View Full Version : Angolo di poesia del forum
Up :fagiano:
Sul piacere
Kahlil Gibran
Allora un eremita, che visitava la città una volta l'anno, si fece avanti e disse: Parlaci del Piacere.
E lui rispose dicendo:
Il piacere è un canto di libertà,
Ma non è libertà.
E' la fioritura dei vostri desideri,
Ma non il loro frutto.
E' un abisso che esorta alla scesa,
Ma non è profondo né alto.
E' un uccello in gabbia che si alza in volo,
Ma non è lo spazio conquistato.
Sì, francamente, il piacere è un canto di libertà.
E io vorrei che lo intonaste in tutta pienezza, ma temo che a cantarlo perdereste il cuore.
Alcuni giovani tra voi ricercano il piacere come se fosse tutto, e vengono giudicati e biasimati.
Non vorrei né giudicarli né biasimarli. Vorrei che cercassero.
E troveranno non solo il piacere,
Poiché il piacere ha sette fratelli, e il minore è più bello dello stesso piacere.
Non avete udito di quell'uomo che, scavando la terra in cerca di radici, scoprì un tesoro?
E alcuni anziani tra voi ricordano con rimpianto i piaceri, come errori compiuti nell'ebbrezza.
Ma il rimpianto è l'oscurità della mente, e non il suo castigo.
Essi dovrebbero ricordare i loro piaceri riconoscenti come per il raccolto di un'estate.
Ma se il rimpianto li conforta, si confortino pure.
E tra voi vi sono quelli non così giovani per cercare, né così vecchi per ricordare.
E nella paura di cercare e ricordare, essi fuggono ogni piacer temendo di umiliare e offendere l'anima.
Ma proprio in questo è il loro piacere.
E in tal modo scoprono tesori, sebbene scavino radici con mano tremante.
Ma ditemi, chi può offendere lo spirito?
L'usignolo offende il silenzio della notte, o la lucciola le stelle?
E la vostra fiamma o il vostro fumo mortificano il vento?
Pensate forse di poter turbare lo spirito come con un bastone uno stagno tranquillo?
Spesso, negandovi al piacere, non fate altro che respingere il desiderio nei recessi del vostro essere.
Chissà che non vi attenda domani ciò che oggi avete negato.
Anche il vostro corpo conosce la sua ricchezza e il suo legittimo bisogno, e non permette inganno.
Il corpo è l'arpa della vostra anima,
E sta a voi trarne musica armoniosa o confusi suoni.
E ora domandatevi in cuore: "Come potremo distinguere il buono dal cattivo nel piacere?".
Andate nei vostri campi e giardini, e imparerete che il piacere dell'ape è raccogliere il nettare del fiore,
E che il piacere del fiore è conceder all'ape il suo nettare.
Poiché il fiore per l'ape è una fonte di vita,
E l'ape per il fiore è una messaggera d'amore.
E per l'ape e per il fiore donarsi e ricevere piacere è a un tempo necessita ed estasi.
Popolo di Orfalese, nel piacere siate come le api e come i fiori.
hikari84
21-02-2004, 18:36
Sabato pomeriggio
Passerotto non andare via
nei tuoi occhi il sole muore gia'
scusa se la colpa e' un poco mia
se non so tenerti ancora qua
Ma cosa e' stato di un amore
che asciugava il mare
che voleva vivere volare, che
toglieva il fiato
ed e' ferito ormai
non andar via ti prego
Passerotto non andare via
senza i tuoi capricci che faro'
ogni cosa basta che sia tua
con il cuore a pezzi cerchero'
Ma cosa e' stato di quel tempo
che sfidava il vento
che faceva fremere gridare
contro il cielo, non
lasciarmi solo no
non andar via
non andar via
Senza te morirei
Senza te scoppierei
Senza te brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei senza te
senza te
senza te
Sabato pian piano se ne va
passerotto ma che senso ha
non ti ricordi migravamo
come due gabbiani ci amavamo e
le tue mani da tenere da scaldare
passerotto no
non andar via
non andar via
Senza te morirei
Senza te scoppierei
Senza te brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei senza te
Solo senza di te
che farei senza te
senza te
senza te
senza te...
Claudio Baglioni
hikari84
21-02-2004, 22:32
Viole d'inverno (Myricae)
- Donde, o vecchina, queste violette
serene come un lontanar di monti
nel puro occaso? Poi che il gelo ha strette
tutte le fonti;
il gelo brucia dalle stelle, o nonna,
ogni foglia, ogni radica, ogni zolla. -
- Tiepida, sappi, lungo la Corsonna
geme una polla.
Là noi sciacquiamo il candido bucato
nell'onda calda in mezzo a nevi e brine;
e il poggio è pieno di viole, e il prato
di pratelline. -
Ah!... ma, poeta, non ancor nel pio
tuo cuore è l'onda che discioglie il gelo?
non è la polla, calda nell'oblio
freddo del cielo?
Ché sempre, se ti agghiaccia la sventura,
se l'odio altrui ti spoglia e ti desola,
spunta, al tepor dell'anima tua pura,
qualche viola
Giovanni Pascoli
carmine65
21-02-2004, 22:33
Ciao a tutti... eccoVi un'altra perla di Emily...
Solenne è ciò che...
Solenne è ciò che abbiamo finito
si tratti solo di un gioco
o una festa in soffitta
o una vacanza
o un lasciare casa o dopo
congedarsi da un mondo
capito per uno migliore
ancora da spiegare.
Emily Dickinson
hikari84
02-03-2004, 21:17
Realtà
Ti ho incontrata inaspettatamente
Non ho realizzato
che la mia vita cambierebbe per sempre
Ti ho vista lì
Non sapevo m’importasse
c’era qualcosa di speciale nell’aria
I sogni sono la mia realtà
l’unico genere di fantasia reale
Le illusioni sono una cosa comune
Io cerco di vivere nei sogni
Sembra come se dovesse essere così
I sogni sono la mia realtà,
un diverso tipo di realtà
Di notte sogno di amare
E vivere sembra ok
Sebbene è solo fantasia
Se tu esisti,
dolcezza non resistere
mostrami un nuovo modo d’amare
Dimmi ch’è vero
mostrami cosa fare
Sento qualcosa di speciale per te
I sogni sono la mia realtà,
l’unico tipo di realtà
forse la mia follia è passata
E forse ora finalmente
Vedrò come può essere una cosa vera
I sogni sono la mia realtà
un mondo meraviglioso dove mi piace stare
Sogno di stringerti per tutta la notte
e tenerti sembra giusto
forse è la mia realtà
Ti ho incontrata inaspettatamente,
Non ho realizzato
Che la mia vita cambierebbe per sempre
Dimmi ch’è vero,
sentimenti che sono un segnale
Sento qualcosa di speciale per te
I sogni sono la mia realtà,
un mondo meraviglioso dove mi piace stare
Le illusioni sono una cosa comune
cerco di vivere nei sogni
anche se è solo fantasia
I sogni sono la mia realtà
Mi piace sognarti vicina a me
Sogno di amare nella notte
e amarti sembra giusto
Forse questa è la mia realtà
Richard Sanderson, dal film "Il tempo delle mele"
Ho cercato di cacciarti dalla mia vita
Come sangue infetto dalle mie vene
Ma come immergere un coltello nelle carni?
Come dire all'anima vattene?
Io:D
Vi piace?
carmine65
02-03-2004, 21:45
Ciao...
questa brevissima poesia di Emily la dedico alla collega Hikari... :vicini:
Non ci son prigionieri...
Non ci son prigionieri
dove la libertà -
lei stessa - abita in te -
Emily Dickinson
hikari84
02-03-2004, 21:47
Originariamente inviato da Alfa147
Ho cercato di cacciarti dalla mia vita
Come sangue infetto dalle mie vene
Ma come immergere un coltello nelle carni?
Come dire all'anima vattene?
Io:D
Vi piace?
Molto, rende bene l'idea...
hikari84
02-03-2004, 21:50
Originariamente inviato da carmine65
Ciao...
questa brevissima poesia di Emily la dedico alla collega Hikari... :vicini:
Non ci son prigionieri...
Non ci son prigionieri
dove la libertà -
lei stessa - abita in te -
Emily Dickinson
:(
Grazie Carmine...
carmine65
02-03-2004, 21:52
Originariamente inviato da hikari84
:(
Grazie Carmine...
ma prego Hikarina...
togli quella faccina triste... puoi mettere la stessa icona che ho messo io...
:)
ciaoooo.
hikari84
03-03-2004, 20:30
Poiché l'alba si accende, ed ecco l'aurora,
poiché, dopo avermi a lungo fuggito, la speranza consente
a ritornare a me che la chiamo e l'imploro,
poiché questa felicità consente ad esser mia,
facciamola finita coi pensieri funesti,
basta con i cattivi sogni, ah! soprattutto
basta con l'ironia e le labbra strette
e parole in cui uno spirito senz'anima trionfava.
E basta con quei pugni serrati e la collera
per i malvagi e gli sciocchi che s'incontrano;
basta con l'abominevole rancore! basta
con l'oblìo ricercato in esecrate bevande!
Perché io voglio, ora che un Essere di luce
nella mia notte fonda ha portato il chiarore
di un amore immortale che è anche il primo
per la grazia, il sorriso e la bontà,
io voglio, da voi guidato, begli occhi dalle dolci fiamme,
da voi condotto, o mano nella quale tremerà la mia,
camminare diritto, sia per sentieri di muschio
sia che ciottoli e pietre ingombrino il cammino;
sì, voglio incedere dritto e calmo nella Vita
verso la meta a cui mi spingerà il destino,
senza violenza, né rimorsi, né invidia:
sarà questo il felice dovere in gaie lotte.
E poiché, per cullare le lentezze della via,
canterò arie ingenue, io mi dico
che lei certo mi ascolterà senza fastidio;
e non chiedo, davvero, altro Paradiso.
Paul Verlaine
hikari84
03-03-2004, 22:02
If you leave me now
If you leave me now, you take away the biggest part of me
Ooo oh, baby please don't go
If you leave me now, you'll take away the very heart of me
Ooo oh, baby please don't go
Ooo, oh, i just want you to stay
A love like ours is love that's hard to find
How could we let it slip away?
We've come too far to leave it all behind
How could we end it all this way?
When tomorrow comes and we both regret the things we said today
Se mi lasci ora
Se mi lasci ora, porti via la più grande parte di me
Ooo oh, baby ti prego non andare
Se mi lasci ora, porti via il mio cuore
Ooo oh, baby ti prego non andare
Ooo, oh, voglio solo che tu resti
Un amore come il nostro è un amore difficile da trovare
Come possiamo lasciarlo andare?
Siamo arrivati troppo oltre per lasciare tutto alle spalle
Come possiamo lasciare che finisca in questo modo?
Un domani ci rattristeremo delle cose che ci siamo detti oggi
Chicago
Originariamente inviato da Alfa147
Ho cercato di cacciarti dalla mia vita
Come sangue infetto dalle mie vene
Ma come immergere un coltello nelle carni?
Come dire all'anima vattene?
Io:D
Vi piace?
Molto sul genere Decandente :D
L'angelo buono
Rafael Alberti
Venne quello che amavo,
quello che invocavo.
Non quello che spazza cieli senza difese,
astri senza capanne,
lune senza patria,
nevi.
Nevi di quelle cadute da una mano,
un nome,
un sogno,
una fronte.
Non quello che alla sua chioma
legò la morte.
Quello che io amavo.
Senza graffiare i venti,
senza foglia ferire né smuovere cristalli.
Quello che alla sua chioma
legò il silenzio.
Senza farmi del male,
per scavarmi un argine di dolce luce nel petto
e rendermi l'anima navigabile.
Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere...
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo
se sapremo darci l'un l'altro senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia
Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
(A. du C.)
hikari84
04-03-2004, 11:12
Originariamente inviato da Pola
Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere...
Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo e non il ricordo di come eravamo
se sapremo darci l'un l'altro senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia
Allora sarà amore e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
(A. du C.)
http://www.planetsmilies.com/smilies/sad/1/sad06.gif
Originariamente inviato da hikari84
http://www.planetsmilies.com/smilies/sad/1/sad06.gif
Talmente vera che fa star male.
Alcune volte, preferirei non avere un cuore....
hikari84
04-03-2004, 12:16
Originariamente inviato da Pola
Talmente vera che fa star male.
Alcune volte, preferirei non avere un cuore....
Già...
hikari84
04-03-2004, 17:56
Il fringuello cieco
Finch... finché nel cielo volai,
finch... finch'ebbi il nido sul moro,
c'era un lume, lassù, in ma' mai,
un gran lume di fuoco e d'oro,
che andava sul cielo canoro,
spariva in un tacito oblìo...
Il sole!... Ogni alba nella macchia,
ogni mattina per il brolo,
- Ci sarà? - chiedea la cornacchia;
- Non c'è più! - gemea l'assiuolo;
e cantava già l'usignolo:
- Addio, addio dio dio dio dio... -
Ma la lodola su dal grano
saliva a vedere ove fosse.
Lo vedeva lontan lontano
con le belle nuvole rosse.
E, scesa al solco donde mosse,
trillava: - C'è, c'è, lode a Dio! -
"Finch... finché non vedo, non credo"
però dicevo a quando a quando.
Il merlo fischiava - Io lo vedo -;
l'usignolo zittìa spiando.
Poi cantava gracile e blando:
- Anch'io anch'io chio chio chio chio... -
Ma il dì ch'io persi cieli e nidi,
ahimè che fu vero, e s'è spento!
Sentii gli occhi pungermi, e vidi
che s'annerava lento lento.
Ed ora perciò mi risento:
- O sol sol sol sol... sole mio? -
Giovanni Pascoli
johnnyboy79
04-03-2004, 18:14
Una traduzione di Pascoli dai "Canti popolari bretoni" sulla famiglia e l' importanza del focolare:
Breus
I
Viveva con sua madre in Cornovaglia:
un dì trasecolò nella boscaglia.
Nella boscaglia un dì, tra cerro e cerro
vide passare un uomo tutto ferro.
Morvàn pensò che fosse San Michele:
s'inginocchiò: "Signore San Michele,
non mi far male, per l'amor di Dio!".
"Né mal fo io, né San Michel son io.
No: San Michele non poss'io chiamarmi:
cavalier, si: son cavaliere d'armi".
"Un Cavaliere? Ma che cosa è mai
guardami o figlio e che cos'è saprai"
"Che è codesto lungo legno greve?"
"La lancia: ha sete, e dove giunge, beve".
"Che è codesta di cui tu sei cinto?".
"Spada, se hai vinto; croce se sei vinto".
"Di che vesti? La veste è pesa e dura".
"E' ferro. Figlio, questa è l'armatura".
"E tu nascesti già così coperto?".
Rise e rispose il cavalier:; "No, certo".
"E chi la pose, dunque, indosso a te?".
"Chi può". "Chi può?". "Ma, caro figlio, il re!".
II
Il fanciullo tornò dalla sua mamma,
e le saltò sulle ginocchia: "Mamma,
mammina (cinguettò), tu non lo sai!
ho visto quello che non vidi mai!
un uomo bello più del San Michele
ch'è in chiesa, tra il chiaror delle candele!".
"Non c'è uomo più bello , figlio mio,
più bello, no, d'un angelo di Dio".
"Ma sì, ce n'è, mammina, se permetti,
ce n'è mammina, cavalier son detti.
E io, mammina, voglio andar con loro,
e aver veste di ferro e sproni d'oro".
La madre a terra cadde come morta,
che già Morvan usciva dalla porta;
Morvan usciva e le volgea le spalle,
ed entrò difilato nelle stalle;
nelle stalle trovò sol un ronzino:
lo sciolse, vi montò sopra: in cammino.
Egli partì, ne salutò persona
eccolo fuori, ecco che batte e sprona:
eccolo già lontano dal castello,
dietro quell'uomo, ch'era così bello.
III
Dopo dieci anni, dieci tutti interi,
Breus, il cavalier de cavalieri,
sostò pensoso avanti a quel castello.
Era fradicio e rotto il ponticello.
Entrò pensoso nella corte antica:
c'era tant'erba, c'era tanta ortica.
