Dal
Corriere della Sera:
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Per l'oltraggio alle vittime previste invece solo sanzioni fino a 309 euro
La Procura apre un'inchiesta, 30 sotto accusa
Le persone che hanno gridato slogan su Nassiriya rischiano condanne fino a 5 anni per il reato di istigazione a delinquere
ROMA —
Istigazione a delinquere e oltraggio alla pietà dei defunti. Come previsto
sono queste le due ipotesi di reato per cui la procura di Roma indagherà sul corteo di sabato pomeriggio a Roma, la manifestazione di solidarietà alla Palestina che, come già avvenuto in passato, si è trasformata in un palcoscenico per le provocazioni dei centri sociali.
INCHIESTA — I magistrati romani stanno ancora aspettando l'informativa della Digos che darà il via all'inchiesta, poi l'apertura del fascicolo sarà automatica.
Gli investigatori stanno ricostruendo i nomi della trentina di manifestanti che ha partecipato alle azioni più violente: bruciare i tre manichini di soldati impiccati (uno americano, uno israeliano, uno italiano) che hanno portato in bella mostra per tutta la marcia da Piazza Esedra a Piazza Venezia, e cantare non solo «L'Italia dall'Iraq deve andare via, dieci, cento, mille Nassiriya» ma anche altri slogan del genere.
INFORMATIVA — È vero che
al momento di dare fuoco ai fantocci sotto all'Altare della Patria, quando la delegazione dei Comunisti italiani era già andata via proprio per prendere le distanze da un gesto del genere, i manifestanti dei centri sociali si erano coperti con sciarpe, cappelli e kefiah. Ma durante le prima parte del corteo molti di loro hanno marciato a volto scoperto. Non dovrebbe essere difficile identificare i responsabili anche perché in alcuni casi sono le stesse persone che urlarono i medesimi slogan a febbraio, durante un altro corteo a favore della causa palestinese sempre per le strade di Roma.
IL PRECEDENTE — Anche allora la procura della Capitale aprì un'inchiesta, stesse ipotesi di reato di adesso ma per il momento nessun risultato. Era stata l'associazione vittime del terrorismo a presentare una denuncia. E lo aveva fatto a carico dei due parlamentari del Comunisti italiani Oliviero Diliberto e Marco Rizzo, tra gli organizzatori del corteo, volendo far valere una sorta di responsabilità oggettiva per gli slogan urlati dai manifestanti. Ma la procura aprì un fascicolo contro ignoti.
LE SANZIONI — Cosa rischiano i manifestanti dei centri sociali che saranno identificati?
Poco per l'oltraggio alla pietà dei defunti (una sanzione da 51 a 309 euro) ipotizzabile per lo slogan «L'unico tricolore da guardare è quello disteso sulle vostre bare».
Molto di più (il carcere fino a cinque anni) per l'istigazione a delinquere collegata proprio al coro «Dieci, cento, mille Nassiriya», perché invita a ripetere l'attentato più sanguinoso subito dal contingente italiano in Iraq.
CHI SONO — A complicare il lavoro degli investigatori della Digos romana è però il fatto che non tutti i manifestanti dei centri sociali sono estremisti della Capitale. Molti di loro vengono da fuori, dalla Lombardia, dal Veneto, dall'Emilia Romagna e anche dalla Campania. Fanno parte del Coordinamento di lotta per la Palestina e del Centro panetteria occupata di Milano, oltre che del Centro popolare occupato Gramigna di Padova, che già in passato hanno agito insieme in proteste di piazza.
L. Sal.
20 novembre 2006
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