c.m.g
06-12-2012, 07:45
mercoledì 5 dicembre 2012
A Dubai l'ITU avvia la revisione di un trattato vecchio di due decenni. Le prime indiscrezioni confermano: tra le priorità ci sono Deep Packet Inspection e la "tassazione" degli OverTheTop
Roma - Questo lunedì ha avuto finalmente il via la World Conference on International Telecommunications (WCIT) di Dubai, occasione in cui l'International Telecommunication Union (ITU, agenzia dell'ONU sulle telecomunicazioni) raccoglierà e ratificherà le proposte per aggiornare un trattato sulle comunicazioni che risale a più di 20 anni fa.
Il rischio, già ampiamente sollevato (tra gli altri) da Google (http://punto-informatico.it/3656009/PI/News/google-internet-deve-restare-aperta.aspx) e dal Parlamento Europeo (http://punto-informatico.it/3656634/PI/News/open-internet-si-schiera-anche-parlamento-europeo.aspx), è che le nuove norme dell'ITU finiscano per imbrigliare le libertà digitali di cui i netizen possono godere al momento e trasformare Internet in un sistema in cui la censura e il tecnocontrollo non siano l'eccezione bensì la norma.
Nel tentativo di fugare questi dubbi, in occasione dell'apertura della WCIT l'attuale capo dell'IUT Hamadoun Toure ha assicurato (http://phys.org/news/2012-12-internet-freedom-curbed-telecoms.html): la libertà di espressione non verrà intaccata, "niente può fermare la libertà di espressione nel mondo di oggi, niente di questa conferenza riguarderà l'argomento" e nessuna norma avrà come obiettivo il controllo di Internet.A rasserenare (parzialmente e solo temporaneamente) il clima è arrivata la decisione di aprire le sessioni plenarie della conferenza al pubblico (https://www.cdt.org/blogs/0312wcit-watch-day-1-wcit-opened-public-foundational-fights-comehttp://phys.org/news/2012-12-internet-telecoms.html), mentre gli USA si sono detti pronti a proporre la messa al bando di qualsiasi discussione riguardante Internet per tutte e due le settimane dedicate ai lavori di aggiornamento del trattato ITU.
La proposta della Tunisia di trasferire, sic et simpliciter, i diritti umani "offline" al mondo telematico (libertà di espressione inclusa) è stata però bocciata (https://www.cdt.org/blogs/emma-llanso/0412wcit-watch-day-2-everyone-loves-free-expression): USA, Europa, Cina e altri si sono opposti all'adozione del principio per evitare il rischio (almeno nei primi due casi) di allargare troppo i confini del trattato fino a includere i contenuti veicolati e scambiati dagli utenti attraverso la Rete.
E mentre i rischi di un eccesso di regolamentazione di qualcosa che funziona (Internet) e che non necessita dell'intervento dell'ONU per funzionare meglio continuavano a venire da Mozilla (https://www.mozilla.org/en-US/ITU/), e Sir Tim Berners-Lee (http://news.cnet.com/8301-1023_3-57557076-93/berners-lee-warns-against-changes-to-net-at-un-conclave/), Vint Cerf (http://googleblog.blogspot.it/2012/12/keep-internet-free-and-open.html#!/2012/12/keep-internet-free-and-open.html) e l'Unione Europea (https://twitter.com/NeelieKroesEU/status/274072153597546496), nei meeting segreti dell'ITU si è cominciato a lavorare a regolamentazioni che trasformino radicalmente il modo di gestire e operare la Internet mondiale.
In questi meeting - che prevedibilmente non verranno aperti al pubblico come le sessioni plenarie - i membri dell'ITU hanno approvato l'introduzione di un nuovo standard (http://www.techdirt.com/articles/20121203/07493221209/itu-approves-deep-packet-inspection-standard-behind-closed-doors-ignores-huge-privacy-implications.shtml) per la "Deep Packet Inspection" delle comunicazioni telematiche (ITU-T DPI), una misura che non prende minimamente in considerazione i potenziali effetti sulla privacy dei netizen e stabilisce persino la possibilità di servirsi delle chiavi cifrate (magari recuperate sui PC degli utenti?) per decifrare tutto il traffico a piacimento di governi e istituzioni.
L'altra proposta di regolamentazione - che va ad aggiungersi ad una preoccupante "lista" del tecnocontrollo destinata ad allungarsi parecchio prossimo giorni - è quella della "condivisione equa dei profitti" fra società di telecomunicazioni (incumbent e ISP) e quelle dei servizi telematici, una misura che l'ITU avrebbe giustificato (http://www.techdirt.com/articles/20121201/02022121196/why-itus-plans-to-divert-money-to-lazy-telcos-will-slow-internet-buildout-not-increase-it.shtml) con la possibilità di far crescere la diffusione delle infrastrutture e delle connessioni ma che a una seconda occhiata non sembra avere alcun punto di appoggio con la realtà fattuale.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3665088/PI/News/internet-prove-tecnocontrollo-onu.aspx)
A Dubai l'ITU avvia la revisione di un trattato vecchio di due decenni. Le prime indiscrezioni confermano: tra le priorità ci sono Deep Packet Inspection e la "tassazione" degli OverTheTop
Roma - Questo lunedì ha avuto finalmente il via la World Conference on International Telecommunications (WCIT) di Dubai, occasione in cui l'International Telecommunication Union (ITU, agenzia dell'ONU sulle telecomunicazioni) raccoglierà e ratificherà le proposte per aggiornare un trattato sulle comunicazioni che risale a più di 20 anni fa.
