View Full Version : Putin convoca i capi locali della Russia "Radicale ricostruzione del potere"
Putin convoca i capi locali della Russia
"Radicale ricostruzione del potere"
Il presidente russo Vladimir Putin, in un incontro al Cremlino senza precedenti con tutti i capi dei soggetti della Federazione russa, dei ministeri, dei comitati e degli apparati di sicurezza, ha affermato che occorre «una radicale ricostruzione del potere dello stato nel paese». I responsabili locali dovranno essere eletti sì dai parlamenti locali, ma su candidatura proposta dal presidente.
Si stringe la morsa del Cremlino sulle amministrazioni locali, dopo il drammatico esito della vicenda di Beslan: in una convocazione senza precedenti di tutti i vertici del paese - dai capi delle regioni, territori e repubbliche ai titolari dei dicasteri, ai responsabili di agenzie e strutture di sicurezza - il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una «radicale ricostruzione» dell'apparato del potere che prevede fra l'altro il suo imprimatur su ogni eventuale candidato a posti di responsabilità.
«Non è possibile parlare o pensare senza piangere quello che è accaduto a Beslan», ha esordito un duro presidente di fronte alla muta folla dei potenti russi, riuniti alla Casa bianca, l'edificio del governo. «Ma le parole non bastano, occorre efficienza: alla Russia serve una radicale ricostruzione del potere», con l'obiettivo di «rafforzare l'unità del paese» e metterlo in grado di «reagire alle emergenze».
Ricostruzione che per il capo del Cremlino passa per «l'unità del sistema del potere esecutivo»: in altre parole, i candidati a capo degli enti locali dovranno essere di nomina presidenziale, ed eletti non con suffragio diretto, ma attraverso le assemblee parlamentari.
Anche l'attuale legge elettorale per la Duma, la Camera bassa, dovrà cambiare, «in senso proporzionale». Una mossa che abolirebbe gli attuali seggi assegnati con maggioritario, che avevano consentito l'ingresso in parlamento di alcuni candidati indipendenti.
Il presidente ha ammesso che finora «la nostra lotta al terrorismo, e in particolare alle fonti del terrorismo, non ha prodotto risultati visibili». Per Putin, occorre «annientare i terroristi direttamente nelle loro tane», e se la situazione lo richiede, «anche all'estero».
Sul piano dei poteri locali, «Il problema maggiore è la debolezza della dirigenza nella regione del Caucaso del nord.
Lì il quadro è pietoso». La regione, se da un lato è «vittima del terrore, dall'altro è una piazza d'armi per i terroristi». Ciò soprattutto a causa delle «condizioni economiche della popolazione, con un livello altissimo di disoccupazione, una alta mortalità infantile, gravi problemi nel settore dell'istruzione». Tutti fattori che aiutano il radicarsi degli integralismi.
Putin ha presentato una prima ricetta per ovviare a quel problema: ha nominato plenipotenziario per la regione Dimitri Kosak, suo amico del cosiddetto 'gruppo pietroburghesè, silurando Vladimir Iakovlev che viene trasferito a un ripristinato ministero delle nazionalità. Kosak sarà anche capo di una struttura nuova, la commissione federale per il Caucaso del nord, che dovrà coordinare l'attività dei locali servizi di sicurezza e le varie amministrazioni con Mosca. I servizi russi, il Fsb, non escono indenni dalla ristrutturazione presidenziale: Putin vuole un nuovo organismo ad hoc, un servizio speciale per la sicurezza nazionale che sia «in grado di prevenire atti di terrorismo e colpire in anticipo per distruggere i terroristi nelle loro tane, anche all'estero se la situazione lo richiederà». Inoltre, occorre creare attorno agli emissari del terrore «un vuoto finanziario», e «rafforzare la cooperazione con altri paesi» nel lavoro di intelligence.
Putin ha ritirato fuori anche l'idea del coinvolgimento civile nella prevenzione, che in occasione degli attentati del 1999 aveva portato alla formazione di pattuglie di cittadini.
Infine, dovrà venire esercitato un controllo pubblico anche sulla legislazione, con la formazione di una 'camera pubblicà che dovrà valutare i disegni di legge proposti in parlamento.
Mosca 13/09/2004 h.17.39.29
http://www.gds.it/read_art.asp?id=48896
vorrà ricostituire il soviet supremo :asd:
E' quello che ho pensato anch'io, nascondendosi dietro il problema [molto di attualità in questo periodo] del terrorismo.
I responsabili locali dovranno essere eletti sì dai parlamenti locali, ma su candidatura proposta dal presidente.
Ma dico realmente in uno stato moderno si può fare ciò? sono sbigottito.
Che meraviglia questi politici che riescono a trarre del buono (per sè) anche dal male (capitato ad altri).
Se fosse stato una persona non dico onesta, ma almeno decente, il buon Vladimir avrebbe dovuto dire: "sono un buffone a capo di una banda di buffoni incapaci di garantire i miei cittadini, meglio che mi dimetta e vada a coltivare rose nella mia dacia".
Ma visto che ha dei precedenti illustri ha fatto esattamente il contrario e ha colto la palla al balzo per aumentare il potere suo e di coloro che avrebbero dovuto garantire la "sicurezza".
Been there, done that.
:muro: :muro:
Con tutto che devo persino dargli atto di essere sicuramente più raffinato del suo "precedente illustre".
Se non sapessi che E' Putin e non sapessi CHI E' Putin, mi verrebbe quasi da pensare che ci sono delle idee sensate.
:D
Insomma aspira a diventare lo Zar di tutte le Russie.
Lucio Virzì
14-09-2004, 09:40
Il terrore è da sempre amico ed alleato degli assolutismi...
mmmm...non capisco
ma sono l'unico schierato dalla parte dei cari e vecchi comunisti??
:sofico:
Alessandro Bordin
14-09-2004, 09:51
Originariamente inviato da zuper
mmmm...non capisco
ma sono l'unico schierato dalla parte dei cari e vecchi comunisti??
:sofico:
Sei uno dei tanti comunisti che non sa di esserlo .. :O
Tornando seri...
L'attuale Russia è allo sbando e il desiderio della cara vecchia Madre Russia è vivissimo nei sempre più numerosi nostalgici.
Non che stessero bene prima.. è che adesso stanno ancora peggio. Si sono arricchiti in pochi, spesso illecitamente, mentre i poveri sono aumentati. Le fonti sono diverse, quasi tutte esperienze dirette sia di turismo che di lavoro (non mie dirette ma di conoscenti fidati).
Penso che Vladimir, che è furbo, cavalchi in parte questo desiderio del suo popolo, mantenendo comunque una certa distanza dal passato.
Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Da una parte lasciare chiusi nell'armadio le porcate da guerra fredda evocate da una Russia unita, dall'altra far vedere al popolo russo che le cose stanno cambiando..
E' un politico ex KGB, sicuramente ogni mossa è ottimizzata per ottenere il massimo beneficio. Come finirà non si sa...quello che è certo è che la gente fa fatica a campare.
Poveri russi :(
La Russia di oggi è sicuramente uno stato illiberale.
Ma meglio uno stato illiberale che una ventina di stati indipendenti, con siti e centrali atomiche e armamento dell'armata rossa, in ordine sparso sulle frontiere più calde del mondo.
Chi dice "Putin è il peggio" da una parte ha una ragione relativa, allo stesso tempo ha un torto assoluto: c'è qualcosa di peggio di Putin, ed è la mancanza di Putin.
