LUVI aveva già fatto osservare in passato che le "aste al ribasso" in realtà non sono aste ma lotterie.
Il motivo è che, in aggiunta all'offerta unica più bassa pagata dal vincitore, ciascun partecipante paga una quota di partecipazione.
Ma questo non è diverso da una lotteria in cui ciascuno compra un biglietto e ci scrive sopra il numero di biglietto che vuole lui, sperando che tale numero sia il primo in un certo ordine e che nessun altro abbia scelto lo stesso (pena l'esclusione di entrambi).
Mi rispiego: 'ste aste al ribasso sono isomorfe^D^D^D^D^D^D^D^Dassimilabili a lotterie in cui succede questo:
- Ognuno compra un biglietto e ci mette il numero che vuole lui.
- L'organizzatore prende tutti i biglietti che hanno il numero uguale a quello di qualche altro, e li elimina.
- Tra i biglietti rimasti, l'organizzatore estrae quello il cui numero viene per primo in una certa sequenza.