View Full Version : Essere se stessi
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
essere se stessi ??????????
Quale atroce dilemma.......................
Blue Spirit
09-09-2003, 15:58
Essere sè stessi, senza farsi condizionare troppo dalle mode e dalle correnti di pensiero dominanti, oggigiorno significa anche correre dei rischi, prima o poi ti arriva il calcio nei denti o ti emarginano...ma se uno ci tiene alle questioni di principio, la soddisfazione di non essere scesi a compromessi ripaga dei sacrifici...
StErMiNeiToR
09-09-2003, 15:59
essere se stessi vuol dire essere mentalmente indipendenti e seguire le proprio idee e ideali
Dico spesso "sii te stesso"? Uccidetemi :mbe::D
StErMiNeiToR
09-09-2003, 16:02
lenta o veloce la morte... quella veloce costa di meno ti avverto:D :D
Originariamente inviato da Nicky
Dico spesso "sii te stesso"? Uccidetemi :mbe::D
non ucciderei mai una bella ragazza:)
???????????????
09-09-2003, 16:05
Essere se stessi, per me, vuol dire essere semplicemente coerenti nella vita, nelle idee, nei comportamenti :)
Originariamente inviato da StErMiNeiToR
lenta o veloce la morte... quella veloce costa di meno ti avverto:D :D
In questo caso la merito lenta :D
Comunque così a freddo direi che essere se stessi vuol dire fare le cose in maniera molto istintiva senza stare a rifletterci a lungo.
Andare avanti secondo i tuoi ideali, nonostante molte persone possano non condividire quello che fai/dici ecc.
Insomma mi sto incartando..mi è venuta improvvisamente voglia di lavorare http://digilander.libero.it/jurada2003/stordita.gif
Hack-a-sat
09-09-2003, 16:08
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
ma come siamo filosofici.....
mah...
lavorare non se ne parla?!?!?
:D :D :D :p :p :p
StErMiNeiToR
09-09-2003, 16:09
muahaahhahhhahahah nicky con la voglia di lavorare aaahahhahahahaahhah questa si che è buona :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :D :D :D :D
Originariamente inviato da Nicky
Uccidetemi :mbe::D
... eccomi! :O
http://www.pinosettanni.it/taroccodoro/morte.jpg
HenryTheFirst
09-09-2003, 16:33
Originariamente inviato da Nicky
In questo caso la merito lenta :D
Comunque così a freddo direi che essere se stessi vuol dire fare le cose in maniera molto istintiva senza stare a rifletterci a lungo.
Andare avanti secondo i tuoi ideali, nonostante molte persone possano non condividire quello che fai/dici ecc.
Insomma mi sto incartando..mi è venuta improvvisamente voglia di lavorare http://digilander.libero.it/jurada2003/stordita.gif
Oggi ho deciso di stressarti :D
Se io sono molto riflessivo di natura, comportandomi istintivamente come potrei essere me stesso?
Sono d'accordo sul resto ;)
Originariamente inviato da HenryTheFirst
Oggi ho deciso di stressarti :D
Se io sono molto riflessivo di natura, comportandomi istintivamente come potrei essere me stesso?
Sono d'accordo sul resto ;)
Questa è la segreteria telefonica di Nicky...in questo momento fingo di lavorare per non rispondere a questo topic...chiamate più tardi (possibilmente quando il topic sarà dimenticato da tutto e tutti) oppure lasciate un pvt http://digilander.libero.it/jurada2003/stordita.gif
A parte gli scherzi: hai ragione. Ho sbagliato perchè ho risposto in modo troppo personale.
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
Quando riuscirò a capire me stesso totalmente , allora ti risponderò...
Perchè attualmene capita molto spesso che impulsivamente faccia cose che avrei giurato non avrei mai fatto ( e se le si fa impulsivamente , in teoria si segue la propria natura , quindi se stessi... )
Ciaozzz
bananarama
09-09-2003, 16:48
vuol dire che faccio quello che c***o mi pare, pure se i puritani e gli "adulti" mi rompono i coglioni! semplice no? Just don't give a fuck!
ciao;)
HenryTheFirst
09-09-2003, 16:52
Originariamente inviato da bananarama
vuol dire che faccio quello che c***o mi pare, pure se i puritani e gli "adulti" mi rompono i coglioni! semplice no? Just don't give a fuck!
ciao;)
Scusa, ma secondo me questo non è "essere se stessi" ma essere menefreghisti, superbi e superficiali.
Senza offesa.
bananarama
09-09-2003, 16:54
Io infatti sono menefreghista superbo e superficiale! E cosa c'e' di male nell'essere quello che si e?
ciao
HenryTheFirst
09-09-2003, 16:57
Originariamente inviato da bananarama
Io infatti sono menefreghista superbo e superficiale! E cosa c'e' di male nell'essere quello che si e?
ciao
Ad essere così c'è di male che danneggi sia te stesso che gli altri.
D'altra parte, contento tu...
bananarama
09-09-2003, 16:59
Bravo, hai detto bene, contento io... e poi di me ho cura a modo mio, per quanto riguarda gli altri... problemi loro, andassero tutti dal dottore!:D
Ah, sono anche estremamente egoista!
ciao :eek:
Dr. Death
09-09-2003, 17:10
"Essere se stessi" per me è un qualcosa che non esiste. Consciamente o inconsciamente, tutto quanto ci circonda influenza inevitabilmente ogni nostra azione o il nostro modo di pensare... Essere ste stessi, penso, vorrebbe dire avere la capacità di svincolarsi da qualsiasi legame psicologico o affettivo, essere inavvicinabile dalle mode, dai miti, come giustamente suggerisci, essere in grado di agire e pensare rifiutando qualsiasi input dall'esterno...e questo imho - sempre secondo la mia interpretazione de 'l"essere se stessi" - è contro la natura stessa dell'uomo. Non siamo macchine, e in quanto esseri umani ogni esperienza sortisce in noi un effetto spesso imprevedibile.
