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View Full Version : 11 Settembre 1973


GhePeU
11-09-2003, 00:01
Sicuramente questa sara' l'ultima possibilita' di rivolgermi a voi...
L'Aviazione ha bombardato le torri di Radio Portales e Radio Corporación. Le mie parole non sono dette con amarezza, ma piuttosto con delusione. Ed esse saranno il giudizio morale contro quelli che hanno tradito il giuramento fatto come soldati del Cile a chi, legittimamente, e' il loro comandante in capo.
Di fronte a questi fatti ho una sola cosa da dire ai lavoratori: Io non mi arrendo!
In questa congiuntura storica offriro' la mia vita alla lealta' al mio paese: E vorrei dirvi che ho la certezza che il seme che abbiamo piantato nella coraggiosa coscienza di migliaia e migliaia di cileni non puo' essere nascosto per sempre..
Essi hanno la forza e potranno assoggettarci, ma non possono fermare i processi sociali, ne' col crimine, ne' con le armi..
La storia e' nostra e la fanno i popoli.
Lavoratori della mia patria:
Voglio ringraziarvi per la lealta' che sempre avete avuto, per la fiducia riposta in un uomo che e' stato solo l'interprete del vostro anelito di giustizia. Un uomo che ha dato la sua parola di rispettare la Costituzione e la legge e cosi' ha fatto.
In questo momento definitivo, l'ultimo nel quale io possa dirigermi a voi prima che la mia voce sia imbavagliata, voglio che impariate questa lezione:

Il capitale straniero e l'imperialismo, uniti alla reazione, hanno creato il clima affinche' le Forze armate rompessero la loro tradizione, la tradizione insegnata dal Generale Schneider e reiterata dal Capitano Araya, vittime dello stesso settore sociale che oggi spera nelle sue case di riconquistare il potere per mano altrui e conservare i suoi soldi e i suoi privilegi.

Mi rivolgo soprattutto all'umile donna della nostra terra, alla contadina che ha creduto in noi, all'operaia che ha raddoppiato i suoi sforzi, alla madre che ha riconosciuto che la nostra preoccupazione era la stessa che lei ha per i suoi figli..
Mi dirigo ai contadini, ai giovani, ai professionisti patrioti, quelli che giorni fa hanno continuato a lavorare contro la sedizione delle "le scuole professionali", scuole di classe per difendere i privilegi di un sistema ingiusto.
Mi dirigo a quelli che hanno cantato, offrendo la loro allegria ed il loro spirito combattivo nella lotta sociale, agli operai, ai contadini, agli intellettuali, a quelli che saranno perseguitati, perche' il fascismo e' gia' presente da molte ore nel nostro paese, con atti di terrorismo che
hanno fatto saltare ponti e tagliato ferrovie, distrutto oleodotti e gasdotti, mentre quelli che erano responsabili di neutralizzare questi atti rimanevano in silenzio.
- Erano complici -. È la storia che li giudicherà.

Sicuramente, "Radio Magallanes" sara' zittita molto presto, ed il tranquillo suono della mia voce non vi arrivera' più.
Non importa, continuerete a sentirmi. Io staro' sempre al vostro fianco.
La mia eredita' rimarrà, degna di un uomo rispettabile, un uomo leale alla sua patria.

La gente dovrebbe difendersi, ma non sacrificarsi.
La gente non dovrebbe lasciarsi crivellare di colpi ne' farsi uccidere, ma neanche dovrebbe lasciarsi umiliare.
Lavoratori del mio paese, ho creduto nel Cile e nel suo destino.
Altri uomini supereranno questo oscuro ed amaro momento nel quale si usa il tradimento per vincere.
Sappiate che presto si apriranno di nuovo i grandi viali dove camminano gli uomini liberi che costruiscono una societa' migliore.

Viva Cile!
Viva il popolo!
Viva i lavoratori..!

Queste sono le mie ultime parole. E sono convinto che il mio sacrificio non sara' vano. Ho la certezza che questo sacrificio sara' una lezione morale che punira' la fellonia, la vigliaccheria ed il tradimento.

http://www.jornada.unam.mx/2001/sep01/010911/Images/021f2.jpg
http://www.patriagrande.net/chile/salvador.allende/la%20moneda%20bombardeada.jpg

Barbaro84
11-09-2003, 00:05
E' Salvador Allende no??Grande personaggio distrutto da una politica assurda...



Ciao.

GioFX
11-09-2003, 00:06
Ghepeu, puoi cambiare il titolo in 11 settembre 1973 - 11 settembre 2003 - 30 ANNI? Grazie :)

****

11 Settembre 1973 - 11 Settemre 2003 - 30 Anni

Oggi ricorre un altro triste anniversario, il trentesimo dal tragico colpo di stato in Cile, dove il governo democraticamento eletto di Salvador Allende fu deposto dai militari al comando dei quali c'era il generale Augusto Pinochet. Allende morì alla Moneda, molto probabilmente assassinato, nel tentativo di difendere fino all'ultimo la "casa del popolo cileno", mentre esercito e aviazione bombardavano il palazzo presidenziale.


Dopo massicce manifestazioni antigovernative in giugno, organizzate dalla Democrazia cristiana cliena e dai partiti di destra, i sostenitori delle forze governative cilene organizzano una contromanifestazione popolare. I militari invece di sostenere il governo democratico, voltano la schiena e si schierano con la destra e organizzano in questo 11 settembre un Colpo di Stato. Assaltano il palazzo presidenziale e uccidono (*) il presidente Salvador Allende. Inizia una dura repressione; migliaia di simpatizzanti dei partiti di sinistra sono rinchiusi in campi di concentramento, torturati e giustiziati sommariamente. Sono sciolti tutti i partiti, ed entra in vigore una rigidissima censura sull'intera informazione.

Gli Stati Uniti (che hanno favorito il golpe con l'aiuto della CIA, come riscontrabile dai documenti segreti del Congresso degli Stati Uniti rilasciati al pubblico dal presidente americano Bill Clinton nel 1996) riconoscono il governo di giunta militare di destra e garantiscono aiuti al nuovo capo dello Stato, il generale Augusto Pinochet, che abroga tutte le misure sociali del governo Allende. Tutte le aziende nazionalizzate e le terre distribuite ai contadini sono restituite ai proprietari. Tutto il personale assunto nello stesso periodo è licenziato, quello nell'amministrazione pubblica mandato nei campi di concentramento. Non se ne saprà più nulla.

Grande impressione in tutto il mondo, ma soprattutto in Italia dove si teme che la situazione possa degenerare come in Cile.

( * )
Sin embargo, por curiosidad he leído algunos datos referentes a la historia actual de America Latina y, siendo absolutamente contrario a los regímenes militares, me permito señalar que se ha incurrido en algún error de concepto, quizás por estar comprometido con una imagen romántica de Salvador Allende.
En la página correspondiente, dice haber sido Ucciso, cuando debería decir que él, cometió suicidio ante el avance descontrolado de los militares, en una actitud pretendidamente de autoinmolación por sus ideas.
Este es un hecho al fin investigado y reconocido por sus más fervientes defensores.
En mérito a la calidad de su trabajo total, me permití hacer esta acotación y si puedo serle útil, le quedo enteramente a sus órdenes para ayudarlo a llenar espacios referentes a la historia en esas latitudes.


Gli Ultimi messaggi a Radio Corporación e Radio Magallanes nella giornata dell'11 Settembre 1973:


7:55 A.M. RADIO CORPORACIÓN

Habla el Presidente de la República desde el Palacio de La Moneda. Informaciones confirmadas señalan que un sector de la marinería habría aislado Valparaíso y que la ciudad estaría ocupada, lo que significa un levantamiento contra el Gobierno, del Gobierno legítimamente constituido, del Gobierno que está amparado por la ley y la voluntad del ciudadano.

En estas circunstancias, llamo a todos los trabajadores. Que ocupen sus puestos de trabajo, que concurran a sus fábricas, que mantengan la calma y serenidad. Hasta este momento en Santiago no se ha producido ningún movimiento extraordinario de tropas y, según me ha informado el jefe de la Guarnición, Santiago estaría acuartelado y normal.

En todo caso yo estoy aquí, en el Palacio de Gobierno, y me quedaré aquí defendiendo al Gobierno que represento por voluntad del pueblo.

Lo que deseo, esencialmente, es que los trabajadores estén atentos, vigilantes y que eviten provocaciones. Como primera etapa tenemos que ver la respuesta, que espero sea positiva , de los soldados de la Patria, que han jurado defender el régimen establecido que es la expresión de la voluntad ciudadana, y que cumplirán con la doctrina que prestigió a Chile y le prestigia el profesionalismo de las Fuerzas Armadas. En estas circunstancias, tengo la certeza de que los soldados sabrán cumplir con su obligación. De todas maneras, el pueblo y los trabajadores, fundamentalmente, deben estar movilizados activamente, pero en sus sitios de trabajo, escuchando el llamado que pueda hacerle y las instrucciones que les dé el compañero Presidente de la República.


8:15 A.M.

Trabajadores de Chile:

Les habla el Presidente de la República. Las noticias que tenemos hasta estos instantes nos revelan la existencia de una insurrección de la Marina en la Provincia de Valparaíso. He ordenado que las tropas del Ejército se dirijan a Valparaíso para sofocar este intento golpista. Deben esperar la instrucciones que emanan de la Presidencia. Tengan la seguridad de que el Presidente permanecerá en el Palacio de La Moneda defendiendo el Gobierno de los Trabajadores. Tengan la certeza que haré respetar la voluntad del pueblo que me entregara el mando de la nación hasta el 4 de Noviembre de 1976.

Deben permanecer atentos en sus sitios de trabajo a la espera de mis informaciones. Las fuerzas leales respetando el juramento hecho a las autoridades, junto a los trabajadores organizados, aplastarán el golpe fascista que amenaza a la Patria.


8:45 A.M.

Compañeros que me escuchan:

La situación es crítica, hacemos frente a un golpe de Estado en que participan la mayoría de las Fuerzas Armadas. En esta hora aciaga quiero recordarles algunas de mis palabras dichas el año 1971, se las digo con calma, con absoluta tranquilidad, yo no tengo pasta de apóstol ni de mesías. No tengo condiciones de mártir, soy un luchador social que cumple una tarea que el pueblo me ha dado. Pero que lo entiendan aquellos que quieren retrotraer la historia y desconocer la voluntad mayoritaria de Chile; sin tener carne de mártir, no daré un paso atrás. Que lo sepan, que lo oigan, que se lo graben profundamente: dejaré La Moneda cuando cumpla el mandato que el pueblo me diera, defenderé esta revolución chilena y defenderé el Gobierno porque es el mandato que el pueblo me ha entregado. No tengo otra alternativa. Sólo acribillándome a balazos podrán impedir la voluntad que es hacer cumplir el programa del pueblo. Si me asesinan, el pueblo seguirá su ruta, seguirá el camino con la diferencia quizás que las cosas serán mucho más duras, mucho más violentas, porque será una lección objetiva muy clara para las masas de que esta gente no se detiene ante nada.

Yo tenía contabilizada esta posibilidad, no la ofrezco ni la facilito.

El proceso social no va a desaparecer porque desaparece un dirigente. Podrá demorarse, podrá prolongarse, pero a la postre no podrá detenerse.

Compañeros, permanezcan atentos a las informaciones en sus sitios de trabajo, que el compañero Presidente no abandonará su a su pueblo ni su sitio de trabajo. Permaneceré aquí en La Moneda inclusive a costa de mi propia vida.


9:03 A.M. RADIO MAGALLANES

En estos momentos pasan los aviones. Es posible que nos acribillen. Pero que sepan que aquí estamos, por lo menos con nuestro ejemplo, que en este país hay hombres que saben cumplir con la obligación que tienen. Yo lo haré por mandato del pueblo y por mandato conciente de un Presidente que tiene la dignidad del cargo entregado por su pueblo en elecciones libres y democráticas.

En nombre de los más sagrados intereses del pueblo, en nombre de la Patria, los llamo a ustedes para decirles que tengan fe. La historia no se detiene ni con la represión ni con el crimen. Esta es una etapa que será superada. Este es un momento duro y difícil: es posible que nos aplasten. Pero el mañana será del pueblo, será de los trabajadores. La humanidad avanza para la conquista de una vida mejor.

Pagaré con mi vida la defensa de los principios que son caros a esta Patria. Caerá un baldón sobre aquellos que han vulnerado sus compromisos, faltando a su palabra... roto la doctrina de las Fuerzas Armadas.

El pueblo debe estar alerta y vigilante. No debe dejarse provocar, ni debe dejarse masacrar, pero también debe defender sus conquistas. Debe defender el derecho a construir con su esfuerzo una vida digna y mejor.



Infine, l'ultimo messaggio:


9:10 A.M. RADIO MAGALLANES

Seguramente, ésta será la última oportunidad en que pueda dirigirme a ustedes. La Fuerza Aérea ha bombardeado las antenas de Radio Magallanes. Mis palabras no tienen amargura sino decepción. Que sean ellas un castigo moral para quienes han traicionado su juramento: soldados de Chile, comandantes en jefe titulares, el almirante Merino, que se ha autodesignado comandante de la Armada, más el señor Mendoza, general rastrero que sólo ayer manifestara su fidelidad y lealtad al Gobierno, y que también se ha autodenominado Director General de carabineros. Ante estos hechos sólo me cabe decir a los trabajadores: ¡No voy a renunciar!


Colocado en un tránsito histórico, pagaré con mi vida la lealtad al pueblo. Y les digo que tengo la certeza de que la semilla que hemos entregado a la conciencia digna de miles y miles de chilenos, no podrá ser segada definitivamente. Tienen la fuerza, podrán avasallarnos, pero no se detienen los procesos sociales ni con el crimen ni con la fuerza. La historia es nuestra y la hacen los pueblos.

Trabajadores de mi Patria: quiero agradecerles la lealtad que siempre tuvieron, la confianza que depositaron en un hombre que sólo fue intérprete de grandes anhelos de justicia, que empeño su palabra en que respetaría la Constitución y la ley, y así lo hizo. En este momento definitivo, el último en que yo pueda dirigirme a ustedes, quiero que aprovechen la lección: el capital foráneo, el imperialismo, unidos a la reaccióncrearon el clima para que las Fuerzas Armadas rompieran su tradición, la que les enseñara el general Schneider y reafirmara el comandante Araya, victimas del mismo sector social que hoy estará esperando con mano ajena, reconquistar el poder para seguir defendiendo sus granjerías y sus privilegios.

Me dirijo a ustedes, sobre todo a la modesta mujer de nuestra tierra, a la campesina que creyó en nosotros, a la madre que supo de nuestra preocupación por los niños. Me dirijo a los profesionales de la Patria, a los profesionales patriotas que siguieron trabajando contra la sedición auspiciada por los colegios profesionales, colegios clasistas que defendieron también las ventajas de una sociedad capitalista.

Me dirijo a la juventud, a aquellos que cantaron y entregaron su alegría y su espíritu de lucha. Me dirijo al hombre de Chile, al obrero, al campesino, al intelectual, a aquellos que serán perseguidos, porque en nuestro país el fascismo ya estuvo hace muchas horas presente; en los atentados terroristas, volando los puentes, cortando las vías férreas, destruyendo lo oleoductos y los gaseoductos, frente al silencio de quienes tenían la obligación de proceder.

Estaban comprometidos. La historia los juzgará.

Seguramente Radio Magallanes será acallada y el metal tranquilo de mi voz ya no llegará a ustedes. No importa. La seguirán oyendo. Siempre estaré junto a ustedes. Por lo menos mi recuerdo será el de un hombre digno que fue leal con la Patria.

El pueblo debe defenderse, pero no sacrificarse. El pueblo no debe dejarse arrasar ni acribillar, pero tampoco puede humillarse.

Trabajadores de mi Patria, tengo fe en Chile y su destino. Superarán otros hombres este momento gris y amargo en el que la traición pretende imponerse. Sigan ustedes sabiendo que, mucho más temprano que tarde, de nuevo se abrirán las grandes alamedas por donde pase el hombre libre, para construir una sociedad mejor.

¡Viva Chile! ¡Viva el pueblo! ¡Vivan los trabajadores!

Estas son mis últimas palabras y tengo la certeza de que mi sacrificio no será en vano, tengo la certeza de que, por lo menos, será una lección moral que castigará la felonía, la cobardía y la traición.


Santiago de Chile, 11 de septiembre de 1973



Centinaia furono i morti, tra i quali anche il famosissimo cantautore cileno Victor Jara, lo "scopritore" e il primo collaboratore degli Inti-Illimani, il quale scrisse questo ultimo poema (pubblicato nel libro "Victor, un canto inconcluso" dalla moglie Joan Jara) in quello che fu la sua ultima dimora, il campo di detenzione e tortura dell'Estadio Chile.

http://www.inti-illimani.cl/imagenes/galeria/antologia4/16.gif


Introduccion Joan Jara: " ... Cuando más adelante me trajeron el texto del último poema de Victor, supe que él queria dejar su testimonio, su único medio de resistir ahora al fascismo, de luchar por los derechos de los seres humanos y por la paz."

Somos cinco mil
en esta pequeña parte de la ciudad.
Somos cinco mil
¿ Cuántos seremos en total
en las ciudades y en todo el país ?
Solo aqui
diez mil manos siembran
y hacen andar las fabricas.

¡ Cuánta humanidad
con hambre, frio, pánico, dolor,
presión moral, terror y locura !

Seis de los nuestros se perdieron
en el espacio de las estrellas.

Un muerto, un golpeado como jamas creí
se podria golpear a un ser humano.
Los otros cuatro quisieron quitarse todos los temores
uno saltó al vacio,
otro golpeandose la cabeza contra el muro,
pero todos con la mirada fija de la muerte.

¡ Qué espanto causa el rostro del fascismo !
Llevan a cabo sus planes con precisión artera
Sin importarles nada.
La sangre para ellos son medallas.
La matanza es acto de heroismo
¿ Es este el mundo que creaste, dios mio ?
¿Para esto tus siete dias de asombro y trabajo ?
en estas cuatro murallas solo existe un numero
que no progresa,
que lentamente querrá más muerte.

Pero de pronto me golpea la conciencia
y veo esta marea sin latido,
pero con el pulso de las máquinas
y los militares mostrando su rostro de matrona
llena de dulzura.
¿ Y Mexico, Cuba y el mundo ?
¡ Que griten esta ignominia !
Somos diez mil manos menos
que no producen.

¿Cuántos somos en toda la Patria?
La sangre del companero Presidente
golpea más fuerte que bombas y metrallas
Asi golpeará nuestro puño nuevamente

¡Canto que mal me sales
Cuando tengo que cantar espanto!
Espanto como el que vivo
como el que muero, espanto.
De verme entre tanto y tantos
momentos del infinito
en que el silencio y el grito
son las metas de este canto.
Lo que veo nunca vi,
lo que he sentido y que siento
hara brotar el momento...


(Victor Jara, Estadio Chile, Septiembre 1973)



De nuevo quieren manchar
mi tierra con sangre obrera,
los que hablan de libertad
y tienen las manos negras;
los que quieren dividir
a la madre de sus hijos
y quieren reconstruir
la cruz que arrastrara Cristo.
Quieren ocultar la infamia
que legaron desde siglos,
pero el color de asesinos
no borrarán de su cara.
Ya fueron miles y miles
los que entregaron su sangre
y en caudales generosos
multiplicaron los panes.
Ahora quiero vivir
junto a mi hijo y mi hermano
la primavera que todos
vamos construyendo a diario.
No me asusta la amenaza
patrones de la miseria,
la estrella de la esperanza
continuará siendo nuestra.
Vientos del pueblo me llaman,
vientos del pueblo me llevan,
me esparcen el corazón
y me aventan la garganta.
Así cantará el poeta
mientras el alma me suene,
por los caminos del pueblo
desde ahora y para siempre.

Inti-Illimani - Vientos del Pueblo

JENA PLISSKEN
11-09-2003, 00:36
Ma, scusate la mia ignoranza, sapete Pinochet ke fine ha fatto??:confused: :confused:

GioFX
11-09-2003, 00:44
Originariamente inviato da JENA PLISSKEN
Ma, scusate la mia ignoranza, sapete Pinochet ke fine ha fatto??:confused: :confused:

Il Generale Augusto Pinochet, nato nel 1915, è passato alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori. Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno trentamila persone, gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, professionisti religiosi, studenti e operai.

Oscuro ufficiale dell'esercito cileno, iniziò la sua entrata trionfale nelle sfere del potere nel 1973, anno in cui prese piede il "golpe" militare che, oltre a provocare la morte dell'allora presidente della Repubblica Salvador Allende, diede inizio alla lunga dittatura cilena. Pinochet rimpiazzò infatti il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, Generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società: la destra e l'oligarchia cilena.

Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale, che contò inizialmente proprio sull' approvazione di Allende, fu dettata da una questione tecnica, legata all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Ciò avvenne, nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni `60, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva (padre dell'attuale presidente) gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi antecedenti, l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte.

Ad ogni buon conto, Pinochet giocò un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che, l'undici settembre 1973, sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). La sinistra mondiale, inoltre, non ha mancato di additare anche consistenti aiuti all'ascesa del dittatore da parte degli Stati Uniti, timorosi che la pericolosa e illiberale macchia comunista si espandesse anche nell'area sudamericana.

La soluzione della crisi di governo venne affidata all'esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura).

Dal 1973 al 1990, dunque, il mondo assiste a migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esilii. Tutto si concluse, apparentemente, con il "Plebiscito" dell'89, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.

La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.

La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena. A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.

Purtroppo, il Ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.

JENA PLISSKEN
11-09-2003, 00:47
Originariamente inviato da GioFX
Il Generale Augusto Pinochet, nato nel 1915, è passato alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori. Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno trentamila persone, gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, professionisti religiosi, studenti e operai.

Oscuro ufficiale dell'esercito cileno, iniziò la sua entrata trionfale nelle sfere del potere nel 1973, anno in cui prese piede il "golpe" militare che, oltre a provocare la morte dell'allora presidente della Repubblica Salvador Allende, diede inizio alla lunga dittatura cilena. Pinochet rimpiazzò infatti il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, Generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società: la destra e l'oligarchia cilena.

Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale, che contò inizialmente proprio sull' approvazione di Allende, fu dettata da una questione tecnica, legata all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Ciò avvenne, nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni `60, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva (padre dell'attuale presidente) gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi antecedenti, l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte.

Ad ogni buon conto, Pinochet giocò un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che, l'undici settembre 1973, sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). La sinistra mondiale, inoltre, non ha mancato di additare anche consistenti aiuti all'ascesa del dittatore da parte degli Stati Uniti, timorosi che la pericolosa e illiberale macchia comunista si espandesse anche nell'area sudamericana.

La soluzione della crisi di governo venne affidata all'esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura).

Dal 1973 al 1990, dunque, il mondo assiste a migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esilii. Tutto si concluse, apparentemente, con il "Plebiscito" dell'89, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.

La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.

La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena. A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.

Purtroppo, il Ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.

Si..la storia , soprattutto quella recente, la conoscevo...in pratica l' "essere" è vivo e vegeto in CILE....
:rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

GioFX
11-09-2003, 01:13
geppetto caro, quando puoi cambia il titolo, che si capisca il significato... :)

Er Paulus
11-09-2003, 01:16
:mad: :muro:

Er Paulus
11-09-2003, 01:19
la cosa agghiacciante è che tutto il mondo è stato con le mani in mano, senza muovere un dito.
e c'è stato addirittura "qualche" Paese che ha appoggiato Pinochet, e che ha visto di buon occhio questo regime.:muro: :muro:

eh sì...non sia mai uno stato con al governo il partito comunista in america Latina, meglio una dittatura sanguinaria, meglio l'oppressione, meglio soffocare queste idee....che bastardi!
:mad:

cata81
11-09-2003, 01:27
Originariamente inviato da Er Paulus
la cosa agghiacciante è che tutto il mondo è stato con le mani in mano, senza muovere un dito.
e c'è stato addirittura "qualche" Paese che ha appoggiato Pinochet, e che ha visto di buon occhio questo regime.:muro: :muro:

eh sì...non sia mai uno stato con al governo il partito comunista in america Latina, meglio una dittatura sanguinaria, meglio l'oppressione, meglio soffocare queste idee....che bastardi!
:mad:

Guarda che le dittature sanguinarie le fanno anche i "governi" di sx, la colpe dell' america è di aver appoggiato una dittatura.

Le ultime tue 3 righe fanno solo pubblicita' positiva al partito... :rolleyes:

jumpermax
11-09-2003, 01:37
Originariamente inviato da GioFX
Il Generale Augusto Pinochet, nato nel 1915, è passato alla storia come uno dei più disumani dittatori del Novecento, tristemente celebre per la barbara eliminazione dei suoi oppositori. Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno trentamila persone, gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, professionisti religiosi, studenti e operai.

Oscuro ufficiale dell'esercito cileno, iniziò la sua entrata trionfale nelle sfere del potere nel 1973, anno in cui prese piede il "golpe" militare che, oltre a provocare la morte dell'allora presidente della Repubblica Salvador Allende, diede inizio alla lunga dittatura cilena. Pinochet rimpiazzò infatti il rinunciatario comandante in capo dell'esercito, Generale Carlos Prat (il quale aveva deciso di abbandonare l'incarico), a causa delle forti pressioni esercitate dai settori più reazionari della società: la destra e l'oligarchia cilena.

Bisogna sottolineare il fatto che la nomina a Generale, che contò inizialmente proprio sull' approvazione di Allende, fu dettata da una questione tecnica, legata all'anzianità del generale Prat, più che a doti particolari nel comando o a qualità professionali di Pinochet. Ciò avvenne, nel tentativo estremo di placare il colpo di stato che era nell'aria da tempo, nonostante i precedenti della carriera professionale di Pinochet avessero già evidenziato il suo profilo repressivo e violento. Negli anni `60, ad esempio, durante il governo del cristiano-democratico Eduardo Frei Montalva (padre dell'attuale presidente) gli venne dato l'incarico di soffocare uno sciopero nella zona desertica situata nel nord del Cile: la repressione fu sanguinosa, il numero dei morti e dei feriti fu elevato. Malgrado questi antecedenti, l'esecutivo approvò la sua nomina, segnando involontariamente la propria sorte.

Ad ogni buon conto, Pinochet giocò un ruolo abbastanza secondario nell'organizzazione e nella realizzazione del complotto che, l'undici settembre 1973, sfociò nel golpe sanguinoso che travolse il governo di "Unidad Popular". I veri artefici e mandanti intellettuali del "golpe" furono, secondo storici autorevoli, come detto l'oligarchia e le élites imprenditoriali, appoggiate dai settori politici che le rappresentavano, ovvero la destra e la direzione della Democrazia Cristiana (tranne poche eccezioni). La sinistra mondiale, inoltre, non ha mancato di additare anche consistenti aiuti all'ascesa del dittatore da parte degli Stati Uniti, timorosi che la pericolosa e illiberale macchia comunista si espandesse anche nell'area sudamericana.

La soluzione della crisi di governo venne affidata all'esercito in quanto storico garante dell'ordine costituzionale e istituzionale della Repubblica, mito rafforzato dal profilo apolitico e professionale delle forze armate cilene. Formazione attuata principalmente attraverso la tristemente celebre scuola "delle Americhe", allora stanziata a Panama (in cui vengono insegnati tuttora vari metodi di repressione psichica e fisica, dalle minacce al genocidio alla tortura).

Dal 1973 al 1990, dunque, il mondo assiste a migliaia di sparizioni, decine di migliaia di arresti, torture ed esilii. Tutto si concluse, apparentemente, con il "Plebiscito" dell'89, proposto dalla stessa giunta pinochetista. Il rifiuto a Pinochet scaturito dal plebiscito, in realtà fu una farsa che portò ad una pseudo democrazia nella quale l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.

