mIFF [m-Itx Form Factor Systems] Test\modifiche\review\consigli\soluzioni
Il thread nasce dall'esigenza di trovare uno spazio dove discutere di tutto ciò che riguarda il mondo mini-itx, questo "nuovo" form-factor che sta interessando e conquistando sempre più utenti.
La necessità di non limitarsi a discussioni su singoli elementi caratterizzanti l'sff ma di parlare liberamente di ogni componente. L’idea, nata con i compari emax81 e gidamic per mettere il turbo in un Antec ISK300-65, col contributo di tutti vuole evolvere per fornire soluzioni ed attingere a quante più informazioni possibili da chi si dedica alla realizzazione e all’uso di questi sistemi. Compatibilmente con il tempo a disposizione, il primo post vorrebbe essere una sorta di indice per rimandare ai singoli messaggi con le realizzazioni itx di tutti (se dovessi saltare qualcuno fatemelo presente in pvt, grazie). Fiducioso nell' intervento di un mod che ci indichi la via... in attesa ci siamo accomodati qui. In via provvisoria metto i link ai case di cui si è parlato e che non sono su questa pagina. ............................................... Considerato che ultimamente nel thread se ne discute parecchio e la stretta parentela con il mondo mini-itx, l'utente davidecesare ha proposto di aggiungere un elenco di sistemi sff cosiddetti Nettop, ovvero PC di ancor piu' piccola dimensione concepiti originariamente, come dice la parola stessa, per coniugare la navigazione in Internet, l'accesso ad applicazioni web e l'esecuzione di file audio e video e di documenti. Con l'evoluzione del prodotto e il lancio di nuovi processori caratterizzati dall'integrazione di CPU e GPU all'interno di un unico die, riuscendo a unire bassi consumi, spazi contenuti e funzioni grafiche sempre piu' evolute, assistiamo ad una sempre maggiore richiesta e diffusione di questo formato. Abbiamo quindi pensato di dare spazio anche a questi sistemi inserendo, subito dopo i case m-itx, per ogni prodotto una scheda, le esperienze degli utenti, test e modifiche oltre che reviews trovate in rete. ............................................... Case Mini-ITX: Aggiornamento a cura di gidamic A questo link un elenco aggiornato da ertortuga di tutti i produttori di case mini itx. Qui invece, grazie alla buona volontà di alcuni utenti, esempi di configurazioni possibili per le diverse esigenze.
............................................... NETTOP: Aggiornamento a cura di davidecesare
|
Mother
Senza una madre si sa...neanche si nasce.
Pare che tutto prenda vita quando, agli inizi del duemila, VIA Technologies acquisisce Centaur Technology produttrice di un processore a basso consumo: il C3, una cpu x86 con clock a 700Mhz su Socket 370 Lo scopo di questo nuovo formato era finalizzato alla realizzazione di sistemi che avessero consumi e costi bassissimi. Nel frattempo le cose si sono evolute, e di molto, tanto che oggi si è arrivati a montare processori quad-core e schede video che permettono l'utilizzo del 3d ai massimi livelli, che solo fino a due anni fa erano addirittura impensabili! Le offerte di questi prodotti si sono così diversificate che possiamo scegliere soluzioni all-inclusive con cpu e chip grafico on board piuttosto parche nei consumi, buone soprattutto per applicazioni office, muletti a basso consumo, o al massimo per riprodurre film e farne media center economici, oppure, se questi non ci soddisfacessero, progettare e realizzare sistemi più performanti scegliendo i componenti che più ci aggradano! Le cose sono completamente cambiate con la diffusione di mobo fornite di slot PCI Express. La distribuzione in Italia delle prime Zotac m-itx, dove sul PCB compariva un connettore pci-e a 16 linee, hanno per molti cambiato il modo di concepire questi sistemi potendo sfruttare finalmente tutte le potenzialità che prima erano prerogativa solo di schede più grandi. Zotac 9300-ITX WiFi Di seguito utilissima tabella, compilata e aggiornata dai ragazzi di Hardware France, delle schede madri mini itx prodotte: >>> LINK <<< |
IGP/APU/GPU Low Profile
Riporto i grafici riassuntivi, tratti da un interessante comparazione fatta da hardware.fr, sulle prestazioni delle integrate di ultima generazione a confronto con le migliori schede LP e dove possibile in configurazione dual graphic.
Panoramica anche sui consumi. a questo indirizzo l'articolo completo. |
Picopsu: what is this?
Prima di esaminare alcuni elementi caratteristici del mondo mini-itx vorrei porre l'attenzione su quello che viene chiamato picopsu.