Il rovo vi crescea come una siepe,
e la muraglia piena era di crepe.
L'edera aveva la muraglia invasa:
l'erba copria la soglia della casa.
E l'uscio era imporrito e tristo a mo'
di tomba. Egli picchiò, picchiò, picchiò..
Ecco alfine una donna, ecco una donna
antica e cieca, che gli aprì. "Voi, nonna,
mi potete albergar per questa notte?".
"Albergar vi si può per questa notte,
albergar vi si può di tutto cuore,
ma l'albergo non è forse il migliore.
Ché questa casa è tutta in abbandono
da che il figlio partì, dieci anni or sono".
Era discesa una donzella in tanto,
che appena lo guardò, ruppe in pianto.
IV
"Perché piangete, buona damigella?
perché piangete, cara damigella?".
"Io voglio dirvi, sire cavaliere,
io voglio dirvi, che mi fa dolere.
E' un mio fratello che dieci anni fa
(ora sarebbe della vostra età),
ci abbandonò per farsi cavaliere.
Io piango appena vedo un cavaliere.
Se vedo un cavalier presso il castello,
piango pensando al mio dolce fratello".
"Non avete la madre, o damigella?
non un altro fratello? una sorella?".
"Nessuno... almeno ch'io li veda in viso:
son, fratelli e sorelle, in paradiso.
La mia madre morì dal dispiacere
quand'e' partì per farsi cavaliere.
Ecco il suo letto presso il limitare,
ecco il suo seggio presso il focolare.
La sua crocetta porto sopra me.
pel mio povero cuore altro non c'è".
V
Mise un singhiozzo il cavalier d'un tratto.
Ella il pallido alzò viso disfatto.
La damigella alzò con meraviglia
gli occhi che aveano il pianto sulle ciglia.
"Iddio la mamma ancora a voi l'ha presa
c'ora piangete, che m'avete intesa?".
"Ancora a me la mamma prese Iddio;
ma chi gli disse: Prendila! fui io".
"Voi? Ma chi siete? Qual'è il vostro nome?".
"Morvan il nome, Breus il soprannome.
O sorellina, io son pien di gloria:
ogni giorno ho contata una vittoria:
ma se potevo indovinar quel giorno,
che non l'avrei veduta al mio ritorno,
o sorellina, non sarei partito!
o sorellina, non sarei fuggito!
Oh! per vederla qui sul limitare,
per rivederla presso il focolare,
per abbracciare qui con te pur lei
le mie vittorie tutte le darei:
sarei felice, pur ch'a lei vicino,
di strigliar tuttavia quel mio ronzino!".
Giovanni Pascoli
hikari84
05-03-2004, 20:12
Non ho nulla
Condividi la mia vita
prendimi per ciò che sono
perchè non ho mai cambiato
le mie carte per te
prendi il mio amore
non ho mai domandato troppo
solo tutto ciò che sei
e ogni cosa che fai
non ho realmente bisogno di guardare
troppo lontano
non voglio dover andare dove non mi puoi seguire
non reprimere questa passione
non si può scappare da se stessi
dove non c'è nulla in cui nascondersi
Ritornello:
non chiudermi un'altra porta in faccia
non voglio ferirmi ancora
stai tra le mie braccia se ne hai il coraggio
ti devo immaginare qui?
non andartene via da me
non ho nulla
nulla
nulla, se non ti ho con me
mi hai guardato attraverso il bene del cuore
hai fatto crollare i miei muri
con la forza del tuo amore
non ho mai conosciuto
amore come l' ho conosciuto con te
sopravvive la memoria?
una che ci si possa portare dentro
non ho realmente bisogno di guardare
troppo lontano
non voglio dover andare dove non mi puoi seguire
non reprimere questa passione
non si può scappare da se stessi
dove non c'è nulla in cui nascondersi
tu sei l'amore che ricorderò per sempre
Ritornello:
non chiudermi un'altra porta in faccia
non voglio ferirmi ancora
stai tra le mie braccia se ne hai il coraggio
ti devo immaginare qui?
non andartene via da me
non ho nulla
nulla
Ritornello:
non chiudermi un'altra porta in faccia
non voglio ferirmi ancora
stai tra le mie braccia se ne hai il coraggio
ti devo immaginare qui?
non andartene via da me
non ho nulla
nulla
nulla, se non ti ho con me
te, se non te
Whitney Houston
aristotele
07-03-2004, 09:40
dopo l'agognato aggiornamento informatico posso finalmente tornare a postare dal mio ibook nuovo nuovo!!!
1948
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che tu venga all'ospedale o in prigione
nei tuoi occhi porti sempre il sole.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
questa fine di maggio, dalle parti d'Antalya,
sono così, le spighe, di primo mattino;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
quante volte hanno pianto davanti a me
son rimasti tutti nudi, i tuoi occhi,
nudi e immensi come gli occhi di un bimbo
ma non un giorno han perso il loro sole;
i tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
che s'illanguidiscano un poco, i tuoi occhi
gioiosi, immensamente intelligenti, perfetti:
allora saprò far echeggiare il mondo
del mio amore.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
così sono d'autunno i castagneti di Bursa
le foglie dopo la pioggia
e in ogni stagione e ad ogni ora, Istanbul.
I tuoi occhi i tuoi occhi i tuoi occhi
verrà un giorno, mia rosa, verrà un giorno
che gli uomini si guarderanno l'un l'altro
fraternamente
con i tuoi occhi, amor mio,
si guarderanno con i tuoi occhi.
Nazim Hikmet
marKolino
07-03-2004, 09:43
...non posto moltissimo, ma vi leggo in silenzio. Mi piacciono le vostre parole.
Posso mettere un testo di una canzone? mi piace da morire ;)
Io non ti prometto
qualcosa che non ho
quello che non sono
non posso esserlo
anche se so che c'è chi dice
per quieto vivere
bisogna sempre fingere.
Non posso giurare
che ogni giorno sarò
bello, eccezionale, allegro,
sensibile, fantastico
ci saranno dei giorni grigi
ma passeranno sai
spero che tu mi capirai.
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò
So che nelle fiabe
succede sempre che
su un cavallo bianco
arriva un principe
e porta la bella al castello
si sposano e sarà
amore per l'eternità.
Solo che la vita
non è proprio così
a volte è complicata come una
lunga corsa a ostacoli
dove non ti puoi ritirare
soltanto correre
con chi ti ama accanto a te.
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
Giuro ti prometto
che io mi impegnerò
io farò di tutto però
se il mondo col suo delirio
riuscirà ad entrare e far danni
ti prego dimmi che
combatterai insieme a me
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
Nella buona sorte e nelle avversità,
nelle gioie e nelle difficoltà
se tu ci sarai
io ci sarò.
Non so se qualcuno l'ha già postata.
Venite a Madrid
Vostra la guerra
Nostri i morti
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid.
Erano donne, uomini, bambini, anziani, la semplice e
pura umanità che cominciava un altro
giorno, un giorno di lavoro, di sogni, di speranze,
senza sapere che la
volontà assassina di qualche miserabile aveva deciso
che fosse l'ultimo.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid,
questa città amata in
cui tutti arrivano e tutti sono benvenuti. Venite a
vedere gli appunti, i
libri, le cose sparse fra i resti del massacro. Venite
a vedere un giorno
morto e il dolore di una società che ha gridato mille
volte il suo diritto
di vivere in pace. Scrivo queste righe mentre ascolto
i notiziari e posso
solo pensare alla tristezza delle aule, delle tavole,
delle case a cui non
ritorneranno più quelle centinaia di cittadini, di
fratelli e sorelle le
cui vite sono state stroncate in un miserabile atto di
odio, perché l'unico
obiettivo del terrorismo è l'odio contro l'umanità,
perché non c'è causa
che possa giustificare l'assassinio collettivo, perché
non esiste idea che
valga un genocidio, perché non esiste giustificazione
alcuna di fronte alla
barbarie.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid,
assassini, e verificate
che sebbene è certo che ci avete sprofondato nel
dolore, lo è altrettanto
che con questo crimine inqualificabile una volta di
più non avete
conseguito nulla. Il valore dei madrileni che
immediatamente si sono
riversati a soccorrere i feriti, a donare il sangue, a
facilitare il lavoro
delle forze di sicurezza e di salvataggio, è stata
l'immediata risposta
morale di una città fraterna, di una cittadinanza
responsabile e solidale.
Mentre scrivo queste righe so che gli assassini stanno
nelle loro tane, nei
loro ultimi nauseabondi nascondigli perché non ci sarà
luogo sulla o dentro
la terra dove possano nascondersi e sfuggire al
castigo di una società
ferita. So che guardano la
televisione, ascoltano la
radio, leggono i
giornali per misurare i risultati della loro codardia,
l'infame bilancio di
un atto che ripugna e che ha trovato solo la condanna
dell'umanità intera.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid,
venite a vedere il
giorno inconcluso, venite a vedere il dolore che
lascia allibiti, a sentire
come l'aria di un inverno che si ritira porta il
"perché?" per i parchi
amorosi, le fabbriche, i musei, le università e le
strade di una città il
cui unico modo di essere è e sarà sempre l'ospitalità.
Assassini; la vostra
zampata d'odio ci ha causato una ferita che non si
chiuderà mai, però siamo
più forti di voi, siamo meglio di voi, e l'orrore non
interromperà né
piegherà quella normalità civica, cittadina,
democratica che è il nostro
bene più prezioso e il migliore dei nostri diritti.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid,
anche il cinismo di
quelli che hanno provato a lucrare sul dolore di
tutti, di quelli che
manipolano le lacrime e la disperazione, di quelli che
non vedono orfani,
vedove, esseri mutilati ma solo voti.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, di
questa città che ha
gridato «pace» con voce unanime, e il suo grido è
stato ignorato da un
servo dell'imperialismo nordamericano, da un lacché
del signore della
guerra che pretende di governare il mondo, ed è solo
riuscito a portare
l'orrore in Europa.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid, il
lavoro sereno di
medici e infermiere, il gesto triste dei governanti
solitari, e anche il
sorriso infame di un buffone italiano, l'unico al
mondo ad assecondare
Aznar con le sue menzogne.
Venite a vedere il sangue per le strade di Madrid,
bagnateci le vostre mani
e scrivete "pace" su tutti i muri della terra.
Luis Sepulveda
hikari84
20-03-2004, 19:07
Quelle labbra che Amor creò con le sue mani
bisbigliarono un suono che diceva "Io odio"
a me, che per amor suo languivo:
ma quando ella avvertì il mio penoso stato,
subito nel suo cuore scese la pietà
a rimproverar la lingua che sempre dolce
soleva esprimersi nel dar miti condanne;
e le insegnò a parlarmi in altro modo,
"Io odio" ella emendò con un finale,
che le seguì come un sereno giorno
segue la notte che, simile a un demonio,
dal cielo azzurro sprofonda nell'inferno.
Dalle parole "Io odio" ella scacciò ogni odio
e mi salvò la vita dicendomi "non te".
William Shakespeare
hikari84
21-03-2004, 12:29
Cogli questo piccolo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.
Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano - e coglilo.
Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l'ora dell'offerta.
Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
finché c'è tempo - e coglilo.
Rabindranath Tagore
hikari84
27-03-2004, 20:40
Amo tutto ciò che è stato,
tutto quello che non è più,
il dolore che ormai non mi duole,
l’antica e erronea fede,
l’ieri che ha lasciato dolore,
quello che ha lasciato allegria
solo perché è stato, è volato
e oggi è già un altro giorno.
Fernando Pessoa
"L' inverno è finito" - mi dicesti piano -
"viviamo la nostra primavera."
Sembri solo un ricordo lontano
ma non mi chiederò se fossi sincera.
Davvero l' anima mia a te la mano
aveva teso in quella notte nera;
piangere a lungo per te ormai è vano
se la morte della Speranza è vera.
E' passato il tempo delle fate,
il verde paradiso di un amore
ritrovato, un' illusione svanita:
dal gelo oscuro dell' anima, andate
parole di sconforto. Ho nel cuore
l' eterna tua assenza dalla mia vita.
Iggy Pop - The Passenger
I am the passenger and I ride and I ride
I ride through the city's backsides
I see the stars come out of the sky
Yeah, the bright and hollow sky
You know it looks so good tonight
I am the passenger
I stay under glass
I look through my window so bright
I see the stars come out tonight
I see the bright and hollow sky
Over the city's ripped backsides
And everything looks good tonight
Singing la la la la la.. lala la la, la la la la.. lala la la...
Get into the car
We'll be the passenger
We'll ride through the city tonight
We'll see the city's ripped backsides
We'll see the bright and hollow sky
We'll see the stars that shine so bright
Stars made for us tonight
Oh, the passenger
How, how he rides
Oh, the passenger
He rides and he rides
He looks through his window
What does he see?
He sees the sign and hollow sky
He sees the stars come out tonight
He sees the city's ripped backsides
He sees the winding ocean drive
And everything was made for you and me
All of it was made for you and me
'Cause it just belongs to you and me
So let's take a ride and see what's mine
Singing la la la la.. lala la la...
Oh the passenger
He rides and he rides
He sees things from under glass
He looks through his window side
He sees the things that he knows are his
He sees the bright and hollow sky
He sees the city sleep at night
He sees the stars are out tonight
And all of it is yours and mine
And all of it is yours and mine
So let's ride and ride and ride and ride
Oh, oh, Singing la la la la lalalala
hikari84
28-03-2004, 20:19
Originariamente inviato da Ma Sara
"L' inverno è finito" - mi dicesti piano -
"viviamo la nostra primavera."
Sembri solo un ricordo lontano
ma non mi chiederò se fossi sincera.
Davvero l' anima mia a te la mano
aveva teso in quella notte nera;
piangere a lungo per te ormai è vano
se la morte della Speranza è vera.
E' passato il tempo delle fate,
il verde paradiso di un amore
ritrovato, un' illusione svanita:
dal gelo oscuro dell' anima, andate
parole di sconforto. Ho nel cuore
l' eterna tua assenza dalla mia vita.
Mi ricordo il giorno in cui l'hai postata... come se fosse ieri...
hikari84
28-03-2004, 20:45
Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell'erba,
lascian camminando due ombre che s'uniscono,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.
L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.
Pablo Neruda
marKolino
28-03-2004, 20:51
e questa?
Amore
Silenzioso come una foglia
che si schiude al sole,
profumato come un giglio
al suo compleanno,
più bello di un narciso narcisista,
più sicuro di un
nido su una quercia,
ricercato come la
fonte della giovinezza.
hikari84
28-03-2004, 20:57
Originariamente inviato da marKolino
e questa?
Amore
Silenzioso come una foglia
che si schiude al sole,
profumato come un giglio
al suo compleanno,
più bello di un narciso narcisista,
più sicuro di un
nido su una quercia,
ricercato come la
fonte della giovinezza.
Bella. :)
marKolino
28-03-2004, 21:00
...non è farina del mio sacco eh... non ricordo proprio chi l'ha composta...:(
marKolino
28-03-2004, 21:21
Sono indeciso tra il rimanere sveglio a pensarti o dormire con la speranza di sognarti...
la frase della buonanotte di oggi vi è stata offerta gentilmente da marKolino :D
hikari84
02-04-2004, 22:26
Ho pena delle stelle
Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo...
Ho pena delle stelle.
Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?
Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l’essere triste lume o un sorriso...
Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un’altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così, come un perdono?
Fernando Pessoa
marKolino
02-04-2004, 22:29
Stella, di Roberto Perin
Stella
Ho trovato
un mondo dove giocare.
Ho trovato
un mondo dove vivere.
Ho trovato
un mondo dove sognare,
con le bolle color grano,
saltare i riflessi
di cielo nelle acque vive.
Ho trovato dove correre
in sella alla libertà,
mentre cerco di allineare
la linea dell'orizzonte.
Penso che questa
non può essere realtà.
Ho sciolto i nodi
dei miei pensieri,
ho liberato al vento i desideri
in questo mondo magico.
Una mano mi stringe,
mi prende, è la tua mano.
