per tutti quelli che hanno scritto "eh, un po' di tolleranza" "eh, potrebbe capitare a te di fare dei lavori" rispondo:
tipico atteggiamento italiota del tubo.
Primo: non è una questione di intolleranza, ma di TUTELA DELLA PROPRIA SALUTE. Le leggi che sono state fatte in merito non le hanno partorite in momenti in cui non c'era di meglio da fare; hanno le basi in motivazioni REALI sui danni provenienti da esposizione CONTINUA (io sono a casa dal lavoro) a fattori oltre la soglia di tolleranza fisica.
Secondo: io sono, al contrario degli altri a quanto pare, una persona estremamente rispettosa dell'altrui: non mi sognerei mai e poi mai di sottoporre gli altri a insopportabili disagi per farmi i fatti miei.
Una società è costituita da un collettivo di individui, e si deve cercare di pensare oltre le proprie tasche e il proprio personale interesse.
Qui in casa c'è qualcuno che si alza la mattina alle 6 per lavorare, e che dopo pranzo, prima di riattaccare, necessita di riposo. C'è mio figlio che deve studiare (e per fortuna non è un neonato, altrimenti gli facevo cadere un martello in testa a questi). Perchè il valore di questi lavori deve essere considerato superiore al valore delle esigenze di altre persone?
Le regole, quando ci sono, vanno rispettate, non trasgredite facendo poi appello alla tolleranza altrui, perchè, ecco quando divento davvero intransigente, di pazienza per sopportare chi non rispetta le regole non ne trovo nemmeno una briciola.
P.S.
nessuno di noi è stato avvertito dell'inizio dei lavori, l'amministratore stesso non ne sapeva nulla.
E da ieri, non so per quale motivo, i lavori sono terminati.
Ah, il mio vicino è morto proprio ieri, di attacco di cuore.
Magari qualcuno potrebbe trovarci un nesso.