E' un po' lunghetto.......:)
Inquinare meno risparmiando ?
Dossier biocarburanti - 2a parte
di
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Premessa
Perdonate la lungaggine, ma ritengo doverosa una breve premessa a questo secondo lavoro, non foss'altro per spiegarne il ritardo.
Dopo aver terminato la prima parte del dossier sul biodiesel (che potete leggere nell'Edicola del nostro sito oppure andando a http://www.mondosolidale.it/dossier_1_bio.htm), intendevo proseguire parlando della legislazione in materia, delle azioni (o in-azioni) compiute dallo Stato, di alcuni progetti o realizzazioni degli Enti locali (il Comune di Monsano sopra tutti) e di quello che in prima persona potevamo fare per acquistare bio-diesel.
Il tempo scorreva e non mi decidevo ad iniziare.
Poi, due fatti.
Il primo, sollecitato dalla malattia di una persona cara: un'accesciuta consapevolezza sulla remissività a cui ero abituato nei confronti dell'inquinamento. Con la mia auto a gasolio ne producevo ogni giorno, senza il minimo interesse su che cosa buttavo nell'aria, se e come era tossico, se potevo fare qualcosa altrimenti, ecc. ecc.
Il secondo si sommava a voci già sentite.
Un meccanico, da cui vado a far controllare i freni e che interrogo sulle sue eventuali conoscenze circa il biodiesel, mi dice che..."C'è un mio cliente, con una BMW, fa il rappresentante e percorre 80.000 km all'anno e va al 50 % a gasolio e al 50 % con olio di semi vari..."
"Come olio di semi vari?" faccio io "Non con il bio-diesel?"
"No. No. Acquista dei fusti come grossista da 25 litri proprio di olio di semi vari... e il motore va che è una bellezza!"
Calma, mi sono detto.
E da questa "calma" nasce questa piccola ricerca personale
Un avviso
Nel libretto di manutenzione della mia auto, l'auto con cui ho condotto questo esperimento (ASTRA 2.0 DTI CDX, immatricolata nel gennaio del 2000), a pag. 138 su "Carburanti per motori diesel", leggo:
"I motori diesel vanno alimentati esclusivamente con carburante diesel del tipo normalmente reperibile in commercio e conforme a quanto prescritto dalla normativa vigente DIN EN 590. Non è consentito l'utilizzo di carburante per uso marino, gasolio per il riscaldamento o altro, normalmente prodotto in parte o completamente dalle piante"
Questo non può che farmi supporre la lungimiranza del legislatore o della Opel, sicuramente preoccupati per la sorte del mio motore o per il pericolo di maggiore inquinamento.
L'acronimo DIN EN indica l'edizione tedesca di standard europei.
Ho girovagato un po' tra norme e leggi italiane ed europee ed essendo un profano non ho tratto conclusioni definitive. Alcune opinioni sostengono la possibilità di incorrere nelle ire della finanza, a causa dell'evasione della tassa sul carburante, altre ribattono che - se non inquino - posso mettere nella mia auto ciò che voglio.
Non so.
Questo, naturalmente, è solo un test.
Preciso, se mai ce ne fosse bisogno, che non sono un meccanico e che - a parte i dati oggettivi sulle prove tecniche - le conclusioni che traggo da questo test sono frutto di opinioni ed esperienze personali e che non posso e non voglio assumere alcuna responsabilità circa eventuali emulazioni da parte di terzi di quanto descritto in seguito
Oggetto
Nel periodo tra settembre e ottobre 2002 ho percorso circa 2000 km con la mia auto diesel, utilizzando come carburante una miscela composta al 50 % di gasolio e al 50 % di olio di semi vari, più precisamente olio di soia e olio di colza. Al termine del chilometraggio stabilito ho fatto analizzare il rendimento del motore e i fumi allo scarico per misurne l'opacità; poi sono ritornato a fare il pieno esclusivamente di gasolio e ho ripetuto le analisi sul motore e sull'opacità allo scarico; infine ho sottoposto la mia auto ad un controllo presso un'officina autorizzata per verificarne lo stato, sopratutto per quanto riguarda la condizione dei filtri.
