percent Democratic and 30 percent independent."
Again, polling more Republicans to get the desired result. Moral of this story, Kerry beat Bush once again, even in polls that are biased.
I think the only pollster out there that I trust is Zogby. That was one of two pollsters who accurately predicted Gore would win the popular vote in 2000.
Why CNN posts such blatant falsehoods is beyond me. Nice journalistic integrity.
The reason they do that is because, according to their information, this is how the electorate breaks down. Even if you made it even it would still be a slight edge for Kerry, maybe 49-43 or something.
Correct me if I'm wrong, but 40% of the US is Republican is it not? That's why the bigger the turnout on election day, the worse it always is for Republicans.
Therefore if you consider that fact, how can that poll be more Republican than Democrat? Even worse, why are the Independent #'s so high?
To me that doesn't seem accurate at all.
tatrat4d
10-10-2004, 11:38
Ciao Gio, sto cercando di scrivere la tesi ma ogni tanto butto ancora un occhio.
Sui pezzi citati penso che sia un ragionamento corretto.
Il sondaggio Gallup sul dibattito andrebbe ribilanciato con un po' di democratici. Va però detto che è la stessa Gallup a specificarlo sul suo report. Stessa cosa andrebbe però fatta anche per ABC (44-41 per Kerry) dove c'erano il 3% di democratici in più.
Generalmente credo che il campione corretto sia 35-35 (e 30 indipendenti), ma Gallup si vocifera che abbia un 3-4% di repubblicani in più sulla base dei risultati delle ultime elezioni congressuali. Questa è però una voce comparsa sui blog che Gallup non ha confermato, e a vedere i balzi dell'ultimo mese (da +13 per Bush alla parità) credo che il campione sia casuale. In pratica nei sondaggi post RNC c'erano piu rep. non perchè Gallup abbia un modello fisso, ma perchè il loro interesse al momento era prevedibilimente più alto. Con l'andare del tempo le cose si sono stabilizzate, e spesso Gallup ha dato a Bush risultati peggiori di altri pollster. Senza contare che è ingaggiato dalla CBS.
Di Zogby non mi fido tanto per il fatto di usare i sondaggi on-line negli Stati in bilico, ma il tracking nazionale è sicuramente valido, come anche quelli di ABC\WP e Rasmussen (questi due ieri ottimi per Bush).
Riguardo al dibattito io credo che Bush abbia fatto molto bene anche la parte stilistica, e che il pareggio sia il risultato analiticamente più equilibrato. Anche sui temi economici e sociali credo che non se la sia cavata male. Adesso aspettiamo il terzo, anche se credo che la spinta dei dibattiti si sia ormai esaurita.
Paracleto
10-10-2004, 15:03
Kerry è formidabile
Nello stesso dibattito di ieri ha detto:
"Well, let me tell you straight up: I've never changed my mind about Iraq. I do believe Saddam Hussein was a threat. I always believed he was a threat. Believed it in 1998 when Clinton was president. I wanted to give Clinton the power to use force if necessary."
Poi, più in là, rispondendo a una domanda sull'Iran:
"It's a threat that has grown while the president has been preoccupied with Iraq, where there wasn't a threat".
Ha vinto Bush.
Naturalmente vi diranno che è stato un pareggio (il solito sondaggio Abc dice, invece, che ha vinto Kerry). Le facce dei Democratici in sala stampa però erano buie, molto buie. Il solitamente vispo Terry McAuliffe se ne è andato via presto, gli altri spiegavano spiegavano ma non convincevano nessuno. Ovviamente dicevano che Kerry era andato benissimo e in effetti all'inizio non è andato affatto male. Alla domanda: quindi siete più contenti della settimana scorsa? Richard Holbrooke ha risposto: "Uguale alla settimana scorsa". Mentre James Rubin, esagerando: "Oggi sono più contento". Bush è stato efficace, molto più efficace dell'altra volta sulla politica estera e sull'Iraq. Ma non al punto da battere Kerry, il quale è stato calmo, attento, serio e preparato. Qui è stato un pareggio, con le due tesi opposte che sono venute fuori chiaramente.
La svolta è stata sulla politica interna. Bush ha stravinto, Kerry è rimasto spiazzato dalla preparazione del presidente. Bush ha difeso il suo operato, ma soprattutto ha attaccato Kerry per il suo record ventennale al Senato. Ogni volta che Kerry cercava di mostrarsi "presidenziale" sui temi interni, Bush gli diceva che al Senato aveva votato così e così e che non era credibile perché quella volta aveva votato in un modo e quell'altra quando aveva avuto la possibilità in un altro. Quando Kerry diceva che avrebbe abbassato le tasse, Bush rispondeva: non credetegli, ha sempre votato per aumentarle. La frase chiave è stata: "You can run, but you can't hide", puoi correre, ma non ti puoi nascondere, ripetuta due volte. Kerry s'è fatto inchiodare all'etichetta liberal, che è un po' come da noi quando Berlusconi dice "comunista" agli avversari. E' un po' comico, ma anche un po' vero. Andrew Card, Matthew Dowd, Ed Gillespie e tutti gli altri hanno detto che Bush s'è avvantaggiato del fatto che le domande sono state poste dal pubblico, cioè da persone vere, non da opinionisti televisivi. In effetti, a giudicare dalle domande, Bush è sembrato molto più in sintonia con questo campione di indecisi del Missouri. Su aborto e ricerca su cellule embrionali, Kerry è sembrato ipocrita.Tutti sanno come la pensa, ma ha dovuto giustificarsi o fare dieci captatio benevolentiae prima di rispondere, e Bush ha avuto gioco facile ad affondare il colpo. Sull'economia Kerry non è stato efficace, così come sull'ambiente, temi scottanti per la Casa Bianca. Sulle cellule staminali ,si può essere d'accordo al 100 per cento con Kerry, ma Bush è stato molto bravo ed efficace nello spiegare la sua posizione che non è di divieto di ricerca, ma di limitazione dei finanziamenti federali (quelli privati sono liberi) agli embrioni già esistenti. E, peraltro, Bush è il primo presidente ad aver finanziato tale ricerca.
Bush ha citato 2 volte Silvio Berlusconi e ha detto "Internets", con la s, invece di "Internet".
von Clausewitz
10-10-2004, 17:37
Originariamente inviato da GioFX
Anche il secondo dibattito vede Kerry deciso vincitore.
..........................
le ultime parole famose........ :sofico: :D
Originariamente inviato da von Clausewitz
le ultime parole famose........ :sofico: :D
Gio discute di Kerry come Scarpini dell'Inter o Crudeli del Milan.. non so se avete presente i tipi :D
Oddio, speriamo come Scarpini.. per cui l'Inter è sempre la migliore, è sempre positiva, è sempre ben messa, e si sa come finisce da 16 anni a questa parte :cool:
Originariamente inviato da tatrat4d
Ciao Gio, sto cercando di scrivere la tesi ma ogni tanto butto ancora un occhio.
Non lo sapevo... forza, in bocca al lupo! :)
In pratica nei sondaggi post RNC c'erano piu rep. non perchè Gallup abbia un modello fisso, ma perchè il loro interesse al momento era prevedibilimente più alto. Con l'andare del tempo le cose si sono stabilizzate, e spesso Gallup ha dato a Bush risultati peggiori di altri pollster.
Si, ma non ho capito il perchè dovrebbero esseresi registrati più repubblicani, anche osservando i dati che indicano l'opposto, o cmq una crescita massiccia di registrazioni tra i democratici, soprattutto nei cosiddetti "swinger states".
Originariamente inviato da Paracleto
Kerry è formidabile
Nello stesso dibattito di ieri ha detto:
"Well, let me tell you straight up: I've never changed my mind about Iraq. I do believe Saddam Hussein was a threat. I always believed he was a threat. Believed it in 1998 when Clinton was president. I wanted to give Clinton the power to use force if necessary."
Poi, più in là, rispondendo a una domanda sull'Iran:
"It's a threat that has grown while the president has been preoccupied with Iraq, where there wasn't a threat".
Ma dai, vuoi dire che ritornando sul suo cambiamento di opionione comune a democratici e molti repubblicani, ancora lo accusi per aver cambiato opinione sul reale pericolo di Saddam DOPO la NON scoperta delle WMD?
Ha vinto Bush.
:sbonk:
Le facce dei Democratici in sala stampa però erano buie, molto buie.
http://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gif
Il solitamente vispo Terry McAuliffe se ne è andato via presto, gli altri spiegavano spiegavano ma non convincevano nessuno. Ovviamente dicevano che Kerry era andato benissimo e in effetti all'inizio non è andato affatto male. Alla domanda: quindi siete più contenti della settimana scorsa? Richard Holbrooke ha risposto: "Uguale alla settimana scorsa". Mentre James Rubin, esagerando: "Oggi sono più contento". Bush è stato efficace, molto più efficace dell'altra volta sulla politica estera e sull'Iraq. Ma non al punto da battere Kerry, il quale è stato calmo, attento, serio e preparato. Qui è stato un pareggio, con le due tesi opposte che sono venute fuori chiaramente.
No guarda, è evidente che Bush NON HA VINTO neanche per idea... al massimo potrei concedere un sostanziale pareggio su molti argomenti, ma coplessivamente Kerry ha dominato sui CONTENUTI... e Bush per più di 70 minuti sembrava posseduto... tanto da interrompere incazzato il moderatore... :nono:
La svolta è stata sulla politica interna. Bush ha stravinto, Kerry è rimasto spiazzato dalla preparazione del presidente. Bush ha difeso il suo operato, ma soprattutto ha attaccato Kerry per il suo record ventennale al Senato. Ogni volta che Kerry cercava di mostrarsi "presidenziale" sui temi interni, Bush gli diceva che al Senato aveva votato così e così e che non era credibile perché quella volta aveva votato in un modo e quell'altra quando aveva avuto la possibilità in un altro. Quando Kerry diceva che avrebbe abbassato le tasse, Bush rispondeva: non credetegli, ha sempre votato per aumentarle. La frase chiave è stata: "You can run, but you can't hide", puoi correre, ma non ti puoi nascondere, ripetuta due volte. Kerry s'è fatto inchiodare all'etichetta liberal, che è un po' come da noi quando Berlusconi dice "comunista" agli avversari. E' un po' comico, ma anche un po' vero. Andrew Card, Matthew Dowd, Ed Gillespie e tutti gli altri hanno detto che Bush s'è avvantaggiato del fatto che le domande sono state poste dal pubblico, cioè da persone vere, non da opinionisti televisivi. In effetti, a giudicare dalle domande, Bush è sembrato molto più in sintonia con questo campione di indecisi del Missouri. Su aborto e ricerca su cellule embrionali, Kerry è sembrato ipocrita.Tutti sanno come la pensa, ma ha dovuto giustificarsi o fare dieci captatio benevolentiae prima di rispondere, e Bush ha avuto gioco facile ad affondare il colpo. Sull'economia Kerry non è stato efficace, così come sull'ambiente, temi scottanti per la Casa Bianca. Sulle cellule staminali ,si può essere d'accordo al 100 per cento con Kerry, ma Bush è stato molto bravo ed efficace nello spiegare la sua posizione che non è di divieto di ricerca, ma di limitazione dei finanziamenti federali (quelli privati sono liberi) agli embrioni già esistenti. E, peraltro, Bush è il primo presidente ad aver finanziato tale ricerca.
Ma di un pò, hai copiato-incollato da un editoriale di destra, dico bene? No perchè guarda sono sicuro che non l'hai visto il dibattito, Kerry ha risposto sui temi MOLTO più puntualmente di Bush, come alle accuse infamanti sulla sua carriera come senatore, oltretutto è stato l'unico ha rispondere sempre puntualmente alle domande, mentre Bush spesso le ha aggirate per divagare o attaccare l'avversario...
Fa una cortesia dai, la prossima volta guardalo il dibattito, scoprirai che quello che leggi non è sempre corretto...
Paracleto
10-10-2004, 20:25
Originariamente inviato da GioFX
Ma dai, vuoi dire che ritornando sul suo cambiamento di opionione comune a democratici e molti repubblicani, ancora lo accusi per aver cambiato opinione sul reale pericolo di Saddam DOPO la NON scoperta delle WMD?
:sbonk:
http://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gifhttp://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gif
No guarda, è evidente che Bush NON HA VINTO neanche per idea... al massimo potrei concedere un sostanziale pareggio su molti argomenti, ma coplessivamente Kerry ha dominato sui CONTENUTI... e Bush per più di 70 minuti sembrava posseduto... tanto da interrompere incazzato il moderatore... :nono:
Ma di un pò, hai copiato-incollato da un editoriale di destra, dico bene? No perchè guarda sono sicuro che non l'hai visto il dibattito, Kerry ha risposto sui temi MOLTO più puntualmente di Bush, come alle accuse infamanti sulla sua carriera come senatore, oltretutto è stato l'unico ha rispondere sempre puntualmente alle domande, mentre Bush spesso le ha aggirate per divagare o attaccare l'avversario...
Fa una cortesia dai, la prossima volta guardalo il dibattito, scoprirai che quello che leggi non è sempre corretto...
tranquillo che l'ho visto ;)
per il resto continua pure a :mc:
Originariamente inviato da Paracleto
tranquillo che l'ho visto ;)
per il resto continua pure a :mc:
CVD.
Continua così! :)
Paracleto
10-10-2004, 21:09
ah
la parte migliore: Kerry che se ne esce con "i nostri ragazzi, in iraq, non hanno i giubbotti antiproiettile, i genitori hanno dovuto comprarli di tasca loro e inviarli ai loro figli"
e Bush
"i nostri ragazzi non hanno i giubbotti antiproiettile, e tu hai votato contro il rifinanziamento"
tanto per dire
ha vinto sicuramente Kerry, cmq.
Originariamente inviato da Paracleto
ah
la parte migliore: Kerry che se ne esce con "i nostri ragazzi, in iraq, non hanno i giubbotti antiproiettile, i genitori hanno dovuto comprarli di tasca loro e inviarli ai loro figli"
e Bush
"i nostri ragazzi non hanno i giubbotti antiproiettile, e tu hai votato contro il rifinanziamento"
tanto per dire
ha vinto sicuramente Kerry, cmq.
Cosa per'altro già spiegata...
si, con questo ha vinto sicuramente Bush... eccezionale l'idea di eliminare le foreste per impedire gli incendi... :D
tatrat4d
10-10-2004, 23:49
Originariamente inviato da GioFX
Non lo sapevo... forza, in bocca al lupo! :)
Crepi :)
Si, ma non ho capito il perchè dovrebbero esseresi registrati più repubblicani, anche osservando i dati che indicano l'opposto, o cmq una crescita massiccia di registrazioni tra i democratici, soprattutto nei cosiddetti "swinger states".
Sui 515 che hanno giudicato il 2° dibattito credo che abbiano preso un campione rappresentativo dell'audience, che solitamente prevede più rep. davanti alla TV. Sono però stati loro stessi a specificare che il campione fosse sbilanciato.
Sui sondaggi generali Gallup non ha mai rivelato la demografia (come fanno altri), ci sono solo voci sul web che dicono che favorisca il GOP. Per inciso, le stesse voci dicono che il metodo più esatto sia fare la media di Zogby, Rasmussen e Fox, ma non so il peso che questo possa avere.
Negli ultimi due giorni sembra che la tendenza favorisca Bush nei tracking-3 (i sondaggi che scartano il terzo giorno per inserire quello corrente), quantomeno l'emorragia sembra tamponata.
Dovremmo anche essere in procinto di leggere il nuovo Gallup/CNN, visto che su CNN.com è appena uscita la proiezione del collegio elettorale.
tatrat4d
11-10-2004, 00:02
Questa volta Kerry l'ha fatta fuori dal vaso, sembra una Berlusconata.
"We have to get back to the place we were, where terrorists are not the focus of our lives, but they're a nuisance"
Pur capendone anche il senso migliore, se non riesce a smentire potrebbe costargli cara.
Originariamente inviato da tatrat4d
Pur capendone anche il senso migliore, se non riesce a smentire potrebbe costargli cara.
Cioè?
tatrat4d
11-10-2004, 00:28
Originariamente inviato da GioFX
Cioè?
Secondo me rischia di apparire come quello che si accontenta di passare la bufera.
Magari è solo un sospetto, ma non credo che dichiarazioni del genere convenga farle in campagna elettorale. Ci vorrebbe molto poco a ricordargli del primo attacco al WTC, delle ambasciate in Kenia e Tanzania, ecc. Capisco che il senso volesse essere quello di un messaggio di ottimismo, ma mi pare molto mal riuscito.
Originariamente inviato da Paracleto
Quando c'erano le armi che non c'erano/1 (http://www.senate.gov/~edwards/statements/20021010_iraq.html)
"Saddam Hussein's regime represents a grave threat to America and our allies, including our vital ally, Israel. For more than two decades, Saddam Hussein has sought weapons of mass destruction through every available means. We know that he has chemical and biological weapons. He has already used them against his neighbors and his own people, and is trying to build more. We know that he is doing everything he can to build nuclear weapons, and we know that each day he gets closer to achieving that goal".
John Edwards, 9 ottobre 2002, intervento al Senato nell'argomentare il suo voto favorevole all'uso della forza in Iraq
Quando c'erano le armi che non c'erano/2 (http://john-kerry.tonyspencer.com/kerry-speech-10-9-2002.htm)
Non ha votato favorevolmente all'uso della forza, ha votato per lasciare la decisione sull'uso delle forze armate al Presidente.
The resolution for which Edwards and Kerry voted said, "The President is authorized to use the Armed Forces of the United States as he determines to be necessary and appropriate."
http://www.factcheck.org/article.aspx@DocID=272.html
"In 1991, the world collectively made a judgment that this man should not have weapons of mass destruction. And we are here today in the year 2002 with an uninspected 4-year interval during which time we know through intelligence he not only has kept them, but he continues to grow them".
John Kerry, 10 ottobre 2002, intervento al Senato nell'argomentare il suo voto favorevole all'uso della forza in Iraq
Hai dimenticato di riportare cio' che ha detto Edwards lo stesso giorno dopo il voto:
Edwards ( Oct. 10, 2002 ): I believe we should act now for two reasons: first, bipartisan congressional action on a strong, unambiguous resolution, like the one before us now, will strengthen America's hand as we seek support from the Security Council and seek to enlist the cooperation of our allies.
Originariamente inviato da Paracleto
Quando Kerry diceva che avrebbe abbassato le tasse, Bush rispondeva: non credetegli, ha sempre votato per aumentarle. La frase chiave è stata: "You can run, but you can't hide", puoi correre, ma non ti puoi nascondere, ripetuta due volte.
"But you can't tell lies so easily", avrebbe dovuto rispondergli Kerry.
Bush ha notevolmente esagerato i voti a favore di aumenti di tasse da parte di Kerry (98), contando 16 voti ripetuti sullo stesso decreto e 48 voti su decreti che non legislavano aumenti di tasse ma stabilivano solo il budget per l'anno successivo.
http://www.factcheck.org/article.aspx@docID=275.html
# Bush said Kerry voted 98 times to "raise taxes" during his 19-year Senate career. But as we reported Aug. 30, the Bush campaign's list of votes includes 43 votes for budget measures that merely set targets for taxes without actually legislating changes to the tax code. And it counts multiple votes on the same bills, including 16 votes on the 1993 Clinton package of tax increases and spending cuts.
jumpermax
11-10-2004, 01:19
questo (http://www.StupidVideos.com/?VideoID=861) video svela molti inquietanti retroscena di kerry....
:eek:
Originariamente inviato da tatrat4d
Secondo me rischia di apparire come quello che si accontenta di passare la bufera.
Magari è solo un sospetto, ma non credo che dichiarazioni del genere convenga farle in campagna elettorale. Ci vorrebbe molto poco a ricordargli del primo attacco al WTC, delle ambasciate in Kenia e Tanzania, ecc. Capisco che il senso volesse essere quello di un messaggio di ottimismo, ma mi pare molto mal riuscito.
Beh, se parliamo di messaggi di ottimismo, non è che dall'altra parte se ne abbiano dati tanti...
Posto anche qui per completezza...
Bush su Osama Bin Laden
"I want justice. And there's an old poster out West, I recall, that says, 'Wanted: Dead or Alive.'"
George W. Bush, on Osama Bin Laden, 09/17/01
"I don't know where he is.You know, I just don't spend that much time on him... I truly am not that concerned about him."
George W. Bush, Press Conference, 3/13/02
Bush su Al Qaeda e Saddam Hussein
You can't distinguish between al Qaeda and Saddam when you talk about the war on terror."
George W. Bush, 9/25/02
"We've had no evidence that Saddam Hussein was involved in Sept. 11."
George W. Bush, 9/17/03
Bush sulla Guerra al Terrore
"One of the interesting things people ask me, now that we're asking questions, is, can you ever win the war on terror? Of course, you can."
George W. Bush, 4/13/04
"I don't think you can win [the war on terror]."
George W. Bush, 8/30/04
"Make no mistake about it, we are winning and we will win [the war on terror]."
George W. Bush, 8/31/04
gio ma che farai quando verrà rieletto??????
:sofico:
Originariamente inviato da zuper
gio ma che farai quando verrà rieletto??????
:sofico:
Perchè? Sei così sicuro che verrà rieletto? E se dovesse capitare, cosa c'entro io?
tatrat4d
11-10-2004, 13:48
"Dobbiamo ritornare indietro dove eravamo e cioè al punto in cui il terrorismo non era la cosa più importante della nostra vita, ma solo un inconveniente. Come persona che ha esercitato per anni il mestiere di far rispettare la legge, (Kerry è stato procuratore distrettuale per anni, ndr) so che non potremo mai mettere la parola fine alla prostituzione. Non potremo far cessare il gioco d'azzardo illegale. Ma dobbiamo ridurre il crimine organizzato ad un livello in modo da impedire che possa svilupparsi. Non si ottengono risultati terrorizzando la gente ogni giorno e fondamentalmente si tratta di una realtà che tu devi continuare a combattere, ma che non minaccia la sostanza della nostra vita".