La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; l'omicidio di Stato nei confronti di coloro che denunciavano il proseguo della repressione ai danni dell'opposizione rimaneva una realtà; l'assegnazione a Pinochet, una volta in pensione, della carica di Senatore a vita con conseguente immunità ed impunità venne difesa ferocemente.

La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena. A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.

Purtroppo, il Ministro dell'Interno del Regno Unito, il laburista Jack Straw, il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando quindi l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione che suonò come un insulto alla memoria e al dolore dei familiari delle migliaia di vittime della sua dittatura.
A Santiago il giudice Guzman continua la sua inchiesta contro Pinochet, ma il vecchio ex dittatore resiste in tutti i modi per non essere portato davanti a un tribunale del suo Paese, quel Cile che per oltre vent'anni ha dominato col pugno di ferro.
francamente non è che mi convinca molto come ricostruzione. Soprattutto per l'ultima parte, visto che il governo cileno non è certo un governo fantoccio e non è certo per quella farsa del solito Garzon che Pinochet ha perso il potere... poi che rimanga nel paese un largo appoggio all'ex dittatore nessuno lo mette in dubbio. Proprio per questo è una questione che i cileni dovranno risolvere da soli...
Ah per inciso... uno dei più sanguinari... dove mettiamo Stalin Hitler Pol Pot Ho ci Min Castro Mao tze dung, Saddam il mullah Omar e via dicendo?

ALBIZZIE
11-09-2003, 07:57
riporto una frase tristemente celebre per riflettere su come sia fragile e indifesa una democrazia di fronte ad un aquila sempre alta che cerca le sue prede da portare nel suo nido:

...Kissinger – mentre i carri armati di Pinochet accerchiavano il palazzo presidenziale – dichiarava a un giornalista del Washington Post: “Non vedo perché dobbiamo starcene fermi a guardare un paese diventare comunista per l’irresponsabilità del suo popolo”.

poi si potrebbe far la battuta che allende era socialista, quindi comunista! (con la musichina del tg4) ma la discussione purtroppo è seria.

ALBIZZIE
11-09-2003, 08:01
Originariamente inviato da jumpermax

Ah per inciso... uno dei più sanguinari... dove mettiamo Stalin Hitler Pol Pot Ho ci Min Castro Mao tze dung, Saddam il mullah Omar e via dicendo?
dai, non facciamo una classifica dei dittatori, per favore.

ALBIZZIE
11-09-2003, 08:11
Originariamente inviato da cata81
Guarda che le dittature sanguinarie le fanno anche i "governi" di sx, la colpe dell' america è di aver appoggiato una dittatura.


certo anche i regimi comunisti hanno le loro colpe. ma in quanto 'regimi' non posso aspettarmi una cosa buona.
qui si parla invece di uno stato che si proclama 'democratico' e che da democratico dovrebbe agire, rispettando le democrazie altrui. Soprattutto quando è il popolo a decidere, anche se talmente incosciente da voler diventare 'socialista' o peggio ancora 'comunista'.

Er Paulus
11-09-2003, 08:27
Originariamente inviato da ALBIZZIE
certo anche i regimi comunisti hanno le loro colpe. ma in quanto 'regimi' non posso aspettarmi una cosa buona.
qui si parla invece di uno stato che si proclama 'democratico' e che da democratico dovrebbe agire, rispettando le democrazie altrui. Soprattutto quando è il popolo a decidere, anche se talmente incosciente da voler diventare 'socialista' o peggio ancora 'comunista'.


chissà se anche in Italia avrebbero fatto in modo che succedesse una cosa analoga?:confused: :rolleyes:

ALBIZZIE
11-09-2003, 08:43
Originariamente inviato da Er Paulus
chissà se anche in Italia avrebbero fatto in modo che succedesse una cosa analoga?:confused: :rolleyes:
a quanto se ne sa, nel 1946 siamo stati nel mezzo di una zuffa tra URSS e USA. entrambi erano pronti a rovesciare l'esito delle libere elezioni in caso di sconfitta della propria parte. ora se per quella USA è certo per i documenti della CIA resi pubblici, per quel che riguarda l'URSS non so se sia una voce confermata, visto che poi (per fortuna) non sene fece nulla.

di storia più recente a parte le diverse Gladio, non so nulla.

LuNoco©
11-09-2003, 08:53
cmq che schifo!!!!!!




io c'ero!!! :D

kikki2
11-09-2003, 08:57
Quando Degasperi estromise i comunisti dal governo nel '47 ( e in seguito quando ci fu la disfatta alla politiche del '48) ci furono ordini ben precisi di Stalin per non fare niente, per timore di scontri con gli USA .

GioFX
11-09-2003, 09:19
Originariamente inviato da jumpermax
francamente non è che mi convinca molto come ricostruzione. Soprattutto per l'ultima parte, visto che il governo cileno non è certo un governo fantoccio e non è certo per quella farsa del solito Garzon che Pinochet ha perso il potere... poi che rimanga nel paese un largo appoggio all'ex dittatore nessuno lo mette in dubbio. Proprio per questo è una questione che i cileni dovranno risolvere da soli...
Ah per inciso... uno dei più sanguinari... dove mettiamo Stalin Hitler Pol Pot Ho ci Min Castro Mao tze dung, Saddam il mullah Omar e via dicendo?

Jumper, la biografia non l'ho presa dal Manifesto, ma da biografieonline.net... per quanto riguarda l'ultima frase, per favore... evitiamo di fare c'erti commenti discutibili, quantomeno di fronte ai morti... non è il caso di fare SEMPRE paragoni, cos'è, uno sport nazionale?!? si parla del cile, perchè è il 30 anniversario. Ti basta?

GioFX
11-09-2003, 09:22
Originariamente inviato da cata81
Guarda che le dittature sanguinarie le fanno anche i "governi" di sx, la colpe dell' america è di aver appoggiato una dittatura.

"Appoggiato" mi sembra alquanto riduttivo, stando ai documenti del Congresso rilasciati nel 1996... chiedi a Kissinger se ne sa qualcosa... :rolleyes:

Cmq questa discussione vuole essere soprattutto per ricordare e per sperare in un futuro migliore per quella travagliata parte di mondo.

GioFX
11-09-2003, 09:23
Originariamente inviato da LuNoco©
cmq che schifo!!!!!!


cosa?

mrmic
11-09-2003, 10:00
Please niente polemiche in questo thread:(

mrmic
11-09-2003, 10:01
Cavolo, lo volevo aprire io questo thread!!
Erano due giorni che mi preparavo:muro:

Vabbeh, vi riporto un passo di Pablo Neruda tratto da "Confesso che ho vissuto".

"Il mio popolo è stato il più tradito di quest'epoca. Dai deserti del salnitro, dalle miniere sottomarine di carbone, dalle alture terribili dove si trova il rame estratto con lavoro inumano dalle mani del mio popolo, è emerso un movimento liberatore di grandiosa ampiezza. Quel movimento ha portato alla presidenza del Cile un uomo chiamato Salvador Allende, affinchè realizzasse riforme e misure di giustizia non più rinviabili; affinchè riscattasse le nostre ricchezze dalle grinfie straniere.
Dovunque sia stato, nei paesi più lontani, i popoli hanno ammirato il presidente Allende e hanno elogiato lo straordinario pluralismo del nostro governo. Mai nella sede delle Nazioni Unite a New York, si è udita un'ovazione come quella tributata al presidente del Cile dai delegati di tutto il mondo. Qui, in Cile, si stava costruendo, tra immense difficoltà, una società veramente giusta, elevata sulla base della nostra sovranità, dal nostro orgoglio nazionale, dall'eroismo dei migliori abitanti del nostro paese. Dalla nostra parte, dal lato della rivoluzione cilena, stavano la costituzione e la legge, la democrazia e la speranza.

Dall'altra parte non mancava nulla. C'erano arlecchini e pulcinella, pagliacci, terroristi con pistole e con catene, frati falsi e militari degradati. Gli uni e gli altri giravano nel carosello della disperazione. Andavano tenendosi per mano il fascista Jarpa e i suoi cugini di <Patria e libertà>, disposti a rompere la testa e a spaccare l'anima a chiunque, pur di recuperare la grande azienda: per loro il Cile era solo questo. Pur di rendere più ameno l'avanspettacolo ballavano assieme a un grande banchiere un po' macchiato di sangue; il campione di rumba Gonzales Videla, che a passo di danza, aveva consegnato tempo fa il suo partito ai nemici de popolo. Adesso era Frei ad offrire il suo partito agli stessi nemici del popolo seguendo la musica che questi gli suonavano. Ballava al suo fianco l'ex colonnelo Viaux delle cui malefatte è stato complice. Questi i principali artisti della commedia. Avevano preparato i viveri dell'accaparramento, i <miguelitos>, la garrota e gli stessi proiettili che ieri avevano ferito a morte il nostro popolo a Iquique, a Ranquin, a Salvador, a Puerto Montt...e in altri posti. Gli assassini di Hernan Mery ballavano con chi avrebbe dovuto difenderne la memoria. Ballavano con naturalezza, facendo finta di niente. Si sentivano offesi se venivano rimproverati per questi <piccoli particolari>.

Il Cile ha una lunga storia civile con poche rivoluzioni e molti governi stabili, conservatori, mediocri. Molti presidenti e solo due presidenti grandi: Balmaceda e Allende. Curioso che entrambi provenissero dallo stesso ceto, borghesia ricca, che qui si fa chiamare aristocrazia. Come uomini di principi, impegnati a ingrandire un paese rimpicciolito da una oligarchia mediocre, i due sono stati condannati a morire nello stesso modo. Balmaceda costretto al suicidio per essersi opposto alla svendita delle ricchezze del salnitro alle compagnie starniere. Allende assassinato per aver nazionalizzato l'altra ricchezza del sottosuolo cileno, il rame. In entrambe i casi l'oligarchia ha organizzato contro rivoluzioni sanguinose. In entrambi i casi i militari hanno svolto la funzione di una muta di cani da caccia. Le compagnie inglesi con Balmaceda, quelle nordamericane con Allende, hanno incitato e finanziato rivolte militari.
Le abitazioni dei due presidenti sono state svaligiate per ordine dei nostri distinti <aristocratici>. I saloni di Balmaceda distrutti a colpi d'ascia. La casa di Allende, grazie al progresso del mondo bombardata dai nostri aviatori.

Eppure, questi due uomini erano molto diversi. Balmaceda, un oratore seducente. Aveva un aspetto imperioso che lo spingeva all'esercizio solitario del comando. In ogni momento era circondato da nemici. Nell'ambiente in cui viveva manifestava una superiorità così grande, e così grande era la sua solitudine da essere quasi costretto a chiudersi in se stesso. Il popolo che doveva aiutarlo non esisteva come forza, vale a dire non era organizzato. E il presidente finiva per essere condannato a comportarsi da sognatore illuminato: sogno di grandezza che è rimasto un sogno. Dopo il suo <assassinio> i rapaci mercanti stranieri e iparlamentari del suo paese hanno messo le mani sul salnitro: agli stranieri le proprietà e le concessioni, ai criollos ricche percentuali. Incassati i trenta denari tutto è tornato alla normalità. Il sangue di alcune migliaia di uomini del popolo si è subito asciugato sui campi di battaglia. E gli operai più sfruttati del mondo, quelli delle regioni settentrionali del Cile, hanno continuato a produrre immense quantità di sterline per la City di Londra.

Allende non è mai stato un grande oratore. E come statista chiedeva sempre consiglio prima di prendere qualsiasi decisione. Un antidittatore, democratico per principio anche nelle piccole cose. Ha ereditato un paese non più abitato dagli idealisti principianti di Balmaceda; c'era una classe operaia consapevole, sapeva ciò che voleva. Ed Allende l'ha guidata da dirigente collettivo, un uomo che pur non provenendo dalle classi popolari, era il prodotto della lotta di queste classi contro la stagnazione e la curruzione degli sfruttatori. Ecco spiegate cause e ragioni per le quali l'opera realizzata da Allende in così breve tempo è superiore a quella di Balmaceda; non solo, è anche la più importante nella storia del Cile. La nazionalizzazione del rame ha una storia titanica. E lo è la distruzione dei monopoli, la radicale riforma agraria e molti altri obbiettivi realizzati dal suo governo essenzialmente collettivo.

Le opere e le scelte di Allende, di immancabile valore, hanno reso furiosi i nemici della nostra liberazione. Il simbolismo tragico di questa crisi si rivela nel bombardamento del palazzo del governo; fa pensare ai blitz dell'aviazione nazista contro indifese città spagnole, inglesi, russe; e adesso il crimine si ripete da noi: piloti cileni attaccano in picchiata il palazzo che da due secoli è il centro della vita civile del pase.

Scrivo queste righe a soli tre giorni da fatti inqualificabili che hanno ortato alla morte il mio grande compagno, caro prsidente.
Sul suo assasinio si è voluto fare silenzio; è stato sepolto segretamente...La versione degli aggressori è quella di un corpo inerte, con segni visibili di suicidio. La versione che raccontano all'estero è diversa. Immediatamente dopo il bombardamento aereo sono entrati in azione i carri armati, molti carri armati, impegnati a lottare intrepidamente contro un uomo solo: il presidente della repubblica. Allende li aspettava lì nel suo ufficio, avvolto dal fumo e dalle fiamme con la sola compagnia di un grande cuore.
Dovevano approffittare di una occasione così bella. Bisognava colpirlo, mitragliarlo perchè mai si sarebbe dimesso dalla carica che il popolo gli aveva assegnato.

Quel corpo è stato nascosto in un posto qualsiasi. E' andato verso la sepoltura accompagnato da una sola donna, la moglie, sulle cui spalle pesava tutto il dolore del mondo..."

Neruda muore otti giorni dopo aver scritto questo brano, esattamente il 23 settembre 1973.

GioFX
11-09-2003, 10:07
bellissimo mrmic...

180ss
11-09-2003, 10:11
Originariamente inviato da ALBIZZIE
riporto una frase tristemente celebre per riflettere su come sia fragile e indifesa una democrazia di fronte ad un aquila sempre alta che cerca le sue prede da portare nel suo nido:

...Kissinger – mentre i carri armati di Pinochet accerchiavano il palazzo presidenziale – dichiarava a un giornalista del Washington Post: “Non vedo perché dobbiamo starcene fermi a guardare un paese diventare comunista per l’irresponsabilità del suo popolo”.

poi si potrebbe far la battuta che allende era socialista, quindi comunista! (con la musichina del tg4) ma la discussione purtroppo è seria.

Agghiacciante. :(
Una preghiera per tutte le vittime, accertate e "sparite" della cattiveria dell'uomo. :(

mrmic
11-09-2003, 10:14
Originariamente inviato da GioFX
bellissimo mrmic...

grazie, mi commuovo sempre quando lo leggo

GioFX
11-09-2003, 10:38
mrmic, guarda il bel banner che hanno messo gli Inti oggi sul loro sito... http://www.inti-illimani.cl

MButi
11-09-2003, 10:41
http://www.comune.pisa.it/centroamericalatina/mostra5.html

GioFX
11-09-2003, 10:46
Inti-Illimani - Alborada vendrà

Alborada vendrá
Y las sombras se irán,
Va a amanecer.
Duro día vivir
Que hace el pan compartir,
Pan de unidad.
La secreta canción
Cada pecho guardó
ya floreció,
puños del pueblo van construyendo
anchos caminos de dignidad.
Porque se acerca el final
Y muy pronto en tu mano bandera tendrás,
podrás levantarla muy alto en el aire
por los que no están
y los que lucharon de pie cantarán:
la vida triunfo, la patria vivió,
el pueblo por siempre venció
y siempre vencerá.
Con la espiga y el mar
el martillo, el telar
se encontrarán.
Se entreteje el cantar
y renace la flor,
voz popular
De mil pechos vendrá
como sol a alumbrar
la libertad.

SaMu
11-09-2003, 10:57
Originariamente inviato da ALBIZZIE
riporto una frase tristemente celebre per riflettere su come sia fragile e indifesa una democrazia di fronte ad un aquila sempre alta che cerca le sue prede da portare nel suo nido:

...Kissinger – mentre i carri armati di Pinochet accerchiavano il palazzo presidenziale – dichiarava a un giornalista del Washington Post: “Non vedo perché dobbiamo starcene fermi a guardare un paese diventare comunista per l’irresponsabilità del suo popolo”.

poi si potrebbe far la battuta che allende era socialista, quindi comunista! (con la musichina del tg4) ma la discussione purtroppo è seria.

E' un discorso che si può fare adesso, in quegli anni però la situazione era diversa.

Si era in piena guerra fredda, occidente e unione sovietica si scontravano in battaglie più o meno cruente in tutto il mondo.

E' stata una guerra "anomala" perchè i carriarmati dei 2 contendenti non si sono mai incontrati (per fortuna, altrimenti oltre ai carriarmati sarebbero state coinvolte le armi nucleari e addio mondo). Ma è stata una guerra "vera", perchè in molti paesi del mondo lo scontro si è combattuto in maniera cruenta, nell'appoggio ad una o all'altra parte.

Fortunatamente da questa "guerra globale" il comunismo sovietico è uscito sconfitto. Fortunatamente per la libertà di tutti, la nostra ma anche quella dei cittadini dei paesi che in quegli anni erano nostri "nemici". Ciò non toglie che nel corso di questa "guerra anomala" siano successe vere e proprie brutture, veri e propri crimini, da parte di entrambi i fronti. Crimini di guerra, appunto.

Tutto questo per dire che la frase che hai quotato va contestualizzata nel periodo storico in cui è stata detta. Non si può giudicarla con il metro di oggi, come se gli Stati Uniti avessero sostenuto nel 2002 un colpo di stato ai danni del Brasile del socialista Lula.

Credo che questa considerazione, fosse necessaria.

FastFreddy
11-09-2003, 11:00
Originariamente inviato da Er Paulus
chissà se anche in Italia avrebbero fatto in modo che succedesse una cosa analoga?:confused: :rolleyes:

Cerca con Google: Portella della ginestra.

GioFX
11-09-2003, 11:01
Originariamente inviato da SaMu
E' un discorso che si può fare adesso, in quegli anni però la situazione era diversa.

Credo che questa considerazione, fosse necessaria.

Se si fa un'analisi storica è sempre doveroso contestualizzare, ma una frase del genere, anche in quel periodo, e soprattutto le azioni che sono state intraprese dal govereno di un paese che si dice democratico, sono inacettabili e ributtanti.

Leggiti i documenti CIA resi pubblici dal Congresso nel 1996 e credo che ne converrai...

cerbert
11-09-2003, 11:06
Originariamente inviato da SaMu
E' un discorso che si può fare adesso, in quegli anni però la situazione era diversa.

Si era in piena guerra fredda, occidente e unione sovietica si scontravano in battaglie più o meno cruente in tutto il mondo.

E' stata una guerra "anomala" perchè i carriarmati dei 2 contendenti non si sono mai incontrati (per fortuna, altrimenti oltre ai carriarmati sarebbero state coinvolte le armi nucleari e addio mondo). Ma è stata una guerra "vera", perchè in molti paesi del mondo lo scontro si è combattuto in maniera cruenta, nell'appoggio ad una o all'altra parte.

Fortunatamente da questa "guerra globale" il comunismo sovietico è uscito sconfitto. Fortunatamente per la libertà di tutti, la nostra ma anche quella dei cittadini dei paesi che in quegli anni erano nostri "nemici". Ciò non toglie che nel corso di questa "guerra anomala" siano successe vere e proprie brutture, veri e propri crimini, da parte di entrambi i fronti. Crimini di guerra, appunto.

Tutto questo per dire che la frase che hai quotato va contestualizzata nel periodo storico in cui è stata detta. Non si può giudicarla con il metro di oggi, come se gli Stati Uniti avessero sostenuto nel 2002 un colpo di stato ai danni del Brasile del socialista Lula.

Credo che questa considerazione, fosse necessaria.

La considerazione merita una precisazione.
Il partito di Salvador Allende, i suoi elettori, la sua linea politica, i problemi da affrontare, avevano ben poco a che spartire con l'URSS piuttosto che con Fidel.
Il vero "pericolo" venne dal fatto che in una zona economicamente strategica si stava insediando un governo che pretendeva che chi comprava pagasse tutto al prezzo corrente e non con sconti di favore.
Questo, ancora più che l'insediamento dall'oggi ai domani dei Cosacchi in Cile, spaventava i referenti del signor Kissinger.

Poi il resto è tutto corretto, il Cile fu una Cecoslovacchia occidentale esattamente come l'Afghanistan fu il Vietnam dell'URSS: ridicole gare a braccio di ferro sopra miliardi di persone.

Er Paulus
11-09-2003, 11:06
Originariamente inviato da FastFreddy
Cerca con Google: Portella della ginestra.

ecco il sito per sapere quello che è successo..

http://www.misteriditalia.com/giuliano/strage-portella/

ALBIZZIE
11-09-2003, 11:15
Originariamente inviato da SaMu
E' un discorso che si può fare adesso, in quegli anni però la situazione era diversa.

Si era in piena guerra fredda, occidente e unione sovietica si scontravano in battaglie più o meno cruente in tutto il mondo.

E' stata una guerra "anomala" perchè i carriarmati dei 2 contendenti non si sono mai incontrati (per fortuna, altrimenti oltre ai carriarmati sarebbero state coinvolte le armi nucleari e addio mondo). Ma è stata una guerra "vera", perchè in molti paesi del mondo lo scontro si è combattuto in maniera cruenta, nell'appoggio ad una o all'altra parte.

Fortunatamente da questa "guerra globale" il comunismo sovietico è uscito sconfitto. Fortunatamente per la libertà di tutti, la nostra ma anche quella dei cittadini dei paesi che in quegli anni erano nostri "nemici". Ciò non toglie che nel corso di questa "guerra anomala" siano successe vere e proprie brutture, veri e propri crimini, da parte di entrambi i fronti. Crimini di guerra, appunto.

Tutto questo per dire che la frase che hai quotato va contestualizzata nel periodo storico in cui è stata detta. Non si può giudicarla con il metro di oggi, come se gli Stati Uniti avessero sostenuto nel 2002 un colpo di stato ai danni del Brasile del socialista Lula.

Credo che questa considerazione, fosse necessaria.

ne convengo (in parte) ma ne convengo.

proprio per questo reputo, tra lo scandalo generale, gli USA una democrazia di facciata ma con un cervello da 'regime'.
quello che è accaduto nel secolo scorso in america latina è paragonabile ai carriarmati di budapest? le zozzerie di panama, nicaragua sono storia molto più recente del 30° anniversario del cile eppure sono continuate ad accadere al pari delle guerre negli stati dell'ex-urss.
certo gli USA sono sempre stati più eleganti e raffianti, usando la cia e paracadusti notturni al posto di ingombranti e fotoigienici carriarmati nelle piazze dell'est europa. :(

180ss
11-09-2003, 11:18
Originariamente inviato da Er Paulus
ecco il sito per sapere quello che è successo..

http://www.misteriditalia.com/giuliano/strage-portella/
C' un film in sala proprio in questi giorni.

mrmic
11-09-2003, 11:22
Vorei inoltre consigliare la visione del film "Missing" di Costa Gravas.

So che ce n'è un altro molto bello ma che non ho mai visto di Roman Polansky, non ricordo neanche il titolo. Se volete illuminarmi ve ne sarei grato.

GioFX
11-09-2003, 13:04
Belli i servizi proposti dai TG italiani, vero?

parax
11-09-2003, 13:12
Che ha visto lo speciale ieri sera su La7??? Davvero bello.

Er Paulus
11-09-2003, 13:12
Originariamente inviato da GioFX
Belli i servizi proposti dai TG italiani, vero?

direi così belli che è come se non ci fossero stati.

ALBIZZIE
11-09-2003, 13:51
Originariamente inviato da parax
Che ha visto lo speciale ieri sera su La7??? Davvero bello.
:doh:

ALBIZZIE
11-09-2003, 13:52
Originariamente inviato da Er Paulus
direi così belli che è come se non ci fossero stati.
ieri il tg2 ci ha aperto l'edizione della sera :O

parax
11-09-2003, 14:08
SALVADOR
Nomadi

Salvador era un uomo, vissuto da uomo
morto da uomo, con un fucile in mano.

Nelle caserme i generali, brindavano alla vittoria
con bicchieri colmi di sangue, di un popolo in catene.

Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.

Mille madri desolate, piangevano figli scomparsi
l'amore aveva occhi sbarrati di una ragazza bruna.

Anche le colombe erano diventate falchi,
gli alberi d'ulivo trasformati in croci.

Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.

Ma un popolo non può morire, non si uccidono idee
sopra una tomba senza nome, nasceva la coscienza.

Mentre l'alba dalle ande rischiara i cieli,
cerca il suo nuovo nido una colomba bianca.
Da un cielo grigio di piombo
piovevano lacrime di rame,
il Cile piangeva disperato
la sua libertà perduta.

Er Paulus
11-09-2003, 14:15
Originariamente inviato da ALBIZZIE
ieri il tg2 ci ha aperto l'edizione della sera :O


tg2?? what's tg2?:D :D

ALBIZZIE
11-09-2003, 14:19
bisogna avere un panorama completo della disinformazione italiana :O

parax
11-09-2003, 14:32
Originariamente inviato da ALBIZZIE
bisogna avere un panorama completo della disinformazione italiana :O



Io me vedo pure il TG4. Anzi sopratutto il TG4.

ALBIZZIE
11-09-2003, 14:37
peccato che si sovrapponga con il tg3, bisogna lavorare di telecomando. però se c'è fede è dura cambiare canale.

GioFX
11-09-2003, 17:04
già la memoria storica è più corta di quella personale... non lasciamo cadere questo thread nell'oblio il giorno stesso...

mrmic
11-09-2003, 17:58
Non mi ricordo bene una cosa, ma Pratts era stato "comprato" per suggerire ad Allende il nome di Pinochet come suo sostituto al comando dell'esercito, o lo ha fatto in buona fede?

jumpermax
11-09-2003, 23:59
Originariamente inviato da GioFX
Jumper, la biografia non l'ho presa dal Manifesto, ma da biografieonline.net... per quanto riguarda l'ultima frase, per favore... evitiamo di fare c'erti commenti discutibili, quantomeno di fronte ai morti... non è il caso di fare SEMPRE paragoni, cos'è, uno sport nazionale?!? si parla del cile, perchè è il 30 anniversario. Ti basta?
Non è una questione di paragoni. Hai postato un articolo che già nell'incipit mi sembra abbastanza di parte, che il regime di Pinochet sia stato sanguinario non lo metto in dubbio che sia uno dei più sanguinari dell'ultimo secolo mi sembra un'assurdità, ma insomma potrebbe anche passare, magari è una frase messa a mo' di enfasi. L'articolo poi non rende minimamente l'idea di quello che era il Cile al momento del golpe, del clima da guerra civile dei gruppi armati di sinistra, della rottura totale di Allende con gli USA, l'appoggio da parte dell'URSS (in piena guerra fredda). Se la tua intenzione era solo commemorare le vittime del golpe mi associo in pieno e chiudo qui il discorso. Mi sembrava invece che tu volessi parlare di quanto è successo in Cile in quegli anni...

GioFX
12-09-2003, 00:28
Originariamente inviato da jumpermax
Non è una questione di paragoni. Hai postato un articolo che già nell'incipit mi sembra abbastanza di parte, che il regime di Pinochet sia stato sanguinario non lo metto in dubbio che sia uno dei più sanguinari dell'ultimo secolo mi sembra un'assurdità, ma insomma potrebbe anche passare, magari è una frase messa a mo' di enfasi. L'articolo poi non rende minimamente l'idea di quello che era il Cile al momento del golpe, del clima da guerra civile dei gruppi armati di sinistra, della rottura totale di Allende con gli USA, l'appoggio da parte dell'URSS (in piena guerra fredda). Se la tua intenzione era solo commemorare le vittime del golpe mi associo in pieno e chiudo qui il discorso. Mi sembrava invece che tu volessi parlare di quanto è successo in Cile in quegli anni...

