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View Full Version : Qualcuno mi spiegherebbe la facenda Gasparri ecc


Dias
03-08-2004, 15:13
Fate come se non sapessi niente, qualcuno sarebbe cosi gentile da spiegarmi la facenda di Rete4 e Rai3? Che è successo? Perchè erano a rischio?

Thanks

pierpo
03-08-2004, 15:23
il 75 percento delle frequeze TV analogiche in Italia e' occupato da Rai e Mediaset, il restante 25 % e' occupato da La7 e altre TV locali.

Se io volessi crearmi, come imprenditore, un canale televisivo, non potrei trasmettere. Questo e' successo con Europa7, ha comprato le licenze, pagandole profumatamente, ma non ha frequente per trasmettere.

Allora, per far spazio alla concorrenza, si era deciso che Rete4 e Rai3 sarebbero dovute andare su satellite.
Siccome gli introiti pubblicitari delle TV via satellite e' troppo basso, entrambe le aziende si sarebbero dovute ridimensionare.

Allora Gasparri ha detto: risolviamo il problema alla radice.
Usiamo una nuova tecnologia che decuplica la banda di frequenze TV, cosi' l'attuale 75% sarebbe diventato, chesso', un 10%, cosi' da avere un 70% circa della banda disponibile per NUOVE reti TV e nel contempo, mantere lo status quo di rete4 e rai3

Aleres
03-08-2004, 15:27
Originariamente inviato da pierpo
Allora, per far spazio alla concorrenza, si era deciso che Rete4 e Rai3 sarebbero dovute andare su satellite.
Siccome gli introiti pubblicitari delle TV via satellite e' troppo basso, entrambe le aziende si sarebbero dovute ridimensionare.

Allora Gasparri ha detto: risolviamo il problema alla radice.
Usiamo una nuova tecnologia che decuplica la banda di frequenze TV, cosi' l'attuale 75% sarebbe diventato, chesso', un 10%, cosi' da avere un 70% circa della banda disponibile per NUOVE reti TV e nel contempo, mantere lo status quo di rete4 e rai3

Tutto giusto... piccola precisazione...
La modifica dello stato attuale della televisione era avvenuto tramite una SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE, che non è un organo di poca importanza...., anzi..

Dias
03-08-2004, 15:28
Sei stato molto chiaro, grazie. :)

Ma La7 non è in qualche modo legata alla Rai? Mi ricordo che tempo fa tipo su TG1 fecero una pubblicità ad un programma che sarebbe dovuto essere trasmesso sulla 7; questo mi ha dato impressione che siano in qualche modo legati. :confused:

palombaro
03-08-2004, 15:30
Originariamente inviato da Dias
Sei stato molto chiaro, grazie. :)

Ma La7 non è in qualche modo legata alla Rai? Mi ricordo che tempo fa tipo su TG1 fecero una pubblicità ad un programma che sarebbe dovuto essere trasmesso sulla 7; questo mi ha dato impressione che siano in qualche modo legati. :confused:


ricordavo che la 7 per vie traverse facesse capo a telecom ricordo male??

Aleres
03-08-2004, 15:31
LA 7 è del gruppo Telecom che è a sua volta del gruppo Pirelli che a sua volta fa capo a Tronchetti Provera che a sua volta è vice presidente dell'Inter che a sua volta.....

Dias
03-08-2004, 15:32
Originariamente inviato da palombaro
ricordavo che la 7 per vie traverse facesse capo a telecom ricordo male??


Questo non lo so. :)


Cmq non capisco una cosa, non sarebbe possibile aumentare la quantità di frequenze televisive? :confused:
Che frequenze usano? Non mi sembra che ci sia una esagerata quantità di canali.

Dias
03-08-2004, 15:33
Originariamente inviato da Aleres
LA 7 è del gruppo Telecom che è a sua volta del gruppo Pirelli che a sua volta fa capo a Tronchetti Provera che a sua volta è vice presidente dell'Inter che a sua volta.....

:eek:

Ser21
03-08-2004, 15:35
Tronchetti è uno delle persone più ricche d'Europa...mica l'ultimo pirla arrivato...

Aleres
03-08-2004, 15:37
Originariamente inviato da Dias
Questo non lo so. :)


Cmq non capisco una cosa, non sarebbe possibile aumentare la quantità di frequenze televisive? :confused:
Che frequenze usano? Non mi sembra che ci sia una esagerata quantità di canali.

Non credo sia possibile..., anche perchè si tratta non solo di frequenze che possono essere viste da tutti gli italiani, ma anche di spazi pubblicitari, se la torta è già spartita come fanno gli altri a mangiarla se non "fregandone" un pezzo?