Lo scopo penso sia chiaro. Se verificavo che miscelando il gasolio con un semplice olio di semi vari riuscivo a mantenere più o meno inalterate le prestazioni del motore e abbassare l'emissioni di inquinanti, particolato in testa, potevo affermare di aver trovato un "carburante alternativo", almeno nei confronti della riduzione dell'inquinamento.
Di seguito elenco subito i risultati, posponendo di poco le considerazioni sulle prove, sugli inquinanti e su vari auspici futuri.
Risultati del Test
Auto
marca OPEL
modello ASTRA DTI-16V
cilindrata 1995
Potenza Max 74 kW
Anno immatricolazione 2000
Km percorsi al momento di inizio test circa 71.000
Prove di rendimento
con MISCELA 50% gasolio + 50% olio di semi vari data: 21 ottobre 2002 con GASOLIO al 100 %data: 28 ottobre 2002
Pot. alla ruota (kw) Perdita(kw) Pot.motore (kw) Trazione(kN) Pot. alla ruota (kw) Perdita(kw) Pot.motore (kw) Trazione(kN)
52 22 74 1.35 49 21 70 1.28
Momento torcente(Nm) max Momento torcente(Nm) Velocità(km/h) Giri(1/min) Momento torcente(Nm) max Momento torcente(Nm) Velocità(km/h) Giri(1/min)
193 247 138.8 3649 179 232 136.5 3725
Prove di opacità
con MISCELA 50%gasolio+50% olio di semi varidata: 21 ottobre 2002 con GASOLIO al 100 %data: 28 ottobre 2002
Accelerazione di misura Opacità Accelerazione di misura Opacità
C K [m-1] C K [m-1]
1 0,94 1 1,15
2 0,64 2 2,00
3 0,72 3 0,85
4 1,43 4 0,85
5 0,79 5 1,18
6 0,71 * 6 0,62
* 7 0,56 * 7 0,65
* 8 0,54 * 8 0,86
* 9 0,50 * 9 0,82
* 10 0,59
Limite : L = 2,5 m-1 Limite : L = 2,5 m-1
(kmax - Kmin) = 0,09 m-1 (kmax - Kmin) = 0,24 m-1
Media aritmetica dell'opacita = 0,54 m-1 Media aritmetica dell'opacita = 0,73 m-1
Olio utilizzato
Marca
Tipo Olio di Semi Vari
Prezzo Euro 3,50 x 5 litri (Euro 0,70 x litro)
Note Olio di Colza e di Soia
Costo Gasolio: tra Euro 0,85 e 0,89 al litro
Note e considerazioni sulle prove
L'auto
L'auto sottoposta a test è un 2000 turbodiesel, relativamente nuova, con due anni e 70.000 chilometri sulle ruote.
Prove di rendimento
Una parte di ciò che cercavo di verificare è stata pienamente ottenuta e con risultati che vanno oltre ogni mia aspettativa: miscelando con olio di semi vari il carburante di un motore diesel non se ne danneggiano le prestazioni, anzi: i dati di targa del mio autoveicolo siano pienamente raggiunti solo con la miscela, mentre con il gasolio il rendimento peggiora leggermente.
Altro discorso riguarda la durata e/o eventuali problemi connessi ad un uso prolungato, ma su questo ritornerò più avanti.
Prove di opacità
Qui mi dilungo un po'.
Perché questa misura ?
Esistono molti inquinanti derivanti dal processo di combustione dei motori per autotrazione e molti decisamente pericolosi per la salute umana ed io non ho le conoscenze necessarie per un'analisi complessa come quella richiesta dall'argomento in questione. Una corretta valutazione in materia dovrebbe mettere in campo un gruppo di esperti (autonomi! Volontari ?) in grado di valutare l'intero ciclo di produzione, trasformazione, trasporto e consumo di un carburante per poterne valutare l'impatto ambientale.