Il rischio, già ampiamente sollevato (tra gli altri) da Google (http://punto-informatico.it/3656009/PI/News/google-internet-deve-restare-aperta.aspx) e dal Parlamento Europeo (http://punto-informatico.it/3656634/PI/News/open-internet-si-schiera-anche-parlamento-europeo.aspx), è che le nuove norme dell'ITU finiscano per imbrigliare le libertà digitali di cui i netizen possono godere al momento e trasformare Internet in un sistema in cui la censura e il tecnocontrollo non siano l'eccezione bensì la norma.
Nel tentativo di fugare questi dubbi, in occasione dell'apertura della WCIT l'attuale capo dell'IUT Hamadoun Toure ha assicurato (http://phys.org/news/2012-12-internet-freedom-curbed-telecoms.html): la libertà di espressione non verrà intaccata, "niente può fermare la libertà di espressione nel mondo di oggi, niente di questa conferenza riguarderà l'argomento" e nessuna norma avrà come obiettivo il controllo di Internet.A rasserenare (parzialmente e solo temporaneamente) il clima è arrivata la decisione di aprire le sessioni plenarie della conferenza al pubblico (https://www.cdt.org/blogs/0312wcit-watch-day-1-wcit-opened-public-foundational-fights-comehttp://phys.org/news/2012-12-internet-telecoms.html), mentre gli USA si sono detti pronti a proporre la messa al bando di qualsiasi discussione riguardante Internet per tutte e due le settimane dedicate ai lavori di aggiornamento del trattato ITU.
La proposta della Tunisia di trasferire, sic et simpliciter, i diritti umani "offline" al mondo telematico (libertà di espressione inclusa) è stata però bocciata (https://www.cdt.org/blogs/emma-llanso/0412wcit-watch-day-2-everyone-loves-free-expression): USA, Europa, Cina e altri si sono opposti all'adozione del principio per evitare il rischio (almeno nei primi due casi) di allargare troppo i confini del trattato fino a includere i contenuti veicolati e scambiati dagli utenti attraverso la Rete.
E mentre i rischi di un eccesso di regolamentazione di qualcosa che funziona (Internet) e che non necessita dell'intervento dell'ONU per funzionare meglio continuavano a venire da Mozilla (https://www.mozilla.org/en-US/ITU/), e Sir Tim Berners-Lee (http://news.cnet.com/8301-1023_3-57557076-93/berners-lee-warns-against-changes-to-net-at-un-conclave/), Vint Cerf (http://googleblog.blogspot.it/2012/12/keep-internet-free-and-open.html#!/2012/12/keep-internet-free-and-open.html) e l'Unione Europea (https://twitter.com/NeelieKroesEU/status/274072153597546496), nei meeting segreti dell'ITU si è cominciato a lavorare a regolamentazioni che trasformino radicalmente il modo di gestire e operare la Internet mondiale.
In questi meeting - che prevedibilmente non verranno aperti al pubblico come le sessioni plenarie - i membri dell'ITU hanno approvato l'introduzione di un nuovo standard (http://www.techdirt.com/articles/20121203/07493221209/itu-approves-deep-packet-inspection-standard-behind-closed-doors-ignores-huge-privacy-implications.shtml) per la "Deep Packet Inspection" delle comunicazioni telematiche (ITU-T DPI), una misura che non prende minimamente in considerazione i potenziali effetti sulla privacy dei netizen e stabilisce persino la possibilità di servirsi delle chiavi cifrate (magari recuperate sui PC degli utenti?) per decifrare tutto il traffico a piacimento di governi e istituzioni.
L'altra proposta di regolamentazione - che va ad aggiungersi ad una preoccupante "lista" del tecnocontrollo destinata ad allungarsi parecchio prossimo giorni - è quella della "condivisione equa dei profitti" fra società di telecomunicazioni (incumbent e ISP) e quelle dei servizi telematici, una misura che l'ITU avrebbe giustificato (http://www.techdirt.com/articles/20121201/02022121196/why-itus-plans-to-divert-money-to-lazy-telcos-will-slow-internet-buildout-not-increase-it.shtml) con la possibilità di far crescere la diffusione delle infrastrutture e delle connessioni ma che a una seconda occhiata non sembra avere alcun punto di appoggio con la realtà fattuale.
Alfonso Maruccia
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/3665088/PI/News/internet-prove-tecnocontrollo-onu.aspx)