La traduzione, trovata qui (http://redazione.romaone.it/4Daction/Web_RubricaNuova?ID=59087&doc=si), mi sembra corretta. Ricorda un po' la gaffe di Lunardi sulla mafia. Non che lo scenario sia poi così inverosimile, però poteva farne a meno.
Oct. 10 2004
http://www.electoral-vote.com/oct/oct10.png
Kerry 270
Bush 248
Originariamente inviato da GioFX
Kerry 270
Bush 248
Quanti stati sono all'interno della soglia di incertezza dei sondaggi?
tatrat4d
11-10-2004, 14:35
Originariamente inviato da fek
Quanti stati sono all'interno della soglia di incertezza dei sondaggi?
78 barely Kerry, 20 esattamente pari e 29 barely Bush. Cnn dà invece in vantaggio Bush.
Paracleto
11-10-2004, 22:34
Originariamente inviato da fek
"But you can't tell lies so easily", avrebbe dovuto rispondergli Kerry.
Bush ha notevolmente esagerato i voti a favore di aumenti di tasse da parte di Kerry (98), contando 16 voti ripetuti sullo stesso decreto e 48 voti su decreti che non legislavano aumenti di tasse ma stabilivano solo il budget per l'anno successivo.
http://www.factcheck.org/article.aspx@docID=275.html
uhm
e come mai kerry stesso non si è difeso in questo senso?
tatrat4d
11-10-2004, 23:13
WP (10/11): Bush 51, Kerry 45, Nader 1
Rasmussen (10/11): Bush 49, Kerry 45
Zogby 10/11: Kerry 47, Bush 44, Nader 2
Questi 3 sono tracking-3. Le tendenze sono le seguenti: WP verso Bush, Rasmussen stabile, Zogby verso Kerry. Domani usciranno dai rilevamenti i sondaggi di due giorni fa, positivi per Kerry su Zogby e per Bush su Rasmussen (meno su ABC/WP che sembra il più costante sui 3 giorni): è perciò prevedibile un riavvicinamento.
E' uscito anche Gallup (10-11/10):
Kerry 49, Bush 48, Nader 1
Kerry 50, Bush 48.
Di sicuro qualcuno sta sbagliando di grosso. :confused:
P.S. Per Gio: dovrei avere scovato la distribuzione che fanno Rasmussen e Fox.
DEM. 37% GOP 34% IND. 29%
grazie tatrat.
cmq ho letto che secondo il National Commitee on Public Polls (http://www.ncpp.org), Zogby International è risultato l'istituto demoscopico più affidabile:
http://www.ncpp.org/1936-2000.htm
trapanator
12-10-2004, 12:11
tanto Kerry o Bush, sara' sempre lo stesso. :rolleyes:
tatrat4d
12-10-2004, 12:58
Originariamente inviato da trapanator
tanto Kerry o Bush, sara' sempre lo stesso. :rolleyes:
Sì, saranno sempre meglio di noi.
tatrat4d
13-10-2004, 00:00
Aggiornamento serale dei sondaggi.
Come preventivabile i tre sondaggi tracking-3 hanno tutti segnato un riavvicinamento, dovuto allo scarto dei risultati molto scostanti dell' 8/10.
Zogby: Bush 45, Kerry 45, Nader 2
Rasmussen: Bush 47, Kerry 46
Washington Post (10/9-10/11): Bush 50, Kerry 47, Nader 1
Sono poi usciti anche questi tre:
ICR (10/9-10/11): Bush 48, Kerry 43, Nader 2 | Bush 49, Kerry 46
CBS News (10/9-10/11): Bush 48, Kerry 45, Nader 2 | Bush 47, Kerry 46
IBD/TIPP (10/7, 10/9-10/11): Bush 47, Kerry 44, Nader 2 | Bush 45, Kerry 44
Altri dati interessanti:
1) sembra che in Colorado possa prevalere il NO alla proposta di distribuire proporzionalmente i voti elettorali; questo, oltre ad evitare lavoro alla corte suprema, dovrebbe garantire al vincitore, probabilmente Bush, 9 EV (anzichè 5 contro 4).
2) osservando le tendenze generali (Pennsylvania a Kerry e Florida a Bush), e ipotizzando che il 3° dibattito non sposti tanti voti quanto il primo, sembra che lo Stato decisivo sia ancora una volta l'Ohio. Se Bush lo perde (vinse con il 4% nel 2000) deve sperare di ovviarvi non perdendo alcun altro Stato vinto 4 anni fa e strappare a Kerry sia il Wisconsin che l'Iowa.
Ovviamente il dibattito di domani notte può nuovamente cambiare le carte in tavola.
tatrat4d
13-10-2004, 18:58
Originariamente inviato da ni.jo
pinzillacchere.
Beccate queste :D
http://communistsforkerry.com/
http://www.wketchup.com/about/
Amu_rg550
14-10-2004, 10:59
Ultimo duello tv Bush-Kerry
I sondaggi: vince il senatore
Per il presidente era l'ultima occasione di recupero
TEMPE (Arizona) - Terzo e decisivo dibattito in diretta televisiva fra George W. Bush e John F. Kerry, l'ultimo in programma prima delle presidenziali Usa del prossimo 2 novembre. I due contendenti si sono affrontati nella State University di Tempe, in Arizona. Secondo i primi instant polls, i sondaggi volanti realizzati tra i potenziali elettori dai network tv a dibattito appena concluso, è stato anche questa volta Kerry ad aggiudicarsi la vittoria. E almeno per una rilevazione con un margine maggiore che non nel caso dei due precedenti confronti televisivi: tra gli interpellati dalla Cnn, il 52 per cento ha infatti attribuito il primato allo sfidante contro il 39 per Bush.
Risicato invece il vantaggio del senatore secondo il sondaggio condotto dalla Abc: 42 per cento i consensi a suo favore, 41 per cento quelli per Bush, mentre il 14 per cento del campione ha considerato l'esito del duello in assoluta parità.
Ma è di nuovo più elevato il vantaggio del candidato democratico secondo il sondaggio realizzato dal network Cbs: 39 per cento di pareri favorevoli, contro il 25 per cento di Bush.
Entrambi i contendenti hanno sfoderato tutte le loro armi, con attacchi diretti e accuse all'avversario. Ma sempre facendo attenzione a non forzare troppo i toni. E per sedurre la larga parte di elettorato ancora indecisa con parole vicine ai sentimenti comuni, entrambi si sono ripetutamente richiamati alla fede, al concetto di famiglia, alle rispettive famiglie.
Al centro del dibattito doveva essere la politica interna, quindi l'economia, l'occupazione, l'assistenza sociale, le questioni che dividono l'America come quella dei matrimoni gay. Ma dopo l'11 settembre la politica interna è strettamente collegata alla sicurezza nazionale e di conseguenza alla politica estera. E anche stavolta, come nei precedenti due confronti televisivi, l'Iraq ha avuto un risalto particolare.
Per il presidente Usa questa era l'ultima opportunità per recuperare lo svantaggio accumulato nei due primi faccia a faccia con l'avversario, e cercare di frenarne la rimonta nelle intenzioni di voto degli americani. Kerry si era già imposto all'esordio in Florida, mentre il dibattito di venerdì scorso in Missouri (l'unico in presenza di una platea, autorizzata a interagire con i contendenti con domande dirette) si era concluso in sostanziale equilibrio, anche se forse con una leggera prevalenza del candidato democratico. Lo stesso era avvenuto nel confronto tra i due aspiranti vice, Dick Cheney e John Edwards.
(14 ottobre 2004)
http://www.repubblica.it/2004/j/speciale/altri/elezioniusa/terzodib/terzodib.html
mi sono alzato ora dopo aver visto stanotte l'intero dibattito.
l'impressione è stata quella di un confronto sostanzialmente equo, ma in alcune parti (come sulla sanità e sul calo dei posti di lavoro, bush ha sorvolato lasciando campo a un kerry che, a parole, è sembrato più convinto.
i risultati dei sondaggi imho possono esser giustificati in tal senso.
bush mi è sembrato + a suo agio nei precedenti dibattiti parlando di politica estera, piuttosto che su questo incentrato su quella interna.
Ovviamente non mi sono perso il dibattito più importante, beh, come ho discusso con gli amici di SSP, all'inizio Bush è stato più efficace di Kerry ma poi il presidente ha subito lasciato strada libera al senatore sul suo punto forte, l'arte oratoria e i contenuti.
Devo dire che Bush mi ha fatto una positiva impressione questa volta rispetto alle precedenti occasioni per qunanto concerne il comportamento e i toni, ma era obbligatorio per lui in particolare, dopo che nei primi dibattiti era troppo aggressivo e scomposto.
Ma, a parte pochi momenti, Kerry è stato nettamente superiore in tutto... semplicemente, come ha ricordato l'amico Amu, glissava gli argomenti ed evitava di entrare nel merito... soprattutto in quelli sulla salute, il lavoro e la scuola... incredibile poi le risposte sull'immigrazione, dai, 8000 immigrati clandestini al giorno che entrano negli USA, e i confini sono sicuri... :D
3° Dibattito:
BUSH: We're working with Canada to hopefully -- that they'll produce a -- help us realize the vaccine necessary to make sure our citizens have got flu vaccinations during this upcoming season.
2° Dibattito:
BUSH: Yeah, I haven't yet. I just want to make sure they're safe. When a drug comes in from Canada, I want to make sure it cures you and doesn't kill you.
Che bel flip-flop... :D
E cmq, rimane quanto meno particolare che in un dibattito sulla politica interna non si sia parlato di prezzi, in particolare della benzina, e quindi di mercato energetico, ma anche di cellule staminali e di ricerca, di ambiente, ecc.
tatrat4d
14-10-2004, 12:15
Vado controcorrente: seppur bush abbia cosatantemente migliorato il suo aspetto nei 3 incontri, a me è parso abbastanza giù di corda ieri sera. Secondo me quella di ieri è stata per Kerry la vittoria più marcata. Bush ha mancato totalmente di citare i dati di crescita del PIL, il tasso di disoccupazione (che è molto più positivo della perdita netta di posti di lavoro), di sottolineare che i nuovi 5 mln. di cittadini senza assicurazione sanitaria, essendo in maggioranza immigrati, l'assicurazione non l'hanno mai avuta.
Come non ha attaccato la demogagia di Kerry sul salario minimo o sfruttato le nuove previsioni di calo del prezzo del petrolio.
Kerry ha avuto vita facile a proporrre il "I've got a plan" "We can do better", che verso un pubblico così vasto avrà fatto sicuramente presa. Kerry è stato poi intelligente a sviare dalle questioni dei valori religiosi (quelle nelle quali lo preferisco), ben sapendo che su quel terreno Bush avrebbe fatto bottino a mani basse.
Alla fine dei 4 round, questo è il mio personalissimo cartellino:
1° dibattito Kerry 8 - Bush 7
Vice Cheney 9 - Edwards 8
2° dibattito Kerry 8 - Bush 9
3° Kerry 9 - Bush 6
Per conservare l'esiguo vantaggio Bush deve dare nei prossimi giorni le risposte che ieri ha mancato, altrimenti diventa un terno al lotto o pure peggio per lui.
Concordo sostanzialmente su tutto.
ALBIZZIE
14-10-2004, 12:51
chi si prende la briga di spiegarmi perchè le elezioni USA prevedono i super elettori (o.c.c.s.c.)?
(o come cavolo si chiamano)
tatrat4d
14-10-2004, 12:59
Essenzialmente per garantire il rispetto del patto federale ai singoli Stati. Dovendo eleggere il Presidente di una federazione (inizialmente una confederazione) la costituzione assegna ad ongi Stato un certo numero di Voti elettorali secondo l'ultimo cenismento, con il solo privilegio a favore dei piccoli stati di non poterne avere meno di 3. E comunque facoltà di ogni Stato decidere come assegnarli, se con il "chi vince piglia tutto" o con la proporzionale. Infatti Nebraska e Maine hanno un sistema diverso (alcuni voti assegnati a livello di Stato e altri in collegi uninominali a livello di contea, e il Colorado voterà un referendum per assegnarli proporzionalmente.
Paracleto
14-10-2004, 15:18
Il terzo dibattito televisivo tra George Bush e John Kerry si è concluso alle 4 e 30 di questa mattina italiana. Ma per sapere se ha "vinto" il presidente, se ha "prevalso" lo sfidante oppure se i due contendenti hanno "pareggiato" non è necessario aver ascoltato con attenzione il piano di assistenza sanitaria dell'uno o la riforma fiscale dell'altro. Qui all'Università dell'Arizona, così come a Miami e a St. Louis nelle settimane scorse, la vera gara è cominciata al fischio finale della sfida ufficiale. E si è giocata nella Spin Alley, il girone infernale della manipolazione politica e giornalistica, una specie di "Processo del lunedì" con Karl Rove e Terry McAuliffe al posto di Aldo Biscardi e Maurizio Mosca. La Spin Alley è uno spazio adiacente la sala del dibattito che viene invaso dal team Bush e dal team Kerry per influenzare a caldo la percezione di ciò che giornalisti e spettatori hanno appena visto in televisione.
E' una specie di luna park per i giornalisti, i quali per un'ora e mezzo hanno a disposizione Karl Rove e Hillary Clinton, gli strateghi dell'uno e i consiglieri dell'altro e i manager di entrambe le campagne elettorali. Ciascuno di loro è accompagnato da giovani assistenti dotati di Blackberry, il telefono-agenda che pare non si possa non avere a Washington. Il gruppo è seguito da un attendente che tiene in alto, e bene in vista, un enorme cartello con il nome del personaggio che si trova davanti a lui, in modo che da lontano chiunque possa tenere d'occhio chi è sceso nella Spin Alley. Gli effetti spesso sono comici. A St. Louis, dopo il secondo dibattito presidenziale, un gruppo di giornalisti ha troncato bruscamente le risposte di un consigliere della Casa Bianca per correre dietro a un cartello che diceva: "Senatore John Kerry". Facendosi largo e spintonando qua e là, gli intrepidi giornalisti hanno inseguito il cartello fin sul retro della Spin Alley per scoprire, poi, che si trattava solo di un tizio che stava riportando il cartello di Kerry, sprovvisto di Kerry, in magazzino. Tutti girano, corrono, vanno da una parte all'altra, sempre seguiti da cartelli e Blackberry e telecamere e giornalisti. Oltre a Rove, McAuliffe e Hillary i più attivi a spiegare la grande performance del proprio candidato sono Karen Hughes, Ed Gillespie, Andrew Card (per i repubblicani) e Joe Lockhart, Mike McCurry, Rand Beers e Mary Beth Cahill (per i democratici). A St. Louis il generale filo-Kerry Merrill McPeak, ligio al dovere, è rimasto immobile per oltre un'ora a rispondere alle domande, mentre una signora nera che il cartello dietro di lei spiegava essere la presidentessa dell'AARP non riusciva a trovare nessuno che volesse ascoltare il suo parere. Richard Holbrooke s'è sentito porre la seguente insidiosa domanda da un giornalista di una tv francese: "Spieghi soltanto perché Kerry è migliore di Bush". Il circo è completato da un limitato numero di supporter dei due candidati, ai quali è permesso di sventolare i poster elettorali alle spalle di chi viene intervistato in tv.
E' una vera e propria arte quella dell'interpretazione a proprio favore dell'evento appena visto in diretta televisiva. Chi scende nell'arena è pronto a rispondere a tutto e a tutti, anche a finti giornalisti di trasmissioni televisive tipo "Le Iene" che non si capacitano del fatto che i democratici dicano di aver vinto e i repubblicani pure. Terry McAuliffe, il presidente dei democratici, è il più abile di tutti. Fa una prima puntata nella Spin Alley parecchie ore prima, e inizia a influenzare i giornalisti spiegando che Bush non ha alcuna chance di vittoria; poi ritorna dieci minuti prima della fine del dibattito e già saluta la grande vittoria mentre la partita è ancora in corso. Karl Rove, a St. Louis, ha adoperato un'altra tattica: la sua prima mezz'ora di Spin Alley è stata dedicata a una decina di interviste a televisioni degli Stati in bilico, Pennsylvania, Ohio, Florida e così via. E' lì che si gioca la presidenza, quindi è lì che si deve spiegare che il proprio candidato è andato benissimo.
Ciascuno dei contendenti ha un ufficio stampa in loco per contestare, a dibattito in corso e in tempo reale, la frase detta da uno oppure per denunciare l'ambiguità della posizione dell'altro. A St. Louis sono stati più veloci e preparati i repubblicani con 12 contestazioni di fatto a Kerry, contro le 6 dei democratici a Bush. Cinque minuti dopo la fine del dibattito l'ufficio stampa di Kerry però ha distribuito un'antologia di commenti a caldo espressi dagli opinionisti televisivi per dimostrare che è stato un trionfo. Insomma, è come se dopo un Inter-Bologna finito 0-3, tifosi eccellenti e dirigenti sportivi provassero a modificare l'opinione di chi ha assistito alla partita. I democratici, grazie al loro miglior rapporto con la stampa, non perdono mai (al massimo pareggiano), tanto che anche a Ronald Reagan capitava di uscire sconfitto dalla Spin Alley. Bush invece perde sempre, sia quattro anni fa con Al Gore sia oggi con Kerry. Negli ultimi 24 anni i sondaggi post dibattito della Gallup, con l'eccezione degli anni di Bill Clinton, hanno sempre proclamato un vincitore che poi il giorno delle elezioni è stato sconfitto.
citare sempre le fonti, o almeno mettere un quote...
Paracleto
17-10-2004, 01:18
Ha vinto Kerry (http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/mondo/news/2004-10-16_2976558.html)
Originariamente inviato da Paracleto
Ha vinto Kerry (http://www.ansa.it/main/notizie/awnplus/mondo/news/2004-10-16_2976558.html)
Cos'è... una cazzata al giorno leva il medico di torno? :O
tatrat4d
17-10-2004, 01:31
Prudenza, prudenza. Di sicuro Kerry si è avvicinato, anche di molto.
Questo perchè nei dibattiti (nel primo soprattutto) ha dimostrato di essere un candidato credibile. Il fatto è che il numero degli indecisi è molto basso rispetto ai precedenti (brutto segno per chi rincorre) e che Bush ha uno zoccolo duro che non consente a Kerry di sfondare. Potrebbe apparire che Kerry abbia raggiunto il suo apice di consenso possibile una settimana fa, e negli ultimi 2-3 giorni tutti i sondaggi nazionali stanno favorendo Bush. Però uno sfidante credibile e con il fiato sul collo è molto scomodo da tenere dietro per 18 giorni, in primo luogo perchè per molti non è più "fuori dalle cose" votare per lui. Il tutto senza contare la distribuzione dei voti nel collegio elettorale, anche se con 2 punti di vantaggio nel voto popolare dovrebbe essere inverosimile (non impossibile) perdere la conta dei grandi elettori.
Paracleto
17-10-2004, 01:33
Originariamente inviato da GioFX
Cos'è... una cazzata al giorno leva il medico di torno? :O
:bimbo:
no, una notizia ANSA secondo la quale, a detta degli ultimi sondaggi, Bush è in vantaggio su Kerry
"ha vinto kerry"
"3 a 0"
eccetera
tatrat4d
17-10-2004, 01:36
Originariamente inviato da GioFX
Cos'è... una cazzata al giorno leva il medico di torno? :O
Camperemmo tutti 150 anni. Qualcuno anche più a lungo. :asd:
Originariamente inviato da Paracleto
:bimbo:
no, una notizia ANSA secondo la quale, a detta degli ultimi sondaggi, Bush è in vantaggio su Kerry
"ha vinto kerry"
"3 a 0"
eccetera
Scusa, Bush è in vantaggio, secondo i sondaggi, DA SEMPRE... che notizia eh? oltretutto, io non ho mai dato Kerry già sicuro della vittoria, 3 a 0 era riferito ai dibattiti e ti sfido a negare l'evidenza.
Tu stai male forte...
Paracleto
17-10-2004, 01:52
Originariamente inviato da GioFX
Scusa, Bush è in vantaggio, secondo i sondaggi, DA SEMPRE... che notizia eh? oltretutto, io non ho mai dato Kerry già sicuro della vittoria, 3 a 0 era riferito ai dibattiti e ti sfido a negare l'evidenza.
Tu stai male forte...
ma infatti non ho mica detto che si riferisse a qualcosa di diverso dai dibattiti
ma secondo quanto da te linkato, commentato, eccetera, kerry è stato più convincente (in due casi nettamente) di bush, e questo non era in discussione, insomma kerry si sarebbe dimostrato superiore a bush dal punto di vista dialettico e dei contenuti
ciononostante, bush è ancora in vantaggio
e in ogni caso, ho messo quel link perchè, come puoi vedere, il thread si intitola " ELEZIONI PRESIDENZIALI USA 2004 - OFFICIAL MEGATHREAD" e di elezioni USA si parla in quel link
il solito metodo degli attacchi sul piano personale ormai mi lascia indifferente, ed anzi mi fa sospettare che ti roda un po' il culo...
buonanotte.
IpseDixit
17-10-2004, 08:21
PRESIDENZIALI USA: PER ZOGBY BUSH IN VANTAGGIO, PARI PER ABC
(AGI) - Washington, 16 ott. - Per il secondo giorno consecutivo, il sondaggio Zogby per la Reuters accredita al presidente Bush quattro punti percentuali di vantaggio sullo sfidante democratico John Kerry: 48% contro 44%. Ieri sera, l'ultimo sondaggio per la ABC continuava invece a dare i due candidati in perfetto pareggio 48-48. Si tratta di due "tracking poll", cioe' di sondaggi che registrano gli umori degli elettori sugli ultimi tre giorni e che vengono aggiornati quotidianamente, eliminando i dati del primo giorno ogni volta che vengono aggiunti i dati dell'ultimo.