Originariamente inviato da zuper
mmmm...non capisco
ma sono l'unico schierato dalla parte dei cari e vecchi comunisti??
:sofico:
Beh, le velleità indipendentiste e le già ristrette libertà degli stati caucasici possono ora andare a farsi benedire ;)
Attenzione a non confondere Putin con i cattivi comunisti.
Originariamente inviato da SaMu
La Russia di oggi è sicuramente uno stato illiberale.
Ma meglio uno stato illiberale che una ventina di stati indipendenti, con siti e centrali atomiche e armamento dell'armata rossa, in ordine sparso sulle frontiere più calde del mondo.
Chi dice "Putin è il peggio" da una parte ha una ragione relativa, allo stesso tempo ha un torto assoluto: c'è qualcosa di peggio di Putin, ed è la mancanza di Putin.
SaMu, a parte il fatto che la vicinanza con Giorgio Arbusto ti sta ormai portando a ridurre tutto il mondo ad opposizioni dualistiche :D, vorrei farti notare che, in analisi logica, non è possibile che chi ha "un torto assoluto" abbia "una ragione relativa".
:p
Per una volta che vi do ragione..:) ok, allora lascio solo torto assoluto.:D
Se con opposizioni dualistiche intendi "o con Putin o senza Putin", rinuncerei volentieri al dualismo se qualcuno mi spiegasse nel dettaglio la terza alternativa realistica.. quella che non vedo, insomma.
Originariamente inviato da SaMu
Per una volta che vi do ragione..:) ok, allora lascio solo torto assoluto.:D
Se con opposizioni dualistiche intendi "o con Putin o senza Putin", rinuncerei volentieri al dualismo se qualcuno mi spiegasse nel dettaglio la terza alternativa realistica.. quella che non vedo, insomma.
Effettivamente non vedo una terza via realistica che contempli la rimozione di un'ex dirigente del KGB con sospette amicizie mafiose, propugnatore e prosecutore di una guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare e che non saranno mai in grado di finire, capace di vincere le ultime elezioni con un consenso più o meno pari a quello ottenuto da Fidel Castro nel famoso referendum (e ottenuto, probabilmente, allo stesso modo).
Non, almeno, fino a quando il "realismo" implicherà accettare nella pratica tutta una serie di cose che, a parole, aborriamo.
LittleLux
14-09-2004, 10:52
La terza alternativa, per la Russia, sarebbe un seconda rivoluzione d'Ottobre...guidata da Gorbaciov:D
Impossibile, Gorbaciov non si ricordano manco più chi sia ormai... :D
Potremmo spedire in Russia tutti i nostalgici del comunismo, quelli che ancora pensano che non sia sbagliato in se' ma sia stato solo applicato male..:D così possono riprovarci, magari stavolta riescono ad applicarlo bene.;)
Originariamente inviato da SaMu
Potremmo spedire in Russia tutti i nostalgici del comunismo, quelli che ancora pensano che non sia sbagliato in se' ma sia stato solo applicato male..:D così possono riprovarci, magari stavolta riescono ad applicarlo bene.;)
Il problema è che, per motivi di spazio, bisognerebbe prima far rientrare tutti i teorici (e pratici) del capitalismo neo-liberista, che ancora pensano che in sè non faccia danni, ma sia stato solo applicato male.
Un po' di vacanza gli farà bene (e, ai Russi, potrebbe fare BENISSIMO!!).
:D
Da Nytimes.com (http://www.nytimes.com/2004/09/14/international/europe/14russia.html?hp):
Putin Issues Plan to Tighten Grasp, Citing Terrorism
By STEVEN LEE MYERS
Published: September 14, 2004
MOSCOW, Sept. 13 - President Vladimir V. Putin ordered a stunning overhaul of Russia's political system on Monday in what he called an effort to unite the country against terrorism. If enacted, as expected, the proposals would strengthen his already pervasive control over the legislative branch and regional governments.
Mr. Putin, meeting in special session with cabinet ministers and regional government leaders, outlined what would be the most sweeping political overhaul - and his most striking single step to consolidate power - in Russia in more than a decade. Critics immediately said it would violate the Constitution and stifle what political opposition remains.
Under Mr. Putin's proposals, which he said required only legislative approval and not constitutional amendments, the governors or leaders of the country's 89 regions would no longer be elected by popular vote but rather by local legislatures - and only after the president's nomination. Seats in the lower house of the federal Parliament, or Duma, would be elected entirely on national party slates, eliminating district races across the country that now decide half of Parliament's composition. In elections last December, those races accounted for all of the independents and liberals now serving in the Duma.
After the school siege in Beslan, the downing of two airliners and other terrorist attacks that have shaken the country, Mr. Putin argued once again that Russia was ill-prepared to fight terrorism and said that the country needed a more unified political system. His proposals on Monday, however, made it clear that for him, unity meant a consolidation of power in the executive branch.
"Those who inspire, organize and carry out terrorist acts are striving to disintegrate the country," Mr. Putin said in televised remarks that the state channels rebroadcast repeatedly, in their entirety, through the day and evening. "They strive for the break up of the state, for the ruin of Russia. I am sure that the unity of the country is the main prerequisite for victory over terror."
The Bush administration was restrained in its comments about Mr. Putin's proposals.
"This is a domestic matter for the Russian people,'' said a White House official who asked to remain anonymous. "It is important for Russia to continue along the pathway of democracy and economic reform.''
Across the short spectrum of political opposition in today's Russia, reactions ranged from stunned disbelief to helpless anger.
Gennadi A. Zyuganov, the leader of the main opposition party, the Communists, called the proposals "ill conceived." Sergei S. Mitrokhin, a leader of the liberal Yabloko party, said they represented "the elimination of the last links in a system of checks and balances."
Mikhail M. Zadornov, an independent deputy who was elected from a district in southern Moscow last year, said that rather than unifying Russians against terror, the proposals would simply disenfranchise them from politics and the state.
"All these measures," he said in a telephone interview, "mean we are coming back to the U.S.S.R."
The electoral changes are subject to the approval of Parliament, but because the party loyal to Mr. Putin, United Russia, controls more than two-thirds of the 450 seats, that is almost a foregone conclusion. Mr. Mitrokhin said that although Mr. Putin's proposals "contradict the letter and the spirit of the Constitution," challenges to them would be futile.
"Unfortunately," he said, "in Russia there is no independent Parliament and no independent judiciary."
In the wrenching days since the siege at Middle School No. 1 in Beslan, where Chechen and other terrorists held and ultimately killed hundreds of hostages, Mr. Putin has appeared publicly a handful of times and with unusual candor admitted the government's failures and weaknesses in fighting terrorism. Until Monday, however, he had offered only the vaguest proposals to fix them, instead exhorting Russians to mobilize against the threats facing the country.
In the years since Boris N. Yeltsin elevated him to the presidency on Dec. 31, 1999, Mr. Putin has steadily consolidated political power in the executive branch, often by the sheer force of his will. He took away from the regions the power to appoint the upper house of Parliament. He imposed a structure of seven federal districts over the vast and unruly country, each led by his appointees. He also used the Kremlin's vast power over television and government resources, as well as his extensive personal popularity, to reward loyal governors and punish or push aside disloyal ones.
The proposals on Monday, however, went further than any of other steps under Mr. Putin's watch.
Since Russia adopted a new Constitution in 1993, residents of the country's 89 regions, from Chukotka in the east to Kaliningrad in the west, have elected their governors or, in some places, presidents. They have also sent their own regional deputies to Moscow. Mr. Putin's proposals would take those choices out of the voters' hands.
