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View Full Version : La donna, eterna vittima - Riflessioni nate dall'articolo sulla Mussolini


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girodiwino
19-01-2010, 22:55
appunto, nel TUO caso.
ti rendi conto che stai giudicando la razza umana sulla base di una tua esperienza?

poi non lamentiamoci ragà quando dicono che tutti i romeni sono delinquenti.
non lamentiaaaaaamoci
:O


quindi stai ammettendo la fallacia del ragionamento secondo cui i romeni sono delinquenti!
magari mi sbaglio, ma a scopo cautelativo mi salvo il tuo post nei segnalibri, potrebbe essere divertente entro qualche ora;)

girodiwino
19-01-2010, 23:26
p.s.
dichiaro guerra a lowenz* e voglio il suo posto da opinion leader...

è vero che non tutte le donne sono delinquenti, ma visto che a quanto pare nella maggior parte delle condizioni [lo sono] io propongo che possano entrare in un letto per sentimento solo se hanno una fede al dito (possibilmente del partner) e una casa loro:sofico:


*preparati ad essere scalzato da un filogino

cdimauro
21-01-2010, 07:38
E loro che ci guadagnano ? :asd:

La donna, se non ci intravede un guadagno personale e/o biologico, non si sposa.
Un tempo si sposavano per andar via di casa, oggi si sposano perchè con due stipendi c'è più shopping da fare, si può avere una casa più bella e al limite si può mettere al mondo un pargolo, quando a 35 anni suona la campanella dell'ultimo giro. Tanto, male che va, se si rompono il cazzo (o trovano un'occasione migliore) divorziano e ci guadagnano.
E lo dico da fidanzato, sapendo che anch'io probabilmente farò la caXXata, prima o poi.
Un tempo si sposavano più che altro per interesse e l'amore, forse, veniva dopo.

Adesso IN TEORIA si sposano per amore. Ma finito l'amore STRANAMENTE quasi nessuna rinuncia all'assegno di mantenimento.

That's amore!
la cosa vale anche al contrario, non si guarda il sesso ma la capacità economica.
trovatene una + ricca e vedi che non corri il rischio.
chi ha + soldi paga.

l'ho detto 100 volte, e siccome ancora vi ostinate a fare quelli cascati dal pero in una afosa serata di agosto, le cose sono due:

1- o siete in malafede

2- o siete in malafede
C'era uno studio in merito che è stato pubblicato tempo fa. Le statistiche dimostrano che le donne, anche se autonomamente benestanti, tendono sempre a sposare un uomo che stia economicamente e/o socialmente meglio di loro.

E' proprio nella vostra natura. Sapevatelo.
perchè fino a prova contraria vi reputo persone dotate di intelligenza almeno normodotata, quindi è impossibile che questo concetto di una semplicità estrema non si sia ancora fatto strada in quelle zucche
That's tolleranza. Zero. :D

Quanto amooooooore traspare dalle tue parole. :p
vi trasmetto anche un altro concetto, ma solo dopo che avete assimilato il precedente:

il fatto stesso che sino ad ora quasi esclusivamente siano stati gli uomini a dover pagare gli alimenti, NON E' la prova di un complotto femminista internazionale, NE' il frutto malato di qualche sistema giudiziario corrotto e colluso.
Magari no, ma è sicuramente la prova che le femmine sono attaccate al portofogli dei maschietti.

Perché altrimenti, finito un rapporto, se avessero un minimo di dignità cercherebbero qualunque lavoro pur di non farsi mantenere, a maggior ragione dall'ex.

Invece o lo fanno per comodità (vivere alle spalle degli altri è oggettivamente comodo, no?) oppure per vendetta. In entrambi i casi, si commenta da sé questo comportamento.
è bensì la prova provata della discriminazione in campo sociale e lavorativo di cui sino ad ora sono state vittime le esponenti del gentil sesso.

non ci vuole tanto:

discriminazione lavorativa e sociale = meno potere economico = soggetto da dovere essere aiutato in caso di divorzio

OGGI, come era scritto nell'articolo da me postato, che la donna inizia ad avere un mino di dignità in + e un minino di possibilità economiche in +, si ha subito un riscontro nelle aule dei tribunali con una netta inversione di tendenza di queste percentuali così scandalosamente al limite.

discorso chiaro e limpido, ineccepibile, logico, lineare.
Il discorso è molto semplice: se pensi ci sia una prevaricazione, non hai che da denunciarlo. La legge per rimuovere queste discriminazioni c'è.
tutto il resto è malafede e quacquaracquà maschilista.
That's amooooooooore. :D
Un operaio di una fonderia che lavora i festivi e la notte lavora mooooolto di piu' di un'impiegata ma di donne nelle fonderie se ne vedono poche.
Questo è normale, ed è sempre colpa della "natura", che ci ha fatti diversi.

D'altra parte se negli sport generalmente c'è una netta separazione fra le donne e gli uomini, non è certo per una discriminazione, ma perché sarebbe una competizione impari.

Ma le donne non vogliono sentir parlare di diversità biologica: sono uguali agli uomini, per diamine! Però le gare di atletica preferiscono farsele soltanto fra di loro. :D
quindi è OVVIO E FISIOLOGICO che finchè perdura questa situazione saranno in percentuale gli uomini ad uscire in numero maggiore con le ossa rotte dalle aule di giustizia.

cacciate li sordi!!!
E' solo questo che v'interessa. :D Tutto il resto sono chiacchere per fare le vittime e ispirare compassione e ottenere consensi.