Il pico non è altro che un alimentatore specifico per gestire piccoli carichi in termini di watt (solitamente fino a 150w) e previsto per essere utilizzato nei piccoli case. Non sono presenti ventole per cui è totalmente fanless ma, non per questo, non deve essere raffreddato. Infatti si consiglia l'utilizzo in case, comunque, ben areati. Mentre l'alimentatore standard prende la corrente elettrica direttamente dalla presa a 240v e la trasforma in corrente a 12v, 5v e 3,3 per alimentare scheda madre, hard disk, lettore e ventole, il pico non effettua questa trasformazione direttamente. Infatti esso necessita di un trasformatore (anche detto brick) esterno tipo notebook che si occupa di convertire la corrente da 240v a voltaggi inferiori quali 22v, 20v, 19v, 18v, 12v e via dicendo. Esistono alimentatori universali che danno la possibilità di scegliere la tensione in uscita da 20v fino a 12v mentre altri hanno la tensione in uscita determinata. Ad esempio la maggioranza dei notebook ha trasformatore con corrente in uscita a 19v fissa. Una volta trasformata la corrente da 240v a voltaggi inferiori essa arriverà al pico che si occuperà di trasferirla ai vari componenti. Inserisco una foto di esempio: Il picopsu accetta, solitamente, la corrente in entrata a 12v per cui, necessiterà del trasformatore esterno che fornisca, appunta, questo voltaggio Oltre al picopsu vengono utilizzati anche i così detti dc-dc converter. Questi accettano, solitamente, corrente in entrata a 19v e la trasformano, poi, a loro volta, in corrente a 12v, 5v 3,3v. Inserico un immagine di esempio: In realtà sia il pico che il dc-dc coverter hanno la stessa funzione solo che il secondo effettua una trasformazione, in termini di voltaggio, in più. Faccio un esempio: La corrente a 240v dalla presa arriva al trasformatore esterno da cui esce, poi, a 12v; quest'ultima arriva al pico e viene trasformata in 5v e 3,3v. La corrente a 240v dalla presa arriva al trasformatore esterno da cui esce, poi, a 19v; quest'ultima arriva al dc-dc converter e viene trasformata in 12v, 5v e 3,3v. Nel secondo caso, quindi, c'è un passaggio in più. Chiaramente queste sono le due forme più utilizzate. Esistono, però, sia pico che dc-dc converter che accettano tensioni in ingresso variabili da 24v a 6v e la regolano automaticamente. In questi casi, non sarete costretti ad usare un trasformatore esterno che abbia output a 19v o 12v ma potrete usarne uno anche con output a 20v o 22v. Questa corrente così trasformata arriverà al pico o al dc-dc convert che, automaticamente, la riconoscerà e la trasformerà in 12v, 5v, 3,3v. I vantaggi di questa forma di alimentazione sono, oltre al risparmio in termini di spazio ottenibile all'interno del case, un alta efficienza per la gestione dei bassi carichi e l'assoluta silenziosità. Il pico o dc-dc converter ha, infatti, un efficienza di circa il 95% che viene poi associata a quella del trasformatore che è di circa il 90% (anche qui, usare solo quelli certificati) raggiungendo, in questo modo, un efficienza totale dell'85% circa. Faccio presente che, sia il pico che il dc-dc converter, vengono offerti con diversi "tagli" di potenza in tremini di watt. Si trovano in commercio da 65watt, 90watt, 120watt, 150watt e 200watt (quest'ultimo difficile da reperire). Ricordando che i watt in uscita sono così calcolati: volt x ampere=watt, se disponete di un pico (12v) di portata max di 150watt avrete bisogno di un trasformatore che abbia come output 12v - 12,5 ampere (12v x 12,5a = 150watt) mentre se disponete di un dc-dc converter (19v) di portata max di 150watt avrete bisogno di un trasformatore che abbia come output 19v - 7,9 ampere (19v x 7,9a = 150watt). EDIT: link ad un ottima recensione, con numerose foto, anche se in inglese. |
Configurazione in Antec ISK
Il progetto nasceva con questi componenti: DFI mi p55-t36, i750, 4Gbddr3, GT220, 2hd 2.5, 1 DVD slim, Fortron Source 270w80+ Problemi immediatamente riscontrati: le temperature al procio non proprio siberiane e soprattutto il frastuono che emette la ventolina della Gt220 (e a quanto pare Asus persevera nell'errore). Pur ricevendo lamentele un po' da tutto il mondo continua a montare lo stesso dissi anche su altre versioni, se cercate un sistema silenzioso è assolutamente da evitare. Al primo problema ho risolto con il taglio e l'apposizione della griglia superiore, recuperando 6/7 gradi ( ma la situazione è completamente evoluta con l'uso di un i3 quando l'i5 è finito nel sugo), al secondo stiamo ancora cercando una soluzione. Per il momento, come si vede dalle immagini, sulla scia della stessa Antec, ho praticato un foro anche sul fianco in attesa di trovare un dissi che, anche se avesse minor portata, sia più silenzioso. Il Gidamic è già avanti con i lavori... Per assicurare sufficiente supporto di watt al sistema ho eliminato la schedina dc/dc originaria e l'ho sostituita con un magnifico e silenzioso ali flex di Fortron Source x 270w 80+ Senza bisogno di