Secondo Zogby, a giocare a favore di Bush c'e' la solidita' del suo elettorato: il 92% dei repubblicani e' con lui, mentre con Kerry si schierano solo l'81% dei democratici. Il sei percento degli elettori "probabili" - cioe' che dichiarano di volersi recare alle urne - e' ancora indeciso e questo indica, secondo John Zogby, che le presidenziali del 2004 saranno praticamente una replica del duello Bush-Gore nel 2000: nessuno dei due candidati riesce a consolidare un vantaggio significativo e la corsa si decidera' sul filo di lana. (AGI) Crs 161549 OTT 04 -
Paracleto
17-10-2004, 14:18
In un editoriale (http://www.nytimes.com/2004/10/17/opinion/17sun1.html) che più che il New York Times sembrano l'Unità e il Manifesto messi insieme, la bibbia dei liberal vota per Kerry. Sorpresone, non c'è che dire.
Paracleto
17-10-2004, 17:23
http://cagle.slate.msn.com/working/041015/lester.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/stah10051005_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/stah10031007_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/bd0410011000_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/roge0928996_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/stei0910975_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/scho0910967_img.jpg
http://www.ilriformista.it/imagesfe/scho0901954_img.jpg
http://www.ilriformista.it/imagesfe/bd040827948_img.jpg
http://www.ilriformista.it/imagesfe/roge0805921_img.gif
http://www.ilriformista.it/imagesfe/bens0727898_img.jpg
...però la tua su NYtime, manifesto e unità le batte tutte...:D
tatrat4d
18-10-2004, 00:36
Per la serie "voliamo alti".
http://observer.guardian.co.uk/comment/story/0,6903,1329254,00.html
Has Bush lost his reason?
The President's apparent mental fragility should give US voters pause for thought at the ballot box
Andrew Stephen
Sunday October 17, 2004
The Observer
It will, we are confidently told, be the most important American election for generations. In the words last week of Dick Cheney, the voice of what passes for gravitas in the Bush Administration, Americans will have to make 'about as serious a decision as anybody is ever asked to make' when they go to the polls in 17 days' time.
The prophets of doom, whom Cheney exemplifies, are precisely right about the importance of this election. But the momentous decision awaiting Americans is not whether they return to power a President who is uniquely qualified to protect the US against terrorism, as Cheney et al would have us believe. It is whether they re-elect a man who, it is now clear, has become palpably unstable.
The evidence has been before our eyes for some time, but only during the course of this election campaign has it crystallised - just in time, possibly, for the 2 November election. The 43rd US President has always had a much-publicised knack for mangled syntax, but now George Bush often searches an agonisingly long time, sometimes in vain, for the right words. His mind simply blanks out at crucial times. He is prone, I am told, to foul-mouthed temper tantrums in the White House. His handlers now rarely allow him to speak an unscripted word in public.
Indeed, there are now several confusing faces to the US President, and we saw three of them in the live, televised Presidential debates with John Kerry that culminated last Wednesday night in Tempe, Arizona. In the first debate on 30 September, watched by more than 62 million viewers, we saw Bush at his most unattractive: slouching, peevish, pouting, pursing his lips with disdain at what his opponent was saying. But he was unable to marshal any coherent arguments against Kerry and merely spewed out prepared talking points - in what, even his ardent supporters concede, was Bush's worst-ever such performance.
In the second debate on 8 October in St Louis, Bush could not stay on his stool and leapt up to dispense what were - certainly in contrast to Kerry's cogent recital of statistics and arguments - frequently defensive, shouting rants. I assume that he was told by his handlers not to show displeasure at Kerry's words this time around, but, instead, he revealed his anger by blinking repeatedly.
The moderator tried to stop him talking at one point (both campaign organisations had agreed the order in which the candidates could speak, with time limits imposed on both), but Bush insisted on riding roughshod over the briefly protesting moderator, Charles Gibson. (What, I wonder, would have happened if Gibson had kept to the rules and insisted that Bush stop talking? We will never know.)
By the time of the third debate on 13 October, this one witnessed by more than 50 million people, Bush had adopted yet another baffling persona. This time, he was peculiarly flushed, leading a colleague to speculate whether he was on something. He had clearly been told to look positive - that was his main thrust of the evening, with frequent assertions that 'freedom is on the march' - and spent the evening with a creepy, inane grin on his face, as though he was red-faced after a festive Christmas dinner.
So what is up with the US President, and why is this election so crucial not only for America but for the world? I have been examining videos of his first 1994 debate with Ann Richards, the Governor of Texas, who he was about to supplant, and of his 2000 debates with Al Gore. In his one and only debate with Richards a decade ago, Bush was fluent and disciplined; with Gore, he had lost some of that polish but was still articulate, with frequent invocations of his supposed 'compassionate conservatism'.
It is thus hard to avoid the conclusion that Bush's cognitive functioning is not, for some reason, what it once was. I am not qualified to say why this is so. It would not be surprising if he was under enormous stress, particularly after the 9/11 atrocities in 2001, and I gather this could explain much, if not everything.
But I have heard wild speculation in Washington that he is suffering from a neurological disorder, or that the years of alcoholism might finally be taking their toll on his brain.
I think it unlikely that Bush was wearing a bug so that he could be fed lines in at least one of the debates, but it is indicative of how his capabilities are regarded these days that the suggestion that he needed advice is given credence, as well as passing mentions in the powerful Washington Post and New York Times .
It does not help that Bush now lives in a positively Nixonian cocoon. He does not read newspapers; he sees television only to watch football; he makes election speeches exclusively at ticket-only events, and his courtiers consciously avoid giving him bad news. When he met John Kerry for their first bout on the debating platform, it was almost a new experience for the President to hear the voice of dissent.
A senior Republican, experienced and wise in the ways of Washington, told me last Friday that he does not necessarily accept that Bush is unstable, but what is clear, he added, is that he is now manifestly unfit to be President.
This, too, is a view that is widely felt, but seldom articulated and then only in private, within the Republican as well as Democratic establishments in Washington. Either way, the choice voters make on Tuesday fortnight should be obvious: whether he is unstable or merely unfit to be President - and I would argue that they amount to much the same - he should speedily be turfed out of office.
But Bush and his handlers like Cheney are driven, if nothing else, by a primal and overriding need to win, to destroy enemies who are blocking their way (shades, again, of Nixon?). Thus the speeches Bush now reads to the Republican faithful at his campaign meetings reflect their intent to demonise and annihilate Kerry's character in the eyes of the electorate; policy statements made by Kerry are wilfully distorted and then endlessly repeated so that, in the end, the distortions gain a credence among the majority who do not follow such matters closely.
Whether the American electorate choose to see the mounting, disturbing evidence about their President or whether they rally to Cheney's obscenely manipulative appeals for their patriotic support is still up in the air.
Kerry is a poor candidate who has only recently woken to the need to fight. Bush manages to maintain a peculiarly American, ordinary bloke image - mystifyingly so, given that he is the privileged product of Andover, Yale and Harvard - that still contrasts well, in the eyes of many Americans, with Kerry's patrician manner.
The polls taken since Wednesday night's debate are infuriatingly contradictory, too. The only consoling thought is that soon we should know the result of that very serious decision the American people have to make on polling day. There are not many occasions when I agree with anything that Dick Cheney says, but this is one of the rare moments when I concur totally with those chilling words.
-----
E io che mi ero illuso che fosse una cosa seria: siamo alle diagnosi a distanza come se si trattasse di un Berlusconi qualsiasi.
il solito metodo degli attacchi sul piano personale ormai mi lascia indifferente, ed anzi mi fa sospettare che ti roda un po' il culo...
tu sei fuori...
tatrat4d
18-10-2004, 01:11
http://edition.cnn.com/2004/ALLPOLITICS/10/17/poll.sunday/index.html
But among likely voters Bush had a larger spread -- 52 percent to 44 percent. That compared with a 49 percent to 46 percent edge for Bush in the previous poll.
Ecco un esempio di news-spinning della serie proposta dal post di Paracleto: il bello è che questa volta non ne sono protagonisti i consiglieri politici delle due campagne, almeno ufficialmente, quanto un medium che si professa imparziale (per il momento) come la CNN.
La storia è questa: i sondaggi per CNN sono curati dalla Gallup, che come ho scritto diverse volte non trovo affidabili, almeno fino all'ultimo prima del voto, dove probabilmente per salvare la faccia si avvicineranno al risultato esatto.
Ebbene, oggi è uscito un nuovo rilevamento che da Bush in testa 52 a 44 tra i likely voters. Fatto salvo che non credo in un balzo di Bush pari a 10 punti in 5 giorni, sarebbe anche il caso che CNN non addolcisse la pillola ad arte. Come si può trovare sullo stesso sito CNN nel penultimo sondaggio Bush era dietro a Kerry 48 a 49. In modo veramente incredibile l'articolo che presenta il rilevamento odierno fa invece pensare, anzi, lo scrive proprio, che fosse in testa 49 a 46. Ossia non ne traspare quello stravolgimento che, nella volatilità dei numeri Gallup, sarebbe comunque da riportare. Se poi Gallup non è affidabile CNN potrebbe comunque non presentarlo, evitando di fare i salti mortali per renderlo credibile. Anche perchè proporre un vantaggio di 8 punti come una corsa tirata è alquanto opinabile.
A volere pensare male (che è sbagliato ma non costa nulla) inizio anche a spiegarmi come siano usciti i mirabolanti vantaggi di Bush di un mese fa (53 a 40): che non avessero lo scopo di ingigantire il prevedibile ritorno di Kerry? Se tra una settimana Kerry fosse di nuovo pari o in testa potrei anche averci preso.
Originariamente inviato da Paracleto
In un editoriale (http://www.nytimes.com/2004/10/17/opinion/17sun1.html) che più che il New York Times sembrano l'Unità e il Manifesto messi insieme, la bibbia dei liberal vota per Kerry. Sorpresone, non c'è che dire.
Non mi soprende che tu non legga i post degli altri... non mi metterò a ripetere tutta la storia, ma ti ripeto solo che qualche cazzo di editoriale non fa certo la linea del giornale, specie se parliamo della stampa USA... se è per questo ci sono editorialisti su posizioni ancora più liberal sul WSJ o sul Washington Post, ma questo non li rende certo dei giornali di sinistra, no dico, conosci il Post, eh?
Quindi piantala.
von Clausewitz
18-10-2004, 01:23
Originariamente inviato da GioFX
Non mi soprende che tu non legga i post degli altri... non mi metterò a ripetere tutta la storia, ma ti ripeto solo che qualche cazzo di editoriale non fa certo la linea del giornale, specie se parliamo della stampa USA... se è per questo ci sono editorialisti su posizioni ancora più liberal sul WSJ o sul Washington Post, ma questo non li rende certo dei giornali di sinistra, no dico, conosci il Post, eh?
francamente non si capisce perchè la verità dovrebbe stare a sinistra
chi l'ha detto? :confused: :p
Quindi piantala.
lo sai che queste tue ingiunzioni, questi tuoi anatemi, queste tue scomuniche, assai ricorrenti, le trovo divertenti? :D
occhio a però a non esagerare o rischi di trasformare le discussioni in una pochade ;) :sofico:
Originariamente inviato da von Clausewitz
francamente non si capisce perchè la verità dovrebbe stare a sinistra
chi l'ha detto? :confused: :p
appunto, chi l'ha detto?!?
ho solo detto che un'editoriale non fa la linea del giornale, vous avec compri?
tatrat4d
18-10-2004, 01:38
Originariamente inviato da GioFX
ho solo detto che un'editoriale non fa la linea del giornale, vous avec compri?
In generale potremmo discuterne, e forse avresti anche ragione, ma nello specifico in NYT con quell'editoriale ha ufficializzato il suo endorsment alla campagna di Kerry. In questo senso è stato presentato per tutta la giornata di oggi.
Paracleto
18-10-2004, 20:45
Originariamente inviato da GioFX
appunto, chi l'ha detto?!?
ho solo detto che un'editoriale non fa la linea del giornale, vous avec compri?
leggilo, l'editoriale
come altri giornali stanno facendo e hanno fatto, il nyt ha esposto la sua preferenza per kerry
altri giornali hanno esposto la loro preferenza per kerry
altri per bush
la differenza sta nel tono con cui si dicono le cose...
majin mixxi
18-10-2004, 20:55
IN MOLTI STATI GIÀ SI VOTA. E IN FLORIDA CI SONO GIÀ PROBLEMI…
I guai del 2000 hanno fatto sì che da quest’anno, in molti Stati dell’Unione, fosse possibile votare con largo anticipo. Un modo per testare i meccanismi di voto elettronico e per intervenire in tempo qualora nascessero dei problemi.
In teoria, possono votare soltanto elettori che dichiarino di non essere presenti per la giornata elettorale del 2 novembre. Ma pare che diverse organizzazioni politiche abbiano convinto molti a utilizzare questo metodo proprio per testare il sistema elettorale di alcuni stati a rischio; e la Florida è quello più a rischio di tutti per i supporter di Kerry.
Per altri è solo un sistema per togliersi il pensiero e evitare le file ai seggi tra due settimane.
Una strategia davvero inusuale, che però già si sta dimostrando efficace sotto diversi punti di vista.
Primo: diversi elettori – soprattutto in Forida – sono già andati al seggio, dimostrando quanto per gli elettori democratici bruci ancora la sconfitta di Al Gore di quattro anni fa;
Secondo: nella contea di Broward, sempre nello stato di Jeb Bush, nove dei quattordici seggi hanno avuto problemi con i database e si sono trovati subito in difficoltà nel convalidare i voti.
Si spera che un allarme così anticipato, consenta ai responsabili di sistemare tutto per il due novembre…
Originariamente inviato da Paracleto
leggilo, l'editoriale
come altri giornali stanno facendo e hanno fatto, il nyt ha esposto la sua preferenza per kerry
altri giornali hanno esposto la loro preferenza per kerry
altri per bush
la differenza sta nel tono con cui si dicono le cose...
ad esempio è molto più di classe mentire o mettere le notizie in modo che gli americani fossero convinti sino all'altro ieri (?) che in iraq ci fossero le wdm o che saddam fosse pappa e ciccia con Bin Laden...;)*
o che Kerry se l'intendesse con una stagista...:Puke:
* sondaggio sulla qualità dell'informazione di guerra in Usa di qualche mese fà: fonte in fase di ricerca.
Paracleto
18-10-2004, 23:03
Originariamente inviato da ni.jo
ad esempio è molto più di classe mentire o mettere le notizie in modo che gli americani fossero convinti sino all'altro ieri (?) che in iraq ci fossero le wdm o che saddam fosse pappa e ciccia con Bin Laden...;)*
o che Kerry se l'intendesse con una stagista...:Puke:
* sondaggio sulla qualità dell'informazione di guerra in Usa di qualche mese fà: fonte in fase di ricerca.
la prima parte non è "gli americani", ribadisco che tutti erano convinti della detenzione di wmd
ma non c'entra un accidenti questo discorso, potrei mettere i falsi documenti per screditare bush, eccetera
ma non c'entra
il NYT ha fatto una scelta di campo, e con toni tali da non lasciare dubbi, altro che "un'editoriale non fa la linea del giornale"
( e comunque è un editoriale, senza apostrofo)
Paracleto
18-10-2004, 23:48
WASHINGTON - Il candidato democratico alla Casa Bianca John Kerry ha riagguantato il presidente George W. Bush, secondo il sondaggio giornaliero di Zogby per la Reuters. Bush, che sabato aveva un vantaggio di quattro punti, si ritrova alla pari con Kerry: statisticamente, il margine d'errore del rilevamento sfiora il 3%. Nell'ultimo rilevamento Zogby, Bush ha il 45% delle intenzioni di voto (contro il 46% ieri e il 48 si sabato) e Kerry il 45% (contro il 44% di ieri e sabato), in vista delle presidenziali del 2 novembre. I risultati confermano l'indicazione, largamente prevalente dal 1.o ottobre, d'una corsa serrata tra il presidente e lo sfidante. Per Zogby, il candidato indipendente Ralph Nader e' all'1%. Nessun altro candidato minore e' vicino all'1%, mentre gli indecisi sono il 7%.
ANSA (http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200410181856170383/200410181856170383.html)
tatrat4d
18-10-2004, 23:57
E' anche interessante analizzare gli itinerari dei due candidati.
Kerry dovrebbe battere la Florida per 5 giorni, ponendo quindi molte delle sue aspettative su questo stato.
Bush è invece andato in New Jersey, che a dispetto di ogni pronostico sembra essere ancora in gioco. Da mercoledì dovrebbe invece puntare soldi e presenza sull'Ohio, come va facendo dall'inizio della sua campagna.
Originariamente inviato da Paracleto
la differenza sta nel tono con cui si dicono le cose...
:confused:
Originariamente inviato da Paracleto
la prima parte non è "gli americani", ribadisco che tutti erano convinti della detenzione di wmd
ma non c'entra un accidenti questo discorso, potrei mettere i falsi documenti per screditare bush, eccetera
ma non c'entra
il NYT ha fatto una scelta di campo, e con toni tali da non lasciare dubbi, altro che "un'editoriale non fa la linea del giornale"
( e comunque è un editoriale, senza apostrofo)
no, il sondaggio era riferito all'informazione negli usa, e dettagliava le notizie ad esempio della Fox (del 'guerrafondaio' Murdoch, secondo una definizione dell'avversario Turner) e giornali satellitari che riportavano verità un pò allegramente circumnavigate, molto filogovernative. L'apostrofo non è mio.
Ecco un altra cosa di classe.
http://www.usatoday.com/news/politicselections/nation/president/2004-10-02-fox-kerry_x.htm?POE=NEWISVA
Fox News pulls reporter's item with fake Kerry quotes
WASHINGTON (AP) — Fox News apologized Friday for posting phony quotes from Democratic presidential candidate John Kerry on its Web site.
Carl Cameron, a Fox reporter who covers the Kerry campaign, wrote an item that looked like a news story with made-up Kerry quotes, said Paul Schur, a Fox spokesman. The item was not intended to be posted on the site.
"Carl made a stupid mistake which he regrets," Schur said Friday night. "And he has been reprimanded for his lapse in judgment. It was a poor attempt at humor."
The phony item posted early Friday read in part:
"Rallying supporters in Tampa Friday Kerry played up his performance in Thursday night's debate in which many observers agreed the Massachusetts senator outperformed the president.
'"Didn't my nails and cuticles look great? What a good debate!' Kerry said Friday.
"With the foreign-policy debate in the history books, Kerry hopes to keep the pressure on and the sense of traction going.
"Aides say he will step up attacks on the president in the next few days, and pivot somewhat to the domestic agenda, with a focus on women and abortion rights.
'"It's about the Supreme Court. Women should like me! I do manicures,' Kerry said."
The item also quoted Kerry as saying of himself and President Bush: "I'm metrosexual — he's a cowboy."
After withdrawing the item, Fox posted a statement on its Web site apologizing for the error. It said: "The item was based on a reporter's partial script that had been written in jest and should not have been posted or broadcast. We regret the error, which occurred because of fatigue and bad judgment, not malice." (Related site: Apology from Fox News)
Cameron has been a political reporter for Fox News since 1996, Schur said.
Asked about the incident, Kerry spokesman David Wade said: "America would be stronger if only George Bush could admit his mistakes as easily."
Copyright 2004 The Associated Press. All rights reserved. This material may not be published, broadcast, rewritten or redistributed.
Sulle wdm 'tutti pensavano ci fossero' permetti che ci fosse una gran parte del mondo che dava più retta agli ispettori, che non farai anche passare per chi ha abboccato alle panzane di Bush, personalmente mi bastano quelle della mia parte, grazie.
:D
Da http://www.iht.com/articles/542976.html:
62 TV stations will air anti-Kerry film
Jim Rutenberg NYT Monday, October 11, 2004
NEW YORK The 62 television stations owned or managed by the Sinclair Broadcasting Group - many of them in swing states - will show within the next two weeks a documentary highly critical of Senator John Kerry's antiwar activities 30 years ago, Sinclair executives said.
.
Those executives said the documentary would pre-empt regular night programming, including prime time, on its stations, which include affiliates for all six of the major broadcast networks in the swing states of Florida, Ohio, Wisconsin, Nevada and Pennsylvania.
.
Called "Stolen Honor: Wounds That Never Heal," the documentary features Vietnam veterans who say their Vietnamese captors used Kerry's 1971 Senate testimony, in which he recounted stories of American atrocities, prolonging their torture and betraying and demoralizing them. Similar claims were made by prisoners of war in a commercial that ran during the summer from an anti-Kerry veterans group called Swift Boat Veterans for Truth.
.
Two of the former prisoners who appeared in the Swift Boat advertisement were interviewed for the movie, including Ken Cordier, who had to resign as a volunteer in the Bush campaign after the commercial came out.
.
Sinclair's plan to show the documentary was first made public by The Los Angeles Times on Saturday.
.
Mark Hyman, Sinclair's vice president for corporate relations, who doubles as a conservative commentator on its news stations, said Sunday that the film would be shown because Sinclair deemed it newsworthy.
.
"Clearly John Kerry has made his Vietnam service the foundation of his presidential run; this is an issue that is certainly topical," he said. Asked what defined newsworthiness, Hyman said, "In that it hasn't been out in the marketplace, and the news marketplace."
.
Because Sinclair is defining the documentary - which will run commercial-free - as news, it is unclear if it will be required by federal regulations to provide Kerry's campaign with equal time to respond. But acknowledging that news standards call for fairness, Hyman said an invitation has been extended to Kerry to respond after the documentary is shown. "There are certainly serious allegations that are leveled; we would very much like to get his response," he said.
.
Asked if Sinclair would consider running a documentary of similar length either lauding Kerry, responding to the charges in "Stolen Honor" or criticizing President George W. Bush, Hyman said, "We'd just have to take a look at it."
.
Aides to Kerry said he would not accept Sinclair's invitation.
.
"It's hard to take an offer seriously from a group that is hell-bent on doing anything to help elect President Bush even if that means violating basic journalism standards," said Chad Clanton, a Kerry spokesman.
.
Clanton said Kerry's campaign would call on supporters to stage advertiser boycotts and demonstrations against Sinclair's stations.
