View Full Version : Il corriere di Berlusconi o il Pompiere della sera?
http://img15.imageshack.us/img15/5391/corriereidv.jpg
Vorrei raccogliere qui tutti le scelte scandalose di questo giornale che ormai è diventato un'estensione del rotolo. Iniziamo con la prima pagina di oggi. Notate la scelta delle foto (quando c'è ADP sempre incazzato, quando c'è B o Bertolaso sempre foto eroiche e statuarie). Ma notate anche la collocazione delle foto... solo di fianco agli articoli che devono attirare l'attenzione. Inoltre fate attenzione alla scelta dei titoli... Che giornalone eh? :fagiano:
http://img148.imageshack.us/img148/9118/corrierex.jpg
Continuate a leggere il Corrierone :fagiano:
(..cut..) Certo, poi si può fingere, come fa il presidente del Consiglio che tutto questa avvenga perché gli uomini politici partecipano a trasmissioni televisive definite “pollaio”. E magari ci si può persino compiacere se il maggiore quotidiano italiano, come ha fatto ieri il Corriere della Sera, decida di non dare spazio in prima pagina alla notizia dell’arresto in flagranza di reato del presidente della Commissione urbanistica del comune di Milano, Milko Pennisi, impegnato proprio in questi giorni nell’esame del nuovo piano regolatore della città. Ma la realtà è quella che è. Diciotto anni dopo Mani Pulite, l’Italia è tornata ad essere un paese di ladri. Con una importante differenza. Legislatura dopo legislatura alle guardie sono state progressivamente tolte le armi.(..cut..)
Peter Gomez -IFQ 13/02
Continuate a leggere il Corrierone :fagiano:
Si vergogni, è incensurato
Marco Travaglio
(...cut...) Dopo aver linciato Di Pietro per una foto che lo ritraeva a cena, nel 1992, con carabinieri e investigatori incensurati, il quotidiano di via Solferino l’ha molto elogiato per l’appoggio a De Luca, definito “svolta moderata”. Come se la moderazione fosse direttamente proporzionale ai capi d’imputazione. Poi però Di Pietro ha candidato, come capolista dell’Idv in Puglia, un magistrato barese, Lorenzo Nicastro, che aveva addirittura osato indagare sul ministro Fitto (poi rinviato due volte a giudizio da altrettanti gip) e su esponenti del centrosinistra. Anziché felicitarsi perché, dopo tanti ladri, la Puglia rischia di avere un uomo di legge come assessore alla Sanità, il Pompiere ha istruito un processo vagamente staliniano contro il povero pm candidato con l’ex pm. “Davvero lei non prova imbarazzo?”, gli ha domandato nell’intervista-terzo grado l’inviato pompieresco, “nemmeno un filo?”, “ci pensi bene”, “a lei che è un giudice sembra morale candidarsi?” (il pezzo si conclude con un decisivo accenno alla “calvizie che lo tormenta inesorabile”). Ecco: se uno candida un imputato o un condannato, è morale. Se uno candida un magistrato, è immorale.
Ha detto qualcosa del genere, perdendo un’ottima occasione per tacere, anche l’Anm, che già si era segnalata per un vibrante attacco alla candidatura di De Magistris, peraltro cacciato dalla sua Procura nel silenzio o col plauso della magistratura associata (silente, invece, sulle decine di magistrati, quasi mai dimissionari, che siedono nelle file del Pd, del Pdl e persino dell’Udc). E così, mentre nessuno dice nulla sui 22 pregiudicati che siedono in Parlamento e sugli 80 fra indagati, imputati, condannati in via provvisoria e miracolati dalla prescrizione, si scatena la caccia al magistrato candidato al consiglio regionale. Una cosa orrenda. Il povero Nicastro non credeva ai suoi orecchi, dinanzi a quelle domande: “Io non sono mica un contrabbandiere o uno spacciatore…”, provava a rispondere. Beata ingenuità: se fosse un delinquente, nessuno gli darebbe dell’immorale. Il guaio è che è un uomo di legge, perdipiù incensurato. Dunque si vergogni. Come dice Davigo, gli altri paesi tolgono i diritti civili ai condannati, in Italia vogliono levarli ai magistrati.
IFQ del 19/02
indelebile
22-02-2010, 09:14
e la prima pagina del giornale? se l'avesse fatta repubblica apriti cielo, scudi umani? sciacalli della sinistra?
http://www.funize.com/images/frontpages/99445a9e3e89e52410a4e1cc4c183956.jpg?1266818790
indelebile
22-02-2010, 09:16
è da un po che non leggo il giornale su carta...ma spero che sia diverso da quello online...bisognerebbe vedere chi è che si occupa della versione online
purtroppo cè poco da fare...o qui capita qualcosa di grosso che azzeri tutto altrimenti ce ne andremo avanti così per altri 20 anni...quando le persone subiscono il lavaggio del cervello poi è difficile tornare indietro..
Vorrei raccogliere qui tutti le scelte scandalose di questo giornale che ormai è diventato un'estensione del rotolo. Iniziamo con la prima pagina di oggi. Notate la scelta delle foto (quando c'è ADP sempre incazzato, quando c'è B o Bertolaso sempre foto eroiche e statuarie). Ma notate anche la collocazione delle foto... solo di fianco agli articoli che devono attirare l'attenzione. Inoltre fate attenzione alla scelta dei titoli... Che giornalone eh? :fagiano:
http://img148.imageshack.us/img148/9118/corrierex.jpg
Basta non comprare più il "Libero Giornale Della Sera", da tempo mi sono convertito a La Repubblica (da quando Mieli si è "dimesso" più o meno).
MesserWolf
22-02-2010, 09:28
secondo me è delirante tutto ciò.....
dovresti aprire il giornale o repubblica per vedere cosa vuol dire giornale di parte.
Se le prove su cui basi il tuo discorso sono come quelle del 1° post , mi sa che siamo a livello delle scie chimiche.
Dream_River
22-02-2010, 09:31
Secondo me state raggiungendo la paranoia:fagiano:
Tant'è che non mi sembra tanto onorevole nemmeno l'ultima foto di Berlusconi che hai postato, ha un espressione un po da triglia
Io quando ho tempo di leggermi il giornale con calma (perchè il tabloid "tovaglia della domenica" non è il massimo da leggere in treno o da portarsi in borsa) compro sempre il Corriere della Sera proprio perchè ci trovi gente che scrive con ognuna le sue simpatie, varietà che si riflette anche nella sezione cultura
La Repubblica non è male, però a parte che è palesemente schierato, cosa che comunque non darebbe nemmeno fastidio perchè quelli di Repubblica sanno essere schierati comunque mantenendo professionalità e un certo tono, nella sezione Cultura ogni 2 giorni ci leggi Bauman o la Klein
nucarote
22-02-2010, 09:50
Secondo me state raggiungendo la paranoia:fagiano:
Tant'è che non mi sembra tanto onorevole nemmeno l'ultima foto di Berlusconi che hai postato, ha un espressione un po da triglia
Io quando ho tempo di leggermi il giornale con calma (perchè il tabloid "tovaglia della domenica" non è il massimo da leggere in treno o da portarsi in borsa) compro sempre il Corriere della Sera proprio perchè ci trovi gente che scrive con ognuna le sue simpatie, varietà che si riflette anche nella sezione cultura
La Repubblica non è male, però a parte che è palesemente schierato, cosa che comunque non darebbe nemmeno fastidio perchè quelli di Repubblica sanno essere schierati comunque mantenendo professionalità e un certo tono, nella sezione Cultura ogni 2 giorni ci leggi Bauman o la Klein
Quoto completamente, nonostante Mieli, rimane un giornale leggibile (al contrario di Repubblica che è quasi allo stesso livello di Libero/Giornale in quanto a partigianeria).
Fradetti
22-02-2010, 10:20
io leggo La Stampa... di solito fa articoli schierati solo se si parla di Fiat, Juve o Ferrari. Ma almeno sulla politica non è schierata troppo da una parte o troppo dall'altra.
