gik25
02-02-2004, 12:42
Da bambino come ognuno di voi sognavo “il potere” (tutti i bimbi hanno lo stesso chiodo fisso, è dimostrato da numerose ricerche psicologiche) e col passare del tempo tale sogno, tra le sue tante possibili forme si configurava come due alternative: a) fare qualcosa di utile e importante, b) governare una nazione e decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Concentriamoci sulla b.
Fin qui la discussione potrebbe sembrare insulsa, ma è proprio da questo momento che cambiano le cose: io non abbandono mai una riflessione e ogni tanto continuo a riflettere su cose a cui pensavo quando ero piccolo. Ebbene riflettendo mi sono reso conto di quanto è difficile (al limite dell’impossibile essere giusti), sia se si deve dividere con gli altri il proprio potere (politica attuale) sia se si ha il potere assoluto.
Chi di voi è abituato a riflettere capirà immediatamente di cosa parlo: NON esiste la verità e la giustizia. Esiste al più una (su tante) verità e una (su tante) giustizia. Non c’è la verità assoluta, e le cose non sono mai né bianche né nere. Ci sono troppe sfumature per fare la “cosa giusta”.
Ed è proprio la conclusione della mia riflessione che mi ha stupito: “disperato” da questo dilemma e dalla immensa difficoltà di anche solo tentare di essere giusti, ho concluso: ma perché dovrei essere giusto?
………
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Mi spiego meglio. Non è la riflessione di un politico magnaccio che pensa: cazzo de gusto a ruba tanto lo fanno tutti.
È la riflessione di un uomo ligio al dovere e sensibile ai problemi dei più deboli, che tenta “disperatamente” di realizzare un mondo migliore e fare la cosa giusta. Che, stremato dalla difficoltà di tal compito, si perde in una riflessione: perché dovrei fare la cosa giusta? E non trova risposta...
Fin qui la discussione potrebbe sembrare insulsa, ma è proprio da questo momento che cambiano le cose: io non abbandono mai una riflessione e ogni tanto continuo a riflettere su cose a cui pensavo quando ero piccolo. Ebbene riflettendo mi sono reso conto di quanto è difficile (al limite dell’impossibile essere giusti), sia se si deve dividere con gli altri il proprio potere (politica attuale) sia se si ha il potere assoluto.
Chi di voi è abituato a riflettere capirà immediatamente di cosa parlo: NON esiste la verità e la giustizia. Esiste al più una (su tante) verità e una (su tante) giustizia. Non c’è la verità assoluta, e le cose non sono mai né bianche né nere. Ci sono troppe sfumature per fare la “cosa giusta”.
Ed è proprio la conclusione della mia riflessione che mi ha stupito: “disperato” da questo dilemma e dalla immensa difficoltà di anche solo tentare di essere giusti, ho concluso: ma perché dovrei essere giusto?
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Mi spiego meglio. Non è la riflessione di un politico magnaccio che pensa: cazzo de gusto a ruba tanto lo fanno tutti.
È la riflessione di un uomo ligio al dovere e sensibile ai problemi dei più deboli, che tenta “disperatamente” di realizzare un mondo migliore e fare la cosa giusta. Che, stremato dalla difficoltà di tal compito, si perde in una riflessione: perché dovrei fare la cosa giusta? E non trova risposta...