stbarlet
13-04-2010, 23:18
Volevo aprire una discussione su questo affascinante gedanken experiment (non la pratica spettroscopica :asd: )
proposto da Einstein-Podolsky-Rosen ...
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/a/a3/Paradosso_EPR.jpg/700px-Paradosso_EPR.jpg
EPR- Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Einstein-Podolsky-Rosen)
Sostanzialmente, ad oggi a che punto si è arrivati? Wikipedia in diverse pagine afferma che la questione della completezza della MQ è una questione ancora aperta.
In particolare, sono stati proposti esperimenti che possono farci capire cosa succede alle funzioni d'onda?
quelarion
14-04-2010, 00:22
Mi sembra strano che su wikipedia non se ne parli, ma secondo me il punto fondamentale é che la relativitá speciale non impedisce il superamento della velocitá della luce tout court.
Esempio stupido: facciamo ruotare una sorgente laser. Il punto luminoso che il laser proietta su una parete viaggia ad una velocitá tangenziale proporzionale alla distanza dalla sorgente. Dunque da una certa distanza in poi si avrebbe che il punto viaggia con velocitá superiore a c.
Ma cosa é quel punto? Niente di fisicamente rilevante. Nessuna "quantitá fisica" sta viaggiando a velocitá superiori a c.
Per il paradosso EPR secondo me é lo stesso.
Prendendo l'esempio degli elettroni entangled che riporta wikipedia, non c'é nessun modo di utilizzarli per trasmettere informazione.
I due osservatori semplicemente osservano una sequenza totalmente casuale di spin + e -.
Si potrebbe trasmettere informazione se uno dei due potesse controllare la sequenza che legge, in modo da forzare l'altro a leggere l'opposto. Ma ció non é possibile perché quello che si fa é semplicemente misurare una grandezza fisica. Forzarla ad assumere un certo valore significa far interagire il sistema con un apparato classico, rompendo dunque l'entanglement.
Quindi sí, teoricamente il processo di misura di Alice influenza istantaneamente lo stato che misurerá Bob, ma Bob non saprá mai se Alice ha fatto o no la misura prima di lui.
Sulla funzione d'onda, bisogna secondo me fare chiarezza su una cosa: é un oggetto matematico. Non si "misura" una funziona d'onda.
Tutto quello che a noi umani é dato conoscere sono i valori di aspettazione di osservabili. Gli stati quantistici, le funzioni d'onda e tutte queste cose qua sono solo parte del linguaggio che ci serve per formulare la teoria fisica.
Si sarebbero potute usare le pere e le mele magari, ma pare che le funzioni d'onda siano piú efficaci.
Non a caso l'individuazione di osservabili é una tappa cruciale di ogni procedura di quantizzazione à la Dirac di un sistema classico.
Piccolo appunto: tutta questa difficoltá c'é perché nella nostra limitatezza partiamo dalla fisica classica per andare a quella quantistica. Ma in realtá dovrebbe essere il contrario, nel senso che la fisica classica é solo un limite particolare della teoria quantistica.
Anche la storia del multiverso mi pare una necessitá legata alla concezione classica della fisica. Non é che siccome uno stato quantistico é una sovrapposizione di stati diversi quelli "scartati" devono per forza finire da qualche parte. La fisica quantistica é fatta cosí. Siamo noi con il nostro concetto CLASSICO di scienza esatta e deterministica (in senso stretto) che ci stupiamo del determinismo probabilistico che viene fuori dalle nostre misure classiche di sistemi quantistici.
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