Quoto completamente, nonostante Mieli, rimane un giornale leggibile (al contrario di Repubblica che è quasi allo stesso livello di Libero/Giornale in quanto a partigianeria).
si vede che non hai mai preso in mano il rotolo o libero... paragonarli a repubblica è da pazzi!
sia per il linguaggio usato, sia per i toni, e soprattutto per le firme... Capisco essere di parte ma l'obiettività si è persa da molto molto tempo...
io leggo La Stampa... di solito fa articoli schierati solo se si parla di Fiat, Juve o Ferrari. Ma almeno sulla politica non è schierata troppo da una parte o troppo dall'altra.curiosità: fanno le edizioni locali anche per la liguria?
girodiwino
22-02-2010, 10:45
si vede che non hai mai preso in mano il rotolo o libero... paragonarli a repubblica è da pazzi!
sia per il linguaggio usato, sia per i toni, e soprattutto per le firme... Capisco essere di parte ma l'obiettività si è persa da molto molto tempo...
Infatti...
Poi il corsera pubblica anche abbastanza spesso articli fortemente critici nei confronti del governo, ma sarà che ho gli occhialetti deberlusconi-mode...
Ma il giornale sa cosa significa razzismo?
Fradetti
22-02-2010, 12:07
curiosità: fanno le edizioni locali anche per la liguria?
Imperia sicuramente si, Savona mi pare di si, a Genova esce col corriere mercantile e a la spezia non lo so (ma quella è praticamente toscana :ciapet: :ciapet: ).
Poi a Sanremo c'è il servizio che te lo portano a casa al mattino ;)
first register
22-02-2010, 12:34
Il corriere della sera ha dimostrato un orientamento filo-berlusconiano già dall'anno scorso, (quando ricordo di aver cancellato ilcorriere.it dalla lista dei preferiti). Non ho aperto un 3d simile a questo semplicemente perchè non mi è del tutto chiaro se la "cautela" nei confronti del premier sia riservata alla figura del presidente del consiglio (dopotutto il corriere è probabilmente insieme a La Repubblica uno dei maggiori quotidiani nazionali) oppure al personaggio imprenditoriale Mister B.
Probabilmente alcuni collaboratori del corriere sono molto simili a Porro e BelPietro, dunque la redazione non ha responsabilità dirette.
:stordita:
militico
22-02-2010, 13:31
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/02/22/news/ragnatela_bertolaso-2389122/
Mi sembra che questa immagine sia dell'imparziale Repubblica...ma che immagine è!?!?!ma non mi dite che anche loro si stanno inginocchiando al "padrone" Silvio...mi sembra che abbiano ripreso una foto di Bertolaso in cui si mostra fiero ed orgoglioso...scuola Corriere della Sera...
Oramai non si capisce più niente, anche la Repubblica è a destra!!!
(da leggere con FORTE ironia)
Classico atteggiamento cospirazionista di sinistra: "se non insulti quelli che noi definiamo meritevole di insulto, fai parte della Cospirazione dei Poteri Occulti e/o sei al Soldo del Padrone".
Yawn.
Classico atteggiamento cospirazionista di sinistra: "se non insulti quelli che noi definiamo meritevole di insulto, fai parte della Cospirazione dei Poteri Occulti e/o sei al Soldo del Padrone".
Yawn.
Veramente sono i cattolici quelli che ogni volta si inventano i poteri forti e massoneria.
http://www.youtube.com/watch?v=t7Z-outP_zc
militico
22-02-2010, 13:59
Veramente sono i cattolici quelli che ogni volta si inventano i poteri forti e massoneria.
http://www.youtube.com/watch?v=t7Z-outP_zc
1. Non so cosa possano c'entrare i cattolici
2. servi fascisti al "soldo del padrone" non ricordo essere tanto cattolica come definizione!!
Vermezzese
22-02-2010, 14:04
purtroppo cè poco da fare...o qui capita qualcosa di grosso che azzeri tutto altrimenti ce ne andremo avanti così per altri 20 anni...quando le persone subiscono il lavaggio del cervello poi è difficile tornare indietro..
per 20 anni... no no crolla tutto molto prima... fidati.
sid_yanar
22-02-2010, 14:05
il rotolo e simili è da anni che utilizzano un linguaggio volgare, intriso di violenza e di odio. Il che fa più presa sui fanboys ma nel contempo li rende più individuabili. Il corsera è invece più subdolo, cerca di passare per un giornale moderato quando invece anch'esso fa oramai parte, almeno in pratica, degli house organ presidenziali.
il rotolo e simili è da anni che utilizzano un linguaggio volgare, intriso di violenza e di odio. Il che fa più presa sui fanboys ma nel contempo li rende più individuabili. Il corsera è invece più subdolo, cerca di passare per un giornale moderato quando invece anch'esso fa oramai parte, almeno in pratica, degli house organ presidenziali.
Del resto se si guardano un po' i commenti alle varie notizie capita sovente di leggere gente indignata nei confronti della "partigianeria" del Corriere.
1. Non so cosa possano c'entrare i cattolici
2. servi fascisti al "soldo del padrone" non ricordo essere tanto cattolica come definizione!!
1. L'utente che ho quotato
2. E con ciò?
eh già invece allora era fonte di saggezza e di verità:
ROMA, 8 MAR.2006(Italia Estera) - In un editoriale intitolato "La scelta del 9 aprile", il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, scrive oggi che l'Unione "ha i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni". Il direttore del quotidiano di Via Solferino spende giudizi positivi per Francesco Rutelli (che ha creato "un grande partito liberaldemocratico") e per Piero Fassino, che ha traghettato i postcomunisti nel campo riformista; ma anche per Rifondazione Comunista, di cui ricorda la svolta pacifista e l'impegno contro la scalata del "Corriere". Parole di apprezzamento anche per la Rosa nel Pugno, definita "la novità più rilevante" della campagna elettorale.
MauritiusX
22-02-2010, 14:29
Esiste UN SOLO giornale libero in Italia, nato in Rete, senza padroni e finanziato dai suoi lettori appasionati.
Invito tutti gli amanti della verità a chiederlo in edicola.
http://img341.imageshack.us/img341/3493/ilfattoquotidiano.jpg (http://img341.imageshack.us/i/ilfattoquotidiano.jpg/)
Crazy rider89
22-02-2010, 14:43
molti di noi hanno l'abbonamento (come il sottoscritto)
per questo verrò catalogato come comunista :rolleyes:
per 20 anni... no no crolla tutto molto prima... fidati.
ma spero anche in 1-2 anni...
Esiste UN SOLO giornale libero in Italia, nato in Rete, senza padroni e finanziato dai suoi lettori appasionati.
Invito tutti gli amanti della verità a chiederlo in edicola.
o dio..libero non saprei (dipende da cosa si intende per libero)..mi sembra che il FQ sia apertamente schierato su posizioni antibelusconiane..
Per quanto succede nella politica italiana, un giornale che non viene accusato di essere politicamente schierato, è un giornale in malafede.
Crazy rider89
22-02-2010, 14:57
o dio..libero non saprei (dipende da cosa si intende per libero)..mi sembra che il FQ sia apertamente schierato su posizioni antibelusconiane..
se antiberlusconiano vuol dire essere contro la corruzione, il malaffare, difendere la costituzione....allora si è antiberlusconiano...
se antiberlusconiano vuol dire essere contro la corruzione, il malaffare, difendere la costituzione....allora si è antiberlusconiano...
non solo...antiberlusconiano a prescindere..