Mr. Putin said the change in parliamentary elections would strengthen the national parties, which he said would ensure "a real dialogue and interaction between power and society in the fight against terror."
In the December elections, only four parties crossed the threshold for winning seats and three of them generally support the Kremlin: United Russia, the Liberal Democrats and Motherland. The Communist Party, marginalized and increasingly disorganized, remains the only pure opposition party. Two other opposition parties, Yabloko and the Union of Right Forces, failed to win any seats. A direct proportional election would give the advantage of incumbency to parties in power and eliminate local grass-roots campaigns that have provided the handful of dissenting voices heard on the Duma floor.
Andrei A. Piontovsky, an analyst at the Center for Strategic Studies in Moscow, said the change in regional elections could have the unintended consequence of alienating voters in the ethnic patchwork of semiautonomous regions and republics, many led by presidents who enjoy at least a degree of independence from the central government.
"It is not only stupid," he said of the proposal to have Mr. Putin appoint regional leaders to be approved by local Parliaments. "It is very sensitive for the national republics like Tatarstan and those in the North Caucasus. It will be a humiliation to the people there."
After Mr. Putin's meeting, a number of regional leaders loyal to the Kremlin appeared on state television and endorsed his proposals, if not that one specifically. They included Tatarstan's president, Mintimer S. Shaimiev; the governor of the city of St. Petersburg, Valentina I. Matviyenko; and the newly elected president of Chechnya, Alu Alkhanov.
Mr. Putin has faced unusually pointed criticism from the public and in newspapers after the standoff with militants at a school in Beslan, which ended in the death of at least 339 people, about half of whom were children. Last Friday, appearing to bow to pressure, he agreed to a public inquiry into the attack on the school, though one controlled by the Federal Council, whose members he appoints. On Saturday, he also dismissed the interior minister and security chief of North Ossetia, where Beslan is, though not its president, Aleksandr S. Dzasokhov, who was among those at Mr. Putin's special session on Monday.
In addition to the changes in the political system, Mr. Putin also demoted his representative in the Southern Federal District, Vladimir A. Yakovlev, who had overseen Chechnya and the rest of the North Caucasus. In his place, Mr. Putin appointed one of his most trusted aides, Dmitri N. Kozak, who since March has been chief of the government. Before that, Mr. Kozak oversaw Mr. Putin's efforts to rewrite the criminal code and to streamline the government.
Mr. Putin also proposed the unification of counterterrorism efforts in a single agency, citing the examples of "a whole number of countries which have been confronted with the terrorist threat." That appeared to be a reference to agencies like the Department of Homeland Security in the United States, which some here have said Russia should emulate, but Mr. Putin did not provide any details.
He also called for banning "extremist organizations using religious, nationalistic and any other phraseology as cover" and tougher penalties for crimes committed by terrorists, even minor ones like obtaining a false passport.
The electoral changes, however, provoked the fiercest criticism.
"It is not a reaction to a terrorist attack," Mr. Zadornov said. "It is an attempt to change the political system to have more control."
LittleLux
14-09-2004, 11:45
Originariamente inviato da cerbert
Un po' di vacanza gli farà bene (e, ai Russi, potrebbe fare BENISSIMO!!).
:D
Visto come si è ridotta la Russia in soli 10 anni (altro che 75), togli pure il potrebbe.:D
Originariamente inviato da LittleLux
Visto come si è ridotta la Russia in soli 10 anni (altro che 75), togli pure il potrebbe.:D
Ovviamente a causa del neoliberismo.:D
LittleLux
14-09-2004, 12:33
Originariamente inviato da SaMu
Ovviamente a causa del neoliberismo.:D
Ovvio.:D
Originariamente inviato da SaMu
Ovviamente a causa del neoliberismo.:D
Diciamo che "ci ha messo del suo".
(sai, come nelle scenette di Stanlio e Ollio: quando il disastro incombe, ecco che arriva il più furbo a dare la spintarellona decisiva).
Almeno secondo il parere di parecchi economisti non ecomunisti :D.
Originariamente inviato da SaMu
Ahh, il neoliberismo.:D
Come al solito:
Joseph Stigliz*: "La Globalizzazione e i suoi oppositori" - capitolo: "Chi ha perso la Russia?"
Dopo, presumo, avrai meno voglia di ridere.
*premio Nobel per l'Economia, direttore dei consulenti economici della presidenza Clinton, ex-Vice Presidente della Banca Mondiale
http://www-1.gsb.columbia.edu/faculty/jstiglitz/bio.cfm
powerslave
14-09-2004, 14:25
Originariamente inviato da SaMu
Potremmo spedire in Russia tutti i nostalgici del comunismo, quelli che ancora pensano che non sia sbagliato in se' ma sia stato solo applicato male..:D così possono riprovarci, magari stavolta riescono ad applicarlo bene.;)
purtroppo la Russia oggi,non meno di ieri,non risponde ai "canoni" per poter aspirare ad una rivoluzione ma ha tutte le carte in regola per essere(o meglio tornare ad essere) un'autocrazia.
Originariamente inviato da cerbert
Come al solito:
Joseph Stigliz*: "La Globalizzazione e i suoi oppositori" - capitolo: "Chi ha perso la Russia?"
Dopo, presumo, avrai meno voglia di ridere.
*premio Nobel per l'Economia, direttore dei consulenti economici della presidenza Clinton, ex-Vice Presidente della Banca Mondiale
http://www-1.gsb.columbia.edu/faculty/jstiglitz/bio.cfm
Infatti. Giusto ieri, prima di addrmentarmi (funziona molto bene :eek: :D ) mi sono letto il paragrafo sulla Thailandia. Alla Russia devo ancora arrivare.
Non ci credo che SaMu non l'abbia letto.
Originariamente inviato da cerbert
Come al solito:
Joseph Stigliz*: "La Globalizzazione e i suoi oppositori" - capitolo: "Chi ha perso la Russia?"
Dopo, presumo, avrai meno voglia di ridere.
*premio Nobel per l'Economia, direttore dei consulenti economici della presidenza Clinton, ex-Vice Presidente della Banca Mondiale
http://www-1.gsb.columbia.edu/faculty/jstiglitz/bio.cfm
E che discutiamo a fare?
Sull'economia ha già detto tutto Stiglitz.. fine della storia.:D
Originariamente inviato da SaMu
E che discutiamo a fare?
Sull'economia ha già detto tutto Stiglitz.. fine della storia.:D
No, SaMu, sull'economia ha detto ANCHE Stigliz ma, a quanto sembra, il suo curriculum NON E' sufficiente a far sì che tu consideri anche solo lontanamente di leggere cosa ha scritto.
Te lo dico francamente, è come se io non avessi letto ciò che ha scritto Eco di semiotica "perchè non mi piace".
Qualsiasi cosa si ipotizzi in relazione alla Russia, ci vorrebbe un prestigiatore per far credere che le difficoltà della Russia non abbiano la sua origine negli ottant'anni di un regime assurdo.
Originariamente inviato da Bet
Qualsiasi cosa si ipotizzi in relazione alla Russia, ci vorrebbe un prestigiatore per far credere che le difficoltà della Russia non abbiano la sua origine negli ottant'anni di un regime assurdo.
Nessuno ha sostenuto questo.
Si sostiene (Stigliz et al.) che ci vorrebbe un prestigiatore per far credere che 10 anni di suggerimenti economici sballati non abbiano peggiorato qualcosa che si riteneva potesse solo migliorare.