La mano di chi mi ha
fatto sognare con il suo amore
Echoes
Overhead the albatross hangs motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
In labyrinths of coral caves
The echo of a distant time
Comes willowing across the sand
And everything is green and submarine
And no-one showed us to the land
And no-one knows the where or whys
But something stirs and something tries
And starts to climb towards the light
Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
And I am you and what I see is me
And do I take you by the hand
And lead you through the land
And help me understand the best I can
And no-one calls us to move on
And no-one forces down our eyes
And no-one speaks and no-one tries
And no-one flies around the sun
Cloudless everyday you fall upon my waking eyes
Inviting and inciting me to rise
And through the window in the wall
Come streaming in on sunlight wings
A million bright ambassadors of morning
And no-one sings me lullabies
And no-one makes me close my eyes
And so I throw the windows wide
And call to you across the sky
Pink Floyd
pesciolinaa
02-04-2004, 23:55
A volte mi fingo innamorata:
come si infiamma la vanità
delle mie vittime! Un rossore celato
il portamento nobile, tanti ringraziamenti
un'evasione onesta: "Ti sono grata
ma non posso e poi cosa ci trovi
in me?" Niente infatti
che non sia un collo un po' sciupato,
una certa curva delle labbra o una saliva
per un attimo dimenticata agli angoli della bocca
e poi subito ritirata.
.
.. e allora il sangue è scivolato via dalle mie vene
lasciandomi alla bianca quadratura della stanza
dove una morte lieve lieve
si è posata sulla mia guancia
per poi rubarmi il respiro
stringermi le mani
incatenarmi lo stomaco.
E come sarebbe avanzata
se tre parole, che qui non posso dire,
non l'avessero improvvisamente ricacciata.
Due ore fa mi sono innamorata.
Tremo d'amore e seguito a tremare,
ma non so bene a chi mi devo dichiarare.
Oggi il mio cuore superbamente alberga
nel suo immenso malumore. Addio. Pazienza.
Penso che forse a forza di pensarti
potrò dimenticarti, amore mio.
(patrizia cavalli)
alimatteo86
03-04-2004, 12:45
Originariamente inviato da marKolino
che bello il vcchi avatar....:D
marKolino
03-04-2004, 13:04
Originariamente inviato da alimatteo86
che bello il vcchi avatar....:D
:confused: :confused:
hikari84
03-04-2004, 17:57
Originariamente inviato da Ma Sara
Echoes
Overhead the albatross hangs motionless upon the air
And deep beneath the rolling waves
In labyrinths of coral caves
The echo of a distant time
Comes willowing across the sand
And everything is green and submarine
And no-one showed us to the land
And no-one knows the where or whys
But something stirs and something tries
And starts to climb towards the light
Strangers passing in the street
By chance two separate glances meet
And I am you and what I see is me
And do I take you by the hand
And lead you through the land
And help me understand the best I can
And no-one calls us to move on
And no-one forces down our eyes
And no-one speaks and no-one tries
And no-one flies around the sun
Cloudless everyday you fall upon my waking eyes
Inviting and inciting me to rise
And through the window in the wall
Come streaming in on sunlight wings
A million bright ambassadors of morning
And no-one sings me lullabies
And no-one makes me close my eyes
And so I throw the windows wide
And call to you across the sky
Pink Floyd
High Hopes
Beyond the horizon of the place we lived
when we were young
In a world of magnets and miracles
Our thoughts strayed constantly and without boundary
The ringing of the division bell had begun
Along the Long Road and on down the Causeway
Do they still meet there by the Cut
There was a ragged band that followed in our footsteps
Running before time took our dreams away
Leaving the myriad small creatures
trying to tie us to the ground
To a life consumed by slow decay
The grass was greener
The light was brighter
With friends surrounded
The nights of wonder
Looking beyond the embers of bridges glowing behind us
To a glimpse of how green it was on the other side
Steps taken forwards but sleepwalking back again
Dragged by the force of some inner tide
At a higher altitude with flag unfurled
We reached the dizzy heights of that dreamed of world
Encumbered forever by desire and ambition
There's a hunger still unsatisfied
Our weary eyes still stray to the horizon
Though down this road we've been so many times
The grass was greener
The light was brighter
The taste was sweeter
The nights of wonder
With friends surrounded
The dawn mist glowing
The water flowing
The endless river
Forever and ever
Pink Floyd
Shine On Your Crazy Diamonds (1-5)
Remember when you were young,
You shone like the sun.
Shine on you crazy diamond.
Now there's a look in your eyes,
Like black holes in the sky.
Shine on you crazy diamond.
You were caught on the crossfire
Of childhood and stardom,
Blown on the steel breeze.
Come on you target for faraway laughter,
Come on you stranger,
you legend, you martyr, and shine!
You reached for the secret too soon,
You cried for the moon.
Shine on you crazy diamond.
Threatened by shadows at night,
And exposed in the light.
Shine on you crazy diamond.
Well you wore out your welcome
With random precision,
Rode on the steel breeze.
Come on you raver, you seer of visions,
Come on you painter, you piper,
you prisoner, and shine!
Shine On You Crazy Diamond (6-9)
Nobody knows where you are,
How near or how far.
Shine on you crazy diamond.
Pile on many more layers
And I'll be joining you there.
Shine on you crazy diamond.
And we'll bask in the shadow
Of yesterday's triumph,
And sail on the steel breeze.
Come on you boy child,
You winner and loser,
Come on you miner for truth and delusion, and shine!
Pink Floyd
:( :( :cry: :cry: :cry:
hikari84
04-04-2004, 20:20
Cuore lo dimenticheremo!
Tu e io stanotte!
Tu dimentica il calore che ti ha dato,
io scorderò la luce!
Quando avrai finito, te ne prego,
dimmelo, così che io cominci!
Presto, presto! Potrei pensare a lui
mentre tu perdi tempo!
Emily Dickinson
hikari84
07-04-2004, 21:40
Sinfonia azzurra
Venne in cerca di te
nella calda notte, lungo le strade dai fanali azzurri.
Tutte le strade, allora, la notte erano azzurre
come le vie dei cieli,
e il volto amato
non si vedeva: si sentiva in cuore
E ti trovò, o dolcezza, nell’ombra
casta, velata d’un vapor di stelle.
Fra quel tremolìo d’astri
discesi in terra,
in quell’azzurro di due firmamenti
l’uno a specchio dell’altro, ella
ella pure rispecchiò in te l’anima sua notturna.
E ti seguì con passo di bambina
senza sapere, senza vedere, tacita e fluida.
E allor che il giorno apparve
con fresco riso roseo su l’immenso turchino,
non trovò più se stessa
per ritornare.
Ada Negri
pesciolinaa
07-04-2004, 22:04
UN'ATTESA
Questi giorni d'acerba primavera
irrompono nel sangue con sottile
maliziosa perfidia.
Così il brivido
che muove per un attimo l'attonita
superficie marina e in un istante
ne fa un foglio gremito di scrittura
celeste che un colpo
di vento cancella e
un altro rinnova.
[Cesare Vivaldi]
pesciolinaa
07-04-2004, 22:17
CANTO DELLE RONDINI
Questa verde serata ancora nuova
e la luna che sfiora calma il giorno
oltre la luce aperto con le rondini
daranno pace e fiume alla campagna
ed agli esuli morti un altro amore;
ci rimpiange monotono quel grido
brullo che spinge già l' inverno, è solo
l' uomo che porta la città lontano.
e nei treni che spuntano, e nell' ora
fonda che annotta, sperano le donne
ai freddi affissi d' un teatro, cuore
logoro nome che patimmo un giorno.
[Alfonso Gatto - Poesie - 1929-49]
marKolino
08-04-2004, 18:30
I ragazzi che si amano
-Jacques Prévert
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
:vicini:
hikari84
08-04-2004, 21:53
Il Vino degli Amanti
Oggi lo spazio è splendido! Senza morsi né speroni o briglie,
via, sul vino, a cavallo verso un cielo divino e incantato!
Come due angeli che tortura un rovello implacabile oh,
nel cristallo azzurro del mattino, seguire il lontano meriggio!
Mollemente cullati sull'ala del turbine cerebrale, in un
delirio parallelo,
sorella, nuotando affiancati, fuggire senza riposi né tregue
verso il paradiso dei miei sogni.
Charles Baudelaire
zakmckraken
08-04-2004, 22:09
Fresca notte di primavera
Luna amica e vicina,
la mente vola con lei
Sento una voce non vera
Una voce giunge piccina
un'amico esser vorrei
Solo ormai io mi trovo
Perso nei fatti dell'uomo
Solo tristezza ormai sento
E nemmeno rabb'io covo
Osservo le guglie del duomo
Intagliate scure nel vento
Dolci sogni di primavera
pace e gioia in ispirito
cosi lontani stasera
a giorno ormai morto
ZakMcKraken
hikari84
11-04-2004, 21:28
Canto alla luna
La luna geme sui fondali del mare,
o Dio morta paura
di queste siepi terrene,
o quanti sguardi attoniti
che salgono dal buio
a ghermirti nell'anima ferita.
La luna grava su tutto il nostro io
e anche quando sei prossima alla fine
senti odore di luna
sempre sui cespugli martoriati
dai mantici
dalle parodie del destino.
Io sono nata zingara, non ho posto fisso nel mondo,
ma forse al chiaro di luna
mi fermerò il tuo momento
quanto basti per darti
un unico bacio d'amore.
Alda Merini
hikari84
12-04-2004, 13:45
Noi saremo
Noi saremo, a dispetto di stolti e di cattivi
che certo guarderanno male la nostra gioia,
talvolta, fieri e sempre indulgenti, è vero?
Andremo allegri e lenti sulla strada modesta
che la speranza addita, senza badare affatto
che qualcuno ci ignori o ci veda, è vero?
Nell'amore isolati come in un bosco nero,
i nostri cuori insieme, con quieta tenerezza,
saranno due usignoli che cantan nella sera.
Quanto al mondo, che sia con noi dolce o irascibile,
non ha molta importanza. Se vuole, esso può bene
accarezzarci o prenderci di mira a suo bersaglio.
Uniti dal più forte, dal più caro legame,
e inoltre ricoperti di una dura corazza,
sorrideremo a tutti senza paura alcuna.
Noi ci preoccuperemo di quello che il destino
per noi ha stabilito, cammineremo insieme
la mano nella mano, con l'anima infantile
di quelli che si amano in modo puro, vero?
Paul Verlaine
One Of These Days
One of these days,
I'm going to cut you into little pieces.
Pink Floyd
marKolino
12-04-2004, 15:05
Non so, forse sono fissato, ma per me il sorriso è rivelatorio.
Il tuo sorriso, di Pablo Neruda
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
hikari84
12-04-2004, 15:06
Originariamente inviato da Ma Sara
One Of These Days
One of these days,
I'm going to cut you into little pieces.
Pink Floyd
Empty Spaces
What shall we use to fill the empty
Spaces where we use to talk
How shall I fill the final places
How shall I complete the wall
Pink Floyd
hikari84
12-04-2004, 22:08
Desiderio
Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo
né lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.
Senza lo sprone del vento
sopra le fronde
né la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse
lucciola
di un'altra,
in un campo di
sguardi viziosi.
Un riposo chiaro
e lì i nostri baci,
nèi sonori
dell'eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.
Federico Garcia Lorca
hikari84
03-05-2004, 21:46
Notte dolorosa
Si muove il cielo, tacito e lontano:
la terra dorme, e non la vuol destare;
dormono l'acque, i monti, le brughiere.
Ma no, ché sente sospirare il mare,
gemere sente le capanne nere:
v'è dentro un bimbo che non può dormire:
piange; e le stelle passano pian piano.
Giovanni Pascoli
Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi delle cimase
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
Eugenio Montale
Lorenzaccia
04-05-2004, 14:27
Supplica a mia madre
E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima.
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
(Pier Paolo Pasolini)
Lorenzaccia
04-05-2004, 14:33
Cantico dei drogati
Ho licenziato Dio gettato via un amore
per costruirmi il vuoto nell'anima e nel cuore
Le parole che dico non han più forma né accento
si trasformano i suoni in un sordo lamento
Mentre fra gli altri nudi io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi di questo osceno giuoco
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà di domani luminosi
dove i muti canteranno e taceranno i noiosi
Quando riascolterò il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi che la sera raccoglie
Io che non vedo più che folletti di vetro
che mi spiano davanti che mi ridono dietro
Come potrò dire la mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto delle grandi pattumiere
per i giorni già usati per queste ed altre sere
E chi, chi sarà mai il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno sulla scena alle prime ore
E soprattutto chi e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio come una buona nota
Mi citeran di monito a chi crede sia bello
giocherellare a palla con il proprio cervello
Cercando di lanciarlo oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato ai bordi dell'infinito
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m'ascolti insegnami un alfabeto che sia
differente da quello della mia vigliaccheria
(Fabrizio De Andrè)
hikari84
04-05-2004, 14:40
Concedi ch'io possa sedere
per un momento al tuo fianco.
Le opere cui sto attendendo
potrò finirle più tardi.
Lontano dalla vista del tuo volto
non conosco né tregua né riposo
e il mio lavoro
diventa una pena senza fine
in un mare sconfinato di dolori.
Oggi l'estate è venuta
alla mia finestra
con i suoi sussurri e sospiri,
le api fanno i menestrelli
alla corte del boschetto in fiore.
Ora è tempo di sedere tranquilli
a faccia a faccia con te
e di cantare la consacrazione
della mia vita
in questa calma straripante e silenziosa.
Rabindranath Tagore
I' sono innamorato, ma non tanto
che non men passi ben leggeramente;
di ciò mi lodo e tegnomi valente,
ch'a l'Amor non so' dato tutto quanto.
E' basta ben se per lui gioco e canto
e amo e serveria chi gli è servente;
ogni soperchio val quanto niente
e ciò non regna en me: ben mi do vanto.
Però non pensi donna che sia nata
che l'ami ligio com'i' veggio molti,
sia quanto voglia bella e delicata,
ché troppo amare fa gli òmini stolti.
Però non vo' tener cotal usata,
che cangia 'l cor e divisa gli volti.
:D
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale
I Limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Eugenio Montale
Io sto aspettando "il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco."
"Talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità."
hikari84
07-05-2004, 22:18
Non cercare mai di dire al tuo amore
amore che mai non si può dire;
perché il vento gentile si muove
silenzioso, invisibile.
Ho detto il mio amore, ho detto il mio amore,
le ho detto tutto il mio cuore;
tremante, gelido, in terribili paure-
ah, se ne va via.
Non appena se ne fu andata da me
uno straniero passo' per caso;
silenzioso, invisibile-
oh, non ci fu rifiuto.
William Blake
Thunderman
07-05-2004, 22:23
Chissà se è già stata postata:
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.
P. Neruda
hikari84
09-05-2004, 00:35
Fra le mie dita tenevo un gioiello
Quando mi addormentai.
La giornata era calda, era tedioso il vento
E dissi "Durerà".
Sgridai al risveglio le dita inconsapevoli
La gemma era sparita.
Ora solo un ricordo di ametista
A me rimane.
Emily Dickinson
hikari84
16-05-2004, 01:28
Vola, canzone, rapida
davanti a Lei e dille
che, nel mio cuor fedele,
gioioso ha fatto luce
un raggio, dissipando,
santo lume, le tenebre
dell'amore: paura,
diffidenza e incertezza.
Ed ecco il grande giorno!
Rimasta a lungo muta
e pavida - la senti?
- l'allegria ha cantato
come una viva allodola
nel cielo rischiarato.
Vola, canzone ingenua,
e sia la benvenuta
senza rimpianti
vani colei che infine torna.
Paul Verlaine
marKolino
16-05-2004, 01:33
ciao Elisa
"Il tuo sorriso" di Pablo Neruda
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
marKolino
16-05-2004, 12:46
Chiederei ancora qualcosa,
se possedessi il cielo,
le sue stelle e il mondo
con le sue infinite ricchezze.
Sarei però contento anche d'ogni
piccola cosa
se lei fosse mia.
sdfsdfsdfsddsfsdf
16-05-2004, 13:27
Spesso sono più importanti le parole che vengono dal PROPRIO cuore e non quelle scritte da altri. Tuttavia...
Quando due anime infine si sono trovate, si sono scoperte compatibili e complementari, hanno compreso di essere fatte l'una per l'altra, di essere, dunque, simili, si stabilisce tra loro per sempre un legame, ardente e puro, proprio come loro, un legame che inizia sulla terra e continua per sempre nei cieli... E' questo l'amore che tu ispiri in me...
