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View Full Version : Accordo politico nella maggioranza: si torna al proporzionale!


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andreamarra
15-09-2005, 01:18
si ma qua http://www.forza-italia.it/sms.htm ho letto praticamente tutti i messaggi... ne ho trovato UNO che dice che è un bene e che rivoterà berlusconi.

ora sinceramente non capisco: ma il forum di FI è frequentato da forzisti o è stato preso d'assalto da persone che votano altro? :confused: ??

tatrat4d
15-09-2005, 01:25
si ma qua http://www.forza-italia.it/sms.htm ho letto praticamente tutti i messaggi... ne ho trovato UNO che dice che è un bene e che rivoterà berlusconi.

ora sinceramente non capisco: ma il forum di FI è frequentato da forzisti o è stato preso d'assalto da persone che votano altro? :confused: ??

più semplice: Berlusconi ha fatto una cavolata :D

andreamarra
15-09-2005, 01:42
più semplice: Berlusconi ha fatto una cavolata :D

:D

si ma di cavolate, per quanto mi riguarda, ne ha fatte molte e di ben peggiori. eppure i sostenitori l'hanno sempre protetto a spada tratta, anche di fronte a situazioni imbarazzantissime.

sicuri che si postano persone che votano realmente Berlusconi :fagiano: ???

tatrat4d
15-09-2005, 01:54
:D

si ma di cavolate, per quanto mi riguarda, ne ha fatte molte e di ben peggiori. eppure i sostenitori l'hanno sempre protetto a spada tratta, anche di fronte a situazioni imbarazzantissime.

sicuri che si postano persone che votano realmente Berlusconi :fagiano: ???

sì, quasi tutti elettori di FI.
Cmq questa è troppo grossa:
1) accetti il proporzionali;
2) cambi le regole a partita iniziata;
3) cedi all'udc

Mi sarei stupito di una reazione diversa.

LittleLux
15-09-2005, 08:07
Due interessanti articoli tratti dal corriere, il primo ad opera di Sartori il quale spiega dove sia in realtà l'inghippo, il secondo di Stella che ci dice circa le alterne fortune dei sistemi elettorali nei desideri dei politici, segnatamente quelli di cdx:


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/09_Settembre/15/sartori.shtml


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/stella.shtml


Ci aggiungo anche questo, stavolta di Buzzanca (non il comico:D) su Repubblica:


http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto/sondaggio/sondaggio.html

onesky
15-09-2005, 09:47
http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/politica/1.jpg

parax
15-09-2005, 10:03
Dall'atteggiamento degli esponenti della cdl si capisce che questa legge non passerà mai, credo che neanche ci arrivi in parlamento, hanno tirato la bomba ma hanno trovato un muro davanti, ieri Tvemonti da Vespa sembrava un agnellino, spiegava buonino buonino e pieno di educazione e buoni propositi la proposta della LEGGE TRUFFA. Della serie c'hanno provato. :nonsifa:

jumpermax
15-09-2005, 10:22
Due interessanti articoli tratti dal corriere, il primo ad opera di Sartori il quale spiega dove sia in realtà l'inghippo, il secondo di Stella che ci dice circa le alterne fortune dei sistemi elettorali nei desideri dei politici, segnatamente quelli di cdx:


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/09_Settembre/15/sartori.shtml


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/stella.shtml


Ci aggiungo anche questo, stavolta di Buzzanca (non il comico:D) su Repubblica:


http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto/sondaggio/sondaggio.html
a sartori insomma piacerebbe un proporzionale semplice, bah... voti un partito e poi in parlamento fanno le alleanze come meglio credono... bel risultato.

LittleLux
15-09-2005, 10:26
a sartori insomma piacerebbe un proporzionale semplice, bah... voti un partito e poi in parlamento fanno le alleanze come meglio credono... bel risultato.

Oddio, non ha detto esattamente quello. Francamente non mi pare abbia espresso una personale preferenza. Il taglio dell'articolo mi pare impostato principalmente alla critica tecnica.

DeusEx
15-09-2005, 10:41
Dall'atteggiamento degli esponenti della cdl si capisce che questa legge non passerà mai, credo che neanche ci arrivi in parlamento, hanno tirato la bomba ma hanno trovato un muro davanti, ieri Tvemonti da Vespa sembrava un agnellino, spiegava buonino buonino e pieno di educazione e buoni propositi la proposta della LEGGE TRUFFA. Della serie c'hanno provato. :nonsifa:

Ora che ci hanno provato... se avessero davvero a cuore gli interessi del paese e fossero coerenti con quello che hanno sempre detto AN e FI, potrebbero cercare l'accordo con DS e Margherita per cancellare la quota proporzionale... perchè come scrive Sartori:
"Partitini che per salvarsi da una riforma elettorale che li farebbe sparire sono pronti a spaccare tutto, ivi incluso il governo nel quale siedono. Il fatto è, allora, che una riforma elettorale può essere fatta in Italia soltanto sotto elezioni. E’ la nostra unica «finestra di opportunità ». Perché sotto elezioni la pistola dei partitini diventa scarica. Sotto elezioni il governo è a termine, i partitini-ricatto non lo possono far cadere perché decade da sé"
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/09_Settembre/15/sartori.shtml

Ma ormai chi ci spera più :rolleyes:

onesky
15-09-2005, 10:42
a sartori insomma piacerebbe un proporzionale semplice, bah... voti un partito e poi in parlamento fanno le alleanze come meglio credono... bel risultato.
e dove lo hai letto scusa? Sartori si è sempre schierato per il maggioritario a doppio turno. E infatti lo ribadisce "Anche se il proporzionalismo non ci piace, non è lecito condannarlo dicendo sciocchezze..."

in quell'articolo poi demolisce la proposta che hanno presentato perchè:

".. il premio di maggioranza rende invece necessaria una coalizione elettorale preventiva. Ma in tal caso la soglia di sbarramento diventa inefficace (vedi la Grecia dove tutti gli sbarramenti, anche altissimi, sono stati scavalcati e aggirati dalle alleanze elettorali). Oppure si deve prevedere — e questo è il nostro caso—che i partiti che non arrivano al 4% del voto perdano il loro voto. La trovata è astuta ma sporchissima. Stante il fatto che il centrosinistra è più frammentato del centrodestra, i contabili del Polo prevedono che con questa furbata i partitini della sinistra faranno perdere all’Unione un 9-10% del suo voto complessivo, mentre Berlusconi riacchiapperà anche Alessandra Mussolini e non manderà al macero neanche un voto."

"se l’Unione ottenesse il 52% del voto e ne perdesse, grazie ai suoi partitini eliminati dallo sbarramento, un 10%, allora l’Unione scenderebbe al 42% e perciò il Polo vincerebbe l’elezione e il premio di maggioranza con il 44% dei consensi. "

la proposta di Sartori per una nuova legge elettorale in Italia:

La proposta Sartori. Doppio turno di collegio: è l'ipotesi messa a punto dal politologo Giovanni Sartori e adottata da Massimo D'Alema quando era segretario dei Ds. Lo scontro della seconda tornata rimane all'interno dei singoli collegi senza allargarsi sul piano nazionale. Il Parlamento viene eletto con un sistema maggioritario a doppio turno, in cui il numero dei parlamentari equivale a quello dei collegi. Vince al primo turno il candidato che ottiene il 51 per cento dei voti. Se non lo ottiene nessuno, si torna a votare per i quattro partiti che hanno conquistato il maggior numero di voti oppure (proposta D'Alema) per tutti quelli che hanno superato la soglia del sette per cento. Tra i partiti che hanno diritto ad andare al ballottaggio, alcuni possono decidere di rinunciare e invitare il loro elettorato a votare per il candidato politicamente più vicino. I partiti che "desistono" hanno diritto a dividersi un premio, che consiste nel recupero proporzionale del 10-15 per cento dei seggi.
La critica. I sostenitori del doppio turno di collegio sottolineano la forza "stabilizzatrice" di esso, dal momento che consente alla coalizione vincente di contare su un'ampia maggioranza. I partiti minori, però, temono che, nonostante il premio di desistenza, finirebbero per scomparire. Particolarmente critici sono Popolari e Verdi. Da parte sua, il centrodestra lo teme a causa dell'effetto Lega: in tutto il Nord, infatti, il Polo teme alleanze centrosinistra-Carroccio al secondo turno che permetterebbero all'attuale maggioranza di partire avvantaggiata.
(Aprile 1999)

onesky
15-09-2005, 10:51
Andrebbe comunque precisato che gli ulivisti che ora s'indignano sono strutturalmente favorevoli al proporzionale e lo hanno più e più volte sottolineato e confermato. Anch'essi gradirebbero che il cittadino votasse e poi poter fare del voto ciò che loro parrà, ovviamente per loro, più conveniente.

non credo proprio.. nel 2000 avevano presentato la proposta D'Alema di maggioritario doppio turno che hanno ritirato per l'opposizione del polo.

DeusEx
15-09-2005, 10:58
Andrebbe comunque precisato che gli ulivisti che ora s'indignano sono strutturalmente favorevoli al proporzionale e lo hanno più e più volte sottolineato e confermato. Anch'essi gradirebbero che il cittadino votasse e poi poter fare del voto ciò che loro parrà, ovviamente per loro, più conveniente.
DS e Margherita hanno sempre voluto il maggioritario,
invece i partitini più rifondazione il proporzionale

onesky
15-09-2005, 11:07
Ovviamente maggioritario a doppio turno per fagocitare i voti dei partitini, se questo non è opportunismo della stessa Acqua di quello udc.........!!!!!!.

Ciao
allora evviva i partitini ricattatori?
questo è l'italiano..sempre e cmq insoddisfatto.

onesky
15-09-2005, 11:09
P.S. La proposta è stata avanzata soltanto perchè ritenevano di poterne trarre un vantaggio. e se così non è spiegami perchè non hanno proposto un maggioritario, concordo con Pannella in questo, secco all'inglese. Troverai molto difficile il farlo come troverebbe difficile chiunque trovare giustificazioni, per le medesime ragioni, all'indecente proposta, un referendum ha sancito il maggioritario ed un referendum soltanto può autorizzare un diverso sistema, dei soliti democristiani.

leggi sopra - proposta Sartori maggioritario doppio turno - troverai le mie ragioni condivise.

h3llokitty
15-09-2005, 11:09
mi spiegate che non ho capito.. (vivo in olanda ora...) ma sta legge e' passata...siamo tornati al proporzionale?

DeusEx
15-09-2005, 11:14
Ovviamente maggioritario a doppio turno per fagocitare i voti dei partitini, se questo non è opportunismo della stessa acqua di quello udc.........!!!!!!.

Ciao

P.S. Non ci vorrebbe poi molto, dopo aver ottenuto il risultato voluto, a ripristinare un modo proporzionalista di assegnare i seggi in modo da poter mandare i fedelissimi al parlamento oppure per poter accontentare i leader dei partitini con posti nelle istituzioni.

Se i partiti più grandi (di entrambe le parti) eliminassero il proporzionale passando a maggioritario secco o a doppio turno (per me è uguale) non sarebbe che un bene... il motivo per cui lo farebbero per me passerebbe in secondo piano
E poi non penso che una volta fatto il passo si tornerebbe indietro (ci sarebbe sempre chi si opporrebbe)
Ciao :)

DeusEx
15-09-2005, 11:17
mi spiegate che non ho capito.. (vivo in olanda ora...) ma sta legge e' passata...siamo tornati al proporzionale?
Per fortuna no, c'è stata solo la presentazione della legge in parlamento

zerothehero
15-09-2005, 11:26
Sartori non lo voglio neppur sentir respirare, io lo considero una marionetta di cui tirano i fili poteri nascosti e mote sue dichiarazioni lo provano senza ombra di dubbio, e tantomeno posso apprezzare sue proposte che valuto sempre volte all'avvantaggiare i suoi burattinai occulti.

Ciao

Scusami ma questa è una sciocchezza..Sartori è IL politologo di fama internazionale per eccellenza..insegna negli USA, le sue terie politiche sono tra le più ascoltate e studiate (come quella della polarizzazione) nelle facoltà non solo in Italia, ma in tutto il mondo..
Si può non essere d'accordo nel merito delle sue proposte, ma squalificarlo come un burattino è in tutta onestà una sciocchezza.

prio
15-09-2005, 11:26
Non ancora per fortuna e forse neppure passerà, speriamo, mai.Per ora è solo la solita proposta indecente dei soliti democristiani, a loro vantaggio va ammesso che sono gli unici ad essere coerenti tra comportamento ed obiettivi, indecenti.

Diamo a Cesare quel che e' di Cesare: se la proposta viene dall'UDC, ma non mi pare che FI e Lega l'abbiano sdegnosamente respinta, anzi. ;)

Se non passerà non sarà perchè gli altri non lo vorrebbero ma solamente perchè esiste chi ci perderebbe, se volessimo fare qualcosa di utile dovremmo introdurre il maggioritario secco all'inglese ove tutti sarebbero penalizzati ma proprio per questo non avverrà mai, troppi sono avvinti alle loro poltrone come l'edera e come l'edera moriranno piuttosto di lasciarla.
Ciao

Maggioritario all'inglese in Italia e' IMHO follia. Volenti o nolenti, l'Italia e' un paese di indole "proporzionale". E dovrebbe essere la legge elettorale ad adattarsi al paese, non viceversa. L'unica cosa che ha prodotto il passaggio al maggioritario e' stato un sistema bipolare, ma nel senso medico del termine.

nb Anch'io ho votato per il maggioritario nel referendum
nbb Visti tempi e modi sono assolutamente contrario ad un cambio fatto ora.

DeusEx
15-09-2005, 11:32
La soluzione migliore sarebbe il maggioritario secco all'inglese, allora si che il paese inizierebbe a funzionare come dovrebbe. Il doppio turno permetterebbe ai soliti opportunisti di saltare sul carro del vincitore in cambio di vantaggi condizionando, anche se apparentemente in misura inferiore, l'agire del vincente e ciò non deve essere permesso.

Basta mantenere lo sbarramento in maniera tale che si formino due o al massimo tre partiti

P.S. Tu allora credi nel fine che giustifica i mezzi ?.
No ma in Italia è impossibile mettere tutti d'accordo... però sommando le percentuali dei quattro partiti più grandi (DS, Margherita, FI, AN) si arriva a quasi il 70% (che mi sembra più che sufficiente per dire che sarebbe largamente condivisa)
Nota che i partiti sarebbero di entrambi gli schieramenti che per me è IL requisito FONDAMENTALE
Ciao :)

LittleLux
15-09-2005, 11:39
Mi viene da pensare che, dopotutto, il proporzionale non sia nemmeno il reale obbiettivo dei coniglietti ruggenti dell'UDC, e che davvero nella maggioranza siano in uno stato confusionario come mai prima d'ora. Aò, nun ce se capisce niente, peggio che ai tempi della DC.:asd:


Follini contro Fini per lo stop al ritorno al sistema proporzionale
"Rammaricato dai suoi ostacoli, ma se ne assume le responsabilità"
Legge elettorale, scintille tra Udc e An
"Quante insidie, altro che alleati"


ROMA - Tensione alle stelle tra Udc e An. Il segretario dei centristi Marco Follini ha replicato duramente stamane alle affermazioni di Fini contrarie alla riforma delle legge elettorale. Follini si è detto "rammaricato dal comportamento di qualche alleato" e ha ironizzato sul fatto che il presidente di Alleanza nazionale si sia scoperto "strenuo sostenitore" della devolution.

"Sono rammaricato - ha commentato - che qualche nostro alleato ponga insidie e difficoltà lungo questo cammino. Ovviamente se ne assumono tutta la responsabilità". "Sono contento - ha aggiunto Follini - che la devolution abbia trovato nell'onorevole Fini uno strenuo e fiero avvocato promotore".

Il leader dell'Udc è tornato poi a difendere la sua scelta proporzionalista nel merito, spiegando che si tratta di un "sistema tradizionale che si modernizza". "La proporzionale - ha insistito - non è nè un colpo di Stato né un tuffo nel Medioevo: è un'idea e sulle idee ci si confronta, si discute" ma non "in un clima da guerra di religione".

L'Unione però sembra decisa ad andare avanti nei suoi propositi di ferma opposizione anche attraverso lo strumento parlamentare dell'ostruzionismo. Tattica perfettamente riuscita anche stamane, prima alla Camera e poi al Senato. A Montecitorio, al primo voto della giornata, il centrosinistra è riuscito a far mancare (per cinque deputati) il numero legale. La votazione riguardava un emendamento al testo sull'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. Lavori sospesi per mancanza del numero legale in mattinata anche a palazzo Madama dove era in discussione il ddl sul risparmio.

(15 settembre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto2/leggeletto2/leggeletto2.html

P.S.: di Berlusconi si dice si sia datto alla macchia nel delta devastato del Missisipi. :sofico:

IpseDixit
15-09-2005, 11:41
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/follini.shtml

Oltre tutto Fini vuole la devolution sapendo benissimo che ha poche probabilità di passare il referendum.

prio
15-09-2005, 11:50
E tu credi che basti il fatto che la lega non sia contraria a farmelo digerire ?, se è cosi ti sbagli e non di poco ma almeno la lega ha avuto il "pudore" di non fare proposte indecenti in un momento che le rende ancor più indecenti. Apprezzo Fini in quersto risvolto perchè ha detto chiaro e tondo che non se ne può parlare se non vanno in porto le modifiche costituzionali con devolution e norme antiribaltone, senza queste sarebbe un ritorno incondizionato ai riti tipici della prima repubblica e ciò non sarebbe, da parte mia almeno , assolutamente tollerabile.

No, non dico che tu la digerisca per questo.
Quel che notavo pero' e' che nell'attribuire le responsabilita' le dai esclusivamente all'UDC che, seppur promotori, hanno trovato consensi anche negli altri partiti della maggioranza. Le dichiarazioni di Calderoli al riguardo sono un qualcosa di scandoloso.


L'indole proporzionale non esiste e se esiste esiste perchè è l'indole alla raccomandazione ed alla furbata, che un simile sistema renderebbe assai più difficoltosa, a renderlo popolare.

Hai voglia se esiste un'indole proporzionale... non lo dico io, lo dicono le elezioni. Abbiamo 6-7 partiti sopra il 5%, 4 sopra il 10%.. se non e' "indole proporzionale" questa..

Passare al maggioritario secco al primo turno otterrebbe di far mutare, pur nel medio/lungo periodo, attitudini ed abitudini agli italiani e non sarebbe successo di poco conto.
Ciao

Puo' essere. Ed e' quello che speravo anni addietro.
Ma nel brevo/medio periodo il primo effetto sarebbe di avere una _alta_ percentuale di italiani non rappresentati in parlamento, cosa per me impensabile.

LittleLux
15-09-2005, 11:56
Tutto sommato, forse il sitema che meglio si adeguerebbe all'Italia è il sistema per l'elezione dei sindaci nelle città con oltre 15.000 abitanti.

Comunque, continua l'ostruzionismo, efficace, dell'opposizione. Certo che vedere una maggioranza che ha, almeno sulla carta, 100 parlamentari di maggioranza, non essere in grado nemmeno di far rispettare il numero legale, da da pensare.


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/camera.shtml


L'Unione non entra in Aula. Deputati Cdl insufficienti, seduta sospesa
Camera, anche oggi manca il numero legale
Continua il boicottaggio dei lavori parlamentari per protesta contro la proposta della maggioranza di rivedere la legge elettorale


ROMA - Continua l'ostruzionismo del centrosinistra e la Cdl si scopre ancora una volta non in grado di garantire da sola il numero legale nell'aula di Montecitorio. In mattinata la seduta alla Camera è stata subito sospesa: al primo voto della giornata, è mancato - per cinque deputati - il numero legale. L'opposizione non è entrata in aula, mantenendo così il proposito di boicottare i lavori parlamentari come forma di protesta per la decisione della maggioranza di cambiare la legge elettorale a pochi mesi dal voto.
La votazione era su un emendamento al testo sull'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. La seduta è stata sospesa per un'ora, poi la presidenza ritroverà a fare l'appello. Nella giornata di mercoledì il numero legale era mancato per cinque volte.
15 settembre 2005

prio
15-09-2005, 12:05
Certo non condivido il suo punto di vista ma, lo ripeto, almeno hanno avuto il pudore di non proporre indecenze in un momento che le rende ancor più indecenti.

L'hanno solo solo fatta loro. Non so cos'e' piu' indecente, se avere un'idea, per quanto sballata, da sempre o farla propria per convenienza del momento.

Ovvio, il vizietto della furbata e della raccomandazione è tanto più accessibile tanti più partiti e partitini infestano le istituzioni ma non è indole proporzionale ma opportunismo della più bell'acqua.

Io non conosco poi cosi' tante persone che hanno avuto vantaggi dal votare questo o quel partito.

Se è un sacrificio che otterrebbe, come è mia sensazione fortissima, che otterrebbe di spingere la mentalità in una direzione tale da fermare l'impoverimento intellettuale italico ed invertirne la tendenza mi pare che il gioco valga abbondantemente la candela.

Punti di vista, per me lasciare il 30% e piu' (ma con un maggioritario secco la percentuale salirebbe di molto) del paese fuori dal parlamento e' decisamente improponibile.

Comunque si potrebbe ovviare a questo tramite un vero federalismo, nell'ambito del quale ogni istanza troverebbe rappresentanza nei governi locali.
Ciao

Col federalismo il discorso cambierebbe in toto.
Ma prima bisognerebbe discutere di come debba essere implementato, questo federalismo.

DeusEx
15-09-2005, 12:06
Se credi sia sufficiente allora sei uno dei più illustri ottimisti che mi sia mai accaduto di incontrare.

Se metti uno sbarramento al 6% rimangono quattro partiti (Rifondazione e UDC non credo proprio che andrebbero a rischiare la sorte) che potrebbero dare luogo a CDL e Unione o rimanere separati ... ma se anche rimangono separati cosa vuoi che cambi ?
EDIT: Comunque anche io preferisco il turno unico


Largamente condiviso cosa ?, ma sei a conoscenza di come voti almeno il 60%, se non ancor di più, degli italiani e di come "scelgano" partito e candidati ?. Se tu ne fossi al corrente non parleresti di condivisioni al 70% ma solo di voti, la maggior parte dei quali assegati per abitudine, tradizioni famigliari, clientelismi etc etc, di cui un partito si fregia ma non puoi psarlare di consenso informato se non per il 30% dei votanti.

Se ci mettiamo a fare questi discorsi non se ne esce più.
Io ho semplicemente sommato le percentuali dei quattro partiti più grandi e viene circa il 66%.
Poi quando le persone vanno a votare dovrebbero andarci secondo la propria coscienza e il proprio credo,non per ricevere favoritismi: se non lo fanno sono problemi loro (compreso il caso in cui non vanno a votare visto che è l'unico modo che abbiamo per dire la nostra e contare qualcosa).

Comunque c'è un detto che dice "ogni popolo si merita i governanti che ha" (d'altronde li elegge)
Ciao

nothinghr
15-09-2005, 12:12
Non penserete mica che a FI glieni freghi niente di questa discussione fra proporzionale e maggioritario?? Siete tutti a esaminare pregi e difetti dell'uno e dell'altro sistema, pregi e difetti che ogni politico conosce ma il succo dell questione tanto è solo uno: come voglion ocalcolare il premio di maggioranza è una TRUFFA degna di un regime nordafricano! Hanno guardato i sondaggi e qualche genio (presumo vicino al premier) ha aggiunto questa genialata! Beh se passa prepariamoci alla guerra civile

zerothehero
15-09-2005, 12:31
Sciocchezza è credere che un Sartori, come lui tutti coloro che ricoprono simili posizioni, siano dei liberi pensatori indipendenti, è una illusione puramente utopistica contraddetta, sempre che qualcuno si prenda la briga di analizzarli, dai fatti.

Ciao

Io prendo atto che è troppo comodo squalificare un politologo di fama internazionale come persona, lo si faccia sul merito delle sue proposte e non si attacchi la persona per squalificare indirettamente le sue proposte.
Sartori non ricopre delle cariche politiche ed è quindi un pensatore indipendente (anche se avrà le sue idee ovviamente).
E' un vizietto che non sopporto..

DeusEx
15-09-2005, 12:40
Certamente i tuoi calcoli aritmetici sono esatti ma per chiamare voto quello di molti italici occorre una buona volontà di estensioni bibliche. Sono problemi anche nostri, il fatto che certi partiti possa contare su di uno "zoccolo duro" costituito da fedeli manco fossero religioni non è certo un viatico alla "normalizzazione" del paese, forse villaggio sarebbe più calzante, italia.

Eh lo so... ma alla fin fine i voti che prendono i partiti quelli sono e solo su quelli ci si può basare, su che altro se no? :confused:
E poi lo zoccolo duro è da tutte e due le parti
ciao

DeusEx
15-09-2005, 12:43
ROMA - Continua l'ostruzionismo del centrosinistra e la Cdl si scopre ancora una volta non in grado di garantire da sola il numero legale nell'aula di Montecitorio. In mattinata la seduta alla Camera è stata subito sospesa: al primo voto della giornata, è mancato - per cinque deputati - il numero legale. L'opposizione non è entrata in aula, mantenendo così il proposito di boicottare i lavori parlamentari come forma di protesta per la decisione della maggioranza di cambiare la legge elettorale a pochi mesi dal voto.
La votazione era su un emendamento al testo sull'inappellabilità delle sentenze di proscioglimento. La seduta è stata sospesa per un'ora, poi la presidenza ritroverà a fare l'appello. Nella giornata di mercoledì il numero legale era mancato per cinque volte.
15 settembre 2005
Bene bene se continua così tra poco la ritirano quell'obbrobrio di legge :)

DeusEx
15-09-2005, 14:02
Anche Ciampi interviene sull'argomento:
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto2/ciampiele/ciampiele.html


Il capo dello Stato: "Non ci si perda dietro a piccole dispute
e si guardi avanti: il passato era molto peggio del presente"
Riforme, il monito di Ciampi
"La politica non guardi indietro"
Il presidente lancia anche un messaggio implicito verso Bankitalia
"La rettitudine dei comportamenti sono la base delle istituzioni"


Carlo Azeglio Ciampi

TERAMO - Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in visita ufficiale in Abruzzo, pensa alla polemica sulla riforma della legge elettorale e ammonisce: "La politica non guardi al passato". Il riferimento all'intenzione della maggioranza di eliminare il maggioritario non è esplicito, ma comunque è diretto. Il capo dello Stato esprime a voce la preoccupazioni che nei giorni scorsi erano filtrate dalle mura del Quirinale.

"Gli uomini che hanno oggi la responsabilità delle istituzioni di governo", spiega il capo dello Stato di fronte alle autorità della Regione Abruzzo e della Provincia di Teramo, "non devono perdersi in piccole dispute. Guardate lontano, nello spazio e nel tempo, senza paura, senza sterili nostalgie di un passato che era molto peggiore del presente".

Ma la preoccupazione per lo scenario politico non è la sola. Dice Ciampi: "La rettitudine dei comportamenti, il rispetto dei valori etici e deontologici sono in qualsiasi stato di diritto la base di una ordinata convivenza civile per il bene delle istituzioni, per il benessere e il progresso dei cittadini. Nella vita di ognuno di noi questi valori debbono sempre prevalere". Un passaggio in cui non è difficile vedere un riferimento anche alle recenti vicende della Banca d'Italia.

Il presidente ha poi accompagnato questi due messaggi con con altre considerazioni. Ha ricordato le responsabilità che tutte le istituzioni hanno nei confronti dei giovani, che devono "dare una risposta alla domanda di valori, di certezze che viene da loro". Tra l'altro i giovani chiedono, ha aggiunto Ciampi, "che sia creato un quadro istituzionale ed economico sano, non soltanto italiano ma europeo e globale", e chiedono anche "gli strumenti per operare nei vasti spazi in cui sanno che dovrà svolgersi la loro vita di lavoro, spazi che non sono quelli ben più ristretti che erano il naturale orizzonte dei giovani della mia generazione".

"Dopo aver creato questi più vasti orizzonti gli uomini che hanno oggi la responsabilità delle istituzioni di governo, locali, nazionali, europee, ed anche globali, non debbono perdersi in piccole dispute".

Dopo l'invito a non voltare la testa all'indietro, a un passato "molto peggiore del presente", il presidente della Repubblica ha aggiunto: "La realtà e lo spirito del nostro tempo non invitano certo a restringere, ma semmai ad allargare ancora, con coraggio e lungimiranza l'orizzonte della nostra vita, della vita dei nostri figli".

(15 settembre 2005)

DeusEx
15-09-2005, 14:18
Lascia perdere il CAC, è un esempio di come partendo da sevitori dei poteri finanziari, è stato governatore di bankitalia che pure allora era di proprietà delle banche e quindi era lui stesso un impiegato al soldo dei banchieri, e ben servendoli si possa venir compensati con onori e cariche fino a giungere ad occupare il quirinale.

Per me è l'uomo più rispettabile d'Italia e niente mi farà cambiare idea.
Toccami tutti i politici se vuoi, ma lui proprio no

Ciao

h3llokitty
15-09-2005, 14:48
Per fortuna no, c'è stata solo la presentazione della legge in parlamento

per fortuna se passa e riva su non torno + in Italia :muro:

IlCarletto
15-09-2005, 14:57
soltanto per capire bene:
il parlamento (cioè.. CDL la maggioranza) sta discutendo per "ritornare" al proporzionale, mandando a fare in cul0 il referendum nel quale gli italiani decisero per il maggioritario.

è giusto?

Lucio Virzì
15-09-2005, 15:00
soltanto per capire bene:
il parlamento (cioè.. CDL la maggioranza) sta discutendo per "ritornare" al proporzionale, mandando a fare in cul0 il referendum nel quale gli italiani decisero per il maggioritario.

è giusto?

La accendiamo... :rolleyes:

IlCarletto
15-09-2005, 15:04
...ok... non voterò mai più...

anche se non dovesse passare, è una cosa di cui nn si dovrebbe neanche discutere. invece...

thnks4 the info :D

andreamarra
15-09-2005, 15:25
...ok... non voterò mai più...

anche se non dovesse passare, è una cosa di cui nn si dovrebbe neanche discutere. invece...

thnks4 the info :D

oppure puoi sempre votare per chi fa barricate affinchè non passi questo scempio di legge truffaldina :D... :fiufiu:

DeusEx
15-09-2005, 15:40
Non vorrei toccarti l'icona ma se fai mente locale a chi è e da dove proviene la sua rispettabilità diviene più apparenza che realtà......
Non condivido minimamente e comunque le persone si giudicano non per il fatto che provengono da...., ma per quello che fanno e io non ho mai avuto praticamente nulla da obiettare su tutto ciò che ha fatto o detto.
Comunque chiudiamo questo discorso che non c'entra nulla con il Topic
ciao

onesky
15-09-2005, 17:55
Sartori non lo voglio neppur sentir respirare, io lo considero una marionetta di cui tirano i fili poteri nascosti e mote sue dichiarazioni lo provano senza ombra di dubbio, e tantomeno posso apprezzare sue proposte che valuto sempre volte all'avvantaggiare i suoi burattinai occulti.

Ciao
ah ecco perchè si studia all'università... :doh:

LittleLux
15-09-2005, 18:14
Ultime nuove:


Intervista del premier a Panorama
«Basta polemiche o andremo da soli»
Ultimatum di Berlusconi agli alleati: «Koizumi docet, o tutti uniti o Forza Italia farà corsa a sé»


ROMA - La Casa delle libertà deve presentarsi unita alle elezioni e se questo non sarà possibile, Forza Italia correrà da sola.

A lanciare la minaccia è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una dichiarazione rilasciata al quotidiano Panorama in edicola giovedì e anticipata alle agenzie.

«E' vero che alcune fibrillazioni offrono uno spettacolo di una coalizione che non sa stare insieme ma io ripeto, ancora una volta, che alle elezioni politiche del 2006 dovremmo andare tutti uniti. Se così non fosse, prima o poi diremmo: grazie, ma andiamo da soli. Koizumi docet», ha detto il presidente del consiglio. Che aggiunge: «Forza Italia ha mostrato fin qui un grande senso di responsabilità e una infinita pazienza, anche a costo di una perdita di immagine. L'interesse dell'Italia e degli italiani viene prima delle beghe politiche».
15 settembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/berlu.shtml

Ovviamente non lo farà mai. Mente sapendo di mentire.:D

DeusEx
15-09-2005, 19:49
Ultime nuove:


Intervista del premier a Panorama
«Basta polemiche o andremo da soli»
Ultimatum di Berlusconi agli alleati: «Koizumi docet, o tutti uniti o Forza Italia farà corsa a sé»


ROMA - La Casa delle libertà deve presentarsi unita alle elezioni e se questo non sarà possibile, Forza Italia correrà da sola.

A lanciare la minaccia è il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una dichiarazione rilasciata al quotidiano Panorama in edicola giovedì e anticipata alle agenzie.

«E' vero che alcune fibrillazioni offrono uno spettacolo di una coalizione che non sa stare insieme ma io ripeto, ancora una volta, che alle elezioni politiche del 2006 dovremmo andare tutti uniti. Se così non fosse, prima o poi diremmo: grazie, ma andiamo da soli. Koizumi docet», ha detto il presidente del consiglio. Che aggiunge: «Forza Italia ha mostrato fin qui un grande senso di responsabilità e una infinita pazienza, anche a costo di una perdita di immagine. L'interesse dell'Italia e degli italiani viene prima delle beghe politiche».
15 settembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/15/berlu.shtml

Ovviamente non lo farà mai. Mente sapendo di mentire.:D

Mi domando se ci passa le notti in bianco per queste trovate.... secondo me si :eek:

onesky
16-09-2005, 09:08
mi dici per qual motivo dovrei pensare con la mentalità medioevale tipica che se il tale dice una cosa deve essere una verità soltanto, l'ipse dixit Aristotelico, perchè lo ha detto il tale ?.

perchè magari ha una "capoccia" piu' grande della nostra.. vedi premi nobel.
Io frequento l'università e non ho trovato quello da te descritto.

DeusEx
16-09-2005, 10:15
Direi che la situazione si sta evolvendo:
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto2/leggeletto2/leggeletto2.html

Follini attacca Fini per lo stop al ritorno al sistema proporzionale
Tassone: "Berlusconi smentisce l'atteggiamento di Fini"
Legge elettorale, Udc contro An
Berlusconi: "Da noi niente diktat"
Scettico il leader dell'Unione: "Aspettiamo"


Marco Follini

ROMA - Le scintille tra An e Udc arrivano a
una soglia di pericolosità tale da far decidere a Berlusconi di intervenire subito. "Al mio rientro in Italia - annuncia a New York - convocherò un vertice con i leader della maggioranza sulla riforma della legge elettorale, e se avrà un esito positivo faremo una proposta aperta e senza diktat all'opposizione per una piattaforma su cui discutere la riforma della legge elettorale". Un modo che appare diretto ad azzerare il confronto tecnico, compresa la proposta di riforma elettorale presentata in commissione, e far ripartire la discussione su nuove basi.

Fino a quel momento il Cavaliere aveva scelto di tenersi un pò in disparte nella partita per la riforma della legge elettorale e il suo intervento viene apprezzato dai centristi di Follini.

"Siamo lieti - dicono con Mario Tassone - che il presidente del Consiglio abbia scelto di smentire la logica del diktat e delle condizioni che ha distinto da ieri An e siamo sempre convinti della necessità di ricercare un'intesa con l'opposizione sul delicato tema della legge elettorale".

Insomma: bene Berlusconi e male Fini. E questo attacco dell'Udc al vice premier è solo l'ultimo di una lunga serie che si è consumata per tutta la giornata. Parte Marco Follini: "Sono rammaricato che qualche nostro alleato ponga insidie e difficoltà lungo il cammino della proporzionale. Ovviamente se ne assumono tutta la responsabilità". E ancora: "Sono lieto che la devolution abbia trovato nell'onorevole Fini uno strenuo e fiero avvocato promotore". Il leader centrista, con i suoi, sarebbe stato ancora più duro nel sottolineare l'inedito asse tra il leader di An e la Lega: "Se impugna la bandiera verde, rischia di restarci inchiodato...".

A metà pomeriggio, Fini prova a rattoppare la situazione, senza però fare passi indietro. "Credo che gli amici dell'Udc - dice - debbano valutare la nostra disponibilità come costruttiva, come tesa a dare vita ad una legge elettorale che salvi in modo chiaro quel sistema bipolare che per noi è irrinunciabile". Insomma, non ci potranno più essere "transumanze, ribaltoni, un centro variabile e volubile...".

L'Udc non la prende bene. Anzi, con il ministro Mario Baccini risponde per le rime, facendo capire che ormai considera il danno fatto, lo strappo consumato. "Evocare ribaltoni è un affronto che non meritiamo. L'onorevole Fini - attacca violentemente Baccini proprio mentre Follini e Casini sono riuniti al primo piano di Montecitorio - ci dica con chiarezza se il partito è impegnato per la legge elettorale proporzionale o lavora per rompere l'esile filo che ancora lega questa maggioranza".

I rapporti tra An e Udc non potrebbero essere più tesi.
Tanto che Silvio Berlusconi si vede costretto a fare un richiamo formale alla Cdl. La Lega, per il momento e ufficialmente, sta alla finestra. Anche se nella partita a scacchi che si gioca tra An e Udc, anche dal punto di vista, parlamentare su devolution e sulla riforma proporzionale, fa palesemente il tifo per il partito di Via della Scrofa. "Faccio fatica a capire che cosa vogliano alla fine quelli dell'Udc - confessa il ministro del Welfare Roberto Maroni - e sembrano un pò confusi". Bene invece Fini: "Sposo in pieno - afferma il ministro del Carroccio - le tesi di Gianfranco Fini. D'altra parte la devolution è un accordo che ha sottoscritto a suo tempo anche l'Udc...".

Una puntualizzazione anche in vista del voto in Aula sul provvedimento di riforma costituzionale che la capigruppo di Montecitorio ha fissato per la prossima settimana. L'opposizione però continua l'ostruzionismo. E Romano Prodi davanti alle parole di Berlusconi pronuncia parole che trasudano di scetticismo: "Aspettiamo e vediamo..".



