View Full Version : Ogni tanto anche i piccoli vincono…
frankytop
13-03-2010, 23:14
Ok all’etichetta obbligatoria per tutelare il Made in Italy
È una svolta epocale. A tutela di chi in Italia non solo vive, ma produce e che fino a ieri era in balia di norme che permettevano ai grandi marchi di fabbricare i loro vestiti, le loro scarpe, le loro borse in Cina, Vietnam o India per poi rivenderli in giro per il mondo con il marchio Made in Italy.
Tra qualche mese tutto questo non sarà più possibile. Ieri il Senato ha approvato il disegno di legge che era già stato votato alla Camera prima di Natale. Un testo che in questi tre mesi le lobby hanno cercato dapprima di insabbiare, come denunciato dal Giornale in gennaio, e poi di snaturare, presentando ben 50 emendamenti. Inutilmente: sono stati tutti respinti, tranne due; uno che p\recisa le sanzioni a carico delle dogane, l’altro che fissa a ottobre l’entrata in vigore della legge per ottenere anche il via libera alla Ue. Dettagli, che richiederanno un ultimo voto alla Camera, peraltro scontato, perché per una volta la politica ha ascoltato il Paese reale. In dicembre l’assemblea di Montecitorio votò il provvedimento all’unanimità e all’unanimità la commissione deliberante del Senato si è espressa ieri.
Un segnale di speranza per il Paese e di fiducia nell’Italia migliore, quella dei piccoli e medi imprenditori. Una vicenda che premia la tenacia di un uomo che in luglio nessuno conosceva, e che ora è diventato un piccolo, grande eroe del nostro tempo: Roberto Belloli, imprenditore di Busto Arsizio, che l’estate scorsa creò il movimento dei contadini del tessile, chiedendo l’approvazione di una legge che consentisse solo a chi fabbrica in Italia di poter usare il marchio Made in Italy.
Belloli guidava una manciata di imprenditori, arrabbiati e frustrati. Un manipolo di idealisti a cui nessuno prestò ascolto. Nessuno tranne un giovane deputato leghista, Marco Reguzzoni, che decise di sposare la causa e di presentare il testo in Parlamento, con il sostegno di Santo Versace, del Pdl. Quella legge è soprattutto sua. «È una vittoria per i consumatori, che da ora in avanti potranno sapere la provenienza dei capi, e per le piccole aziende», dichiara Reguzzoni. E Belloli chiosa, al Giornale: «Finalmente qualcuno ha capito. Il voto apre scenari insperati, non solo nel tessile. E non solo in Italia».
Già, anche la Francia si sta muovendo nella stessa direzione e l’Europarlamento sta per approvare una norma dai contenuti molto simili a quelli italiani. Per quanto incredibile, l’Unione europea è l’unico protagonista economico che, in piena globalizzazione, non ha ancora previsto norme a tutela della propria industria. Una lacuna che sta per essere colmata.
I termini della legge sono chiari: solo il produttore del tessile, della pelletteria e del calzaturiero che effettua la maggior parte delle fasi di lavorazione nel nostro Paese, può vantare il marchio Made in Italy. Diventa obbligatoria l’etichettatura con la tracciabilità. Sono previste sanzioni amministrative per chi omette i controlli, che diventano penali in caso di reiterazione del reato, mentre le aziende che sgarrano rischiano la sospensione dell’attività.
Una legge severa, ma che per una volta soddisfa tutti, maggioranza e opposizione. Perché tutela, finalmente, i piccoli contro le furbizie dei grandi.
Il Giornale.it (http://www.ilgiornale.it/economia/ok_alletichetta_obbligatoria__tutelare_made_italy/11-03-2010/articolo-id=428572-page=0-comments=1)
uhhh prada made in china :asd:
L'articolo non specifica nulla della legge ma se il buongiorno si vede dal mattino
Un testo che in questi tre mesi le lobby hanno cercato dapprima di insabbiare, come denunciato dal Giornale in gennaio, e poi di snaturare, presentando ben 50 emendamenti.
le lobby insabbiano?
non mi risulta che le lobby possano insabbiare nulla, al massimo fanno pressione e men che meno presentano emendamenti, al massimo convincono/pagano/sostengono un determinato politico/partito.
Ora mi risulta che il PdL e Lega abbiano una fortissima maggioranza, quindi si evince che i lobbysti abbiano in mano un nutrito gruppo di personaggi, cosi' nutrito che addirittura rischiano d'insabbiare una legge cosi' fortemente voluta dalla maggioranza.
Ci scometto 100 pleuri che sara' il solito pasticciaccio, senza fondi per le ispezioni come gia' e' adesso, magari agirabile da un bambino di 4 anni.
Sulla sfiducia.
solo il produttore del tessile, della pelletteria e del calzaturiero che effettua la maggior parte delle fasi di lavorazione nel nostro Paese, può vantare il marchio Made in Italy.
cioè come è ora... per i vari marchi mettere l'etichetta sarà la maggior parte della lavorazione et voilà tutto risolto...
sarà un'altra roba come la class action... questo governo di incapaci stupisce in peggio ogni giorno che passa :)
Jacoposki
14-03-2010, 01:05
Bella notizia, in teoria. In teoria.
Sembra buona .
Vediamo se sarà efficace oppure riusciranno ad aggirare pure questa :sperem:
ConteZero
14-03-2010, 09:03
Wow, una notizia del genere da una fonte così autorevole non può essere semplicemente propaganda :asd:
Il testo della legge please ?
MadJackal
14-03-2010, 09:22
Bella notizia, in teoria. In teoria.
Concordo.
Il punto è che fare la legge e basta non serve... Però già che l'abbian fatta è un miracolo.
Wow, una notizia del genere da una fonte così autorevole non può essere semplicemente propaganda :asd:
Il testo della legge please ?
Quando l'approvano definitivamente dovrebbero metterla fuori sul sito del parlamento. Allora vedremo :sofico:
whistler
14-03-2010, 09:36
gli italiani non hanno i soldi , sai dove ve lo mette til made in italy?
o forse è il made in italy per la gente che conta? gli imprenditoroni , i suvvisti , i figli di papà ecc ecc..
tecnologico
14-03-2010, 09:57
non cambia nulla:
se viene prodotta interamente in vattelapesca, e poi in italia attaccano l' ultimo bottone , è made in italy
frankytop
14-03-2010, 10:11
non cambia nulla:
se viene prodotta interamente in vattelapesca, e poi in italia attaccano l' ultimo bottone , è made in italy
I termini della legge sono chiari: solo il produttore del tessile, della pelletteria e del calzaturiero che effettua la maggior parte delle fasi di lavorazione nel nostro Paese, può vantare il marchio Made in Italy.
.