Non sono discorsi mutualmente esclusivi, sono complementari.
;)
Originariamente inviato da cerbert
Nessuno ha sostenuto questo.
Si sostiene (Stigliz et al.) che ci vorrebbe un prestigiatore per far credere che 10 anni di suggerimenti economici sballati non abbiano peggiorato qualcosa che si riteneva potesse solo migliorare.
Non sono discorsi mutualmente esclusivi, sono complementari.
;)
Ovvio che se dai "suggerimenti economici sballati" (di cui non mi intendo) l'economia si va a far benedire; ancor più grave è mandarla a gambe all'aria applicando per 80 anni "pianificazioni economiche sballate" all'interno di teorie economiche sballate, dentro un sistema politicamente sballato :D
ps: non credere di essertela cavata con quel pvt, appena ho tempo ti rispondo :p
e figuratevi che si è citato Stiglitz... neanche Chomsky... beh, ormai mi non mi stupisce più nulla di SaMu e amici vari... :boh: :O
Originariamente inviato da Bet
Ovvio che se dai "suggerimenti economici sballati" (di cui non mi intendo) l'economia si va a far benedire; ancor più grave è mandarla a gambe all'aria applicando per 80 anni "pianificazioni economiche sballate" all'interno di teorie economiche sballate, dentro un sistema politicamente sballato :D
ps: non credere di essertela cavata con quel pvt, appena ho tempo ti rispondo :p
Parlerei di un "concorso di colpa" 80/20 (tamponamento) :D, con la considerazione che, se i responsabili degli 80 annetti di fesserie si sono (più o meno) fatti da parte, i dispensatori di buoni consigli continuano imperterriti nella loro opera... anche contro l'evidenza.
:D
p.s.: mi sto occupando i PVT con dello spam.
:fuck:
Originariamente inviato da GioFX
e figuratevi che si è citato Stiglitz... neanche Chomsky... beh, ormai mi non mi stupisce più nulla di SaMu e amici vari... :boh: :O
Gli stupori o la presunta prevedibilità delle persone, non esimono dal cercare di evitare, per favore, tali osservazioni "ad personam".
Grazie.
Originariamente inviato da cerbert
... se i responsabili degli 80 annetti di fesserie si sono (più o meno) fatti da parte...
più o meno :p
http://www.hetek.hu/images/06.026/fokusz/putin.JPG
Originariamente inviato da Bet
più o meno :p
http://www.hetek.hu/images/06.026/fokusz/putin.JPG
Oh, ma questo mica ha niente a che fare con QUEI tempi!
:sofico:
Lui è l'uomo della nuova Russia, almeno stando a quanto sostenuto finora...
:D
fammi capire cosa intendi per nuovo: per te questa sotto è un nuovo sistema di videoscrittura :confused:
http://www.lavenaria.it/imcom/iniziative/macchina.jpg
:D
Non dovresti farla a me, questa domanda.
:D
uff che brutta notizia, ti pareva se non approfittavano di quel brutto episodio a scopi politici :rolleyes:
non capisco come Putin possa giustificare la sua nuova trovata con esigenze di sicurezza
finché ci sono controlli più severi a scapito della privacy si può storcere il naso ma sopportare, in nome della sicurezza, venir meno alla democrazia però mi pare veramente troppo.
Originariamente inviato da recoil
...venir meno alla democrazia però mi pare veramente troppo.
insomma... non è che siano mai stati brillanti in fatto di democrazia... Eltsin era almeno un po' più simpatico per il fatto che sapeva apprezzare a vodka come pochi :D
x cerbert: e a chi la faccio sta domanda?
Ach, maledetto, hai riempito i tuoi PVT prima che io riempissi i miei.
:ncomment:
:D
Americanski tovarish, ho liberato mia casellansky sposando posta inutile in gulag :p
Originariamente inviato da GioFX
e figuratevi che si è citato Stiglitz... neanche Chomsky... beh, ormai mi non mi stupisce più nulla di SaMu e amici vari... :boh: :O
Mi fa solo un po' strano che di tutti i grandi nomi dell'economia, Cerbert apprezzi e citi (guarda un po':D) proprio quello che gli da' ragione.
Non uno che gli da' torto che ce ne son millemila.. no, proprio quello che gli da' ragione.:D
Quando si dice il caso:sofico:
Che poi vi faccio presente che tra gli scritti più antisistemici di Stiglitz, e alcune tesi che si leggono su questo forum, anche da Cerbert e GioFX, passano non millemila ma un fantastilione di miglia..;) quindi dire "quello che gli da' ragione" è perlomeno senza senso.:D
Chiedete a Stiglitz cosa pensa del socialismo e del comunismo come sistemi economici (a prescindere dai regimi i morti i gulag e cose varie.. come sistema economico, in se', nudo e crudo, al netto dei problemi di applicazione), o quali economie funzionano meglio se quelle di Cuba e della Corea del Nord o quelle dell'Irlanda e della Corea del Sud.. ma per quello non serve chiedere a Stiglitz basta guardare in faccia e in tasca ad irlandesi cubani e coreani per capire dove sta la ragione.
Il problema è che non ho bisogno di Stigliz per sapere cosa pensare del comunismo come sistema economico (e come teoria politica).
L'errore di fondo di un neo-liberista è sempre quello di credere che chiunque parli di "regolamentazione" o di "entità non soggette a mercato" quando si parla di economia sia un "comunista", per cui capisco il tuo continuo equivoco. Ma questo non significa che debba assoggettarmici facendo la figura del belino.
Io concordo con Stigliz con molti punti, soprattutto quando afferma che è SEMPLICEMENTE RIDICOLO proporre (COME SI E' FATTO) di mettere "i gioielli di famiglia" sul mercato prima ancora di aver stabilito un sistema di DIRITTO ECONOMICO minimo per regolare l'accesso, la verifica delle credenziali e, infine, la transazione su questo mercato.
E sono piuttosto certo che NESSUN economista attuale avrà MAI il coraggio di asserire che in Russia, piuttosto che nelle "Tigri Asiatiche" o in Argentina, ci si sia comportati in maniera "economicamente sensata". Semmai affermeranno che non è stata colpa loro ma dei governi (discutiamone...). Ma non troverai "millemila" che asseriscano che la Russia è stata "un ingresso nel mercato modello".
Dopo di che, con Stigliz, ho anche delle differenze di visione (ma pensa un po', persino con Chomsky) in quanto Stigliz continua ad essere un "produttivista", un sostenitore della "crescita economica", mentre i parametri che mi orientano sono diversi. Noterai, tra l'altro, che la "crescita economica" era UN MITO ASSOLUTO anche del comunismo. Ai tempi, chi avesse sostenuto che non era una priorità PRODURRE, sarebbe finito in tempo zero in un gulag (e, anche ora, ci sono coloro che rimpiangono questa usanza).
Chiarita quindi (sarà la 100ma volta che lo faccio, ma ho onestamente perso la speranza che tu legga quello che scrivo) la mia posizione, potremmo passare ad analizzare la tua: sulla base di quale assunzione piazzi " :D " ogni volta che si ipotizza che le ricette suggerite alla Russia siano state, per lo meno, superficiali?
Originariamente inviato da cerbert
Gli stupori o la presunta prevedibilità delle persone, non esimono dal cercare di evitare, per favore, tali osservazioni "ad personam".
Grazie.
che c'entra personam ora? io parlavo di SaMu... :D
ok ok... :O
oddio... PAPIRUM!!!!