Ad esempio, nel "COM(2001) 241 definitivo 2001/0107 (COD) - Proposta di DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO concernente la qualità della benzina e del combustibile diesel e recante modifica della direttiva 98/70/CE, la Commissione Europea in materia stima che la prossima "...produzione di benzine e combustibili diesel a tenore zero di zolfo comporta un aumento delle emissioni di CO2 durante il processo di raffinazione. Ipotizzando che nella Comunità siano prodotte esclusivamente benzine e combustibili diesel a tenore zero di zolfo, tale aumento è stimato attorno al 5% rispetto ai livelli attuali (ossia 4,6 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno)". Valutando costi e benefici - introduzione di un gasolio a basso tenore di zolfo, possibilità di ridurre il monossido di azoto - viene chiesta l'introduzione obbligatoria del nuovo gasolio dal 2005 e la sostituzione totale del vecchio carburante entro il 2010.
Annoto quindi l'intenzione della Commissione Europea di puntare ancora sul gasolio oltre l'anno 2010.
Personalmente ho iniziato questo percorso ricercando notizie sugli inquinanti derivanti dalla combustione del motore e sull'effetto che possono produrre sulla salute dell'uomo.
Dal sito della "Commissione Italiana Veicoli Elettrici e Stradali" rilevo i principali inquinanti e la suddivisione per tipi di motore di tre auto: :
Agenti Inquinanti BENZINA VERDE DIESEL METANO
polveri (mg/km) - particolato 10 55 0
SO2 (mg/km) - ossidi di Zolfo 225 115 95
NOx (mg/km) - ossidi d'Azoto 250 550 200
Composti organici volatili (mg/km) 410 100 60
CO (mg/km) - monossido di carbonio 2320 1100 1120
CO2 (g/km) - anidride carbonica 140 110 115
Tra questi l'unico che era alla mia portata misurare era la quantità di particolato. Esso è il composto, a parte gli ossidi di azoto, che rende il diesel particolarmente inquinante e pericoloso. Se l'emissione di particolato fosse bassa o azzerata, penso che il motore diesel potrebbe essere paragonato a quello spinto a metano.
Altra considerazione riguarda, come evidenziato sopra nel prossimo futuro, l'introduzione di carburanti con basso o bassissimo tenore di zolfo, con i quali sarà poi possibile ridurre l'azoto, e di motori che dovranno adeguarsi alle normative europee circa il minor consumo e la minor emissione di ossidi di carbonio.
Resta dunque il particolato che, leggo dal sito "Amici della Terra": in ambito urbano, l'inquinante più insidioso per la salute umana è costituito dalle polveri sottili (PM10 = Particulate Matter di dimensioni inferiori a 10 micron) che, come documentato dal Progetto europeo ExternE e dalle ricerche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), provocano ogni anno migliaia di morti premature e l'insorgere di gravi malattie; ed è noto che il PM10 viene emesso essenzialmente dai motori diesel (auto private e veicoli merci) e solo in piccola misura dalle auto a benzina.
Sulle 5256 tonnellate all'anno di polveri sottili (PM10) emesse in ambito urbano dalle autovetture, circa 28 sono responsabilità di propulsori a GPL, 1300 circa per macchine a benzina (catalizzate e non) e ben 3923 da auto diesel.
(Fonte: elaborazione Amici della Terra su dati inventario CORINAIR, ExternE)
Ancora: il Comune di Firenze nell'aprile del '99 emanava una sintesi su una "Valutazione preliminare della qualità dell'aria", rilevando che "(...) Le sorgenti di tipo industriale e quella da impianti termici domestici sono risultate trascurabili o poco significative rispetto a quella da trasporti stradali." e che "I veicoli diesel commerciali risultano responsabili di quote di emissione pari a 45% per NOx , 74% per PM10 (particolato)".
Una delle misure con cui è possibile stabilire quanto particolato emette la nostra auto è, appunto, rilevarne l'opacità.
Gli opacimetri sono degli strumenti che "(...) non misurano la massa direttamente ma misurano la quantità relativa di luce che passa attraverso i gas di scarico..." e "tali strumenti sono usati per determinare le emissioni in termini di fumosità visibile e forniscono un'indicazione approssimata sui livelli di emissioni di massa.".