Il classico "pianto di donna", insomma.
e grazie ar cà, sono l'unica donna qui dentro, per chi devo parteggiare!?
Ce ne sono altre che frequentano la sezione, e che avranno sicuramente letto questo thread.
cmq ho portato argomentazioni e articoli, non c'è una sola sillaba che non sia supportata da fatti, quindi non ho capito perchè stavolta dovrei essere in torto.
Certo certo. Riparliamone quando imparerete a rimboccarvi le maniche per andare a lavorare e mantenervi da sole.

Fino a prova contraria chi si adagia attaccandosi all'assegno di mantenimento non siamo certo noi maschietti...
....qui invece qualcosa di ben più serio preoccupante, a cura del ministero per le "pari opportunità", qui in versione alto atesina, praticamente una serie di istruzioni mascherate sulle possibili modalità per metterlo nel didietro, metaforicamente parlando, al partner di turno.....

http://www.pariopportunita.provincia.tn.it/italy/SC/219/Convivenza.html
Vorrei sottolineare come questo articolo sia spacciato come "pari opportunità", ma sia unicamente rivolto alle donne, e col non troppo velato scopo di infinocchiare gli uomini.

E non stiamo parlando di uomini di 40 anni fa, che sottomettevano le donne. Stiamo parlano della società moderna dove uomini e donne possono entrambi cercarsi un lavoro per mantenersi autonomamente.

Secondo me dovrebbero cambiare il nome, da Ministero delle Pari Opportunità, a quello della Propaganda Femminista.

lowenz
21-01-2010, 08:14
p.s.
dichiaro guerra a lowenz* e voglio il suo posto da opinion leader...
Ne hai di strada da fare per diventare real noachita :O :sofico:

Franco2
21-01-2010, 10:19
C'era uno studio in merito che è stato pubblicato tempo fa. Le statistiche dimostrano che le donne, anche se autonomamente benestanti, tendono sempre a sposare un uomo che stia economicamente e/o socialmente meglio di loro.

E' proprio nella vostra natura. Sapevatelo.


Potrebbe anche essere una questione di cultura, ovvero è la società che spinge in questa direzione.



E' solo questo che v'interessa. :D Tutto il resto sono chiacchere per fare le vittime e ispirare compassione e ottenere consensi.


No. Su questo c'ha ragione: la disparità nella direzione degli assegni di mantenimento (che io comunque ritengo una cosa abominevole) è una diretta conseguenza della disparità degli stipendi, visto che, seppur sbagliata, quella sugli assegni di mantenimento è una delle poche leggi che non fa differenza tra uomini e donne.
Direi che è colpa principalmente di chi cerca una moglie che faccia la casalinga. Io scapperei a gambe levate da una che mi dicesse di voler fare la donna di casa. :p



Secondo me dovrebbero cambiare il nome, da Ministero delle Pari Opportunità, a quello della Propaganda Femminista.

Anche a me pare il Ministero delle Donne, più che il Ministero delle Pari Opportunità. Disponibile a cambiare idea quando vedrò occupare quel posto da un uomo gay o da un immigrato extracomunitario.

_Magellano_
21-01-2010, 10:37
Anche a me pare il Ministero delle Donne, più che il Ministero delle Pari Opportunità. Disponibile a cambiare idea quando vedrò occupare quel posto da un uomo gay o da un immigrato extracomunitario.Un uomo italiano ed etero no invece? non fa abbastanza "pari opportunità" rappresentando soltanto meta circa della popolazione attuale?

Kharonte85
21-01-2010, 12:50
Stavo pensando a come intervenire nella discussione, poi ho capito che dovevo scrivere troppo quindi ho rinunciato :asd:

Pero' vi propongo uno spunto interessante che non si allontana molto da quello che avrei sostenuto (vi sottolineo i passaggi salienti):


D.ssa Barbieri Saveria

D.ssa Maffucci Cristiana

LA PROTESTA VIRILE NELLA DONNA : esiste ancora?

L'opposizione tra maschile e femminile ha dominato da sempre il paesaggio del nostro pensiero e ha caricato su di sé l'evocazione di altre opposizioni fondamentali, come quella tra forte e debole, tra pubblico e privato, tra superiore ed inferiore.

Nel corso dei secoli l’essere umano ha visto depositarsi sulla propria immagine ruoli ben definiti: la donna quello di moglie, di madre che si cura della prole e a cui è affidata la gestione della casa, l’uomo quello del potere politico e sociale.

Si evidenzia così il contrasto fra interno ed esterno, fra casa e società che rimarrà per lungo tempo la principale diatriba fra donna e uomo.

Il confinamento delle donne in ambito domestico è il portato di una gabbia ideologica, ovvero di espulsione dalla sfera dei poteri e dei saperi tradizionalmente maschili, ma in esso le donne hanno saputo creare proprie forme di potere e di sapere. Il vincolo maschile, quindi, non è stato cogente complessivamente.

I compiti prima evocati davano ad entrambi un significato ed un senso.