L'uomo non è immune da tutti gli stimoli che lo circondano; se pure un individuo riuscisse veramente ad essere "se stesso", fregandosene letteralmente di tutto il resto e facendo sì che quel "se stesso" funzionasse esclusivamente con la sua testa, prima o poi si scontrerebbe con una realtà in cui quel suo modo di "essere" non verrebbe accettato (come anche nel caso contrario, essendo impossibile essere universalmente accettati per come si é né per qualsiasi forma si decida di assumere...). E non penso che ci siano individui al mondo in grado di rimanere indifferenti anche di fronte a questo tipo di "reazioni" al proprio modo di essere, perlomeno non individui "normali".
Alla fin fine, la vita è soltanto una grande commedia; ognuno diventa attore, trasformando se stesso in un qualche personaggio, che si evolve con l'evolversi del rapporto con gli altri e delle esperienze.
Nessuno è "se stesso".
Al più, c'é chi riesce ad avere un minimo di controllo sulla propria vita; alle volte, invece, questi strani, simpatici, talvolta, assurdi "commedianti" (cioé noi) vivono....si muovono come marionette, magari...rispecchiano chi si vorrebbe essere nella realtà o chi altri vorrebbero che fossero e che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non è possibile "tramutare" in vero.
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
Non c'entra la moda o il giudizio! E' un modo d'essere e di porti in relazione con altre persone.
Significa non emulare gli altri prelevandone le caratteristiche di spicco e mettendole insieme in un mix di personalità.
Significa conoscersi un pò meglio per accettare le proprie caratteristiche e mostrarle con naturalità alla gente.
E' ovvio che certi possono capirle e quindi apprezzarle come altri magari possono odiale. E' naturale e bisogna accettarlo :D
il problema è che so così anche realmante!!!!!!!!!
Gianniiiiiii!
09-09-2003, 23:07
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
Prima di tutto: "SII te stesso", non "Sì te stesso".. ;) altrimenti vuol dire solo che ti dai ragione.. :D:D
Basta essere sempre coerenti con le proprie idee e le proprie convinzioni, lasciando comunque spazio per quelle degli altri.
Gianniiiii! Non può morire l'ottimismo!!!!!!
:what: :huh: :fuck:
Originariamente inviato da Dr. Death
"Essere se stessi" per me è un qualcosa che non esiste. Consciamente o inconsciamente, tutto quanto ci circonda influenza inevitabilmente ogni nostra azione o il nostro modo di pensare... Essere ste stessi, penso, vorrebbe dire avere la capacità di svincolarsi da qualsiasi legame psicologico o affettivo, essere inavvicinabile dalle mode, dai miti, come giustamente suggerisci, essere in grado di agire e pensare rifiutando qualsiasi input dall'esterno...e questo imho - sempre secondo la mia interpretazione de 'l"essere se stessi" - è contro la natura stessa dell'uomo. Non siamo macchine, e in quanto esseri umani ogni esperienza sortisce in noi un effetto spesso imprevedibile.
L'uomo non è immune da tutti gli stimoli che lo circondano; se pure un individuo riuscisse veramente ad essere "se stesso", fregandosene letteralmente di tutto il resto e facendo sì che quel "se stesso" funzionasse esclusivamente con la sua testa, prima o poi si scontrerebbe con una realtà in cui quel suo modo di "essere" non verrebbe accettato (come anche nel caso contrario, essendo impossibile essere universalmente accettati per come si é né per qualsiasi forma si decida di assumere...). E non penso che ci siano individui al mondo in grado di rimanere indifferenti anche di fronte a questo tipo di "reazioni" al proprio modo di essere, perlomeno non individui "normali".
Alla fin fine, la vita è soltanto una grande commedia; ognuno diventa attore, trasformando se stesso in un qualche personaggio, che si evolve con l'evolversi del rapporto con gli altri e delle esperienze.
Nessuno è "se stesso".
Al più, c'é chi riesce ad avere un minimo di controllo sulla propria vita; alle volte, invece, questi strani, simpatici, talvolta, assurdi "commedianti" (cioé noi) vivono....si muovono come marionette, magari...rispecchiano chi si vorrebbe essere nella realtà o chi altri vorrebbero che fossero e che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non è possibile "tramutare" in vero.
Il mio pensiero...parola per parola...essere se stessi è una cosa senza significato!
Gohansupersaiyan4
10-09-2003, 04:45
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
Vuol dire seguire la propria indole...non è così difficile capire qual'è...
Ciao !
boeder redeob
10-09-2003, 05:05
Secondo me vi state facendo troppe pippe mentali.
Essere se stessi vuol dire comportarsi come uno si comporta, ergo le affermazioni che voi date sono tutti controsensi.
Es.
Se qualcuno chiedesse consigli su una ragazza e un altro rispondesse si te stesso non avrebbe senso, in quanto già il suo "se stesso" gli ha fatto chiedere un cosiglio. ....(Pirandello a me fa non mi un baffo... :D :D)
In poche parole il concetto di personalità si puo paragonare al concetto di carattere: esistono persone di diverse: le forti e le deboli che vengono etichettate come "senza personalità".
[Edit]
Poi c'è anche un pensiero più orientale su quest' argomento... se avrò tempo (e voglia) lo scriverò.
Il tuo contributo è razionalmente valido e logicamente inappuntabile.. ognuno di noi è sempre "se stesso", come direbbe DJ Angelo "perchè lo sei!" :D
Però è.. insoddisfacente.. una definizione che chiude la questione assolvendo e promuovendo tutti, tutti siamo "noi stessi".. eppure intuitivamente, penso che molti di noi guardandosi in giro abbiano pensato "quello è se stesso davvero" o "quello non è se stesso".. se abbiamo uno stimolo a pensare ciò, vuol dire che dentro di noi c'è una definizione che distingue i vari gradi dell'"essere se stessi", non credi?