Come se non bastasse, si precisa che "Il particolato oltre a produrre annerimento degli edifici, riduzione della visibilità, e irritazioni alle mucose degli occhi e del naso, è risultato essere cancerogeno ed è quindi estremamente pericoloso per la salute. La mutagenicità del particolato è stata accertata da numerosi Autori per mezzo del test del microsoma Salmonella typhimurium (Ames test), ed è da attribuirsi principalmente agli idrocarburi aromatici policiclici (PAH) come il benzopirene, presenti sulla superficie [25,32,84]."
(dal testo della tesi di laurea di Franz Mayer "Metodologie per la rigenerazione di trappole di particolato nella trazione diesel: Proposta e sperimentazione di un sistema innovativo a rigenerazione meccanica")
La prova si svolge inserendo la sonda dello strumento nella marmitta e spingendo a fondo il pedale dell'accelleratore ad intervalli stabiliti. Lo strumento legge le misure progressivamente e quando trova quattro letture vicine, sinonimo di un'emissione più o meno costante, si ferma e ne calcola la media.
Come mi è stato fatto notare, non ho effettuato la prova del gasolio nelle condizioni giuste. Avrei dovuto prima rilevare l'opacità con l'abituale percorrenza a gasolio, poi percorrere i 2000 km (o anche meno) con la miscela e poi rifare le prove. In questo modo la prova del gasolio non avrebbe beneficiato della "ripulitura" avvenuta circolando con l'aggiunta di olio.
Nonostante questo, immettendo il 50% di olio vegetale nel carburante si è avuta una riduzione dell'opacità (e del particolato) di circa il 26 %.
Interpellando esperti in materia, questi assicurano che se non ci fosse stata la "ripulitura" di cui sopra, la riduzione del particolato sarebbe stata molto superiore, probabilmente tra il 40 e il 50 %.
Va poi rilevato come le misure effettuate con la miscela siano decisamente più costanti e più basse di quelle con il gasolio...
E se avessi camminato con il 100 % di olio di semi vari scordando il gasolio ?
Avrei eliminato il particolato ??
Non è una prova che ho effettuato, quindi posso solo citare una testimonianza relativa ad un autotrasportatore che mi parlava di un noto meccanico della zona specializzato nelle pompe ad iniezione.
Il meccanico avrebbe testato una vecchia Fiat Ritmo Diesel portando lentamente l'olio di semi vari nella miscela del carburante dal 5% al 100 %. A questo punto il meccanico avrebbe affermato di aver azzerato l'emissione dei fumi (per non parlare della pompa ringiovanita "come nuova"!).
Utilizzo il condizionale non per sfiducia nella mia intervista. Ho sentito tante persone sull'utilizzo di olio come carburante, comprese alcune che lo utilizzano integralmente al posto del gasolio, ma cerco di rimanere fedele allo spirito di questo secondo dossier, basato su prove concrete, verificabili, effettuate dal sottoscritto e proseguo con la:
Verifica dal meccanico
Come ultima prova la mia auto, per nulla "affaticata" dal test in questione, è passata sotto le mani del meccanico per valutarne lo stato, attraverso la verifica dei filtri nafta e aria.
Non era certo una verifica completa con prove al banco e ogni pezzo passato al setaccio, ma probabilmente indicativa per una prima analisi.
Anche in quest'ultima "prova" non sono emerse controindicazioni nell'utilizzo della miscela da me utilizzata:
l'autoriparatore ha smontato e analizzato il filtro della nafta constatandone l'integrità e l'assenza di residui che potessero comprometterne la funzionalità.
Note aggiuntive al test
1) In coda al chilometraggio già effettuato ho portato la percentuale di olio al 60 % senza avvertire alcuna controindicazione; la macchina va splendidamente senza alcun problema.
2) L'olio utilizzato nel test è stato di soia e colza, al prezzo variabile di 0,70 o 0,69 al litro, presso i Supermercati della catena Cityper. Recentemente ho acquistato a fini di prova un olio di semi vari presso un Hard Discount LIDL, questa volta una miscela di olio di soia e olio di girasole, all'apparenza molto meno denso del precedente, al prezzo di 0,55. Anche in questo caso non ho avvertito problemi se non, "a pelle", forse suggestionato dal cambiamento, una leggera diminuzione delle prestazioni.