No senti non è il caso... ti pare?!?!?! il golpe è stato fatto dai militari cileni capeggiati da Pinochet e appoggiati dagli Stati Uniti. Questa è storia documentata. Punto e basta.

La rottura di Allende con gli USA?!??! Semmai la rottura di Nixon con Allende da quando vinse le elezioni nel 1970!!!!!

Tra i documenti aperti c'è tutta la fase di sovversione dell'ordine pubblico fomentato dalla CIA per diretto ordine governativo, c'è la guerra economica, il blocco del mercato e tutto il resto...

I gruppi armati della sinistra te li sei sognati tu... ma per piacere, portare rispetto per i morti trucidati e mai ritrovati (tanto che si pensa ad un'amnistia ai soldati che riveleranno i luoghi delle fosse) almeno il giorno dell'anniversario!!!!!

Tra URSS e Allende c'era più distanza che con Tito... per favore su Allende poi era socialista...

No guarda... ci manca che mi fai il discorso di Luttwak che fu un'azione preventiva giusta (vista da parte loro) per evitare che i cosacchi invadessero il sud america... roba che grida vendetta davanti alla storia...

jumpermax
12-09-2003, 00:54
Originariamente inviato da GioFX
No senti non è il caso... ti pare?!?!?! il golpe è stato fatto dai militari cileni capeggiati da Pinochet e appoggiati dagli Stati Uniti. Questa è storia documentata. Punto e basta.

La rottura di Allende con gli USA?!??! Semmai la rottura di Nixon con Allende da quando vinse le elezioni nel 1970!!!!!

Tra i documenti aperti c'è tutta la fase di sovversione dell'ordine pubblico fomentato dalla CIA per diretto ordine governativo, c'è la guerra economica, il blocco del mercato e tutto il resto...

I gruppi armati della sinistra te li sei sognati tu... ma per piacere, portare rispetto per i morti trucidati e mai ritrovati (tanto che si pensa ad un'amnistia ai soldati che riveleranno i luoghi delle fosse) almeno il giorno dell'anniversario!!!!!

Tra URSS e Allende c'era più distanza che con Tito... per favore su Allende poi era socialista...

No guarda... ci manca che mi fai il discorso di Luttwak che fu un'azione preventiva giusta (vista da parte loro) per evitare che i cosacchi invadessero il sud america... roba che grida vendetta davanti alla storia...
Nascondersi dietro il rispetto per i morti lo trovo scorretto. Tu citi dei fatti che dai per totalmente veri e io rispondo che non lo sono. Il golpe non nasce così dal nulla. C'erano movimenti estremisti violenti anche all'estrema sinistra, che chiedevano una trasformazione radicale della società c'erano fortissime tensioni all'interno del paese una forte opposizione alle riforme soprattutto da parte di chi vedeva minato il proprio futuro da espropri e nazionalizzazioni. Molte manovre poi dal chiaro intento populista (come quella del mezzo litro di latte per ogni bimbo sotto i 14 anni si rivelarono poi peggiori del male che cercavano di curare. Dici che l'URSS era lontana? l'URSS guardava con estrema attenzione al primo paese divenuto socialista in modo democratico per giunta in un area di influenza americana. Ottima pedina nella partita a scacchi contro gli USA.

cerbert
12-09-2003, 08:11
Originariamente inviato da jumpermax
Nascondersi dietro il rispetto per i morti lo trovo scorretto. Tu citi dei fatti che dai per totalmente veri e io rispondo che non lo sono. Il golpe non nasce così dal nulla. C'erano movimenti estremisti violenti anche all'estrema sinistra, che chiedevano una trasformazione radicale della società c'erano fortissime tensioni all'interno del paese una forte opposizione alle riforme soprattutto da parte di chi vedeva minato il proprio futuro da espropri e nazionalizzazioni. Molte manovre poi dal chiaro intento populista (come quella del mezzo litro di latte per ogni bimbo sotto i 14 anni si rivelarono poi peggiori del male che cercavano di curare. Dici che l'URSS era lontana? l'URSS guardava con estrema attenzione al primo paese divenuto socialista in modo democratico per giunta in un area di influenza americana. Ottima pedina nella partita a scacchi contro gli USA.

Qui nessuno si sta nascondendo dietro al rispetto per i morti.
Ma non c'è paragone (e direi che il fatto storico lo dimostra) tra la potenza organizzativa e propagandistica degli estremisti di destra che riuscirono a convincere il ceto medio (normalmente inerte) che la crisi economica (comune a tutta l'area) era la porta dell'inferno che Allende preparava.
Manovre populiste sono sempre state utilizzate in momenti di estrema crisi... oppure aprire buche nella strada per poi richiuderle solo per dare lavoro durante il "New Deal" Roosveltiano era una manovra assolutamente razionale?
Infine, certo che l'URSS guardava con attenzione, ma le prove che avesse (o POTESSE) allungare le mani, tutt'ora non si vedono.
Non mi immagino molto il Cile, ricco di risorse e con un governo intenzionato a farle pagare il giusto A CHIUNQUE, piazzare basi missilistiche solo per far piacere agli stalinisti (che non sono neanche lontanamente alleati dei socialisti).
Non fu solo la paura dell'URSS a produrre questo golpe piuttosto che l'omicidio di Lumumba. Fu la paura che si diffondesse nei paesi del sud economico la constatazione che, dopotutto, si poteva anche FAR PAGARE quello che si possedeva e produceva.
Il resto è solo un pretesto, speculare a quello usato dai Russi per l'Afghanistan...

Korn
12-09-2003, 08:13
ho appena visto il documenario su rai tre, brividi...

ALBIZZIE
12-09-2003, 08:19
alle 9:15 un documentario?

Fr@nkie
12-09-2003, 08:45
Originariamente inviato da jumpermax
L'articolo poi non rende minimamente l'idea di quello che era il Cile al momento del golpe, del clima da guerra civile dei gruppi armati di sinistra, della rottura totale di Allende con gli USA, l'appoggio da parte dell'URSS (in piena guerra fredda)...

...dei dirigenti della Pepsi Cola (!) (che da poco era stata impiantata in quei territori) che vedevano di cattivo occhio la politica economica di Allende...

Fr@nkie

Korn
12-09-2003, 08:59
Originariamente inviato da ALBIZZIE
alle 9:15 un documentario? si fanno le replica di la storia siamo noi

GioFX
12-09-2003, 09:38
Originariamente inviato da jumpermax
Nascondersi dietro il rispetto per i morti lo trovo scorretto. Tu citi dei fatti che dai per totalmente veri e io rispondo che non lo sono. Il golpe non nasce così dal nulla. C'erano movimenti estremisti violenti anche all'estrema sinistra, che chiedevano una trasformazione radicale della società c'erano fortissime tensioni all'interno del paese una forte opposizione alle riforme soprattutto da parte di chi vedeva minato il proprio futuro da espropri e nazionalizzazioni. Molte manovre poi dal chiaro intento populista (come quella del mezzo litro di latte per ogni bimbo sotto i 14 anni si rivelarono poi peggiori del male che cercavano di curare. Dici che l'URSS era lontana? l'URSS guardava con estrema attenzione al primo paese divenuto socialista in modo democratico per giunta in un area di influenza americana. Ottima pedina nella partita a scacchi contro gli USA.

Ok, scusa... Kissinger aveva ragione, Pinchet era l'uomo giusto per sconfiggere i comunisti assassini di Allende.

ALBIZZIE
12-09-2003, 09:58
da repubblica.it

"Ieri sera infine nella Fondazione Augusto Pinochet si è svolta una cerimonia a cui hanno partecipato 3.000 simpatizzanti dell'ex dittatore e che è servita per consegnare decorazioni a 120 ministri che hanno servito per 17 anni l'ex generale nel regime militare. "

quanta è lunga la strada da fare.:(

SaMu
12-09-2003, 10:00
Originariamente inviato da cerbert
Infine, certo che l'URSS guardava con attenzione, ma le prove che avesse (o POTESSE) allungare le mani, tutt'ora non si vedono.
Non mi immagino molto il Cile, ricco di risorse e con un governo intenzionato a farle pagare il giusto A CHIUNQUE, piazzare basi missilistiche solo per far piacere agli stalinisti (che non sono neanche lontanamente alleati dei socialisti).
Non fu solo la paura dell'URSS a produrre questo golpe piuttosto che l'omicidio di Lumumba. Fu la paura che si diffondesse nei paesi del sud economico la constatazione che, dopotutto, si poteva anche FAR PAGARE quello che si possedeva e produceva.
Il resto è solo un pretesto, speculare a quello usato dai Russi per l'Afghanistan...

Ribadisco l'idea: bisogna contestualizzare gli avvenimenti.. si era in piena guerra fredda.

Nemmeno la Cecoslovacchia e l'Ungheria avevano in progetto, raggiunta l'autonomia, si marciare su Mosca. Ne' esistono o sono mai stati resi noti (il segreto militare su quegli anni è scaduto) piani americani per impiantare missili in quei paesi.

Con questo non voglio fare un "bilancino" per cui un torto in Cecoslovacchia si pareggia con uno in Chile. Questi discorsi credo servano a -capire- perchè se uno ragiona con la logica attuale, allora dei fatti di quegli anni non si spiega nulla. Tutto sembra irrazionale, persino folle.

Al contrario quegli avvenimenti erano tragici, ma non folli o provi di razionalità. La crisi dei missili a Cuba era di soli 6 anni prima, si era rischiata la guerra nucleare.. recentemente sono stati resi noti (pubblicati dal Corriere ieri alcuni stralci) i documenti delle riunioni di Kruscev con i suoi più stretti collaboratori.. all'inizio, non pensava di ritirare i missili.. Castro, spingeva per forzare il blocco navale.. la guerra nucleare è stata a un passo.

Non parliamo di antichi romani, sono 35 anni fa, 6 anni prima del Chile. Se i fatti di quegli anni non si contestualizzano in questo modo, questo thread è solo l'ennesima, inutile, vuota occasione di scontro.

E sottolineo: capire non significa giustificare.

parax
12-09-2003, 10:01
E' davvero bello vedere giustificare o con un termine che va di moda adesso comprendere una barbarie lunga + di un decennio con motivazioni geo-politiche.
Dei barbari che non si sono accontentati di prendere il potere e matenerlo con la forza, ma hanno continuato imperterriti nella tortura e successiva uccisione di migliaia di persone, gente lasciata nuda su delle grate elettrificate sospese dal suolo per giorni, barbari che hanno inventato un modo nuovo di ammazzare e restare impuniti, fare sparire le proprie vittime, niente cadavere niente morto niente denuncia, quando i parenti delle vittime si recavano nelle sedi preposte, gli veniva detto che nessuno aveva preso i propri cari, al limite erano desaparecidos. Metodologia copiata egregiamente dall'alter ego argentino.
E poi il mitico kissinger informato dal giorno stesso del golpe dalla CIA che si stavano violando i diritti dell'uomo ed infomrato anche dopo del massacro che la DINA stava facendo giorno dopo giorno, ma se ne fregò nessuna parola di condanna nessun intervento per fermare la strage ed anzi andò a stringere la mano al fedele amico.


:Puke:

mrmic
12-09-2003, 10:02
Crisi dei missili era 10 anni prima;)

BadMirror
12-09-2003, 10:07
Originariamente inviato da SaMu


E sottolineo: capire non significa giustificare.

Credi che chi vuole darti contro ti capirà? Sei un ottimista.

;)

Bet
12-09-2003, 10:10
scusa parax, ma chi è che ha giustificato qualcosa?

cerbert
12-09-2003, 10:11
Originariamente inviato da SaMu
Ribadisco l'idea: bisogna contestualizzare gli avvenimenti.. si era in piena guerra fredda.

Nemmeno la Cecoslovacchia e l'Ungheria avevano in progetto, raggiunta l'autonomia, si marciare su Mosca. Ne' esistono o sono mai stati resi noti (il segreto militare su quegli anni è scaduto) piani americani per impiantare missili in quei paesi.

Con questo non voglio fare un "bilancino" per cui un torto in Cecoslovacchia si pareggia con uno in Chile. Questi discorsi credo servano a -capire- perchè se uno ragiona con la logica attuale, allora dei fatti di quegli anni non si spiega nulla. Tutto sembra irrazionale, persino folle.

Al contrario quegli avvenimenti erano tragici, ma non folli o provi di razionalità. La crisi dei missili a Cuba era di soli 6 anni prima, si era rischiata la guerra nucleare.. recentemente sono stati resi noti (pubblicati dal Corriere ieri alcuni stralci) i documenti delle riunioni di Kruscev con i suoi più stretti collaboratori.. all'inizio, non pensava di ritirare i missili.. Castro, spingeva per forzare il blocco navale.. la guerra nucleare è stata a un passo.

Non parliamo di antichi romani, sono 35 anni fa, 6 anni prima del Chile. Se i fatti di quegli anni non si contestualizzano in questo modo, questo thread è solo l'ennesima, inutile, vuota occasione di scontro.

E sottolineo: capire non significa giustificare.

Allora, i fatti di quegli anni, FURONO irrazionali e folli, della stessa irrazionalità e follia che ci portiamo ancora avanti adesso. Prima c'era "L'Impero del Male" e "L'Occidente democratico", ora c'è "L'Occidente Libero" e la "Follia Integralista".
Così, come chi invadeva la Cecoslovacchia trovava le sue buonissime ragioni e chi dava coperture ai golpisti cileni stava facendo una cosa logica, ora chi piazza un disperato e il suo zainetto di tritolo a Bali sà che non ha alternativa e chi invade un paese sulla scorta di un mare di frottole ha protetto la democrazia.

Sicuramente le persone che crepano nel frattempo saranno consolate di morire per così tante buone ragioni e attenderanno che i posteri gliele spieghino con migliore precisione.

Mi dispiace, non c'è niente di razionale, la specie umana è una maggioranza paranoica che per la maggior parte del tempo manda al potere dei razionali psicopatici perchè gli infliggano quello da cui volevano proteggersi.

parax
12-09-2003, 10:11
Originariamente inviato da Bet
scusa parax, ma chi è che ha giustificato qualcosa?


oh sorry, oggi si comprende e si capisce.

BadMirror
12-09-2003, 10:14
Originariamente inviato da parax
oh sorry, oggi si comprende e si capisce.

Capire il perchè siano successe certe cose rende storicamente giustizia ai morti molto più di quanto possano fare 1000 post lacrimosi.
imho.

Bet
12-09-2003, 10:15
Originariamente inviato da parax
oh sorry, oggi si comprende e si capisce.

ah! ho capito
quindi per te SaMu (forse anche Jumper) hanno giustificato (=rendere giusto) le torture e le barbare uccisioni

cerbert
12-09-2003, 10:20
Mi permetto di ricordare che il brevetto sulla distinzione tra "Capire" e "Giustificare", è mio e risale al tremendo 11/9.

Allora, tracciando una sommaria descrizione della situazione mondiale, folle esattamente quanto quella di 30 anni fa, affermai che bisognava "capire" il movente dei terroristi per porre argine a questa irrazionalità travolgente.

Non trovai molta comprensione, e mi ricordo anche perfettamente chi era tra i meno "comprensivi".

Fine della recriminazione.

BadMirror
12-09-2003, 10:21
Originariamente inviato da Bet
ah! ho capito
quindi per te SaMu (forse anche Jumper) hanno giustificato (=rendere giusto) le torture e le barbare uccisioni

Si e con loro anche il Finzi (l'autore del libro si storia del liceo) e tutti gli altri storici che scrivono delle guerre senza dare in omaggio col libro un lacrimatoio.
Siamo tutti dispiaciuti, solo che per qualcuno è sottinteso altri lo devono far vedere a forza.
imho.

BadMirror
12-09-2003, 10:23
Originariamente inviato da cerbert
Mi permetto di ricordare che il brevetto sulla distinzione tra "Capire" e "Giustificare", è mio e risale al tremendo 11/9.

Allora, tracciando una sommaria descrizione della situazione mondiale, folle esattamente quanto quella di 30 anni fa, affermai che bisognava "capire" il movente dei terroristi per porre argine a questa irrazionalità travolgente.

Non trovai molta comprensione, e mi ricordo anche perfettamente chi era tra i meno "comprensivi".

Fine della recriminazione.

Io ho sempre trovato interessanti le tue argomentazioni. Dagli incontri tra te e Samu scaturiscono dei 3d veramente notevoli.
:)

GioFX
12-09-2003, 10:25
Originariamente inviato da BadMirror
Capire il perchè siano successe certe cose rende storicamente giustizia ai morti molto più di quanto possano fare 1000 post lacrimosi.


post lacrimosi? ricordare un tragico evento caduto nell'oblio (1 solo TG ne ha parlato seriamente) come il golpe e il regime militare in cile è fare un post lacrimoso?

qui piuttosto si sono sparate affermazioni da far rizzare i capelli... tentativi di mettere sullo stesso piano un governo democratico e il suo (largo) elettorato e una dittatura sanguinaria che ha sterminato migliaia di persone dopo aver rovesciato il suo presidente democraticamente eletto con l'aiuto documentato della CIA in tutti i mimini particolari per tre anni, parlando di una sinistra cilena violenta (!!!!) che voleva instaurare un regime comunista... discorsi da Luttwak o Kagan... un bellissimo tentativo di calpestare la memoria di tutti quei morti...

c'è Sepulveda che si sta già rivoltando nella tomba... pace all'anima sua...

parax
12-09-2003, 10:25
Originariamente inviato da Bet
ah! ho capito
quindi per te SaMu (forse anche Jumper) hanno giustificato (=rendere giusto) le torture e le barbare uccisioni



no per me samu giustifica l'appoggio USA, a quanto ho capito.
La giustificazione al solo golpe trova il tempo che trova, ancora nel 1986 in cile la DINA arrestava e giustiziava, e non venitemi a dire che nell'URSS preparava rivoluzioni.

Bet
12-09-2003, 10:26
x cerbert
ah! meno male! pensavo che fosse sparita la differenza tra capire e giustificare
Pero' apprendo oggi che ci sono gli interpeti ufficiali dei pensieri altrui: buono a sapersi :)


ps: d'accordo con BadMirror

MarColas
12-09-2003, 10:27
Originariamente inviato da cerbert
Mi permetto di ricordare che il brevetto sulla distinzione tra "Capire" e "Giustificare", è mio e risale al tremendo 11/9.

Allora, tracciando una sommaria descrizione della situazione mondiale, folle esattamente quanto quella di 30 anni fa, affermai che bisognava "capire" il movente dei terroristi per porre argine a questa irrazionalità travolgente.

Non trovai molta comprensione, e mi ricordo anche perfettamente chi era tra i meno "comprensivi".

Fine della recriminazione.

Evidentemente non sei stato "capito" :faccinabattutaamara:

BadMirror
12-09-2003, 10:29
Originariamente inviato da GioFX
post lacrimosi? ricordare un tragico evento caduto nell'oblio (1 solo TG ne ha parlato seriamente) come il golpe e il regime militare in cile è fare un post lacrimoso?


Ma che stai a dì? :confused:

Punto primo non mi riferivo all'apertura del post che anzi ho trovato molto intelligente e costruttiva. Io mi riferivo a chi solo per dar contro a certi utenti (Samu in primis) gli rinfacciava post come per far sembrare che a loro non importasse niente dei morti. Imho è una cosa subdola.

cerbert
12-09-2003, 10:33
Originariamente inviato da Bet
x cerbert
ah! meno male! pensavo che fosse sparita la differenza tra capire e giustificare
Pero' apprendo oggi che ci sono gli interpeti ufficiali dei pensieri altrui: buono a sapersi :)


ps: d'accordo con BadMirror

Ma Bet caro, ora capisco come mai su un mio precedente post, non capivi "di chi era la colpa"... arrivi in ritardo su tutto con decenni di scarto!
:D :p
E' dalla fondazione che su questo forum ci sono accurati descrittori ufficiali del pensiero altrui!

P.S.: "capire" si differenzia da "giustificare" nel cercare o descrivere una soluzione al problema, per quanto approssimativa o parziale, in questo senso, direi che si è ancora "capito" poco il golpe Cileno...

GioFX
12-09-2003, 10:33
Originariamente inviato da BadMirror
Ma che stai a dì? :confused:

Punto primo non mi riferivo all'apertura del post che anzi ho trovato molto intelligente e costruttiva. Io mi riferivo a chi solo per dar contro a certi utenti (Samu in primis) gli rinfacciava post come per far sembrare che a loro non importasse niente dei morti. Imho è una cosa subdola.

Vabbè, forse allora ho frainteso... in questo caso ti chiedo scusa ;)

parax
12-09-2003, 10:34
Originariamente inviato da BadMirror
Si e con loro anche il Finzi (l'autore del libro si storia del liceo) e tutti gli altri storici che scrivono delle guerre senza dare in omaggio col libro un lacrimatoio.
Siamo tutti dispiaciuti, solo che per qualcuno è sottinteso altri lo devono far vedere a forza.
imho.



se il finzi scrive delle guerre asetticamente come se si parlasse di scacchi me ne frega cazzi, dietro ogni guerra c'è gente che soffre e muore. E ricordare quelle sofferenze non può che farci bene alla memoria e cercare di fare in modo che non si ripetano. Fossero i gulag comunisti o i campi di concentramento nazisti. Bisogna ricordare.

mrmic
12-09-2003, 10:36
Originariamente inviato da BadMirror
Si e con loro anche il Finzi (l'autore del libro si storia del liceo) e tutti gli altri storici che scrivono delle guerre senza dare in omaggio col libro un lacrimatoio.
Siamo tutti dispiaciuti, solo che per qualcuno è sottinteso altri lo devono far vedere a forza.
imho.

Sai che c'è, il problema è che alle ingiustizie non c'è mai fine.

Per quanto riguarda la contestualizzazione dei fatti storici, la cosa che fa rodere di più è che in latinoamerica non si è mai permesso che un qualunque sentimento patriottico o di appartenenza politica potesse venire fuori in maniera autonoma e democratica.
Cuba, Cile, Venezuela, facevano paura, ok, ma non è sensato affermare che l'Urss potesse creare un suo avamposto o un suo satellite in America Latina. Simpatie certo.

D'altronde a Cuba abbiamo avuto la dimostrazione che la distanza è un fattore fondamentale, Monroe ancora si sfrega le mani.

Bet
12-09-2003, 10:50
a parte gli scherzi cerbert
ci si puo' mettere a parlare se la cosa sia razionale o meno ed ognuno porta il suo contributo: questo fa parte della discussione

ma voler attribuire ad altri la colpa di giustificare porcherie a fronte di post peraltro chiarissimi è proprio un altro discorso

convieni?


Per quanto concerne la razionalità del discorso si potrebbe accennare alla tragica crisi ecomica che ha preceduto il golpe (in europa situazioni simili hanno favorito il nazismo, altrove altri colpi di stato)... ricordo perfettamente che magnus giudico' razionale lo sterminio dei curdi da parte di Saddam descrivendo la logica utilizzata, chiaramente senza giustificarlo.
Mi sembra evidente che razionale stia per descrivibile secondo una logica di causa-effetto. La giustificazione, che sta appunto x rendere giusto, è invece una connotazione etica: che sta quindi su un altro piano. Confondere i due piani o è un errore logico, o è una mossa in malafede.

Ora, secondo me, se si vuole che le discussioni diventino confronto e non un elenco di stereotipi, è necessario che ognuno faccia il suo (vale anche x me ovviamente)

cerbert
12-09-2003, 11:07
Temo che tu faccia una confusione tra "logico" che è ciò che vive delle relazioni "causa-effetto" e "razionale", ovvero ciò che è fatto secondo ragione.

Allora nè l'avvento del nazismo, nè dello stalinismo, nè la sponsorizzazione USA del golpe Cileno è stata "razionale" (sullo sterminio dei Kurdi non mi pronuncio perchè non so che relazione ne abbia fatta Magnus). Perchè cercarono di essere delle "soluzioni" e invece raddoppiarono il problema.

Allora, fino ad ora, ben pochi hanno affrontato razionalmente il fatto che NON ESISTE nessuna garanzia contro tali finte soluzioni. Meccanismi sovranzazionali di vigilanza, arbitrato, sanzione, continuano ad essere irrisi.

Per cui, finora, non si è fatto altro che "elencare" nozioni per comparare la maggiore logica (stringente relazione causa-effetto) tra una soluzione e l'altra in modo da affermare che l'una era più "logica" dell'altra.

Non voglio "autoincensarmi" ma quando cercai di far capire la distinzione tra "capire" e "giustificare", non mi misi a dire che era logico l'abbattimento delle due Torri. Mi misi a definire chi, come e perchè avrebbe potuto evitarlo e chi, come e perchè avrebbe potuto farlo in futuro... ma, dal momento che dovevo descrivere la situazione internazionale per come A ME appariva, ecco che "giustificavo".

ni.jo
12-09-2003, 11:14
Non mi pare che la Russia fosse così interessata al governo socialista, qualcuno dice che neanche i vari partiti comunisti di allora si aspettassero granchè da questo signore così per bene...
Nessun pericolo di armate rosse alle porte, insomma.
Vero che la visita di Castro ebbe un effetto pesante, sfruttato a dovere dall'opposizione telecomandata, ma credo che l'azione più "deplorevole" per il governo americano siano state le statalizzazioni di aziende Americane (grave errore...) e la riforma agraria: in un momento in cui si preparava una forte crisi per il capitalismo un alternativa democratica alla dittatura del "socialismo reale" era per loro comprensibilmente nefasta...
Sfortunatamente uno dei messaggi che passò fù che non era possibile cambiare la società in modo pacifico e democratico, con conseguenze molto sottovalutate.


*Per prevenire chi ogni volta mi dice che non c'è alternativa, a parte la morte della democrazia e la morte dei cittadini, l'applicazione delle norme liberiste dei "Chicago Boys" portò ad una gravissima crisi economica nell' 81 (nonostante i prestiti concessi e negati al precedente governo) e la bancarotta delle banche l'anno sucessivo.




Gli Stati uniti erano esplicitamente ostili e con loro la grande stampa cilena. La situazione economica era pesante e la destra incitava una piazza populista, le donne che picchiavano le casseruole, la borghesia amica o dipendente dagli espropriati e forse un certo sottoproletariato avevano cominciato a rumoreggiare fin dagli ultimi mesi del 1971. E una visita di Fidel Castro non aveva calmato le acque, anzi. Il Cile diventava di colpo visibile. Nel 1972 la situazione economica si aggravò, un grande sciopero degli autotrasportatori mise il paese a terra: e ci sgomentò. Com'era possibile che i «salariés de la peur» volessero la caduta d'un governo di sinistra? Allende chiese all'Urss un prestito che Mosca non concesse, anche se sarebbe stato assai meno di quel che annualmente passava a Cuba. Il Mir pensava che bisognasse radicalizzare, prevenire il consolidamento del blocco avverso, dare una spallata e lo stesso ritenevano, credo, le nuove sinistre europee. Per Allende, e probabilmente aveva ragione, non ce n'erano le condizioni. Alle elezioni del 1974 sarebbe stato probabilmente battuto; non se ne impressionava si atteneva all'alternanza, convinto che il popolo non si sarebbe lasciato portare via quel che aveva appena conquistato. Stati uniti e grande proprietà non aspettarono le elezioni. Prepararono con l'esercito quel golpe che Allende aveva ritenuto impossibile. Si trovò assediato l'11 settembre alla Moneda, non si arrese, abbracciò un mitra, sparò e si sparò. Stentai a crederlo, vedo ancora le scale di quel modesto palazzo e le stanze dove lavorava e ci riceveva con allegra calma. Ma il tradimento e la percezione di aver tutto perduto, e forse molto sbagliato nelle previsioni, dovettero essere amarissimi. Si uccise. Lo stadio fu riempito di prigionieri. Chi cercò uno scampo in Argentina sarebbe stato liquidato tre anni dopo da un altra giunta militare.Rossana Rossandra

parax
12-09-2003, 11:24
E' un classico degli americani, o sei con noi o sei contro di noi, vedi la Francia nella guerra in Iraq.

