View Full Version : Angolo di poesia del forum
hikari84
12-05-2003, 00:04
Originally posted by "Loregux"
allora mi sai dire pure le discoteche, i locali carini, ecc...?
Insomma... non sono molto pratica di queste cose... cmq se sei interessato posso sempre chiedere ad un mio amico, lui è un esperto per quanto riguarda la vita "notturna"...
hikari84
13-05-2003, 12:23
A quelli nati dopo di noi
Veramente, vivo in tempi bui!
La parola disinvolta è folle. Una fronte liscia
indica insensibilità. Colui che ride
probabilmente non ha ancora ricevuto
la terribile notizia.
Che tempi sono questi in cui
un discorso sugli alberi è quasi un reato
perché comprende il tacere su così tanti crimini!
Quello lì che sta tranquillamente attraversando la strada
forse non è più raggiungibile per i suoi amici
che soffrono?
È vero: mi guadagno ancora da vivere
ma credetemi: è un puro caso. Niente
di ciò che faccio mi da il diritto di saziarmi.
Per caso sono stato risparmiato. (Quando cessa la mia fortuna sono perso)
Mi dicono: mangia e bevi! Accontentati perché hai!
Ma come posso mangiare e bere se
ciò che mangio lo strappo a chi ha fame, e
il mio bicchiere di acqua manca a chi muore di sete?
Eppure mangio e bevo.
Mi piacerebbe anche essere saggio.
Nei vecchi libri scrivono cosa vuol dire saggio:
tenersi fuori dai guai del mondo e passare
il breve periodo senza paura.
Anche fare a meno della violenza
ripagare il male con il bene
non esaudire i propri desideri, ma dimenticare
questo è ritenuto saggio.
Tutto questo non mi riesce:
veramente, vivo in tempi bui!
Voi, che emergerete dalla marea
nella quale noi siamo annegati
ricordate
quando parlate delle nostre debolezze
anche i tempi bui
ai quali voi siete scampati.
Camminavamo, cambiando più spesso i paesi delle scarpe,
attraverso le guerre delle classi, disperati
quando c'era solo ingiustizia e nessuna rivolta.
Eppure sappiamo:
anche l'odio verso la bassezza
distorce i tratti del viso.
Anche l'ira per le ingiustizie
rende la voce rauca. Ah, noi
che volevamo preparare il terreno per la gentilezza
noi non potevamo essere gentili.
Ma voi, quando sarà venuto il momento
in cui l'uomo è amico dell'uomo
ricordate noi
Con indulgenza.
Bertolt Brecht
hikari84
21-05-2003, 20:43
Lascia ch'io confessi che dobbiamo separarci
Lascia ch'io confessi che dobbiamo separarci
anche se il nostro amore è un uno indivisibile,
così quelle colpe che son soltanto mie
senza il tuo aiuto, le sopporterò da solo.
Nei nostri due amori vi è un comun sentire
anche se un'ingiustizia separa le nostre vite,
che pur non alterando il nostro sentimento
sottrae dolci momenti al piacere dell'amore.
Io non potrò mai più mostrar d'esserti amico
per timor che ti dian onta le mie colpe indegne,
né tu potrai onorarmi con palese simpatia
se non vorrai infamare la tua reputazione:
ma non rischiare questo: io ti voglio così bene
e ti sento tanto mio che mio è il tuo buon nome.
William Shakespeare
hikari84
25-05-2003, 20:57
Furtiva mano di un fantasma occulto
Furtiva mano di un fantasma occulto
fra le pieghe del buio e del torpore
mi scuote, e io mi sveglio, ma nel cuore
notturno non trovo gesto o volto.
Un antico terrore, che insepolto
porto nel petto, come da un trono
scende sopra di me senza perdono,
mi fa suo servo senza cenno o insulto.
E sento la mia vita di repente
legata con un filo di Incosciente
a ignota mano diretta nell’ignoto.
Sento che niente sono, se non l’ombra
Di un volto imperscrutabile nell’ombra:
e per assenza esisto, come il vuoto.
Fernando Pessoa
hikari84
25-05-2003, 22:15
Questa è l'ultima poesia che vi posto oggi, buonanotte a tutti...
Mentre andavo
Andavo per i campi
così, per conto mio,
e non cercare niente
era quello che volevo.
E lì c'era un fiorellino,
subito lì, vicino,
che nella vita mai
ne vidi uno più bello.
Volevo coglierlo,
ma il fiore mi disse:
possiedo radici,
e sono ben nascoste.
Giù nel profondo
sono interrato;
per questo i miei fiori
son belli tondi.
Non so amoreggiare,
non so adulare;
non cogliermi devi,
ma trapiantare.
Johann Wolfgang Goethe
hikari84
26-05-2003, 12:27
Buongiorno a tutti... :)
Rilancio con...
Passero solitario
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finché non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
Giacomo Leopardi
Phantom II
26-05-2003, 12:37
Si vede che la cultura non ti manca, hai postato un casino di poesie :eek:
Continua così :)
carmine65
31-05-2003, 09:00
Ciao a tutti,
ecco un'altra splendida poesia di Emily...
dedicata a tutti (ed in particolare ad Hikari84, che, come me, ama le poesie della Dickinson). :)
Un giorno, senza dubbio,
troveremo
persino il cubo
dell'arcobaleno,
ma quello che non si lascerà scoprire
è l'arco, di un'ipotesi,
d'amore.
Emily Dickinson
Ciaooo.
hikari84
31-05-2003, 12:34
Grazie Carmine per la poesia e per aver tirato su il thread... :)
Rispondo con...
Dopo un grande dolore si prova
un sentimento composto -
i nervi si fanno solenni, come tombe -
e il cuore, freddo, si chiede
se in lui davvero si è aperta una ferita -
e se è accaduto ieri o secoli prima.
I piedi si muovono meccanici
per una via di legno -
se di terra, d'aria o d'altro
indifferenti -
un appagamento di quarzo, come pietra.
Questa è l'ora di piombo.
Chi sopravvive la ricorda
come gli assiderati ricordano la neve -
il gelo prima, poi lo stupore,
e infine l'abbandono.
Emily Dickinson
:(
hikari84
01-06-2003, 20:39
Il sogno
Se il sonno fosse (c'è chi dice) una
tregua, un puro riposo della mente,
perché, se ti si desta bruscamente,
senti che t'han rubato una fortuna?
Perché è triste levarsi presto? L'ora
ci deruba d'un dono inconcepibile,
intimo al punto da esser traducibile
solo in sopore, che la veglia dora
di sogni, forse pallidi riflessi
interrotti dei tesori dell'ombra,
d'un mondo intemporale, senza nome,
che il giorno deforma nei suoi specchi.
Chi sarai questa notte nell'oscuro
sonno, dall'altra parte del tuo muro?
Jorge Luis Borges
Qualcuno qualche pagina addietro ha postato due mie poesie ma non le avete considerate... :(
Questa è sempre mia.
Elisa
"L' inverno è finito" - mi dicesti piano -
"viviamo la nostra primavera."
Sembri solo un ricordo lontano
ma non mi chiederò se fossi sincera.
Davvero l' anima mia a te la mano
aveva teso in quella notte nera;
piangere a lungo per te ormai è vano
se la morte della Speranza è vera.
E' passato il tempo delle fate,
il verde paradiso di un amore
ritrovato, un' illusione svanita:
dal gelo oscuro dell' anima, andate
parole di sconforto. Ho nel cuore
l' eterna tua assenza dalla mia vita.
:(
tati29268
03-06-2003, 18:30
non eravate
alba
ma accorto
vuoto
di sangue,
radice nera
allargata
nel dorso
del giorno.
The Mighty Gex
03-06-2003, 18:47
A volte tremo, la sera quando penso alla mia vita
A volte piango quando guardo il mio futuro e mi accorgo di non essere pronto per lasciare il porto della mia infanzaia.
Il tempo mi tradisce e mi sfugge dalle mani come fosse sabbia,
la sabbia calda di un deserto qual'è la mia vita.
A volte vorrei essere un gabbiano per volare in alto e fuggire da questo mondo crudo e violento.
A volte quando mi guardo in torno penso che non vorrò mai vere figli perché so che soffriranno e non voglio.
Questa mia vita buia,
Senza nessuno che mi possa aiutare a capirla,
senzaa nessuno che stia assieme a me.
A volte vorrei essere un gatto,
un gatto nero,
tarmene li raggommitolato carpendo gli ultimi raggi di questo sole che non riesce a scaldarmi l'anima,
un gatto indifferente che vive alla giornata frugando nei cassonetti per vivere.
A volte vorrei non essere qui,
A volte vorrei fuggire da qui,
A volte vorrei morire,
A volte vorrei non essere mai nato.
22-01-1998
hikari84
03-06-2003, 20:12
Lessi la mia sentenza con fermezza
Lessi la mia sentenza con fermezza -
la controllai per essere sicura
di non aver frainteso
nella clausola finale
la data e la forma della vergogna -
e poi la frase
"Dio abbia misericordia" dell'anima -
i giurati si espressero così.
Cercai di abituare la mia anima
alla sua fine, perchè in quel momento
non le sembrasse estranea l'agonia -
ma lei e la morte, fatta conoscenza,
s'incontrassero tranquille, come amiche -
salutandosi e passando senza un cenno -
e lì si concludesse la faccenda.
Emily Dickinson
Sempre mia:
Follia di un sentimento
Il cielo è uno spirito
oscuro di canti e nella
mezzanotte l' eco dei sussurri
del mio cuore
brilla come le stelle
che scivolano nel buio.
Freddo è il respiro
della mia sera
perché amore ha portato
via il calore
dell' anima.
Nel blu della notte
scorre fuggendo
un fruscio malizioso:
quel vento che culla
col canto il riposo
degli uomini stanchi,
mi tenta col suo silenzio d' ombra.
Piangendo canta:
"Amore che dal Cielo vuoto
discendi,
amore che lo Spirito del mondo
riempi,
o amore, amore degli immortali,
non c'è posto per te
nella notte nera!"
Lacrime stanche,
che riempite il nero degli istanti,
non spegnete la luce
del ricordo.
"E' passato" diceva il mio diavolo;
ma fate sì che
ella viva nella memoria...
Jaguar64bit
03-06-2003, 23:12
Originally posted by "hikari84"
Lessi la mia sentenza con fermezza
Lessi la mia sentenza con fermezza -
la controllai per essere sicura
di non aver frainteso
nella clausola finale
la data e la forma della vergogna -
e poi la frase
"Dio abbia misericordia" dell'anima -
i giurati si espressero così.
Cercai di abituare la mia anima
alla sua fine, perchè in quel momento
non le sembrasse estranea l'agonia -
ma lei e la morte, fatta conoscenza,
s'incontrassero tranquille, come amiche -
salutandosi e passando senza un cenno -
e lì si concludesse la faccenda.
Emily Dickinson
Bella poesia.
hikari84
04-06-2003, 13:33
"Trascorriamo la vita sperando in un domani diverso che non verrà mai.
Accumuliano denaro e case nella speranza che un giorno queste ricchezze
ci serviranno per vivere meglio, lasciamo passare il tempo con la
convinzione che tutto ciò diventi verità. Ma la verità è nel nostro
presente e non ci accorgiamo degli attimi che da soli valgono un'intera
esistenza per il loro significato."
Tratto da "La capanna incantata", Romano Battaglia
... E mi accorgo ogni giorno di più che ha ragione... :(
Smontatore
04-06-2003, 13:44
Originally posted by "Ma Sara"
Qualcuno qualche pagina addietro ha postato due mie poesie ma non le avete considerate... :(
Questa è sempre mia.
Elisa
"L' inverno è finito" - mi dicesti piano -
"viviamo la nostra primavera."
Sembri solo un ricordo lontano
ma non mi chiederò se fossi sincera.
Davvero l' anima mia a te la mano
aveva teso in quella notte nera;
piangere a lungo per te ormai è vano
se la morte della Speranza è vera.
E' passato il tempo delle fate,
il verde paradiso di un amore
ritrovato, un' illusione svanita:
dal gelo oscuro dell' anima, andate
parole di sconforto. Ho nel cuore
l' eterna tua assenza dalla mia vita.
:(
Standing ovation!
La sento molto vicina in questo particolare momento, complimenti.
Originally posted by "Smontatore"
Standing ovation!
La sento molto vicina in questo particolare momento, complimenti.
Grazie :)
http://forum.hwupgrade.it/faccine/6.gif
aristotele
04-06-2003, 14:46
Come una marea...
È come una marea, quando lei fissa su me
i suoi occhi neri,
quando sento il suo corpo di creta bianca e mobile
tendersi e palpitare presso il mio,
è come una marea, quando lei è al mio fianco.
Disteso davanti ai mari del Sud ho visto
arrotolarsi le acque ed espandersi
incontenibilmente
fatalmente
nelle mattine e nei tramonti.
Acqua delle risacche sulle vecchie orme,
sulle vecchie tracce, sulle vecchie cose,
acqua delle risacche che dalle stelle
s'apre come una rosa immensa,
acqua che va avanzando sulle spiagge come
una mano ardita sotto una veste,
acqua che s'inoltra in mezzo alle scogliere,
acqua che s'infrange sulle rocce,
e come gli assassini silenziosa,
acqua implacabile come i vendicatori
acqua delle notti sinistre
sotto i moli come una vena spezzata,
o come il cuore del mare
in una irradiazione tremante e mostruosa
È qualcosa che dentro mi trasporta e mi cresce
immensamente vicino, quando lei è al mio fianco,
e come una marea che s'infrange nei suoi occhi
e che bacia la sua bocca, i suoi seni, le mani.
Tenerezza di dolore e dolore d'impossibile,
ala dei terribili
che si muove nella notte della mia carne e della sua
come un'acuminata forza di frecce nel cielo.
Qualcosa d'immensa fuga,
che non se ne va, che graffia dentro,
qualcosa che nelle parole scava pozzi tremendi,
qualcosa che, contro tutto s'infrange, contro tutto,
come i prigionieri contro le celle!
Lei, scolpita nel cuore della notte,
dall'inquietudine dei miei occhi allucinati,
lei, incisa nei legni del bosco
dai coltelli delle mie mani,
lei, il suo piacere unito al mio,
lei, gli occhi suoi neri,
lei, il suo cuore, farfalla insanguinata
che con le due antenne d'istinto m'ha toccato!
Non sta in questo stretto altopiano della mia vita!
È come un vento scatenato!
Se le mie parole trapassano appena come aghi
dovrebbero straziare come spade o come aratri!
È come una marea che mi trascina e mi piega,
è come una marea, quando lei è al mio fianco!
Pablo Neruda
hikari84
07-06-2003, 20:40
La mia sera (Canti di Castelvecchio)
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
E, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera.
Che voli di rondini intorno!
che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Nè io...e che voli, che gridi,
mia limpida sera!
Don...Don... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.
Giovanni Pascoli
aristotele
07-06-2003, 22:57
Luce del mattino
Gioventù, paese cento volte dimenticato
e perduto, luce della vita, oggi m'inondi
di un tuo tardivo sapere, sprizzato
dal lungo, greve sonno dell'anima profonda.
Dolce, soave luce, sorgiva appena nata!
Tra allora e adesso l'intera vita,
ahi, troppo spesso opima, superba ritenuta,
non conta più. Voi sole, a me restituite,
odo, fiabesche melodie perdute, giovani, e insieme vecchie eternamente,
obliati, antichi fanciulleschi canti.
Su ogni turbine, polvere vorticante,
splendi lassù, alta sul mio cammino,
oltre i falliti sforzi del vagabondo errore,
fonte serena, pura luce del mattino!
Per sempre
Io t'odio?!... Non t'amo più, vedi,
non t'amo... Ricordi quel giorno?
Lontano portavano i piedi
un cuor che pensava al ritorno.
E dunque tornai... tu non c'eri.
Per casa era un'eco dell'ieri,
d'un lungo promettere. E meco
di te portai sola quell'eco:
PER SEMPRE!
Non t'odio. Ma l'eco sommessa
di quella infinita promessa
vien meco, e mi batte nel cuore
col palpito trito dell'ore;
mi strilla nel cuore col grido
d'implume caduto dal nido:
PER SEMPRE!
Non t'amo. Io guardai, col sorriso,
nel fiore del molle tuo letto.
Ha tutti i tuoi occhi, ma il viso...
non tuo. E baciai quel visetto
straniero, senz'urto alle vene.
Le dissi: "E a me, mi vuoi bene?"
"Sì, tanto!" E i tuoi occhi in me fisse.
"Per sempre?" le dissi. Mi disse:
"PER SEMPRE!"
Risposi: "Sei bimba e non sai
Per sempre che voglia dir mai!"
Rispose: "Non so che vuol dire?
Per sempre vuol dire Morire...
Sì: addormentarsi la sera:
restare così come s'era,
PER SEMPRE!"
(G. Pascoli)
Puccio Bastianelli
08-06-2003, 00:04
ne scrivo una inventata da me...
Nell'intimità dell'idiozia..
La mia idiozia è come la mania
di un ragazzo che nel decollete
delle donne guarda, e diventa paonazzo..
L'occhio vigile e fuggente del marito ormai impaziente
che aspetta con decisa fermezza l'arrivo della suocera
ormai in partenza..
E'notte alla stazione e ormai rimane soltanto
un barbone che appollaiato sopra una panchina
legge la la favella del compagno Romita..
La mia Idiozia è come una parola sfuggita da dove non vorresti che arrivasse e orami li' la cambi con la paranoia di chi s'annoia,
di chi sboccia e dopo un'attimo appassisce, per chi vive soltanto
un paio d'ore, sperando in un insulto e poi muore....
grazie... :)
hikari84
09-06-2003, 11:23
CANZONE
Mio dolcissimo amore, non fuggo
per stanchezza di te,
nè perchè spero che il mondo possa offrirmi
un amore più degno;
ma poichè è destino
che io debba infine morire, è molto meglio
che mi prenda per scherzo l'abitudine
di morire così di qualche morte finta.
Ieri sera anche il sole era fuggito,
eppure oggi è qui.
lui non ha desideri e non ha sensi,
nemmeno un corso breve come il mio:
dunque non ti preoccupare per me,
credi che tutti i miei viaggi
saranno assai più rapidi, perchè io
ho più ali e più sproni di lui.
Ma come è fragile il potere dell'uomo,
che se anche ha buona fortuna
non vi si può aggiungere un'ora di più,
nè richiamare un'ora che ha perduta!
Ma venga pure la cattiva sorte:
le aggiungeremo la nostra forza,
le insegneremo l'arte e la portata,
così che su noi tragga vantaggio.
Quando sospiri non sospiri vento,
ma esali la mia anima;
quando piangi, scortesemente cortese,
corrompi il sangue della mia vita.
Non è possibile che tu mi ami
come dici di amarmi se disperdi
con la tua la mia vita,
tu che di me sei la parte migliore.
Il tuo cuore da oracolo
non mi preannunci alcun male: il destino
potrebbe prendere anche la tua parte,
realizzando così le tue paure;
pensa piuttosto che noi
ci siamo solo voltati le spalle nel sonno;
coloro che a vicenda si tengono vivi
non sono mai separati.
John Donne
PentiumII
09-06-2003, 12:46
hikari posti sempre delle bellissime poesie... :)
hikari84
09-06-2003, 13:28
http://www.planetsmilies.com/smilies/avatars/kaos/2/kaos63.gif
hikari84
09-06-2003, 23:14
LA MASCHERA
"Tògli quella maschera d'oro ardente
con gli occhi di smeraldo".
"Oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
benché non freddi".
"Volevo solo scoprire quel che c'è da scoprire,
amore o inganno".
"Fu la maschera ad attrarre la tua mente
e poi a farti battere il cuore,
non quel che c'è dietro".
"Ma io debbo indagare per sapere
se tu mi sia nemica".
Oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
che importa, purché ci sia fuoco
in te, in me?
William Butler Yeats
PentiumII
10-06-2003, 11:41
Wow! :cool:
Phantom II
10-06-2003, 11:47
Originally posted by "PentiumII"
hikari posti sempre delle bellissime poesie... :)
Hai ragione, sono davvero belle quelle che posta :)
Lamento di Menone per Diotima
1
Ogni giorno riparto in cerca di altro, da sempre,
e ho interrogato a lungo tutti i sentieri del luogo,
ho cercato le fresche alture e le ombre e le fonti:
va il mio spirito errando e invocando la pace,
come la belva colpita che torna alla selva
dove a mezzogiorno riposava sicura nell’ ombra,
ma il verde giaciglio non dà più ristoro al suo cuore
e lamentosa e insonne trascina la sua piaga
né la conforta il caldo del giorno né il gelo notturno
e invano immerge la piaga nell’ onda del fiume
e invano la terra porge le sue liete erbe salubri
né lenisce lo zefiro il fermento del sangue.
Così sembra anche per me, mie cari – nessuno di voi
Sa togliermi dalla fronte questo mio triste sogno?
2
Lo so, non giova, o Dei della morte, se mai
tenete forte l’ uomo vincendo il suo volere,
se maligni lo rapite giù nell’ orribile notte,
non giova cercare, piangere, adirarsi con voi,
né pazienti abitare il vostro esilio pauroso
e udire sorridendo il vostro canto magro:
“Lo devi, dimentica il tuo bene, non piangere, dormi “ -
eppure scaturisce nel cuore una voce che spera:
anima, tu non sai, non sai l’ abitudine eterna,
e ancora sogni nel fondo tuo sonno di bronzo.
Non ho più le grandi feste, eppure vorrei incoronarmi:
dunque non sono solo? Non so che amicizia mi deve
giungere da lontano, e debbo sorridere, debbo
stupire, felice, dunque, in fondo al dolore.
3
Luce d’ amore, splende anche tra i morti il tuo oro?
Visioni d’altro tempo, mi illuminate la notte?
Benvenuti, o giardini, o monti dalle rosse sere,
sentieri silenziosi del bosco, che testimoniaste,
una gioia di cielo, stelle che guardate dall’ alto
un giorno concedeste sguardi privilegiati
e voi che anche amate, o figli dei giorni del maggio,
calme rose, gigli, più volte ancora vi chiamo per nome.
Le primavere passano, e gli anni premono gli anni,
e si scambiano e lottano, travalica il flutto del tempo.
Il nostro capo mortale, ma non per gli occhi felici
e diversa vita è concessa a coloro che amano.
Tutti i giorni e tutte le annate degli astri, Diotima,
furono intorno a lui unite nell’ intimo sempre.
4
Ma noi in pace congiunti come due cigni che amano
e riposano a riva o si cullano sopra le onde
o guardano nell’ acqua specchiarsi le nubi d’ argento
e sotto il veleggio passare l’ azzurro dell’ Etere,
così sulla terra migrammo: ma il nord minacciava
nemico a chi ama, messaggio di pianto, ed il verde
cadde dai rami, la pioggia volò con il vento,
ma calmi sorridemmo, perché nel parlare fidato
sentimmo il Dio nostro, in unico canto di anime,
in una pace intera d’infanzia sola e felice.
Ma la casa è deserta ormai, e mi presero gli occhi;
insieme a lei io pure ho perduto me stesso.
E vago come un’ ombra – così solamente ho da vivere,
da tempo ormai l’ oltre non ha più senso.
5
Vorrei grande riti (per chi?) e cantare con gli altri,
ma a me solitario ogni cosa divina è assente.
Questo è il male, lo so. Un sortilegio m’ inchioda
i tendini mi abbatte gli inizi. Svuotato di sensi
trascorre il giorno, muto come un fanciullo muto,
e solo le lagrime strisciano fredde dagli occhi
e il canto degli uccelli le piante del campo mi turbano
perché recano dal cielo messaggi di gioia,
ma il sole vivo nel mio cuore freddo di orrore
traluce morto e sterile come un raggio notturno
e vuoto è il cielo simile a un carcere inane,
un peso sul mio capo, che mi piega.
6
Giovinezza, che seppi diversa, farai tu ritorno
al mio pregare? Ritroverai il mio sentiero?
Debbo essere anch’ io come chi ha perduto gli Dei,
che sedette alla loro mensa con gli occhi lucenti,
ma presto fu sazio, ospite immaginoso,
e ora si è fatto muto nel canto del vento
e dorme sotto la terra in fiore finché una potenza
miracolosa costringa il cuore sommerso
a tornare e ancora migrare sul verde del mondo.
Un soffio sacro irrora divino la forma di luce
quando il rito si eleva, e onde d’ amore si muovono
e scroscia inebriato di cielo il fiume vivente
quando l’ abisso tuona e la notte tributa i tesori
e dai torrenti brilla l’ oro che fu sepolto.
7
Ma tu che un giorno, quando davanti ai tuoi occhi affondavo,
consolando mi indicasti un meglio, all’ incrocio,
e mi insegnasti a vedere il grande e a cantare gli Dei
con più gioia, e mi animavi tranquilla, col loro
silenzio, figlia degli Dei, tu come un tempo mi appari
e mi saluti ancora e narri più alti fatti?
Vedi, davanti a te non posso che piangere e urlare
ripensando a un più nobile tempo di cui l’ anima ha vergogna.
Perché per troppo tempo sugli esausti sentieri terrestri
abituato a te ho vagato in cerca di te,
gioioso spirito protettore! invano, dileguarono gli anni
da quando presaghi vedemmo scintillare le sere.
8
Ma ora nella luce la tua luce, o Eroina, ti regge,
e ti regge benigna l’ amorosa pazienza:
e non sei sola, anzi hai molti compagni
la dove fiorisci là e riposi tra le rose dell’ anno;
e il Padre stesso per le Muse dolci e audaci
ti manda delicati i canti della culla.
Davvero è lei, vibrante, dal capo ai sandali, tutta,
col passo silenzioso d’ un tempo, l’ Ateniese.
Cade benigno e certo dalla chiara fronte serena,
o amico spirito, un raggio tra i mortali,
e me lo attesti, lo dici, perché io lo ridica
ad altri, giacché gli altri a questo non credono,
che la gioia immortale più della pena e dell’ ira
e tutti i giorni ha fine un giorno d’ oro.
9
Così voglio, o Celesti, rendervi grazie, ed infine
la preghiera del cantore spira da un cuore più lieve.
Come quando ero con lei su una vetta assolata
un Dio mi parla e mi accende dal segreto del tempio.
Voglio vivere ancora! Ancora c’è il verde. Mi chiama
come una sacra cetra Apollo dai monti d’ argento.
Vieni. Fu come un sogno. E sono sanate le ali
di sangue, tutte le speranze ridono giovani.