modifiche al case grazie ai quattro fori già presenti nel doppio strato l'ho fermato con due cavi di nylon autobloccanti. A dire il vero il Fortron non è proprio economicissimo, per qualcosa in meno delle stesse dimensioni in alternativa al FSP ci sarebbe il pur ottimo Seasonic di 250W sempre certificato 80+. Sul versante raffreddamento Antec dota il case di una ventola da 80mm in estrazione con controllo manuale della velocità e che, almeno al minimo, è sufficientemente silenziosa. E' ospitata in un box che potrebbe contenerne anche un'altra delle stesse dimensioni, io per il momento ho lasciato solo l'originale. Per raffreddare il processore, tra i dissipatori che mi sembravano compatibili ero indeciso tra lo shythe Big Shuriken, il Nexus LOW-7000 che pare avere prestazioni leggermente superiori e l'Evercool HPK-10025EA L'evercool, almeno da quanto letto, oltre che più rumoroso mi è risultato irreperibile in Italia e lo Shythe ha un sistema di montaggio a parer mio troppo scomodo, mi capitò di fare un ordine su uno shop dove era disponibile lo Xigmatek Durin e decisi per quello. Si è rivelato una buona scelta: si adatta senza nessuna modifica, è fornito con ventola PWM da 92mm efficace e per i miei gusti anche silenziosa. Un capitolo a parte meriterebbe la mainboard, miracolo di bellezza e tecnologia, prima mitx con socket 1156 disponibile in italia. Spesso però ...ha dato non poche rogne ai primi possessori. Io stesso ho avuto problemi a farle digerire ram che non fossero specificatamente testate da DFI e che invece su altri sistemi vanno magnificamente, ho risolto prendendo le Kingston presenti nella lista delle supportate. Il bus pciex in presenza di processori della serie i3, con grafica integrata per intenderci, si comporta in modo insolito, passa da X1 a X8 senza nessun motivo apparente, torna alla ragione (x16) con proci senza igp. Si attendeva un nuovo bios che provvedesse a queste problematiche ma per il momento hanno solo cercato di metter riparo ai gravi problemi nei quali potevano incappare gli irriducibili del clock che, enthusiast di avere un generoso bios DFI tra le grinfie, avevano già bruciato qualche transistore per abbondanza di volts e frequenza. In pratica con l'ultimo bios si è cercato di limitare le possibilità di overclock come afferma la stessa DFI. Ciò non toglie che il problema al canale pci-ex sembra risolto ugualmente grazie al bombardamento fatto al supporto DFI dal nostro Emax: pur di interrompere il loop inarrestabile di mail gli hanno inviato un bios beta che però se da una parte sistema questo inconveniente pare provocare altre stranezze con le temperature. Ma il nostro tester è al lavoro e se gli andrà ci terrà aggiornati :D NB: Già il bios di Aprile risolve tutti i problemi detti, questo l'ultimo a Settembre (Fixed USB device compatibility issue with Chipset update). |
Antec ISK by emax81
v.1&2 [Con G210 e HD5570] Link&Link
Quote:
|
Vorrei sottolineare che, in ambito itx, così come in altri standard, molta importanza va posta, in primis, all'alimentatore da utilizzare sul proprio sistema che sia in formato pico, flex, micro o atx standard. Così, prima di andar ad analizzare, anche con l'aiuto di chiunque voglia partecipare a questa nostra discussione, i vari tipi di componenti propri dell'ITX, vorrei porre l'attenzione su questo articolo che può aiutarci a comprendere meglio le scelte da effettuare alla base del nostro "percorso costruttivo".
"Da troppo tempo ci si imbatte in oggetti che hanno l' apparenza di qualcosa di noto, ma in realtà non lo sono. Ed in effetti è capitato un oggetto (non chiamiamolo alimentatore per PC) che ha superato ogni aspettativa. Tanto che si è deciso di chiamarlo El Skyfo ® Dati caratterstici Dimensioni : 15 x 8,6 x 14 cm Peso :660 g Potenza dichiarata in etichetta : 350 W Al posto del nome oscurato ci potete mettere uno dei tanti di fantasia con cui El Skyfo ® è venduto sui vari mercati mondiali. E non ne sono stati venduti 100, ma probabilmente centinaia di migliaia ! Finendo, pare di aver capito dando una sfogliata al WEB, anche in combinazione con chassis "di nome" (che, peraltro, risultano di latta cinese della qualità peggiore, per intenderci quelli esitati in NL o DE dai grossisti a 9,00 €). E quindi, se è venduto assieme a cotale case, non potrà che essere un prodotto adeguato ... L' etichetta comunque esibisce un marchio TÜV e un CE, per i quali sarebbe interessate chiede copia della documentazione originale, che il distributore ha l' obbligo di fornire. Peccato che questo non sia possibile ! Provate a chiedere questi fogli a chi ve lo vende ! Va bene l' avviso dell' "Hazardous area", mentre meno utile è l' invito a scegliere la giusta tensione per la rete : il modello in visione non solo non ha cambiatensione, ma il circuito non è neppure predisposto per questo. Quanto al logo che invita a non gettarlo nella spazzatura comune, ma nelle apposite aree di riciclaggio, vedremo che è la parte essenziale dell' etichetta. Da