Vincenzo1968
22-02-2010, 15:01
Il pompiere della sera
di Marco Travaglio
Ferruccio de Bortoli è un galantuomo. E il Corriere della sera è un grande quotidiano che tenta, grazie al direttore, a molti giornalisti e a pochi editorialisti, di difendere la propria indipendenza. Ora, come ai tempi del fascismo, della P2, del craxismo e del secondo governo Berlusconi, il regime gli ripresenta il conto: o bacia la sacra pantofola, anzi la scarpina con tacchi e rialzo, o è la guerra. Si ripete pari pari la scena del 2003, quando de Bortoli fu costretto ad andarsene dopo mesi di attacchi e lettere minatorie. Il Corriere aveva una sola colpa: non apparteneva al Cavaliere, dunque non passava le sue veline, ma dava le notizie. Ergo era comunista. Poi venne Mieli, ma l’importante era affermare il principio che i direttori sgraditi al Boss saltano. Mieli seguitò a dare le notizie e si permise financo un paio di critiche. Finchè il Boss disse pubblicamente che Mieli e Anselmi, direttore della Stampa, “devono cambiare mestiere”. Lo cambiarono entrambi. Al Corriere tornò de Bortoli e fece un giornale molto più accomodante del precedente: se ieri c’erano Montanelli, Biagi, Sartori, Penati, Grevi e Stella, controbilanciati da Galli della Loggia, Panebianco, Ostellino, Romano, Franco, Battista, oggi strabordano i secondi, intervallati ogni 29 febbraio da qualche pallida critica. Prima un colpo al cerchio e uno alla botte. Ora cento al cerchio e uno alla botte. Ma non basta ancora: il Corriere rimane comunista. Lo scrive de Bortoli, nell’editoriale di ieri: caro Presidente, non le bastano le dosi intensive di Galli della Loggia e Battista? No che non gli bastano. Lui è ingordo, bulimico, totalitario. Pretende sempre di più. Non basta nascondere lo scoop sulla D’Addario; o pubblicare le balle spaziali di Della Loggia sull’inesistente voltafaccia della Consulta o le corbellerie di Cerchiobattista sul regime che non c’è perché 9 giudici costituzionali su 15 non si sono appecoronati ai diktat di palazzo Grazioli; o titolare “ironia del premier” sul volgare insulto alla Bindi; o gridare al vilipendio a ogni battuta di Grillo e a ogni critica di Di Pietro, e poi dar fondo alle riserve di vaselina per minimizzare le sparate eversive di Berlusconi e Bossi (titolo di ieri: “La Lega: la Consulta va abolita. Proposta-provocazione, Pdl più cauto”). Non basta nemmeno intervistare ogni due per tre Tarak ben Ammar e Marina Berlusconi come se fossero osservatori indipendenti, e non azionisti di Mediobanca e dunque del Corriere. Il “terzismo”, semprechè sia esistito, è morto e sepolto. Serviva a tener ferma la sinistra mentre Berlusconi la menava. Ma oggi la sinistra non c’è più, o si tiene ferma da sola. Il Boss non vuole un Corriere ancor più compiacente: lo vuole suo. Lo vuole come Il Giornale, anzi ve lo ingloberebbe volentieri sotto la direzione unica di Littorio Feltri. La riduzione del danno, la modica quantità di critiche, il compromesso quotidiano non gl’interessano. Cedere ogni giorno un centimetro di libertà per salvare il salvabile non è sbagliato: è inutile. Come diceva Paolo Sylos Labini, “chi accetta il meno peggio con Berlusconi si prepara a un peggio ancora peggiore”. Come dice Vittorio Cecchi Gori che l’ha conosciuto bene, “Silvio è fatto così: se gli dai un dito, lui si prende il culo."
IFQ dell'11 ottobre 2009
non solo...antiberlusconiano a prescindere..
Guarda che è una cosa buona :huh:
militico
22-02-2010, 15:08
1. L'utente che ho quotato
2. E con ciò?
Semplicemente ti sbagli sul fatto che siano i cattolici a parlare di poteri forti e quanto altro...anche perchè l'Unità in tempi non sospetti affermava "Siamo ancora troppo pochi e sotto assedio dei poteri forti e di quelli criminali" e "i poteri forti sono da sempre gli stessi: la Confindustria e il Vaticano"...da qui forse la moda di inserire i cattolici sempre all'interno delle discussioni anche quando non c'entrano!!
Quindi non diciamo le cose per sentito dire ma informiamoci!!
Guarda che è una cosa buona :huh:
su quello siam daccordo...ma ogni tanto scappano cose che poprio non stan in piedi (vedi "censura" su servizio Giuliani)
Vincenzo1968
22-02-2010, 15:18
Tecniche di disinformazione - Manuale per una lettura critica della stampa:
http://www.cospirazione.net/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=41&Itemid=32
su quello siam daccordo...ma ogni tanto scappano cose che poprio non stan in piedi (vedi "censura" su servizio Giuliani)
Non sarà un grand'articolo, ma di cattivi in percentuale ne fanno veramente pochi ;)
MesserWolf
22-02-2010, 15:30
Tecniche di disinformazione - Manuale per una lettura critica della stampa:
http://www.cospirazione.net/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=41&Itemid=32
www.cospirazione.net ? really ? :stordita:
sid_yanar
22-02-2010, 15:39
eh già invece allora era fonte di saggezza e di verità:
ROMA, 8 MAR.2006(Italia Estera) - In un editoriale intitolato "La scelta del 9 aprile", il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, scrive oggi che l'Unione "ha i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni". Il direttore del quotidiano di Via Solferino spende giudizi positivi per Francesco Rutelli (che ha creato "un grande partito liberaldemocratico") e per Piero Fassino, che ha traghettato i postcomunisti nel campo riformista; ma anche per Rifondazione Comunista, di cui ricorda la svolta pacifista e l'impegno contro la scalata del "Corriere". Parole di apprezzamento anche per la Rosa nel Pugno, definita "la novità più rilevante" della campagna elettorale.
sei fuoristrada, allora si trattò di una dichiarazione esplicita di preferenza, costume che hanno ad esempio tutti i grandi giornali americani.
Ciò che avviene adesso è molto diverso, è una campagna a base di sporcizia, nella pratica fanno da sponda ai vari rotolo e c. inn maniera subdola e continuativa.
o dio..libero non saprei (dipende da cosa si intende per libero)..mi sembra che il FQ sia apertamente schierato su posizioni antibelusconiane..
questo lo dici tu... mi sa che non hai mai aperto una pagina del Fatto, vero?
le critiche a Di Pietro per la faccenda De Luca te le sei scordate? pure D'Alema è spesso criticato...
è normale, inoltre, che i riflettori siano puntati sulla maggioranza perchè è al governo del paese, ha responsabilità più grandi dell'opposizione... poi se il malaffare è maggiormente nel PDL & company, non è mica colpa loro.. :O
Crazy rider89
22-02-2010, 16:15
su quello siam daccordo...ma ogni tanto scappano cose che poprio non stan in piedi (vedi "censura" su servizio Giuliani)
il FQ non ha risparmiato mai a nessuno...Di Pietro, Bersani, Del Bono, ecc...
questo lo dici tu... mi sa che non hai mai aperto una pagina del Fatto, vero?
le critiche a Di Pietro per la faccenda De Luca te le sei scordate? pure D'Alema è spesso criticato...
è normale, inoltre, che i riflettori siano puntati sulla maggioranza perchè è al governo del paese, ha responsabilità più grandi dell'opposizione... poi se il malaffare è maggiormente nel PDL & company, non è mica colpa loro.. :O
e tu da dove arrivi? dalla luna?
dare contro a di pietro(per la sola questione di luca) è un chiaro segnale che questo giornale non è antiberlusconiano...poi se si dà contro addirittura a d'alema(:rolleyes:) allora si ha la quadratura del cerchio....:muro:
il FQ non ha risparmiato mai a nessuno...Di Pietro, Bersani, Del Bono, ecc...
su di pietro ho già riferito.
su bersani ecc del PDmenoElle la mia risposta e contenuta in questo messaggio. dai non è difficile...
MauritiusX
22-02-2010, 16:20
ma spero anche in 1-2 anni...
o dio..libero non saprei (dipende da cosa si intende per libero)..mi sembra che il FQ sia apertamente schierato su posizioni antibelusconiane..