ConteZero
14-03-2010, 10:19
Qual'è la maggior parte della produzione di un automobile ?
E la maggior parte della produzione di un vestito ?
Ricorda gli "sconti fino al 50%" :asd:
e chi decide qual'è la maggior parte? ma siete proprio cocciuti... giocano con le parole e non dite niente...
non cambia nulla:
se viene prodotta interamente in vattelapesca, e poi in italia attaccano l' ultimo bottone , è made in italy
Da altra fonte:
Anche se su un punto fondamentale il provvedimento vacilla non poco: il diritto all’etichetta che certifica l’italianità lo potranno ricevere scarpe, abiti e divani in pelle «prevalentemente» prodotti nel nostro Paese. E per «prevalentemente» s’intendono almeno due passaggi della lavorazione effettuati in Italia. Ad esempio, un divano o un paio di scarpe potranno essere definiti «italiani» a tutti gli effetti anche se da noi sono stati solo assemblati e rifiniti. Ma come si potrà parlare di prodotto italiano nel caso di un paio di scarpe se la concia, la lavorazione della tomaia e il pellame sono «stranieri»?
Dei limiti della futura legge sono consapevoli anche molti dei promotori. «Ci provavamo da quindici anni» commenta il senatore leghista Piergiorgio Stiffoni. E sono proprio gli esponenti della Lega Nord a ipotizzare a breve il varo di testi di legge più rigidi e a pensare già all’allargamento del provvedimento per altri settori come l’occhialeria e l’alimentare. La pensa così Giancarlo Sangalli, già numero uno della Cna, confederazione nazionale dell’Artigianato e della piccola e media Impresa, e oggi senatore del Pd: «È un passo avanti, ma riconosco sia un provvedimento un po’ debole».
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/53088girata.asp
ConteZero
14-03-2010, 10:26
Ricordo che il confezionamento (imbustamento, inscatolamento, etichettatura etc) è un passo.
Alla fine basta che qui gli mettano le taghette e tutto passa in cavalleria... il trucco è fare leggi del menga che siano così vaghe da lasciare ad un azzeccagarbugli tutto lo spazio necessario per rigirarsela come gli pare.
D'altro canto la compagine preferita da Dolce & Gabbana cosa poteva sfornare più di questo ? :asd:
frankytop
14-03-2010, 10:46
Da altra fonte:
Anche se su un punto fondamentale il provvedimento vacilla non poco: il diritto all’etichetta che certifica l’italianità lo potranno ricevere scarpe, abiti e divani in pelle «prevalentemente» prodotti nel nostro Paese. E per «prevalentemente» s’intendono almeno due passaggi della lavorazione effettuati in Italia. Ad esempio, un divano o un paio di scarpe potranno essere definiti «italiani» a tutti gli effetti anche se da noi sono stati solo assemblati e rifiniti. Ma come si potrà parlare di prodotto italiano nel caso di un paio di scarpe se la concia, la lavorazione della tomaia e il pellame sono «stranieri»?
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
Freeskis
14-03-2010, 10:55
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
certo che pur di non ammettere che è una cazzata riuscite ad inventarvi di tutto :asd:
ConteZero
14-03-2010, 11:00
Ladies and gentlemen, benvenuti nel meraviglioso mondo dei PRODOTTI SEMILAVORATI.
Ovvero i carburatori li fai in India, li assembli in Italia ed ottieni un motorino Made In Italy.
frankytop
14-03-2010, 11:10
Carluccio:Siorre e siorri,venghino venghino..mirate tutte le nostre mirabolanti automobili,tutti i fantastici macchinari... mirate cotanta tecnologia,tutto rigorosamente made in Italyyyyyyy.
Pinuccio:ma tutta 'sta roba non è che ha bisogno del petrolio per funzionare?
Carluccio:eh beh..si,e in che modo sennò...
Pinuccio:ma valà valà valà....allora è tutta roba araba!
:asd:
Charonte
14-03-2010, 11:14
le leggi sono fatte per essere infrante.
ormai ci sono dento da tropppi anni.
non si può distruggere tutto il marcio che ormai esiste.
bisognava stroncarlo sul nascere
ConteZero
14-03-2010, 11:24
Carluccio:Siorre e siorri,venghino venghino..mirate tutte le nostre mirabolanti automobili,tutti i fantastici macchinari... mirate cotanta tecnologia,tutto rigorosamente made in Italyyyyyyy.
Pinuccio:ma tutta 'sta roba non è che ha bisogno del petrolio per funzionare?
Carluccio:eh beh..si,e in che modo sennò...
Pinuccio:ma valà valà valà....allora è tutta roba araba!
:asd:
Ti sfugge che per come è fatta la legge io faccio i televisori LCD "made in Italy" semplicemente comprandoli smontati dalla Samsung Corea e limitandomi a montarli ed inscatolarli.
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
Mah il problema è che importare direttamente materia prima grezza spesso non si può e bisogna accettare che una certa parte di lavorazione venga fatta all' estero , i soliti furbi tenteranno di allargare al massimo la definizione come fanno adesso coi "semilavorati" ( borsette fatte e finite a cui manca la cinghia e il marchio ... ) , vedremo se le nuove norme riusciranno ad arginare questo fenomeno .
Poi c' è il problema delle fabbriche in Italia ma che utilizzano lavoratori cinesi in semischiavitù , a questo proposito ci vorrebbe un' azione più incisiva , c' è una mafia diffusa che nasconde dietro ad aziende italiane laboratori clandestini , e non è solo una questione di "restare nel mercato" , perchè se una borsa di Luis Vuitton costa 800 euro possono permettersi di pagarla 200 euro a un' azienda seria , se invece la pagano 20 euro da un laboratorio clandestino è solo per avidità .
sì ciao adesso arrivano....
Dream_River
14-03-2010, 11:48
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
Guarda che fra l'autarchia economica e "pretendere" 2 passaggi di lavorazione in Italia per poter "certificare" il Made in Italy (Una presa per il culo del consumatore nella sostanza) c'è un abisso (O un oceano, in molti casi:read: )
E un pò misero far passare questa legge per una tutela del Made in Italy
macchè autarchia, qua siamo in piena presaperilculeria!
fanno le prada in cina a 2 euro, si mettono le stringhe in italia si appiccicano il made in italy e l'italiano medio spende 250 sacchi pure contento di dare lavoro al vicino di casa, perchè molti ne sono convinti
e l'imprendiminchia gode
non sono certo di sinistra ma per come viene gestita l'imprenditoria italiana, stare dalla loro non si può.
