majin mixxi
18-05-2004, 18:43
Qualcuno lo ha letto?
Il bestseller di Brown, 7,5 milioni di copie in America, rielabora l' ipotesi di un Leonardo maestro di misteri antichi. Sullo schermo diretto da Ron Howard
NEW YORK - L' America torna a dividersi sul cristianesimo. Poche settimane dopo il film di Gibson, la nuova polemica riguarda «Il codice da Vinci»: il bestseller internazionale di Dan Brown che trasforma il cristianesimo in una cospirazione segreta gestita per secoli dalla Chiesa. Il libro, che in 13 mesi ha venduto oltre sette milioni di copie negli Usa (secondo indiscrezioni è l' unico romanzo letto dal presidente George W. Bush nell' ultimo anno) ha scatenato l' ira delle potenti chiese cristiane Usa. Le stesse che hanno trasformato il controverso «Passione» di Mel Gibson nell' hit religioso più ricco della storia hollywoodiana. «Si tratta di una mobilitazione di uomini e mezzi davvero straordinaria - scrive il New York Times - i paladini della cristianità, dai cattolici romani ai protestanti evangelici, sono uniti nel far guerra al Codice perché temono che possa minare i capisaldi del pensiero e della dottrina cristiani». Una dozzina di libri anti-Brown stanno invadendo le librerie degli Stati Uniti: tutti con la promessa di rompere o svelare il codice e di confutare i contenuti del libro. La protesta è sbarcata in centinaia di parrocchie che da una costa all' altra del Paese distribuiscono depliant gratuiti e organizzano seminari per fugare i dubbi dei fedeli sollevati dal libro. Alcuni parroci si sono spinti più in là, attaccando il libro, definito da alcuni «demoniaco» e «Anticristo» dal pulpito domenicale. Le critiche hanno acquisito un' urgenza particolare alla vigilia delle riprese dell' omonimo film che il regista Ron Howard si prepara a girare ad Hollywood. Come il thriller storico cui s' ispira, anche la pellicola sostiene la tesi secondo cui la Cristianità è stata fondata su un intrigo elaborato per secoli dalla Chiesa e in particolare dall' Opus Dei (descritta come una setta sadica e omicida) per nascondere che Gesù Cristo fosse in realtà un mortale, che sposò Maria Maddalena ed ebbe figli, i cui discendenti oggi vivrebbero in Francia. L' America che ha levato gli scudi per difendere Gibson, adesso sta facendo di tutto per contrastare Brown. «Le tesi del Codice sono un assalto talmente diretto contro le fondamenta stesse della fede cristiana che non è possibile tacere», spiega il reverendo di Chicago Erwin W. Lutzer, autore di "The da Vinci Deception" e uno dei più influenti leader degli oltre 80 milioni di evangelici americani. «Non stiamo parlando di un innocente romanzo qualsiasi con una trama affascinante - gli fa eco il reverendo James L. Garlow, autore di "Cracking da Vinci' s Code" e pastore della Skyline Wesleyan Church di San Diego - ma di un falso che cerca di inculcare soprattutto ai giovani tesi storicamente imprecise e scorrette. E ci sta riuscendo. Un' intera generazione biblicamente analfabeta - incalza - sta cominciando a credere nella nozione che Dio non è divino e che non è il figlio di Dio. Nei licei e nei campus "il Codice" è un fenomeno alla Harry Potter». Alcuni prelati hanno confessato al New York Times di essere «indignati» dai passaggi del libro che celebrano il femminismo, l' anticlericalismo e forme pagane di culto. Secondo loro Brown non è altro che un sovversivo liberal che cerca di sfruttare l' erosione di fiducia nei confronti della Chiesa Cattolica Romana all' indomani dello scandalo dei preti pedofili. Come reagisce il diretto interessato alle accuse? «Dan Brown è impegnato nel suo nuovo libro e non ha tempo per rispondere», replica il suo agente, rimandando al sito web dove l' autore sollecita «le polemiche erudite sul mio libro». Libro che nel prologo intitolato «fatti» sostiene che «tutte le descrizioni di opere d' arte, architettura, documenti e riti segreti nel libro sono accurati». Ma gli studiosi cristiani tornano ad accusarlo di plagio. Il suo libro ripropone infatti le stesse tesi di un altro best seller, «Holy Blood, Holy Grail», pubblicato nel 1980 e basato su documenti rinvenuti nella Bibliotheque Nationale de France, che sono poi risultati falsi.