notare che l' etichetta non riporta alcun riferimento che permetta di identificare il produttore, ne un obbligatorio "Made in" Già dovrebbe esserci qualche dubbio sulla qualità del coso. Innanzitutto il peso è sempre un indicatore valido : un buon alimentatore in formato SFX dfa 300 W, ad esempio il DELTA DPS-300AB (dimensioni 125 x 63.5 x100 mm) pesa 1050 g , mentre El Skyfo ® , formato PS/2, che dichiara 350W, pesa ben 660 g (un vero record) !!! Anche un' occhiata alla lamiera zincata tipo carta velina (basta la pressione di un dito per piegarla) o al set di cavi e connettori dovrebbe essere un segnale più che adeguato per rivolgersi altrove. Si tratta di 4 gruppi di cavi : 1 - il connettore 20/24 per la scheda madre 2 - il connettore P4 3 - un cavo con una presa per floppy e una per 5.25" 4 - un cavo con 2 prese 5.25" Il tutto supportato da conduttori il cui diametro esterno, compresa la guaina isolante è inferiore a 1,8 mm !!! In un "normale" alimentatore neanche il cavo del PWGD è così ridotto. Se la sezione dei cavi e la quantità dei connettori disponibili sembra un poco scarsa, vedremo che per le elevate potenze fornibili dall' alimentacoso sono più che adeguati, anzi, abbondanti. Ma, si sa, è venduto a un così buon prezzo... E noi allora vogliamo vedere cosa ci sta dentro ! Ecco cosa c'è dentro, o meglio, cosa non c'è dentro ! In un vuoto asettico c'è dentro solo un circuito stampato da 70 x 140 mm con una manciata di componenti , la presa DIN di rete, un interruttore e una ventola ! Non potete crederci ? Ma è proprio così ! Non c'è dentro nient'altro . Il guscio formato ATX-PS/2 è giusto lì per fare apparenza. Il tutto poteva stare ampiamente in un formato PS/3, ma, si sa, l' abito fa non solo il monaco, ma anche il cardinale. Comunque, riavutisi dalla sorpresa, si può passare ai dettagli. Si nota immediatamente la presenza dell' assenza di un ben che minimo filtro di rete. Con cablaggio professionale si passa dal plug DIN direttamente al circuito stampato. E c'è pure un interruttore di rete. Sarebbe interessante chiedersi come sia possibile che questa "cosa" esponga ben due marchi europei che dovrebbero contenere nel set di test proprio la compatibilità elettromagnetica ! E il PFC, chiederete voi ? Ma se manca il filtro EMI, perchè cavolo sprecare soldi con il PFC ? Né le armoniche , né la potenza reattiva sono cose che si vedono e quindi , perchè aggiungere componenti "inutili", si sarà detto il progettista. Meglio risparmiare qualcosetta ed avere un prodotto competitivo sul costo. Come poi sia possibile avere in vendita in Europa un oggetto che viola le norme sulla compatibilità elettromagnetica e sul risparmio energetico, è da chiedersi. Ma rivediamoci una vista panoramica a volo radente del "circuito elettronico" di El Skyfo ® Bello, no ?! Semplice, essenziale, economico. Giusto quello che serve perchè si accenda almeno una volta ... Possiamo portare l' attenzione sui particolari più evidenti : - l' assoluta presenza dell' assenza di qualsiasi tipo di filtro EMI on board. Qui non sono neppure disegnati. D' altronde disegnarli per poi non metterli, che spreco di spazio sul circuito stampato ! - le sovrabbondanti dimensioni delle alette di raffreddamento - meno evidenti a prima vista i particolari in scala HO di alcuni componenti Si nota, o meglio, non si nota, il ponte rettificatore, perchè non c'è : è sostituito da 4 diodi. D'altronde costano certo di meno. Pure il fusibile è "originale", modello 7 nani. I condensatori sono i soliti 220 uF - 200 V, messi perchè è probabilmente il minimo per far funzionare l' alimentatore. I condensatori Y class non ci sono ! Dietro i condensatori, non visibile qui, c'è un un solo ceramico qualunque da 4n7 1 kV. E' ovvio che qui, anche se manca la terra all' impianto, scossa sullo chassis non se ne sentirà, perchè non c'è nessun' altra fuga a massa. In compenso se la terra manca all' impianto e il condensatore di cui sopra va in corto, la scossa la sentite, eccome ! I transistor dello switch principale sono dei D4206 in contenitore TO-220 (qui se ne vede uno, l' altro e montato sul lato opposto del radiatore. Sono stati ricercati inutilmente i data sheet, ma le uniche informazioni reperite sono state una supposta equivalenza dei D4206 con gli E13007. Se si guastano , è un problema. Accanto si nota il transistor dell' oscillatore del generatore della Vstby, un TO-126 siglato C5027S , che è costruito dalla ATE (Advanced Technology Electronic Co., LTD). Dal foglio dati risulta essere un elemento NPN da 600 V, il che va bene, ma da ben 1.25 W, il che va meno bene. Meno bene dato che la targa dichiara una uscita di 2 A a 5 Vstby e ci si chiede come faccia ... E' ovvio che è un componente destinato a defungere , anche solo di fronte ad una richiesta minima di potenza sulla Vstby. Per curiosità ATE produce anche un C5027 (senza la S) in TO-220, in grado di trattare 40W, ma, evidentemente, non ci stiamo coi costi. Però il punto di forza di El Skyfo ® sta nei trasformatori ! Costruiti dalla Sieben Zwerge AG di Schuttelbrot, sono del tutto particolari : si tratta di trasformatori iper miniaturizzati rispetto ai comuni elementi da 350W ! Dalla foto si nota come il trasformatore primario (EI-28-PS3), in alto a sinistra, sia circa i doppio del trasformatore di feedback (al centro) e poco più grande di quello del generatore della Vstby (in baso a destra) !!! O la Sieben Zwerge AG utilizza qui per la prima volta la sua nuova ed esclusiva tecnologia elettrodinamotermica a deriva quantica con nuclei magnetici in zirconato di stronzio e avvolgimenti superconduttori in triossido di palladio, oppure ... Ma neanche un 180 W ha trasformatori così piccoli ! Come fanno a passare 350 W ? Altrettanta buona qualità ritroviamo nei diodi rettificatori (che probabilmente sono proprio di "recupero", ovvero recuperati in qualche dismissione e riciclati in modo altamente professionale, come si vede nella foto per il sistema di raffreddamento adottato per i due in package DO241). In difesa dell' engineer che ha progettato questa cosa, va detto che simili schifezze sono comuni a molti altri prodotti. D'altronde, se in stock sono rimasti questi elementi, anche se non proprio adatti, li possiamo adattare, mica li dobbiamo buttare via ... Accanto, il doppio diodo in TO220 è un SBL1040CT e ce ne sta un' altro simile sul lato opposto del radiatore. E, dulcis in fundo, se mancano i filtri EMI all' ingresso perchè diavolo ci dovrebbero essere quelli sulle uscite ? Oltre alla squallida bobina centrale, avvolta con poche spire di fili di minimo diametro, NON c'è una sola bobina di filtro delle tensioni di uscita !!!!!! Anche i condensatori sono allo spreco : il più grosso è un 1000 uF a 16 V, evidentemente posto sul +12 V (dove in un comune e normale pws si trovano 2200 o 3000 uF oltre ad almeno una bobina di filtro anti ripple). Ma a che servono ste bobine ? il ripple mica si vede... Ci si può immaginare la qualità delle tensioni in uscita. Ora, SBL1040CT è un diodo da 10 A - 40 V. Ma dal foglio dati i 10 A non sono per pin, sono complessivi per package !! Se la coppia di diodi è da 10 A, dove passano i 28 A del 3.3 V o i 35 A del 5 V dichiarati in targa ??? Inutile anche cercare fogli dati dell' integrato di controllo : si trovano solamente riferimenti a mai-sentite-nominare aziende produttrici cinesi o distributori di HK, ma fogli dati, niente. E' chiaro che questo di "El Skyfo" è un caso limite e gli ali non sono tutti così (e per fortuna...) ma, comunque, questo ci porta a riflettere che, quando decidiamo di costruire il nostro sistema, dobbiamo cercare di evitare alimentatori e case con questi ultimi (a meno ché non vengano successivamente eliminati) facenti parte della stessa famiglia, sia in senso stretto che non, di quello di cui sopra che possano già inizialmente creare problemi con potenze non sufficienti, pericolosità di sovratensioni e anche di scosse. Una buona base per il nostro sistema, anche se può comportare una spesa iniziale più "corposa", significa, però, risparmi dal punto di vista dei componenti che non andranno soggetti a premature "fusioni" e risparmi dal punto di vista prettamente energetico (visto che i nuovi standard 80+, 80+bronz, 80+silver, 80+gold assicurano efficienze sempre più alte e perdite di watt sempre più basse). |
Sugo @Shida v1.0
Quote:
Sugo @Shida v2.0 Quote:
Sugo @Shida v2.1 Quote:
|
TT ElementQ
Osservando questo modello mi convincevo sempre più che il costruttore avesse tralasciato alcuni dettagli che avrebbero potuto migliorare molto il progetto.
La grande limitazione del ElementQ/Cupid/Spire è soprattutto l'altezza a disposizione per il dissipatore e la limitazione della VGA single slot. Senza tanti stravolgimenti e con poche modifiche avrebbero potuto realizzare un riferimento per la categoria sfruttando gli spazi in modo davvero eccellente. Credo oltretutto sia l'unico case ad avere una altezza pari all'altezza della scheda video standard. Semplicemente spostando il cestello centrale piu' verso sinistra, dove già c'è lo spazio per l'ulteriore HD ...ed era fatta; eventualmente usare -come il Sugo, un lettore slim e posizionare l'ali sotto il sostegno di quest'ultimo. In più avevo la convinzione di poterlo mettere nella borsa del portatile... :D Comunque... spostare il sostegno hd/lettore oltre che maggior impegno (è semplicemente rivettato) avrebbe comportato l'impossibilità di usare poi il frontalino originale, ho quindi optato così e ....mi piace assai :O Mother DFI MI P55-T36 Cpu i7 860 Vga HD5850 Cooled by CM GeminiiS 2x2GB Kingston 1333mhz 2xhdd 2.5 7200rpm Dvd slim ... l'ali è il Silversone 450W :cool: |
Dissipatori low profile (con Heatpipe)
Oltre ai modelli più blasonati e conosciuti Thermalright AXP-140, Prolimatech Samuel 17, Scythe Shuriken, Corsair H50, H70, (Trovate informazioni sul loro montaggio infondo al post), ecco un elenco di dissipatori low-profile di buone prestazioni, suddivisi per altezza.
<=60mm Xilence XPCPU.LGA.HP.Q (socket 775) 95x56.6x97mm EKL Alpenföhn Panorama (Socket 775/754/939/AM2/AM2+/AM3/1156) 111x105x51mm Link <=50mm Spire Bluestar 2000 (Sockel 775/AM2/AM2+/AM3) 103x45x101mm Link Thermaltake MeOrb (Sockel 775/754/939/AM2/AM2+/AM3) 94.6x47x106.8mm Link EKL soldered D 3HP (Socket 775) 95x45x107mm Link Titan TTC-NC25TZ (Socket AMD K8/AM2/AM2+/AM3/775/1156/1366) 106x95x46mm Link <=40mm Thermaltake SlimX3 (Socket 1156/775) 92x99x36mm Link Titan TTC-NK54TZ (Sockel 775) 90x39x107mm QUI una comparativa sul montaggio su mobo mini-itx H55/H57 dei modelli piu importanti. |
Homemade<10*25*30 cm
Non è perfetto lo so.... ma è only a prototype :p
i3-540&PalitGTS450&Seasonic250W80+ Quote:
|
Dopo la "piccola" premessa sugli alimentatori che ci è servita solo a far capire l'importanza che questi hanno nella composizione del pc e, quindi, l'attenzione che dobbiam porre nell'acquisto anche di case che li forniscono già di serie (vedrem poi che alcuni case mini-itx hanno di questi "el skyfo"), voglio cominciare l'analisi di uno dei cabinet più rappresentativi del comparto mini-itx ossia il Thermaltake ElementQ.
Riporto uno dei vari articoli che lo hanno trattato: All´interno della confezione, oltre al case stesso troviamo quanto segue: Un manuale utente; Un talloncino di garanzia; Un cavo di alimentazione di rete; Due slitte per hard disk; Un set di piedini d´appoggio in gomma; Viti, fascette e buzzer. Seguono le specifiche tecniche del case: Denominazione VL52021N2U Standard Mini ITX Dimensioni (AxLxP) 130x220x330 mm Materiale Metallo ed ABS Colore Nero con inserti in Rosso Slot • 1 slot 5.25" esterno • 1 slot 3.5" esterno/interno Slot di espansione 1 Slot per ventole Nessuno Alimentatore Si, 200W Peso 2,7 kg Connessioni • 2 x USB2.0 • HD Audio Caratteristiche alimentatore fornito con il Thermaltake Element Q Modello SL-8220SFX Tensione di ingresso 100 - 240V Corrente di ingresso 6 - 4A Frequenza di ingresso 50 - 60Hz Potenza massima complessiva 220W Potenza massima linea da 12V 180W (15A) Potenza massima combinata linee da 3,3V e 5V 80W I connettori disponibili in uscita dall´alimentatore sono i seguenti: 1 ATX a 20 o 24 poli; 1 ATX +12V a 4 poli; 2 Molex; 1 Floppy; 2 Serial ATA; ElementQ di Thermaltake e´ uno dei più piccoli case per personal computer in standard Mini ITX che, caratterizzato dal look aggressivo e dalla colorazione in nero, permettono la realizzazione di "macchine portatili" con prestazioni accettabili e dotate di una certa espandibilità del comparto video grazie allo slot per schede PCI-Express ed all´alimentatore integrato da 200 Watt. Non bisogna chiaramente farsi prendere la mano perché l´alimentatore potrebbe non avere la necessaria potenza per una scheda video top di gamma mentre si può pensare ad un sistema dotato di una soluzione di fascia media come GeForce GTS 250 o Radeon HD 4850: l´importante è che si tratti di schede grafiche single-slot. Primo piano del frontale, con i due vani da 3.5" e 5.25" sovrapposti, tasti di servizio e led bene in vista e pannello replicatori nascosto dietro un portello, posto più in basso rispetto agli slot stessi. Gradevole l´inserto in color rosso che, assieme ai tasti color argento, caratterizza il disegno del frontale. Nella parte bassa del pannello frontale sono presenti alcuni replicatori limitati, in questo caso, a due porte USB 2.0 e due connettori jack audio per la connessione di cuffie e microfono. Questi sono comunque nascosti dietro un piccolo sportellino plastico che si apre e chiude con la semplice pressione. Il pannello posteriore è dotato della presa d´alimentazione per l´unità da 200W integrata, foro per pannello I/O della scheda madre e slot per scheda video supplementare. La realizzazione è esemplare, segno che nonostante il costo ridotto, Element Q è stato curato nei dettagli. Il materiale impiegato è lamiera in acciaio SECC, con le staffe di supporto per le unità ottiche e disco che fanno anche da sostegno per il coperchio e da rinforzo; l'alimentatore è collocato sul retro, poco sopra la sede che ospita la scheda madre. La bontà dell´utilizzo delle staffe di supporto la si nota anche da alcuni particolari: per esempio, l´alimentatore è ben fissato al case non solo attraverso le solite quattro viti ma anche con un supporto plastico appoggiato proprio alla staffa. La scheda madre viene poggiata su una piastra leggermente rialzata che rende anche il case maggiormente stabile. Sono ovviamente presenti solo i fori necessari alle schede madri in formato mini ITX. Particolare del castelletto interno, che ospita un´unità ottica da 5,25" ed un´unità disco da 3,5". Il montaggio di un´unità disco interna preclude al montaggio di un eventuale floppy o lettore di schede di memoria, dato che esiste un solo ed unico slot (a meno che non si voglia utilizzare un disco SSD, consigliato per questo genere di prodotti, che date le ridotte dimensioni può essere alloggiato altrove). I cavi sono raccolti tramite fascette elastiche ed inseriti in un unico passacavo, dotato di bordi arrotondati per evitare tagli alle dita. Il vantaggio di questo prodotto rispetto ad altre soluzioni similari sta nel posizionamento interno dell´alimentatore che, dotato di sufficiente potenza, adempie efficacemente al suo scopo ed evita passaggi di cavi per unità esterne sulla postazione di lavoro (sarebbe stato inutile, infatti, ridurre le dimensioni del case per impiegare un alimentatore esterno non invisibile, antiestetico e che crea impiccio al giocatore nomade in fase di spostamento). Molto interessante l´architettura interna del case che prevede sostanzialmente due zone virtualmente separate, una in basso ove è posizionata la scheda madre con gli elementi più caldi e sulla quale circola aria dalla parte frontale verso la parte posteriore ed una in alto dove sono posizionati il lettore ottico ed il disco rigido con l´alimentatore nella parte più posteriore. Male per la sezione video: riteniamo che l´aggiunta di un secondo slot d´espansione sia assolutamente necessaria di questi tempi poiché quasi tutte le schede video di ultima generazione, comprese quelle di fascia media, hanno un ingombro laterale doppio e, a causa di ciò, non possono essere impiegate in questo case. Riassumendo: Dimensioni contenute Solido, ben realizzato Linea aggressiva Decente spazio interno Dotazione di serie sufficiente Un solo slot d´espansione, impedisce l´impiego di schede video a doppio slot Alimentatore interno sufficientemente potente Nessun sistema di raffreddamento |
Thermaltake ElementQ
Da quanto visto in questo articolo il Thermaltake sembrerebbe essere un ottimo case, non molto ingombrante, con un ali sufficiente a coprire il fabisogno energetico di un sistema "mini" e con un espandibilità tutto sommato buona.
Molti, però, sono stati gli utenti che sono rimasti delusi da questo prodotto. E' chiaro che acquistando un case marchiato thermaltake, che sappiamo essere una della case leader nel settore dei case e degli alimentatori, ci dovremmo aspettare il massimo ma così non è, o almeno non è con questo piccolo cabinet. Riporto uno dei vari post che trovato sul web: "Questo case è una FUFFA! Mi spiego meglio, sono sempre stato molto soddisfatto dei prodotti Thermaltake, ma questo case è una volgare rimarchiatura con un paio di plastiche diverse di un altro case, credo non solo made in china, ma anche design in china, e cioè con standard qualitativi molto bassi. il modello è il Rosewill ITX RS-MI-01 BK, in Italia venduti come ITEK, ed offrono la qualità che costano. (cioè abbastanza poco) il fastidio che penso molti possono provare è quello di comprare un case di una buonissima marca come Thermaltake, ma in realtà portarsi a casa un banale prodotto di fascia bassa fatto e pensato da qualcun altro. Il sospetto l'ho avuto leggendo di un alimentatore non certificato 80plus e con una ventola definita in tante recensioni "rumorosa"; ma come, probabilmente i migliori alimentatori in circolazione sono Thermaltake, e questo è così scadente? Al di la del costo comunque contenuto del Thermaltake elementQ vi invito a DIFFIDARE di questo prodotto, e piuttosto di rivolgersi direttamente all'originale rosewill. Che DELUSIONE..." Faccio presente che l'alimentatore SL 8220SFX ha marchi Thermaltake ovunque, anche sulla ventola. E', però, prodotto da Solytech ed ha un PFC attivo anche se non la certificazione 80+. Solytech è una marca che potrei definere "media" ossia non paragonabile agli ali "el skyfo" ma neanche a nessun buon ali con standar 80+, e viene utilizzata anche dai case aplus della serie cupid. Ma allora come mai Thermaltake ha in produzione questo case? Ma perché una marca così nota corre il rischio di giocarsi la reputazione su un modello che potrebbe diventar anche un punto fermo per noi utenti che vogliamo affacciarci al mondo degli itx?? |
Antec ISK310-150