Le "Voci"
Chiamo questo capitolo del test "voci", anche se a volte erano vere e proprie "interviste". Ho raccolto le esperienze di molte persone, sia direttamente che tramite le auto-officine da me contattate. E si va da chi già utilizza solo olio di semi vari senza gasolio, con una Passat Turbodiesel, a chi versa da tempo nel suo furgone olio esausto proveniente chissà da dove e lo filtra in casa, dai pareri dei meccanici e le loro raccomandazioni, ad alcuni autotrasportatori o padroncini che "è da un pezzo!" che utilizzano un ciclo di olio per ripulire il circuito di alimentazione del motore. Da tutto questo ho ricavato l'impressione di essere arrivato buon ultimo in un "passaparola" sempre sussurato a pochi intimi, pochi che pian piano sono diventati tali e tanti da contribuire - negli ultimi due anni - loro malgrado alla lievitazione del prezzo dell'olio di semi vari.
E' vero, la tendenza tutta italiana di essere il più furbo e di arrivare a risparmiare prima del vicino ha portato singolarmente qualche vantaggio, risibile di fronte alla possibilità di ridurre sensibilmente l'inquinamento delle nostre città.
La Comunità Europea
Vorrei citare una "COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL
CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE E AL COMITATO DELLE REGIONI sui carburanti alternativi per il trasporto stradale e su una serie di misure per promuovere l’uso dei biocarburanti" [Bruxelles, 7.11.2001 - COM(2001) 547 definitivo 2001/0265 (COD) 2001/0266 (CNS)]
dove si dice che: "(...)Nei prossimi venti-trent’anni, invece, la produzione di petrolio nell’UE probabilmente diminuirà; in compenso, il consumo aumenterà" e che i Paesi dell'area OPEC saranno gli unici a poter far fronte a questo consumo. In questo contesto "il libro verde della Commissione “Verso una strategia europea di sicurezza dell’approvvigionamento energetico” stabilisce come obiettivo la sostituzione del 20% del
petrolio con combustibili alternativi nel settore dei trasporti stradali entro il 2020" ed individua "tre tipologie di carburanti alternativi che potrebbero svilupparsi fino a raggiungere ciascuna il 5% o più del mercato complessivo dei carburanti per autotrazione entro il 2020:
- biocarburanti,
- gas naturale,
- idrogeno."
Più avanti si aggiunge che "gli oli vegetali (colza, soia, girasole, ecc.) possono essere convertiti in sostituti del gasolio utilizzabili sia in forma pura che in miscela con il gasolio stesso" e che in futuro " i materiali organici di rifiuto possono essere convertiti in energia utilizzabile come carburante per autotrazione: gli oli di cucina usati in biodiesel, il letame e la frazione organica dei rifiuti domestici in biogas e i cascami vegetali in bioetanolo"
Credo sia molto importante un periodo successivo, dove si precisa che " In teoria i biocarburanti rappresentano un’alternativa ideale visto che, quando sono ottenuti da prodotti agricoli coltivati nell’UE, sono una risorsa autoctona praticamente al 100% e neutrale in termini di CO2, in quanto il loro tenore di carbonio era stato catturato in precedenza dall’atmosfera.
In realtà, però, i biocarburanti hanno un costo elevato (almeno 300 EUR in più per 1 000 litri di carburante convenzionale sostituito) e il consumo diretto e indiretto di energia nelle fasi di coltivazione e produzione dei carburanti fa sì che nel processo di produzione del biodiesel e del bioetano vadano perse rispettivamente la metà e più della metà del vantaggio in termini di CO2. È possibile ovviare a questo inconveniente alimentando il processo di produzione con cascami agricoli (paglia), anche se ciò aumenta tendenzialmente il sovraccosto rispetto ai carburanti convenzionali."
Chiudo la citazione estrapolando un ultima frase in cui si afferma che "I biocarburanti non possono essere considerati sostituti a lungo termine dei carburanti convenzionali nei volumi in cui questi vengono attualmente impiegati, a causa della limitazione dei terreni disponibili; tuttavia, essi meritano di essere sfruttati nel breve-medio periodo perché possono essere usati nei veicoli e nelle reti di distribuzione esistenti"
Insomma: cosa stiamo aspettando ???