di: Alessandra Farkas
da: Il Corriere della Sera
pagina: cronache
Il bestseller di Brown, 7,5 milioni di copie in America, rielabora l' ipotesi di un Leonardo maestro di misteri antichi. Sullo schermo diretto da Ron Howard
NEW YORK - L' America torna a dividersi sul cristianesimo. Poche settimane dopo il film di Gibson, la nuova polemica riguarda «Il codice da Vinci»: il bestseller internazionale di Dan Brown che trasforma il cristianesimo in una cospirazione segreta gestita per secoli dalla Chiesa. Il libro, che in 13 mesi ha venduto oltre sette milioni di copie negli Usa (secondo indiscrezioni è l' unico romanzo letto dal presidente George W. Bush nell' ultimo anno) ha scatenato l' ira delle potenti chiese cristiane Usa. Le stesse che hanno trasformato il controverso «Passione» di Mel Gibson nell' hit religioso più ricco della storia hollywoodiana. «Si tratta di una mobilitazione di uomini e mezzi davvero straordinaria - scrive il New York Times - i paladini della cristianità, dai cattolici romani ai protestanti evangelici, sono uniti nel far guerra al Codice perché temono che possa minare i capisaldi del pensiero e della dottrina cristiani». Una dozzina di libri anti-Brown stanno invadendo le librerie degli Stati Uniti: tutti con la promessa di rompere o svelare il codice e di confutare i contenuti del libro. La protesta è sbarcata in centinaia di parrocchie che da una costa all' altra del Paese distribuiscono depliant gratuiti e organizzano seminari per fugare i dubbi dei fedeli sollevati dal libro. Alcuni parroci si sono spinti più in là, attaccando il libro, definito da alcuni «demoniaco» e «Anticristo» dal pulpito domenicale. Le critiche hanno acquisito un' urgenza particolare alla vigilia delle riprese dell' omonimo film che il regista Ron Howard si prepara a girare ad Hollywood. Come il thriller storico cui s' ispira, anche la pellicola sostiene la tesi secondo cui la Cristianità è stata fondata su un intrigo elaborato per secoli dalla Chiesa e in particolare dall' Opus Dei (descritta come una setta sadica e omicida) per nascondere che Gesù Cristo fosse in realtà un mortale, che sposò Maria Maddalena ed ebbe figli, i cui discendenti oggi vivrebbero in Francia. L' America che ha levato gli scudi per difendere Gibson, adesso sta facendo di tutto per contrastare Brown. «Le tesi del Codice sono un assalto talmente diretto contro le fondamenta stesse della fede cristiana che non è possibile tacere», spiega il reverendo di Chicago Erwin W. Lutzer, autore di "The da Vinci Deception" e uno dei più influenti leader degli oltre 80 milioni di evangelici americani. «Non stiamo parlando di un innocente romanzo qualsiasi con una trama affascinante - gli fa eco il reverendo James L. Garlow, autore di "Cracking da Vinci' s Code" e pastore della Skyline Wesleyan Church di San Diego - ma di un falso che cerca di inculcare soprattutto ai giovani tesi storicamente imprecise e scorrette. E ci sta riuscendo. Un' intera generazione biblicamente analfabeta - incalza - sta cominciando a credere nella nozione che Dio non è divino e che non è il figlio di Dio. Nei licei e nei campus "il Codice" è un fenomeno alla Harry Potter». Alcuni prelati hanno confessato al New York Times di essere «indignati» dai passaggi del libro che celebrano il femminismo, l' anticlericalismo e forme pagane di culto. Secondo loro Brown non è altro che un sovversivo liberal che cerca di sfruttare l' erosione di fiducia nei confronti della Chiesa Cattolica Romana all' indomani dello scandalo dei preti pedofili. Come reagisce il diretto interessato alle accuse? «Dan Brown è impegnato nel suo nuovo libro e non ha tempo per rispondere», replica il suo agente, rimandando al sito web dove l' autore sollecita «le polemiche erudite sul mio libro». Libro che nel prologo intitolato «fatti» sostiene che «tutte le descrizioni di opere d' arte, architettura, documenti e riti segreti nel libro sono accurati». Ma gli studiosi cristiani tornano ad accusarlo di plagio. Il suo libro ripropone infatti le stesse tesi di un altro best seller, «Holy Blood, Holy Grail», pubblicato nel 1980 e basato su documenti rinvenuti nella Bibliotheque Nationale de France, che sono poi risultati falsi.
di: Alessandra Farkas
da: Il Corriere della Sera
pagina: cronache