Topomoto
03-08-2004, 15:40
Tronchetti è uno delle persone più ricche d'Europa...mica l'ultimo pirla arrivato...
Più che ricco....direi SFONDATO:muro:

palombaro
03-08-2004, 15:42
Originariamente inviato da Ser21
Tronchetti è uno delle persone più ricche d'Europa...mica l'ultimo pirla arrivato...

mi accontenterei di avere la moglie:oink: :sbav: :sbav:

kikki2
03-08-2004, 15:42
Originariamente inviato da Aleres
Non credo sia possibile..., anche perchè si tratta non solo di frequenze che possono essere viste da tutti gli italiani, ma anche di spazi pubblicitari, se la torta è già spartita come fanno gli altri a mangiarla se non "fregandone" un pezzo?
aggiungerei che già non sanno + che inventarsi coi programmi e molte ( tutte) le locali non trasmettono che televendite di vario genere e messaggerie erotiche, se aumentiamo i caneli/ emitteni non oso immaginare che altro potrebbero trasmettere

Aleres
03-08-2004, 15:43
Originariamente inviato da palombaro
mi accontenterei di avere la moglie:oink: :sbav: :sbav:

TI sembra facile?
Per avere la moglie prima devi avere i suoi soldi........... :D

palombaro
03-08-2004, 15:44
Originariamente inviato da Aleres
TI sembra facile?
Per avere la moglie prima devi avere i suoi soldi........... :D
:cry: :cry: :nera: :nera: :nera:

Dias
03-08-2004, 15:45
Originariamente inviato da Aleres
Non credo sia possibile..., anche perchè si tratta non solo di frequenze che possono essere viste da tutti gli italiani, ma anche di spazi pubblicitari, se la torta è già spartita come fanno gli altri a mangiarla se non "fregandone" un pezzo?


Ora, io non so come funzionano le frequenze della TV, cmq la mia idea sarebbe quella di dividere le frequnze ulteriormente. Chessò, invece di 47Hz si poteva avere 47,5Hz. Probabilmente ci vorrebbero degli apparrecchi di ricezione più sofisticati però.

cerbert
03-08-2004, 15:45
Dunque, il numero delle frequenze utilizzabili per la trasmissione pubblica analogica via etere è tecnicamente limitato, tenendo conto che, inoltre, va diviso tra banda ad uso emittenza locale e banda ad uso emittenza nazionale.

Su questa limitazione si innesta tutta la giurisprudenza attuale che, per evitare posizioni di monopolio, aveva correttamente sancito dei limiti all'utilizzo di frequenze da parte di uno stesso network, statale o privato che fosse.

Con la Gasparri viene attuato quello che, di fatto, è un simpatico "escamotage" per evitare che la mano della legge ripristini la legalità riducendo le posizioni di monopolio. Viene cioè introdotto un canale che, tecnicamente, "permetterebbe" una ampiezza di banda pressochè illimitata.
Si dice, cioè: "Dal momento che ora, teoricamente, possono esistere 10.000 emittenti nazionali laddove prima ne potevano esistere solo 10, la percentuale necessaria per incorrere nell'accusa di monopolio televisivo deve essere ricalcolata.".
Si noti che, però, nell'editoria giornalistica non viene detto "Dal momento che, teoricamente, ognuno può stampare e distribuire il suo giornale, la percentuale per definire una situazione di monopolio dovrebbe essere calcolata su 52milioni di testate".

Insomma, nell'editoria giornalistica, la cui giurisprudenza vanta una più lunga tradizione, la "situazione di monopolio" viene definita sullo STATO ESISTENTE delle cose e non su percezioni di un futuro possibile.
Nell'emittenza televisiva, stranamente, questa condizione sembra non essere più rilevante e una EVIDENTE e DECENNALE situazione di duopolio non viene ancora ridimensionata perchè "in futuro" potrebbe non esistere più.
Un po' come un giudice che non fa incarcerare un ladro perchè "in futuro", il crimine potrebbe non più esistere.

Topomoto
03-08-2004, 15:45
Per avere la moglie prima devi avere i suoi soldi...........
Quotone galattico:sofico:

Aleres
03-08-2004, 15:46
Originariamente inviato da kikki2
aggiungerei che già non sanno + che inventarsi coi programmi e molte ( tutte) le locali non trasmettono che televendite di vario genere e messaggerie erotiche, se aumentiamo i caneli/ emitteni non oso immaginare che altro potrebbero trasmettere

secondo me trasmettono solo televendite e mess. erotiche perchè non hanno i soldi per migliorare i loro palinsesti e si accontentano dei pochi spiccioli che questi tipi di programmi possono dare...., se avessero la possibilità di scalfire un minimo il monopolio vedrai anche dei programmi migliori...

kikki2
03-08-2004, 15:48
ma se già i programmi di rai e mediaset , che di soldi ne hanno abbastanza, fanno pietà....che cosa potrebbero proporre , xes?

Aleres
03-08-2004, 15:50
Originariamente inviato da kikki2
ma se già i programmi di rai e mediaset , che di soldi ne hanno abbastanza, fanno pietà....che cosa potrebbero proporre , xes?