BadMirror
12-09-2003, 11:29
Originariamente inviato da parax
se il finzi scrive delle guerre asetticamente come se si parlasse di scacchi me ne frega cazzi, dietro ogni guerra c'è gente che soffre e muore. E ricordare quelle sofferenze non può che farci bene alla memoria e cercare di fare in modo che non si ripetano. Fossero i gulag comunisti o i campi di concentramento nazisti. Bisogna ricordare.

Giusto, ma credo che chi ha parlato ricordi molto bene e non ha bisogno di promemoria, meno ancora se son scritti per criticare.

Bet
12-09-2003, 11:30
Originariamente inviato da cerbert
Temo che tu faccia una confusione tra "logico" che è ciò che vive delle relazioni "causa-effetto" e "razionale", ovvero ciò che è fatto secondo ragione.

Allora nè l'avvento del nazismo, nè dello stalinismo, nè la sponsorizzazione USA del golpe Cileno è stata "razionale" (sullo sterminio dei Kurdi non mi pronuncio perchè non so che relazione ne abbia fatta Magnus). Perchè cercarono di essere delle "soluzioni" e invece raddoppiarono il problema.

Allora, fino ad ora, ben pochi hanno affrontato razionalmente il fatto che NON ESISTE nessuna garanzia contro tali finte soluzioni. Meccanismi sovranzazionali di vigilanza, arbitrato, sanzione, continuano ad essere irrisi.

Per cui, finora, non si è fatto altro che "elencare" nozioni per comparare la maggiore logica (stringente relazione causa-effetto) tra una soluzione e l'altra in modo da affermare che l'una era più "logica" dell'altra.

Non penso di aver fatto confusione.
Descrivere la logica di un fatto, non vuol dire che la logica utilizzata sia corretta (proprio da un punto di vista logico, non da un punto di vista morale). Puo' darsi benissimo che ci sia un errore logico, ok? Si puo' descrivere secondo quale logica siano avvenuti certi fatti, ammettendo poi che un altro tipo di logica sarebbe stata corretta (anche se poi, così facendo, si sfocia facilmente in valutazioni che stanno su un altro piano)
Si puo' quindi:
- spiegare la logica che è stata utilizzata in un dato evento storico;
- dire che sarebbe stato più corretto un altro procedimento logico;
- attribuire a tali fatto un giudizio, una valutazione
spesso si fa coincider il primo col terzo, o il secondo col terzo (ma è un errore logico :D )





Non voglio "autoincensarmi" ma quando cercai di far capire la distinzione tra "capire" e "giustificare", non mi misi a dire che era logico l'abbattimento delle due Torri. Mi misi a definire chi, come e perchè avrebbe potuto evitarlo e chi, come e perchè avrebbe potuto farlo in futuro... ma, dal momento che dovevo descrivere la situazione internazionale per come A ME appariva, ecco che "giustificavo".
Non sto facendo un gara con nessuno e neppure voglio mettere a confronto utenti. E' accaduto questo? Bene, avevi ragione, se non nei contenuti, almeno nel criterio utilizzato.
Quello che più è importante e che terrei a precisare, è che si tenti un sforzo di comprensione, di qui in avanti.

Scusate l'annoiante ot. Mi levo. Eventualmente cerbert x una prosecuzione ti rispondo in pvt

parax
12-09-2003, 11:51
Scontri tra manifestanti e carabineros durante le celebrazioni
Colpi d'arma da fuoco nella notte, blindati in azione
Cile, 30 anni dal golpe
disordini a Santiago


Cileni manifestano davanti alla Moneda

SANTIAGO DEL CILE - Gravi incidenti fra manifestanti e carabineros si sono verificati ieri sera in varie zone di Santiago del Cile. Erano circa 15.000 le persone raccolte ieri pomeriggio nella Plaza de la Constitucion per onorare la memoria di Salvador Allende, rovesciato dal golpe militare l'11 settembre 1973.

Scontri e disordini sono proseguiti anche durante la notte: radio e televisioni hanno riferito di colpi d' arma da fuoco e di un gran movimento di mezzi blindati della polizia. Le celebrazioni si sono concluse con un bilancio provvisorio di tre o cinque agenti feriti, una cinquantina di arresti e ingenti danni a infrastrutture e automezzi.

Epicentro dei disordini è stato il quartiere Estacion Central, nel municipio Villa Francia della capitale cilena, dove anche negli anni scorsi si erano verificati tali scontri. Le operazioni di polizia sono state prese in mano dal direttore dei carabineros Alberto Cienfuegos e a quanto pare i manifestanti appartengono al movimento di estrema sinistra Fronte rivoluzionario Manuel Rodriguez (Frmr). E' qui che un membro dei carabineros è stato ferito gravemente. Altri incidenti anche nel municipio di Penalolen, dove è stato rovesciato un automezzo pesante della polizia causando il ferimento di quattro civili.

Poi un episodio gravissimo che non è chiaro se s'inserisce nella tensione di questi giorni: nove reclusi sono morti e 18 sono rimasti gravemente ustionati nel carcere El Manzano di Concepcion (Cile Meridionale) a centinaia di chilometri dalla capitale. Ieri sera infine nella Fondazione Augusto Pinochet si è svolta una cerimonia a cui hanno partecipato 3.000 simpatizzanti dell'ex dittatore e che è servita per consegnare decorazioni a 120 ministri che hanno servito per 17 anni l'ex generale nel regime militare.

jumpermax
13-09-2003, 00:06
Originariamente inviato da GioFX
post lacrimosi? ricordare un tragico evento caduto nell'oblio (1 solo TG ne ha parlato seriamente) come il golpe e il regime militare in cile è fare un post lacrimoso?

qui piuttosto si sono sparate affermazioni da far rizzare i capelli... tentativi di mettere sullo stesso piano un governo democratico e il suo (largo) elettorato e una dittatura sanguinaria che ha sterminato migliaia di persone dopo aver rovesciato il suo presidente democraticamente eletto con l'aiuto documentato della CIA in tutti i mimini particolari per tre anni, parlando di una sinistra cilena violenta (!!!!) che voleva instaurare un regime comunista... discorsi da Luttwak o Kagan... un bellissimo tentativo di calpestare la memoria di tutti quei morti...

c'è Sepulveda che si sta già rivoltando nella tomba... pace all'anima sua...
E persevera... credo che a te della realtà dei fatti non importi nulla, tieni più a far prevalere la tua visione delle cose, spacciandola per verità immacolata, brandendo poi le vittime come arma impropria per la discussione... cosa non solo perfettamente inutile ai fini del discorso ma anche abbastanza squalliduccia.

GioFX
13-09-2003, 00:11
Originariamente inviato da jumpermax
E persevera... credo che a te della realtà dei fatti non importi nulla, tieni più a far prevalere la tua visione delle cose, spacciandola per verità immacolata, brandendo poi le vittime come arma impropria per la discussione... cosa non solo perfettamente inutile ai fini del discorso ma anche abbastanza squalliduccia.

la realtà dei fatti è scritta nei documenti e raccontata dai protagonisti di allora, e dalle vittime di quegli eventi. Se te vuoi ignorarla o rivisitarla a tuo modo, sei libero di farlo me non in un post di ricordo come questo. Non sarebbe il caso.

L'accusa di squallore è rimandata al mittente, con tanto di interessi.

Er Paulus
13-09-2003, 00:21
è noto che Kissinger temesse più il Cile che Cuba. Infatti la differenza è che a Cuba c'è stata una rivoluzione, mentre in Cile era nata un nuovo "modello" politico, cioè una "Democrazia socialista moderata". Per allora questa fu una vera rivoluzione!! e gli Usa temevano che questo nuovo modello politico democratico potesse estendersi nel resto dell'america Latina, in Italia e in Francia.
perciò gli Usa cosa fecero? mandarono in rovina l'economia cilena(pagando in dollari i lavoratori per scioperare), favorendo così un golpe militare.

GioFX
13-09-2003, 00:40
Originariamente inviato da Er Paulus
perciò gli Usa cosa fecero? mandarono in rovina l'economia cilena(pagando in dollari i lavoratori per scioperare), favorendo così un golpe militare.

Non solo questo...

Dai documenti del Dipartimento di Stato deli Stati Uniti d'America:

Oggetto: Coinvolgimento della CIA in Cile dal 1970
Data: 10 aprile 1973

Il passato recente

1.[…] Il nostro ruolo durante la campagna elettorale [delle elezioni presidenziali del 1970] si limito' ad una campagna denigratoria contro Allende e la sua coalizione Unidad Popular (UP). Il 4 settembre 1970 Allende ottenne il 36.3% del voti popolari, con 40.000 voti in più di Alessandri (34.9%) […]. A meta' settembre l'Agenzia fu autorizzata dal Comitato 40 a lavorare con l'ambasciatore Korry per persuadere il congresso cileno ad eleggere Alessandri piuttosto che Allende nel ballottaggio al congresso del 24 ottobre. L’agenzia ricevette anche l'istruzione di lavorare indipendentemente nella direzione
di un colpo di stato militare all'insaputa del Comitato 40, del Dipartimento di Stato e dell’ambasciatore.
[…]

Il presente

4. Le elezioni di marzo del congresso indicano che il programma rivoluzionario di Allende attrae una parte considerevole dell'elettorato cileno, che sì e' polarizzato lungo linee di classe. Nonostante l'inflazione rampante e gravi mancanze di beni di consumo, i ceti meno abbienti hanno sostenuto il governo anche in zone dove i partiti dell'opposizione avevano un seguito considerevole. I risultati elettorali hanno dato un incoraggiamento psicologico a UP, che adesso si sente abbastanza forte da spingere per una accelerazione del processo rivoluzionario. Il governo si e' mosso con grande efficacia per ottenere il controllo assoluto dell'economia. In termini di proprietà o controllo dello stato, molti aspetti della rivoluzione socialista sono già irreversibili. Ciò che resta del settore privato crede di andare incontro alla distruzione nel prossimo futuro a meno che le forze armate non siano indotte ad agire.

[…]

Il futuro

[…]
10. Vi sono due ostacoli principali per la realizzazione con successo del tipo di intervento militare caldeggiato dai settori privati e dai leader dei partiti PN e PyL. Il primo e' il PDC, il secondo sono le stesse forze armate. […]
11. Sembrano esserci due opzioni di azioni segrete per i prossimi 6-12 mesi. La prima e' intraprendere un programma progettato per provocare i militari all'azione. La seconda e' sostenere e rafforzare i partiti di opposizione ed il settore privato, controllando al tempo stesso i futuri sviluppi per vedere se l'insoddisfazione popolare per il regime di Allende crescerà sino al punto in cui l'intervento militare diventi una possibilità praticabile.
[…]


PINOCHET, AUGUSTO XXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXX


11 SEP 73


COMANDANTE IN CAPO DELL'ESERCITO CHE GUIDERA' Il COLPO DI STATO.
RES CHIL.

-----

E tutto cioè non è che la punta dell'iceberg, dato che molti dei documenti più importanti sono ancora segreti di stato...

jumpermax
13-09-2003, 00:48
Originariamente inviato da GioFX
la realtà dei fatti è scritta nei documenti e raccontata dai protagonisti di allora, e dalle vittime di quegli eventi. Se te vuoi ignorarla o rivisitarla a tuo modo, sei libero di farlo me non in un post di ricordo come questo. Non sarebbe il caso.

L'accusa di squallore è rimandata al mittente, con tanto di interessi.
Se il thread era di commemorazione potevi fare a meno di riportare quegli articoli, perché se inizi una ricostruzione storica puoi immaginarti benissimo che ci sia qualcuno che non sia d'accordo. E anzichè iniziare a tirare in ballo i morti, cosa del tutto fuori luogo (rimandala al mittente finché vuoi ma sei stato tu e non io ) o metterti a distorcere quello che ho detto bastava dire fin da subito "guarda non era mia intenzione aprire un dibattito sul golpe" e me ne sarei andato. Tanto difficile?

jumpermax
13-09-2003, 00:51
Originariamente inviato da GioFX
Non solo questo...

Dai documenti del Dipartimento di Stato deli Stati Uniti d'America:

Oggetto: Coinvolgimento della CIA in Cile dal 1970
Data: 10 aprile 1973

Il passato recente

1.[…] Il nostro ruolo durante la campagna elettorale [delle elezioni presidenziali del 1970] si limito' ad una campagna denigratoria contro Allende e la sua coalizione Unidad Popular (UP). Il 4 settembre 1970 Allende ottenne il 36.3% del voti popolari, con 40.000 voti in più di Alessandri (34.9%) […]. A meta' settembre l'Agenzia fu autorizzata dal Comitato 40 a lavorare con l'ambasciatore Korry per persuadere il congresso cileno ad eleggere Alessandri piuttosto che Allende nel ballottaggio al congresso del 24 ottobre. L’agenzia ricevette anche l'istruzione di lavorare indipendentemente nella direzione
di un colpo di stato militare all'insaputa del Comitato 40, del Dipartimento di Stato e dell’ambasciatore.
[…]

Il presente

4. Le elezioni di marzo del congresso indicano che il programma rivoluzionario di Allende attrae una parte considerevole dell'elettorato cileno, che sì e' polarizzato lungo linee di classe. Nonostante l'inflazione rampante e gravi mancanze di beni di consumo, i ceti meno abbienti hanno sostenuto il governo anche in zone dove i partiti dell'opposizione avevano un seguito considerevole. I risultati elettorali hanno dato un incoraggiamento psicologico a UP, che adesso si sente abbastanza forte da spingere per una accelerazione del processo rivoluzionario. Il governo si e' mosso con grande efficacia per ottenere il controllo assoluto dell'economia. In termini di proprietà o controllo dello stato, molti aspetti della rivoluzione socialista sono già irreversibili. Ciò che resta del settore privato crede di andare incontro alla distruzione nel prossimo futuro a meno che le forze armate non siano indotte ad agire.

[…]

Il futuro

[…]
10. Vi sono due ostacoli principali per la realizzazione con successo del tipo di intervento militare caldeggiato dai settori privati e dai leader dei partiti PN e PyL. Il primo e' il PDC, il secondo sono le stesse forze armate. […]
11. Sembrano esserci due opzioni di azioni segrete per i prossimi 6-12 mesi. La prima e' intraprendere un programma progettato per provocare i militari all'azione. La seconda e' sostenere e rafforzare i partiti di opposizione ed il settore privato, controllando al tempo stesso i futuri sviluppi per vedere se l'insoddisfazione popolare per il regime di Allende crescerà sino al punto in cui l'intervento militare diventi una possibilità praticabile.
[…]


PINOCHET, AUGUSTO XXXXXXXXXXXXX
XXXXXXXXXXXXXXXXX XXXXXXXXXXXXX


11 SEP 73


COMANDANTE IN CAPO DELL'ESERCITO CHE GUIDERA' Il COLPO DI STATO.
RES CHIL.

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E tutto cioè non è che la punta dell'iceberg, dato che molti dei documenti più importanti sono ancora segreti di stato...
come non detto. Stupido io che avevo creduto per un attimo che del Cile ti importasse qualcosa... invece è sempre la stessa storia Yankee go home :rolleyes:
buon proseguimento.

GioFX
13-09-2003, 02:15
Originariamente inviato da jumpermax
come non detto. Stupido io che avevo creduto per un attimo che del Cile ti importasse qualcosa... invece è sempre la stessa storia Yankee go home :rolleyes:
buon proseguimento.

te pareva... poteva mancare la solta v@cc@at@ dell'antiamericanismo... poteva mancare?!?!?!

per tua informazioni quelle sono le traduzioni di parti dei documenti CIA disponibili sul sito del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, resi pubblici da Clinton nel 1996. E fa parte della storia. O vuoi ignorare pure l'evidenza? Qui non si fanno congetture, si è solo voluto raccontare gli eventi.

MA PER FAVORE!!!!

Del Cile e del resto dell'america latina me ne sono sempre interessato, e non ho dimenticato certi tragici eventi, ne ho cercato di sminuirli o rivisitarli... e tu mi vieni a dire che la causa del golpe è stata la sinistra cilena?!?! questo non solo offende la storia, ma offende per prima cosa quei morti che tu accusi me di non rispettare.... e mi fermo qui perchè il regolamento mi proibisce di andare oltre.

GioFX
13-09-2003, 02:16
Tieni, leggiti i documenti sul Cile qua e scoprirai come è tutta una montatura dei rossi... http://foia.state.gov.

ClauDeus
13-09-2003, 02:44
Originariamente inviato da jumpermax
come non detto. Stupido io che avevo creduto per un attimo che del Cile ti importasse qualcosa... invece è sempre la stessa storia Yankee go home :rolleyes:
buon proseguimento.


:rolleyes: :rolleyes:

Ma lo sai almeno che esistono i cosiddetti documenti declassificati che spiegano ben bene cosa accadde in Cile?
Ma anche in Nicaragua, o nella Baia dei Porci...
E lo sai che codesti documenti sono ufficiali e consultabili?
No che non lo sai.

Purtroppo non sei il solo

jumpermax
13-09-2003, 03:07
Prima mi dici che è un post commemorativo e che quindi ipotizzo non vuoi discutere degli avvenimenti ma solo commemorarli. Ok mi dico ho preso una cantonata. Non faccio nemmeno in tempo a finire di scrivere che ti metti a postare sugli intromissioni della CIA in Cile. Per cui riassumendo si possono postare soltanto ricostruzioni storiche che siano approvate da te e nella fattispecie che non tengano minimamente conto del contesto sociale che ha portato al golpe. Si può parlare dell'intervento degli USA ma non degli interessi dell'URSS perchè "questo lede il ricordo dei morti".
Pensi di essere il solo ad esserti interessato dell storia del Cile? Se avessi preso un minimo di fiato prima di commentare i miei post avresti potuto notare che non ho mai negato l'intervento USA nel Cile, i documenti sono in buona parte pubblici e si sa bene come è successo. Non è certo per questo che ci vedo solo un cieco antiamericanismo in questo thread. Se è una commemorazione che lo sia, si ricordino brevemente i fatti e si ricordino caduti. Se vuol essere invece lo spunto per un dibattito si postino link documenti e si facciano delle considerazioni su quanto riportato. Per cui visto come hai iniziato il thread ho pensato che cercassi un dialogo su quanto successo. Ma al primo acceno di critica invece sei partito lancia in pugno come se fosse una battaglia. Da un lato chi non la pensa come te non deve parlare per rispetto ai caduti, dall'altro tu sei libero di scrivere quello che vuoi Il problema per te non è che si discuta di quello che è successo in Cile ma che venga sminuito il ruolo che gli USA ebbero nella vicenda. Per questo dico che è solo l'ennesimo pretesto per la solita retorica antiamericana.
Hai la tua idea in testa e la rispetto. Liberissimo di pensare che gl'unica causa del golpe cileno siano stati gli USA, liberissimo di pensare che sia l'impero del male.
Però chiedo altrettanto rispetto per le mie convinzioni e soprattutto per il mio diritto a manifestarle.

jumpermax
13-09-2003, 03:09
Originariamente inviato da ClauDeus
:rolleyes: :rolleyes:

Ma lo sai almeno che esistono i cosiddetti documenti declassificati che spiegano ben bene cosa accadde in Cile?
Ma anche in Nicaragua, o nella Baia dei Porci...
E lo sai che codesti documenti sono ufficiali e consultabili?
No che non lo sai.

Purtroppo non sei il solo
vedi sopra... ma credete davvero che gli altri abbiano le idee diverse dalle vostre solo perchè sono ignoranti o stupidi? Ma se vi fermaste un minimo a considerare quello che scrivono gli altri se faceste un briciolo di sforzo per capire prima di confutare che diamine! :muro:

ClauDeus
13-09-2003, 03:09
Originariamente inviato da jumpermax
Se avessi preso un minimo di fiato prima di commentare i miei post avresti potuto notare che non ho mai negato l'intervento USA nel Cile, i documenti sono in buona parte pubblici e si sa bene come è successo. Non è certo per questo che ci vedo solo un cieco antiamericanismo in questo thread. Se


Allora lo sai....

ClauDeus
13-09-2003, 03:11
Originariamente inviato da jumpermax
vedi sopra... ma credete davvero che gli altri abbiano le idee diverse dalle vostre solo perchè sono ignoranti o stupidi? Ma se vi fermaste un minimo a considerare quello che scrivono gli altri se faceste un briciolo di sforzo per capire prima di confutare che diamine! :muro:



Guarda che nei casi di Cile, Nicaragua, ecc, non si tratta di avere idee, ma semplicemente di constatare i fatti.

jumpermax
13-09-2003, 03:20
Mi correggo... ero convinto che la discussione l'avessi aperta tu ed invece l'ha aperta Ghepeu. Senza il tuo intervento GioFx la discussione non avrebbe mai preso questa piega, il documento postato da Ghepeu credo sia perfetto per rievocare il giorno del colpe e l'assassinio di Allende.
Poi tu hai inserito per primo nel thread una discussione che con la commemorazione non c'entra un accidente, per cui è perfettamente inutile polemizzare adesso.

jumpermax
13-09-2003, 03:24
Originariamente inviato da ClauDeus
Guarda che nei casi di Cile, Nicaragua, ecc, non si tratta di avere idee, ma semplicemente di constatare i fatti.
Constatare cosa? Ma se si fanno processi anche solo per stabilire chi ha torto o ragione in un incidente stradale, pur partendo dagli stessi "fatti" credi che in vicende così complesse esista qualcuno depositario della "realtà dei fatti"? Credi che bastino 4 righe postate su di un forum anche solo per capirci qualcosa della vicenda cilena?

-kurgan-
13-09-2003, 09:54
leggendo questo thread davvero in alcuni casi non riuscivo a credere ai miei occhi.
quanto hanno fatto gli stati uniti in cile è una vergogna per la loro storia, è stata una emerita schifezza: c'è gente che è morta ammazzata, che è stata torturata e che poi è sparita.
che l'unione sovietica abbia fatto altre schifezze non vuol dire nulla, mi sembra il solito discorso della comparazione dei morti tra hitler e stalin, come se una cosa giustificasse l'altra.

GioFX
13-09-2003, 10:12
Originariamente inviato da jumpermax
Mi correggo... ero convinto che la discussione l'avessi aperta tu ed invece l'ha aperta Ghepeu. Senza il tuo intervento GioFx la discussione non avrebbe mai preso questa piega, il documento postato da Ghepeu credo sia perfetto per rievocare il giorno del colpe e l'assassinio di Allende.
Poi tu hai inserito per primo nel thread una discussione che con la commemorazione non c'entra un accidente, per cui è perfettamente inutile polemizzare adesso.

MI SPEGHI CHE DIFFERENZA C'E' TRA QUELLO CHE HO POSTATO IO E QUELLO CHE HA POSTATO GHEPEU, SOLO PERCHE' HO AGGIUNTO DEI FATTI CONFEREMATI?!?!?!

SEI SOLO TU CHE STAI FACENDO CONGETTURE E RIVISITANDO A MODO TUO QUEGLI AVVENTIMENTI.

DAI... DIMMI COSA HO DETTO DI NON VERO!

Vorresti giustificare quello che è avvenuto, quello che hanno orgnizzato i militari cileni con 'aiuto documentato della CIA e quello che è successo a causa del regime sanguinario di Pinochet? Perchè l'URSS aveva interesse alla situazione cilena questo autorizzava a rovesciare un governo democratico?!?

Tutto ciò è triste e sconvolgente.

ni.jo
13-09-2003, 10:43
forse le risposte alla vostra diatriba le potete trovare in queste parole.

di Manuel VÁZQUEZ MONTALBÁN
Forse ogni tanto bisognerebbe ritornare con tutta l'intensità della mente e del cuore agli 11 settembre meno stile colossal, quello dei catalani o quello di tutti i democratici del mondo ancora increduli di fronte al cadavere di Allende che occupava l'intero orizzonte del mondo. Ma si sappia, lo sappiamo, che quella trilogia degli undici settembre, Catalogna, Cile, New York, implica la Santissima Trinità della Storia in tutte le cause rimandate e soprattutto nella lotta contro una delle cospirazioni culturali più azzeccate della nuova destra: il discredito della memoria storica. Si tratta di costruire una storia senza colpevoli.


è difficile ricordare i morti tralasciando gli assassini.;)

ClauDeus
13-09-2003, 13:44
Originariamente inviato da jumpermax
Credi che bastino 4 righe postate su di un forum anche solo per capirci qualcosa della vicenda cilena?


4 righe su un forum no, ma, ripeto, i documenti ufficiali declassificati del governo USA bastano e avanzano pure.

Mi pare fuor di dubbio che il golpe fu appoggiato da loro.
Così come in Nicaragua sovvenzionarono i Contras.

Questo non lo dico io ma, appunto, i documenti ufficiali statunitensi. Che non vengono mica nascosti, ma che pochissimi conoscono.

jumpermax
13-09-2003, 15:26
Originariamente inviato da GioFX
MI SPEGHI CHE DIFFERENZA C'E' TRA QUELLO CHE HO POSTATO IO E QUELLO CHE HA POSTATO GHEPEU, SOLO PERCHE' HO AGGIUNTO DEI FATTI CONFEREMATI?!?!?!

SEI SOLO TU CHE STAI FACENDO CONGETTURE E RIVISITANDO A MODO TUO QUEGLI AVVENTIMENTI.

DAI... DIMMI COSA HO DETTO DI NON VERO!

Vorresti giustificare quello che è avvenuto, quello che hanno orgnizzato i militari cileni con 'aiuto documentato della CIA e quello che è successo a causa del regime sanguinario di Pinochet? Perchè l'URSS aveva interesse alla situazione cilena questo autorizzava a rovesciare un governo democratico?!?

Tutto ciò è triste e sconvolgente.
La differenza è che il testo postato da Ghepeu non è una ricostruzione storica ma la diretta voce di uno dei protagonisti, è una testimonianza drammatica di quel giorno uno dei 5 messaggi alla nazione di Allende (credo l'ultimo) prima di suicidarsi per evitare la cattura. Non avrei aggiunto nulla a quanto postato da Ghepeu forse solo un post vuoto, perché niente è più espressivo del silenzio in certe circostanze.
Se invece si inizia a parlare dei fatti allora il discorso cambia, la questione non mi è certo nuova, non ho certo fatto studi approfonditi in merito ma me ne sono interessato per un bel periodo. Non ho mai detto che tu abbia postato qualcosa di non vero, ma piuttosto che la ricostruzione fatta non era certo completa, non spiega ad esempio come buona parte dei cileni che non erano certo assassini sanguinari abbiano appoggiato il golpe, non basta certo l'influenza della CIA a giustificare tutto non credi? Che ci fosse un clima da guerra civile in Cile non è cosa inventata, nei 3 anni di governo Unidad Popolar si era creata parecchi nemici non solo all'estero ma anche nello stesso Cile. Visto che le mie parole sono state fraintese lascio parlare Luciano Aguzzi ecco un brano tratto dal suo libro Salvador Allende. L'uomo, il leader, il mito:

Nella notte fra il 4 e il 5 settembre 1970, quando era ormai certo di avere conquistato la maggioranza relativa, poco dopo mezzanotte Allende parla al popolo che già da alcune ore aveva riempito le strade di Santiago. Da un balcone della sede della Federazione degli studenti del Cile egli afferma che la «vittoria apre un cammino nuovo per la patria, di cui il principale attore è il popolo del Cile». Io – prosegue Allende – «chiedo che il popolo comprenda che sono solamente un uomo, con tutte le debolezze e i difetti che ha un uomo», che accetto «questo trionfo che non ha nulla di personale e che devo all’unità dei partiti popolari, delle forze sociali che sono state con noi. Lo devo ai radicali, ai socialisti, comunisti, socialdemocratici, alla gente del Mapu e dell’Api, alle migliaia di indipendenti. Lo devo agli uomini anonimi e sacrificati della patria, lo devo alle umili donne della nostra terra. Lo devo, questo trionfo, al popolo del Cile che entrerà con me a La Moneda il 4 di novembre». Allende sa che le sue parole sono ascoltate da tutto il Cile e soppesate una a una dagli osservatori nazionali ed esteri. Mai prima di allora una elezione presidenziale cilena è stata tanto seguita in tutto il mondo. Egli alterna dichiarazioni rassicuranti sulle sue intenzioni democratiche alla ripetizione dei propositi rivoluzionari di attuare fino in fondo il programma. Dice: «dichiaro solennemente che rispetterò i diritti di tutti i cittadini cileni. Ma dichiaro anche, e chiedo che lo si sappia definitivamente, che nel giungere a La Moneda, con il popolo al governo, rispetteremo l’impegno storico che abbiamo contratto, di convertire in realtà il programma di Unidad Popular».