Molto c’è da trovare, e di grande, e molto vi è oltre,
e chi ha amato così trova certo la via degli Dei.
Guidateci, ore consacrate, o giovani ore severe,
restate, sacri presagi, preghiere devote,
entusiasmi, e benigni Geni che assistete l’ amore,
restate finché c’ incontreremo in un luogo comune
dove si attende il ritorno di tutti i felici,
dove sono i messi del Padre, le aquile e gli astri,
dove sono le Muse e da dove gli Eroi e chi ama,
c’ incontreremo, là o forse qui, in un’ isola rorida,
nel giardino in cui unita la nostra gente fiorisce,
e ricomincia l’ anno nuovo per l’ anima nostra.
Friedrich Hölderlin
PentiumII
10-06-2003, 22:27
Perchè non postate mai qualche poesia un pò più "allegra"?.. :cry:
Originally posted by "PentiumII"
Perchè non postate mai qualche poesia un pò più "allegra"?.. :cry:
Secondo te? :cry: :(
PentiumII
10-06-2003, 22:32
Originally posted by "Ma Sara"
Secondo te? :cry: :(
Non risolvi niente postando poesie tristi...
Al massimo troverai conforto (forse), ma poi?
Non serve piangersi addosso, lo so che è difficile uscirne, ma non si risolvono i problemi così..
Originally posted by "PentiumII"
Non risolvi niente postando poesie tristi...
Al massimo troverai conforto (forse), ma poi?
Non serve piangersi addosso, lo so che è difficile uscirne, ma non si risolvono i problemi così..
Guarda che me l' hai chiesto te perché postavo poesie tristi. :p
E poi hanno tutte un certo fascino. ;)
Spero che comunque possano piacere. :)
hikari84
11-06-2003, 19:53
Un sogno
In visioni di notturna tenebra
spesso ho sognato svanite gioie -
mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce
m'ha lasciato col cuore implacato.
Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno
per colui il cui sguardo si posa
su quanto a lui è d'intorno con un raggio
che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato - quel sogno beato,
mentre il mondo intero m'era avverso,
m'ha rallegrato come un raggio cortese
che sa guidare un animo scontroso.
E benchè quella luce in tempestose notti
così tremolasse di lontano -
che mai può aversi di più splendente e puro
nella diurna stella del Vero?
Edgar Allan Poe
carmine65
16-06-2003, 21:03
Ciao,
eccoVi un pensiero che si può considerare una poesia...
nn so chi lo abbia pensato e scritto... so solo che è molto bello e merita di essere messo in questa discussione...
Uno sguardo non è silenzio...
ma ciò che il cuore sogna di poter gridare...
Ciao e alla prossima.
hikari84
18-06-2003, 15:09
Qui io ti amo
Qui io ti amo.
Tra pini scuri si srotola il vento.
Brilla fosforescente la luna su acque erranti.
Passano giorni uguali, inseguendosi l'un l'altro.
Si dirada la nebbia in figure danzanti.
Un gabbiano d'argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.
O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte mi alzo all'alba e persino la mia anima è umida.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui io ti amo.
Qui io ti amo e invano l'orizzonte ti occulta.
Ti sto amando anche in mezzo a queste cose fredde.
A volte vanno i miei baci su quelle navi gravi,
che corrono sul mare dove non arriveranno.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
Sono più tristi le banchine quando ormeggia la sera.
Si stanca la mia vita inutilmente affamata.
Amo quel che non ho. Tu sei così distante.
La mia noia lotta con lenti crepuscoli.
Ma poi giunge la notte e inizia a cantarmi.
La luna proietta la sua pellicola di sogno.
Mi guardano con i tuoi occhi le stelle più grandi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie metalliche.
Pablo Neruda
hikari84
02-07-2003, 18:15
Parla per me
Deve rispondere la luce del tuo sguardo,
ora che la ragione, con occhi sdegnosi,
irride alla mia piena sconfitta!
La tua lingua di miele deve parlare per me
e dire perchè io ti abbia scelto!
La severa ragione viene al giudizio,
vestita delle sue vesti più cupe:
sarai muto tu, mio difensore?
No, angelo radioso, parla per me,
spiega perchè io abbia scagliato lontano il mondo.
Perchè con tanta ostinazione ho evitato
il comune sentiero che ognuno ha seguito,
perchè ho percorso una strada sconosciuta,
ignorando a un tempo potere e ricchezza -
le ghirlande della gloria e i fiori del piacere.
Un tempo apparivano creature divine;
un tempo forse udirono i miei voti,
e sui loro altari videro le mie offerte;
ma, doni senza amore non sono apprezzati,
e i miei vennero disprezzati giustamente.
Con un cuore pronto ho giurato
di ignorare i loro altari di pietra;
ho consacrato il mio spirito ad adorare
te, creatura fantasma, onnipresente;
mio schiavo, mio compagno e mio re,
Schiavo, perchè ancora ti governo;
ti piego alla mia volontà che vuol mutare,
rendo buono o cattivo il tuo influsso:
compagno, perchè la notte e il giorno
tu sei la mia intima delizia,
Pena tanto amata che lacera e ferisce
e strappa dalle lacrime un grido di gioia
offuscando per me ogni terrena cura;
tuttavia, re, se pure la prudenza
ha insegnato alla tua schiava a ribellarsi.
Sono in torto se mi inchino a venerare
là dove la fede non ha dubbi, nè la speranza dispera,
poichè la mia stessa anima può esaudire la preghiera?
Parla, dio delle visioni, parla per me,
spiega perchè io ti abbia scelto!
Emily Brontë
hikari84
08-07-2003, 21:17
Valse brillante
Una danza di Chopin irrompe nella sala,
una frenetica, scatenata danza,
Le finestre riflettono aria di tempesta,
una corona appassita orna il pianoforte.
Il pianoforte tu, il violino io,
così suoniamo e non finiamo mai
ed aspettiamo ansiosi, tu ed io,
chi romperà per primo l'incantesimo.
Chi si fermerà per primo in mezzo al ritmo
e spingerà via da sé i lumi,
e chi per primo farà la domanda
alla quale risposta non c'è.
Hermann Hesse
Marci100
08-07-2003, 21:42
Lascerò fluire i fiumi verso le sorgenti,
Guarderò le nubi sciogliersi sopra le vette,
Non toccherò le gocce di pioggia che risaliranno verso il cielo,
Si spenga il Sole e tutta la Via Lattea,
Si avvicinino e si scontrino le galassie, formando un nuovo nucleo di materia,
La vita torni semplice e si scomponga in molecole:
Anche di fronte al nulla e al tutto, il mio amore per te resisterà, immutato e immutabile, oltre la creazione.
Rapidi, ma lontani fulmini nel buio,
fresco ed umido odore d’acqua,
leggero profumo di muschio,
che il signore delle tempeste si plachi,
e lasci a noi di godere il morbido risveglio del mondo
dopo il suo violento, maestoso e risanatore passaggio.
Marcello
hikari84
03-08-2003, 20:16
Agosto
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all'interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.
La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.
Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.
Federico Garcia Lorca
aristotele
09-09-2003, 19:57
Salve a tutti, visto che il primo thread http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&postid=1836560#post1836560
è piaciuto, ho pensato di riproporlo iniziando con un componimento di Neruda.
Le poesie del thread precedente le ho raccolte in un unico file word (redatto però con Open Office) che spedisco volentieri a chi ne farà richiesta.
Nel file non ho raccolto i componimenti realizzati dagli utenti non avendo il permesso esplicito di farlo, e non per ragioni estetiche.
Sarò però felicissimo di includerle se mi verrà dato il consenso.
Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.
Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.
Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!
Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.
Pablo Neruda
aristotele
10-09-2003, 07:56
mi rispondo da solo!!!!
Su i quaderni di scolaro
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
mi rispondo da solo
Su la eco dell'infanzia
Scrivo il tuo nome
Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l'immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d'una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
di Paul Eluard
La fontaine de sang
di C. Baudelaire
Il me semble parfois que mon sang coule à flots,
Ainsi qu'une fontaine aux rythmiques sanglots.
Je l'entends bien qui coule avec un long murmure,
Mais je me tâte en vain pour trouver la blessure.
A travers la cité, comme dans un champ clos,
Il s'en va, transformant les pavés en îlots,
Désaltérant la soif de chaque créature,
Et partout colorant en rouge la nature.
J'ai demandé souvent à des vins captieux
D'endormir pour un jour la terreur qui me mine;
Le vin rend l'oeil plus clair et l'oreille plus fine!
J'ai cherché dans l'amour un sommeil oublieux;
Mais l'amour n'est pour moi qu'un matelas d'aiguilles
Fait pour donner à boire à ces cruelles filles!
Tradotta:
Mi pare, a volte, che il mio sangue fiotti come una fontana dai ritmici singhiozzi. Lo sento colare con un lungo murmure, ma mi tasto invano in cerca d'una ferita.
Fluisce attraverso la città come per un campo recintato e trasforma i selciati in isolotti, cava la sete a ogni creatura, tinge la natura in rosso.
Spesso al vino capzioso ho chiesto di addormire per un giorno il terrore che m'assilla; ma il vino rende l'occhio più acuto e l'orecchio più fino.
Ho cercato nell'amore il sonno dell'oblio; ma l'amore, per me, non è che un materasso d'aghi fatto per procurare da bere a crudeli puttane.
Anche se è al femminile vorrei dedicare questa poesia al mio ometto...:oink:
INNO ALLA BELLEZZA
di Baudelaire
Vieni tu dal cielo profondo o sorgi dall'abisso, Beltà? Il tuo sguardo, infernale e divino, versa, mischiandoli, beneficio e delitto: per questo ti si può comparare al vino.
Riunisci nel tuo occhio il tramonto e l'aurora, diffondi profumi come una sera di tempesta; i tuoi baci sono un filtro, la tua bocca un'anfora, che rendono audace il fanciullo, l'eroe vile.
Sorgi dal nero abisso o discendi dagli astri? Il Destino incantato segue le tue gonne come un cane: tu semini a casaccio la gioia e i disastri, hai imperio su tutto, non rispondi di nulla.
Cammini sopra i morti, Beltà, e ti ridi di essi, fra i tuoi gioielli l'Orrore non è il meno affascinante e il Delitto, che sta fra i tuoi gingilli più cari, sul tuo ventre orgoglioso danza amorosamente.
La farfalla abbagliata vola verso di te, o candela, e crepita, fiammeggia e dice: "Benediciamo questa fiaccola!" L'innamorato palpitante chinato sulla bella sembra un morente che accarezzi la propria tomba.
Venga tu dal cielo o dall'inferno, che importa, o Beltà, mostro enorme, pauroso, ingenuo; se il tuo occhio, e sorriso, se il tuo piede, aprono per me la porta d'un Infinito adorato che non ho conosciuto?
Da Satana o da Dio, che importa? Angelo o Sirena, che importa se tu - fata dagli occhi vellutati, profumo, luce, mia unica regina - fai l'universo meno orribile e questi istanti meno gravi?
aristotele
10-09-2003, 10:36
PROFUMO ESOTICO
Quando, a occhi chiusi, una calda sera d'autunno, respiro il profumo del tuo seno ardente, vedo scorrere rive felici che abbagliano i fuochi di un sole monotono;
una pigra isola in cui la natura esprime alberi bizzarri e frutti saporosi, uomini dal corpo snello e vigoroso e donne che meravigliano per la franchezza degli occhi.
Guidato dal tuo profumo verso climi che incantano, vedo un porto pieno d'alberi e di vele ancora affaticati dall'onda marina,
mentre il profumo dei verdi tamarindi che circola nell'aria e mi gonfia le narici, si mescola nella mia anima al canto dei marinai.
Charles Baudelaire
aristotele
10-09-2003, 11:48
IL BALCONE
O madre dei ricordi, amante delle amanti, o tu che assommi tutti i miei piaceri, tutti i miei doveri. Ricorderai la bellezza delle carezze, la dolcezza del focolare, l'incanto delle sere, madre dei ricordi, amante delle amanti?
Le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni e le sere al balcone, velate da vapori rosa. Come il tuo seno m'era dolce, il tuo cuore fraterno! Noi abbiamo pronunciato spesso imperiture parole, le sere illuminate dall'ardore dei tizzoni.
Come sono belli i soli nelle calde sere, come lo spazio è profondo, il cuore possente! Curvandomi su di te, regina fra tutte le adorate, credevo respirare il profumo del tuo sangue. Come sono belli i soli nelle calde sere!
La notte s'ispessiva come un muro, i miei occhi indovinavano al buio le tue pupille e io bevevo il tuo respiro, o dolcezza mia, mio veleno, mentre i tuoi piedi s'addormentavano nelle mie mani fraterne. La notte s'ispessiva come un muro.
Conosco l'arte di evocare gli istanti felici: così rividi il mio passato, accucciato fra i tuoi ginocchi. Perché cercare la tua languida bellezza fuori del tuo caro corpo e del tuo cuore così dolce? Conosco l'arte di evocare gli istanti felici.
Giuramenti, profumi, baci senza fine rinasceranno da un abisso interdetto alle nostre sonde così come risalgono al cielo i soli, rinvigoriti, dopo essersi lavati nel profondo dei mari. O giuramenti, profumi, baci senza fine!
carmine65
10-09-2003, 12:26
Originariamente inviato da aristotele
Salve a tutti, visto che il primo thread http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&postid=1836560#post1836560
è piaciuto, ho pensato di riproporlo iniziando con un componimento di Neruda.
Le poesie del thread precedente le ho raccolte in un unico file word (redatto però con Open Office) che spedisco volentieri a chi ne farà richiesta....
Ciao Ari,
ottima idea quella di raccogliere tutte le poesie postate nel 1° thread...
me lo spedisci stò file? carmine_scn@tin.it
grazieeee.
Ciao.
aristotele
10-09-2003, 12:44
LA VIE EN ROSE (Piaf/Louiguy)
Des yeux qui font baiser les miens, un rire qui se perd sur sa bouche
Voilà le portrait, sans retouche, de l'homme auquel j'appartiens
Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose
Il me dit des mots d'amour
Ces mots de tous les jours
Si ça m'fait quelque chose
Il est entre dans mon coeur
Une part de bonheur
Dont je connais la cause
C'est lui pour moi, moi pour lui dans la vie
Il me l'a dit l'a jure pour la vie
Et dès que je l'aperçois
Alors je sens en moi mon coeur qui bat
Des nuits d'amour ne plus en finir
Un grand bonheur qui prend sa place
Des ennuis, des chagrins, des phrases
Heureux, heureux à en mourir
Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas
Je vois la vie en rose
Il me dit des mots d'amour
Des mots de tous les jours
Et ca m'fait quelque chose
Il est entre dans mon coeur
Une part de bonheur
Je reconnais la cause
C'est toi pour moi, moi pour toi dans la vie
Tu me l'as dit t'l'as jure pour la vie
Et des que je t'apercois
Alors je sens en moi mon coeur qui bat
LA VIE EN ROSE (Piaf/Louiguy)
Occhi che fanno abbassare i miei, un sorriso che si smarrisce sulla sua bocca
Ecco il ritratto, reale, dell'uomo al quale appartengo
Quando mi prende tra le sue braccia
Mi parla con voce sommessa
Vedo la vita dipinta di rosa
Mi dice parole d'amore
Parole di tutti i giorni
E ciò mi fa qualcosa
Entra nel mio cuore
Una parte di fortuna
Della quale conosco la causa
Egli è mio, ed io sono sua per la vita
Me l'ha detto, l'ha giurato per la vita
Ed appena lo vedo
Allora sento in me il cuore battere
Notti d'amore interminabili
Una grande felicita che prende il posto
Delle noie, dei dolori, frasi
felici, felici sino a morirne
Quando mi prende tra le sue braccia
Mi parla con voce sommessa
Vedo la vita dipinta di rosa
Mi dice parole d'amore
Parole di tutti i giorni
Se ciò mi fa qualcosa
Entra nel mio cuore
Una parte di fortuna
Della quale conosco la causa
Egli è mio, ed io sono sua per la vita
Me l'ha detto, l'ha giurato per la vita
Ed appena lo vedo
Allora sento in me il cuore battere
Scusatemi ma non ho avuto il tempo di tradurla meglio, comunque rende abbastanza il senso.
OT
prof.ssa Secchi non mi picchiare
/OT
X Carmine, controlla l'email
Per me si va nella città dolente
per me si va tra l'oscura gente
Lasciate ogni speranza ho voi che entrate!!!!!!!
centra qualcosa?!? cmq non ricordo altro e cmq non so se nemmeno era così!!!
aristotele
10-09-2003, 13:35
Originariamente inviato da LuNoco©
Per me si va nella città dolente
per me si va tra l'oscura gente
Lasciate ogni speranza ho voi che entrate!!!!!!!
centra qualcosa?!? cmq non ricordo altro e cmq non so se nemmeno era così!!!
Dante è sempre Dante, anche se non credo che abbia scritto "ho"
:D :D
Comunque "centra, centra":) :)
Piove dolcemente sulla città
Paul Verlaine
Piange dentro il mio cuore
come piove sulla città.
Che cos'è questo languore
che mi sta penetrando?
O pioggia dolce rumore
a terra e sui tetti, o canto
della pioggia per un cuore
che così tanto si annoia!
Piange senza ragione
in questa angoscia del cuore.
Che! qualche cosa va male?...
È un lutto senza ragione.
Ed è la pena peggiore
il non sapere perché
senza né odio né amore
il cuore fa così male.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita. 3
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura! 6
Tant'è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,
dirò de l'altre cose ch'i' v' ho scorte. 9
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
tant'era pien di sonno a quel punto
che la verace via abbandonai. 12
Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto, 15
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne calle. 18
Allor fu la paura un poco queta,
che nel lago del cor m'era durata
la notte ch'i' passai con tanta pieta. 21
E come quei che con lena affannata,
uscito fuor del pelago a la riva,
si volge a l'acqua perigliosa e guata, 24
così l'animo mio, ch'ancor fuggiva,
si volse a retro a rimirar lo passo
che non lasciò già mai persona viva. 27
Poi ch'èi posato un poco il corpo lasso,
ripresi via per la piaggia diserta,
sì che 'l piè fermo sempre era 'l più basso. 30
Ed ecco, quasi al cominciar de l'erta,
una lonza leggera e presta molto,
che di pel macolato era coverta; 33
e non mi si partia dinanzi al volto,
anzi 'mpediva tanto il mio cammino,
ch'i' fui per ritornar più volte vòlto. 36
Temp'era dal principio del mattino,
e 'l sol montava 'n sù con quelle stelle
ch'eran con lui quando l'amor divino 39
mosse di prima quelle cose belle;
sì ch'a bene sperar m'era cagione
di quella fiera a la gaetta pelle 42
l'ora del tempo e la dolce stagione;
ma non sì che paura non mi desse
la vista che m'apparve d'un leone. 45
Questi parea che contra me venisse
con la test'alta e con rabbiosa fame,
sì che parea che l'aere ne tremesse. 48
Ed una lupa, che di tutte brame
sembiava carca ne la sua magrezza,
e molte genti fé già viver grame, 51
questa mi porse tanto di gravezza
con la paura ch'uscia di sua vista,
ch'io perdei la speranza de l'altezza. 54
E qual è quei che volontieri acquista,
e giugne 'l tempo che perder lo face,
che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; 57
tal mi fece la bestia sanza pace,
che, venendomi 'ncontro, a poco a poco
mi ripigneva là dove 'l sol tace. 60
Mentre ch'i' rovinava in basso loco,
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco. 63
Quando vidi costui nel gran diserto,
"Miserere di me", gridai a lui,
"qual che tu sii, od ombra od omo certo!". 66
Rispuosemi: "Non omo, omo già fui,
e li parenti miei furon lombardi,
mantoani per patrïa ambedui. 69
Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi,
e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto
nel tempo de li dèi falsi e bugiardi. 72
Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d'Anchise che venne di Troia,
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto. 75
Ma tu perché ritorni a tanta noia?
perché non sali il dilettoso monte
ch'è principio e cagion di tutta gioia?". 78
"Or se' tu quel Virgilio e quella fonte
che spandi di parlar sì largo fiume?",
rispuos'io lui con vergognosa fronte. 81
"O de li altri poeti onore e lume,
vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore
che m' ha fatto cercar lo tuo volume. 84
Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,
tu se' solo colui da cu' io tolsi
lo bello stilo che m' ha fatto onore. 87
Vedi la bestia per cu' io mi volsi;
aiutami da lei, famoso saggio,
ch'ella mi fa tremar le vene e i polsi". 90
"A te convien tenere altro vïaggio",
rispuose, poi che lagrimar mi vide,
"se vuo' campar d'esto loco selvaggio; 93
ché questa bestia, per la qual tu gride,
non lascia altrui passar per la sua via,
ma tanto lo 'mpedisce che l'uccide; 96
e ha natura sì malvagia e ria,
che mai non empie la bramosa voglia,
e dopo 'l pasto ha più fame che pria. 99
Molti son li animali a cui s'ammoglia,
e più saranno ancora, infin che 'l veltro
verrà, che la farà morir con doglia. 102
Questi non ciberà terra né peltro,
ma sapïenza, amore e virtute,
e sua nazion sarà tra feltro e feltro. 105
Di quella umile Italia fia salute
per cui morì la vergine Cammilla,
Eurialo e Turno e Niso di ferute. 108
Questi la caccerà per ogne villa,
fin che l'avrà rimessa ne lo 'nferno,
là onde 'nvidia prima dipartilla. 111
Ond'io per lo tuo me' penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
e trarrotti di qui per loco etterno; 114
ove udirai le disperate strida,
vedrai li antichi spiriti dolenti,
ch'a la seconda morte ciascun grida; 117
e vederai color che son contenti
nel foco, perché speran di venire
quando che sia a le beate genti. 120
A le quai poi se tu vorrai salire,
anima fia a ciò più di me degna:
con lei ti lascerò nel mio partire; 123
ché quello imperador che là sù regna,
perch'i' fu' ribellante a la sua legge,
non vuol che 'n sua città per me si vegna. 126
In tutte parti impera e quivi regge;
quivi è la sua città e l'alto seggio:
oh felice colui cu' ivi elegge!". 129
E io a lui: "Poeta, io ti richeggio
per quello Dio che tu non conoscesti,
acciò ch'io fugga questo male e peggio, 132
che tu mi meni là dov'or dicesti,
sì ch'io veggia la porta di san Pietro
e color cui tu fai cotanto mesti". 135
Allor si mosse, e io li tenni dietro.
sempre bella!!!!!!!!!!!
aristotele
10-09-2003, 13:52
"Brezza Marina"
L a carne è triste, ahime! e ho letto tutti i libri.
Fuggire! Laggiù fuggire! Io sento uccelli ebbri
d'essere tra l'ignota schiuma e i cieli!
Niente, né antichi giardini riflessi dagli occhi
terrà questo cuore che già si bagna nel mare
o notti! Né il cerchio deserto della mia lampada
sul vuoto foglio difeso dal suo candore
né giovane donna che allatta il suo bambino.
Io partirò! Vascello che dondoli l'alberatura
l'ancora sciogli per una natura straniera!
E crede una Noia, tradita da speranze crudeli
ancora nell'ultimo addio dei fazzoletti!
E gli alberi forse, richiamo dei temporali
son quelli che un vento inclina sopra i naufragi
sperduti, né antenne, né verdi isolotti...
Ma ascolta, o mio cuore, il canto dei marinai!
Stephane Mallarmè
la più bella lettela!!!!!!!!
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri stella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
- t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di fortuna. T'ho visto; eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.
E questo sangue odora come nel giorno
quando il fratello disse all'altro fratello:
"Andiamo a campi". E quell'eco fredda, tenace,
è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
salite dalla terra, dimenticate i padri:
le loro tombe affondano nella cenere,
gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
Salvatore Quasimodo
Arietta dimenticata III
Sulla città piove con dolcezza (ARTHUR RIMBAUD)
Piange il mio cuore
Come piove sulla città;
Cos'è questo languore
Che penetra nel mio cuore?
O dolce rumore della pioggia
Sulla terra e sopra i tetti!
Per un cuore che s'annoia,
Oh, il canto della pioggia!
Piange senza ragione
Questo cuore che s'accora.
Che! Nessun tradimento?...
E' un lutto senza ragione.
Ed è la peggior pena
Non sapere perché
Senza odio e senza amore
Il mio cuore ha tanta pena!
Paul Verlaine
Originariamente inviato da Ma Sara
Arietta dimenticata III
cut
D'oh! Già postata! :doh:
Aes Sedai
10-09-2003, 14:03
Ecco il segno; s'innerva
sul muro che s'indora:
un frastaglio di palma
bruciato dai barbagli dell'aurora.
Il passo che proviene
dalla serra sì lieve,
non è felpato dalla neve, è ancora
tua vita, sangue tuo nelle mie vene.
(E. Montale - Le Occasioni - 1928/1939)
aristotele
10-09-2003, 14:05
assillo con Baudelaire....
5
Amo il ricordo di quelle epoche nude, le cui statue Febo si compiaceva indorare. Allora uomo e donna, nella loro mobilità, godevano senza menzogna e senza ansia; il cielo amoroso carezzava loro la schiena, ed essi così esercitavano le virtù del loro nobile corpo. Cibele, allora feconda di ricchi prodotti, non trovava che i figli le fossero di peso: lupa dal cuore gonfio di generosa tenerezza, nutriva l'universo con le sue brune mammelle. L'uomo vigoroso, forte, elegante, godeva del diritto d'andar fiero delle beltà che lo proclamavano re: frutti indenni da qualsiasi oltraggio, vergini di fenditure, la loro carne liscia e ferma chiamava i morsi.
Il Poeta oggi, se desidera immaginare quelle native grandezze là dove si mostrano le nudità dell'uomo e della donna, sente calare sulla sua anima un freddo tenebrore dinanzi a un quadro nero, spaventoso. O mostruosità piangenti il proprio abito! tronchi ridicoli, torsi degni di maschere; magri, poveri corpi torti, ventruti e flaccidi, che il dio dell'Utile, implacabilmente sereno, strinse, sin dalla nascita, nelle sue fasce bronzee. E voi donne, pallide ahimè come ceri, che il vizio insieme consuma e nutre, voi vergini, che trascinate l'eredità del peccato materno e tutte le brutture che porta la fecondità.