Quelli fanno schifo a te, a me e agli altri utenti che hanno un minimo di intelligenza..., ma evidentemente se li mandano in onda è perchè alla gente comune la tv spazzatura piace...

Dias
03-08-2004, 15:51
Originariamente inviato da cerbert
Dunque, il numero delle frequenze utilizzabili per la trasmissione pubblica analogica via etere è tecnicamente limitato, tenendo conto che, inoltre, va diviso tra banda ad uso emittenza locale e banda ad uso emittenza nazionale.

Su questa limitazione si innesta tutta la giurisprudenza attuale che, per evitare posizioni di monopolio, aveva correttamente sancito dei limiti all'utilizzo di frequenze da parte di uno stesso network, statale o privato che fosse.

Con la Gasparri viene attuato quello che, di fatto, è un simpatico "escamotage" per evitare che la mano della legge ripristini la legalità riducendo le posizioni di monopolio. Viene cioè introdotto un canale che, tecnicamente, "permetterebbe" una ampiezza di banda pressochè illimitata.
Si dice, cioè: "Dal momento che ora, teoricamente, possono esistere 10.000 emittenti nazionali laddove prima ne potevano esistere solo 10, la percentuale necessaria per incorrere nell'accusa di monopolio televisivo deve essere ricalcolata.".
Si noti che, però, nell'editoria giornalistica non viene detto "Dal momento che, teoricamente, ognuno può stampare e distribuire il suo giornale, la percentuale per definire una situazione di monopolio dovrebbe essere calcolata su 52milioni di testate".

Insomma, nell'editoria giornalistica, la cui giurisprudenza vanta una più lunga tradizione, la "situazione di monopolio" viene definita sullo STATO ESISTENTE delle cose e non su percezioni di un futuro possibile.
Nell'emittenza televisiva, stranamente, questa condizione sembra non essere più rilevante e una EVIDENTE e DECENNALE situazione di duopolio non viene ancora ridimensionata perchè "in futuro" potrebbe non esistere più.
Un po' come un giudice che non fa incarcerare un ladro perchè "in futuro", il crimine potrebbe non più esistere.



:ave: :ave: :ave:

Grazie mille

palombaro
03-08-2004, 15:52
Originariamente inviato da kikki2
ma se già i programmi di rai e mediaset , che di soldi ne hanno abbastanza, fanno pietà....che cosa potrebbero proporre , xes?


fanno pietà per 2 motivi secondo me

uno: non hanno concorrenza e tendono a copiarsi a vicenda
due: buona parte del pubblico desidera vedere televisione spazzatura.

io all' isola dei famosi o agli amici di maria de filippi
preferisco trecento volte un documentario storico sull' antica roma
secondo te in quanti lo guarderebbero?

Aleres
03-08-2004, 15:53
La cosa che mi manda in bestia è che la sentenza della corte costituzionale è datata se non erro 1996 e da allora non si è fatto niente......
Se a me un giudice mi condanna a 100 anni di carcere la polizia non aspetta qualche anno prima di arrestarmi, ma mi viene a prendere dopo 2 secondi...

cerbert
03-08-2004, 16:03
Consiglio, a chi volesse un minimo di inquadratura storico-giuridica della faccenda, i libri di Peppino Ortoleva storico e studioso della comunicazione.
Sono piccoli, leggeri, e scritti bene.

Soprattuto "Il Sistema dei Media".

Inoltre, in uno dei suoi trattati, viene anche smitizzato il "Diamo alla gente quello che la gente vuole", che qui vedo in qualche modo dato per scontato.

In realtà:
1) la gente sceglie entro il campo di scelta che gli viene dato e solo questo può spiegare come, da un pubblico apparentemente ignavo, vengano fuori risultati come 4.000.000 di spettatori per un concerto di musica classica :cool: e 2.000.000 di spettatori per "Lupin III" :yeah:
2) il successo dei programmi (e la loro riproposizione come formula) viene misurato tramite l'Auditel. Ma d'altra parte la letteratura recente sull'Auditel ha dimostrato che il campione Auditel è influenzabile dal "successo percepito" del programma. Tradotto, se l'Auditel decreta il successo di una formula, le possibilità che l'Auditel decreti di successo tutte le varianti della formula sono molto alte. :muro: :muro:

Topomoto
03-08-2004, 16:21
vengano fuori risultati come 4.000.000 di spettatori per un concerto di musica classica e 2.000.000 di spettatori per "Lupin III"
Già, ma prova a trasmettere un concerto al giorno....poi vediamo quanti sono gli spettatori dopo un po'.

cerbert
03-08-2004, 16:33
Originariamente inviato da Topomoto
Già, ma prova a trasmettere un concerto al giorno....poi vediamo quanti sono gli spettatori dopo un po'.

Chiaramente, un concerto al giorno forse sarebbe inadatto. Del resto anche un "reality" al giorno non potrebbe cantare.