Nessun desiderio di vendetta ma anche nessun compromesso sul programma, che non è oggetto di commercio, perché è «la bandiera del primo governo autenticamente democratico, popolare, nazionale e rivoluzionario della storia del Cile». Allende riassume quel programma e gli impegni del «governo rivoluzionario», ripete che si tratta di fare una «rivoluzione». E non nasconde che «sarà difficile consolidare il trionfo e costruire la nuova società, la nuova convivenza sociale, la nuova morale e la nuova patria». Sarà difficile: e il popolo che diventa governo «avrà la responsabilità storica di realizzare ciò che il Cile anela per trasformare la patria in un paese vessillo del progresso, della giustizia sociale, dei diritti di tutti gli uomini, di tutte le donne, di tutti i giovani della nostra terra». Costruire, edificare, lavorare di più, produrre di più: riassume Allende con incitazioni che diventano pochi mesi dopo slogan del governo. Questo della notte del 5 settembre 1970 è un discorso sapiente. Improvvisato, ma ricco di frasi solenni, da antologia storica, di quelle che piacevano ad Allende. Caldo di emozioni e di passione, ma attento nel trasmettere messaggi rassicuranti. Allende sa che, se con la vittoria elettorale ha, almeno per il momento, superato la sua situazione di minoranza all’interno del suo partito e all’interno di Unidad Popular, resta in minoranza nel paese e nel Parlamento. Il 36,3 per cento dei voti non è sufficiente a conquistare il potere e, forse, nemmeno il governo. La partita, per arrivare alla conferma da parte del Congreso Pleno, è ancora tutta da giocare.


Allende presidente del Cile
Il 3 di novembre Allende assunse il potere e il giorno dopo iniziò a svolgere le funzioni effettive di presidente. Il 30 ottobre aveva già annunciato la formazione del suo gabinetto, composto da quattro socialisti (José Tohá agli Interni, Clodomiro Almeyda agli Esteri, Carlos Cortés al Ministero della Casa, Jaime Suárez Bastidas come Segretario generale del governo), tre comunisti (Américo Zorilla alle Finanze, Pascual Barraza alle Strade e Opere pubbliche, José Oyarce al Lavoro) e un indipendente marxista (Pedro Vúskovic all’Economia), tre radicali (Alejandro Ríos Valdivia alla Difesa nazionale, Mario Astorga all’Educazione, Orlando Cantuarias alle Miniere), due socialdemocratici (Oscar Jiménez Pinochet alla Sanità e Humberto Martones alle Terre e colonizzazione), un ministro del-l’Api (Lisandro Cruz Ponce alla Giustizia) e uno del Mapu (Jacques Chonchol all’Agricoltura). Per la prima volta nella storia del Cile quattro operai diventano ministri.

Il 5 novembre Unidad Popular tiene allo Stadio nazionale di Santiago una grande manifestazione inaugurale del governo popolare nella quale Allende svolge un discorso storico. Ma più che richiamare i passi in cui egli riassume per l’ennesima volta il programma di riforme che il governo si accingeva a varare, è interessante sottolineare il richiamo alla «tradizione repubblicana e democratica» della storia del Cile come «parte integrante della nostra personalità» che «penetra di sé la coscienza collettiva dei cileni». La sua lettura della storia del Cile non è solo un espediente retorico vuoto di significato, bensì l’evocazione di una linea storica dal preciso significato ideologico, di un «altro Cile» che si contrappone al Cile dei conservatori. Allende si richiama ai campioni della lotta contro l’invasione e il dominio coloniale spagnolo: a Lautaro (1534-1557) e a Caupolicán (ucciso nel 1558), che definisce fratelli di Cuauhtemoc (imperatore azteco ucciso nel 1525) e Tupac Amaru (indio peruviano ribelle ucciso nel 1781); quindi nomina O’Higgins e Manuel Rodríguez come eroi dell’indipendenza, poi Balmaceda, infine, passando al Novecento, il comunista Recabarren e gli operai vittime della repressione. Per affermare che la vittoria è «del popolo che ha sopportato per un secolo e mezzo» lo sfruttamento della classe dominante. Sarebbe facile dimostrare che questa visione storica è una costruzione errata in sede storiografica, ma il suo significato è del tutto ideologico e simbolico. Allende intende dire, nel modo più solenne, che il suo governo rappresenta un fatto storico che segna una nuova epoca nella storia del Cile, che vuole essere caratterizzata da una nuova indipendenza e da una nuova rinascita nazionale, con le classi lavoratrici come protagoniste.

La sua è una tensione utopica di grande forza, con una spiritualità non priva di un suo significato religioso, di una religione laica, più volte evocata nei suoi rapporti con la massoneria e con la concezione di un’«opera» che non si limiti a perseguire la perfezione spirituale ma passi anche alla costruzione di un mondo terreno e di una società perfetti. Più sopra abbiamo ricordato la sua affermazione che se Dio ha creato un mondo imperfetto i socialisti lo devono rendere perfetto. In un’altra occasione, a un giornalista che gli chiede quali riforme egli ammiri di più nella storia dell’umanità, Allende risponde: «Quelle prodotte dal cristianesimo primitivo e dal socialismo». Per Allende il socialismo è davvero una «rifondazione del mondo», un movimento di portata universale come il cristianesimo primitivo. E ci sarebbe da sottolineare e commentare quel riferimento non al cristianesimo in generale, ma a quello «primitivo», con tutto il suo significato di evocazione di uno «stato nascente» e di una purezza originaria, incorrotta, che sono sempre stati nell’immaginario dei movimenti ereticali e rivoluzionari.

Tuttavia, se ciò è importante per capire la personalità di Allende e alcuni aspetti del suo modo di agire, non è sufficiente per delineare il suo stile di governo che è soprattutto determinato da fattori più strettamente politici e contingenti. Innanzitutto vanno ricordate le continuità e le discontinuità rispetto alla precedente storia del Cile. Fra le prime si collocano le tradizionali tendenze a un esecutivo forte, poco o per nulla tollerante dei vincoli e dei limiti costituzionali, e a quello che abbiamo più sopra definito «giacobinismo di Stato», cioè un riformismo promosso dall’azione dello Stato che allarga i suoi poteri e la sua presenza e usa lo strumento della redistribuzione del reddito per integrare nuovi ceti sociali e creare nuovi equilibri di potere. Almeno fin dal 1920 con il primo governo di Arturo Alessandri, che gli avversari accusarono di essere il Lenin cileno – e si era nel 1920! – ogni spinta riformista si trasformò e concluse in un allargamento degli apparati dello Stato, con la creazione di enti pubblici, il controllo di settori sempre più ampi delle attività economiche, il crescere della burocrazia pubblica e dei vincoli legislativi. La risposta ai problemi posti dal paese non fu mai un ampliamento della libertà e della responsabilità degli individui intese come creazione di condizioni giuridiche e sociali che facilitassero e incentivassero l’iniziativa privata e l’autopromozione dei ceti subalterni, bensì si trattò sempre di risposte statalistiche e accentratrici, con le quali era lo Stato a farsi carico dei problemi dando vita a nuovi comparti di uno Stato sociale sempre più pesante. A questa ipertrofia statalistica sono strettamente da collegare l’altissimo costo degli apparati statali, l’inefficienza della spesa pubblica, l’alto livello di clientelismo e, in definitiva, la scarsa capacità dello Stato di far fronte a quei compiti in nome dei quali aveva giustificato il crescere dei suoi poteri.

A questa tendenza statalistica si contrappone e si alterna al potere e talvolta si mescola una tendenza liberistica sempre rigidamente preoccupata della difesa degli interessi dei ceti oligarchici. Nella tradizione storica del Cile non si trovano quasi mai esperienze di autentico liberalismo. Il governo di Allende non rompe con questa tradizione ma rappresenta il tentativo più intenso e più alto per il suo attivismo riformatore, più nobile per le sue intenzioni, più tragico per i suoi risultati, di eliminare ogni liberalismo individualistico e di dare ogni potere a uno Stato rimodellato come Stato popolare, come ente collettivo supremo e regolatore della pianificazione sociale ed economica, cioè di una conduzione «scientifica» della produzione e del consumo nell’ambito di un’organizzazione sociale ed economica basata sulla solidarietà, sulla fine dell’egoismo, sulla giustizia e sull’uguaglianza. La fine dello sfruttamento, dello spreco e dell’irrazionalità del libero mercato abbandonato a se stesso dovrebbero garantire le risorse necessarie per soddisfare i bisogni delle masse popolari e dare a tutti una piena dignità civile, politica e culturale.

Questo programma, nel momento in cui si traduce in provvedimenti legislativi e in azione di governo, si scontra con il fatto che Unidad Popular è in minoranza sia alla Camera che al Senato, il che fa riemergere la tradizionale tendenza dell’esecutivo a imporsi al legislativo e quindi allo scontro istituzionale continuo. Ma nelle modalità di conduzione dei rapporti con il paese e con le altre istituzioni il governo di Allende presenta delle discontinuità rispetto alla tradizione. Come ho già sottolineato sopra, in precedenza i conflitti costituzionali erano stati superati attraverso la trattativa e il compromesso. Ciò aveva dato al potere e alle tendenze autoritarie dei vari presidenti un carattere personalistico e insieme di trasformismo. Si iniziava il mandato con una maggioranza elettorale e un programma che in breve tempo cambiavano. Solo Frei, per il fatto di essere sostenuto da un unico e potente partito con una forte impronta ideologica, si era, ma solo in parte, sottratto a questo destino dei presidenti del Cile. Questa tradizione aveva favorito Allende nei due mesi tra le elezioni e la proclamazione a presidente, perché molti – e le dichiarazioni pubbliche in proposito sono tantissime – pur essendo con lui in disaccordo completo, non ne avevano ostacolato l’accesso alla presidenza aspettandosi che col tempo egli attenuasse il suo programma rivoluzionario. In sostanza, pochi avevano creduto davvero che Allende, in minoranza in Parlamento, personalità borghese dai gusti raffinati, massone, parlamentare di lungo corso, amico di tante personalità influenti in ogni settore e di ogni idea, volesse e fosse in grado di portare avanti il suo programma.

Allende, invece, si discosta dalla tradizione per almeno tre aspetti: 1) egli resta assolutamente fedele al programma concordato, senza cedimenti e trasformismi, preferendo, alla fine, il martirio, piuttosto che piegarsi a un compromesso che agli occhi dei suoi elettori sarebbe apparso un tradimento; 2) egli dimostra un attivismo sorprendente che coglie di sorpresa i suoi avversari. Non solo vuole realizzare il programma, ma vuole farlo in fretta, senza troppe cautele; 3) il suo non è e non vuole essere un governo personale ma il governo collettivo di Unidad Popular.

Questo terzo aspetto, gravido di conseguenze anche sul piano della prassi costituzionale, va ulteriormente chiarito. Già nel documento detto «Patto di unità popolare» firmato il 26 dicembre 1969 dai partiti della coalizione elettorale si diceva che quello di Unidad Popular non sarebbe stato un governo personale: «Non eleggeremo un monarca, bensì un rappresentante del popolo. Negli organi di direzione del governo saranno rappresentati tutti i partiti e i movimenti da cui nasce». Allende si attenne strettamente a questo principio e concordò sempre le decisioni di governo con i rappresentanti dei partiti che lo sostenevano. Gli avversari lo accusarono – e fu accusa insistentemente ripetuta e di notevole rilievo giuridico e propagandistico – di non essere e di non voler essere il presidente del Cile e dei cileni, ma il capo della delegazione di Up che formava il governo. Di non essere al di sopra delle parti e di mirare al bene del Cile, ma di essere il rappresentante, anzi lo strumento, di una sola parte e di non tener conto degli interessi di tutti i cileni. Di non unire, ma di dividere il Cile. In effetti, secondo la Costituzione e la prassi costituzionale cilena il presidente ha direttamente e personalmente la responsabilità morale e politica del governo. Una volta eletto, egli non è vincolato ai partiti che lo hanno eletto e non deve subordinare le sue azioni all’approvazione di essi. La Costituzione ha affidato il potere esecutivo al presidente e ha voluto un presidente forte, stabilendone la non immediata rieleggibilità, proprio per sottrarlo alle influenze dei partiti.

Al contrario, Allende realizza un governo di partiti in cui la volontà collegiale dei rappresentanti di Unidad Popular, pur non avendo nessun rilievo istituzionale e nessuna responsabilità giuridica, è il motore dell’azione di governo. Il consiglio di gabinetto viene declassato a organo meramente esecutivo e perde ogni potere deliberativo. Ciò risulta con evidenza da tutta la storia dei tre anni del governo Allende ed è comunemente ammesso dalla memorialistica e dalla storiografia. Osvaldo Puccio, ad esempio, scrive nelle sue memorie: «Quasi sempre Allende rispettava le decisioni dei partiti. Credo che durante i tre anni di governo ebbero luogo solo due o tre consigli di gabinetto. Però settimanalmente si tenevano due o tre riu-nioni dei capi di partito con Allende. I partiti cogovernavano con Allende». E altrove ripete: «Allende fin dal principio governò con i partiti. Per la prima volta i dirigenti di partito furono ammessi a governare. Durante i tre anni di governo non ci furono più di due o tre consigli di gabinetto, però una o due volte alla settimana si riu-nivano i capi dei partiti con il presidente della Repubblica e con alcuni ministri, secondo il rispettivo programma di lavoro. D’accordo con i problemi da trattare assistevano a queste riunioni i capi dei partiti e i ministri del settore».

Questa prassi, che era indubbiamente al di fuori della lettera e dello spirito della Costituzione, si presta a opposte considerazioni. La sinistra vi vedeva una garanzia contro le possibili degenerazioni in senso personalistico e trasformistico del governo e un tratto di quel «governo popolare» e di quel «nuovo Stato popolare» alternativo alla tradizione della «democrazia borghese». Va da sé che i capi di partito si consideravano i rappresentanti del popolo e che consideravano la loro partecipazione al governo una forma di partecipazione del popolo. L’opposizione vi vedeva invece la realizzazione di una forma odiosa e pericolosa di partitocrazia, sia nel senso politico e istituzionale della sostituzione dei partiti agli organi legittimi previsti dalla Costituzione e alla «sovietizzazione» del potere, sia nel senso della degenerazione clientelare con la lottizzazione praticata dai partiti al fine di controllare ogni settore della vita pubblica e favorire i propri sostenitori. Ma la conseguenza più grave, dal punto di vista della vitalità del governo di Allende, è probabilmente da vedere nel fatto che questa forma di partitocrazia porta all’interno del governo le divisioni e le divergenze esistenti tra i partiti e dentro gli stessi partiti, come è il caso del Partito socialista, paralizzandone o comunque ritardandone, spesso, le decisioni, anche alla presenza di problemi urgenti. Questa dinamica risulta, a lungo andare, gravemente nociva per la funzionalità del governo.

I tre elementi combinati insieme (la lealtà di Allende e il rifiuto di compromessi sul programma; la fretta di realizzare il programma; il governo dei partiti) costituiranno una rigida gabbia che non permetterà ad Allende la flessibilità necessaria, nella situazione cilena, per evitare che il conflitto istituzionale giunga alla rottura e quindi al colpo di Stato, adottando in tempo le misure necessarie, obbligatoriamente di compromesso con la maggioranza parlamentare. Vedremo in seguito perché e come ciò accadde. Qui, nel delineare lo «stile» del governo Allende, è utile invece aggiungere qualche altra osservazione generale.

Il governo, come si è visto, era in minoranza nel Parlamento e nel paese. Unidad Popular sostenne che il popolo aveva conquistato il governo, ma non il potere, riferendosi soprattutto al potere legislativo, al potere giudiziario e al controllo di altri importanti organi costituzionali e dell’apparato amministrativo dello Stato, e al potere economico e finanziario in mano alle banche private e alle grandi aziende monopolistiche. Il controllo del governo e la forza organizzata delle masse popolari dovevano essere le leve per arrivare gradualmente alla conquista dell’intero potere e alla trasformazione dello Stato. Ma ciò presupponeva la conquista della maggioranza del paese, la vittoria elettorale nelle elezioni amministrative e politiche e il controllo delle Forze armate. Questi obiettivi erano però in contrasto con la realizzazione del programma rivoluzionario che man mano che procedeva suscitava la reazione di forze politiche e popolari sempre più ampie. La vittoria elettorale di Allende si era basata sulla ripartizione tripolare degli schieramenti politici e, poi, la sua conferma a presidente, sull’appoggio o sulla neutralità del settore di centro (formato prevalentemente dalla Democrazia cristiana), della Chiesa, delle Forze armate e di molte influenti organizzazioni e associazioni della «società civile», fra le quali la massoneria.

La politica condotta dal governo Allende, anche con i suoi elementi di sfida e addirittura di provocazione contro i «momios», il capitalismo e l’imperialismo, produssero gradualmente, ma assai velocemente, uno spostamento a «destra» di tutte queste forze non pregiudizialmente ostili ad Allende e si arrivò a una polarizzazione che divise il Cile nettamente in due metà. Da una parte i sostenitori di Unidad Popular, dall’altra tutti gli altri. La fine dello schieramento tripolare e la sua sostituzione con uno schieramento bipolare tolse ad Allende il necessario terreno di manovra per sopravvivere, ponendolo, infine, di fronte all’alternativa brutale di rinunciare a parte del suo programma o di dimettersi o di affrontare uno scontro armato. La sinistra sottovalutò tutto questo e fornì un’analisi dei rapporti di forza che si rivelò poi del tutto errata.

Ma soprattutto sottovalutò, anzi, non volle nemmeno accorgersi della sua esistenza, un fenomeno di grande importanza. L’opposizione ad Allende non solo giunse a una unità politica e operativa ai suoi vertici, cioè a livello di partiti e di forze organizzate, ma anche alla sua base. Quella «civilizzazione culturale», come movimento che contiene nel suo seno molteplici movimenti e che tende a istituzionalizzarsi in un nuovo ordine sociale, di cui ho parlato a proposito dello sviluppo delle sinistre, in ritardo e in misura minore rispetto a Unidad Popular, interessò, dopo la vittoria di Allende, anche le forze di opposizione. Attorno a valori comuni della tradizione, quali la famiglia, la patria, la Chiesa, la proprietà privata, la libertà individuale, l’anti-comunismo, la difesa della Costituzione, le forze di opposizione si unificarono sempre più giungendo a un comune sentire di forte significato psicologico e simbolico. Al popolo della sinistra si contrappose un popolo del centro-destra che diede una base di massa alla politica dell’opposizione e che fu capace di dar vita a manifestazioni con oltre mezzo milione di partecipanti. Non si trattava, come Unidad Popolar volle credere, solo di borghesia dei quartieri alti, di piccola borghesia e di commercianti, di medi e piccoli proprietari terrieri, di «aristocrazia operaia» di qualche industria e di qualche miniera, schierati in difesa dei propri interessi di classe o sedotti dalla propaganda al soldo degli Stati Uniti, ma di masse più vaste e più compatte che raggiunsero anche settori dove tradizionalmente la sinistra aveva sempre prevalso, come in qualche fabbrica e in qualche miniera e in una parte importante di studenti e docenti universitari.

Anche questa opposizione, come la sinistra, produsse i suoi simboli e la sua cultura, nuovi leader popolari e giovani militanti disposti a rischiare la vita per motivi ideali, per combattere il comunismo e difendere la patria. Unidad Popular non diede credito alla consistenza e ai motivi ideali di questa opposizione, né alla sua spontaneità e autonomia e, da entrambe le parti, si arrivò alla demonizzazione dell’avversario e a una frattura culturale e psicologica più profonda e di più lunga durata di quella politica, perché alimentata dall’odio. Ciò ha dato al colpo di Stato di Pinochet quel consenso e quella base di massa che gli ha permesso di vincere facilmente. Perché, nonostante tutti i complotti e il peso dei finanziamenti e delle pressioni nordamericane, il governo di Allende non è caduto per l’intervento esterno ma solo quando i fattori di crisi al suo interno sono diventati prevalenti e l’hanno ridotto all’incapacità di reagire. Un testimone insospettabile, Joan Enrique Garcés, amico e consigliere ideologico di Allende, ammette: «Tuttavia, l’intervento americano appoggiato dalla destra cilena è stata la condizione necessaria ma non sufficiente per aprire le porte al terrore controrivoluzionario. È stato anche necessario che all’interno del governo di Unità popolare intervenissero una serie di fattori di perturbazione, tanto sul piano teorico quanto sul piano pratico, perché la violenza potesse colpire, senza risposta, i lavoratori. […] le manovre d’intervento degli Stati Uniti non hanno raggiunto, fino a una data determinata, lo scopo perseguito. Ciò significa che, malgrado tutta la loro importanza, i fattori esterni si sono dimostrati insufficienti. Di fronte a una realtà strutturale e coerente, essi hanno fallito nel loro progetto». Vedremo come la «realtà strutturale e coerente» di Unidad Popular venne progressivamente a mancare nel corso dei tre anni di governo trasformandosi in una situazione di paralisi e di caos.

A me personalmente questo brano mi ha fatto riflettere parecchio, certe analogie con altre situazioni ed altri paesi mi hanno fatto rabbrividire...

Bet
13-09-2003, 22:30
ok jumper... dopo aver finito di leggere tutto penso che lunedì prenotero' una visita oculistica :D

interessante cmq :)

mrmic
16-09-2003, 10:12
Riprendendo un attimo spunto dall'ultimo post, mi chiedevo allora come si può spiegare il fatto che alle ultime elezioni parziali Unidad Popular abbia preso quasi il 50% dei voti, 15 in più del 1970. Tutto questo malcontento sinceramente non lo vedo.

"I programmi sociali esasperano il grande capitale ma suscitano le speranze di folle che si allargano".

Pensa se Allende fosse riuscito ad accordarsi coi democristiani...

Bet
16-09-2003, 10:22
Originariamente inviato da mrmic
Riprendendo un attimo spunto dall'ultimo post, ...


quello della visita oculistica? :D

jumpermax
16-09-2003, 11:52
Originariamente inviato da mrmic
Riprendendo un attimo spunto dall'ultimo post, mi chiedevo allora come si può spiegare il fatto che alle ultime elezioni parziali Unidad Popular abbia preso quasi il 50% dei voti, 15 in più del 1970. Tutto questo malcontento sinceramente non lo vedo.

"I programmi sociali esasperano il grande capitale ma suscitano le speranze di folle che si allargano".

Pensa se Allende fosse riuscito ad accordarsi coi democristiani...
a quali elezioni stai facendo riferimento?
Il problema di Allende fu proprio il non riuscire ad accordarsi, il non voler scendere a compromessi, preso in una morsa tra chi voleva una vera e propria rivoluzione e chi invece non voleva cambiamenti. Quasi sempre questo tipo di cambiamenti radicali finiscono col distruggere la società in cui avvengono, anche se a lungo termine possono esserci fenomeni positivi se le idee su cui si basano sono valide nel breve periodo finiscono sempre e comunque col provocare catastrofi. Utopia sta bene giusto nel libro di More...

Er Paulus
16-09-2003, 12:10
Originariamente inviato da jumpermax
a quali elezioni stai facendo riferimento?
Il problema di Allende fu proprio il non riuscire ad accordarsi, il non voler scendere a compromessi, preso in una morsa tra chi voleva una vera e propria rivoluzione e chi invece non voleva cambiamenti. Quasi sempre questo tipo di cambiamenti radicali finiscono col distruggere la società in cui avvengono, anche se a lungo termine possono esserci fenomeni positivi se le idee su cui si basano sono valide nel breve periodo finiscono sempre e comunque col provocare catastrofi. Utopia sta bene giusto nel libro di More...

Utopia?
ma se Allende stava realizzando quella forma di socialdemocrazia che sarebbe arrivata in Europa solo dopo vari anni.

jumpermax
16-09-2003, 12:21
Originariamente inviato da Er Paulus
Utopia?
ma se Allende stava realizzando quella forma di socialdemocrazia che sarebbe arrivata in Europa solo dopo vari anni.
non mi sembra proprio che la tendenza delle socialdemocrazie europee sia così avversa al libero mercato e statalista, forse lo è stata nei decenni passati ma la direzione che l'europa sta prendendo è tutto tranne che statalista. Ed in ogni caso lo statalismo europeo non è stato imposto su un economia di libero mecato, quanto piuttosto affiancato o sviluppato in modo graduale. Utopia è pensare di prendere uno stato e stravolgerne in pochi anni l'ordinamento, utopia è pensare che i principi vengano prima della ragion di stato od il buon senso. Bastano i milioni di morti del secolo scorso per rendersene conto?

-kurgan-
16-09-2003, 12:35
utopia è pensare di far qualcosa contro l'interesse di qualcuno piu' forte di te.
bella mossa hanno fatto gli stati uniti.. e son pure giustificati dalla guerra fredda, eh già.
che bravi.
quando la finiremo di giustificare le schifezze degli usa o della russia a seconda che siano del nostro colore o meno?

mrmic
16-09-2003, 12:40
Originariamente inviato da jumpermax
a quali elezioni stai facendo riferimento?


4 settembre 1970 Unidad Popular prende il 36,6% (alleanza con DC e Allende Presidente)

5 aprile 1971 elezioni amministrative AP prende 50%

16 luglio 1971 elezioni complementari nella provincia di Coquimbo, eletta candidata di AP

4 marzo 1973 rinnovo del Parlamento, Alleanza Popular "scende" al 45%

jumpermax
16-09-2003, 13:08
Originariamente inviato da -kurgan-
utopia è pensare di far qualcosa contro l'interesse di qualcuno piu' forte di te.
bella mossa hanno fatto gli stati uniti.. e son pure giustificati dalla guerra fredda, eh già.
che bravi.
quando la finiremo di giustificare le schifezze degli usa o della russia a seconda che siano del nostro colore o meno?
utopia è pensare di riformare uno stato dall'alto senza tenere conto della realtà delle cose... Savonarola finì sul rogo perché aveva perso l'appoggio di Firenze o perché il vaticano gli era ostile? Per entrambe le cose probabilmente, certo è che chi governa non può permettersi il lusso di ignorare i rapporti di forza e la ragion di stato. Probabilmente la Cina non ha alcun diritto di occupare il Tibet, ma certo non gli dichiareremo guerra per questo...

parax
16-09-2003, 13:22
Originariamente inviato da jumpermax
utopia è pensare di riformare uno stato dall'alto senza tenere conto della realtà delle cose



(OT)
Fa molto USA in Iraq questa frase.

jumpermax
16-09-2003, 13:35
ecco un altro articolo interessante

I 1.000 giorni di Allende


Cile, 5 settembre 1970: per soli 39.175 preferenze, alle elezioni presidenziali si afferma il cartello delle sinistre di Unidad Popular, che ottiene la maggioranza relativa. Il socialista Salvador Allende diventa il nuovo presidente della repubblica. In mente ha un ambizioso progetto; portare la rivoluzione nel paese senza uscire dai binari della legalità costituzionale. Ben presto, però, la fragilità della maggioranza e la crisi economica provocata dall'ostruzionismo degli Stati Uniti minano le basi del suo governo, che viene anche abbandonato dalla classe media. Dopo tre anni di lotte, nazionalizzazioni e scioperi, sarà l'esercito a far svanire il sogno cileno, con il colpo di stato di Augusto Pinochet. Gli stadi diventeranno lager e la tortura una pratica quotidiana



Alle 2. 50 del 5 settembre 1970 un terremoto politico investe l'America latina. Lo spoglio delle schede è finito: Salvador Allende, medico, socialista, candidato di Unidad Popular, al suo quarto tentativo, ha conquistato la maggioranza relativa alle elezioni presidenziali cilene. Su quello strano paese, lungo più di 4 mila chilometri ma largo non più di 200, si accendono i riflettori del mondo. Per la prima volta un marxista può diventare capo di un governo nell'emisfero Ovest grazie a una vittoria elettorale e non a una insurrezione armata. Da Roma e da Parigi, capitali del marxismo occidentale, arrivano a Santiago del Cile legioni di giornalisti, analisti politici, semplici militanti ansiosi di capire come reagirà il laboratorio all'inedita formula cilena.




