12-07-2009, 16:06
|
#79
|
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 569
|
Quote:
Originariamente inviato da Dream_River
[...]
|
La distinzione tra capace e incapace d'intendere e volere è sfumata, ma non per questo non esiste. È un tipico errore formalista quello di ignorare una cosa perché non è possibile determinarla precisamente... infatti nessuna cosa in natura può essere determinata precisamente, neanche la posizione e la quantità di moto d'una particella, non per questo ci si può arrendere ad un'incondizionata epochē, semmai va accettata la costitutiva finitudine della conoscenza umana e regolarsi su di essa.
Una persona in istato d'ebbrezza è palesemente non in grado d'intendere e volere. Quindi in tal caso è assolutamente doveroso, a mio avviso, potergli impedire di fare atti sconsiderati.
A pensarci bene una persona in istato d'ebbrezza per il solo fatto di esserlo è potenzialmente lesiva della libertà altrui, visto che è potenzialmente pericoloso (per la sua ebbrezza potrebbe attraversare la strada senz'accorgersi d'una macchina e causando un incidente, giusto per fare un esempio).
Sui casi in cui la capacità d'intendere è piú dubbia si potrà anche discutere.
Anche il confine tra libertà propria che non lede alla libertà altrui e quella che la lede è sfumato.
Un figlio che si suicida lede o no alla libertà di sua madre d'essere felice?
Non esistono atti umani che che non influiscano sugli altri, quindi il confine tra vita privata e vita pubblica può essere posto solo convenzionalmente. Postilla: considerare solo il danno “fisico” perché l'unico empiricamente verificabile sarebbe un altro tipico caso dell'errore sopra indicato: una parola può fare molto piú male d'un pugno (come si suol dire), e questo è verificabile anche dai sostenitori del rozzo empirismo di cui sopra, quando insultando la madre di qualcuno potranno ricevere un pugno.
In linea di principio ritengo che una persona abbia il diritto di suicidarsi se lo ritiene, tuttavia dovrebbe essere una decisione presa con lucidità.
Il fatto che molte persone dopo aver tentato di suicidarsi cambino idea penso sia emblematico di come in realtà chi si suicida molto difficilmente lo fa lucidamente, ma molto spesso lo fa per depressione, la quale-vorrei ricordare- è una patologia psichica che non va confusa col male di vivere (rivo strozzato che gorgoglia), condizione che definirei esistenziale.
Per quanto riguarda l'eutanasia, ritengo che sia un diritto praticarla se la persona, quando era lucida ha redatto un documento in cui affermava la sua volontà.
Analogamente si potrebbe far redigere a ciascuna persona che sia in istato di lucidità un documento in cui stabilisca se, qualora in futuro abbia intenzione di suicidarsi, glielo si debba impedire o meno...
Per quanto riguarda l'encierro e la corrida, personalmente a me dispiace anche di uccidere gl'insetti, tuttavia la corrida non ha niente di piú barbarico di tante altre cose nella nostra società, e credo che una certa indignazione sia dettata dal fatto che tante altre cose siano meno note.
Comunque per tentare di conciliare animalismo e tradizione magari si potrebbe fare una corrida meno cruenta, in cui al posto di uccidere i tori li si narcotizzi .
__________________
Trattative concHIuse: 1, 2, 3, 3, 4
|
|
|