Jacoposki
14-03-2010, 12:25
Da altra fonte:
Anche se su un punto fondamentale il provvedimento vacilla non poco: il diritto all’etichetta che certifica l’italianità lo potranno ricevere scarpe, abiti e divani in pelle «prevalentemente» prodotti nel nostro Paese. E per «prevalentemente» s’intendono almeno due passaggi della lavorazione effettuati in Italia. Ad esempio, un divano o un paio di scarpe potranno essere definiti «italiani» a tutti gli effetti anche se da noi sono stati solo assemblati e rifiniti. Ma come si potrà parlare di prodotto italiano nel caso di un paio di scarpe se la concia, la lavorazione della tomaia e il pellame sono «stranieri»?
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201003articoli/53088girata.asp
ecco, così mi suona più realistico :asd:
No ma votateli perchè difendono il made in italy eh :asd:
ConteZero
14-03-2010, 12:27
ecco, così mi suona più realistico :asd:
No ma votateli perchè difendono il made in italy eh :asd:
C'è poco da fare, la notizia è commisurata alla fonte. :asd:
anche una lavorazione fatta al 90% in Italia non cambierebbe le cose.Chi ha visto la scorsa edizione di report sa di cosa parlo:ormai non si delocalizza in cina,si fanno venire i cinesi in Italia e si sfruttano come fossero in cina.Prada e dolce e gabbana realizza(va?)no così i loro prodotti.Manodopera cinese in subappalto,ma pur sempre made in italy :doh: non credo che chi vuole il made in italy vuole questo,questo è made in italy di pessima fattura
matt22222
14-03-2010, 16:01
forse una fine a sto schifo: quello a cui fornisce la materia mio papà, manda tutto in cina,fa fare il prodotto,riporta qua,mette l'etichettina made in italy e vende in russia :mad: poi lascia le donne che lavorano per lui a casa. ma baffan...
first register
14-03-2010, 16:51
Ok all’etichetta obbligatoria per tutelare il Made in Italy
È una svolta epocale. A tutela di chi in Italia non solo vive, ma produce e che fino a ieri era in balia di norme che permettevano ai grandi marchi di fabbricare i loro vestiti, le loro scarpe, le loro borse in Cina, Vietnam o India per poi rivenderli in giro per il mondo con il marchio Made in Italy.
Tra qualche mese tutto questo non sarà più possibile. Ieri il Senato ha approvato il disegno di legge che era già stato votato alla Camera prima di Natale. Un testo che in questi tre mesi le lobby hanno cercato dapprima di insabbiare, come denunciato dal Giornale in gennaio, e poi di snaturare, presentando ben 50 emendamenti. Inutilmente: sono stati tutti respinti, tranne due; uno che p\recisa le sanzioni a carico delle dogane, l’altro che fissa a ottobre l’entrata in vigore della legge per ottenere anche il via libera alla Ue. Dettagli, che richiederanno un ultimo voto alla Camera, peraltro scontato, perché per una volta la politica ha ascoltato il Paese reale. In dicembre l’assemblea di Montecitorio votò il provvedimento all’unanimità e all’unanimità la commissione deliberante del Senato si è espressa ieri.
Un segnale di speranza per il Paese e di fiducia nell’Italia migliore, quella dei piccoli e medi imprenditori. Una vicenda che premia la tenacia di un uomo che in luglio nessuno conosceva, e che ora è diventato un piccolo, grande eroe del nostro tempo: Roberto Belloli, imprenditore di Busto Arsizio, che l’estate scorsa creò il movimento dei contadini del tessile, chiedendo l’approvazione di una legge che consentisse solo a chi fabbrica in Italia di poter usare il marchio Made in Italy.
Belloli guidava una manciata di imprenditori, arrabbiati e frustrati. Un manipolo di idealisti a cui nessuno prestò ascolto. Nessuno tranne un giovane deputato leghista, Marco Reguzzoni, che decise di sposare la causa e di presentare il testo in Parlamento, con il sostegno di Santo Versace, del Pdl. Quella legge è soprattutto sua. «È una vittoria per i consumatori, che da ora in avanti potranno sapere la provenienza dei capi, e per le piccole aziende», dichiara Reguzzoni. E Belloli chiosa, al Giornale: «Finalmente qualcuno ha capito. Il voto apre scenari insperati, non solo nel tessile. E non solo in Italia».
Già, anche la Francia si sta muovendo nella stessa direzione e l’Europarlamento sta per approvare una norma dai contenuti molto simili a quelli italiani. Per quanto incredibile, l’Unione europea è l’unico protagonista economico che, in piena globalizzazione, non ha ancora previsto norme a tutela della propria industria. Una lacuna che sta per essere colmata.
I termini della legge sono chiari: solo il produttore del tessile, della pelletteria e del calzaturiero che effettua la maggior parte delle fasi di lavorazione nel nostro Paese, può vantare il marchio Made in Italy. Diventa obbligatoria l’etichettatura con la tracciabilità. Sono previste sanzioni amministrative per chi omette i controlli, che diventano penali in caso di reiterazione del reato, mentre le aziende che sgarrano rischiano la sospensione dell’attività.
Una legge severa, ma che per una volta soddisfa tutti, maggioranza e opposizione. Perché tutela, finalmente, i piccoli contro le furbizie dei grandi.
Il Giornale.it (http://www.ilgiornale.it/economia/ok_alletichetta_obbligatoria__tutelare_made_italy/11-03-2010/articolo-id=428572-page=0-comments=1)
edit va[...]
(Vi piace il protezionismo eh ??? )
Pancho Villa
14-03-2010, 17:21
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
Quoto, è una legge inutile (oltre che di difficilissima applicazione) per un problema inesistente.
macchè autarchia, qua siamo in piena presaperilculeria!
fanno le prada in cina a 2 euro, si mettono le stringhe in italia si appiccicano il made in italy e l'italiano medio spende 250 sacchi pure contento di dare lavoro al vicino di casa, perchè molti ne sono convinti
e l'imprendiminchia gode
non sono certo di sinistra ma per come viene gestita l'imprenditoria italiana, stare dalla loro non si può.
Nessuno ti costringe a comprare Prada, o forse sei tanto attratto dall'etichetta "made in italy"?
CaFFeiNe
14-03-2010, 20:01
si tutto made in italy, precisamente a S. Giuseppe Vesuviano, dove da una decina di anni a questa parte le industrie tessili sono divenute quasi tutte proprieta' dei cinesi...
e che producono per una marea di "marchi italiani"....
ma davvero vi fate prendere per i fondelli cosi' facilmente?
mi ricordo i ragazzi al liceo che compravano i vestiti alcott... "roba americana" diceva uno, "roba inglese" diceva un'altro...
prodotti tutti in provincia di napoli....
