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Old 27-04-2005, 09:18   #3
Gyxx
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Risposta tecnica veloce :

Già da tempo si sapeva (come cita giustamente l'articolo scovato da jumper ) che molti virus hanno attività trasformante, ovvero sono in grado di trasformare le cellule da normali a immortalizzate, pre tumorali o tumorali (a seconda del virus, del tipo di cellula infettata e della predisposizione genetica della popolazione cellulare).

X semplificare pensiamo al nostro codice genetico come un software a a quello virale come quello di un virus informatico.

L'entrata in uno dei tre stadi classici di evoluzione verso la trasformazione da pre-tumorale a tumorale (cellule immortalizzate, pre tumorali o indipendenti dalla regloazione ormonale e tumorali vere e proprie) dipende sostanzialmente da dove il patrimonio genetico del virus si inserice nelle cellule bersaglio, dalle informazioni che vengono ineserite e dal fatto che quella parte del codice sia o meno attivata in quel momento.

Inoltre, nel caso delle cellule del sistema immunitario, entra in gioco anche l'età in cui si contrae un infezione, dato che questo sistema è auto adattativo e passa vari stadi di sviluppo, stadi in cui può eliminare parte delle reazioni "spurie" e modularsi, e parti in cui sviluppa alcune risorse specifiche.

Non a caso in campo biomedico si distinguono gli "infants" come i bambini sotto 1 anno- 1 anno e mezzo ed i "toddlers" quelli + grandi . E queste due classi di individui hanno risposte immunitarie molto differenti.

Ad esempio gli infants non sono ancora in grado di rispondere alla capsula zuccherina dei batteri, ma possono già rispondere alle proteine, mentre i toddlers hanno già una risposta completa verso entrambe le componenti.

Nel caso di leucemie o altri tumori da infezioni virali dopo i primi anni di vita (un esempio non leucemico sono i tumori causati dal virus di epstein-barr contratto in età adulta in soggetti immunodepressi) la non progressione tumorale sembra dipendere, in molti casi, da una tolleranza al virus, oppure dall' inattivazione di un sottoprogramma compromesso.

Molto spesso infatti i virus trasformanti non sono + di tanto pericolosi di per se : la loro pericolosità è solo nel momento in cui si attivano alcune istruzioni "di emergenza", ovvero quando il sistema immunitario li attacca e loro tentano di fuggire dalle cellule infettate (uscita dallo stato lisogneo ed attiavzione della via litica del virus).

Fino a quel momento l'aggiunta del programma è inattiva, e il DNA virale viene "solo" propagato in silenzio ad ogni divisione cellulare. Vengono prodotte giusto alcune copie di "proteine sentinella" per cellula, capaci solo di indurre la via litica se attaccate. Tali proteine sono pesantemente glicosilate, ovvero ricoperte di una densa struttura zuccherina che le rende simili alla capsula dei batteri .

Se l'infezione avviene prima che l'organismo sappia riconoscere le proteine virali "di sentinella", esse, una volta che potranno essere riconosciute, saranno riconosciute come "self", ovvero appartenenti all'organismo, e quindi non saranno mai attaccate .

E l'organismo ospite rimarrà solo infettato da un virus benigno, senza rischiare di sviluppare tumori.

Ciapps , spero di non aver annoiato nessuno


Gyxx
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