I modelli ISK 300-150 e ISK 310-150 si aggiungono al modello ISK 300-65 nella serie di case ISK di Antec, progettata per supportare schede madri di tipo Mini-ITX, il nuovo standard di settore caratterizzato da emissioni acustiche ridotte, consumo di energia minimo e formato compatto. Entrambi i modelli utilizzano un nuovo tipo di alimentatore da 150 Watt in grado di fornire stabilmente 150 Watt di potenza continua. Il rivestimento esterno nero opaco del modello ISK 300-150 e l'esclusivo pannello anteriore argentato predisposto per il multimedia del modello ISK 310-150 attribuiscono un tocco di stile in più, che si aggiunge alle prestazioni superiori e al funzionamento silenzioso. Come noterete differisce dal modello precedente non solo per il colore della mascherina che è argento ma, anche, per la presenza di un alimentatore flex-atx da 150watt e per la presenza di una griglia in più sul lato dx (di fianco a quella dove sono collocate la ventole da 8cm in estrazione) e di una griglia sul lato sx, in corrispondenza del reparto vga. |
Complimenti cerco di dare una mano quando ho un po piu tempo, ora sto sotto esami. ;)
|
Metto qualche immagine di una configurazione in nCUBE di iTek
Il case ha dalla sua un prezzo piuttosto conveniente, estetica plasticosa e piacevole, progettato per ospitare un hd 3.5 ed un lettore tradizionale. Manca un tasto per il reset :D Dimensioni (P x L x A) = 303 x 200 x 166 mm E' venduto con un ali da 200w posto sotto l'unità ottica e il disco, contrassegnato dallo stesso brand del case, non so esprimermi sulla sua bontà... Ha girato per un po' con E5300 e gt8600 su zotac gf9300 senza problemi. Per chi vuol star tranquillo consiglio la solita modifica: qui con flex Seasonic 250w 80+ A confronto col Sugo, che per dimensioni è equivalente. Per contro ...non aspettatevi la perfezione nei particolari. Gli inconvenienti più evidenti sono rappresentati dallo sportellino del dvd che spesso dovrete accompagnare con la mano per la chiusura completa, il pulsante di accensione che il più delle volte (almeno finquando non avrete capito la giusta angolazione con cui applicare la forza) resta bloccato ma la limitazione più fastidiosa è certamente data dalla scelta della scheda video a cui, se non perfettamente single slot anche nel dissipatore, dovrete rinunciare. Considerando ciò all'epoca avevo trovato una soluzione piuttosto performante con la zotac GT240. Concludo aggiungendo un paio di foto su una soluzione a mio parere molto interessante per chi voglia spostarsi comodamente senza separarsi dal proprio sistema. E' una Roncato che sembra fatta su misura per il Sugo e per l'iTek :D :D |
Grande Torrent, anche la borsa :eek: !
Fatto benissimo ad inserir il seasonic flex-atx da 250watt 80+ visto che, sull'ali itek, non si nota nessuna certificazione e né, tantomeno, la conformità agli standar 80+...sicuramente appartenete alla famiglia "el skyfo"! |
Jou Jye NU-0528i
Consumo @load: 160W
|
Aplus Cupid 3
Oggi ci occuperemo di analizzare l'Aplus Cupid 3 che, come noterete, è mooolto simile al Thermaltake ElementQ per non dire uguale.
Sicuramente prodotto da "terze parti" così come "l'altro" (ricordo anche il Nilox PSNI-3001 e lo Spire Cube) e rimarchiato dalla Maxpoint GMBHA sotto la branca Aplus (ricordo che sono branche della Maxpoint GMBH, anche Tagan e Icy Box). Misure e caratteristiche uguali a quelle dei fratelli Thermaltake, Nilox e Spire; differisce da questi ultimi solo per la mascherina frontale. Presente un bay da 5.25 esterno e due bay da 3,5 interni. Il Cupid 3 dispone, inoltre, di un card reader 56-in-1 oltre ai jack anteriori di uscita microfono e cuffie e due porte USB nascosti da uno sportellino. L'aspetto generale del case è molto elegante con tutto il corpo tutto nero ed il frontale color argento. Interamente in alluminio presenta il frontale lucido ed il resto del corpo tutto spazzolato. Alimentatore di marca sconosciuta senza nessun marchio di sicurezza, nessuna certificazione e, chiaramente, senza lo standard 80+! Sarà mica appartenente alla famiglia "El Skyfo"? Eppure viene inserito in un case che viene commercializzato dalla stessa casa che fa gli alimentatori Tagan!!! Da quanto visto, così come per l'ElementQ, appare subito evidente la dimensione contenuta del case, la possibilità di montare lettori standard e fino a due hd da 3,5, la presenza di uno slot di espansione a tutta altezza e quella di un card-reader già integrato nella scocca. Per contro abbiamo l'assenza di ventole in estrazione, l'impossibilità di montar schede video dual-slot o, anche, con dissipatore che sporge più del dovuto, la presenza di un alimentatore di dubbia provenienza ed un prezzo di vendita più elevato del Thermaltake ElementQ. |
Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 00:21. |
Powered by vBulletin® Version 3.6.4
Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Hardware Upgrade S.r.l.