Questa rappresentazione sta andando incontro ad una crisi profonda, che deriva anche da una critica al sistema dei valori che essa incorpora, con la superiorità del ruolo maschile e la subordinazione di quello femminile. Le nostre società hanno cominciato a mettere in discussione la stessa necessità di vivere con identità di genere definite.

Il dominio di queste identità dava sicurezze e guidava più facilmente le vite, ma produceva anche repressione e limitava le possibilità di vita, aperte a ciascuno. Quello che appare quindi, è che i ruoli dell’uomo e della donna hanno subito grandi cambiamenti. Nel contesto odierno, l’indipendenza economica della donna ne amplifica le esigenze rispetto al passato.

Come sostiene Lino Grandi ( 2002) il femminile si affaccia con prepotenza nell’arena del sociale.

Il raggiungimento di tale potere sembra accompagnarsi alla confusione dell’uomo che sente di perdere il suo potere originario.


Iniziamo la nostra riflessione partendo dal pensiero di Adler. Vedremo come egli ha trattato l’opposizione maschile –femminile nel suo impianto teorico, focalizzando la nostra attenzione sulla protesta virile.


La protesta virile, uno degli spunti di rilievo della psicologia individuale, è un termine introdotto da Adler in riferimento sia agli uomini che alle donne, per descrivere il rifiuto del ruolo femminile dovuto ad una distorsione nell’apprendimento delle differenze sessuali soprattutto in quelle società fondate sulla supremazia maschile.

Nella donna la protesta virile assume i tratti dell’aggressività, dell’attivismo con tendenza a dominare chiunque le stia accanto; nel maschio, detta protesta deriva da un dubbio nevrotico sulla propria virilità da cui egli ricava un senso di inferiorità che compensa con un’identità fittizia di maschilità prevaricante (Galimberti, 2000).

La protesta virile comprende, quindi, tutte le compensazioni fondate sull’esasperazione di uno stile di vita improntato alla convenzionalità maschile e presume un’opinione dequalificante sullo stile di vita femminile.

Suoi presupposti fondamentali sono due coppie di concetti, anch’essi da intendersi in senso relativo al contesto storico e allo stile di una contingente società: alto = maschile e basso = femminile.

Il carattere relativo della protesta virile nasce da una precisa formulazione di A., il quale analizzando il proprio contesto sociale, individua in una tradizione ancora impostata sulla subordinazione femminile, lo stimolo di partenza per una protesta virile.

Sulla base di ciò egli ipotizzò un rovesciamento degli schemi tradizionali che se da una parte avrebbe portato ad un consolidamento del ruolo della donna in campo socio-culturale, dall’altra avrebbe generato perplessità ed ambivalenza tra i sessi.

La protesta virile si estende oltre una distinzione dei sessi anatomo-fisologica. Infatti secondo A. le caratteristiche psichiche proprie dell’uomo e della donna sono il risultato dei costumi sociali e non sono condizionati da nessuna differenza biologica.

Egli si distanzia dalla concezione freudiana impostata sull’invidia del pene, in quanto tale concetto è limitato all’anatomia, alla fisiologia e alla pulsionalità erotica. Francesco Parenti ( 1983) non ritiene che una piccola e localizzata frazione corporea in più sia oggetto di invidia in nessun tipo di società. Egli accetta l’invidia del pene solo se con questo termine si intende invidia del ruolo assicurato dal pene.

Come vedremo successivamente nei riferimenti mitologici da noi scelti, sembra invece che un ruolo di rilievo abbia giocato l’invidia dell’utero, in quanto potere di dare la vita e la morte.


Una lunga tradizione culturale ha identificato, praticamente dalla notte dei tempi, il genere femminile con un soggetto altro dalle caratteristiche fortemente ambivalenti: purezza, pudore, innocenza, sottomissione all'uomo erano le qualità della donna angelicata; ribelli, volitive, indipendenti furono le figure femminili immortalate in una mitologia che ha percorso i secoli fino all'epoca contemporanea. Fosse angelo o demone, in questo complesso di discorsi la donna appariva comunque come una misteriosa entità da tenere a bada con le buone o con le cattive, e soprattutto come un essere ontologicamente inferiore all'uomo: la regola fondamentale di tali rappresentazioni era quella di una differenza che si declinava incontestabilmente come minorità, deficienza, imperfezione. Una simile normativa simbolica appariva alla stragrande maggioranza degli uomini complessivamente sufficiente, fino all'epoca contemporanea, a contenere entro limiti ben definiti l'identità femminile: ad essa si accompagnava naturalmente una ben più prosaica e puntuale normativa giuridica, e l'una e l'altra riproducevano un ordine diseguale del potere come forma immanente di una superiore necessità naturale, morale e divina.

Sulla base di ciò forniamo una selezione di miti classici che esemplificano quanto appena detto.


Lilith è una figura mitologica che rappresenta l'aspetto completamente libero e rivoluzionario della donna.

L'origine del nome è assiro-babilonese, LILITU, che significa spirito del vento. Lilith o Ecate, per molte civiltà, è stata la prima donna a comparire sulla Terra, creata dal fango, esattamente come Adamo; fuggì dall'Eden, abbandonò Adamo per non subire l'imposizione di sdraiarsi sotto di lui nel rapporto sessuale, atto considerato di sottimissione e si rifugiò in una grotta sul Mar Rosso. Subito dopo la sua fuga, Dio creò, da una delle costole di Adamo, Eva che provenendo direttamente da lui, sarebbe divenuta un simbolo di devozione e di complementarietà nei suoi confronti.