Su di un palinsesto settimanale, però, già si era dimostrato che una serie di commedie di Edoardo De Filippo o, addirittura, le riduzioni televisive di Pirandello degli anni '70, potevano reggere la prima serata con onore.

Cfranco
03-08-2004, 16:50
Originariamente inviato da cerbert
[stracut]
Ottimo , ma ci sono anche altre "sfumature" da approfondire .

"Nel disegno di legge si prevede che, a regime, nessun operatore di comunicazione possa, né direttamente né indirettamente, conseguire ricavi superiori al 20% delle risorse complessive del «settore integrato delle comunicazioni» . Questo ricomprende «le imprese radiotelevisive e quelle di produzione e distribuzione, qualunque ne sia la forma tecnica, di contenuti per programmi televisivi o radiofonici; le imprese dell'editoria quotidiana, periodica, libraria, elettronica, anche per il tramite di INTERNET; le imprese di produzione e distribuzione, anche al pubblico finale, delle opere cinematografiche; le imprese fonografiche; le imprese di pubblicità, quali che siano il mezzo o le modalità di diffusione»"
Insomma per aggirare l' antitrust invece di diminuire il peso delle singole entità si é allargato il ring fino a includere qualsiasi cosa possa lontanamente passare per pubblicità o spettacolo , inclusi cartelloni pubblicitari , insegne al neon , balere e libri .
Non solo come prima , ma peggio , perché mentre prima i due leoni si facevano la guerra tra di loro nel loro settore adesso sono liberi di scorrazzare in tutto il recinto di questo «settore integrato delle comunicazioni» mangiando tutto quello che gli capita a tiro , siano giornali o agenzie pubblicitarie .

cerbert
03-08-2004, 16:52
E, dai... abbi pietà. Già ho scritto 30 righe solo per una parte del problema "emittenza televisiva".
Se analizzo TUTTE le fesserie della Gasparri, non vado più a dormire.
:D

Cfranco
03-08-2004, 16:53
Mi ero dimenticato di segnalare il link dell' articolo ( per stomaci forti ) :
http://www.costituzionalismo.it/articoli/art20031022-1.asp

kikki2
06-08-2004, 08:05
perchè c'era stato una richiesta di annullamento , x incostituzionalità, contro la legge per il riordino televisivo e in particolare sul fatto che un'ordinanza aveva demandato al garante delle telecomunicazioni la facoltà di concedere proroghe per continuare a trrasmettere in regime transitorio dopo la famosa , facoltà che la CC ha ritenuto ingiustamente conferita alla Autorità suddetta

roverello
06-08-2004, 08:14
Se ben ricordo la CC fu tirata in ballo riguardo l'ammissibilità dei referendum sull'emittenza radiotelevisiva di qualche anno fa.
A parte l'ottima descrizione del problema fatta da altri, esiste ancheun altro problema:
oggi il lenzuolo delle frequenza è grande X, la Gasparri dispone che sarà largo 10 volte X (tecnicamente possibile).
Ma la coperta, cioè il mercato pubblicitario, è largo X e non è che questa operazione lo allarghi, visto che la variabile dipende da altri fattori.
Quindi aumenterà l'offerta (prevalentemente di schifezze), ma propinata sempre dagli stessi soggetti.
C'è anche da aggiungere che Fininvest, per dare all'incirca la stessa copertura territoriale, usa il 60% di frequenza in più.
Questo comporta che alcune emittenti di fatto non riescono a farsi vedere non riuscendo ad accedere alle frequenze, pur pagando!
E visibilità significa entrate pubblicitarie, guarda caso.

cerbert
06-08-2004, 08:25
Originariamente inviato da Proteus
Appunto, però sorge una domanda: se la cc è deputata al controllare che le leggi siano in sintonia con la costituzione che ci azzecca con l'esprimere sentenze sul mercato radiotelevisivo ?. Mi pare una invasione di campo e non di poco conto ma in questo strano paese si usa tutto e tutti pur di portare acqua al proprio mulino e neppure la cc sfugge a questo malvezzo.

Ciao

Chiariamo una cosa: la Corte Costituzionale NON INTERVIENE MAI "sua sponte", ma sempre su di una precisa interpellanza che può solo venire da sedi istituzionali. Per legge gli è proibito invadere qualsivoglia "campo".
Detto questo, la Corte Costituzionale si è occupata di mercato delle sementi e dei buoi, perchè questi mercati sono, grazie a Dio, regolati da leggi, perchè dovrebbe essere un' "invasione di campo" occuparsi di un settore vitale per i Diritti Costituzionali di Espressione e Opinione? :confused:

Per maggiore chiarità, però, sarà opportuno fare un minimo di storia.
Il percorso è un po' lungo e tortuoso da ricostruire, ma sostanzialmente si parte dalle leggi sulla regolamentazione delle frequenze degli anni '70. Appurato, nell'86, se la memoria non mi inganna, che la Fininvest infrangeva queste norme, diverse procure locali, tra cui Torino, misero sotto sequestro studi e ripetitori. Da questo si originò una causa legale che, vedendo impugnato il diritto alla pluralità e libertà di espressione, costituzionalmente sancito, nel contesto di un dibattito legale eminentemente tecnico, decise di demandare alla Corte Costituzionale il compito di deliberare anche sugli aspetti di Diritto non coperti dalle leggi.
Nel frattempo, viene approvata la legge Mammì, che pur essendo un regalo del governo Craxi a Silvio Berlusconi, aveva il pregio di introdurre finalmente il concetto di pluralità e di definire l'emittenza televisiva come un "mercato critico" per la vita democratica del paese. Al confronto della Gasparri, la Mammì era una legge severissima, applicata la quale, il 50% di Fininvest-Mediaset, non sarebbe mai dovuto esistere...
L'introduzione della nuova legge, impone alla Corte Costituzionale una revisione della "questione" posta dalle Procure. Dopo diversi consigli e preso atto delle normative della Mammì, finalmente la Corte si pronuncia ribadendo l'importanza costitutiva della pluralità e, quindi, il dovere dei due componenti del "duopolio" nel frattempo formatosi di recedere dalle proprie posizioni lasciando spazio a soggetti terzi.
Questo nel 1996, dopo un percorso di giudizio durato 10 anni e una situazione giuridicamente insostenibile e democraticamente inaccettabile.

Parlare di "invasione di campo" e "uso della Corte Costituzionale" mi sembra, quantomeno, improprio.

cerbert
06-08-2004, 10:59
Originariamente inviato da Proteus
Allora impari ad occuparsi del suo lavoro ammettendo o meno la costituzinalità delle leggi e senza stiracchiare le interpretazioni in modo da favorire certe correnti di opinione politica e per infilare bastoni tra le ruote del governo. Se ne vuoi un esempio lo sono le ultime sentenze sulla legge Bossi/Fini, nelle quali hanno attribuito, in palese contrasto con le intenzioni dei promulgatori, la qualifica di cittadino a qualsiasi immigrato, anche clandestino, mentre sarebbe solo un ospite e, nel caso dei clandestini, pure sgradito.

Ciao

P.S. La cc di invasioni di campo ne commette a bizzeffe e sarebbe tempo la smettesse e facesse il suo lavoro in silenzio e con scrupolo ma la battaglia per il potere che si sta svolgendo da anni tra magistratura, non ne dovrebbe avere perchè le manca il voto dei cittadini, ed i politici che ne hanno fin troppo perchè non esistono modalità di controllo lo impedisce ed i cittadini ne pagano, è evidentissimo, lo scotto.

Proteus, onestamente non capisco tutto questo livore nei confronti della Corte Costituzionale se non con il fatto che abbia cassato delle leggi ridicole rispettando ALLA LETTERA le intenzioni dei promulgatori che, dopo leggi razziali e quant'altro, avevano ben capito l'importanza del rendere OGNI PERSONA uguale di fronte alla legge... e non solo il tuo vicino di casa o chi ti sta gradito.

Detto questo, non posso che invitarti a consultare qualche testo minimo di giurisprudenza per avere conferma del fatto che la Corte Costituzionale si pronuncia SOLO se interpellata e che, tra l'altro, non la possono interpellare il signor Pino o il signor Gino, ma deve essere un'altra istituzione dello stato che si trovi di fronte ad un dubbio legislativo che richiede una convalida costituzionale.
Quindi, nel caso dell'emittenza televisiva come nel caso della Bossi-Fini, il parere gli è stato RICHIESTO. Non si sono svegliati la mattina e hanno detto: "massì, facciamo vendere due o tre reti a quel palazzinaro antipatico".

Inoltre, la Corte Costituzionale, altro errore che fai, NON FA parte della magistratura nè è composta da magistrati ordinari. Fanno parte della Corte Costituzionale delle persone indicate dagli organi esecutivi e legislativi dello stato. Sono dei tecnici non dei magistrati.

Cfranco
06-08-2004, 13:07
Originariamente inviato da Proteus
Perchè fa politica invece di limitarsi a fare il suo lavoro e mi pare basti ed avanzi come motivo ...
Ah si , quando si parla di televisione si fa politica :rolleyes:
Evidentemente il rispetto delle leggi é un optional per il nostro presidente del consiglio , perché quando un giudice gli fa notare che la sta infrangendo "sta facendo politica" .
Perché invece non si parla di come per 5 anni Mediaset abbia vìolato le leggi senza dover rispondere a nessuno ?
Perché non si parla di una nuova legge sull' assetto televisivo che sarà fatta a pezzettini dalla corte europea ( ma si sa , anche questa corte "fa politica" ) perché vìola tutte le norme antitrust ?
Perché non parliamo di come da 7 anni ci sono due aziende che *per legge* devono mantenere attrezzature per la trasmissione televisiva in perfetta efficenza , per 7 anni hanno pagato lo stato per trasmettere sul territori nazionale , ma da 7 anni stanno aspettando che le loro legittime e pagate profumatamente frequenze siano libere dall' occupazione abusiva di Mediaset ?
Ah si perché se si parla di questo "si fa politica" :rolleyes:

cerbert
06-08-2004, 13:25
Originariamente inviato da Proteus
Perchè fa politica invece di limitarsi a fare il suo lavoro e mi pare basti ed avanzi come motivo e poco importa se si pronuncia solo dietro richiesta quando il pronunciamento e sul tenore di certi cui abbiamo avuto modo, al di la delle personali convinzioni e convenienza politica, di assistere.

Che legge sull'immigrazione sia ridicola è tua lecita opinione ma ancor più ridicolo e riconoscere il titolo di cittadino, la sentenza in oggetto parla chiaro, a ci altri non è che un ospite e che, nel caso dei clandestini, è pure indesiderato dalla quasi totalità dei cittadini, al solo fine di mettere a questo provvedimento bastoni tra le ruote per, è evidente, spezzare una o più lance a favore di una ben definita parte politica.

Se questi sono comportamenti leciti per una cc io sono il presidente degli stati uniti della terra.

Ciao

P.S. Non può un tale organismo ostacolare un provvedimento, per quanto sia discutibile stravolgendo lo spirito ed intenzioni di coloro che l'hanno scritta.

Caro signor Presidente degli Stati Uniti.

E' ormai una vecchia e adusa abitudine affermare che chi si pronuncia contro di noi "sta facendo politica". Lo utilizzavano i sessantottini ai loro tempi per dire che qualsiasi sanzione in cui incorrevano, compreso la multa per divieto di sosta, era in realtà una "decisione politica di intento persecutorio".
Quindi, "al di là delle personali convinzioni e convenienza politica" io non vado perchè non mi pare che il tuo giudizio sia slegato da tale valutazione.

Valutazione che ti porta ad affermare cose fondamentalmente errate. La Corte Costituzionale non ha MAI affermato che un immigrato clandestino, gradito o sgradito, sia un cittadino italiano. La Corte Costituzionale ha ricordato che la Norma Costituzionale afferma che "La legge è uguale per tutti" e che, da nessuna parte è stata aggiunta la postilla "i cittadini italiani".

E questa era, fino a prova contraria, l'intenzione di chi ha scritto la Costituzione, per due fondate opinioni.
1) la nozione della "certezza del diritto = uguaglianza di fronte alla legge" non è un prodotto italiano ma europeo e viene sancito in un percorso di almeno due secoli, dopo che tutti i tentativi di ottenere un "uguaglianza limitata" avevano fallito clamorosamente. Del resto, è un dato autoevidente che se solo si introducesse una "eccezione" all'applicazione del diritto, immediatamente tutto il diritto diverrebbe inapplicabile. Se, infatti, domani un cittadino, diciamo, giapponese, lanciato a 230Km/h su una strada cittadina venisse fermato, egli potrebbe, appellandosi a presunte intenzioni dei Padri Costituenti italiani, affermare che, in realtà, il limite di velocità riguarda solo i "cittadini italiani".
2) IN PARTICOLARE, in Italia, si usciva da un disastro sociale e una situazione criminale in cui la legge era stata CONCEPITA e APPLICATA come "particolarista". Le "leggi razziali" furono un perfetto esempio dei danni di un diritto che si applica solo ad alcuni e, vorrei ricordare, vennero proprio giustificate con l'argomentazione che i "giudei" non erano proprio "italiani, italiani". Coloro che uscirono (vivi) da questo disastro, ne avevano comprensibilmente, LE PALLE PIENE di leggine fatte per separare i "cittadini" dagli altri sfigati.

Per questi due motivi, uno legato alla storia europea e uno legato alla storia italiana, mi pare (mia opinione) che sia un bel tentativo, dettato dalle " personali convinzioni e convenienza politica" stravolgere "lo spirito ed intenzioni di coloro che l'hanno scritta" affermando che, quando viene scritto "La legge è uguale per tutti" in realtà non si intenda proprio "tutti, tutti".

E qui mi fermo, altrimenti avrei anche pareri personali sulla comparata indesiderabilità di determinate tipologie di persone rispetto ad altre.

cerbert
06-08-2004, 14:13
Originariamente inviato da Proteus
Ho detto della terra e non di un paesuncolo qualsiasi.;)

Su questo vedo proprio non concordiamo, io sarei molto molto duro con chi entra clandestinamente fino al punto da spedirlo al lavori forzati automaticamente fino all'accumulo, detratte le spese di mantenimento, della somma necessaria al rimpatrio e poi via a casa sua. Se non mi dice chi è rimane ai lavori forzati sine die o fino a quando non dichiara la sua identità e provenienza permettendomi di rispedirlo a casa sua. Vuoi scommettere che l'immigrazione clendestina suibirebbe un drastico ridimensionamento ?. E non venirmi a predicare di civiltà giuridicam, diritti o altro, io a casa altrui non entro se non invitato e concordo con chiunque veda chi lo fa, quale ne sia la ragione, come il fumo negli occhi.

