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Sarebbe miope, per un colosso della tecnologia, non prendere in considerazione molti aspetti del cambiamento che riguarda la nostra società. Lenovo, in occasione del roadshow Intelligent Futures, ci offre uno spaccato di quello che è l'azienda oggi, ma soprattutto di quello che vorrà essere domani Click sul link per visualizzare l'articolo. |
Una mia impressione sui nativi digitali..
C'è stata auna prima fase di ragazzini che in pratica sono nati con la tastiera in mano e che da quindicenni col PC erano più sgamati di un sistemista senior. Poi sono arrivati gli smarphone, i tablet, i social.. causando una regressione ad età della pietra. I quindicenni attuali sono dei mezzi dementi che sanno solo striscare dita sullo schermo. Totale ignoranza nell'uso del pc.. lavorativamente parlando sono spazzatura. E' così o sbaglio? |
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Uno con esperienza è scomodo, perchè lo devi pagare di più e sopratutto può controbattere certe affermazioni. Cosa che la tipologia sopra non può fare. Mi rendo conto che non tutte le aziende e non tutti i giovani siano così... ma se ne vedono parecchi. Non ci mettono niente di loro e poi si lamentano che non trovano lavori ben pagati. Io penso che questa situazione sia partita dai tempi di internet gratis con i cd :) |
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Sanno usare i social a occhi chiusi Scrivono con solo i pollici ad una velocità incredibile Si fanno selfie così come respirano ma tutto quello che c'è dietro è "materia oscura". Secondo me, quando il mondo sarà in mano loro, ci sarà da ridere... |
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Prima per usare il computer dovevi impegnarti per trovare le informazioni e capirle. Quindi non tutti si applicavano. Oggi il computer (anche grazie alla sua evoluzione) lo usi anche senza capirlo. Quindi se cerchi una persona che sappia utilizzare lo strumento per fare inserimento dati li trovi a tonnellate. Se cerchi qualcuno per analizzare i dati e capirli trovi quei pochi (in %) che anche prima usavano il cervello. |
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Tolti i titoloni pieni di buzzwords ci sono stati diversi studi sul tema da cui è emerso che trattasi di una totale scemenza, di fatto la familiarità con la tecnologia dei ragazzi si è dimostrato essere limitata a quei pochi strumenti che gli stessi hanno imparato ad usare e hanno usato con grande frequenza, senza capirne il funzionamento, le criticità e i limiti. Comunque a proposito di buzzwords vedo che nemmeno questa brochur... ehm notizia :stordita: non scherza. Ci troviamo in una di quelle fasi periodiche di picco delle supercazzole, dove l'aria fritta si spreca e tutti si riempiono la bocca di concettoni fantasmagorici, tecnologie sopraffine e scenari alla Blade Runner. Poi se scavi sotto questa crosta trovi bene o male le stesse tecnologie degli ultimi 20 anni, nell'IT l'ultima vera innovazione sono stati i web services, tolti quelli tutte le altre sono state mode passeggere nate per soddisfare scenari del tutto irrealistici o nella migliore delle ipotesi talmente rari da essere insignificanti. Prendiamo per esempio la supercazzola dei microservizi, ora non c'è cliente o fornitura che non preveda container a destra e manca e orchestratori a prua e a poppa... Tutti si crogiolano entusiasti in questo mondo delle fate senza infrastruttura, dove la scalabilità è infinita e a costo quasi zero. Poi quando tornano sulla terra si rendono conto che in fin dei conti la scalabilità è l'ultimo dei problemi, che i costi sono tutt'altro che zero, che ci sono un'infinità di criticità irrisolte o ignorate, che i costi di manutenzione sono molto più alti e che, a differenza delle architetture tradizionali, basta un ritardo su un pagamento e PUFFFF... tutto sparisce. Poi prendi questi microservizi e ci trovi dentro sempre gli stessi framework, sempre le stesse tecnologie, sempre gli stessi linguaggi, gli stessi blob caotici, che anzichè girare come processi del kernel girano dentro un container, con in più tutti i malus di cui sopra... ma gli sviluppatori e i venditori sono entusiasti :rolleyes: |
Potreste aver ragione se una volta ci si doveva smanettare realmente sulle cose per farle funzionare ma le cose sono totalmente cambiate oggi (in meglio o in peggio decidete voi).