Mitologia greco-romana

Dal Caos primordiale nasce Gea, la Grande Madre Terra la quale partorisce, senza bisogno di connubio alcuno Urano (il cielo), Ponto (il mare) ed Eros (cioè l'amore creatore della vita). Col tempo a Gea vengono dati caratteri meglio definiti e diventa così la madre di tutti gli esseri viventi e, insieme, del mondo sotterraneo nel quale essi, compiuto il loro ciclo, vanno a finire.

Il potere di generare, di nutrire, di popolare il mondo identifica quindi la donna con la terra, con la quale ha in comune sia il potere di generare sia l'imprevedibilità catastrofica che fa parte del ciclo di momenti evolutivi ma che l'uomo definisce con il termine crudeltà. La Terra dunque, con tutta la sua potenza, è il femminile, l'origine, il principio dell'umanità, la Grande Dea dalla quale discende ogni cosa.

Afrodite-Venere. La dea dell'amore e della bellezza. Venere era moglie di Vulcano, dio del fuoco e della lavorazione dei metalli, ma spesso gli fu infedele. La leggenda più famosa di Afrodite è legata alla causa della guerra di Troia. Alle nozze del re Peleo con la ninfa Teti non venne invitata Eris, dea della discordia, che per vendicarsi gettò durante il banchetto una mela d'oro su cui erano incise le parole "Alla più bella". Subito la mela venne rivaleggiata da Era, Atena ed Afrodite che si rivolsero a Zeus per un scelta. Zeus però non volle decidere chi fosse la più bella ed esse allora si rivolsero al principe di Troia Paride. Ognuna di esse gli promise un dono. Era gli avrebbe dato potere, Atene gloria militare, Afrodite la donna più bella del mondo. Paride diede la mela ad Afrodite e come dono chiese Elena, moglie del re greco Menelao. Il rapimento di Elena scatenò la guerra di Troia.

Demetra-Cerere. Figlia del titano Crono e di Rea veniva considerata nella mitologia greca la dea del grano e dei raccolti. Quando sua figlia Persefone, fu rapita da Ade, dio degli Inferi, mentre coglieva fiori, Demetra ne fu così addolorata che trascurò le terre, sulle quali non crebbe più alcuna pianta, e la carestia si abbatté sul mondo. Preoccupato per la situazione, Zeus chiese al fratello Ade di restituire Persefone alla madre. Questi acconsentì, ma prima di liberarla le fece mangiare i chicchi di una melagrana magica che l'avrebbero costretta a ritornare da lui sei mesi all'anno. Felice di aver ritrovato sua figlia, in primavera Demetra faceva nascere dalla terra fiori, frutti e grano in abbondanza, ma in autunno, quando Persefone era costretta a ritornare nel mondo sotterraneo, il suo dolore provocava la morte della vegetazione e l'arrivo dell'inverno.

Era-Giunone. In quanto sorella e sposa di Giove, era considerata dagli antichi romani come la regina degli dei. Giunone veniva spesso identificata con Era nella mitologia greca ed anche in quest'ultima veniva considerata la dea protettrice del matrimonio. Moglie fedele e gelosa era famosa per perseguitare le amanti ed i figli di Zeus e per non dimenticare mai alcuna offesa. Le vendette di Era venivano tramandate in varie leggende, tra di esse probabilmente la più famosa è quella nei confronti del principe troiano Paride che le aveva preferito Afrodite in una gara di bellezza e che, per questa ragione, aiutò i greci nella guerra di Troia finché la città non venne distrutta.

Artemide- Diana. Dea della Luna e della caccia, era la protettrice degli animali selvatici. Alle proprie fedeli predilette facilitava il parto. Era armata di arco e frecce con cui puniva i mortali e prometteva una morte rapida ed indolore alle donne che morivano di parto. La leggenda narra che sebbene fosse la protettrice delle fanciulle, volle il sacrificio di una vergine per permettere ai greci di salpare durante la guerra di Troia, ma, secondo alcune versioni, salvò la vittima, Ifigenia, all'ultimo momento.

Atena- Minerva. Dea dei lavori manuali e patrona delle arti e del commercio, identificata nella mitologia greca con Atena, figlia di Zeus, dalla cui testa nacque già adulta ed armata della sua lancia, di uno scudo ornato con la mostruosa testa della gorgone Medusa, dell'egida e di un elmo. Atena era anche la protettrice dell'agricoltura e dei mestieri femminili, tra cui filatura e tessitura. Nella mitologia più tarda divenne la dea della saggezza e della guerra, infatti diede moltissimi aiuti ai greci durante la guerra di Troia i quali però non rispettarono la sacralità di un suo altare dopo la caduta di Troia per raggiungere la profetessa troiana Cassandra. A causa di questo affronto Atena chiese a Poseidone di scatenare una tempesta che fece affondare la maggior parte delle navi greche che tornavano dalla guerra.

Nel mito delle Amazzoni accanto al potere, alla forza magica, appare la crudeltà, primo segno di una trasformazione del timore in vero e proprio terrore.