Berlusconi azzera in pratica la proposta , L'UDC poi la sta prendendo proprio male.... un pò troppo secondo me, forse ora temono che possa uscire una proposta maggioritaria, che sarebbe il loro peggior incubo.....
comunque a pensarci bene il maggioritario lo vedo come la salvezza della CDL per fare il partito unico e tenere insieme i pezzi

LittleLux
16-09-2005, 10:36
Il Parlamento dovrebbe occuparsi di altre questioni importanti
Le nuove leggi usate come mortaretti
Può anche darsi che Follini già si disponga a fare marcia indietro


Dice Silvio Berlusconi che prima o poi, più prima che poi, potrebbe risolversi a fare come il giapponese Koizumi, e insomma a mandare a quel paese alleati infidi e riottosi per rivolgersi direttamente al popolo sovrano. Può anche darsi. Ma, nell'attesa, non si può fare altro che rimirare, vagamente allibiti, lo spettacolo di sé quotidianamente offerto da questa maggioranza. Cominciando dalla più stretta attualità. Era lecito (anzi: persino doveroso) immaginare che, decidendo di mettere in campo in extremis una proposta di riforma elettorale destinata in partenza a scatenare le più aspre reazioni dell'opposizione, il centrodestra avesse fatto bene i suoi conti: un accordo di ferro sulla proposta in questione, un'altrettanto ferrea determinazione a condurla in porto.
Neanche per idea, di accordo non si parla, di determinazione a vincere la battaglia ancora meno, il ritorno al sistema proporzionale più o meno corretto che non piace a Carlo Azeglio Ciampi non ha già né padri né madri.

Cosicché, a fronte degli esperti, o presunti tali, che hanno buttato giù il testo incriminato persino i saggi della baita di Lorenzago rischiano di fare la figura dei padri costituenti. L'accordo montano ha retto, il suo parto, quella riforma costituzionale di cui la devolution è parte essenziale, è a un passo dalla doppia lettura parlamentare. O meglio: formalmente lo è, politicamente lo è molto meno. Perché il segretario dell'Udc, Marco Follini, rende noto che lui, a dare il via a una devolution che non apprezza più di tanto senza che prima sia stata discussa e approvata la riforma elettorale, non ci pensa nemmeno. Può darsi anche che bluffi, Follini, e che già si disponga a fare macchina indietro. Ma nessuno, proprio nessuno, se la sentirebbe di giurarci su, tanto meno Berlusconi-Koizumi, che ha buoni motivi per reputarsi il vero bersaglio di tanto impeto riformatore. E di conseguenza nessuno capisce bene come farà a tirare avanti il governo, e tanto meno se, quando e come si verrà a capo delle riforme in questione.

Che non sono propriamente delle riformette.
Basta? Non basta. Perché il Parlamento, nelle poche sedute utili che ha a disposizione (meno di trenta se, come è probabile, si voterà il 9 aprile) dovrebbe occuparsi, oltre che della Finanziaria, di una quantità di questioni importanti. La legge sul risparmio (quella che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto risolvere anche il caso Fazio), per esempio. Ma anche le intercettazioni telefoniche, e le modifiche alla legge Cirami. Sarebbe già assai improbabile che riuscisse a farlo con successo in un contesto normale: che riesca a farlo con questi chiari di luna nella Casa delle Libertà sembra pressoché impossibile.
Dunque? Dunque sarebbe auspicabile che la maggioranza, invece che accendere fuochi fatui, costringendoci tutti a fingere di appassionarci sulle sorti di riforme che probabilmente non vedranno la luce, provasse a stabilire quale tra tante promesse (o minacce) pensa ragionevolmente, tenendo conto dello stato in cui versa, di poter realizzare. Sarebbe auspicabile. Ma non c'è da farci affidamento.
Paolo Franchi
16 settembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/16/franchi.shtml

LittleLux
16-09-2005, 10:37
La nota di Massimo Franco
Tentativi di unità e spettro di rotture
La mediazione di Berlusconi non rompe l’isolamento dell’Udc Il gelo con An



Il linguaggio è, apparentemente, unitario. Tutti, nel centrodestra, giurano che non faranno il fatidico «primo passo» per rompere la coalizione: Silvio Berlusconi in testa. Anzi, di ritorno dagli Stati Uniti, il premier riunirà gli alleati per ufficializzare la riforma elettorale e offrirla all’opposizione. Eppure, l’effetto vero della proposta chiesta dall’Udc è quello di dilatare le divergenze nella coalizione; e di prefigurare una rottura che tutti dicono di non volere, ma alla quale sotto sotto cominciano a prepararsi. Se si tratti di tatticismo o di allarme autentico, non è ancora chiaro. Ma certo, un Berlusconi che ammette su Panorama «lo spettacolo di una coalizione che non sa stare insieme», è quasi inedito.
Il premier arriva a ipotizzare una «soluzione giapponese». Se non c’è accordo, «prima o poi diremmo: grazie, ma andiamo da soli.
Koizumi docet», avverte Berlusconi, ricordando la vittoria appena incassata dal capo del governo giapponese. Le sue parole sono la spia di una tentazione che evidentemente circola dentro FI. Palazzo Chigi fa dire al plenipotenziario del partito, Sandro Bondi, che si procede sulla strada dell’unità.

Ma sono parole quasi d’ufficio, perché Gianfranco Fini, vicepremier e capo di An, ribadisce che la riforma è possibile solo rispettando alcune condizioni, in apparenza irricevibili dall’Udc: ad esempio, il voto preventivo sulle norme «antiribaltone».

E’ un dettaglio che il partito di Marco Follini e del presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, considera offensivo: è come se gli alleati sospettassero un cambio di alleanze da prevenire per legge. In realtà, il modo in cui Fini incalza i centristi conferma solo che l’accerchiamento continua. E ieri molti hanno interpretato anche alcune frasi di Carlo Azeglio Ciampi come un sostegno al «fronte del maggioritario » contro l’azzardo dell’Udc. L’invito a non girare la testa verso un passato «molto peggiore del presente », è visto come un appello a non avere nostalgie proporzionaliste: sebbene Berlusconi assicuri che per il capo dello Stato esiste solo un problema di tempi. Ma la riforma appare compromessa. Non la vuole gran parte del centrodestra. E all’opposizione basta restare alla finestra, e assistere allo sgretolamento della coalizione governativa. Anche perché la speranza dell’Udc di inserire un cuneo nel fronte prodiano finora si è rivelata un calcolo sbagliato: l’Unione non si è spaccata. Anzi, anche Rifondazione, che è per il proporzionale, ha tenuto. Ieri Romano Prodi ha potuto fotografare la situazione con distacco. «Questa vicenda ha avuto una strana parabola» ha detto. «Credo che la proposta della maggioranza fosse molto meno unitaria di quanto apparisse». E a suo avviso, a questo punto può «trasformarsi in un boomerang per la Cdl».

Il boomerang sembra destinato a colpire in prima battuta soprattutto l’Udc. L’insistenza con la quale l’opposizione prefigura «uno scontro frontale» sulla riforma finisce per esporre il partito di Casini e Follini, che l’hanno voluta. I prodiani doc sostengono che l’Udc è peggio di Berlusconi; che la sua vocazione al dialogo con il centrosinistra, rivendicata nel corso della legislatura, era una finzione. E Casini viene esortato polemicamente a tornare a «fare l’arbitro». Forse, la vera sconfitta dei centristi al governo è l’assenza totale di sponde nell’Unione, e l’iscrizione d’ufficio ad un berlusconismo parlamentare ripiegato su un’autosufficienza miope.
Massimo Franco
16 settembre 2005

http://www.corriere.it/Rubriche/Politica/commento_politica.shtml

onesky
16-09-2005, 11:30
Puo darsi ma puo anche darsi che così non sia e nel dubbio meglio non attribuirgli poteri taumaturgici e dubitare di qualasi cosa affermi analizzandola fin nei minimi particolari.

Cerca meglio e se terrai gli occhi aperi vedrai che lo trovi.

Ciao

infatti. ho analizzato la sua proposta e la condivido.

LittleLux
16-09-2005, 12:00
Interessante analisi di Verderami:


LE STRATEGIE
Centristi al bivio, Follini tentato dalla crisi
Il segretario: strada sbarrata, un errore farsi logorare. Casini: no, aspettiamo il premier



ROMA — La politica è un bivio quotidiano, solo che stavolta la scelta avrà conseguenze strategiche. Casini e Follini lo sanno mentre s'interrogano al bivio della devolution e della legge elettorale: hanno idee diverse sul tragitto, e ciò significa che anche l'analisi sugli scenari futuri è differente. Secondo il leader dell'Udc, il cammino della riforma del sistema di voto su cui i centristi hanno puntato è ormai sbarrato, «abbiamo la prova provata che gli alleati ci hanno preso in giro», ha spiegato ieri durante i suoi colloqui riservati. Ed è assai probabile che al presidente della Camera abbia ripetuto il concetto: «Tanto Pera quanto Fini hanno dato libertà d'azione ai franchi tiratori per affossare a tempo debito la legge a scrutinio segreto. La partita è chiusa, dovremmo a questo punto prenderne subito atto e agire di conseguenza». Follini non ha avuto certo bisogno di aggiungere altro: senza la legge elettorale l'Udc non dovrebbe votare la devolution.

Non votare la riforma costituzionale vorrebbe dire aprire la crisi di governo, e il rischio esiste se è vero che durante l'esecutivo di An la crisi è stata messa nel conto, tanto che un ministro della destra ieri ammetteva come «il governo potrebbe anche non arrivare alla Finanziaria. Vedremo se Berlusconi avrà un colpo di genio». Per questo infatti si è mosso il premier annunciando il vertice, dopo che Letta da Roma lo aveva avvisato sui pericoli per l'esecutivo. Il logoramento è palese, e un colpo sulla devolution sarebbe letale per il Cavaliere. Ieri sera si avvertiva un forte tramestio per evitare l'evenienza, con Tremonti impegnato nella trattativa sulla legge elettorale.

Il rischio di una crisi insomma esiste, ma nell'Udc la mossa finale spetta a Casini, perché è sua la fascia di capitano, Follini glielo riconosce. Eppoi perché è sua l'impostazione politica dettata ai centristi nell'arroventato mese di agosto, quando ha ingaggiato il duello con Berlusconi. E dinnanzi al bivio il presidente della Camera prende tempo. Siccome sulla legge elettorale si è speso, vuole giocare la sfida «fino all'ultimo minuto». Secondo Follini «sarebbe un errore farsi logorare». Casini concorda, gli sono chiare le difficoltà e le trappole disposte sul sentiero, il problema che si vada avanti in Parlamento e che in corso d'opera salti tutto: «Ma bisogna aspettare per saggiare la reale disponibilità di Berlusconi». Nel ragionamento è insita la debolezza della posizione centrista, perché avocando a sé la mediazione il Cavaliere è tornato a impadronirsi della leadership. Casini di fatto glielo riconosce, mentre derubrica il ruolo di Fini che «con la sua mossa sulla legge elettorale ha lacerato la coalizione per mostrare che ha una parte sulla scena».

In attesa della mossa di Berlusconi, Casini temporeggia dinnanzi al bivio. D'altronde la scelta non è facile, perché rompere con il premier significherebbe esporre il partito a una sicura scissione, o peggio ancora ritrovarsi minoranza negli organi dirigenti che sarebbero chiamati a formalizzare l'atto. Una mossa dagli effetti dirompenti, che decimerebbe il partito e preluderebbe a una marcia solitaria nel deserto della prossima legislatura, senza alcuna meta. Su tutto ciò Casini ragiona, di tutto ciò dice di dover tener conto, consapevole delle difficoltà che incontrerebbe nel caso dovesse scegliere la strada del compromesso con il Cavaliere, perché l'attuale segretario dell'Udc difficilmente gestirebbe una linea diversa da quella attuale. E per lui il nodo della premiership rimane.

Casini e Follini sono fermi dinnanzi al bivio, l'amicizia che li unisce rende più eclatante la differenza di vedute. Toccherà al presidente della Camera l'ultima parola, mentre intorno a sé è terra bruciata, mentre Fassino avverte un ministro che «se il Polo dovesse andare avanti con la legge elettorale, porteremmo davanti a Montecitorio centomila persone». Tutto è cambiato in poco tempo, anche i rapporti con i leader dell'opposizione. Un navigato diccì come Pasetto, deputato e segretario regionale del Lazio per la Margherita, ricorda ancora cosa accadeva l'anno scorso: «Me li ricordo i Ds. Erano pronti ad appoggiare un governo Casini pur di far saltare Berlusconi. Ma Pier Ferdinando, gliene va dato atto, è stato lineare nelle sue scelte».
Francesco Verderami



16 settembre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/16/verderami.shtml

IpseDixit
16-09-2005, 13:52
Mmmmmm ci sono sempre più dubbi
http://img379.imageshack.us/img379/3012/a2cf.gif

tatrat4d
16-09-2005, 13:53
Mmmmmm ci sono sempre più dubbi


a far di conto Fini e Bossi sono capaci, per fortuna.

DeusEx
16-09-2005, 14:08
A leggere gli ultimi articoli questo governo rischia davvero di non arrivare a fare la finanziaria, di cui tra l'altro se ne è incominciato a parlare ieri .... e con tutto quello che ci sarebbe da fare per l'economia e tutto il resto va a finire che ci ritroviamo in esercizio provvisorio :(

LittleLux
16-09-2005, 14:13
a far di conto Fini e Bossi sono capaci, per fortuna.

Eppure Berlusconi sembra convinto della necessità di proseguire, anche se ha messo in discussione lo sbarramento al 4%. Certo, a sto punto, occorre capire a che gioco sta giocando anche lui. Io penso che sia tutta una partita interna alla CDL, che sia tutto e solo uno scorno tra di loro, anche se il rischio che per paura di perdere, per paura di demolire completamente quel che resta dell'alleanza, possano trovare alla fine una sorta di accordo su una riformicchia elettorale.

-kurgan-
16-09-2005, 14:21
A leggere gli ultimi articoli questo governo rischia davvero di non arrivare a fare la finanziaria, di cui tra l'altro se ne è incominciato a parlare ieri .... e con tutto quello che ci sarebbe da fare per l'economia e tutto il resto va a finire che ci ritroviamo in esercizio provvisorio :(

tra l'altro ho l'impressione che la prossima finanziaria, fatta da dx o sx.. sarà cmq una mazzata.

tatrat4d
16-09-2005, 14:25
Eppure Berlusconi sembra convinto della necessità di proseguire, anche se ha messo in discussione lo sbarramento al 4%. Certo, a sto punto, occorre capire a che gioco sta giocando anche lui. Io penso che sia tutta una partita interna alla CDL, che sia tutto e solo uno scorno tra di loro, anche se il rischio che per paura di perdere, per paura di demolire completamente quel che resta dell'alleanza, possano trovare alla fine una sorta di accordo su una riformicchia elettorale.

stavo pensando male: Berlusconi sa che Follini rimane completamente bruciato. Senza riforma non può che stare nella CDL, ormai ogni incucio neocentrista (nel breve, alla lunga sono più bravi), dopo le reazioni soft di ogni gradazione del csx, pare meno probabile.

DeusEx
16-09-2005, 14:57
stavo pensando male: Berlusconi sa che Follini rimane completamente bruciato. Senza riforma non può che stare nella CDL, ormai ogni incucio neocentrista (nel breve, alla lunga sono più bravi), dopo le reazioni soft di ogni gradazione del csx, pare meno probabile.

Ma se arrivano ai ferri corti, l'Udc potrebbe anche andar da solo visto che al 4% ci arriva... ma certo non sarebbe una gran mossa

tatrat4d
16-09-2005, 15:01
Ma se arrivano ai ferri corti, l'Udc potrebbe anche andar da solo visto che al 4% ci arriva... ma certo non sarebbe una gran mossa

beh no, se la riforma passa è sintomo che ai ferri corti non ci arrivano.
Se vanno da soli col mattarellum? su, siamo seri :D

DeusEx
16-09-2005, 15:05
Se vanno da soli col mattarellum? su, siamo sei :D
Beh in effetti è improbabile però ..... mai dire mai soprattutto in politica! :muro:

tatrat4d
16-09-2005, 15:12
Beh in effetti è improbabile però ..... mai dire mai soprattutto in politica! :muro:

anche la politica, per quanto arte del possibile, ha un che di scientifico: il binomio DC e poltrone, ad esempio :D

DeusEx
16-09-2005, 15:20
anche la politica, per quanto arte del possibile, ha un che di scientifico: il binomio DC e poltrone, ad esempio :D
Ehm ... per un attimo avevo dimenticato questo piccolissimo particolare :D

tatrat4d
16-09-2005, 16:36
Escludo per esempio, e posso già anticiparlo, che non vengano conteggiati nel computo dei voti quei partiti che non arrivassero alla soglia di sbarramento del 4%. Questa è una cosa che non è conforme con una legge proporzionale

Quindi, se ho ben capito, i voti dei partiti che non passano lo sbarramento contano ai fini del calcolo della coalizione, ma questi non otterrano deputati (finirebbero in misura maggiore agli alleati maggiori).
Un po' meno schifosa dell'originale, ma inizia a raggiungere livelli di cimplicatezza da fare invidia allo scorporo.

andreamarra
16-09-2005, 16:50
Quindi, se ho ben capito, i voti dei partiti che non passano lo sbarramento contano ai fini del calcolo della coalizione, ma questi non otterrano deputati (finirebbero in misura maggiore agli alleati maggiori).
Un po' meno schifosa dell'originale, ma inizia a raggiungere livelli di cimplicatezza da fare invidia allo scorporo.


credo sia peggiore di prima, se non sbaglio.

perchè se si conteggiano per la vittoria di coalizione i voti dei partitini sotto il 4%, vincerebbe molto probabilmente il centrosinistra. Ma il centrosinistra, che non è proprio quella che io definirei una coalizione granitica, come potrebbe governare senza tutti quei deputati?

Cioè, non si creerebbe una ingovernabilità mostruosa?

tatrat4d
16-09-2005, 16:53
credo sia peggiore di prima, se non sbaglio.

perchè se si conteggiano per la vittoria di coalizione i voti dei partitini sotto il 4%, vincerebbe molto probabilmente il centrosinistra. Ma il centrosinistra, che non è proprio quella che io definirei una coalizione granitica, come potrebbe governare senza tutti quei deputati?

Cioè, non si creerebbe una ingovernabilità mostruosa?

no aspetta, io l'ho capita diversamente: i partitini contribuiscono a fare vincere la coalizione di csx, e a prendere il premio di maggioranza. La ripartizione poi averrebbe tra meno partiti, ossia tutti quelli che passano lo sbarramento prendono di più. Da un pdv del casino che farebbero i partitini, è cmq meglio per chi dovesse guidare un governo simile.

andreamarra
16-09-2005, 16:55
no aspetta, io l'ho capita diversamente: i partitini contribuiscono a fare vincere la coalizione di csx, e a prendere il premio di maggioranza. La ripartizione poi averrebbe tra meno partiti, ossia tutti quelli che passano lo sbarramento prendono di più. Da un pdv del casino che farebbero i partitini, è cmq meglio per chi dovesse guidare un governo simile.

ah adesso ho capito!

ma una riforma del genere, se dovesse essere così per come berlusconi ha detto, principalmente non darebbe vantaggio al centrosinistra sta volta? :confused:

tatrat4d
16-09-2005, 16:58
ah adesso ho capito!

ma una riforma del genere, se dovesse essere così per come berlusconi ha detto, principalmente non darebbe vantaggio al centrosinistra sta volta? :confused:

beh no, al csx (stante i sondaggi attuali) conviene il mattarellum.
Il premio di maggioranza comporta 340vs290 deputati (a meno di non sforare il 53%, cosa difficile). Col mattarellum la differenza passerebbe i 100 deputati abbastanza ampiamente.

Geremia TNT
16-09-2005, 16:59
ah adesso ho capito!

ma una riforma del genere, se dovesse essere così per come berlusconi ha detto, principalmente non darebbe vantaggio al centrosinistra sta volta? :confused:

Se così fosse parrebbe di sì...! Sono perplesso quanto te; però vorrei leggere i commenti di tutti i detrattori che si qui hanno preparato le barricate! ora non é più una legge truffa? solo perché vince (o dovrebbe vincere) una parte anziché l'altra?

ciao

andreamarra
16-09-2005, 17:03
beh no, al csx (stante i sondaggi attuali) conviene il mattarellum.
Il premio di maggioranza comporta 340vs290 deputati (a meno di non sforare il 53%, cosa difficile). Col mattarellum la differenza passerebbe i 100 deputati abbastanza ampiamente.

ok!

CYRANO
16-09-2005, 17:47
no aspetta, io l'ho capita diversamente: i partitini contribuiscono a fare vincere la coalizione di csx, e a prendere il premio di maggioranza. La ripartizione poi averrebbe tra meno partiti, ossia tutti quelli che passano lo sbarramento prendono di più. Da un pdv del casino che farebbero i partitini, è cmq meglio per chi dovesse guidare un governo simile.

e perchè il partitino dovrebbe coalizzarsi al csx se dopo non becca manco un seggio ?
mi si può rispondere : beh stipulano un programma col partitino e fan sì che vengano emanati provvedimenti simpatici al partitino.
E allora , che differenza passa con lo stato attuale? il partitino potrebbe sempre " ricattare" la coalizione e generare instabilità come ora...



Ciaozzz

prio
16-09-2005, 17:51
Se così fosse parrebbe di sì...! Sono perplesso quanto te; però vorrei leggere i commenti di tutti i detrattori che si qui hanno preparato le barricate! ora non é più una legge truffa? solo perché vince (o dovrebbe vincere) una parte anziché l'altra?

ciao

Sarebbe sempre una legge inopportuna per tempi e modi.
Comunque il giorno che vedro' la cdl fare una legge elettorale che porta vantaggio al centrosinistra (ma varrebbe lo stesso a parti invertite, of course) sara' il giorno che avro' una prova empirica della teoria degli universi paralleli.

tatrat4d
16-09-2005, 17:53
e perchè il partitino dovrebbe coalizzarsi al csx se dopo non becca manco un seggio ?
mi si può rispondere : beh stipulano un programma col partitino e fan sì che vengano emanati provvedimenti simpatici al partitino.
E allora , che differenza passa con lo stato attuale? il partitino potrebbe sempre " ricattare" la coalizione e generare instabilità come ora...



Ciaozzz

beh, infatti qualche posto sicuro nelle liste dei partiti maggiori lo otterranno, e poi manderanno la lista allo sbaraglio per prendere il voto legato al simbolo del partito. Alla lunga, conviene più alla parte "maggioritaria" della coalizione.

Geremia TNT
16-09-2005, 17:55
...................
Comunque il giorno che vedro' la cdl fare una legge elettorale che porta vantaggio al centrosinistra (ma varrebbe lo stesso a parti invertite, of course) sara' il giorno che avro' una prova empirica della teoria degli universi paralleli.

Come non darti ragione! Vedrai che se ne accorgono tornano subito sui loro passi!

ciao

prio
16-09-2005, 17:58
Come non darti ragione! Vedrai che se ne accorgano tornano subito sui loro passi!

ciao

Il che, per inciso, e' quello che mi porta a dire che una legge elettorale fatta a ridosso delle elezioni e' inopportuna. Con buona pace di Sartori, di Berlusconi, di Fassino, del precedente di Mitterand del 198evattelapesca e di chiunque possa dire il contrario.
Una legge del genere, per essere scevra da condizionamenti, va fatta al buio.

Geremia TNT
16-09-2005, 18:05
Il che, per inciso, e' quello che mi porta a dire che una legge elettorale fatta a ridosso delle elezioni e' inopportuna. Con buona pace di Sartori, di Berlusconi, di Fassino, del precedente di Mitterand del 198evattelapesca e di chiunque possa dire il contrario.
Una legge del genere, per essere scevra da condizionamenti, va fatta al buio.

Però cosa intendi con "al buio"?

In questi giorni ho ascoltato un intervento di La Russa (AN) a questo proposito ed egli argomentava, a mio parere convincentemente, che se la legge fosse fatta subito (a Camere appena elette intendo) si potrebbe avere un Paralamento deleggittimato da subito, quindi proseguiva meglio a fine Legislatura quando comunque si va ad elezioni. Cosa ne pensi?

ciao

Krammer
16-09-2005, 18:13
Però cosa intendi con "al buio"?

In questi giorni ho ascoltato un intervento di La Russa (AN) a questo proposito ed egli argomentava, a mio parere convincentemente, che se la legge fosse fatta subito (a Camere appena elette intendo) si potrebbe avere un Paralamento deleggittimato da subito, quindi proseguiva meglio a fine Legislatura quando comunque si va ad elezioni. Cosa ne pensi?

ciao
quella di La Russa è indubbiamente una buona considerazione, ma doveva fermarsi a metà.

prio
16-09-2005, 18:14
Però cosa intendi con "al buio"?

In questi giorni ho ascoltato un intervento di La Russa (AN) a questo proposito ed egli argomentava, a mio parere convincentemente, che se la legge fosse fatta subito (a Camere appena elette intendo) si potrebbe avere un Paralamento deleggittimato da subito, quindi proseguiva meglio a fine Legislatura quando comunque si va ad elezioni. Cosa ne pensi?

ciao

A meta' legislatura potrebbe essere un buon compromesso, ad esempio.
E' passato abbastanza dalle elezioni per non delegittimare il parlamento e deve passare ancora troppo tempo perche' si possano fare calcoli sui sondaggi.

Geremia TNT
16-09-2005, 18:17
A meta' legislatura potrebbe essere un buon compromesso, ad esempio.
E' passato abbastanza dalle elezioni per non delegittimare il parlamento e deve passare ancora troppo tempo perche' si possano fare calcoli sui sondaggi.

Non so... sai quanto me, ritengo, il valore dei sondaggi; che calcoli vuoi fare?

La soluzione sarebbe un vero maggioritario secco (su cui tra l'altro visto l'esito del referendum ci sarebbe ben poco da dicutere) ma.... sappiamo bene come finirà!

ciao

prio
16-09-2005, 18:24
Non so... sai quanto me, ritengo, il valore dei sondaggi; che calcoli vuoi fare?

I sondaggi valgono in misura direttamente proporzionale alla vicinanza all'evento ed alla cura con cui vengono svolti (leggi: piu' ampio il campione, piu' veritiero il sondaggio). Chiaro che non ci si possa contare il voto, ma un trend sulla distribuzione degli stessi lo si puo' ricavare.

La soluzione sarebbe un vero maggioritario secco (su cui tra l'altro visto l'esito del referendum ci sarebbe ben poco da dicutere) ma.... sappiamo bene come finirà!
ciao

Ne parlavo con Proteus, per me un maggioritario secco lascerebbe fuori dal parlamento troppi elettori che non sarebbero rappresentati.
Puo' essere funzionale in un sistema naturalmente bipartitico, ma non penso proprio che questo sia il caso dell'Italia.

Geremia TNT
16-09-2005, 18:30
I sondaggi valgono in misura direttamente proporzionale alla vicinanza all'evento ed alla cura con cui vengono svolti (leggi: piu' ampio il campione, piu' veritiero il sondaggio). Chiaro che non ci si possa contare il voto, ma un trend sulla distribuzione degli stessi lo si puo' ricavare.


Questo é chiaro; non sono però d'accordo su un fatto: il trend é vero sia visibile, ma su differenze non enormi la sorpresa é sempre presente (vedi Spagna)


Ne parlavo con Proteus, per me un maggioritario secco lascerebbe fuori dal parlamento troppi elettori che non sarebbero rappresentati.
Puo' essere funzionale in un sistema naturalmente bipartitico, ma non penso proprio che questo sia il caso dell'Italia.

Qui non sono per nulla d'accordo. O meglio é vero che un sistema assolutamente democratico dovrebbe avere la più ampia rappresentatività (vedi quindi proporzionale senza sbarramento) ma il fatto dell'Italia come caso a sè mi sembra oramai una scusa; dobbiamo modificare (o modificarCI) per rendere il paese quanto più governabile... non c'é scelta.

ciao

DeusEx
16-09-2005, 19:46
Ne parlavo con Proteus, per me un maggioritario secco lascerebbe fuori dal parlamento troppi elettori che non sarebbero rappresentati.
Puo' essere funzionale in un sistema naturalmente bipartitico, ma non penso proprio che questo sia il caso dell'Italia.
Più che altro è una questione di mentalità: le persone (e pure i politici) dovrebbero semplicemente abituarsi al nuovo sistema.
Ciò richiede sicuramente un pò di tempo, ma questo credo sia normale; comunque abbiamo già fatto il salto dal proporzionale al "mattarellum" e non mi sembra che sia andata male: la maggior parte delle persone si è abituata abbastanza velocemente :)

prio
16-09-2005, 19:49
Questo é chiaro; non sono però d'accordo su un fatto: il trend é vero sia visibile, ma su differenze non enormi la sorpresa é sempre presente (vedi Spagna)

Che se le differenze sono minime la sorpresa sia possibile e' pacifico, ma non citerei la Spagna come esempio. Senza il maledetto attentato non credo Zapatero sarebbe stato eletto, e le previsioni erano ampiamente pro-Aznar.
Comunque, paradossalmente, un sondaggio potrebbe essere piu' utile proprio nel caso di una vicinanza di risultati. Passare dai collegi uniminali alle liste elettorali (e viceversa, ovviamente) puo' cambiare e di tanto i rapporti di forza.


Qui non sono per nulla d'accordo. O meglio é vero che un sistema assolutamente democratico dovrebbe avere la più ampia rappresentatività (vedi quindi proporzionale senza sbarramento) ma il fatto dell'Italia come caso a sè mi sembra oramai una scusa; dobbiamo modificare (o modificarCI) per rendere il paese quanto più governabile... non c'é scelta.
ciao

Non e' questione di Italia come caso a se, e' questione di quello che siamo.
L'ho gia scritto: abbiamo 6-7 partiti sopra il 5%, e 4 sopra il 10.
Per come la vedo io un sistema bipartitico di coalizioni non ha molto senso, ci si trova con dualita' stile lega-an o rc-margherita che sono a mio modo di vedere abbastanza assurde.
E se immagini un maggioritario all'inglese fatto senza coalizioni ti trovi ad avere il 50-60% di elettori non rappresentato in parlamento. Come diceva Proteus e' un problema aggirabile con il federalismo, ma qui subentrano altri tipi di considerazione da fare.
La legge elettorale deve essere fatta in funzione del paese, non viceversa.

prio
16-09-2005, 19:52
Più che altro è una questione di mentalità: le persone (e pure i politici) dovrebbero semplicemente abituarsi al nuovo sistema.
Ciò richiede sicuramente un pò di tempo, ma questo credo sia normale; comunque abbiamo già fatto il salto dal proporzionale al "mattarellum" e non mi sembra che sia andata male: la maggior parte delle persone si è abituata abbastanza velocemente :)

Beh, il salto al matarellum non e' andato male, ma il matarellum anche se si muove in quella direzione e' molto lontano da un maggioritario all'inglese.
E per le persone abituarsi al nuovo sistema vorrebbe dire "non devo votare UDC (ma anche RC, Lega, AN) perche' tanto in parlamento non ci vanno, e se ci vanno ci vanno con un numero di seggi ridicolo che non serve a niente". Bisognerebbe che le coalizioni si coalizzassero effettivamente, arrivare ai partiti unici di cui si vagheggia ogni tanto sia de chi' che de la'.
Utopia, al momento.

onesky
16-09-2005, 19:54
Qui non sono per nulla d'accordo. O meglio é vero che un sistema assolutamente democratico dovrebbe avere la più ampia rappresentatività (vedi quindi proporzionale senza sbarramento) ma il fatto dell'Italia come caso a sè mi sembra oramai una scusa; dobbiamo modificare (o modificarCI) per rendere il paese quanto più governabile... non c'é scelta.

ciao

concordo.

DeusEx
16-09-2005, 20:38
Beh, il salto al matarellum non e' andato male, ma il matarellum anche se si muove in quella direzione e' molto lontano da un maggioritario all'inglese.
E per le persone abituarsi al nuovo sistema vorrebbe dire "non devo votare UDC (ma anche RC, Lega, AN) perche' tanto in parlamento non ci vanno, e se ci vanno ci vanno con un numero di seggi ridicolo che non serve a niente". Bisognerebbe che le coalizioni si coalizzassero effettivamente, arrivare ai partiti unici di cui si vagheggia ogni tanto sia de chi' che de la'.
Utopia, al momento.

Ma guarda che se si facesse il maggioritario secco con sbarramento mettiamo al 4% (come c'è ora) non penso proprio che i vari partiti della Cdl e dell'Unione rimarebbero separati (potrebbero al limite fare eccezione per un primo periodo RC e Udc): il loro fine in una tale situazione è sempre quello di vincere le elezioni (e vince il partito più grande), non quello di buttare voti.
Per capirci, se al matarellum ci togli la quota proporzionale e fai la legge, a mio avviso, FI AN e Lega formerebbero il partito CDL, e dall'altra parte DS Margherita e tutti i partitini formerebbero il partito Unione: solo Udc, RC bisognerebbe vedere cosa farebbero.

LittleLux
16-09-2005, 23:22
Interessante articolo tratto da http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp


Dimmi come perdi, ti dirò chi sei
di STEFANO MENICHINI

C’è modo e modo di chiudere una legislatura.
Le parole del capo dello stato e il suo invito a sfruttare il tempo residuo negli interessi del paese suggeriscono un confronto e inducono a una conclusione sulla natura delle due coalizioni italiane.
Come notava tempo fa Paolo Mieli, nel 2001 per la prima volta nella nostra storia uno schieramento scalzò l’avversario per via elettorale, in maniera diretta e istantanea (senza il passaggio per governi cuscinetto). Come si avvicinò l’Ulivo a quella scadenza che parve fatale fin dalle Regionali del 2000? Che cosa risalta nel confronto con l’attuale stagione? L’Ulivo del settembre 2000 stava nei sondaggi perfino un po’ meglio di come sta ora la Casa delle libertà.
Veniva da una sequenza di sconfitte elettorali, ma meno numerose e tragiche di quelle subìte dalla Cdl. Aveva percorso una via crucis politica bruciando leader a ripetizione, però alla fine un candidato sicuro per palazzo Chigi ce l’aveva: sorprendenti evoluzioni estive avevano condotto Rutelli alla testa della coalizione (con trattative avviate con Rifondazione e Di Pietro, poi finite male).
Già qui c’è una differenza tra il 2000 e il 2005.
Per quanto avesse dato prova di scarsa unità, il centrosinistra in quel settembre aveva sciolto il nodo della leadership. Per qualcuno era forse transitoria, ma non c’erano gialli, minacce, verifiche da fare.
C’erano un governo insediato da cinque mesi e una maggioranza parlamentare risicata: niente a che vedere con la continuità berlusconiana e con i cento seggi di vantaggio. Dal punto di vista quantitativo però l’ultimo scorcio di legislatura vide passare tra l’altro la riforma delle successioni, un pacchetto di norme contro la criminalità, la riforma dei cicli scolastici, la riforma federalista e una Finanziaria che non tagliava niente e anzi prevedeva, per esempio, l’abolizione dei ticket sanitari.
Molte cose. Molto orientate alle elezioni, quindi discutibili: Amato per esempio non avrebbe voluto abolire i ticket, e della riforma del titolo V della Costituzione l’Ulivo si sarebbe in seguito pentito.
Di cambiare la legge elettorale si parlò, per poi arrestarsi al primo No dell’opposizione. Qui però non interessa tanto il valore di ciò che venne fatto, quanto la circostanza che governo e parlamento lavorarono parecchio. Insomma: tra il 2000 e il 2001 c’era comunque una maggioranza che, nell’ovvio intento di salvare la pelle, remava nella stessa direzione.
Lo scenario attuale è molto diverso. La preoccupazione del capo dello stato, oltre che sul merito di alcune iniziative in primis quella elettorale, riguarda la paralisi. Non c’è solo la paura che si commettano errori, ma soprattutto che l’Italia venga abbandonata.
I mesi davanti a noi, in particolare ora che l’agenda è stata stravolta dalla legge truffa, appaiono più vuoti, che pieni di scelte criticabili.
Visto che sul piano del consenso elettorale la condizione (e probabilmente il destino) delle due maggioranze del 2000 e del 2005 è molto simile, come si giustificano lo sbando e l’anarchia di oggi? C’è una sola risposta, che illumina la natura intrinsecamente diversa dei due poli. Pur sconfitti e avviati a passare la mano, i partiti del centrosinistra del 2000-2001 sentivano comunque di avere un destino comune anche nel dopo. Percorrevano insieme una strada sapendo che non si sarebbe interrotta nel giorno della sanzione elettorale. C’era un domani, ancorché confuso. Adesso non è così, per il centrodestra non è così. E non è così in termini di storia, non di cronaca: il ceto politico del centrodestra non sente di avere un destino in comune. Non si vede fra un anno sulla stessa barca dove è oggi.
Non ha neanche quel tenue filo di solidarietà che il litigioso Ulivo comunque manteneva.
Perché il bipolarismo si affermi sarà importante che l’unicum storico del 2001, l’alternanza secca, si ripeta. Ma più che nella vittoria di uno o dell’altro, è nel modo opposto di vivere e “preparare” la propria sconfitta che viene alla luce la differenza.

tatrat4d
17-09-2005, 14:35
Sabato 17 Settembre 2005, 14:03
Riforme, Bossi: ''Bisogna essere cauti in certe scelte''

Di (Adnkronos)

Pian del Regina (Cuneo), 17 set. (Adnkronos/Ign) - All'insegna della cautela le posizioni della Lega sulle scelte da compiere in merito alla legge elettorale. Il primo invito in tal senso oggi arriva dal leader del Carroccio, Umberto Bossi, a cominciare dallo sbarramento al 4%. ''Bisogna essere cauti nel fare certe scelte - sottolinea dal Pian della Regina, dopo aver compiuto il rito della raccolta dell'acqua alla sorgente del Po, sul Monviso -. Certo lo sbarramento al 4% è il vero problema perché con quello sbarramento la sinistra si troverebbe ridotta male. Io comunque sono del parere che chi la fa l'aspetti. La Cdl vince anche senza bisogno di trucchi e trucchetti''.