Forse perche' essere antiberlusconiani visto il regime che si è instaurato equivale ad essere liberi ? sveglia !
e tu da dove arrivi? dalla luna?
dare contro a di pietro(per la sola questione di luca) è un chiaro segnale che questo giornale non è antiberlusconiano...poi se si dà contro addirittura a d'alema(:rolleyes:) allora si ha la quadratura del cerchio....:muro:
Quelli erano solo esempi... non ti posso mica mettere ogni critica al centrosinistra che arriva dal FQ... basta comprarlo per vedere... :O
Forse perche' essere antiberlusconiani visto il regime che si è instaurato equivale ad essere liberi ? sveglia !
ah ok mi scuso, non avevo tenuto in considerazione la tua quantomai illuminante relazione d'equivalenza....:rolleyes:
Quelli erano solo esempi... non ti posso mica mettere ogni critica al centrosinistra che arriva dal FQ... basta comprarlo per vedere... :O
vedo che non hai compreso che per me pdl-pd sono la stessa cosa..
Crazy rider89
22-02-2010, 16:31
vedo che non hai compreso che per me pdl-pd sono la stessa cosa..
ma guarda sono d'accordissimo con te su questo, ma il FQ più di far inchieste e svelare la melma della politica (non importa di quale partito), che deve fare?
vedo che non hai compreso che per me pdl-pd sono la stessa cosa..
embè
beh il centrosinistra non è solo PD, come il centrodestra non è solo il PDL....
tra l'altro il FQ critica a 360°, critica un pò tutta la classe politica... che poi te consideri il PD uguale al PDL non cambia il fatto che è un giornale non sottoposto al padrone...
sei fuoristrada, allora si trattò di una dichiarazione esplicita di preferenza, costume che hanno ad esempio tutti i grandi giornali americani.
Ciò che avviene adesso è molto diverso, è una campagna a base di sporcizia, nella pratica fanno da sponda ai vari rotolo e c. inn maniera subdola e continuativa.
ok ma chi c'è dietro quel giornale travestito da giornale di opinione è lo stesso che c'era nel 2006. allora scriveva diversamente tanto è vero che si augurava la sparizione politica di Berlusconi.
la coerenza non è nella politica difatti lo stesso Mieli scriveva:
Nelle ultime parole dell'editoriale, una coda velenosa per Silvio Berlusconi: Mieli dice che sarà un bene se nel centrodestra cresceranno le due punte alternative al premier, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.
Dream_River
22-02-2010, 17:02
eh già invece allora era fonte di saggezza e di verità:
ROMA, 8 MAR.2006(Italia Estera) - In un editoriale intitolato "La scelta del 9 aprile", il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli, scrive oggi che l'Unione "ha i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni". Il direttore del quotidiano di Via Solferino spende giudizi positivi per Francesco Rutelli (che ha creato "un grande partito liberaldemocratico") e per Piero Fassino, che ha traghettato i postcomunisti nel campo riformista; ma anche per Rifondazione Comunista, di cui ricorda la svolta pacifista e l'impegno contro la scalata del "Corriere". Parole di apprezzamento anche per la Rosa nel Pugno, definita "la novità più rilevante" della campagna elettorale.
Articoli ad orologeria (retroattiva) !!!!:mad:
In realtà quel articolo l'ho scritto Travaglio sotto mentite spoglie! :sofico:
molti di noi hanno l'abbonamento (come il sottoscritto)
per questo verrò catalogato come comunista :rolleyes:
Ma veramente nessuno a mai detto che IFQ sia comunista (Anche se certi articoli del IFQ in effetti mi fanno scaricare un pò di bile, ma va bhè, per fortuna non sono moltissimi), e che qua ormai se non veneri una linea e tutti i suoi totem sei un servo di Berlusconi
Certa gente ha forza di dire la caccia ai motorini azzurri e finita per diventarne complementare
Tecniche di disinformazione - Manuale per una lettura critica della stampa:
http://www.cospirazione.net/index2.php?option=com_docman&task=doc_view&gid=41&Itemid=32
Ma ROTFL!!! :rotfl: :rotfl: :rotfl:
sid_yanar
22-02-2010, 17:18
ok ma chi c'è dietro quel giornale travestito da giornale di opinione è lo stesso che c'era nel 2006. allora scriveva diversamente tanto è vero che si augurava la sparizione politica di Berlusconi.
la coerenza non è nella politica difatti lo stesso Mieli scriveva:
Nelle ultime parole dell'editoriale, una coda velenosa per Silvio Berlusconi: Mieli dice che sarà un bene se nel centrodestra cresceranno le due punte alternative al premier, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.
vero, secondo me però le due cose sono su piani diversi. Nessuno si meraviglia delle posizioni de l'unità piuttosto che del secolo d'italia, ed allo stesso modo quella del corsera era una dichiarazione esplicita...sono preoccupanti invece le campagne in stile pravda/rotolo, non credo siano deontologiche, per così dire.
Vincenzo1968
22-02-2010, 17:55
Ma ROTFL!!! :rotfl: :rotfl: :rotfl:
"Si faccia un'altra bella risata su questo gran paio di baffi!" (Totò).
Questo link ti aggrada?
http://www.libreriauniversitaria.it/tecniche-disinformazione-manuale-lettura-critica/libro/9788879812412
Descrizione
L'opinione pubblica costituisce un elemento fondamentale per la stabilità del sistema. Ogni giorno in una società mediatica l'opinione pubblica si forma attraverso i media. La verità è ciò che i media ci propongono come verità. Ciò che non è riportato dai media non esiste e quello che esiste è solo nella forma in cui è riportato. Il libro è un vero e proprio manuale sulle tecniche di controllo dell'informazione e sulle tecniche per far apparire vere e obiettive le notizie. L'analisi è puntuale e va dalla fonte delle notizie (agenzie di stampa) al trattamento delle notizie, alla collocazione nelle pagine, alla titolazione, alla sovrainformazione, al linguaggio usato, all'informazione visiva.
:)
ma guarda sono d'accordissimo con te su questo, ma il FQ più di far inchieste e svelare la melma della politica (non importa di quale partito), che deve fare?
ma io ho ben poco se non niente contro il FQ, ho solo contestato che non si tratta proprio di giornale libero...dove libero(in giornalismo) si associa molto volentieri il termine obiettivo...e mi spiace dirlo ma in italia di giornali nazionali obiettivi non ce ne sono...
embè
beh il centrosinistra non è solo PD, come il centrodestra non è solo il PDL....
tra l'altro il FQ critica a 360°, critica un pò tutta la classe politica... che poi te consideri il PD uguale al PDL non cambia il fatto che è un giornale non sottoposto al padrone...
beh il centrosinista è 80 pd e 20 idv...
poi seguendo il tuo ragionamento pensa che anche il rotolo è un giornale che critica a 360...ogni tanto quando voglio farmi qualche risata non manca qualche articoletto verso il pdl...
zerothehero
22-02-2010, 20:35
Classico atteggiamento cospirazionista di sinistra: "se non insulti quelli che noi definiamo meritevole di insulto, fai parte della Cospirazione dei Poteri Occulti e/o sei al Soldo del Padrone".
Yawn.
Quando i supporter del "Fatto" e di "Grillo& Di Pietro" fanno un campagna, non la mollano per i prossimi due secoli. :asd:
zerothehero
22-02-2010, 20:36
Esiste UN SOLO giornale libero in Italia, nato in Rete, senza padroni e finanziato dai suoi lettori appasionati.
Invito tutti gli amanti della verità a chiederlo in edicola.
Amen.
La nuova Bibbia. :eek:
Amen.
La nuova Bibbia. :eek:
No, loro quando sbagliano non possono dire di aver fatto uso di metafore e allegorie.
Continuate a leggere il Corrierone :fagiano:
(..cut..) Certo, poi si può fingere, come fa il presidente del Consiglio che tutto questa avvenga perché gli uomini politici partecipano a trasmissioni televisive definite “pollaio”. E magari ci si può persino compiacere se il maggiore quotidiano italiano, come ha fatto ieri il Corriere della Sera, decida di non dare spazio in prima pagina alla notizia dell’arresto in flagranza di reato del presidente della Commissione urbanistica del comune di Milano, Milko Pennisi, impegnato proprio in questi giorni nell’esame del nuovo piano regolatore della città. Ma la realtà è quella che è. Diciotto anni dopo Mani Pulite, l’Italia è tornata ad essere un paese di ladri. Con una importante differenza. Legislatura dopo legislatura alle guardie sono state progressivamente tolte le armi.(..cut..)