Victor Hugo
carmine65
03-06-2004, 09:48
Ciao a tutti...
che dite se ci "risvegliamo" un pochino?:)
questa è molto bella...
Incontro
Né tu né io
siamo pronti
a incontrarci.
Tu... per quello che sai.
L'ho amata tanto!
Segui quella stradina.
Nelle mani
ho i buchi
dei chiodi.
Non vedi come
mi dissanguo?
Non guardare mai indietro.
Vai adagio
e prega con me
San Gaetano,
che né tu né io
siamo pronti
a incontrarci.
Federico Garcìa Lorca
riciaoooooo
ciao Hikari :vicini:
Everyman
03-06-2004, 10:02
Sempre facile mi fu estraniarmi dando mortal sospiri
e poi svariati desii che tanto vo' affrettommi
O tu, che con piacere impiacentito
il cor talor m'affanni,
TROMBAMI!
By
Everyman:)
carmine65
03-06-2004, 13:13
Originariamente inviato da Everyman
Sempre facile mi fu estraniarmi dando mortal sospiri
e poi svariati desii che tanto vo' affrettommi
O tu, che con piacere impiacentito
il cor talor m'affanni,
TROMBAMI!
By
Everyman:)
Ehi Everyman...
perché non vai a fare l'everyman da un'altra parte? :mad:
magari in qualche altro Forum...
p.s.: segnalato al moderatore...
aristotele
03-06-2004, 13:28
Originariamente inviato da Everyman
Sempre facile mi fu estraniarmi dando mortal sospiri
e poi svariati desii che tanto vo' affrettommi
O tu, che con piacere impiacentito
il cor talor m'affanni,
TROMBAMI!
By
Everyman:)
Oh my God!!!!
Un conte!!!:muro: :muro:
Ma del resto "gentlemen are born, not made".
hikari84
06-06-2004, 16:29
Il poeta chiede al suo amore di scrivergli
Amor delle mie viscere, viva morte,
invano aspetto tue parole scritte
e penso, con il fiore che appassisce,
che se vivo senza di me voglio perderti.
Il vento è immortale. La pietra inerte
non conosce l'ombra né la vita.
Cuore interiore non ha bisogno
del miele gelato che la luna versa.
Ma ti ho sopportato. Tagliai le mie vene,
tigre e colomba sulla mia cintura
in un duello di morsi e di gigli.
Calma, dunque, con parole la mia follia
o lasciami vivere nella mia serena
notte dell'anima ormai per sempre oscura.
Federico Garcia Lorca
sdfsdfsdfsddsfsdf
06-06-2004, 16:34
Originariamente inviato da hikari84
Il poeta chiede al suo amore di scrivergli
[CUT]
Federico Garcia Lorca
:(
hikari84
06-06-2004, 21:37
Quando noi ci lasciammo
Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
Spezzato a mezzo il cuore
Nel doverci dividere per anni,
La tua guancia divenne fredda e pallida
E più freddo il tuo bacio;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.
La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
Son spezzati i tuoi voti,
Hai fama di volubile:
Sento dire il tuo nome
E ne divido l'onta.
Chi innanzi a me ti nomina
Suona a morto al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché eri tanto cara?
Essi non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo avrò di te un rimpianto
Troppo profondo a dirsi.
C'incontrammo in segreto: in silenzio
Mi dolgo che il tuo cuore
Possa avermi scordato,
Tradito la tua anima.
Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come salutarti?
Con silenzio e con lacrime.
George Byron
Ed_Bunker
06-06-2004, 22:08
Occhi miei belli, mentre ch'i' vi miro, per dolcezza inefabil ch'io ne sento, vola, come falcon c'ha seco il vento, la memoria da me d'ogni martiro; e tosto che da voi le luci giro, amaricato resto in tal tormento che, s'ebbi mai piacer, non lo ramento: ne va il ricordo col primier sospiro. Non sarei di vedervi gia' si vago s'io sentissi giovar, come la vista, l'aver di voi nel cor sempre l'imago. Invidia e' ben se 'l guardar mio vi attrista; e tanto piu' che quello ond'io m'appago nulla a voi perde, ed a me tanto acquista.
L. Ariosto
hikari84
08-06-2004, 19:56
Ma è il mio cuore amore mio
I tuoi occhi m'interrogano tristi.
Vorrebbero sapere i miei pensieri
come la luna che scandaglia il mare.
Dal principio alla fine ho denudato
la mia vita davanti ai tuoi occhi,
senza nulla celarti o trattenere.
Ed è per questo che non mi conosci.
Se fosse soltanto una gemma,
la romperei in cento pezzi
e con essi farei una catena
da mettere attorno al tuo collo.
Se fosse soltanto un fiore,
rotondo e piccolo e dolce,
lo coglierei dallo stelo
per metterlo nei tuoi capelli.
Ma è il mio cuore, mia diletta
Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ?
Di questo regno tu ignori i confini
e tuttavia sei la sua regina.
Se fosse solo un momento di gioia
fiorirebbe in un facile sorriso,
lo potresti capire in un momento.
Se fosse soltanto un dolore
si scioglierebbe in limpide lacrime,
rivelando il suo più intimo segreto
senza dire una sola parola.
Ma è il mio cuore, amore mio.
Le sue gioie e i suoi dolori
sono sconfinati, e infiniti
i suoi desideri e le sue ricchezze.
Ti è vicino come la tua stessa vita,
ma non puoi conoscerlo interamente.
Rabindranath Tagore
Cigola la carrucola del pozzo
l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
nel puro cerchio un'immagine ride.
Accosto il volto a evanescenti labbri:
si deforma il passato, si fa vecchio,
appartiene ad un altro...
Ah che già stride
la ruota, ti ridona all'atro fondo,
visione, una distanza ci divide.
Eugenio Montale
hikari84
20-06-2004, 20:03
Vento
Ti ho sempre amato,
anche le tue pazzie, la violenza
ed il freddo tuo impeto.
Ti sento nuovo e pulito,
giustiziere deciso a strappare
il vecchio, il guasto, il sudicio,
Procedi senza rumore né incertezze,
spingi, scuoti, sferzi, travolgi.
Infrangi vili inerzie e paci stantie.
Spazzi, spolveri, lustri,
tutto torna nitido e chiaro.
C'è bisogno della tua forza rinnovatrice,
della tua giovanile freschezza:
meglio far qualche danno
che lasciare il mondo nel grigio
delle nubi, del fumo, del fango.
Ti invoco anche per me:
io pure dormo nella tana,
invischiata nel mio bozzolo,
immerso nella viscida melma
di dubbi, miserie e paure.
Vieni a strapparmi fuori,
portami lontana, in alto;
vinci inedia, egoismo, timori;
donami un po' del tuo slancio.
Voglio correre con te
a ripulire il mondo,
per farlo luminoso
come il nostro destino.
Carla Piccinini
hikari84
02-07-2004, 20:46
Mamma, il giovane Principe passerà
davanti alla nostra porta;
come posso badare al lavoro stamane?
Mostrami come devo acconciarmi i capelli,
dimmi quali vesti devo indossare.
Mamma, perché mi guardi sgomenta?
Lo so che non alzerà
gli occhi alla mia finestra;
so bene che sparirà
in un baleno dalla mia vista;
solo la svanente melodia del flauto
mi giungerà singhiozzando da lontano.
Ma il giovane Principe passerà
davanti alla nostra porta,
e per l'occasione voglio indossare
i miei vestiti più belli.
Mamma, il giovane Principe passò
davanti alla nostra porta,
e il sole del mattino
splendeva dal suo cocchio.
Mi tolsi il velo dal viso,
strappai la collana di rubini dal mio collo
e la gettai sul suo cammino.
Mamma, perché mi guardi sgomenta?
Lo so che non raccolse la collana;
so che venne schiacciata dalle ruote
lasciando una macchia rossa sulla polvere,
e nessuno sa quale fu il mio dono
né a chi era destinato.
Ma il giovane Principe è passato
davanti alla nostra porta,
e io gettai davanti al suo cammino
il gioiello che portavo sul petto.
Rabindranath Tagore
carmine65
02-07-2004, 20:59
Ciao a tutti,
eccone un'altra molto bella:
Tu e io
Il tempo in cui Tu eri te stesso, solo,
non potevi conoscere
neppure te stesso.
In quel tempo non stavi in alcun luogo,
né aspettavi alcuno:
l'aria in pianto senza legami
non spirava
da quast'altra sponda.
Io venni: il tuo sonno ebbe fine
si diffuse nello spazio
la gioia della luce.
Mi hai fatto nascere
di fiore in fiore
proiettandomi nel lusso delle forme.
Mi hai gettato di stella in stella
ricevendomi poi in seno.
Mi hai scosso nella morte
e mi hai ripreso
rinnovato.
Io venni, il tuo cuore ha palpitato:
io venni, arrivò il tuo dolore:
io venni, arrivò la tua gioia ardente,
come primavera irrequieta
portatrice di vita, di morte e di tempesta.
Io venni, perciò tu sei venuto:
fisso nel mio volto
al mio tocco
toccasti te stesso.
Nei miei occhi non c'è vergogna,
nel mio petto paura,
un velo di timidezza
copre ancora il mio volto:
dagli occhi verso lacrime
perché non Ti posso vedere.
Eppure io so,
mio Signore,
hai un desiderio infinito di vedermi:
altrimenti gli astri e le stelle
non avrebbero ragione di essere.
Rabindranath Tagore
hikari84
03-07-2004, 21:57
Lettera di Addio
Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un poco di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più,
capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un poco di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Innaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali...
Dio mio, se io avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alle persone che amo,
che le amo. Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.
Gabriel Garcia Marquez
versus2k3
03-07-2004, 22:03
Uncovering the bay of blissful awareness
Replacing position through indispensable details
Framed and joint in cohesion
Obey to eachother’s meaning
Crossed in thin comprehensive lines
Concealed by stable bases
Laid by eternal side
Compelled satin bends
Bended sinking regression
Backward seek of balance
Judged jagged edges
Mirrowing curved angles
Protecting separate divisions
Prompted claustrophobic constraints
Cleansing risky pleasure
Drawn stucking theories
Circumaural oxygen beyond
hikari84
18-08-2004, 21:39
Notte d'inverno (Canti di Castelvecchio)
Il Tempo chiamò dalla torre
lontana... Che strepito! È un treno
là, se non è il fiume che corre.
O notte! Né prima io l'udiva,
lo strepito rapido, il pieno
fragore di treno che arriva;
sì, quando la voce straniera,
di bronzo, me chiese; sì, quando
mi venne a trovare ov'io era,
squillando squillando
nell'oscurità.
Il treno s'appressa... Già sento
la querula tromba che geme,
là, se non è l'urlo del vento.
E il vento rintrona rimbomba,
rimbomba rintrona, ed insieme
risuona una querula tromba.
E un'altra, ed un'altra. - Non essa
m'annunzia che giunge? - io domando.
- Quest'altra! - Ed il treno s'appressa
tremando tremando
nell'oscurità.
Sei tu che ritorni. Tra poco
ritorni, tu, piccola dama,
sul mostro dagli occhi di fuoco.
Hai freddo? paura? C'è un tetto,
c'è un cuore, c'è il cuore che t'ama
qui! Riameremo. T'aspetto.
Già il treno rallenta, trabalza,
sta... Mia giovinezza, t'attendo!
Già l'ultimo squillo s'inalza
gemendo gemendo
nell'oscurità...
E il Tempo lassù dalla torre
mi grida ch'è giorno. Risento
la tromba e la romba che corre.
Il giorno è coperto di brume.
Quel flebile suono è del vento,
quel labile tuono è del fiume.
È il fiume ed è il vento, so bene,
che vengono vengono, intendo,
così come all'anima viene,
piangendo piangendo,
ciò che se ne va.
Giovanni Pascoli
hikari84
06-09-2004, 17:21
Perché il mio verso è sì spoglio di moderni orpelli,
sì lunghi da varianti o improvvisi mutamenti?
Perché seguendo il tempo non dedico uno sguardo
a metodi nuovissimi e a ricerche originali?
Perché ancora scrivo sull'unico stesso tema,
limitando l'inventiva a un ben noto stile,
tanto che ogni parola quasi svela il mio nome
mostrando la sua origine e donde essa proceda?
Oh sappi, dolce amore, io sempre di te scrivo,
e tu e l'amore siete il mio costante tema:
così quanto posso fare è rivestir vecchie parole
spendendo ancor quelle ormai già dispensate:
come il sole è ogni giorno nuovo e vecchio,
così il mio amore ancor ripete quello che già disse.
William Shakespeare
Lucrezio
12-09-2004, 11:31
Originariamente inviato da Ma Sara
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Eugenio Montale
I Limoni
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
lo, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantanoi ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.
Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rurnorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo dei cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.
Eugenio Montale
Io sto aspettando "il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco."
"Talora ci si aspetta di scoprire uno sbaglio di Natura, il punto morto del mondo, l'anello che non tiene, il filo da disbrogliare che finalmente ci metta nel mezzo di una verità."
:D
Battuto sul tempo!
Stavo per quotare io i Limoni!!!
Io sto aspettando di sentire il loro profumo...
Lucrezio
12-09-2004, 13:31
LA GINESTRA
O IL FIORE DEL DESERTO
E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
Giovanni, III, 19
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti. Anco ti vidi
De' tuoi steli abbellir l'erme contrade
Che cingon la cittade
La qual fu donna de' mortali un tempo,
E del perduto impero
Par che col grave e taciturno aspetto
Faccian fede e ricordo al passeggero.
Or ti riveggo in questo suol, di tristi
Lochi e dal mondo abbandonati amante,
E d'afflitte fortune ognor compagna.
Questi campi cosparsi
Di ceneri infeconde, e ricoperti
Dell'impietrata lava,
Che sotto i passi al peregrin risona;
Dove s'annida e si contorce al sole
La serpe, e dove al noto
Cavernoso covil torna il coniglio;
Fur liete ville e colti,
E biondeggiàr di spiche, e risonaro
Di muggito d'armenti;
Fur giardini e palagi,
Agli ozi de' potenti
Gradito ospizio; e fur città famose
Che coi torrenti suoi l'altero monte
Dall'ignea bocca fulminando oppresse
Con gli abitanti insieme. Or tutto intorno
Una ruina involve,
Dove tu siedi, o fior gentile, e quasi
I danni altrui commiserando, al cielo
Di dolcissimo odor mandi un profumo,
Che il deserto consola. A queste piagge
Venga colui che d'esaltar con lode
Il nostro stato ha in uso, e vegga quanto
È il gener nostro in cura
All'amante natura. E la possanza
Qui con giusta misura
Anco estimar potrà dell'uman seme,
Cui la dura nutrice, ov'ei men teme,
Con lieve moto in un momento annulla
In parte, e può con moti
Poco men lievi ancor subitamente
Annichilare in tutto.
Dipinte in queste rive
Son dell'umana gente
Le magnifiche sorti e progressive .
Qui mira e qui ti specchia,
Secol superbo e sciocco,
Che il calle insino allora
Dal risorto pensier segnato innanti
Abbandonasti, e volti addietro i passi,
Del ritornar ti vanti,
E procedere il chiami.
Al tuo pargoleggiar gl'ingegni tutti,
Di cui lor sorte rea padre ti fece,
Vanno adulando, ancora
Ch'a ludibrio talora
T'abbian fra sé. Non io
Con tal vergogna scenderò sotterra;
Ma il disprezzo piuttosto che si serra
Di te nel petto mio,
Mostrato avrò quanto si possa aperto:
Ben ch'io sappia che obblio
Preme chi troppo all'età propria increbbe.
Di questo mal, che teco
Mi fia comune, assai finor mi rido.
Libertà vai sognando, e servo a un tempo
Vuoi di novo il pensiero,
Sol per cui risorgemmo
Della barbarie in parte, e per cui solo
Si cresce in civiltà, che sola in meglio
Guida i pubblici fati.