''Sono abituato a rispettare gli avversari - sottolinea ancora Bossi - ma bisogna essere cauti a fare certe scelte. Non c'è nella Lega gente che a tutti i costi vuole vincere cambiando i regolamenti, noi sappiamo che la gente ci vuole bene e ci da i voti, speriamo che questo basti a vincere''. Il leader del Carroccio comunque precisa che ''finora solo i tecnici si sono espressi, i politici ancora non lo hanno fatto. Adesso che Berlusconi è tornato, penso che chiamerà i leader politici per sentire che aria tira''. Dal Pian della Regina un altro leghista, il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, avverte che prima della legge elettorale, sulla quale è necessario comunque chiarirsi le idee alla svelta, vengono le difficoltà economiche del Paese. ''Vediamo di chiarirci le idee alla svelta perché purtroppo non è con la legge elettorale che si fa arrivare la gente alla fine del mese'' dice Calderoli. ''Credo sia più utile per i cittadini - aggiunge - trovare il sistema per far superare le difficoltà economiche delle famiglie e delle imprese, poi c'è anche la legge elettorale ma quello è uno strumento della politica''. Quanto allo sbarramento del 4% Calderoli si limita ad osservare che ''c'è il sistema per garantire il rispetto delle regole senza che nessun voto venga sterilizzato''. L'esponente leghista è inoltre tornato sulla questione della devolution sottolineando che ''i patti assunti sono sacri e vanno mantenuti''. ''Dopodomani la devolution andrà in aula - ricorda Calderoli - se sono rose fioriranno, se non fioriranno via i petali resteranno le spine''. Poi a chi gli sollecitava una previsione ha replicato: ''Mi auguro che non ci siano problemi ma con le spine ci si punge e di solito fa male''.


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Alla buon'ora.

IpseDixit
17-09-2005, 14:41
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto/leggeletto/leggeletto.html


Certo che in 4 giorni le cose cambiano :D

subvertigo
17-09-2005, 14:45
credo che ormai la faccenda sia definitivamente chiusa...
non si approverà mai nessuna riforma della legge...

soliti annunci ad effetto e poi cambiano idea dopo 2 giorni. dilettanti allo sbaraglio...

jumpermax
17-09-2005, 14:53
credo che ormai la faccenda sia definitivamente chiusa...
non si approverà mai nessuna riforma della legge...

soliti annunci ad effetto e poi cambiano idea dopo 2 giorni. dilettanti allo sbaraglio...
mi sa che l'effetto dilettanti allo sbaraglio sia stato voluto... Bossi ha un fiuto politico come pochi... e anche il cav stavolta l'ha giocata bene, alla fine a farne le spese è stata soprattutto l'UDC, in particolare Casini che da presidente della camera doveva fare da arbitro... invece non solo ha dato un rigore inesistente ma l'ha voluto pure calciare...

andreamarra
17-09-2005, 15:10
ieri sentivo di esponenti dell'UDC che minacciavano l'uscita dal governo (AHAHAHAH!) se non fosse stata approvata la legge per come era stata pensata....

IpseDixit
17-09-2005, 15:23
Giovedì sera a primo piano era ben visibile l'imbarazzo di La Russa...

subvertigo
17-09-2005, 15:23
mi sa che l'effetto dilettanti allo sbaraglio sia stato voluto... Bossi ha un fiuto politico come pochi... e anche il cav stavolta l'ha giocata bene, alla fine a farne le spese è stata soprattutto l'UDC, in particolare Casini che da presidente della camera doveva fare da arbitro... invece non solo ha dato un rigore inesistente ma l'ha voluto pure calciare...

possibile, anche se alquanto contorto...

praticamente dici che berlusca aveva capito che la richiesta dell'udc del proporzionale era solo un pretesto per avere un motivo per scaricarlo (pensando l'udc che una simile proposta non sarebbe mai passata).
invece il berlusca ha preso la palla al balzo, ha fatto finta di ricevere quella proposta... ed ora sembra che l'asse con la lega non ci sia...

in effetti ora l'udc non può dire che berlusconi non abbia preso in seria considerazione la proposta ed è rimasta alquanto fregata...

cmq mi sembrano tutti giochetti del cavolo non so a che scopo... magari per distrarre il dibattito politico dalla finanziaria riempi-buchi che sta portando una stangata di quelle forti.
PS: notizia di oggi -> NUOVI CONDONI !! :rotfl: E quelli onesti se la prendono ancora nel ...

LittleLux
17-09-2005, 15:55
mi sa che l'effetto dilettanti allo sbaraglio sia stato voluto... Bossi ha un fiuto politico come pochi... e anche il cav stavolta l'ha giocata bene, alla fine a farne le spese è stata soprattutto l'UDC, in particolare Casini che da presidente della camera doveva fare da arbitro... invece non solo ha dato un rigore inesistente ma l'ha voluto pure calciare...

Per me, l'uscita di bossi è dettata, prima ancora che da qualsiasi altra considerazione sulla durezza della reazione dell'opposizione e della protesta popolare, dal fatto di essere consapevole che uno sbarramento al 4% è pericoloso soprattutto per la Lega stessa, che è l'unica formazione minore all'interno della CDL, insieme all'UDC, che rischierebbe dall'introduzione di una tale norma (forse memore anche di quanto prese nel proporzionale nel 2001).

Per me, la sua uscita sta tutta lì. Ha preso la palla al balzo per bloccare questa "riforma" elettorale. Inoltre, la sensazione che ne ricavo, è che tutti nel cdx, in questa vicenda, abbiano giocato a dadi.

skywalker77
17-09-2005, 15:55
possibile, anche se alquanto contorto...

praticamente dici che berlusca aveva capito che la richiesta dell'udc del proporzionale era solo un pretesto per avere un motivo per scaricarlo (pensando l'udc che una simile proposta non sarebbe mai passata).
invece il berlusca ha preso la palla al balzo, ha fatto finta di ricevere quella proposta... ed ora sembra che l'asse con la lega non ci sia...

in effetti ora l'udc non può dire che berlusconi non abbia preso in seria considerazione la proposta ed è rimasta alquanto fregata...

cmq mi sembrano tutti giochetti del cavolo non so a che scopo... magari per distrarre il dibattito politico dalla finanziaria riempi-buchi che sta portando una stangata di quelle forti.
PS: notizia di oggi -> NUOVI CONDONI !! :rotfl: E quelli onesti se la prendono ancora nel ...

Come diceva Jumper la mossa ha funzionato, Berlusca si è scrollato di dosso le mire UDC inoltre ha bruciato Casini che ingenuamente si è sputtanato dodici secondi dopo la presentazione della proposta. All'inizio si è fatto in modo di mostrare una maggioranza compatta con lega e AN che sono state al gioco, per poi scollarsi alle prime rimostranze dell'opposizione. Risultato: Follini si è sputtanato definitivamente, certo la CDL probabilmente perderà le elezioni, ma l'UDC ne uscirà male come tutti gli altri partiti dell'attuale maggioranza.

andreamarra
17-09-2005, 16:03
Bossi ha parlato di "trucchetti per vincere le elezioni" riferendosi alla proposta di legge elettorale.

Allora smentisce Berlusconi che è riuscito a dire che non è una legge truffa :D???

Ma l'avete visto come era tirato quando parlava di questa proposta di legge? Di solito fa il superiore, deride gli altri, fa il galletto, è strafottente e dimostra una sicurezza disarmante. Ieri sembrava impaurito e spento.

ma anche tutti i portavoce di FI mi sono sembrati teneri agnellini. Bondi di solito non risparmia mai staffilate all'opposizione, ieri invece sembrava anche troppo educato e remissivo. Che abbiano ormai capito che non c'è più nulla da fare ormai?

DeusEx
17-09-2005, 16:08
Come diceva Jumper la mossa ha funzionato, Berlusca si è scrollato di dosso le mire UDC inoltre ha bruciato Casini che ingenuamente si è sputtanato dodici secondi dopo la presentazione della proposta. All'inizio si è fatto in modo di mostrare una maggioranza compatta con lega e AN che sono state al gioco, per poi scollarsi alle prime rimostranze dell'opposizione. Risultato: Follini si è sputtanato definitivamente, certo la CDL probabilmente perderà le elezioni, ma l'UDC ne uscirà male come tutti gli altri partiti dell'attuale maggioranza.

Quindi hanno fatto tutto questo per ridimensionare l'Udc...
certo che se per l'Udc il cambiamento significava tornare indietro di 15 anni, direi che hanno fatto pure bene

DeusEx
17-09-2005, 16:19
Comunque Casini non demorde, anche se non sembra più molto convinto:
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto2/casin/casin.html

Legge elettorale, parla Casini
"Maggioranza poco convinta"

Il presidente della Camera
Pier Ferdinando Casini

GLASGOW - "Non credo che affrontare il tema della legge elettorale a otto mesi dalle elezioni, possa rappresentare un vulnus per nessuno. Ma naturalmente è necessario un dialogo tra maggioranza e opposizione e una convinzione comune che non mi sembra ancora manifestarsi all'interno della stessa maggioranza". E' un doppio messaggio quello che Pier Ferdinando Casini, affida ai cronisti che gli chiedono un commento all'appello del presidente della Repubblica Ciampi ad utilizzare al meglio l'ultimo scorcio della legislatura per dare concrete risposte ai cittadini, a cominciare da temi economici.

Due i segnali che il presidente della Camera, a margine
dei lavori della Conferenza dei Presidenti dei Paesi del G8 in corso in Scozia, vuol mandare. Uno all'opposizione e l'altro alla sua maggioranza. Rispondendo anche alle preoccupazione del capo dello Stato. "Ha ragione il Presidente della Repubblica a richiamare il Parlamento ad un impegno fattivo in questi ultimi mesi di legislatura - dice Casini - . Proprio per questo è necessario individuare delle priorità. Non credo che affrontare il tema della legge elettorale a otto mesi dalle elezioni possa rappresentare un vulnus per nessuno".

Ma Casini guarda anche alla compatezza della sua maggioranza e alle crepe che la proposta di riforma di legge elettorale ha aperto. Per questo il presidente della Camera chiede "maggiore convinzione" alla maggioranza. Anche perchè i segnali che arrivano dall'opposizione delineano scenari di scontro frontale.

andreamarra
17-09-2005, 16:29
Quindi hanno fatto tutto questo per ridimensionare l'Udc...
certo che se per l'Udc il cambiamento significava tornare indietro di 15 anni, direi che hanno fatto pure bene

oppure hanno buttato la pietra nello stagno per vedere gli effetti.

A quanto pare gli stessi elettori della cdl si sono incazzati come caimani, e allora i politici tornano quatti quatti sulle loro decisioni.

DeusEx
17-09-2005, 16:42
oppure hanno buttato la pietra nello stagno per vedere gli effetti.

A quanto pare gli stessi elettori della cdl si sono incazzati come caimani, e allora i politici tornano quatti quatti sulle loro decisioni.

Oppure hanno pensato di accontentare l'Udc così, se andava bene riuscivano forse a vincere le elezioni, se andava male scaricavano tutto sull'Udc che aveva fatto la proposta...

skywalker77
17-09-2005, 16:45
Quindi hanno fatto tutto questo per ridimensionare l'Udc...
certo che se per l'Udc il cambiamento significava tornare indietro di 15 anni, direi che hanno fatto pure bene

Ovviamente vanno considerati anche gli effetti a medio termine e cioè la possibilità per Berlusconi di fare la campagna elettorale senza che la propria parte parta a deleggittimarlo, insomma così si mantiene un fronte unico di guerra mentre con l'UDC sulle barricate sarebbe doppio. Inoltre agli occhi degli elettori Berl ha le mani pulite, ha addirittura appoggiato al proposat UDC ma non ci sono state le basi politiche per passare al proporzionale. Follini passerà per quello che voleva l'inciucio e che probabilmente sarebbe scappato al centro con la margherita.

jumpermax
17-09-2005, 16:47
oppure hanno buttato la pietra nello stagno per vedere gli effetti.

A quanto pare gli stessi elettori della cdl si sono incazzati come caimani, e allora i politici tornano quatti quatti sulle loro decisioni.
tutto può essere ma a conti fatti non era difficile per la sinistra ristrutturarsi per vincere le elezioni... al più a destra contenevano il danno 340 a 290 e rotti, mentre col sistema attuale si parla di 100 seggi di scarto. Certo è che vista l'esperienza attuale la legge necessariamente andrà corretta, direi in direzione opposta a quella che vorrebbe follini. Prodi si troverà a fare i conti con gli stessi problemi di Berlusconi, senza però avere alle spalle un partito da 24% compatto in difesa delle sue posizioni. Non ho idee però ne su come cambiare, nè soprattutto su quando si possa fare... :stordita:

IpseDixit
17-09-2005, 22:39
direi in direzione opposta a quella che vorrebbe follini.
Resta però il fatto che il sistema che si è rivelato più affidabile è quello regionale...

onesky
17-09-2005, 22:48
tutto può essere ma a conti fatti non era difficile per la sinistra ristrutturarsi per vincere le elezioni...
cioè fare un partito unico, se rimaneva lo sbarramento del 4%.. umm

onesky
17-09-2005, 22:52
Resta però il fatto che il sistema che si è rivelato più affidabile è quello regionale...
penso che il sistema attuale non è da buttar via. in fondo quel 25% di proporzionale all'italiana permette una maggiore rappresentatività integrata al sistema prettamente maggioritario con collegi uninominali; ha garantito una relativa stabilità (mai registrata negli anni del proporzionale) e l'alternanza degli schieramenti; il fatto stesso che ex democristiani l'osteggiano è un successo in se :D - puo' essere considerato un buon modello di transizione verso un maggioritario puro - sistema che avremmo avuto oggi se uno 0,4% in piu' fosse andato a votare per il referendum sull'abrogazione della quota proporzionale..

von Clausewitz
18-09-2005, 02:14
Prodi si troverà a fare i conti con gli stessi problemi di Berlusconi, senza però avere alle spalle un partito da 24% compatto in difesa delle sue posizioni. Non ho idee però ne su come cambiare, nè soprattutto su quando si possa fare... :stordita:

con gli stessi non credo, magari con altri
eppoi forza italia è da un pezzo che non conta più il 24% di voti
adesso sarà al 17-18%, non di più, probabilmente di meno :sofico:

skywalker77
18-09-2005, 10:03
Vorrei vedere se tu dopo aver subito il colpo che ha subito lui 18 mesi fà avresti tanta voglia di "fare il galletto", forse faresti meglio a soppesare con maggior cura quanto ti esce dalla tastiera.

Ciao
Credo che parlasse di Berluska e non di Bossi, forse bisognerebbe mettere più cura anche nel leggere oltre che nello scivere. ;)

skywalker77
18-09-2005, 10:24
Forse occorrerebbe maggior cura nel mettere il soggetto di un commento al suo posto, la lingua italiana non è un'opinione e da come è costruita la frase occorre più della buona volontà per attribuire il passo al Berluska.:)

Ciao

P.S. Se avessi esposto una frase in quel modo quando ero a scuola il mio professore di italiano mi avrebbe certamente, come minimo, crocefisso.

Bah io non faccio il controllo sintattico nel forum, certo non mi scaglio contro il prossimo se l'oggetto del contendere non è chiaro, modi di vedere niente di più. Mi sembrava giusto sottolineare che il tuo attacco aveva colpito dove non c'era offesa verso una persona gravemente ammalata. Tutto qui!

andreamarra
18-09-2005, 13:05
.

LittleLux
18-09-2005, 13:25
Allora non ci hai capito molto, l'attuale sistema sta benissimo alla lega che lo baratterebbe soltanto con un proporzionale con il limite di sbarramento a livello regionale. Hanno abbozzato all'oscena uscita dei democristiani solo per non mettere in pericolo la modifica costituzionale in essere ma la proposta poteva solo, per la lega, lasciare le cose come stanno rendendo più difficile il governare il paese e siccome Bossi è tutt'altro che stupido, io lo considero il politico con maggior fiuto presente nel panorama nazionale, cambierebbe soltanto per averne un vantaggio e non per lasciare le cose come stanno con una, pur minima, percentuale di rischio che ciò vada a danno del suo movimento.

Hanno semplicemente dato corda, qui la penso come Jumper, all'udc, il quale ha finito per impiccarvisi e saranno già fortunati, quelli dell'udc ndr, se alle prossime elezioni raggiungeranno la percentuale di sbarramento perchè con tutto il casino che hanno imbastito per ottenere qualcosa contrario al desiderio della stragrande maggioranza della pubblica opinione si sono dati una sputtanata, forse sia Bossi che il Berluska a questo miravano, tale da pregiudicare il futuro del loro partito. Del resto dal segretario particolare del coniglio mannaro non mi sarei aspettato di meno rispetto a quanto ha fatto.

Ciao


Potrebbe darsi che non abbia capito nulla, del resto la mia è una personalissima interpretazione, tuttavia basata su pochi, oggettivi dati. Uno su tutti. Lo sbarramento al 4%, in un sistema totalmente proporzionale, metterebbe la Lega in una posizione difficilissima, togliendoli la possibilità, come ha ora, di portare in parlamento i candidati nei collegi uninominali maggioritari. Inoltre non potrebbe nemmeno fare più accordi del tipo che ha fatto sino ad ora, sia nel 1994 che nel 2001. Certo poi è stata abile nel dire, una volta constatata l'ostilità dell'opposizione, ma specialmente della gente, che la proposta si trattava di truffa. Certo, ha ragione, ma non per il motivo che ha appalesato.

Per quanto riguarda l'UDC, io starei attento a darlo per definitivamente sconfitto. Saranno anche conigli marrani, ma il sistema politico lo conoscono molto bene, a cominciare dalle dinamiche dello stesso, e dai soggetti che lo frequentano.

LittleLux
18-09-2005, 14:04
Mi appare evidente che avevo preso io fischi per fiaschi, in soldoni abbiamo le medesime impressioni al riguardo.



Mannari non marrani, anche se il termine sarebbe assai indicato per simili figuri.

Non li do per sconfitti ma considero che abbiano incocciato in una grossa buccia di banana e se non rimediano alla svelta nel precipizio ci rotoleranno per davvero.

Ciao

sisi, mannari :doh: ...è che mi viene più facile marrani, non so perchè. :D

Ciao ;)

IpseDixit
18-09-2005, 18:53
Il progetto del Polo moltiplica il potere dei partiti minori
Il sistema in discussione porta a un bipolarismo più debole e ugualmente frammentato

Esiste una ragione di fondo che divide Follini e Fini. E non è di poco conto perché investe la qualità della nostra democrazia. Quante volte abbiamo sentito ripetere in questi giorni che i sistemi elettorali si dividono in proporzionali e maggioritari? E' vero, ma non è tutto. Anzi la vera divisione che conviene fissare per capire le posizioni divergenti di Udc e An è un'altra: quella tra sistemi elettorali che costringono i partiti a scegliere i propri alleati prima delle elezioni e quelli che li lasciano liberi di decidere dopo. L'assetto bipolare della competizione elettorale, e quindi l'alternanza, è legato a questa caratteristica del sistema elettorale.

Alla prima categoria appartengono i sistemi maggioritari a un turno o a due turni, e i sistemi proporzionali con premio di maggioranza. Alla seconda i sistemi proporzionali più o meno puri. Sartori dice che esistono paesi bipolari pur in presenza di sistemi proporzionali. E vero, la Spagna e la Germania per esempio, ma questo si verifica quando il sistema proporzionale funziona all'intemo di un sistema partitico poco frammentato e soprattutto imperniato su almeno uno o due grandi partiti. In Italia i grandi partiti non esistono più. Oggi il più grande partito italiano può contare su poco più del 20% dei voti.

La somma dei voti dei primi due partiti non arriva oggi alla percentuale della Cdu tedesca. Per questo motivo il bipolarismo italiano ha bisogno di un diverso sistema elettorale per sopravvivere. Ha bisogno o di un sistema fondato sul collegio uninominale maggioritario o di un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Il sistema elettorale attualmente in vigore è del primo tipo. quello proposto dalla Cdl è del secondo. Ma non sono la stessa cosa.

Certo, in entrambi i casi i partiti sono costretti ad allearsi prima delle elezioni per sperare di vincere. Infatti con il collegio uninominale se non ti allei con altri e non hai abbastanza voti per vincere il seggio da solo perdi. Con il premio di maggioranza se non ti allei con altri non riesci ad ottenere il premio e quindi la maggioranza assoluta dei seggi per governare. Quindi in un certo senso il premio di maggioranza che si vuole introdurre oggi a livello nazionale è l'equivalente funzionale del collegio uninominale. Ma fino ad un certo punto. Noi sappiamo oggi come funziona in Italia il bipolarismo col collegio uninominale. Ne conosciamo i pregi e i difetti.

Come funzionerà invece unbipolarismo col premio di maggioranza? La nostra ipotesi è che sarà un bipolarismo più debole dell'attuale. Ed è precisamente quello che teme Fini. La ragione sta nel fatto che il collegio utùnominale impone ai partiti un vincolo di coalizione molto più forte del premio di maggioranza.

Facciamo l'esempio dell'Udc, il partito più interessato alla riforma elettorale. Oggi questo partito non può star fuori dalla Cdl perché correndo da solo alle prossi• me elezioni non vincerebbe alcun seggio uninominale e tornerebbe in Parlamento con una dozzina di deputati e 6 o 7 senatori eletti in quota proporzionale. Certo, se decidesse di star fuori farebbe certamente perdere la Cd]. E qui sta il suo "potere di ricatto". Ma è un potere di ricatto che può esercitare solo "suicidandosi". Con un sistema elettorale come quello in discussione ora il suo potere di ricatto, e questo naturalmente vale per tutti i partiti e partitini presenti nel nostro sistema, aumenta non diminuisce. Infatti, la minaccia di star fuori dalla coalizione non è più una pistola scarica perché. data l'assegnazione di tutti i seggi con formula proporzionale. può comunque contare di avere una rappresentanza parlamentare pari al suo peso elettorale anche correndo da solo. E questo nel caso dell'Udc vuol dire tornare in Parlamento con una pattuglia di 30-40 deputati e una ventina di senatori. Una bella differenza rispetto alla situazione attuale! Quindi uno dei difetti che vengono addebitati all'attuale sistema elettorale. quello di favorire il potere di ricatto dei piccoli, non solo non viene eliminato ma viene addirittura aggravato dalla riforma in discussione! Ma c'è di più.

Il collegio uninominale ha un effetto neutro rispetto alle prospettive di successo dell'una o dell'altra coalizione. Mi spiego: con il collegio non fa nessuna differenza che un partito faccia parte di una coalizione destinata a vincere oppure no. Infatti, che si vinca o si perda. per avere seggi uninominali bisogna far parte di una coalizione. Punto e basta. Non è così con il premio di maggioranza. In questo caso la prospettiva di perdere indebolisce ancor più il vincolo di coalizione e aumenta ulteriormente il potere di ricatto dei partiti "ribelli". Infatti, visto che perdendo non si incassa il premio e non si va al governo, tanto vale star fuori e fare una campagna elettorale per conto proprio tenendosi le mani libere per il dopo. Da questo punto di vista un sistema proporzionale a premio di maggioranza funziona, per i presunti perdenti, né più né meno come un sistema proporzionale puro. Quindi. non solo il bipolarismo fondato sul premio di maggioranza è più debole di quello fondato sul collegio ma è anche asimmetrico perché funziona per la coalizione vincente ma molto meno per quella perdente.

Il risultato è di offuscare la distinzione che oggi è netta tra governo e opposizione. Qui sta l'asimmetria di un bipolarismo fondato su un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Perché dunque cambiare? Per avere un bipolarisino più debole e ugualmente frammentato? E questo un vantaggio per il Paese? Qui sta il vero nodo della questione che divide Follini e Fini. Ed è una questione che non interessa solo loro. ma tutti noi. O così almeno dovrebbe essere.
IL SOLE 24 ORE 18-09-2005

subvertigo
18-09-2005, 18:57
secondo voi sarebbe fattibile un referendum abrogarivo per abolire la quota maggioritaria del 75% ?

rimarrebbe un ottimo proporzionale con sbarramento al 4%. rimarrebbero 5-6 partiti al massimo.

inoltre bisognerebbe intervenire sulle regole per la presentazione al voto, per ridurre la proliferazione di liste inutili che disperdono voti (che cmq con sbarramento non verrebbero contate, ma creerebbero confusione).

DeusEx
18-09-2005, 20:50
Ma avete visto i risultati in germania?
C'è il rischio che per formare un governo si debbano mettere d'accordo la CDU e la SPD (Merkel e Schroeder) ! :eek:
Eppure in germania con il proporzionale ci sono solo 5 partiti

IpseDixit
18-09-2005, 20:52
secondo voi sarebbe fattibile un referendum abrogarivo per abolire la quota maggioritaria del 75% ?

Se trovi qualcuno che va a votare :D

subvertigo
18-09-2005, 21:08
Se trovi qualcuno che va a votare :D

chiedevo solo la fattibilità tecnica :D
Poi penso alla campagna!!

onesky
19-09-2005, 16:08
(ANSA) - ROMA, 19 SET - L'esito del voto in Germania fa discutere anche in Italia, all'interno dei due poli, soprattutto in vista di una riforma elettorale. Per il ministro Martino cade l'infallibilita' del sistema tedesco. 'Il decantato modello ha fatto flop' -fa eco Monaco(Dl)- ragione in piu' per contrastare la proposta della Cdl'. Storace: e' la dimostrazione che il proporzionale non e' il miglior sistema al mondo'. 'Il risultato tedesco e' una botta alle speranze di Berlusconi', sentenzia Pecoraro Scanio.

(ANSA) - MILANO, 18 SET - 'Gia' stanno vacillando, balbettando proposte confuse. Li abbiamo presi con le mani nella marmellata', dice Fassino sulla legge elettorale. Nel chiudere la Festa dell'Unita' con Prodi a Milano, il segretario dei Ds va giu' duro sulla proposta di riforma della CdL definendola 'un atto di arroganza' da respingere.



il nostro sistema elettorale non sarà il migliore al mondo ma almeno non conduce a simili risultati - lo schieramento bipolare che impone il nostro maggioritario non sarà la panacea a tutti i mali ma almeno garantisce una relativa stabilità e governabilità. E se gradualmente verrà abolito il 25% di proporzionale allora si potrà passare dal bipolarismo al bipartitismo con l'assorbimento di tutti i partitini in 2 grandi schieramenti. All'inglese, che è meglio. :)

p.s.
chissà se in germania ora si parlerà di cambiare il sistema elettorale verso il modello italiano :D

AlexGatti
19-09-2005, 16:31
Ho seguito tutto il thread.
All'inizio pensavo che la legge elettorale proporzionale CON sbarramento E premio di maggioranza fosse una buona cosa.
Mi sono quasi convinto invece che l'attuale sistema elettorale sia un buon compromesso tra rappresentatività (25% proporzionale) e governabilità (maggioritario... che io preferirei a doppio turno, ma tant'è).

Con il solo maggioritario secco il mio voto non conterebbe mai una cippa, come tutti i voti dei "collegi sicuri". Ovvero se io sono in un "collegio sicuro" di una fazione che vada a votare o non ci vada è lo stesso... soprattutto se non sono nella stragrande maggioranza che definisce il collegio come "sicuro".
Almeno in italia c'è la quota proporzionale che mi permette di contare qualcosa anche se il candidato del mio collegio è blindato.

Spero che se l'udc facesse altre cose stupide tipo far cadere il governo o buttare all'aria le riforme costituzionali o la legge finanziaria, la cdl le dia il benservito e alle elezioni corrano da soli. Quando perderanno l'80% della loro delegazione parlamentare a causa di queste cavolate impareranno a non fare giochini.

E spero che un Prodi stravincente sia abbastanza furbo da non raccoglierli.

LittleLux
20-09-2005, 09:20
Tiro su la discussione con due articoli di Repubblica. Il primo è un sondaggio molto articolato, fatto anche in relazione all possibile, nuova legge elettorale, il secondo è una analisi socio-politica di Diamanti.


Nel sondaggio Demos-Eurisko si aggrava il senso della crisi
Per il 53% il bilancio familiare non "tiene" più
Nuove regole? Vince l'Unione
Vantaggio di 9 punti
di ROBERTO BIORCIO
FABIO BORDIGNON
Si inizia a percepire il clima della campagna elettorale. Diminuiscono gli incerti e si profilano con maggiore chiarezza gli orientamenti di voto. Emerge ancora un vantaggio significativo a favore dell'Unione: oltre 9 punti al maggioritario, 7 e mezzo al proporzionale. E, d'altra parte, la proposta avanzata dalla Casa delle libertà di un ritorno al sistema proporzionale trova un consenso molto ridotto nell'elettorato. Sono i principali risultati proposti dal 4° Atlante Politico, realizzato da Demos-Eurisko per la Repubblica.

Si confermano ancora oggi, e in parte si accentuano, una serie di tendenze già rilevate nell'ultimo anno. Le valutazioni dei cittadini descrivono un quadro fortemente negativo, che si ripercuote, i nevitabilmente, sul consenso verso l'esecutivo. Quasi 9 persone su 10 si dicono insoddisfatte di come vanno le cose in Italia (86%). E l'economia rappresenta, indubbiamente, uno dei principali tasti dolenti: il bilancio familiare "tiene" ancora per una maggioranza, ormai risicata, della popolazione (53%, contro il 61% di gennaio); ma sempre meno persone intravvedono segnali di ripresa per quanto concerne l'economia nazionale (20%).

L'indice di gradimento per l'operato del governo, di conseguenza, è ulteriormente sceso negli ultimi 12 mesi: da oltre il 40% di inizio anno, all'indomani delle regionali era scivolato sotto il 30%, per toccare, oggi, il valore più basso: 27%. Appena il 32% degli intervistati, inoltre, dà la sufficienza al presidente del Consiglio: un dato che colloca Berlusconi in fondo alla lista di gradimento dei politici, assieme a Bossi e Follini. Grande, tuttavia, è la distanza da altre due figure del centro-destra: Casini e, in particolar modo, Fini (55%). I consensi verso il ministro degli Esteri, che si estendono ben oltre i confini del suo partito, sembrano insidiare la leadership di Berlusconi. L'elettorato della Cdl, infatti, appare diviso nella scelta del candidato "ideale" per le politiche 2006: se il 34% confermerebbe l'attuale premier, il 32% chiede che la guida passi al presidente di An.

La situazione, sull'altro versante dello spazio politico, appare assai diversa. Gli italiani, pur mantenendo un atteggiamento critico nei confronti dell'opposizione, formulano un giudizio più benevolo (33%) rispetto a quello assegnato al governo. Inoltre, il leader della coalizione ottiene un livello di apprezzamento che lo colloca in posizione mediana, nella graduatoria dei politici. Il suo ruolo in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, peraltro, non viene messo in discussione dall'elettorato di centro-sinistra: con il 35% delle preferenze, Prodi distanzia nettamente gli altri esponenti della coalizione.

L'avvicinarsi delle consultazioni politiche, oggetto di attenzione crescente da parte dei media e nel dibattito pubblico, modifica, in parte, i riferimenti per le scelte di voto. Si comincia a percepire il clima della futura campagna elettorale. Cresce, quindi, la disponibilità a dichiarare il voto (i rispondenti passano dal 73 al 79% per il maggioritario, dal 55 al 61% per il proporzionale). Sembra un po' dissolta la fase di disorientamento e di sbandamento dell'elettorato di centro-destra, registrata dopo le elezioni regionali. Le aspettative di vittoria del centro-sinistra alle prossime elezioni politiche si sono ridotte rispetto al mese di maggio, anche se restano più del doppio rispetto a quelle della Cdl. Fino all'estate scorsa gli orientamenti elettorali apparivano influenzati soprattutto dalla delusione (ancora in aumento) verso il governo Berlusconi. In prossimità delle elezioni nazionali (caricate di aspettative e di significati di più ampio respiro), le scelte tendono a legarsi maggiormente alle identità politiche e culturali, che possono mettere tra parentesi il giudizio sulle performance del governo. La diminuzione del numero degli incerti, quindi, ha ridotto lievemente il distacco fra l'Unione e la Casa delle libertà. Si possono rilevare, poi, alcuni interessanti mutamenti interni alle coalizioni.

Crescono, in particolare, i consensi per i Ds, nel centro-sinistra, e quelli per Alleanza nazionale e la Lega, nel centro-destra. La proposta di abbandono dell'attuale sistema maggioritario, per passare a un sistema proporzionale, sembra trovare scarso sostegno nell'opinione pubblica (19%) e risulta poco condivisa anche tra gli elettori di centro-destra e della stessa Udc. Gli attuali orientamenti di voto, inoltre, darebbero all'Unione la possibilità di vincere (per un soffio) anche in presenza di una nuova legge elettorale di tipo proporzionale (con premio di maggioranza). La partita sarebbe, però, molto incerta, e l'esito dipenderebbe anche dal successo delle possibili aggregazioni tra i piccoli partiti.

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/versoelezioni/unionetesta/unionetesta.html

http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/infografiche/atlante.jpg

http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/infografiche/voto.jpg

LittleLux
20-09-2005, 09:21
Ed ecco il secondo articolo. Il più interessante.



LE MAPPE
Neanche il Polo crede alla rimonta
Credibilità di Berlusconi a picco
di ILVO DIAMANTI


È rischioso dare per scontato l'esito di una consultazione che avverrà fra qualche mese. Molte cose possono avvenire, prima di allora. Senza dimenticare che, più dei voti, contano i seggi. E la conversione dei voti in seggi dipende da leggi elettorali che possono cambiare, come ci rammentano le iniziative politiche dell'ultima settimana. Tuttavia, le stime fornite dai sondaggi, realizzati da tutti i principali istituti demoscopici (per ultimo, l'Ispo di Renato Mannheimer) spingono gli osservatori, oltre ai protagonisti politici, a sbilanciarsi nelle previsioni tanto chiaro e netto risulta il vantaggio a favore del centrosinistra.

Un dato confermato anche dall'indagine dell'Atlante politico di Repubblica, condotta da Demos-Eurisko nei giorni scorsi, che, nelle intenzioni di voto degli italiani, vede l'Unione prevalere del 7,5% nel proporzionale; di oltre il 9% nel maggioritario. Una misura ampia e pressoché stabile, negli ultimi mesi. Sottolinea che la maggioranza di governo oggi è minoranza fra i cittadini. Questa tendenza ha cause note.

Anzitutto, la delusione, diffusa nella società e nella stessa base elettorale del centrodestra. Un atteggiamento che viene da lontano. D'altronde, non è da ieri che il centrodestra, nelle stime di voto, è superato dal centrosinistra. Solo che, fino a un anno e mezzo fa, appariva in svantaggio soprattutto nel maggioritario, per la difficile coesistenza fra le diverse formazioni - e opinioni - politiche presenti nella Cdl. Nel proporzionale, invece, "teneva", anche se con crescente difficoltà. Non a caso, alle elezioni europee del 2004, dove si vota con il proporzionale, i due schieramenti si erano equivalsi (anche se il centrosinistra aveva, comunque, recuperato in modo significativo, rispetto al 1999). In seguito, però, i sondaggi hanno rilevato il progressivo calo dei consensi per il centrodestra anche nel proporzionale.

Così, il centrosinistra è passato in vantaggio,
stabilmente, sia nel maggioritario sia nel proporzionale. Una tendenza resa evidente non dai sondaggi, ma dal voto reale, alle elezioni regionali di aprile. Dove il centrodestra ha perduto sia nel calcolo dei presidenti eletti, sia conteggiando il voto ai partiti.
La prima causa di questo andamento, dal punto di vista dell'analisi elettorale, è costituita dal crollo di Forza Italia. Aveva sfiorato il 30% alle elezioni politiche del 2001 (e il 25% alle europee e alle regionali degli anni precedenti), è scivolata al 18%, secondo il sondaggio di Demos-Eurisko. Un dato inferiore a quello, mediocre, ottenuto alle regionali. Gli alleati (si fa per dire...) della Cdl, invece, confermano il risultato conseguito alle regionali. Alcuni migliorano (An e Udc), altri (Lega) scendono di poco. Senza, tuttavia, drenare le perdite della coalizione. La loro affermazione rende, anzi, più ardua la coabitazione.

Perché, se la colla fornita da Fi diminuisce di consistenza, allora i pezzi del puzzle appaiono incapaci di stare insieme, incastonati nella stessa cornice. La debolezza del partito network, peraltro, rende difficile la comunicazione fra il governo e la società.
Alla base del calo dei consensi a Fi c'è la crisi di credibilità di cui soffre la sua principale, ormai unica, fonte di identità. Il Presidente; il premier Silvio Berlusconi. L'indagine dell'Atlante politico mostra, infatti, come, nei suoi confronti, esprima fiducia il 32% dei cittadini (intervistati). Si tratta del livello più basso, da un anno a questa parte. Fra i leader del centrodestra, lo superano, largamente, Fini e Casini, mentre Follini e perfino Bossi lo affiancano. Il fatto che anche Prodi, per grado di fiducia, fra gli elettori di centrosinistra sia superato da altri leader (Veltroni e Fassino), non ridimensiona il deficit di consenso del premier. Perché Prodi ottiene, comunque, un consenso personale superiore al presidente del consiglio. Perché, inoltre, contrariamente a Berlusconi, egli è, comunque, riconosciuto dagli elettori dell'Unione come candidato indiscusso, alla presidenza del consiglio.

Perché, infine, Berlusconi non è un capo-condominio, ma il padrone di casa. Il proprietario. E mal sopporta, per questo, un sostegno dimezzato dai suoi elettori.
La crisi della leadership, di Fi e del centrodestra, tuttavia, richiamano, nell'insieme, quel clima di delusione, cui abbiamo fatto riferimento. Quel disincanto, che da sottile si è fatto via via più greve e pesante. Un malessere endemico. Una bruma grigia, che si è depositata nella società. E oscura ogni orizzonte: lontano e vicino. A livello economico, di sicurezza; in ambito nazionale e familiare. Non ci credono più, i cittadini, che qualcosa possa cambiare in meglio. Non credono più alla diminuzione delle tasse, alla ripresa dei mercati e del sistema produttivo. Neppure alla crescita degli occupati (o al calo dei disoccupati). Nonostante le statistiche registrino una - seppur timida - ripresa. Non se ne accorgono, gli italiani. Ascoltano, disattenti, i discorsi dei ministri e del premier. Raccolgono, diffidenti, le notizie che giungono dai mercati e dalle borse. Perché troppe volte Pierino ha gridato "Al lupo!". Adesso non gli credono più. Hanno perso la fiducia. E la fiducia, in politica, è tutto...