.
A group of Democratic senators, including Edward Kennedy of Massachusetts and Dianne Feinstein of California, readied a letter calling on the Federal Communications Commission to investigate the move, arguing that the documentary was not news but a prolonged political advertisement from Bush and, as such, violated fairness rules.
.
"Stolen Honor" was produced by Carlton Sherwood, formerly a reporter with The Washington Times. His Web site says he received no money from any political party or campaign but received initial funding from Pennsylvania veterans.
.
The documentary has been distributed by mail order and via streaming Internet connections. Hyman said Sinclair was not paying for the right to broadcast it.
tatrat4d
19-10-2004, 23:45
Karl Rove
http://abcnews.go.com/images/US/FLPM11010182110.jpeg
C'è da sperare per lui che non abbia sbagliato strategia, altrimenti il boss toglie il freno a mano. :D
Da Drudgereport.com (http://drudgereport.com/flash2.htm):
FCC COMMISSIONER STATEMENT ON SINCLAIR AIRING OF ANTI-KERRY SHOW
Tue Oct 12 2004 13:39:02 ET
FCC COMMISSIONER COPPS CRITICIZES SINCLAIR CORPORATE DECISION TO PREEMPT LOCAL STATIONS FOR POLITICAL BROADCAST
Commissioner Michael J. Copps reacted to reports that Sinclair Broadcast Group will preempt more than 60 local stations across the country to air an overtly political program in the days prior to the Presidential election.
Copps stated: “This is an abuse of the public trust. And it is proof positive of media consolidation run amok when one owner can use the public airwaves to blanket the country with its political ideology -- whether liberal or conservative. Some will undoubtedly question if this is appropriate stewardship of the public airwaves. This is the same corporation that refused to air Nightline’s reading of our war dead in Iraq. It is the same corporation that short-shrifts local communities and local jobs by distance-casting news and weather from hundreds of miles away. It is a sad fact that the explicit public interest protections we once had to ensure balance continue to be weakened by the Federal Communications Commission while it allows media conglomerates to get even bigger. Sinclair, and the FCC, are taking us down a dangerous road.”
tatrat4d
19-10-2004, 23:54
"Stolen Honor"
Spero che non venga trasmesso: Bush rischierebbe di apparire come quello che tira un colpo basso, e l'effetto in voti ritorcerglisi contro.
Gio che cita Drudge :muro: :muro: :muro:
tatrat4d
20-10-2004, 00:06
http://reuters.myway.com/article/20041019/2004-10-19T201735Z_01_WEN7231_RTRIDST_0_NEWS-MEDIA-SINCLAIR-DC.html
NEW YORK (Reuters) - Sinclair Broadcast Group Inc., under widening scrutiny over plans to air a documentary about Sen. John Kerry's wartime activities 30 years ago, said on Tuesday it would not show the program in its entirety.
"Contrary to numerous inaccurate political and press accounts, the Sinclair stations will not be airing the documentary 'Stolen Honor' in its entirety," the Baltimore-based company said in a statement.
Sinclair said it would air a special news program on Friday called "A POW Story: Politics, Pressure and the Media" that would discuss the allegations surrounding Kerry's anti-Vietnam War activities.
Da Latimes.com (http://www.latimes.com/la-ed-fcc15oct15,1,3694743.story):
A Tone-Deaf Broadcaster
The Los Angeles Times
October 15, 2004
Talk about shooting yourself in the foot. Sinclair Broadcast Group, an owner of TV stations across the country and an advocate of lifting current federal limits on media ownership, is interrupting regularly scheduled programming on its stations nationwide next week to force them to air a documentary opposing John F. Kerry. If opponents of further media concentration had floated this as a hypothetical scenario to advance their cause, they would have been laughingly dismissed.
But with breathtaking political tone-deafness, Sinclair has come to their rescue. There is a strong case for revising the decades-old media ownership rules, but thanks to Sinclair, the case will be a tougher sell. It's no wonder investors rushed to sell shares in the ineptly managed media company after The Times first reported Sinclair's plans to compel most of its 62 stations to air "Stolen Honor." The 42-minute film claims, according to its producer, that Kerry's "lies, false testimony and distortions" about the Vietnam War encouraged the North Vietnamese to torture U.S. prisoners.
After The Times reported Saturday that Sinclair would air the show as a news broadcast next week, 17 Democratic senators asked Federal Communications Commission Chairman Michael K. Powell to investigate whether "current law and regulation" permitted broadcasters to air such "blatantly partisan" programming. They do, Powell responded Thursday. The federal Fairness Doctrine, which once demanded more or less equal broadcast time for differing political views, is pretty much dead at the hands of federal courts.
Viewers may recall that Sinclair, six months ago, barred its ABC affiliates from airing an episode of ABC's "Nightline" in which anchor Ted Koppel read the names of soldiers killed in Iraq. Koppel's roll call, Sinclair said, was "a political statement disguised as news content." Now, it claims just the opposite for "Stolen Honor."
On Tuesday, some Democrats, recognizing that the FCC would probably be a dead end, filed a second appeal with the Federal Election Commission, arguing more narrowly that "Stolen Honor," produced with financial aid from the Swift Boat Veterans for Truth and aired without commercials, is a political ad and an illegal corporate campaign contribution by Sinclair to President Bush. The fly in that ointment is that the FEC is toothless by design, dominated by the political parties. Sinclair says it has asked Kerry to answer the film's charges after the broadcast, but that would be roughly equivalent to asking Bush to sit down to react to Michael Moore's "Fahrenheit 9/11."
Opponents of Sinclair are direly predicting that its anti-Kerry broadcast might throw the election to Bush, but that seems overblown even for those who relish big media conspiracy theories. If anything, the controversy is more likely to energize Kerry voters.
Da Latimes.com (http://www.latimes.com/news/politics/la-na-sinclair19oct19,1,1875468.story?coll=la-home-politics):
Schwarzenegger Backs Stem Cell Study
Schwarzenegger's backing of a $3-billion stem cell initiative and a blanket primary goes against his party's positions. The measures are narrowly ahead in polls. His support could tip the balance.
By Joe Mathews and Megan Garvey, Times Staff Writers
CARMEL — Gov. Arnold Schwarzenegger endorsed a $3-billion measure Monday to fund embryonic stem cell research, a move that could be pivotal in one of the year's most closely watched initiative campaigns.
The decision was one of two that put the Republican governor at odds with his party, statewide and nationally.
It was also the latest in a string of positions taken by Schwarzenegger that have upset some conservatives: signing legislation last month that expanded domestic partnership rights for gay couples, allowing free needles for drug users, and paroling convicted murderers far more often than his predecessor, Democratic Gov. Gray Davis.
Schwarzenegger seemed unconcerned about such disputes. "The Republican Party goes all the way from the right to the center, as much as the Democratic Party goes from the center to the left," he said just after announcing his support for the stem cell measure. "I think I'm much more in the center."
Proposition 71, the proposal to invest billions in embryonic stem cell research, has been ahead in polls but not decisively. Schwarzenegger's support, therefore, could be significant.
Sources close to the governor said supporters of the measure had aggressively pursued the governor's endorsement in hopes that he could sway Republican voters who were concerned about the measure's cost.
The initiative would cost an estimated $6 billion in principal and interest over the 30-year course of the loan.
It would provide about $300 million a year for grants and facilities for the next decade if passed, money to be administered through the creation of a private California Institute for Regenerative Medicine.
The governor made his endorsement unexpectedly at an environmental event when he was asked by a reporter where he stood on the initiative.
"First of all, I endorse Proposition 71," Schwarzenegger said, with the crashing waves of the Pacific Ocean as his backdrop. "Even though I haven't come out publicly, I have been very open about that I am very much interested in stem cell research and support it 100%."
Although he had not announced a position before, "it was just a question of how the state will handle the financial side of it," the governor said.
He went on to say that supporters of the measure "have done something smart — which is that there are no payments due in the next five years — so that is what really made me decide to support it."
Schwarzenegger said that he believed in the promise of embryonic stem cell research, which many scientists believe shows great promise in the effort to treat and understand diseases.
"I hope it will win so that eventually 10 years from now or 15 years from now, people will be safe from those terrible illnesses," Schwarzenegger said of Proposition 71.
In a statement released afterward by his campaign office, Schwarzenegger elaborated on his decision.
"California has always been a pioneer," he said. "We daringly led the way for the high-tech industry and now voters can help ensure we lead the way for the biotech."
The announcement was greeted with dismay by some opponents of the proposition. "The state's borrowing is already completely out of control. This measure makes our future problems substantially worse," said state Sen. Tom McClintock (R-Thousand Oaks).
McClintock compared the governor's support for the spending to a bankrupt family investing thousands of dollars in scientific research.
"It might be highly commendable," he said, "but it is wildly irresponsible."
Faced with polls showing strong support in the state for embryonic stem cell research, opponents of Proposition 71 have focused their arguments on the cost of the measure, rather than the moral arguments about research using embryonic cells.
But the state's Roman Catholic bishops have issued letters opposing the initiative that have been read in many churches. Tod Tamberg, a spokesman for the Archdiocese of Los Angeles, criticized the governor's decision "quick to embrace the biotechnical without giving due consideration to the bioethical."
Tamberg said the $3 billion would be better spent on millions of uninsured Californians "who have illnesses that can be treated right now."
Last month, Cardinal Roger M. Mahony, speaking to reporters and editors at The Times, predicted that Schwarzenegger would come out against Proposition 71 for economic reasons. Tamberg said Monday that he did not know if Mahony, who is traveling in Africa, had spoken about the issue with Schwarzenegger, who is Catholic.
The governor has met with both sides of the Proposition 71 measure in recent weeks to hear their reasoning.
He was genuinely torn, according to a person familiar with his thinking who spoke on condition of anonymity.
He is concerned about the state's debt — and the funds to repay the bond will eventually come from the general fund.
But he strongly supports stem cell research. One reason, he said, is that his father-in-law, Sargent Shriver, has Alzheimer's, a disease that might benefit from embryonic stem cell research.
Schwarzenegger did not indicate whether he would campaign for Proposition 71.
He has sent a mailer to about 5 million Californians, mostly Republicans, stating his position on several measures, but not Proposition 71.
But supporters of the measure, who already have an overwhelming lead in fundraising, said they believed his endorsement would help them.
"His voice is a very strong voice and a very respected voice in terms of the state economics," said Fiona Hutton, spokeswoman for the Yes on 71 campaign.
Opponents of the initiative downplayed the governor's support for the measure.
"If it comes down to one vote," said Wayne Johnson, a Republican consultant who is heading the opposition, "then I guess we'll lose."
Da Latimes.com (http://www.latimes.com/news/politics/la-na-sinclair19oct19,1,1875468.story?coll=la-home-politics):
Sinclair Fires Journalist After Critical Comments
The broadcaster's Washington bureau chief had called an upcoming anti-Kerry program 'blatant political propaganda.'
By Elizabeth Jensen, Times Staff Writer
NEW YORK — Sinclair Broadcast Group Inc. on Monday fired its Washington bureau chief after the newsman publicly protested plans for a program about Sen. John F. Kerry's anti-Vietnam War activities that is scheduled to run this week on about 60 Sinclair-owned stations.
Jon Leiberman, who had worked for the TV broadcaster for nearly five years, called the upcoming program "blatant political propaganda, not objective journalism," because it was airing so close to election day. He added that he had told his boss that he refused to work on it.
Leiberman, 29, who made similar comments that appeared in the Baltimore Sun on Monday, said he was fired late in the day for violating company policy by speaking to the media without prior approval.
Exactly what conservative-leaning Sinclair has planned for the program is unclear. Leiberman said the Sinclair news staff, which hadn't produced any other recent one-hour news programs, was called in Sunday to a mandatory meeting at the Maryland headquarters, where they were told they had to take part in putting together the program in the next several days. Originally, the program had been assigned to the commentary unit.
Sinclair had initially informed its staff, its stations and the networks with which it is affiliated that the plan was to air Carlton Sherwood's 42-minute anti-Kerry film, "Stolen Honor: Wounds That Never Heal." Sherwood's film features interviews with former Vietnam POWs who allege that Kerry's 1970s antiwar activity prolonged their ordeal. The film was to have been followed by an 18-minute panel, to which Sinclair executives had invited Kerry. He declined.
One person familiar with the situation said Sinclair executives told news employees in the six-hour meeting Sunday that the ad-free broadcast would probably now include about 15 minutes of "Stolen Honor," as well as several news pieces about the controversy, the Vietnam-era military service of Kerry and President Bush, and why voters should care the about 30-year-old events.
The program, which isn't scheduled to be finished until just before some Sinclair stations begin to air it Thursday, might also include portions of a sympathetic film about Kerry's Vietnam years, "Going Upriver: The Long War of John Kerry," according to the source.
Sinclair has ordered its stations — which reach nearly one-fourth of U.S. homes, many of them in swing states — to run the program in place of an hour of entertainment programming in prime time.
The company has endured a week of protests since the plan became public. Democratic legislators called the program a partisan attack ad and filed complaints with the Federal Communications Commission and the Federal Election Commission.
Viewer complaints have burgeoned, with employees at Sinclair stations saying they have been inundated with calls and e-mails. Some advertisers have pulled ads, and protesters have started targeting stock funds that hold shares of Sinclair.
After several stock analysts expressed concerns over Sinclair's plans, the company's shares dropped nearly 8% on Monday on Nasdaq, closing at a 2-year low of $6.49.
Leiberman, who started at the Sinclair Washington bureau more than a year ago, said he told his supervisor Sunday that "as an objective journalist, I can't be part of this program and I won't be a part of this program," adding: "We work too hard for credibility in this business." He said that he wasn't protesting Sinclair's decision to air the program — just its plan to label it as news.
"I would have preferred that they did it in the context of an editorial or a commentary or a programming special, but to call this news and to put this under the guise of a news program, in my opinion, is wrong," he said.
Leiberman also said, in an interview on CNN, that "I feel that our company is trying to sway this election" in favor of Bush.
Before he was fired, Leiberman said he was speaking out because at Sinclair, "there is such a big influence in the newsroom from editorial and higher-ups in the company…. My hope at the end of the day is that this just wakes up some people in our company and we just do a better job at being fair, that what we call news is news, what we call commentary is commentary."
Sinclair executives didn't return calls. In a statement read on CNN, Sinclair called Leiberman a "disgruntled employee." The statement noted that he was entitled to his personal opinion, but added, "We are disappointed that Jon's political views caused him to violate policy and speak to the press about company business…. Viewers can grade Leiberman's opinion versus the reality when the finished product is aired."
Sherwood, the "Stolen Honor" filmmaker, said Monday he was under the impression that Sinclair was planning to run his entire work, and expressed surprise that it could be cut.
"If you start editing somebody's work," he said, "you've got to worry about whether the context is going to be there." He said he had not been in touch with Sinclair because he did not want to meddle.
Bill Samuels, an executive producer of "Going Upriver," said that film was sent to Sinclair on Friday because producers had hoped Sinclair would air it in its entirety, and that there had been no talks about using excerpts.
Critics have complained before of an improper mingling of Sinclair's centralized news operations and its editorializing, which includes conservative commentaries from Mark Hyman, who also serves as the company's spokesman.
In April, the company, whose executives are heavy Republican political donors, barred seven of its ABC-affiliated stations from airing an edition of ABC News' "Nightline" because it deemed the program, a roll call of U.S. troops killed in Iraq, a political statement "disguised as news content."
This year, Leiberman was part of a criticized reporting trip to Iraq. Hyman, who also went on the trip, said he and Leiberman were there to report "good" stories about the U.S. reconstruction efforts, which he said the rest of the media were ignoring. Leiberman's reporting over the three weeks included a wide spectrum of stories.
Sherwood, meanwhile, was sued for libel Monday by a Vietnam veteran shown in his film, according to Associated Press. AP reported that Kenneth J. Campbell, a professor at the University of Delaware, said that the film falsely called him a fraud and a liar. Sherwood called the suit "baseless," AP said.
Lo stato più favorevole a Kerry è il District of Columbia (D.C.) con il 78%, quello più favorevole a Bush è lo Utah (UT) con il 64-69%.
tatrat4d
20-10-2004, 00:40
Originariamente inviato da GioFX
Lo stato più favorevole a Kerry è il District of Columbia (D.C.) con il 78%, quello più favorevole a Bush è lo Utah (UT) con il 64-69%.
Matita blu: il D.C. non è uno Stato :O
Originariamente inviato da tatrat4d
Matita blu: il D.C. non è uno Stato :O
Pennarello rosso: giustissimo, ma è anche vero che il distretto federale, pur non i poteri di uno stato federato, ne ha il rango ("statehood"), e quindi ha diritto ai 3 voti elettorali e i suoi cittadini possono votare anche per i propri rappresentati all'House of Representatives... :O
Originariamente inviato da GioFX
Benvenuti nel thread ufficiale delle Elezioni Presidenziali USA 2004.
Links
New York Times - Campaign 2004 (http://www.nytimes.com/pages/politics/campaign/index.html)
CNN.com - Elections 2004 (http://www.cnn.com/ELECTION/2004/)
Politicaonline.net - USA 2004 (http://www.politicaonline.net/america)
Candidati
http://www.samslom.com/images/elephant.gif Republican Party (http://www.rnc.org): George W. Bush
http://www.okdiversity.com/images/demo_logo.jpg Democratic Party (http://www.democrats.org): John F. Kerry
http://www.cnn.com/2000/ALLPOLITICS/stories/10/03/larry.king/nader.lkl.new.jpg Green Party of the USA (http://www.gp.org): Ralph Nader
Mancano qui circa 3 candidati.
tatrat4d
20-10-2004, 14:49
Originariamente inviato da Car|o
Mancano qui circa 3 candidati.
Questo è il primo, un Pannella in salsa USA:
http://badnarik.org/images/voters/home/bumpersticker.gif Micheal Badnarik (http://badnarik.org/)
tatrat4d
20-10-2004, 15:16
October 20, 2004
Kerry's Real Gaffe
By James K. Glassman
Did you catch John Kerry's gaffe in the third debate?
No, not the one about Mary Cheney being born a lesbian. That abusive and cynical outburst produced gasps in living rooms around the nation and certainly cost Kerry votes.
But there was a more serious gaffe in the debate. It revealed how Kerry's vision of government is at odds not just with that of George Bush but with that of America's founders. In answer to a question about gay marriage, Kerry said: "Because we are the United States of America, we're a country with a great, unbelievable Constitution, with rights that we afford people, that you can't discriminate in the workplace. You can't discriminate in the rights that you afford people."
"A gaffe," as columnist Michael Kinsley once wrote, "is when a politician tells the truth." In this case, Kerry's gaffe is an inadvertent statement of what he--and many on the left--believe is the truth but is actually false and dangerous.
The key phrase was "rights that we afford people." This was no mistake. He said it twice.
Kerry believes that the United States government, through the Constitution, "affords" rights to Americans. My dictionary defines "afford," in this context as "give, grant, confer." In other words, we fortunate, benighted Americans have a country, a government that grants us rights.
That's an utterly inaccurate reading of the great documents of the founding of this nation. Our government does not grant us any rights at all. On the contrary, Americans start off with rights, and it is we who grant the government certain limited powers to protect those rights.
Where do our rights come from if they don't come from government? They come from God--which may be why John Kerry doesn't get it.
The Declaration of Independence makes the relationship between citizens and government crystal clear. "We hold these truths to be self-evident," it says, "that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain inalienable rights." (In other words, God gives us rights that can't be taken away.) "Among these are life, liberty and the pursuit of happiness"--which is to say, everything.
Now, what's the job of government? The Declaration says that it is "to secure these rights." And, to make sure there's no misunderstanding, the document emphasizes that governments "are instituted among men, deriving their just powers from the consent of the governed."
This is no small matter. Alexander Hamilton, who is being honored in a wonderful exhibition here at the New-York Historical Society, wrote in 1774, "That Americans are entitled to freedom is incontestable upon every rational principle. All men have one common original: they participate in one common nature, and consequently have one common right."
Hamilton was 19 at the time. Kerry, who is 60, has another view, befitting the senator rated farthest left by the National Journal.
Kerry sees government as a great benefactor, bestowing gifts on us (paid for with our own money), as long as we behave in ways that government approves.
Bush, on Oct. 13, eloquently expressed the opposing vision: "I believe the role of government is to stand side by side with our citizens to help them realize their dreams, not tell citizens how to live their lives." The founders would agree.
From these two different visions come different policies. Bush wants lower taxes because "it's your money." Kerry wants higher taxes so he can build, for example, a nationalized health care system.
Bush will preserve Social Security for people now getting benefits, but he thinks "younger workers ought to be allowed to take some of their own money and put it in a personal savings account." In an "ownership society," people are free to control their own assets, their own destiny. Government guards that freedom.
In the debate, Kerry offered no plan to save Social Security. Instead, he blasted Bush's reform as "an invitation to disaster." He doesn't think that Americans can make decisions about big things; he wants government to grant rights and benefits.
Don't get me wrong. I don't think government should be passive. George Washington's Farewell Address, which Hamilton largely wrote, states, "In a country so extensive as ours, a government of as much vigor as is consistent with the perfect security of liberty is indispensable."
Government's job is to keep us free, which is what George Bush has been trying to do--in foreign policy and domestic.
James K. Glassman is a resident fellow at the American Enterprise Institute.
Magari aggiungete tutti i restanti candidati nel post iniziale.
tatrat4d
20-10-2004, 15:24
http://www.amconmag.com/2004_11_08/cover.html
Coming Home
By Patrick J. Buchanan
In the fall of 2002, the editors of this magazine moved up its launch date to make the conservative case against invading Iraq. Such a war, we warned, on a country that did not attack us, did not threaten us, did not want war with us, and had no role in 9/11, would be “a tragedy and a disaster.” Invade and we inherit our own West Bank of 23 million Iraqis, unite Islam against us, and incite imams from Morocco to Malaysia to preach jihad against America. So we wrote, again and again.