Così ti spiacque il vero
Dell'aspra sorte e del depresso loco
Che natura ci diè. Per questo il tergo
Vigliaccamente rivolgesti al lume
Che il fe' palese: e, fuggitivo, appelli
Vil chi lui segue, e solo
Magnanimo colui
Che sé schernendo o gli altri, astuto o folle,
Fin sopra gli astri il mortal grado estolle.
Uom di povero stato e membra inferme
Che sia dell'alma generoso ed alto,
Non chiama sé né stima
Ricco d'or né gagliardo,
E di splendida vita o di valente
Persona infra la gente
Non fa risibil mostra;
Ma sé di forza e di tesor mendico
Lascia parer senza vergogna, e noma
Parlando, apertamente, e di sue cose
Fa stima al vero uguale.
Magnanimo animale
Non credo io già, ma stolto,
Quel che nato a perir, nutrito in pene,
Dice, a goder son fatto,
E di fetido orgoglio
Empie le carte, eccelsi fati e nove
Felicità, quali il ciel tutto ignora,
Non pur quest'orbe, promettendo in terra
A popoli che un'onda
Di mar commosso, un fiato
D'aura maligna, un sotterraneo crollo
Distrugge sì, che avanza
A gran pena di lor la rimembranza.
Nobil natura è quella
Che a sollevar s'ardisce
Gli occhi mortali incontra
Al comun fato, e che con franca lingua,
Nulla al ver detraendo,
Confessa il mal che ci fu dato in sorte,
E il basso stato e frale;
Quella che grande e forte
Mostra sé nel soffrir, né gli odii e l'ire
Fraterne, ancor più gravi
D'ogni altro danno, accresce
Alle miserie sue, l'uomo incolpando
Del suo dolor, ma dà la colpa a quella
Che veramente è rea, che de' mortali
Madre è di parto e di voler matrigna.
Costei chiama inimica; e incontro a questa
Congiunta esser pensando,
Siccome è il vero, ed ordinata in pria
L'umana compagnia,
Tutti fra sé confederati estima
Gli uomini, e tutti abbraccia
Con vero amor, porgendo
Valida e pronta ed aspettando aita
Negli alterni perigli e nelle angosce
Della guerra comune. Ed alle offese
Dell'uomo armar la destra, e laccio porre
Al vicino ed inciampo,
Stolto crede così qual fora in campo
Cinto d'oste contraria, in sul più vivo
Incalzar degli assalti,
Gl'inimici obbliando, acerbe gare
Imprender con gli amici,
E sparger fuga e fulminar col brando
Infra i propri guerrieri.
Così fatti pensieri
Quando fien, come fur, palesi al volgo,
E quell'orror che primo
Contra l'empia natura
Strinse i mortali in social catena,
Fia ricondotto in parte
Da verace saper, l'onesto e il retto
Conversar cittadino,
E giustizia e pietade, altra radice
Avranno allor che non superbe fole,
Ove fondata probità del volgo
Così star suole in piede
Quale star può quel ch'ha in error la sede.
Sovente in queste rive,
Che, desolate, a bruno
Veste il flutto indurato, e par che ondeggi,
Seggo la notte; e su la mesta landa
In purissimo azzurro
Veggo dall'alto fiammeggiar le stelle,
Cui di lontan fa specchio
Il mare, e tutto di scintille in giro
Per lo vòto seren brillare il mondo.
E poi che gli occhi a quelle luci appunto,
Ch'a lor sembrano un punto,
E sono immense, in guisa
Che un punto a petto a lor son terra e mare
Veracemente; a cui
L'uomo non pur, ma questo
Globo ove l'uomo è nulla,
Sconosciuto è del tutto; e quando miro
Quegli ancor più senz'alcun fin remoti
Nodi quasi di stelle,
Ch'a noi paion qual nebbia, a cui non l'uomo
E non la terra sol, ma tutte in uno,
Del numero infinite e della mole,
Con l'aureo sole insiem, le nostre stelle
O sono ignote, o così paion come
Essi alla terra, un punto
Di luce nebulosa; al pensier mio
Che sembri allora, o prole
Dell'uomo? E rimembrando
Il tuo stato quaggiù, di cui fa segno
Il suol ch'io premo; e poi dall'altra parte,
Che te signora e fine
Credi tu data al Tutto, e quante volte
Favoleggiar ti piacque, in questo oscuro
Granel di sabbia, il qual di terra ha nome,
Per tua cagion, dell'universe cose
Scender gli autori, e conversar sovente
Co' tuoi piacevolmente, e che i derisi
Sogni rinnovellando, ai saggi insulta
Fin la presente età, che in conoscenza
Ed in civil costume
Sembra tutte avanzar; qual moto allora,
Mortal prole infelice, o qual pensiero
Verso te finalmente il cor m'assale?
Non so se il riso o la pietà prevale.
Come d'arbor cadendo un picciol pomo,
Cui là nel tardo autunno
Maturità senz'altra forza atterra,
D'un popol di formiche i dolci alberghi,
Cavati in molle gleba
Con gran lavoro, e l'opre
E le ricchezze che adunate a prova
Con lungo affaticar l'assidua gente
Avea provvidamente al tempo estivo,
Schiaccia, diserta e copre
In un punto; così d'alto piombando,
Dall'utero tonante
Scagliata al ciel profondo,
Di ceneri e di pomici e di sassi
Notte e ruina, infusa
Di bollenti ruscelli
O pel montano fianco
Furiosa tra l'erba
Di liquefatti massi
E di metalli e d'infocata arena
Scendendo immensa piena,
Le cittadi che il mar là su l'estremo
Lido aspergea, confuse
E infranse e ricoperse
In pochi istanti: onde su quelle or pasce
La capra, e città nove
Sorgon dall'altra banda, a cui sgabello
Son le sepolte, e le prostrate mura
L'arduo monte al suo piè quasi calpesta.
Non ha natura al seme
Dell'uom più stima o cura
Che alla formica: e se più rara in quello
Che nell'altra è la strage,
Non avvien ciò d'altronde
Fuor che l'uom sue prosapie ha men feconde.
Ben mille ed ottocento
Anni varcàr poi che spariro, oppressi
Dall'ignea forza, i popolati seggi,
E il villanello intento
Ai vigneti, che a stento in questi campi
Nutre la morta zolla e incenerita,
Ancor leva lo sguardo
Sospettoso alla vetta
Fatal, che nulla mai fatta più mite
Ancor siede tremenda, ancor minaccia
A lui strage ed ai figli ed agli averi
Lor poverelli. E spesso
Il meschino in sul tetto
Dell'ostel villereccio, alla vagante
Aura giacendo tutta notte insonne,
E balzando più volte, esplora il corso
Del temuto bollor, che si riversa
Dall'inesausto grembo
Su l'arenoso dorso, a cui riluce
Di Capri la marina
E di Napoli il porto e Mergellina.
E se appressar lo vede, o se nel cupo
Del domestico pozzo ode mai l'acqua
Fervendo gorgogliar, desta i figliuoli,
Desta la moglie in fretta, e via, con quanto
Di lor cose rapir posson, fuggendo,
Vede lontan l'usato
Suo nido, e il picciol campo,
Che gli fu dalla fame unico schermo,
Preda al flutto rovente,
Che crepitando giunge, e inesorato
Durabilmente sovra quei si spiega.
Torna al celeste raggio
Dopo l'antica obblivion l'estinta
Pompei, come sepolto
Scheletro, cui di terra
Avarizia o pietà rende all'aperto;
E dal deserto foro
Diritto infra le file
Dei mozzi colonnati il peregrino
Lunge contempla il bipartito giogo
E la cresta fumante,
Che alla sparsa ruina ancor minaccia.
E nell'orror della secreta notte
Per li vacui teatri,
Per li templi deformi e per le rotte
Case, ove i parti il pipistrello asconde,
Come sinistra face
Che per vòti palagi atra s'aggiri,
Corre il baglior della funerea lava,
Che di lontan per l'ombre
Rosseggia e i lochi intorno intorno tinge.
Così, dell'uomo ignara e dell'etadi
Ch'ei chiama antiche, e del seguir che fanno
Dopo gli avi i nepoti,
Sta natura ognor verde, anzi procede
Per sì lungo cammino
Che sembra star. Caggiono i regni intanto,
Passan genti e linguaggi: ella nol vede:
E l'uom d'eternità s'arroga il vanto.
E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco,
Che ritornando al loco
Già noto, stenderà l'avaro lembo
Su tue molli foreste. E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente:
Ma non piegato insino allora indarno
Codardamente supplicando innanzi
Al futuro oppressor; ma non eretto
Con forsennato orgoglio inver le stelle,
Né sul deserto, dove
E la sede e i natali
Non per voler ma per fortuna avesti;
Ma più saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali.
in una parola... favolosa
Bellissima la Ginestra. ;)
hgaphsan oi anqrwpoi mallon to skotos h to fws (Ioannhs III, 19)
Lucrezio
12-09-2004, 23:00
Originariamente inviato da Ma Sara
Bellissima la Ginestra. ;)
hgaphsan oi anqrwpoi mallon to skotos h to fws (Ioannhs III, 19)
manca un kai?
io non sono riuscito a scrivere in Greco!!! Conosci qualche carattere con cui si riescano a fare anche spiriti, accenti, sigma a fine parola... io non sono riuscito a trovarlo!
Beh, visto che ho postato la Ginestra e visto il mio Nick mi permetto una citazione latina:
Humana ante oculos foede cum vita iaceret
in terris oppressa gravi sub religione,
quae caput a caeli regionibus ostendebat
orribili super aspectu mortalibus instans,
primum Graius homo mortalis tollere contra
est oculos ausus, primusque obsistere contra,
quem neque fama deum, nec fulmina, nec minitanti
murmure compressit caelum, sed eo magis acrem
irritat animi virtutem, effringere ut arta
naturae primis portarum claustra cupiret.
"Quando la vita umana giaceva davanti agli occhi di tutti
schiacciata a terra sotto l'opprimente religione,
che mostrava il suo volto dalle regioni celesti
incombendo sui mortali con le orribili sembianze,
per primo un uomo Greco osò levare contro il cielo
i suoi occhi mortali, e per primo osò ribellarsi,
lui che né le leggende sugli dei, né i fulmini, né il minaccioso
rumore del tuon spaventarono, ma a tal punto sollecitarono
la virtù del suo animo che lui desiderò infrangere
per primo le sbarre serrate delle porte della natura"
Sia il testo che la traduzione sono a memoria... chiedo scusa per gli errori!
Ciao
P.S.: direi che il messaggio di questo testo è chiaro... e da non dimenticare!
spoonman
12-09-2004, 23:58
Amico mio
Nella valle del silenzio
Il crimine più grande
E’ dare un nome ad ogni tuo pensiero
Amica mia
Nella valle del silenzio
Il vento soffia note inesistenti
Ed ascoltarlo è la tua crudele condanna
Originariamente inviato da Lucrezio
manca un kai?
io non sono riuscito a scrivere in Greco!!! Conosci qualche carattere con cui si riescano a fare anche spiriti, accenti, sigma a fine parola... io non sono riuscito a trovarlo!
Per scrivere in greco devi fare così:
(font=symbol)inserisci il testo(/font)
ma al posto delle parentesi tonde devi utilizzare le quadre. Il font non ti permette di inserire né spiriti, né accenti.
Originariamente inviato da Lucrezio
Beh, visto che ho postato la Ginestra e visto il mio Nick mi permetto una citazione latina:
Humana ante oculos foede cum vita iaceret
in terris oppressa gravi sub religione,
quae caput a caeli regionibus ostendebat
orribili super aspectu mortalibus instans,
primum Graius homo mortalis tollere contra
est oculos ausus, primusque obsistere contra,
quem neque fama deum, nec fulmina, nec minitanti
murmure compressit caelum, sed eo magis acrem
irritat animi virtutem, effringere ut arta
naturae primis portarum claustra cupiret.
"Quando la vita umana giaceva davanti agli occhi di tutti
schiacciata a terra sotto l'opprimente religione,
che mostrava il suo volto dalle regioni celesti
incombendo sui mortali con le orribili sembianze,
per primo un uomo Greco osò levare contro il cielo
i suoi occhi mortali, e per primo osò ribellarsi,
lui che né le leggende sugli dei, né i fulmini, né il minaccioso
rumore del tuon spaventarono, ma a tal punto sollecitarono
la virtù del suo animo che lui desiderò infrangere
per primo le sbarre serrate delle porte della natura"
Sia il testo che la traduzione sono a memoria... chiedo scusa per gli errori!
Ciao
P.S.: direi che il messaggio di questo testo è chiaro... e da non dimenticare!
Cavolo Lucrezio a memoria! :eek:
Lucrezio
13-09-2004, 14:18
"Tu ne quaesieris ( scire nefas ) quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
tempatris numeros. Ut melius quicquid erit pati,
seu pluris hiemes seu tribuit Iuppiter ultimam, quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques et spatio brevi
spem longam resecer. Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero."
Non domandare, Leuconoe ( non è lecito saperlo ), quale fine
gli dei abbiano assegnato a me, quale a te, né consultare
le cabale Babilonesi. Quanto è meglio accettare tutto ciò che ha da venire!
Sia che Giove ci abbia concessi molti inverni, sia che questo sia l'ultimo,
che ora fiacca sugli scogli opposi il mar
Tirreno: sii saggia, mesci il vino filtrato e restringi in un breve tempo
le lunghe speranze. Mentre parliamo è già fuggito il tempo
invidioso: cogli il giorno, affidandoti quanto meno possibile al domani.
Un altra "perla", questa volta del grande Orazio. La traduzione è un po' a occhio...
ciao!
Amo le sue lamiere di cielo
e così l'odore aspro del freddo.
Amo il soffio pungente del vento
e le nuvole di neve libere ed alte.
Le sue mattine terse mi rallegrano.
I suoi meriggi grigi mi scavano.
Le sue lunghe tenebre mi avvolgono.
Ascolto silenzioso la voce dei miei pensieri.
Le domande e le risposte si intrecciano.
E intorno ad esse la mia anima si stringe.
Il mio cuore sereno soffre nascosto.
Solo il ricordo lontano di un fuoco mai acceso.
Lucrezio
18-09-2004, 12:40
Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando
pur come quella cui vento affatica;
indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori, e disse: "Quando
mi diparti' da Circe, che sottrasse
me più d'un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enea la nomasse,
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né 'l debito amore
lo qual dovea Penelopé far lieta,
vincer potero dentro a me l'ardore
ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto,
e de li vizi umani e del valore;
ma misi me per l'alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi,
e l'altre che quel mare intorno bagna.
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov'Ercule segnò li suoi riguardi,
acciò che l'uom più oltre non si metta:
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l'altra già m'avea lasciata Setta.
"O frati", dissi "che per cento milia
perigli siete giunti a l'occidente,
a questa tanto picciola vigilia
d'i nostri sensi ch'è del rimanente,
non vogliate negar l'esperienza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza''.
Li miei compagni fec'io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de' remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già de l'altro polo
vedea la notte e 'l nostro tanto basso,
che non surgea fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,
quando n'apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avea alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto,
ché de la nova terra un turbo nacque,
e percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fé girar con tutte l'acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com'altrui piacque,
infin che 'l mar fu sovra noi richiuso".
Lucrezio
18-09-2004, 12:42
Questo che a notte balugina
nella calotta del mio pensiero,
traccia madreperlacea di lumaca
o smeriglio di vetro calpestato,
non è lume di chiesa o d'officina
che alimenti
chierico rosso, o nero.
Solo quest'iride posso
lasciarti a testimonianza
d'una fede che fu combattuta,
d'una speranza che bruciò più lenta
di un duro ceppo nel focolare.
Conservane la cipria nello specchietto
quando spenta ogni lampada
la sardana si farà infernale
e un ombroso Lucifero scenderà su una prora
del Tamigi, dell'Hudson, della Senna
scuotendo l'ali di bitume semi-
mozze dalla fatica, a dirti: è l'ora.
Non è un'eredità, un portafortuna
che può reggere all'urto dei monsoni
sul fil di ragno della memoria,
ma una storia non dura che nella cenere
e persistenza è solo l'estinzione.
Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato
non può fallire nel ritrovarti.
Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
non era fuga, l'umiltà non era
vile, il tenue bagliore strofinato
laggiù non era quello di un fiammifero.