E l'attenzione è tanto più giustificata se si guarda alle ambizioni di Salvador Allende Gossens, 61 anni, marxista e massone, figlio di un avvocato, dal '52 ostinatamente impegnato a cercare una "via cilena" al socialismo democratica e pacifica, ma non per questo meno radicale. "Caro Allende, tu con altri mezzi cerchi di ottenere la stessa cosa" gli ha scritto Che Guevara, dedicandogli una copia del suo libro "La guerra di guerriglia". E il Che ha ragione: anche Allende vuole la rivoluzione, la sovversione degli equilibri economici esistenti, la socializzazione dei mezzi di produzione, ma promette di realizzare queste trasformazioni nel rispetto della costituzione e della legalità. Non è cosa da poco e lui ne è cosciente al punto di dire che "il nostro esperimento non sarà meno importante della rivoluzione russa". Fantasie? Forse, ma ci credono in molti, anche a Washington.




Dieci giorni dopo il voto cileno, il 15 settembre, alla Casa Bianca si tiene una riunione a cui partecipano il presidente Richard Nixon e il direttore della Cia, Richard Helms. " Una possibilità su dieci - avrebbe detto il presidente secondo gli appunti di Helms ma liberiamo il Cile da quel figlio di puttana! Vale la pena di provarci; noi non saremo impegnati direttamente; nessun contatto con l'ambasciata (Nixon era fuori di sé perché i dispacci da Santiago avevano dato per sicura l'affermazione delle destre, n. d. r); dieci milioni di dollari a disposizione e anche di più se necessario; impiego a tempo pieno per i nostri agenti migliori; una strategia: strozzare l'economia; tempo 48 ore per pianificare l'azione". Un documento, reso pubblico a dicembre '98 dall'amministrazione Clinton, conferma l'autenticità degli appunti. "Il capo - si legge nel promemoria ha sottolineato che il progetto deve essere pronto per il 18 perché Henry Kissinger in persona vuole avere tutti i particolari della missione CIA".



L'azione degli Stati Uniti è certamente una delle cause che hanno portato alla fine tragica dell'esperienza cilena dopo mille giorni di governo. Ma questa considerazione non deve far trascurare il fatto che il sogno rivoluzionario di Allende nasce già debole in un paese diviso, sia da un punto di vista politico sia da quello delle condizioni sociali ed economiche. E questa fragilità accompagnerà sempre l'esperimento Allende. Tanto per cominciare il candidato delle sinistre non dispone della maggioranza assoluta. Per Allende, nel 1970, ha votato poco più di un milione di cittadini (1.070.334 voti), il 36,2% dell'elettorato, contro gli 821. 501 suffragi" (il 27,4 %) raccolti da Rodomiro Tomic, il candidato della Democrazia Cristiana che si è presentato agli elettori con un programma radicale che prevede espropri a vantaggio degli agricoltori e la nazionalizzazione delle miniere di rame. Soprattutto, però, l'alleanza delle sinistre (comunisti, socialisti, radicali e socialdemocratici) ha battuto di misura Jorge Alessandri, ex primo ministro sostituito nel '64 dal democristiano Eduardo Frei candidato dalla destra, che ha raccolto 1.031.159 voti, ovvero 39.175 in meno di Unidad Popular. Allende è in testa, insomma, ma di poco. E molti attribuiscono il sorpasso ai danni di Alessandri all'infelice conferenza tv del candidato di destra, apparso tanto vecchio da rasentare il rimbambimento ("Vedete che le mie mani non tremano!" disse lo stesso Alessandri davanti alle telecamere il giorno del voto, cercando con poco successo di rimediare alla magra figura). La grande rivoluzione nasce quindi da una vittoria elettorale risicata, tutt'altro che trionfale a un'analisi approfondita perché le sinistre oltre tutto non sono nemmeno in ascesa. Nelle elezioni del '70 le sinistre avevano ottenuto infatti, una percentuale di voti inferiore a quella raggiunta nel '64 (quando Allende ottenne il 38% abbondante nonostante i massicci aiuti della CIA al candidato democristiano) tra i nuovi elettori, nel '70, Unidad Popular ottiene solo il 13,3 % dei voti. La frana della democrazia cristiana, dopo le delusioni della rivoluzione nella libertà di Edoardo Frei, aveva portato quindi più consensi alla destra che non alla sinistra radicale. Nella stessa Democrazia cristiana, poi, buona parte dell'elettorato e del partito erano senz'altro a destra delle posizioni espresse da Tomic.



Unidad Popular, insomma, non rappresentava la maggioranza nel paese. Non solo: il presidente avrebbe dovuto scendere a patti con il parlamento, cui spettava il potere di ricusare il capo dello stato e i ministri, controllato dai democristiani e dalla destra. Ad Allende, infine, sfuggiva il controllo della Contraleria General de la Republica, cui spettava la supervisione sugli atti amministrativi dell'esecutivo, e della magistratura. Minoritario nel paese e nel parlamento, Allende non poteva contare nemmeno sulla compattezza di UNIDAD POPULAR .La via pacifica e parlamentare al socialismo era apertamente osteggiata a sinistra dal Mir; il Movimiento de Izquieerda Revolucionaria, convinto del primato della violenza; e il Mir, pur non facendo parte di UNIDAD POPULAR esercitava un forte richiamo. La stessa direzione del partito socialista, guidata da Carlos Altamirano, non escludeva la "via violenta" mentre Aniceto Rodrìguez, leader dell'ala riformista era in minoranza. L'alleato più fidato era il partito comunista di Luis Corvalàn, che sosteneva con decisione la "via cilena" di Allende, considerata l'unica strategia possibile in quel momento. Ma Corvalàn nutriva forti perplessità sulle qualità politiche del presidente: "dimostra un certo ristagno - disse durante la campagna elettorale - . Tende a ripetersi, cade nei luoghi comuni e in frasi fatte".



Anche il panorama economico non è dei più favorevoli. L'avvio della nazionalizzazione delle miniere di rame non ha portato i frutti sperati con i debiti del Cile che sono saliti oltre il livello di guardia, al punto che metà dell'export serve a pagare gli interessi. L'indipendenza economica, inoltre, resta un sogno, visto che il 60% dell'import è legato agli Stati Uniti, mentre la moderata crescita dei consumi della metà degli anni '60, la chiave del riformismo di Frei, si è tradotta in un esplosione inflazionistica. Intanto la violenza è già entrata di prepotenza nella vita politica cilena. Nel giugno '69 i servizi di sicurezza avevano scoperto un centro di addestramento alla guerriglia nei pressi di Santiago, in cui si trovano armi e munizioni del Mir. a Melipilla, non lontano dalla capitale, i contadini occupano 44 haciendas agricole e Alessandri, il candidato della destra, non riesce a raggiungere il sud del paese perché i minatori sbarrano la ferrovia al suo passaggio. Anche la destra fa le prime prove di saldatura tra gli interessi della grande borghesia e i ceti medi, ma la vera, ben più inquietante, novità è il maggiore attivismo di un nuovo protagonista, fino ad allora eccezione nel panorama latino-americano, assente dalla scena politica: l'esercito. Il 29 settembre 1969, un anno prima dell'elezione di Allende il reggimento di Yungai, punti di diamante dell'esercito, arriva in ritardo al Te Deum in onore del presidente della Repubblica. È un atto di insubordinazione (che costa il posto a sei ufficiali) presto imitato il generale Viaux, comandante del primo corpo d'armata, occupa una caserma di Santiago per protesta contro le paghe basse dell'esercito. Una rivendicazione sindacale destinata a rientrare, ma anche una inquietante spia d'allarme. È questo il Paese che Allende dovrà governare. Ma prima, poiché nessuno ha ottenuto la maggioranza assoluta, spetterà al congresso scegliere tra i due candidati che hanno riportato il maggior numero di suffragi.



La partita si gioca tra la metà di settembre e il 24 ottobre, data in cui il congresso si riunisce per l'elezione del presidente. E gli Stati Uniti non esitano a praticare, fin da subito, il gioco duro. "Deve sapere - scrive l'ambasciatore USA Korry al presidente. uscente Frei - che non lasceremo arrivare in Cile una sola vite o un solo dado, sotto Allende. Se Allende assumerà il potere faremo tutto il possibile per condannare il Cile e i cileni alle più dure privazioni e miserie. Non si faccia illusioni signor Frei".Proprio Eduerdo Frei era l'interprete necessario del piano uno: far eleggere Alessandri in parlamento, spingendo i democristiani, contro la consuetudine costituzionale, a favore del secondo arrivato. Alessandri si sarebbe dovuto dimettere subito dopo per indire nuove elezioni con Frei candidato unico contro le sinistre.

È un piano che il presidente uscente rifiuta seccamente, anche se non si fa illusioni sul futuro del paese."Frei - scrive Carlos Prats, il generale che parteciperà più avanti al governo Allende - ha riunito me, il generale dei carabineros e i comandanti delle forze armate per dirci che l'ascesa al potere di Allende ci farà cadere irreversibilmente nel marxismo". Ma almeno per ora, regge il filo della collaborazione democratica tra UNIDAD POPULAR e la Democrazia cristiana. Allende accetta un emendamento alla carta costituzionale in base a cui l'esecutivo garantisce espressamente libertà civili, libere elezioni e libertà di espressione e la DEMOCRAZIA CRISTIANA, pur tra contrasti interni, decide di schierarsi con il vincitore delle elezioni, anche perché, a convincere gli incerti, arriva l'esito, disastroso, di "Track II" il piano di riserva della CIA che prevede di sequestrare, con l'aiuto di un paio di gruppuscoli vicini alla destra cilena e alle forze armate, il comandante in capo dell'esercito René Scneider, vicino agli americani, ma colpevole di voler rispettare la tradizione di non intervento dei militari. Il rapimento di Schneider avrebbe dovuto suscitare l'indignazione dell'esercito, l'ammutinamento e la cacciata di Allende. L'operazione deve essere condotta da cileni, ma tutta la logistica è curata dall'addetto militare americano a Santiago Paul Wimert che organizza le riunioni, prepara il piano, fornisce la armi (di fabbricazione cilena, sottolineerà in seguito Kissinger, nel tentativo di sostenere l'estraneità Usa).



L'agguato a Schneider però non riesce. Il generale, quando una mazza sfonda il vetro della sua automobile, estrae la pistola per difendersi e gli assalitori sparano. Schneider morirà due giorni dopo, i cospiratori vengono ben presto individuati e il complotto sortisce l'esito opposto: Allende e Frei, assieme ai generali delle forze armate sfilano per le vie di Santiago alla testa di un corteo funebre. Il congresso, pochi giorni dopo elegge Allende alla massima carica della repubblica. È il 3 novembre 1970, davanti alla Moneda sfila un corteo impressionante di tv e reporter da tutto il globo. Il Cile, per la prima volta nella sua storia, non è periferia del mondo. E Pablo Neruda, il poeta comunista che ha ritirato la sua candidatura alle elezioni per dare spazio ad Allende può declamare: "Dai deserti di salnitro, dalle miniere sommerse di carbone, dalle alture terribili dove si trova il rame che le mani del mio popolo estraggono con fatica disumana è sorto un movimento liberatore di enormi proporzioni che ha portato alla presidenza del Cile un uomo chiamato Salvador Allende, perché realizzi atti di giustizia improrogabili".

E quell'improrogabile è un po' la nota che caratterizza il primo governo di Salvador Allende, una sorta di patchwork cucito con vecchi volpi parlamentari e volti nuovi. Per la prima volta quattro ministeri chiave (Finanze, Lavori pubblici, Case e Lavoro) vengono affidati a semplici operai. Allende ha fretta, non vuole sprecare la "luna di miele" con il paese. Il primo anno di UNIDAD POPULAR si trasforma così in una baldoria di conquiste quasi impossibili, "una festa e un dramma", come la definirà il sociologo Tomàs Moulian. Allende lancia, innanzi tutto, il programma dei 40 provvedimenti: primo fra tutti la distribuzione de mezzo litro di latte al giorno ai bambini cileni, che sembra un bel gesto finché non se ne conosce il costo enorme, cento milioni di dollari. Ma il presidente non si ferma. " I nostri proponimenti - replica agli scettici - potranno sembrare troppo semplici a coloro che preferiscono le grandi promesse, ma il popolo ha bisogno di alloggiare la famiglia in case decenti, di far istruire e figli in scuole che non siano solo per i poveri, di mangiare a sufficienza ogni giorno dell'anno; il popolo ha bisogno di lavoro, di protezione nella malattia e nella vecchiaia, di rispetto per la persona ". E sull'onda di queste parole nasce il "Treno della Salute", mentre l'istruzione primaria diventa gratuita e vengono ridotte le tasse per quella secondaria. Con una trovata degna di Evita Peròn si annuncia che i migliori alunni della scuola primaria trascorreranno l'estate nel palazzo presidenziale di Viña del Mar, assieme a Salvador. C'è spazio pure per il Palazzo del Matrimonio, in questa stagione di rivincite, culminata nella "Giornata della Dignità Nazionale", il 15 luglio del 1971, quando il congresso approva all'unanimità la nazionalizzazione del rame affidando ad Allende la questione degli indennizzi: le grandi compagnie americane non avranno un solo dollaro. Nel dicembre 1971 il numero di banche e industrie controllate dallo stato è già raddoppiato da 31 a 62, mentre altre 39 imprese risultano requisite in nome della legge che prevede l'intervento pubblico quando non vengano assicurati servizi essenziali alla comunità. Nelle campagne vengono espropriate 1300 proprietà fondiarie .

È una strategia che funziona, in un primo momento. Nell'aprile '71 UNIDAD POPULAR stravince le elezioni comunali, ottenendo la maggioranza assoluta, con il 50,86%. Mai, del resto, i cileni si sono sentiti cosi ricchi: grazie a forti stimoli all'economia il prodotto interno lordo cresce dell'8,6% mentre la disoccupazione si dimezza nel giro di pochi mesi e l'inflazione scende dal 34 al 22 per cento. Crescono i consumi e, di riflesso, le importazioni, ma grazie alle alte quotazioni del rame a fine anni '60, Allende si ritrova in cassa massicce riserve valutarie. Il teorema del ministro del Lavoro Pedro Vuskovic è di una semplicità disarmante: pompare nell'economia tutta la liquidità possibile (il circolante aumenta in un anno del 110%), accrescendo la spesa pubblica (+70%). L'aumento della domanda avrebbe prodotto un aumento della produzione e un parallelo calo della disoccupazione.

Il ciclo virtuoso sembra inattaccabile, ma la luna di miele finisce presto. Già nell'ottobre 1971 gli investimenti sono in caduta libera (-71,3%), nonostante la forte crescita dell'impiego statale. La caduta del prezzo del rame, a causa della congiuntura internazionale (e della pressione delle corporation USA) fa precipitare il valore delle esportazioni proprio quando crescono le importazioni dei beni essenziali: in un anno le riserve crollano da 343 a 32 milioni di dollari, le importazioni di macchinari industriali del 22%. Intanto gli USA sono di parola: grazie alle pressioni sulla Banca Mondiale e sul Banco Interamericano de Desarrollo i crediti passano dai 300 milioni di dollari all'anno dell'era Frei a meno di 30. Non ci sono soldi nemmeno per i pezzi di ricambio: nel 1972 un autobus su tre e un taxi su cinque è fuori uso. Il quadro economico peggiora, inoltre, per l'esodo di massa della borghesia. Nel solo settembre 1970, prima ancora dell'insediamento di Allende, scappano in 12 mila, presto seguiti da altri 17 mila. Negli stessi giorni lasciano le banche cilene 87 milioni di dollari. Semplice paranoia ? Non proprio se, come dirà più tardi un ministro di UNIDAD POPULAR , "l'uso improprio di termini, quale nemico di classe, potere totale, rivoluzione, contribuì a risvegliare reazioni emotive". Un modo elegante per ricordare le "prese di possesso" accompagnate dallo slogan "i poveri benvenuti, i ricchi nella merda" nelle campagne del sud del paese dove i vecchi proprietari si stanno dividendo tra i "tuvos" (coloro che avevano) e i "tienes" (coloro che hanno). I primi hanno già perso la terra e meditano vendetta, i secondi liquidano il seminato, svendono il bestiame e si armano. Guai quando questa rabbia si unirà a quella degli industriali e, soprattutto, della piccola borghesia. La riforma dovrebbe riguardare solo le grandi imprese ma, sotto la spinta dei lavoratori, vengono assorbite dalla sfera pubblica circa 200 imprese medie e piccole, creando una sorta di panico nell'imprenditoria privata, con pochi vantaggi, tra l'altro, per le casse pubbliche: a fine '72 il governo, infatti, si troverà a possedere 318 imprese di tutti i tipi, anche fabbriche di gelati e di bottoni che nessuno, estromessi i vecchi imprenditori, sa far funzionare.



Nel settembre del '72 un'inchiesta del settimanale Ercilla rivela che l'azione di governo è sentita come una minaccia dal 60% della popolazione e che il 77% della classe media dichiara di avere serie difficoltà ad acquistare beni di prima necessità. Pochi mesi prima, nei giorni di natale le donne dei ceti medi e alti erano scese in piazza organizzando la "marcia delle casseruole". Assai più insidiose sono le proteste dei '72: ad agosto i commercianti al dettaglio dichiarano lo sciopero generale poi tocca ai camionisti. La scintilla è "il sospetto dell'intenzione" di creare un apparato pubblico di trasporti nella provincia di Aysen, ma sotto cova la rabbia dei ceti medi. È una battaglia campale, quella che si apre sotto la direzione di Leòn Villarin, segretario del sindacato dei trasporti. Il paese viene spezzato in due. I commercianti abbassano le serrande, i sostenitori del governo assaltano i negozi chiusi. Medici, avvocati, scuole e università scendono in sciopero; gli imprenditori proclamano la serrata. Gli operai replicano con le occupazioni. Di notte nei quartieri alti echeggia il suono delle casseruole, mentre i camioneros c Patria y Libertad, un gruppuscolo di destra, disseminano le strade di bande chiodate. Il Cile è un paese in ginocchio, come volevano gli Usa; che ottengono il risultato con poca spesa grazie al cambio nero e alla svalutazione; è la CIA a finanziare gli scioperanti, i 10 mila camionisti, con oltre un milione di dollari.

"Vadano a Miami con le loro zie - recitava Pablo Neruda di fronte all'esodo dei borghesi - . Io rimango a cantare con gli operai in questa storia e geografia nuove". Occorrerebbe una forte disciplina rivoluzionaria capace di fornire un'arma al governo per raddrizzare, con una politica di austerità i conti con l'estero e riavviare gli investimenti. Invece si innesca una spirale di nuove rivendicazioni: nei primi due anni di UNIDAD POPULAR , gli scioperi aumentano del 170 per cento. Di fronte alla crisi ci vorrebbe una reazione decisa e chiara del governo. Ma qui esplodono le divisioni della coalizione tra riformisti e rivoluzionari e il dissenso insanabile tra il partito comunista e il Mir.

Il paese, intanto, sembra destinato a un assurdo muro contro muro. Nemmeno le elezioni offrono una via d'uscita: il voto per il parlamento del marzo '73 dà infatti alla coalizione di sinistra la stessa percentuale del '69. Non è abbastanza per ridare solidità al governo, ma è più che sufficiente per impedire che la destra (comunque in crescita del 4,4%) chieda la destituzione di Allende (per rimuovere il capo dello stato occorrono i voti di due terzi del congresso).

La vera novità della campagna elettorale del '73 è che essa si svolge sotto l'attenta supervisione delle forze armate. È dall'aprile '72 che un militare siede nella poltrona di ministro dell'interno. Lo ha deciso Allende di fronte ai conflitti della coalizione, paralizzata per i dissensi legati alla nomina di un ministro delle Miniere. "Qual è la situazione delle forze armate ?" chiede a bruciapelo ad Allende il presidente algerino Houari Boumedienne, durante la tappa del capo dello stato cileno verso Mosca. Lui risponde sottolineando la tradizionale neutralità politica dei generali cileni e spiega come li ha fatti entrare nel governo. Se non riuscirete ad estirpare radicalmente quanto vi è di reazionario nell'esercito - replica Boumedienne - non vedo un grande futuro per voi…".

Da maggio la situazione precipita. In una riunione a sostegno del governo di 800 ufficiali della guarnigione di Santiago, il generale Carlos Prats viene fischiato. Tra i pochi solidali con Prats c'è un generale destinato a diventare tristemente famoso: Augusto Pinochet Ugarte. Nello stesso mese Allende e costretto a dichiarare lo stato di emergenza per arginare gli scontri tra le opposte fazioni. Ma, con i militari fuori dal governo (per loro scelta) dopo il rimpasto di primavera l'autorità di Allende è oramai ai minimi. La Democrazia cristiana ha scelto il suo nuovo segretario. È Patricio Alwin, dell'ala destra intransigente. Anche la chiesa, contraria alla riforma scolastica, si schiera contro il governo.



Il 29 giugno si verifica il primo tentativo di golpe con il colonnello Souper che, a capo di un reggimento di blindati, intima la resa della guardia del palazzo della Moneda. Ma il putsch fallisce. Quando Allende arriva alla Moneda c'è solo qualche sparo isolato e, quel più conta, il numero dei generali fedeli è rassicurante. Tra loro c'è anche Augusto Pinochet che, nel suo libro, definisce questo colpo di stato una prova per esplorare la capacità di difesa del governo e lo schieramento delle forze all'interno dell'esercito. E per valutare anche quale fosse la vera popolarità del presidente che, nella stessa sera, venne fischiato dai militanti dell'estrema sinistra che vogliono chiudere il congresso.

Dopo aver formato il nuovo governo Allende assiste, il 22 agosto, alle dimissioni di Prats e di altri militari. Gli alti gradi della Marina e dell'Aviazione stanno intanto preparando il golpe. Sono loro a lanciare l'ultimatum al capo di stato maggiore dell'esercito, ovvero Pinochet: o con noi o contro. E Pinochet, scaltro, alla fine decide di impegnarsi. Quando l'11 settembre 1973 Allende prova a mettersi in contatto con Pinochet, non risponde nessuno. "Avranno già arrestato Augusto" pare che abbia esclamato. Pochi minuti dopo Salvador Allende Gossens di Valparaiso, dopo avere rifiutato di arrendersi e aver combattuto fino alla fine, si toglie la vita, proprio con quel fucile che gli era stato regalato da Fidel Castro, nel palazzo presidenziale che ha voluto difendere. "Restare qui - disse -, a la Moneda, ha un significato politico molto preciso. Sarebbe terribile se, dopo tutto quel che è successo, il presidente del Cile finisse per scappare come un topo, a morire su una strada o farsi trattare da codardo".


Fuori, intanto si consuma la tragedia delle torture, delle esecuzioni di massa, dell'esilio di un milione di persone (quasi un cileno su dieci), che brucia ancora oggi alla coscienza del mondo intero, come dimostra la recente richiesta di estradizione del giudice spagnolo Garzòn nei confronti di Pinochet con l'accusa di genocidio.

Ugo Bertone

jumpermax
16-09-2003, 13:43
Originariamente inviato da parax
(OT)
Fa molto USA in Iraq questa frase.
non hai tutti i torti, più che "nation building" l'Iraq ha bisogno di iracheni disposti a ricostruire il proprio paese. Una situazione diciamo analoga a quella dell'Italia del dopoguerra dove gli aiuti americani si innestarono su di un paese che aveva voglia di rimettersi in piedi. Parte dell'Iraq da questo punto di vista da garanzie, (vedi i Curdi) parte solleva grossi dubbi (popolazione sciita fortemente antiamericana e quindi refrattaria alla collaborazione) e parte invece è apertamente contraria (i membri del partito baath tuttora presenti in buona percentuale). A questi si aggiungono forze esterne al paese ma sicuramente contrarie ad una soluzione positiva della questione... (vedi al-queida ma anche Siria Iran e probabilmente anche Arabia Saudita)

clemmy
16-09-2003, 13:45
aiuto mi son perso!!

leggendo il 3d (e i vostri "attacchi" reciproci,che stranamente ho trovato costruttivi anche quando il tono diventava polemico)ho imparato un sacco di cose nuove,e mi son fatto una mia idea un po + precisa di prima sulla situazione cilena quando c'era Allende e sul golpe,e ho trovato un ottimo spunto su cui documentarmi e riflettere....ma ora non mi ricordo + assolutamente come fosse la situazione prima delle elezioni che han portato alla vittoria di UP..ero sicuro di averlo letto,ma rileggendo tutto il 3d non l'ho + trovato:confused:

avete voglia di farmene un breve riassunto di poche righe?

se nn avete voglia di sbattervi basta proprio un accenno e poi google lo so usare pure io,ma se magari avete già sottomano un link o un documento che avete già usato x i vostri interventi precedenti..

grazie;)



x quanto riguarda la commemorazione di quel tragico evento storico nn ci sono parole..l'unica cosa che avrei saputo postare a riguardo è la canzone dei nomadi,ma l'han già messa..

parax
16-09-2003, 13:45
LITFIBA

Santiago

E spera e spera, un uomo arriverà
L'immagino in strada, nei cortei, fra noi
Aver paura, piangere
Cercare i figli morti per lui
E l'uomo in bianco scese dal cielo
Ma era al di là delle barricate
E l'uomo in bianco vide la morte
Ma era di là dalle barricate
Santiago del Cile
Padre, tuo figlio dov'è?
Santiago del Cile
Io no lo vedo più
Natale di sangue
No, non lo scorderò
E spera e spera, il Papa arriverà
L'immagino in strada, nei cortei, fra noi
Gridare forte, combattere
Sacrificarsi per chi crede in lui
E l'uomo in bianco scese dal cielo
Ma era al di là delle barricate
E l'uomo in bianco vide la muerte
Ma era al di là delle barricate
E dittature e religione
Fanno l'orgia sul balcone
E dittatura e religione fanno l'orgia
Santiago del Cile
Padre, tuo figlio dov'è?
Santiago del Cile
Io no lo vedo più
Natale di sangue
No, non lo scorderò
Vangelo, pistola
Dimmi la pace qual' è?