Le Amazzoni costituivano una popolazione residente in uno stato della regione del fiume Termodonte, sulla costa meridionale del Mar Nero. Erano governate da regine e il potere era interamente in mano loro; gli uomini erano ridotti al rango di schiavi, considerati soltanto come riproduttori e resi inabili all'uso delle armi, uso riservato alle sole donne che, per poter meglio maneggiare l'arco, sottoponevano al taglio di uno o di ambedue i seni (da qui il nome: a-mazos, senza seno). Secondo la leggenda queste donne, a parto avvenuto, uccidevano i figli maschi.

Questi miti prodotti dall’immaginario maschile, sembrano voler esorcizzare l’idea di un eventuale potere femminile.


Come già precedentemente accennato Adler, attento osservatore dei mutamenti sociali e precursore dei tempi, individuò nel mito dell’inferiorità della donna l’origine di uno stato di tensione che avrebbe disturbato l’armonia tra i sessi:

“La competizione con il maschio privilegiato ancora nella nostra società stimola nella donna il bisogno di compensare un sentimento di inferiorità incrementando l’addestramento e sviluppando maggiore energia. Questo in certe donne prelude ad una protesta virile che può dar luogo a innumerevoli conseguenze, buone e cattive, situate tra i due poli della perfezione e delle anomalie spinte sino al rifiuto dell’amore” ( 1997 p. 38).

Nel corso del XIX secolo apparve sempre più chiaro a molti uomini che i tradizionali fondamenti di legittimità della disuguaglianza di potere fra uomini e donne non avrebbero a lungo resistito alla realtà di fatto di un contesto sociale e culturale in continua trasformazione, e soprattutto — nella seconda parte dell'Ottocento — di una messa in discussione collettiva di quella disuguaglianza da parte delle donne stesse. Non si trattava più, di singole donne indisponibili ad accettare singole iniquità, ma di veri e propri movimenti organizzati, e diffusi in quasi tutti i paesi occidentali, che per la prima volta nella storia criticavano, sul piano dei diritti sociali e politici, la logica stessa del privilegio maschile nel pubblico e nel privato. I movimenti femminili colsero questa contraddizione con l’obiettivo del raggiungimento della parità di sessi, provocando l’ingresso della donna nell’ambito pubblico, fino ad allora dominio degli uomini.

Queste rivendicazioni si sviluppano nel secondo dopoguerra e soprattutto dalla fine degli anni sessanta, favorite anche dal nuovo clima che s’impone durante il movimento del Sessantotto. Esse si intrecciano col diffondersi in tutto l’occidente del movimento femminista, nato dalla riflessione sulla contraddizione fra uomo e donna e sulle disuguaglianze esistenti nella società.

La supremazia dell’uomo, secondo le femministe, tende a trovare la sua giustificazione e legittimazione in quei valori maschili, intimamente gerarchici, competitivi, aggressivi che si sono finora affermati in tutti i campi della storia umana. Di qui il carattere di forte contrapposizione, spesso di antagonismo, che il movimento assume verso la società maschilista.

Nasceva così il modello della donna moderna e le identità femminili si moltiplicarono, vissute spesso in modo contraddittorio, soggette a tensioni che preludevano alla vita delle donne nel XX secolo.


L’epoca in cui viviamo è caratterizzata almeno per quanto concerne il mondo occidentale, da una accelerazione di molti processi ormai fuori da ogni controllo; si considerino quali indicatori, l’emancipazione della donna, nel privato, nel lavoro, nel sociale ( L.Grandi 2002).

Come egli sostiene si è di fronte ad una effettiva rivoluzione che scardina la tradizione delle aspettative di ruolo e del soddisfacimento dei bisogni, il che comporta, ed è inevitabile, il “seme della discordia”.

Discordia perché vengono frustrate le attese, spesso non chiaramente consapevolizzate. Discordia perché il maschio ravvisa nell’emancipazione della donna un abbandono dei valori e soprattutto un trascurare i suoi bisogni.

Ma come armonizzare una sfida progressiva con le forze che pressano l’uomo e la donna?

La differenza sessuale è anzitutto biologica, quindi è un dato di natura. Gli ordini simbolico, della rappresentazione, della significazione e del pensiero, attribuiscono il medesimo senso a tutti i dati di natura. Va detto che nella differenza sessuale in sé, come dato naturale, non è iscritta alcuna gerarchia. La differenza sessuale non esprime, di suo, la superiorità di un sesso rispetto all’altro.

La potenza creatrice del corpo femminile, ossia di quel corpo che genera la vita, è l’unico elemento gerarchizzante di questa differenza. La tradizione denominata patriarcale, affermando la superiorità del maschile sul femminile, ha inteso così reagire alla potenza materna, traducendo la differenza sessuale in una gerarchia di preminenza maschile in cui il femminile si limita ad un ruolo secondario. A questo stato di cose subentra, nella modernità, il principio di uguaglianza. Prima dell’avvento della società moderna e del principio egualitario era impensabile che una donna ricoprisse il ruolo di un uomo. Attualmente, dal punto di vista dell’ordine simbolico, ossia della rappresentazione, il femminile continua a essere pensato come naturalmente domestico, materno e il maschile come naturalmente dominante, intelligente, razionale, politico. Gli stereotipi permangono, ma in compagnia di meccanismi che consentono alle donne di essere immesse in ruoli prima riservati agli uomini. La donna emancipata è qualcuno che esce dal ruolo stereotipico femminile per entrare in quello tradizionale maschile. Ella può essere più brava degli uomini, ma a costo che interpreti un ruolo maschile. In sostanza si potrebbe dire che la donna imita il più delle volte il paradigma maschile. Questo è il paradosso dell’uguaglianza. Le donne fanno il loro ingresso nei luoghi tradizionali dei saperi e dei poteri solo se diventano surrogati del modello maschile, arrivando persino a scimmiottarne i gesti. Questo è un segno del fatto che non è affatto cambiato l’ordine simbolico, l’ordine della rappresentazione.