Noi abbiamo, è vero, noi nazioni corrotte, bellezze ignote a quei popoli antichi: visi smangiati dalle cancrene del cuore, bellezze fiorite dalla spossatezza. Ma queste invenzioni delle nostre ultime muse non impediranno mai alle razze malsane di rendere un omaggio profondo alla giovinezza - alla santa giovinezza, dall'aria semplice, dall'occhio limpido e chiaro come un'acqua corrente, che, incurante come l'azzurro del cielo, come gli uccelli e i fiori, sparge su tutto i suoi profumi, le sue canzoni e il suo dolce calore.
San Martino del Carso
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese più straziato
Soldati
(GIuseppe Ungaretti)
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie.
Ps: non sapevate ancora della mia vena poetica vero?? :D
Infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
hikari84
10-09-2003, 19:29
Continuità
Nulla è mai veramente perduto, o può essere perduto,
nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo,
né vita, né forza, né alcuna cosa visibile;
l'apparenza non deve ingannare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasti sono il tempo e lo spazio - vasti i campi della Natura.
Il corpo lento, invecchiato, freddo - le ceneri rimaste dai fuochi di un tempo,
la luce degli occhi divenuta tenue, tornerà puntualmente a risplendere;
il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
Walt Whitman
aristotele
10-09-2003, 19:39
Hikari, è un immenso piacere vederti su quest thread!!!!
10 • IL NEMICO
La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti; tuono e pioggia l'hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio.
Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe.
E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza...
O dolore,o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo.
Charles Baudelaire
hikari84
10-09-2003, 19:41
Originariamente inviato da aristotele
Hikari, è un immenso piacere vederti su quest thread!!!!
Ehi grazie :vicini:
A me fa piacere che hai rianimato questo thread... :)
Ah, potresti mandare anche a me la tua raccolta di poesie? Sempre se vuoi e hai tempo... te ne sarei grata :kiss:
Dimenticavo... hikari_4ever@yahoo.it
aristotele
10-09-2003, 19:50
Yes of course!!!!
Controlla la casella di posta!!!
E per ora ti dedico questo componimento, di una poetessa che credo ti piaccia molto.
- 77 -
Quando sento la parola "fuga"
il mio sangue scorre piu' veloce,
sorge in me improvvisa la speranza
e son pronta a volare.
Quando sento dire di prigioni
distrutte da soldati,
come un bambino scuoto le mie sbarre
invano, ancora invano.
hikari84
10-09-2003, 19:58
Grazie aristotele, sei stato gentilissimo :vicini:
Le rileggerò a poco a poco :)
Eheheh che onore, l'ultima poesia l'ho postata io... :p
(Adoro Emily Dickinson... grazie di tutto :) )
carmine65
10-09-2003, 20:01
The sun never says
Even
After
All this time
The sun never says to the earth,
"You owe
Me"
Look
What happens
With a love like that,
It lights the
Whole
Sky.
Il sole non dice mai
Anche
Dopo
Tutto questo tempo
Il sole non dice mai alla terra,
"Mi sei
debitrice"
Guarda
Cosa accade
Con un amore così,
Illumina
il cielo
intero.
Hafiz
p.s. : la traduzione è mia.
Ciao.
Ciao Hikari! ben ritrovata!
carmine65
10-09-2003, 20:13
How do I listen?
How
do I
listen to others?
As if everyone were my Master
Speaking to me
His
Cherished
Last
Words
Come ascolto?
Come ascolto
gli altri?
Come se ognuno fosse il mio Maestro
che mi parla
con le sue
ultime
affettuose
parole.
Hafiz
Da Spleen e ideale di Baudelaire:
T'adoro al pari della volta notturna, o vaso di tristezza, o grande taciturna! E tanto più t'amo quanto più mi fuggi, o bella, e sembri, ornamento delle mie notti, ironicamente accumulare la distanza che separa le mie braccia dalle azzurrità infinite.
Mi porto all'attacco, m'arrampico all'assalto come fa una fila di vermi presso un cadavere e amo, fiera implacabile e cruda, sino la freddezza che ti fa più bella ai miei occhi.
alimatteo86
10-09-2003, 20:39
"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogli giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia o cambia il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che 1 insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uon sbadigli un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i propri giorni lamentandosi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli altri gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga superiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità"
Pablo Neruda
aristotele
10-09-2003, 21:03
CONTINUITÀ
Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità - nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato confonderti il cervello.
Vasto è il Tempo e lo Spazio, vasti i campi della Natura.
Il corpo, lento, freddo, vecchio - cenere e brace dei fuochi di un tempo,
La luce velata degli occhi tornerà a splendere al momento giusto;
Il sole ora basso a occidente sorge costante per mattini e meriggi;
Alle zolle gelate sempre ritorna la legge invisibile della primavera,
Con l'erba e i fiori e i frutti estivi e il grano.
Walt Whitman
aristotele
11-09-2003, 07:53
IL PESCATORE
L'acqua scrosciava, l'acqua si gonfiava,
e lì accanto c'era un pescatore,
guardava l'amo in tutta calma,
freddo sino al fondo del cuore.
E mentre siede e mentre ascolta,
si leva l'onda e si apre;
dall'acqua che si agita scroscia
una donna tutta stillante.
A lui un canto rivolse e le parole:
"Perché attiri con l'arte
dell'umana malizia la mia prole,
su, nella vampa della morte?
Se sapessi come il piccolo pesce
sta sul fondo, beato,
scenderesti quaggiù, così come sei,
non saresti più malato.
Il caro sole, e la luna, non trova
nel mare il suo ristoro?
Sull'alito del flutto non torna
a noi più bello il suo volto?
Il cielo profondo non ti attrae,
l'umida azzurrità trasfigurata?
Il tuo volto stesso non ti attrae
qui nell'eterna rugiada?"
L'acqua scrosciava, l'acqua si gonfiava,
bagnandogli il piede nudo;
e la nostalgia del suo cuore era tanta,
come quando la bella gli dava il saluto.
A lui rivolse le parole e il canto;
allora fu un uomo finito:
in parte lo trasse, in parte era pronto
a cadere, e non fu mai più visto.
Goethe
hikari84
11-09-2003, 10:20
Originariamente inviato da carmine65
Ciao Hikari! ben ritrovata!
Ma bentornato a te :vicini:
Complimenti per le poesie... :)
Il libro
Giovanni Pascoli
Sopra il leggìo di quercia è nell'altana,
aperto, il libro. Quella quercia ancora
esercitata dalla tramontana
viveva nella sua selva sonora;
e quel libro era antico. Eccolo: aperto,
sembra che ascolti il tarlo che lavora.
E sembra ch'uno (donde mai? non, certo,
dal tremulo uscio, cui tentenna il vento
delle montagne e il vento del deserto,
sorti d'un tratto...) sia venuto, e lento
sfogli – se n'ode il crepitar leggiero –
le carte. E l'uomo non vedo io: lo sento,
invisibile, là, come il pensiero...
cristianm54
11-09-2003, 10:51
W I POETI MALEDETTI:
SONO CONTENTO CHE QUALCUNO LI APPREZZI DAVVERO.
Una delle mie preferite di Baudelaire:
UNA CAROGNA
Ricordi tu l'oggetto, anima mia, che vedemmo quel mattino d'estate così dolce? Alla svolta d'un sentiero un'infame carogna sopra un letto di sassi,
le gambe all'aria, come una femmina impudica, bruciando e sudando i suoi veleni, spalancava, con noncuranza e cinismo, il suo ventre pieno d'esalazioni.
Il sole dardeggiava su quel marciume come volendolo cuocere interamente, rendendo centuplicato alla Natura quanto essa aveva insieme mischiato;
e il cielo contemplava la carcassa superba sbocciare come un fiore. Il puzzo era tale che tu fosti per venir meno sull'erba.
Le mosche ronzavano sul ventre putrido donde uscivano neri battaglioni di larve colanti come un liquame denso lungo gli stracci della carne.
Tutto discendeva e risaliva come un'onda, o si slanciava brulicando: si sarebbe detto che il corpo gonfio d'un vuoto soffio, vivesse moltiplicandosi.
E tutto esalava una strana musica, simile all'acqua corrente o al vento, o al grano che il vagliatore con ritmico movimento agita e volge nel vaglio.
Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno: schizzo, lento a compiersi, sulla tela (dimenticata) che l'artista condurrà a termine a memoria.
Dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava con occhio offeso, spiando il momento in cui riprendere allo scheletro il brano abbandonato.
Eppure tu sarai simile a quell'immondizia, a quell'orribile peste, stella degli occhi miei, sole della mia natura, mia passione, mio angelo!
Sì, tu, regina delle grazie, sarai tale dopo l'estremo sacramento, allora che, sotto l'erba e i fiori grassi, andrai a marcire fra le ossa.
Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di baci, che io ho conservato la forma e l'essenza divina di tutti i miei decomposti amori.
carmine65
11-09-2003, 11:00
Originariamente inviato da hikari84
Ma bentornato a te :vicini:
Complimenti per le poesie... :)
Ciao!
ma grazie :)...
le poesie nn le ho scritte io però... :)
mi hanno regalato un libro del poeta persiano del XIV sec. Hafiz, titolo "The Gift" ( è in inglese)...
non lo conoscevo e devo dire che mi ha conquistato...
mi ricorda la Dickinson...
Ciaooo.
hikari84
11-09-2003, 11:16
Originariamente inviato da carmine65
Ciao!
ma grazie :)...
le poesie nn le ho scritte io però... :)
mi hanno regalato un libro del poeta persiano del XIV sec. Hafiz, titolo "The Gift" ( è in inglese)...
non lo conoscevo e devo dire che mi ha conquistato...
mi ricorda la Dickinson...
Ciaooo.
So che non le hai scritte tu, intendevo per la scelta :)
hikari84
11-09-2003, 11:24
La nonna (Canti di Castelvecchio)
Tra tutti quei riccioli al vento,
tra tutti quei biondi corimbi,
sembrava, quel capo d'argento,
dicesse col tremito, bimbi,
sì... piccoli, sì...
E i bimbi cercavano in festa,
talora, con grido giulivo,
le tremule mani e la testa
che avevano solo di vivo
quel povero sì.
Sì, solo; sì, sempre, dal canto
del fuoco, dall'umile trono;
sì, per ogni scoppio di pianto,
per ogni preghiera: perdono,
sì... voglio, sì... sì!
Sì, pure al lettino del bimbo
malato... La Morte guardava,
La Morte presente in un nimbo...
La tremula testa dell'ava
diceva sì! sì!
Sì, sempre; sì, solo; le notti
lunghissime, altissime! Nera
moveva, ai lamenti interrotti,
la Morte da un angolo... C'era
quel tremulo sì,
quel sì, presso il letto... E sì, prese
la nonna, la prese, lasciandole
vivere il bimbo. Si tese
quel capo in un brivido blando,
nell'ultimo sì.
Giovanni Pascoli
carmine65
11-09-2003, 11:30
Originariamente inviato da hikari84
So che non le hai scritte tu, intendevo per la scelta :)
sì, scherzavo...
:vicini:
ciao.
Thunderman
11-09-2003, 11:30
Non so chiederti un bacio,
non oso mendicare un sorriso,
per timore che,
ottenendo l'uno e l'altro,
io possa diventare superbo.
No,
il mio desiderio più audace sarà soltanto
di baciare quell'aria che poco fa ti ha baciata.
Robert Herrick
hikari84
11-09-2003, 11:32
Originariamente inviato da Thunderman
Non so chiederti un bacio,
non oso mendicare un sorriso,
per timore che,
ottenendo l'uno e l'altro,
io possa diventare superbo.
No,
il mio desiderio più audace sarà soltanto
di baciare quell'aria che poco fa ti ha baciata.
Robert Herrick
Stupenda...
Thunderman
11-09-2003, 11:35
Originariamente inviato da hikari84
Stupenda...
Già, l'adoro!:)
Le cose che ho imparato nella vita
Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
-Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
-Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per
distruggerla.
-Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
-Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo
responsabili di noi stessi.
-Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti,o essi controlleranno te.
-Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era
necessario fare, affrontandone le conseguenze.
-Che la pazienza richiede molta pratica.
-Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come
dimostrarlo.
-Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando
cadrai,è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
-Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che
non ti ami con tutto se stesso.
-Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono
sciocchezze:sarebbe una tragedia se lo credesse.
-Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior
parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
-Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non
si ferma, aspettando che tu lo ripari.
-Forse Dio vuole che incontriamo un po' di gente sbagliata prima di
incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo
come essere riconoscenti per quel regalo.
-Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante
volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è
stata aperta per noi.
-La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un
portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti
che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
-È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche
vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
-Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un
giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
-Non cercare le apparenze, possono ingannare.
-Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
-Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso
per far sembrare brillante una giornataccia.
-Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
-Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che
vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
-Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai
solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
-Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a
sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano,
speranza sufficiente a renderti felice.
-Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente
anche loro si sentono così.
-Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni
cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
-L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the.
-Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene
nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi
dolori.
-Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.
Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride
e ognuno intorno a te piange.
Paulo Coelho
Allegria di naufragi
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
Ungaretti RuLeZ
carmine65
11-09-2003, 11:50
Originariamente inviato da Thunderman
Già, l'adoro!:)
Le cose che ho imparato nella vita
Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
-Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
-Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per
distruggerla.
etc. etc.
Bella, sì, ma non potresti mettere una signature un pò + solare...?
:)
Ciao.
Thunderman
11-09-2003, 11:51
Originariamente inviato da carmine65
Bella, sì, ma non potresti mettere una signature un pò + solare...?
:)
Ciao.
E' una signature scherzosa!:)
carmine65
11-09-2003, 11:55
Originariamente inviato da Thunderman
E' una signature scherzosa!:)
Oscuro, fetido, malvagie, distruzione, dissoluzione, morte & pestilenza....
mamma miaaaaaaa :eek:
Ciao.
Thunderman
11-09-2003, 11:57
Originariamente inviato da carmine65
Oscuro, fetido, distruttore, morte & pestilenza....
mamma miaaaaaaa :eek:
Ciao.
Tipo quelle di Nicky, Scoperchiatore, Bardiel, 4EN ecc.!:)
Io pronuncio il tuo nome
in questa notte oscura,
e il tuo nome mi suona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della mite pioggia.
Ti amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha commesso il mio cuore?
Se la nebbia si scioglie
quale nuova passione mi aspetta?
Sarà tranquilla e pura?
Se potessi sfogliare
con le dita la luna!!
Federico García Lorca
CASTIGO D'ORGOGLIO
di Baudelaire
A quei tempi meravigliosi in cui la Teologia fiorì con più linfa e vigore, si racconta che un giorno uno dei più grandi fra i dottori, - dopo avere scosso i cuori indifferenti e averli rimescolati nelle loro nere profondità, dopo essersi aperto verso le glorie celesti strane vie a lui stesso ignote, cui erano giunti soltanto puri spiriti - come fosse salito troppo in alto e il panico l'avesse preso, gridò trasportato da un orgoglio satanico: "Gesù, piccolo Gesù, io t'ho innalzato troppo! Ma se t'avessi voluto attaccare dove ti mostri più debole, la tua vergogna uguaglierebbe la tua gloria, tu non saresti più che un risibile feto."
Subito perdette la ragione, d'un nero velo si coprì lo splendore di quel sole, il caos s'impadronì di quell'intelligenza, tempio una volta pieno di vita, d'ordine e di ricchezza, sotto i cui soffitti aveva scintillato tanta pompa. S'istallarono in lui notte e silenzio, come in un antro di cui si fosse perduta la chiave. Da allora egli fu in tutto simile alle bestie vagabonde; e quando andava, senza nulla vedere, attraverso i campi, non riconoscendo più le estati e gli inverni, sudicia, inutile, laida cosa inutile, diventava la gioia e lo zimbello dei ragazzi.
Scusate se sono monotematica...ma io amo Baudelaire...mi ha sempre colpito profondamente.
aristotele
11-09-2003, 12:59
Diamine mi assento una mattina e postate tutte queste poesie!!!!
Continuiamo così!!!!!!
FELICITÀ
O stagioni, o castelli, quale anima è senza difetti?
O stagioni, o castelli,
ho fatto il magico studio della felicità che nessuno elude.
Oh, viva lei, ogni volta che canti il gallo gallico.
Ma non avrò più desideri: essa s'è incaricata della mia vita.
Questo incanto! prese anima e corpo e disperse ogni sforzo.
Come comprendere la mia parola? Bisogna ch'essa fugga e voli!
O stagioni, o castelli!
aristotele
11-09-2003, 16:37
ALLA VITA
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
come fa lo scoiattolo, ad esempio,
senza aspettarti nulla
dal di fuori o nell'al di là.
Non avrai altro da fare che vivere.
La vita non è uno scherzo.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che messo contro il muro, ad esempio, le mani legate
o dentro un laboratorio
col camice bianco e grandi occhiali,
tu muoia affinché vivano gli altri uomini
gli uomini di cui non conoscerai la faccia,
e morrai sapendo
che nulla è più bello, più povero della vita.
Prendila sul serio
ma sul serio a tal punto
che a settant'anni, ad esempio, pianterai degli ulivi
non perché restino ai tuoi figli
ma perché non crederai alla morte,
pur temendola,
e la vita peserà di più sulla bilancia.
Nazim Hickmet
hikari84
11-09-2003, 16:46
Bella... quante volte l'ho riletta...
Mi fa venire in mente un'altra poesia che mi ha colpito molto...
Istanti
Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita
nella prossima
cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei
pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più
tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi,
andrei in più posti dove mai sono andato, mangerei più
gelati e meno fave, avrei più problemi reali e
meno immaginari.
Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente e
precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto
momenti di gioia ma se potessi tornare indietro cercherei
di avere soltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate,
di quello è fatta la vita, solo di momenti;
non ti perdere l'oggi.
Io ero uno di quelli che mai
andava in nessun posto senza
un termometro,
una borsa d'acqua calda, un ombrello
e un paracadute; se potessi vivere di nuovo
comincerei
ad andare scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine dell'autunno.
Farei più giri nella carrozzella,
guarderei più albe
e giocherei di più con i bambini,
se avessi un'altra volta la vita davanti.
Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.
Jorge Luis Borges
hikari84
11-09-2003, 17:06
È lunga ma... ne vale la pena... non ci sono parole per descriverne la bellezza...
La canzone del mendicante d'amore
Ti avevo vista una sera, tempo fa, non so dove,
e da allora ansioso aspettavo
La Notte, gonfia di stelle e di profumi azzurrini,
su di me illanguidiva la sua nudità
abbagliante e convulsa d’amore!
Perdutamente, la Notte
apriva le sue costellazioni
come vene palpitanti di porpora e d’oro,
e tutta la illuminante voluttà del suo sangue
colava pel vasto cielo
Io stavo, ebbro, in attesa, sotto le tue finestre accese,
che fiammeggiavano, sole, nello spazio
Immobile, aspettavo il prodigio supremo
del tuo amore e l’ineffabile
elemosina del tuo sguardo!
Poiché sono il mendicante affamato d’Ideale
che va lungo le spiagge
implorando baci e amore, per nutrirne il suo sogno!
Con cupidigia astiosa bramavo i gioielli del cielo
per abbellirne la tua nudità di regina
e verso di te protendevo
i miei sguardi folli, insanguinati nell’ombra
come braccia scarnite di moribondo!
Tutto parvemi ingigantito dall’ampiezza del sogno!
Campane rantolavano nel cielo
come bocche mostruose:
le bocche, forse, del Destino! Campane
invisibili e selvagge
sembravano aprirsi su me, nel silenzio,
come abissi capovolti!
Un gran muro s’ergea davanti a me,
implacabile e altero come la disperazione!
Aspettavo solo, e migliaia di stelle,
di stelle pazze sembravano sprizzare
dalle tue finestre,
come un vol di faville da una fornace d’oro!
L’ombra tua dolce apparve nel cavo dei vetri,
simile a un’anima terrorizzata che s’agiti
entro pupille agonizzanti,
e tu per me divenisti una preda
delirante lassù, su la cima estrema
delle torri fastose del mio Sogno!
L’Amore mio denti lucenti e occhi adunchi brandì
con un gran gesto le sue rosse spade
e barbaramente salì
verso il tuo tragico splendore.
Poiché sono il mendicante insaziato che cammina
verso il tepore dei seni,
verso il languor delle labbra,
l’implacabil mendicante
che va lungo le spiagge,
rubando amore e baci
per nutrirne il suo Sogno!
S’aprì la notte cupa appié del muro,
e tu apparisti, soavemente sbocciata
vicino a me, bianca e pura in mezzo alle tenebre,
vacillando quasi ai consigli della brezza notturna!
E tutto fu abolito intorno a me,
e il mio sogno infranse il mondo
con un sol colpo d’ala!
Certo pensai nei favolosi giardini
ove s’esilia l’anima mia
chimerici peschi foggiarono
la tua carne flessuosa, con la neve
odorante dei loro fiori
che le sonore dita del vento plasmavano!
Io venni a te, tremante e religioso,
come in un tempio avanzandomi incerto
come in un’umida grotta!
A te venni, inciampando a ogni mio timido passo,
trattenendo il respiro
per non destare il dolor nel passare!
Si schiuse il tuo sorriso
nella serena acqua del tuo viso,
come al cadere placido d’un fiore
S’aprì a ventaglio il tuo sorriso
fluttuando nel cielo, e fece impallidire
il viso impetuoso degli Astri, nel silenzio!
Io ti parlavo volubilmente di strane cose,
bagnata l’anima di una sgorgante angoscia,
e mi pareva di sentirmi avvolto
dalla corrente d’un fiume voluttuoso.
Avidamente, spiavi tu sul mio labbro
l’Anima mia, come un miele dorato!
Sentii che il volto mi s’infocava
come un castello incendiato, che il nemico saccheggia.
Ti parlavo, e i miei pensieri stravolti
si riflettevan lontani e vaporosi
nella tranquilla acqua del tuo viso!—
Tu volesti rispondermi, ma non sapesti che dire.
Mi domandasti le mie angosce, i miei timori,
poiché mi vedevi tremar sulla soglia
come trema un colpevole
Ed io simile ero ai vagabondi feriti
che vanno rantolando
di porta in porta, in cerca di rifugio,
tra i pugni alzati delle folle implacabili!
Mi parlasti di cose indifferenti! Domandasti
della mia vita passata, della mia patria lontana—
Volesti sapere il mio nome
e tutto ciò che si suol domandare
ai viaggiatori stanchi, beventi alle fontane,
la sera,
quando tutto si fa nero
Poiché sono il mendicante affamato d’Ideale
che vien non si sa d’onde,
e va lungo le spiagge
implorando amore e baci, per nutrirne il suo Sogno!
Ti seguii fino in fondo alla tua casa;
fummo soli, lontani dalle folle umane,
sulla soglia dell’Infinito, e sentii
la soavità dei crepuscoli sul mare,
quando si ripara in un golfo violetto
umido di silenzio!
Fummo soli, e il mio Sogno
al suo Sogno canto:
Oh! abbassa languidamente le palpebre
sull’errante follia del tuo sguardo.
Abbassa le tue palpebre mistiche e lente
come ali d’angelo che si chiudano
Abbassa le tue palpebre rosee,
perché l’agile fiamma dei tuoi occhi vi scivoli
come sospiro di luna tra persiane socchiuse.
Abbassa le tue palpebre e poi alzale ancora,
e potrò smarrirmi alfine nei tuoi occhi,
nei tuoi occhi, per sempre,
come su laghi assopiti, la sera,
tra fogliami placidi e neri!
«Sii dolce, poiché il mio cuore
trema fra le tue dita— Sii dolce!
L’Ombra è attenta a spiare le nostre ebbrezze, e il Silenzio
si china e ci accarezza
come una madre intenerita Sii dolce!
Per la prima volta adoro
l’anima mia perdutamente e l‘ammiro
perché t’ama così, come una povera pazza!
Adoro le mie labbra, poiché le mie labbra ti desiderano
La mia anima è tua, la mia anima
è sì lontana ed azzurra da sembrarmi straniera!
Davanti a te si umilia, la mia anima,
qual pecora morente, e s’addormenta,
abbrividendo sotto i tuoi fragili piedi
come un prato che tutto s’inargenta
sotto i passi furtivi della luna
«Vieni!— le mie labbra folli attireranno
il tuo volto pensoso e i tuoi grandi occhi dolenti
verso le spiagge abbagliate del Sogno
verso divini arcipelaghi di nuvole!
Le mie labbra saranno instancabili
come i bardotti che lentamente traggono,
nella rosea frescura dei mattini,
le grandi barche dalle vele solenni
verso lo scintillìo perlato
del mar lontano. Ed io
non sarò più che il tuo soffio E il mio sangue
travolgerà nel suo corso il profumo delle tue labbra,
come un fiume a primavera, inebbriato di fiori!
Allora la tua bocca rosea s’aprì,
fragile conchiglia rombante,
per mormorare sinuosamente
il delirio dello spazio e il canto febbrile dei mari!
Al ritmo della tua voce, il mio cuore
si preparò lentamente a salpare
verso porti esaltati di sole
e verso sfolgoranti isole d’oro
Tu mi dicevi ingenuamente
che mai nessuno avea così cantato
alle porte del tuo cuore
che mai nessuno aveva pianto
il suo sogno e il suo dolore
profumandoti il seno di lagrime!
Poiché sono il mendicante che piange e si lamenta,
il mendicante affamato d’Ideale
che vien non si sa d’onde, e va lungo le spiagge
implorando amore e baci
per nutrirne il suo Sogno!
I tuoi gesti assopenti e vellutati
ebbero il carezzevole languore
che hanno i remi sopra l’acque brune, a sera
L’ora liquida e gemebonda s’increspò abbrividendo.
Le nostre voci caddero
Ma la Lussuria, ahimè, ci spiava
frugando insidiosa nell’ombra
la Lussuria ansimante lungo i muri strisciava!
Dalla finestra aperta, a quando a quando
il vento della notte
si rovesciava su di noi,
avvolgendo la sua groppa oscena
nella porpora delle tende
Noi vedemmo la lampada d’oro svenire
come una bimba malata tra vaporosi lini,
e dolcemente morire!
Vedemmo i casti bagliori della lampada
inginocchiarsi, venendo meno, lungo i muri,
come gli angeli preganti
e i nostri sogni s’inchinarono, malinconici
e rassegnati, nel silenzio
Allora il mio folle desiderio t’apparve
sguainato come una spada,
e, brancolando sul tuo corpo puro,
con un gesto selvaggio violentemente cercai
il tepore assorbente della tua bocca.