Per cui la maggioranza rischia di non ricavare i benefici attesi neppure da iniziative istituzionali estemporanee. Come il recente progetto di riforma elettorale, delineato dall'Udc. Un singolare caso di proporzionale-maggioritario, che dovrebbe garantire rappresentanza ai partiti, rispettandone l'autonomia e il peso reale, ma impone loro di allearsi preventivamente e ripropone il meccanismo, tipicamente maggioritario, del premio di maggioranza... Tuttavia, per quanto favorisca il centrodestra, non è detto che ne garantisca la vittoria. Non solo perché, se la riforma passasse, probabilmente i piccoli partiti del centrosinistra troverebbero un antidoto allo sbarramento del 4%. Aggregandosi fra loro, oppure con i partiti maggiori. Ma anche perché, se le tendenze elettorali dell'ultimo anno si confermassero, il centrodestra rischierebbe, comunque, di perdere. Come lascia intendere questa indagine.

Perché, infine, è passata fra la gente l'idea che si tratta di una legge "ad personam", costruita dalla Cdl su misura delle proprie specifiche esigenze. Come emerge dal sondaggio dell'Atlante politico (ma anche un recente sondaggio di Ipsos per Ap. Com). E, per questo, appare un ulteriore segno di vulnerabilità. Un'ammissione di debolezza. Un messaggio sconfortante e sconfortato.

Così, questa lunga vigilia che precede il voto del 2006 ricorda una gara di cui si conosce, con largo anticipo, il risultato. Vincitori e vinti. I quali, già oggi, si comportano come tali. Il centrosinistra: sicuro di vincere e - anche per questo - perfino un po' "antipatico" (come suggerisce Luca Ricolfi, in un saggio pubblicato di recente da Longanesi). Il centrodestra: rassegnato; e "apatico". Ma la campagna elettorale è ancora lunga. E, dopo la lezione del voto tedesco, conviene coltivare la virtù della prudenza, al centrosinistra. Per vincere le elezioni, oltre ai sondaggi.


(20 settembre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/versoelezioni/rimopolo/rimopolo.html

AlexGatti
20-09-2005, 09:41
Fattibile certamente, IMHO lo è al punto che solo tramite un ulteriore referendum è possibile combiare una decisione derivante da un referendum. Il parlamento non dovrebbe avere possibilità alcuna di modificare, per qualsivoglia motive ed in qualunque modo, il risultato scaturito da un voto referendario. Semplicemente non ne sarebbe, l'assemblea parlamentare, legittimata perchè rappresenta, teoricamente, la volontà popolare e se il popolo si esprime direttamente i suoi cosidetti rappresentanti dovrebbero tacere e prenderne atto chinando il capo.

Ciao

Mah concordo sulla sacralità della volontà popolare ma non sull'immutabilità. E' certamente deplorevole che il parlamento abbia eluso referendum come quello sulla responsabilità civile dei magistrati e sul ministero dell'agricoltura (anche se su quest'ultimo non mi sento di fargliene una colpa). Però dopo un certo periodo, sparo una cifra, 10 anni, le cose possono essere rimesse in discussione, anche dal parlamento.
Non è possibile che un referendum come il nucleare, anche per le motivazioni e modalità con cui è stato fatto, venga considerato come volontà immutabile mentre quello sulla legge elettorale venga considerato tranquillamente emendabile.
Sarebbe ora di abolire il quorum... o sarebbe ora di avere governi più seri che quando ci sono referendum invitino comunque ad andare a votare e dichiarino (sia che siano a favore o contro quel quesito) che si atterranno al risultato del referendum, legiferando opportunamente, sia che il referendum raggiunga il quorum sia che non lo raggiunga (considerandolo in quest'ultimo caso come "consultivo".

LittleLux
20-09-2005, 11:58
Il delirio, politico (viziato, come sempre, da una concezione privatistica della politica stessa), dettato dalla paura. Bene. Avanti così. Si sta scavando la fossa non con una pala ma con un caterpillar.:D


http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto3/leggeletto3/leggeletto3.html

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/20/berlu.shtml

Lucio Virzì
20-09-2005, 12:18
Il delirio, politico (viziato, come sempre, da una concezione privatistica della politica stessa), dettato dalla paura. Bene. Avanti così. Si sta scavando la fossa non con una pala ma con un caterpillar.:D


http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto3/leggeletto3/leggeletto3.html

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/20/berlu.shtml

E vai! :D
L'ha dichiarato chiaro e tondo che il suo intento è quello di pararsi il culo! :D:D
Eppure, martellandosi sulle palle, lo rivoteranno, ehhh si, lo rivoteranno.. :rolleyes:

LuVi

LittleLux
20-09-2005, 12:31
E vai! :D
L'ha dichiarato chiaro e tondo che il suo intento è quello di pararsi il culo! :D:D
Eppure, martellandosi sulle palle, lo rivoteranno, ehhh si, lo rivoteranno.. :rolleyes:

LuVi

Certo che lo rivoteranno, dipende in quanti, però. Almeno il 10% in meno, stando ai sondaggi, anche se logica e buon senso vorrebbero che, dopo il disastro rappresentato dal suo governo, ed anche dopo queste ultime uscite, quella cifra fosse almeno doppia.

zerothehero
20-09-2005, 12:48
http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/infografiche/atlante.jpg

però... :D far fuori in un solo colpo verdi, uder, comunisti italiani, sdi e lista di pietro etc..sarebbe quasi una benedizione nel lungo periodo per i riformisti del centro-sinistra..

LittleLux
28-09-2005, 00:52
Ed ecco che i volponi della maggioranza ripartono alla carica con la legge elettorale, sempre più ingarbugliata, sempre più pasticciata.


27.09.2005
Legge elettorale: colpo di mano dei berlusconiani. L'opposizione grida al broglio
di red


Colpo di mano della maggioranza sulla legge elettorale e l'opposizione abbandona i lavori della Commissione affari costituzionali. Alle 21 di martedì, a sorpresa, il relatore della Cdl ha presentato un subemendamento (che di fatto è una riscrittura completa delle norme elettorali) alla legge in discussione che riguarda la ridefinizione dei collegi elettorali. Il presidente della Commissione, Donato Bruno, che è anche presentatore dell'emendamento, ha messo ai voti la sua stessa proposta alle 21,30. Mezz'ora di tempo per studiare un testo che riscrive la geografia politica italiana. I deputati del centrosinistra sono andati dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, spiega il diellino Gianclaudio Bressa, «per chiedere giustizia». «È inaccettabile infatti - dice Marco Boato - che si presenti un testo alle 9 di sera con l'intenzione di metterlo ai voti alle 9,30».

Nei subemendamenti presentati alla Camera dal relatore della riforma elettorale, il presidente della commissione Affari costituzionali Donato Bruno, si prevede un sistema elettorale proporzionale con indicazione del premier, un premio di maggioranza, e soglie di sbarramento differenziate: del 2% se la lista di un partito è in una coalizione, del 4% se corre da sola. Anche per la coalizione si pone una soglia di sbarramento minima: il 10% dei voti nazionali. Al momento di presentare i simboli per partecipare alle elezioni, ai partiti viene fatto obbligo di depositare anche il programma elettorale e di dichiarare il nome del proprio candidato premier. Il premio di maggioranza è determinato in modo da garantire alla coalizione che ha ottenuto più voti a livello nazionale un minimo di seggi: 340 alla Camera e 170 al Senato. Se la coalizione con i propri voti ha diritto a quel numero di parlamentari, o anche di più, non scatta alcun premio di maggioranza. Si prevede inoltre che le liste siano bloccate, cioè senza che gli elettori possano esprimere preferenze tra i candidati della lista prescelta (l'Udc ha però già fatto sapere che si riserva di presentare un emendamento per correggere questo aspetto). I simboli delle liste dovranno comparire sulla scheda a blocchi, per evidenziare la coalizione di appartenenza, e l'ordine sarà stabilito con sorteggio. Si fissano anche le dimensioni dei simboli sulle schede, che saranno più grandi che nel passato: un diametro di tre centimetri.

http://www.unita.it/index.asp?topic_tipo=&topic_id=44870

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto3/cicchtt/cicchtt.html

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/09_Settembre/27/calderoli.shtml

andreamarra
29-09-2005, 16:25
Il testo della riforma approda a Montecitorio
Il premier: "L'accordo nella Cdl c'è, si vada al voto"
Legge elettorale, Berlusconi attacca
D'Alema: "Casini è il regista"
Prodi: "Il governo vuole violentare la democrazia"


Silvio Berlusconi

ROMA - Mentre Silvio Berlusconi spinge l'acceleratore sulla riforma elettorale e l'opposizione promette barricate, sempre più nel mirino finisce Pier Ferdinando Casini che secondo il centrosinistra non svolge, fino in fondo, il ruolo di "arbitro" che la carica gli imporrebbe. Tanto che D'Alema accusa: "E' lui il regista". Nel frattempo si è conclusa nell'Aula della Camera la discussione generale. Nel tardo pomeriggio sarà la volta della conferenza dei capigruppo.

Dopo l'accordo tecnico sulla legge elettorale, ora "nella Casa delle libertà c'è anche l'accordo politico che si è chiuso, quindi ora si va al voto" dice Silvio Berlusconi nel giorno in cui il testo di riforma elettorale approda in Aula. "Per quanto riguarda l'opposizione - prosegue Berlusconi - se retrocedesse da una sua posizione pregiudiziale e vedesse che questa legge era quella che loro volevano proporre qualche tempo fa nell'altra legislatura, vedrebbe che è un proporzionale normale con un premio di governabilità"

Ma le parole del premier trovano una netta chiusura da parte dell'Unione. "Con il cambiamento della legge elettorale viene violentata la lettera della democrazia" dice Romano Prodi. E Massimo D'Alema avverte: "Occorre reagire in tutte le forme possibili a questo colpo di mano con estrema fermezza, perchè la legge elettorale non è una questione che riguarda i partiti, perchè qui si sta producendo un gravissimo danno al paese". Ma l'affondo più duro, D'Alema lo riserva a Pier Ferdinando Casini definito "il regista della rottura del bipolarismo". Parole che scatenano la reazione del leader dell'Udc, Marco Follini: "Nei confronti di Casini è incorso un'aggressione straordinariamente ingiusta e tutta politica".

(29 settembre 2005)



http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto3/sivoti/sivoti.html




io credevo che non se ne faccesse più nulla, invece...

Lucio Virzì
29-09-2005, 16:35
Lo stanno facendo... :muro: è un atto di pura delinquenza.

LuVi

andreamarra
29-09-2005, 16:45
http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/infografiche/atlante.jpg

però... :D far fuori in un solo colpo verdi, uder, comunisti italiani, sdi e lista di pietro etc..sarebbe quasi una benedizione nel lungo periodo per i riformisti del centro-sinistra..

anche per me sarebbe una grandissima cosa che partitini piccoli estremi o troppo moderati non entrino nei governi. E mettere una soglia di sbarramento del 4-5% è l'ideale. A me sinceramente piacerebbe un sistema politico all'americana, con un partito riformista e uno conservatore.

Ma onestamente a pochi mesi dal voto, dopo che le varie coalizioni sono già formate e ben distinte, a me pare sinceramente una porcata memorabile quella di mettersi a tavolino-vedere cosa fare-fare la legge elettorale in modo da limitare la sconfitta secondo le intenzioni di voto o addirittura riuscire a vincere clamorosamente.

Una porcata assoluta, primo per il motivo che ho spiegato (e anche un cieco vedrebbe), secondo perchè si perdono giorni e giorni di importanti lavori di camera per riuscire a sistemare le cose realmente importanti. Tenere occupato il parlamento per questa porcata è quanto di più grottesco possano fare.

Ho timore, per l'Italia, che se vincerà il centrosinistra alle prossime politiche il governo appena insediatosi i primi mesi li passerà a disintegrare in maniera violenta a colpi di maggioranza tutto ciò che di scempio democratico è stato fatto in passato, un colpo di spugna. E prevedo che saranno anche parecchio vendicativi nei confronti dell'opposizione.

LittleLux
29-09-2005, 17:44
Lo stanno facendo... :muro: è un atto di pura delinquenza.

LuVi

Io direi di puro miopismo politico. Certo, dietro c'è tutta la protervia che questa maggioranza ha sempre dimostrato, aggravata dal fatto che son sempre più disperati ma, per l'appunto, io lo vedo proprio come un gesto dettato dalla disperazione, e questo la gente lo capisce benissimo. Questi non hanno prospettiva, Lucio, tranquillo. Hanno fatto danni, ne faranno ancora molti, ma sono senza futuro. ;)

zerothehero
29-09-2005, 18:07
anche per me sarebbe una grandissima cosa che partitini piccoli estremi o troppo moderati non entrino nei governi. E mettere una soglia di sbarramento del 4-5% è l'ideale. A me sinceramente piacerebbe un sistema politico all'americana, con un partito riformista e uno conservatore.


Diciamo che in italia bisognerebbe ridurre il "potenziale di ricatto" dei partitini che mettono in ostaggio una coalizione.
Tuttavia a me il sistema politico americano non piace per nulla..2 grandi comitati elettorali semipermanenti (che non hanno struttura partitica tradizionale..alla DS per intenderci, imho non li confonderei con riformisti e conservatori) molto elitari, in cui si entra generalmente per cooptazione, egemonizzati da "aristocrazia" (come i kennedy o la famiglia bush etc) fortemente influenzati da attività di lobbying non mi piacciono per nulla..quello che apprezzo del sistema politico americano è l'alternanza, per il resto non lo invidio, anche perchè l'elitarietà di tale sistema porta ad avere bassissima influenza (<50%).
Sono favorevole anch'io ad una semplificazione dei partiti cmq :D da un lato i conservatori dall'altro i riformisti, se non si vogliono due partiti (magari è troppo estremo) un sistema bipolarista con 2-3 partiti per coalizione e con premier "forte" (cioè che possa sciogliere le camere)..ma è ancora troppo presto per l'italia.
Nel merito delle proiezioni di repubblica..sono molto virtuali, perchè se vi fosse quel sistema i partitini di sinistra si riunirebbero per fare delle mini-alleanza (verdi+ comunisti italiani) e passare lo sbarramento..quindi non è neanche la soluzione definitiva. :stordita:



Ma onestamente a pochi mesi dal voto, dopo che le varie coalizioni sono già formate e ben distinte, a me pare sinceramente una porcata memorabile quella di mettersi a tavolino-vedere cosa fare-fare la legge elettorale in modo da limitare la sconfitta secondo le intenzioni di voto o addirittura riuscire a vincere clamorosamente.


Le regole non scritte della democrazia imporrebbero che ci fosse un'accordo bipartisan per cambiare le regole del gioco..ma è un obbligo non scritto.. :fagiano:
Sulla tempistica sono d'accordo anch'io con te, ma c'è un illustre politologo (Sartori) che la pensa in modo diverso..in genere conviene (per neutralizzare i ricatti dei partiti) fare la riforma elettorale a ridosso delle elezioni (dal momento che non possono più minacciare di far saltare il governo). Sartori giudica negativa non la tempistica ma la finalità di tale riforma elettorale (colpire l'opposizione). E' perfettamente lecito nella meccanica "politica" (commissione parlamentare, discussione, votazione etc..) ma è altamente inopportuno da un punto di vista "etico" e di "responsabilità" (un pò come il caso Fazio..)
C'è anche un'altro problema che il governo ignora...si può invertire il corso maggioritario sancito da referendum popolari?..ok che siamo un sistema "parlamentare", ma bisognerebbe tener conto delle consultazioni popolari in merito..e se la gente vuole il maggioritario, giusto o sbagliato che sia si va con il maggioritario.



Ho timore, per l'Italia, che se vincerà il centrosinistra alle prossime politiche il governo appena insediatosi i primi mesi li passerà a disintegrare in maniera violenta a colpi di maggioranza tutto ciò che di scempio democratico è stato fatto in passato, un colpo di spugna. E prevedo che saranno anche parecchio vendicativi nei confronti dell'opposizione.

Il centrosinistra dovrà muoversi per evitare che nel 2006 l'italia sfori il 4-5% del deficit pil, d'accordo a togliere la cirielli e le altre leggi ad personam, ma la priorità è l'economia....perchè abbiano un paio di anni prima di beccare sanzioni dall'ue.
PEr fare questo dovrà fare riforme estremamente impopolari (simil-tatcheriane + forte riduzione dei trasferimenti alle regioni) che non potrà ovviamente fare dato le sue componenti massimaliste (alla bertinotti per capirci)..
Sicuramente migliorerà lo stile di governo (meno guascone/volgare di quello berlusconiano) ma imho fallirà la prova di riportare a galla il paese (opinione personale, vedremo come si comporteranno).. :mc:

LittleLux
29-09-2005, 18:14
Il testo della riforma approda a Montecitorio
Il premier: "L'accordo nella Cdl c'è, si vada al voto"
Legge elettorale, Berlusconi attacca
D'Alema: "Casini è il regista"
Prodi: "Il governo vuole violentare la democrazia"


Silvio Berlusconi

ROMA - Mentre Silvio Berlusconi spinge l'acceleratore sulla riforma elettorale e l'opposizione promette barricate, sempre più nel mirino finisce Pier Ferdinando Casini che secondo il centrosinistra non svolge, fino in fondo, il ruolo di "arbitro" che la carica gli imporrebbe. Tanto che D'Alema accusa: "E' lui il regista". Nel frattempo si è conclusa nell'Aula della Camera la discussione generale. Nel tardo pomeriggio sarà la volta della conferenza dei capigruppo.

Dopo l'accordo tecnico sulla legge elettorale, ora "nella Casa delle libertà c'è anche l'accordo politico che si è chiuso, quindi ora si va al voto" dice Silvio Berlusconi nel giorno in cui il testo di riforma elettorale approda in Aula. "Per quanto riguarda l'opposizione - prosegue Berlusconi - se retrocedesse da una sua posizione pregiudiziale e vedesse che questa legge era quella che loro volevano proporre qualche tempo fa nell'altra legislatura, vedrebbe che è un proporzionale normale con un premio di governabilità"

Ma le parole del premier trovano una netta chiusura da parte dell'Unione. "Con il cambiamento della legge elettorale viene violentata la lettera della democrazia" dice Romano Prodi. E Massimo D'Alema avverte: "Occorre reagire in tutte le forme possibili a questo colpo di mano con estrema fermezza, perchè la legge elettorale non è una questione che riguarda i partiti, perchè qui si sta producendo un gravissimo danno al paese". Ma l'affondo più duro, D'Alema lo riserva a Pier Ferdinando Casini definito "il regista della rottura del bipolarismo". Parole che scatenano la reazione del leader dell'Udc, Marco Follini: "Nei confronti di Casini è incorso un'aggressione straordinariamente ingiusta e tutta politica".

(29 settembre 2005)



http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/leggeletto3/sivoti/sivoti.html




io credevo che non se ne faccesse più nulla, invece...


Bene, se è vero quel che Berlusconi dice, allora dovrebbe spiegarci come mai, nella scorsa legislatura, fu proprio lui a dire che contro quella legge, cioè la stessa identica che si apprestano ad approvare ora, avrebbero fatto le barricate.

Ce lo venisse a spiegare, il cavaliere. :rolleyes:

smodding-desk
29-09-2005, 18:23
Bene, se è vero quel che Berlusconi dice,
Ma perché esiste ancora qualcuno che crede a quello che dice Ilvio? :eek:

giammy
29-09-2005, 20:16
http://www.repubblica.it/popup/servizi/2005/infografiche/atlante.jpg

però... :D far fuori in un solo colpo verdi, uder, comunisti italiani, sdi e lista di pietro etc..sarebbe quasi una benedizione nel lungo periodo per i riformisti del centro-sinistra..

certo recuperare lo 0,4% invece del 7,6% sarebbe un bel vantaggio per silvio, ma credo che dopo questa bravata che ignora i risultati di un referendum che raggiunse un quorum da record l'ex pelato perderà ancora consensi.

IpseDixit
29-09-2005, 20:21
Il paradosso: tre soglie per abolire ogni soglia

La nuova versione del proporzionale dà spazio anche ai «micropartiti»: aumenta il rischio della frammentazione

DI DI ROBERTO DALIMONTE

La Cdl insiste sull'introduzione di un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Ma il nuovo testo è molto diverso dal precedente. Innanzi tutto. è stata cancellata la norma che faceva sì che solo i partiti con più del 4% dei voti contribuivano a far scattare il premio di maggioranza.
Era un chiaro vantaggio per la Cdl, i cui partiti sono generalmente sopra la soglia, e un danno certo per l'Unione, che è una coalizione molto più frammentata: è un bene che la Cdl su questo ci abbia ripensato.
In compenso è stata introdotta un'altra "furbizia". Addirittura peggiore della precedente dal punto di vista dell'interesse del Paese. In un precedente commento sulla riforma elettorale della Cdl avevamo previsto che la soglia inizialmente prevista al 4%. per la ripartizione dei seggi proporzionali sarebbe stata abbassata al 2%. Ci siamo sbagliati. La soglia non è stata abbassata: è stata semplicemente abolita. Il meccanismo funziona così: per concorrere alla ripartizione dei seggi proporzionali e al premio eventuale una coalizione deve superare il 10% dei voti e deve avere al suo interno almeno una lista che superi il 2%. Se queste due condizioni sono soddisfatte gli altri partiti della coalizione possono avere tutti anche meno dell' 1% dei voti. Una formula del genere può piacere ai Verdi, Comunisti Italiani, alla Mussolini. Rauti . De Michelis: Di Pietro e così via. Soprattutto piacerà a Lombardo (il mago delle recenti elezioni catanesi) e a tutti quelli che troveranno in questa norma l'incentivo ad imitarlo. Assisteremo alla diffusione nazionale della "formula Catania". E in più avremo anche le liste 'Forza Roma' e simili. come abbiamo visto alle recenti elezioni regionali. in breve, si moltiplicheranno le reti per pescare voti e portarli nel gran calderone delle coalizioni "acchiappatutto".
Sarà la balcanizzazione del sistema partitico. Invece dì incentivare la formazione di grandi partiti, quei grandi partiti che esistono in tutte le grandi democrazie. Facciamo esattamente il contrario.
Eppure, se non fosse per il fatto che le elezioni sono alle porte, questa riforma potrebbe anche avere una qualche possibilità di successo. In fondo è fatta per piacere a tutti. Va bene ai partiti piccoli perché non hanno nulla da temere da una soglia che non esiste per chi è disposto a entrare in coalizione. Va bene ai grandi (si fa per dire) perché li libera dal fastidio del collegio uninominale e della spartizione dei seggi ad esso associato. Va bene a tutti, grandi e piccoli. perché contiene una terza soglia del 4% contro i partiti che non vogliono entrare in coalizione e quindi protegge i partiti coalizzati dalla concorrenza dei possibili esterni.
E una riforma che soddisfa il "principio di Pareto" : nessuno ci perde e magari qualcuno ci guadagna. Però, ci sono le elezioni alle porte. E questo cambia tutto. Perché l'Unione sa che nelle attuali condizioni le conviene andare al voto con l'attuale sistema. E questo alla fine permetterà di evitare un'ulteriore caduta verso la frammentazione.

IpseDixit
29-09-2005, 20:23
In pratica si rischia di avere decine di partiti in + :rolleyes:

AlexGatti
30-09-2005, 11:23
Il paradosso: tre soglie per abolire ogni soglia

La nuova versione del proporzionale dà spazio anche ai «micropartiti»: aumenta il rischio della frammentazione

DI DI ROBERTO DALIMONTE

...avevamo previsto che la soglia inizialmente prevista al 4%. per la ripartizione dei seggi proporzionali sarebbe stata abbassata al 2%. Ci siamo sbagliati. La soglia non è stata abbassata: è stata semplicemente abolita. Il meccanismo funziona così: per concorrere alla ripartizione dei seggi proporzionali e al premio eventuale una coalizione deve superare il 10% dei voti e deve avere al suo interno almeno una lista che superi il 2%. Se queste due condizioni sono soddisfatte gli altri partiti della coalizione possono avere tutti anche meno dell' 1% dei voti.

Boh, vorrei delle conferme. Non l'avevo capita così. Io avevo capito (e letto sui giornali) che se un partito è fuori dalle coalizioni deve pigliare almeno il 4%. Se è dentro una coalizione almeno il 2% ma la coalizione nel suo complesso deve prendere il 10% altrimenti non viene considerata.

Anche con questa furbizia mi pare uno schifo. Era meglio quella vecchia e probabilmente ancora meglio quella attuale (a che punto siamo arrivati!).

SweetHawk
30-09-2005, 11:35
e vai! il referendum buttato nel cesso con buona pace degli italiani...
l'ultimo atto e il disastro è completo ora.

un vero ritorno al passato "50 per cento con le preferenze e 50 per cento con liste bloccate da LORO" e ti ritrovi la crema della vecchia politica :Puke: senza averla nemmenao scelta.. bravi!! non potevate fare meglio!!


Ma perchè? Nei collegi uninominali chi ci mettevano? La crema di qua e la crema di là... e i collegi venivano suddivisi chirurgicamente in base agli interessi di uno o dell'altro partito.

Sembre quella è la mer4a...

IpseDixit
30-09-2005, 14:04
Boh, vorrei delle conferme. Non l'avevo capita così. Io avevo capito (e letto sui giornali) che se un partito è fuori dalle coalizioni deve pigliare almeno il 4%. Se è dentro una coalizione almeno il 2% ma la coalizione nel suo complesso deve prendere il 10% altrimenti non viene considerata.

Anche con questa furbizia mi pare uno schifo. Era meglio quella vecchia e probabilmente ancora meglio quella attuale (a che punto siamo arrivati!).

qQui spiegano bene il senso della nuova legge elettoralehttp://brunik.altervista.org/20050930063816.html

Fabbro76
30-09-2005, 14:11
Lo stanno facendo... :muro: è un atto di pura delinquenza.

LuVi

Mi pare più che altro un golpe.

IpseDixit
30-09-2005, 14:14
Per chi ha voglia di leggersi tutto il testo
TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica
Articolo 1

(Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati)

1. L'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di seguito denominato "decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957", è sostituito dal seguente:

"Art.1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attribuito a liste di candidati concorrenti.


2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella A allegata al presente testo unico.

Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, la ripartizione dei seggi è effettuata in ragione proporzionale, con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza, a norma degli articoli 77, 53 e 84, e si effettua in sede di Ufficio centrale nazionale".

2. L'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

Art. 4. – 1. Il voto è un dovere civico e un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica.

2. Ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista ai fini dell'attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, da esprimere su un'unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista".

3. All'articolo 7, settimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: "In caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati" sono sostituite dalle seguenti:

In caso di scioglimento della Camera dei deputati, che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni.".

4. Dopo l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n.361 del 1957 è inserito il seguente:

"Art. 14-bis. - 1. I partiti o i gruppi politici organizzati possono effettuare il collegamento in una coalizione delle liste da essi rispettivamente presentate. Le dichiarazioni di collegamento debbono essere reciproche.

2. La dichiarazione di collegamento è effettuata contestualmente al deposito del contrassegno di cui all'articolo 14. Le dichiarazioni di collegamento hanno effetto per tutte le liste aventi lo stesso contrassegno.


3. Contestualmente al deposito del contrassegno di cui all'articolo 14, i partiti o i gruppi politici organizzati depositano il
programma elettorale e dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata per la carica di Presidente del
Consiglio dei Ministri. I partiti o i gruppi politici organizzati tra loro collegati depositano lo stesso programma e dichiarano
lo stesso nome e cognome della persona da loro indicata per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.


4. Entro il trentesimo giorno antecedente quello della votazione, gli uffici centrali circoscrizionali comunicano l'elenco
delle liste ammesse, con un esemplare del relativo contrassegno, all'Ufficio centrale nazionale che, accertata la regolarità delle
dichiarazioni, provvede, antro il ventesimo giorno precedente quello della votazione, alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
dell'elenco dei collegamenti ammessi ".

5. All'articolo 15, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: "del 44° e non oltre le ore 16 del 42° " sono sostituite dalle seguenti: " del 54° e non oltre le ore 16 del 52° ".

6. L'articolo 18-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:

"Art. 18-bis. - 1. La presentazione delle liste di candidati per l'attribuzione dei seggi con metodo proporzionale deve essere sottoscritta: da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni fino a 500.000 abitanti; da almeno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 500.000 abitanti e fino a 1.000.000 di abitanti; da almeno 4.000 e da non più di 4.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 1.000.000 di abitanti. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla meta. Le sottoscrizioni devono essere autenticate da uno dei soggetti di cui all'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53. La candidatura deve essere accettata con dichiarazione firmata ed autenticata da un notaio o da uno del soggetti di cui all'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n.53. Per i cittadini residenti all'estero l'autenticazione della firma deve essere richiesta ad un ufficio diplomatico o consolare.


2. Ogni lista, all'atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato ordine. La lista è formata complessivamente da un numero di candidati non inferiore a un terzo e non superiore ai seggi assegnati alla circoscrizione".

16-bis.All'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è soppresso il secondo periodo.


7. All'articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, i commi primo e secondo sono sostituiti dai seguenti:

" Le liste dei candidati, insieme con gli atti di accettazione delle candidature e i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati, devono essere presentate, per ciascuna circoscrizione, alla cancelleria della Corte di appello o del Tribunale indicati nella tabella A, allegata al presente testo unico, dalle ore 8 del 45° giorno alle ore 20 del 44° giorno antecedenti quello della votazione; a tale scopo, per il periodo suddetto, la cancelleria della Corte di appello o del Tribunale rimane aperta quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20.

Entro dieci giorni dalla presentazione delle liste dei candidati deve essere presentata la dichiarazione di presentazione della lista dei candidati firmata, anche in atti separati, dal prescritto numero di elettori esclusivamente nel corso dei predetti dieci giorni ".d.

8. L'articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

"Art. 31. – 1. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell'interno con le caratteristiche essenziali del modello descritto nella tabella B allegata al presente testo unico C riproducono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentata nella circoscrizione, secondo le disposizioni di cui all'articolo 24.

2. Sulle schede per l'attribuzioni dei seggi i contrassegni delle liste collegate appartenenti alla stessa coalizione sono riprodotti di seguito, in linea verticale, uno sotto l'altro, su un'unica colonna. L'ordine delle coalizioni e delle singole liste non collegate, nonché l'ordine dei contrassegni delle liste di ciascuna coalizione sono stabiliti con sorteggio secondo le disposizioni di cui all'articolo 24. I contrassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre ".

9. L'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:

" Art. 77. – 1. L'Ufficio centrale circoscrizionale, compiute le Operazioni di cui all'articolo 76, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:


determina la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti conseguiti dalla lista
stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione;


comunica all'Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna
lista nonché, ai fini di cui all'articolo 83, comma 1, numero 3), il totale dei voti validi della circoscrizione ed il totale dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascuna lista".

10. L'articolo 83 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

Art. 83. – 1. L'Ufficio centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali da tutti gli Uffici centrali circoscrizionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:


determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cure elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno;


determina poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre
elettorali nazionali di tutte le liste che compongono la coalizione stessa, nonché la cifra elettorale nazionale delle liste non
collegate ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto il maggior numero di voti validi
espressi;

individua quindi:
a) le coalizioni di liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il dieci per cento dei voti validi espressi e che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sol plano nazionale almeno il due per cento dei voti validi espressi;

b) le singole liste non collegate che abbiano conseguita sul piano nazionale almeno il quattro per cento dei voti validi espressi nonché le liste delle coalizioni che non hanno superato la percentuale di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il quattro per cento dei voti validi espressi;

4. tra le coalizioni di liste e le liste di cui al numero 3), procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tal fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna coalizione di liste o singola lista di cui al numero 3) per il numero dei seggi da attribuire, ottenendo cosi il quoziente
elettorale nazionale. Nell’ effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di
liste o singola lista, I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parità di resti, a quella che abbiano con seguito la maggior cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio;

5) verifica poi se la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi abbia conseguito almeno 340 seggi;

6) individua quindi, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che
abbiano conseguito sui piano nazionale almeno il due per cento dei voti validi espressi;

7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo, procede, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna lista di cui al numero 6). A tal fine, par ciascuna coalizione di liste, divide la somma delle cifre elettorali nazionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4), ottenendo così il quoziente elettorale di coalizione. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al riparto per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono accora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, alle liste che abbiano conseguito la maggior cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio. Le stesse operazioni di calcolo sono effettuale con riferimento alle liste individuate ai sensi del numero 3), lettera b), nel senso che le rispettive cifre elettorali nazionali vengono divise per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4), ottenendo cosi il quoziente elettorale di lista;

8) salvo quanto disposto dal comma 2, procede quindi alla distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle varie coalizioni di liste o singole liste di cui al numero 3). A tal fine, per ciascuna coalizione di liste, divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il quoziente elettorale della coalizione, ottenendo cosi l'indice relativo ai seggi da attribuire nella circoscrizione alle liste della coalizione medesima. Analogamente, per ciascuna lista di cui al numero 3), lettera b), divide la cifra circoscrizionale per il relativo quoziente elettorale di lista, ottenendo cosi l'indice relativo ai seggi da attribuire nella circoscrizione alla lista medesima. Quindi, moltiplica ciascuno degli indici suddetti per il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione e divide il prodotto per la somma di tutti gli indici. La parte intera dei quozienti di attribuzione cosi ottenuti rappresenta il numero dei seggi da attribuire nella circoscrizione a ciascuna coalizione di liste o lista di cui al numero 3). I seggi che rimangono accora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali le parti decimali dei quozienti di attribuzione siano maggiori e, in caso di parità, alle coalizioni di liste o singole liste che abbiano conseguito la maggior cifra elettorale circoscrizionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio. Successivamente l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna coalizione di liste o singola lista corrisponda al numero dei seggi determinato ai sensi del numero 4). In caso negativo, procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla coalizione di liste o singola lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti, e in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più coalizioni o singole liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi con le altre coalizioni di liste o liste singole, in ordine decrescente di seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla coalizione di liste o singola lista in quelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti, secondo il loro ordine crescente e nelle quali le coalizioni di liste o singole liste che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Qualora nella medesima circoscrizione due o più coalizioni di liste o singole liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio è attribuito alla coalizione di liste o alla singola lista con la più alta parte decimale del quoziente non utilizzata;

9) salvo quanto disposto dal comma 2, l'Ufficio procede quindi all'attribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi spettanti alle liste di ciascuna coalizione. A tal fine, determina il quoziente circoscrizionale di ciascuna coalizione di liste dividendo il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste di cui al numero 6) per il numero di seggi assegnati alla coalizione nella circoscrizione ai sensi del numero 8). Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide quindi la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista della coalizione per tale quoziente circoscrizionale. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali dei quozienti cosi ottenuti; in caso di parità, sono attribuiti alle liste con la maggior cifra elettorale circoscrizionale; a parità di quest'ultima, si procede a sorteggio. Successivamente l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna lista corrisponda al numero dei seggi ad essa attribuito ai sensi del numero 7), In caso negativo, si procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti, e, in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi con le altre liste, in ordine decrescente di seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla lista in quelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti, secondo il loro ordine crescente e nelle quali le liste che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Qualora nella medesima circoscrizione due o più liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio è attribuito alla lista con la più alta parte decimale dei quoziente non utilizzata.

2- Qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi ai sensi del comma 1, non abbia già conseguito almeno 340 seggi, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tal caso l'Ufficio assegna 340 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista.

3. L'Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 278 seggi tra le altre coalizioni di liste e liste di cui al comma 1, numero 3). A tal fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per 278. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio.

4. L’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse
al riparto. A tal fine calcola il quoziente elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista procedendo ai sensi del
comma 1, numero 7), periodi secondo, terza, quarto, quinto, sesto e settimo.

5. Ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del
numero 6) dei comma l, l'Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numeri 8) e 9).


6. L'Ufficio centrale nazionale provvede a comunicare ai singoli Uffici centrali circoscrizionali il numero dei seggi assegnati a ciascuna lista.


7. Di tutte le operazioni dell'Ufficio centrale nazionale viene redatto, in duplice esemplare, apposito verbale: un esemplare è rimesso alla Segreteria generale della Camera dei deputati la quale ne rilascia ricevuta, un altro esemplare è depositato presso la cancelleria della Corte di cassazione ".

11. L'articolo 84 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

"Art. 84.- 1. Il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale, ricevute da parte dell'Ufficio centrale nazionale le comunicazioni di cui all'articolo 83, comma 6, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l'ordine di presentazione.

2. Dell'avvenuta proclamazione il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale invia attestato ai deputati proclamati e ne da immediata notizia alla Segreteria generale della Camera dei deputati nonché alle singole prefetture - uffici territoriali del Governo, che la portano a conoscenza del pubblico ".



Articolo 2

(Modifiche al sistema di elezione del Senato della Repubblica).


1. L'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e successive modificazioni, di seguito denominato " decreto legislativo n. 533 del 1993 ", è sostituito dal seguente;

" Art. 1. – 1. Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, i seggi sono ripartiti tra le regioni a norma dell'articolo 57 della Costituzione sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare, su proposta del Ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio del ministri, contemporaneamente al decreto di convocazione dei comizi.


2. L'assegnazione dei seggi tra le liste concorrenti è effettuata in ragione proporzionale, con l'eventuale attribuzione del premio di maggioranza, mediante riparto nelle singole circoscrizioni regionali ".

2. L'articolo 8 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

"Art. 8. - 1. I partiti o gruppi politici organizzati che intendono presentare candidature per la elezione del Senato della Repubblica debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14, 14-bis, 15, 16, 17, 18 e 18-bis del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni ".

3. L'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993, è sostituito dal seguente:

ART. 9. - 1. La dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati deve contenere l'indicazione del nominativi di due delegati effettivi e di due supplenti.

2. La dichiarazione di cui al comma 1 deve essere sottoscritta: a) da almeno 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle regioni fino a 500.000 abitanti; b) da almeno 1.750 e da non più di 2.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi celle regioni con più di 500.000 abitanti e fino a 1.000.000 di abitanti; c) da almeno 3.500 e da non più dì 5.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle regioni con più di 1.000.000 di abitanti. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni di cui alle lettere a), b) e c) è ridotto alla metà.

3. Ogni lista, all'atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato
ordine. La lista è formata complessivamente da un numero di candidati non inferiore a un terzo e non superiore ai
seggi assegnati alla circoscrizione ".