I termini del problema non sono quelli di mantenere la dicotomia esistente. Questa dicotomia dovrebbe essere spezzata perché è, in ogni caso, una dicotomia gerarchica, nella quale la differenza equivale a inferiorità. Per rompere la dicotomia sarebbe necessario ripensare la cosiddetta differenza sessuale, non registrandola più come una gerarchia.

Come sostiene L. Grandi (2002) infatti per il raggiungimento di una comunicazione autentica che tolleri la diversità, si dovrebbe affrontare l’inevitabile ambivalenza sottolineandone l’aspetto di complementarità.


In conclusione tale nostro lavoro, alieno dall’esprimere una valutazione, si è posto il fine di riflettere sulle difficoltà relazionali che si riscontrano nella società odierna .

Difficoltà legate al rapporto uomo-donna, in cui è difficile stabilire un contatto, un incontro, tra due polarità che si attraggono e si fondono armonicamente, è più frequente, invece, che si verifichino incomprensioni e divergenze dovute, forse, alla paura reciproca del potere dell'altro.

Quindi, la protesta virile può essere a tutt’oggi considerata con l’attenzione propria dei decenni scorsi?

Bibliografia

ANSBACHER H. & R., (1997), La psicologia individuale di Alfred Adler, Martinelli, Firenze.

ARGENTIERI S., (1999), “ Identità maschile e femminile” Il Grillo ( 13/04/99) tratto dall’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche.

CAVARERO A., (2000),“ La filosofia della differenza sessuale” Il Grillo ( 05/04/00) tratto dall’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche.

EINAUDI (2005), Enciclopedia Multimediale.
GALIMBERTI U., (2000), Dizionario di psicologia, UTET, Torino.

GRANDI L., ( 2002), E’fuori controllo il cambiamento nelle relazioni interumane,Il Sagittario, 12,Torino.

ORGLER H., (1970), Alfred Adler e la sua opera, Astrolabio, Roma.

PARENTI F., (1983), La psicologia Individuale dopo Adler, Astrolabio, Roma.

WAY L., (1969), Introduzione ad Alfred Adler, Giunti, Firenze.

http://www.iaipwebsite.org/nuova_pagina_22.htm


Aggiungo che i modi con cui la donna (secondo Adler) puo' manifestare la lotta con il ruolo maschile:

Adler individua tre tipi di donne:

* Un primo tipo si svilupperà lungo una direzione attiva virile; queste donne lottano per conseguire il successo finale, sono energiche e ambiziose, tentano di superare i propri fratelli e i compagni maschi, sono interessate alle occupazioni riservate agli uomini, mostrano avversione per i lavori domestici e quando si sposano cercano di dominare il proprio marito. Il ricorso ad un certo grado di virilità rappresenta dunque una difesa dal ruolo femminile.

* Un secondo tipo di donna manifesta una certa rassegnazione, mostrando capacità di adattamento, obbedienza e umiltà. L’apparente adattamento, rivela poi goffaggine e stupidità che non le consente di imparare, può mostrare in modo ostentato la propria debolezza o manifestare sintomi per ricevere attenzione e considerazione. A causa dei disturbi che presenta, non è in grado di affrontare le richieste che l’ambiente le pone, esprimendo in questo modo la stessa insoddisfazione e ribellione che caratterizza il primo tipo di donna.

* Infine le donne appartenenti all’ultimo tipo sono pienamente convinte dell’inferiorità femminile e ritengono perciò che spetti all’uomo adempiere a quei compiti che richiedono maggiori capacità, rinforzando in questo modo la posizione privilegiata maschile. Comunque la protesta si esprime attraverso l’affidamento al marito di tutti i loro doveri, con l’ammissione che solo un uomo è capace di svolgerli.

Oltre a questi esempi di donne che protestano, è da mettere in evidenza che anche le ragazze che scelgono la vita monacale o un’occupazione connessa al nubilato manifestano in modo drastico l’insoddisfazione per il ruolo femminile, così come accade secondo Adler per quelle ragazze che entrano velocemente nel mondo del lavoro per raggiungere un’indipendenza vista come difesa da un precoce matrimonio.

Analizzando in modo più approfondito queste tre tipologie di donne, si possono rintracciare alcune caratteristiche inerenti gli aspetti genitoriali.