Nessuno ti costringe a comprare Prada, o forse sei tanto attratto dall'etichetta "made in italy"?
a parte che di prada non ho niente, con la tua bella filosofia del "nessuno ti costringe a" tra poco l'insieme delle cose insopportabili cui nessuno ti costringe sarà limitato a il respirare e il defecare
"nessuno ti costringe a guardare come va il mondo"
http://blog.faenzachevuoi.org/wp-content/uploads/2009/05/struzzo.jpg
Pancho Villa
14-03-2010, 20:20
a parte che di prada non ho niente, con la tua bella filosofia del "nessuno ti costringe a" tra poco l'insieme delle cose insopportabili cui nessuno ti costringe sarà limitato a il respirare e il defecare
"nessuno ti costringe a guardare come va il mondo"
http://blog.faenzachevuoi.org/wp-content/uploads/2009/05/struzzo.jpg
I vestiti firmati si vendono a prezzi così alti (rapportati ai costi di produzione) perché evidentemente c'è mercato, nessun imprenditore ha il potere di imporre un prezzo a suo piacimento.
ConteZero
14-03-2010, 20:48
I vestiti firmati si vendono a prezzi così alti (rapportati ai costi di produzione) perché evidentemente c'è mercato, nessun imprenditore ha il potere di imporre un prezzo a suo piacimento.
Dipende dai mercati.
Dove ci sono situazioni di monopolio o di cartello il prezzo è deciso a tavolino e la libertà di scelta è solo teorica.
Guarda il mercato delle automobili, sembra libero ma ci sono vincoli aggiunti apposta per scoraggiare l'ingresso di nuovi competitor.
I vestiti firmati si vendono a prezzi così alti (rapportati ai costi di produzione) perché evidentemente c'è mercato, nessun imprenditore ha il potere di imporre un prezzo a suo piacimento.
dopo la democrazia, il mercato libero è la seconda cosa cui non credo più. :mbe:
Dipende dai mercati.
Dove ci sono situazioni di monopolio o di cartello il prezzo è deciso a tavolino e la libertà di scelta è solo teorica.
Guarda il mercato delle automobili, sembra libero ma ci sono vincoli aggiunti apposta per scoraggiare l'ingresso di nuovi competitor.
e il mercato dei conti deposito? mercato musicale? e si potrebbe continuare all'infinito. ah già, ma nessuno ti obbliga a pretendere di avere un minimo di scelta nel futile, l'essenza dell'uomo è pane secco e acqua piovana
ConteZero
14-03-2010, 21:15
dopo la democrazia, il mercato libero è la seconda cosa cui non credo più. :mbe:
Il libero mercato ha bisogno di precisi controlli e sistemi che evitino situazioni di cartello e monopoli.
Questo richiederebbe controllori forti (capaci di resistere anche alle macchinazioni ordite dai controllati) e distaccati.
Da noi manco l'organo di vigilanza sulle televisioni è imparziale :asd:
Il libero mercato ha bisogno di precisi controlli e sistemi che evitino situazioni di cartello e monopoli.
Questo richiederebbe controllori forti (capaci di resistere anche alle macchinazioni ordite dai controllati) e distaccati.
Da noi manco l'organo di vigilanza sulle televisioni è imparziale :asd:
pwned
ConteZero
14-03-2010, 21:21
pwned
Sembra un controsenso ma è così, perché un libero mercato senza regolamentazioni di sorta evolve quasi subito verso una situazione di cartello (le cinque sorelle petrolifere) o di monopolio (microsoft).
Sembra un controsenso ma è così, perché un libero mercato senza regolamentazioni di sorta evolve quasi subito verso una situazione di cartello (le cinque sorelle petrolifere) o di monopolio (microsoft).
guarda che ti sto dando ragione, mi piacerebbe sentire quelli che "non sei obbligato a" che hanno da dire in merito.
cdimauro
14-03-2010, 21:45
Sembra un controsenso ma è così, perché un libero mercato senza regolamentazioni di sorta evolve quasi subito verso una situazione di cartello (le cinque sorelle petrolifere) o di monopolio (microsoft).
Non esiste nessun monopolio Microsoft. Al più tecnicamente possiamo parlare di posizione dominante (che si per sé non è negativa / grave).
Pancho Villa
14-03-2010, 21:53
guarda che ti sto dando ragione, mi piacerebbe sentire quelli che "non sei obbligato a" che hanno da dire in merito.
Che non vedo nessun "cartello" nell'abbigliamento.
ConteZero
14-03-2010, 21:54
Non esiste nessun monopolio Microsoft. Al più tecnicamente possiamo parlare di posizione dominante (che si per sé non è negativa / grave).
L'UE ha definito la posizione di Microsoft come "near monopoly".
Per il resto la posizione dominante/monopolio è spesso inevitabile e non è un male quando non viene usata come un peso per schiacciare le alternative.
Ci sono molti modi in cui un monopolista (o quasi) può mantenere il suo potere o espanderlo in barba alla "libertà" del mercato.
Nel caso di Microsoft l'infrazione riscontrata è stata l'utilizzo di una posizione di quasi monopolio in un mercato per "attentare" ad un altro mercato, ovvero sfruttare la preponderanza in ambito workstation per spingere i prodotti Microsoft nel mercato server.
Il "piede di porco" è il protocollo CIFS/SMB che è stato reso interfacciabile solo verso gli OS server Microsoft, a scapito della concorrenza.
ConteZero
14-03-2010, 21:59
Che non vedo nessun "cartello" nell'abbigliamento.
Nell'abbigliamento si è preferito semplicemente fare lobbying per non far entrare o comunque emarginare i prodotti non italiani.
L'insieme di regolamenti (l'accordo multifibre) e di pubblicità/moral suasion contro i prodotti made in china servono proprio a quello.
I produttori "nostrani" hanno agito come cartello (che non è difficile considerando che da noi resistono le corporazioni in stile fascismo) nel far pressione sui governi al fine di promuovere in modo squilibrato il prodotto "nazionale" ed agendo in modo tale da poter definire "nazionale" il prodotto internazionale mediato dagli italiani.
Non esiste nessun monopolio Microsoft. Al più tecnicamente possiamo parlare di posizione dominante (che si per sé non è negativa / grave).
se non fosse il monopolio/posizione dominante seven non costerebbe un occhio della testa...
Dream_River
14-03-2010, 22:59
Sembra un controsenso ma è così, perché un libero mercato senza regolamentazioni di sorta evolve quasi subito verso una situazione di cartello (le cinque sorelle petrolifere) o di monopolio (microsoft).
Anche se deve essere un controllo molto limitato, proprio per evitare che gli stessi controllori diventino i sostenitori di intrecci fra politica e mercato insani e ancora più dannosi
Pancho Villa
14-03-2010, 23:07
Nell'abbigliamento si è preferito semplicemente fare lobbying per non far entrare o comunque emarginare i prodotti non italiani.
L'insieme di regolamenti (l'accordo multifibre) e di pubblicità/moral suasion contro i prodotti made in china servono proprio a quello.