Fuori di noi, in una nera ebrietà,
sinistramente ci prendemmo le labbra,
come se commettessimo un delitto!
Le labbra mie s’accanirono
sulle tue, pesantemente,
e le nostre bocche ne furono insanguinate
come due lance!
Con un gesto sublime,
tu m’offristi, in delirio, la tua nudità soave
come una fiasca di pellegrino, ed io
abbeverai la mia sete immensa
sul tuo corpo ignudo, fino al delirio,
cercandovi l’immenso Oblio
Tremante e come pazza di vertigine
si chinò la mia Anima
sulla tua bellezza radiosa,
perdutamente, come sopra un abisso
vertiginoso di profumi e di calde luci!
I tuoi occhi s’illanguidirono dolcissimamente
sotto le rosee palpebre
lampante velate di vaporosa seta
e, chinato fra i tuoi svolazzanti capelli,
io presi alfine la tua Anima, tutta
la tua Anima, religiosamente,
protese le labbra,
come si prende l’ostia consacrata.
Quando ripresi il cammino
verso la profondità delle livide notti
il cuore mio, fattosi nero, ebbe sete,
e avidamente io bevvi la nera
acqua delle fontane
Indi fuggii, precipitando i miei passi,
verso l’Ignoto
Poiché sono il mendicante
che va lungo le spiagge
implorando amore e baci, per nutrirne il suo Sogno,
con in cuore il terrore di affondare per sempre
i suoi piedi sanguinanti
nella freschezza carnale delle sabbie, in riva ai mari,
in una qualche Sera
di stanchezza mortale e di Vuoto infinito!
Filippo Tommaso Marinetti
aristotele
11-09-2003, 19:00
ONDEGGIA, OCEANO
Ondeggia, Oceano nella tua cupa
e azzurra immensità
A migliaia le navi ti percorrono invano;
L'uomo traccia sulla terra i confini,
apportatori di sventure,
Ma il suo potere ha termine sulle coste,
Sulla distesa marina
I naufragi sono tutti opera tua,
è l'uomo da te vinto,
Simile ad una goccia di pioggia,
S'inabissa con un gorgoglio lamentoso,
Senza tomba, senza bara,
senza rintocco funebre, ignoto.
Sui tuoi lidi sorsero imperi,
contesi da tutti a te solo indifferenti
Che cosa resta di Assiria, Grecia, Roma, Cartagine?
Bagnavi le loro terre quando erano libere e potenti.
Poi vennero parecchi tiranni stranieri,
La loro rovina ridusse i regni in deserti;
Non così avvenne, per te, immortale e
mutevole solo nel gioco selvaggio delle onde;
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.
Come ti ha visto l'alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora.
Lord Byron
ps Sto inserendo anche queste ultime poesie nel famoso file!!!
Ciao
aristotele
12-09-2003, 12:48
Felicità raggiunta, si cammina
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari,il tuo mattino
e' dolce e turbatore come i nidi delle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone tra le case.
(Eugenio Montale, Ossi di seppia)
carmine65
14-09-2003, 13:17
Nel futuro...
"Nel futuro che s'apre, le mattine
sono ancorate come barche in rada".
Eugenio Montale
Ciao.
Tristezza d' estate
Il sole, o lottatrice sulla sabbia assopita,
Nell'oro dei capelli un bagno languoroso
Ti scalda e ardendo incenso sulla gota nemica
Mescola con i pianti un incanto amoroso.
Quest'immobile calma e la fiamma del cielo
T'ha rattristata, o baci miei timorosi, e dici:
"Noi non saremo mai un sarcofago solo
Sotto il deserto antico e le palme felici!"
Ma la tua chioma fulva è un tiepido ruscello
Dove affondare fermi l'anima che ci assilla
E trovare quel Nulla che tu saper non puoi.
Io gusterò il belletto pianto dagli occhi tuoi:
Forse al cuor che colpisti esso donar saprà
Dell'azzurro e dei sassi l'insensibilità.
Stéphane Mallarmé
Ancora...
Brezza Marina
La carne è triste, ahimè! e ho letto tutti i libri.
Fuggire là, fuggire! Io sento uccelli ebbri
D'esistere tra cieli ed ignorate spume.
O notti! né il chiarore deserto del mio lume
Sulla pagina vuota che il candore difende,
Riterrà questo cuore che al mare si protende,
Né la giovane donna che allatta ad una culla,
Né antichi parchi a specchio d'occhi pensosi, nulla.
Io partirò! Veliero dall'alta alberatura,
Salpa l'ancora verso un'esotica natura!
Un Tedio, desolato dalle speranze inani,
Crede ancora all'addio supremo delle mani!
E questi alberi forse, amici alle-tempeste,
Sono quelli perduti che il vento adesso investe,
Perduti, senza vele, né verdi isole ormai...
Ma tu, mio cuore, ascolta cantare i marinai!
Stéphane Mallarmé
Marci100
14-09-2003, 16:11
Due miei piccoli componimenti:
ORIGINE
Lascerò fluire i fiumi verso le sorgenti,
Guarderò le nubi sciogliersi sopra le vette,
Non toccherò le gocce di pioggia che saliranno verso il cielo,
Si spenga il Sole e tutta la Via Lattea,
Si avvicinino e si scontrino le galassie, formando un nuovo nucleo di materia,
La vita torni semplice e si scomponga in molecole:
Anche di fronte al nulla e al tutto, il mio amore per te resisterà, immutato e immutabile, oltre la creazione.
PASSAGGIO
Rapidi, ma lontani fulmini nel buio,
fresco ed umido odore d’acqua,
leggero profumo di muschio,
che il signore delle tempeste si plachi,
e lasci a noi di godere il morbido risveglio del mondo
dopo il suo violento, maestoso e risanatore passaggio.
Ciao, Marcello
aristotele
14-09-2003, 17:44
Molta follia è divino buon senso
per chi sa vedere.
Molto buon senso, completa la follia.
Ma è la maggioranza che prevale,
in questo come in tutto il resto.
Acconsenti? Sei sano di mente.
Obietti? Se pericoloso, e certo
si farà bene a incatenarti subito.
Emily Dickinson
Canzone della più alta torre
Oziosa giovinezza a tutto asservita,
per delicatezza ho perduto la mia vita.
Ah, venga il tempo in cui i cuori s'innamorino!
Mi sono detto: Lascia, e non ti si veda. E senza la promessa
delle gioie più alte, nulla t'arresti, augusto ritiro.
O mille vedovanze della sì povera anima, che ha soltanto
l'immagine della Nostra Signora: si prega la Vergine Maria?
Ho tanto pazientato che per sempre oblio; timori e sofferenze
si sono involati per i cieli. E la sete malsana oscura le mie vene.
Così la prateria abbandonata all'oblio; ingrandita e fiorita
d'incenso e di loglio; al ronzio feroce di cento sudicie mosche.
Oziosa giovinezza a tutto asservita, per delicatezza ho
perduto la mia vita.
Ah, venga il tempo in cui i cuori s'innamorino!
Arthur Rimbaud
Non è una poesia ma...
341. Il peso più grande. Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: "Questa vita, come tu ora la vivi e l' hia vissuta, dovrai viverla ancora una volta e innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni cosa indicibilmente piccola e grande nella tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra gli alberi e così pure questo attimo e io stesso. L' eterna clessidra dell' esistenza viene sempre di nuovo capovolta - e tu con essa, granello di polvere!" - Non ti rovesceresti a terra, digrignando i denti e maledicendo il demone che così ha parlato? Oppure hai forse vissuto una volta un attimo immane, un cui questa sarebbe stata la tua risposta: " Tu sei un dio, e mai intesi cosa più divina!"? Se quel pensiero ti prendessi in suo potere, a te, quale sei ora, farebbe subire una metamorfosi, e forse ti stritolerebbe; la domanda che ti porresti ogni volta e in ogni caso: " Vuoi tu questo ancora una volta e ancora innumerevoli volte?" graverebbe sul tuo agire come il peso più grande" Oppure, quanto dovresti amare te stesso e la vita, per non desiderare più alcun' altra cosa che quest' ultima eterna sanzione, questo suggello? -
F. Nietzsche - La Gaia Scienza
hikari84
19-09-2003, 22:30
Sto aspettando l'amore e basta
Sto aspettando l’amore e basta
per abbandonare alfine
me stesso nelle sue mani.
Per questo ora è così tardi
e sono responsabile di gravi omissioni.
Vengono a legarmi saldamente
con le loro leggi e i loro codici
ma io li evito sempre
perché sto aspettando l’amore e basta
per abbandonare alfine me stesso
nelle sue mani.
Mi biasimano e mi dicono sbadato.
Non ho alcun dubbio
che il loro rimprovero sia giusto.
È passato il giorno del mercato
e chi è attivo ha compiuto il suo lavoro.
Quelli che sono venuti invano a chiamarrni
se ne sono andati in collera.
Sto aspettando l’amore e basta
per abbandonare alfine me stesso
nelle sue mani.
Rabindranath Tagore
carmine65
20-09-2003, 12:58
Ciao Hikari :vicini:
complimenti per la poesia che hai scelto di R.Tagore...
è moltissimo bella... nn la conoscevo...
la mia scelta di oggi:
Padre, se anche tu non fossi il mio...
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
per te stesso egualmente t'amerei.
Ché mi ricordo d'un mattin d'inverno
che la prima viola sull'opposto
muro scopristi dalla tua finestra
e ce ne desti la novella allegro.
Poi la scala di legno tolta in spalla
di casa uscisti e l'appoggiasti al muro.
Noi piccoli stavamo alla finestra.
E di quell'altra volta mi ricordo
che la sorella mia piccola ancora
per la casa inseguivi minacciando
(la caparbia avea fatto non so che).
Ma raggiuntala che strillava forte
dalla paura ti mancava il cuore:
ché avevi visto te inseguir la tua
piccola figlia, e tutta spaventata
tu vacillante l'attiravi al petto,
e con carezze dentro le tue braccia
l'avviluppavi come per difenderla
da quel cattivo ch'era il tu di prima.
Padre, se anche tu non fossi il mio
padre, se anche fossi a me un estraneo,
fra tutti gli uomini già tanto
pel tuo cuore di fanciullo ti amerei.
Camillo Sbarbaro
da "Pianissimo" 1914
hikari84
20-09-2003, 13:02
Originariamente inviato da carmine65
Ciao Hikari :vicini:
complimenti per la poesia che hai scelto di R.Tagore...
è moltissimo bella... nn la conoscevo...
la mia scelta di oggi:
Ciao Carmine :kiss:
Bella vero? :)
Dov'è la tua poesia...? :confused:
carmine65
20-09-2003, 13:14
Originariamente inviato da hikari84
Ciao Carmine :kiss:
Bella vero? :)
Dov'è la tua poesia...? :confused:
:) Ciao!
la stavo a scrivere...
ri-ciao!
carmine65
20-09-2003, 13:31
La madre
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Giuseppe Ungaretti
hikari84
20-09-2003, 13:33
Molto bella... :(
carmine65
20-09-2003, 13:35
Originariamente inviato da hikari84
Molto bella... :(
Sì, bellissima...
ma non è triste... è commovente.
Ciao.
hikari84
20-09-2003, 13:35
Originariamente inviato da carmine65
Padre, se anche tu non fossi il mio...
Camillo Sbarbaro
da "Pianissimo" 1914
:cry:
carmine65
20-09-2003, 13:51
Ciao,
perché :cry: ?
riciao.
hikari84
20-09-2003, 13:56
Ho fatto solo un piccolo confronto tra mio padre... e quello nella poesia...
Quando non hai ricevuto abb amore... allora si che ti commuovi con poesie di questo tipo... :(
carmine65
20-09-2003, 20:30
Originariamente inviato da hikari84
Ho fatto solo un piccolo confronto tra mio padre... e quello nella poesia...
Quando non hai ricevuto abb amore... allora si che ti commuovi con poesie di questo tipo... :(
dai, dai... :) :vicini: devi essere una signorina molto sensibile tu...
cmq, eccoti un'altra poesia, anzi eccoVi...
When the violin...
When
The violin
Can forgive the past
It starts singing.
When the violin can stop worrying
About the future
You will become
Such a drunk laughing nuisance
That God
Will then lean down
And start combing you into
His
Hair
When the violin can forgive
Every wound caused by
Others
The heart starts
Singing
Hafiz
Quando il violino...
Quando
Il violino
Dimentica il passato
Comincia a cantare.
Quando il violino smette di preoccuparsi
Del futuro
Tu diventerai
Tanto noiosa come chi ride dopo aver bevuto un pò
Che Dio
Si chinerà
E comincerà a pettinarti nei
Suoi
Capelli
Quando il violino perdona
Ogni ferita causata da
Altri
Il cuore comincia
A cantare.
Hafiz
Genjo Sanzo
20-09-2003, 20:54
Editato in quanto feriva la sensibilità comune.
aristotele
20-09-2003, 20:58
Originariamente inviato da Genjo Sanzo
Sotto la panza...
La mazza...
Avanza....
:rolleyes: :rolleyes:
carmine65
20-09-2003, 21:14
Originariamente inviato da aristotele
:rolleyes: :rolleyes:
Ciao Ari,
già segnalato al moderatore... ;)
riciao.
Genjo Sanzo
20-09-2003, 21:18
Ammazza scherzavo....
Va bene adesso edito.
:mad:
Per la serie "travolgente simpatia"....
carmine65
20-09-2003, 21:20
Originariamente inviato da aristotele
:rolleyes: :rolleyes:
Riciao Ari,
approfitto per segnalarti di "aggiustare" il "se" in "sei" nella poesia di E.Dickinson della pagina n° 4.
Ti sei dimenticato la "i" :)
Ciaooo.
carmine65
20-09-2003, 21:26
Originariamente inviato da Genjo Sanzo
Ammazza scherzavo....
Va bene adesso edito.
:mad:
Per la serie "travolgente simpatia"....
Ciao,
bravo, era il minimo che potevi fare... ;)
e penso che nn dovresti nemmeno arrabbiarti, dato che
sei stato tu a non renderti conto dello "stile" del thread...
riciao.
Genjo Sanzo
20-09-2003, 21:36
Originariamente inviato da carmine65
Ciao,
bravo, era il minimo che potevi fare... ;)
e penso che nn dovresti nemmeno arrabbiarti, dato che
sei stato tu a non renderti conto dello "stile" del thread...
riciao.
D'accordo hai ragione, mi scuso.
Anche se però quel "segnalato al mod" mi è sembrato un po' "lo dico alla mamma", dato che bastava che mi dicessi di editarlo.
Mi scuso nuovamente.
carmine65
20-09-2003, 21:40
Originariamente inviato da Genjo Sanzo
D'accordo hai ragione, mi scuso.
Anche se però quel "segnalato al mod" mi è sembrato un po' "lo dico alla mamma", dato che bastava che mi dicessi di editarlo.
Mi scuso nuovamente.
Ciao,
ho solo "segnalato" il tuo msg "fuori luogo" al moderatore... è a lui che spetta "moderare" appunto... non a me...
Non ti ho "denunciato" per nessun reato, non ti preoccupare...
Errare humanum est...
riciao.
aristotele
21-09-2003, 07:29
"querelle" e rilanciamo con:
Soli morenti
Un'alba illanguidita
versa per i campi
la malinconia
dei soli morenti.
La malinconia
culla con dolci canti
il cuore che s'oblia
nei soli morenti.
E strane fantasie
come soli morenti
rossi ardenti sui greti
fantasmi incandescenti,
sfilano senza tregua,
rossi ardenti sui greti
grandi soli morenti.
Paul Verlaine
hikari84
21-09-2003, 12:38
Il sogno
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia.
Sei stata saggia a svegliarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e storia le favole.
Entra tra queste braccia. Se ti sembrò
più giusto per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
Come un lampo o un bagliore di candela
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Così (poichè tu ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
che conoscevi i miei pensieri meglio di un angelo,
quando interpretasti il sogno, sapendo
che la troppa gioia mi avrebbe destato
e venesti, devo confessare
che sarebbe stato sacrilegio crederti altro da te.
Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora che ti allontani
dubito che tu non sia più tu.
Debole quell'amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce
sono prima accese e poi spente, così tu fai con me.
Venisti per accendermi, vai per venire. E io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.
John Donne
carmine65
21-09-2003, 13:04
Alla sera
Forse perché della fatal quïete
tu sei l'immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquïete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge;
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch'entro mi rugge.
-- Niccolò Ugo Foscolo --
x Hikari: bellissima la poesia di J.Donne che hai postato sopra :)
ciaooo.
Ti dono questi versi
Baudelaire
Ti dono questi versi, perché se un giorno il mio nome approderà felicemente alle epoche lontane e farà sognare qualche sera i cervelli degli uomini, vascello assecondato da un gran vento,
il ricordo di te, pari alle vaghe favole, affatichi il lettore come un timpano, e resti appeso come un fraterno e mistico anello alle mie rime altere;
essere maledetto cui, dagli abissi profondi sino al più alto dei cieli, nulla all'infuori di me risponde! O tu, che come un'ombra dall'effimera orma,
calpesti con piede leggero e sguardo sereno gli stupidi mortali che t'hanno giudicato amara, statua dagli occhi metallici, grande angelo dalla bronzea fronte!
Quest'Amore
Prévert
Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
Dedicata a una persona speciale.
alimatteo86
21-09-2003, 15:30
qualcuno poterebbe scrivere quella poesia di bertold brecht che diceva che (p.es.) napoleone aveva conquistat l'europa, ma non aveva neanche un cuoco.....
scusate ma non la ricordo minimamente e mi piacerebbe che qualcuno la riesumasse...
....azie
:)
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne
confortate di pianto è forse il sonno
della morte men duro? Ove piú il Sole
per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali,
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
né da te, dolce amico, udrò piú il verso
e la mesta armonia che lo governa,
né piú nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro a' dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte;
e una forza operosa le affatica
di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe
e l'estreme sembianze e le reliquie
della terra e del ciel traveste il tempo.
Ma perché pria del tempo a sé il mortale
invidierà l'illusïon che spento
pur lo sofferma al limitar di Dite?
Non vive ei forse anche sotterra, quando
gli sarà muta l'armonia del giorno,
se può destarla con soavi cure
nella mente de' suoi? Celeste è questa
corrispondenza d'amorosi sensi,
celeste dote è negli umani; e spesso
per lei si vive con l'amico estinto
e l'estinto con noi, se pia la terra
che lo raccolse infante e lo nutriva,
nel suo grembo materno ultimo asilo
porgendo, sacre le reliquie renda
dall'insultar de' nembi e dal profano
piede del vulgo, e serbi un sasso il nome,
e di fiori odorata arbore amica
le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna; e se pur mira
dopo l'esequie, errar vede il suo spirto
fra 'l compianto de' templi acherontei,
o ricovrarsi sotto le grandi ale
del perdono d'lddio: ma la sua polve
lascia alle ortiche di deserta gleba
ove né donna innamorata preghi,
né passeggier solingo oda il sospiro
che dal tumulo a noi manda Natura.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende. E senza tomba giace il tuo
sacerdote, o Talia, che a te cantando
nel suo povero tetto educò un lauro
con lungo amore, e t'appendea corone;
e tu gli ornavi del tuo riso i canti
che il lombardo pungean Sardanapalo,
cui solo è dolce il muggito de' buoi
che dagli antri abdüani e dal Ticino
lo fan d'ozi beato e di vivande.
O bella Musa, ove sei tu? Non sento
spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume,
fra queste piante ov'io siedo e sospiro
il mio tetto materno. E tu venivi
e sorridevi a lui sotto quel tiglio
ch'or con dimesse frondi va fremendo
perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio
cui già di calma era cortese e d'ombre.
Forse tu fra plebei tumuli guardi
vagolando, ove dorma il sacro capo
del tuo Parini? A lui non ombre pose
tra le sue mura la città, lasciva
d'evirati cantori allettatrice,
non pietra, non parola; e forse l'ossa
col mozzo capo gl'insanguina il ladro
che lasciò sul patibolo i delitti.
Senti raspar fra le macerie e i bronchi
la derelitta cagna ramingando
su le fosse e famelica ululando;
e uscir del teschio, ove fuggia la luna,
l'úpupa, e svolazzar su per le croci
sparse per la funerëa campagna
e l'immonda accusar col luttüoso
singulto i rai di che son pie le stelle
alle obblïate sepolture. Indarno
sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade
dalla squallida notte. Ahi! su gli estinti
non sorge fiore, ove non sia d'umane
lodi onorato e d'amoroso pianto.
Dal dí che nozze e tribunali ed are
diero alle umane belve esser pietose
di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi
all'etere maligno ed alle fere
i miserandi avanzi che Natura
con veci eterne a sensi altri destina.
Testimonianza a' fasti eran le tombe,
ed are a' figli; e uscían quindi i responsi
de' domestici Lari, e fu temuto
su la polve degli avi il giuramento:
religïon che con diversi riti
le virtú patrie e la pietà congiunta
tradussero per lungo ordine d'anni.
Non sempre i sassi sepolcrali a' templi
fean pavimento; né agl'incensi avvolto
de' cadaveri il lezzo i supplicanti
contaminò; né le città fur meste
d'effigïati scheletri: le madri
balzan ne' sonni esterrefatte, e tendono
nude le braccia su l'amato capo
del lor caro lattante onde nol desti
il gemer lungo di persona morta
chiedente la venal prece agli eredi
dal santuario. Ma cipressi e cedri
di puri effluvi i zefiri impregnando
perenne verde protendean su l'urne
per memoria perenne, e prezïosi
vasi accogliean le lagrime votive.
Rapían gli amici una favilla al Sole
a illuminar la sotterranea notte,
perché gli occhi dell'uom cercan morendo
il Sole; e tutti l'ultimo sospiro
mandano i petti alla fuggente luce.
Le fontane versando acque lustrali
amaranti educavano e vïole
su la funebre zolla; e chi sedea
a libar latte o a raccontar sue pene
ai cari estinti, una fragranza intorno
sentía qual d'aura de' beati Elisi.
Pietosa insania che fa cari gli orti
de' suburbani avelli alle britanne
vergini, dove le conduce amore
della perduta madre, ove clementi
pregaro i Geni del ritorno al prode
cne tronca fe' la trïonfata nave
del maggior pino, e si scavò la bara.
Ma ove dorme il furor d'inclite gesta
e sien ministri al vivere civile
l'opulenza e il tremore, inutil pompa
e inaugurate immagini dell'Orco
sorgon cippi e marmorei monumenti.
Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo,
decoro e mente al bello italo regno,
nelle adulate reggie ha sepoltura
già vivo, e i stemmi unica laude. A noi
morte apparecchi riposato albergo,
ove una volta la fortuna cessi
dalle vendette, e l'amistà raccolga
non di tesori eredità, ma caldi
sensi e di liberal carme l'esempio.
A egregie cose il forte animo accendono
l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta. Io quando il monumento
vidi ove posa il corpo di quel grande
che temprando lo scettro a' regnatori
gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela
di che lagrime grondi e di che sangue;
e l'arca di colui che nuovo Olimpo
alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide
sotto l'etereo padiglion rotarsi
piú mondi, e il Sole irradïarli immoto,
onde all'Anglo che tanta ala vi stese
sgombrò primo le vie del firmamento:
- Te beata, gridai, per le felici
aure pregne di vita, e pe' lavacri
che da' suoi gioghi a te versa Apennino!
Lieta dell'aer tuo veste la Luna
di luce limpidissima i tuoi colli
per vendemmia festanti, e le convalli
popolate di case e d'oliveti
mille di fiori al ciel mandano incensi:
e tu prima, Firenze, udivi il carme
che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco,
e tu i cari parenti e l'idïoma
désti a quel dolce di Calliope labbro
che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma
d'un velo candidissimo adornando,
rendea nel grembo a Venere Celeste;
ma piú beata che in un tempio accolte
serbi l'itale glorie, uniche forse
da che le mal vietate Alpi e l'alterna
onnipotenza delle umane sorti
armi e sostanze t' invadeano ed are
e patria e, tranne la memoria, tutto.
Che ove speme di gloria agli animosi
intelletti rifulga ed all'Italia,
quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi
venne spesso Vittorio ad ispirarsi.
Irato a' patrii Numi, errava muto
ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo
desïoso mirando; e poi che nullo
vivente aspetto gli molcea la cura,
qui posava l'austero; e avea sul volto
il pallor della morte e la speranza.
Con questi grandi abita eterno: e l'ossa
fremono amor di patria. Ah sí! da quella
religïosa pace un Nume parla:
e nutria contro a' Persi in Maratona
ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi,
la virtú greca e l'ira. Il navigante
che veleggiò quel mar sotto l'Eubea,
vedea per l'ampia oscurità scintille
balenar d'elmi e di cozzanti brandi,
fumar le pire igneo vapor, corrusche
d'armi ferree vedea larve guerriere
cercar la pugna; e all'orror de' notturni
silenzi si spandea lungo ne' campi
di falangi un tumulto e un suon di tube
e un incalzar di cavalli accorrenti
scalpitanti su gli elmi a' moribondi,
e pianto, ed inni, e delle Parche il canto.
Felice te che il regno ampio de' venti,
Ippolito, a' tuoi verdi anni correvi!
E se il piloto ti drizzò l'antenna
oltre l'isole egèe, d'antichi fatti
certo udisti suonar dell'Ellesponto
i liti, e la marea mugghiar portando
alle prode retèe l'armi d'Achille
sovra l'ossa d'Ajace: a' generosi
giusta di glorie dispensiera è morte;
né senno astuto né favor di regi
all'Itaco le spoglie ardue serbava,
ché alla poppa raminga le ritolse
l'onda incitata dagl'inferni Dei.
E me che i tempi ed il desio d'onore
fan per diversa gente ir fuggitivo,
me ad evocar gli eroi chiamin le Muse
del mortale pensiero animatrici.
Siedon custodi de' sepolcri, e quando
il tempo con sue fredde ale vi spazza
fin le rovine, le Pimplèe fan lieti
di lor canto i deserti, e l'armonia
vince di mille secoli il silenzio.
Ed oggi nella Troade inseminata
eterno splende a' peregrini un loco,
eterno per la Ninfa a cui fu sposo
Giove, ed a Giove diè Dàrdano figlio,
onde fur Troia e Assàraco e i cinquanta
talami e il regno della giulia gente.