:muro:
:sofico:
LittleLux
14-09-2004, 18:03
Originariamente inviato da recoil
uff che brutta notizia, ti pareva se non approfittavano di quel brutto episodio a scopi politici :rolleyes:
non capisco come Putin possa giustificare la sua nuova trovata con esigenze di sicurezza
finché ci sono controlli più severi a scapito della privacy si può storcere il naso ma sopportare, in nome della sicurezza, venir meno alla democrazia però mi pare veramente troppo.
Lui non fa venir meno la democrazia, su questo credo non ci siano dubbi.
Originariamente inviato da cerbert
L'errore di fondo di un neo-liberista è sempre quello di credere che chiunque parli di "regolamentazione" o di "entità non soggette a mercato" quando si parla di economia sia un "comunista", per cui capisco il tuo continuo equivoco. Ma questo non significa che debba assoggettarmici facendo la figura del belino.
L'errore di fondo è continuare a dire che liberismo=niente regole, legge della giungla..
Come ho già scritto in passato sono state scritte più regole nei "regimi liberisti" USA e UK negli ultimi anni, che in tutta la storia dell'umanità.. non ci sono mai state così tante regole come quelle che ci sono da quando secondo alcuni è in voga il neoliberismo e quindi non ci sono più regole.
L'antitrust è nata un secolo fa negli USA, non in Russia.. i sindacati sono nati nei paesi anglosassoni, non in Cina.. il lavoro a cottimo è stato abolito in occidente quando era la regola nella Russia comunista.. in occidente si regolavano i mercati quando nel resto del mondo, paesi comunisti compresi, c'era ancora il brigantaggio e le merci viaggiavano in carovana.. la regolamentazione della finanza nasce a Wall Street Stanford e a Oxford, non in Siberia o a Saigon.. dovrei andare avanti ore, ma è talmente semplice per chi vuole vederlo senza dipingere la realtà.. le regole sono un prodotto del sistema che secondo voi è senza regole: abbastanza paradossale, converrete.:D
Io concordo con Stigliz con molti punti, soprattutto quando afferma che è SEMPLICEMENTE RIDICOLO proporre (COME SI E' FATTO) di mettere "i gioielli di famiglia" sul mercato prima ancora di aver stabilito un sistema di DIRITTO ECONOMICO minimo per regolare l'accesso, la verifica delle credenziali e, infine, la transazione su questo mercato.
Guarda che svendere le compagnie nazionali russe non è mica una balzana tesi del neoliberismo.. tra le caratteristiche del suddetto c'è l'essere folli? Vendere a 10 ciò che vale 100?
Il neoliberismo se vuoi è quello che in Italia privatizza Telecom, e se vuoi discutiamo di quello, quello che in Italia riorganizza le Poste da 220.000 dipendenti e 2500 miliardi annui di perdite, a s.p.a. con 168.000 dipendenti e 100 milioni di euro di utili.. questo è il neoliberismo.
Vendere la Yukos a Khodorosky per un pezzo di pane non è scritto su nessun manuale economico, è una pratica di pura malavita e come tale è ben assurdo che qualcuno la elevi al rango di teoria economica fondante del neoliberismo.
Io leggo quel che scrivi, mi pare però che spesso e volentieri scrivi a mano libera, a briglia sciolta, "piove? è il neoliberismo" "in russia svendono ai mafiosi? è il neoliberismo" "la tipa ha le sue cose? è il neoliberismo" insomma la gran parte delle critiche al neoliberismo mi sembrano proiezioni di qualcosa che non centra nulla.
Ho aperto un thread apposito in cui ti invito, utile a definire il neoliiberismo, in modo che una volta definito non sia semplice attribuire cose che nulla centrano, a meno di definirlo generalmente come "tutto quel che non va" alchè ti assicuro sarei daccordo con te nel condannarlo.. chi non è contrario a "tutto quel che non va"? Nessuno.D
Ora in questo thread torniamo a Putin.. in prima pagina ti ho detto che non vedevo una terza alternativa, tra Putin e il disastro.. tu hai risposto non rispondendo, ridicendo quanto è brutto Putin.. alchè dico: ok, domani mattina prendi Putin e lo metti su un aereo, dritto all'Artide, e lo congeli li.
E poi?
Che fai?
In russia?
Con queste domande dovresti essere occupato fino a domani.:D:p
Originariamente inviato da LittleLux
Lui non fa venir meno la democrazia, su questo credo non ci siano dubbi.
?
scusa ma la sua proposta è di togliere le elezioni dei leader delle regioni facendo in modo che siano nominati dal presidente, se non è antidemocratico questo...
si, poi il candidato deve essere approvato dalle assemblee, non è proprio imposto, ma mi pare un passo indietro verso la democrazia, non un passo avanti.
Originariamente inviato da SaMu
L'errore di fondo è continuare a dire che liberismo=niente regole, legge della giungla..
Come ho già scritto in passato sono state scritte più regole nei "regimi liberisti" USA e UK negli ultimi anni, che in tutta la storia dell'umanità.. non ci sono mai state così tante regole come quelle che ci sono da quando secondo alcuni è in voga il neoliberismo e quindi non ci sono più regole.
L'antitrust è nata un secolo fa negli USA, non in Russia.. i sindacati sono nati nei paesi anglosassoni, non in Cina.. il lavoro a cottimo è stato abolito in occidente quando era la regola nella Russia comunista.. in occidente si regolavano i mercati quando nel resto del mondo, paesi comunisti compresi, c'era ancora il brigantaggio e le merci viaggiavano in carovana.. la regolamentazione della finanza nasce a Wall Street Stanford e a Oxford, non in Siberia o a Saigon.. dovrei andare avanti ore, ma è talmente semplice per chi vuole vederlo senza dipingere la realtà.. le regole sono un prodotto del sistema che secondo voi è senza regole: abbastanza paradossale, converrete.:D
andiamo su su le regole sono fatte per essere violate illustraci qualche simpatica multinazionale che rispetta tutte le "regole", il tuo sistema ideale se non violasse le regole crollerebbe. i sindacati son nati ben prima dell'avvento del comunismo almeno questo dovresti saperlo (anzi lo sai ma dovevi fare l'uscita ad effetto)
Guarda che svendere le compagnie nazionali russe non è mica una balzana tesi del neoliberismo.. tra le caratteristiche del suddetto c'è l'essere folli? Vendere a 10 ciò che vale 100?
Il neoliberismo se vuoi è quello che in Italia privatizza Telecom, e se vuoi discutiamo di quello, quello che in Italia riorganizza le Poste da 220.000 dipendenti e 2500 miliardi annui di perdite, a s.p.a. con 168.000 dipendenti e 100 milioni di euro di utili.. questo è il neoliberismo.
telecozz mi sembra solo sia stata regalata il monopolio è ancora li nonstante l'antitrust del piffero e l'italia è arretrata come prima nelle tlc, le spese statali sono stragonfiate grazie alle miriadi di impresucole che avrebbero dovuto migliorare la pa ma invece sono solo delle abili succhia soldi, questo è il liberismo, generare il profitto senza creare un servizio o bene, inchiappettare la gente
Vendere la Yukos a Khodorosky per un pezzo di pane non è scritto su nessun manuale economico, è una pratica di pura malavita e come tale è ben assurdo che qualcuno la elevi al rango di teoria economica fondante del neoliberismo.
Ora in questo thread torniamo a Putin.. in prima pagina ti ho detto che non vedevo una terza alternativa, tra Putin e il disastro.. tu hai risposto non rispondendo, ridicendo quanto è brutto Putin.. alchè dico: ok, domani mattina prendi Putin e lo metti su un aereo, dritto all'Artide, e lo congeli li.