Dicci dicci l'idea orientale! :)
Originariamente inviato da boeder redeob
Secondo me vi state facendo troppe pippe mentali.
Essere se stessi vuol dire comportarsi come uno si comporta, ergo le affermazioni che voi date sono tutti controsensi.
boeder redeob
10-09-2003, 22:10
Originariamente inviato da SaMu
Il tuo contributo è razionalmente valido e logicamente inappuntabile.. ognuno di noi è sempre "se stesso", come direbbe DJ Angelo "perchè lo sei!" :D
Però è.. insoddisfacente.. una definizione che chiude la questione assolvendo e promuovendo tutti, tutti siamo "noi stessi".. eppure intuitivamente, penso che molti di noi guardandosi in giro abbiano pensato "quello è se stesso davvero" o "quello non è se stesso".. se abbiamo uno stimolo a pensare ciò, vuol dire che dentro di noi c'è una definizione che distingue i vari gradi dell'"essere se stessi", non credi?
Dicci dicci l'idea orientale! :)
Già, quello che dici tu è il carattere: i "deboli" seguono gli altri, i "forti" no.
Il pensiero orientale è semplicemente che ognuno è se stesso, poi , grazie alle occasioni di vita, cambia e smarrisce il prorpio io.
Per esempio. I monaci, tipo quelli che si vedono nei film, raggiungono se stessi tramite la meditazione e la completa mancanza di "distrazioni" accanto a loro.
Non so se ho reso l' idea. Se no, rispiego in altro modo :)
domanda: ma si potrebbe essere se stessi senza aver avuto mai alcuna intermediazione o scambio con l'esterno?
nessuno nasce come entità autosufficiente e autonoma dal resto del mondo, c'è o c'è stato qualcuno che ha mediato tra noi e l'esterno, poi magari siamo diventati indipendenti e capaci di seguire il nostro (e qui disaccordo assoluto sui termini) istinto, io, essere più interiore, l'essere nostro che siamo... ma non credo che sia cosa facile... soprattutto quando si presentano difficoltà...
boeder redeob
11-09-2003, 13:35
Originariamente inviato da raxas
domanda: ma si potrebbe essere se stessi senza aver avuto mai alcuna intermediazione o scambio con l'esterno?
nessuno nasce come entità autosufficiente e autonoma dal resto del mondo, c'è o c'è stato qualcuno che ha mediato tra noi e l'esterno, poi magari siamo diventati indipendenti e capaci di seguire il nostro (e qui disaccordo assoluto sui termini) istinto, io, essere più interiore, l'essere nostro che siamo... ma non credo che sia cosa facile... soprattutto quando si presentano difficoltà...
Probabilmente è possibile... per qualche ora ma è possibile :D :D
Originariamente inviato da boeder redeob
Probabilmente è possibile... per qualche ora ma è possibile :D :D
bella questa :D
cmq in mezzo a tanti problemi è vero, si è sperimentato questa sorta di equilibrismo, si cade e poi di nuovo a cercare qualche configurazione psichica in grado di essere una risposta stabile e duratura, senza conflitti...
e l'unico modo di passare indenni problemi leggeri, gravi e gravissimi è essere in contatto con il proprio Sè,
anzi a dire il vero il Sè, che è definibile come l'unità degli opposti -
e qui chi è competente in psicologia analitica o anche teologia faccia sentire la sua voce -
già è in mezzo ad ogni problema, lo conosce e non si fa sopraffarre... ma li domina..., il Sè non è solo parole ma tutto un insieme...
quale, questo è un nuovo problema... già sono stanco:
qualche esperto volenteroso?
un' analista?:D
jumpermax
12-09-2003, 02:42
Originariamente inviato da Dr. Death
"Essere se stessi" per me è un qualcosa che non esiste. Consciamente o inconsciamente, tutto quanto ci circonda influenza inevitabilmente ogni nostra azione o il nostro modo di pensare... Essere ste stessi, penso, vorrebbe dire avere la capacità di svincolarsi da qualsiasi legame psicologico o affettivo, essere inavvicinabile dalle mode, dai miti, come giustamente suggerisci, essere in grado di agire e pensare rifiutando qualsiasi input dall'esterno...e questo imho - sempre secondo la mia interpretazione de 'l"essere se stessi" - è contro la natura stessa dell'uomo. Non siamo macchine, e in quanto esseri umani ogni esperienza sortisce in noi un effetto spesso imprevedibile.
L'uomo non è immune da tutti gli stimoli che lo circondano; se pure un individuo riuscisse veramente ad essere "se stesso", fregandosene letteralmente di tutto il resto e facendo sì che quel "se stesso" funzionasse esclusivamente con la sua testa, prima o poi si scontrerebbe con una realtà in cui quel suo modo di "essere" non verrebbe accettato (come anche nel caso contrario, essendo impossibile essere universalmente accettati per come si é né per qualsiasi forma si decida di assumere...). E non penso che ci siano individui al mondo in grado di rimanere indifferenti anche di fronte a questo tipo di "reazioni" al proprio modo di essere, perlomeno non individui "normali".
Alla fin fine, la vita è soltanto una grande commedia; ognuno diventa attore, trasformando se stesso in un qualche personaggio, che si evolve con l'evolversi del rapporto con gli altri e delle esperienze.
Nessuno è "se stesso".
Al più, c'é chi riesce ad avere un minimo di controllo sulla propria vita; alle volte, invece, questi strani, simpatici, talvolta, assurdi "commedianti" (cioé noi) vivono....si muovono come marionette, magari...rispecchiano chi si vorrebbe essere nella realtà o chi altri vorrebbero che fossero e che, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, non è possibile "tramutare" in vero.