In a 6,000-word article entitled “Whose War?” we warned President Bush that he was “being lured into a trap baited for him by neocons that could cost him his office and cause America to forfeit years of peace won for us by the sacrifices of two generations...”
Everything we predicted has come to pass. Iraq is the worst strategic blunder in our lifetime. And for it, George W. Bush, his War Cabinet, and the neoconservatives who plotted and planned this war for a decade bear full responsibility. Should Bush lose on Nov. 2, it will be because he heeded their siren song—that the world was pining for American Empire; that “Big Government Conservatism” is a political philosophy, not an opportunistic sellout of principle; that free-trade globalism is the path to prosperity, not the serial killer of U.S. manufacturing; that amnesty for illegal aliens is compassionate conservatism, not an abdication of constitutional duty.
Mr. Bush was led up the garden path. And the returns from his mid-life conversion to neoconservatism are now in:
• A guerrilla war in Iraq is dividing and bleeding America with no end in sight. It carries the potential for chaos, civil war, and the dissolution of that country.
• Balkanization of America and the looming bankruptcy of California as poverty and crime rates soar from an annual invasion of indigent illegals is forcing native-born Californians to flee the state for the first time since gold was found at Sutter’s Mill.
• A fiscal deficit of 4 percent of GDP and merchandise trade deficit of 6 percent of GDP have produced a falling dollar, the highest level of foreign indebtedness in U.S. history, and the loss of one of every six manufacturing jobs since Bush took office.
If Bush loses, his conversion to neoconservatism, the Arian heresy of the American Right, will have killed his presidency. Yet, in the contest between Bush and Kerry, I am compelled to endorse the president of the United States. Why? Because, while Bush and Kerry are both wrong on Iraq, Sharon, NAFTA, the WTO, open borders, affirmative action, amnesty, free trade, foreign aid, and Big Government, Bush is right on taxes, judges, sovereignty, and values. Kerry is right on nothing.
The only compelling argument for endorsing Kerry is to punish Bush for Iraq. But why should Kerry be rewarded? He voted to hand Bush a blank check for war. Though he calls Iraq a “colossal” error, “the wrong war in the wrong place at the wrong time,” he has said he would—even had he known Saddam had no role in 9/11 and no WMD—vote the same way today. This is the Richard Perle position.
Assuredly, a president who plunged us into an unnecessary and ruinous war must be held accountable. And if Bush loses, Iraq will have been his undoing. But a vote for Kerry is more than just a vote to punish Bush. It is a vote to punish America.
For Kerry is a man who came home from Vietnam to slime the soldiers, sailors, Marines, and POWs he left behind as war criminals who engaged in serial atrocities with the full knowledge of their superior officers. His conduct was as treasonous as that of Jane Fonda and disqualifies him from ever being commander-in-chief of the Armed Forces of the United States.
As senator, he voted to undermine the policy of Ronald Reagan that brought us victory in the Cold War. He has voted against almost every weapon in the U.S. arsenal. Though a Catholic who professes to believe life begins at conception, he backs abortion on demand. He has opposed the conservative judges Bush has named to the U.S. appellate courts. His plans for national health insurance and new spending would bankrupt America. He would raise taxes. He is a globalist and a multilateralist who would sign us on to the Kyoto Protocol and International Criminal Court. His stands on Iraq are about as coherent as a self-portrait by Jackson Pollock.
With Kerry as president, William Rehnquist could be succeeded as chief justice by Hillary Clinton. Every associate justice Kerry named would be cut from the same bolt of cloth as Warren, Brennan, Douglas, Blackmun, and Ginsburg. Should Kerry win, the courts will remain a battering ram of social revolution and the conservative drive in Congress to restrict the jurisdiction of all federal courts, including the Supreme Court, will die an early death.
I cannot endorse the candidate of Michael Moore, George Soros, and Barbra Streisand, nor endorse a course of action that would put this political windsurfer into the presidency, no matter how deep our disagreement with the fiscal, foreign, immigration, and trade policies of George W. Bush.
As Barry Goldwater said in 1960, in urging conservatives to set aside their grievances and unite behind the establishment party of Eisenhower, Rockefeller, and Lodge, the Republican Party is our home. It is our only hope. If an authentic conservatism rooted in the values of faith, family, community, and country is ever again to become the guiding light of national policy, it will have to come through a Republican administration.
The Democratic Party of Kerry, Edwards, Clinton & Clinton is a lost cause: secularist, socialist, and statist to the core. What of the third-party candidates? While Ralph Nader is a man of principle and political courage, he is of the populist Left. We are of the Right.
The Constitution Party is the party closest to this magazine in philosophy and policy prescriptions, and while one must respect votes for Michael Peroutka by those who live in Red or Blue states, we cannot counsel such votes in battleground states.
For this election has come down to Bush or Kerry, and on life, guns, judges, taxes, sovereignty, and defense, Bush is far better. Moreover, inside the Republican Party, a rebellion is stirring. Tom Tancredo is leading the battle for defense of our borders. While only a handful of Republicans stood with us against the war in Iraq, many now concede that we were right. As Franklin Foer writes in the New York Times, our America First foreign policy is now being given a second look by a conservative movement disillusioned with neoconservative warmongering and Wilsonian interventionism.
There is a rumbling of dissent inside the GOP to the free-trade fanaticism of the Wall Street Journal that is denuding the nation of manufacturing and alienating Reagan Democrats. The celebrants of outsourcing in the White House have gone into cloister. The Bush amnesty for illegal aliens has been rejected. Prodigal Republicans now understand that their cohabitation with Big Government has brought their country to the brink of ruin and bought them nothing. But if we wish to be involved in the struggle for the soul of the GOP—and we intend to be there—we cannot be AWOL from the battle where the fate of that party is decided.
There is another reason Bush must win. The liberal establishment that marched us into Vietnam evaded punishment for its loss of nerve and failure of will to win—by dumping LBJ, defecting to the children’s crusade to “give peace a chance,” then sabotaging Nixon every step of the way out of Vietnam until they broke his presidency in Watergate. Ensuring America’s defeat, they covered their tracks by denouncing their own war as “Nixon’s War.”
If Kerry wins, leading a party that detests this war, he will be forced to execute an early withdrawal. Should that bring about a debacle, neocons will indict Democrats for losing Iraq. The cakewalk crowd cannot be permitted to get out from under this disaster that easily. They steered Bush into this war and should be made to see it through to the end and to preside over the withdrawal or retreat. Only thus can they be held accountable. Only thus can this neo-Jacobin ideology be discredited in America’s eyes. It is essential for the country and our cause that it be repudiated by the Republican Party formally and finally. The neocons must clean up the mess they have made, themselves, in full public view.
There is a final reason I support George W. Bush. A presidential election is a Hatfield-McCoy thing, a tribal affair. No matter the quarrels inside the family, when the shooting starts, you come home to your own. When the Redcoats approached New Orleans to sunder the Union and Jackson was stacking cotton bales and calling for help from any quarter, the pirate Lafitte wrote to the governor of Louisiana to ask permission to fight alongside his old countrymen. “The Black Sheep wants to come home,” Lafitte pleaded.
It’s time to come home.
November 8, 2004 issue
-----
Un pensiero davvero moderno. :rolleyes:
L'unico vantaggio di questo "sostegno" a Bush è che il nome di Buchanan non aggiungerà confusione alle schede elettorali, come fece invece nel 2000.
tatrat4d
20-10-2004, 15:30
Questo è il candidato del Constitution Party:
Micheal Peroutka (http://www.peroutka2004.com/)
Il terzo mancante, tra i tanti, quale sarebbe? :confused:
tatrat4d
20-10-2004, 16:59
Originariamente inviato da Car|o
Cobb, se non sbaglio...
http://www.votecobb.org/
Originariamente inviato da tatrat4d
October 20, 2004
Kerry's Real Gaffe
By James K. Glassman
Did you catch John Kerry's gaffe in the third debate?
Mai letto tante cazzate... certo, tutto ciò ha costato molti voti a Kerry, come no... lo dimostra come ha stracciato Bush nell'ultimo dibattito e quanti punti ha guardagnato nei sondaggi, ma per favore...
:mc: :mc: :mc: :mc:
tatrat4d
20-10-2004, 18:28
Originariamente inviato da GioFX
Mai letto tante cazzate... certo, tutto ciò ha costato molti voti a Kerry, come no... lo dimostra come ha stracciato Bush nell'ultimo dibattito e quanti punti ha guardagnato nei sondaggi, ma per favore...
:mc: :mc: :mc: :mc:
A parte che io invece lo sottoscrivo, il punto è un altro: Kerry ha fatto molto meglio di Bush nell'ultimo dibattito (lo penso seriamente) ma la sua rimonta sembra essersi arrestata, almeno nei sondaggi nazionali. Una ragione deve esserci, e non credo possa essere la semigaffe su Mary Cheney. Magari non è nemmeno questa, ma una certa avversione dell'elettorato nei confronti di Kerry la si nota, perchè neanche nel peggior ciclo di notizie per Bush è riuscito ad andare in testa.
Al momento siamo veramente al 50%, con Kerry che negli Stati in bilico va molto meglio che a livello nazionale, ma sembra che ci sia una soglia di consenso che non riesce a sfondare.
Forse è il caso di chiarire che non mi và di fare campagna elettorale per Kerry ( :uh: ):
non credo sia un genio (piuttosto che nel confronto con Bush risalterebbe anche Forest Gump, putacaso nelle vignette il personaggio è inquadratissimo... :D ) nè che sia un Eroe di Guerra limpido e cristalino (posto che ne siano mai esistiti) o un genio della politica interna (delle sue capacità in tal senso ammetto di non sapere un emerita mazza) o particolarmente integerrimo (il colpo basso sulla figlia gay poteva risparmiarselo, anche se per lo meno lo ha portato di persona invece che farlo portare ad uno scagnozzo)
Insomma, sò benissimo che anche vincesse molte scelte di politica estera sarebbero le stesse, anche se le dichiarazioni sul riavvicinamento alla multilateralità delle azioni di politica internazionale mi sembra da solo un buon motivo per augurarsi che vinca lui.
E guardacaso le politiche internazionali sono quelle che più mi interessano, visto che hanno ripercussioni anche sulla mia pellaccia.
tatrat4d
20-10-2004, 19:55
Originariamente inviato da ni.jo
Insomma, sò benissimo che anche vincesse molte scelte di politica estera sarebbero le stesse, anche se le dichiarazioni sul riavvicinamento alla multilateralità delle azioni di politica internazionale mi sembra da solo un buon motivo per augurarsi che vinca lui.
Io credo che oltre ad un'iniziale apertura non possa andare. Poi, ottenuti i prevedibili distinguo, come il ritirarsi dei vecchi alleati disponibili a cogliere al balzo il cambiamento di inquilino alla Casa Bianca per obiettivi speculativi di breve periodo (ci sono elezioni sia in GB che in Italia), e il ripetersi dell'isolazionismo dei vecchi avversari, sarà costretto ad accontentarsi anche lui di una coalizionee "window dressing". Nella migliore delle ipotesi potrebbe riallacciare qualche rapporto con la Francia, nella peggiore Zapaterizzarsi.
Preferisco andare sul sicuro e tenere il Presidente che tira un colpo in più piuttosto che uno in meno.
Paracleto
20-10-2004, 22:22
lettera di un anziano iracheno a coloro che votano in America
http://www.samizdata.net/blog/archives/006824.html
Paracleto
20-10-2004, 22:32
continuiamo con li momento dello humour:
Volantino elettorale del partito Democratico del Tennessee (http://klamm.splinder.com/1098054208#3176628) -
Klamm (http://klamm.splinder.com)
frOZenluca
20-10-2004, 22:40
E' il quinto edit che faccio, mi sembra che ora il forum va, prima era lento.
Volevo dire che la letterina anti-kerry firmata da Saddam era divertente, però mi ha fatto pensare che sarebbe utile (pure per noi che viviamo lontano) sapere cosa pensano gli anziani in iraq del prima e del dopo saddam. :)
Originariamente inviato da tatrat4d
Io credo che oltre ad un'iniziale apertura non possa andare. Poi, ottenuti i prevedibili distinguo, come il ritirarsi dei vecchi alleati disponibili a cogliere al balzo il cambiamento di inquilino alla Casa Bianca per obiettivi speculativi di breve periodo (ci sono elezioni sia in GB che in Italia), e il ripetersi dell'isolazionismo dei vecchi avversari, sarà costretto ad accontentarsi anche lui di una coalizionee "window dressing". Nella migliore delle ipotesi potrebbe riallacciare qualche rapporto con la Francia, nella peggiore Zapaterizzarsi.
Preferisco andare sul sicuro e tenere il Presidente che tira un colpo in più piuttosto che uno in meno.
qualora il colpo in più lo ricevesse il saddam di turno in persona sai chi se ne fregherebbe.
se il colpo in più servisse anche fornire su un piatto d'argento un paese ad al queda...beh, di colpi simili imho non ne vedrei proprio il bisogno...:muro: :doh:
tatrat4d
21-10-2004, 00:08
Originariamente inviato da ni.jo
qualora il colpo in più lo ricevesse il saddam di turno in persona sai chi se ne fregherebbe.
se il colpo in più servisse anche fornire su un piatto d'argento un paese ad al queda...beh, di colpi simili imho non ne vedrei proprio il bisogno...:muro: :doh:
Questo è ovvio.
20.10.2004:
http://www.electoral-vote.com/oct/oct20.png
Kerry 291
Bush 247
tatrat4d
21-10-2004, 10:41
Certo che i coniugi Kerry sono di una simpatia pari ad una castagna che ti cade in testa.
Mentre Theresa Heinz si chiede se mai Laura Bush abbia lavorato e lascia intendere che fare la casalinga sia meno realizzante (si è dovuta scusare a stretto giro di posta) , il consorte ha ben pensato di insistere sulla storia della carenza del vaccino anti-influenzale. Fin qui nessun problema, se non scandalizzarsi perchè l'abbia ricevuto anche Dick Cheney. Che però è notoriamente cardiopatico.
Originariamente inviato da GioFX
20.10.2004:
Kerry 291
Bush 247
I sondaggi di Gio sono gli unici in cui Kerry è in vantaggio :sofico:
tatrat4d
21-10-2004, 11:47
Originariamente inviato da SaMu
I sondaggi di Gio sono gli unici in cui Kerry è in vantaggio :sofico:
Anche se Bush è in vantaggio nel voto popolare (ad occhio di 2-3 punti) l'equilibrio nel collegio elettorale è assoluto. Con la marea di sondaggi che escono di giorno in giorno è possibile che gli stati in bilico si spostino da una colonnina all'altra. Il sito usato da Gio, seppur di simpatia democratica, è abbastanza imparziale, almeno nel disegnare la mappa (non certo nei commenti). Ne avremo una verifica oggi: se è fair deve spostare verso Bush Wisconsin e Michigan, nel rispetto del criterio del sondaggio più recente.
tatrat4d
21-10-2004, 13:35
http://a1356.g.akamai.net/f/1356/2383/4h/msn.ancestry.com/landing/strange/bush4/str_relations_bush_kerry.jpg
tatrat4d
22-10-2004, 00:15
http://workingforchange.speedera.net/www.workingforchange.com/webgraphics/wfc/TMW10-20-04.jpg
Paracleto
22-10-2004, 00:16
:ATOMROTFLMAOLOL:
Amu_rg550
22-10-2004, 00:37
Originariamente inviato da tatrat4d
Anche se Bush è in vantaggio nel voto popolare (ad occhio di 2-3 punti) l'equilibrio nel collegio elettorale è assoluto. Con la marea di sondaggi che escono di giorno in giorno è possibile che gli stati in bilico si spostino da una colonnina all'altra. Il sito usato da Gio, seppur di simpatia democratica, è abbastanza imparziale, almeno nel disegnare la mappa (non certo nei commenti). Ne avremo una verifica oggi: se è fair deve spostare verso Bush Wisconsin e Michigan, nel rispetto del criterio del sondaggio più recente.
http://www.electoral-vote.com/oct/oct21.png
Kerry 271
Bush 257
qualcosa infatti è cambiato, anche se penso siano dati da prendere con le pinze.
tatrat4d
22-10-2004, 00:43
Originariamente inviato da Amu_rg550
CUT
qualcosa infatti è cambiato, anche se penso siano dati da prendere con le pinze.
Concordo, oggi siamo davvero al 50% di chances a testa. Riguarso al Michigan deve avere fatto uno strappo alla regola, ma il sondaggio pro-Bush è in totale controtendenza e basato su un campione troppo piccolo. Di sicuro Bush non vincerà questo Stato.
O, se mai lo dovesse vincere, sarebbe del tutto irrilevante perchè inserito in uno scenario a lui totalmente favorevole.
Scusate il fuori tema ma vedo altra satira, quindi: l'avete già visto tutti il filmato sulle macchine per il voto elettronico? :old:?
http://www.boomchicago.nl/Section/Videos/BoomChicagoVotingMachine
Amu_rg550
22-10-2004, 00:53
Originariamente inviato da tatrat4d
Concordo, oggi siamo davvero al 50% di chances a testa. Riguarso al Michigan deve avere fatto uno strappo alla regola, ma il sondaggio pro-Bush è in totale controtendenza e basato su un campione troppo piccolo. Di sicuro Bush non vincerà questo Stato.
O, se mai lo dovesse vincere, sarebbe del tutto irrilevante perchè inserito in uno scenario a lui totalmente favorevole.
della serie,se vince lì vince quasi ovunque...
senti un pò, ma in florida come son messi?
pensavo che il presidente fosse avanti, ma ho sentito news contrastanti in macchina alla radio l'altri ieri.
e nuove polemiche in loco sulle modalità di voto.....:D
Amu_rg550
22-10-2004, 00:56
Originariamente inviato da Car|o
Scusate il fuori tema ma vedo altra satira, quindi: l'avete già visto tutti il filmato sulle macchine per il voto elettronico? :old:?
http://www.boomchicago.nl/Section/Videos/BoomChicagoVotingMachine
io no, bellissimo :rotfl:
tra l'altro le polemiche a cui mi riferivano prima vertevano proprio sul voto elettronico :p
RaouL_BennetH
22-10-2004, 01:01
Originariamente inviato da Car|o
Scusate il fuori tema ma vedo altra satira, quindi: l'avete già visto tutti il filmato sulle macchine per il voto elettronico? :old:?
http://www.boomchicago.nl/Section/Videos/BoomChicagoVotingMachine
Si, troppo lol, sono nella sezione OT :D
Paracleto
22-10-2004, 01:03
Bush (http://grategatsby.com/bush.htm)
Kerry (http://www4.ncsu.edu/~drtaylor/kerry/kerry.html)
tatrat4d
22-10-2004, 01:03
Originariamente inviato da Amu_rg550
della serie,se vince lì vince quasi ovunque...
senti un pò, ma in florida come son messi?
pensavo che il presidente fosse avanti, ma ho sentito news contrastanti in macchina alla radio l'altri ieri.
e nuove polemiche in loco sulle modalità di voto.....:D
Oggi ne sono usciti un paio: negli ultimi giorni si va da +3 per l'uno a +2 per l'altro.
Bush rischia come in Ohio, ma a naso credo che in Florida abbia un pelo ci certezze in più. Sta invece riaprendo la partita in diversi Stati vinti da Gore nel 2000, come Wisconsin, Minnesota, Iowa, New Mexico, e persino New Jersey (anche qui però vincerebbe solo in caso di successo a valanga, partendo da qualcosa come -16 nel 2000).
Le polemiche non mancheranno, visto che di truffe se ne sono già scoperte: liste di registrazione finite nel pattume e elettori registrati 147 volte. Ho citato una truffa per parte, tanto per rimanere imparziali. Se pensiamo che Florida e New Mexico nel 2000 si sono decise per 500 e 300 voti...
Originariamente inviato da Paracleto
Bush (http://grategatsby.com/bush.htm)
Kerry (http://www4.ncsu.edu/~drtaylor/kerry/kerry.html)
Ti devo un kg di riso. Al Kerry (la sua sezione mi ha divertito di più). No, NOO non picchiatemi: non ne farò più di freddure...
tatrat4d
22-10-2004, 14:43
http://www.electoral-vote.com/oct/oct22.png
Pari a 264 con il Minnesota (10 EV) in perfetta parità
In realtà sarebbe 271 a 257 per Bush, perchè il sito ha invertito le posizioni dei candidati nell'ultimo sondaggio Survey-USA sull'Iowa. Il report corretto è qui: http://surveyusa.com/2004_Elections/MI041021president.pdf
A parte questa svista, credo che la mappa odierna sarà molto simile a quella del 2 novembre, con Bush molto a rischio di perdere l'Ohio e il New Hampshire e costretto a recuperare altrove i voti necessari.
Amu_rg550
23-10-2004, 14:06
Originariamente inviato da tatrat4d
Pari a 264 con il Minnesota (10 EV) in perfetta parità
In realtà sarebbe 271 a 257 per Bush, perchè il sito ha invertito le posizioni dei candidati nell'ultimo sondaggio Survey-USA sull'Iowa. Il report corretto è qui: http://surveyusa.com/2004_Elections/MI041021president.pdf
A parte questa svista, credo che la mappa odierna sarà molto simile a quella del 2 novembre, con Bush molto a rischio di perdere l'Ohio e il New Hampshire e costretto a recuperare altrove i voti necessari.
cvd il sito oggi da kerry a 257 e bush a 271 :D
comunque son d'accordo anch'io che molto verrà deciso da minnesota, wisconsin e new mexico (il fattore nader in quest'ultime sarà determinate).
in pennsylvania bush può fare il gran colpaccio, ma pur in salita di preferenze sarà dura per lui.
anche se alla fine la florida sarà determinate anche stavolta.
Paracleto
24-10-2004, 14:36
Originariamente inviato da Amu_rg550
cvd il sito oggi da kerry a 257 e bush a 271 :D
comunque son d'accordo anch'io che molto verrà deciso da minnesota, wisconsin e new mexico (il fattore nader in quest'ultime sarà determinate).
in pennsylvania bush può fare il gran colpaccio, ma pur in salita di preferenze sarà dura per lui.
anche se alla fine la florida sarà determinate anche stavolta.
alle scorse elezioni bush ha vinto perchè nader è sceso in campo
se non fosse sceso in campo nader, avrebbe preso i voti gore
che questa volta vada nello stesso modo?