E poi?
Che fai?
In russia?
Con queste domande dovresti essere occupato fino a domani.:D:p
la risposta invece è piuttosto semplice: un altro presidente, magari eletto democraticamente, com'è che non ti è venuto in mente, preferisci uno che non si fa problemi a usare gas nervini in teatro pieno di ostaggi?
LittleLux
14-09-2004, 18:52
Originariamente inviato da recoil
?
scusa ma la sua proposta è di togliere le elezioni dei leader delle regioni facendo in modo che siano nominati dal presidente, se non è antidemocratico questo...
si, poi il candidato deve essere approvato dalle assemblee, non è proprio imposto, ma mi pare un passo indietro verso la democrazia, non un passo avanti.
Praticamente, come aveva fatto Bet prima di me, volevo dire che già ora, in Russia, non c'è democrazia.
Ciao
Originariamente inviato da cerbert
Che meraviglia questi politici che riescono a trarre del buono (per sè) anche dal male (capitato ad altri).
Se fosse stato una persona non dico onesta, ma almeno decente, il buon Vladimir avrebbe dovuto dire: "sono un buffone a capo di una banda di buffoni incapaci di garantire i miei cittadini, meglio che mi dimetta e vada a coltivare rose nella mia dacia".
Ma visto che ha dei precedenti illustri ha fatto esattamente il contrario e ha colto la palla al balzo per aumentare il potere suo e di coloro che avrebbero dovuto garantire la "sicurezza".
Been there, done that.
:muro: :muro:
Già, ma io sono seriamente preoccupato dalla Russia.
Prima le dichiarazioni che abbracciano la guerra preventiva contro il terrorismo "in qualunque parte del mondo", poi questa nuova svolta .... :eek:
Non è che magari adesso Putin si incazza e sgancia qualche bombetta al gas nervino da qualche parte....
Bush è uno senza scrupoli, ma Putin ancora meno.... :eek:
Swisström
15-09-2004, 07:55
tutta colpa degli americani :rolleyes: :mad:
:asd:
Da Nytimes.com (http://www.nytimes.com/2004/09/15/international/europe/15russia.html?hp):
From Those Putin Would Weaken, Praise
By STEVEN LEE MYERS
Published: September 15, 2004
MOSCOW, Sept. 14 - On Monday, President Vladimir V. Putin announced he would strip Russia's 89 regions of much of their authority and electoral legitimacy. On Tuesday, not one of the leaders of those regions said a public word of protest.
On the contrary, there were words of praise.
"It is constructive and productive," Murat M. Zyazikov, the president of Ingushetia, said in a telephone interview, embracing a proposal that would leave him serving at the will not of his impoverished electorate in southern Russia, but of the president in faraway Moscow.
If there were any lingering doubts about Mr. Putin's grip on power, the reaction to his sweeping proposal to overhaul Russia's political system - replacing, for instance, the election of governors, presidents and other regional leaders with presidential appointments - swept them away.
A headline in the newspaper Izvestia called it the "September Revolution," equating Mr. Putin's consolidation of power to this country's most famous October, almost 87 years ago. And yet the second day of the revolution passed with barely a murmur of protest, even among those affected most.
In Washington, however, Secretary of State Colin L. Powell said that "we have concerns" about Mr. Putin's actions, and that he planned to ask Russian officials to explain the moves. [Page A10.]
"The president demonstrated political will," Dmitri F. Ayatskov, governor of Saratov Oblast, in the southeast, said at a news conference, according to a statement issued by his office. "An end will be put to various demonstrations of extremism - religious, political and other."
In theory, in a democracy, the leaders of Russia's regions, representing myriad blocs of voters of all classes and ethnicities across Russia, would constitute a potent political force, one that could challenge even a powerful federal center.
In reality, Mr. Putin simply formalized the Kremlin's already immense sway over regional leaders, which critics said on Tuesday has been sustained by the power of purse and perks, coupled with an element of fear.
"Any governor understands that if he is against Putin, he will be under criminal investigation," Vladimir A. Ryzhkov, a liberal member of Parliament, said in a telephone interview. He cited cases involving the governors of Kursk, Yaroslavl and Atlai, who all faced investigations that, coincidentally or not, began after they challenged Kremlin policies. "The main thing is fear," he said. "They are afraid of everything."
In outlining his program, his first legislative proposals since the wave of terrorist violence that has roiled Russia, Mr. Putin said the country needed political unity in order to withstand the threats facing it.
And he made clear that in his view, unity would be accomplished best by giving him the power to appoint regional leaders, leaving local parliaments merely the power to ratify his choices. Although the legislative details remain unwritten, recent experience would suggest few regional bodies would dare buck the Kremlin.
Mr. Putin did more than upend the country's still evolving experiment with electoral democracy. With his proposals, he also resolved many of the still-unanswered questions about the distribution of power between the federal and state levels. Not unexpectedly, perhaps, he came down on the side of what is called here the "vertical of power," whose most prominent, most dominant feature is the man at the top, Mr. Putin.
Or as Gov. Vyacheslav Y. Pozgalev of Vologda put it to one of the state's television networks, First Channel: "Executive power must be whole."
Mr. Putin's proposals would also shift legislative politics toward the center, where power has been through much of Russia's history. He said he would eliminate the district elections that now fill half of the 450 seats in the Duma, the lower house of Parliament. Instead, the Parliament would be elected proportionately, based on party lists compiled by the main parties, all centered in Moscow and all susceptible to Kremlin influence.
After parliamentary elections in December, only four parties won blocs of seats. The largest, by far, was United Russia, the party defined almost entirely by its fealty to Mr. Putin. United Russia, along with the nationalist Liberal Democratic Party and Motherland, control nearly 400 seats and follow the Kremlin's lead without hesitation. The Communist Party, the only meaningful opposition, holds only 51 seats, making it a mere remnant of the force it was even in the early post-Soviet period.
Still, there were some voices of dissent on Tuesday. Mr. Ryzhkov and two members of United Russia elected from local districts, Aleksandr Y. Khinshtein and Konstantin F. Zatulin, appeared at a news conference to criticize the parliamentary proposal, though not, they emphasized, Mr. Putin himself.
"Even during Stalin's time, even during Soviet times, all deputies were formally elected," Mr. Zatulin said. "It allowed concrete people to solve concrete problems. This is a return to czarist times."
Others accused Mr. Putin of exploiting the horrific events at Middle School No. 1 in Beslan, in North Ossetia, where at least 300 hostages died in the violent end of the siege by a band of separatists. "I think he wanted to do this before," said Boris E. Nemtsov, a leader of the Union of Right Forces, a liberal party that fell into disarray after failing to win seats in Parliament. "But now this is a very good opportunity, after this disaster, because people will accept it."
Indeed, it is a measure of Mr. Putin's power over all branches of government that few people expressed hope for a political or legal challenge to his proposals, even though some argued that the changes would be unconstitutional. Simply by being proposed, it seems, the changes will become law.
"We are coming to the point where we have no checks and balances, no democratic and peaceful way to balance power," Leonid N. Dobrokhotov, an adviser to the Communist Party, said in a telephone interview. "The only thing left is absolute prostration."