Facciamo l'esempio classico di quello che una volta era il webmaster, ha ancora senso (se non per progetti particolari) trovare web designer, web developer e compagnia? Ormai la creazione di un sito lo può fare letteralmentei chiunque passando dalle piattaforme più disparate basate sul wysiwyg senza aver nessun tipo di competenza a chi magari smanetta su wordpress/joomla/drupal... e se magari manca il tema o il plugin si comprano in giro per il web per pochi euro. Se poi parliamo di programmazione pura, i programmatori sono la nuova manovalanza dell'IT, c'è stato un vero e proprio boom negli ultimi anni; il settore continua a cambiare e adesso si cercano figure differenti e la nuova ondata è fatta da data scientist, tutto il mondo legato al ml/dl/ai/bc, cybersecurity e robotica. I nativi digitali per quanto non possano essere più curiosi (anche se relativamente, ci sono casi e casi) sviluppano altre competenze digitali soprattutto nell'ambito del marketing, anche qui c'è una forte richiesta nel campo del digital makerting e creazione di contenuti (cosa che sfugge a chi magari ha più di 50 anni sulle spalle e che non riesce a concepire) che c'entra relativamente poco con il settore IT. Ultimamente (diciamo da una decina di anni) si da più importanza alle soft skill che alle hard skill. Poi se vogliamo iniziare a tirare fuori i paragoni del tipo Italia contro il resto del mondo, basta prendere l'esempio dell'Estonia... iniziano con la robotica praticamente dall'asilo :stordita: |
I nativi digitali si allontanano sempre più dai linguaggi di basso livello. Non credo sia corretto chiamarli in tal modo 😁
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Se la tua azienda ha bisogno di certe competenze e professionalità o cerca specificatamente quelle, pagando quanto dovuto, oppure se lo forma a sue spese. |
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CJ |
Adesso vogliono programmare tutti e la qualità è quella che è.
Li chiamano nativi digitali ma non sanno nulla di tecnologia. |
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Ci sarà sempre il nipote/cugino/amico smanettone di turno che si spaccia per specialista o "programmatore" perchè pubblica una istanza di Wordpress e ci piazza un po' di plugin a casaccio, questo tu lo consideri sviluppatore web o specialista web? Io lo chiamo semplicamente smanettone, e 9 volte su 10 i nodi vengono comunque al pettine, siti down, defacing, server piegati dal mining di criptomonete o usati per spammare. Anche i servizi centralizzati di grandi provider hanno sempre fallito, l'idea di mettere una persona non competente al timone di uno strumento che non conosce è fallimentare a prescindere, tant'è che non hanno mai preso piede, anche questi esistono da secoli (tecnologicamente parlando). Considera poi che i progetti che si schiantano in questo modo sono i classici siterelli da piccolo sviluppatore libero professionista, o da piccola agenzia (che cmq spesso rifiuta perchè poco remunerativo), progetti poco significativi, sia per il volume di lavoro che per gli importi che cubano. Il grosso del mercato è altro, pensi che possa bastare un semplice sito che renderizza qualche contenuto? Quella è la punta dell'iceberg, il web oggi è per lo più integrazione tra servizi di vario genere, e questo vale tanto per servizi di autenticazione e federazione quanto per servizi prettamente applicativi. Non esiste progetto ormai dove non ci siano componenti di georeferenziazione, sso multidominio, federazione, integrazione con servizi di terze parti, tutte cose per le quali non serve a nulla saper installare qualche plugin o seguire un wizard. Quote:
Anche questo è un dei tanti stereotipi che girano da vent'anni a questa parte, come dicevo le logiche applicative non sono cambiate, basta scavare un po' e le cose che si trovano sotto la superficie sono sempre quelle, ma le implementazioni sono profondamente cambiate, il modo di lavorare anche. E non serve scomodare buzzwords tipo data scientists, architetti, robotica, machine learning, IA o devops, le figure chiave sono sempre quelle, grafico-web designer, analista-sviluppatore, sistemista-dba, ma le modalità di interazione sono profondamente cambiate, il lavoro di squadra è maggiore, gli ambiti si fondono e si deve interagire molto di più rispetto al passato. Digital marketing? Semplici commerciali. Creazione di contenuti? Data entry. Social media manager? Operatore e data entry. Giusto il seo si è un po' distinto, ma in molti casi questo ruolo viene svolto da web designer e sviluppatori, se non altro come estensione. Su una cosa ti do ragione però, esiste ancora una eccessiva subalternità del personale tecnico rispetto a quello commerciale, ahimè un lascito delle grandi aziende della prima decade di questo secolo (ormai ridotte all'ombra di se stesse). Ancora troppi venditori di fumo che prendono decisioni senza avere la minima competenza tecnica e senza aver nemmeno compreso come funziona quello che stanno vendendo. Su questo c'è ancora un grosso lavoro da fare che deve necessariamente partire da chi riveste ruoli tecnici; da molti clienti prima arrivava il PM/commerciale di turno imponendo soluzioni strampalate senza capo ne coda o senza nemmeno aver chiaro quale fosse l'obbiettivo di un progetto, ora nel mio gruppo di lavoro stiamo faticosamente adottando un metodo diverso, raccogliamo le richieste dal cliente e poi siamo noi tecnici a dettare le soluzioni e i requisiti per realizzarle, PM/commerciale si deve limitare trovere le risorse che servono e metterci nelle condizioni di realizzarle. Se non si trovano il progetto non può proseguire, e credimi che se c'è interesse (e c'è, come c'è sempre margine economico) le risorse arrivano, ma pensare di scaricare sul team tecnico i costi e le conseguenze di valutazioni sbagliate fatte da incompetenti è una follia che non deve esistere. |
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Rileggi a modo quello che ho scritto, e rileggi di cosa si sta parlando. Non voglio avere voce in capitolo sul tempo libero di nessuno, ma un informatico non appassionato di informatica non si può sentire. Non è questione di formazione, non pretendo che sappia tutto di tutto, ma in fase di colloquio per un posto di informatico/programmatore come posso consigliare al mio datore di lavoro una risorsa che non sa programmare? Una risorsa che mi dice di non essere appassionato in quello che studia? Una risorsa che ha interrotto uno stage “perché non mi piaceva”? Tu gli daresti fiducia a pelle? Non capisco perché vogliate fare polemica sempre su tutto quando il discorso era pacato e ben diverso da quanto lo spacci tu... |
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https://w3techs.com/technologies/ove...management/all (notare wordpress che mangia tutti e la crescita di Wix e Squarespace). Prima dell'esplosione di wordpress quanta gente c'era che stava lì a metter su siti in php, html puro e via dicendo? Quanti di questi oggi continuano a fare questo lavoro? Io direi pochi, ma molto pochi. È chiaro poi che le grandi società si fanno tutto in casa, ma sono esempi unici; il mercato è totalmente differente. Quote:
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Digital marketing c'entra poco con il "semplice commerciale" ed il social media manager si occupa di strategia di marketing. Il creatore di contenuti non c'entra niente con il data entry (che altro non è chi inserisce dati, figura che sta scomparendo per il principale motivo che è lo stesso utente che inserisce i dati; poi in futuro sarà direttamente l'algoritmo di turno che farà tutto). Quote:
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