Ciao

P.S. Pensa come posso mai essere d'accordo con una corte che propugna intenti totalmente opposti. A proposito, il tuo esempio del giapponese è una fesseria perchè a casa di altri si hanno i doveri ma non tutti idiritti che sono riservati ai proprietari della casa e questo vale per gli altri qui come per noi a casa d'altri e ti assicuro che ho sempre osservato, sono stato molto all'estero per lavoro, questa regola.

Guarda, se vuoi posso anche scommetterci uno stipendio.
I clandestini, per venire in Italia, vanno incontro ad alte probabilità di morire (e di morti piuttosto dolorose come soffocamento o annegamento) e tu spereresti di fermarli con i lavori forzati? A queste condizioni il mio stipendio è sicuro come in una cassaforte! :D
Dopo di che, essendo la civiltà giuridica l'unica che conosco e riconosco, chiaramente ad essa mi riferisco e posso tranquillamente dire che in qualsiasi PAESE DEMOCRATICO se è vero che non godo di tutti i diritti, ho comunque la certezza di godere degli stessi diritti di qualsiasi altro cittadino qualora io debba rispondere di fronte alla legge.
Questo non vale, ovviamente, se mi trovassi a Cuba piuttosto che in Corea, Cina o in Arabia Saudita... ma se si intende fare dell'Italia un clone di queste simpatiche realtà, ecco che tocca a me diventare piuttosto intransigente con chi propone, qualsiasi siano le sue ragioni, soluzioni di tale fatta.

Comunque, mi pare che l'argomento primo fosse l'emittenza televisiva e un percorso di 20 anni che ha portato ad una situazione di duopolio ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE con qualsiasi raccomandazione della Costituzione sulla libertà e la pluralità di opinione.
Che la Corte Costituzionale ha sanzionato l'ultima volta ormai OTTO anni fa.

Aleres
06-08-2004, 14:56
Quoto in pieno tutto quello che ha scritto Cerbert e per precisone aggiungo che la Corte Costituzionale è così composta:

Nell'attribuire il potere di nomina dei componenti della Corte, la Costituzione ha operato un delicato e complesso bilanciamento fra le diverse esigenze che si sono dette. Un terzo dei giudici (cioè cinque) è eletto dai magistrati di ciascuna delle tre magistrature superiori (tre dalla Corte di cassazione, uno dal Consiglio di Stato, uno dalla Corte dei conti), a maggioranza assoluta (metà più uno dei componenti del collegio elettorale) e con eventuale ballottaggio fra i più votati. Altri cinque sono eletti dal Parlamento in "seduta comune", cioè dalle due Camere riunite, con un voto a maggioranza di due terzi dei componenti nei primi tre scrutini, e di tre quinti dei componenti (cioè circa 570, sui circa 950 deputati e senatori) dal quarto scrutinio in poi. Gli ultimi cinque sono scelti dal Presidente della Repubblica di propria iniziativa.
I giudici provenienti dalle magistrature sono portatori di qualificate esperienze giudiziarie e sono sganciati dalle scelte degli organi politici.
I giudici di nomina parlamentare (scelti per lo più tra professori e avvocati, ma anche fra magistrati) possono più facilmente essere portatori di esperienze e di sensibilità presenti nelle assemblee rappresentative (spesso hanno anche alle spalle un'attività parlamentare), ma l'elevato numero di voti richiesto per l'elezione fa sl che non sia la sola maggioranza a sceglierli: normalmente intervengono accordi fra le forze politiche presenti in Parlamento, per cui i giudici eletti sono sì indicati, ciascuno, da forze parlamentari diverse, di maggioranza e di opposizione, ma sono accettati e votati dalle une e dalle altre. Non è raro che il raggiungimento degli accordi e del consenso necessari richieda molto tempo e molte votazioni: è per questo che, quando nuovi giudici devono essere eletti dal Parlamento, accade che l'elezione ritardi, e nel frattempo la Corte continui a funzionare a ranghi ridotti, cioè con un numero di componenti inferiore a quindici ma mai inferiore a undici. I giudici eletti dal Parlamento non sono comunque rappresentanti o mandatari delle forze che li hanno indicati, ma, al pari di tutti gli altri componenti della Corte, sono indipendenti dai partiti che li hanno eventualmente designati e dallo stesso Parlamento che li ha eletti.
I cinque giudici nominati dal Capo dello Stato sono scelti normalmente in funzione di integrazione o di equilibrio rispetto alle scelte effettuate dal Parlamento, in modo tale che la Corte costituzionale sia 10 specchio il più possibile fedele del pluralismo politico, giuridico e culturale del Paese.
La pluralità delle provenienze e delle fonti di designazione favorisce la presenza di esperienze e competenze diverse (per esempio, di esperti nei diversi campi del diritto, penale, civile, amministrativo, ecc.), nonché sensibilità e di orientamenti differenti. Ma ciò che conta soprattutto è che, nel collegio, i giudici sono tutti eguali, e danno il loro contributo a titolo individuale. Non ci sono nella Corte gruppi o "partiti": ognuno giunge col suo bagaglio di esperienze e di idee, e lo immette nel lavoro collegiale dimenticando, in un certo senso, la propria provenienza e la propria fonte di designazione {per cui è improprio assegnare i giudici ai diversi raggruppamenti politici e partitici, secondo ciò che si fa, ad esempio, per i membri del Parlamento). Di fatto, il numero limitato dei giudici, il metodo collegiale e l'esclusività dell'impegno nel lavoro della Corte (durante il mandato i giudici non possono svolgere nessun'altra attività professionale, e tanto meno attività politica), la durata del mandato e la lunga consuetudine di lavoro comune (quando la Corte è riunita, tutti i giudici trascorrono sei-sette ore al giorno nella "camera di consiglio", ove discutono tra loro e deliberano nel totale segreto) fanno sì che la fisionomia e le dinamiche interne della Corte siano legate essenzialmente alla personalità dei suoi componenti. Nello stesso tempo, poiché il "prodotto" della Corte (le sue decisioni) è sempre e solo collettivo, esso va sempre considerato come il frutto della integrazione fra i diversi apporti individuali.