Però che quando Elettra udí la Parca
che lei dalle vitali aure del giorno
chiamava a' cori dell'Eliso, a Giove
mandò il voto supremo: - E se, diceva,
a te fur care le mie chiome e il viso
e le dolci vigilie, e non mi assente
premio miglior la volontà de' fati,
la morta amica almen guarda dal cielo
onde d'Elettra tua resti la fama. -
Cosí orando moriva. E ne gemea
l'Olimpio: e l'immortal capo accennando
piovea dai crini ambrosia su la Ninfa,
e fe' sacro quel corpo e la sua tomba.
Ivi posò Erittonio, e dorme il giusto
cenere d'Ilo; ivi l'iliache donne
sciogliean le chiome, indarno ahi! deprecando
da' lor mariti l'imminente fato;
ivi Cassandra, allor che il Nume in petto
le fea parlar di Troia il dí mortale,
venne; e all'ombre cantò carme amoroso,
e guidava i nepoti, e l'amoroso
apprendeva lamento a' giovinetti.
E dicea sospirando: - Oh se mai d'Argo,
ove al Tidíde e di Läerte al figlio
pascerete i cavalli, a voi permetta
ritorno il cielo, invan la patria vostra
cercherete! Le mura, opra di Febo,
sotto le lor reliquie fumeranno.
Ma i Penati di Troia avranno stanza
in queste tombe; ché de' Numi è dono
servar nelle miserie altero nome.
E voi, palme e cipressi che le nuore
piantan di Priamo, e crescerete ahi presto
di vedovili lagrime innaffiati,
proteggete i miei padri: e chi la scure
asterrà pio dalle devote frondi
men si dorrà di consanguinei lutti,
e santamente toccherà l'altare.
Proteggete i miei padri. Un dí vedrete
mendico un cieco errar sotto le vostre
antichissime ombre, e brancolando
penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne,
e interrogarle. Gemeranno gli antri
secreti, e tutta narrerà la tomba
Ilio raso due volte e due risorto
splendidamente su le mute vie
per far piú bello l'ultimo trofeo
ai fatati Pelídi. Il sacro vate,
placando quelle afflitte alme col canto,
i prenci argivi eternerà per quante
abbraccia terre il gran padre Oceàno.
E tu onore di pianti, Ettore, avrai,
ove fia santo e lagrimato il sangue
per la patria versato, e finché il Sole
risplenderà su le sciagure umane.
Foscolo è sempre Foscolo :)
hikari84
21-09-2003, 17:21
In ritardo (Canti di Castelvecchio)
E l'acqua cade su la morta estate,
e l'acqua scroscia su le morte foglie;
e tutto è chiuso, e intorno le ventate
gettano l'acqua alle inverdite soglie;
e intorno i tuoni brontolano in aria;
se non qualcuno che rotola giù.
Apersi un poco la finestra: udii
rugliare in piena due torrenti e un fiume;
e mi parve d'udir due scoppiettìi
e di vedere un nereggiar di piume.
O rondinella spersa e solitaria,
per questo tempo come sei qui tu?
Oh! non è questo un temporale estivo
col giorno buio e con la rosea sera,
sera che par la sera dell'arrivo,
tenera e fresca come a primavera,
quando, trovati i vecchi nidi al tetto,
li salutava allegra la tribù.
Se n'è partita la tribù, da tanto!
tanto, che forse pensano al ritorno,
tanto, che forse già provano il canto
che canteranno all'alba di quel giorno:
sognano l'alba di San Benedetto
nel lontano Baghirmi e nel Bornù.
E chiudo i vetri. Il freddo mi percuote,
l'acqua mi sferza, mi respinge il vento.
Non più gli scoppiettìi, ma le remote
voci dei fiumi, ma sgrondare io sento
sempre più l'acqua, rotolare il tuono,
il vento alzare ogni minuto più.
E fuori vedo due ombre, due voli,
due volastrucci nella sera mesta,
rimasti qui nel grigio autunno soli,
ch'aliano soli in mezzo alla tempesta:
rimasti addietro il giorno del frastuono,
delle grida d'amore e gioventù.
Son padre e madre. C'è sotto le gronde
un nido, in fila con quei nidi muti,
il lor nido che geme e che nasconde
sei rondinini non ancor pennuti.
Al primo nido già toccò sventura.
Fecero questo accanto a quel che fu.
Oh! tardi! Il nido ch'è due nidi al cuore,
ha fame in mezzo a tante cose morte;
e l'anno è morto, ed anche il giorno muore,
e il tuono muglia, e il vento urla più forte,
e l'acqua fruscia, ed è già notte oscura,
e quello ch'era non sarà mai più.
Giovanni Pascoli
aristotele
22-09-2003, 07:52
a tutti, e grazie per le poesie che postate giornalmente, ne ho scoperte di magnifiche.
Questa è la mia del mattino:
Ulisse
Re neghittoso alla vampa del mio focolare tranquillo
star, con antica consorte, tra sterili rocce, non giova:
e misurare e pesare le leggi ineguali a selvaggia
gente che ammucchia, che dorme, che mangia e che non mi conosce.
Starmi non posso dall'errar mio: vuo' bere la vita
sino alla feccia. Per tutto il tempo ho molto gioito,
molto sofferto, e con quelli che in cuor mi amarono e solo;
tanto sull'arida terra, che quando tra rapidi nembi
l'Iadi piovorne travagliano il mare velato di brume.
Nome acquistai, che sempre errando con avido cuore
molte città vidi io, molti uomini, e seppi la mente
loro, e la mia non il meno, ond'ero nel cuore di tutti:
e di lontane battaglie coi pari bevvi la gioia,
là nel piano sonoro di Troia battuta dal vento.
Ciò che incontrai nella mia strada, ora ne sono una parte.
Pur, ciò ch'io vidi è l'arcata che s'apre sul nuovo:
sempre ne fuggono i margini via, man mano che inoltro.
Stupida cosa il fermarsi, il conoscersi un fine, il restare
sotto la ruggine opachi nè splendere più nell'attrito.
Come se il vivere sia quest'alito! vita su vita
poco sarebbe, ed a me d'una, ora, un attimo resta.
Pure, è un attimo tolto all'eterno silenzio, ed ancora
porta con sè nuove opere, e indegno sarebbe, per qualche
due o tre anni, riporre me stesso con l'anima esperta
ch'arde e desìa di seguir conoscenza: la stella che cade
oltre il confine del cielo, al di là dell'umano pensiero.
Ecco mio figlio, Telemaco mio, cui ed isola e scettro
lascio; che molto io amo; che sa quest'opera, accorto,
compiere; mansuefare una gente selvatica, adagio,
dolce, e così via via sottometterla all'utile e al bene.
Irreprensibile egli è, ben fermo nel mezzo ai doveri,
pio, che non mai mancherà nelle tenere usanze, e nel dare
il convenevole culto agli dei della nostra famiglia,
quando non sia qui io: il suo compito e' compie; io, il mio.
Eccolo il porto, laggiù: nel vascello si gonfia la vela:
ampio nell'oscurità si rammarica il mare. Compagni,
cuori ch'avete con me tollerato, penato, pensato,
voi che accoglieste, ogni ora, con gaio ed uguale saluto
tanto la folgore quanto il sereno, che liberi cuori,
libere fronti opponeste: oh! noi siam vecchi compagni;
pur la vecchiezza anch'ella ha il pregio, ha il compito: tutto
chiude la Morte; ma può qualche opera compiersi prima
d'uomini degna che già combatterono a prova coi Numi!
Già da' tuguri sui picchi le luci balenano: il lungo
giorno dilegua, la luna insensibile monta; l'abisso
geme e sussurra all'intorno le sue mille voci. Venite:
tardi non è per coloro che cercano un mondo novello.
Uomini, al largo, e sedendovi in ordine, i solchi sonori
via percotete: ho fermo nel cuore passare il tramonto
ed il lavacro degli astri di là: fin ch'abbia la morte.
Forse è destino che i gorghi del mare ci affondino; forse,
nostro destino è toccare quelle isole della Fortuna,
dove vedremo l'a noi già noto, magnanimo Achille.
Molto perdemmo, ma molto ci resta: non siamo la forza
più che nei giorni lontani moveva la terra ed il cielo:
noi, s'è quello che s'è: una tempra d'eroici cuori,
sempre la stessa: affraliti dal tempo e dal fato, ma duri
sempre in lottare e cercare e trovare ne cedere mai.
Alfred Tennyson
carmine65
25-09-2003, 02:06
Only you
Only you
I choose among the entire world.
Is it fair of you
letting me be unhappy?
My heart is a pen in your hand.
It is all up to you
to write me happy or sad.
I see only what you reveal
and live as you say.
All my feelings have the color
you desire to paint.
From the beginning to the end,
no one but you.
Please make my future
better than the past.
When you hide I change
to a Godless person,
and when you appear,
I find my faith.
Don't expect to find
any more in me
than what you give.
Don't search for
hidden pockets because
I've shown you that
all I have is all you gave.
Rumi
Translation by Nader Khalili
Solo te
Solo te
io scelgo tra tutto il mondo.
E' onesto da parte tua
lasciare che io sia infelice?
Il mio cuore è una penna nella tua mano.
Sta solo a te
scrivermi felice o triste.
Io vedo solo ciò che riveli
e vivi, così come dici.
Tutto ciò che provo
ha il colore di cui tu desideri dipingere.
Dall'inizio alla fine,
nessun'altro che te.
Ti prego, rendi il mio futuro
migliore del passato.
Quando ti nascondi
io divento una persona senza Dio,
e, quando tu appari,
io trovo la fede.
Non aspettarti di trovare in me
di più di quello che dai.
Non cercare tasche nascoste
perché ti ho mostrato che
tutto ciò che ho
è tutto ciò che mi hai dato.
Rumi
Traduzione in italiano di carmine65 :)
Quel vento che gelava il mio cuore
,penetrandolo
mentre attorno a me altri cuori
,a due a due,si riscaldavano
i miei occhi che solcavano il silenzioso
buio di quella notte
alla ricerca di quella luce delle stelle,
luce donatrice del mio sogno,che ha
le tue sembianze
guardavo la luna cosi' sola
e la sentivo vicina,
io e lei destinati a guardare
il nostro sogno
senza mai poterlo raggiungere
e quella notte che si illuminava
mentre l'acqua sempre piu' chiara
mi scrutava dal suo freddo esistere,
freddo come il mio cuore ora che
le stelle mi hanno lasciato,
la luce si e' spenta
portandomi via il mio sogno
Ciaozzz
hikari84
25-09-2003, 11:37
Originariamente inviato da carmine65
Solo te
Solo te
io scelgo tra tutto il mondo.
E' onesto da parte tua
lasciare che io sia infelice?
Il mio cuore è una penna nella tua mano.
Sta solo a te
scrivermi felice o triste.
Io vedo solo ciò che riveli
e vivi, così come dici.
Tutto ciò che provo
ha il colore di cui tu desideri dipingere.
Dall'inizio alla fine,
nessun'altro che te.
Ti prego, rendi il mio futuro
migliore del passato.
Quando ti nascondi
io divento una persona senza Dio,
e, quando tu appari,
io trovo la fede.
Non aspettarti di trovare in me
di più di quello che dai.
Non cercare tasche nascoste
perché ti ho mostrato che
tutto ciò che ho
è tutto ciò che mi hai dato.
Rumi
Traduzione in italiano di carmine65 :)
BELLISSIMA...
carmine65
25-09-2003, 19:02
Originariamente inviato da hikari84
BELLISSIMA...
Sì Hikari, bellissima, semplice e profonda.
Ciao. :)
hikari84
25-09-2003, 19:26
Originariamente inviato da carmine65
Sì Hikari, bellissima, semplice e profonda.
Ciao. :)
E vera... proprio vera...
Thunderman
25-09-2003, 19:47
Spero non sia già stata postata:
Il tuo sorriso
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l'aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l'acqua che d'improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d'argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d'aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell'ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d'improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d'autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell'isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l'aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.
Pablo Neruda
carmine65
27-09-2003, 00:14
Covers her face with both hands...
What
We speak
Becomes the house we live in.
Who will want to sleep in your bed
If the roof leaks
Right above
It?
Look what happens when the tongue
Cannot say to kindness,
"I will be your slave."
The moon
Covers her face with both hands
And can't bear
To look.
-- Hafiz --
Si copre il viso con tutte e due le mani...
Quello
Che diciamo
Diventa la casa in cui noi abitiamo.
Chi vorrà dormire nel tuo letto
Se il tetto ci gocciola
Proprio sopra?
Guarda quello che succede quando la lingua
Non sa dire alla gentilezza,
"Sarò la tua serva."
La luna
Si copre il viso con tutte e due le mani
E non ce la fa
A guardare.
-- Hafiz --
* la traduzione è mia.
Ciaoo.
carmine65
28-09-2003, 16:29
Ciao,
eccone un'altra per Voi...
O gioia, la grande tempesta è finita...
O gioia - la grande tempesta è finita -
Solo quattro approdarono -
Gli altri quaranta insieme
In gorgogliante sabbia affondarono -
Sonate a festa, per i pochi salvi -
A tocchi, per le anime leggiadre -
Vicino e amico e sposo - turbinanti
Sui bassi fondi -
Come diranno la storia
Quando l'inverno scoterà la porta,
Finché i bambini urgano: E i quaranta
Non son tornati più?
Allora si fa languido il racconto,
Un silenzio vela gli occhi
al narratore -
I bambini più non chiedono -
Solo risponde il mare.
-- Emily Dickinson --
carmine65
05-10-2003, 09:10
[XXXIX]
Il modo tuo d'amare
è lasciare che io ti ami.
Il sì con cui ti abbandoni
è il silenzio. I tuoi baci
sono offrirmi le labbra
perché io le baci.
Mai parole o abbracci
mi diranno che esistevi
e mi hai amato: mai.
Me lo dicono fogli bianchi,
mappe,telefoni, presagi;
tu, no.
E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.
E sto abbracciato a te
senza guardare o toccarti.
Non debba mai scoprire
con domande, con carezze,
quella solitudine immensa
d'amarti solo io.
Pedro Salinas da " La voce a te dovuta "
hikari84
05-10-2003, 13:24
Perchè tu possa ascoltarmi
Perchè tu possa ascoltarmi
le mie parole
si fanno sottili, a volte,
come impronte di gabbiani sulla spiaggia.
Collana, sonaglio ebbro
per le tue mani dolci come l'uva.
E le vedo ormai lontane le mie parole.
Più che mie sono tue.
Come edera crescono aggrappate al mio dolore antico.
Così si aggrappano alle pareti umide.
E' tua la colpa di questo gioco cruento.
Stanno fuggendo dalla mia buia tana.
Tutto lo riempi tu, tutto lo riempi.
Prima di te hanno popolato la solitudine che occupi,
e più di te sono abituate alla mia tristezza.
Ora voglio che dicano ciò che io voglio dirti
perchè tu le ascolti come voglio essere ascoltato.
Il vento dell'angoscia può ancora travolgerle.
Tempeste di sogni possono talora abbatterle.
Puoi sentire altre voci nella mia voce dolente.
Pianto di antiche bocche, sangue di antiche suppliche.
Amami, compagna. Non mi lasciare. Seguimi.
Seguimi, compagna, su quest'onda di angoscia.
Ma del tuo amore si vanno tingendo le mie parole.
Tutto ti prendi tu, tutto.
E io le intreccio tutte in una collana infinita
per le tue mani bianche, dolci come l'uva.
Pablo Neruda
carmine65
13-10-2003, 11:23
Ciao Hikari :) come va?
e forza ragazzi!!! ogni tanto aggiorniamola sta discussione... ;)
Quel che è
E' assurdo
dice la ragione
E' quel che è
dice l'amore
E' infelicità
dice il calcolo
Non è altro che dolore
dice la paura
E' vano
dice il giudizio
E' quel che è
dice l'amore
E' ridicolo
dice l'orgoglio
E' avventato
dice la prudenza
E' impossibile
dice l'esperienza
E' quel che è
dice l'amore
-- Erich Fried --
hikari84
13-10-2003, 20:21
Originariamente inviato da carmine65
Ciao Hikari :) come va?
Ma ciao Carmine :vicini:
Qui tutto ok grazie... sono solo un po' stanca... :(
Ti aiuto a rianimare il thread... :)
Quando noi ci lasciammo
Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
Spezzato a mezzo il cuore
Nel doverci dividere per anni,
La tua guancia divenne fredda e pallida
E più freddo il tuo bacio;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.
La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
Son spezzati i tuoi voti,
Hai fama di volubile:
Sento dire il tuo nome
E ne divido l'onta.
Chi innanzi a me ti nomina
Suona a morto al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché eri tanto cara?
Essi non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo avrò di te un rimpianto
Troppo profondo a dirsi.
C'incontrammo in segreto: in silenzio
Mi dolgo che il tuo cuore
Possa avermi scordato,
Tradito la tua anima.
Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come salutarti?
Con silenzio e con lacrime.
George Byron
aristotele
13-10-2003, 20:56
vi eravate dimenticati di me :cry:
Materna
Ascolto la tua musica che pronta è all’istante,
dolce, meditabonda, cogitativa, frale. Tu taci e acconsenti,
per ciò che hai caro, per l’amore nel petto,
per le lariche spoglie,
per le tue doglie e ’l figlio ch’âi nel grembo,
per il tuo infante eterno e solitario,
per il tuo maglio d’onda
che percuote gli abissi,
per l’oltraggio dei relitti
fra scale d’assi e tralicci,
per l’aura dei vivi e pel rimestolo dei duoli,
per l’ansietà e l’attesa,
per la presa che pesa
e ricadrà sul mondo.
Taci. T’ascolto. Taci.
Un pianto si solleva dalla terra
e uno sguardo di gioia
ti s’inginocchia intorno.
Due angeli di carta
ombreggiano lunghissimi
su pareti bianchissime.
Tu, dal dolore,
gioisci e ridi.
Sai tutta la pena futura,
nel segno del miracolo.
Dylan Thomas
carmine65
17-10-2003, 01:57
Come ci si può dimenticare di te? :)
cmq....
Un giorno, senza dubbio...
Un giorno, senza dubbio
troveremo persino il cubo
dell'arcobaleno.
Ma quello che non si lascerà scoprire
è l'arco, di un'ipotesi,
d'amore.
-- Emily Dickinson --
ciaoooo
carmine65
17-10-2003, 02:06
un'altra... questa volta più lunga... :)
Sia lode al dubbio
Sia lode al dubbio! Vi consiglio, salutate
serenamente e con rispetto chi
come moneta infida pesa la vostra parola!
Vorrei che foste accorti, che non deste
con troppa fiducia la vostra parola.
Leggete la storia e guardate
in fuga furiosa invincibili eserciti.
In ogni luogo
fortezze indistruttibili rovinano e
anche se innumerabile era l'Armada salpando,
le navi che tornarono
le si poté contare.
Fu così un giorno un uomo sull'inaccessibile vetta
e giunse una nave alla fine
dell'infinito mare.
Oh bello lo scuoter del capo
su verità incontestabili!
Oh il coraggioso medico che cura
l'ammalato senza speranza!
Ma d'ogni dubbio il più bello
è quando coloro che sono
senza fede, senza forza, levano il capo e
alla forza dei loro oppressori
non credono più!
Oh quanta fatica ci volle per conquistare il principio!
Quante vittime costò!
Com'era difficile accorgersi
Che fosse così e non diverso!
Con un respiro di sollievo un giorno un uomo nel libro del sapere lo scrisse.
Forse a lungo là dentro starà e più generazioni
ne vivranno e in quello vedranno un'eterna sapienza
e sprizzeranno i sapienti chi non lo conosce.
Ma può avvenire che spunti un sospetto, di nuove esperienze,
che quella tesi scuotano. Il dubbio si desta.
E un altro giorno un uomo dal libro del sapere
gravemente cancella quella tesi.
Intronato dagli ordini, passato alla visita
d'idoneità da barbuti medici, ispezionato
da esseri raggianti di fregi d'oro, edificato
da solennissimi preti, che gli sbattono alle orecchie
un libro redatto da Iddio in persona, erudito
da impazienti pedagoghi, sta il povero e ode
che questo mondo è il migliore dei mondi possibili e che il buco
nel tetto della sua stanza è stato proprio previsto da Dio.
Veramente gli è difficile dubitare di questo mondo.
Madido di sudore si curva l'uomo che costruisce
la casa dove non lui dovrà abitare,
ma sgobba madido di sudore anche l'uomo che la propria casa si costruisce.
Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai.
Splendida è la loro digestione, infallibile il loro giudizio.
Non credono al fatti, credono solo a se stessi. Se occorre,
tanto peggio per i fatti. La pazienza che han con se stessi
è sconfinata. Gli argomenti li odono con l'orecchio della spia.
Con coloro che non riflettono e mai dubitano
si incontrano coloro che riflettono e mai agiscono.
Non dubitano per giungere alla decisione, bensì
per schivare la decisione. Le teste
le usano solo per scuoterle. Con aria grave
mettono in guardia dall'acqua i passeggeri di navi che affondano.
Sotto l'ascia dell'assassino
si chiedono se anch'egli non sia un uomo.
Dopo aver rilevato, mormorando,
che la questione non è ancora sviscerata, vanno a letto.
La loro attività consiste nell'oscillare.
Il loro motto preferito è: l'istruttoria continua.
Certo, se il dubbio lodate
non lodate però
quel dubbio che è disperazione!
Che giova poter dubitare, a colui
che non riesce a decidersi!
Può sbagliarsi ad agire
chi di motivi troppo scarsi si contenta,
ma inattivo rimane nel pericolo
chi di troppi ha bisogno.
Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perchè hai dubitato delle guide!
E dunque a chi è guidato permetti il dubbio!
-- Bertold Brecht --
hikari84
01-12-2003, 20:51
Potessero le mie mani sfogliare
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!
Federico Garcia Lorca
aristotele
01-12-2003, 21:07
Alba
Il mio cuore oppresso
con l'alba avverte
il dolore del suo amore
e il sogno delle lontananze.
La luce dell'aurora porta
rimpianti a non finire
e tristezza senza occhi
del midollo dell'anima.
Il sepolcro della notte
distende il nero velo
per nascondere col giorno
l'immensa sommità stellata.
Che farò in questi campi
cogliendo nidi e rami,
circondato dall'aurora
e con un'anima carica di notte!
Che farò se con le chiare luci
i tuoi occhi sono morti
e la mia carne non sentirà
il calore dei tuoi sguardi!
Perchè per sempre ti ho perduta
in quella chiara sera?
Oggi il mio petto è arido
come una stella spenta.
Federico Garcia Lorca
hikari84
28-12-2003, 16:13
La neve cade
La neve cade, la neve cade
Alle bianche stelline in tempesta
Si protendono i fiori del geranio
Dallo stipite della finestra:
La neve cade e ogni cosa è in subbuglio,
ogni cosa si lancia in un volo,
i gradini della nera scala,
la svolta del crocicchio.
La neve cade, la neve cade,
come se non cadessero i fiocchi,
ma in un mantello rattoppato
scendesse a terra la volta celeste.
Come se con l’aspetto di un bislacco
Dal pianerottolo in cima alle scale,
di soppiatto, giocando a rimpiattino,
scendesse il cielo dalla soffitta.
Perché la vita stringe. Non fai a tempo
A girarti dattorno, ed è Natale.
Solo un breve intervallo:
guardi, ed è l’Anno Nuovo.
Densa, densissima la neve cade.
E chi sa che il tempo non trascorra
Per le stesse orme, nello stesso ritmo,
con la stessa rapidità o pigrizia,
tenendo il passo con lei?
Chi sa che gli anni, l’uno dietro l’altro,
non si succedano come la neve,
o come le parole d’un poema?
La neve cade, la neve cade,
la neve cade e ogni cosa è in subbuglio:
il pedone imbiancato,
le piante sorprese,
la svolta del crocicchio.
Boris Pasternak
hikari84
29-12-2003, 20:09
Il principe
Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e i prati
su boschi silenti.
Tutto volevamo disimparare
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con canti di gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello
su un'estrema e silenziosa altura;
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fa grigio
- principessa, dove sei rimasta?
Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devono baciarti e tormentarti
e devono rubarti il sonno -
principessa, quando tornerai?
Hermann Hesse
hikari84
01-01-2004, 13:58
La quiete dopo la tempesta
Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.
Giacomo Leopardi
aristotele
01-01-2004, 19:05
Morte tu morirai
Morte, non essere orgogliosa , sebbene alcuni ti abbiano chiamato
Potente e terribile, poiché tu non lo sei;
Poiché coloro che tu pensi di sconfiggere,
Non muoiono, povera morte, né tu mi puoi uccidere
Dal riposo e dal sonno che altro non sono che tue immagini,
Molto piacere si trae; e dunque da te un piacere molto maggiore si deve trarre.
E più in fretta i nostri uomini migliori se ne vanno con te,
Riposo per le ossa e liberazione dell'anima.
Tu sei schiava del destino, del caso, dei re, e di uomini disperati
E convivi con il veleno, la guerra, e la malattia,
E il papavero, o gli incantesimi ci fanno dormire altrettanto
E meglio del tuo fendente; perché dunque ti gonfi?
Dopo un breve sonno, ci svegliamo per l'eternità,
E la morte non esisterà più; Morte, tu morirai.
(John Donne)
Hikari buonasera!!!
hikari84
01-01-2004, 21:46
Buonasera Aristotele, finalmente una presenza amica... :)
Posto anch'io qualcosina...
Poesia d'amore
Nessuno sarà a casa
solo la sera. Il solo
giorno invernale nel vano trasparente
delle tende scostate.
Di palle di neve solo, umide, bianche
la rapida sfavillante traccia.
Soltanto tetti e neve e tranne
i tetti e la neve, nessuno.
E di nuovo ricamerà la brina,
e di nuovo mi prenderanno
la tristezza di un anno trascorso
e gli affanni di un altro inverno,
e di nuovo mi tormenteranno
per una colpa non ancora pagata,
e la finestra lungo la crociera
una fame di legno serrerà.
Ma per la tenda d'un tratto
scorrerà il brivido di un'irruzione .
Il silenzio coi passi misurando
tu entrerai, come il futuro.
Apparirai presso la porta,
vestita senza fronzoli, di qualcosa di bianco,
di qualcosa proprio di quei tessuti
di cui ricamano i fiocchi.
Boris Pasternak
carmine65
01-01-2004, 23:13
Ciao ragazzi!!! ben ritrovati e auguri di un meraviglioso 2004!!
mancavo da un pò... ma rieccomi:
Accendere una lampada...