Da http://story.news.yahoo.com/news?tmpl=story&cid=694&ncid=696&e=2&u=/ap/20041019/ap_on_el_pr/iran_us_elections:
Bush receives endorsement from Iran
By ALI AKBAR DAREINI, Associated Press Writer
TEHRAN, Iran - The head of Iran's security council said Tuesday that the re-election of President Bush (news - web sites) was in Tehran's best interests, despite the administration's axis of evil label, accusations that Iran harbors al-Qaida terrorists and threats of sanctions over the country's nuclear ambitions.
...
The Bush campaign said no thanks.
"It's not an endorsement we'll be accepting anytime soon," Bush campaign spokesman Scott Stanzel said. "Iran should stop its pursuit of nuclear weapons and if they continue in the direction they are going, then we will have to look at what additional action may need to be taken including looking to the U.N. Security Council."
Kerry, who says halting nuclear proliferation will be a priority if he becomes president, believes Bush should have done more diplomatically to curb Iran's alleged nuclear weapons ambitions. He says Iran should be offered nuclear fuel for peaceful purposes, but spent fuel should be taken back so it cannot be used to develop nuclear weapons.
"It is telling that this president has received the endorsement of member of the axis of evil," Kerry campaign spokeswoman Allison Dobson said. "But Americans deserve a president who will have a comprehensive strategy to address the potential threat of Iran's growing nuclear program."
-
http://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gif
Prominent Democrats & Republicans-Pundits & Preachers: Their Military Service Records
RECOGNIZING THOSE WHO SERVED:
This could be the last election where military service in World War II, Korea and Vietnam has any political currency. But just for the record, it's worth noting who really served among the heavyweights in each of the major political parties.
Democrats:
Richard Gephardt: Air National Guard, 1965-71.
David Bonior: Staff Sgt., Air Force 1968-72.
Tom Daschle: 1st Lt., Air Force SAC 1969-72.
Al Gore: enlisted Aug. 1969; sent to VietnamJan. 1971 as an army
journalist in 20th Engineer Brigade.
Bob Kerrey: Lt. j.g. Navy 1966-69; Medal of Honor, Vietnam.
Daniel Inouye: Army 1943-'47; Medal of Honor, WWII.
John Kerry: Lt., Navy 1966-70; Silver Star, Bronze Star with Combat V
Purple Hearts.
Charles Rangel: Staff Sgt., Army 1948-52; Bronze Star, Korea.
Max Cleland: Captain, Army 1965-68; Silver Star&Bronze Star, Vietnam.
Ted Kennedy: Army, 1951-1953.
John Edwards: did not serve.
Tom Harkin: Lt., Navy, 1962-67; Naval Reserve, 1968-74.
Jack Reed: Army Ranger, 1971-1979; Captain, Army Reserve 1979-91.
Fritz Hollings: Army officer in WWII, receiv! ing the Bronze Star and
seven campaign ribbons.
Leonard Boswell: Lt. Col., Army 1956-76; Vietnam, DFCs, Bronze Stars,
and Soldier's Medal.
Pete Peterson: Air Force Captain, POW. Purple Heart, Silver Star and
Legion of Merit.
Mike Thompson: Staff sergeant, 173rd Airborne, Purple Heart.
Bill McBride: Candidate for Fla. Governor. Marine in Vietnam; Bronze
Star with Combat V.
Gray Davis: Army Captain in Vietnam, Bronze Star.
Pete Stark: Air Force 1955-57
Chuck Robb: Vietnam
Howell Heflin: Silver Star
George McGovern: Silver Star &DFC during WWII.
Bill Clinton: Did not serve. Student deferments. Entered draft but
received 311.
Jimmy Carter: Seven years in the Navy.
Walter Mondale: Army 1951-1953
John Glenn: WWII and Korea; six DFCs and Air Medal with 18 Clusters.
Tom Lantos: Served in Hungarian underground in WWII.! Saved by Raoul
Wallenberg.
Wesley Clark: U.S.Army, 1966-2000, West Point, Vietnam, Purple Heart,
Silver Star. Retired 4-star General.
John Dingell: WWII vet
John Conyers: Army 1950-57, Korea
Republicans:
Dennis Hastert: did not serve.
Tom Delay: did not serve.
House Whiip Roy Blunt: did not serve.
Bill Frist: did not serve.
Rudy Giuliani: did not serve.
George Pataki: did not serve.
Mitch McConnell: did not serve.
Rick Santorum: did not serve.
Trent Lott: did not serve.
Dick Cheney: did not serve. Six deferments, the last by marriage.
John Ashcroft: did not serve. Seven deferments to teach business.
Jeb Bush: did not serve.
Karl Rove: did not serve.
Saxby Chambliss: did not serve. "Bad knee." The man who attacked Max
Cleland's patriotism.
Paul Wolfowitz: did not serve.
Vin Weber: did not serve.
Richard Perle: did not serve.
Douglas Feith: did not serve.
Eliot Abrams: did not serve.
Richard Shelby: did not serve.
Jon Kyl: did! not serve.
Tim Hutchison: did not serve.
Christopher Cox: did not serve.
Newt Gingrich: did not serve.
Don Rumsfeld: served in Navy (1954-57) as aviator and flight instructor.
George W. Bush: six-year Nat'l Guard commitment (incomplete service to
commitment).
Ronald Reagan: due to poor eyesight, served in a non-combat role
making movies.
Gerald Ford: Navy, WWII
Phil Gramm: did not serve.
John McCain: Silver Star, Bronze Star, Legion of Merit, Purple Heart
and Distinguished Flying Cross.
Bob Dole: an honorable veteran.
Chuck Hagel: two Purple Hearts and a Bronze Star, Vietnam.
Jeff Sessions: Army Reserves, 1973-1986
JC Watts: did not serve.
Lindsey Graham: National Guard lawyer.
G.H.W. Bush: Pilot in WWII. Shot down by the Japanese.
TomRidge: Bronze Star for Valor in Vietnam.
Antonin Scalia: did not serve.
Clarence Thomas: did not serve
Pundits and Preachers:
Sean Hannity: did not serve.
Rush Limbaugh: did not serve (4-F with a 'pilonidal cyst')
Bill O'Reilly: did not serve.
Michael Savage: did not serve.
George Will: did not serve.
Chris Matthews: did not serve.
Paul Gigot: did not serve.
Bill Bennett: did not serve.
Pat Buchanan: did not serve.
Bill Kristol: did not serve.
Kenneth Starr: did not serve.
Michael Medved: did not serve.
von Clausewitz
25-10-2004, 15:41
Originariamente inviato da GioFX
Democrats:
Wesley Clark: U.S.Army, 1966-2000, West Point, Vietnam, Purple Heart,
Republicans:
...............
in effetti da questo punto di vista sembra che i democratici siano stati un po' più "virtuosi" (forse non dal tuo punto di vista, trattasi di guerre "imperialiste" :D )
però mette un Wesley Clark per i democratici e non mette un Colin Powell per i repubblicani?
ahi, ahi, Gio, siamo ai soliti articoli tendenziosi che posti :mc:
tatrat4d
25-10-2004, 16:04
E al limite pure il Generale Tommy Franks.
certo, manca Powell come altri esponenti importanti dell'amministrazione Clinton.
Cmq è per farsi un idea, e quelli sono tutti nomi degli esponenti dei partiti più esposti negli ultimi mesi di campagna elettorale...
Oltre ai massimi esponenti polici e militari dell'attuale governo USA, ci sono pure i principali teorici del New American Century e della dottrina "neocon", che continuano a criticare e smerdare Kerry perchè, dopo aver visto e fatto la guerra, dopo averla vissuta in prima persona, ha cambiato idea su molti aspetti legati ad essa e sulla necessità di non rinunciare mai alla diplomazia multilaterale e alla ricerca di tutte le possibili soluzioni prima di interaprendere una guerra quando questa non è assolutamente necessaria...
Nessun commento sull'appoggio di Bush da parte dell'Iran? Ora, oltre a quello del governo dell'amico Kharzai e del governo fantoccio iracheno manca solo l'avallo di Osama in persona... :D :D
President Bush: Flip-Flopper-In-Chief
From the beginning, George W. Bush has made his own credibility a central issue. On 10/11/00, then-Gov. Bush said: "I think credibility is important.It is going to be important for the president to be credible with Congress, important for the president to be credible with foreign nations." But President Bush's serial flip-flopping raises serious questions about whether Congress and foreign leaders can rely on what he says.
1. Social Security Surplus
BUSH PLEDGES NOT TO TOUCH SOCIAL SECURITY SURPLUS... "We're going to keep the promise of Social Security and keep the government from raiding the Social Security surplus." [President Bush, 3/3/01]
...BUSH SPENDS SOCIAL SECURITY SURPLUS The New York Times reported that "the president's new budget uses Social Security surpluses to pay for other programs every year through 2013, ultimately diverting more than $1.4 trillion in Social Security funds to other purposes." [The New York Times, 2/6/02]
2. Patient's Right to Sue
GOVERNOR BUSH VETOES PATIENTS' RIGHT TO SUE... "Despite his campaign rhetoric in favor of a patients' bill of rights, Bush fought such a bill tooth and nail as Texas governor, vetoing a bill coauthored by Republican state Rep. John Smithee in 1995. He... constantly opposed a patient's right to sue an HMO over coverage denied that resulted in adverse health effects." [Salon, 2/7/01]
...CANDIDATE BUSH PRAISES TEXAS PATIENTS' RIGHT TO SUE... "We're one of the first states that said you can sue an HMO for denying you proper coverage... It's time for our nation to come together and do what's right for the people. And I think this is right for the people. You know, I support a national patients' bill of rights, Mr. Vice President. And I want all people covered. I don't want the law to supersede good law like we've got in Texas." [Governor Bush, 10/17/00]
...PRESIDENT BUSH'S ADMINISTRATION ARGUES AGAINST RIGHT TO SUE "To let two Texas consumers, Juan Davila and Ruby R. Calad, sue their managed-care companies for wrongful denials of medical benefits ‘would be to completely undermine' federal law regulating employee benefits, Assistant Solicitor General James A. Feldman said at oral argument March 23. Moreover, the administration's brief attacked the policy rationale for Texas's law, which is similar to statutes on the books in nine other states." [Washington Post, 4/5/04]
3. Tobacco Buyout
BUSH SUPPORTS CURRENT TOBACCO FARMERS' QUOTA SYSTEM... "They've got the quota system in place -- the allotment system -- and I don't think that needs to be changed." [President Bush, 5/04]
...BUSH ADMINISTRATION WILL SUPPORT FEDERAL BUYOUT OF TOBACCO QUOTAS "The administration is open to a buyout." [White House spokeswoman Jeanie Mamo, 6/18/04]
4. North Korea
BUSH WILL NOT OFFER NUCLEAR NORTH KOREA INCENTIVES TO DISARM... "We developed a bold approach under which, if the North addressed our long-standing concerns, the United States was prepared to take important steps that would have significantly improved the lives of the North Korean people. Now that North Korea's covert nuclear weapons program has come to light, we are unable to pursue this approach." [President's Statement, 11/15/02]
...BUSH ADMINISTRATION OFFERS NORTH KOREA INCENTIVES TO DISARM"Well, we will work to take steps to ease their political and economic isolation. So there would be -- what you would see would be some provisional or temporary proposals that would only lead to lasting benefit after North Korea dismantles its nuclear programs. So there would be some provisional or temporary efforts of that nature." [White House Press Secretary Scott McClellan, 6/23/04]
5. Abortion
BUSH SUPPORTS A WOMAN'S RIGHT TO CHOOSE... "Bush said he...favors leaving up to a woman and her doctor the abortion question." [The Nation, 6/15/00, quoting the Lubbock Avalanche-Journal, 5/78]
...BUSH OPPOSES A WOMAN'S RIGHT TO CHOOSE "I am pro-life." [Governor Bush, 10/3/00]
6. OPEC
BUSH PROMISES TO FORCE OPEC TO LOWER PRICES... "What I think the president ought to do [when gas prices spike] is he ought to get on the phone with the OPEC cartel and say we expect you to open your spigots...And the president of the United States must jawbone OPEC members to lower the price." [President Bush, 1/26/00]
...BUSH REFUSES TO LOBBY OPEC LEADERS With gas prices soaring in the United States at the beginning of 2004, the Miami Herald reported the president refused to "personally lobby oil cartel leaders to change their minds." [Miami Herald, 4/1/04]
7. Iraq Funding
BUSH SPOKESMAN DENIES NEED FOR ADDITIONAL FUNDS FOR THE REST OF 2004... "We do not anticipate requesting supplemental funding for '04" [White House Budget Director Joshua Bolton, 2/2/04]
...BUSH REQUESTS ADDITIONAL FUNDS FOR IRAQ FOR 2004 "I am requesting that Congress establish a $25 billion contingency reserve fund for the coming fiscal year to meet all commitments to our troops." [President Bush, Statement by President, 5/5/04]
8. Condoleeza Rice Testimony
BUSH SPOKESMAN SAYS RICE WON'T TESTIFY AS 'A MATTER OF PRINCIPLE'... "Again, this is not her personal preference; this goes back to a matter of principle. There is a separation of powers issue involved here. Historically, White House staffers do not testify before legislative bodies. So it's a matter of principle, not a matter of preference." [White House Press Secretary Scott McClellan, 3/9/04]
...BUSH ORDERS RICE TO TESTIFY: "Today I have informed the Commission on Terrorist Attacks Against the United States that my National Security Advisor, Dr. Condoleezza Rice, will provide public testimony." [President Bush, 3/30/04]
9. Science
BUSH PLEDGES TO ISSUE REGULATIONS BASED ON SCIENCE..."I think we ought to have high standards set by agencies that rely upon science, not by what may feel good or what sounds good." [then-Governor George W. Bush, 1/15/00]
...BUSH ADMINISTRATION REGULATIONS IGNORE SCIENCE "60 leading scientists—including Nobel laureates, leading medical experts, former federal agency directors and university chairs and presidents—issued a statement calling for regulatory and legislative action to restore scientific integrity to federal policymaking. According to the scientists, the Bush administration has, among other abuses, suppressed and distorted scientific analysis from federal agencies, and taken actions that have undermined the quality of scientific advisory panels." [Union of Concerned Scientists, 2/18/04]
10. Ahmed Chalabi
BUSH INVITES CHALABI TO STATE OF THE UNION ADDRESS...President Bush also met with Chalabi during his brief trip to Iraq last Thanksgiving [White House Documents 1/20/04, 11/27/03]
...BUSH MILITARY ASSISTS IN RAID OF CHALABI'S HOUSE "U.S. soldiers raided the home of America's one-time ally Ahmad Chalabi on Thursday and seized documents and computers." [Washington Post, 5/20/04]
11. Department of Homeland Security
BUSH OPPOSES THE DEPARTMENT OF HOMELAND SECURITY..."So, creating a Cabinet office doesn't solve the problem. You still will have agencies within the federal government that have to be coordinated. So the answer is that creating a Cabinet post doesn't solve anything." [White House spokesman Ari Fleischer, 3/19/02]
...BUSH SUPPORTS THE DEPARTMENT OF HOMELAND SECURITY "So tonight, I ask the Congress to join me in creating a single, permanent department with an overriding and urgent mission: securing the homeland of America and protecting the American people." [President Bush, Address to the Nation, 6/6/02]
12. Weapons of Mass Destruction
BUSH SAYS WE FOUND THE WEAPONS OF MASS DESTRUCTION..."We found the weapons of mass destruction. We found biological laboratories...for those who say we haven't found the banned manufacturing devices or banned weapons, they're wrong, we found them." [President Bush, Interview in Poland, 5/29/03]
...BUSH SAYS WE HAVEN'T FOUND WEAPONS OF MASS DESTRUCTION "David Kay has found the capacity to produce weapons.And when David Kay goes in and says we haven't found stockpiles yet, and there's theories as to where the weapons went. They could have been destroyed during the war. Saddam and his henchmen could have destroyed them as we entered into Iraq. They could be hidden. They could have been transported to another country, and we'll find out." [President Bush, Meet the Press, 2/7/04]
13. Free Trade
BUSH SUPPORTS FREE TRADE... "I believe strongly that if we promote trade, and when we promote trade, it will help workers on both sides of this issue." [President Bush in Peru, 3/23/02]
...BUSH SUPPORTS RESTRICTIONS ON TRADE "In a decision largely driven by his political advisers, President Bush set aside his free-trade principles last year and imposed heavy tariffs on imported steel to help out struggling mills in Pennsylvania and West Virginia, two states crucial for his reelection." [Washington Post, 9/19/03]
14. Osama Bin Laden
BUSH WANTS OSAMA DEAD OR ALIVE... "I want justice. And there's an old poster out West, I recall, that says, 'Wanted: Dead or Alive.'" [President Bush, on Osama Bin Laden, 09/17/01]
...BUSH DOESN'T CARE ABOUT OSAMA "I don't know where he is.You know, I just don't spend that much time on him... I truly am not that concerned about him."[President Bush, Press Conference, 3/13/02]
15. The Environment
BUSH SUPPORTS MANDATORY CAPS ON CARBON DIOXIDE... "[If elected], Governor Bush will work to...establish mandatory reduction targets for emissions of four main pollutants: sulfur dioxide, nitrogen oxide, mercury and carbon dioxide." [Bush Environmental Plan, 9/29/00]
...BUSH OPPOSES MANDATORY CAPS ON CARBON DIOXIDE "I do not believe, however, that the government should impose on power plants mandatory emissions reductions for carbon dioxide, which is not a 'pollutant' under the Clean Air Act." [President Bush, Letter to Sen. Chuck Hagel (R-NE), 3/13/03]
16. WMD Commission
BUSH RESISTS AN OUTSIDE INVESTIGATION ON WMD INTELLIGENCE FAILURE... "The White House immediately turned aside the calls from Kay and many Democrats for an immediate outside investigation, seeking to head off any new wide-ranging election-year inquiry that might go beyond reports already being assembled by congressional committees and the Central Intelligence Agency." [NY Times, 1/29/04]
...BUSH SUPPORTS AN OUTSIDE INVESTIGATION ON WMD INTELLIGENCE FAILURE "Today, by executive order, I am creating an independent commission, chaired by Governor and former Senator Chuck Robb, Judge Laurence Silberman, to look at American intelligence capabilities, especially our intelligence about weapons of mass destruction." [President Bush, 2/6/04]
17. Creation of the 9/11 Commission
BUSH OPPOSES CREATION OF INDEPENDENT 9/11 COMMISSION... "President Bush took a few minutes during his trip to Europe Thursday to voice his opposition to establishing a special commission to probe how the government dealt with terror warnings before Sept. 11." [CBS News, 5/23/02]
...BUSH SUPPORTS CREATION OF INDEPENDENT 9/11 COMMISSION "President Bush said today he now supports establishing an independent commission to investigate the Sept. 11 terrorist attacks." [ABC News, 09/20/02]
18. Time Extension for 9/11 Commission
BUSH OPPOSES TIME EXTENSION FOR 9/11 COMMISSION... "President Bush and House Speaker J. Dennis Hastert (R-Ill.) have decided to oppose granting more time to an independent commission investigating the Sept. 11, 2001, attacks." [Washington Post, 1/19/04]
...BUSH SUPPORTS TIME EXTENSION FOR 9/11 COMMISSION "The White House announced Wednesday its support for a request from the commission investigating the September 11, 2001 attacks for more time to complete its work." [CNN, 2/4/04]
19. One Hour Limit for 9/11 Commission Testimony
BUSH LIMITS TESTIMONY IN FRONT OF 9/11 COMMISSION TO ONE HOUR... "President Bush and Vice President Dick Cheney have placed strict limits on the private interviews they will grant to the federal commission investigating the Sept. 11 attacks, saying that they will meet only with the panel's top two officials and that Mr. Bush will submit to only a single hour of questioning, commission members said Wednesday." [NY Times, 2/26/04]
...BUSH SETS NO TIMELIMIT FOR TESTIMONY "The president's going to answer all of the questions they want to raise. Nobody's watching the clock." [White House spokesman Scott McClellan, 3/10/04]
20. Gay Marriage
BUSH SAYS GAY MARRIAGE IS A STATE ISSUE... "The state can do what they want to do. Don't try to trap me in this state's issue like you're trying to get me into." [Gov. George W. Bush on Gay Marriage, Larry King Live, 2/15/00]
...BUSH SUPPORTS CONSTITUTIONAL AMENDMENT BANNING GAY MARRIAGE "Today I call upon the Congress to promptly pass, and to send to the states for ratification, an amendment to our Constitution defining and protecting marriage as a union of man and woman as husband and wife." [President Bush, 2/24/04]
21. Nation Building
BUSH OPPOSES NATION BUILDING... "If we don't stop extending our troops all around the world in nation-building missions, then we're going to have a serious problem coming down the road." [Gov. George W. Bush, 10/3/00]
...BUSH SUPPORTS NATION BUILDING "We will be changing the regime of Iraq, for the good of the Iraqi people." [President Bush, 3/6/03]
22. Saddam/al Qaeda Link
BUSH SAYS IT IS IMPOSSIBLE TO DISTINGUISH BETWEEEN AL QAEDA AND SADDAM... "You can't distinguish between al Qaeda and Saddam when you talk about the war on terror." [President Bush, 9/25/02]
...BUSH SAYS SADDAM HAD NO ROLE IN AL QAEDA PLOT "We've had no evidence that Saddam Hussein was involved in Sept. 11." [President Bush, 9/17/03]
23. U.N. Resolution
BUSH VOWS TO HAVE A UN VOTE NO MATTER WHAT... "No matter what the whip count is, we're calling for the vote. We want to see people stand up and say what their opinion is about Saddam Hussein and the utility of the United Nations Security Council. And so, you bet. It's time for people to show their cards, to let the world know where they stand when it comes to Saddam." [President Bush 3/6/03]
...BUSH WITHDRAWS REQUEST FOR VOTE "At a National Security Council meeting convened at the White House at 8:55 a.m., Bush finalized the decision to withdraw the resolution from consideration and prepared to deliver an address to the nation that had already been written." [Washington Post, 3/18/03]
24. Involvement in the Palestinian Conflict
BUSH OPPOSES SUMMITS... "Well, we've tried summits in the past, as you may remember. It wasn't all that long ago where a summit was called and nothing happened, and as a result we had significant intifada in the area." [President Bush, 04/05/02]
...BUSH SUPPORTS SUMMITS "If a meeting advances progress toward two states living side by side in peace, I will strongly consider such a meeting. I'm committed to working toward peace in the Middle East." [President Bush, 5/23/03]
25. Campaign Finance
BUSH OPPOSES MCCAIN-FEINGOLD... "George W. Bush opposes McCain-Feingold...as an infringement on free expression." [Washington Post, 3/28/2000]
...BUSH SIGNS MCCAIN-FEINGOLD INTO LAW "[T]his bill improves the current system of financing for Federal campaigns, and therefore I have signed it into law." [President Bush, at the McCain-Feingold signing ceremony, 03/27/02]
26. 527s
Bush opposes restrictions on 527s: "I also have reservations about the constitutionality of the broad ban on issue advertising [in McCain Feingold], which restrains the speech of a wide variety of groups on issues of public import." [President Bush, 3/27/02]
…Bush says 527s bad for system: "I don't think we ought to have 527s. I can't be more plain about it…I think they're bad for the system. That's why I signed the bill, McCain-Feingold." [President Bush, 8/23/04]
27. Medical Records
Bush says medical records must remain private: "I believe that we must protect…the right of every American to have confidence that his or her personal medical records will remain private." [President Bush, 4/12/01]
…Bush says patients' histories are not confidntial: The Justice Department…asserts that patients "no longer possess a reasonable expectation that their histories will remain completely confidential." [BusinessWeek, 4/30/04]
28. Timelines For Dictators
Bush sets timeline for Saddam: "If Iraq does not accept the terms within a week of passage or fails to disclose required information within 30 days, the resolution authorizes 'all necessary means' to force compliance--in other words, a military attack." [LA Times, 10/3/02]
…Bush says he's against timelines: "I don't think you give timelines to dictators." [President Bush, 8/27/04]
29. The Great Lakes
Bush wants to divert great lakes: "Even though experts say 'diverting any water from the Great Lakes region sets a bad precedent' Bush 'said he wants to talk to Canadian Prime Minister Jean Chrétien about piping water to parched states in the west and southwest.'– [AP, 7/19/01]
Bush says he'll never divert Great Lakes: "We've got to use our resources wisely, like water. It starts with keeping the Great Lakes water in the Great Lakes Basin...My position is clear: We're never going to allow diversion of Great Lakes water." [President Bush, 8/16/04]
30. Winning The War On Terror
Bush claims he can win the war on terror: "One of the interesting things people ask me, now that we're asking questions, is, can you ever win the war on terror? Of course, you can." [President Bush, 4/13/04]
…Bush says war on terror is unwinnable: "I don't think you can win [the war on terror]." [President Bush, 8/30/04]
…Bush says he will win the war on terror: "Make no mistake about it, we are winning and we will win [the war on terror]." [President Bush, 8/31/04]
Da BBC News (http://news.bbc.co.uk/1/hi/programmes/newsnight/3956129.stm):
New Florida vote scandal feared
By Greg Palast
Reporting for BBC's Newsnight
A secret document obtained from inside Bush campaign headquarters in Florida suggests a plan - possibly in violation of US law - to disrupt voting in the state's African-American voting districts, a BBC Newsnight investigation reveals.