Conclusioni e Controindicazioni
- penso sia auspicabile rendersi conto, introducendo determinate quantità d'olio al posto del gasolio, in che misura variano gli altri inquinanti derivanti dal processo di combustione; a tale scopo rivolgo un appello a chiuque mi possa aiutare in questa opera, sperando in una terza versione di questo dossier con prove ancor più "spinte" e complete
- gli autoriparatori sono generalmente prudenti, e per lo più consigliano di non superare una percentuale di olio vegetale pari al 60 %, nonostante essi abbiano clienti che vanno al 100 % senza problemi; questo perché non esistono prove - dicono - di eventuali problemi a lungo periodo; ad aiutare eventuali temerari, cito la testimonianza ascoltata oggi di un meccanico che cita un suo cliente (spero di poterlo contattare) che iniziò ad utilizzare l'olio di semi vari su una FIAT UNO Diesel (1700 cc) con già 400.000 Km sulle spalle. Ebbene il temerario in questione avrebbe percorso altri 400.000 Km utilizzando d'estate solo olio vegetale e d'inverno "allungandolo" con una percentuale di gasolio che non conosco. Il meccanico da cui ho ascoltato la storia, che conosce bene l'autovettura, afferma che la UNO "O schiatta tutta in una volta o bisogna sparargli per fermarla!"
Il sempre temerario di cui sopra oggi si è dotato di una FIAT Marea e di una Peugeot 306, e percorrendo un numero impressionante di chilometri al mese, afferma di continuare con l'utilizzo di olio al posto del gasolio.
E' comunque la prima persona che sento - non ancora in maniera diretta - che utilizza l'olio vegetale su un motore nuovo come il "Common Rail"
- durante il periodo invernale viene consigliato, in base all'esperienza diretta degli "intervistati", di diminuire la percentuale di olio di semi vari, perché con temperature molto basse l'olio vegetale gela prima del gasolio e potrebbe causare problemi. Personalmente tengo l'auto all'aperto e durante il test ho affrontato temperatura non inferiori ai 6 °C al momento dell'accensione. Non ho per ora incontrato alcun problema.
- come per il biodiesel, l'olio di semi vari è un potente solvente e, oltre a pulire il circuito di alimentazione del motore, erode lentamente eventuali tubi di gomma presenti nel motore. Le auto più recenti non hanno di questi problemi, le altre necessitano di un controllo presso il proprio meccanico
- a parte l'eventuale sostituzione di tubi in gomma a medio o lungo termine, e per la quasi ignoranza circa l'esperienza sui motori "Common Rail", sembra che tutte le auto diesel beneficerebbero di una buona percentuale di olio di semi vari nel motore; consiglio tutti, comunque, prima di iniziare eventuali test in merito, di rivolgersi al proprio meccanico di fiducia
Questo test non aveva e non ha la minima pretesa di essere esaustivo, semmai quella di stimolare analisi più approfondite e serie su un argomento (quello dell'inquinamento da auto e sulla possibilità di utilizzare olio vegetale per combatterlo) sempre più importante. Attualmente l'unica maniera per "non inquinare" è "non prendere la macchina": ridurre gli spostamenti, non andare al lavoro da solo ma in gruppo, prendere mezzi pubblici, spostare il traffico merci su rotaie... sono argomenti che come mi ha detto un amico "non c'è niente da fare: non passano!". E forse ha ragione.
Ma è pur vero che oggi, in questo momento, ora e per ognuno di noi che possiede un auto con motore diesel, è già possibile fare una piccola rivoluzione per ridurre ciò che immettiamo "inconsapevolmente" nell'aria, un piccolo passo rappresentato dall'utilizzo di olio vegetale al posto del gasolio
Ringraziamenti
Vorrei ringraziare, infine, due persone per la loro particolare cortesia e disponibilità, unite ad una competenza più che apprezzabile:
- il centro revisioni auto autorizzato "CASA DELL'AUTO" di Ancona, nella persona di Renato Cappellini
- l'officina auto gommista "BORDONI GIUSEPPE" di Ancona, nella persona del titolare