Accendere una lampada e sparire -
questo fanno i poeti -
ma le scintille che hanno ravvivato -
se vivida è la luce
durano come i soli -
ogni età una lente
che dissemina
la loro circonferenza -
Emily Dickinson
ciaooooo
aristotele
02-01-2004, 10:12
visto che siam rimasti in tre......
Il poeta chiede al suo amore di scrivergli
Amor delle mie viscere, viva morte,
invano aspetto tue parole scritte
e penso, con il fiore che appassisce,
che se vivo senza di me voglio perderti.
Il vento è immortale. La pietra inerte
non conosce l'ombra né la vita.
Cuore interiore non ha bisogno
del miele gelato che la luna versa.
Ma ti ho sopportato. Tagliai le mie vene,
tigre e colomba sulla mia cintura
in un duello di morsi e di gigli.
Calma, dunque, con parole la mia follia
o lasciami vivere nella mia serena
notte dell'anima ormai per sempre oscura
hikari84
04-01-2004, 12:07
Sono andato segnando
Sono andato segnando con croci di fuoco
l’atlante bianco del tuo corpo.
La mia bocca era un ragno che passava nascondendosi.
In te, dietro te, timoroso, assetato.
Storie da raccontarti sulla riva del crepuscolo
bambola triste e dolce, perché non fossi triste.
Un cigno, un albero, qualcosa di lontano e di felice.
Il tempo dell’uva, il tempo maturo e fruttifero.
Io che vissi nel porto da dove ti amavo.
La solitudine attraversata dal sogno e dal silenzio.
Rinchiuso tra il mare e la tristezza.
Silenzioso, delirante, tra due gondolieri immobili.
Tra le labbra e la voce, qualcosa va morendo.
Qualcosa con ali d’uccello, qualcosa d’angoscia e d’oblio.
Così come le reti non trattengono l’acqua.
Bambola mia, restano appena gocce che tremano.
Tuttavia qualcosa canta tra queste parole fugaci.
Qualcosa canta, qualcosa sale fino alla mia avida bocca.
Oh poterti celebrare con tutte le parole della gioia.
Cantare, ardere, fuggire, come un campanile nella mani di un pazzo.
Triste tenerezza mia, cosa diventi d’improvviso?
Quando son giunto al vertice più ardito e freddo
il mio cuore si chiude come un fiore notturno.
Pablo Neruda
hikari84
04-01-2004, 22:40
Il mio sogno familiare
Spesso mi viene in sogno bizzarra e penetrante
Una donna mai vista, che amo e che mi ama,
Che con lo stesso nome si chiama e non si chiama
Diversa e uguale m'ama e sempre è confortante
È per me confortante, e il mio cuore parlante
Per lei soltanto, ahimé! Non è più cosa grama
Per lei soltanto, in fronte del sudore la trama
Lei soltanto rinfresca, con le lacrime piante.
È bruna, bionda o rossa? Non mi è dato sapere.
Il suo nome? Ricordo che è dolce e dà piacere.
Come nomi diletti che la vita ha esiliato.
All'occhio delle statue è simile il suo sguardo,
Ed ha la voce calma, lontana, grave, il fiato
Delle voci più care spente senza riguardo.
Paul Verlaine
Jaguar64bit
04-01-2004, 22:52
Una piu' bella dell'altra le poesie che postate :)
Achille130
04-01-2004, 22:54
XLI. [XLII] Poi mandaro due donne gentili a me pregando che io mandasse loro di queste mie parole rimate; onde io, pensando la loro nobilitade, propuosi di mandare loro e di fare una cosa nuova, la quale io mandasse a loro con esse, acciò che più onorevolemente adempiesse li loro prieghi. E dissi allora uno sonetto, lo quale narra del mio stato, e manda'lo a loro co lo precedente sonetto accompagnato, e con un altro che comincia: Venite a intender. Lo sonetto lo quale io feci allora, comincia: Oltre la spera; lo quale ha in sé cinque parti. Ne la prima dico ove va lo mio pensero, nominandolo per lo nome d'alcuno suo effetto. Ne la seconda dico perché va là suso, cioè chi lo fa così andare. Ne la terza dico quello che vide, cioè una donna onorata là suso; e chiamolo allora 'spirito peregrino', acciò che spiritualmente va là suso, e sì come peregrino lo quale è fuori de la sua patria, vi stae. Ne la quarta dico come elli la vede tale, cioè in tale qualitade, che io non lo posso intendere, cioè a dire che lo mio pensero sale ne la qualitade di costei in grado che lo mio intelletto no lo puote comprendere; con ciò sia cosa che lo nostro intelletto s'abbia a quelle benedette anime sì come l'occhio debole a lo sole: e ciò dice lo Filosofo nel secondo de la Metafisica. Ne la quinta dico che, avvegna che io non possa intendere là ove lo pensero mi trae, cioè a la sua mirabile qualitade, almeno intendo questo, cioè che tutto è lo cotale pensare de la mia donna, però ch'io sento lo suo nome spesso nel mio pensero: e nel fine di questa quinta parte dico 'donne mie care', a dare ad intendere che sono donne coloro a cui io parlo. La seconda parte comincia quivi: intelligenza nova; la terza quivi: Quand'elli è giunto; la quarta quivi: Vedela tal; la quinta quivi: So io che parla. Potrebbesi più sottilmente ancora dividere, e più sottilmente fare intendere; ma puotesi passare con questa divisa, e però non m'intrametto di più dividerlo.
Oltre la spera che più larga gira
passa 'l sospiro ch'esce del mio core:
intelligenza nova, che l'Amore
piangendo mette in lui, pur su lo tira.
Quand'elli è giunto là dove disira,
vede una donna, che riceve onore,
e luce sì, che per lo suo splendore
lo peregrino spirito la mira.
Vedela tal, che quando 'l mi ridice,
io no lo intendo, sì parla sottile
al cor dolente, che lo fa parlare.
So io che parla di quella gentile,
però che spesso ricorda Beatrice,
sì ch'io lo 'ntendo ben, donne mie care.
XLII. [XLIII] Appresso questo sonetto apparve a me una mirabile visione, ne la quale io vidi cose che mi fecero proporre di non dire più di questa benedetta infino a tanto che io potesse più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna. E poi piaccia a colui che è sire de la cortesia, che la mia anima se ne possa gire a vedere la gloria de la sua donna, cioè di quella benedetta Beatrice, la quale gloriosamente mira ne la faccia di colui qui est per omnia secula benedictus.
Dante Alighieri
hikari84
04-01-2004, 22:55
Originariamente inviato da Jaguar64bit
Una piu' bella dell'altra le poesie che postate :)
Come la persona a cui son dedicate.
Free Star
04-01-2004, 23:12
Come è bello e profondo questo thread...assolutamente perfetto per iniziare a postare in questo forum...:)
Ahimè, quali occhi mi ha messo in fronte Amore
che non son consoni alla vera vista
o se lo sono, dov'è svanita la mia mente
che giudica con errore quanto essi vedon giusto?
Se è bello ciò che affascina il mio distorto sguardo
che intende dire il mondo nel dire che non è vero?
Se non è così, allora Amor denota chiaramente
che il suo occhio non è sincero come gli altri: no,
come potrebbe? Come può l'occhio d'amor esser sincero
se tanto è annebbiato dalle veglie e dalle lacrime?
Nessun stupore quindi se la mia vista sbaglia;
neppur il sole vede se il cielo non è chiaro.
O astuto Amore, tu mi acciechi con le lacrime
per tema che i miei occhi scoprano il tuo inganno.
William Shakespeare
Sonetto 148
Jaguar64bit
04-01-2004, 23:14
Originariamente inviato da hikari84
Come la persona a cui son dedicate.
:)
aristotele
05-01-2004, 09:02
FELICITÀ
O stagioni, o castelli, quale anima è senza difetti?
O stagioni, o castelli,
ho fatto il magico studio della felicità che nessuno elude.
Oh, viva lei, ogni volta che canti il gallo gallico.
Ma non avrò più desideri: essa s'è incaricata della mia vita.
Questo incanto! prese anima e corpo e disperse ogni sforzo.
Come comprendere la mia parola? Bisogna ch'essa fugga e voli!
O stagioni, o castelli!
Arthur Rimbaud.
Ricordo a tutti che ho raccolto e continuo a raccogliere le poesie postate in un file .doc.
Dal momento che non ho uno spazio web nè saprei come utilizzarlo, sarò felice di inviarlo per posta a tutti coloro che ne faranno richiesta!!
hikari84
05-01-2004, 17:02
Il Ricordo
Non te ne andare, ricordo, non te ne andare!
Volto, non svanire così,
come nella morte!
Continuate a guadarmi, occhi fissi,
come un momento mi guardaste!
Labbra sorridetemi,
come un momento mi sorrideste!
Ah fronte mia, datti da fare;
non lasciare che si sparga
la sua forma fuori del suo ambiente!
Comprimi il suo sorriso ed il suo sguardo,
fino a farli divenir mia vita eterna!
-Sebbene mi dimentichi di me stesso;
sebbene prenda il mio volto, nel soffrir tanto per lui,
la forma del suo volto;
sebbene io sia lei,
sebbene si perda in lei la mia struttura! -
Oh ricordo, sii me!
Tu - lei - sii ricordo, tutto e solo, per sempre;
ricordo che mi guardi e mi sorrida
nel nulla;
e ricordo, vita con mia vita,
divenuto eterno cancellandomi, cancellandomi!
Juan Ramon Jimenez
hikari84
06-01-2004, 01:13
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,
e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".
E il vento della notte gira nel cielo e canta.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Io l'ho amata e a volte anche lei mi amava.
In notti come questa l'ho tenuta tra le braccia.
L'ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
Lei mi ha amato e a volte anch'io l'amavo.
Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
Pensare che non l'ho più. Sentire che l'ho persa.
Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.
E il verso scende sull'anima come la rugiada sul prato.
Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.
La notte è stellata e lei non è con me.
Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta. Lontano.
La mia anima non si rassegna d'averla persa.
Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.
La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli d'allora, già non siamo gli stessi.
Io non l'amo più, è vero, ma quanto l'ho amata.
La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.
D'un altro. Sarà d'un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.
Ormai non l'amo più, è vero, ma forse l'amo ancora.
E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.
E siccome in notti come questa l'ho tenuta tra le braccia,
la mia anima non si rassegna d'averla persa.
Benchè questo sia l'ultimo dolore che lei mi causa,
e questi gli ultimi versi che io le scrivo.
Pablo Neruda
I Vecchi......
Andate a trovare i vecchi, a mani vuote libere d'accarezzarli.
A loro bastano le briciole del pane e una parola buona che
divoreranno sentendosi inutili.
Anche un fazzoletto piccolo puo' bastare,hanno il pianto
senza lacrime appena restano soli.Fateli importanti per non
far si che pensino d'esservi di peso.
Andate a trovare i vecchi,restate a parlare con loro,lasciate che
vi raccontino ancora quella fiaba.....Vogliate bene ai vecchi
fateli morir d'amore".
aristotele
06-01-2004, 13:19
RICOGNIZIONE
Al limite dell'orizzonte impallidisce
Una sola crepuscolare betulla
Dove fugge la misura angolare
Dal cuore all'anima alla ragione.
L'azzurro galoppo dei ricordi lontani
Traversa i lillà degli occhi.
E i cannoni dell'indolenza
I miei sogni sparano verso
i cieli.
Guillame Apollinaire
Mi lascerei trasportare
Dal mare
Al largo
Dove non si può
Più tornare
Per non parlare più
Di quel dolore
Con quell'odore
Malinconico
Che mi fà soffrire
Per non respirare più
Sensazioni amare
Non tornare.
M.F. (mia)
Sparire
Per non sfiorare più quei muri
Quei muri pieni di lacrime
Lacrime versate per me
Per me,che ero dentro te
Per me,bianco come la neve
Neve fredda nel tuo cuore
Per me,sta finendo velocemente
Vorrei ghiacciare di nuovo il tuo cuore
Ma non ho una seconda possibilità
Volare
Con ali di ghiaccio,da te
Ma il sole mi è nemico
Per me,un'altro inverno di solitudine
Io ,solo neve
Fra foglie secche,senza di te.
M.F. (mia)
carmine65
22-01-2004, 11:17
Ciao ragazzi, rieccomi:
Questo mondo non è conclusione...
Questo mondo non è conclusione.
C'è un seguito al di là -
invisibile, come la musica -
ma forte, come il suono -
accenna, e quindi sfugge -
filosofia lo ignora -
è l'intuizione
che deve alfine penetrar l'enigma -
Risolverlo confonde i più sapienti -
a conquistarlo, gli uomini han patito
secoli di disprezzo
e mostrato la croce -
La fede oscilla - ride, si rafforza -
se qualcuno l'osserva, si fa rossa -
s'appiglia a un ramoscello d'evidenza
e la via chiede ad una banderuola -
Grande affanno dal pulpito -
un solenne rullare d'alleluia -
Non possono narcotici blandire
il dente che l'anima rode -
Emily Dickinson
Ciao Aristotele, ciao Hikari
ciao a tutti. :)
hikari84
23-01-2004, 20:46
Ma ciao carmine :)
Chi si rivede? :vicini:
Grazie per aver tirato un po' su il thread, adesso posto anch'io qualcosina...
Pensando, intrecciando ombre nella solitudine profonda.
Persino tu sei lontana, oh, più lontana di tutti.
Pensando, liberando uccelli, dileguando immagini,
sotterrando lampade.
Campanili di nebbie, così distante, lassù in alto!
Soffocando lamenti, macinando oscure speranze,
silenzioso mugnaio,
la notte cade bocconi ai tuoi piedi, lontano dalla città.
La tua presenza mi è estranea, curiosa come quella di un oggetto.
Penso, cammino a lungo, la mia vita prima di te.
La mia vita prima di tutti, la mia ruvida vita.
Il grido di fronte al mare, tra le pietre,
che corre libero, folle, nel vapore del mare.
La furia triste, il grido, la solitudine del mare.
Straripante, violento, teso verso il cielo.
Tu, donna, che cos'eri lì, quale piega, quale stecca
di quell'immenso ventaglio? Eri lontana come ora.
Incendio nel bosco! Arde in croci azzurrine.
Arde, arde, infiamma, sfavilla in alberi di luce.
Crolla, crepita. Incendio. Incendio.
E la mia anima balla ferita da trucioli infuocati.
Chi chiama? Quale silenzio popolato di echi?
Ora della nostalgia, ora della gioia, ora della solitudine,
ora mia tra tutte!
Conchiglia in cui il vento passa cantando.
Tanta passione di pianto avvinghiata al mio corpo.
Sussulto di tutte le radici,
assalto di tutte le onde!
Girava, allegra, triste, interminabile, la mia anima.
Pensando, sotterrando lampade nella solitudine profonda.
Chi sei tu, chi sei?
Pablo Neruda
aristotele
23-01-2004, 20:52
ONDEGGIA, OCEANO
Ondeggia, Oceano nella tua cupa
e azzurra immensità
A migliaia le navi ti percorrono invano;
L'uomo traccia sulla terra i confini,
apportatori di sventure,
Ma il suo potere ha termine sulle coste,
Sulla distesa marina
I naufragi sono tutti opera tua,
è l'uomo da te vinto,
Simile ad una goccia di pioggia,
S'inabissa con un gorgoglio lamentoso,
Senza tomba, senza bara,
senza rintocco funebre, ignoto.
Sui tuoi lidi sorsero imperi,
contesi da tutti a te solo indifferenti
Che cosa resta di Assiria, Grecia, Roma, Cartagine?
Bagnavi le loro terre quando erano libere e potenti.
Poi vennero parecchi tiranni stranieri,
La loro rovina ridusse i regni in deserti;
Non così avvenne, per te, immortale e
mutevole solo nel gioco selvaggio delle onde;
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.
Come ti ha visto l'alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora.
Lord Byron
Ciao Carmine, ciao Hikari, come va??
Questo è il mio contributo quotidiano.
hikari84
23-01-2004, 21:03
Ciao Aristotele... :vicini:
Complimenti per la poesia che hai postato, la conoscevo, e mi colpisce come il primo giorno che l'ho letta...
carmine65
23-01-2004, 22:42
Originariamente inviato da hikari84
Ma ciao carmine :)
Chi si rivede? :vicini:
Ma ciao Hikari, come va? stai bene?
:vicini:
ciaooooo
hikari84
24-01-2004, 17:22
Originariamente inviato da carmine65
Ma ciao Hikari, come va? stai bene?
:vicini:
ciaooooo
Mai stata meglio... :)
Spero che duri per il resto della serata...
Da oggi sono in vacanza (più che meritata, ho lavorato come una schiava in questi mesi :huh: ) e ho intenzione di dedicarmi un po' a me stessa...
-Crissina-
24-01-2004, 17:53
CANZONE D'AUTUNNO
I singhiozzi lunghi
dei violini
dell'autunno
feroiscono il mio cuore
d'un languore
monotono.
Tutto soffocante
e smorto, quando
suona l'ora,
io mi ricordo dei vecchi giorni
e piango;
e me ne vo
al tristo vento
che mi porta,
di qua, di là,
simile a la
foglia morta.
Paul Verlaine
-Crissina-
24-01-2004, 18:03
CHIARO DI LUNA
L'anima vostra è un paesaggio eletto
che maschere e bergamasche incantano,
suonando il liuto, e danzando, e quasi
tristi sotto i travestimenti fantastici.
Pur cantando in minore
l'amore vittorioso e la vita opportuna,
han l'aria di non credere alla propria felicità
e la loro canzone si mescola al chiaro di luna:
al calmo chiaro di luna triste e bello
che fa sognar tra gli alberi gli uccelli
e singhiozzare d'estasi gli zampilli d'acqua,
grandi zampilli svelti in mezzo ai marmi.
Paul Verlaine
-Crissina-
24-01-2004, 18:11
IL FAUNO
Un vecchio fauno di terracotta
ride al centro degli spiazzi erbosi,
presagendo senza dubbio un domani
funesto a questi istanti sereni
che m'han condotto e t'han condotta
- malinconici pellegrini -
fino a quest'ora, la cui fuga
volteggia al suono dei tamburini.
Paul Verlaine
-Crissina-
24-01-2004, 18:20
IN SORDINA
Calmi nella penombra
che fan le alte fronde,
saturiamo il nostro amore
di questo silenzio profondo.
Fondiamo le nostre anime, i nostri cuori
e i nostri sensi estatici,
tra i vaghi languori
dei pini e degli arbatri.
Socchiudi gli occhi,
incrocia le braccia sul seno
e dal cuore sopito
allontana per sempre ogni disegno.
Lasciamoci persuadere
al soffio dondolante e dolce
che viene ad increspare ai tuoi piedi
le onde d'erbetta rossa.
E quando solenne la sera
dalle querce nere cadrà,
voce della nostra disperazione,
l'usignolo canterà.
Paul Verlaine
aristotele
24-01-2004, 19:50
dare il benvenuto ad una nuova "adepta" del purtroppo esiguo "circolo" di poesia del forum, Crissina, nonchè ringraziare Free Star per i complimenti al thread, invitando entrambi a continuare a postare.
BENVENUTA
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Certo sei stanca
come potrò lavarti i piedi
non ho acqua di rose né catino d'argento.
Certo avrai sete
non ho una bevanda fresca da offrirti.
Certo avrai fame
e io non posso apparecchiare
una tavola con lino candido.
La mia stanza è povera e prigioniera
come il nostro paese.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Hai posato il piede nella mia cella
e il cemento è divenuto prato.
Hai riso
e rose hanno fiorito le sbarre.
Hai pianto
e perle son rotolate sulle mie palme.
Ricca come il mio cuore
cara come la libertà
è adesso questa prigione.
Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Nazim Hikmet
Consentitemi inoltre di esprimere il mio disappunto: ben 1200 visite ed appena 140 thread ad opera dei soliti noti.
E' un peccato.
-Crissina-
24-01-2004, 21:23
Grazie per il benvenuto...e, giusto per rimanere in tema, questa non poteva mancare:
1942
Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.
Nazim Hikmet
hikari84
25-01-2004, 14:28
Io non sono come quella Musa
ispirata alla poesia da bellezze artefatte,
che usa come ornamento il cielo stesso
ed ogni beltà compara al suo splendore,
raggruppando in solenni paragoni
sole, luna, terra e del mar le ricche gemme,
i primi fiori dell'Aprile e quanto di prezioso
racchiude il firmamento in questa immensa volta.
Onesto in amore, permettete ch'io scriva il vero
e poi credetemi, il mio amore è bello quanto
il figlio di ogni madre, anche se non brilla
come quei lumi d'oro fissi nel firmamento:
lasciate esagerare chi ama frasi di grande effetto;
io non vanterò chi non intendo vendere.
William Shakespeare
hikari84
26-01-2004, 14:42
Furtiva mano di un fantasma occulto
fra le pieghe del buio e del torpore
mi scuote, e io mi sveglio, ma nel cuore
notturno non trovo gesto o volto.
Un antico terrore, che insepolto
porto nel petto, come da un trono
scende sopra di me senza perdono,
mi fa suo servo senza cenno o insulto.
E sento la mia vita di repente
legata con un filo di Incosciente
a ignota mano diretta nell’ignoto.
Sento che niente sono, se non l’ombra
Di un volto imperscrutabile nell’ombra:
e per assenza esisto, come il vuoto.
Fernando Pessoa
aristotele
26-01-2004, 20:08
CHE FAREI SENZA QUESTO MONDO
Che farei senza questo mondo senza faccia né domande
dove essere non dura che un attimo dove ogni istante
si versa nel vuoto nell'oblio di essere stato
senza quest'onda dove alla fine
corpo e ombra sprofondano insieme
che farei senza questo silenzio abisso dei bisbigli
ansimante furioso verso il soccorso verso l'amore
senza questo cielo che si innalza
sulla polvere delle sue zavorre
che farei farei come ieri come oggi
guardando dal mio oblò se non sono solo
a errare e girare lontano da ogni vita
in uno spazio burattino
senza voce tra le voci
rinchiuse con me.
Samuel Beckett
hikari84
26-01-2004, 22:21
Notte dolorosa (Myricae)
Si muove il cielo, tacito e lontano:
la terra dorme, e non la vuol destare;
dormono l'acque, i monti, le brughiere.
Ma no, ché sente sospirare il mare,
gemere sente le capanne nere:
v'è dentro un bimbo che non può dormire:
piange; e le stelle passano pian piano.
Giovanni Pascoli
carmine65
27-01-2004, 11:25
Soltanto nella perdita...
Soltanto nella perdita
capiamo l'importanza di chi stava
poco prima tra noi -
un sole estinto
ci è caro al suo svanire
assai più di prima
quand'era a noi presente
l'oro del suo splendore -
Emily Dickinson
ciaooooo :)
hikari84
27-01-2004, 11:37
:(
carmine65
27-01-2004, 11:41
Originariamente inviato da hikari84
:(
Ciao Hikarina... :vicini:
hai ragione... è triste ma... anche questa è poesia...
ci ricorda il valore delle persone...
ciao.
io vado per poesie corte, concise, brevi e dirette:
Scarpe da lavoro
ed io dentro
a luci spente
Charles Bukowski
M'illumino
d'immenso
Giuseppe Ungaretti (Peppiniello per gli amici)
la mia preferita:
Strinsi le mani nelle tasche
afferrai il vuoto ed andai avanti
sempre lui, charles bukowski
una haiku che non guasta mai:
Dolce e oleosa
Alla luna frizzanti
Baci di fate
(mia!!! non avete specificato che le poesie dovevano essere necessariamente di autori conosciuti...)tiè
aristotele
27-01-2004, 13:17
Distesi sulla sabbia
Distesi sulla sabbia, l’occhio al giallo
E al grave mare, beffiamo chi deride
Chi segue i rossi fiumi, scava
Alcove di parole da un’ombra di cicala,
Ché in questa tomba gialla di rena e di mare
Un appello al colore fischia nel vento
Allegro e grave come la tomba e il mare
Che dormono ai due lati.
I silenzi lunari, la marea silenziosa
Che lambisce i canali stagnanti, l’arida padrona
Della marea increspata fra deserto e burrasca
Dovrebbero curarci dai malanni dell’acqua
Con una calma d’un unico colore.
La musica del cielo sopra la rena
Risuona in ogni granello che s’affretta
A coprire i castelli e i monti dorati
Della grave, allegra, terra in riva al mare.
Fasciati da un nastro sovrano, sdraiati,
Guardando il giallo, facciamo voti che il vento
Spazzi gli strati della spiaggia e affoghi
La roccia rossa; ma i voti sono sterili, né noi
Possiamo opporci alla venuta della roccia,
E dunque giaci guardando il giallo, o sangue
Del mio cuore, finché la stagione dorata
Non vada in pezzi come un cuore e un colle.
Dylan Thomas
hikari84
29-01-2004, 22:01
O stolto, che cerchi di portare
te stesso sulle tue spalle!
Mendicante, che vieni a mendicare
alla porta della tua casa!
Deponi ogni fardello in queste mani
che tutto sanno sopportare,
non voltarti mai indietro a guardare
il passato, con rimpianto.
Il desiderio subito spegne
la fiamma d'ogni lampada che sfiora.
E' empio - non prendere doni
dalle sue mani impure.
Accetta soltanto
quello ch'è offerto dall'amore.
Rabindranath Tagore
BELLISSIMO 3D FACCIAMO UN SONDAGGIO SULLE POESIE + APPREZZATE?
io, senza troppa originalità, vi posto questa. è famosissima ed è una delle mie preferite (spero ke non sia già stata postata perkè la ricerca è fuori uso)
Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremula foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggiera.
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
Che pace, la sera!
Si devono aprire le stelle
nel cielo si tenero e vivo.
Là presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera.
E', quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube nel giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera. Che voli di rondini intorno!
che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena.
La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Né io... e che voli, che gridi
mia limpida sera!
Don... Don... E mi dicono, Dormi!
mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.
Ovviamente era 'La mia sera' del Pascoli
dalla stessa raccolta è molto bella anche l'uccellino del freddo
ooops ne avevo postata una già presente. rimedio subito...
I LIMONI
Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall' azzurro:
piú chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell' aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest' odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed é l' odore dei limoni.
Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s' abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l' anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una veritá
Lo sguardo fruga d' intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno piú languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinitá
Ma l' illusione manca e ci riporta il tempo
nelle cittá rumorose dove l' azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s' affolta
il tedio dell' inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l' anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d' oro della solaritá.
EUGENIO MONTALE
Stupenda soprattutto la prima strofa sia per il significato ke per la musicalità
aristotele
30-01-2004, 00:16
riscoperto questa perla!!
NON CERCARE MAI
Non cercare mai di dire il tuo amore,
Amore che non può essere mai detto;
Il gentile soffio si muove
In silenzio, invisibile.
Dissi il mio amore, già dissi il mio amore,
Il cuore le apersi;
Tremando, gelando, in orrenda tema,
Ah! Lei, lei se ne andò.
Appena mi lasciò,
Un viandante passò,
In silenzio, invisibile:
Gli bastò un sospiro, la prese.
hikari84
30-01-2004, 19:59
Mi permetto di postare questa...
Noi due nel mondo e nell'anima
E io dovrei comprendere
se tu da un po' non mi vuoi
non avrei mai capito te
ma da capire cosa c'è.
Dovrei tornare a casa e poi
se il fiato ce la fa
parlarti del mio mondo
fuori dei miei pensieri
poi scoprire che vuoi dormire
che non mi senti più.
E io dovrei ma spiegami
contro di me che cos' hai
come se io non fossi io
mi dici che te ne vai.
Son quello che respira piano
per non svegliare te
che nel silenzio
fu felice di aspettare
che il tuo gioco diventasse amore
che una donna diventassi tu.
Noi due nel mondo e nell'anima
la verità siamo noi
basta cosi e guardami
chi sono io tu lo sai.
Noi due nel mondo e nell'anima
e io dovrei comprendere
la verità siamo noi...
Noi due nel mondo e nell'anima
e io dovrei comprendere
la verità siamo noi...
Noi due nel mondo e nell'anima
la verità siamo noi...
Pooh
carmine65
30-01-2004, 21:27
Vennero a mezzogiorno due farfalle...
Vennero a mezzogiorno due farfalle
a fare un valzer sulla fattoria -
poi balzarono dritte contro il cielo
sostando sopra un raggio -
e svanirono insieme
sopra un mare splendente
sebbene in nessun porto il loro arrivo
fosse stato annunciato -
Se nell'etereo mare abbian parlato
ad un lontano uccello, o siano state
incontrate da navi, da mercanti,
non so - non me giunse mai notizia -
Emily Dickinson
ciao Hikari :vicini:
ciaooooo
Genjo Sanzo
30-01-2004, 23:51
Originariamente inviato da aristotele
che spedisco volentieri a chi ne farà richiesta.
Panza_Alcoolika@hotmail.com
Le sarò infinitamente grato ;)
davidirro
31-01-2004, 02:42
di Raul Montanari
Adesso che non ci sei più
è tutto così bello, così chiaro, sai, pulito,
non so se mi capisci
in casa le pareti
mi sembrano persino più dritte,
ho smesso di fumare,
mi sono messo a dieta, non ti credere,
faccio la bella vita
ma senza esagerare,
il cielo stellato sopra di me
la legge morale dentro di me,
vado all'ipermercato ogni tre giorni,
ascolto Ligeti e Stockhausen
ho buttato via le tue cassette
quella merda britpop, come si chiama,
vedo anche donne... scusa, non ne parlo,
ma più che altro
gli amici di una volta
quelli che ti stavano antipatici,
ho ricominciato a leggere,
la tv potrei anche venderla,
la vuoi? Te la regalo
così ti puoi guardare
tutte le tue cazzate,
io la sera leggo
non ti dico cosa, non li conosci, tanto,
la camera da letto è tutta linda,
non c'è più roba in giro, tutto a posto,
fra un mese cambio macchina,
sono anche diventato consigliere
nell'assemblea condominiale,
mi prendo l'autoradio coi cd
visto che tu non sarai lì ad incasinarmeli,
faccio la raccolta dei rifiuti
differenziata, non quel puttanaio
che facevi tu, con le bottiglie
in mezzo alle banane tutte marce,
con le bollette sono puntuale,
ogni tanto penso pure a Dio,
e voto, elezioni, referendum,
non ne perdo una,
i week-end li tengo liberi,
ragazze ne ho parecchie
te l'ho già detto? Non quelle di prima,
facce nuove. Facce... insomma...
Sono diventato più romantico,
mi posso anche permettere
un po' di nostalgia,
sto così bene adesso che non ho paura
di ripensare a quando stavi qui,
a ottobre farà un anno
da quando sei andata...
abbiamo fatto bene...
così non si poteva continuare,
ah, vado pure a giocare a calcetto
con quel mio amico del "Corriere",
sai cosa mi sembra?
se devo proprio dirlo
da quanto tu non sei più qui
mi pare che ho più tempo libero, capisci,
telefono a mia madre ogni mattina
fra le otto e le otto e mezza
- a te dava fastidio,
si, mi prendevi in giro -
dovevo sempre dimostrare non so cosa,
ora respiro, aria!, aria!
comunque non ce l'ho con te, tesoro,
eh, mi viene ancora da dirti così,
abbiamo fatto bene a darci un taglio
sei stata fortunata pure in questo,
trovare l'uomo giusto subito, ma subito!,
praticamente il giorno dopo, pressappoco,
o forse il giorno prima, chi lo sa?
E i viaggi in rete che mi faccio, le chat line,
tu non hai idea della gente che si trova,
c'è una che mi piace, è così dolce
e spiritosa poi, anche un po' troia,
peccato che abbia già due o tre bambini
ma non importa, magari prima o poi...
Mi sembra di rivivere, te lo dico col cuore,
tu non offenderti, ma va meglio così,
gioco a scacchi col computer,
l'altra sera ho pareggiato
però al livello I, bah, c'è tempo
per questo, per tutto,
un mare di tempo a stare soli,
adesso vado in centro a fare un giro,
a volte passo per le vie che sai
dove venivo a prenderti in ufficio
ma non mi fermo, non ti credere, non voglio
metterti in imbarazzo, che magari
viene quell'altro ad aspettarti, e insomma
sto organizzando per andare in Francia
con i miei amici, andiamo per musei,
però... se capita...
ah, e poi il mese prossimo...
Non so, non mi ricordo più che cosa
volevo dirti.
aristotele
31-01-2004, 08:20
Originariamente inviato da Genjo Sanzo
Panza_Alcoolika@hotmail.com
Le sarò infinitamente grato ;)
Inviato!!!
E comunque ai filosofi si dà del voi!!:D :D
aristotele
31-01-2004, 08:23
CHE MI AMI TU LO DICI, MA CON UNA VOCE
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce
Più casta di quella d'una suora
Che per sé sola i dolci vespri canta,
Quando la campana risuona -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma con un sorriso
Freddo come un'alba di penitenza,
Suora crudele di San Cupido
Devota ai giorni d'astinenza -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma le tue labbra
Tinte di corallo insegnano meno gioia
Dei coralli del mare -
Mai che s'imbroncino di baci -
Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma la tua mano
Non stringe chi teneramente la stringe;
È morta come quella d'una statua
Mentre la mia brucia di passione -
Su, amami davvero!
Su, incendiamoci di parole
E bruciandomi sorridimi - stringimi
Come devono gli amanti - su, baciami,
E l'urna, poi, delle mie ceneri seppelliscila nel tuo cuore -
Su, amami davvero!
John Keats
E come in tv vorrei "fare un saluto speciale ad" Hikari e Carmine!!!
carmine65
31-01-2004, 08:57
E come in tv vorrei "fare un saluto speciale ad" Hikari e Carmine!!!
Buongiorno Ari... e saluti distintissimi anche a te...
bella la poesia di Keats...
dai che se saliamo un pò di numero... possiamo fare anche un "raduno"... :)
ciaooooooo
aristotele
31-01-2004, 09:10
Illustrissimo Carmine, invece di sdilinquirvi in saluti, perchè non postate un componimento??
carmine65
31-01-2004, 13:09
Originariamente inviato da aristotele
Illustrissimo Carmine, invece di sdilinquirvi in saluti, perchè non postate un componimento??
subito... sig. Aristotele... :D
eccolo:
Amore a prima vista
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
in qualche porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando una risata
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volò via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
- Wislawa Szymborska -
ciaooooo
hikari84
31-01-2004, 16:51
Originariamente inviato da aristotele
E come in tv vorrei "fare un saluto speciale ad" Hikari e Carmine!!!
Ma ciao :vicini: :vicini: :vicini:
(Complimenti per la poesia...)
hikari84
31-01-2004, 16:56
Originariamente inviato da carmine65
Amore a prima vista
Bella... http://www.planetsmilies.com/smilies/sad/1/sad06.gif
hikari84
31-01-2004, 21:26
Anniversario
Non chiamarmi, non dirmi nulla
Non tentare di farmi sorridere.
Oggi io sono come la belva
che si rintana per morire.
Abbassa la lampada, copri il fuoco,
che la stanza sia come una tomba.
Lascia ch’io mi rannicchi nell’angolo
con la testa sulle ginocchia.
L’ore si spengano nel silenzio.
Salga in torbide onde l’angoscia
e m’affoghi: altro non chiedo
che di perdere la conoscenza.
Ma non è dato. Quel volto,
quel riso l’ho sempre davanti.
Giorno e notte il ricordo m’è uncino
confitto nella carne viva.
Forse morire io non potrò
mai: condannata in eterno
a vegliare il mio strazio in me,
piangendo con occhi senza palpebre.
Ada Negri
pesciolinaa
31-01-2004, 22:14
TANGO PERPENDICULAR
E’ nel pavimento lavato dove brillano
i pesci d’oro delle scarpe nuove
E’ nel sudore sulla fronte del violinista
E’ nel Cupido dal dente cariato
che fa sedere le coppie, aspettando la mancia
E’ nel bicchiere di Tempranillo
dove lui desidera lei, attraverso un rosso inferno
E’ nella segatura ben sparsa,
perché nessuna lacrima vada persa
E’ nel primo sopraggiungere del tango
E’ nella notte curiosa dietro la porta chiusa
Ma se non ti tengo tra le braccia
tutto questo è una cartolina odorosa
per un barbiere che dorme
per un barbiere che sogna
E’ nella dama piccola che si appoggia
al cavaliere come a un parapetto di balcone
e guarda ombre di passi passare
in un fiume di neon e di fumo
nel suo grande music-hall personale
E’ nel sorriso dello scemo che non può ballare
ma dentro di sé conquista e seduce
la bionda triste, con l’uomo al fianco
che parla di sacchi di caffè, e non ama il tango
E’ nel gesto di Carlos che spalanca
il bandoneon, come Mosè che apre il mare
E’ nel frusciare di una gonna, in un attimo di silenzio
E’ nell’odore di rosa, calzini ed assenzio
Ma se non ti bacio come si baciano i ragazzi
tutto questo è nostalgia, per un mare dipinto
per un marinaio senza più nave
per un marinaio senza più vento
E’ nella tosse roca del ballerino migliore
che indossa la morte, come un abito ben fatto
e nella vecchia coppia che danza
“Enganadora” per la millesima volta
E’ nella vecchia ferita da coltello
il giorno che qualcuno difese qualcuna
Nelle risate troppo forti e smargiasse
Nelle farfalle che si uccidono sulle lampade rosse
E’ nella grazia e nell’arroganza
di questo contrappunto, che ci trascina
nei campi di luna, oltre la porta
Ma se non mi sei vicina, amore
tutto questo è uno spartito vecchio
dentro una vecchia valigia di carta
dentro una vecchia valigia sporca
STEFANO BENNI
questa in realtà è una canzone ma non credo che sia fuori luogo
Per amarti senza amare prima me
vorrei essere tua madre...
Per vedere anche quello che non c'è
con la forza di una fede
per entrare insieme
nel poema del silenzio
dove tu sei tutto quello che sento.
Per amarti senza avere una ragione,
tranne quella che sei viva,
e seguire il fiume della tua emozione
stando anche sulla riva;
leggerei il dolore
da ogni segno del tuo viso
anche nell'inganno di un sorriso.
Vorrei essere tua madre
per guardarti senza voglia,
per amarti d'altro amore
e abitare la tua stanza
senza mai spostare niente,
senza mai fare rumore:
prepararti il pranzo
quando torni e non mi guardi,
ma riempire tutti i tuoi ricordi.
Ma il problema vero è se ci tieni tu
ad avermi come madre,
fatalmente non dovrei spiegarti più
ogni gesto, ogni mia frase,
mi dovresti prendere
per quello che io sono,
non dovrei più chiederti perdono.
Vorrei essere tua madre
anche per questo,
e mille e mille altre ragioni:
ti avrei vista molto prima,
molto presto,
e avrei scritto più canzoni.
Forse ti avrei messo in testa
qualche dubbio in più,
cosa che non hai mai fatto tu...
Forse ti avrei fatto
pure piangere di più,
ma non hai scherzato neanche tu...
Roberto Vecchioni
Viviamo, Lesbia mia, e amiamo
e non badiamo alle chiacchiere dei soliti vecchi troppo severi.
Il sole tramonta e poi risorge,
ma noi, una volta che il nostro breve giorno si è spento,
dobbiamo dormire una lunga notte senza fine.
Dammi mille baci, poi cento
poi altri mille, poi cento ancora.
Quindi, quando saremo stanchi di contarli,
continueremo a baciarci senza pensarci,
per non spaventarci e perché nessuno,
nessuno dei tanti che ci invidiano,
possa farci del male sapendo che si può,
coi baci, essere tanto felici.
catullo
aristotele
03-02-2004, 19:43
UN MONDO D'AMORE
Ho sognato un mondo d'amore:
verdi prati e fiori colorati,
farfalle libere che giocano col vento,
le onde del mare che limpido s'infrange
sulle dorate spiagge
e sui massi di granito e di cemento.
Senza più i ricordi della rabbia e del rancore,
senza i pregiudizi del colore,
né il gioco crudele del potere,
né il perpetuo rincorrere del valore:
non più oro, non più città oscure
di nubi tossiche e di catrame nero,
ma un mondo nuovo, una nuova progenie,
dove speranza è viva e acceso è l'amore,
e la vita scorre come il fiume al sole.
JAYAN WALTER
hikari84
03-02-2004, 21:01
Posso postare qualcosina di Goldoni?
Quando noi ci lasciammo
di George Byron
Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
Spezzato a mezzo il cuore
Nel doverci dividere per anni,
La tua guancia divenne fredda e pallida
E più freddo il tuo bacio;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.
La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
Son spezzati i tuoi voti,
Hai fama di volubile:
Sento dire il tuo nome
E ne divido l'onta.
Chi innanzi a me ti nomina
Suona a morto al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché eri tanto cara?
Essi non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo avrò di te un rimpianto
Troppo profondo a dirsi.
C'incontrammo in segreto: in silenzio
Mi dolgo che il tuo cuore
Possa avermi scordato,
Tradito la tua anima.
Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come salutarti?
Con silenzio e con lacrime.
carmine65
03-02-2004, 21:11
e riprendiamo... :)
Nulla è in regalo
Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo,
sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.
E' così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.
E' troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
Mi sarà tolto con la pelle.
Me ne vado per il mondo
Tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l'obbligo
di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.
Nella colonna Dare
Ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.
L'inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.
Non riesco a ricordare
Dove, quando e perché Ho permesso che aprissero
Questo conto a mio nome.
La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l'unica voce
Che manchi nell'inventario.
- Wislawa Szymborska -
ciaooooo
aristotele
03-02-2004, 21:23
Originariamente inviato da hikari84
Posso postare qualcosina di Goldoni?
Perchè non dovresti??
aristotele
03-02-2004, 21:24
Originariamente inviato da Nicky
Quando noi ci lasciammo
di George Byron
Quando noi ci lasciammo
In silenzio e in lacrime,
Spezzato a mezzo il cuore
Nel doverci dividere per anni,
La tua guancia divenne fredda e pallida
E più freddo il tuo bacio;
Quell'ora veramente fu presagio
Del dolore di questa.
La rugiada dell'alba
Scese gelida sopra la mia fronte:
Io sentii come il monito
Di ciò che sento ora.
Son spezzati i tuoi voti,
Hai fama di volubile:
Sento dire il tuo nome
E ne divido l'onta.
Chi innanzi a me ti nomina
Suona a morto al mio orecchio;
Un brivido mi scuote:
Perché eri tanto cara?
Essi non sanno che ti ho conosciuta,
Che ti ho conosciuta troppo bene:
A lungo a lungo avrò di te un rimpianto
Troppo profondo a dirsi.
C'incontrammo in segreto: in silenzio
Mi dolgo che il tuo cuore
Possa avermi scordato,
Tradito la tua anima.
Se dovessi incontrarti
Dopo lunghi anni,
Come salutarti?
Con silenzio e con lacrime.
hikari84
03-02-2004, 21:32
Originariamente inviato da aristotele
Perchè non dovresti??
:)
Avevo intenzione di postare due scene de "La Locandiera", una dell'Atto primo, la seconda dell'Atto terzo, le mie preferite.
A voi la Scena Quarta, per prima.
SCENA QUARTA
II Cavaliere di Ripafratta dalla sua camera, e detti.
CAVALIERE: Amici, che cos'è questo romore? Vi è qualche dissensione fra di voi altri?
CONTE: Si disputava sopra un bellissimo punto.
MARCHESE: II Conte disputa meco sul merito della nobiltà. (Ironico.)
CONTE: Io non levo il merito alla nobiltà: ma sostengo, che per cavarsi dei capricci, vogliono esser denari.
CAVALIERE: Veramente, Marchese mio...
MARCHESE: Orsù, parliamo d'altro.
CAVALIERE: Perché siete venuti a simil contesa?
CONTE: Per un motivo il più ridicolo della terra.
MARCHESE: Sì, bravo! il Conte mette tutto in ridicolo.
CONTE: Il signor Marchese ama la nostra locandiera. Io l'amo ancor più di lui. Egli pretende corrispondenza, come un tributo alla sua nobiltà. Io la spero, come una ricompensa alle mie attenzioni. Pare a voi che la questione non sia ridicola?
MARCHESE: Bisogna sapere con quanto impegno io la proteggo.
CONTE: Egli la protegge, ed io spendo. (Al Cavaliere.)
CAVALIERE: In verità non si può contendere per ragione alcuna che io meriti meno. Una donna vi altera? vi scompone? Una donna? che cosa mai mi convien sentire? Una donna? Io certamente non vi è pericolo che per le donne abbia che dir con nessuno. Non le ho mai amate, non le ho mai stimate, e ho sempre creduto che sia la donna per l'uomo una infermità insopportabile.
MARCHESE: In quanto a questo poi, Mirandolina ha un merito estraordinario.
CONTE: Sin qua il signor Marchese ha ragione. La nostra padroncina della locanda è veramente amabile.
MARCHESE: Quando l'amo io, potete credere che in lei vi sia qualche cosa di grande.
CAVALIERE: In verità mi fate ridere. Che mai può avere di stravagante costei, che non sia comune all'altre donne?
MARCHESE: Ha un tratto nobile, che incatena.
CONTE: È bella, parla bene, veste con pulizia, è di un ottimo gusto.
CAVALIERE: Tutte cose che non vagliono un fico. Sono tre giorni ch'io sono in questa locanda, e non mi ha fatto specie veruna.
CONTE: Guardatela, e forse ci troverete del buono.
CAVALIERE: Eh, pazzia! L'ho veduta benissimo. È una donna come l'altre.
MARCHESE: Non è come l'altre, ha qualche cosa di più. Io che ho praticate le prime dame, non ho trovato una donna che sappia unire, come questa, la gentilezza e il decoro.
CONTE: Cospetto di bacco! Io son sempre stato solito trattar donne: ne conosco li difetti ed il loro debole. Pure con costei, non ostante il mio lungo corteggio e le tante spese per essa fatte, non ho potuto toccarle un dito.
CAVALIERE: Arte, arte sopraffina. Poveri gonzi! Le credete, eh? A me non la farebbe. Donne? Alla larga tutte quante elle sono.
CONTE: Non siete mai stato innamorato?
CAVALIERE: Mai, né mai lo sarò. Hanno fatto il diavolo per darmi moglie, né mai l'ho voluta.
MARCHESE: Ma siete unico della vostra casa: non volete pensare alla successione?
CAVALIERE: Ci ho pensato più volte ma quando considero che per aver figliuoli mi converrebbe soffrire una donna, mi passa subito la volontà.
CONTE: Che volete voi fare delle vostre ricchezze?
CAVALIERE: Godermi quel poco che ho con i miei amici.
MARCHESE: Bravo, Cavaliere, bravo; ci goderemo.
CONTE: E alle donne non volete dar nulla?
CAVALIERE: Niente affatto. A me non ne mangiano sicuramente.
CONTE: Ecco la nostra padrona. Guardatela, se non è adorabile.
CAVALIERE: Oh la bella cosa! Per me stimo più di lei quattro volte un bravo cane da caccia.
MARCHESE: Se non la stimate voi, la stimo io.
CAVALIERE: Ve la lascio, se fosse più bella di Venere
hikari84
03-02-2004, 22:26
Ed infine la Scena Diciottesima...
SCENA DICIOTTESIMA
Mirandolina, Fabrizio e detti.
FABRIZIO: Alto, alto, padroni.
MIRANDOLINA: Alto, signori miei, alto.
CAVALIERE: (Ah maledetta!). (Vedendo Mirandolina.)
MIRANDOLINA: Povera me! Colle spade?
MARCHESE: Vedete? Per causa vostra.
MIRANDOLINA: Come per causa mia?
CONTE: Eccolo lì il signor Cavaliere. È innamorato di voi.
CAVALIERE: Io innamorato? Non è vero; mentite.
MIRANDOLINA: Il signor Cavaliere innamorato di me? Oh no, signor Conte, ella s'inganna. Posso assicurarla, che certamente s'inganna.
CONTE: Eh, che siete voi pur d'accordo...
MIRANDOLINA: Si, si vede...
CAVALIERE: Che si sa? Che si vede? (Alterato, verso il Marchese.)
MARCHESE: Dico, che quando è, si sa... Quando non è, non si vede.
MIRANDOLINA: Il signor cavaliere innamorato di me? Egli lo nega, e negandolo in presenza mia, mi mortifica, mi avvilisce, e mi fa conoscere la sua costanza e la mia debolezza. Confesso il vero, che se riuscito mi fosse d'innamorarlo, avrei creduto di fare la maggior prodezza del mondo. Un uomo che non può vedere le donne, che le disprezza, che le ha in mal concetto, non si può sperare d'innamorarlo. Signori miei, io sono una donna schietta e sincera: quando devo dir, dico, e non posso celare la verità. Ho tentato d'innamorare il signor Cavaliere, ma non ho fatto niente. (Al Cavaliere.)
CAVALIERE: (Ah! Non posso parlare). (Da sé.)
CONTE: Lo vedete? Si confonde. (A Mirandolina.)
MARCHESE: Non ha coraggio di dir di no. (A Mirandolina.)
CAVALIERE: Voi non sapete quel che vi dite. (Al Marchese, irato.)
MARCHESE: E sempre l'avete con me. (Al Cavaliere, dolcemente.)
MIRANDOLINA: Oh, il signor Cavaliere non s'innamora. Conosce l'arte. Sa la furberia delle donne: alle parole non crede; delle lagrime non si fida. Degli svenimenti poi se ne ride.
CAVALIERE: Sono dunque finte le lagrime delle donne, sono mendaci gli svenimenti?
MIRANDOLINA: Come! Non lo sa, o finge di non saperlo?
CAVALIERE: Giuro al cielo! Una tal finzione meriterebbe uno stile nel cuore.
MIRANDOLINA: Signor Cavaliere, non si riscaldi, perché questi signori diranno ch'è innamorato davvero.
CONTE: Sì, lo è, non lo può nascondere.
MARCHESE: Si vede negli occhi.
CAVALIERE: No, non lo sono. (Irato al Marchese.)
MARCHESE: E sempre con me.
MIRANDOLINA: No signore, non è innamorato. Lo dico, lo sostengo, e son pronta a provarlo.
CAVALIERE: (Non posso più). (Da sé.) Conte, ad altro tempo mi troverete provveduto di spada. (Getta via la mezza spada del Marchese.)
MARCHESE: Ehi! la guardia costa denari. (La prende di terra.)
MIRANDOLINA: Si fermi, signor Cavaliere, qui ci va della sua riputazione. Questi signori credono ch'ella sia innamorato; bisogna disingannarli.
CAVALIERE: Non vi è questo bisogno.
MIRANDOLINA: Oh sì, signore. Si trattenga un momento.
CAVALIERE: (Che far intende costei?). (Da sé.)
MIRANDOLINA: Signori, il più certo segno d'amore è quello della gelosia, e chi non sente la gelosia, certamente non ama. Se il signor Cavaliere mi amasse, non potrebbe soffrire ch'io fossi d'un altro, ma egli lo soffrirà, e vedranno...
CAVALIERE: Di chi volete voi essere?
MIRANDOLINA: Di quello a cui mi ha destinato mio padre.
FABRIZIO: Parlate forse di me? (A Mirandolina.)
MIRANDOLINA: Sì, caro Fabrizio, a voi in presenza di questi cavalieri vo' dar la mano di sposa.
CAVALIERE: (Oimè! Con colui? non ho cuor di soffrirlo). (Da sé, smaniando.)
CONTE: (Se sposa Fabrizio, non ama il Cavaliere). (Da sé.) Sì, sposatevi, e vi prometto trecento scudi.
MARCHESE: Mirandolina, è meglio un uovo oggi, che una gallina domani. Sposatevi ora, e vi do subito dodici zecchini.
MIRANDOLINA: Grazie, signori, non ho bisogno di dote. Sono una povera donna senza grazia, senza brio, incapace d'innamorar persone di merito. Ma Fabrizio mi vuol bene, ed io in questo punto alla presenza loro lo sposo...
CAVALIERE: Sì, maledetta, sposati a chi tu vuoi. So che tu m'ingannasti, so che trionfi dentro di te medesima d'avermi avvilito, e vedo sin dove vuoi cimentare la mia tolleranza. Meriteresti che io pagassi gli inganni tuoi con un pugnale nel seno; meriteresti ch'io ti strappassi il cuore, e lo recassi in mostra alle femmine lusinghiere, alle femmine ingannatrici. Ma ciò sarebbe un doppiamente avvilirmi. Fuggo dagli occhi tuoi: maledico le tue lusinghe, le tue lagrime, le tue finzioni; tu mi hai fatto conoscere qual infausto potere abbia sopra di noi il tuo sesso, e mi hai fatto a costo mio imparare, che per vincerlo non basta, no, disprezzarlo, ma ci conviene fuggirlo. (Parte.)
carmine65
04-02-2004, 13:01
ciao a tutti.... eccoVi un'altra poesia di Emily...