4. All'articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993, sono apportate le seguenti modificazioni:


a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dal seguente:

" 1. L'ufficio elettorale regionale, appena scaduto il termine stabilito per la presentazione dei ricorsi o, nel caso in cui sia stato presentato ricorso, appenu ricevuta la comunicazione della decisione dell'Ufficio centrale nazionale, compie le seguenti operazioni:

a) stabilisce mediante sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati appositamente convocati, il numero d'ordine da assegnare alle liste ammesse;

b) comunica ai delegati le definitive decisioni adottate;

c) procede, per mezzo delle prefetture - uffici territoriali del Governo:


alla stampa delle schede di votazione, recanti i contrassegni delle liste, i quali devono essere riprodotti sulle schede
medesime con i colori depositati presso il Ministero dell'interno ai sensi dell'articolo 8;


alla stampa del manifesto con il nome dei candidati, con i relativi contrassegni e numero d'ordine, ed all'invio del
manifesto ai sindaci dei comuni della circoscrizione, i quali ne curano l'affissione nell'albo pretorio ed in altri luoghi
pubbici entro il quindicesimo giorno antecedente quello della votazione ";

b) al comma 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: " I contrassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre ".

5. L'articolo 14 del decreto legislativo n. 533 del 1993 e sostituito dal seguente:

" Art. 14. - 1. Il voto si esprime tracciando, con la matita, sulla scheda per la scelta della lista un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo contenente il contrassegno ".

6. L'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

" Art. 16 – 1. L'Ufficio elettorale regionale, compiute le operazioni di cui all'articolo 15, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno a più esperti scelti dal presidente:

1) determina la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione;

2) comunica all'Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista nonché, ai fini di cui all'articolo 83, comma 1, numero 3), del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, il totale dei voti validi della circoscrizione ed il totale dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascuna lista".

7. L'articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dai seguenti:

"ART. 17. – 1. L'Ufficio elettorale regionale procede ad una prima attribuzione provvisoria dei seggi tra le liste singole o collegate ad una coalizione. A tal fine divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste per il numero dei seggi da attribuire e ottiene così il quoziente elettorale circoscrizionale. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi per tale quoziente la cifra elettorale circoscrizionale delle liste ammesse, ottenendo così i rispettivi quozienti di attribuzione. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da attribuire alle liste ammesse. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati sulla base delle più alte parti decimali dei quozienti di attribuzione, e, in caso di parità, della più alta cifra elettorale regionale; a parità di quest'ultima, si procede per sorteggio.

2. Salvo quanto disposto dal comma 3, l'Ufficio centrale nazionale verifica quindi se la coalizione di liste o la lista non
collegata, che ha attenuto il maggior numero di seggi nell'ambito di tutte le circoscrizioni, abbia conseguito almeno 170 seggi. In caso positivo informa della verifica effettuata gli Uffici elettorali regionali, che procedono conseguentemente alle attribuzioni definitive dei seggi.

3.Qualora la coalizione di liste o la lista non collegata, che ha ottenuto il maggior numero di seggi ai sensi del comma 2, non abbia già conseguito almeno 170 seggi, ad essa l'Ufficio centrale nazionale assegna ulteriormente il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tal caso l'Ufficio individua un coefficiente di Incremento dato dal rapporto tra il numero di 170 e il numero dei seggi ottenuti dalla coalizione di liste a lista non collegata, individuata ai sensi del comma 2. Ai fini dell'attribuzione dei seggi ulteriori nelle singole circoscrizioni regionali, l'Ufficio ridetermina la cifra elettorale regionale della lista o delle liste collegate appartenenti alla coalizione che ha ottenuto il maggior numero di seggi, moltiplicando tale cifra per il predetto coefficiente di incremento. Ogni cifra elettorale così rideterminata è divisa per il quoziente di circoscrizione già stabilito ai sensi del comma 1. Se dopo tali operazioni viene superato il numero di 170 seggi, le attribuzioni in eccedenza vengono detratte nelle circoscrizioni in cui la lista o le liste collegate hanno le minori parti decimali dei quozienti di attribuzione dei seggi utilizzate, fino a concorrenza del numero di seggi da scomputare. Qualora invece anche dopo tali operazioni non sia raggiunto il numero di 170 seggi, i seggi ancora mancanti sono ulteriormente assegnati e ripartiti nelle circoscrizioni in cui la lista o le liste collegate hanno le più alte parti decimali del quoziente di attribuzione non utilizzate, fino a concorrenza del numero di seggi da attribuire. Nelle singole circoscrizioni regionali, a seguito delle assegnazioni degli ulteriori seggi, è conseguentemente attribuito alle altre coalizioni di liste o singole liste non collegate ammesse al riparto un numero corrispondentemente ridotto di seggi, facendo riferimento alle rispettive cifre elettorali regionali in ordine crescente.

Art. 17-bis - 1. Il presidente dell'Ufficio elettorale regionale, ricevute da parte dell'Ufficio centrale nazionale le comunicazioni riguardanti le operazioni di cui all'articolo 17, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l'ordine di presentazione ".

LittleLux
30-09-2005, 14:15
Per chi ha voglia di leggersi tutto il testo
TESTO UNIFICATO DELLA COMMISSIONE Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica
Articolo 1

(Modifiche al sistema di elezione della Camera dei deputati)

1. L'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, di seguito denominato "decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957", è sostituito dal seguente:

"Art.1. – 1. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, con voto diretto ed uguale, libero e segreto, attribuito a liste di candidati concorrenti.


2. Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella A allegata al presente testo unico.

Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, la ripartizione dei seggi è effettuata in ragione proporzionale, con l'eventuale attribuzione di un premio di maggioranza, a norma degli articoli 77, 53 e 84, e si effettua in sede di Ufficio centrale nazionale".

2. L'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

Art. 4. – 1. Il voto è un dovere civico e un diritto di tutti i cittadini, il cui libero esercizio deve essere garantito e promosso dalla Repubblica.

2. Ogni elettore dispone di un voto per la scelta della lista ai fini dell'attribuzione dei seggi in ragione proporzionale, da esprimere su un'unica scheda recante il contrassegno di ciascuna lista".

3. All'articolo 7, settimo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: "In caso di scioglimento anticipato della Camera dei deputati" sono sostituite dalle seguenti:

In caso di scioglimento della Camera dei deputati, che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni.".

4. Dopo l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n.361 del 1957 è inserito il seguente:

"Art. 14-bis. - 1. I partiti o i gruppi politici organizzati possono effettuare il collegamento in una coalizione delle liste da essi rispettivamente presentate. Le dichiarazioni di collegamento debbono essere reciproche.

2. La dichiarazione di collegamento è effettuata contestualmente al deposito del contrassegno di cui all'articolo 14. Le dichiarazioni di collegamento hanno effetto per tutte le liste aventi lo stesso contrassegno.


3. Contestualmente al deposito del contrassegno di cui all'articolo 14, i partiti o i gruppi politici organizzati depositano il
programma elettorale e dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata per la carica di Presidente del
Consiglio dei Ministri. I partiti o i gruppi politici organizzati tra loro collegati depositano lo stesso programma e dichiarano
lo stesso nome e cognome della persona da loro indicata per la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri.


4. Entro il trentesimo giorno antecedente quello della votazione, gli uffici centrali circoscrizionali comunicano l'elenco
delle liste ammesse, con un esemplare del relativo contrassegno, all'Ufficio centrale nazionale che, accertata la regolarità delle
dichiarazioni, provvede, antro il ventesimo giorno precedente quello della votazione, alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale
dell'elenco dei collegamenti ammessi ".

5. All'articolo 15, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, le parole: "del 44° e non oltre le ore 16 del 42° " sono sostituite dalle seguenti: " del 54° e non oltre le ore 16 del 52° ".

6. L'articolo 18-bis del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:

"Art. 18-bis. - 1. La presentazione delle liste di candidati per l'attribuzione dei seggi con metodo proporzionale deve essere sottoscritta: da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni fino a 500.000 abitanti; da almeno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 500.000 abitanti e fino a 1.000.000 di abitanti; da almeno 4.000 e da non più di 4.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 1.000.000 di abitanti. In caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni il numero delle sottoscrizioni è ridotto alla meta. Le sottoscrizioni devono essere autenticate da uno dei soggetti di cui all'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n. 53. La candidatura deve essere accettata con dichiarazione firmata ed autenticata da un notaio o da uno del soggetti di cui all'articolo 14 della legge 21 marzo 1990, n.53. Per i cittadini residenti all'estero l'autenticazione della firma deve essere richiesta ad un ufficio diplomatico o consolare.


2. Ogni lista, all'atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato ordine. La lista è formata complessivamente da un numero di candidati non inferiore a un terzo e non superiore ai seggi assegnati alla circoscrizione".

16-bis.All'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è soppresso il secondo periodo.


7. All'articolo 20 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, i commi primo e secondo sono sostituiti dai seguenti:

" Le liste dei candidati, insieme con gli atti di accettazione delle candidature e i certificati di iscrizione nelle liste elettorali dei candidati, devono essere presentate, per ciascuna circoscrizione, alla cancelleria della Corte di appello o del Tribunale indicati nella tabella A, allegata al presente testo unico, dalle ore 8 del 45° giorno alle ore 20 del 44° giorno antecedenti quello della votazione; a tale scopo, per il periodo suddetto, la cancelleria della Corte di appello o del Tribunale rimane aperta quotidianamente, compresi i giorni festivi, dalle ore 8 alle ore 20.

Entro dieci giorni dalla presentazione delle liste dei candidati deve essere presentata la dichiarazione di presentazione della lista dei candidati firmata, anche in atti separati, dal prescritto numero di elettori esclusivamente nel corso dei predetti dieci giorni ".d.

8. L'articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

"Art. 31. – 1. Le schede sono di carta consistente, sono fornite a cura del Ministero dell'interno con le caratteristiche essenziali del modello descritto nella tabella B allegata al presente testo unico C riproducono in fac-simile i contrassegni di tutte le liste regolarmente presentata nella circoscrizione, secondo le disposizioni di cui all'articolo 24.

2. Sulle schede per l'attribuzioni dei seggi i contrassegni delle liste collegate appartenenti alla stessa coalizione sono riprodotti di seguito, in linea verticale, uno sotto l'altro, su un'unica colonna. L'ordine delle coalizioni e delle singole liste non collegate, nonché l'ordine dei contrassegni delle liste di ciascuna coalizione sono stabiliti con sorteggio secondo le disposizioni di cui all'articolo 24. I contrassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre ".

9. L'articolo 77 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, è sostituito dal seguente:

" Art. 77. – 1. L'Ufficio centrale circoscrizionale, compiute le Operazioni di cui all'articolo 76, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:


determina la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti conseguiti dalla lista
stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione;


comunica all'Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna
lista nonché, ai fini di cui all'articolo 83, comma 1, numero 3), il totale dei voti validi della circoscrizione ed il totale dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascuna lista".

10. L'articolo 83 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

Art. 83. – 1. L'Ufficio centrale nazionale, ricevuti gli estratti dei verbali da tutti gli Uffici centrali circoscrizionali, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno o più esperti scelti dal presidente:


determina la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista. Tale cifra è data dalla somma delle cure elettorali circoscrizionali conseguite nelle singole circoscrizioni dalle liste aventi il medesimo contrassegno;


determina poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste collegate, data dalla somma delle cifre
elettorali nazionali di tutte le liste che compongono la coalizione stessa, nonché la cifra elettorale nazionale delle liste non
collegate ed individua quindi la coalizione di liste o la lista non collegata che ha ottenuto il maggior numero di voti validi
espressi;

individua quindi:
a) le coalizioni di liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il dieci per cento dei voti validi espressi e che contengano almeno una lista collegata che abbia conseguito sol plano nazionale almeno il due per cento dei voti validi espressi;

b) le singole liste non collegate che abbiano conseguita sul piano nazionale almeno il quattro per cento dei voti validi espressi nonché le liste delle coalizioni che non hanno superato la percentuale di cui alla lettera a) ma che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il quattro per cento dei voti validi espressi;

4. tra le coalizioni di liste e le liste di cui al numero 3), procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tal fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna coalizione di liste o singola lista di cui al numero 3) per il numero dei seggi da attribuire, ottenendo cosi il quoziente
elettorale nazionale. Nell’ effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di
liste o singola lista, I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di
parità di resti, a quella che abbiano con seguito la maggior cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio;

5) verifica poi se la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi abbia conseguito almeno 340 seggi;

6) individua quindi, nell'ambito di ciascuna coalizione di liste collegate di cui al numero 3), lettera a), le liste che
abbiano conseguito sui piano nazionale almeno il due per cento dei voti validi espressi;

7) qualora la verifica di cui al numero 5) abbia dato esito positivo, procede, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna lista di cui al numero 6). A tal fine, par ciascuna coalizione di liste, divide la somma delle cifre elettorali nazionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4), ottenendo così il quoziente elettorale di coalizione. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista ammessa al riparto per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono accora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, alle liste che abbiano conseguito la maggior cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio. Le stesse operazioni di calcolo sono effettuale con riferimento alle liste individuate ai sensi del numero 3), lettera b), nel senso che le rispettive cifre elettorali nazionali vengono divise per il numero di seggi già individuato ai sensi del numero 4), ottenendo cosi il quoziente elettorale di lista;

8) salvo quanto disposto dal comma 2, procede quindi alla distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle varie coalizioni di liste o singole liste di cui al numero 3). A tal fine, per ciascuna coalizione di liste, divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste ammesse al riparto di cui al numero 6) per il quoziente elettorale della coalizione, ottenendo cosi l'indice relativo ai seggi da attribuire nella circoscrizione alle liste della coalizione medesima. Analogamente, per ciascuna lista di cui al numero 3), lettera b), divide la cifra circoscrizionale per il relativo quoziente elettorale di lista, ottenendo cosi l'indice relativo ai seggi da attribuire nella circoscrizione alla lista medesima. Quindi, moltiplica ciascuno degli indici suddetti per il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione e divide il prodotto per la somma di tutti gli indici. La parte intera dei quozienti di attribuzione cosi ottenuti rappresenta il numero dei seggi da attribuire nella circoscrizione a ciascuna coalizione di liste o lista di cui al numero 3). I seggi che rimangono accora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali le parti decimali dei quozienti di attribuzione siano maggiori e, in caso di parità, alle coalizioni di liste o singole liste che abbiano conseguito la maggior cifra elettorale circoscrizionale; a parità di quest’ultima si procede a sorteggio. Successivamente l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna coalizione di liste o singola lista corrisponda al numero dei seggi determinato ai sensi del numero 4). In caso negativo, procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla coalizione di liste o singola lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti, e in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più coalizioni o singole liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi con le altre coalizioni di liste o liste singole, in ordine decrescente di seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla coalizione di liste o singola lista in quelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti, secondo il loro ordine crescente e nelle quali le coalizioni di liste o singole liste che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Qualora nella medesima circoscrizione due o più coalizioni di liste o singole liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio è attribuito alla coalizione di liste o alla singola lista con la più alta parte decimale del quoziente non utilizzata;

9) salvo quanto disposto dal comma 2, l'Ufficio procede quindi all'attribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi spettanti alle liste di ciascuna coalizione. A tal fine, determina il quoziente circoscrizionale di ciascuna coalizione di liste dividendo il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste di cui al numero 6) per il numero di seggi assegnati alla coalizione nella circoscrizione ai sensi del numero 8). Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide quindi la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista della coalizione per tale quoziente circoscrizionale. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali dei quozienti cosi ottenuti; in caso di parità, sono attribuiti alle liste con la maggior cifra elettorale circoscrizionale; a parità di quest'ultima, si procede a sorteggio. Successivamente l'Ufficio accerta se il numero dei seggi assegnati in tutte le circoscrizioni a ciascuna lista corrisponda al numero dei seggi ad essa attribuito ai sensi del numero 7), In caso negativo, si procede alle seguenti operazioni, iniziando dalla lista che abbia il maggior numero di seggi eccedenti, e, in caso di parità di seggi eccedenti da parte di più liste, da quella che abbia ottenuto la maggiore cifra elettorale nazionale, proseguendo poi con le altre liste, in ordine decrescente di seggi eccedenti: sottrae i seggi eccedenti alla lista in quelle circoscrizioni nelle quali essa li ha ottenuti con le parti decimali dei quozienti, secondo il loro ordine crescente e nelle quali le liste che non abbiano ottenuto il numero di seggi spettanti, abbiano parti decimali dei quozienti non utilizzate. Qualora nella medesima circoscrizione due o più liste abbiano le parti decimali dei quozienti non utilizzate, il seggio è attribuito alla lista con la più alta parte decimale dei quoziente non utilizzata.

2- Qualora la coalizione di liste o la singola lista che ha ottenuto il maggior numero di voti validi espressi ai sensi del comma 1, non abbia già conseguito almeno 340 seggi, ad essa viene ulteriormente attribuito il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tal caso l'Ufficio assegna 340 seggi alla suddetta coalizione di liste o singola lista.

3. L'Ufficio procede poi a ripartire proporzionalmente i restanti 278 seggi tra le altre coalizioni di liste e liste di cui al comma 1, numero 3). A tal fine divide il totale delle loro cifre elettorali nazionali per 278. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente cosi ottenuta rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati alle coalizioni di liste o singole liste per le quali queste ultime divisioni hanno dato i maggiori resti e, in caso di parità di resti, a quelle che abbiano conseguito la maggiore cifra elettorale nazionale; a parità di quest'ultima si procede a sorteggio.

4. L’Ufficio procede poi, per ciascuna coalizione di liste, al riparto dei seggi ad essa spettanti tra le relative liste ammesse
al riparto. A tal fine calcola il quoziente elettorale di ciascuna coalizione di liste o singola lista procedendo ai sensi del
comma 1, numero 7), periodi secondo, terza, quarto, quinto, sesto e settimo.

5. Ai fini della distribuzione nelle singole circoscrizioni dei seggi assegnati alle liste ammesse al riparto ai sensi del
numero 6) dei comma l, l'Ufficio procede infine ai sensi del comma 1, numeri 8) e 9).


6. L'Ufficio centrale nazionale provvede a comunicare ai singoli Uffici centrali circoscrizionali il numero dei seggi assegnati a ciascuna lista.


7. Di tutte le operazioni dell'Ufficio centrale nazionale viene redatto, in duplice esemplare, apposito verbale: un esemplare è rimesso alla Segreteria generale della Camera dei deputati la quale ne rilascia ricevuta, un altro esemplare è depositato presso la cancelleria della Corte di cassazione ".

11. L'articolo 84 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957 è sostituito dal seguente:

"Art. 84.- 1. Il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale, ricevute da parte dell'Ufficio centrale nazionale le comunicazioni di cui all'articolo 83, comma 6, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l'ordine di presentazione.

2. Dell'avvenuta proclamazione il presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale invia attestato ai deputati proclamati e ne da immediata notizia alla Segreteria generale della Camera dei deputati nonché alle singole prefetture - uffici territoriali del Governo, che la portano a conoscenza del pubblico ".



Articolo 2

(Modifiche al sistema di elezione del Senato della Repubblica).


1. L'articolo 1 del testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato della Repubblica, di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, e successive modificazioni, di seguito denominato " decreto legislativo n. 533 del 1993 ", è sostituito dal seguente;

" Art. 1. – 1. Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale. Salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero, i seggi sono ripartiti tra le regioni a norma dell'articolo 57 della Costituzione sulla base dei risultati dell'ultimo censimento generale della popolazione, riportati dalla più recente pubblicazione ufficiale dell'Istituto nazionale di statistica, con decreto del Presidente della Repubblica, da emanare, su proposta del Ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio del ministri, contemporaneamente al decreto di convocazione dei comizi.


2. L'assegnazione dei seggi tra le liste concorrenti è effettuata in ragione proporzionale, con l'eventuale attribuzione del premio di maggioranza, mediante riparto nelle singole circoscrizioni regionali ".

2. L'articolo 8 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

"Art. 8. - 1. I partiti o gruppi politici organizzati che intendono presentare candidature per la elezione del Senato della Repubblica debbono depositare presso il Ministero dell'interno il contrassegno con il quale dichiarano di voler distinguere le candidature medesime, con l'osservanza delle norme di cui agli articoli 14, 14-bis, 15, 16, 17, 18 e 18-bis del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni ".

3. L'articolo 9 del decreto legislativo n. 533 del 1993, è sostituito dal seguente:

ART. 9. - 1. La dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati deve contenere l'indicazione del nominativi di due delegati effettivi e di due supplenti.

2. La dichiarazione di cui al comma 1 deve essere sottoscritta: a) da almeno 1.000 e da non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle regioni fino a 500.000 abitanti; b) da almeno 1.750 e da non più di 2.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi celle regioni con più di 500.000 abitanti e fino a 1.000.000 di abitanti; c) da almeno 3.500 e da non più dì 5.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle regioni con più di 1.000.000 di abitanti. In caso di scioglimento del Senato della Repubblica che ne anticipi la scadenza di oltre centoventi giorni, il numero delle sottoscrizioni di cui alle lettere a), b) e c) è ridotto alla metà.

3. Ogni lista, all'atto della presentazione, è composta da un elenco di candidati, presentati secondo un determinato
ordine. La lista è formata complessivamente da un numero di candidati non inferiore a un terzo e non superiore ai
seggi assegnati alla circoscrizione ".

4. All'articolo 11 del decreto legislativo n. 533 del 1993, sono apportate le seguenti modificazioni:


a) i commi 1 e 2 sono sostituiti dal seguente:

" 1. L'ufficio elettorale regionale, appena scaduto il termine stabilito per la presentazione dei ricorsi o, nel caso in cui sia stato presentato ricorso, appenu ricevuta la comunicazione della decisione dell'Ufficio centrale nazionale, compie le seguenti operazioni:

a) stabilisce mediante sorteggio, da effettuare alla presenza dei delegati appositamente convocati, il numero d'ordine da assegnare alle liste ammesse;

b) comunica ai delegati le definitive decisioni adottate;

c) procede, per mezzo delle prefetture - uffici territoriali del Governo:


alla stampa delle schede di votazione, recanti i contrassegni delle liste, i quali devono essere riprodotti sulle schede
medesime con i colori depositati presso il Ministero dell'interno ai sensi dell'articolo 8;


alla stampa del manifesto con il nome dei candidati, con i relativi contrassegni e numero d'ordine, ed all'invio del
manifesto ai sindaci dei comuni della circoscrizione, i quali ne curano l'affissione nell'albo pretorio ed in altri luoghi
pubbici entro il quindicesimo giorno antecedente quello della votazione ";

b) al comma 3 è aggiunto, in fine, il seguente periodo: " I contrassegni devono essere riprodotti sulle schede con il diametro di centimetri tre ".

5. L'articolo 14 del decreto legislativo n. 533 del 1993 e sostituito dal seguente:

" Art. 14. - 1. Il voto si esprime tracciando, con la matita, sulla scheda per la scelta della lista un solo segno, comunque apposto, nel rettangolo contenente il contrassegno ".

6. L'articolo 16 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dal seguente:

" Art. 16 – 1. L'Ufficio elettorale regionale, compiute le operazioni di cui all'articolo 15, facendosi assistere, ove lo ritenga opportuno, da uno a più esperti scelti dal presidente:

1) determina la cifra elettorale circoscrizionale di ogni lista. Tale cifra è data dalla somma dei voti conseguiti dalla lista stessa nelle singole sezioni elettorali della circoscrizione;

2) comunica all'Ufficio centrale nazionale, a mezzo di estratto del verbale, la cifra elettorale circoscrizionale di ciascuna lista nonché, ai fini di cui all'articolo 83, comma 1, numero 3), del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, il totale dei voti validi della circoscrizione ed il totale dei voti validi ottenuti nella circoscrizione da ciascuna lista".

7. L'articolo 17 del decreto legislativo n. 533 del 1993 è sostituito dai seguenti:

"ART. 17. – 1. L'Ufficio elettorale regionale procede ad una prima attribuzione provvisoria dei seggi tra le liste singole o collegate ad una coalizione. A tal fine divide il totale delle cifre elettorali circoscrizionali delle liste per il numero dei seggi da attribuire e ottiene così il quoziente elettorale circoscrizionale. Nell'effettuare tale divisione non tiene conto dell'eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi per tale quoziente la cifra elettorale circoscrizionale delle liste ammesse, ottenendo così i rispettivi quozienti di attribuzione. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero di seggi da attribuire alle liste ammesse. I seggi che rimangono ancora da attribuire sono rispettivamente assegnati sulla base delle più alte parti decimali dei quozienti di attribuzione, e, in caso di parità, della più alta cifra elettorale regionale; a parità di quest'ultima, si procede per sorteggio.

2. Salvo quanto disposto dal comma 3, l'Ufficio centrale nazionale verifica quindi se la coalizione di liste o la lista non
collegata, che ha attenuto il maggior numero di seggi nell'ambito di tutte le circoscrizioni, abbia conseguito almeno 170 seggi. In caso positivo informa della verifica effettuata gli Uffici elettorali regionali, che procedono conseguentemente alle attribuzioni definitive dei seggi.

3.Qualora la coalizione di liste o la lista non collegata, che ha ottenuto il maggior numero di seggi ai sensi del comma 2, non abbia già conseguito almeno 170 seggi, ad essa l'Ufficio centrale nazionale assegna ulteriormente il numero di seggi necessario per raggiungere tale consistenza. In tal caso l'Ufficio individua un coefficiente di Incremento dato dal rapporto tra il numero di 170 e il numero dei seggi ottenuti dalla coalizione di liste a lista non collegata, individuata ai sensi del comma 2. Ai fini dell'attribuzione dei seggi ulteriori nelle singole circoscrizioni regionali, l'Ufficio ridetermina la cifra elettorale regionale della lista o delle liste collegate appartenenti alla coalizione che ha ottenuto il maggior numero di seggi, moltiplicando tale cifra per il predetto coefficiente di incremento. Ogni cifra elettorale così rideterminata è divisa per il quoziente di circoscrizione già stabilito ai sensi del comma 1. Se dopo tali operazioni viene superato il numero di 170 seggi, le attribuzioni in eccedenza vengono detratte nelle circoscrizioni in cui la lista o le liste collegate hanno le minori parti decimali dei quozienti di attribuzione dei seggi utilizzate, fino a concorrenza del numero di seggi da scomputare. Qualora invece anche dopo tali operazioni non sia raggiunto il numero di 170 seggi, i seggi ancora mancanti sono ulteriormente assegnati e ripartiti nelle circoscrizioni in cui la lista o le liste collegate hanno le più alte parti decimali del quoziente di attribuzione non utilizzate, fino a concorrenza del numero di seggi da attribuire. Nelle singole circoscrizioni regionali, a seguito delle assegnazioni degli ulteriori seggi, è conseguentemente attribuito alle altre coalizioni di liste o singole liste non collegate ammesse al riparto un numero corrispondentemente ridotto di seggi, facendo riferimento alle rispettive cifre elettorali regionali in ordine crescente.

Art. 17-bis - 1. Il presidente dell'Ufficio elettorale regionale, ricevute da parte dell'Ufficio centrale nazionale le comunicazioni riguardanti le operazioni di cui all'articolo 17, proclama eletti, nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto, i candidati compresi nella lista medesima, secondo l'ordine di presentazione ".


Meno male che non è in inglese, altrimenti nessuno lo avrebbe letto.:asd: :ciapet:

tatrat4d
30-09-2005, 14:23
Meno male che non è in inglese, altrimenti nessuno lo avrebbe letto.:asd: :ciapet:

ci vuole cmq del coraggio :(
vabbè, entro sera me ne doto :D

IpseDixit
30-09-2005, 14:26
Meno male che non è in inglese, altrimenti nessuno lo avrebbe letto.:asd: :ciapet:
:sofico:

LittleLux
30-09-2005, 14:40
ci vuole cmq del coraggio :(
vabbè, entro sera me ne doto :D

Poi mi fai un riassunto?:D

X "l'ha detto lui": si scherza nè. :Prrr:

jumpermax
30-09-2005, 18:00
si continua...

il foglio 30 settembre 2005
Avanza il proporzionale, molti si stracciano le vesti (e intanto fanno i conti)
L’11 ottobre la proposta va in aula. Voci, smentite, sulle dimissioni di Casini. Il disincanto di Barbera e Rusconi Pier Ferdinando Casini Prodi in mezzo al guado-Roma.
Forse la tentazione esiste davvero, però non è ancora il momento. Fatto sta che a metà pomeriggio prende a circolare l’indiscrezione di imminenti dimissioni da parte di Pier Ferdinando Casini. Stufo degli attacchi forsennati della sinistra – raccontano – e convinto di dover andare fino in fondo nella riforma neoproporzionalistica. Dopo averla promossa e averne amministrato il cammino da presidente della Camera, ora Casini riprenderebbe posto alla guida dell’Udc. Accanto a Berlusconi e Fini, oggi, magari domani alla guida del centrodestra. Queste le voci, mentre la legge di riforma elettorale viene sbranata in aula dall’Unione insieme con il suo “regista” (lo dice Massimo D’Alema) e mentre Romano Prodi piange la “democrazia violentata”. Lo staff di Casini smentisce subito ogni illazione e, quando si tratta di individuare i responsabili di tanta confusione intorno alle volontà del presidente, si limita a mettere in fila gli autori degli attacchi ricevuti da Casini. In questo rincorrersi di contumelie e paradossi, ambizioni e autopromozioni, il provvedimento va avanti, ottiene un calendario di favore nella conferenza dei capigruppo (in Aula l’11 ottobre, una settimana prima della devolution), s’impone con la forza dell’ineluttabile.

Il ritorno ai vizi della Prima Repubblica
Con simmetrica freddezza, la svolta proporzionale viene percepita da alcuni osservatori di cose politiche come un ritorno ad antichi vizi primorepubblicani. Per rubricare il grumo consociativo adombrato nella riforma, Marcello Sorgi ha disseppellito sulla Stampa la parola trasformismo. Interpellato dal Foglio, il costituzionalista Augusto Barbera si dice “d’accordo con Marcello Sorgi” e ricorre a un parallelo con quanto accaduto nel 1953. “Allora De Gasperi tentò con la così detta legge truffa di ottenere una maggioranza solida per evitare il potere d’influenza delle piccole formazioni”. Qui, oggi, si va in direzione opposta: c’è una coalizione forte che limita il premio di maggioranza e lo fa con due obiettivi. Il primo, “anche volgarotto”, è perdere semmai le prossime elezioni “limitando un danno che altrimenti si aggirerebbe attorno a uno scarto di quasi 400 seggi rispetto al centrosinistra”. Il secondo, legato a una strategia “incomprensibile o consapevolmente centrista”, è quello di “lasciare qualunque maggioranza futura in balìa di piccole formazioni che tendono la corda minacciando di uscire. E storicamente è facile che siano i democristiani a farlo”. Risultato: “Proprio Berlusconi, che aveva dato corpo e sostanza dieci anni fa al bipolarismo, oggi lo avvia alla sua fine. E lì dove muore il bipolarismo risorge il terzo polo immobile. Nel caratteristico silenzio che riguarda gli inesistenti ceti intellettuali di destra”. I partiti di centrosinistra gridano allo scempio ma sotto sotto ciascuno di loro si fa già i conti in tasca. E sbagliano. “I Ds non possono sperare che i seggi in più che guadagnerebbero con la riforma proporzionale ostacoleranno la Margherita, magari con minore rappresentanza in Parlamento, nella facile ricerca di una grande libertà ”.
Secondo Gian Enrico Rusconi, “ogni riforma elettorale è concepita per agevolare la vittoria di chi la promuove. Nulla di particolarmente scandaloso”. Nel caso di questa legge, però, “non si potrà dire ‘scusateci abbiamo scherzato per dieci anni’ con il bipolarismo maggioritario, per quanto imperfetto fosse”. Stavolta l’uso strumentale del sistema di voto porta con sé due gravi conseguenze: la “fine del berlusconismo” come sinonimo di contrapposizione tra Poli, anomala quanto si vuole ma stabile nella sua fisionomia (“e davvero non credevo che Berlusconi fosse così alle corde”). E poi “una fuga in avanti, nel buio. Perché con il proporzionale non rivedremo il dominio della vecchia Dc ma qualcosa d’inimmaginabile”. Per definire questa cosa la parola trasformismo non basta. “Anzi è inadeguata: trasformismo indica un transito interessato da una parte all’altra. Invece assisteremo all’imperdonabile scioglimento degli schieramenti in una degenerazione totale e ingovernabile”, dice Rusconi. Degenerzione innescata “in modo preterintenzionale da Follini, per guadagnare spazio nella Cdl”; assecondata da Berlusconi “che otterrà vantaggi immediati ma se ne pentirà”; e accettata “da un’intera classe dirigente politica preda del panico e priva del senso di realtà”. La realtà dice che Prodi e i suoi urlano all’imbroglio. “Perché su un Prodi già boccheggiante graverà l’handicap di non sapere con quale partito candidarsi. Ma l’esito è imbarazzante: la destra fino a ieri voleva copiare le primarie, ora risveglia la fortissima tentazione proporzionalistica che pervade anche la sinistra”.

LittleLux
30-09-2005, 18:21
Rusconi, che in genere apprezzo per la sua lucidità, ha detto bene.

Tuttavia ora sembra che Follini abbia fatto una mezza retromarcia, sulla legge elettorale e, ancor più importante, sembra che il rapporto tra lui e Casini si sia deteriorato. Questa potrebbe essere una variabile di peso nello scontro in atto all'interno della cdl e che potrebbe avere conseguenze anche per il csx.

jumpermax
30-09-2005, 18:49
Rusconi, che in genere apprezzo per la sua lucidità, ha detto bene.

Tuttavia ora sembra che Follini abbia fatto una mezza retromarcia, sulla legge elettorale e, ancor più importante, sembra che il rapporto tra lui e Casini si sia deteriorato. Questa potrebbe essere una variabile di peso nello scontro in atto all'interno della cdl e che potrebbe avere conseguenze anche per il csx.
beccati ferrara allora... non ci è andato tenero

La Storia e l’Incasso

Il Cav. ha scelto il peggio: un nuovo trasformismo. Ma per lui è il meglio

Fino alla fine abbiamo preferito non crederci troppo. Un po’ per scetticismo, un po’ perché perfino noi abbiamo un cuore, e questo cuore è saldamente piantato nella inesistente seconda Repubblica, già nostalgico di una terza che non verrà mai. Ma salvo sorprese sempre possibili in quella mala bestia che sono le Camere quando votano a scrutinio segreto, la nuova legge elettorale proporzionale è cosa fatta. Così tende a pensarla anche l’opposizione, che crede e non crede nella possibilità di far valere il suo ostruzionismo parlamentare, legittimo quanto la norma proposta, visto che in politica la questione vitale non è lo stile ma l’efficienza (meglio se secondo la legge). Inutile stare a disquisire sul significato del premio di maggioranza, che fa di una proporzionale nei fatti una legge maggioritaria sulla carta. Bastava leggere ieri nella Stampa un sapido commento di Marcello Sorgi, palermitano con un senso grave e serio del potere: il ritorno al proporzionale non potrà che sancire il ritorno al trasformismo e al consociativismo, gemelli inestirpabili della nostra storia genetica di italiani. Se poi Berlusconi ce la facesse a rabberciare una precaria maggioranza di seggi per una precaria e svogliata coalizione ricostituita nel segno dell’imbroglio che sprizza furbizia da tutti i pori, sul piano estetico sarebbe un colpo da maestro: seppe fottere la carovana progressista come profeta della seconda Repubblica, avrebbe fottuto l’Unione undici anni dopo inalberando la bandiera della prima. Ma anche una sua sconfitta sarebbe lenita dai grandi spazi parlamentari in cui maneggi, lobbismi, mediazioni ed equilibrismi metterebbero tutti a dura prova, lui ma anche i suoi non così temibili avversari.
Fra la Storia e l’Incasso, da quell’uomo felicemente privato e irriducibilmente allergico agli schemi astratti della politicha che egli è, il Cav. ha scelto l’Incasso. Invece di nominare un delfino, e cercare di compiere oltre se stesso una missione che definì addirittura “religiosa”, cambiare l’Italia e farne un paese moderno in cui non si votano i partiti a lista bloccata ma esecutivi con un programma; invece di lanciare un libro in 24 lingue che racconti la sua storia straordinaria e metta a cuccia le cretinate scritte su di lui dal folto popolo degli ignoranti; invece di reinventarsi nel grande gioco della politica e del denaro, il Cav. preferisce rimpannucciarsi con quel tanto o quel poco che si può, in una logica di massimo realizzo pur nella massima difficoltà. Sarà ricordato, fra i cent’anni che nel frattempo impiegherà in squisite manovre parlamentari e lobbistiche, come il Rifondatore della prima Repubblica e il grande acrobata che fu capace di due salti mortali senza rete apparente, ma sempre nel segno della sopravvivenza. Il berlusconismo non sembrerebbe finito, lo sciocco romanticismo cavalleresco, quello sì.

andreamarra
30-09-2005, 18:56
beccati ferrara allora... non ci è andato tenero

:eek:

che, parlando di trasformismo, si stia ritramutando in comunista :D???

cmq davvero una critica molto forte.

ma ferrara lo sto rivalutando molto ultimamente, anche ieri sera a 8 e mezzo mi sono piaciuti molto alcuni suoi interventi.

jumpermax
30-09-2005, 19:01
:eek:

che, parlando di trasformismo, si stia ritramutando in comunista :D???

cmq davvero una critica molto forte.

ma ferrara lo sto rivalutando molto ultimamente, anche ieri sera a 8 e mezzo mi sono piaciuti molto alcuni suoi interventi.
lo sto rivalutando pure io, ma in direzione opposta. La linea che sta tenendo su temi delicati come fecondazione assistita e aborto, non la condivido, ma passi.
E' il modo gridato, aggressivo, condito da slogan e battute ad effetto spesso fuorvianti e poveri di contenuti ad essere insopportabile. Sono argomenti troppo delicati seri e profondi per essere trattati con lo stile da teatrino politico solito...

andreamarra
30-09-2005, 19:17
lo sto rivalutando pure io, ma in direzione opposta. La linea che sta tenendo su temi delicati come fecondazione assistita e aborto, non la condivido, ma passi.
E' il modo gridato, aggressivo, condito da slogan e battute ad effetto spesso fuorvianti e poveri di contenuti ad essere insopportabile. Sono argomenti troppo delicati seri e profondi per essere trattati con lo stile da teatrino politico solito...

su determinate questioni come fecondazione assistita e aborto anch'io non la condivido. Sulla prima tematica passi, perchè alla fine io tutt'ora non so se ho fatto bene ad andare a votare 4 si, perchè la questione era decisamente delicata. Sul secondo tema, bhè li decisamente non condivido.