Two e-mails, prepared for the executive director of the Bush campaign in Florida and the campaign's national research director in Washington DC, contain a 15-page so-called "caging list". It lists 1,886 names and addresses of voters in predominantly black and traditionally Democrat areas of Jacksonville, Florida.
An elections supervisor in Tallahassee, when shown the list, told Newsnight: "The only possible reason why they would keep such a thing is to challenge voters on election day."
Ion Sancho, a Democrat, noted that Florida law allows political party operatives inside polling stations to stop voters from obtaining a ballot.
Mass challenges
They may then only vote "provisionally" after signing an affidavit attesting to their legal voting status.
Mass challenges have never occurred in Florida. Indeed, says Mr Sancho, not one challenge has been made to a voter "in the 16 years I've been supervisor of elections."
"Quite frankly, this process can be used to slow down the voting process and cause chaos on election day; and discourage voters from voting."
Sancho calls it "intimidation." And it may be illegal.
In Washington, well-known civil rights attorney, Ralph Neas, noted that US federal law prohibits targeting challenges to voters, even if there is a basis for the challenge, if race is a factor in targeting the voters.
The list of Jacksonville voters covers an area with a majority of black residents.
When asked by Newsnight for an explanation of the list, Republican spokespersons claim the list merely records returned mail from either fundraising solicitations or returned letters sent to newly registered voters to verify their addresses for purposes of mailing campaign literature.
Republican state campaign spokeswoman Mindy Tucker Fletcher stated the list was not put together "in order to create" a challenge list, but refused to say it would not be used in that manner.
Rather, she did acknowledge that the party's poll workers will be instructed to challenge voters, "Where it's stated in the law."
There was no explanation as to why such clerical matters would be sent to top officials of the Bush campaign in Florida and Washington.
Private detective
In Jacksonville, to determine if Republicans were using the lists or other means of intimidating voters, we filmed a private detective filming every "early voter" - the majority of whom are black - from behind a vehicle with blacked-out windows.
The private detective claimed not to know who was paying for his all-day services.
On the scene, Democratic Congresswoman Corinne Brown said the surveillance operation was part of a campaign of intimidation tactics used by the Republican Party to intimate and scare off African American voters, almost all of whom are registered Democrats.
Greg Palast's film will be broadcast by Newsnight on Tuesday, 26 October, 2004.
Newsnight is broadcast on BBC Two at 2230 BST every weeknight in the UK.
tatrat4d
27-10-2004, 11:03
The Guardian, 23 ottobre 2004:
On November 2, the entire civilised world will be praying, praying Bush loses. And Sod's law dictates he'll probably win, thereby disproving the existence of God once and for all. The world will endure four more years of idiocy, arrogance and unwarranted bloodshed, with no benevolent deity to watch over and save us. John Wilkes Booth, Lee Harvey Oswald, John Hinckley Jr - where are you now that we need you?
Charlie Brooker.
P.S. Secondo il quotidiano inglese da intendersi come uno scherzo.
tatrat4d
27-10-2004, 13:59
-6 all'Election Night.
La situazione è sempre equilibratissima, ma al momento è forse Kerry ad avere i favori del pronostico.
Nel voto popolare la forbice si sta chiudendo, ma probabilmente Bush è ancora in testa (da 1 a 3 punti). Molto complesso è invece districarsi nel collegio elettorale e nell'analisi Stato per Stato.
Gli Stati certi per Bush dovrebbero essere:
AL (9) AK (3) AZ (10) GA (15) ID (4) IN (11) KS (6) KY (8) LA (9) MS (6) MT (3) NE (5) ND (3) OK (7) SC (8) SD (3) TN (11) TX (34) UT (5) VA (13) WY (3)
Per un totale di 176 grandi elettori.
A questi vanno aggiunti quelli probabili:
WV (5) 80% di possibilità per Bush
NC (15) 70%
MO (11) 80%
il che porta la base di partenza di Bush a 207.
-----------------------------------------------------------------------------------
Kerry si dovrebbe invece assicurare con certezza:
CA (55) CT (7) DE (3) IL (21) MD (10) MA (12) NY (31) RI (4)
VT (3) DC (3) ME (4)
Totale 153
Probabili:
HI (4) 75% di possibilità per Kerry
MI (17) 75%
NJ (15) 80%
OR (7) 65%
WA (11) 70%
Lo "zoccolo duro" di Kerry dovrebbe quindi ugualmente essere di 207.
-----------------------------------------------------------------------------------
Rimangono quindi disponibili 11 Stati per 124 voti elettorali.
Secondo me Kerry ha le carte migliori in:
PA (21) OH (20) NH (4) MN (10) arrivando così a 262
Bush lo si vede meglio in:
AR (6) CO (9) IA (7) NV (5) arrivando così a 234
Sembra impossibile assegnare al momento una preferenza per NM (5) WI (10) e la solita FL (27). Nei primi due forse Bush ha un'incollatura di vantaggio, mentre la Florida, senza la quale Bush non può vincere, è esattamente alla pari.
Per questa ragione Kerry ha secondo me qualche chances in più al momento.
P.S. Ho fatto l'analisi sulla base di tutti i sondaggi disponibili, analizzando anche le serie storiche. Non mancano perciò singoli sondaggi, anche recenti, che contraddicano il mio pronostico (che diano Bush in testa in Ohio e Minnesota o Kerry in Florida e Wisconsin, per citare degli esempi).
tatrat4d
27-10-2004, 14:04
Dimenticavo: si vince a 270 :p
Con il pareggio a 269 vincerebbe Bush perchè il GOP controlla più delegazioni degli Stati al Congresso.
Paracleto
27-10-2004, 21:38
Originariamente inviato da GioFX eccetera
:ASD:
:asd:
cos'è
scandalo preventivo? :asd:
la dottrina democratica del broglio preventivo :asd:
Da BBC News (http://news.bbc.co.uk/1/hi/technology/3958665.stm):
Bush website blocked outside US
Surfers outside the US have been unable to visit the official re-election site of President George W Bush.
The blocking of browsers sited outside the US began in the early hours of Monday morning.
Since then people outside the US trying to browse the site get a message saying they are not authorised to view it.
The blocking does not appear to be due to an attack by vandals or malicious hackers, but as a result of a policy decision by the Bush camp.
Traffic control
The international exclusion zone around georgewbush.com was spotted by net monitoring firm Netcraft which keeps an eye on traffic patterns across many different sites.
Netcraft said that since the early hours of 25 October attempts to view the site through its monitoring stations in London, Amsterdam and Sydney failed.
By contrast Netcraft's four monitoring stations in the US managed to view the site with no problems.
The site can still be seen using anonymous proxy services that are based in the US. Some web users in Canada also report that they can browse the site.
The pattern of traffic to the website suggests that the blocking was not due to an attack by vandals or politically motivated hackers.
Geographic blocking works because the numerical addresses that the net uses to organise itself are handed out on a regional basis.
On 21 October, the George W Bush website began using the services of a company called Akamai to ensure that the pages, videos and other content on its site reaches visitors.
Mike Prettejohn, president of Netcraft, speculated that the blocking decision might have been taken to cut costs, and traffic, in the run-up to the election on 2 November.
He said the site may see no reason to distribute content to people who will not be voting next week.
Managing traffic could also be a good way to ensure that the site stays working in the closing days of the election campaign.
However, simply blocking non-US visitors also means that Americans overseas are barred too.
Akamai declined to comment, saying it could not talk about customer websites.
risparmiare, ROTFL!!! che scusa idiota... con centinaia di milioni di dollari per la campagna... e i cittadini americani all'estero?!?
cmq, guardate che idioti i gestori del sito, bloccano il dominio, e non l'IP...
65.172.163.222
http://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gif
Amu_rg550
28-10-2004, 02:36
Originariamente inviato da GioFX
risparmiare, ROTFL!!! che scusa idiota... con centinaia di milioni di dollari per la campagna... e i cittadini americani all'estero?!?
cmq, guardate che idioti i gestori del sito, bloccano il dominio, e non l'IP...
65.172.163.222
http://www.skyscraperpage.com/forum/images/smilies/jester.gif
tra l'altro è un ostacolo aggirabile con un banale proxy anonimo..
è il caso di dire: genius at works :asd:
tra l'altro, non ci pensa ai suoi militari in iraq? :angel: :sofico:
Amu_rg550
28-10-2004, 10:02
intanto secondo zogby kerry sarebbe passato in vantaggio in uno stato cruciale, l'ohio.
tatrat4d
28-10-2004, 11:43
Originariamente inviato da Amu_rg550
intanto secondo zogby kerry sarebbe passato in vantaggio in uno stato cruciale, l'ohio.
Se c'è un sondaggio da non seguire assolutamente è quello di Zogby sugli stati. Alcuni esempi: Bush in 7 giorni ha guadagnato 18 punti in New Mexico, 10 punti in tre giorni in Michigan e Kerry 6 in Ohio, sempre in 3 giorni. Poi nello specifico è più che probabile che Kerry sia in vantaggio in Ohio, ma Zogby ammette di adattare i numeri ai suoi "feelings", per cui...cautela.
Quello che mi preoccupa è che dopo mesi che pronostica la vittoria di Kerry ha cambiato idea e ora sostiene che Bush vada a vincere. Visti i precedenti chi spera nella rielezione può cominciare a toccarsi.
ma quando zogby avrebbe pronosticato la vittoria di Kerry da mesi? ma se è stato in testa solo in due brevi periodi, qualche settimana fa e oggi?
io cmq credo che tutti questi sondaggi siano inutili, è impossibile che la gente cambi idea ogni giorno, io dico aspettiamo le elezioni, anche se per avere il nuovo presidente probabilmente bisognerà attendere, casini e referendum permettendo, probabilmente a gennaio.
tatrat4d
28-10-2004, 12:48
Originariamente inviato da GioFX
ma quando zogby avrebbe pronosticato la vittoria di Kerry da mesi? ma se è stato in testa solo in due brevi periodi, qualche settimana fa e oggi?
Non parlo di sondaggi condotti su 400 persone, ma delle sue analisi. Trovo il link di solo una settimana fa.
io cmq credo che tutti questi sondaggi siano inutili, è impossibile che la gente cambi idea ogni giorno, io dico aspettiamo le elezioni, anche se per avere il nuovo presidente probabilmente bisognerà attendere, casini e referendum permettendo, probabilmente a gennaio.
Sarò ingenuo, ma questa volta credo che basti aspettare le 5 del mattino italiano il 3 novembre.
tatrat4d
28-10-2004, 13:09
http://simonworld.mu.nu/archives/050971.php
Per ora ho trovato questo, che, seppur in forma indiretta, credo riporti fedelmente quelle che erano le opinioni di Zogby.
http://www.townhall.com/columnists/robertnovak/rn20041028.shtml
Queste sarebbero invece le ragioni che farebbero pendere la bilancia verso Bush. Secondo me sono fumose come le precedenti, perchè basate su analisi dei sottogruppi elettorali che non sono certo scientifiche: considerate le 350/400 interviste al giorno questo se ne esce con considerazioni sul voto delle donne bianche alte un metro e 75 sposate da più di 5 anni e meno di 10.
Scherzo ovviamente, ma rende l'idea.
Amu_rg550
28-10-2004, 13:51
Originariamente inviato da tatrat4d
Se c'è un sondaggio da non seguire assolutamente è quello di Zogby sugli stati. Alcuni esempi: Bush in 7 giorni ha guadagnato 18 punti in New Mexico, 10 punti in tre giorni in Michigan e Kerry 6 in Ohio, sempre in 3 giorni. Poi nello specifico è più che probabile che Kerry sia in vantaggio in Ohio, ma Zogby ammette di adattare i numeri ai suoi "feelings", per cui...cautela.
Quello che mi preoccupa è che dopo mesi che pronostica la vittoria di Kerry ha cambiato idea e ora sostiene che Bush vada a vincere. Visti i precedenti chi spera nella rielezione può cominciare a toccarsi.
ma infatti io ho usato deliberatamente il condizionale, e già alcuni post fa ho espresso i miei dubbi sul seguire alla lettera tutti questi numeri ;).
su zogby: magari non sarà il più attendibile, ma è sicuramente uno dei + seguiti.
il sondaggio sull'ohio in questione segue la tappa contemporanea in quello stato dei 2 contendenti: non credo che stravolga completamente lo stato dei fatti, bensì rifletta un umore che varia di continuo tra gli indecisi.
sicuramente sarà accentuato e i dati non saranno accuratissimi, ma dubito che la realtà sia molto distante da come viene presentata.
ripeto: io da questi numeri leggo delle indicazioni in linea di massima, presi alla lettera non mi dicono nulla.
comunque, certo che se fosse veramente così alla fine, bush subirebbe un colpo notevole.
tatrat4d
28-10-2004, 17:44
Piccola avvertenza riguardo ai grandi elettori: entrambi i candidati hanno un problema.
Un grande elettore di Bush nella lista della West Virginia ha dichiarato che, pur non votando Kerry, probabilmente esprimerà il suo voto a favore di un repubblicano diverso da Bush.
In Ohio invece, tra i grandi elettori indicati da Kerry c'è un membro del congresso, il che è contrario al dettato costituzionale. Nel caso che Kerry vinca in Ohio corre il rischio di potere contare su soli 19 voti elettorali, anzichè sui 20 in dote.
tatrat4d
29-10-2004, 20:01
Qualcuno riesce a procurarsi una sorta di guida sulla notte elettorale, dalla quale si possa ricavare a che ora uno stato finisce di votare e viene reso noto il risultato?
Intendo: all'ora X lo Stato x viene assegnato a Mr. x
Chiaro no? :p
E' notizia di questi minuti che Bin Laden, dopo tanto è tornato a farsi vedere.
Dopo tutte le discussioni -sara' ancora vivo, sara' morto- Al Jazeera manda un video in cui Bin in sostanza dice che se tornera' Bush alla casa bianca son ca**i per tutti!
Chiaramente un messaggio di questo tipo a poche ore dalle elezioni e' mirato ad influenzarle.
Secondo voi, che ripercussioni avra' sull'elettorato? Sortira' l'effetto di allontanare i voti da Bush oppure il contrario ? Oppure ancora il suo fine era un altro, meno palese - tipo propaganda ecc..- ?
tatrat4d
29-10-2004, 23:14
Originariamente inviato da wanblee
E' notizia di questi minuti che Bin Laden, dopo tanto è tornato a farsi vedere.
Dopo tutte le discussioni -sara' ancora vivo, sara' morto- Al Jazeera manda un video in cui Bin in sostanza dice che se tornera' Bush alla casa bianca son ca**i per tutti!
Chiaramente un messaggio di questo tipo a poche ore dalle elezioni e' mirato ad influenzarle.
Secondo voi, che ripercussioni avra' sull'elettorato? Sortira' l'effetto di allontanare i voti da Bush oppure il contrario ? Oppure ancora il suo fine era un altro, meno palese - tipo propaganda ecc..- ?
Non ci sono precedenti per potere dare un giudizio. Se i due candidati reagiscono con maturità, magari con una dichiarazione comune, potrebbe non influire.
Il tipo di messaggio (a me semra dare un colpo all'uno e un secondo all'altro) potrebbe essere allla base di una sua futura rivendicazione di avere comunque influenzato l'esito elettorale, qualsiasi esso sia.
C'è da sperare che il video sia la sua migliore risorsa a tal scopo, e che non sia in grado di alzare la posta a breve.
wanblee ho risposto già in un altro 3d.
Riassumendo penso che se Bin c'è la tanto con Bush vuol dire che la sua strategia sta funzionando!
Originariamente inviato da songoge
wanblee ho risposto già in un altro 3d.
Riassumendo penso che se Bin c'è la tanto con Bush vuol dire che la sua strategia sta funzionando!
oppure che pensa che la gente penserà in questo modo e ...:uh:
p.s. avete visto la trasmissione di Minoli sulle passate elezioni?
Originariamente inviato da songoge
wanblee ho risposto già in un altro 3d.
Riassumendo penso che se Bin c'è la tanto con Bush vuol dire che la sua strategia sta funzionando!
Certo, quelle di fare una guerra sbagliata e inutile, basata sulla menzogna, piuttosto che dare la caccia al responsabile dell'11 settembre, forse per evitare anche un certo imbarazzo agli amici della famiglia reale saudita...
Da LA Times (http://www.latimes.com/news/politics/2004/complete/la-na-votesue29oct29,1,1937593.story?coll=la-elect2004-complete):
Bush Seeks Limit to Suits Over Voting Rights
Administration lawyers argue that only the Justice Department, not the voters, may sue to enforce provisions in the Help America Vote Act.
By David G. Savage and Richard B. Schmitt, Times Staff Writers
WASHINGTON — Bush administration lawyers argued in three closely contested states last week that only the Justice Department, and not voters themselves, may sue to enforce the voting rights set out in the Help America Vote Act, which was passed in the aftermath of the disputed 2000 election.
Veteran voting-rights lawyers expressed surprise at the government's action, saying that closing the courthouse door to aspiring voters would reverse decades of precedent.
Since the civil rights era of the 1960s, individuals have gone to federal court to enforce their right to vote, often with the support of groups such as the NAACP, the AFL-CIO, the League of Women Voters or the state parties. And until now, the Justice Department and the Supreme Court had taken the view that individual voters could sue to enforce federal election law.
But in legal briefs filed in connection with cases in Ohio, Michigan and Florida, the administration's lawyers argue that the new law gives Atty. Gen. John Ashcroft the exclusive power to bring lawsuits to enforce its provisions. These include a requirement that states provide "uniform and nondiscriminatory" voting systems, and give provisional ballots to those who say they have registered but whose names do not appear on the rolls.
"Congress clearly did not intend to create a right enforceable" in court by individual voters, the Justice Department briefs said.
In one case the Sandusky County Democratic Party sued Ohio Secretary of State J. Kenneth Blackwell, arguing that the county's voters should be permitted to file provisional ballots even if they go to the wrong polling place on election day.
The Justice Department intervened as a friend of the court on Blackwell's side.
Saturday's decision in that case, and in other recent cases from Michigan and Florida, gave the department a partial victory. On the one hand, the courts agreed with state officials who said voters may not obtain a provisional ballot if they go to the wrong polling place.
However, all three courts that ruled on the matter rejected the administration's broader view that voters may not sue state election officials in federal court.