Usa e Ue davanti alla nuova Russia
LO ZAR PUTIN VOLTA PAGINA
di SERGIO ROMANO
Quando Putin, dopo il massacro di Beslan, ammise pubblicamente le carenze dei servizi di polizia e deplorò lo stato di debolezza in cui il Paese era caduto dopo la guerra fredda, gli osservatori stranieri avrebbero dovuto drizzare le orecchie. Non era un atto di contrizione. Non era il profondo inchino con cui un uomo di Stato giapponese chiede perdono ai connazionali per i suoi errori. I mea culpa non appartengono alla tradizione dell’autocrazia russa. Quelle parole preannunciavano la grande riforma costituzionale che il presidente ha annunciato lunedì. I collegi uninominali verranno soppressi, i deputati della Duma saranno eletti esclusivamente con metodo proporzionale, i governatori delle regioni saranno nominati dal Cremlino e approvati con voto di fiducia dai parlamenti locali. Esisterà ancora sugli atlanti una Federazione russa, ma il federalismo, d’ora in poi, sarà nominale o fortemente controllato da Mosca. Molti sosterranno che la questione cecena è il pretesto di cui Putin si è servito per realizzare finalmente il suo Stato autoritario. E’ vero soltanto in parte. All’inizio di una «lettera filosofica», mai terminata, un grande russo dell’Ottocento, Piotr Ciaadaev, suggerì che nulla era stato così importante per la storia politica della Russia quanto il controllo del suo enorme spazio, conquistato grazie a una continua combinazione di paura e ingordigia. L’accanimento di Mosca contro la Cecenia ci sarebbe parso più comprensibile se ci fossimo resi conto dei rischi che la Russia post-sovietica ha corso in questi anni. I governatori si sono impadroniti delle loro regioni. Gli oligarchi hanno gestito le loro aziende come feudi extraterritoriali. I confini con le repubbliche ex sovietiche sono mal sorvegliati e permeabili. La vecchia Armata Rossa è in ginocchio. Le catastrofi tecnologiche appartengono alla cronaca quotidiana. La criminalità dilaga. Buona parte dell’amministrazione è inefficiente o corrotta. E non vi è atto amministrativo, piccolo o grande, che non abbia un prezzo. La Cecenia, in questo contesto, è molto più di una piccola repubblica secessionista, alle pendici del Caucaso. E’ il terreno su cui la Russia gioca la sua unità.
La svolta costituzionale avrà ricadute internazionali. Per realizzare il suo progetto Putin farà appello al nazionalismo russo, rivendicherà per la Russia i suoi diritti di grande potenza e reagirà con crescente fastidio all’ingombrante presenza americana in Asia Centrale e nel Caucaso. Fra Mosca e Washington andrà in scena una nuova versione del «Grande Gioco» che impegnò la Russia zarista e la Gran Bretagna nell’Ottocento. Quando afferma che colpirà, se necessario, al di fuori del territorio nazionale, il vertice militare di Mosca pensa alle repubbliche ex sovietiche in cui il terrorismo potrebbe trovare rifugio. E dichiara implicitamente che la loro sovranità sarà, nella migliore delle ipotesi, dimezzata e controllata.
Dobbiamo prepararci a una nuova guerra fredda? Putin rimane nonostante tutto un modernizzatore, consapevole del ritardo accumulato dal suo Paese durante il regime comunista. Deve preservare l’unità dello Stato, ma deve anche svecchiare la Russia, liberare il suo straordinario potenziale economico, metterla in condizione di crescere. E sa che una politica culturalmente autarchica, come quella dell’epoca comunista, precipiterebbe il Paese in una nuova era della mediocrità. Ma l’esito di una partita internazionale dipende in ultima analisi dalla buona volontà di tutti i giocatori. I più importanti, in questo caso, sono l’America e l’Unione europea. Spetta a loro comprendere la Russia ed evitare che commetta troppi falli.
Lucio Virzì
15-09-2004, 23:19
Ohoh.... :eek:
Mi toccherà mica cambiare idea?!?! :D
http://www.repubblica.it/2004/i/sezioni/esteri/cecenia2/bushputin/bushputin.html
Dopo Colin Powell, anche il presidente Usa punta il dito
contro la revisione istituzionale annunciata da Putin
Usa-Urss: Bush preoccupato
per la democrazia in Russia
WASHINGTON - George W. Bush è preoccupato per il futuro della democrazia in Russia. Dopo Colin Powell, anche il presidente Usa ha puntato il dito contro la revisione istituzionale anticipata da Vladimir Putin sulla scia della recente strage di civili nella scuola di Beslan in Ossezia del Nord.
Bush ha ipotizzato che le decisioni del Cremlino possano indebolire la democrazia del Paese. "Mentre i governi combattono i nemici della democrazia", ha sottolineato il presidente americano, "debbono però appoggiarne i principi".
In precedenza, il portavoce di Bush Scott McClellan, pur insistendo sul fatto che gli Stati Uniti appoggiano la Russia nella lotta contro il terrorismo, aveva espresso inquietudini per la sorte della democrazia in Russia, come aveva già indicato ieri il segretario di Stato americano Colin Powell.
Oggi il ministro degli Esteri di Mosca, Serghiei Lavrov, ha respinto le critiche di Powell, sostenendo che Washington non ha il diritto di imporre il suo modello di democrazia a nessuno. "E' molto strano - ha detto il ministro degli Esteri russo - che mentre si parla di una 'marcia indietro', come dice lui (Powell, ndr) a proposito di alcune delle riforme nella Federazione russa, egli cerca ancora un volta di affermare l'idea che la democrazia può essere copiata solo dal modello di qualcuno".
(15 settembre 2004)
ho notato che ogni tanto aggiornano l'articolo... :confused: :D
Due articoli riguardanti ancora Putin e la strage.. non so più cosa pensare sinceramente. In positivo intendo.
Beslan, Basayev rivendica la strage
Su un sito Internet il messaggio del leader separatista ceceno: «La colpa è del vampiro Putin che ha dato ordine di attaccare»
ROMA - C'è la firma sulla strage dei bambini. Il leader separatista ceceno Samil Basayev si attribuisce con un messaggio su Internet il sequestro nella scuola di Beslan, dove il 3 settembre scorso sono morte 400 persone tra le quali molti bimbi. La rivendicazione è stata pubblicata sul sito Kavkazcenter.com. Sulla sua autenticità è difficile pronunciarsi, ma l'indirizzo è quello solitamente usato dai terroristi ceceni. Basayev, nello stesso messaggio, rivendica anche l’attentato ai due Tupolev esplosi in volo il 24 agosto e la bomba scoppiata il 31 agosto presso la metro Rijskaia a Mosca.
http://www.corriere.it/Hermes%20Foto/2004/09_Settembre/17/basayev--180x230.jpg
Shamil Basayev, il capo dei guerriglieri ceceni, uno degli uomini più ricercati in Russia (Ap)
«IL VAMPIRO DEL CREMLINO» - «Grazie ad Allah, le brigate martiri di Salikhin hanno avviato e portato a termine con successo una serie di operazioni militari nel territorio russo». Il comunicato è firmato Samil Abdullah, il nome di battaglia che Basayev si è scelto da tempo. Riferendosi ai fatti di Beslan, Basayev rivendica l'azione ma scarica sul Cremlino e su Putin la responsabilità del tragico esito della vicenda. «A Beslan si è verificata una terribile tragedia. Il vampiro del Cremlino ha distrutto e ferito mille persone tra bambini e adulti dando l’ordine di attaccare la scuola per soddisfare le sue ambizioni imperiali e conservare il suo trono».