Adric
25-01-2004, 18:01
Un thread che merita un UP.

mrmic
25-01-2004, 21:30
Questo è un articolo apparso su Diario il 5 settembre 2003:

La terza via di Allende

Una società giusta dove socialismo e democrazia convivono irrobustendosi: a trent’anni dalla morte il progetto del presidente cileno è più che mai attuale

di Marc Cooper

Questo testo. Marc Cooper è molto grato a Ronald Reagan, perché quando l’attore futuro presidente era governatore della California lo fece espellere per suo esplicito ordine e in maniera tassativa dalla California State University permettendogli di partire nel 1971 alla scoperta
del Cile dove diventò interprete del presidente Allende, partecipando all’avventura di Unitad Popular. In questi giorni Marc Cooper,
che oggi scrive sul settimanale radical americano The Nation
e dal 1998 è intervenuto più volte su Diario a proposito di Pinochet
e delle sue vicende giudiziarie, è in Italia per raccontare le proprie esperienze a Carovane 2003, incontro annuale con le culture del sud
del mondo in programma tra Piacenza e Sesto San Giovanni dal 6 al 14 settembre. Cooper interviene, insieme a Bruno Arpaia, Maurizio Chierici, Rodrigo Diaz, Dante Liano e Patrizia Verdugo, mercoledì 10 settembre alle 20.30 nel cortile di Villa Visconti d’Aragona a Sesto San Giovanni;
e giovedì 11, a partire delle 18.30, a Piacenza in piazza Duomo dove parlerà del golpe di Santiago e dell’attentato alle due Torri insieme,
tra gli altri, a Italo Moretti, Alessandro Portelli e Stefano Tassinari.
Per i programmi completi delle rassegne carovane.pc.it/ o sestosg.net/

È sufficiente andare a rivedersi ancora una volta quell’ultima foto in bianco e nero di Salvador Allende per cogliere le evidenti contraddizioni della sua vita e della sua eredità in questo trentesimo anniversario di quello che Ariel Dorfman chiama l’«altro undici settembre».
Le truppe e i carri armati dell’esercito cileno accerchiavano il suo palazzo presidenziale, su cui stavano già volteggiando i bireattori delle Forze Armate pronti a bombardare, e il generale Pinochet stava per prendere il potere. Accompagnato dalla sua giovane guardia del corpo, davanti all’ingresso del palazzo, stava il vecchio Allende, medico sessantacinquenne, esperto parlamentare, e presidente eletto democraticamente, vestito con pantaloni impeccabilmente stirati e una giacca in misto seta sopra un maglione lavorato a mano – di un’eleganza che si dotava ora di inusuali e surreali accessori: un elmetto militare d’acciaio in testa e una AK-47 carica in mano. Di questi ultimi attimi della vita di Allende, Gabriel García Márquez scrisse: «La sua maggior virtù era la perseveranza, ma il destino gli poté solo concedere la rara e tragica grandezza di morire durante l’armata difesa della corrotta burocrazia di un esecrabile sistema che egli stesso si riproponeva di abolire senza sparare un colpo».
García Márquez coglie una verità essenziale che però non è completa. La figura di un Allende principalmente ricordato come una vittima della Contro-rivoluzione cilena, del vasto programma di destabilizzazione segreto degli Stati Uniti, e in definitiva della sua strategia di pace è oggi ben nota. Ma i contributi positivi di Allende alla storia, i suoi tentativi di ridefinire i veri concetti di rivoluzione, socialismo e democrazia, e il posto di prestigio che meriterebbe negli annali della sinistra internazionale restano nella sostanza ignorati o fraintesi. Molto spesso rappresentato come il «primo capo di Stato marxista eletto liberamente» che proponeva un «passaggio pacifico verso il socialismo», Allende aveva in mente un progetto più completo.
La sua convinzione sull’uso di mezzi democratici per raggiungere il potere, e ricostruire radicalmente la società, non era né una mera tattica né un semplice eufemismo per riforme blande e inconsistenti. Non c’era nessun modello storico di riferimento per ciò che Allende si proponeva di tentare (eccezione fatta, forse, per gli scritti di Karl Marx). Il socialismo, il socialismo reale, secondo il Vecchio Leone, avrebbe portato con sé un’espansione e un irrobustimento della democrazia, non la sua mutilazione né la sua abolizione.
Allende credeva fermamente in questo principio. Rifiutò categoricamente il modello dei Socialisti europei che, ancora negli anni Settanta, aspiravano a essere poco più della facciata progressista del management capitalistico. E sebbene si considerasse amico e compagno di Fidel Castro (specialmente di fronte alle ostilità degli Stati Uniti), Allende rifiutò di adottare Cuba o qualunque altro dei Paesi comunisti dell’epoca come un modello al quale ispirare la sua visione di socialismo.
Allende vide una terza via (da non confondere assolutamente con quella di Tony Blair che si dichiara a metà strada tra libero mercato e democrazia sociale), un’alternativa autenticamente democratica e socialista alle miti riforme sociali, così come alle autoritarie «democrazie popolari» – dittature di stampo stalinista. Così mentre Allende da una parte insisteva sul rispetto assoluto della legge e delle procedure costituzionali, sulla non limitazione della libertà di stampa, parola e associazione, dall’altra contemporaneamente attuava la nazionalizzazione delle miniere di rame cilene e di 200 altre società principali, una riforma agraria radicale che toglieva le terre ai latifondisti, e molte altre misure che miglioravano le condizioni dei poveri. Dal principio, la posizione di Allende in tutta la sua complessità fu raramente colta dalla maggior parte della sinistra. Quando il capo rivoluzionario francese del tempo, Regis Debray, andò a Santiago per intervistarlo per i suoi documenti prolissi e ormai leggendari, il giovane francese si mostrò manifestamente confuso. Nel rigido pensiero di Debray, o si era rivoluzionari armati in buona fede alla Ernesto Che Guevara o riformatori disperati, seguaci degli inefficaci fronti popolari europei degli anni Trenta. Allende dovette ripetere più volte a Debray che il nuovo governo cileno, giungendo al potere democraticamente, voleva al tempo stesso rispettare e rafforzare la democrazia senza tirarsi indietro davanti a riforme radicali e socialiste.
Pochi anni dopo il colpo di Stato, un altro uomo d’alto profilo della sinistra europea comprese finalmente Allende. Il filosofo marxista italiano Lucio Colletti (che morì nel 2001 dopo un disdicevole spostamento politico verso la destra) argomentava verso la metà degli anni Settanta che la sinistra si era impantanata in una convinzione falsa e pericolosa, riassumibile nella formula: più la rivoluzione è violenta, più è trasformativa. E che conseguentemente, i pacifici cambiamenti – come quelli del governo di Unidad Popular di Allende — avrebbero portato il riformismo al fallimento. Colletti notava che questo modo di pensare semplicistico era di per sé un retaggio dello stalinismo e che, quindi, non aveva alcun fondamento nell’esperienza socialista.
Trent’anni dopo il colpo di Stato, le critiche sollevate più frequentemente dalla sinistra su Allende vedono come suoi maggiori errori il non «aver armato i lavoratori» e una tolleranza esagerata verso una opposizione che poi rovesciò il suo governo. Il primo punto va oltre l’assurdità politica. Le armi non cadono dal cielo né si materializzano per decreto presidenziale. Le istituzioni relativamente avanzate e stabili del Cile consideravano l’opzione di rivolta armata proficua e attraente come potrebbe considerarla tale l’attuale California. Se Allende avesse dovuto, nelle settimane precedenti il golpe, armare debitamente i suoi sostenitori… ebbene… la domanda sarebbe, come? Come realistico – o non realistico — sarebbe affermare che avrebbe dovuto disarmare l’esercito. Il governo di Allende fece molti errori strategici – basti dire che un colpo di Stato sarebbe stato probabilmente inevitabile anche se gli Stati Uniti non si fossero concessi il programma segreto di sovversione. (L’intervento americano accelerò sicuramente e creò le basi per il putsch).
Questo non è il luogo adatto a rivedere tutti gli errori dell’amministrazione e dei sostenitori di Allende. Ma tra questi errori di sicuro non rientra la tolleranza di Allende verso l’opposizione o il suo impegno, fino alla fine, per la democrazia. Non so se le circostanze storiche avrebbero permesso alla visione di Allende di trionfare. So che se avesse sospeso la democrazia e regnato dittatorialmente, non ci sarebbe più stata la sua visione, né ci sarebbe stata più una «rivoluzione» che meritasse di essere difesa. Nel panorama attuale della sinistra internazionale, avendo da un lato l’alleanza di Tony Blair e del suo New Labour con George W. Bush e, dall’altro, uno Stato cubano degenerato a causa dell’imprigionamento di massa dei dissidenti e delle esecuzioni sommarie, la figura storica di Salvador Allende e il suo sacrificio per i principi di giustizia sociale e democrazia, si profilano addirittura più vasti, più illuminanti e più meritevoli di riverenza e rispetto.

(Traduzione di Lorenza Rampini)
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Epurator
25-01-2004, 22:54
Un up per ricordare questo tragico avvenimento, 30 anni fa. :(

fabio69
26-01-2004, 15:04
sull'argomento ho trovato un interessante link-articolo
il contenuto di quest'articolo è al di sopra di ogni sospetto essendo un intervista del sessantottino marco calamai (lo stesso rappresentante italiano che si dimise in iraq un paio di mesi fa) al leader socialista cileno Josè Antonio Viera Gallo
vediamo cosa dice una persona sicuramente più informata di voi in proposto

http://www.caffeeuropa.it/1to16/act_5234.htm

Cile, il 60% contro Pinochet, ma dopo...
Jose' Antonio Viera Gallo intervistato da Marco Calamai


L'intervista al leader socialista cileno Josè Antonio Viera Gallo è stata rilasciata poche ore prima della decisione della Camera dei Lord inglese di annullare la precedente decisione che aveva negato a Pinochet l'immunità in quanto ex Capo di Stato. L'iter giudiziario del caso Pinochet resta in ogni caso ben lontano da una sua rapida soluzione. Le considerazioni di Viera Gallo contenute nella intervista mantengono quindi intatto il loro valore.

Le notizie che vengono dal Cile, mano a mano che il caso Pinochet si complica e si allunga, sono preoccupanti. Si ha la netta impressione che la destra conservatrice sia all'attacco utilizzando il ricatto militare e le incertezze del centro-sinistra (la Concertación ). Ne parliamo con uno dei leader piú in vista del partito socialista, José Antonio Viera Gallo, primo Presidente della Camera del Cile post-pinochetista, giovane Sottosegretario alla Giustizia ai tempi di Allende, uno dei pochissimi dirigenti politici salvato dopo il golpe del 1973 dall'Ambasciata del Vaticano a Santiago.

Il caso Pinochet continua a provocare in Cile reazioni molto forti . Si tratta di piccole minoranze politicizzate oppure l'espressione di un trauma molto profondo della società cilena?

Difficile saperlo con chiarezza. Secondo le inchieste circa il 60% dei cileni non si sente coinvolto nella situazione del generale Pinochet. Tuttavia è probabile che, nella misura in cui i mezzi di comunicazione amplificano la polarizzazione crescente della dirigenza politica , questi sentimenti possano cambiare. Ciò potrebbe consolidare un ampio fronte conservatore in grado di bloccare la transizione e perfino di provocare una involuzione autoritaria senza necessariamente uscire dal quadro della legalitá.

Ció fa pensare che il processo di consolidamento della democrazia sia tuttora fragile e inconcluso.

L'arresto del generale Pinochet è stato come uno specchio che ha permesso di vedere la societá cilena cosí come essa è. E´emerso un processo di transizione che senza dubbio ha fatto passi in avanti ma che è tuttora inconcluso.

Il governo della Concertación sembra incerto sul che fare. Si avvertono contrasti tra i socialisti e la Democrazia cristiana . Come giudichi questi fatti?

Le polemiche scoppiate all'interno della Concertación contribuiscono a creare un quadro negativo. La destra, per la prima volta dall'avvio della transizione, vede una opportunitá per indebolire seriamente l'alleanza socialisti-democristiani e ricreare nella popolazione quel fronte antiallendista che rese possibile il golpe miliatare del 1973. La destra ha scatenato una campagna contro il partito socialista accusato di non aver sostenuto con chiarezza la posizione del governo nei riguardi dell'arresto del generale Pinochet. Si vuole mettere in discussione la candidatura del leader socialista Riccardo Lagos alle prossime elezioni presidenziali. La tesi è : se Pinochet continua a stare a Londra Lagos non puó arrivare alla Moneda.

Se le autoritá inglesi decidessero di far rientare Pinochet in Cile le forze democratiche cilene avrebbero la forza per "imporre" un processo all'ex dittatore ?

In Cile é giá stato avviato un processo contro Pinochet come conseguenza delle 14 denuncie presentate da alcuni familiari delle vittime e dal Partito comunista. Il problema giuridico legato a queste denuncie cosí come all'inchiesta del giudice Garzòn in Spagna é la difficoltà di dimostrare la responsabiltá diretta del generale Pinochet nei crimini commessi. Una cosa é la responsabilitá politica, altra quella penale. I processi di Nuremberg e di Honecker sono stati eventi eccezzionali.In ogni caso questi processi contro Pinochet, torni o no il generale in Cile, vanno avanti. Certo , non possiamo prevedere se verrá condannato. Tra l'altro c'è il problema della legge di amnistia del 1978 e il fatto che la maggior parte dei delitti sarebbero prescritti. A meno che non si ritenga che questi delitti rappresentino crimini di guerra, cosa che la Corte Suprema cilena ha già fatto in due recenti casi relativi a detenuti scomparsi.


Il caso Pinochet rappresenta un evento estremamente significativo di una sorta di "giustizia globale", una tendenza nuova e dirompente. Tuttavia, alcuni parlano di nuovo tipo di"colonialismo", di inaccettabile ingerenza interna in un paese sovrano . Come giudichi dal Cile queste diverse opinioni?

E´difficile prevedere oggi le conseguenze del caso Pinochet. Certo si tratta di un passo avanti importante della causa per i diritti umani nel mondo. Tuttavia si possono avere contraccolpi negativi proprio per quella stessa causa aumentando le perplessitá degli Stati nei riguardi della creazione di una Corte Penale Internazionale. Il fatto piú discutibile é che la cosiddetta giurisdizione universale in materia di gravi violazioni ai diritti umani possa essere esercitata dai tribunali di qualsiasi Stato invocando certi trattati internazionali oppure il principio della attribuzione passiva in base alla nazionalitá della vittima. Se l'esempio della Spagna, Francia e Svizzzera venisse seguito da molteplici paesi, e non solo europei, potrebbe crearsi un autentico caos internazionale che a sua volta potrebbe far arretrare la formazione di un ordine piú giusto nonché la costituzione di istituzioni dotate di un vero potere a livello internazionale.


In queste ore si parla di una inchiesta del giudice Garzón nei riguardi dell'ex leader comunista spagnolo Santiago Carrillo per eccidi che sarebbero avvenuti durante la guerra civile. Inoltre, dopo Pinochet, potrebbe toccare il turno al generale argentino Videla, e poi magari a Saddam, oppure a Fidel o ad ex dirigenti dei regimi comunisti che tuttora godono di buona salute e in certi casi occupano posti importanti come in Russia. Sembrerebbe che il caos internazionale che tu temi stia in effetti giá iniziando. Non si corre il rischio che lo stesso caso Pinochet , a questo punto, perda il suo valore etico e politico iniziale ?

Questo processo è un segnale della globalizzazione e del periodo di cambiamento che stiamo vivendo da una situazione internazionale all'altra. Tuttavia non si possono trascurare le sue possibili conseguenze poliche. Il nodo centrale del dibattito sta nel come coniugare e armonizzare l'adesione ai diritti umani con la difesa della sovranitá nazionale. Purtroppo questo dibattito si sta sviluppando attorno alla figura del generale Pinochet, il cui regime e`stato rifiutato tanto dalla DC cilena come dalle forze di sinistra. Si puó accettare che un tribunale spagnolo ordini l'arresto di un " senatore" cileno nei riguardi del quale , qui in Cile, è stato aperto un processo sottraendolo in questo modo alla giurisdizione del suo paese ? Si puó ammettere che il processo politico cileno venga giudicato dall'esterno? Con quali criteri? Non sarebbe piú ragionevole lasciare ai noi cileni il compito di risolvere i nostri problemi anche se le soluzioni che saranno individuate non saranno perfette? In Spagna si parla del "nostro generale" come se attraverso Pinochet si stesse processando Franco, il dittatore che gli spagnoli non riuscirono ad allontanare dal potere. A mio parere, dopo la decisione dei Lords della Legge , una grande sanzione morale alla dittatura del generale Pinochet, la cosa logica sarebbe stata che il Ministro dell'interno britannico lo avesse espulso rimandandolo in Cile, dove il generale sarebbe arrivato accompagnato dal ripudio universale. Adesso, a Londra, si corre il grave rischio che Pinochet si trasformi in una vittima e che, inoltre, la sua figura finisca per contaminare completamente la campagna presidenziale cilena del prossimo anno, riducendo le possibilitá alla alternativa politica di sinistra che appare come espressione troppo polarizzata per una societá tuttora attraversata da troppi traumi. Traumi la cui origine sta in un periodo storico , la guerra fredda, che è terminato ma che tuttora vive nel ricordo e nei sentimenti di molta gente.

Quale sarebbe, a questo punto, la soluzione piú augurabile di questo evento senza precedenti?

Poichè in questo caso non c'è stato un Tribunale Speciale Internazionale come nei casi della Bosnia e Ruanda, e poichè ancora non abbiamo il Tribunale Penale Internazionale, la soluzione giuridica sarebe stabilire un contenzioso tra il Cile e la Spagna sulla giurisdizione del processo Pinochet e portare il caso alla Corte dell'Aja.


dunque quest'articolo risale al 1998 durante il tentativo di processare pinochet in europa

Josè Antonio Viera Gallo dice alcune cose:
1) che 5 anni fa il 60% dei cileni era contro pinochet, però si deduce che un 40% era ancora a favore 25 anni dopo
2) punto più importante che (riporto la sua frase testuale): "Le polemiche scoppiate all'interno della Concertación contribuiscono a creare un quadro negativo. La destra, per la prima volta dall'avvio della transizione, vede una opportunitá per indebolire seriamente l'alleanza socialisti-democristiani e ricreare nella popolazione quel fronte antiallendista che rese possibile il golpe miliatare del 1973."
quindi l'autorevole parere di Josè Antonio Viera Gallo fa risalire il golpe del 1973 alla saldatura fra democristiani e la destra in un generale clima antiallendista che si era creato appunto nel 1973 e non a supposte manovre americane
non è che necessariamente erano a favore di pinochet, ma sicuramente erano contro allende
non poteva essere altrimenti, come ho detto altre volte allende era il presidente legittimo, ma un presidente di minoranza essendo stato eletto nel 1970 col 37% dei voti staccando di un incollatura il candidato delle destre al 35% e quello democristiano al 27%
3) l'impossibilità all'interno del cile di avviare un processo contro pinochet medesimo stante la spaccatura della società cilena ancora 25 anni dopo il golpe
infatti tutti i processi avviati contro di lui, conseguenti a varie denunce, si sono arenati o fatti arenare con espedienti vari
ma non solo non si processa pinochet in cile, ma le autorità cilene con pressioni varie hanno impedito che lo si processasse anche fuori

anch'io sono del parere che pinochet andrebbe processato per quello che ha fatto o meglio che venga chiamato a rispondere di tutte le azioni riconducibili a lui a partire dall'11 settembre 1973 sino al ripristino della democrazia, allora mi domando come questo non viene fatto, non c'è infatti mica un drappello di marines americani a difenderlo
allora come mai pinochet non viene viene chiamato a rispondere delle sue azioni?
rispondete un pò a questa domanda o se non riuscite a rispondere sarà il caso che la storia del cile la lasciate ai cileni invece di scrivere amenità e luoghi comuni distorti che niente hanno a che fare con quanto è realmente successo nel 1973

invece succederà che augusto pinochet morirà nel suo letto, d'atronde lo diceva sempre pinochet che lui aveva le "mutande di ferro" tali da resistere a qualsiasi pressione interna o internazionale durante la sua dittatura e di non temere niente da nessuno riguardo al suo futuro

fabio69
26-01-2004, 15:14
Originariamente inviato da cerbert
La considerazione merita una precisazione.
Il partito di Salvador Allende, i suoi elettori, la sua linea politica, i problemi da affrontare, avevano ben poco a che spartire con l'URSS piuttosto che con Fidel.
Il vero "pericolo" venne dal fatto che in una zona economicamente strategica si stava insediando un governo che pretendeva che chi comprava pagasse tutto al prezzo corrente e non con sconti di favore.
Questo, ancora più che l'insediamento dall'oggi ai domani dei Cosacchi in Cile, spaventava i referenti del signor Kissinger.

Poi il resto è tutto corretto, il Cile fu una Cecoslovacchia occidentale esattamente come l'Afghanistan fu il Vietnam dell'URSS: ridicole gare a braccio di ferro sopra miliardi di persone.

ma non facciamo improbabili falsificazioni storiche
il golpe in cile fu attuato esclusivamente da cileni contro altri cileni e non come accadde in cecoslovacchia dai paesi "fratelli" del comecon contro i cecoslovacchi
quanto al riconoscimento di cuba da parte di allende niente da dire, solo che i primi atti della sua politica estera furono il riconoscimento oltre che di cuba anche della DDR e della corea del nord, che forse vista la storia tormentata dei due paesi in questione avrebbe meritato una diversa considerazine da parte di allende medesimo
la politica estera cmq all'interno del golpe del 1973 ebbe un rilievo minore

fabio69
26-01-2004, 15:19
Originariamente inviato da ALBIZZIE
a quanto se ne sa, nel 1946 siamo stati nel mezzo di una zuffa tra URSS e USA. entrambi erano pronti a rovesciare l'esito delle libere elezioni in caso di sconfitta della propria parte. ora se per quella USA è certo per i documenti della CIA resi pubblici, per quel che riguarda l'URSS non so se sia una voce confermata, visto che poi (per fortuna) non sene fece nulla.

di storia più recente a parte le diverse Gladio, non so nulla.

ma di quale baruffa vai parlando?
l'italia faceva già parte della sfera d'influenza occidentale e questa scelta fu confermata dall'elezioni che nel 1948 portarono De Gasperi a leader incontrastato della nuova italia repubblicana
spero non vorrai mettere in dubbio la democraticità di un De Gasperi
per fortuna abbiamo avuto un De Gasperi che nel 1948 fece clamorosamente perdere le elezioni al fronte popolare
per fortuna del futuro di questo paese intendo

fabio69
26-01-2004, 15:27
Originariamente inviato da GioFX
Durante la sua feroce dittatura, durata dal 1973 al 1990, furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno trentamila persone, gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, professionisti religiosi, studenti e operai.



questa è una palese esagerazione
sicuramente procurò sofferenze a un gran numero di cileni
ma i morti in se furono circa duemila, oltre naturalmente gli incarcerati e i repressi a vario titolo ammontanti a diverse migliaia
non sto sminuendo la gravità dei fatti, solo che non mi sembra il caso di sparare cifre a caso

fabio69
26-01-2004, 15:35
Originariamente inviato da ALBIZZIE
ne convengo (in parte) ma ne convengo.

proprio per questo reputo, tra lo scandalo generale, gli USA una democrazia di facciata ma con un cervello da 'regime'.
quello che è accaduto nel secolo scorso in america latina è paragonabile ai carriarmati di budapest? le zozzerie di panama, nicaragua sono storia molto più recente del 30° anniversario del cile eppure sono continuate ad accadere al pari delle guerre negli stati dell'ex-urss.
certo gli USA sono sempre stati più eleganti e raffianti, usando la cia e paracadusti notturni al posto di ingombranti e fotoigienici carriarmati nelle piazze dell'est europa. :(

che paragoni storici peregrini
ma quando lo vorrai capire che gli usa non erano il solo pese a praticare una politica di contrasto al comunismo, ma che invece specie in america latina vi furono si movimenti e partiti di sinistra ma anche movimenti e partiti ferocemente anticomunisti?
l'anticomunismo nel mondo non era un invenzione americana, ma aveva un largo seguito
con l'eccezione parziale dell'italia

fabio69
26-01-2004, 15:37
Originariamente inviato da GioFX

Tra URSS e Allende c'era più distanza che con Tito... per favore su Allende poi era socialista...



è vero allende era socialista
ma all'interno del suo partito vi erano correnti massimaliste che volevano riforme radicali
questo massimalismo all'interno della coalizione che sosteneva allende medesimoera contrastato dallo stessso partito comunista contrario a estremismi che avrebbero spaventato la borghesia cilena
il punto è che ormai la borghesia cilena era già spaventata

fabio69
26-01-2004, 15:46
Originariamente inviato da mrmic

4 marzo 1973 rinnovo del Parlamento, Alleanza Popular "scende" al 45%

il 44% per la precisione
hai omesso anche di dire che la coalizione antiallende formata da democristiani e conservatori prese il 54%
soprattutto nessuno qui ha detto che allende non ebbe mai al congresso cileno una maggioranza sicura, ma era spempre costretto a ricorrere ad aiuti esterni raccattando qua e là qualche voto dai democristiani "dissidenti"

parax
26-01-2004, 15:51
Originariamente inviato da fabio69
questa è una palese esagerazione
sicuramente procurò sofferenze a un gran numero di cileni
ma i morti in se furono circa duemila, oltre naturalmente gli incarcerati e i repressi a vario titolo ammontanti a diverse migliaia
non sto sminuendo la gravità dei fatti, solo che non mi sembra il caso di sparare cifre a caso

mettiamo i puntini sulle i visto che si parla di morti.
Secondo i dati pubblicati dalla ‘Commissione Rettig’ nei 17 anni di regime di Pinochet almeno 3.200 cileni sono stati uccisi mentre 1.200 risultano ‘desaparecidos’.

GioFX
26-01-2004, 16:23
Bene, oggi ho scoperto che Pinochet ha fatto bene a rovesciare un governo democraticamente eletto con l'aiuto materiale della Cia e il beneplacito del governo americano... e prima ancora a scardinare l'economia cilena... (fabio, vatti a leggere i documenti declassificati nel sito della libreria del congresso...)...

fabio69
26-01-2004, 23:27
Originariamente inviato da ClauDeus
:rolleyes: :rolleyes:

Ma lo sai almeno che esistono i cosiddetti documenti declassificati che spiegano ben bene cosa accadde in Cile?
Ma anche in Nicaragua, o nella Baia dei Porci...
E lo sai che codesti documenti sono ufficiali e consultabili?
No che non lo sai.

Purtroppo non sei il solo

si che lo sappiamo
ma la storia della baia dei porci o dell'appoggio ai contras nicaraguensi dato dall'america lo sapevamo anche senza i documenti declassificati, lo sa anche il mio cane
piuttosto lo sai che in nicaragua non c'era proprio un regime democratico ma un regime cd sandinista (rosso) antidemocratico appoggiato da cuba?
antidemocratico perchè una volta indette le elezioni (che erano una delle condizioni che gli usa ponevano per far cessare l'aiuto ai contras) il regime sandinista di daniel ortega le perse di brutto?
non sto dicendo che gli usa abbiano fatto bene o nei modi giusti di appoggiare i contras
ma non mi sembra un dettaglio di poco conto
a te di che conto sembra?
meno male che c'è noam chomsky, da me conosciuto leggendo le illuminanti pagine di questo forum :rolleyes: che si prende la briga di leggere codesti atti e tu che ogni tanto ci ricordi della loro esistenza
altrimenti sai in che orizzonte storico oscurato starebbe l'umanità tutta senza questa opera insostituibile

fabio69
26-01-2004, 23:41
Originariamente inviato da parax
mettiamo i puntini sulle i visto che si parla di morti.
Secondo i dati pubblicati dalla ‘Commissione Rettig’ nei 17 anni di regime di Pinochet almeno 3.200 cileni sono stati uccisi mentre 1.200 risultano ‘desaparecidos’.

io avevo letto da qualche parte che si stimavano circa 2000 vittime
ma sicuramente era una fonte minimalista foraggiata dalla cia......

fabio69
27-01-2004, 00:00
Originariamente inviato da GioFX
Bene, oggi ho scoperto che Pinochet ha fatto bene a rovesciare un governo democraticamente eletto con l'aiuto materiale della Cia e il beneplacito del governo americano... e prima ancora a scardinare l'economia cilena... (fabio, vatti a leggere i documenti declassificati nel sito della libreria del congresso...)...

lo vedi che questo forum serve?
altrimenti come faresti simili scoperte? :D
ti rifaccio la domanda che ho fatto prima
se pinochet è stato così terribile per il suo popolo, se era così inviso ai cileni, se era eterodiretto come voi dite, come mai non è stato ancora messo sul banco degli accusati?
perchè verrà fatto morire tranquillo nel suo letto?
rispondimi a questa domanda
guarda che non c'è mica una portaerei americana al largo delle coste cilene che veglia sulla sua sicurezza
e al governo del cile negli ultimi anni è anche andato il braccio destro di allende, lagos
e allora come mai?
hai una risposta per questo mio interrogativo?

sull'economia, una cosa si può dire di pinochet, cioè che in mezzo a tante nefandezze e negatività almeno una cosa buona l'ha fatta
ha fatto dell'economia cilena quella più risanata dell'america latina

ps io ricordo ancora uno spezzone di blob che fece vedere qualche anno fa dei capannelli di protesta di cileni alle ambasciate spagnola e inglese, i cui paesi si permettevano di tenere prigioniero il loro pinochet
e non si trattava di anziani generali col monoccolo o di qualche agit-prop pagato dalla cia, ma da attempate e alquanto arrabbiate signore di mezza età
la cosa m'impressionò abbastanza, mi dissi cavolo che pòpò di signore arrabbiate ma con chi ce l'avranno?