I produttori "nostrani" hanno agito come cartello (che non è difficile considerando che da noi resistono le corporazioni in stile fascismo) nel far pressione sui governi al fine di promuovere in modo squilibrato il prodotto "nazionale" ed agendo in modo tale da poter definire "nazionale" il prodotto internazionale mediato dagli italiani.
Infatti tutto lo spottone al "made in italy" è una cagata propagandistica, che rientra in pieno nei deliri protezionistici tremontiani, volta a mantenere in vita a tutti i costi settori industriali in decadenza con l'intervento dello stato, come in questo caso.
berserkdan78
15-03-2010, 00:44
Ma che vuol dire "solo"? Voglio sperare che non viviamo in un regime di autarchia come nel ventennio;almeno certe materie prime spero che si possano importare,non è che dobbiamo per forza fare tutto noi.
guarda che il fine ultimo di questa legge dovrebbe essere quello di far lavorare piu' gente in italia possibile, non di far guadagnare l'imprenditore prendendo per il culo la gewnte che compra facendogli credere che comprando una scarpa mantiene il posto di lavoro di altra gente italiana.
a me interessa dar da mangiare alla gente che lavora, non all'imprenditore e a 4 manager.
cdimauro
15-03-2010, 07:10
L'UE ha definito la posizione di Microsoft come "near monopoly".
La definizione tecnicamente corretta è quella che ho fornito io, e la trovi nei testi di economia e anche su wikipedia.
MS non è l'unica realtà a produrre sistemi operativi (la dimostrazione penso sia ovvia, per cui la ometto).
E', invece, l'unica a detenere quasi il 90% del mercato, cioè ha una posizione dominante.
Per il resto la posizione dominante/monopolio è spesso inevitabile e non è un male quando non viene usata come un peso per schiacciare le alternative.
Ci sono molti modi in cui un monopolista (o quasi) può mantenere il suo potere o espanderlo in barba alla "libertà" del mercato.
Nel caso di Microsoft l'infrazione riscontrata è stata l'utilizzo di una posizione di quasi monopolio in un mercato per "attentare" ad un altro mercato, ovvero sfruttare la preponderanza in ambito workstation per spingere i prodotti Microsoft nel mercato server.
Non mi risulta che MS abbia la maggioranza della quota di mercato di workstation, che è da decenni appannaggio di ben altre realtà. Hai dati precisi in merito?
Il "piede di porco" è il protocollo CIFS/SMB che è stato reso interfacciabile solo verso gli OS server Microsoft, a scapito della concorrenza.
Sarò libero di tirare fuori i protocolli che ritengo più comodi/utili per i MIEI prodotti?
Il costo dello sviluppo dei MIEI prodotti è MIO: non c'è nessun altro che sostiene le spese di un eventuale adattamento volto al miglioramento della intercomunicabilità.
se non fosse il monopolio/posizione dominante seven non costerebbe un occhio della testa...
Prima di tutto non c'è alcun monopolio, come già detto e come chiunque può andare a verificare facendo una rapidissima ricerchina.
Secondo, Seven, come gli altri s.o. che l'hanno preceduto, costa decisamente poco, considerato che la stragrande maggioranza delle licenze vendute è di tipo "volume" per gli OEM.
Se non ricordo male il costo massimo della versione Ultimate Volume/OEM si aggira sui 50$, mentre la versione Home sui 10$ (la Starter sarà anche meno, ma non ricordo nessuna cifra).
ConteZero
15-03-2010, 07:24
La definizione tecnicamente corretta è quella che ho fornito io, e la trovi nei testi di economia e anche su wikipedia.
MS non è l'unica realtà a produrre sistemi operativi (la dimostrazione penso sia ovvia, per cui la ometto).
E', invece, l'unica a detenere quasi il 90% del mercato, cioè ha una posizione dominante.
Secondo l'UE la posizione è di quasi monopolio, si vede che non conoscono le loro leggi.
Non mi risulta che MS abbia la maggioranza della quota di mercato di workstation, che è da decenni appannaggio di ben altre realtà. Hai dati precisi in merito?
Errore mio, ho scritto "workstation" indicando "stazioni di lavoro", il termine esatto è desktop.
Sarò libero di tirare fuori i protocolli che ritengo più comodi/utili per i MIEI prodotti?
Il costo dello sviluppo dei MIEI prodotti è MIO: non c'è nessun altro che sostiene le spese di un eventuale adattamento volto al miglioramento della intercomunicabilità.
Secondo l'UE se sei in una situazione di quasi monopolio non puoi agire per limitare l'interoperabilità, per cui è stato chiesto a MS di trovare un modo per rendere disponibile il necessario all'interfacciamento di CIFS.
Stava a MS decidere se pubblicare le specifiche del protocollo o pubblicare il codice; semplicemente Microsoft tenendo "chiuso" CIFS offriva un vantaggio "illecito" nel mercato server dove le soluzioni Microsoft erano le uniche a potersi integrare perfettamente coi desktop.
In questo modo Microsoft approfitterebbe di una posizione di quasi monopolio (fra i desktop) per costruirsi un altro monopolio (nel mercato dei server).
cdimauro
15-03-2010, 07:40
Secondo l'UE la posizione è di quasi monopolio, si vede che non conoscono le loro leggi.
Non me ne meraviglierei...
Errore mio, ho scritto "workstation" indicando "stazioni di lavoro", il termine esatto è desktop.
Ah, OK, adesso è chiaro.
Secondo l'UE se sei in una situazione di quasi monopolio non puoi agire per limitare l'interoperabilità, per cui è stato chiesto a MS di trovare un modo per rendere disponibile il necessario all'interfacciamento di CIFS.
Stava a MS decidere se pubblicare le specifiche del protocollo o pubblicare il codice; semplicemente Microsoft tenendo "chiuso" CIFS offriva un vantaggio "illecito" nel mercato server dove le soluzioni Microsoft erano le uniche a potersi integrare perfettamente coi desktop.
Io sono per le specifiche libere, se possibile: poi ognuno se le implementi come vuole, con codice chiuso, aperto, gratuito o a pagamento.
Se però sono frutto del lavoro di privati, è giusto che gli venga riconosciuto un equo compenso.
In questo modo Microsoft approfitterebbe di una posizione di quasi monopolio (fra i desktop) per costruirsi un altro monopolio (nel mercato dei server).
Sono due mercati estremamente diversi. Una cosa del genere potrebbe funzionare a livello aziendale, generalmente non per uno che a va a prendersi il PC da MediaWorld...
ConteZero
15-03-2010, 07:46
Non me ne meraviglierei...
Io si visto che il procedimento, già "rodato" in diversi gradi di giudizio, è stato portato avanti da una persona competente come Mario Monti.