Il primo tipo di donna ha un atteggiamento autoritario verso i figli ai quali impartisce punizioni, gridando e urlando; un tale tipo di educazione può incoraggiare le ragazze a imitare la madre, mentre i ragazzi possono essere indotti ad avere paura delle donne, incapaci di avere fiducia nell’altro sesso.
Il modo di agire scettico del secondo tipo comunica ai bambini una mancanza di sicurezza in se stesse, favorendo in loro un modo di vivere e di comportarsi che non tiene in considerazione la propria madre. Infine l’ultima tipologia di donna rifiuta qualsiasi responsabilità educativa, delegando al marito o alle governanti.
I risultati di queste attività genitoriali sono delle carenze nello sviluppo psicologico dei figli, maschi o femmine che siano.

http://www.studio-psicologia.com/articoli/la-protesta-virile-per-adler.htm


Ne riconoscete qualcuna in queste descrizioni? :D

lowenz
21-01-2010, 13:46
Stavo pensando a come intervenire nella discussione, poi ho capito che dovevo scrivere troppo quindi ho rinunciato :asd:

Pero' vi propongo uno spunto interessante che non si allontana molto da quello che avrei sostenuto (vi sottolineo i passaggi salienti):



Aggiungo che i modi con cui la donna (secondo Adler) puo' manifestare la lotta con il ruolo maschile:



Ne riconoscete qualcuna in queste descrizioni? :D
Ad ingegneria la prima categoria spopola, peccato che poi solo in poche riescano a portare a termine il "piano" (le altre passano alla seconda categoria) :D
In compenso quelle che ci riescono sono peggio di papesse, incarnano un'autorità matronale che le rende praticamente inavvicinabili :p

Hai dimenticato le furbe bugiarde cmq, quelle che sapendo che il maschio si aspetta queste 3 categorie agiscono di conseguenza simulandone l'appartenenza ad una di volta in volta :asd:

lowenz
21-01-2010, 13:50
Il modo di agire scettico del secondo tipo comunica ai bambini una mancanza di sicurezza in se stesse, favorendo in loro un modo di vivere e di comportarsi che non tiene in considerazione la propria madre.
Verissimo, infatti non capisco perchè concedere a queste persone il "diritto" di fare figli, usciranno tutti rovinati, poco ma sicuro.

Poi oh, lasciamole pure fare figli, altrimenti come lavorano gli psicologi se tutti avessero una personalità compiuta grazie ad una buona madre? :asd:
Bisogna pur dar da mangiare a Kharonte poverino :sofico:

Kharonte85
21-01-2010, 14:16
Ad ingegneria la prima categoria spopola, peccato che poi solo in poche riescano a portare a termine il "piano" (le altre passano alla seconda categoria) :D
In compenso quelle che ci riescono sono peggio di papesse, incarnano un'autorità matronale che le rende praticamente inavvicinabili :p
Ma quelle non sono donne sono demoni! :ops: :D

Hai dimenticato le furbe bugiarde cmq, quelle che sapendo che il maschio si aspetta queste 3 categorie agiscono di conseguenza simulandone l'appartenenza ad una di volta in volta :asd:

La bugia è solo uno strumento che puo' essere utilizzato in modo furbo per perseguire uno scopo, ma non è affatto detto che l'obiettivo che si pone alla fine sia "furbo" :) come non lo dovrebbe essere il finire in una di quelle categorie per una donna che vorebbe emanciparsi davvero (presto o tardi i nodi vengono al pettine).
Verissimo, infatti non capisco perchè concedere a queste persone il "diritto" di fare figli, usciranno tutti rovinati, poco ma sicuro.

Poi oh, lasciamole pure fare figli, altrimenti come lavorano gli psicologi se tutti avessero una personalità compiuta grazie ad una buona madre? :asd:
Bisogna pur dar da mangiare a Kharonte poverino :sofico:
Eh già...:asd:

girodiwino
21-01-2010, 14:43
Ad ingegneria la prima categoria spopola, peccato che poi solo in poche riescano a portare a termine il "piano" (le altre passano alla seconda categoria) :D
In compenso quelle che ci riescono sono peggio di papesse, incarnano un'autorità matronale che le rende praticamente inavvicinabili :p



il test preliminare che le differenzia è per caso questo?

http://duensch.org/xr/gimpel/EthernetKiller.jpg


comunque condivido il discorso sulle categorie che è stato fatto nel superpost dia cui sopra, ma devo dire che ho trovato più casi in cui due o più categorie erano mischiate, piuttosto che quelle monolitiche sopra elencate.

un dato è a mio parere da valutare: che questi atteggiamenti reciprocamente distruttivi che stanno tenendo i sessi siano solo delle scosse di assestamento verso un ordine diverso, magari opposto rispetto al tradizionale?
certo non è che ai maschi comincerà ad essere dato un utero tutto loro, ma spesso si parla di liti familiari in cui il maschio vuole rimanere a casa con i figli e che la moglie vada pure a lavorare...

comunque anche le categorie tradizionali non sono da sottovalutare: da un lato ci sono immagini femminili tradizionali* ad esempio della tragedia, in cui la donna è vile ma violentissima quando costretta, egoista, vendicativa, approfittatrice ecc.
se però ad esempio guardiamo la commedia (aristofane in testa) la donna non perde le sue caratteristiche negative, ma a queste vengono affiancate doti che le rendono persone umanamente ammirevoli pur nel loro ruolo**. si sottolinea pure la nobiltà e la difficoltà del compito di portare avanti la casa: nella visione "tradizionale" e maschilista della famiglia il maschio si limita a fare da erario e da ministero della difesa, il resto delle funzioni di "governo" sono state da sempre affidate alle donne.

e qui veniamo al sodo: è giusto considerare la donna inferiore solo perchè nella storia, piuttosto che governare in una persona un'intera nazione, ha retto diffusamente la società?

o forse ci siamo dimenticati che la complementarietà dei generi esiste da quando esiste la coscrizione? (uomini al fronte, donne alla sussistenza e in appoggio alle retrovie)

*faccio riferimento all'epoca classica perchè è il momento in cui lo stereotipo femminile negativo conosce l'inizio del suo acme, pertanto le visioni successive non possono essere più di tanto differenti negli elementi fondamentali, a mio parere.