Nella prosa mi chiudono...
Nella prosa mi chiudono
come quando, bambina,
mi chiudevano dentro lo stanzino,
perché volevano stessi "tranquilla".
Tranquilla! Avessero potuto sbirciare,
vedere la mia mente che frullava,
tanto sarebbe valso rinchiudere un uccello
per tradimento, dietro uno steccato.
Basta che quello voglia,
e, pronto come stella,
guarda dall'alto la sua prigionia
e ne ride. Lo stesso accade a me!
- Emily Dickinson -
ciaoooooo
carmine65
07-02-2004, 21:09
Poesia
Siamo arrivati al punto che siedo ai piedi di un albero
Sul corso del fiume
un mattino assolato.
E’ un evento futile
che non entrerà nella storia.
Non e’ una battaglia o un patto,
per cui le ragioni si esaminano,
ne’ un tirannicidio degno di memoria.
Eppure siedo al fiume, di fatto.
E se sto qui,
devo essere uscita da qualche parte
ancora prima
in molti altri posti devo essere stata,
proprio come i conquistatori di terre,
prima di salire a bordo.
L’attimo fugace persino ha un fervido passato:
il suo venerdi avanti il sabato,
il suo maggio prima di giugno.
Ha i suoi orizzonti altrettanto reali
del binocolo d’un capitano.
Quest’albero e’ un pioppo radicato da anni.
Il fiume e’ il Raba che scorre non certo da oggi.
Un sentiero non dell’altro ieri
battuto fra i cespugli.
Il vento, per spazzare via le nuvole,
qui deve avercele prima sospinte.
E malgrado d’intorno non accade niente di Grande
il mondo non e’ per questo piu povero di particolari
motivato peggio, meno preciso
di quando se ne impadronivano i popoli in migrazione.
Il silenzio non accompagna solo un segreto complotto
ne’ il corteo delle ragioni solo un’incoronazione,
sanno essere tondi non solo gli inaggirabili anniversari delle rivolte
ma pure gli aggirabili ciottoli tutt’intorno alla sponda.
Il ricamo delle circostanze e’ fitto e intricato.
Il punto a formica sull’erba.
L’ordito dell’onda, in cui s’infila uno stecco.
E’ andata cosi, che sto qui a guardare.
Davanti a me una bianca farfalla sbatte nell’aria
ali, che solo ad essa appartengono
E mi vola sulla mano un’ombra,
non un’altra, non chiunque, ma proprio la sua.
Ad una simile vista m’abbandona ogni volta la certezza
che quel che e’ importante
lo sia più di ciò che non lo e’ affatto.
Wislawa Szymborska
ciaooooo
carmine65
12-02-2004, 10:33
un'altra stupenda poesia di Emily... per voi...
Io vivo nella possibilità...
Io vivo nella possibilità,
una casa più bella della prosa,
di finestre più adorna,
e più superba nelle sue porte.
Ha stanze simili a cedri,
impenetrabili allo sguardo,
e per tetto la volta
perenne del cielo.
L'allietano visite dolcissime.
E la mia vita è questa:
allargare le mie piccole mani
per accogliervi il Paradiso.
Emily Dickinson
aristotele
12-02-2004, 19:08
FIESTA
E i bicchieri erano vuoti
e la bottiglia in pezzi
E il letto spalancato
e la porta sprangata
E tutte le stelle di vetro
della bellezza e della gioia
risplendevano nella polvere
della camera spazzata male
Ed io ubriaco morto
ero un fuoco di gioia
e tu ubriaca viva
nuda nelle mie braccia.
Jacques Prévert
hikari84
17-02-2004, 20:37
Solo ieri
Solo ieri c'era lei
nella vita mia
solo ieri c'era un sole che metteva allegria
e io mai
credevo proprio che mai
mai più andasse via...
Forse è stata tutta qui
la mia ingenuità
solo ieri quando era più leggera la mia età
ora so
si paga in pianto però
per crescere di più, ora lo so...
Parlerò al futuro perciò
guarderò più in là nel tempo
con la convinzione che ho
che da questo momento ne uscirò...
No
Non può finire qui
la vita inventerò
ancora per un po'...
No
Non può finir così
qualcuno troverò
e rinascerò...
Già da domani poi
pensando ad oggi dirò
è solo ieri ormai...
Prima cosa che farò via non butterò
tutto quello che di buono ho costruito fino a qui
e da qui
io ripartire vorrei
dai nuovi passi miei ricomincerò
Parlerò al futuro perciò
perché c'è compreso il mio
qualche idea in testa ce l'ho
ad arrendermi io non ci sto...
No
Non può finire qui
la vita inventerò
ancora per un po'...
No
che non può finir così
Non può finir perché
vedo che davanti a me un po' di luce c'è...
un'altra luce c'è per me...
e allora no
Non può finire qui
la vita inventerò
ancora per un po'...
No che non può
che non può finire così
qualcuno troverò
e rinascerò...
Già da domani poi
pensando ad oggi dirò
è solo ieri ormai...
Solo ieri c'era solo lei...
Eros Ramazzotti
aristotele
17-02-2004, 20:44
NOSTALGIA DEL PRESENTE
In quel preciso momento l'uomo si disse:
che cosa non darei per la gioia
di stare al tuo fianco in Islanda
sotto il gran giorno immobile
e condividerlo adesso
come si condivide la musica
o il sapore di un frutto.
In quel preciso momento
L'uomo le stava accanto in Islanda.
Borges.
hikari84
17-02-2004, 20:49
Buonasera... questa poesia arriva proprio al momento giusto... :(
aristotele
17-02-2004, 20:55
Originariamente inviato da hikari84
Buonasera... questa poesia arriva proprio al momento giusto... :(
Quale poesia, la mia??
Spero di non averti causato un dispiacere postandola.
hikari84
17-02-2004, 20:57
Originariamente inviato da aristotele
Quale poesia, la mia??
Spero di non averti causato un dispiacere postandola.
Non più di quanto sia già presente nel mio cuore.
aristotele
17-02-2004, 21:05
Mi spiace, non era mia intenzione.
Non è in mio potere fare qualcosa per lenire il tuo dolore, e altresì non ne avrei il diritto.
Però posso dedicarti una delle cose più belle che siano mai state scritte :
Sonetto 18
Ti comparerò dunque a giornata d'estate?
Tu sei ben più leggiadra e meglio temperata:
Ruvidi venti sferzano i soavi boccioli di maggio
E il termine d'estate troppo ha breve durata;
Troppo ardente talvolta splende l'occhio del cielo,
E sovente velato è il suo aureo sembiante,
E ogni bellezza alla fine decade dal suo stato,
Spoglia dal caso, o dal mutevole corso di natura:
Ma la tua eterna estate non potrà mai svanire
Né perdere il possesso delle tue bellezze,
Né la Morte vantarsi di averti nell'ombra sua,
Poiché tu crescerai nel tempo in versi eterni.
Sin che respireranno uomini, e occhi vedranno
Di altrettanto vivranno queste rime, se a te daranno vita.
carmine65
17-02-2004, 21:55
Non posso dimostrare...
Non posso dimostrare che gli anni abbiano piedi -
pure son certa ch'essi sono in corsa
da sintomi passati
da sequenze concluse -
Sempre nuovi i traguardi dei miei passi -
sorrido a quelle mete
che parevano ieri così ardite -
più vasti sono gli orizzonti d'oggi -
Non dubito che la persona che ero
mi bastasse - ma qualcosa
di non perfetto nella sua misura
dice che son cresciuta - ed è così -
Emily Dickinson
ciaooooo :)
Anima mia
di Nazim Hikmet
Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà
anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
abbandonati come nell’arco delle mie braccia
nel tuo sonno non dimenticarmi
chiudi gli occhi pian piano
i tuoi occhi marroni
dove brucia una fiamma verde
anima mia.
aristotele
17-02-2004, 21:59
Carmine.
Fai un salto anche qui:http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=624703&pagenumber=2
senza far caso alla mia querelle con un utente.
Per un tuo sospiro
di Rabindranath Tagore
Per un tuo sospiro
io do sfogo
a viventi note
di gioia
o di dolore.
Sono una sola cosa
col tuo canto,
che sia
mattutino
o notturno,
che entri
tra i raggi del sole
o tra le ombre
della sera..
Se dovessi
Perdermi nella fuga
di questa musica,
non ne patirei,
tanto
questa melodia
m'è cara
aristotele
17-02-2004, 22:13
VEDO I RAGAZZI DELL'ESTATE
Nella loro rovina vedo i ragazzi dell'estate
Desolare i campi d'oro,
Non dare importanza alla messe, raggelare il suolo;
Laggiù nel loro ardore che l'inverno inonda
Di gelidi amori, le loro ragazze essi prendono,
Nelle proprie maree le mele cariche annegano.
Questi ragazzi di luce nella follia coagulano,
E inacidiscono il miele bollente;
Negli alveari col dito le cotte di gelo essi toccano;
Laggiù nel sole con frigidi fili
Di dubbio e oscurità nutrono i loro nervi;
Nei loro vuoti è nulla il quadrante della luna.
Vedo i fanciulli dell'estate nelle loro madri
Fender le muscolose intemperie del grembo,
Notte e giorno dividere coi pollici fatati;
Laggiù nel fondo con ombre inquartate
Di sole e luna le genitrici dipingono
Come luce di sole dipinge il guscio delle loro teste.
Da questi ragazzi m'accorgo che uomini da nulla
Per movimenti esausti cresceranno,
O azzopperanno l'aria dai suoi calori balzando;
Laggiù nei loro cuori il palpito canicolare
D'amore e luce esplode nelle loro gole.
Oh, vedi il palpito, nel ghiaccio, dell'estate.
II
Ma le stagioni han da esser vendicate altrimenti vacillano
In un quartiere di suoni
Dove, come la morte puntuali, faremo squillare le stelle;
Laggiù, nella sua notte, le campane dal cupo linguaggio,
L'insonnolito uomo dell'inverno scuote,
Né le respinge la luna-e-mezzanotte quando soffia.
Noi siamo coloro che negano oscuri, lasciateci evocare
La morte da una donna dell'estate,
Da stretti amanti una vita muscolosa,
Dai morti di gentile aspetto che inondano il mare
Il verme dal vivido occhio sulla lampada di Davy,
E dal piantato grembo l'uomo trascurabile.
Noi ragazzi dell'estate in questa rotazione quadriventosa,
Verde del ferro dell'alghe marine,
Il fragoroso mare sosteniamo e facciamo gocciare i suoi uccelli,
Raccogliamo la sfera del mondo di flutto e di schiuma
Per soffocar deserti con le sue maree,
Pettiniamo i giardini delle contee per farne una ghirlanda.
In primavera sulle nostre fronti un agrifoglio in croce disponiamo,
Sia gloria al sangue e alla bacca,
Ed inchiodiamo all'albero gli allegri possidenti;
Qui l'umido muscolo amoroso si dissecca e muore,
In cava nessuna d'amore un bacio noi spezziamo.
Oh, vedi, nei ragazzi, della promessa i pali.
III
Nella vostra rovina vi vedo, ragazzi dell'estate.
L'uomo è sterile nella sua larva.
E nella sacca i ragazzi son colmi e stranieri.
lo sono l'uomo che fu vostro padre.
Noi siamo i figli della selce e della pece.
Oh, vedi i pali che si baciano incrociandosi.
Dylan Thomas
Grazie aristotele :)
Buona serata a tutti ^^
Alla malinconia
di Hermann Hesse
Fuggendo da te mi sono dato ad amici e vino,
perché dei tuoi occhi oscuri avevo paura,
e nelle braccia dell’amore ed ascoltando il liuto
ti dimenticai, io tuo figlio infedele.
Tu però in silenzio mi seguivi,
ed eri nel vino che disperato bevevo,
ed eri nel calore delle mie notti d’amore,
ed eri anche nello scherno, che t’esprimevo.
Ora mi rinfreschi le mie membra sfinite
ed accolto hai nel tuo grembo il mio capo,
ora che dai miei viaggi son tornato:
tutto il mio vagare dunque era un cammino verso di te.
carmine65
17-02-2004, 22:16
Originariamente inviato da aristotele
Carmine.
Fai un salto anche qui:http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=624703&pagenumber=2
senza far caso alla mia querelle con un utente.
Ciao Ari...
ho sfogliato un pò il thread... leggerino... eh? :)
personalmente, in questo momento, nn sono un grande lettore di romanzi o classici vari...
preferisco la poesia breve che trovo più leggera e "seguibile"...
per quanto riguarda la "querelle"... meno male che sembra finita... :D
ciaoooooo.
aristotele
17-02-2004, 22:19
Originariamente inviato da carmine65
Ciao Ari...
ho sfogliato un pò il thread... leggerino... eh? :)
personalmente, in questo momento, nn sono un grande lettore di romanzi o classici vari...
preferisco la poesia breve che trovo più leggera e "seguibile"...
per quanto riguarda la "querelle"... meno male che sembra finita... :D
ciaoooooo.
Thread come quello li considero un momento di incontro e di scambio, un pò come questo al quale stiamo dando vita con le "nostre" poesie.
Ogni tanto sono un pò permaloso...lo ammetto.:D :D
..::M::..
17-02-2004, 22:20
Beccate questa:
+ melo -
+ vengo -
x non venir +-
non me lo -+
o x lo -
me lo -
di -
LOLLLLLL!!!
:sofico: :sofico: :sofico:
scherzi a parte leggete la firma... è abbastanza poetica...
Poesia d'Amore
di Alfonso Gatto
Le grandi notti d' estate
che nulla muove oltre il chiaro
filtro dei baci, il tuo volto
un sogno nelle mie mani.
Lontana come i tuoi occhi
tu sei venuta dal mare
dal vento che pare l' anima.
E baci perdutamente
sino a che l' arida bocca
come la notte è dischiusa
portata via dal suo soffio.
Tu vivi allora, tu vivi
il sogno ch' esisti è vero.
Da quanto t' ho cercata.
Ti stringo per dirti che i sogni
son belli come il tuo volto,
lontani come i tuoi occhi.
E il bacio che cerco è l' anima.
Dedicata alla persona più bella che io abbia mai incontrato :flower:
carmine65
17-02-2004, 22:23
Originariamente inviato da ..::M::..
Beccate questa:
+ melo -
+ vengo -
x non venir +-
non me lo -+
o x lo -
me lo -
di -
Carina...
ma questa nn è una poesia...
è uno scioglilingua...
un pò fuori regolamento... :)
ciaoooooo
aristotele
17-02-2004, 22:24
Ma perchè, ma perchè il dileggio??
:cry: :cry: :cry:
carmine65
17-02-2004, 22:26
Originariamente inviato da aristotele
Ma perchè, ma perchè il dileggio??
:cry: :cry: :cry:
che dici Ari....
lo scioglilingua può essere ammesso nella raccolta delle poesie?
ciaoooo :)
Scoperchiatore
17-02-2004, 22:26
Originariamente inviato da aristotele
Ma perchè, ma perchè il dileggio??
:cry: :cry: :cry:
invece del taleggio?? :cry: :cry: :fagiano:
aristotele
17-02-2004, 22:31
Originariamente inviato da carmine65
che dici Ari....
lo scioglilingua può essere ammesso nella raccolta delle poesie?
ciaoooo :)
Perchè no!!!
Sotto che genere la mettiamo??
A proposito, domani pubblicherò il file aggiornato sul "mio spazio web"...si fa per dire!!
Cos' sarà sempre disponibile per tutti!!
Un sogno
Edgar Allan Poe
In visioni di notturna tenebra
spesso ho sognato svanite gioie -
mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce
m'ha lasciato col cuore implacato.
Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno
per colui il cui sguardo si posa
su quanto a lui è d'intorno con un raggio
che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
Quel sogno beato - quel sogno beato,
mentre il mondo intero m'era avverso,
m'ha rallegrato come un raggio cortese
che sa guidare un animo scontroso.
E benchè quella luce in tempestose notti
così tremolasse di lontano -
che mai può aversi di più splendente e puro
nella diurna stella del Vero?
aristotele
17-02-2004, 22:32
Originariamente inviato da Scoperchiatore
invece del taleggio?? :cry: :cry: :fagiano:
No, grazie, preferisco il gorgonzola:fagiano: :fagiano:
Canzone
John Donne
Mio dolcissimo amore, non fuggo
per stanchezza di te,
nè perchè spero che il mondo possa offrirmi
un amore più degno;
ma poichè è destino
che io debba infine morire, è molto meglio
che mi prenda per scherzo l'abitudine
di morire così di qualche morte finta.
Ieri sera anche il sole era fuggito,
eppure oggi è qui.
lui non ha desideri e non ha sensi,
nemmeno un corso breve come il mio:
dunque non ti preoccupare per me,
credi che tutti i miei viaggi
saranno assai più rapidi, perchè io
ho più ali e più sproni di lui.
Ma come è fragile il potere dell'uomo,
che se anche ha buona fortuna
non vi si può aggiungere un'ora di più,
nè richiamare un'ora che ha perduta!
Ma venga pure la cattiva sorte:
le aggiungeremo la nostra forza,
le insegneremo l'arte e la portata,
così che su noi tragga vantaggio.
Quando sospiri non sospiri vento,
ma esali la mia anima;
quando piangi, scortesemente cortese,
corrompi il sangue della mia vita.
Non è possibile che tu mi ami
come dici di amarmi se disperdi
con la tua la mia vita,
tu che di me sei la parte migliore.
Il tuo cuore da oracolo
non mi preannunci alcun male: il destino
potrebbe prendere anche la tua parte,
realizzando così le tue paure;
pensa piuttosto che noi
ci siamo solo voltati le spalle nel sonno;
coloro che a vicenda si tengono vivi
non sono mai separati.
Buonanotte gente.
carmine65
17-02-2004, 22:35
Originariamente inviato da aristotele
Perchè no!!!
Sotto che genere la mettiamo??
A proposito, domani pubblicherò il file aggiornato sul "mio spazio web"...si fa per dire!!
Cos' sarà sempre disponibile per tutti!!
Ciao,
io, invece, nn la includerei... ( senza offesa per l'autore o per chi l'ha postata, s'intende... )
per il semplice motivo che mi sembra più uno scioglilingua che una composizione poetica...
ciaoooooo
aristotele
17-02-2004, 22:43
vi do la buona notte con:
La Collera di Sansone
Muto è il deserto, la tenda è solitaria.
Quale audace Pastore la innalzò in questa terra
di sabbia e di leoni? -La notte non ha spento
la fornace del giorno che ha infuocato l'aria.
Leggero s'alza un vento all'orizzonte e increspa,
come limpido lago, i flutti di polvere.
Il bianco lino della tenda si agita dolcemente;
l'uovo di struzzo, acceso, veglia tranquillo,
stella interiore dei viandanti al riparo,
e sulla tela disegna due lunghe ombre.
L'una è grande e superba, l'altra giace ai suoi piedi:
è Dalila, la schiava, che tra le braccia stringe
le ginocchia serrate dell'austero e giovane padrone
la cui forza divina obbedisce alla schiava.
E' morbida come un agile leopardo, e spande
i capelli disciolti ai pìiedi dell'amante.
I suoi grandi occhi, come mandorla schiusi,
ardono del piacere che il sguardo domanda
e a tratti lanciano mobili bagliori.
Le braccia sottili, bagnate di tiepidi sudori,
i piedi voluttuosi sotto di lei incrociati,
i suoi fianchi slanciati più di una gazzella,
stretti da braccialetti, anelli e fibbie d'oro,
sono bruni; e, come si addice alle figlie di Arsor,
i suoi due seni, adorni di antichi amuleti,
castamente sono stretti da stoffe siriane.
Sono unite con forza le ginocchia di Sansone,
come le due ginocchia del colosso Anubi.
Esausta lei s'addormenta, sorridente e cullata
dalla mano possente su cui poggia la testa.
E lui mormora un canto, funebre e dolente,
scandito nella gola da ebraiche parole.
Lei non comprende quella lingua straniera,
ma il canto infonde il sonno nel suo corpo leggero.
"Una lotta eterna in ogni tempo, ovunque
si svolge sulla terra, in presenza di Dio,
tra la bointà dell'uomo e la Donna astuta,
perché la Donna è impura, nell'anina e nel corpo.
Sempre l'Uomo ha bisogno di carezze d'amore;
lo disseta la madre appena viene al mondo,
e il suo braccio per primo lo impigrisce, lo culla,
gli infonde un desiderio d'amore e di indolenza.
Turbato nell'azione, nei progetti impedito,
ovunque sognerà il calore del seno,
le canzoni notturne, i baci dell'aurora,
il labbro appassionato che il suo labbro divora,
i capelli disciolti in cui il suo volto è immerso,
e lo accompagneranno i rimpianti del letto.
Andrà in città, e là le vergini folli
lo prenderanno al laccio con le prime parole.
Più forte sarà nato, prima sarà convinto;
quanto più grande è il fiume, più rapida è la piena.
Quando la lotta, che Dio alla creatura impose
contro il suo simile e contro la Natura,
spinge l'Uomo a cercare un seno su cui riposare;
con le lacrime agli occhi ha bisogno di un bacio.
Ma ancora il suo compito non è finito:
un'altra lottta inizia, segreta, infida e vile;
tra le sue braccia si svolgerà, sopra il suo cuore;
e, più o meno, ogni donna è sempre DALILA.
E lei ride trionfante; con freddezza sapiente,
tra le sorelle resta in attesa e si vanta
d'essere invulnerabile agli attacchi del fuoco.
L'ha confessato all'amica più bella:
"Sa farsi amare, senz'amare lei stessa.
Teme un Padrone. E' il piacere che vuole,
l'Uomo è rude e lo prende senza saperlo dare.
Un sacrificio illustre, compiuto per stupire,
innalza più dell'oro, agli occhi dei suoi simili,
la bellezza che provoca prodigi così strani
e di un nobile sangue sa irrorare i suoi passi."
Dunque ciò che ho voluto, Signore, non esiste. -
Colei cui va l'amore e da cui viene la vita,
proprio lei, per Orgoglio, si fa nostra nemica.
La Donna oggi è peggiore che in quel tempo
quando, osservando gli Umani, Dio disse: "Mi pento!"
Ben presto, ritirandosi in un orrendo regno,
la Donna avrà Gomorra e l'Uomo avrà Sodoma,
e da lontano gettandosi sguardi irritati,
i due sessi moriranno separati.
Eterno! Dio dei forti! sapere che il mio cuore
aveva per unico alimento l'amore di una donna,
attingendo all'amore più sacro vigore
di quanto ne desse al cuore la mia chioma divina.
- Giudicateci voi. - Eccola ai miei piedi, dorme!
Tre volte essa ha venduto i miei segreti, la mia vita,
tre volte essa ha versato il suo pianto mendace
che non seppe celarmi la rabbia dei suoi occhi;
provando in sé vergogna più che stupore
nel vedersi scoperta e insieme perdonata;
perché forte è la bontà dell'Uomo, e con dolcezza
schiaccia, assolvendo l'essere debole e falso.
Ma sono stanco ormai. - E' tale il peso dell'anima
che il mio corpo di gigante e la testa possente
che sostengono il peso delle bronzee colonne,
non possono più sopportare il suo grande dolore.
Ancora veder serpeggiare la vipera dorata
che volteggia nel fango credendosi ignorata;
sempre questo compagno di cui non si è mai certi,
la Donna, infante infermo, dodici volte impuro!
Usare la propria forza per trattenere l'ira
nel cuore offeso, come in un santuario
il cui fuoco, sfuggendo, divorerebbe tutto;
e vietare allo sguardo di vedere e di piangere,
è troppo! - Dio, se vuole, spazzi via le mie ceneri.
Rivelai il mio segreto; Dalila sta per venderlo.
- Quanto mi piaceranno i passi di chi verrà
ad annunciare la morte! - Sarà quel che sarà!"
Così disse, e al suo fianco si addormentò
finché i guerrieri, tremanti per trovarsi in casa sua,
pagando a peso d'oro per ogni suo capello,
le mani gli legarono e gli bruciaron gli occhi,
e sanguinante lo trascianrono e carico di una catena
che dodici grandi tori tiravano a fatica,
e lo posero in piedi, in silenzio solenne,
davanti a Dragon, il loro Dio, che gemé sordo
e due volte facendo impallidire i suoi preti in estasi;
accesero l'incenso, imbandirono un festino
il cui clamore si udiva sul monte più lontano,
e accanto alla giovenca uccisa ai piedi del Dio
posero infine Dalila, pallida prostitua,
incoronata, adorata e regina del banchetto,
che tuttavia tremava, e diceva: EGLI NON MI VEDRA'!
Terra e Cielo! Non trasaliste di grande letizia
quando vedeste l'amante ingannatrice
spiare con occhio torvo quegli occhi insanguinati
che cercavano il sole con uno sguardo impotente,
e quando infine Sansone, scuotendo le colonne
che dei piloni immensi erano il sostegno,
schiacciò con un sol colpo sotto macerie mortali
i tremila nemici, i loro dèi e gli altari?
Terra e Cielo! punite con simili giustizie
il tradimento ordito in falsi amori,
e chi svela il segreto dei pensieri profondi
strappatoci dal cuore con baci menzogneri.
De Vigny
marKolino
18-02-2004, 07:33
vorrei anche io dare il mio contributo mattiniero, anche se non ho mai postato.
Quello che seguirà è un carme di Catullo, uno dei pochi poeti latini che al tempo del liceo ho studiato con attenzione ed interesse. Il testo l'ho postato altre volte, in ambiti diversi, e credo ci stia bene anche qui. Mi è tornato in mente proprio stamattina mentre leggevo i vostri scritti.
La traduzione la faccio a memoria, permettetemi la "licenza poetica" ma non ricordo per filo e per segno tutte le parole:
Donami mille baci, poi altri cento
Poi altri mille, poi ancora altri cento,
poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento.
Poi quando ne avremo dati migliaia,
confonderemo le somme, per non sapere,
e perché nessun malvagio ci invidi,
sapendo che esiste un dono così grande di baci.
Come vedete, il testo è molto semplice, ma basta per saper infondere emozioni.
Buona giornata a tutti.;)
Marco
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.