Estremizzo il concetto. Cosa siamo noi? Cos'è l'io se non un'idea astratta con cui indichiamo agli altri l'essere che hanno davanti agli occhi? Esiste davvero un io? Esiste qualcosa di immutabile dentro di noi che davvero corrisponde a questa nostra idea astratta? Siamo talmente abituati a noi stessi che non ci soffermiamo mai abbastanza a pensare su cosa davvero siamo. E se fossimo solo un concetto? Un pronome utile per farci capire di chi stiamo parlando? Se davvero fosse tutta un'illusione l'avere proprie idee per la testa se non fossero altro che la combinazione ed il risultato di una serie di reazioni chimiche in risposta a stimoli esterni? Come potremmo a questo punto essere noi stessi? E proprio l'influenza del mondo che ci circonda a creare il nostro io dal primo secondo in cui veniamo il mondo fino alla tomba.
Dr. Death
12-09-2003, 09:58
Originariamente inviato da jumpermax
Estremizzo il concetto. Cosa siamo noi? Cos'è l'io se non un'idea astratta con cui indichiamo agli altri l'essere che hanno davanti agli occhi? Esiste davvero un io? Esiste qualcosa di immutabile dentro di noi che davvero corrisponde a questa nostra idea astratta? Siamo talmente abituati a noi stessi che non ci soffermiamo mai abbastanza a pensare su cosa davvero siamo. E se fossimo solo un concetto? Un pronome utile per farci capire di chi stiamo parlando? Se davvero fosse tutta un'illusione l'avere proprie idee per la testa se non fossero altro che la combinazione ed il risultato di una serie di reazioni chimiche in risposta a stimoli esterni? Come potremmo a questo punto essere noi stessi? E proprio l'influenza del mondo che ci circonda a creare il nostro io dal primo secondo in cui veniamo il mondo fino alla tomba.
Mi sa che hai estremizzato un po' troppo :D
Bel post, cmq. :)
jumpermax
13-09-2003, 02:33
Originariamente inviato da Dr. Death
Mi sa che hai estremizzato un po' troppo :D
Bel post, cmq. :)
E' un'idea che mi frulla in testa da qualche tempo... ma non l'ho ancora messa a fuoco. Il fatto è che dal momento in cui ho smesso di credere in una nostra natura "metafisica" ho dovuto riadattare una serie di idee e concetti che davo per scontati. Anche l'io a quel punto è un concetto che viene messo in discussione. Inizi a pensare a cosa sei e non riesci a trovare un punto fermo. Il nostro corpo cambia in continuazione, ma davvero possiamo identificarci nella materia di cui è composto? O dalla forma che assume? Forse davvero la cosa che più si avvicina all'essenza dell'io è la "percezione istantanea", nel senso della percezione che in un dato istante abbiamo di noi stessi e della realtà che ci circonda, e dal nostro pensiero. Passato e futuro in questa ottica sarebbero solo illusioni create dalla memoria e dall'immaginazione. L'idea che però noi abbiamo dell'io assomiglia molto di può ad un insieme, che continuamente cambia i suoi elementi ma continua ad essere sè stesso. Un po' come un lago insomma che pur cambiando di continuo l'acqua da cui è composto rimane comunque "quel lago". Mah... è tardi e faccio molta fatica a connettere... :ronf: :D
Bilancino
13-09-2003, 02:42
Essere me stesso significa farmi uccidere dalle ragazze quando espongo il mio pensiero......:sofico:
Ciao
Originariamente inviato da jumpermax
E' un'idea che mi frulla in testa da qualche tempo... ma non l'ho ancora messa a fuoco. Il fatto è che dal momento in cui ho smesso di credere in una nostra natura "metafisica" ho dovuto riadattare una serie di idee e concetti che davo per scontati. Anche l'io a quel punto è un concetto che viene messo in discussione. Inizi a pensare a cosa sei e non riesci a trovare un punto fermo. Il nostro corpo cambia in continuazione, ma davvero possiamo identificarci nella materia di cui è composto? O dalla forma che assume? Forse davvero la cosa che più si avvicina all'essenza dell'io è la "percezione istantanea", nel senso della percezione che in un dato istante abbiamo di noi stessi e della realtà che ci circonda, e dal nostro pensiero. Passato e futuro in questa ottica sarebbero solo illusioni create dalla memoria e dall'immaginazione. L'idea che però noi abbiamo dell'io assomiglia molto di può ad un insieme, che continuamente cambia i suoi elementi ma continua ad essere sè stesso. Un po' come un lago insomma che pur cambiando di continuo l'acqua da cui è composto rimane comunque "quel lago". Mah... è tardi e faccio molta fatica a connettere... :ronf: :D
se smetti di credere a una natura metafisica di noi stessi,
dici, poi, che non possiamo identificarci, nella materia di cui è composto il nostro corpo, allora la soluzione potrebbe essere la "percezione istantanea",
intesa, prima, a "reazioni chimiche" che generano ciò che pensiamo,
ma non può essere anche il contrario?
cioè è il proprio pensiero (o comunque una componente critica) che interviene su un moto creato da reazioni chimiche prodotte dall'esterno?
e considerare il passato e il futuro come artificiosi lo avvicinerei già all'operazione che li vede come dispiegantesi e riuniti,
un intervento del pensiero cioè, che valuta tutto in relazione a una Continuità con il sè stesso,
non è nulla di astratto,
non è un concetto o un nome o pronome :D e nemmeno una entità che esce in certi discorsi alla De Filippi quando si invita ad essere se stessi, intanto annuiscono gli ospiti alla sua trasmissione, ma poi dovranno mettere da parte i riflettori e lasciare fuori ogni posticcia considerazione di sè.