Peter Gomez -IFQ 13/02
Continuate a leggere il Corrierone :fagiano:
Si vergogni, è incensurato
Marco Travaglio
(...cut...) Dopo aver linciato Di Pietro per una foto che lo ritraeva a cena, nel 1992, con carabinieri e investigatori incensurati, il quotidiano di via Solferino l’ha molto elogiato per l’appoggio a De Luca, definito “svolta moderata”. Come se la moderazione fosse direttamente proporzionale ai capi d’imputazione. Poi però Di Pietro ha candidato, come capolista dell’Idv in Puglia, un magistrato barese, Lorenzo Nicastro, che aveva addirittura osato indagare sul ministro Fitto (poi rinviato due volte a giudizio da altrettanti gip) e su esponenti del centrosinistra. Anziché felicitarsi perché, dopo tanti ladri, la Puglia rischia di avere un uomo di legge come assessore alla Sanità, il Pompiere ha istruito un processo vagamente staliniano contro il povero pm candidato con l’ex pm. “Davvero lei non prova imbarazzo?”, gli ha domandato nell’intervista-terzo grado l’inviato pompieresco, “nemmeno un filo?”, “ci pensi bene”, “a lei che è un giudice sembra morale candidarsi?” (il pezzo si conclude con un decisivo accenno alla “calvizie che lo tormenta inesorabile”). Ecco: se uno candida un imputato o un condannato, è morale. Se uno candida un magistrato, è immorale.
Ha detto qualcosa del genere, perdendo un’ottima occasione per tacere, anche l’Anm, che già si era segnalata per un vibrante attacco alla candidatura di De Magistris, peraltro cacciato dalla sua Procura nel silenzio o col plauso della magistratura associata (silente, invece, sulle decine di magistrati, quasi mai dimissionari, che siedono nelle file del Pd, del Pdl e persino dell’Udc). E così, mentre nessuno dice nulla sui 22 pregiudicati che siedono in Parlamento e sugli 80 fra indagati, imputati, condannati in via provvisoria e miracolati dalla prescrizione, si scatena la caccia al magistrato candidato al consiglio regionale. Una cosa orrenda. Il povero Nicastro non credeva ai suoi orecchi, dinanzi a quelle domande: “Io non sono mica un contrabbandiere o uno spacciatore…”, provava a rispondere. Beata ingenuità: se fosse un delinquente, nessuno gli darebbe dell’immorale. Il guaio è che è un uomo di legge, perdipiù incensurato. Dunque si vergogni. Come dice Davigo, gli altri paesi tolgono i diritti civili ai condannati, in Italia vogliono levarli ai magistrati.
IFQ del 19/02
Che giornalone il corrierone :fagiano:
Bertoldo, Bertoldino e Bertolaso
di Marco Travaglio
Mentre tutto frana e i tappi saltano, ci restano due o tre certezze, due o tre punti fermi a cui appigliarci. E dobbiamo ancora una volta ringraziare il Pompiere della Sera per averceli regalati. Il primo è il nepotismo. Pensavate che fosse una cosa brutta? Nossignori. L’ambasciatore Romano indossa la feluca e sentenzia: “Vi sono occasioni e circostanze in cui la scelta di un uomo o di una donna non dipende soltanto dal loro profilo professionale, ma anche dal clima di sintonia, affinità culturale e fiducia reciproca che occorre sul luogo di lavoro. Nella diplomazia e nella politica… La trasmissione di un mestiere da una generazione a un’altra non è soltanto nepotismo”. Evviva: ritorna la legge salica, la trasmissione delle cariche di padre in figlio. Wow, come siamo moderni! La seconda certezza è Bertolaso specializzato, più che nel nepotismo, nel cognatismo. Nonostante tutto ciò che emerge ogni giorno a suo carico (anche dalle cronache del Corriere), è già tornato in odore di santità. Fior da fiore dal severo ritratto di Fabrizio Roncone. “Nervi di ferro”. “Forza d’animo”. “Il comandante”. “Occhi di ghiaccio”, e questo “non è un altro stupido modo di dire”. Anzi. Davanti a San Guido, il cronista innamorato scopre pure “dosi di innegabile astuzia dialettica” e “una calma che può venire solo dal talento e dal mestiere”. “Rassicurante”. “Lucido, da subito”. “Sicuro, netto”. “Alla sua posta elettronica scrivono a centinaia”. E poi “un mucchio di sms”, non solo da Anemone. “Il coraggio spavaldo con cui prima indossa un abito grigio davanti alla commissione Ambiente (applaudito da una scolaresca) per dire ‘sono dimissionario, ma resto perché il governo me lo chiede’; poi, al tramonto, infila il maglioncino blu da battaglia e accetta di essere ospite a Ballarò, dove gli fanno trovare Di Pietro”. Non una massaggiatrice: Di Pietro. “Rischia, e gli va bene. La voce non gli si spezza, tutt’altro”. Alla fine “molti del pubblico gli chiedono autografi”. Forse anche l’implacabile Floris. “Scena destinata a ripetersi a Matrix”, dove lo mette all’angolo il feroce Lesso Vinci. E la moglie Gloria intanto che fa? “Tace composta”. E le figlie Chiara e Olivia? “Scrivono una commossa lettera”. E lui? “Capisce che è il momento di tornare sull’elicottero”. E via, verso le nuove catastrofi calabro-sicule contro cui la Protezione civile non ha fatto una mazza, ma lui non c’era, e se c’era dormiva, e se non dormiva lasciava sperperare 300-600 milioni per il G8 fantasma alla Maddalena o per le piscine troppo lunghe per i Mondiali di Nuoto. Infatti “la gente gridava evviva. Lui, come sempre: mettendo su la faccia d’uno di cui ci si può fidare”. Se si ha la fortuna di rimanere vivi. Sistemato Bertolaso, il Pompiere si dedica al “principe tronista”, al secolo Emanuele Filiberto di Savoia, che in pochi mesi è riuscito a trasformare gli ultimi monarchici in sfegatati repubblicani e, in un solo Festival, a sputtanare quel che resta della cultura di destra con la partecipazione straordinaria di Pupo e Lippi. Un trust di cervelli. Del nobiluomo si occupa Aldo Cazzullo, altra penna acuminata. “Piace a una vasta platea degli italiani”. Del resto “nutrire sentimenti negativi per lui è davvero difficile”. “Bello, educato, sempre sorridente anche sotto i fischi”. Ecco: non è una paresi, è un sorriso. “Pettinato da cristiano e vestito da manager: camicia bianca, giacca e cravatta, però con risvolti tricolori”. “Se Umberto non riconobbe mai la Repubblica, se Vittorio Emanuele pasticciò con parole contraddittorie, il giovane principe non si è mai posto il problema”. Che non conosca la differenza fra Monarchia e Repubblica? No, è che “si è gettato nello star system battendo prima la strada della politica”. Nell’Udc. Risultato: 4 mila voti, 0,4%, la prova che piace a una vasta platea. Complice lo spot delle olive, suscita “l’orgoglio emotivo per il paese più antico e bello del mondo”. Tant’è che addirittura “dialoga in eurovisione con Pupo”. Come diceva Montanelli, “i Savoia sono come le patate: la parte migliore è sottoterra”.
IFQ di oggi
Continuate a leggere il Corrierone :fagiano:
Un colpo al cerchio e l’altro pure
di Marco Travaglio
Dieci anni fa il Corriere della Sera pubblicava in prima pagina Montanelli, Biagi, Sartori e poi, per bilanciare, Galli della Loggia, Panebianco, Ostellino, Romano e Battista. Era il Corriere cerchiobottista. Ora che Montanelli e Biagi non ci sono più e Sartori è confinato alla settimana dei tre giovedì, il cerchiobottismo è divenuto bottismo: niente colpi al cerchio, solo alla botte. Il Pompiere della Sera.