cerbert
06-08-2004, 16:03
Originariamente inviato da Proteus
Sempre se ti presenti non da clandestino dichiarando la tua identità e provenienza, chi entra da clandestino viola casa altrui e commette subito un abuso ed ha il solo diritto di essere trattato in modo non disumano. Farlo lavorare per mantenersi e guadagnare quanto occorre per rispedirlo a casa sua senza farlo gravare sui contribuenti non è altro che atto dovuto altrimenti si autorizza qualsiasi violazione.

Ragazzo mio, una volta che avessero compreso che la clandestinità non è la via giusta e si finisce, percorrendola, nei guai si presenterebbero regolarmente nel modo dovuto ma consentire la clandestinità è una cosa contraria alla logica ed al buonsenso. Puoi invocare tutto ciò che ti piace ma se pensi a casa tua e a qualcuno che entra senza essere invitato e vi si insedia a tue spese aiutato da tuo tuo famigliare che pensa all'accoglienza dovresti capire bene che non è cosa accettabile.


Ripeto, non penso che la prospettiva dei lavori forzati o di qualsiasi altra sanzione spaventi più di tanto chi, a vario titolo, rischia la vita per emigrare clandestinamente. Se il mondo si reggesse su principi razionali, sarebbe molto bello, ma non è così.
Non entro nel dettaglio delle esperienze di casa mia, ti basti la mia dichiarazione che solo essere ridotti alla fame ci tratterrà dal comportarci come crediamo giusto. Sempre meglio che fare come molti torinesi che, da una parte schifano i clandestini e dall'altra gli affittano dei garages a 400EuX6 persone, sicuri di averli in pugno. Questi, certamente, non li perdonerei mai, fossero anche miei famigliari.


Riguardo il duopolio credo siamo d'accordo ma i politici, anche quelli di sx, ne sono i principali responsabili perchè negli anni 70 e 80 hanno cercato con tutti i mezzi di conservare il monopolio pubblico, leggi rai, delle trasmissioni televisive in diretta nazionale. L'unica soluzione sarebbe stata il pribatizzare la rai e limitare il numero delle reti ad una o due per soggetto ma questo si scontrava con il manuale cencelli ed allora voilè ecco il Berluska che ha potuto reggere perchè aveva denaro ed appoggio politico adeguato. Ora rimediare non è cosa facile, solo una progressiva regolamentazione del mercato potrebbe rimediare ma occorre tempo. In più sono convinto che se mediaset finisse nelle mani dello svizzero la sx cesserebbe di urlare come per incanto.

Ciao

Con tutte le colpe che si possono dare ai governi degli anni '70, questa mi sembra eccessiva. In realtà, fino agli anni 80, non esistevano i presupposti tecnologici per insediare dei network nazionali in Italia e, quando esistettero, fu ben abile il signor S.B. ad approfittarne e a raggiungere una posizione di rilievo anche grazie ad una forza politica ben orientata a sostenere un "amico" portavoce.
Ma prima, certamente la DC si batteva perchè nessuno mettesse le mani su RaiUno, i socialisti non volevano altri cantori a RaiDue e, infine, il PCI difendeva a spada tratta RaiTre. Ma internamente alla Rai, di concorrenza esterna non si parlava neanche.