** penso alla commedia "la pace" in cui le donne, stanche di vedere i loro uomini e figli massacrarsi tra loro, si accordano per ritirarsi in un tempio e compiere uno sciopero molto particolare.
rimane l'astuzia e il ricatto, ma si aggiunge l'inventiva e la nobile finalità

lowenz
21-01-2010, 16:05
il test preliminare che le differenzia è per caso questo?

http://duensch.org/xr/gimpel/EthernetKiller.jpg
Devo regalarlo a qualcuno :asd:

No il test è "quanti voti hai senza la lode e quanti secondi dedichi a cose non inerenti al lavoro" :D

1-600 fa da soglia :p

girodiwino
21-01-2010, 16:54
Devo regalarlo a qualcuno :asd:

No il test è "quanti voti hai senza la lode e quanti secondi dedichi a cose non inerenti al lavoro" :D

1-600 fa da soglia :p

Ah beh quella si che è vita... a questo punto vai a giocare 20 ore al giorno a wow

cdimauro
22-01-2010, 07:34
Potrebbe anche essere una questione di cultura, ovvero è la società che spinge in questa direzione.
Se non erro ci sono studi che affermano che le donne primitive cercavano uomini grassi per tirar sù "famiglia". Questo perché un uomo grasso incarnava l'abbondante disponibilità di cibo e, quindi, maggiori probabilità di sopravvivenza.

La società è cambiata molto da allora, ma come vedi rimane il fattore comune (donna che cerca uomo con migliore posizione).
No. Su questo c'ha ragione: la disparità nella direzione degli assegni di mantenimento (che io comunque ritengo una cosa abominevole) è una diretta conseguenza della disparità degli stipendi, visto che, seppur sbagliata, quella sugli assegni di mantenimento è una delle poche leggi che non fa differenza tra uomini e donne.
Ci sono leggi per la discriminazione: basta richiederne l'applicazione.

Ed eliminiamo quest'assegno di mantenimento, che già il solo nome è tutto un programma.
Direi che è colpa principalmente di chi cerca una moglie che faccia la casalinga. Io scapperei a gambe levate da una che mi dicesse di voler fare la donna di casa. :p
Oggi è difficile che una donna voglia fare la casalinga e basta. Più o meno tutte cercano lavoro. Però, a conti fatti, all'assegno di mantenimento in caso di separazione "stranamente" non rinunciano.

CYRANO
22-01-2010, 07:38
Se non erro ci sono studi che affermano che le donne primitive cercavano uomini grassi per tirar sù "famiglia". Questo perché un uomo grasso incarnava l'abbondante disponibilità di cibo e, quindi, maggiori probabilità di sopravvivenza.



stessa cosa succede anche in qualche tribu' africana al giorno d'oggi...



C;sa;,s;,d;,s

Insert coin
22-01-2010, 07:58
Secondo me dovrebbero cambiare il nome, da Ministero delle Pari Opportunità, a quello della Propaganda Femminista.

In Svezia pare si stia giungendo a livelli allucinanti, ho letto che alcune hanno proposto l'abolizione degli orinali a muro dai bagni maschili pubblici perché richiamerebbero alla memoria un ideale "machista" e sarebbero quindi "degradanti" per le donne, quindi tutti a pisciare dentro (io lo faccio da sempre ma per motivi di riservatezza...) e possibilmente SEDUTI (e qui manco morto mi vedrebbero poggiare le sacre chiappe su un cesso pubblico, per quanto pulito)....

girodiwino
22-01-2010, 08:07
In Svezia pare si stia giungendo a livelli allucinanti, ho letto che alcune hanno proposto l'abolizione degli orinali a muro dai bagni maschili pubblici perché richiamerebbero alla memoria un ideale "machista" e sarebbero quindi "degradanti" per le donne, quindi tutti a pisciare dentro (io lo faccio da sempre ma per motivi di riservatezza...) e possibilmente SEDUTI (e qui manco morto mi vedrebbero poggiare le sacre chiappe su un cesso pubblico, per quanto pulito)....

questi secondo me sono deliri di rimbalzo: mettersi pure a ragionare sulle "discriminazioni" operate dalla natura è di un'idiozia evidente a chiunque.

proposta: invece che togliere gli orinali da noi, perchè non metterli nei cessi femminili e dotare le utenti del cono che serve per farla in piedi?:ciapet:
invece che portare la parità verso il basso sarebbe ora di permettere alle donne di provare l'ebbrezza della pisciata in piedi...
che poi non si lamentino se i maschi, vedendo una donna farla in posizione eretta, rispettosamente e con le spalle rigorosamente al muro si defili.

ilguercio
22-01-2010, 11:30
il test preliminare che le differenzia è per caso questo?

http://duensch.org/xr/gimpel/EthernetKiller.jpg




WTF?!?!?:asd: