Heinlein
03-08-2005, 16:23
da www.wallstreetitalia.com
Questa è grossa. Veramente grossa. Più grossa di così, non si può. Un sito finanziario (ma che ultimamente si fa passare le dritte da Dagospia, inclusa forse questa) che spara bordate che non possono non tirarsi dietro una querela.
Ho controllato chi è Luca Ciarrocca, l'autore del pezzo; semplicemente, il fondatore e maggiore azionista di Wallstreetitalia. Uno con il solito curriculum di studi e di lavoro stucchevole, da manager transatlantico. Uno che, se non riescirà a dimostrare quello che ha scritto - rivelazione di cui non cita la fonte - rischia veramente le penne.
Ma se quello che ha scritto è vero, buon per lui ma male per noi; che dobbiamo subire quotidianamente ogni sorta di umiliazione, sudditi come siamo dei personaggi citati...
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FAZIO, FIORANI
E L'AMANTE
di Luca Ciarrocca
Fate un attimo mente locale e immaginate la moglie di Alan Greenspan, la giornalista Andrea Mitchell, che parla al telefono con tono familiare e "affettuoso" con l'amministratore delegato di....
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3 Agosto 2005 12:41 NEW YORK
(WSI) - Fate un attimo mente locale e immaginate la moglie di Alan Greenspan, la giornalista Andrea Mitchell, che parla al telefono con tono familiare e "affettuoso" con l'amministratore delegato di Citigroup di fatti importanti riguardanti le strategie della banca americana. Impensabile, vero? Come non e' nemmeno lontamente immaginabile che l'integerrimo governatore della Federal Reserve possa usare, neanche per sbaglio, il linguaggio colloquiale e al limite del mafioso che Antonio Fazio ha usato con Gianpiero Fiorani, controllore e controllato della quinta potenza industriale del mondo. D'accordo, Greenspan e' l'estremo virtuoso, Fazio il bassofondo ciociaro melmoso. Pero' serve a mettere le cose in prospettiva.
Al di la' di quanto gia' accaduto in questa clamorosa e patologica vicenda di mezza estate (Opa miliardarie sospese, amministratori interdetti, titoli sequestrati, banche e depositanti trattati come al gioco delle tre carte, fango a palate sulla rispettabilita' delle autorita' di controllo, mercato preso a schiaffi) l'enormita' dello scandalo Fazio consiste soprattutto nel fatto che lo pseudo-governatore colpevole di aver affossato la reputazione di Bankitalia nel mondo, non si e' ancora dimesso. Incredibile: dopo tutti questi giorni e' ancora li', non molla. Il rispetto per le istituzioni, o almeno il buon gusto, avrebbero dovuto suggerirgli di gettare la spugna alcuni giorni fa, scrive giustamente Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera. Invece niente, la faccia di tolla piu' sfrontata. L'incapacita' assoluta di riconoscere il proprio fallimento di banchiere e di uomo.
Non muove un muscolo, l'ignobile Fazio, nemmeno di fronte all'evidenza solare: lui che della forma legale rispettata e accettata dovrebbe essere garante e custode, oggi appare agli occhi di cittadini e magistrati nient'altro che un arbitro istituzionale venduto e corrotto (e ben venga che siano esclusivamente i magistrati a difenderci dallo sfascio; i politici, tutti e ciascuno, hanno i loro interessi di parte da difendere).
Intanto la rivolta dagli spalti echeggia con urla sonore, piu' alte ancora dopo gli scandali kolossal Cirio, Parmalat e Argentina accaduti tutti sotto la "reggenza" dello stregone di Alvito a via Nazionale. Piu' che di rivolta, dovremmo parlare di senso di schifo unanimemente condiviso: tant'e' vero che una super-maggioranza del 92% nell'universo di lettori di Wall Street Italia (tutti sofisticati e decisamente "cinici" riguardo al mondo della finanza) ha risposto "si'" in un sondaggio alla domanda "Per le sue telefonate compromettenti Fazio deve dimettersi con effetto immediato?" mentre solo l'8% ritiene che l'uomo debba rimanere sulla poltrona di palazzo Koch.
La verita' e' che questo personaggio da italietta di serie C, piccolo-borghese, finto-cattolico-ma-peccatore, mediocre, continua a umiliarci ogni giorno di piu' di fronte alla comunita' finanziaria internazionale. E purtroppo non si puo' ormai evitare che lo scandalo Fazio passi alla storia per essere specchio fedele dell'Italia nel 2005: finanza, banca, mafia, politica e malaffare ai tempi di Berlusconi (premier incapace di guidare, troppi piedi in staffa e troppi conflitti d'interesse da difendere).
E non e' memmeno l'ineffabile Gianpiero Fiorani a suscitare l'indignazione dei tanti (o pochi?) ancora in grado di indignarsi. E' proprio soltanto lui, Fazio, a rendere irresistibile l'idea di andare a Roma in via Nazionale 91, davanti all'austera sede della Banca d'Italia, al solo scopo di tirargli in faccia cavolfiori marci e un po' d'uova scadute. Che tristezza, che pena.
Anche perche' il vero movente alla base di questa telenovela peggio-che-brasiliana, sapete qual e'? La figlia dello pseudo-governatore, quella Maria Teresa di cui s'e' detto che scrive articoli sulla rivista della banca di Fiorani, udite-udite, e' la giovane amante segreta dell'amministratore delegato della Popolare Italiana ex Lodi (ora sospeso dalla magistratura). Capito?
E con questo, il cerchio di troppe partite truccate, si chiude. Tutte le regole di mercato, di stile e di immagine sono state gia' violate mentre la Banca d'Italia, ex tecnostruttura assai stimata, e' declassata a luogo di gossip. Altro che "mille anni di purgatorio" e Dio, Patria, Famiglia: picchiate duro giudici, non lasciatevi intimidire, spazziamo via questa gentaccia indegna di trafficare perfino in un periferico tinello.
Questa è grossa. Veramente grossa. Più grossa di così, non si può. Un sito finanziario (ma che ultimamente si fa passare le dritte da Dagospia, inclusa forse questa) che spara bordate che non possono non tirarsi dietro una querela.
Ho controllato chi è Luca Ciarrocca, l'autore del pezzo; semplicemente, il fondatore e maggiore azionista di Wallstreetitalia. Uno con il solito curriculum di studi e di lavoro stucchevole, da manager transatlantico. Uno che, se non riescirà a dimostrare quello che ha scritto - rivelazione di cui non cita la fonte - rischia veramente le penne.
Ma se quello che ha scritto è vero, buon per lui ma male per noi; che dobbiamo subire quotidianamente ogni sorta di umiliazione, sudditi come siamo dei personaggi citati...
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FAZIO, FIORANI
E L'AMANTE
di Luca Ciarrocca
Fate un attimo mente locale e immaginate la moglie di Alan Greenspan, la giornalista Andrea Mitchell, che parla al telefono con tono familiare e "affettuoso" con l'amministratore delegato di....
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3 Agosto 2005 12:41 NEW YORK
(WSI) - Fate un attimo mente locale e immaginate la moglie di Alan Greenspan, la giornalista Andrea Mitchell, che parla al telefono con tono familiare e "affettuoso" con l'amministratore delegato di Citigroup di fatti importanti riguardanti le strategie della banca americana. Impensabile, vero? Come non e' nemmeno lontamente immaginabile che l'integerrimo governatore della Federal Reserve possa usare, neanche per sbaglio, il linguaggio colloquiale e al limite del mafioso che Antonio Fazio ha usato con Gianpiero Fiorani, controllore e controllato della quinta potenza industriale del mondo. D'accordo, Greenspan e' l'estremo virtuoso, Fazio il bassofondo ciociaro melmoso. Pero' serve a mettere le cose in prospettiva.
Al di la' di quanto gia' accaduto in questa clamorosa e patologica vicenda di mezza estate (Opa miliardarie sospese, amministratori interdetti, titoli sequestrati, banche e depositanti trattati come al gioco delle tre carte, fango a palate sulla rispettabilita' delle autorita' di controllo, mercato preso a schiaffi) l'enormita' dello scandalo Fazio consiste soprattutto nel fatto che lo pseudo-governatore colpevole di aver affossato la reputazione di Bankitalia nel mondo, non si e' ancora dimesso. Incredibile: dopo tutti questi giorni e' ancora li', non molla. Il rispetto per le istituzioni, o almeno il buon gusto, avrebbero dovuto suggerirgli di gettare la spugna alcuni giorni fa, scrive giustamente Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera. Invece niente, la faccia di tolla piu' sfrontata. L'incapacita' assoluta di riconoscere il proprio fallimento di banchiere e di uomo.
Non muove un muscolo, l'ignobile Fazio, nemmeno di fronte all'evidenza solare: lui che della forma legale rispettata e accettata dovrebbe essere garante e custode, oggi appare agli occhi di cittadini e magistrati nient'altro che un arbitro istituzionale venduto e corrotto (e ben venga che siano esclusivamente i magistrati a difenderci dallo sfascio; i politici, tutti e ciascuno, hanno i loro interessi di parte da difendere).
Intanto la rivolta dagli spalti echeggia con urla sonore, piu' alte ancora dopo gli scandali kolossal Cirio, Parmalat e Argentina accaduti tutti sotto la "reggenza" dello stregone di Alvito a via Nazionale. Piu' che di rivolta, dovremmo parlare di senso di schifo unanimemente condiviso: tant'e' vero che una super-maggioranza del 92% nell'universo di lettori di Wall Street Italia (tutti sofisticati e decisamente "cinici" riguardo al mondo della finanza) ha risposto "si'" in un sondaggio alla domanda "Per le sue telefonate compromettenti Fazio deve dimettersi con effetto immediato?" mentre solo l'8% ritiene che l'uomo debba rimanere sulla poltrona di palazzo Koch.
La verita' e' che questo personaggio da italietta di serie C, piccolo-borghese, finto-cattolico-ma-peccatore, mediocre, continua a umiliarci ogni giorno di piu' di fronte alla comunita' finanziaria internazionale. E purtroppo non si puo' ormai evitare che lo scandalo Fazio passi alla storia per essere specchio fedele dell'Italia nel 2005: finanza, banca, mafia, politica e malaffare ai tempi di Berlusconi (premier incapace di guidare, troppi piedi in staffa e troppi conflitti d'interesse da difendere).
E non e' memmeno l'ineffabile Gianpiero Fiorani a suscitare l'indignazione dei tanti (o pochi?) ancora in grado di indignarsi. E' proprio soltanto lui, Fazio, a rendere irresistibile l'idea di andare a Roma in via Nazionale 91, davanti all'austera sede della Banca d'Italia, al solo scopo di tirargli in faccia cavolfiori marci e un po' d'uova scadute. Che tristezza, che pena.
Anche perche' il vero movente alla base di questa telenovela peggio-che-brasiliana, sapete qual e'? La figlia dello pseudo-governatore, quella Maria Teresa di cui s'e' detto che scrive articoli sulla rivista della banca di Fiorani, udite-udite, e' la giovane amante segreta dell'amministratore delegato della Popolare Italiana ex Lodi (ora sospeso dalla magistratura). Capito?
E con questo, il cerchio di troppe partite truccate, si chiude. Tutte le regole di mercato, di stile e di immagine sono state gia' violate mentre la Banca d'Italia, ex tecnostruttura assai stimata, e' declassata a luogo di gossip. Altro che "mille anni di purgatorio" e Dio, Patria, Famiglia: picchiate duro giudici, non lasciatevi intimidire, spazziamo via questa gentaccia indegna di trafficare perfino in un periferico tinello.