Ma il Banana è ingordo, bulimico, non s’accontenta. Così persino Ernesto Galli della Loggia diventa un pericoloso sovversivo, solo perché ribadisce una sua vecchia analisi, alla luce delle ultime faide e gaglioffate del centrodestra: Forza Italia, o come diavolo si chiama, è un partito di plastica. Anticipato nelle rassegne stampa di tarda sera, l’editoriale scompare dalla prima pagina nel breve tragitto fra la direzione e le rotative. Poi, ieri, la toppa peggiore del buco: “Errore tecnico, il pezzo esce domani”. Chissà, senza le rassegne stampa, che fine avrebbe fatto. Così il regime, dopo il black-out dell’informazione tv, riesce a sbianchettare le ultime pallide critiche da un giornale comunque amico.
In attesa che l’irriconoscibile De Bortoli venga rimpiazzato direttamente da Feltri o Rossella (Belpietro sarebbe troppo) e che all’uscio di via Solferino sorga il monumento equestre al Banana, meritano un encomio solenne Pigi Battista, anzi Bottista, e Massimo Franco. Fedeli alla linea fino all’ultimo, impermeabili a quest’arietta di fine impero, sordi agli scricchiolii del regime, seguitano impavidi e imperterriti a suonare le trombette per il Banana, pronti a seguirlo ovunque, anche nell’ultimo bunker.
Ieri i due praticanti dello studio Ghedini ce l’avevano entrambi col Tribunale di Milano, reo di aver proseguito il processo Mediaset nonostante il Consiglio dei ministri convocato in contemporanea dal Banana per svignarsela un’altra volta. Secondo Bottista, i giudici “sostengono che presiedere il Cdm non è legittimo impedimento”, e così “autorizzano il premier a scorgere un accanimento” ai suoi danni e “delegittimano il governo agli occhi dell’opinione pubblica”, considerandolo “un optional, un passatempo, una cerimonia vuota, una copertura”, accecati dalle loro “antipatie politiche”.
Franco, in stereofonia, oltre a scambiare il Tribunale per la Procura, scrive che i magistrati “contestano gli impegni del governo” e aprono “un conflitto istituzionale pericoloso e scivoloso”. Poi mette sullo stesso piano “due verità inconciliabili”: “il pregiudizio dei magistrati, convinti che il premier si stia sottraendo alla giustizia inventando scuse” (pensa un po’ alle volte cosa vanno a pensare); “e quello di Berlusconi per il quale la Procura lo perseguita per motivi politici dal 1994, costringendolo a difendersi”. A questo punto il lettore dirà: se le due verità sono inconciliabili, una delle due è una bugia e Franco, essendo un giornalista, è pagato apposta per dire la verità. Invece lui le butta lì entrambe, le chiama “scontro fra Palazzo Chigi e Procure”, dice che non si sa “chi abbia cominciato”. Ma poi, da buon bottista, dà ragione al Banana: se ha spostato il Cdm nel giorno dell’udienza “è possibile che siano sorti problemi tali da cambiare il giorno”. Quali? Franco non li sa, del resto è solo il notista politico del Corriere. Li dà per letti. Se lui e Bottista leggessero almeno il giornale su cui scrivono, scoprirebbero da Ferrarella che il Tribunale non nega che il Cdm sia un legittimo impedimento, anzi afferma che lo è, e pure “assoluto”. Infatti ha chiesto a B. una data libera, cancellando tre udienze; B. ha indicato il 1° marzo; i giudici hanno fissato l’udienza; il 24 febbraio B. ha piazzato un Cdm proprio il 1° marzo senz’alcuna urgenza (sei giorni prima) e senza dimostrarla; dunque, siccome per la Consulta le esigenze di giustizia e di governo sono di pari livello, l’impedimento stavolta non è legittimo. Cioè: Bottista e Franco, come Minzolingua, hanno raccontato balle. Che infatti sono rimaste in pagina. Non si censurano le balle, ma la verità.
IFQ 3 MARZO 2010
ConteZero
03-03-2010, 10:26
Quest'idea dell'"ultimo bunker" m'ha fatto ridere.
"Berlusconi ha deciso di suicidarsi anziché cadere nelle mani dei comunisti, ha scelto il cianuro per sé e per i suoi cari".
"Nel pomeriggio un corriere TNT ha ritirato le pillole al veleno per un migliaio di starlette ed aspiranti tali sparse in tutt'Italia".
(Questa con la faccia di Luttazzi sarebbe fenomenale)
http://img522.imageshack.us/img522/3420/corrierediberlusconi.jpg
“Spazio lasciato”? No, rimpiazzato
QUEL CHE NON TORNA NELLA “VERITÀ” DI VIA SOLFERINO
“Errore tecnico” ha spiegato ieri il Corriere della Sera: l’articolo di Ernesto Galli della Loggia la direzione aveva deciso di rinviarlo di un giorno “per lasciare spazio a un editoriale di Sergio Rizzo sul disegno di legge anti-corruzione appena approvato dal governo”. E però a guardare bene la prima pagina del quotidiano di via Solferino - che è stata data comunque alle stampe in una “primissima” edizione arrivata in mezza Europa prima della “correzione” - si deduce qualcos’altro. Per esempio che l’articolo di Rizzo era già perfettamente sistemato in pagina, sotto il richiamo appunto - nella parte destra del quotidiano, come si vede bene nello schema sopra - dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del ddl contro la corruzione - “norme estese ai parlamentari” specificava il titolo. Dunque non un “lasciar spazio”, ma più esattamente un sostituire.
Un giornale o la escort delle lobby? :fagiano:
I Berlusconi, Geronzi e Ligresti: chi comanda dentro Rcs
MARINA SI RAFFORZA DENTRO MEDIOBANCA MENTRE ROTELLI È MENO SICURO DELLA PRESIDENZA
di Giovanna Lantini
Per capire quello ch succede dentro il Corriere della Sera bisogna sempre osservare come cambiano gli equilibri nel suo azionariato. E i movimenti nel capitale di Mediobanca registrati nei giorni scorsi non sono certo casuali. Soprattutto visto che si tratta di quelli della famiglia Berlusconi, che, dopo essere silenziosamente entrata, a fine 2007, nel patto di sindacato di Mediobanca attraverso Fininvest, nei giorni scorsi ha arrotondato la propria quota (il 2,2 per cento di cui la metà circa nel patto di controllo che va affiancato al 3,38 per cento in mano alla Mediolanum di Ennio Doris e della stessa Fininvest).
In condizioni normali l’acquisto di 40.000 titoli Medio-banca sarebbe poca cosa: appena 331 mila euro di investimento. Ma lo shopping riguarda il salotto buono della finanza italiana, che controlla il 14,20 per cento di Rcs Mediagroup. In pratica il primo azionista assoluto dell’azienda editoriale proprietaria del Corriere della Sera. Tuttavia il pacchetto è vincolato a un patto di sindacato, di blocco e di consultazione che, per “assicurare la stabilità della compagine sociale e l’unicità di indirizzo nella gestione sociale”, riunisce sotto di sé il 63,5 per cento del capitale della società.
Tra gli aderenti al patto, subito dopo Mediobanca c’è la Fiat (10,2 per cento), che ha sempre definito strategica la partecipazione. A seguire, le quote della famiglia Pesenti (7,419 per cento) storicamente allineata con la vecchia guardia; Diego Della Valle (5,4 per cento) i cui rapporti col premier non sono stati privi di frizioni; la Fondiaria-Sai della famiglia Ligresti (5,27 per cento) dal passato craxiano e vicina al presidente di Mediobanca Cesare Geronzi, a sua volta vicino al presidente del Consiglio. E ancora, la Pirelli di Marco Tronchetti Provera (5,2percento), che nelle scorse settimane era stato accreditato da più parti (tranne che dall’interessato) come candidato alla successione di Geronzi sulla plancia di comando di Mediobanca; poi c’è Intesa Sanpaolo (4,92 per cento) che dopo il gelo con il governo e, soprattutto, con il Tesoro, ha recentemente iniziato a mandare dei segnali più o meno velati di distensione; la Sinpar della famiglia Lucchini (2 per cento) e la Merloni Invest (2 per cento) di Francesco Merloni, fratello dell’Antonio titolare del gruppo marchigiano di elettrodomestici. Chiudono la lista la finanziaria Mittel (1,2 per cento) presieduta dal numero uno di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, Er.Fin (1,2 per cento) ed Edison (1 per cento).
