c.m.g
10-04-2013, 10:00
mercoledì 10 aprile 2013
Ricercatori statunitensi sperimentano con rivelatori EEG a basso costo per valutare la fattibilità dell'autenticazione basata sul pensiero. E' possibile, dicono, e in futuro sarà quotidianità
Roma - Dalla University of California, Berkeley (UCB) arriva la notizia di un nuovo studio nel campo della biometria applicata alla sicurezza informatica, ambito nel quale i ricercatori provano a utilizzare i tratti biologici e fisici individuali per autenticare in maniera univoca l'utente.
A Taiwan ci hanno già provato - riuscendoci - con il battito cardiaco (http://punto-informatico.it/3440174/PI/News/battito-cardiaco-password-perfetta.aspx), mentre i ricercatori statunitensi hanno rivolto la loro attenzione alle onde elettromagnetiche prodotte dal cervello: in futuro, promettono (http://www.ischool.berkeley.edu/newsandevents/news/20130403brainwaveauthentication) dall'UCB, invece che digitare una password si potrà semplicemente "pensare" alla chiave di accesso per essere autenticati a un sistema informatico.
John Chuang - professore della School of Information presso l'UCB - e lo studente di ingegneria elettrica Hamilton Nguyen hanno in particolare utilizzato un caschetto con funzionalità da EEG (elettroencefalogramma) non invasive disponibile in commercio come Neurosky MindSet (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=neurosky+mindset&t=4&o=0), un dispositivo (simile a un paio di cuffie acustiche) connesso a un computer tramite Bluetooth e dal costo di circa 100 dollari.
Nella ricerca realizzata da Chuang e Nguyen, il lettore EEG è stato in grado di identificare gli utenti usati nei test con un livello di errore inferiore all'1 per cento: per raggiungere tale risultato è stato necessario usare pattern di pensiero specifici per ogni utente, e ora il prossimo obiettivo (http://techcrunch.com/2013/04/08/no-more-typed-passwords-berkeley-researchers-develop-passthoughts/) sarà identificare tipi di pensieri utilizzabili come password meno problematici e più confortevoli per l'uso comune.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3762707/PI/News/un-pensiero-come-password.aspx)
Ricercatori statunitensi sperimentano con rivelatori EEG a basso costo per valutare la fattibilità dell'autenticazione basata sul pensiero. E' possibile, dicono, e in futuro sarà quotidianità
Roma - Dalla University of California, Berkeley (UCB) arriva la notizia di un nuovo studio nel campo della biometria applicata alla sicurezza informatica, ambito nel quale i ricercatori provano a utilizzare i tratti biologici e fisici individuali per autenticare in maniera univoca l'utente.
A Taiwan ci hanno già provato - riuscendoci - con il battito cardiaco (http://punto-informatico.it/3440174/PI/News/battito-cardiaco-password-perfetta.aspx), mentre i ricercatori statunitensi hanno rivolto la loro attenzione alle onde elettromagnetiche prodotte dal cervello: in futuro, promettono (http://www.ischool.berkeley.edu/newsandevents/news/20130403brainwaveauthentication) dall'UCB, invece che digitare una password si potrà semplicemente "pensare" alla chiave di accesso per essere autenticati a un sistema informatico.
John Chuang - professore della School of Information presso l'UCB - e lo studente di ingegneria elettrica Hamilton Nguyen hanno in particolare utilizzato un caschetto con funzionalità da EEG (elettroencefalogramma) non invasive disponibile in commercio come Neurosky MindSet (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=neurosky+mindset&t=4&o=0), un dispositivo (simile a un paio di cuffie acustiche) connesso a un computer tramite Bluetooth e dal costo di circa 100 dollari.
Nella ricerca realizzata da Chuang e Nguyen, il lettore EEG è stato in grado di identificare gli utenti usati nei test con un livello di errore inferiore all'1 per cento: per raggiungere tale risultato è stato necessario usare pattern di pensiero specifici per ogni utente, e ora il prossimo obiettivo (http://techcrunch.com/2013/04/08/no-more-typed-passwords-berkeley-researchers-develop-passthoughts/) sarà identificare tipi di pensieri utilizzabili come password meno problematici e più confortevoli per l'uso comune.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3762707/PI/News/un-pensiero-come-password.aspx)