Ma ad esempio io non condivido l'ingerenza degli ultimi tempi della chiesa nelle varie questioni dello stato, anche se ieri a 8 e mezzo ha discusso di questa tematica in modo molto razionale e puntuale. E spesso mi sono trovato daccordo su quanto diceva.

sul fatto del teatrino politico: purtroppo ormai è prassi consolidata e a me sinceramente dà parecchio fastidio.

andreamarra
30-09-2005, 19:19
Rusconi, che in genere apprezzo per la sua lucidità, ha detto bene.

Tuttavia ora sembra che Follini abbia fatto una mezza retromarcia, sulla legge elettorale e, ancor più importante, sembra che il rapporto tra lui e Casini si sia deteriorato. Questa potrebbe essere una variabile di peso nello scontro in atto all'interno della cdl e che potrebbe avere conseguenze anche per il csx.

tra l'altro ho sentito che casini ha dichiarato che le primarie si faranno sicuramente.

insomma, l'udc sta rompendo parecchio la coalizione.

Prima vogliono la riforma elettorale, e poi lo stesso follini adesso fa retromarcia dicendo che non gradisce vedere scontri tra i poli e che quindi sarebbe daccordo alla non presentazione della legge elettorale, poi casini lo sconfessa insieme ad altri.

un bel patrocchio.

tatrat4d
30-09-2005, 22:51
:eek:

che, parlando di trasformismo, si stia ritramutando in comunista :D???


beh, il trasformismo è qlc che Ferrara dovrebbe conoscere bene :asd:

andreamarra
30-09-2005, 22:59
beh, il trasformismo è qlc che Ferrara dovrebbe conoscere bene :asd:

ecco perchè ho detto "ritrasformando" :sofico:!

tatrat4d
30-09-2005, 23:07
ho provato a leggere la proposta, è troppo.....
ma tra questa e l'eventuale dichiarazione preliminare che deriverebbe dal premierato, che casino si crea?

tatrat4d
01-10-2005, 10:15
Io sarei per il maggioritario secco con turno unico e governi chi becca piu voti, figuriamoci se un papocchio di questa fatta lo posso anche minimamente digerire.


Io pure, e quello è un sistema elettorale che non deve sacrificare ai fini della governabilità la libertà di mandato del parlamentare (come detto, qui siamo già a due "dichiarazioni preliminari"). A quello ci pensa il potere di scioglimento nelle mani essenzialmente del premier.
Una modifica l'adotterei cmq se mai qualche mente responsabile importasse il modello inglese: il vincolo di ogni parlamentare "uscente" di ripresentarsi nel collegio di origine, senza migrazioni alla caccia di collegi più sicuri del proprio.

IpseDixit
01-10-2005, 11:42
Il quorum passa da 4 al 2 % questo probabilmente per salvare in caso di sconfitta Lega e Udc.... nella coalizione vincente i partiti sotto il 2 % entreranno in parlamento grazie al premio di maggioranza e alle liste chiuse. I piccoli partiti sono e rimangono determinanti anche con questo sistema.

tatrat4d
01-10-2005, 11:46
Il quorum passa da 4 al 2 % questo probabilmente per salvare in caso di sconfitta Lega e Udc.... nella coalizione vincente i partiti sotto il 2 % entreranno in parlamento grazie al premio di maggioranza e alle liste chiuse. I piccoli partiti sono e rimangono determinanti anche con questo sistema.

prevedibilmente di più, essendo la maggioranza parlamentare più risicata di quella che esce dal maggioritario.

andreamarra
01-10-2005, 15:18
prevedibilmente di più, essendo la maggioranza parlamentare più risicata di quella che esce dal maggioritario.

:cry:

LittleLux
01-10-2005, 16:20
prevedibilmente di più, essendo la maggioranza parlamentare più risicata di quella che esce dal maggioritario.

Poco ma sicuro, d'altronde, lo scopo di questa nuova legge non è certo di garantire la governabilità, anzi, semmai proprio il contrario.

subvertigo
01-10-2005, 16:56
ritorno un attimo sulla discussione.
ero e rimango sostenitore del proporzionale con sbarramento.

questa legge invece, nella sua ultima versione, è una ciofeca pazzesca. non serve assolutamente a niente, con gli sbarramenti aggirati...
a sto punto è molto meglio una proporzionale secca con sbarramento al 5%, senza premi, coalizioni e palle varie.
Ma non la vuole nessuno.
Qualcuno conosce il sistema spagnolo? mi pare sia proporzionale...

comunque dopotutto neanche l'attuale legge non è da buttare.... mi sa che alla fine è un buon compromesso.... magari io farei 50% maggioritario, 50% proporzionale sbarramento al 5%.

SaMu
04-10-2005, 09:24
Ipocrisia politica «Avanti da soli? Mai. Anzi, sempre» L'Ulivo di 5 anni fa: nuova legge elettorale anche senza opposizione. E la Cdl: golpe legalizzato STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
«Sulla legge elettorale la maggioranza ha non solo il diritto ma il dovere di andare avanti, anche da sola!», tuona Gavino Angius. «Guai! Sarebbe un colpo di mano!», strilla Silvio Berlusconi. «Non si cambiano le regole a partita in corso!», ammonisce Pier Ferdinando Casini. «A questo punto, abbiamo il dovere di andare avanti da soli», tronca Clemente Mastella.
COLLAGE DI SENTENZE - Se non ci capite niente, tranquilli: è solo un collage di sentenze dette senza arrossire dai protagonisti dello scontro di oggi a parti rovesciate, quando le norme del voto voleva cambiarle la sinistra. Prova provata che da noi è ormai incontenibile, anche sui temi più seri, un'ipocrisia indecente e a tassametro. Che sfocia nella pura e cristallina malafede. Sia chiaro: è legittimo cambiare idea. Di più: è un segno di libertà. Un termometro della democrazia. Ma ci sono dei limiti di buon gusto. Per la delizia dei nostri lettori, di sinistra e di destra, vale la pena di ricordare cosa dicevano gli uni e gli altri (salvo eccezioni come Giuliano Amato) nell'autunno del 2000 quando, a pochi mesi dal voto che pareva già vinto dalla destra, la riforma elettorale voleva farla l'Ulivo. «Da parte nostra c'è la volontà di far votare gli italiani con una nuova legge elettorale e questa legge vogliamo farla con le opposizioni. Ma se verificassimo che da parte loro non c'è la volontà, dovremo decidere che fare e io credo che dovremo andare avanti da soli», diceva Dario Franceschini, oggi teorico che «la legge elettorale è una regola base della democrazia e va modificata solo con un'intesa bipartisan».
«IL CATENACCIO DEL POLO» - Ed Enrico Boselli, che oggi denuncia come «una prepotenza» la voglia della destra di cambiare il Mattarellum parlando di «un tentativo tanto disperato quanto grave per le nostre istituzioni democratiche», spiegava al contrario: «Se il Polo continuerà a fare catenaccio dovremo scegliere tra far finta di nulla e prenderci la responsabilità di andare al voto con una legge che ha fallito o andare avanti da soli. E io credo che sarebbe un segnale di responsabilità». Idea condivisa (allora) da un sacco di alleati. Da Pietro Folena («Il centrosinistra può benissimo andar avanti da solo») ai Verdi con Grazia Francescato («Possiamo benissimo andare avanti da soli») e Maurizio Pieroni («A malincuore, ma a questo punto dobbiamo andare avanti da soli») e altri ancora. Dice oggi la sinistra: ma noi ci siamo fermati! Dice la destra: vi abbiamo fermati noi! Certo è che non meno stupefacente è il voltafaccia nella Cdl. Esattamente il 4 ottobre 2000 (buon compleanno alla coerenza!) i quattro leader del Polo arrivarono a firmare addirittura un comunicato congiunto: «Non esistono più le condizioni tecniche e politiche che consentano di proseguire nel confronto. Sarebbe quindi inaccettabile se in questa situazione la sinistra pensasse di potersi fare da sola la sua legge elettorale». Il già citato Casini, leader di quell'Udc che chiede oggi di cambiare le regole del voto, ironizzava: «E' comprensibile che Rutelli voglia vincere le elezioni e proponga di cambiare la legge ma nel mezzo della partita non si cambiano le regole». «Senza l'opposizione una nuova legge elettorale non si può fare», rincarava Fini. «Le regole della vita di un Paese non devono esser imposte dalla sopraffazione parlamentare», s'inveleniva Schifani. «Ci opponiamo a questo tentativo di golpe legalizzato! E' l'ennesima dimostrazione dell'incapacità di Veltroni e soci di accettare le regole di un confronto democratico!», ruggiva Maroni.
«OPPOSIZIONE DURISSIMA» -«Se l'Ulivo dovesse provarci la nostra opposizione sarebbe durissima, in Parlamento e nel Paese», avvertiva Pisanu.«Non si cambia la legge elettorale a colpi di maggioranza», ammoniva Tremonti. «Questo è un profondo segnale di degrado istituzionale», discettava Urso. «Non si azzardino a tentare di approvare da soli la legge elettorale. Mobiliteremo i gruppi parlamentari e gli faremo vedere i sorci verdi», azzannava Selva. «Per noi è assolutamente inaccettabile, si va allo scontro», strepitava La Loggia. Quanto a Berlusconi, quel tentativo della sinistra lo indignava. «E' una legge per il suo bene e per il male del Paese!». «Siamo fuori tempo massimo e in campagna elettorale non si cambiano le regole!». Per non dire della reazione di Bossi, cui va riconosciuto d'essere oggi forse il più prudente tra i soci. Ringhiava allora: «Non si è mai visto che chi comanda possa cambiare la legge elettorale a campagna elettorale avviata. Rischia di spaccare in due il Paese». E cosa dimostrava, questa idea ulivista? Quello che lui diceva da sempre: «Hanno la mentalità nazista. Ora possono dimostrarlo. Vediamo se avranno il coraggio di approvarsi da soli la legge». Cinque anni dopo, in perfetta coerenza col capo, Roberto Calderoli sbraita: «Noi andiamo avanti!». Di più: il forzista Antonio Leone si spinge senza capogiri a dire addirittura che è l'opposizione «con un ostruzionismo cieco e la minaccia della piazza» a infliggere «un grave vulnus» alla democrazia. E mai nessuno che provi un brivido di imbarazzo
Gian Antonio Stella

STELEO
04-10-2005, 10:18
Tutto vero.

Con un dettaglio il centrosinistra alla fine non presentò neanche la nuova legge elettorale e infatti si votò con la legge in vigore al momento, vedremo se adesso succederà la stessa cosa.


Ciao

ferste
04-10-2005, 11:18
mi sembra che questo articolo spieghi bene cosa stà succedendo:

Minore la differenza di seggi tra i poli Proporzionale: centrosinistra vince, ma meno
Unione penalizzata dalla competizione interna tra i partiti Il centrodestra risale favorito dalla corsa delle singole liste

La riforma elettorale della CdL non riuscirà a rovesciare la supremazia dell'opposizione. Ma, certo, può avvantaggiare il centrodestra e portare difficoltà all'Unione. Non solo a causa del problema di candidare Prodi in uno degli attuali partiti, quanto, specialmente, per alcuni caratteri generali del provvedimento. In primo luogo, il ritorno al proporzionale. Ripristinato, per la verità, contro il volere della maggioranza, come mostrano anche i sondaggi. Esso porta ad un rafforzamento del ruolo dei partiti e della loro leadership. La riforma proposta accentua questo effetto. Ad esempio, l'abolizione delle preferenze e l'introduzione della lista bloccata (si è eletti seguendo l'ordine di presentazione) attribuiscono ai vertici delle forze politiche — specie le maggiori, dato che chi non supera la soglia del 2% contribuisce con i suoi voti alla propria coalizione, ma non ha diritto a seggi — tutto il potere di decidere chi, più probabilmente, diventerà parlamentare.

Ancora, sono i partiti, assai più dei singoli candidati (solo i pochi potenziali eleggibili hanno interesse a investire nella competizione), ad essere i protagonisti della campagna elettorale. Che vedrà ciascuna forza politica gareggiare prevalentemente in opposizione alle altre della sua coalizione (dalle quali è più agevole sottrarre i voti) piuttosto che contro il polo opposto. Nell'insieme, il maggior peso dei partiti potrebbe favorire le liste del centrodestra. Esse, tradizionalmente, presentandosi separatamente attraggono più voti di quanto faccia la coalizione nel suo insieme. Al tempo stesso, la più accentuata competizione tra partiti potrebbe drammatizzare le divisioni nel centrosinistra, erodendone l'immagine di credibile forza di governo e stimolando l'astensione.

C'è poi la prevista abolizione del limite alle candidature di un singolo individuo sul territorio nazionale. In teoria Berlusconi (o chiunque altro) potrebbe presentarsi dappertutto. E qualcuno scommette già che il Cavaliere lo farà, confidando nel valore aggiunto della sua capacità comunicativa. Prima dello svolgimento della campagna è impossibile indicare con precisione le conseguenze elettorali dell'introduzione della riforma. Le tabelle riportano alcuni possibili scenari, basati sui sondaggi di queste settimane. Allo stato attuale, la nuova norma sembra attenuare gli effetti della sconfitta che la CdL subirebbe se si votasse con il sistema attuale, anche se permane lo svantaggio in termini di voti. Ciò incrementa le possibilità — e le speranze — competitive del centrodestra.

Ma è certo che in un futuro Parlamento una minore distanza tra i poli in termini di seggi, accompagnata ad un maggior rilievo dei singoli partiti (con l'accentuazione del «potere di coalizione» esercitabile anche dai più piccoli) non potranno che rendere più difficile la vita di un eventuale governo dell'Unione. Ha ragione Massimo Franco che notava ieri sul Corriere: «Il fine della riforma non è tanto far vincere la CdL, quanto azzoppare la vittoria dell'Unione».
Renato Mannheimer

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/10_Ottobre/04/Proporzionale.shtml

IpseDixit
04-10-2005, 11:32
non potranno che rendere più difficile la vita di un eventuale governo dell'Unione.

Lo scopo della legge...

LittleLux
04-10-2005, 17:00
Lo scopo della legge...

Vero, ma devono stare attenti, perchè giocano con il fuoco. Anche da loro, infatti, le spinte centrifughe sono molto forti, e si sa che nella sconfitta questa tendenza non potrà che aumentare. Con il proporzionale i partiti si sentiranno praticamente svincolati da ogni alleanza, e non mi viene poi così difficile immaginare che qualche pezzo della futura opposizione, ossia l'attuale cdl, possa passare armi e bagagli nel csx.

Questa legge, paradossalmente, potrebbe dare il colpo di grazia alla dx italiana, più che inguaiare il csx. Una cosa è sicura, Berlusconi per allora non comanderà più una cippa, ma forse gli interesserà poco, visto che i suoi obiettivi personali li ha + o - raggiunti.

LittleLux
05-10-2005, 08:53
La saga continua.:nono:


L'Udc possibilista, ma Bossi conferma i dubbi al Cavaliere
"Non so se potremo votare al legge al Senato"
"Se la riforma non passa è crisi"
il premier avvisa i leader Cdl
Il premier: "Se salta la proporzionale, i nostri diventano ingestibili"
Il nuovo sistema toglierebbe al Carroccio il ruolo di ago della bilancia
di CLAUDIO TITO

ROMA - "Se la prossima settimana non passa la riforma elettorale alla Camera, si rischia tanto. Si rischia la crisi di governo. Questo lo dovete sapere". Ecco lo spauracchio che agita Silvio Berlusconi. Ecco la minaccia che in questi giorni ha fatto recapitare a tutti i leader del centrodestra. E che venerdì scorso ha scandito a chiare lettere anche davanti a Umberto Bossi. Alla fine della scorsa settimana, il Cavaliere ha voluto incontrare il Senatur e lo stato maggiore della Lega per sondarne le intenzioni. Risultato: decisamente poco positivo. Il capo del Carroccio ha confermato i suoi dubbi sul ritorno alla proporzionale. Difficilmente superabili: "Non so se potremo votare quella legge".

Da allora l'inquilino di Palazzo Chigi ha iniziato a spingere sull'acceleratore. La riforma elettorale è a suo giudizio "l'unico modo per rilanciare il governo". Soprattutto è l'unico mezzo per non scaraventare l'intero centrodestra nel dirupo della confusione totale. Perché un voto contrario al progetto proporzionalista farebbe a questo punto esplodere la Cdl. E aprirebbe la strada al fantasma del "governo istituzionale". Per il premier, insomma, un vero incubo: "salterebbe tutto, la situazione diventerebbe incontrollabile. I nostri sarebbero ingestibili".

Nessuno poi, ha confidato anche ai vertici di Forza Italia, potrebbe escludere un precipitare degli eventi fino alle "elezioni anticipate".

Le perplessità di Bossi, dunque, hanno allarmato il Cavaliere più dell'Udc. Anche perché le ragioni esposte dai lumbard non sono cosa da poco, riguardano la "sopravvivenza" stessa del movimento leghista. Da giorni, quindi, il segretario del Carroccio ripete ai suoi: "Non so se al Senato potremo votare quella legge". Eh già, perché se il pressing di Palazzo Chigi ha strappato il sì leghista per il voto della prossima settimana a Montecitorio, per quello di Palazzo Madama è tutto aperto. Alla Camera, del resto, si vota prima la riforma elettorale e poi la Devolution. Per i leghisti sarà allora difficile sottrarsi. Ma il ruolino di marcia per i senatori sarà invertito: prima il federalismo e poi la proporzionale. E questo, ha ammesso Roberto Maroni, "è una buona notizia". Insomma i lumbard, dopo aver incassato la loro riforma costituzionale, potrebbero far emergere definitivamente la loro contrarietà sul resto.

Anche per questo ieri il Cavaliere ha cercato di ammorbidire almeno i centristi accettando di far slittare la cosiddetta "salva-Previti". E in effetti l'Udc ha offerto ora una disponibilità in più.

Il punto, però, resta la Lega. Per Bossi, appunto, il problema non è tanto il probabile anche se pesante taglio (le stime dicono una decina di deputati) al numero di parlamentari lumbard nella prossima legislatura. A Berlusconi lo ha spiegato con crudezza: "rischiamo di ritrovarci in una coalizione sconfitta, con Berlusconi che non può più garantirci, il referendum che boccia la devolution e una legge elettorale che marginalizza la Lega soprattutto per il futuro".

Perché con il nuovo sistema elettorale il Carroccio non sarebbe più l'ago della bilancia della Cdl. Un ragionamento, appunto, che ha fatto schizzare in alto il nervosismo del premier. Dopo quell'incontro di venerdì scorso, allora, ha messo in moto tutti i suoi ambasciatori. Anche il ministro delle riforme Calderoli è tornato da Bossi per illustrargli la simulazione del voto con la nuova legge. Uno studio che per il momento non ha affatto convinto il Senatur. Anche perché lo stesso Bossi deve fare i conti con il malessere che serpeggia dentro il suo partito.

La crisi in Lombardia con Formigoni è solo la punta dell'iceberg. Al di sotto c'è la paura di perdere in primavera anche Milano. Per non contare le lamentele che quasi quotidianamente arrivano dai potenti capicorrente veneti, i più preoccupati dagli effetti del ritorno alla proporzionale.

Per ora, dunque, Bossi ha concesso un altro "giro" a Berlusconi garantendo il voto sulla riforma alla Camera. Ma al Senato tutto può cambiare. E il segretario leghista è il primo a sperare che tutto salti prima e che la responsabilità del fallimento ricada su qualcun altro. Magari sui centristi. Nel frattempo Berlusconi non si arrende e prova ancora a convincere "l'amico Umberto".


(5 ottobre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/versoelezioni/berluproporz/berluproporz.html

ferste
05-10-2005, 09:03
questa primavera avete impegni?Disidiceteli perchè bisogna andare avotare..... :eek:

IpseDixit
05-10-2005, 13:53
ROMA - La soglia di sbarramento (2 o 4 per cento) che cancellerebbe i partiti delle minoranze linguistiche in Val d’Aosta e Alto Adige. Il premio di maggioranza che per garantire la governabilità snaturerebbe il Senato come rappresentazione fedele del quadro politico delle singole regioni. E l’indicazione del premier che, data dai partiti al momento del deposito delle liste, si trasformerebbe da vincolo politico in vincolo giuridico, invadendo un terreno riservato al capo dello Stato.
Dividerà i politici ma la riforma elettorale mette d’accordo i costituzionalisti. Almeno tre i punti che potrebbero essere giudicati illegittimi non tanto dalla Corte, perché con le elezioni alle porte una pronuncia potrebbe arrivare solo dopo il voto, ma dal capo dello Stato al momento della firma. E’ Antonio Baldassarre a segnalare che la soglia di sbarramento «farebbe sparire dal Parlamento le minoranze linguistiche, tutelate dalla Costituzione. Una palese illegittimità che va corretta con una deroga». Ed in effetti una deroga c’è, sotto forma di emendamento: consentirebbe a questi partiti di entrare in Parlamento anche senza raggiungere il 2 per cento a patto di non aggregarsi a nessuna coalizione. «Una manovra - secondo Augusto Barbera - ai limiti del truffaldino perché punterebbe a staccare dall’Unione Südtiroler Volkspartei e Union Valdôtaine». «L’elettore delle minoranze linguistiche - spiega Stefano Ceccanti - sarebbe un elettore dimezzato: o sceglie di votare per il suo partito, sapendo che questo non conta per il governo nazionale, oppure sceglie una delle due coalizioni e rinuncia al partito in cui si identifica. Le minoranze valgono 230 mila voti, forse decisivi per stabilire il vincitore».
Sul premio di maggioranza è ancora Barbera ad intervenire: «Non voglio certo tirare Ciampi per la giacchetta ma applicare il premio al Senato è vistosamente incostituzionale. Secondo la nostra Carta, il Senato deve fotografare la realtà di ciascuna regione. Con questa riforma un partito che conquisterebbe un certo numero di seggi in una regione, ne guadagna o ne perde a seconda di quanto è successo nel resto del Paese. E infatti la cosiddetta legge truffa del ’53 non arrivò a tanto: il premio c’era solo alla Camera». D’accordo Paolo Armaroli, che però vede una via d’uscita: «Basterebbe far valere il premio di maggioranza non a livello nazionale ma nelle singole regioni: in alcune potrebbe scattare per una coalizione in altre per quella avversaria». Allarga il discorso, invece, Michele Ainis: «Questa legge è un vestito su misura per il corpo politico di oggi ma non tiene conto di cosa potrebbe succedere domani. Con tre coalizioni al posto di due, il premio potrebbe trasformare in maggioranza chi ha ottenuto poco più di un terzo delle preferenze. La distorsione fra voti espressi e traduzione in seggi sarebbe intollerabile, farebbe soffrire il carattere democratico della nostra Repubblica. Sono certo che la questione sarà esaminata con attenzione da Ciampi tanto più che, visti i tempi stretti, in questo caso è supplente di fatto della Corte costituzionale».
Resta l’indicazione del presidente del Consiglio, punto su cui si concentra Sergio Bartole: «E’ una norma che si scontra con il potere del capo dello Stato di sciogliere le Camere. Prima di procedere allo scioglimento, infatti, il capo dello Stato deve tentare tutte le possibili soluzioni. Ma se il presidente del Consiglio è indicato al momento del voto, che alternative ha?».
Lorenzo Salvia


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/10_Ottobre/05/giuristi.shtml

duido
05-10-2005, 18:32
una nuova legge elettorale come quella che vorrebbe far passare la destra porta a ridurre la differenza di seggi (non di voti) e quello a cui aspira la dx di
mettere in crisi la prossima maggioranza, che sanno benissimo non sarà la loro ,perchè con pochi seggi di scarto sperano nei voti contrari di rifondazione.

LittleLux
05-10-2005, 18:39
La lega sopravviverebbe comunque a questa legge elettorale, essa mostra chiaramente, da quando è stata proposta l'idea, di "digerirla" solo in nome dell'approvazione della devolution. Se la riforma costituzionale avesse terminato l'iter sono convinto ne avremmo visto delle belle ed il Berluska neppure avrebbe osato far sua la proposta dell'udc perchè si sarebbe trovato contro la lega e l'udc non avrebbe osato tale proposta indecente. Purtroppo l'attuale situazione rende la lega, alla faccia di tiutti quelli che da sempre sostengono che essa sia il partito ricattatore per antonomasia, ricattabile spingendola a non intralciare provvedimente contrari all'opinione, la maggioranza rimane sempre per il maggioritario addirittura abolendo la quota proporzionale, degli elettori di ogni colore e non solo dei suoi.


Ciao

Eppure anche il Bossi si è messo di traverso, ben sapendo cha da quella legge la Lega ne verrebbe risucchiata. Lui è certamente consapevole di questo e della porcata che è quella legge e penso che effettivamente non sappia che fare. Devolution e legge elettorale o dire non alla legge rinunciando alla Devolution?

Io, se fossi in lui, visto che quasi sicuramente la devolution non passerà il referendum, voterei contro questa legge.

L'ho detto, per me, il csx ne riceverà danno, ma il cdx ancor di più, primo perchè la gente capisce che approveranno questa legge solo per trarre un vantaggio di parte, secondo perchè con il proporzionale il vincolo a restare uniti in coalizioni di fatto salterà e se già chi vincerà avrà problemi a stare insieme, chi perderà semplicemente andrà in pezzi. E a perdere sarà la dx.

Comunque, piccolo aggiornamento:

Anche Berlusconi ribadisce: «Giusto impegnarsi per la riforma»
«Senza il proporzionale, rischi per la Cdl»
Dopo il premier, anche Fini fa pressione sugli alleati: «Se non passa la legge elettorale inevitabili conseguenze politiche»



ROMA - Gianfranco Fini la pensa come Sandro Bondi, che a sua volta sottoscrive quanto detto dal premier Berlusconi. In tre fanno un pressing sempre più asfissiante sugli alleati affinché vada in porto la riforma della legge elettorale. «È difficile contestare che se la maggioranza si impegna nel fare una riforma che trova la contrarietà di tutta l'opposizione e poi, per caso, non riesce a onorare questo impegno, ci sarebbero conseguenze politiche», spiega il leader di An. «E dato che siamo alla fine della legislatura - ha concluso Fini - ci saranno conseguenze adeguate». Quanto al voto della Lega: «Sono ottimista. Non ho alcun timore, non ho alcun dubbio che la Lega voterà la riforma elettorale».
Lo stesso Silvio Berlusconi, ribadendo nella sostanza quanto anticipato dai quotidiani sul vertice di Arcore con lo stato maggiore di Forza Italia, ha detto che «c'è una proposta della Casa delle Libertà, noi ci stiamo riflettendo, penso che sia utile questa riforma e che sia giusto impegnarsi. Noi chiediamo di votarla e se non passerà non è possibile che non ci possano essere conseguenze politiche nella maggioranza».

Per Bondi «se il Parlamento non approverà la riforma elettorale, la legislatura potrà dirsi esaurita». «Nell'ipotesi che la legge elettorale non sia approvata, ciò significherebbe l'esaurimento della legislatura e non solo: avrebbe conseguenze oggi non prevedibili nell'ambito di questa maggioranza di governo«, ha detto il coordinatore azzurro a margine della presentazione della campagna di comunicazione di Fi alla Camera.
05 ottobre 2005

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/10_Ottobre/05/fini.shtml

andreamarra
06-10-2005, 12:31
figata... berlusconi dice che con il proporzionale FI dal 22% passerebbe al 30%...

skywalker77
06-10-2005, 13:01
figata... berlusconi dice che con il proporzionale FI dal 22% passerebbe al 30%...

allora sta tra il 12 eil 18% :D

skywalker77
06-10-2005, 13:50
Non ti viene il sospetto che Bossi, dotato di un fiuto politico sconosciuto a tutti gli altri leaders, intuisca che la maggioranza degli italiani, particolarmente al nord, è favorevole al maggioritario e vede il proporzionale, i giochetti democomunisti della prima repubblica sono ancora recenti, come il classico fumo negli occhi ?. Non pensi possa aver calcolato che tale presa di posizione potrebbe aumentare, ancora e non di poco, i consensi, leggi voti ndr, al suo movimento ?.

Se la devolution non passerà non solo non voterà questa legge ma darà il colpo di grazia al gioverno, Bossi è persona seria anche se può, come tutti, prender cantonate e credo proprio che la trovata della legge elettorale sia soltanto un escamotage per perdere tempo e far fallire la devolution mantenendo in piedi il cadavere del governo che invece dovrebbe cadere lungo disteso perchè i morti devono stare distesi. Devono stare ben attenti perchè la lega ha pazienza ma non si fa certo prendere per i fondelli. IMHO o la devolution va in aula prima della fine dell'anno e viene approvata oppure l'anno nuovo segnerà la caduta del governo e ti dico che francamente questo governo, in particolare AN e UDC ma anche il Berluska non scherza, ha stufato tutti con i suoi continui giochetti da prima repubblica. Salvo solo la lega perchè aveva, fa parte dello statuto genetico della lega, la devolution come obiettivo da salvaguardare ad ogni costo ma gli altri........

Ciao.

P.S. La lega è un partito serio nonostante i suoi moltissimi difetti e limiti, gli altri partiti della coalizione direi proprio di no e quello che mi spaventa oltremisura che vedo i medesimi atteggiamenti nella coalizione opposta. Se non mi sbaglio, spero tanto di sbagliare e sarebbe la prima volta in questo campo, stiamo freschi e rischiamo di cascare dalla padella nella brace sempre che nella brace non stiamo, considerando la "diversità straordinaria" che intercorre tra le due fazioni, già bruciando da un pezzo e peggio di così non sia possibile, neppure ad artisti come i sinistri, ridurrci.


si ma devono votare prima la riforma elettorale, neanche berl è fesso.

P.s. tra furbizia e intelligenza politica c'è molta differenza.

LittleLux
06-10-2005, 18:50
Andiamo avanti con le ultime nuove:asd:


Il premier esclude il ricorso anticipato alle urne e ribadisce la sua candidatura
Poi attacca Follini: "E' immarcescibile... gli auguro di continuare a far politica"
Berlusconi: "Niente voto anticipato
anche se salta la riforma elettorale"
"Dal Quirinale non arriverà nessun messaggio sulle riforme"


ROMA - Avanti sulla riforma proporzionale della legge elettorale, no al voto anticipato, conferma della sua candidatura e ironia su Follini. Silvio Berlusconi parte all'attacco sui temi più caldi dell'agenda politica ed esclude un messaggio alle Camere di Ciampi sulle riforme. Lo fa durante una conferenza stampa a Montecitorio

Legge elettorale. "Ieri ho visto un mio supposto ultimatum sui giornali: riforma elettorale o si va al voto anticipato. Non ho mai pensato, ove anche non si ottenga un successo sulla legge elettorale, che si debba porre anticipatamente fine alla legislatura" assicura il premier escludendo il ritorno anticipato alle urne anche in caso di fallimento dell'operazione "proporzionale". Le conseguenze di un affossamento della riforma sarebbero dunque limitate alla maggioranza. Il premier, in questo senso, ribadisce le affermazioni di Fini di ieri.

Candidatura. Poi la conferma della sua candidatura a leader del centrodestra alle politiche 2006: "Nessuna possibilità che mi ritiri".

Follini. Infine, l'ironia su Marco Follini collegata a voci sulle dimissioni del segretario Udc: "Follini è immarcescibile, gli faccio gli auguri di continuare a fare politica. E' la sua passione, forse l'unica...". E poi: "Ma spero che riduca la sua carica critica".

Legge elettorale.

Messaggio del Quirinale. Sulla questione erano circolate voci in Parlamento. Berlusconi le ha smentite: "Posso escludere, per informazione
diretta che il Quirinale ha tenuto a farci pervenire, che non ci sarà nessun messaggio del Capo dello Stato alle Camere" sul tema delle riforme.

Primarie. Quanto all'ipotesi di tenere primarie nel
centrodestra "non escludo nulla", vedremo dopo l'approvazione della nuova legge elettorale anche se "normalmente il candidato premier" con il proporzionale " è il leader" del partito di maggioranza della coalizione vincente.

Casini. E, quasi a sottolineare il diverso atteggiamento rispetto a quello tenuto con Follini, il premier ha difeso il presidente della Camera dalle critiche del centrosinistra: "Ho visto attacchi fatti a Casini da Prodi e dalla sinistra e sono certo che Casini sarà il garante di opposizione e maggioranza che ha il diritto di presentare una legge. Gli attacchi di Prodi sono sopra le righe e mostrano un certo nervosismo".

Pannella. Berlusconi ha risposto anche a una domanda sui radicali: "Non riesco a capire come il partito di Marco Pannella trovi ospitalità in una sinistra con cui i radicali non possono che divergere". Berlusconi si è detto dispiaciuto della scelta: "In politica internazionale, economica, giustizia, sociale e welfare, se c'è qualcuno che ha attaccato le scelte dei radicali è certamente la sinistra. Non capisco come possa essere maturato questo matrimonio con una sinistra che ha le radici nell'illiberalità e nel giustizialismo".

(6 ottobre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/politica/versoelezioni2/berlufoll/berlufoll.html

Qui l'articolo del Corrierone:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/10_Ottobre/06/berlu.shtml

onesky
06-10-2005, 21:02
evvai, tolgono anche le preferenze!!
cosi' se la cantano e se la ridono: tu stolto e ignorante elettore devi solo scegliere il simbolo del partito perchè non sei in grado nella tua ignoranza di cittadino plebeo di valutare i candidati..

cosi' loro ti fanno un bel listone bloccato con i soliti noti (e qualcosa mi dice che ritroveremo il crem caramel della politica della prima repubblica :Puke: tanto anche i condannati con sentenza definitiva possono sedere in parlamento..) e tu zitto devi solo riconoscere il simbolone da votare. Perchè scrivere il nome di un candidato o valutare se sia una persona onesta a rappresentarci sarebbe troppo lesivo della loro maestà. :muro: :muro: :muro: :muro:

Lucio Virzì
07-10-2005, 08:06
NON COSI'.
NON ORA.

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/leggeletto4/dubci/dubci.html

IL RETROSCENA. Gifuni, segretario generale del Quirinale
indica a Letta i dubbi di costituzionalità sulla riforma elettorale
E il Colle avvisa il premier
"Quella legge così non va"
di GIORGIO BATTISTINI e CLAUDIO TITO

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/leggeletto4/dubci/lapr_6899855_11140.jpg

Carlo Azeglio Ciampi

ROMA - La riforma elettorale presenta almeno tre punti di dubbia costituzionalità. Sotto la lente di ingrandimento del Quirinale c'è andata a finire la legge che modifica il Mattarellum. Un primo esame è già stato effettuato e per i "tecnici" del Colle gli appunti non mancano. Così com'è quel testo, che sarà votato la prossima settimana dalla Camera, rischia di non superare il vaglio del presidente della Repubblica. Un rischio di cui Palazzo Chigi da ieri è ben consapevole.

Il segretario generale del Quirinale, Gaetano Gifuni, ha contattato l'interlocutore più consueto, ossia Gianni Letta. Un colloquio lungo, in cui sono stati trattati due aspetti diversi. Il primo riguardava la devolution. Il Colle, infatti, ci teneva a smentire in forma ufficiale l'idea che fosse in gestazione un messaggio al Parlamento sulla riforma federalista. E questo al di là delle critiche ormai note e manifestate in pubblico anche martedì scorso.

Ma il cuore di quella telefonata è stato un altro. Ossia il ritorno alla proporzionale. Su questo, le note di Gifuni non sono mancate. Le perplessità del capo dello Stato sono piuttosto marcate. I rilievi costituzionali pure. Tant'è che per evitare uno "scontro istituzionale" su una materia tanto delicata, la prima mossa di Ciampi è stata quella di far scattare la cosiddetta "moral suasion". Prima che il provvedimento venga approvato da Montecitorio, dunque, ha voluto far sapere che ci sono alcune norme che non superebbero il controllo di costituzionalità.

Quali? In primo luogo la norma che prevede una forma, seppur attenuata, di indicazione del premier. Una soluzione che indebolirebbe eccessivamente il ruolo "costituzionale" del presidente della Repubblica nella nomina del presidente del consiglio. Soprattutto in un sistema che torna ad essere proporzionale come prima del 1994.

I riflettori ciampiani, poi, sono puntati anche sullo sbarramento del 2%. La Casa delle libertà, in realtà, soprattutto su pressione del Nuovo Psi, sta già modificando quell'articolo ma non per quanto riguarda la tutela delle minoranze linguistiche. Con la riforma proposta, infatti, scomparirebbero queste rappresentanze che invece godono di una precisa garanzia costituzionale. Non è un caso che anche il Viminale, con una nota ufficiale, abbia sottolineato il medesimo aspetto. Il terzo punto rimane il calcolo su base regionale per l'elezione dei senatori. Una correzione era già intervenuta nei giorni scorsi, ma viene considerata ancora troppo vaga e imprecisa.

Sebbene non ci sia stato ancora nessuno contatto diretto tra Ciampi e Berlusconi, il messaggio lanciato ieri dal Colle è stato piuttosto netto. Suggerimenti manifestati con la massima "diplomazia" anche perché il presidente della Repubblica ha ben presente che tra poche settimana iniziano gli ultimi sei mesi del suo mandato. E il semestre bianco impone "prudenza".

Anche davanti alle sollecitazioni ricevute dal centrosinistra e ai messaggeri dell'Unione che gli hanno fatto pervenire le loro osservazioni, come Antonio Maccanico e Sergio Mattarella, l'inquilino del Quirinale ha risposto spiegando di poter "operare solo in modo assolutamente informale". Stessa risposta quando a trovarlo sul Colle c'è salito prima Piero Fassino e poi riservatamente Francesco Rutelli.

Sta di fatto che a Palazzo Chigi è scattato l'allarme. Il Cavaliere non vuole arrivare ad uno scontro con Ciampi nel bel mezzo della campagna elettorale. Soprattutto non vuole perdere la ciambella di salvataggio della proporzionale. Anche perché il patto stretto con gli alleati, con Casini e Fini, è qualcosa di più di un semplice accordo sulla riforma elettorale. Per convincere gli "amici Pier e Gianfranco" ha prospettato un quadro per il dopo-elezioni ben preciso.