Io sono per le specifiche libere, se possibile: poi ognuno se le implementi come vuole, con codice chiuso, aperto, gratuito o a pagamento.
Se però sono frutto del lavoro di privati, è giusto che gli venga riconosciuto un equo compenso.
Infatti a Microsoft è stata prospettata la possibilità di VENDERE, magari dietro NDA, le specifiche.
E'Microsoft che non s'è mai voluta adeguare.
Sono due mercati estremamente diversi. Una cosa del genere potrebbe funzionare a livello aziendale, generalmente non per uno che a va a prendersi il PC da MediaWorld...
Il fulcro non è il mercato desktop, è il mercato server.
Centinaia di ambiti aziendali (paganti, e molto più redditizi di MediaWorld) in cui ci sono realtà complesse implementabili solo con sistemi "full Microsoft".
Se Microsoft rilasciasse il necessario Novell e gli altri competitor sarebbero in grado di offrire strutture gerarchiche "simili" ai domini di Windows, ed offrire quindi un alternativa credibile... invece Microsoft tiene segrete queste specifiche per "scardinare" quel mercato.
cdimauro
15-03-2010, 07:58
Io si visto che il procedimento, già "rodato" in diversi gradi di giudizio, è stato portato avanti da una persona competente come Mario Monti.
Non lo metto in dubbio, ma io preferisco attenermi alle definizioni formali.
Infatti a Microsoft è stata prospettata la possibilità di VENDERE, magari dietro NDA, le specifiche.
E'Microsoft che non s'è mai voluta adeguare.
Bisognerebbe leggere le motivazioni prima di esprimere un giudizio.
Magari il compenso prospettato non era proprio "equo".
Il fulcro non è il mercato desktop, è il mercato server.
Centinaia di ambiti aziendali (paganti, e molto più redditizi di MediaWorld) in cui ci sono realtà complesse implementabili solo con sistemi "full Microsoft".
Se Microsoft rilasciasse il necessario Novell e gli altri competitor sarebbero in grado di offrire strutture gerarchiche "simili" ai domini di Windows, ed offrire quindi un alternativa credibile... invece Microsoft tiene segrete queste specifiche per "scardinare" quel mercato.
Ho capito, ed era quello che pensavo: era in ottica aziendale, come dicevo prima.
Ma bisogna vedere i termini della questione, che al momento non sono disponibili.
ConteZero
15-03-2010, 08:22
Bisognerebbe leggere le motivazioni prima di esprimere un giudizio.
Magari il compenso prospettato non era proprio "equo".
L'UE non ha posto nessun obbligo proprio per non avere problemi di legittimità.
S'è limitata a riconoscere il vulnus ed ad imporre un tempo limite per sanarlo, fornendo qualche possibile soluzione come indicazione non vincolante.
Non era quindi prospettato alcun compenso... neppure indicativamente, era stata data a Microsoft la massima libertà d'azione nel "risolvere" la questione.
Ho capito, ed era quello che pensavo: era in ottica aziendale, come dicevo prima.
Ma bisogna vedere i termini della questione, che al momento non sono disponibili.
Veramente la documentazione del procedimento è pubblica.
cdimauro
15-03-2010, 08:48
L'UE non ha posto nessun obbligo proprio per non avere problemi di legittimità.
S'è limitata a riconoscere il vulnus ed ad imporre un tempo limite per sanarlo, fornendo qualche possibile soluzione come indicazione non vincolante.
Non era quindi prospettato alcun compenso... neppure indicativamente, era stata data a Microsoft la massima libertà d'azione nel "risolvere" la questione.
Capito. Quindi MS poteva anche sparare un prezzo esagerato. :D
Veramente la documentazione del procedimento è pubblica.
Devo recuperarla e controllare, allora.
ConteZero
15-03-2010, 08:51
Capito. Quindi MS poteva anche sparare un prezzo esagerato. :D
Ragionevolmente alto... infatti penso che se avessero chiesto cifre stratosferiche l'UE avrebbe agito lo stesso perché "nella sostanza" non si chiudeva il vulnus.
cdimauro
15-03-2010, 09:13
OK, ma allora perché non indicare prima una fascia per il prezzo?
ConteZero
15-03-2010, 09:17
OK, ma allora perché non indicare prima una fascia per il prezzo?
Perché Microsoft poteva rilasciare i sorgenti, poteva rilasciare le specifiche dietro NDA con pagamento di una loyalty, poteva lanciare un programma di partnership... insomma, poteva agire come voleva.
Stava a Microsoft trovare un compromesso EQUO, l'UE ha semplicemente detto "avete creato il buco, dovete metterci una toppa".
Da arbitro in questioni di mercato l'UE poteva solo sanzionare l'irregolarità e spingere affinché venisse eliminata, non era suo ruolo quello d'indirizzare il mercato verso un percorso anziché un altro.
Inoltre se avesse stabilito d'imperio quacosa la risoluzione sarebbe stata impugnabile.
Theodorakis
15-03-2010, 09:30
Nell'abbigliamento si è preferito semplicemente fare lobbying per non far entrare o comunque emarginare i prodotti non italiani.
L'insieme di regolamenti (l'accordo multifibre) e di pubblicità/moral suasion contro i prodotti made in china servono proprio a quello.
I produttori "nostrani" hanno agito come cartello (che non è difficile considerando che da noi resistono le corporazioni in stile fascismo) nel far pressione sui governi al fine di promuovere in modo squilibrato il prodotto "nazionale" ed agendo in modo tale da poter definire "nazionale" il prodotto internazionale mediato dagli italiani.
Riporto quello che mi ha detto mia sorella l'altro giorno, giusto perché credo sia utile alla discussione.
Premetto che mia sorella lavora a Milano Marittima in un negozio di abbigliamento/bigiotteria d'alto livello.
In questo negozio vendono orecchini, portachiavi, anelli, bracciali, ecc di marca, ai prezzi più disparati, ma comunque non bassi.
Mi ha raccontato che dal loro fornitore, italiano, venditore di prodotti italiani, hanno comprato uno stock di bracciali a 9 euro/cad. e li hanno messi in vendita a 25 euro. I bracciali effettivamente sono molto belli e di una marca abbastanza conosciuta, però il prezzo basso ha fatto storcere il naso ai clienti. Domandavano se non erano pezzi fallati, se non era merce di stagioni passate, ecc. Insomma, ne hanno venduti una miseria.
Hanno alzato il prezzo di questi bracciali @ 45 euro, in meno di una settimana li hanno quasi finiti. Questo per dire che le case di moda non hanno tutti i torti a tenere i prezzi elevati. :D
ConteZero
15-03-2010, 09:36
Riporto quello che mi ha detto mia sorella l'altro giorno, giusto perché credo sia utile alla discussione.
Premetto che mia sorella lavora a Milano Marittima in un negozio di abbigliamento/bigiotteria d'alto livello.
In questo negozio vendono orecchini, portachiavi, anelli, bracciali, ecc di marca, ai prezzi più disparati, ma comunque non bassi.
Mi ha raccontato che dal loro fornitore, italiano, venditore di prodotti italiani, hanno comprato uno stock di bracciali a 9 euro/cad. e li hanno messi in vendita a 25 euro. I bracciali effettivamente sono molto belli e di una marca abbastanza conosciuta, però il prezzo basso ha fatto storcere il naso ai clienti. Domandavano se non erano pezzi fallati, se non era merce di stagioni passate, ecc. Insomma, ne hanno venduti una miseria.
Hanno alzato il prezzo di questi bracciali @ 45 euro, in meno di una settimana li hanno quasi finiti. Questo per dire che le case di moda non hanno tutti i torti a tenere i prezzi elevati. :D
Veramente il punto è un altro.
Il punto è che inconsciamente siamo tutti coscienti del fatto che le case di moda fanno cartello e ci aspettiamo prezzi allineati.
Quando un prodotto è clamorosamente sotto il prezzo che ci si potrebbe aspettare ci sembra che sotto ci sia l'inghippo.
E'come se ti metto un Alfa Romeo da 135cv a 10.000 euro chiavi in mano... la gente non la compra perché pensa che è fatta "male" o che ha qualche problema.
Theodorakis
15-03-2010, 09:45
Veramente il punto è un altro.
Il punto è che inconsciamente siamo tutti coscienti del fatto che le case di moda fanno cartello e ci aspettiamo prezzi allineati.
Quando un prodotto è clamorosamente sotto il prezzo che ci si potrebbe aspettare ci sembra che sotto ci sia l'inghippo.
E'come se ti metto un Alfa Romeo da 135cv a 10.000 euro chiavi in mano... la gente non la compra perché pensa che è fatta "male" o che ha qualche problema.
Appunto, e il cliente è "ignorante" (nel senso che non sa) quando una cosa è buona o meno. Quindi, con chi dobbiamo prendercela? Con le case? Con noi stessi? Io dico con entrambi.
Quel bracciale non era sottoprezzato, era il suo prezzo. Però la clientela pensa che + costa + vale. Errore. Per questo ho un guardaroba da paura pagato una cazzata (modestamente faccio ciò anche con i componenti Hardware e tutto il resto).
La prima cosa che penso quando vedo una cosa sottoprezzata non è "qui ci sta l'inghippo" ma "qui ci scappa l'affarone". Basta solo avere un po' di spirito critico e ponderare sulle variabili: chi è il venditore, dove è il negozio, lo stato della merce.
Le case di moda fanno bene a tenere i prezzi così alti se la gente compra. E' moralmente poco accettabile, però mi si intenerisce il cuore nel vedere truzzi e fighetti con lo stipendio da 1000 euro comprare occhiali di Gucci a 300 euro e maglioncini di Armani a 200. J'adore. :D
ConteZero
15-03-2010, 09:53
E'un ragionamento normale che si fà anche in natura.
Se qualcosa è troppo facile è facile che ci sia la trappola... la diffidenza è la una regola d'oro per la sopravvivenza.
cdimauro
15-03-2010, 09:53
Perché Microsoft poteva rilasciare i sorgenti, poteva rilasciare le specifiche dietro NDA con pagamento di una loyalty, poteva lanciare un programma di partnership... insomma, poteva agire come voleva.
Stava a Microsoft trovare un compromesso EQUO, l'UE ha semplicemente detto "avete creato il buco, dovete metterci una toppa".
Da arbitro in questioni di mercato l'UE poteva solo sanzionare l'irregolarità e spingere affinché venisse eliminata, non era suo ruolo quello d'indirizzare il mercato verso un percorso anziché un altro.
Inoltre se avesse stabilito d'imperio quacosa la risoluzione sarebbe stata impugnabile.
Il tal caso il "protocollo" avrebbe dovuto prevedere tre fasi.
La prima in cui MS sceglie la soluzione che le fa comodo.
La seconda in cui, avendo scelto una soluzione che prevede la definizione di un prezzo, l'UE indica un possibile intervallo di prezzo
La terza in cui MS accetta o meno, oppure propone modifiche (tornando al punto 2).
ConteZero
15-03-2010, 10:05
Il tal caso il "protocollo" avrebbe dovuto prevedere tre fasi.
La prima in cui MS sceglie la soluzione che le fa comodo.
La seconda in cui, avendo scelto una soluzione che prevede la definizione di un prezzo, l'UE indica un possibile intervallo di prezzo
La terza in cui MS accetta o meno, oppure propone modifiche (tornando al punto 2).
Sarebbe stata una pressione indebita su una società.
L'EU s'è limitata a dire "dovete risolvere questa situazione, avete X giorni dopodiché iniziate a pagare".
cdimauro
15-03-2010, 10:16
Perdonami, ma se MS sceglie la via del pagamento della licenza, fissa un prezzo, l'UE interviene perché lo ritiene troppo alto, non è forse un'indebita ingerenza anche questa?
La soluzione è stata fornita ed è praticabile. Da chi ha abbastanza soldi.
Col "protocollo" che avevo esposto prima, invece, c'è una forma di conciliazione fra le due parti. E non potrebbe essere altrimenti, perché senza sfere di cristallo è leggermente difficile stabilire cosa ne pensa l'UE del prezzo ipotizzato da MS... :stordita:
ConteZero
15-03-2010, 10:23
Perdonami, ma se MS sceglie la via del pagamento della licenza, fissa un prezzo, l'UE interviene perché lo ritiene troppo alto, non è forse un'indebita ingerenza anche questa?
La soluzione è stata fornita ed è praticabile. Da chi ha abbastanza soldi.
Col "protocollo" che avevo esposto prima, invece, c'è una forma di conciliazione fra le due parti. E non potrebbe essere altrimenti, perché senza sfere di cristallo è leggermente difficile stabilire cosa ne pensa l'UE del prezzo ipotizzato da MS... :stordita:
Non stà all'UE impelagarsi nel mercato, e men che mai tocca all'UE stabilire listini.
Se Microsoft non ottempera agli obblighi europei è in mora, come c'ottemperi (protocolli, mezzi, prezzi) sono cavoli suoi.
cdimauro
15-03-2010, 10:38
In tal caso se MS fissa un prezzo, l'UE deve accettarlo.
Altrimenti non ha proprio senso scaricare interamente sulle spalle la decisione a MS.
ConteZero
15-03-2010, 10:43
In tal caso se MS fissa un prezzo, l'UE deve accettarlo.
