Ziosilvio
19-08-2005, 08:15
Dal sito del Corriere della Sera (http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2005/08_Agosto/18/arabia.shtml):
A Medina, in seguito a un conflitto a fuoco
Ucciso il numero uno di Al Qaeda in Arabia
Saleh al Awfi era uno degli uomini più ricercati del regno saudita. Blitz anche nella capitale Riad
MEDINA (ARABIA SAUDITA) - Il presunto capo della cellula saudita di Al Qaeda, Saleh al Awfi, è stato ucciso nel corso di uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza della città santa di Medina. Lo hanno annunciato dapprima la televisione satellitare degli Emirati Arabi Al Arabiya, poi il Ministero degli Interni di Riad. Awfi è stato ucciso insieme a un complice. Lo stesso conflitto a fuoco ha provocato il ferimento di tre persone (un attivista ricercato, un poliziotto e un residente straniero) e ha portato all'arresto di altre nove.
Awfi da almeno un paio d'anni era in cima alla lista degli uomini più ricercati del regno, e in particolare era uno degli unici due latitanti di una lista di 26 fondamentalisti islamici sulla cui testa le autorità di Riad avevano messo una taglia fin dal dicembre 2003 (l'altro, Taleb al Taleb, è ancora a piede libero).
Awfi sarebbe divenuto il numero uno di Al Qaeda nella terra di Maometto in seguito alla morte, il 3 luglio scorso, del precedente capo dell'organizzazione terrorista in Arabia, il marocchino Younès Mohammed Ibrahim al Hayari, anch'egli ucciso dalla polizia saudita, pur se nella capitale Riad.
A Medina, con La Mecca la più importante città santa dell'Islam (in entrambe nessun non musulmano può mettere piede), Awfi era nato 38 anni fa. Vi aveva lavorato come agente della polizia penitenziaria, prima di iniziare un giro per i campi di battaglia di Afghanistan e Bosnia, per poi rientrare in Arabia per guidare locali cellule fondamentaliste. Nel 2004 era scomparso e la polizia non aveva più notizie di lui. In occasione di diversi conflitti a fuoco avvenuti negli ultimi mesi tra le forze di sicurezza e terroristi islamici si era più volte ipotizzata la sua morte.
In mattinata, la polizia saudita aveva condotto un blitz anche nella capitale, uccidendo altri due presunti fondamentalisti e arrestandone un terzo. Per il portavoce del Ministero degli Interni di Riad, Mansur al Turki, le operazioni nelle due città «rientrano in una vasta operazione contro presunti terroristi» attivi nel regno.
A Medina, in seguito a un conflitto a fuoco
Ucciso il numero uno di Al Qaeda in Arabia
Saleh al Awfi era uno degli uomini più ricercati del regno saudita. Blitz anche nella capitale Riad
MEDINA (ARABIA SAUDITA) - Il presunto capo della cellula saudita di Al Qaeda, Saleh al Awfi, è stato ucciso nel corso di uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza della città santa di Medina. Lo hanno annunciato dapprima la televisione satellitare degli Emirati Arabi Al Arabiya, poi il Ministero degli Interni di Riad. Awfi è stato ucciso insieme a un complice. Lo stesso conflitto a fuoco ha provocato il ferimento di tre persone (un attivista ricercato, un poliziotto e un residente straniero) e ha portato all'arresto di altre nove.
Awfi da almeno un paio d'anni era in cima alla lista degli uomini più ricercati del regno, e in particolare era uno degli unici due latitanti di una lista di 26 fondamentalisti islamici sulla cui testa le autorità di Riad avevano messo una taglia fin dal dicembre 2003 (l'altro, Taleb al Taleb, è ancora a piede libero).
Awfi sarebbe divenuto il numero uno di Al Qaeda nella terra di Maometto in seguito alla morte, il 3 luglio scorso, del precedente capo dell'organizzazione terrorista in Arabia, il marocchino Younès Mohammed Ibrahim al Hayari, anch'egli ucciso dalla polizia saudita, pur se nella capitale Riad.
A Medina, con La Mecca la più importante città santa dell'Islam (in entrambe nessun non musulmano può mettere piede), Awfi era nato 38 anni fa. Vi aveva lavorato come agente della polizia penitenziaria, prima di iniziare un giro per i campi di battaglia di Afghanistan e Bosnia, per poi rientrare in Arabia per guidare locali cellule fondamentaliste. Nel 2004 era scomparso e la polizia non aveva più notizie di lui. In occasione di diversi conflitti a fuoco avvenuti negli ultimi mesi tra le forze di sicurezza e terroristi islamici si era più volte ipotizzata la sua morte.
In mattinata, la polizia saudita aveva condotto un blitz anche nella capitale, uccidendo altri due presunti fondamentalisti e arrestandone un terzo. Per il portavoce del Ministero degli Interni di Riad, Mansur al Turki, le operazioni nelle due città «rientrano in una vasta operazione contro presunti terroristi» attivi nel regno.