Per chi ritiene che si è sempre sè stessi,
dico,
nella mia limitata conoscenza della psicologia winnicottiana (a cui mi riferisco in questi post),
che molte volte per non potere o volere mostrare la propria genuina opinione entra in azione il cosidetto "falso sè" definito con estrema comprensione e lungimiranza da Winnicott, che ne introdusse il concetto,
come una funzione protettiva del Sè,
cioè non potendo mostrarsi come si è, probabilmente per fragilità o per non perdere l'accettazione di persone ritenute importanti si nasconde il proprio vero sè e si assume una maschera:
in definitiva si è costretti a non potere esprimere se stessi... comunque con risvolti controversi e in rapporto alla situazione più o meno critica, anche patologici.
mi sono sforzato di prendere esempi concreti e di essere stato comprensibile... e mi scuso se non ho correttamente inteso il vostro punto di vista...
Originariamente inviato da Bardiel
Siate voi stessi.
giusto.
meglio essere se stessi un giorno che 1000 anni da poser.:)
jumpermax
13-09-2003, 16:30
Originariamente inviato da raxas
se smetti di credere a una natura metafisica di noi stessi,
dici, poi, che non possiamo identificarci, nella materia di cui è composto il nostro corpo, allora la soluzione potrebbe essere la "percezione istantanea",
intesa, prima, a "reazioni chimiche" che generano ciò che pensiamo,
ma non può essere anche il contrario?
cioè è il proprio pensiero (o comunque una componente critica) che interviene su un moto creato da reazioni chimiche prodotte dall'esterno?
e considerare il passato e il futuro come artificiosi lo avvicinerei già all'operazione che li vede come dispiegantesi e riuniti,
un intervento del pensiero cioè, che valuta tutto in relazione a una Continuità con il sè stesso,
non è nulla di astratto,
non è un concetto o un nome o pronome :D e nemmeno una entità che esce in certi discorsi alla De Filippi quando si invita ad essere se stessi, intanto annuiscono gli ospiti alla sua trasmissione, ma poi dovranno mettere da parte i riflettori e lasciare fuori ogni posticcia considerazione di sè.
Per chi ritiene che si è sempre sè stessi,
dico,
nella mia limitata conoscenza della psicologia winnicottiana (a cui mi riferisco in questi post),
che molte volte per non potere o volere mostrare la propria genuina opinione entra in azione il cosidetto "falso sè" definito con estrema comprensione e lungimiranza da Winnicott, che ne introdusse il concetto,
come una funzione protettiva del Sè,
cioè non potendo mostrarsi come si è, probabilmente per fragilità o per non perdere l'accettazione di persone ritenute importanti si nasconde il proprio vero sè e si assume una maschera:
in definitiva si è costretti a non potere esprimere se stessi... comunque con risvolti controversi e in rapporto alla situazione più o meno critica, anche patologici.
mi sono sforzato di prendere esempi concreti e di essere stato comprensibile... e mi scuso se non ho correttamente inteso il vostro punto di vista...
La mia impostazione era più filosofica che psicologica. Il non potersi identificare nella materia di cui siamo fatti trae origine dalla constatazione che la materia cambia in continuazione, gli atomi del nostro corpo si rinnovano di continuo e questo è in conflitto con la nostra idea di "io continuo" nel tempo. Insomma immagina una sorta di dualismo dell'io che da una parte è continuo in quanto insieme di elementi che possono variare, dall'altro è istantaneo in quanto percezione e pensiero.
Però ultimamente mi chiedo se questa ricerca dell'io sia in realtà vana. Se insomma sia l'io non sia altro che l'idea che abbiamo di noi stessi, un concetto, un simbolo di un qualcosa che in realtà non esiste, o meglio non ha le caratteristiche che immaginiamo possa avere.
Originariamente inviato da Ewigen
giusto.
meglio essere se stessi un giorno che 1000 anni da poser.:)
:ciapet: :ciapet: :ciapet: :ciapet: :ciapet: :ciapet:
Originariamente inviato da Ewigen
giusto.
meglio essere se stessi un giorno che 1000 anni da poser.:)
Chi è un "poser"? :confused:
x Jumper
Il fatto è che dal momento in cui ho smesso di credere in una nostra natura "metafisica" ho dovuto riadattare una serie di idee e concetti che davo per scontati. Anche l'io a quel punto è un concetto che viene messo in discussione.
secondo me non si deve riadattare in base ad una nostro impianto filosofico.
è la teoria che deve piegarsi a cio che appare essere piu' ragionevole.
che tu sei una persona,e che hai delle tue idee,dei tuoi desideri e dei tuoi sentimenti,cioe' che hai un tuo IO,è un evidenza che per mettere in discussione devi avere evidenti indizi,indizi reali,non modelli filosofici piu' intriganti che ne richiedono l'attuarsi per poter essere coerenti.
se no è follia...è come porsi il problema se stamattina c'è il pavimento sotto il letto.
in questo tuo pensiero:
E se fossimo solo un concetto? Un pronome utile per farci capire di chi stiamo parlando? Se davvero fosse tutta un'illusione l'avere proprie idee per la testa se non fossero altro che la combinazione ed il risultato di una serie di reazioni chimiche in risposta a stimoli esterni?
io non mi ci ritrovo minimamente,mi sembra un assurdita',mi sembra come dire,"e se il pavimento non ci fosse?"
insomma al di la della pippa filosofica,davvero tu hai il dubbio,che la tua persona,intesa come il tuo IO,la tua coscienza,i tuoi desideri e i tuoi ricordi,possa non esistere,possa essere un illusione creata istante per istante?
poi ad ogni modo non mi è chiaro chi è che sarebbe il soggetto che riceve l'illusione e se ne illude,se l'Io non esiste(mi pare un serpente che si morde la coda insomma)
insomma era una provocazione o hai il dubbio reale che la tua persona (come coscienza) sia non reale?
ps nella discussione sul killer anti-abortista poi avevo risposto,non so se avevi letto.
ciao;)
jumpermax
14-09-2003, 14:05
Originariamente inviato da Anakin
x Jumper
secondo me non si deve riadattare in base ad una nostro impianto filosofico.