Altrimenti non ha proprio senso scaricare interamente sulle spalle la decisione a MS.
In tal caso MS decide come operare.
Se il metodo non risolve il problema (ovvero l'ingiusto vantaggio di Microsoft in un settore a causa di una situazione di quasi monopolio in un altro) l'UE applica le sanzioni in quanto, banalmente, MS non ha risolto il problema.
Versalife
15-03-2010, 10:50
E'come se ti metto un Alfa Romeo da 135cv a 10.000 euro chiavi in mano... la gente non la compra perché pensa che è fatta "male" o che ha qualche problema.
Proprio quello che successe con le prime skoda, hanno venduto poco finchè non hanno alzato i prezzi, almeno qui in italia :asd:
cdimauro
15-03-2010, 11:05
In tal caso MS decide come operare.
Può decidere soltanto se conosce bene i termini in cui muoversi.
Se il metodo non risolve il problema (ovvero l'ingiusto vantaggio di Microsoft in un settore a causa di una situazione di quasi monopolio in un altro) l'UE applica le sanzioni in quanto, banalmente, MS non ha risolto il problema.
Vedi sopra: dev'essere posta nelle condizioni di farlo.
Non si può giocare a indovinare, e nemmeno chiedere troppo alla logica.
ConteZero
15-03-2010, 11:09
Può (MS) accordarsi con i competitor su un prezzo equo.
cdimauro
15-03-2010, 11:52
Mi pare difficile. Penso che sia compito dell'UE fissare un prezzo "equo", tenendo conto del tipo di tecnologia, di eventuali brevetti e costi di ricerca sostenuti.
MS dovrebbe fornire soltanto la disponibilità per questa soluzione.
Anche perché a mio avviso serve un ente "terzo" per dirimere questa controversia fra le diverse parti.
ConteZero
15-03-2010, 12:28
No.
L'EU era stata chiamata in causa per chiudere un buco ed ha semplicemente deciso per la via sanzionatoria: fino a quando Microsoft non chiude il buco continua a pagare a multe giornaliere.
Se non ricordo male il costo massimo della versione Ultimate Volume/OEM si aggira sui 50$, mentre la versione Home sui 10$ (la Starter sarà anche meno, ma non ricordo nessuna cifra).
si vabbè ma gli utenti micca possono prendere le versioni oem al prezzo che le paga dell :fagiano:
a me la ultimate altro che 50$ costa 500 euro... E dopo solo 2 anni da vista...
almeno la apple ha messo fuori snow a 30 euro dato che veniva percepito come un semplice aggiornamento dagli utenti (visto che modificava pesantemente il codice base ma la visualizzazione rimaneva identica...)
cdimauro
15-03-2010, 13:10
No.
L'EU era stata chiamata in causa per chiudere un buco ed ha semplicemente deciso per la via sanzionatoria: fino a quando Microsoft non chiude il buco continua a pagare a multe giornaliere.
Alle condizioni a cui ha posto tutto rimane una stronzata colossale.
Se deleghi a MS la scelta senza porre alcun paletto, è inutile poi lamentarsi dopo e addirittura applicare sanzioni.
si vabbè ma gli utenti micca possono prendere le versioni oem al prezzo che le paga dell :fagiano:
a me la ultimate altro che 50$ costa 500 euro... E dopo solo 2 anni da vista...
Per le versioni retail i prezzi sono quelli. Ma non serve a tutti prendere una Ultimate.
almeno la apple ha messo fuori snow a 30 euro dato che veniva percepito come un semplice aggiornamento dagli utenti (visto che modificava pesantemente il codice base ma la visualizzazione rimaneva identica...)
Apple lasciamola perdere perché scrocca progetti e codice dalla comunità open source, e si fa pure pagare.
Interessante.
Ma e' una funzione ricorsiva o si ferma alle industrie tessili?
Anche la lana/seta/filato deve provenire da aziende italiane?
e anche le pecore/bachi devono essere nutrite su suolo italiano?
e anche il mangime/fieno deve essere prodotto in Italia?
etc.
Amme', me pare na strun....
Interessante.
Ma e' una funzione ricorsiva o si ferma alle industrie tessili?
Anche la lana/seta/filato deve provenire da aziende italiane?
e anche le pecore/bachi devono essere nutrite su suolo italiano?
e anche il mangime/fieno deve essere prodotto in Italia?
etc.
Amme', me pare na strun....
...zata.:D
IpseDixit
05-04-2010, 10:09
Una legge severa, ma che per una volta soddisfa tutti, maggioranza e opposizione. Perché tutela, finalmente, i piccoli contro le furbizie dei grandi.
A prima vista, una legge con tanti buoni propositi che può costituire un'arma efficace contro contraffazioni e sfruttamento di manodopera irregolare. Ma il rischio che si trasformi in un fucilino a tappo sta nell'avverbio "prevalentemente". Tradotto vuol dire che almeno due passaggi della lavorazione devono risultare effettuati in Italia. Questo stabilisce l'articolo 4 della legge.
Quindi anche le calze della Omsa fatte in Serbia potranno avere sopra la scritta Made In Italy...
Basteranno due fasi fatte qui. Per quelle fatte all'estero ci sarà un'indicazione dell'origine, che però sarà messa in un'etichettatura secondaria che non balzerà all'occhio del consumatore.
I promotori della legge dicono che avvantaggerà i piccoli artigiani, è così?
Credo che non porterà a un gran risultato. Com'era prevedibile, sono entrate una serie di pressioni e richieste che hanno calmierato i propositi iniziali, portando a un testo che finisce per avallare il comportamento di coloro che hanno delocalizzato all'estero. Tanto, dunque, rimane da fare, soprattutto per quanto riguarda i controlli.
http://www.viaemilianet.it/notizia.php?id=4020
frankytop
05-04-2010, 10:19
Lobby
entanglement
05-04-2010, 10:21
Ladies and gentlemen, benvenuti nel meraviglioso mondo dei PRODOTTI SEMILAVORATI.
Ovvero i carburatori li fai in India, li assembli in Italia ed ottieni un motorino Made In Italy.
se fosse per marchionne, chiuderebbe qua domani, cominciando con pomigliano d'arco e termini imerese.
Pancho Villa
05-04-2010, 14:34
Molto probabilmente questa legge verrà bocciata in sede comunitaria e WTO in quanto nel commercio internazionale vale il prinicipio dell "ultima trasformazione sostanziale" per l'apposizione del marchio di origine, e ciò cozza con la richiesta di due o più fasi produttive svolte nello stesso paese per l'attribuzione del marchio.
Qui trovate un'ottima analisi.
http://www.affaritaliani.it/economia/made_in_italy01042010_pg_1.html
Pancho Villa
05-04-2010, 14:35
Lobby
L'unica lobby è quella protezionista.
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