L’accordo, che doveva scadere nel 2009, è stato rinnovato a sorpresa e quindi blindato, alla vigilia delle Politiche del 2008. La nuova scadenza è per il 14 marzo del 2011, ma chi volesse uscire dovrà presentare la propria disdetta entro il prossimo 14 settembre. Scadenze non da poco, tanto più che fuori dalla porta c’è un signore che da solo ha in mano l’11 per cento del gruppo editoriale e che dallo scorso aprile può contare su due uomini nel board della casa editrice. Si tratta di Giuseppe Rotelli, imprenditore delle cliniche milanesi discretamente vicino al premier e chedieciannifaharilevatolestrutture sanitarie milanesi di Antonino Ligresti dando vita al più importante polo sanitario privato della Lombardia, recentemente finito sotto inchiesta con l’ipotesi di truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e falso. Su Rotelli, nelle scorse settimane, si sono concentrate le attese di un avvicendamento ai vertici di Rcs Quotidiani, ipotesi che al momento sembra in stallo. Entro l’assemblea dei soci di aprile dovrà sbloccarsi in un senso o nell’altro, tanto più che la casa editrice, fortemente esposta su un paese in grande difficoltà come la Spagna, ha urgenza di affrontare il nodo di un debito da un miliardo di euro. E non è escluso che ai numerosi soci del gruppo, verrà presto posta l’alternativa tra mettere mano ai portafogli già messi a dura prova dalla crisi o levare le tende per fare posto ad altri
IFQ di oggi
Mentre anche quotidiani non certo di sinistra come La Stampa parlano di golpe... il Corrierone guardate che bel titolone sceglie:
http://img229.imageshack.us/img229/8710/corriere.jpg
:rolleyes:
Continuate a leggere questo giornalone :fagiano:
Max 9000
06-03-2010, 11:09
si vede che non hai mai preso in mano il rotolo o libero... paragonarli a repubblica è da pazzi!
sia per il linguaggio usato, sia per i toni, e soprattutto per le firme... Capisco essere di parte ma l'obiettività si è persa da molto molto tempo...
*
zerothehero
06-03-2010, 12:05
Che l'uomo del Fatto non ami il Corriere (cioè la concorrenza) non è una novità. :asd:
Continua l'indignazione del giornalone neutrale, titolone in prima pagina:
http://img443.imageshack.us/img443/7712/indignazionecorriere.jpg
:rolleyes:
ConteZero
07-03-2010, 11:20
Vorrei vedere cosa dicono i vari studenti (ed i laureati) di Giurisprudenza in merito.
zerothehero
07-03-2010, 12:19
Continua l'indignazione del giornalone neutrale, titolone in prima pagina:
:rolleyes:
Ehm, quindi? :confused:
Continuano le foto improponibili di ADP sul corriere, solo zerothehero può pensare che sia tutto un caso (e ce ne vuole coraggio) :fagiano:
http://img442.imageshack.us/img442/3776/dipietrocorriere.jpg
spinbird
07-03-2010, 17:34
solo le agenzie stampa non sono schierate
i giornali hanno tutti un orientamento, chi più chi meno forte
si può cambiare il giorno dopo
se ne possono prendere più di uno lo stesso giorno
dov'è il problema?
http://img442.imageshack.us/img442/3776/dipietrocorriere.jpg
:rotfl:
dov'è il problema?
Nessun problema. Basta prendere atto dell'attuale ed estremo schieramento del corriere della sera: il giornale equilibrato :asd:
indelebile
07-03-2010, 23:08
anche questa immagine non è male
http://img535.imageshack.us/img535/3347/91797718.jpg
spinbird
07-03-2010, 23:22
a me sembra la solita faccia di dipietro
o almeno è la sua espressione standard che tiene il 90% del tempo
solo le agenzie stampa non sono schierate
i giornali hanno tutti un orientamento, chi più chi meno forte
si può cambiare il giorno dopo
se ne possono prendere più di uno lo stesso giorno
dov'è il problema?
il problema è riconoscerlo e non spacciarsi per equidistanti.
a me sembra la solita faccia di dipietro
o almeno è la sua espressione standard che tiene il 90% del tempo
http://img.skitch.com/20100308-m4fjb7cr9swr6n7iinq738j9in.jpg
sono imbarazzanti le immagini che scelgono per ADP... :rolleyes:
Preso e letto il corriere o solo visto il sito con queste immagini "incriminate"?
L'ultima volta che l'ho letto non l'ho trovato pro-berlusconi, non era contro come Repubblica ma è totalmente diverso da un giornale di parte (che è quello che lo elogia tipo Il Giornale)
Dà le notizie guardandosi il più possibile dallo schierarsi, il motivo per il quale probabilmente non è piaciuto l'articolo anti-pdl (poi da quel che dicono pubblicato il giorno dopo)
Perché non schierarsi contro dovrebbe diventare essere dalla sua parte? Sono due cose diverse
PS: ma questo che sito è? http://www.corriere.it/editoriali/10_marzo_07/comunisti-involontari-editoriale-ernesto-galli-della-loggia_66123518-29c1-11df-8fa3-00144f02aabe.shtml
a me sembra la solita faccia di dipietro
o almeno è la sua espressione standard che tiene il 90% del tempo
Ma dai. Non facciamo gli ingenui.
Le immagini sono mille volte più potenti delle parole e i giornalisti di professione lo sanno bene.
Non è un caso questa scelta RIDICOLA di foto di ADP. Il corriere è schierato quanto Il Giornale o Libero... altro che neutrale.
Magari è ridicola se guardata con superficialità ( e gli occhi dell'ammoree :D ) ma almeno in questi casi l'immagine rende meglio di 1000 parole quanto è incazzato adp in questi giorni
zerothehero
08-03-2010, 15:38
Ma dai. Non facciamo gli ingenui.
Le immagini sono mille volte più potenti delle parole e i giornalisti di professione lo sanno bene.
Non è un caso questa scelta RIDICOLA di foto di ADP. Il corriere è schierato quanto Il Giornale o Libero... altro che neutrale.
Guarda che non siamo in Corea del nord col Caro Leader. :O
appunto siamo in italia con il vecchio leader pieno di soldi e che controlla la più grande azienda di pubblicità....
E stranamente da quando ha proferito parola dicendo di non fare pubblicità ai giornali contro di lui (che bello un uomo delle istituzioni che dice a se stesso di non far pubblicità ai giornali a lui avversi...) anche il pompiere da contro a DP... non a tutta l'opposizione, solo a DP...
e poi le foto di questi giorni sono una cosa scandalosa...
zanardi84
09-03-2010, 08:29
Per chi dice che la Repubblica è di parte, vorrei ricordare che nella presentazione di tutti i partiti/movimenti hanno puntualmente dimenticato le liste a 5 stelle di Beppe Grillo. Capisco che non ha fatto campagna elettorale sui giornali, nelle radio e in tv e che non ha i pronostici dalla sua, ma è pur sempre un candidato, oltretutto con idee molto interessanti e nuove.