è la teoria che deve piegarsi a cio che appare essere piu' ragionevole.
che tu sei una persona,e che hai delle tue idee,dei tuoi desideri e dei tuoi sentimenti,cioe' che hai un tuo IO,è un evidenza che per mettere in discussione devi avere evidenti indizi,indizi reali,non modelli filosofici piu' intriganti che ne richiedono l'attuarsi per poter essere coerenti.
se no è follia...è come porsi il problema se stamattina c'è il pavimento sotto il letto.
in questo tuo pensiero:
io non mi ci ritrovo minimamente,mi sembra un assurdita',mi sembra come dire,"e se il pavimento non ci fosse?"
insomma al di la della pippa filosofica,davvero tu hai il dubbio,che la tua persona,intesa come il tuo IO,la tua coscienza,i tuoi desideri e i tuoi ricordi,possa non esistere,possa essere un illusione creata istante per istante?
poi ad ogni modo non mi è chiaro chi è che sarebbe il soggetto che riceve l'illusione e se ne illude,se l'Io non esiste(mi pare un serpente che si morde la coda insomma)
insomma era una provocazione o hai il dubbio reale che la tua persona (come coscienza) sia non reale?
ps nella discussione sul killer anti-abortista poi avevo risposto,non so se avevi letto.
ciao;)
Non è una elucubrazione mentale fine sè stessa. E' che quando ti rendi conto che molte cose di cui eri convinto si basano su qualcosa in cui non credi più devi ripartire da zero e capire cosa davvero sai per convinzione personale e cosa invece solo perché hai sempre dato per scontato che ci fosse. Sulla questione dell'io non parto da modelli astratti ma da constatazioni, su come funziona la memoria, su come il linguaggio influenzi il nostro modo di pensare e via dicendo. Abbiamo sufficente capacità cognitiva da essere consapevoli di noi stessi, e quindi abbiamo dentro di noi un concetto di IO. Indichiamo con esso in primis il nostro corpo e i nostri pensieri ma al di la di questo cosa effettivamente siamo non lo so, oltre questa visione insiemistica non riesco ad andare.
[...devo scappare riprendo più tardi!]
jello biafra
14-09-2003, 14:31
Originariamente inviato da 180ss
Chi è un "poser"? :confused:
non conosci i menouor allora! :D
poser dovrebbe voler dire qualcosa tipo modaiolo, se non sbaglio.
tornando al discorso se stessi
essere se stessi = non essere facilmente influenzabili da persone-media = prendere delle inchiappettate che ti aprono il sederino, rendendolo come il traforo del monte bianco... :cry:
jumpermax
15-09-2003, 02:26
Riprendo il discorso. Allora avevo parlato dell' idea di io come rappresentazione di un insieme. Questo sostanzialmente è l'io a cui solitamente ci riferiamo nei discorsi, è l'attore delle nostre azioni, non l'azione stessa (io penso, quindi sono colui che compie l'azione di pensare e non il pensiero stesso). Questo io esiste almeno quanto esiste la realtà che ci circonda, ma non ci dice molto, sull'oggetto che riceve l'illusione per dirla con parole tue Anakin. Per fare un esempio informatico, diciamo che per ora abbiamo identificato la parte hardware, ma ci manca la partes software. Il dubbio mio sta qui... questa parte esiste davvero o è solo il prodotto della prima? Ho qualche dubbio che pensiero e percezione possano essere duraturi, hanno vita breve, qualche istante poi puff! Lasciano una traccia nella nostra mente, sia come memoria che come modificazione della mente stessa per cui c'è una sorta di continuità tra un pensiero e l'altro, ma che sia sempre lo stesso è solo un fenomeno illusorio. Un pò come i fotogrammi di una pellicola ci danno l'illusione di un movimento fluido.
Quindi insomma questa nostra coscienza cos'è? Se e pensiero e percezione è un fenomeno istantaneo e nemmeno continuo. Nel momento in cui non pensiamo all'oggetto di cui dovremmo avere coscienza la coscienza non c'è o meglio c'è ma è "congelata" da qualche parte dentro il nostro corpo.
Per quanto riguarda l'altro thread... sostanzialmente uno stallo. La risposta che tu volevi e che io non ti ho dato era la stessa che tu non hai dato a me: tu mi chiedevi se sia giustificato fermare un'azione che ai miei occhi e a quelli della collettività è un omicidio (e non equivale ad un omicidio) e certamente la risposta è affermativa. Ma portare questo discorso su di un piano soggettivo è impossibile... da questo punto di vista un feto o un animale sono sullo stesso piano come validità ragionamento. Difatti nemmeno tu hai ammesso che uccideresti una persona pur di evitare un aborto, perchè evidentemente per te le 2 vite non sono sullo stesso piano.
Originariamente inviato da SaMu
Se ne parla spesso, anche qui sul forum.. qualcuno apre un topic chiedendo "come posso fare a piacere di più al mondo?" (magari detto in altre parole, ma il succo è quello :D) e si scatenano le risposte.. molti propongono una loro ricetta particolare, alcuni invece dicono "Sì te stesso!"
[in genere sono Alessandro Bordin e Nicky :p]
Volevo chiedervi: secondo voi cosa vuol dire "essere se stessi?"
Vuol dire non seguire alcuna moda.. ma non seguire alcuna moda, non è forse anch'essa una moda e un'imposizione? Vuol dire non farsi condizionare.. ma chi di noi è libero da condizionamenti? Vuol dire fregarsene del giudizio degli altri.. ma se il giudizio degli altri vi interessa, vuol dire che non siete voi stessi? Mmh non mi è chiaro.. dite la vostra!
E' solo una grande stronzata ... roba trash tv o da delirio di adolescenti in erba. Tutti siamo noi stessi.. chi altri dovremmo essere? Finchè non riusciranno a fare il trapianto di cervello possiamo stare tranquilli :D
Originariamente inviato da MACC
Non c'entra la moda o il giudizio! E' un modo d'essere e di porti in relazione con altre persone.