Questa è veramente troppo bella!
P.S.:Avrò sbagliato qualcosa? Ogni tanto la memoria fa cilecca!
hikari84
17-10-2004, 18:32
edit
hikari84
17-10-2004, 18:36
Aspettando
Mi sussurrò - Domani? - Ed io: - Domani
m'avrai ne le tue braccia a l'istessa ora;
fra i tuoi capelli passerò le mani,
tu, sognando, dirai che m'ami ancora.
Ecco, son qui. Lo attendo. A i più lontani
passi, a ogni lieve suon che vien da fuora
tendo l'orecchio, e in desideri arcani
frugo con gli occhi la gentil dimora.
E' un vago nido. Le finestre aperte
di primavera invitano a l'incanto:
scherza il sole tra i fiori e su 'l velluto.
Io, l'armi antiche e ei quadri, onde coperte
son le mura, contemplo; e penso intanto
qual tesoro di baci ho già perduto.
CONTESSA LARA, Evelina Cattermole Mancini
aristotele
17-10-2004, 18:40
ESTIVA
Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell'albe senza rumore -
ci si risveglia come in un acquario -
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.
(Vincenzo Cardarelli)
hikari84
24-11-2004, 13:55
Per sempre!
Io t'odio?!... Non t'amo più, vedi,
non t'amo... Ricordi quel giorno?
Lontano portavano i piedi
un cuor che pensava al ritorno.
E dunque tornai... tu non c'eri.
Per casa era un'eco dell'ieri,
d'un lungo promettere. E meco
di te portai sola quell'eco:
PER SEMPRE!
Non t'odio. Ma l'eco sommessa
di quella infinita promessa
vien meco, e mi batte nel cuore
col palpito trito dell'ore;
mi strilla nel cuore col grido
d'implume caduto dal nido:
PER SEMPRE!
Non t'amo. Io guardai, col sorriso,
nel fiore del molle tuo letto.
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso...
non tuo. E baciai quel visetto
straniero, senz'urto alle vene.
Le dissi: "E a me, mi vuoi bene?"
"Sì, tanto!" E i tuoi occhi in me fisse.
"Per sempre?" le dissi. Mi disse:
"PER SEMPRE!"
Risposi: "Sei bimba e non sai
Per sempre che voglia dir mai!"
Rispose: "Non so che vuol dire?
Per sempre vuol dire Morire...
Sì: addormentarsi la sera:
restare così come s'era,
PER SEMPRE!"
Giovanni Pascoli
hikari84
24-11-2004, 20:29
Tra il dolore e la gioia
Vidi il mio sogno sopra il monte in cima;
era una striscia pallida, co' suoi
boschi d'un verde quale mai né prima
vidi né poi.
Prima, il sonante nembo coi velari,
tutto ascondeva, delle nubi nere:
poi, tutto il sole disvelò del pari
bello a vedere.
Ma quel mio sogno al raggio d'un'aurora
nuova m'apparve e sparve in un baleno,
che il ciel non era torbo più né ancora
tutto sereno.
Giovanni Pascoli
hikari84
25-11-2004, 14:21
Sii gentile
ci viene sempre chiesto
di comprendere l'altrui
punto di vista
non importa quanto sia
antiquato
stupido o
disgustoso.
uno dovrebbe
guardare
agli errori degli altri
e alle loro vite sprecate
con
gentilezza,
specialmente se si tratta di
anziani.
ma l'età è la somma
delle nostre azioni.
sono invecchiati
malamente
perché hanno
vissuto
senza mettere mai a fuoco,
hanno rifiutato di
vedere.
non è colpa loro?
di chi è la colpa?
mia?
a me si chiede di mascherare
il mio punto di vista
agli altri
per paura della loro
paura.
l'età non è un crimine
ma l'infamia
di un'esistenza
deliberatamente
sprecata
in mezzo a tante
esistenze
deliberatamente
sprecate
lo è.
Charles Bukowski
Questa poesia l'avevo scritta per quella splendida fata che per due anni mi ha fatto vivere in paradiso, e che ora vive nei miei ricordi.
Ti amerò per sempre mia splendida Ka!
Morirei per te , divina creatura ,
mio unico raggio di sole , dolce rosa perfetta ,
da tempo ti aspettavo , finalmente ti ho trovata.
I tuoi occhi sono gemme , percuotono il mio corpo ,
il tuo sorriso risplende più del sole ,
la notte ed il giorno senza te non hanno fine.
Non oso chiedere un tuo bacio, non oso mendicare un tuo sorriso,
chiedo solo di rimanerti vicino
per respirare l'aria che aleggia attorno al tuo corpo.
Il mio cuore è perdutamente tuo ,
il tuo volto è impresso a fuoco nella mia mente ,
ora sei parte di ogni mio pensiero.
Qualsiasi paradiso , senza di te , sarà l'inferno.
bd75 :(
hikari84
27-11-2004, 19:40
Bella...
hikari84
28-11-2004, 00:18
La porta è socchiusa
La porta è socchiusa,
dolce respiro dei tigli...
Sul tavolo, dimenticati,
un frustino ed un guanto.
Giallo cerchio del lume...
tendo l'orecchio ai fruscii.
Perché sei andato via?
Non comprendo...
Luminoso e lieto
domani sarà il mattino.
Questa vita è stupenda,
sii dunque saggio cuore.
Tu sei prostrato, batti
più sordo, più a rilento...
Sai, ho letto
che le anime sono immortali.
Anna Andreevna Achmatova
hikari84
28-11-2004, 22:41
Dagli occhi di un bambino
Dagli occhi di un bambino decollano gli aeroplani.
Se chiudesse gli occhi cadrebbero.
Solo il suo stupore li mantiene sospesi,
la sua piccola mano li innalza,
il suo cuore li muove e li allontana.
Senza un bambino appiccicato ai vetri,
alle alte ringhiere di una terrazza adulta,
gli aeroporti morirebbero d’orrore.
Un bambino non potrà mai pronunciare la parola
“aeronautica”
ma da lui dipenderà l’imitazione dell’uccello.
Un bambino non saprà calcolare le distanze
ma è lui la garanzia del ritorno.
Ogni aeroporto deve avere un bambino incollato ai vetri, accanto agli altoparlanti, dovunque si acquatti la paura.
Grazie a lui durerà meno lacrime il rientro di tutti,
dorrà meno baci l’addio delle madri
e le hostess potranno prescindere da avvisi insulsi.
Un aeroplano per aria
sono molti bambini che guardano l’orizzonte.
Alexis Diaz Pimienta
Questa è la poesia che scrissi alla mia moto ed a me stesso (un po di sano narcisismo ogni tanto capita anche a me... :) )
Eh, lo so, per molti è solo un pezzo di metallo e plastica, ma per me la moto ha un anima, lei con me vive...
La vita
D'improvviso un siluro fende l'aria
e un sibilo irrompe nell'atmosfera.
E' un cavallo d'acciaio simile ad un lampo
che avanza minaccioso conquistando la strada.
Il pilota e' ricurvo, avvolto dalla sicura armatura,
e scruta l'orizzonte fulmineo avanzare.
La belva si trasforma, comincia ad urlare,
l'ago del contagiri inizia a danzare.
Il fantastico oggetto e' ora per meta' in aria,
si alza sempre di piu', fende l'aria impettito,
urla sfrontato, sembra si appresti a volare.
Di colpo la sua massa affusolata si aggrappa al terreno,
le gomme sfregano l'asfalto incollate alla strada.
Il cuore pulsante che prima rombava
ha interrotto il suo grido, ora e' fermo a respirare.
Il pilota assapora l'adrenalina, il gusto della sfida,
poi riparte, soddisfatto, sul fedele destriero,
e' a cavallo di un sogno, il suo desiderio.
Il vento lo accarezza facendolo sentire vivo.
bd75
Originariamente inviato da hikari84
Bella...
Grazie! :)
hikari84
30-11-2004, 22:45
Originariamente inviato da bd75
Grazie! :)
:)
Miraggio
Vago disperato alla ricerca del tuo sguardo
che risplende abbagliando tra milioni di stelle
Vibra il mio corpo al solo tuo pensiero
un dolce tormento penetra il mio cuore
Sognare il tuo volto rispecchiarsi nei miei occhi
e' la favola più bella che io possa immaginare
Sei un miraggio che compare in ogni mio pensiero
tu sei l'acqua nel deserto, la tempesta nel mio mare.
bd75
p.s.: questa è la seconda (e ultima poesia) che scrissi per la mia fata quando eravamo ancora assieme. Non apprezzò. Ah, le donne...
hikari84
19-12-2004, 13:14
Originariamente inviato da bd75
p.s.: questa è la seconda (e ultima poesia) che scrissi per la mia fata quando eravamo ancora assieme. Non apprezzò. Ah, le donne...
Bellissima poesia... non capisco come non la si possa apprezzare...
Frammenti
Niente ho da offrirti, se non confusione
ma nel mio labirinto vivono l'intensita' e la passione.
Tutto ho dentro, nulla permea all'esterno,
maschero il dolore con la bravura di un attore.
Arriva piena di luce e piu' calda del sole,
illumina le tenebre che circondano il mio mondo,
scorgendo la mia ombra e l'essenza della mia carne.
Nella giostra dei pensieri e' intrappolata la mia mente,
in un mare in tempesta non riesco ancora a scorgere la tua onda,
attendo invano che arrivi sommergendomi e salvandomi
in modo che io vi possa definitivamente affogare,
ricomponendo i frammenti della mia anima in dissolvenza.
bd75
scusate se riesumo questo vecchio messaggio ma ho una domanda:
carmine65 le poesie le hai tradotte tu o in caso contrario, mi potresti dire che autore hai trovato che le traduce così bene?
Grazie ;)
un'altra stupenda poesia di Emily... per voi...
Io vivo nella possibilità...
Io vivo nella possibilità,
una casa più bella della prosa,
di finestre più adorna,
e più superba nelle sue porte.
Ha stanze simili a cedri,
impenetrabili allo sguardo,
e per tetto la volta
perenne del cielo.
L'allietano visite dolcissime.
E la mia vita è questa:
allargare le mie piccole mani
per accogliervi il Paradiso.
Emily Dickinson
hikari84
27-04-2005, 20:57
Si addicono le perle al suo bel petto
Si addicono le perle al suo bel petto
ma io non so pescarle.
Regale è la sua fronte,
ma non ho una corona.
Il suo cuore aspira ad una casa,
ma io - un passerotto - costruisco
il mio perenne nido
tenero di ramoscelli e spago.
Emily Dickinson
carmine65
27-04-2005, 21:58
scusate se riesumo questo vecchio messaggio ma ho una domanda:
carmine65 le poesie le hai tradotte tu o in caso contrario, mi potresti dire che autore hai trovato che le traduce così bene?
Grazie ;)
ciao kendall e scusami se ti rispondo solo adesso... ma solo adesso ho visto il tuo msg.
cmq... magari le avessi tradotte io... ma nn sono così bravo...
le poesie di Emily (la mia favorita) hanno diversi traduttori (e traduttrici) e, talvolta, le sensibilità personali ci fanno preferire una traduzione invece che un'altra.
La poesia in questione l'ho presa da: 'Emily Dickinson: tutte le poesie' edito da Mondadori (collana ' I Meridiani') che ospita traduzioni di diversi autori, mentre la traduttrice della poesia di cui parliamo è Margherita Guidacci.
riciaoooo.
hikari84
28-04-2005, 11:53
edit
hikari84
29-04-2005, 13:17
Per un tuo sospiro
Per un tuo sospiro
io do sfogo
a viventi note
di gioia
o di dolore.
Sono una sola cosa
col tuo canto,
che sia
mattutino
o notturno,
che entri
tra i raggi del sole
o tra le ombre
della sera...
Se dovessi
Perdermi nella fuga
di questa musica,
non ne patirei,
tanto
questa melodia
m'è cara
Rabindranath Tagore
hikari84
29-04-2005, 20:47
Guardando per caso le costellazioni
Puoi aspettare tanto, tanto tempo
prima che in cielo accada qualcosa
di piu' dello scorrere delle nuvole
e delle Luci del Nord, che corrono
come brividi pungenti.
Il sole e la luna s'incrociano,
ma non si toccano mai, ne' fuoriescono
fiamme, ne' si scontrano violentemente.
Sembra che i pianeti s'incontrino
nei loro tragitti, ma non accade nulla,
non viene fatto nessun male.
Possiamo tranquillamente continuare
la nostra vita, e guardare ovunque
tranne che alle stelle, alla luna e al sole
perche' abbiamo bisogno di colpi
e di cambiamenti per non impazzire.
E' vero che la siccita' piu' lunga
finira' in pioggia,
che la pace piu' lunga in Cina
finira' in conflitto.
Ma verra' deluso chi restera' sveglio
nella speranza di veder rompere
la calma del cielo, di fronte a lui
nella sua vita.
Quella calma sembra proprio essere certa
fino all'ultima notte.
Robert Frost
carmine65
30-04-2005, 15:54
dai...
faccio un pò di compagnia all'amica Hikari... :vicini:
Cauta vagliai la mia piccola vita...
Cauta vagliai la mia piccola vita -
separai ciò che svanirà
da ciò che durerà finché una testa come la mia
a sognare si coricherà.
Questo lo riposi in un granaio -
l'altro lo soffiai via.
Tornai una mattina d'inverno
e ahi! il mio fieno impagabile
non era sull'ammezzato -
non era sull'assito -
e da prospero agricoltore -
divenni un cinico intristito.
Se l'abbia preso un ladro -
o se invece fu il vento -
se la Divinità è innocente -
devo ad ogni costo scoprire!
Così comincio a frugare!
Cuor mio, come va?
Sei dentro il piccolo fienile
che amore ti destinò?
Emily Dickinson
hikari84
30-04-2005, 17:45
:)
hikari84
01-05-2005, 19:18
...Io vorrei essere il rosa e l'argento nel correre lungo i sentieri,
ed Egli mi inseguirebbe inciampando,
turbato dal mio riso.
Vedrei il sole balenare nell'elsa della sua spada e nelle fibbie delle sue scarpe.
Mi piacerebbe
condurlo in un labirinto lungo i sentieri modellati,
uno splendente e ridente labirinto per il mio innamorato dai pesanti stivali.
Fino a che non mi afferrasse nell'ombra;
e i bottoni del suo giustacuore premerebbero nell'abbraccio il mio corpo,
che dolora, che si scioglie, che non ha paura...
Amy Lowell
carmine65
04-05-2005, 11:51
Dura il dominio finché lo detieni...
Dura il dominio finché lo detieni -
similmente il possesso -
ma queste - che si donano passando -
restano tue in eterno.
Di quale eternità sono le labbra
che solo la rugiada ha conosciuto -
queste - le spose della permanenza -
si sostituiscono a noi.
Emily Dickinson
hikari84
04-05-2005, 13:50
Mare
Ho voglia di te, amico mare:
da molto non ti vedo
e sogno il tuo abbraccio,
le carezze della brezza,
i luminosi sorrisi delle onde.
Vorrei correre sulle tue rive
orlate di sabbia e di scogli,
ascoltare le voci ed i suoni
dell'acqua che arriva e riparte,
che gioca tra i sassi e nei gorghi
degli anfratti nelle coste rocciose.
Mi attendono chiari gabbiani,
liberi in volo o in riposo
sulla lucida tua superficie;
si muovono attenti e operosi,
soli in gruppo, calmi e sereni:
dan fiducia e speranza
e vorresti esser tra loro.
Amo sedere a te accanto,
là dove lambisci la rena
e lasci piccoli tesori;
resterei ore a contemplarti,
a bere il profumo di salso
che emani quando ti infuri
ed al cielo alzi candide spume.
Sempre mi sei caro: calmo
e scintillante sotto il sole,
massa schiumosa e muggente,
increspato da bianchi puffini,
arrossato al tramonto
o dorato all'aurora,
lucente specchio della luna,
malinconico sotto la pioggia,
di lucido bronzo tra la neve.
Godo ammirarti dall'ombra
di pini, palme ed alberi tuoi,
tra piante e fiori di viali,
giardini e balconi:
il tuo splendore traspare a macchie
di intenso ridente turchino,
invito che non si può rifiutare.