GioFX
27-01-2004, 00:09
Originariamente inviato da fabio69
lo vedi che questo forum serve?
altrimenti come faresti simili scoperte? :D
ti rifaccio la domanda che ho fatto prima
se pinochet è stato così terribile per il suo popolo, se era così inviso ai cileni, se era eterodiretto come voi dite, come mai non è stato ancora messo sul banco degli accusati?
perchè verrà fatto morire tranquillo nel suo letto?
rispondimi a questa domanda
guarda che non c'è mica una portaerei americana al largo delle coste cilene che veglia sulla sua sicurezza
e al governo del cile negli ultimi anni è anche andato il braccio destro di allende, lagos
e allora come mai?
hai una risposta per questo mio interrogativo?

sull'economia, una cosa si può dire di pinochet, cioè che in mezzo a tante nefandezze e negatività almeno una cosa buona l'ha fatta
ha fatto dell'economia cilena quella più risanata dell'america latina

ps io ricordo ancora uno spezzone di blob che fece vedere qualche anno fa dei capannelli di protesta di cileni alle ambasciate spagnola e inglese, i cui paesi si permettevano di tenere prigioniero il loro pinochet
e non si trattava di anziani generali col monoccolo o di qualche agit-prop pagato dalla cia, ma da attempate e alquanto arrabbiate signore di mezza età
la cosa m'impressionò abbastanza, mi dissi cavolo che pòpò di signore arrabbiate ma con chi ce l'avranno?

ROTFL!!!! Ma scherzi o sei serio? Pinochet ha risanato l'economia?!? Beh si, è vero, sono tutti ricchi in cile... la maggioranza della popolazione è benestante si... ma dai... la dittatura di pinochet ha spezzato il paese in due grossomodo, è si è vero, ci sono molti suo ammiartori, guarda caso i ricchi o quella parte benestante e conservatrice che era legata agli industriali o all'esercito... per piacere...

poi non è stato messo sul banco degli imputati? mmg, mi sa che qualcosa ti sfugge...

fabio69
27-01-2004, 00:49
Originariamente inviato da GioFX
ROTFL!!!! Ma scherzi o sei serio? Pinochet ha risanato l'economia?!? Beh si, è vero, sono tutti ricchi in cile... la maggioranza della popolazione è benestante si... ma dai... la dittatura di pinochet ha spezzato il paese in due grossomodo, è si è vero, ci sono molti suo ammiartori, guarda caso i ricchi o quella parte benestante e conservatrice che era legata agli industriali o all'esercito... per piacere...

poi non è stato messo sul banco degli imputati? mmg, mi sa che qualcosa ti sfugge...

ma che bel modo di ragionare
è come se dicessi che siccome l'italia è la settima potenza economica a differenza del cile che sarà diverse posizioni dietro, allora gli italiani sono tutti ricchi e benestanti
ti risulta sia così?
pinochet ha spaccato il cile esattamente aveva fatto allende
non sono io a dirlo ma il primo post che ho riportato in questa discussione che riportava il parere credo imparziale di un leader socialista cileno
no, che non mi è sfuggito il fatto che tutti i processi intentati contro pinochet sono finiti nel nulla e che pinochet medesimo a meno d'improbabili colpi di scena morirà tranquillo nel suo letto
tu come credi che finirà?

ps ma hai presente la condizione economica degli altri paesi dell'america latina?

mrmic
28-01-2004, 23:09
Fabio, mi fa molto piacere che abbia riportato un'intervista di Viera Gallo. Ad Ottobre, mi pare, ho partecipate ad una confrenza Roma3 sulla situazione degli esuli politici cileni qui in Italia. Dovrei avere qui a casa anche un suo discorso, se interessa...

La tua domanda su Pinochet è interessante, sembra banale, nel senso che sarebbe una di quelle domande che andrebbero fatte subito:D, ma non lo è. Non lo è perchè la situazione attuale cilena è piuttosto complessa. Non è vero come si pensa che il Cile sia uno dei pochi paesi in America Latina a godere di una buona situazione economica e politica. L'accordo con la UE sulle preferenze riservate ad un gran numero di prodotti d'esportazione cilena nasconde ma non cancella la grave situazione interna.
A livello politico sono d'accordo, la figura di un Pinochet è ancora viva e crea ancora disagi. I nostalgici e buona parte della destra ancora possono far leva sulla figura del leader autoritario e di una politica più consevatrice per contrastare la sinistra. Attenzione, leader inteso alla latinoamericana come caudillo, padre della patria, figura dura ma rassicurante che il popolo ama.
Aprire un processo in pompa magna al vecchio generale può essere, in effetti, ancora motivo di contrasto sociale.

Chissa cosa direbbe oggi Viera Gallo, per me si potrebbe tentare la strada della Corte Penale Internazionale, previa modifica della Costituzione.

jumpermax
11-09-2004, 03:19
regaliamogli un up, oggi mi sembra il giorno giusto.

LittleLux
11-09-2004, 11:06
Originariamente inviato da jumpermax
francamente non è che mi convinca molto come ricostruzione. Soprattutto per l'ultima parte, visto che il governo cileno non è certo un governo fantoccio e non è certo per quella farsa del solito Garzon che Pinochet ha perso il potere... poi che rimanga nel paese un largo appoggio all'ex dittatore nessuno lo mette in dubbio. Proprio per questo è una questione che i cileni dovranno risolvere da soli...
Ah per inciso... uno dei più sanguinari... dove mettiamo Stalin Hitler Pol Pot Ho ci Min Castro Mao tze dung, Saddam il mullah Omar e via dicendo?

Tutto quello che vuoi, tuttavia, forse ti sfugge il fatto che uno stato democratico (perlomeno in casa propria), ossia gli USA, hanno ribaltato il governo di un paese, il Cile, eletto democraticamente attraverso regolari elezioni politiche...il che è, davvero, un concetto assai strano di democrazia...certo, se poi vogliamo dar retta ai vari Brunetta che ci sono in giro, allora, bè, è tutt'altro discorso.

GioFX
11-09-2004, 11:35
In occasione del 31-esimo anniversario segnalo due siti di particolare interesse, dove chi fosse interessato può trovare alcuni dei documenti declassificati del Dipartimento di Stato, o altri documenti sulle relazioni USA-Chile e sul golpe di Pinochet della Libreria del Congresso.

Department of State (http://www.state.gov)

Library of Congress (http://catalog.loc.gov/cgi-bin/Pwebrecon.cgi?DB=local&PAGE=Second)

GioFX
11-09-2004, 15:33
Io continuo a non capire come si possano giustificare simili tragedie commesse direttamente o indirettamente da governi di paesi che si proclamano democratici, sperando che siamo tutti d'accordo che essi hanno sempre agito in tutta la storia dell'umanità e continuano ovviamente a farlo per soli interessi politici ed economici...

Detto questo Prote, la guerra fredda è finita da piì di 12 anni, essendo l'Unione Sovietica collassata su se stessa per cause INTERNE il 1 gennaio 1992, eppure i paesi dell'occidente democratico cotninuano ad operare con la stessa determinazione a protezione dei propri interessi economici scatenando guerre per motivi fittizzi, mandando i figli della patria a morire al fronte (non i propri, come Moore descrive in F-9/11, se vi era bisogno di un'ulteriore conferma, ma quelli diseredati ed emarginati delle periferie del paese), e mantenendo solide le alleanze politiche e finanziarie con dittatori totalitari e sanguinari come, ad esempio, gli amici sauditi.

Fradetti
11-09-2004, 15:41
Originariamente inviato da Adric
Un thread che merita un UP.

complimenti per averlo ritirato su.... non bisogna dimenticare

-kurgan-
11-09-2004, 16:46
Originariamente inviato da GioFX
mandando i figli della patria a morire al fronte (non i propri, come Moore descrive in F-9/11, se vi era bisogno di un'ulteriore conferma, ma quelli diseredati ed emarginati delle periferie del paese)

"armiamoCI e partiTE", disse un pelato nell'italia fascista.

Lucio Virzì
11-09-2004, 18:08
Una preghiera per tutti i desaparecidos e bravo Adric per aver ritrovato questo thread.

LuVi

aunktintaun
11-09-2004, 20:15
Anche il giorno di un golpe comincia come tutti gli altri, svegliarsi presto, il the caldo, la gente di Vickuna Mackenna aspetta l'autobus, Coppelia che si prepara a uscire con la bambina, il notiziario di Radio Corporacion: un commando ha messo fuori uso la radio UTE (sinistra), sempre peggio 'sti attentati. Radio Corporacion è dietro la Moneda: “In questo momento vediamo che il presidente è giunto alla Moneda con una scorta armata. Non si conoscono i motivi, attendiamo informazioni". Boh? `Jaime , in pigiama, ironizza " in genere il "Chicho" si alza tardi..”
Arriva la telefonata da Roma, leggo il notiziario preparato la sera prima. "Clemente, guarda che Allende e arrivato molto presto alla Moneda, è strano, state attenti alle agenzie... ".
Ho vissuto il golpe in casa, ascoltando la radio, guardando alla finestra, telefonando a chi conosco, seguendo le telefonate, le visite i discorsi della giovane famiglia che mi ospita: come la maggioranza dei cileni, anche di quelli di sinistra. L'esperienza della gente qualsiasi, condannata di colpo a far da spettatori ai fatti che cambieranno la loro vita.

DIARIO DELL'11 SETTEMBRE

Sono le 8 e qualche minuto, la radio è accesa... " Ci comunicano che effettivi dell'esercito hanno "allanato" Radio Nacional mettendola fuori uso ". La radio del MIR! Telefono preoccupato: "No, qui niente; è la pianta trasmittente, fuori città, stiamo cercando di ripararla, solita ley de armas... ". Radio Corporacion continua " trasmetteremo tra pochi istanti un messaggio del Presidente, le comunicazioni con Valparaiso sono interrotte... ".
Ma che succede? Qui è tutto tranquillo, sarà una nuova serie di provocazioni dell'esercito... “Cittadini, vi parla il Presidente della Repubblica” la voce ormai familiare “ qualche ora fa le truppe della Marina hanno occupato Valparaiso. Ciò costituisce un sollevamento illegittimo... ".
" Paolo! Corri a fermare Coppelia e la bambina! ". (J.è ancora in pigiama).In strada ,sempre tutto normale, io so, la gente non ancora: ma cosa so? Coppelia ha gia preso l’autobus per il centro. Compro i giornali, mi colpisce il titolone del Siglo “ Cada cual a su poste de combate!”(tutti ai propri posti di combattimento) ma è uno dei soliti appelli alla vigilanza. Risalgo. “Non l'ho trovata. Cosa han detto? ". “Dice che a Santiago è tutto tranquillo, di andare a lavorare, vigilare.”Però ha detto ‘ espero’che i soldati de1la repubblica siano fedeli. Espero vuol dire ‘aspetto che’ ma anche ‘ spero’... Un aereo da guerra sorvola basso il centro, lo si vede e lo si sente nella radio. Girare angosciati la manopola della radio, verso destra... da un canale inni militari e poi una voce gracchiante, come disturbata, e prepotente. “Bando numero uno... la giunta dei comandanti in capo... il signor Allende deve dimettersi... prendiamo in mano... " le firme si sentono male, chi è questo " Mendoza "? Da dove trasmettono, chi sono? E' davvero Pinochet? Seguiamo senza parlare, con le dita sulla manopola, questa battaglia delle radio. Quelle di destra smettono le loro musichette e si collegano con la vocetta prepotente, a sinistra molte già tacciono, le rimaste trasmettono inni della CUT(sindacato), frasi di propaganda, strani annunci (" La gioventù radicale ci ha pregato di trasmettere il seguente messaggio 'A Santiago e isola di Pasqua piove torrenzialmente’ "). Radio Balmaceda (della DC) tace. Ripassano gli aerei, radio Portales si è interrotta.
Ritelefono a Radio Nacional “ avete sentito che... sì, compagno, stiamo uscendo, auguri.... adios”
E' la prima volta che sento questa parola (che vengo salutato con adios). Si comincia a sentire qualche sparo lontano. Per il corso passano camion carichi di soldati armati, sette, otto... dell'esercito; la gente li guarda, nessuna reazione, con chi stanno, dove vanno?
Radio Corporacion (di sinistra) continua a trasmettere, disturbata. “ I lavoratori devono lasciare un picchetto in fabbrica e circondare la Moneda... no, questa e l'opinione di un nostro collega, trasmettiamo ora un comunicato della CUT”. “I lavoratori devono occupare immediatamente tutte le fabbriche, non accettare provocazioni, stare in allarme e attendere ordini centrali”. Si annuncia un nuovo messaggio del presidente, tutti attorno alla radio, la sorella di Coppelia arrivata in ansia perchè lei non è ancora tornata... La voce familiare, chiaramente emozionata, quasi interrotta da un rombo di aereo legge il messaggio. E' un discorso morale, storico, eroico, come se fossero successe già tante cose che invece non si vedono ancora, già scontata una sconfitta che non si vede ancora... conferma che sono davvero Pinochet, Leigh Merino quel1i che... “ non fare sacrifici inutili... i semi gettati germoglieranno.” Forse si sarà lasciato sconvolgere dall'emozione; e gli operai, i settori delle Forze Armate, le armi, i piani? Ma una sensazione irreparabile e impotente di sconfitta ci sta già conquistando. Coppelia è tornata, ha visto carri armati, gente che scappava, un colonnello in pensione le ha dato un passaggio. Era tutto eccitato. Dal centro adesso si sentono spari più forti, più frequenti.
“Paolo non uscire! per gli stranieri è più pericoloso....”.
“Non vado verso il centro.”
Sono passate da poco le 10, in Vicuna Mackenna, il grande corso che unisce il centro coi quartieri popolari e industriali della zona sud, molta gente. Una fiumana silenziosa che sta evacuando il centro, a piedi, sui pulman stracarichi. Qualcuno chiacchiera e sorride;lo stesso sorriso del ragazzo dell'appartamento di fronte che mi ha gridato sfottendomi " poder popular... " (merda, sanno che siamo di sinistra!). I momios cominciano a esultare. Vado verso le fabbriche più vicine. I carabinieri alle finestre del commissariato, ognuno col fucile mitragliatore in mano, a difendersi da un nemico che non sanno ancora chi è. Sapranno con chi stanno? Gli spari dal centro (1-2 chilometri di distanza). La gente silenziosa. I compagni hanno già paura di parlare?
Per un attimo fantastico: un’azione avventata di alcuni settori delle forze armate, una grossa reazione popolare, la vittoria... e il socialismo, o quasi, e io qui, a scrivere in Italia...Ma non si vede niente di tutto questo. Operai al cancello di una fabbrichetta, anziani; mi fanno parlare col dirigente. “ Stiamo qui, tranquilli, come ha detto la Cut. Ma se si aspetta siamo fottuti... Ma che vuoi fare? Credo che siamo già fottuti ".
Venti operai anziani, non fa testo, vado alla Elec Metal. Dietro il recinto sul prato, tre operai sdraiati, la radiolina accesa: " il presidente non si dimette: i nostri dirigenti ci hanno detto che ci sono truppe fedeli, aerei anche, con un segno rosso...”; al cancello, un picchetto (niente armi...) conosco di vista il dirigente sindacale. “ La riunione del Cordon è alle due... no, non sono arrivate, sai che le armi le maneggiano i partiti..” ‘Hai sentito il presidente ?’ “ Vuole passare alla storia... ma non è questo che .ci serve in questo momento, merda...” .
Si ferma un proletario che sta passando fuori; ascolta e sorride: “Io vado alla mia "comuna", lì non ci manca niente..”

Torno verso casa, fendendo la fiumana; gli spari lontani, ma qui non si vede niente. Possibile che manchino ancora ordini, armi? Forse nelle prossime ore. E io senza tessera da giornalista senza rullini nella Kodak col registratore ad aggiustare, impossibile telefonare a Roma... colto di sorpresa e rabbioso di impotenza. Come chissà quanti altri. Rientro nell'appartamento, c'è un va e vieni di parenti e amici, si scambiano notizie, appuntamenti. L'ultima radio di sinistra ha taciuto per sempre; su tutti i canali lo stesso inno militare e quella voce gracchiante: “Transmite la red de radiodifusion de las fuerzas armadas y carabineros de Chile..”. Hanno dato un ultimatum al presidente, minacciano di attaccare con tutti i mezzi la Moneda; un amico di casa è arrivato dal centro, i soldati dei golpisti portano un bracciale, come un segno per distinguersi. Si spara contro il GAP (Guardia Presidenziale), reparti di carabinieri, non si capisce niente.
Coppelia è sempre al telefono, eccitata di vivere in mezzo a un film, un racconto "Pensa, i carri armati” . E' difficile rendersi conto che sta succedendo davvero: un'altra fila di camion militari passa nel corso Vicuna Mackenna. Sono circa le 12, i due aerei da guerra continuano a sorvolare, bassi, li vediamo dalla finestra. “E' per spaventare la gente..” No! Si abbassano, rumori più forti, si rialzano. Stanno bombardando la Moneda, allora era vero, ma sono dei pazzi criminali, non hanno paura di niente. E il Presidente là dentro.. Il bombardamento ci dà l’idea che ci troviamo di fronte a degli assassini scatenati; però non è possibile che siano tutti d’accordo, sarà l’iniziativa di un comandante, non possono andare avanti così. La voce gracchiante, alla radio, rivendica con orgoglio il bombardamento e lo usa come minaccia.
Di fronte alla mia finestra, una villetta bianca, improvvisamente a tutto volume l'Halleluia di Haendel, gli aerei continuano a bombardare, un ragazzo sale sul tetto a guardare, sorride, piazza la bandiera cilena. Non riesco neanche a odiarli, sono troppo incredibili, Haendel (casa mia.. .i dischi di mio padre) la borghesia è morte.
Dopo il bombardamento sulla Moneda, per parecchi minuti non si era sentito un solo sparo: segno come di uno sbigottimento generale. Si comincia a temere sulla sorte del presidente; ma in tutti i colpi di Stato, pensiamo, c’è sempre un po’ di galateo.
La radio annuncia il coprifuoco alle tre, in strada sempre la gente che va verso la periferia, i parenti di casa se ne vanno, la gente per strada si dirada, ogni tanto qualche camion carico di soldati, gli spari da più parti, in genere mitra contro armi corte, ma sempre lontani.
La radio annuncia che il presidente si è arreso; poi non dice più niente su questo. Riprendono sparatorie, ormai ci stiamo abituando, si può anche mangiare ascoltando gli spari: “questo dev’essere un mitra punto 30..”
A un angolo della strada un gruppo di giovani allegri, benvestiti, penso fascisti. Passa un’altra colonna di camion. Per la prima volta vanno verso la periferia, ripenso agli operai che ho visto la mattina nelle fabbriche, il gruppo di fascisti all’angolo applaude. Nuvole scure e freddo scendono dalle Ande sulla città, sembra che qualcuno lo faccia apposta.
Ci rendiamo conto di essere l’unico appartamento in questo pezzo di strada senza la bandiera alla finestra, e i fascisti ci stanno guardando, meglio che arrivi presto l’ora del coprifuoco.
I ricordi di tutte le ore seguenti, fino alla fine del coprifuoco (ore 12 del 13 settembre) non hanno più ordine cronologico. Telefonate, nuovi incredibili comunicati dalla voce gracchiante, scene dalla finestra, rumori.
Verso sera, a una delle telefonate di amici, Jaime risponde con un tono diverso, chiude il telefono, ci guarda , “guevòn, se echaron al chicho " (Hanno ucciso Allende). Silenzio. Poi cominciano le voci, si è suicidato, no, sono morti il tale e il tal'altro, ci sono città che resistono, ma la cugina, da Chillan, dice che anche li è come a Santiago.
Sempre l’11 sera, inaspettata, arriva la comunicazione con Roma che avevo chiesto invano la mattina, chissà sara una svista del controllo militare, un colpo di fortuna. E' eccezionale sentire la voce di Giorgio: “Qui ci stiamo gia mobilitando..” ma io cosa gli posso dire, solo voci, pareri.

Sehelaquiel
11-09-2004, 21:24
Io ho letto il libro fatto da Isabel Allende (se non sbaglio la figlia) "The House of the Spirits" in inglese...

Imho e' stato stupendo, e mi ha veramente colpito un personaggio, o meglio, Il Personaggio, Esteban Trueba.

Mi hanno naturalmente colpito poi tante altre cose riguardo la storia. :)

E' stato una lettura bellissima :)

mrmic
11-09-2004, 21:44
Originariamente inviato da Fradetti
complimenti per averlo ritirato su.... non bisogna dimenticare

veramente l'ha ri-ritirato su jumpermax :p :D

‘L’ALTRO 11 SETTEMBRE’: SANTIAGO RICORDA GOLPE DEL ’73, NUOVI GUAI PER PINOCHET


“La Moneda ricorda l’‘11’ con un atto di basso profilo”: questo titolo, in una pagina interna del quotidiano cileno ‘La Tercera’, il principale foglio di informazione cileno, fotografa perfettamente il modo in cui il Cile si appresta a ricordare la tragica giornata dell’11 settembre 1973 allorché, 31 anni fa, con un colpo di Stato il generale Augusto Pinochet Ugarte estrometteva dal potere il presidente democraticamente eletto, Salvador Allende, diventando fino al 1990 il presidente de facto del Paese sudamericano. Solo i nostalgici si riuniranno, questa sera, in un locale del centro di Santiago per festeggiare una ricorrenza che, a 14 anni dalla restaurazione della democrazia attraverso un processo di transizione che non accenna a terminare, ancora divide i cileni. A differenza dell’anno scorso, quest’anno La Moneda, cioè il presidente della Repubblica Ricardo Lagos e il suo ristretto entourage, ha scartato bagni di folla e ha deciso di ricordare la figura di Allende e il golpe con una messa privata, svoltasi ieri, alla quale ha partecipato anche la vedova del defunto primo presidente socialista della storia cilena, Hortensia Bussi. “Mi auguro che sia un 11 settembre tranquillo, nel quale i cileni guardino ai fatti del passato con la prospettiva di quello che vogliamo fare insieme nel futuro, cioè costruire un Paese in cui incontrarci di nuovo” ha detto brevemente Lagos prima di spostarsi a Viña del Mar, 100 chilometri circa a ovest della capitale Santiago, dove oggi presiede un consiglio dei ministri nel palazzo presidenziale di Cerro Castillo. Scenderanno invece in strada le organizzazioni che lottano per il rispetto dei diritti umani – che hanno protestato con Lagos per non aver reso almeno un omaggio pubblico alla figura di Allende - con lo scopo di chiedere giustizia per i circa 30.000 morti provocati tra le file dell’opposizione durante la dittatura. Di sapore del tutto diverso saranno le celebrazioni del golpe viste da destra, con i sostenitori di Pinochet che, come anticipato, dopo essersi recati in visita presso il loro mentore festeggeranno la ricorrenza, nonostante la nuova tegola giudiziaria caduta sul capo dell’anziano ex-dittatore (88 anni) che, dopo aver già scampato per due volte l’interrogatorio in relazione al suo presunto coinvolgimento nell’‘Operación Cóndor’ - l’operazione di repressione congiunta contro gli oppositori di sinistra messa in atto dalle dittature latinoamericane al potere in Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay negli Anni ’70 e ’80, costata la vita a centinaia di persone - sembrerebbe sempre più implicato in un’inchiesta per presunta corruzione diretta dal giudice Sergio Muñoz, che sta conducendo l’inchiesta sul conto bancario di Pinochet aperto presso la statunitense Riggs Bank. I nuovi guai giudiziari giungono per Pinochet dal ‘Servicio de Impuestos Internos’ (Sii), il fisco cileno, che ha deciso di presentare una querela contro l’ex-dittatore, la moglie Lucía Hiriart e alcuni dei suoi cinque figli per aver presentato presunte e reiterate dichiarazioni dei redditi “maliziosamente incomplete o false” come recita l’articolo 97, comma 4 del Codice tributario cileno, la cui sanzione è una multa di valore incluso tra il 50 e il 300% dell’ammontare evaso oltre a un periodo di detenzione compreso tra 5 e 10 anni. Presso la Riggs Bank, secondo quanto avrebbero accertato fin qui le indagini, Pinochet e la moglie avrebbero versato in anni recenti una somma compresa tra 4 e 8 milioni di dollari, ma l’ex-dittatore avrebbe dichiarato alla banca statunitense di possedere un patrimonio decisamente superiore. Da segnalare, infine, che la Corte d’Appello di Santiago ha respinto una richiesta del giudice Juan Guzmán Tapia di rientrare in possesso della titolarità nell’inchiesta sull’Operazione Condor, negatagli dallo stesso tribunale alcuni giorni fa dopo la presentazione di un’istanza da parte degli avvocati difensori dell’anziano ex-generale. Il caso è ora definitivamente affidato alla ex-vice di Tapia, la giudice Gabriela Pérez.

GioFX
12-09-2004, 10:08
Originariamente inviato da Proteus
Che qualcuno giustifichi è tua fantasia


Fantasia una par di balle!

Anche qui sul forum ci sono state un sacco di persone, da fabio69 aka von Clausevitz, a Ewingen, a tutti i conservatori più o meno estremisti che hanno fatto di tutto per rivoltare la storia facendo credere che gli USA non ahbbiano alcuna colpa diretta su tante tragedie del XX secolo, soprattutto relativamente al sudamerica, come appunto il Cile, per non parlare dei praticamente tutta l'america centrale, dal Nicaragua, ad Haiti... robe da pazzi anche alla luce del fatto che oltre che i fatti nudi e crudi pure i loro stessi documenti declassificati spiegano nel dettagli la verità di questi eventi storici.

Cioè, neanche gli americani ci credono più a questa propaganda a guerra fredda...

jumpermax
12-09-2004, 12:17
Originariamente inviato da mrmic
veramente l'ha ri-ritirato su jumpermax :p :D


cribbio ancora un po' e protestavo... :ncomment:
grazie :D

ni.jo
13-12-2004, 19:24
http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=50857

DioBrando
14-12-2004, 14:08
Originariamente inviato da JENA PLISSKEN
Ma, scusate la mia ignoranza, sapete Pinochet ke fine ha fatto??:confused: :confused:

Sospesi su richiesta avvocati, parola finale a Corte Suprema (ANSA) SANTIAGO, 14 DIC- Sospesi gli arresti domiciliari all'ex dittatore Pinochet accusato di essere il mandante di 9 sequestri di 'desaparecidos'. La disposizione presa dopo l'intervento dei avvocati difensori, dopo l'esame della Corte d'Appello di Santiago, dovra' essere ratificata dalla Corte Suprema. Condannato intanto il figlio maggiore del generale, Augusto Pinochet Hiriart, commerciante a Curico: dovra' scontare un anno e mezzo di carcere per ricettazione di auto rubate e porto d'armi illegale.

Ansa.it