Significa non emulare gli altri prelevandone le caratteristiche di spicco e mettendole insieme in un mix di personalità.
Significa conoscersi un pò meglio per accettare le proprie caratteristiche e mostrarle con naturalità alla gente.
E' ovvio che certi possono capirle e quindi apprezzarle come altri magari possono odiale. E' naturale e bisogna accettarlo :D
Ecco dove molti si sbagliano.. "essere sé stessi" <--- (frase priva di senso) dovrebbe significare non imitare gli altri? Ognuno di noi imita per lo meno i propri genitori nel proprio carattere, nel proprio modo di parlare nelle proprie movenze. Se non ci fossero altre persone dalle quali apprendere (e in un certo senso da imitare) saremmo poco più che degli idioti, suppongo.
yossarian
15-09-2003, 03:42
essere sé stessi è molto semplice: bisogna solo capire cosa siamo e distinguerlo da cosa pensiamo di essere e da cosa vorremmo essere.
:rolleyes:
ma l'imperativo del verbo essere è "sì"o "sii"?:confused:
x Jumper
sapevo bene che ti immaginavi un discorso di software e hardware;)
dunque che l'IO sia una cosa misteriosa,non ci piove, il fatto che aleggi questa coscienza dentro una scatola cranica,è una cosa per niente chiara.
questo senza che uno voglia mettere le mani avanti pensando che voglio dimostrare Dio,anima ed ecc,è un fatto oggettivo.
insomma per dirti che sono daccordo che non abbiamo chiaro molto sul come funzioni l'IO e su come si generi.
pero' ci terrei a sottolineare che ci sono una categorie di cose,che capirne in modo scientifico il funzionamento(posto sia possibile) non è detto che ci dicano di piu' su cosa esse sono.
insomma cosa sia l'amore,lo sapra' di piu' un professore che ha intravisto dei nessi di tipo chimico tra certe reazioni,o un qualunque ragazzo che si innamora?
chi sia tua mamma,lo sai meglio tu suo figlio, o lo sa meglio il dottore genetista che gli analizza il DNA scoprendone ogni segreto?
insomma io penso che dire cosa sia l'IO sia ben possibile,non è possibile dire come funziona o perche' esiste...ma cosa sia in senso pratico si..perche' ci abbiamo a che fare tutti i giorni..e lo riconosciamo anche negli altri.
tu in pratica supponi che in realta' l'IO possa essere una percezione illusoria..dici che di per se,se ne sta spento,ma il programma "uomo" è fatto in modo che appena una persona si interroga su se stesso,il programma invia:"si ci sono","essere o non essere" che sono solo sensazioni che illudono(illudono chi... ti domanderei?),delle percezioni fatte ad hoc per simulare che siamo realmente coscienti e che ci sia davvero un nostro io.
in realta' dici ogni nostro pensiero cosciente potrebbe essere un fotogramma dopo l'altro di sensazioni e percezioni atte a illuderci che ci sia un IO esterno al ragionamento che presiede sempre presente,e super partes,quando non è cosi'.
ovvero che l'IO non sia qualcosa di esistente,ma qualcosa costituito attraverso la finzione,in ogni frammento di pensiero che si forma nel cervello.
spero di aver riassunto correttamente la tua idea.
io non penso sia verosimile per i seguenti motivi.
innanzitutto per un fatto esperienziale,io penso che un uomo con semplicita' dovrebbe ritenere l'idea di non essere realmente cosciente come una follia gia di base....(un evidenza porta in se le sue ragioni diceva Aristotele,non serve dimostrarle)
cioe' se devo guardare alla mia vita,la vita delle persone che conosco,a da chi ha scritto la Divina Commedia a chi è morto per un ideale,a chi guarda le stelle o a chi mendica nel angolo delle strade,pensare che tutta questa gente in realta' non ha un io cosciente,mi pare una follia...
mi pare il mondo e la vita sarebbero spiegati oggettivamente peggio.
quindi per pensare a tale ipotesi devo avere degli indizi concreti di inesistenza del IO,se no è da svitati imho.
in secondo luogo non capisco il senso di sto casino..perche' la natura ha dovuto appesantire il nostro pensiero,non poteva farci agire meccanicamente e basta?
vabbe qui mi dirai l'evoluzione ha decretato che era meglio,e vabbe siamo al punto da capo,perche' è una risposta(per carita') che non spiega.
infine io non capisco come possa avvenire la cosa.
l''io cosciente non esiste,ma è un illusione...ma chi è che viene illuso?
tu sottovaluti questo punto.
perche' è un serpente che si morde la coda se no.
tu dai per scontato una cosa che non lo è affatto.
cosa è quella cosa che è in grado di recepire una percezione (che sia reale o illusoria)?
cioe' non basta che un programma scriva a schermo:ci sono,ci sono,ci sono,perche' la macchina pensi di essere cosciente.
ci deve essere un "qualcosa" che è in grado di capire e che si beve la palla,ma questo sarebbe una sorta di coscienza...imho.
jumpermax
16-09-2003, 00:05
x Jumper
sapevo bene che ti immaginavi un discorso di software e hardware
dunque che l'IO sia una cosa misteriosa,non ci piove, il fatto che aleggi questa coscienza dentro una scatola cranica,è una cosa per niente chiara.
questo senza che uno voglia mettere le mani avanti pensando che voglio dimostrare Dio,anima ed ecc,è un fatto oggettivo.
insomma per dirti che sono daccordo che non abbiamo chiaro molto sul come funzioni l'IO e su come si generi.
pero' ci terrei a sottolineare che ci sono una categorie di cose,che capirne in modo scientifico il funzionamento(posto sia possibile) non è detto che ci dicano di piu' su cosa esse sono.
insomma cosa sia l'amore,lo sapra' di piu' un professore che ha intravisto dei nessi di tipo chimico tra certe reazioni,o un qualunque ragazzo che si innamora?
chi sia tua mamma,lo sai meglio tu suo figlio, o lo sa meglio il dottore genetista che gli analizza il DNA scoprendone ogni segreto?
insomma io penso che dire cosa sia l'IO sia ben possibile,non è possibile dire come funziona o perche' esiste...ma cosa sia in senso pratico si..perche' ci abbiamo a che fare tutti i giorni..e lo riconosciamo anche negli altri.