E corro a te col pensiero
e mi sento fresca e beata
come quando nelle tue braccia
accoglienti mi abbandonavo.
Anche se lontano
sei sempre con me:
la tua luce, la tua voce,
il tuo vivo profumo
non mi hanno lasciata.
Sei troppo grande, mare,
perché ti si possa abbandonare!
Carla Piccinini
AtuttaBIRRA!
11-05-2005, 16:38
l'unica che ricordo a memoria (una volta sapevo anche tutto il proemio dell'Odissea :eek: )
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
nella quarta strofa si vede emergere l'estremo ottimismo del caro vecchio Eugenio :D
ciao kendall e scusami se ti rispondo solo adesso... ma solo adesso ho visto il tuo msg.
cmq... magari le avessi tradotte io... ma nn sono così bravo...
le poesie di Emily (la mia favorita) hanno diversi traduttori (e traduttrici) e, talvolta, le sensibilità personali ci fanno preferire una traduzione invece che un'altra.
La poesia in questione l'ho presa da: 'Emily Dickinson: tutte le poesie' edito da Mondadori (collana ' I Meridiani') che ospita traduzioni di diversi autori, mentre la traduttrice della poesia di cui parliamo è Margherita Guidacci.
riciaoooo.
grazie mille, lo avevo chiesto proprio perchè io ho un sito con la raccolta completa ma sono tradotte talmente male che sembrano tutte orribili
ciao
carmine65
14-05-2005, 06:54
grazie mille, lo avevo chiesto proprio perchè io ho un sito con la raccolta completa ma sono tradotte talmente male che sembrano tutte orribili
ciao
ciao,
miiiii... un sito con la raccolta completa?
ci posti il link? così visitiamo, valutiamo e correggiamo, se necessario... :)
riciaoo.
www.emilydickinson.it
(scusa il ritardo con cui rispondo sempre)
ciao ;)
AtuttaBIRRA!
27-05-2005, 11:11
"solo" 13 giorni, che vuoi che sia :D
carmine65
27-05-2005, 12:49
www.emilydickinson.it
(scusa il ritardo con cui rispondo sempre)
ciao ;)
denghiù...
meglio tardi che mai... ;)
riciaooo.
hikari84
27-07-2005, 17:50
Il tuo cuore e il mio
Il tuo cuore e il mio
sono due parti in fiore,
che unisce l'arcobaleno.
Juan Ramon Jimenez
hikari84
29-07-2005, 12:57
Perché il mio verso è sì spoglio di moderni orpelli,
sì lunghi da varianti o improvvisi mutamenti?
Perché seguendo il tempo non dedico uno sguardo
a metodi nuovissimi e a ricerche originali?
Perché ancora scrivo sull'unico stesso tema,
limitando l'inventiva a un ben noto stile,
tanto che ogni parola quasi svela il mio nome
mostrando la sua origine e donde essa proceda?
Oh sappi, dolce amore, io sempre di te scrivo,
e tu e l'amore siete il mio costante tema:
così quanto posso fare è rivestir vecchie parole
spendendo ancor quelle ormai già dispensate:
come il sole è ogni giorno nuovo e vecchio,
così il mio amore ancor ripete quello che già disse.
William Shakespeare
Lucrezio
25-09-2005, 18:08
Riesumiamo :D
L’anguilla, la sirena
dei mari freddi che lascia il Baltico
per giungere ai nostri mari,
ai nostri estuari, ai fiumi
che risale in profondo, sotto la piena avversa,
di ramo in ramo e poi
di capello in capello, assottigliati,
sempre più addentro, sempre più nel cuore
del macigno, filtrando
tra gorielli di melma finché un giorno
una luce scoccata dai castagni
ne accende il guizzo in pozze d’acquamorta,
nei fossi che declinano
dai balzi d’Appennino alla Romagna;
l’anguilla, torcia, frusta,
freccia d’Amore in terra
che solo i nostri botri o i disseccati
ruscelli pirenaici riconducono
a paradisi di fecondazione;
l’anima verde che cerca
vita là dove solo
morde l’arsura e la desolazione,
la scintilla che dice
tutto comincia quando tutto pare
incarbonirsi, bronco seppellito;
l’iride breve, gemella
di quella che incastonano i tuoi cigli
e fai brillare intatta in mezzo ai figli
dell’uomo, immersi nel tuo fango, puoi tu
non crederla sorella?
E. Montale
Lucrezio
25-09-2005, 18:10
l'unica che ricordo a memoria (una volta sapevo anche tutto il proemio dell'Odissea :eek: )
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
nella quarta strofa si vede emergere l'estremo ottimismo del caro vecchio Eugenio :D
Dio lo benedica! (Anche per il suo "ottimismo"!)
Come non essere d'accordo, d'altra parte?
Come potrò dire
a mia madre
che ho paura?
La vita,
il domani,
il dopodomani
e le altre albe
mi troveranno
a tremare
mentre
nel mio cervello
l’ottovolante della critica
ha rotto i freni
e il personale
è ubriaco.
Ho paura,
tanta paura,
e non c’è nascondiglio possibile
o rifugio sicuro.
Ho licenziato
Iddio
e buttato via una donna.
La mia patria
è come la mia intelligenza:
esiste, ma non la conosco.
Ho voluto
il vuoto.
Ho fatto
il vuoto.
Sono solo
e ho freddo
e gli altri nudi
ridono forte
mentre io striscio
verso un fuoco che non mi scalda.
Guardo avvilito
questo deserto
di grattacieli
e attonito
vedo sfilare
milioni di esseri di vetro.
Come potrò
dire a mia madre
che ho paura?
La vita,
il suo motivo,
e il cielo
e la terra
io non posso raggiungerli
e toccare…
Sono sospeso a un filo
che non esiste
e vivo la mia morte
come un anticipo terribile.
Mi è stato concesso
di non portare addosso
vermi
o lezzi o rosari.
Ho barattato
con una maledizione
vecchia ma in buono stato.
Fu un errore.
Non desto nemmeno
più la pietà
di una vergine e non posso
godere il dolore
di chi mi amava.
Se urlo chi sono,
dalla mia gola
escono deformati e trasformati
i suoni che vengono sentiti
come comuni discorsi.
Se scrivo il mio terrore,
chi lo legge teme di rivelarsi e fugge
per ritornare dopo aver comprato
del coraggio.
Solo quando
scadrà l’affitto
di questo corpo idiota
avrò un premio.
Sarò citato
di monito a coloro
che credono sia divertente
giocare a palla
col proprio cervello
riuscendo a lanciarlo
oltre la riga
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
Come potrò dire a mia madre
che ho paura?
Insegnami,
tu che mi ascolti,
un alfabeto diverso
da quello della mia vigliaccheria.
riccardo mannerini
hikari84
26-09-2005, 20:06
Senza parole...
Lucrezio
27-09-2005, 12:20
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D'Annunzio, La pioggia nel pineto
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
Lucrezio
27-09-2005, 13:41
A Ippolito Pindemonte
DEORUM MANIUM IURA SANCTA SUNTO
XII TAB
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estreme sembianze e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo.
Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusîon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna; e se pur mira
dopo l'esequie, errar vede il suo spirto
fra 'l compianto de' templi acherontei,
o ricovrarsi sotto le grandi ale
del perdono d'lddio: ma la sua polve
lascia alle ortiche di deserta gleba
ove né donna innamorata preghi,
né passeggier solingo oda il sospiro
che dal tumulo a noi manda Natura.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende. E senza tomba giace il tuo
sacerdote, o Talia, che a te cantando
nel suo povero tetto educò un lauro
con lungo amore, e t'appendea corone;
e tu gli ornavi del tuo riso i canti
che il lombardo pungean Sardanapalo,
cui solo è dolce il muggito de' buoi
che dagli antri abdüani e dal Ticino
lo fan d'ozi beato e di vivande.
O bella Musa, ove sei tu? Non sento
spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume,
fra queste piante ov'io siedo e sospiro
il mio tetto materno. E tu venivi
e sorridevi a lui sotto quel tiglio
ch'or con dimesse frondi va fremendo
perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio
cui già di calma era cortese e d'ombre.
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini? A lui non ombre pose
tra le sue mura la citta, lasciva
d'evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l'ossa
col mozzo capo gl'insanguina il ladro
chc lasciò sul patibolo i delitti.
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l'úpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerêa campagna
e l'immonda accusar col luttüoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obblîate sepolture. Indarno
sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade
dalla squallida notte. Ahi! su gli estinti
non sorge fiore, ove non sia d'umane
lodi onorato e d'amoroso pianto.
Dal dí che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi
all'etere maligno ed alle fere
i miserandi avanzi che Natura
con veci eterne a sensi altri destina.
Testimonianza a' fasti eran le tombe,
ed are a' figli; e uscían quindi i responsi
de' domestici Lari, e fu temuto
su la polve degli avi il giuramento:
religîon che con diversi riti
le virtú patrie e la pietà congiunta
tradussero per lungo ordine d'anni.
Non sempre i sassi sepolcrali a' templi
fean pavimento; né agl'incensi avvolto
de' cadaveri il lezzo i supplicanti
contaminò; né le città fur meste
d'effigîati scheletri: le madri
balzan ne' sonni esterrefatte, e tendono
nude le braccia su l'amato capo
del lor caro lattante onde nol desti
il gemer lungo di persona morta
chiedente la venal prece agli eredi
dal santuario. Ma cipressi e cedri
di puri effluvi i zefiri impregnando
perenne verde protendean su l'urne
per memoria perenne, e prezîosi
vasi accogliean le lagrime votive.
Rapían gli amici una favilla al Sole
a illuminar la sotterranea notte,
perché gli occhi dell'uom cercan morendo
il Sole; e tutti l'ultimo sospiro
mandano i petti alla fuggente luce.
Le fontane versando acque lustrali
amaranti educavano e vîole
su la funebre zolla; e chi sedea
a libar latte o a raccontar sue pene
ai cari estinti, una fragranza intorno
sentía qual d'aura de' beati Elisi.
Pietosa insania che fa cari gli orti
de' suburbani avelli alle britanne
vergini, dove le conduce amore
della perduta madre, ove clementi
pregaro i Geni del ritorno al prode
cne tronca fe' la trîonfata nave
del maggior pino, e si scavò la bara.
Ma ove dorme il furor d'inclite gesta
e sien ministri al vivere civile
l'opulenza e il tremore, inutil pompa
e inaugurate immagini dell'Orco
sorgon cippi e marmorei monumenti.
Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo,
decoro e mente al bello italo regno,
nelle adulate reggie ha sepoltura
già vivo, e i stemmi unica laude. A noi
morte apparecchi riposato albergo,
ove una volta la fortuna cessi
dalle vendette, e l'amistà raccolga
non di tesori eredità, ma caldi
sensi e di liberal carme l'esempio.
A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta. Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a' regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
e l'arca di colui che nuovo Olimpo
alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide
sotto l'etereo padiglion rotarsi
piú mondi, e il Sole irradîarli immoto,
onde all'Anglo che tanta ala vi stese
sgombrò primo le vie del firmamento:
- Te beata, gridai, per le felici
aure pregne di vita, e pe' lavacri
che da' suoi gioghi a te versa Apennino!
Lieta dell'aer tuo veste la Luna
di luce limpidissima i tuoi colli
per vendemmia festanti, e le convalli
popolate di case e d'oliveti
mille di fiori al ciel mandano incensi:
e tu prima, Firenze, udivi il carme
che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco,
e tu i cari parenti e l'idîoma
désti a quel dolce di Calliope labbro
che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma
d'un velo candidissimo adornando,
rendea nel grembo a Venere Celeste;
ma piú beata che in un tempio accolte
serbi l'itale glorie, uniche forse
da che le mal vietate Alpi e l'alterna
onnipotenza delle umane sorti
armi e sostanze t' invadeano ed are
e patria e, tranne la memoria, tutto.
Che ove speme di gloria agli animosi
intelletti rifulga ed all'Italia,
quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi
venne spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato a' patrii Numi, errava muto
ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo
desîoso mirando; e poi che nullo
vivente aspetto gli molcea la cura,
qui posava l'austero; e avea sul volto
il pallor della morte e la speranza.
Con questi grandi abita eterno: e l'ossa
fremono amor di patria. Ah sí! da quella
religîosa pace un Nume parla:
e nutria contro a' Persi in Maratona
ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi,
la virtú greca e l'ira. Il navigante
che veleggiò quel mar sotto l'Eubea,
vedea per l'ampia oscurità scintille
balenar d'elmi e di cozzanti brandi,
fumar le pire igneo vapor, corrusche
d'armi ferree vedea larve guerriere
cercar la pugna; e all'orror de' notturni
silenzi si spandea lungo ne' campi
di falangi un tumulto e un suon di tube
e un incalzar di cavalli accorrenti
scalpitanti su gli elmi a' moribondi,
e pianto, ed inni, e delle Parche il canto.
Felice te che il regno ampio de' venti,
Ippolito, a' tuoi verdi anni correvi!
E se il piloto ti drizzò l'antenna
oltre l'isole egèe, d'antichi fatti
certo udisti suonar dell'Ellesponto
i liti, e la marea mugghiar portando
alle prode retèe l'armi d'Achille
sovra l'ossa d'Ajace: a' generosi
giusta di glorie dispensiera è morte;
né senno astuto né favor di regi
all'Itaco le spoglie ardue serbava,
ché alla poppa raminga le ritolse
l'onda incitata dagl'inferni Dei.
E me che i tempi ed il desio d'onore
fan per diversa gente ir fuggitivo,
me ad evocar gli eroi chiamin le Muse
del mortale pensiero animatrici.
Siedon custodi de' sepolcri, e quando
il tempo con sue fredde ale vi spazza
fin le rovine, le Pimplèe fan lieti
di lor canto i deserti, e l'armonia
vince di mille secoli il silenzio.
Ed oggi nella Troade inseminata
eterno splende a' peregrini un loco,
eterno per la Ninfa a cui fu sposo
Giove, ed a Giove diè Dàrdano figlio,
onde fur Troia e Assàraco e i cinquanta
talami e il regno della giulia gente.
Però che quando Elettra udí la Parca
che lei dalle vitali aure del giorno
chiamava a' cori dell'Eliso, a Giove
mandò il voto supremo: - E se, diceva,
a te fur care le mie chiome e il viso
e le dolci vigilie, e non mi assente
premio miglior la volontà de' fati,
la morta amica almen guarda dal cielo
onde d'Elettra tua resti la fama. -
Cosí orando moriva. E ne gemea
l'Olimpio: e l'immortal capo accennando
piovea dai crini ambrosia su la Ninfa,
e fe' sacro quel corpo e la sua tomba.
Ivi posò Erittonio, e dorme il giusto
cenere d'Ilo; ivi l'iliache donne
sciogliean le chiome, indarno ahi! deprecando
da' lor mariti l'imminente fato;
ivi Cassandra, allor che il Nume in petto
le fea parlar di Troia il dí mortale,
venne; e all'ombre cantò carme amoroso,
e guidava i nepoti, e l'amoroso
apprendeva lamento a' giovinetti.
E dicea sospiranda: - Oh se mai d'Argo,
ove al Tidíde e di Läerte al figlio
pascerete i cavalli, a voi permetta
ritorno il cielo, invan la patria vostra
cercherete! Le mura, opra di Febo,
sotto le lor reliquie fumeranno.
Ma i Penati di Troia avranno stanza
in queste tombe; ché de' Numi è dono
servar nelle miserie altero nome.
E voi, palme e cipressi che le nuore
piantan di Priamo, e crescerete ahi presto
di vedovili lagrime innaffiati,
proteggete i miei padri: e chi la scure
asterrà pio dalle devote frondi
men si dorrà di consanguinei lutti,
e santamente toccherà l'altare.
Proteggete i miei padri. Un dí vedrete
mendico un cieco errar sotto le vostre
antichissime ombre, e brancolando
penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,
e interrogarle. Gemeranno gli antri
secreti, e tutta narrerà la tomba
Ilio raso due volte e due risorto
splendidamente su le mute vie
per far piú bello l'ultimo trofeo
ai fatati Pelídi. Il sacro vate,
placando quelle afflitte alme col canto,
i prenci argivi eternerà per quante
abbraccia terre il gran padre Oceàno.