Still, the issue may resurface and prove significant next week if disputes arise over voter qualifications. Some election-law experts believe the administration has set the stage for arguing that the federal courts may not second-guess decisions of state election officials in Ohio, Florida or elsewhere.
J. Gerald Hebert, a former chief of the department's voting-rights section, said he was dismayed that the government was seeking to weaken a measure designed to protect voters.
"This is the first time in history the Justice Department has gone to court to side against voters who are trying to enforce their right to vote. I think this law will mean very little if the rights of American voters have to depend on this Justice Department," said Hebert, who worked in the voting-rights section from 1973 to 1994.
In a statement, the Justice Department said it was simply trying to implement what it considered to be the clear intent of Congress. Other voting-rights laws, including the National Voter Registration Act of 1993, which required states to allow citizens a chance to register to vote while applying for or renewing driver's licenses, have been more explicit in allowing for private enforcement, it noted.
In contrast, the Help America Vote Act says in its enforcement section that "the attorney general may bring a civil action" in federal court to challenge the actions of states that fail to follow the law.
"Where Congress expressly decided to trust judicial enforcement of a statute to the Department of Justice, as it did in HAVA, the Department has a practice of defending its jurisdiction in court," the department's statement said. The department said that, on occasion, it had opposed private enforcement in other voting-rights cases.
But some former Justice voting-rights officials and some election law and civil rights experts said the department's latest position represented a marked philosophical shift. Historically, they said, the department had been aggressive in supporting the idea of private suits as an important tool in fighting discrimination and other ills, even where such rights were not clearly spelled out by legislation.
"Before this administration, I would say that almost uniformly, the Department of Justice would argue in favor of private rights of action … to enforce statutes that regulate state and local government," said Pamela Karlan, a professor at Stanford University's Law School.
She said the landmark Voting Rights Act of 1965 did not originally include a private right to sue state officials who discriminated against aspiring black voters. The Justice Department backed the idea of private suits, nonetheless, in a test case that ultimately reached the U.S. Supreme Court in 1969.
In their ruling, the justices said "the achievement of the act's laudable goal would be severely hampered … if each citizen were required to depend solely on litigation instituted at the discretion of the attorney general."
More recently, the Justice Department also sided with private plaintiffs in a 1996 case challenging a registration fee that had been instituted by the Virginia Republican Party as a racially motivated poll tax under Section 10 of the Voting Rights Act.
The section did not expressly mention private actions but the Supreme Court, at the urging of the Justice Department, found an "implied" right to sue, said Steven J. Mulroy, an assistant professor at the University of Memphis Law School and a former lawyer in the department's voting-rights section.
"It is pretty rare for the Department of Justice to take a position that there is no private right of action to enforce a federal statute guaranteeing voting rights," he added.
In a related development, the Justice Department announced Thursday that it was sending nearly 1,100 federal workers — more than twice the number four years ago — to monitor and observe the election in 25 states for possible violations of the federal voting-rights laws.
About 840 federal observers will be stationed at polling places in 27 areas covered by federal court orders, including parts of Mississippi, Texas, Arizona and New Mexico, the department said in a news release.
In addition, the department said it was deploying scores of attorneys and staff from its civil rights division to monitor voting in 58 jurisdictions in other parts of the country. Officials did not explain how they chose those locations, although many are in such battleground states as Michigan, Ohio and Florida.
Civil rights groups have been concerned that the spectacle of a growing number of federal workers stationed at polling places could have a chilling effect on potential voters.
The department said that most of the workers would be from the federal Office of Personnel Management and that none of the monitors at polling locations were criminal prosecutors.
Da New York Daily News (http://www.nydailynews.com/front/story/247753p-212149c.html)
"We want people to think 'terrorism' for the last four days," said a Bush-Cheney campaign official. "And anything that raises the issue in people's minds is good for us."
A senior GOP strategist added, "anything that makes people nervous about their personal safety helps Bush."
He called it "a little gift," saying it helps the President but doesn't guarantee his reelection.
IpseDixit
01-11-2004, 00:34
Ho dato una guardata a questo sito (http://www.electoral-vote.com/) , ora da Kerry a 283, questa mattina dava Bush a 283.... nessuno potrà mai dire che hanno sbagliato previsioni :O
Originariamente inviato da Proteus
IMHO tirano numeri a casaccio perchè non sono in grado di stabilire chi sia veramente in vantaggio o meno. Ripeto ancora una volta che dopo un'attenta disamina di tutti, o quasi, i sondaggi pubblicati la sensazione che le attribuzioni di vantaggio per l'uno o per l'altro seguano l'orientamento di chi li ha commissionati e mi paioni tanto un tentativo, maldestro IMHO, di influenzare la fetta di elettorato indecisa che dovrebbe rappresentare l'ago della bilancia tramite la tecnica del gregge, nel quale se una pecora prende una direzione moltissime la seguono e l'obiettivo di tali operazione è proprio attirare il maggior numero possibile di pecore nella direzione desiderata.
Questa tua visione semplicistica mi troverebbe anche d'accordo in determinate situazioni, ma qui vi sono sondaggi commissionati ad istituti che hanno indicato come favoriti candidati di entrambi i partiti, in passato, e che sono stati continuamente monitorati dal National Council on Public Polls. Infatti se noti i sondaggi di questi istituti, fatti su basi statistiche e secondo precise regole sono molto stabili, cosa che invece non si può dire per quelli condotti dai media su basi non statistiche o con l'uso delle interviste telefoniche o utilizzando le chiamate a numeri celluari, men che meno le online polls. Queste ultime, infatti, vedono i risultati anche capovolgersi da un giorno all'altro, dimostrando la loro totale inattendibilità.
Per quanto riguarda Electoral Vote, non fa altro che fare una media ponderata tra le principali fonti di sondaggi statistici, e la grande differenza dipende dal fatto che, a parte l'errore percentuale, tutti gli stati federati che adottano il sistema maggioritario del tipo "Winner Takes All", passano da un candidato all'altro anche con uno spostamento anche di pochi voti.
P.S. Bush o Kerry per noi poco o nulla cambia, con buonapace dei sostenitori dell'uno o dell'altro finiremo sempre per non guadagnarci nulla e semmai di, in ogni caso, rimetterci perchè nessuno dei due si farà alcuno scrupolo nel portare avanti gli "interessi" americani nel mondo.
A parte che se ti fossi letto i programmi dei due candidati vederesti che la pensano anche molto diversamente su tanti argomenti, sia di politica estera che nazionale, è naturale, come ti ho detto mille volte, che chiunque sia il prossimo presidente egli farà gli interessi del suo paese (oppure i suoi, come troppo spesso è accaduto con l'attuale "presidente"), ma il punto è come li fa. E cmq va bene a che una scimmia ammaestrata al posto del cowboy pazzo, IMHO, farebbe molti meno danni. Purtroppo il mondo non può sopporatare altri anni di presidenza di W.
IpseDixit
01-11-2004, 15:55
La febbre da sondaggio ormai è altissima :D se non sbaglio il margine d'errore del 3% è più e meno ?
L'ultimo sondaggio per la Florida che da Kerry al 48 % e Bush al 47 % va letto così ?
Kerry tra il 45 e il 51 %
Bush tra il 44 e il 50 %
????
tatrat4d
01-11-2004, 16:19
Originariamente inviato da IpseDixit
La febbre da sondaggio ormai è altissima :D se non sbaglio il margine d'errore del 3% è più e meno ?
L'ultimo sondaggio per la Florida che da Kerry al 48 % e Bush al 47 % va letto così ?
Kerry tra il 45 e il 51 %
Bush tra il 44 e il 50 %
????
Sembra che John Zogby abbia studiato lo spot del Gratta e vinci: ti piace vincere facile? :D
Ma è vero che il webmaster di electoral-vote è A. Tanenbaum, il creatore di Minix (sulla base del quale Linus Torvalds ha creato Linux)?!?
http://utworld.worebu.de/galerie/data/thumbnails/112/eek_big.gif
IpseDixit
01-11-2004, 17:45
Qualcuno ha trovato qualche sondaggio per la Pennsylvania e l'Ohio ?
tatrat4d
01-11-2004, 17:54
Originariamente inviato da IpseDixit
Qualcuno ha trovato qualche sondaggio per la Pennsylvania e l'Ohio ?
Quinnipac University: Ohio Bush +8; PA pari
Gallup: OH Kerry +4; PA Bush +4
Univerisity of Cincinnati : OH Bush +0.9
Columbus Dispatch: Ohio pari.
A naso siamo: Oh +1 Kerry; PA +2-3 Kerry.
tatrat4d
01-11-2004, 18:01
Dimenticato Zogby: OH Bush +4 ; PA Kerry +5
Lucio Virzì
01-11-2004, 18:40
Sono terrorizzato dall'esito di queste elezioni. :(
LuVi
tatrat4d
01-11-2004, 19:28
Sondaggi nazionali che credo più verosimili:
Zogby B 48 - K 47
Rasmussen B 49 - K48 (+2 se si considerano gli indecisi)
Fox B 46 - K 48
ABC/WP esce alle 06:00 PM della costa Est (anche questo sembra un buon campione).
Sembra che il distacco alla fine debba stare entro un punto pecentuale, forse sotto al milione di voti.
Negli Stati in bilico i sondaggi sono estremamente diversi tra loro: secondo Fox Bush è in testa in OH, IA e Wi; Kerry in PA e Florida.
Non si fa fatica a trovare un sondaggio opposto per ciascuno degli Stati citati. Per fortuna tra 36 ore le cose saranno un po' più chiare. Forse non troppo.
tatrat4d
02-11-2004, 01:28
NAZIONALI.
The Harris Poll (Telephone Poll): Bush 49, Kerry 45, Nader 2
Harris (Online Internet Survey): Bush 49, Kerry 47, Nader 1
ABC/WP: Bush 49, Kerry 48, Nader 1
CBS/NYT: Bush 47, Kerry 46, Nader 1
FOX News/Opn Dyn: Kerry 48, Bush 46, Nader 1 | Kerry 48, Bush 46
Rasmussen: Bush 49.4, Kerry 48.8
Reuters/Zogby: Bush 48, Kerry 47, Nader 1
TIPP: Bush 47, Kerry 45, Nader 1 | Bush 45, Kerry 44
----------------------------------------------------------------------------------
STATI IN BILICO.
Survey USA: FL: Bush +1, PA: Kerry +4, OH: Bush +2
Quinnipiac: FL: Bush +8, PA: TIE, NJ: Kerry +5
FOX News: FL: Kerry +5, OH: Bush +3, WI: Bush +3, IA: Bush +4
Rasmussen: FL: Bush+3, OH: Bush+4, PA: Kerry+2, MI: Kerry+4, MN: Kerry +1
OH: Ohio Poll: Bush 50.1, Kerry 49.2
NH: WMR: Kerry 49, Bush 48, Nader 2
Strategic Vision (Lavora per il Partito Repubblicano) | 10/29-10/31: FL: Bush +4, OH: Bush +2, PA: Kerry +1,
WI: Bush +2, MN: TIE, IA: Bush +3, MI: Bush +1, NJ: TIE, WA: Kerry +6
Zogby (da confermare): OH B 49 - K43; FL 48 pari;
PA B 46 - K 50; CO B 49 - K 47; IA B 45 - K 50; MI B 46 - K 52; NM B 48 - K 51; NV B 50 - K 45; WI B 45 - K 51
-----------------------------------------------------------------------------------
Zogby ha inoltre dato per assai probabile la vittoria di Kerry. L'ultimo aggiornamento lo darà domani, e probabilmente sarà conforme al pronostico.
Stessa cosa dovrebbe fare Rasmussen, ma forse con un pronostico opposto.
Lucio Virzì
02-11-2004, 09:17
Primo "round" a Bush....
07:27 I primi americani al voto, urne chiuse alla mezzanotte italiana
I seggi hanno iniziato ad aprirsi sulla costa atlantica. Le prime indicazioni cominceranno ad affluire dopo le 18.00, la mezzanotte in Italia, quando arriveranno i primi exit poll dall'Indiana e dal Kentucky. Gli ultimi a votare saranno i cittadini dell'Alaska dove le urne si chiuderanno alle sei, ora italiana,.
07:18 I primi 26 elettori scelgono Bush
A Dixville Notch ha vinto George W. Bush: il minuscolo paesino del New Hampshire, che tradizionalmente è il primo ad annunciare i risultati nelle elezioni americane, si è pronunciato a favore dell'attuale inquilino della Casa Bianca. Lo scrutinio ha assegnato 19 voti a Bush e 7 a Kerry. Dixville Notch è repubblicano per tradizione.
07:13 Sondaggi, Kerry in vantaggio in sei stati incerti
Il senatore John F. Kerry, candidato democratico alla Casa Bianca, risulta davanti al presidente George W. Bush nei sondaggi in 6 dei 10 Stati in bilico monitorati ogni giorno da Zogby per conto della Reuters. Bush è in testa abbastanza nettamente nell'Ohio (6 punti) e in Nevada (5 punti), e di misura in Colorado. Kerry è in testa abbastanza nettamente nel Michigan, nel Wisconsin e nel Minnesota (6 punti), nello Iowa (5 punti), nella Pennsylvania (4 punti) e di misura nel New Mexico. Parità perfetta, invece, nella Florida, che - se le ipotesi di Zogby si rivelassero esatte - sarebbe di nuovo lo Stato decisivo delle elezioni 2004, come fu di quelle 2000.
Se la Florida sarà ancora decisivo allora finirà come nel 2000....d'altronde i presupposti sono gli stessi: il governatore è sempre il fratellino, eliminazione dalle liste elettorali di migliaia afroamericani probabili elettori dei democratici, macchinette elettroniche fornite da una società che finanzia Bush....Kerry dovrebbe avere almeno 5 punti di vantaggio per assicurarsi questo Stato!
:rolleyes:
Originariamente inviato da Koji
Se la Florida sarà ancora decisivo allora finirà come nel 2000....d'altronde i presupposti sono gli stessi: il governatore è sempre il fratellino, eliminazione dalle liste elettorali di migliaia afroamericani probabili elettori dei democratici, macchinette elettroniche fornite da una società che finanzia Bush....Kerry dovrebbe avere almeno 5 punti di vantaggio per assicurarsi questo Stato!
:rolleyes:
Che hai visto anche te ieri mattina la trasmissione di Minoli?
:)
Originariamente inviato da Duncan
Che hai visto anche te ieri mattina la trasmissione di Minoli?
:)
No, perchè è dal 2000 che si sanno, solo quella delle macchinette dai giornali qualche giorno fa.
Cmq io sono già pronto con la pagina aperta sulla mappina degli States da colorare, sul sito CNN. :)
tatrat4d
02-11-2004, 11:50
Stanno uscendo le previsioni finali dei vari istituti. Si tratta non propriamente di sondaggi, ma del loro adattemento alla previsione di affluenza, turnout dei due partiti, distribuzione degli indecisi, ecc.
Questi sono quelli usciti:
Rasmussen:_Bush 50.2, Kerry 48.5
Marist: Kerry 50, Bush 49, Nader 1
Battleground: Bush 50, Kerry 46, Nader <1
Tarrance Group (R) Final Vote Projection: Bush 51.2, Kerry 47.8, Nader 0.5
TIPP: Bush 50.1, Kerry 48.0, Nader 1.1 | Bush 46.9, Kerry 44.3
Battleground e Tarrance partono dagli stessi dati, ma li elaborano con ponderazioni differenti. Tarrance, come Strategic Vision collaborano con il GOP; Democracy Corps con il Partito Democratico.
Mancano Zogby e Fox, che ieri erano orientati verso Kerry.
Zogby per pararsi il **** aspetto le 5 PM east coast: per il momento assegna 264 voti a Kerry e 247 a Bush. Aspetta prima di assegnare la Florida: in pratica vuole gli exit-polls e poi si esprime.
Una buona notizia per il GOP è che una corte dell'Ohio ha riammesso gli ispettori di lista (1 per partito), in uno Stato dove con 6 milioni di nuove registrazioni (Mary Poppins tra queste) ci saranno sicuramente accurati controlli da fare.
Ore 12: sono cominciate le operazioni di voto in 9 Stati della costa orientale.
Gli ultimi sondaggi dicono Bush al 48,5%, Kerry al 47%.
tatrat4d
02-11-2004, 14:15
Ultimo sondaggio CBS/NYT.
http://www.cbsnews.com/stories/2004/11/01/politics/main652662.shtml
Bush 49, Kerry 47, Nader 1, Undecided 3
:sgrat:
IpseDixit
02-11-2004, 14:32
Anche ora (locale) chiudono i seggi ?
tatrat4d
02-11-2004, 14:37
Originariamente inviato da IpseDixit
Anche ora (locale) chiudono i seggi ?
Dalla mezzanotte italiana in poi. OH e FL all' 01.30
IpseDixit
02-11-2004, 14:41
Originariamente inviato da tatrat4d
Dalla mezzanotte italiana in poi. OH e FL all' 01.30
Ok grazie
ALBIZZIE
02-11-2004, 14:41
http://www.corriere.it/Media/Foto/2004/11_Novembre/02/CODA2.jpg
ma che so' ste file???
ci credo che gli americani non vogliono andare a votare.
mandiamogli Bianco come ministro degli interni.
tatrat4d
02-11-2004, 14:44
Originariamente inviato da ALBIZZIE
mandiamogli Bianco come ministro degli interni.
Sei il solito antiamericano. :asd:
Lucio Virzì
02-11-2004, 14:51
Eroso il vantaggio del 2001 nei primi seggi.
New York, 14:00
Usa al voto, primi dati New Hampshire: eroso vantaggio Bush
Elezioni Usa, primissimi risultati: Bush in leggero vantaggio su John Kerry nel New Hampshire, a Dixville Notch e Hart's Location, le due località di montagna dello Stato i cui elettori si sono ritrovati a votare in piena notte (le sei del mattino in Italia). In totale nelle due località il presidente ha 35 voti e lo sfidante democratico 21. Nader ha avuto una preferenza. Le due località dal voto anticipato forniscono i primi risultati sulla corsa alla Casa bianca e sono tradizionalmente repubblicane. Quattro anni or sono, a questo punto, Bush aveva 38 voti e il suo rivale Al Gore 18, con Nader a 1.
tatrat4d
02-11-2004, 15:29
La sirena di Drudge è in azione: a Philadelphia una macchinetta contava 700 voti prima dell'apertura della sezione. Se il buon giorno...
Everyman
02-11-2004, 15:51
Sono al lavoro...insomma chi vince?
Qualche proiezione???
:)
tatrat4d
02-11-2004, 15:58
Quello che esce lo posto; per adesso ci si può rifare ai post precedenti.
La mia previsione è questa (senza scaramanzia):
Bush 49%
Kerry 48<x<49%
Badnarik 1%
Nader 1%
Kerry 277
Bush 261
Se l'affluenza è alta Kerry potrebbe beneficiarne, si crede.
P.S. Le schede trovate nelle macchinette sono salite a 2000.
:rolleyes:
Per i voti nelle macchinette intendi preferenze assegnate prima che i seggi fossero aperti? :eek:
tatrat4d
02-11-2004, 16:05
Originariamente inviato da Duncan
Per i voti nelle macchinette intendi preferenze assegnate prima che i seggi fossero aperti? :eek:
Così dice Drudge, che di solito ci prende. Si parla di 4 sezioni a Phila, con tanto di ritrovamento di una rivoltella e polizia che ha circondato un edificio.
Everyman
02-11-2004, 16:12
Originariamente inviato da tatrat4d
Quello che esce lo posto; per adesso ci si può rifare ai post precedenti.
La mia previsione è questa (senza scaramanzia):
Bush 49%
Kerry 48<x<49%
Badnarik 1%
Nader 1%
Kerry 277
Bush 261
Se l'affluenza è alta Kerry potrebbe beneficiarne, si crede.
P.S. Le schede trovate nelle macchinette sono salite a 2000.
:rolleyes:
Ragazzi...io rimango pessimista...mi sa che vince quel pazzo di Bush di nuovo.
:(
tatrat4d
02-11-2004, 16:13
Harris ha rilasciato il suo ultimo sondaggio, o meglio due sondaggi, tanto per pararsi il **** pure lui:
Telephone poll:_ Bush 49% Kerry 48% Nader 2%
Online poll:_ Kerry 50% Bush 47% Nader 1% Badnarik 1%
Così sono capace anch'io. :D
Originariamente inviato da tatrat4d
Così dice Drudge, che di solito ci prende. Si parla di 4 sezioni a Phila, con tanto di ritrovamento di una rivoltella e polizia che ha circondato un edificio.
Acc... :eek:
Hai notizie in più?
E Sconcertante questa cosa...
tatrat4d
02-11-2004, 17:01
http://www.drudgereport.com/vote1.htm
XXXXX DRUDGE REPORT XXXXX TUE NOV 02, 2004 09:06:35 ET XXXXX
VOTES FOUND ON MACHINES IN PHILLY BEFORE POLLS OPEN
Before voting even began in Philadelphia -- poll watchers found nearly 2000 votes already planted on machines scattered throughout the city.
One incident occurred at the SALVATION ARMY, 2601 N. 11th St., Philadelphia, Pa: Ward 37, division 8.
Pollwatchers uncovered 4 machines with planted votes; one with over 200 and one with nearly 500...
A second location, 1901 W. Girard Ave., Berean Institute, Philadelphia, Pa, had 300+ votes already on 2 machines at start of day.
ANOTHER INCIDENT: 292 votes on machine at start of day; WARD/DIVISION: 7/7: ADDRESS: 122 W. Erie Ave., Roberto Clemente School, Philadelphia, Pa..
ANOTHER: 456 votes on machine at start of day; WARD/DIVISION: 12/3; ADDRESS: 5657 Chew Ave., storefront, Philadelphia, Pa...
MORE...
Elsewhere, a gun was purposely made visible to scare poll watchers at Ward 30, division 11, at 905 S. 20th St., Grand Court. Police were called and surrounded the location...
Developing...
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.