Le emozioni sono un buon esempio. Se dobbiamo spiegare un'emozione che proviamo è chiaro che possiamo farlo solo "empaticamente": in sostanza solo se hai già vissuto un'esperienza analoga puoi capire certe cose. Ma questo non toglie nulla al fatto che l'esperienza sia comunque un'illusione creata da una serie di reazioni chimiche pensieri ed istinto. E' analogo al discorso della pellicola... se stiamo parlando di Titanic possiamo benissimo discutere di recitazione, trama e sceneggiatura ma questo non toglie che le immagini che vediamo siano in realtà una sequenza di diapositive che danno l'idea del movimento sincronizzate con un sonoro in sintesi finzione.
tu in pratica supponi che in realta' l'IO possa essere una percezione illusoria..dici che di per se,se ne sta spento,ma il programma "uomo" è fatto in modo che appena una persona si interroga su se stesso,il programma invia:"si ci sono","essere o non essere" che sono solo sensazioni che illudono(illudono chi... ti domanderei?),delle percezioni fatte ad hoc per simulare che siamo realmente coscienti e che ci sia davvero un nostro io.
in realta' dici ogni nostro pensiero cosciente potrebbe essere un fotogramma dopo l'altro di sensazioni e percezioni atte a illuderci che ci sia un IO esterno al ragionamento che presiede sempre presente,e super partes,quando non è cosi'.
ovvero che l'IO non sia qualcosa di esistente,ma qualcosa costituito attraverso la finzione,in ogni frammento di pensiero che si forma nel cervello.
spero di aver riassunto correttamente la tua idea.
Per l'ultima parte del discorso davvero mi hai colpito perché non avevo sufficente chiarezza mentale da riuscire ad esporre il concetto in modo cosi pulito. Sì insomma il succo è che quello che manca è questa sorta di IO sempre presente e continuo, ma che la continuita sia data dalla materialità del corpo mentre la coscienza sia data dalla percezione e dal pensiero, entità di assai breve durata. Non è una finca coscienza, ma piuttosto una coscienza come dire dormiente: se ci concentriamo sul nostro io abbiamo coscienza di noi altrimenti no. Come ogni pensiero o ricordo del resto... non vi è mai capitato di ritrovare un pensiero o un'immagine nella vostra testa dopo anni che si era smarrita? Pensare ad un "omino" che si muove nei meandri della memoria e trova vecchie foto non credo sia l'immagine più giusta, tutto il cervello partecipa alla formazione del pensiero con più o meno intensità, visto che ci sono zone specifiche per diverse attività. Per cui quando seguiamo il flusso dei pensieri non ci stiamo "muovendo" non c'è un IO che cerca nella corteccia cerebrale quanto piuttosto un continuo cambiamento di "stato" che da l'idea del percorso.
io non penso sia verosimile per i seguenti motivi.
innanzitutto per un fatto esperienziale,io penso che un uomo con semplicita' dovrebbe ritenere l'idea di non essere realmente cosciente come una follia gia di base....(un evidenza porta in se le sue ragioni diceva Aristotele,non serve dimostrarle)
cioe' se devo guardare alla mia vita,la vita delle persone che conosco,a da chi ha scritto la Divina Commedia a chi è morto per un ideale,a chi guarda le stelle o a chi mendica nel angolo delle strade,pensare che tutta questa gente in realta' non ha un io cosciente,mi pare una follia...
mi pare il mondo e la vita sarebbero spiegati oggettivamente peggio.
quindi per pensare a tale ipotesi devo avere degli indizi concreti di inesistenza del IO,se no è da svitati imho.
in secondo luogo non capisco il senso di sto casino..perche' la natura ha dovuto appesantire il nostro pensiero,non poteva farci agire meccanicamente e basta?
vabbe qui mi dirai l'evoluzione ha decretato che era meglio,e vabbe siamo al punto da capo,perche' è una risposta(per carita') che non spiega.
infine io non capisco come possa avvenire la cosa.
l''io cosciente non esiste,ma è un illusione...ma chi è che viene illuso?
tu sottovaluti questo punto.
perche' è un serpente che si morde la coda se no.
tu dai per scontato una cosa che non lo è affatto.
cosa è quella cosa che è in grado di recepire una percezione (che sia reale o illusoria)?
cioe' non basta che un programma scriva a schermo:ci sono,ci sono,ci sono,perche' la macchina pensi di essere cosciente.
ci deve essere un "qualcosa" che è in grado di capire e che si beve la palla,ma questo sarebbe una sorta di coscienza...imho
Sollevi un discorso spinoso che io per la verità non avevo toccato in pieno. La mia era più una negazione della continuità della coscienza che della sua esistenza, non ho mai detto che l'io cosciente non esiste in senso assoluto, semmai che esiste ma solo per l'istante in cui percepisce sè stesso. Sulla prova di consapevolezza l'intelligenza artificiale ha posto, come già abbiamo avuto modo di discutere in passato, diversi dubbi filosofici. Credo che il più attinente a questo discorso sia l'argomento della stanza cinese di Searle. Ricordi? L'inglese dentro la stanza non ha idea di cosa stia facendo ergo la stanza non comprende quello che fa. L'obiezione era che fondamentalmente la consapevolezza era una proprietà emergente dal sistema e non qualcosa di localizzabile in una sua parte. Dimostrabile? Molto difficile temo, ma haimè questo vale sia per la scatola che per noi...
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.