«IL VAMPIRO DEL CREMLINO» - «Grazie ad Allah, le brigate martiri di Salikhin hanno avviato e portato a termine con successo una serie di operazioni militari nel territorio russo». Il comunicato è firmato Samil Abdullah, il nome di battaglia che Basayev si è scelto da tempo. Riferendosi ai fatti di Beslan, Basayev rivendica l'azione ma scarica sul Cremlino e su Putin la responsabilità del tragico esito della vicenda. «A Beslan si è verificata una terribile tragedia. Il vampiro del Cremlino ha distrutto e ferito mille persone tra bambini e adulti dando l’ordine di attaccare la scuola per soddisfare le sue ambizioni imperiali e conservare il suo trono».
L'OPERAZIONE - «Non conosco Osama Bin Laden e non ho preso soldi da lui»: è quanto si legge nella dichiarazione. L'operazione di Beslan - che Basayev ha provocatoriamente battezzato Nord-west, rifacendosi al massacro del teatro Dubrovovka di Mosca dell'ottobre 2002, dove era in programma lo spettacolo Nord-Ost - «è costata in tutto 8.000 euro». «Dagli stranieri - si legge nel comunicato con cui Basayev si attribuisce una delle più sconvolgenti stragi terroriste degli ultimi anni - ho avuto solo 10.000 dollari e 5.500 euro. Praticamente faccio la guerra solo con i soldi del bilancio della Federazione russa. Armi, automobili, esplosivi sono tutti nostri trofei. Le uniche spese sono per l'alimentazione e i vestiti. Per arrivare a Mosca quei soldi non bastavano». «All'operazione Nord-West - prosegue il terrorista - partecipavano 33 mujaheddin, fra cui due donne. Ne avevo preparate quattro, ma due sono state spedite a Mosca il 24 agosto per salire sui due aerei che poi abbiamo fatto
esplodere».
«L'OFFERTA» - Nel suo comunicato, Basayev si rivolge anche alla Russia e rilancia la sua linea politica: «indipendenza (per la Cecenia) in cambio di sicurezza». Se la Russia ritira le sue truppe, dice il leader ceceno nel messaggio, «noi possiamo garantire che tutti i musulmani di Russia rinunceranno alla lotta armata per almeno 10, 15 anni, a patto che sia rispettata la libertà di religione per tutti».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2004/09_Settembre/17/beslan.shtml
Ossezia, Basaiev rivendica l'attacco di Beslan: "Ci è costato ottomila euro"
"Non conosco Osama Bin Laden - scrive il leader separatista radicale ceceno - e non ho preso soldi da lui. Dagli stranieri ho avuto solo 10.000 dollari e 5.500 euro. Praticamente faccio la guerra solo con i soldi del bilancio della Federazione russa".
http://www.gds.it/immagini/ossezia030902.JPG
Il leader separatista radicale ceceno Chamil Basaiev ha rivendicato l'azione terroristica con presa di ostaggi avvenuta nella scuola di Beslan, nell'Ossezia del Nord, il 3 settembre e costata la vita ad almeno 339 civili e 11 agenti, oltre a 31 dei 32 uomini del commando. La rivendicazione è apparsa in una lettera pubblicata oggi sul sito internet vicino agli indipendentisti Kavkazcenter.com.
«Non conosco Osama Bin Laden - scrive - e non ho preso soldi da lui». L'operazione di Beslan - che Basaiev ha provocatoriamente battezzato Nord-West, rifacendosi al massacro del teatro Dubrovovka di Mosca dell'ottobre 2002, dove era in programma lo spettacolo Nord-Ost - «è costata in tutto 8.000 euro».
«Dagli stranieri - si legge nel comunicato con cui Basaiev si attribuisce una delle più sconvolgenti stragi terroriste degli ultimi anni - ho avuto solo 10.000 dollari e 5.500 euro. Praticamente faccio la guerra solo con i soldi del bilancio della Federazione russa. Armi, automobili, esplosivi sono tutti nostri trofei. Le uniche spese sono per l'alimentazione e i vestiti. Per arrivare a Mosca quei soldi non bastavano».
«All'operazione Nord-West - prosegue il terrorista - partecipavano 33 mujaheddin, fra cui due donne. Ne avevo preparate quattro, ma due sono state spedite a Mosca il 24 agosto per salire sui due aerei che poi abbiamo fatto esplodere».
La strage di Beslan, - si aggiunge nel comunicato - così come l'esplosione dei due Tupolev e quella davanti alla stazione Rizhskaia della metropolitana di Mosca «sono state operate della mia brigata speciale di kamikaze, Riadus-Salikhinà».
Gli attentati ai due aerei, ha precisato, «sono stati affidati al dipartimento operazioni speciali della brigata», la strage del metrò «al dipartimento regionale shaikhidico (kamikaze) di Mosca» e la tragedia di Beslan «è opera del secondo battaglione della brigata, guidato dal colonnello Ostrkhoiev». Tale nome risulta sconosciuto al momento.
Il commando di Beslan comprendeva, stando a Basaiev, «12 ceceni, due cecene, nove ingusci, tre russi, due arabi, un osseto, un tartaro, un kaardino e un guran (un popolo siberiano, ndr) totalmente russificato».
Quanto a Nur Pasha Kulaiev, il sopravvissuto nelle mani della polizia russa, «lo conoscevo poco. Conoscevo meglio il fratello Kan Pasha . Li ho inclusi nel gruppo all'ultimo momento per fare numero. È arrivato alle 16:30 del 31 agosto, e alle 20 li avevo già spediti sul luogo dell'operazione. All'unico di loro che conoscevo, Kan Pasha, che non aveva il braccio destro, ho dato una pistola e una granata. Agli altri ho distribuito mitra con due o tre cambi di munizioni, e gli ho spiegato che il loro dovere era solo di fare la guardia».
Basaiev parla anche dei negoziati che avrebbe voluto fare con i russi: «le nostre richieste erano di fermare immediatamente la guerra in Cecenia, poi iniziare il ritiro delle truppe. Se (il presidente russo Vladimir) Putin avesse rifiutato, allora avremmo chiesto le sue dimissioni. Per sostenere le nostre richieste, i mujaeddin hanno proclamato a nome degli ostaggi uno sciopero della fame e della sete»: l'allusione è alle privazioni atroci cui sono stati sottoposti gli ostaggi nei tre giorni del sequestro.
«Se Putin avesse firmato il decreto di sospensione immediata della guerra e avesse ritirato le truppe nelle caserme, avremmo distribuito l'acqua. Dopo aver ottenuto una conferma sul ritiro reale delle forze russe dalla Cecenia, avremmo dato da mangiare.
Appena i russi avessero iniziato il ritiro dalle montagne, avremmo liberato i bambini fino a dieci anni. Gli altri li avremmo rilasciati a ritiro completato - prosegue il lungo messaggio di rivendicazione, apparso sul sito www.Kavkaz.org, già utilizzato in passato per altre comunicazioni della guerriglia cecena - se Putin si fosse dimesso, avremmo rilasciato tutti i bambini, trattenendo gli adulti per avere ostaggi con cui effettuare la ritirata in Cecenia».
Stando a Basaiev, tutti questi punti erano stati ben chiariti, per iscritto, all'ex presidente inguscio Ruslan Aushev che aveva fatto da mediatore nel secondo giorno della presa di ostaggi. «Una delle cassette che abbiamo consegnato ai russi, e che loro hanno detto era vuota, conteneva in realtà gli appelli degli ostaggi a Putin».
Mosca 17/09/2004 h.19.07.17
http://www.gds.it/read_art.asp?id=49037
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