Suggerendo incarichi e situazioni per tutti. Soprattutto in caso di vittoria della Cdl. Ha tentato il presidente della Camera assegnandogli il ruolo di leader del Ppe in Italia. Ossia del futuro partito dei moderati in Italia. Al capo di An ha assicurato un ruolo istituzionale. Ma soprattutto non ha negato la possibilità di fare il famigerato "passo indietro". Prima o dopo le elezioni. Mettendo nel ventaglio delle opzioni anche quella della ascesa al Quirinale.

"Prima però - è stato il ragionamento fatto con i vertici di Forza Italia - vediamo come vanno le primarie dell'Unione. Poi deciderò anche per me. Se servirà un altro candidato premier, lo sceglieremo. Io, però, prenderei uno come me, che viene dal mondo dell'imprenditoria". Uno come Luca Cordero di Montezemolo che di recente ha ammorbidito la sua posizione sulla finanziaria. Quella del premier al momento è solo una riflessione. E del resto al presidente di Confindustria non è pervenuta alcuna offerta ufficiale. Se non qualche battuta nell'ultimo incontro ufficiale per la presentazione della manovra economica.


(7 ottobre 2005)

flisi71
07-10-2005, 10:24
...
Legge elettorale.

Messaggio del Quirinale. Sulla questione erano circolate voci in Parlamento. Berlusconi le ha smentite: "Posso escludere, per informazione
diretta che il Quirinale ha tenuto a farci pervenire, che non ci sarà nessun messaggio del Capo dello Stato alle Camere" sul tema delle riforme.
...


http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2005/10_Ottobre/07/ciampi.shtml

Dubbi di costituzionalità su tre punti. Il segretario Gifuni contatta Letta
Ciampi frena la nuova legge elettorale Gli snodi potenzialmente viziati: la soglia di sbarramento, l'indicazione del premier, i criteri del premio di maggioranza


ROMA - Sono rimbalzati fino al Quirinale i dubbi espressi da diversi costituzionalisti sulla riforma elettorale messa in cantiere dal governo. E sono parsi tanto fondati che il segretario generale della presidenza, Gaetano Gifuni, ha preso contatto con il suo interlocutore di Palazzo Chigi, Gianni Letta, per segnalargli quelli che anche agli uffici tecnici del Colle paiono punti critici. Sospettabili di incostituzionalità.

Gli snodi della legge potenzialmente «viziati» sono tre:
1) la soglia di sbarramento al 2 o 4 per cento, che metterebbe fuori gioco Union Valdotaine e Sudtiroler Volkspartei, azzerando la rappresentanza di due Regioni, in spregio al diritto sancito dalla Carta di tutelare le minoranze linguistiche;
2) l'indicazione del nome del candidato premier sulla scheda di voto che, se accettabile con riserva nel sistema maggioritario, non lo è nel proporzionale, in quanto esproprierebbe il capo dello Stato della prerogativa di conferire lui l'incarico;
3) i criteri di assegnazione del premio di maggioranza al Senato, con il problema di come applicare le soglie di sbarramento.
Questi gli aspetti sotto speciale osservazione. Potrebbero essere sgombrati e resi costituzionalmente accettabili, come suggerisce il Quirinale, visto che i termini per emendare la legge scadono lunedì. Se non lo fossero, il governo corre il pericolo di vedersi negata la firma di ratifica di Ciampi e non avrebbe più tempo per correggere la riforma prima del voto.


Ma pure la ex Cirielli, detta salva-Previti, è oggetto di un perplesso esame: sullo scrittoio del capo dello Stato c'è da mercoledì, oltre al dossier tecnico-giuridico preparato dai consiglieri del Colle, anche il rapporto della Cassazione che illustra gli allarmanti effetti di quella legge.

.....


M. Br.
07 ottobre 2005

LittleLux
07-10-2005, 10:25
Per fortuna che c'è Ciampi che, seppur muovendosi nell'ambito dei suoi limitati poteri, ha impedito o almeno attenuato molti degli aspetti peggiori e più negativi dell'azione legislativa di questa maggioranza.

Lucio Virzì
07-10-2005, 10:41
Per fortuna che c'è Ciampi che, seppur muovendosi nell'ambito dei suoi limitati poteri, ha impedito o almeno attenuato molti degli aspetti peggiori e più negativi dell'azione legislativa di questa maggioranza.

E' come fermare con una paletta una inondazione di melma...

LuVi

IpseDixit
07-10-2005, 20:34
Da notare il singolare cambio di rotta prima e dopo le regionali di aprile, prima infatti la Cdl lavorava sul modello Nespolum che garantiva sondaggi alla mano circa 70 seggi in più, alla Cdl ovviamente...ma il Nespolum applicato ai risultati delle regionali dava un esito opposto di quello pensato inizialmente.
Ora cercano solo di limitare i danni riducendo la disfatta della prossima primavera.

http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=52570
http://brunik.altervista.org/20041217084535.html

LittleLux
08-10-2005, 12:47
Il leader ds accusa il presidente della Camera
"Disse che è sbagliato imporre la forza dei numeri"
D'Alema: "Dal voltafaccia di Casini
danni gravi alla democrazia"
"Vogliono togliere alla gente il diritto di decidere la coalizione che governa"
di MASSIMO GIANNINI


ROMA - Presidente D'Alema, Casini conferma: la maggioranza ha il diritto di fare tutte le riforme che vuole. Per voi è un brutto colpo.
"No, è un brutto colpo per il Paese. E Casini smentisce se stesso. Voglio ricordare che solo pochi giorni fa, durante un dibattito pubblico alla festa dell'Unità di Milano, il presidente della Camera si rammaricò perché il centrosinistra aveva varato a maggioranza la riforma del Titolo V. Disse che noi sbagliammo allora, e che oggi il centrodestra avrebbe fatto bene a non commettere lo stesso errore, varando a maggioranza una riforma della legge elettorale. Devo constatare, con stupore e con amarezza, che oggi Casini è protagonista di un clamoroso voltafaccia. E la sua condotta la dice lunga sulla serietà di questo centrodestra".

Lui sostiene di aver sempre garantito pari diritti per la maggioranza e l'opposizione.
"Per un certo periodo. Purtroppo oggi non è più così. Ora che Berlusconi gli promette non si sa bene cosa, si rimangia tutto, si dimentica di essere un "moderato" e si comporta alla stessa stregua degli altri caporioni della maggioranza. Il suo attacco violento a Prodi dimostra che ormai il presidente della Camera non garantisce più nulla, se non la sua parte politica".

Che prove ha, per dire una cosa del genere?
"La prova migliore l'ha fornita Berlusconi, quando ha dichiarato che il proporzionale si farà, e che Casini è "garante" di questa operazione. Di fronte a un'affermazione così grave, la terza carica dello Stato avrebbe dovuto pretendere dal premier una smentita immediata. Non l'ha fatto. Questo conferma la sua corresponsabilità, in una riforma dissennata che farà enormi danni alla nostra democrazia?".

Addirittura? Non le pare di esagerare?
"No, affatto. Vede, è sbagliato leggere questo tentativo di riscrivere in corsa le regole solo in termini di "contabilità" dei partiti: questi signori possono inventare quello che vogliono, ma noi vinceremo comunque. Il problema vero sono le gravi lesioni che questa riforma causerà ai diritti dei cittadini. Gli italiani, dopo il referendum del '93, possono decidere la coalizione dalla quale vogliono essere governati. Col ritorno al proporzionale, questo diritto gli viene sottratto".

E perché mai? La scelta della coalizione continuerebbe ad essere garantita anche con il proporzionale, no?
"Non è così. In questi anni almeno 3 milioni di italiani si sono abituati a non votare per nessun partito, ma solo per il candidato sindaco o il presidente di regione e provincia. Con la ragionevole certezza, garantita dalla legge vigente, che quel voto servirà per decidere chi governa a livello locale, ma poi anche a livello nazionale. Se si torna al proporzionale, questo sacrosanto diritto decade. Ridiventa obbligatorio votare per un partito, e si indebolisce in modo drammatico il governo del Paese, esposto al condizionamento e al ricatto delle singole forze politiche".

Ma se nella riforma saranno introdotte le preferenze, il cittadino potrà continuare a scegliere.
"Le preferenze sono un rimedio addirittura peggiore del male. Accentuano la gestione plutocratica e la competizione interna ai partiti. La verità è che l'intero sistema, così com'è stato congegnato, è solo un orribile pasticcio. Se i difetti della transizione italiana sono rappresentati dalla conflittualità infra-coalizionale e dalla frammentazione dei partiti, la riforma del Polo non li elimina, ma li accentua. Del resto, il solo annuncio del ritorno al proporzionale sta già producendo i primi guasti. Pensi alla crisi che si è aperta alla Regione Lombardia, dove la Lega ha rotto i vincoli di coalizione: quello è già il proporzionale all'opera!".

La Cdl propone il premio di maggioranza e la soglia di sbarramento. Non la convincono neanche questi correttivi?
"Per niente. Quelli che lei chiama "correttivi" dimostrano che i sedicenti "saggi" della Cdl che hanno scritto questa mostruosa riforma non conoscono la materia. Lo sbarramento è incompatibile con il premio di maggioranza. Se c'è l'uno non ci può essere anche l'altro. Combinarli insieme può far sì che i voti di un singolo partito vengano conteggiati ai fini della maggioranza, ma se non superano il 2% non hanno alcun diritto alla rappresentanza parlamentare. Così, in teoria, si potrebbe arrivare al paradosso di una maggioranza fatta da 50 partiti che hanno ciascuno l'1,5% dei voti, ma non hanno neanche un deputato. Le sembra una riforma, questa? O non è invece una minaccia per le garanzie democratiche?".

Eppure anche Bertinotti sostiene che "per l'Italia il proporzionale è il sistema migliore". Come lo spiega?
"Premesso che non sono d'accordo con Bertinotti, ci sono modelli proporzionali costruiti con coerenza. Quello tedesco, per esempio. Ma è tutt'altra cosa rispetto al papocchio italiano: oltre a contare la metà degli eletti con il meccanismo dell'uninominale, prevede infatti la soglia di sbarramento ma non certo il premio di maggioranza!".

Ma lei non crede che il Mattarellum avrebbe comunque bisogno di qualche modifica? E non è stato un errore non battersi per il referendum che ci avrebbe dovuto portare al maggioritario puro?
"Io credo che l'attuale sistema elettorale abbia dimostrato una sua efficacia nel garantire la formazione di maggioranze in grado di governare. Questa garanzia, con la riforma del Polo, salta del tutto. Lo stesso "premio di governabilità" viene attribuito in modo diverso tra la Camera e il Senato, dove i seggi sono distribuiti su base regionale. Questo rischia di creare solo caos. Non a caso, il premio è previsto solo nei Paesi in cui vige il monocameralismo. Sembrano tutte questioni "tecniche". E invece sono grandi questioni politiche, perché attengono al buon funzionamento della democrazia. Per questo insisto nel dire che questa riforma è un pericolo, anche per gli evidenti profili di incostituzionalità che contiene. E anche per questo inorridisco, di fronte all'inquietante arretramento culturale di certa destra che un tempo invocava il maggioritario come la vera sfida per la modernizzazione".

Ce l'ha con Fini, giusto?
"Mi chiedo: ha perso la memoria? Che fine ha fatto il bipolarismo, cavallo di battaglia di Alleanza nazionale negli anni '90? E in nome di cosa An e Udc si piegano alla logica barbarica di Berlusconi che dice "visto che non possiamo vincere noi, facciamo terra bruciata"? Non c'è alcun senso dello Stato, in questi comportamenti. C'è solo il cinismo assoluto, verso le istituzioni e verso i cittadini".

Obietta il Polo: perché l'opposizione si rifiuta di discutere di queste cose in Parlamento?
"Discutere di cosa? Discutere con chi? Qui siamo in presenza di un fragile patto politico di fine legislatura, scellerato e costruito fuori dal Parlamento. Siamo in presenza di una maggioranza che impone alle Camere altre leggi-vergogna...".

Parliamo di devolution e di Salva-Previti, suppongo.
"Di Salva-Previti, soprattutto. La devolution mi preoccupa meno. Non perché non sia un obbrobrio, ma perché con il referendum confermativo sarà comunque spazzata via: da questo punto di vista, "l'assegno" con cui viene pagato il consenso della Lega è scoperto".

Quindi non c'è altra strada che l'ostruzionismo?
"C'è un premier che dice "o si fa così, o si sfascia tutto". In questo clima, e su queste basi, qualunque discussione diventa impossibile. Questo centrodestra è mosso solo da arroganza, e si aggrappa al proporzionale per disperazione politica. Il maggioritario ti costringe ad offrire agli elettori, in ogni collegio, non solo un candidato ma anche un progetto per il governo del Paese. E loro, con tutta evidenza, non ne dispongono più".

Quali contromisure può adottare il centrosinistra?
"Se il tema è l'attacco al bipolarismo e alla governabilità, dobbiamo contrastare l'idea che la nostra sarà una vittoria di Pirro, e che il Paese sarà condannato ad un'altra legislatura di instabilità. Dobbiamo rassicurare gli elettori. Tutto questo richiede scelte innovative".

È ancora convinto che dobbiate inserire nel programma il ritorno al maggioritario, nonostante i dubbi di Rutelli?
"Serve un complesso di misure che rafforzino il bipolarismo, dalla revisione dei regolamenti parlamentari al ripensamento della legge sul finanziamento dei partiti. In questo ambito, anche il ripristino immediato del maggioritario deve far parte del programma. E mi pare che Europa, giornale della Margherita, abbia espresso un giudizio positivo su questa proposta".

Il Cavaliere l'ha lasciato capire: punta a sabotare Prodi. Con il proporzionale non diventano inutili anche le vostre primarie?
"Sono convinto dell'esatto contrario. L'intenzione del centrodestra è quella di renderci proibitiva la gestione del governo del Paese? Se è così, noi dobbiamo dare all'investitura di Prodi una forza popolare così massiccia, da trasformare la sua vittoria alle primarie nel miglior contrappeso ai pericoli di disgregazione politica insiti nella riforma del Polo. E bene ha fatto Romano, a convocare per domani la grande manifestazione unitaria per dire no a una Finanziaria fasulla, che ha il solo scopo di distruggere il Welfare locale senza il quale il 44% delle famiglie italiane scenderebbe sotto la soglia di povertà".

Resta il problema non secondario della candidatura di Prodi: con chi sarà costretto a candidarsi, il Professore?
"Ne discuteremo. Una soluzione tecnica si troverà".

Mastella e Scalfarotto, gli "incappucciati" e i radicali, non c'è il rischio che il centrosinistra ridiventi un'armata Brancaleone, capace di vincere ma non di governare?
"Servirà un grande accordo programmatico. Ha ragione Prodi, a dire che questa è una pre-condizione irrinunciabile. Ma al punto in cui siamo, devo anche dire che il dovere democratico di vincere comunque le elezioni trova in me un assertore sempre più convinto. Impedire a questa destra di fare altri danni al Paese è diventata un'esigenza imprescindibile".

(8 ottobre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/leggeletto4/intervdale/intervdale.html

LittleLux
08-10-2005, 14:50
COMMENTO
Il garante
di parte
di EZIO MAURO

IL PRESIDENTE della Camera ha sentito il bisogno di spiegare che è diritto della maggioranza fare le riforme, compresa la riforma della legge elettorale, che a suo parere rispetta pienamente la Costituzione. Con questo frettoloso timbro istituzionale, impresso erga omnes proprio mentre il capo dello Stato ha espresso invece più di un dubbio di costituzionalità sulla nuova legge, Casini crede evidentemente di risolvere i problemi che lo riguardano e che invece permangono intatti: aggravandosi.

Non si può, infatti, parlare genericamente di "diritto della maggioranza" a fare le riforme ignorando lo specifico di questa riforma. Eccolo: l'attuale maggioranza, che ritiene ragionevolmente di diventare minoranza nella prossima legislatura, dichiara di voler cambiare la legge attraverso un meccanismo studiato appositamente per ridurre la quantità della vittoria dei suoi avversari, rinforzando invece il peso degli sconfitti.

Si tratta dunque di una legge "ad hoc", l'ennesima del centrodestra, costruita dolosamente dalla parte che si ritiene perdente a danno della parte avversa. Il presidente della Camera, garante super partes nell'assemblea legislativa che deriva dall'applicazione della legge elettorale, non è il notaio parlamentare di un'operazione decisa altrove ma è il soggetto politico decisivo di questo strappo alle regole imposto al Paese dall'estremismo istituzionale della destra. Come dimostra la defenestrazione dorotea in atto di Follini, in questa fase Casini risponde senz'altro al suo ruolo di garante, ma garante di Berlusconi.

È una scelta che non stupisce. Ma manda in frantumi la responsabilità istituzionale che pure il presidente della Camera aveva mostrato in questi anni, le velleità di dare un'identità moderata al centrodestra, tutte le chiacchiere sul centro come riserva di moderna cultura repubblicana. Da oggi, sappiamo che nel Polo non c'è centro, ma solo destra.E in Italia la destra, tutta, può essere soltanto come Berlusconi, radicale ed estremista, cominciando dalle regole. Adesso sono davvero pronti per il partito unico.

(8 ottobre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/politica/leggeletto4/garpar/garpar.html

Adric
08-10-2005, 15:15
Sabato 8 Ottobre 2005

L’altolà degli imprenditori: pericoloso tornare al proporzionale

dal nostro inviato
LUCIANO COSTANTINI

CAPRI Il primo, sentito applauso della platea di boys di Confindustria si leva dalla platea del ”Quisisana” quando Matteo Colaninno è, più o meno, ad un quarto di relazione. Ed è un messaggio politico forte, più che un bilancio sulla situazione economico-sociale con annesse prospettive: «Il ritorno al proporzionale sarebbe un inutile e pericoloso salto all’indietro di dieci anni. Noi giovani imprenditori siamo convinti che la transizione da un sistema bloccato ad un sistema politico efficiente rischierebbe di diventare infinita, se si cambiasse nuovamente la scelta del modello elettorale». «Invece - sostiene il presidente dei boys - dobbiamo completare l’approdo verso un sistema compiutamente maggioritario con l’obiettivo di ridurre il potere di veto dei partiti che si collocano alle due estremità dell’arco politico». Il modello è quello dei Comuni. «Che - ricorda Colannino - negli ultimi anni ha garantito la stabilità dei governi locali». La ”scelta elettorale” del mondo industriale è fatta e confezionata. Oggi verrà ribadita, anche se con sfumature diverse, da Luca Cordero di Montezemolo. Punto e a capo.
Il resto, parafrasando una nota canzone, è (quasi) noia. Nel senso che al meeeting caprese va in rete il refrain degli ultimi mesi. Italia un Paese in declino? «Il rischio di avvicinare un punto di non ritorno è forte perchè la concorrenza internazionale è agguerrita, mentre noi viviamo al di sopra dei nostri mezzi. Però si può uscire dal tunnel». Può essere sufficiente la nuova Finanziaria? «E’ equilibrata, non indulge in soluzioni miracolistiche ma affronta la realtà con pragmatismo. Vanno bene le misure a favore delle famiglie, un po’ meno quelle sul Sud». Il taglio dell’Irap, al quale Confindustria puntava, è stato sostituito da quello al cuneo fiscale. «Peccato - sospira Colaninno - speriamo in un intervento salvifico della Corte di Giustizia europea». Che, detto per inciso, ha sostanzialmente dichiarato l’Irap illegittima. Insomma, la manovra non scatena entusiasmi, ma neppure vistose lamentale. Pure se c’è chi, per esempio il vice presidente Emma Marcegaglia, che teme le conseguenze sul rialzo dei costi e dei prezzi della ”tassa sul tubo”: «E’ in grado, ministro Tremonti, di spiegarci che non c’è questo rischio». Il titolare dell’Economia risponderà oggi.
La relazione di Colaninno, ovviamente, spazia anche sul Sud («Non abbiamo più bisogno di interventi straordinari ma di sicurezza e investimenti») e sulla questione ”rendita”. «Oggetto di una autentica crociata», sottolinea il presidente dei giovani. «La rendita è sempre esistita in ogni mercato e in ogni era della storia umana. L’importante è che non violi la legge».

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Sabato 8 Ottobre 2005
Il Colle aspetta le correzioni ma rimane “neutrale”

ROMA - E’ il giorno della riflessione, dei contatti discreti a riflettori spenti. Dopo lo ”stop” perentorio alla maggioranza perché cambi per tempo alcuni punti della riforma elettorale se vuole evitare la mannaia di una inevitabile bocciatura, il Quirinale tace e aspetta di vedere quale seguito concreto sarà dato ai propri suggerimenti. I tre punti indicati informalmente dal segretario generale Gifuni al sottosegretario Letta non sono marginali e richiedono una vigorosa correzione del progetto di riforma presto all’esame del Parlamento. Non sarà facile ritoccare un impianto che già sollevava molte perplessità anche perché l’eventuale scomparsa della soglia di sbarramento al 2 per cento (indispensabile per consentire la rappresentanza parlamentare delle minoranze linguistiche) rischia di aprire nuovi problemi così come l’eliminazione dell’indicazione del candidato premier sulla scheda elettorale (necessaria per non far svanire un potere costituzionale del capo dello Stato) farà cadere il vincolo di coalizione. Insomma: si rischia di arrivare ad un sistema elettorale ben peggiore di quello della prima Repubblica. Ciò angoscia Ciampi che invece vorrebbe che il Paese arrivasse pacificato alla scadenza della legislatura. Anche la decisione di far conoscere anzitempo i dubbi di costituzionalità della legge elettorale corrisponde a questa visione istituzionale ”super partes” cui il capo dello Stato non rinunzia. Per nessun motivo. Se è vero, infatti, che le ragioni di opportunità politica non gli consentono - come forse in cuor suo vorrebbe - di affidare alle Camere un messaggio-testamento con il suo sdegnato ”no” ad una riforma costituzionale ispirata alla ”devolution”, Ciampi non vuole nemmeno dare l’impressione di essere un Presidente-prigioniero pronto a condividere tutte le iniziative della maggioranza così com’era apparso dopo l’annuncio in tv di Berlusconi che - a quanto pare - lo aveva irritato non poco e aveva provocato la successiva messa a punto sulla legge elettorale.
P. Ca.

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Sabato 8 Ottobre 2005
Il presidente della Camera risponde alle critiche dell’Unione e rivendica la prerogativa della maggioranza a legiferare
«E’ diritto della Cdl fare la riforma»
Casini: per Prodi non sono super partes? Da Bruxelles lui guidò l’opposizione

dal nostro inviato

MARCO CONTI

CAPRI - E’ pieno diritto della maggioranza fare le riforme, compresa quella elettorale, così come è diritto dell’opposizione fare ostruzionismo. Pier Ferdinando Casini, dalla platea offerta dai giovani di Confindustria, ieri pomeriggio ha difeso la legittimità della riforma elettorale e, soprattutto il suo ruolo istituzionale «di garante delle regole nel rispetto della Costituzione».
«Non intendo certo entrare nel merito delle scelte che stanno maturando e che devono attuarsi nel pieno rispetto della Costituzione - esordisce Casini - voglio però dire con chiarezza che, come presidente della Camera, ho un dovere ben preciso: quello di far rispettare le regole, garantendo nella stessa misura le ragioni dell'opposizione e quelle della maggioranza». Dopo la difesa del suo ruolo e la punzecchiatura a chi avanza dubbi del Quirinale sulla ”sostenibilità” costituzionale della nuova legge elettorale, l’affondo più duro contro Romano Prodi che nei giorni scorsi lo ha più volte accusato di essere un presidente «parziale». «La mia passione politica - spiega Casini - è sicuramente inferiore a quella dell’allora presidente della Ue, massimo garante dell’indipendenza delle istituzioni comunitarie, che accettò contemporaneamente di guidare l’opposizione nel suo paese d’origine». La platea di giovani industriali applaude, ma l’idea di un ritorno al proporzionale non piace e Matteo Colaninno, leader dei giovani industriali, lo ha spiegato allo stesso Casini nel pranzo che ha preceduto l’inizio dei lavori, annunciandogli per oggi un ulteriore affondo del presidente dei senior, Luca Cordero di Montezemolo.
Pur «nella contrapposizione aspra», il presidente della Camera rivendica il diritto della maggioranza di «non esserne paralizzata, perchè - spiega - uno dei guai del nostro Paese è il gigantesco trasferimento di responsabilità che si sta attuando. Bisogna dunque essere aperti, se il caso modificare il proprio atteggiamento, ma poi decidere, altrimenti si va verso una paralisi democratica».
Casini denuncia più volte nel suo intervento la lentezza del processo di decisione della politica rispetto al mondo globalizzato. Esplicito è il suo riferimento alla riforma del risparmio che per il presidente della Camera è «una riforma ancora incompiuta. Un provvedimento che è e resta una delle mie maggiori preoccupazioni. Grandi scandali finanziari si sono verificati non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti. La differenza tra le due sponde dell'Atlantico è stata proprio la tempestività, l'efficacia della risposta istituzionale». Purtroppo - continua il presidente della Camera - si è cercato con pervicacia di fare una riforma della Banca d'Italia a favore o contro, piuttosto che per l'interesse di tutti». Malgrado i dubbi, Casini promette tempi rapidi alla Camera. «accelerando il più possibile l’iter».
Il tema della ”governance del coraggio”, oggetto dell’assemblea dei giovani industriali, dà a Casini l’occasione per affrontare anche il nodo della leaderhip che sino a qualche giorno fa nella Cdl lo vedeva contrapposto a Silvio Berlusconi. Il metro per misurare l’adeguatezza della leadership è per Casini «piuttosto semplice», servono «coraggio e responsabilità». Occorre per Casini verificare se di fronte «a diagnosi chiare si ha il coraggio di prescrivere direttamente la cura assumendosene conseguenze e responsabilità».
Sull’argomento della leaderhisp il presidente della Camera torna poi con una battuta alle telecamere delle ”Iene”: «E’ vero che vuole fare le scarpe a Berlusconi?». «Fatemi un’altra domanda. Anzi - replica Casini sorridendo - come diceva Mao ”la strada è a zig-zag, ma il futuro è luminoso”». «La barzelletta sui democristiani? A Berlusconi l’ho raccontata io».

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Sabato 8 Ottobre 2005
«Il Presidente non ha cultura istituzionale»

ROMA - «Stupisce la mancanza di cultura istituzionale di Casini. Dovrebbe sapere la differenza tra la carica di presidente della Camera, una figura di garanzia, e quella di presidente della commissione Ue, un ruolo politicamente connotato nel Paese d’origine», così Franco Monaco, vicepresidente della Margherita replica alle critiche mosse da Casini a Prodi. L’esponente dl definisce il presidente della Camera «un politico che si è spacciato sempre per un moderato, ma che oggi appare come colui che più di ogni altro ha fortissimamente voluto la più brutale forzatura della madre di tutte le regole del gioco: la legge elettorale». Egualmente critici sulla presunta parzialità del presidente della Camera altri esponenti dell’Unione: «Se il centrosinistra riponesse le sue speranze nel ruolo di garante di Casini - dice il ds Vannino Chiti - starebbe fresco. Come a chiare note ha detto Berlusconi, ”Casini è il garante nella maggioranza della nuova legge elettorale“». E il leader dello Sdi, Enrico Boselli, osserva che «la maggioranza ha certamente i suoi diritti ma anche dei doveri. Tra cui quello di tenere conto dell’opposizione quando si accinge a modificare il meccanismo fondamentale che regola la nostra democrazia».

(Il Messaggero.it)

andreamarra
08-10-2005, 15:17
sto governo è assurdo: riesce a scontentare contemporaneamente sindacati (e qua credo sia abbastanza normale) e imprenditori.

Clamoroso.

IpseDixit
08-10-2005, 20:02
imprenditori.

questa riforma è studiata per creare instabilità e questo non gioverà di certo all'economia, mi pare ovvio che gli industriali si lamentino.

tatrat4d
10-10-2005, 11:38
Gli svantaggi del ritorno al proporzionale
Le ragioni per dire no
di
Sabino Cassese


Conviene ritornare al proporzionale? Tralascio i vantaggi dei partiti (il centrosinistra dovrebbe conseguire una vittoria meno forte, l'Udc liberarsi del potere condizionante del «leader»). Tralascio anche i dubbi di costituzionalità sulla proposta di legge (rispetto delle norme sull’elezione del Senato e sul numero minimo dei senatori per regione, del principio della segretezza del voto, della nomina presidenziale del presidente del Consiglio, delle minoranze linguistiche, ecc.).
Valuto solo vantaggi e svantaggi collettivi.
La proposta della maggioranza di centrodestra prevede la ripartizione dei seggi con metodo proporzionale tra liste bloccate preparate dai partiti, che possono collegarsi in coalizioni con unico programma e unico candidato presidente del Consiglio. La coalizione con maggior numero di voti guadagna un premio variabile di seggi, che può essere anche molto alto, e comunque tale da raggiungere 340 deputati e 170 senatori. Le liste che da sole non abbiano raggiunto il 4 per cento dei voti e in coalizione non abbiano conseguito il 2 per cento sono escluse dal riparto dei seggi.
Questa proposta produce tre conseguenze.
Ridà ai partiti un ruolo dominante. Essi ridiventano protagonisti. Sono loro che scelgono i parlamentari. È a loro che deputati e senatori dovranno rispondere.

Accentua le divisioni tra i partiti alleati, perché ognuno di essi deve cercare voti per sé, innanzitutto nel bacino della coalizione di cui fa parte. I partiti dovranno procedere come alleati per vincere insieme, ma facendosi la guerra l'uno contro l'altro, per affermare il proprio peso nella coalizione. Aumenta il potere condizionante degli associati nella coalizione.

Ogni parte della coalizione mantiene la sua forza, non dipende dalla coalizione, perché ha seggi in misura proporzionale al suo peso. Esiste in quanto parte della coalizione per arrivare al governo.

Non si annulla se non arriva al governo. Il risultato complessivo di questo metodo di conteggio dei voti sarà la frammentazione, perché è difficile unire al vertice una piramide che nasce separata alla sua base. I partiti dovranno dividersi per contarsi, unirsi per vincere. Questo metodo modifica la scelta del 1993, che trasferiva la decisione sul governo dal Parlamento al popolo e, quindi, stabilizzava l'esecutivo, aumentandone la durata (si è passati da governi che duravano, in media, un anno a governi di durata media di cinque anni). La riforma elettorale del 1993 è stata attenuata dalla quota proporzionale, dal sistema di finanziamento dei partiti e da altre scelte dirette a bilanciare o contrastare la semplificazione del sistema politico. Non è servita a ridurre i difetti del multipartitismo.
Inoltre, su di essa si è innestata la paura del bonapartismo e della tirannide della maggioranza, paradossalmente altrettanto forte all'interno delle coalizioni che tra le coalizioni.

Il ritorno al proporzionale rischia di precipitarci nuovamente nella palude del parlamentarismo dei governi effimeri. La ragione dovrebbe consigliare, invece, di sperimentare fino in fondo (arrivando al doppio turno) la formula elettorale maggioritaria, scelta con il referendum del 1993 dall'83 per cento dei votanti.
10 ottobre 2005

giammy
10-10-2005, 14:29
Ogni sistema elettorale ha vantaggi e svantaggi.
Però il sistema attuale è frutto di una scelta referendaria e quindi avrebbe senso cambiarlo solo mediante nuovo referendum.
Tutto il resto sono chiacchiere.

n.b. Se ci sarà effettivamente il passaggio al sistema di voto proporzionale verrà implicitamente tolto ogni valore a qualsiasi altro referendum anche futuro essendo stato quello di segni il referendum che totalizzò la maggiore partecipazione di voto.

tatrat4d
10-10-2005, 14:32
Ogni sistema elettorale ha vantaggi e svantaggi.
Però il sistema attuale è frutto di una scelta referendaria e quindi avrebbe senso cambiarlo solo mediante nuovo referendum.
Tutto il resto sono chiacchiere.

n.b. Se ci sarà effettivamente il passaggio al sistema di voto proporzionale verrà implicitamente tolto ogni valore a qualsiasi altro referendum anche futuro essendo stato quello di segni il referendum che totalizzò la maggiore partecipazione di voto.

uno più uno meno: finanziamento pubblico, responsabilità civile dei magistrati, ministeri del turismo e dell'agricoltura :rolleyes: una triste tradizione ormai...

LittleLux
11-10-2005, 09:45
Oggi la legge approda in aula, si vedrà immediatamente se passerà o meno.

flisi71
11-10-2005, 11:02
Dal Corriere di oggi:

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2005/10_Ottobre/11/franchi11.shtml

Alla Camera la sfida del proporzionale
[SIEZE=3]Quando il rimedio è peggiore del male[/SIZE]
di Paolo Franchi

Comincia oggi alla Camera, si dice, una battaglia feroce, senza esclusione di colpi, tra una maggioranza fautrice del ritorno al proporzionale e un’opposizione schierata a strenua difesa del maggioritario. Non è del tutto vero. La nuova legge elettorale voluta in extremis dal centrodestra ha ben poco da spartire con il sistema che ha retto per mezzo secolo la Prima Repubblica prima di essere archiviato a furor di popolo dal referendum del 1993. Nel merito, è un proporzionale rafforzato da dosi apparentemente massicce di maggioritario, un pasticcio meno digeribile ancora della legge in vigore, il Mattarellum, nata come un maggioritario corretto al proporzionale, e rimasta sfortunatamente tale dopo il fallimento, nel ’98, del referendum che intendeva eliminare questa «correzione».
Ma, nella fattispecie, il merito conta fino a un certo punto: contano le finalità politiche.
E l’obiettivo politico di Silvio Berlusconi e di tutta o quasi la Casa delle Libertà è quello di limitare i danni della sconfitta, quasi certa, nel voto della prossima primavera; e di esportare quante più contraddizioni possibile nel campo del probabile vincitore. Per rendergli la vittoria prima amara, poi ingovernabile.
La trappola è congegnata bene; ed è facile comprendere perché il centrosinistra le provi tutte per cercare di evitarla, a difesa di un bottino elettorale che considerava già acquisito.
In questo senso non c’è poi troppo di alto e di nobile in un simile scontro: di qua i sostenitori, per evidente interesse di parte, di una cattiva riforma, di là i difensori, per analogo, speculare interesse, di una legge elettorale mediocre. E, forse, in mezzo, a rendere incerto l’esito della contesa, gruppi più o meno nutriti di franchi tiratori. Una simile rappresentazione, però, non dà compiutamente conto della posta in gioco. E’ vero, il maggioritario all’italiana, che pure ci ha dato, in tre successive tornate elettorali, maggioranze certe e via via sempre più ampie (fino a quella, vastissima, di cui ha inutilmente goduto Berlusconi), non è riuscito a mantenere molte delle sue promesse. I nuovi soggetti politici che avrebbe dovuto generare non hanno visto la luce, e invece hanno preso corpo due coalizioni variopinte e rissose nelle quali non solo le estreme, ma chiunque disponga di una modesta percentuale elettorale esercita uno spropositato potere di veto, di ricatto e anche di indirizzo.
Va riformato, eccome, il nostro maggioritario. Il rimedio del centrodestra (un sistema in cui, per inciso, una decina di segretari-oligarchi sarebbe chiamata già al momento della compilazione delle liste a decidere la composizione del Parlamento) è però peggiore, e di gran lunga, del male. Se ne parla poco. Ma, come se l’intento fosse quello, paradossale, di accrescere ulteriormente e oltremisura il peso dei partner più riottosi delle future maggioranze, la legge elettorale della Casa delle Libertà prevede un premio di maggioranza all’apparenza robusto, in realtà inefficace. Con 340 seggi a Montecitorio forse può governare una coalizione di ferro, certo non uno dei due scombiccherati cartelli di cui disponiamo, nemmeno se, d’ora in avanti, si mettesse senza riserve sulla strada della virtù. Dunque, nella tagliola predisposta oggi per il centrosinistra potrebbe finire dritto, domani, quel centrodestra che oggi si compiace della propria astuzia. Basterebbe molto meno per sperare nell’improbabile. E cioè nella sconfitta, in Parlamento, di una riforma destinata a produrre soprattutto instabilità e ingovernabilità.
11 ottobre 2005


-------------

tatrat4d
11-10-2005, 13:50
per adesso è iniziata male :mad: I franchi tiratori sono solo 4-5, e se pure questi sentono puzza di bruciato, rientrano nei ranghi mi sa.

radiovoice
11-10-2005, 14:27
quello che mi lascia con l'amaro in bocca è che, ancora una volta, l'italiano medio si dimostra disinteressato di fronte all'ennesimo schifo che sta mettendo in atto questo governo.
Invece di provare quella giusta sensazione di fastidio, quella repulsione, disapprovazione, sdegno, indignazione continua ad andare avanti per la propria strada, cieco e sordo.

jumpermax
11-10-2005, 14:28
ve lo annuncio in anteprima gente, c'è un moderatore elettore di destra di meno... questa per me non la si può far passare liscia.

radiovoice
11-10-2005, 14:29
ve lo annuncio in anteprima gente, c'è un moderatore elettore di destra di meno... questa per me non la si può far passare liscia.


cioè? :confused:

Alessandro Bordin
11-10-2005, 14:29
ve lo annuncio in anteprima gente, c'è un moderatore elettore di destra di meno... questa per me non la si può far passare liscia.

Welcome :D

jumpermax
11-10-2005, 14:32
cioè? :confused:
cioè il mio voto se lo scordano... Fini in primis ;)

tatrat4d
11-10-2005, 14:32
adesso i terzisti relativisti sono di destra? :asd:
io mi turo ancora il naso, il nuovo partitino da 0,2 di Taradash e Della Vedova potrebbe andare, ma che schifo...

radiovoice
11-10-2005, 14:33
cioè il mio voto se lo scordano... Fini in primis ;)


Ottima decisione.
:D

Alessandro Bordin
11-10-2005, 14:33
Devo sfogarmi e parlare con qualcuno, posso? :D

Sono sorpreso dalla Lega. Uno dei pochi partiti con uno straccio di coerenza è andato, e a dirlo non è di certo un leghista. Fino a 4 ore fa gridavano "a morte il proporzionale e la partitocrazia!". Basta un accordo e una cena d Arcore per rimettere Cè al suo posto per votare questa legge? :eek:

Evidentemente scendendo dalle parti di Roma il turgore padano perde verve.