E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.
Senza parole...
de andrè ne ha fatto questo:
Ho licenziato Dio
gettato via un amore
per costruirmi il vuoto
nell'anima e nel cuore.
Le parole che dico
non han più forma né accento
si trasformano i suoni
in un sordo lamento.
Mentre fra gli altri nudi
io striscio verso un fuoco
che illumina i fantasmi
di questo osceno giuoco.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Chi mi riparlerà
di domani luminosi
dove i muti canteranno
e taceranno i noiosi
quando riascolterò
il vento tra le foglie
sussurrare i silenzi
che la sera raccoglie.
Io che non vedo più
che folletti di vetro
che mi spiano davanti
che mi ridono dietro.
Come potrò dire la mia madre che ho paura?
Perché non hanno fatto
delle grandi pattumiere
per i giorni già usati
per queste ed altre sere.
E chi, chi sarà mai
il buttafuori del sole
chi lo spinge ogni giorno
sulla scena alle prime ore.
E soprattutto chi
e perché mi ha messo al mondo
dove vivo la mia morte
con un anticipo tremendo?
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Quando scadrà l'affitto
di questo corpo idiota
allora avrò il mio premio
come una buona nota.
Mi citeran di monito
a chi crede sia bello
giocherellare a palla
con il proprio cervello.
Cercando di lanciarlo
oltre il confine stabilito
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell'infinito.
Come potrò dire a mia madre che ho paura?
Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.
Lucrezio
30-09-2005, 16:43
Tu non ricordi la casa dei doganieri
sul rialzo a strapiombo sulla scogliera:
desolata t’attende dalla sera
in cui v’entrò lo sciame dei tuoi pensieri
e vi sostò irrequieto.
Libeccio sferza da anni le vecchie mura
e il suono del tuo riso non è più lieto:
la bussola va impazzita all’avventura
e il calcolo dei dadi più non torna.
Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.
Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietà.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’oscurità.
Oh l’orizzonte in fuga, dove s’accende
rara la luce della petroliera!
Il varco è qui? (Ripullula il frangente
ancora sulla balza che scoscende...)
Tu non ricordi la casa di questa
mia sera. Ed io non so chi va e chi resta.
E va bene, contribuisco anch'io a questo bellissimo thread con una poesia intitolata Delirio ...
L’incoerenza…
di un dialogo insensato,
dal niente o quasi estrapolato…
Delirio…
Ho sognato…
Di volare all’alba nell’Aurora Boreale,
tra i ghiacci azzurri del Circolo Polare.
Ho visto…
La banchisa infrangersi nel mare,
… e partorire iceberg…
Ho visto…
Il mio corpo inerme…
riflettersi sul ghiaccio speculare...
Ho visto…
Esploratori alla ricerca di se stessi,
… o della fama,
sbranati dagli orsi;
...Ed ho sentito…
Le voci degli eschimesi in tribù,
riuniti a parlare negli igloo.
…
E tutto questo, io…
forse…
…l’ho vissuto veramente!?
Ci tengo a precisare che all'atto della "stesura", al contrario di quanto potrebbe sembrare, ero nel pieno delle mie facoltà mentali :p
Ciao
Lucrezio
02-10-2005, 20:20
Bella e divertente, di Cavalcanti:
LI - Guata, Manetto, quella scrignutuzza
sonetto
Guata, Manetto, quella scrignutuzza,
e pon' ben mente com'è divisata
e com'è drittamente sfigurata
04 e quel che pare quand'ella s'agruzza!
Or, s'ella fosse vestita d'un'uzza
con cappellin' e di vel soggolata
ed apparisse di dìe accompagnata
08 d'alcuna bella donna gentiluzza,
tu non avresti niquità sì forte
né sarestii angoscioso sì d'amore
11 né sì involto di malinconia,
che tu non fossi a rischio de la morte
di tanto rider che farebbe 'l core:
14 o tu morresti, o fuggiresti via.
Fradetti
02-10-2005, 20:47
grida l'eco galeazzo
ma che noia, ma che palle
mi son proprio rotto il cazzo
Lucrezio
04-10-2005, 11:24
grida l'eco galeazzo
ma che noia, ma che palle
mi son proprio rotto il cazzo
...
D4rkAng3l
07-11-2005, 21:16
bah ci provo anche io...non ho mai voluto far leggere i cavoletti miei alla gente che conosco di persona..imbarazzoo...
La prima metà la scrissi dopo una bellissima serata, l'altra appena il sogno era andato in frantumi...probabilmente fà un po' schifo ed è la classica cazzata darkettosa trita e ritrita ma è l'unica cosa di quel periodo sopravvissuta per puro caso alla volontaria cancellazione di tutto il resto :D
Coltiveremo il seme del peccato al buio,
ci inebrieremo del vizio amandoci silenziosamente
al cospetto di un Dio morente.
Violato il giuramento più sacro, come vetro
s'infrange la serena speranza.
All'indomani della fine del tempo giaccio sperduto,
cercando dolci ricordi di un tempo passato,
che mai più tornerà.
D4rkAng3l
07-11-2005, 22:54
ma questo non er ail 3d delle poesiole personali...azz pensavo fosse un altro...già fà cagare...mo mi tocca confrontarmi con baudler e leopardi e non con altir membri sfigati del forum ahahah :D
hikari84
11-02-2006, 21:03
Il Passato
Rivedo i luoghi dove un giorno ho pianto:
un sorriso mi sembra ora quel pianto.
Rivedo i luoghi dove ho già sorriso...
Oh! come lacrimoso quel sorriso!
Giovanni Pascoli
hikari84
13-02-2006, 23:08
Tramontata è la luna e le Pleiadi:
a mezzo è la notte:
il tempo trascorre;
e io dormo sola.
Saffo
hikari84
11-12-2006, 10:25
;)
hikari84
15-05-2008, 15:38
Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse come la mia ombra
mi stava accanto anche nel buio
non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi
quando si dorme si perdono le mani e i piedi
io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
non dico che fosse fame o sete o desiderio
del fresco nell'afa o del caldo nel gelo
era qualcosa che non può giungere a sazietà
non era gioia o tristezza non era legata
alle città alle nuvole alle canzoni ai ricordi
era in me e fuori di me.
durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me
e del viaggio non mi resta nulla se non quella nostalgia.
Nazim Hikmet
hikari84
16-05-2008, 12:54
Sono spariti i poeti, qua dentro...? ;)
hikari84
16-05-2008, 14:59
Bravissimo, riportiamo su questo thread.
Bel thread :)
Così sul momento mi viene in mente solo questo passo, che però mi colpisce profondamente:
...But I being poor
have only my dreams
I have spread my dreams under your feet
tread softly
because you tread on my dreams...
Liberamente tradotto:
...Ma io essendo povero
Ho soltanto i miei sogni
E i miei sogni ho posto ai tuoi piedi
Cammina leggera
Perchè cammini sui miei sogni...
William Butler Yeats
hikari84
17-05-2008, 08:31
Bellissima...
bellastoria
17-05-2008, 16:53
Io vado pazzo per questa.
Non ho che poche parole per fermare gli attimi fissati in una luce da cartolina illustrata
e vederti agitare fra nastrini di sangue sulla fronte da pirata su un terrazzo
celeste, non mi ricordo se il cielo sta a destra, a sinistra o sotto di noi e i tentativi di spiegarti qualcosa,
forse una cosa terribile che rimandavo di parola in parola persino a me stesso.
So che al mio silenzio non ho avuto risposta perché non miravo mai al centro.
Vittorio Reta
aristotele
17-05-2008, 21:36
Rispondo con una canzone degli Smiths
There's a light that never goes out.
Take me out tonight
Where theres music and theres people
And theyre young and alive
Driving in your car
I never never want to go home
Because I havent got one
Anymore
Take me out tonight
Because I want to see people and i
Want to see life
Driving in your car
Oh, please dont drop me home
Because its not my home, its their
Home, and Im welcome no more
And if a double-decker bus
Crashes into us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten-ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well, the pleasure - the privilege is mine
Take me out tonight
Take me anywhere, I dont care
I dont care, I dont care
And in the darkened underpass
I thought oh god, my chance has come at last
(but then a strange fear gripped me and i
Just couldnt ask)
Take me out tonight
Oh, take me anywhere, I dont care
I dont care, I dont care
Driving in your car
I never never want to go home
Because I havent got one, da ...
Oh, I havent got one
And if a double-decker bus
Crashes into us
To die by your side
Is such a heavenly way to die
And if a ten-ton truck
Kills the both of us
To die by your side
Well, the pleasure - the privilege is mine
Oh, there is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
There is a light and it never goes out
bagnino89
18-05-2008, 00:58
Non so se è stata postata, è una canzone ma non definirla poesia sarebbe da sciocchi. E così bella che non si potrebbe nemmeno dedicare, imho.
Ti proteggerò
dalle paure delle ipocondrie
Dai turbamenti che da oggi
incontrerai per la tua via
Dalle ingiustizie, dagli inganni
del tuo tempo
Dai fallimenti che per tua natura
normalmente attirerai
Ti solleverò dai dolori
dai tuoi sbalzi d'umore
Dalle ossessioni
delle tue manie
Supererò le correnti
gravitazionali
Lo spazio e la luce
per non farti invecchiare
E guarirai
da tutte le malattie
Perchè sei un essere speciale
Ed io
avrò cura di te
Vagavo per i campi del Tennessee
Come vi ero arrivato chissà
Non hai i fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare...
Ti porterò
soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme
le vie che portano all'essenza
I profumi d'amore
inebrieranno i nostri corpi
La bonaccia d'Agosto
non calmerà i nostri sensi
Tesserò i tuoi capelli
come trame d'incanto
Conosco le leggi del mondo
e te ne farò dono
Supererò le correnti
gravitazionali
Lo spazio e la luce
per non farti invecchiare
Ti salverò
da ogni malinconia
Perchè sei un essere speciale
Ed io
avrò cura di te
Io sì
che avrò cura di te
La cura; Franco Battiato
bagnino89
18-05-2008, 01:05
Un'altra bellissima poesia d'amore di uno dei poeti più grandi di tutti i tempi:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Ho sceso, dandoti il braccio...; Eugenio Montale; Xenia, II, 5
Il_Grigio
18-05-2008, 08:53
Shall I Compare Thee To a Summer’s Day? di William Shakespeare
Shall I compare thee to a summer’s day?
Thou art more lovely and more temperate:
Rough winds do shake the darling buds of May,
And summer’s lease hath all too short a date:
Sometime too hot the eye of heaven shines,
And often is his gold complexion dimm’d;
And every fair from fair sometime declines,
By chance, or nature’s changing course untrimm’d;
But thy eternal summer shall not fade,
Nor lose possession of that fair thou ow’st,
Nor shall death brag thou wander’st in his shade,
When in eternal lines to time thou grow’st;
So long as men can breathe, or eyes can see,
So long lives this, and this gives life to thee
hikari84
18-05-2008, 09:26
Un'altra delle mie preferite: "X Agosto" di Giovanni Pascoli :)
Adoro Pascoli...
Rispondo con una canzone degli Smiths
Bentornato :)
bagnino89
18-05-2008, 10:39
Viviamo, mia Lesbia, e amiamo,
e le chiacchere dei vecchi moralisti
non stimiamole neanche un centesimo.
I soli tramontano e risorgono;
ma noi, quando avrà termine questa breve luce,
dormieremo un'unica eterna notte.
Dammi mille baci, poi altri cento,
poi ancora mille, e un'altra volta cento,
quandi ancora altri mille, e ancora cento.
Così, quando ce ne saremo dati a migliaia,
ne confonderemo le somme, per non sapere,
o perchè nessun malvagio possa invidiarci,
che possa esistere una tale quantità di baci.
Traduzione libera del Carmen V, Caio Valerio Catullo, Liber
bagnino89
18-05-2008, 10:42
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
(Per chi interessa, in metrica dovrebbe leggersi così:
Odi et amò. Quarìd faciàm, fortasse requirìs.
Nescio, sed fierì sentièt excruciòr.)
Traduzione libera by myself:
Ti odio e ti amo. Forse vuoi sapere come faccia.
Non lo so, ma dentro sento che è così e ne sono dilaniato.
Carmen LXXXV, Caio Valerio Catullo, Liber
bagnino89
18-05-2008, 10:47
Questa è a mio parere la poesia che meglio di qualsiasi altra esprime la condizione dell'uomo contemporaneo.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua della sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Spesso il male di vivere ho incontrato, Eugenio Montale, Ossi di Seppia
aristotele
18-05-2008, 12:41
Bentornato :)
Grazie,
felice di risentirti!!
Specie in una simile discussione.
Anzi direi che sono felice per tutte le persone che vi partecipano!
bagnino89
18-05-2008, 14:37
Cmq "odi et amo" non significa "ti odio e ti amo", ma "odio e amo", semplicemente :p
Vero, però è dannatamente evidente che si riferisca a Lesbia, quindi nella mia traduzione libera ho voluto dargli quel senso.
bagnino89
18-05-2008, 14:48
Un'altra poesia di un altro mitico autore latino:
Non chiederti, non è lecito saperlo, quale destino abbiano assegnato gli dei
a me, e quale a te, o Leucònoe, e non domandarlo ai matematici
Babilonesi. E' molto meglio sopportare ciò che avverrà.
Sia che Giove ci abbia concesso numerosi inverni,
sia che sia l'ultimo quello che affatica il mar Tirreno contro le
opposte scogliere, sii saggia, versa il vino e ritagliati una lunga
speranza per questo breve tempo. Proprio ora che parliamo, il tempo
invidioso ci fugge via: cogli questo attimo, e non confidare nel domani.
Quinto Orazio Flacco, Traduzione libera del Carmen XI, Odi I
hikari84
23-05-2008, 10:33
Sole, brilla adesso dentro al cuore,
vento, porta via da me fatiche e cure!
Gioia più profonda non conosco sulla terra,
che l'essere per via nell'ampia vastità.
Verso la pianura inizio il mio cammino,
sole mi fiammeggi, acqua mi rinfreschi;
per sentire la vita della nostra terra
apro tutti i sensi in festa.
Mi mostrerà ogni giorno nuovo,
fratelli nuovi e nuovi amici,
finché senza dolore ogni forza loderò,
e di ogni stella sarò ospite e amico.
Hermann Hesse
XLVIII
Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell’erba,
lascian camminando due ombre che s’uniscono,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s’uccisero con fili, ma con un aroma,
e non spezzarono la pace nè le parole.
È la felicità una torre trasparente.
L’aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
Due amanti felici, non han fine nè morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l’eternità della natura.
Pablo Neruda
hikari84
29-01-2010, 10:06
Lascia l'ombre ed abbraccia il vero.
Non cangiare il presente col futuro.
Tu sei il veltro che nel rio trabocca,
mentre l'ombra desia di quel c'ha in bocca.
Aviso non fu mai di saggio o scaltro
perdere un bene per acquistarne un altro.
A che cerchi si lungi diviso
se in te stesso trovi il paradiso?
Anzi, chi perde l'un mentre e' nel mondo,
non speri dopo morto l'altro bene.
Perche' si sdegna il ciel dare il secondo
a chi il primiero non caro non tenne;
cosi', credendo alzarti, vai a fondo;
ed ai piacer togliendoti, a le pene
ti condanni; e con inganno eterno,
bramando il ciel, stai ne l'inferno.
Giordano Bruno - La verità entro di noi
BarbarAnne
10-03-2010, 17:27
Alla speranza
Quando solo siedo al mio focolare,
e odiosi pensieri mi vestono di tristezza,
quand’anche i sogni vengono a meno
all’occhio della mente,
e non ci son fiori per la nuda brughiera della vita,
Tu, dolce Speranza, profumami di magia.
Si, portami via sulle tue ali d’argento.
Se , colto dalla notte dove i rami intrecciati
escludono il raggio lucente della luna,
il Tetro sconforto impaurisse i miei pensieri,
e accigliato, fuggisse la dolce Allegria,
ti prego, un raggio affaccia di luce per lo sconnesso
tetto di paglia, scaccia Lo sconforto Maledetto...
John Keats
:flower:
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