Fini: ma non aveva quasi indetto un referedum per il maggioritario?

Qualcuno mi spieghi cosa mi sono perso. Ovviamente gli accordi politici esistono sia a destra che a sinistra, ma schiaffi così forti in faccia ai propri elettori non ne avevo MAI visti. Qui dalle mjie parti c'è gente inferocita con la Lega. E fanno benissimo.

jumpermax
11-10-2005, 14:37
Devo sfogarmi e parlare con qualcuno, posso? :D

Sono sorpreso dalla Lega. Uno dei pochi partiti con uno straccio di coerenza è andato, e a dirlo non è di certo un leghista. Fino a 4 ore fa gridavano "a morte il proporzionale e la partitocrazia!". Basta un accordo e una cena d Arcore per rimettere Cè al suo posto per votare questa legge? :eek:

Evidentemente scendendo dalle parti di Roma il turgore padano perde verve.

Fini: ma non aveva quasi indetto un referedum per il maggioritario?

Qualcuno mi spieghi cosa mi sono perso. Ovviamente gli accordi politici esistono sia a destra che a sinistra, ma schiaffi così forti in faccia ai propri elettori non ne avevo MAI visti. Qui dalle mjie parti c'è gente inferocita con la Lega. E fanno benissimo.

Quasi indetto? Ne era stato promotore, aveva impegnato il partito a raccogliere le firme e ci aveva speso la sua credibilità politica. Referendum tra l'altro che probabilmente a quanto mi dice il collega allo 0,2% se fossero state aggiornate le liste elettorali avrebbe avuto il quorum....

tatrat4d
11-10-2005, 14:38
Devo sfogarmi e parlare con qualcuno, posso? :D

Sono sorpreso dalla Lega. Uno dei pochi partiti con uno straccio di coerenza è andato, e a dirlo non è di certo un leghista. Fino a 4 ore fa gridavano "a morte il proporzionale e la partitocrazia!". Basta un accordo e una cena d Arcore per rimettere Cè al suo posto per votare questa legge? :eek:

Evidentemente scendendo dalle parti di Roma il turgore padano perde verve.

Fini: ma non aveva quasi indetto un referedum per il maggioritario?

Qualcuno mi spieghi cosa mi sono perso. Ovviamente gli accordi politici esistono sia a destra che a sinistra, ma schiaffi così forti in faccia ai propri elettori non ne avevo MAI visti. Qui dalle mjie parti c'è gente inferocita con la Lega. E fanno benissimo.


onestamente il più grande salto, Berlusconi a parte (che sulla questione è ondivago da sempre, pur con innamoramenti folli per un sistema o l'altro), l'ha fatto Fini.
La Lega è da anni a parole proporzionalista (almeno a sentire i suoi dirigenti), al di là anche del calcolo, che le suggerirebbe il contrario. Fini invece nel 2000 legò la sua permanenza alla guida di AN alla lotta referendaria vs la quota proporzionale. Roba da matti. Come pure da matti che dopo questa cosa il consenso alla CDL non crolli, ma si fermi quasi il trend di deriva del consenso (Corriere di oggi).

tatrat4d
11-10-2005, 14:40
Quasi indetto? Ne era stato promotore, aveva impegnato il partito a raccogliere le firme e ci aveva speso la sua credibilità politica. Referendum tra l'altro che probabilmente a quanto mi dice il collega allo 0,2% se fossero state aggiornate le liste elettorali avrebbe avuto il quorum....

non quello, ma il precedente (il cd Referendum Bonamici, dall'inviata del TG5 al Viminale che smentì per prima il quorum raggiunto).

Raven
11-10-2005, 15:12
io devo ancora trovare QUALCUNO (dei politici) che nomini il referendum.... NESSUNO!!! Come se non fosse mai avvenuto!!!... e poi ci lamentiamo del quorum?!?! Mabbbaaaaafff... tanto fanno quello che vogliono sempre&comunque!!!

... ieri al TG ho sentito uno (della maggioranza) che diceva "E' una riforma che vogliono gli italiani"... oltre al danno, pure le prese per il culo! :rotfl:

(schifoschifoschifo!)

:mad:

tatrat4d
11-10-2005, 15:15
io devo ancora trovare QUALCUNO che nomini il referendum.... NESSUNO!!! Come se non fosse mai avvenuto!!!... e poi ci lamentiamo del quorum?!?! Mabbbaaaaafff... tanto fanno quello che vogliono sempre&comunque!!!

... ieri al TG ho sentito uno (della maggioranza) che diceva "E' una riforma che vogliono gli italiani"... oltre al danno, pure le prese per il culo! :rotfl:

(schifoschifoschifo!)

:mad:

basta risalire un po': ci hanno sempre scippato dei referendum, magari questo fosse il primo.

Raven
11-10-2005, 15:20
basta risalire un po': ci hanno sempre scippato dei referendum, magari questo fosse il primo.

ma sì... ma daaaai... ma non si può!!! :sob:

... e ti assicuro che me ne frego ALTAMENTE della parte politica (le porcate appartengono a tutti gli schieramenti)... è una cosa indecente a prescindere dal colore...

Non andrò a votare alle prossime elezioni e neppure più ai referendum...

tatrat4d
11-10-2005, 15:22
ma sì... ma daaaai... ma non si può!!! :sob:

... e ti assicuro che me ne frego ALTAMENTE della parte politica (le porcate appartengono a tutti gli schieramenti)... è una cosa indecente a prescindere dal colore...

Non andrò a votare alle prossime elezioni e neppure più ai referendum...

beh, tenendo da parte le elezioni, non so se sia giusto rinunciare al referendum: perchè i ladri ti scassinano la porta tu gliela lasci aperta?
Votare costa 5 minuti, almeno che ci facciano la figuraccia se proprio devono fregarsi il nostro voto.

LittleLux
11-10-2005, 15:27
onestamente il più grande salto, Berlusconi a parte (che sulla questione è ondivago da sempre, pur con innamoramenti folli per un sistema o l'altro), l'ha fatto Fini.
La Lega è da anni a parole proporzionalista (almeno a sentire i suoi dirigenti), al di là anche del calcolo, che le suggerirebbe il contrario. Fini invece nel 2000 legò la sua permanenza alla guida di AN alla lotta referendaria vs la quota proporzionale. Roba da matti. Come pure da matti che dopo questa cosa il consenso alla CDL non crolli, ma si fermi quasi il trend di deriva del consenso (Corriere di oggi).

Bè, quando sei disperato ti aggrappi a tutto pur di non affondare. C'è chi va dai maghi, chi dai santoni e chi ancora dalle vanna marchi di turno. Ecco, la cdl è in questa fase ed ha appena torvato la propria vanna marchi, cioè la legge proporzionale riveduta e corretta secondo strane logiche, pensando di esserne salvata, non rendendosi conto che in realtà si sta dando da sola il colpo di grazia. Questa legge farà danno al csx, farà danno al paese (cosa ancor più grave), ma sarà mortale per la cdl; già ora, infatti, fanno fatica a rimanere assieme (non solo a livello centrale ma anche a quello locale, sintomo di malessere e malsopportazione diffusi), nella probabile sconfitta elettorale, tale spinte centrifughe verranno amplificate proprio dalla legge che si apprestano a varare, venendo meno del tutto il già debole collante di coalizione che veniva garantito dal maggioritario.

LittleLux
11-10-2005, 15:29
beh, tenendo da parte le elezioni, non so se sia giusto rinunciare al referendum: perchè i ladri ti scassinano la porta tu gliela lasci aperta?
Votare costa 5 minuti, almeno che ci facciano la figuraccia se proprio devono fregarsi il nostro voto.

Quoto. Però quando hai certa faccia di palta delle figuraccie, come si suol dire, te ne stracatafotti.

tatrat4d
11-10-2005, 16:30
16:26 Calderoli: "Voto segreto? Non così tanto..."

"I franchi tiratori? Non ci sono perchè tutti sanno che il voto segreto in realtà tanto segreto non è...". Parla il ministro leghista Roberto Calderoli che, in Transatlantico a Montecitorio analizza con i cronisti la mancanza di franchi tiratori durante l'esame della legge elettorale. "Il voto - rileva - si fa con delle macchine. E dietro le macchine ci sono uomini. E gli uomini sono quelli dell'informatica del Senato come della Camera...".

movè :D

andreamarra
11-10-2005, 16:39
quindi, sta legge passa... :(?

tatrat4d
11-10-2005, 16:41
quindi, sta legge passa... :(?

è presto, ma speravo cadesse subito.
Cmq sta calderolata puzza di bruciato...

16:36 Casini: "Il voto è segreto"
"Il voto segreto è assicurato al 101%. Ne rispondo io come presidente della Camera e ne rispondono i funzionari". Lo ha detto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, replicando alle proteste di Franco Monaco (Margherita) nei confronti di una dichiarazione di Roberto Calderoli che sosteneva che il "voto segreto tanto segreto non è".

un primo segnale? ;)

andreamarra
11-10-2005, 17:28
è presto, ma speravo cadesse subito.
Cmq sta calderolata puzza di bruciato...

16:36 Casini: "Il voto è segreto"
"Il voto segreto è assicurato al 101%. Ne rispondo io come presidente della Camera e ne rispondono i funzionari". Lo ha detto il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, replicando alle proteste di Franco Monaco (Margherita) nei confronti di una dichiarazione di Roberto Calderoli che sosteneva che il "voto segreto tanto segreto non è".

un primo segnale? ;)

sinceramente non è che abbia capito molto... in che senso l'uscita di calderoli fa puzza di bruciato?

Intanto cmq, l'opposizione sta cercando di dilungare i tempi con interventi a titolo personale (un minuto a testa).

In più, sta succedendo un mezzo macello a causa delle dichiarazione del lungimirante calderoli. Si sono incazzati un pò tutti, l'Unione potrebbe lasciare tutti gli incarichi istituzionali alla Camera..

Violante è particolarmente incazzato con calderoli.

Anche Casini biasima l'intervento di calderoli.

Giovanardi dice che era una "battuta" del ministro calderoli, e in caso corrispondesse a verità si scusa con l'assemblea (a parte la solita manfrina della battuta... ma vabbhè... singolare che dopo anni in cui hanno detto e fatto di tutto OGGI siano comì remissivi e chiedano umilmente scusa)..

intanto, bocciato primo emendamento dell'unione.

tatrat4d
11-10-2005, 17:30
sinceramente non è che abbia capito molto... in che senso l'uscita di calderoli fa puzza di bruciato?

Intanto cmq, l'opposizione sta cercando di dilungare i tempi con interventi a titolo personale (un minuto a testa).

In più, sta succedendo un mezzo macello a causa delle dichiarazione del lungimirante calderoli. Si sono incazzati un pò tutti, l'Unione potrebbe lasciare tutti gli incarichi istituzionali alla Camera..

Violante è particolarmente incazzato con calderoli.

Anche Casini biasima l'intervento di calderoli.

Giovanardi dice che era una "battuta" del ministro calderoli, e in caso corrispondesse a verità si scusa con l'assemblea (a parte la solita manfrina della battuta... ma vabbhè... singolare che dopo anni in cui hanno detto e fatto di tutto OGGI siano comì remissivi e chiedano umilmente scusa)..

intanto, bocciato primo emendamento dell'unione.

appunto, Calderoli non è scemo credo, sapeva benissimo a cosa avrebbe portato una dichiarazione simile. Cosa che non sono sicuro gli dispiaccia.
Poi, Violante ha detto benissimo, quella di Calderoli è una sciocchezza nel merito.

andreamarra
11-10-2005, 17:35
appunto, Calderoli non è scemo credo, sapeva benissimo a cosa avrebbe portato una dichiarazione simile. Cosa che non sono sicuro gli dispiaccia.
Poi, Violante ha detto benissimo, quella di Calderoli è una sciocchezza nel merito.


praticamente credi che l'abbia fatto apposta...

intanto vedendo dal sito di repubblica il minutaggio delle varie operazioni di voto, pare di assistere a una partita di calcio...

dalle 17-11 alle 17-24, tredici minuti, hanno fatto un iter parlamentare che normalmente avrebbero fatto in 4 mesi... :(

:cry:

andreamarra
11-10-2005, 17:37
17:36 Pecoraro: "Volevo occupare la Camera"

"Noi Verdi avevamo proposto agli alleati di occupare fisicamente la Camera, magari anche seduti per terra...". Così Alfonso Pecoraro Scanio, leader dei Verdi, spiega una delle proposte avanzate per bloccare i lavori sulla modifica della legge elettorale.


lol... :(


meno male che agli scempi non se ne sia aggiunto un altro... :(

LittleLux
11-10-2005, 17:39
praticamente credi che l'abbia fatto apposta...

intanto vedendo dal sito di repubblica il minutaggio delle varie operazioni di voto, pare di assistere a una partita di calcio...

dalle 17-11 alle 17-24, tredici minuti, hanno fatto un iter parlamentare che normalmente avrebbero fatto in 4 mesi... :(

:cry:

Sai com'è, quando la paura l'è tanta...:asd:

Alessandro Bordin
11-10-2005, 17:39
Non c'è un modo di fare un reset al cervello di tutti?

andreamarra
11-10-2005, 17:44
17:37 Respinti primi emendamenti centrosinistra

Respinti dall'Aula il primo gruppo degli emendamenti proposti dall'opposizione. La maggioranza, per adesso, non mostra crepe.


17:38 Cicchitto per la corrente La Russa, che smarcato manda a lato di un soffio
17:39 Mastella si accentra e scarica di sinistro, ma Casini aveva fischiato off-side
17:41 Berlusconi dirige le operazioni di riscaldamento, dentro Bondi
17:42 Rigore per l'Unione: calcia Bertinotti
17:42 Ammonizione a Maroni per proteste
17:43 Parato sulla linea da Previti, che rilancia in avanti

si va al riposo

korry78
11-10-2005, 17:45
17:37 Respinti primi emendamenti centrosinistra

Respinti dall'Aula il primo gruppo degli emendamenti proposti dall'opposizione. La maggioranza, per adesso, non mostra crepe.


17:38 Cicchitto per la corrente La Russa, che smarcato manda a lato si un soffio
17:39 Mastella si accentra e scarica di sinistro, ma Casini aveva fischiato off-side
17:41 Berlusconi dirige le operazioni di riscaldamento, dentro Bondi
17:42 Rigore per la CDL: calcia Bertinotti
17:42 Parato sulla linea da Previti

si va al riposo

:asd:

Cmq è in diretta su Radio radicale. ;)

tatrat4d
11-10-2005, 17:48
bisogna ammettere che "tecnicamente" la sx sta giocando una buona partita...

17:37 Respinti primi emendamenti centrosinistra

I deputati del centrosinistra hanno votato con la Cdl contro i loro emendamenti a voto segreto, bocciati con oltre 525 no e 54 sì e due astenuti.

visto che il margine si era allargato nei voti precedenti, hanno ora impedito di continuare a monitorarlo.

andreamarra
11-10-2005, 17:56
17:54 Ivan Pazzini, anche se non c'entra nulla, entra in parlamento con il figlio di Berlusconi, Pier Silvio, legato e imbavagliato. Minacciandolo di morte di fronte al padre

17:55 Santanchè usa dunque la carta "Drago Nero occhi azzurri" per togliere 23 HP al Goblin rosso di Diliberto.

17:56 Scompiglio nell'emiciclo, Fassino mostra il suo corredo intimo comprato di recente per distrarre dal controllo del voto

Lucio Virzì
11-10-2005, 18:03
A quanto stamo? Quanto manca? Si va ai supplementari? :stordita:

onesky
11-10-2005, 18:21
Roma, 17:38

LEGGE ELETTORALE: UNIONE MEDITA VIA DA RUOLI CAMERE
L'Unione potrebbe lasciare tutti gli incarichi istituzionali alla Camera. "Noi della Margherita - spiega Renzo Lusetti - stiamo valutando questa ipotesi, anche alla luce di quello che e' accaduto oggi. Un ministro della Repubblica afferma che in Aula il voto non e' segreto. C'e' un problema di credibilita' istituzionale". L'idea, avanzata dai Dl ma ipotizzata anche dai Ds, sarebbe quella di dimettersi dagli incarichi nelle commissioni, valutando poi successivi passi. Dell'idea aveva gia' parlato anche Chiti, che aveva ricordato come ci siano ruoli nelle assemblee ricoperti dalle opposizioni. ()

ilprincipe78
11-10-2005, 18:25
Da Repubblica 18:22 Berlusconi si addormenta in aula

Mentre proseguiva la discussione sulla riforma della legge elettorale, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è addormentato. Lo ha subito svegliato Pippo Gianni dell'Udc, che era in piedi davanti a lui, e lo chiamato. "Presidente - gli ha detto - svegliati che ti fanno la foto...". Berlusconi ha subito aperto gli occhi, si è schermito con un sorriso e ha detto "Che volete, sono andato a letto tardi...".

:rotfl: :rotfl: :rotfl:

andreamarra
11-10-2005, 18:29
Da Repubblica 18:22 Berlusconi si addormenta in aula

Mentre proseguiva la discussione sulla riforma della legge elettorale, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è addormentato. Lo ha subito svegliato Pippo Gianni dell'Udc, che era in piedi davanti a lui, e lo chiamato. "Presidente - gli ha detto - svegliati che ti fanno la foto...". Berlusconi ha subito aperto gli occhi, si è schermito con un sorriso e ha detto "Che volete, sono andato a letto tardi...".

:rotfl: :rotfl: :rotfl:

vabbhè, ma lui praticamente in qualunque funzione pubblica lo becchi a dormicchiare :sofico:


deve proprio volere con tutta l'anima questa riforma di legge! Prima si azzoppa, poi con lo sprezzo del pericolo e stoicamente torna in aula per vegliare sulla legge, e resiste nonostante il sonno dovuto al WE passato a cantare canzoni napoletane con Apicella fino alle 4 nella sua villa bunker con segreto di stato in sardegna.

Che eroe, vai Silvio!!!

luigiaratamigi
11-10-2005, 18:32
INDOVINA CHI HA DETTO:

"Se su quella proposta elettorale vogliono andare avanti, facciano pure, ma sia chiaro fin d'ora che il tentativo di imporci una legge elettorale di parte aprirebbe uno scontro parlamentare senza precedenti e la responsabilità ricadrebbe interamente su di loro... Straparlano. Naturalmente possono dire ciò che vogliono, ma resta il fatto che fino ad oggi hanno cercato di far passare per buona e accettata una proposta di legge concepita esclusivamente a loro uso e consumo. Un atteggiamento inaudito e intimidatorio". (3 Ottobre 2000)

A) ROBBIE WILLIAMS B) DI PIETRO C) PISANU

"Una legge elettorale fatta a colpi di maggioranza, per di più votata in piena campagna elettorale, rappresenterebbe uno strappo istituzionale che allontanerebbe l'Italia dall'Europa, danneggiandone seriamente la sua credibilità. Per una nuova legge elettorale siamo fuori tempo massimo. Se dovessimo procedere su quella strada in piena campagna avremmo il caos senza il cancelliere". (3 Ottobre 2000)

A) GODZILLA B) BERSANI C) TREMONTI

"Se il centro... decidesse di andare avanti da solo, sarebbe un altro imbroglio: ho sempre sostenuto che hanno la mentalità nazista. Adesso hanno la possibilità di dimostrarlo. Vediamo se avranno il coraggio di approvarsi da soli la legge elettorale. Li aspettiamo, in Parlamento e nelle piazze". (5 Ottobre 2000)

A) IL PUPAZZO GNAPPO B) PECORARO SCANIO C) BOSSI

"Nemmeno Milosevic provò a cambiare le regole elettorali a campagna elettorale in corso".(15 Novembre 2000)

A) CRISTINA D'AVENA B) MASTELLA C) URBANI

"Le regole si fanno con un ampio margine di consenso e devono essere neutre, non come vuole qualcuno della maggioranza, per favorire questo o quello schieramento" (26 Agosto 2000)

A) MEGALOMAN B) BERTINOTTI C) LA LOGGIA

"Quella della maggioranza è una sopraffazione. Si accomodino pure, ma ne risponderanno al Paese e si troveranno contro un'opposizione agguerrita" (26 Agosto 2000)

A) HULK HOGAN B) LETTA C) SCHIFANI

"E' un segnale di degrado istituzionale pensare di cambiare la legge elettorale in piena campagna elettorale e in più senza il consenso dell'opposizione" (26 Agosto 2000)

A) JOHN HOLMES B) D'ALEMA C) URSO

"Siamo fuori tempo massimo: in campagna elettorale non si cambiano le regole" (26 Agosto 2000)

A) DEL PIERO B) PRODI C) BERLUSCONI

"Il centro... non si azzardi a tentare di approvare da solo una legge elettorale. Mobiliteremo i nostri gruppi parlamentari e gli faremo vedere i sorci verdi. Del resto alla ripresa dei lavori parlamentari inizieremo a Montecitorio una battaglia politica contro l'attuale maggioranza su ogni tema in discussione" (27 Agosto 2000)

A) AL BANO B) RUTELLI C) SELVA



SOLUZIONE:
Non te lo dico! (e comunque se hai risposto C sei solo un lurido comunista...ma hai ragione!) :D

korry78
11-10-2005, 18:34
Bellissimo!!! :rotfl:

andreamarra
11-10-2005, 18:39
LOL!!!

korry78
11-10-2005, 18:39
Da Repubblica 18:22 Berlusconi si addormenta in aula

Mentre proseguiva la discussione sulla riforma della legge elettorale, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è addormentato. Lo ha subito svegliato Pippo Gianni dell'Udc, che era in piedi davanti a lui, e lo chiamato. "Presidente - gli ha detto - svegliati che ti fanno la foto...". Berlusconi ha subito aperto gli occhi, si è schermito con un sorriso e ha detto "Che volete, sono andato a letto tardi...".

:rotfl: :rotfl: :rotfl:

MA STRALOLLISSIMO!!! :rotfl: :rotfl: :rotfl:

Che giornataccia...

Dopo la storta anche l'abbiocco! :asd:

FastFreddy
11-10-2005, 18:39
La morale?

"Invertendo l'ordine di fattori il risultato non cambia!"


In stile operetta: "Questa o quella per me pari sono..."


In stile coatto: "Er più pulito c'ha la rogna..."

andreamarra
11-10-2005, 18:42
La morale?

"Invertendo l'ordine di fattori il risultato non cambia!"


In stile operetta: "Questa o quella per me pari sono..."


In stile coatto: "Er più pulito c'ha la rogna..."

No, la morale è che di fronte a una opposizione che aveva ragione, l'allora maggioranza ha desistito e le è andata incontro.

Infatti, maggioritario era, maggioritario è rimasto.

Questa, invece, non se ne sta fregando un mazzo.

Maggioritario è, proporzionale sarà.

recoil
11-10-2005, 19:01
per me cambiare la legge elettorale a fine mandato non è così assurdo, basta che ci sia un consenso vasto, ovvero che l'opposizione sia almeno parzialmente d'accordo e soprattutto che lo siano tutti i partiti di maggioranza. parlo in generale ovviamente

per quanto riguarda le dichiarazioni avevo già letto un articolo sul corriere in cui c'erano pressapoco quei quote. le date però non mi pare ci fossero, hai dovuto cercare tu?
cmq niente di nuovo, le parole coerenza e politica non vanno molto d'accordo :rolleyes:

andreamarra
11-10-2005, 19:04
per me cambiare la legge elettorale a fine mandato non è così assurdo, basta che ci sia un consenso vasto, ovvero che l'opposizione sia almeno parzialmente d'accordo e soprattutto che lo siano tutti i partiti di maggioranza. parlo in generale ovviamente

per quanto riguarda le dichiarazioni avevo già letto un articolo sul corriere in cui c'erano pressapoco quei quote. le date però non mi pare ci fossero, hai dovuto cercare tu?
cmq niente di nuovo, le parole coerenza e politica non vanno molto d'accordo :rolleyes:

bhè, è assurdo se scrivi il testo di riforma in base ai sondaggi, cercando di non perdere clamorosamente e per creare instabilità.

Lo scopo del governo è questo, convinti di perdere, e di brutto a sto punto, fanno l'ennesima legge ad hoc. Questa poi è di una porcheria immonda.

La sinistra ci aveva provato verso la fine del mandato, e poi è andata incontro all'allora minoranza e della legge non se n'è fatto più nulla.

Questi invece no, vergognosi fino alla fine.

andreamarra
11-10-2005, 19:06
18:24 Prodi: "E' un giorno triste per il Paese"

"Oggi e' stata una giornata triste non per me ma per il Paese, per i cittadini italiani". Così Romano Prodi, oggi, a Torino, per un incontro sulle primarie ha risposto ai giornalisti a proposito dell'inizio del voto sulla legge elettorale in Parlamento. "E' una legge che cambia le regole - ha aggiunto - e le cambia male. Noi continueremo la nostra opposizione perché gli italiani devono capire che cosa è in gioco".


ma allora, che stanno a fare adesso?

Amu_rg550
11-10-2005, 19:11
discussioni unite

Lucio Virzì
11-10-2005, 19:19
Devo sfogarmi e parlare con qualcuno, posso? :D

Sono sorpreso dalla Lega. Uno dei pochi partiti con uno straccio di coerenza è andato, e a dirlo non è di certo un leghista. Fino a 4 ore fa gridavano "a morte il proporzionale e la partitocrazia!". Basta un accordo e una cena d Arcore per rimettere Cè al suo posto per votare questa legge? :eek:

Evidentemente scendendo dalle parti di Roma il turgore padano perde verve.

Fini: ma non aveva quasi indetto un referedum per il maggioritario?

Qualcuno mi spieghi cosa mi sono perso. Ovviamente gli accordi politici esistono sia a destra che a sinistra, ma schiaffi così forti in faccia ai propri elettori non ne avevo MAI visti. Qui dalle mjie parti c'è gente inferocita con la Lega. E fanno benissimo.

Gentucola.

andreamarra
11-10-2005, 19:33
Diffusi i risultati di uno studio degli uffici della Camera dei deputati
La nuova legge premierebbe i partiti minori e limita la vittoria del centrosinistra
Meno Unione e più seggi ai "piccoli"
l'effetto riforma secondo Montecitorio
Tra gli esiti imprevisti, il crollo di eletti della Cdl nelle tradizionali roccaforti


L'aula di Montecitorio

ROMA - I timori del centrosinistra sarebbero confermati, ma anche per il centrodestra non mancherebbero le sorprese sgradevoli. Se la riforma della legge elettorale dovesse entrare in vigore e il dato delle ultime regionali venisse confermato, l'Unione vincerebbe le elezioni, ma governerebbe con uno scarto (che è quello previsto dal premio di maggioranza) di appena 63 seggi. La Cdl, d'altra parte, si vedrebbe andare a picco in quelle che sono le sue tradizionali roccaforti, come Lombardia, Veneto e Sicilia.

E' quanto rivela un dettagliato studio degli Uffici della Camera dei deputati che simula, sulla base dei dati delle politiche del 2001, delle europee del 2004 e delle ultime elezioni regionali, l'attribuzione dei seggi alle varie forze di Cdl e Unione nelle 27 circoscrizioni.

Dai dati elaborati emerge chiaramente come la Cdl andrebbe a picco nelle regioni 'cassaforte' di voti, e come tra i maggiori beneficiari della riforma elettorali ci sarebbero i partiti minori, conquistando diversi seggi in più. Lo studio cita anche degli esempi concreti: la Cdl nella circoscrizione Lombardia 1 aveva preso 34 seggi, e con il nuovo sistema ne prenderebbe 10 in meno, che diventano 13 in meno se si fa il calcolo con il dato delle ultime regionali. Stessa musica in Sicilia, dove la Cdl perderebbe complessivamente 17 seggi (sommando le due circoscrizioni), che diventano addirittura 21 in meno se ci si basa sul dato delle ultime regionali.

Quanto ai benefici per le forze politiche meno rappresentate nell'attuale Parlamento, la Lega e l'Udc passerebbero (sempre considerando il dato delle ultime regionali) in confronto alle ultime politiche rispettivamente da 26 a 34 seggi (ma il Carroccio, per uno 0,06 per cento, non ebbe seggi al proporzionale) e da 22 a 43 seggi (anche se si deve tener conto del fatto che il calcolo è basato sul buon risultato dei centristi alle regionali).

(11 ottobre 2005)




:(


insomma, muoia maciste e tutti i filistei... :(

andreamarra
11-10-2005, 19:34
19:08 Voto segreto, Casini: "Calderoli si è scusato"

"E' venuto a scusarsi. Ha detto di essere stato equivocato". Così il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, uscito dall'aula in cui si sta discutendo la riforma della legge elettorale, commenta il breve scambio di battute avuto con il ministro Roberto Calderoli durante la seduta riguardo alle affermazioni dell'esponente della Lega sul voto segreto.
19:06 Fassino: "Sotto gli occhi di tutti il ricatto di Berlusconi"

"Noi facciamo una battaglia con le nostre proposte cercando di illustrare a tutto il Parlamento quanto sia sbagliata questa legge. Naturalmente tutti hanno potuto vedere quanto pesi il ricatto che Berlusconi sta facendo pesare sui deputati della Cdl". Così Piero Fassino, segretario dei Ds, risponde a chi gli chiede un commento sulle modifiche della legge elettorale e sull'assenza di franchi tiratori nelle file della Cdl.

andreamarra
11-10-2005, 19:52
19:44 Bertinotti: "Legge scandalosa e incostituzionale"

"Questa legge elettorale, purtroppo, ha la possibilità di passare. Ma occorre, fino all'ultimo, fare una battaglia per avere la possibilità di fermarla". Lo ha affermato il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti. "E' una legge davvero scandalosa - ha aggiunto - e penso che ci siano delle cose manifestamente incostituzionali, come quella che consente di leggere il voto: ne rompe la segretezza. Mi chiedo come possa essere varata una legge così".


:confused:

in che senso è possibile leggere il voto???

korry78
11-10-2005, 20:44
Seduta chiusa.
Nessun franco tiratore...

LittleLux
11-10-2005, 20:57
Diffusi i risultati di uno studio degli uffici della Camera dei deputati
La nuova legge premierebbe i partiti minori e limita la vittoria del centrosinistra
Meno Unione e più seggi ai "piccoli"
l'effetto riforma secondo Montecitorio
Tra gli esiti imprevisti, il crollo di eletti della Cdl nelle tradizionali roccaforti


L'aula di Montecitorio

ROMA - I timori del centrosinistra sarebbero confermati, ma anche per il centrodestra non mancherebbero le sorprese sgradevoli. Se la riforma della legge elettorale dovesse entrare in vigore e il dato delle ultime regionali venisse confermato, l'Unione vincerebbe le elezioni, ma governerebbe con uno scarto (che è quello previsto dal premio di maggioranza) di appena 63 seggi. La Cdl, d'altra parte, si vedrebbe andare a picco in quelle che sono le sue tradizionali roccaforti, come Lombardia, Veneto e Sicilia.

E' quanto rivela un dettagliato studio degli Uffici della Camera dei deputati che simula, sulla base dei dati delle politiche del 2001, delle europee del 2004 e delle ultime elezioni regionali, l'attribuzione dei seggi alle varie forze di Cdl e Unione nelle 27 circoscrizioni.

Dai dati elaborati emerge chiaramente come la Cdl andrebbe a picco nelle regioni 'cassaforte' di voti, e come tra i maggiori beneficiari della riforma elettorali ci sarebbero i partiti minori, conquistando diversi seggi in più. Lo studio cita anche degli esempi concreti: la Cdl nella circoscrizione Lombardia 1 aveva preso 34 seggi, e con il nuovo sistema ne prenderebbe 10 in meno, che diventano 13 in meno se si fa il calcolo con il dato delle ultime regionali. Stessa musica in Sicilia, dove la Cdl perderebbe complessivamente 17 seggi (sommando le due circoscrizioni), che diventano addirittura 21 in meno se ci si basa sul dato delle ultime regionali.

Quanto ai benefici per le forze politiche meno rappresentate nell'attuale Parlamento, la Lega e l'Udc passerebbero (sempre considerando il dato delle ultime regionali) in confronto alle ultime politiche rispettivamente da 26 a 34 seggi (ma il Carroccio, per uno 0,06 per cento, non ebbe seggi al proporzionale) e da 22 a 43 seggi (anche se si deve tener conto del fatto che il calcolo è basato sul buon risultato dei centristi alle regionali).

(11 ottobre 2005)




:(


insomma, muoia maciste e tutti i filistei... :(


Aò, ma te hai visto troppi film epici degli anni sessanta, me sa. Che so, tipo Ercola contro tutti....era Sansone, mica Maciste:asd: :sofico:

andreamarra
11-10-2005, 21:03
Aò, ma te hai visto troppi film epici degli anni sessanta, me sa. Che so, tipo Ercola contro tutti....era Sansone, mica Maciste:asd: :sofico:

già, è vero...

ma non riesco a ridere ugualmente della mia boiata... sono molto giù :(

ma davvero tanto :(

andreamarra
11-10-2005, 21:06
20:55 Berlusconi: "Ottima prova di lealtà dalla maggioranza"

"C'è stata una ottima prova di lealtà della maggioranza che qualche volta in passato si è divisa su alcuni temi particolari". Questo il commento del premier Berlusconi sulla prima giornata di votazioni sulla legge elettorale. "La Cdl si è dimostrata però sempre unita sulle cose fondamentali", ha aggiunto.

grazie al pene silvio, lo sanno quelli della tua colazione che l'unico modo per continuare a far politica in vita loro è quella di assecondare questo schifio clamoroso... :(

andreamarra
11-10-2005, 21:08
21:01 Discussione sospesa, riprenderà domani mattina

La discussione sulla riforma della legge elettorale alla Camera è stata sospesa. Riprenderà domani mattina.


mi raccomando, alle 7 e mezza puntuali davanti ai portoni, non sia mai... :(

e portatevii cateteri, metti che a uno scappa di fare la pipì e non può votare... :(

LittleLux
11-10-2005, 21:08
già, è vero...

ma non riesco a ridere ugualmente... sono molto giù :(

azzo, mi spiace marra, però dai, eccheccazzo (si scrive così? Bò) scherzare fa sempre bene dai, e poi lo so che il tuo è un tentativo di fuga per non far vedere che di storia non sai un accidenti.:D ;)

P.S.: ma sai chi glieli tagliò i capelli a Macist...pardon, a Sansone? :Prrr:

andreamarra
11-10-2005, 21:19
azzo, mi spiace marra, però dai, eccheccazzo (si scrive così? Bò) scherzare fa sempre bene dai, e poi lo so che il tuo è un tentativo di fuga per non far vedere che di storia non sai un accidenti.:D ;)

P.S.: ma sai chi glieli tagliò i capelli a Macist...pardon, a Sansone? :Prrr:

mi sembra dalila, giuro che non l'ho visto su google :(

però poi grazie al trapianto ha riacquistato tutti i poteri il povero sansone :(


e come dice nilla pizzi "muoia ulisse e tutti i proci" :(

andreamarra
11-10-2005, 21:21
21:22 Riaperta la seduta

La discussione sulla riforma della legge elettorale alla Camera è stata riaperta. "Sono più che sufficienti dieci minuti di sonno, questa riforma la vogliono gli italiani e noi li accontenteremo. Vincere, e vinceremo!" spiega un riposato Berlusconi.

LittleLux
11-10-2005, 21:23
mi sembra dalila, giuro che non l'ho visto su google :(

però poi grazie al trapianto ha riacquistato tutti i poteri il povero sansone :(


e come dice nilla pizzi "muoia ulisse e tutti i proci" :(

A Marraaaaa ma baffanzum va :rotfl:

andreamarra
11-10-2005, 21:27
21:26 Cicchitto "Basta ostruzionismo, ce la faremo!"

"Basta con l'ostruzionismo, ce la faremo a raggiungere la macchinetta del caffè! Non ce lo potranno impedire", questo il commento di uno sferzante Cicchitto alla fila di deputati di sinistra pronti a bloccare l'iter della riforma della legge anche facendo embargo di caffè alla maggioranza.

andreamarra
11-10-2005, 21:36
21:36 "Mi state piacendo, bravi!"

Berlusconi è entusiasta della sua maggioranza, questa volta compatta, non lesinando complimenti ai suoi. "Bravi, mi state piacendo! Siete proprio dei bravi picciotti!" avrebbe detto, baciando sulla bocca un ossequioso Schifani.

ni.jo
11-10-2005, 21:41
21:36 "Mi state piacendo, bravi!"

Berlusconi è entusiasta della sua maggioranza, questa volta compatta, non lesinando complimenti ai suoi. "Bravi, mi state piacendo! Siete proprio dei bravi picciotti!" avrebbe detto, baciando sulla bocca un ossequioso Schifani.

vorrei essere così demente da pregustare il sapore della vendetta quando prenderà nonostante tutto una sonora batosta, e così sognatore (che nonostante tutta la poca stima non credo ci sia uno nella sinistra capace di fare altrettanto) da immaginare gli venga retituita pan per focaccia, con valenza retrograda.
Peccato che la scenografia di un tale sogno, quello che resta dell'Italia e delle sue istituzioni, mi impedisca di assaporare anche questo breve sogno.

nomeutente
12-10-2005, 09:50
Due precisazioni, giusto per riportare la discussione in campo obiettivo.

La lega originariamente era proporzionalista. Al referendum per l'abolizione della restante quota proporzionale era contraria, quindi se ha cambiato idea poi l'ha ricambiata.

Fini originariamente (primo referendum) tuonava: "chi è per il presidenzialismo, sostiene il proporzionale", quindi anche qui un paio di giravolte almeno.

Rifondazione: è sempre stata proporzionalista e continua ad esserlo (ci sono anche parti del partito che sono per votare la legge cercando di emendarla in meglio) ma ovviamente è oggi richiamata ad una sorta di disciplina della coalizione (non dicono sempre tutti che bisogna essere uniti?).

Insomma è molto più complicato.

Tutti e sottolineo tutti i partiti valutano come positiva o negativa una legge elettorale in relazione alle esigenze del momento, in quanto non esistono "metodi tecnici" che non abbiano una valenza politica.
E la cosa non mi stupisce né mi scandalizza più di tanto.
Mi fa un po' pena, questo sì, che entrambi gli schieramenti vogliano mascherare questa ovvietà o dare le colpe solo all'altro.