Pessimo De Bortoli a Che Tempo Che Fa:rolleyes:
Continuate a leggere questo giornalone :fagiano: :fagiano:
Ride il telefono
di Marco Travaglio
C’è un solo genere letterario più avvincente delle intercettazioni: i commenti alle intercettazioni sui giornali berlusconiani e “riformisti” (cioè berlusconiani non appartenenti a Berlusconi). La linea di quelli berlusconiani doc è nota: dipende da chi è l’intercettato. Se è Berlusconi, le intercettazioni non si devono pubblicare, anzi non si devono proprio fare. Se è qualcuno del centrosinistra, si devono fare e pubblicare anche se coperte da segreto. Infatti, ora che c’è di mezzo il padrone, il Geniale chiede addirittura di “intercettare i magistrati” per “scoprire e punire chi passa notizie ai giornali”. E’ lo stesso Geniale che pubblicò testualmente quelle segrete (neppure trascritte) tra Fassino e Consorte prima delle elezioni del 2006, conservate in cassaforte dalla Procura in attesa di inviarle al gip e di lì alla Camera. E’ lo stesso Geniale che pubblicò le foto di un non indagato a proposito di una vicenda privata (Sircana in auto nei pressi di un trans), estranee al fascicolo processuale. Poi Panorama pubblicò le telefonate segrete tra il premier Prodi e alcuni personaggi che ne raccomandavano altri. E noi, convinti che il giornalista debba pubblicare tutte le notizie d’interesse pubblico, segrete o non segrete, di provenienza giudiziaria o diversa, scrivemmo che il Geniale e Panorama avevano fatto benissimo, anche violando il segreto (per Fassino e Prodi) e la privacy (di Sircana), visto che si trattava di personaggi pubblici e, nel terzo caso, di un tentato ricatto. Ma noi scriviamo per i lettori, non per il padrone.
Poi ci sono i giornali berlusconiani del secondo tipo: quelli terzisti e “riformisti”. Sono tutti lì a spaccare il capello in quattro pur di non parlare dei fatti che disturbano le loro opinioni, anzi le smentiscono. Si domandano dov’è il reato, come se minacciare il presidente dell’Agcom e il dg della Rai perché trovino un pretesto per chiudere Annozero fosse cosa lecita (l’ha spiegato ieri il procuratore Capristo, rispondendo alla richiesta-boomerang del geniale Ghedini, quali sono i reati: vedi agli articoli 317 e 338 del Codice penale). S’interrogano pensosi sulla competenza di Trani, come se la questione si ponesse durante le indagini e non alla fine. Chiedono – per le penne di Macaluso jr. e di Cerchiobattista – di “attendere una sentenza definitiva” per giudicare ciò che è già sotto gli occhi di tutti. Ecco: se vedono un tipo uscire da una banca in mascherina e calzamaglia col sacco pieno, questi aspettano la Cassazione per gridare al ladro. Intendiamoci: la costernazione dei “liberali” del Pompiere della Sera dinanzi alle intercettazioni raccontate dal Fatto è comprensibile. Da anni si affannano a spiegare che: il miglior alleato del Banana è Di Pietro; chi racconta i processi al Banana fa il suo gioco; ogni puntata di Annozero gli regala migliaia di voti; e, naturalmente, la tv non sposta voti. A furia di ripeterlo, sono riusciti a convincerne i leader del Pd e di mezza sinistra, che infatti detestano Di Pietro e Santoro, non parlano dei processi al Banana e il conflitto d’interessi non solo non l’hanno mai risolto, ma manco lo nominano più. Poi purtroppo, a sbugiardarli, provvedono le intercettazioni: dal crac Hdc al caso Saccà allo scandalo Scodinzolini-Agcom, immortalano regolarmente il Banana tutto preso a cancellare Di Pietro dalle tv (Mentana fu cacciato per averlo invitato a Matrix e Costanzo ha rivelato che il Banana lo chiamava solo quando aveva l’ex pm nel suo Show), a fucilare Annozero (come già Sciuscià), a bloccare i programmi che parlano dei suoi processi e cioè a dimostrare che la tv i voti li sposta eccome. In fatti la tv è e rimane sua. Mai una volta che lo si senta dire: “Di Pietro e Santoro mi fanno guadagnare voti, dunque li voglio in onda 24 ore su 24 a parlare dei miei processi”. Ecco: Di Pietro e Santoro sono i suoi migliori alleati (diversamente da Casini e D’Alema, vere spine nel fianco), ma il Banana non lo sa: non se n’è mai accorto. Qualcuno, per favore, lo informi. Oppure avverta i pompieri della sera che è ora di cambiare musica.
IFQ di oggi
L’amorale della favola
di Marco Travaglio
Fra qualche anno – ha detto Piercamillo Davigo in un recente incontro a Milano – gli storici tenteranno vanamente di comprendere la nostra epoca. Alla fine penseranno a una malattia, a un’epidemia”.
Poi sfoglieranno le collezioni del Pompiere della Sera e capiranno molte cose, così come gli studiosi del consenso mussoliniano non possono prescindere dal ruolo avuto nel Ventennio dal quotidiano di via Solferino.
Ieri il Pompiere ospitava un editoriale di Piero Ostellino dal titolo ghiotto e promettente: “Una democrazia un po’ malata”. Finalmente!, avrà esclamato qualche temerario prima di addentrarsi nella prosa ostellinica: finalmente una denuncia forte e vibrante sugli ennesimi colpi assestati alla democrazia italiana dal ducetto brianzolo con gli ennesimi insulti alla magistratura, con i giuramenti fascistoidi di piazza San Giovanni, con i decreti per cambiare le regole elettorali in piena campagna elettorale, con le minacce e gli ostracismi alla libera stampa, con le nuove leggi incostituzionali annunciate per il dopo-voto.
Invece nulla di tutto questo. Per il cosiddetto liberale Ostellino, “il male oscuro della nostra democrazia è una ‘malattia dell’anima’ degli italiani”. La corruzione che ci costa 70 miliardi di euro l’anno? L’evasione fiscale che ce ne costa 150? Il debito pubblico, risalito con questo governo ai livelli paurosi del compianto (soprattutto da lui) Bottino Craxi, che ci costa 70 miliardi annui di interessi passivi? Macché: le intercettazioni della magistratura e la difesa che ne ha fatto Di Pietro, reo di aver ricordato un’ovvietà, e cioè che “chi non ha nulla da nascondere, non le deve temere”. Ecco: Ostellino trova “inquietante che lo dica un parlamentare della Repubblica nata dalla resistenza antifascista”, perché “è la stessa sindrome di cui sono morte le democrazie, in Italia, in Spagna, in Germania, nel Ventesimo secolo: si violano le libertà individuali per il bene comune si finisce con uccidere (sic, ndr) la democrazia”. Non sapevamo che Mussolini, Franco e Hitler fossero saliti al potere a causa delle intercettazioni, ma se lo dice Ostellino dev’essere senz’altro vero.
Lui ne è talmente convinto da non argomentare minimamente l’assioma, tant’è che passa subito a paragonare l’Italia di oggi alla “Germania comunista” dove “i cittadini erano preoccupati, e indignati, dell’intrusione delle intercettazioni telefoniche nella loro vita privata da parte della polizia politica (la Stasi)”.
Ma l’Italia è molto peggio, perché qui “gran parte degli intellettuali, dei media, della classe politica, dei cittadini comuni è entusiasta dell’idea di sapere che cosa pensano e dicono al telefono ‘gli altri’”, infischiandosene della “violazione della vita privata, nonché dei suoi diritti, anche dell’inquisito, per non parlare di chi” non lo è, “in nome di una non meglio precisata Etica pubblica” (concetto a lui del tutto ignoto). Dove si annidino queste orde d’intellettuali, giornalisti e politici innamorati delle intercettazioni lo sa solo lui.
A fine delirio, mentre già risuonano le sirene dell’ambulanza, Ostellino cita una raccomandazione di Popper: “E’ arrogante tentare di portare il paradiso sulla terra”. Inutile domandare al nostro vice-Popper che diavolo c’entrino il paradiso in terra, la Stasi, il comunismo, il fascismo, il nazismo, il franchismo con le intercettazioni regolarmente previste dal Codice di procedura vigente dal 1989 e legittimamente ordinate dai giudici per scoprire tangenti, mafie, truffe, abusi di potere. Cioè reati.
Ma la parola “reato” non è contemplata dal vocabolario ostellinico: l’idea che le intercettazioni vengano disposte perché si commettono molti delitti è esclusa a priori. Né lo sfiora quella davvero bizzarra che la libera stampa debba dare le notizie, come fa spesso inopinatamente anche il Corriere nelle pagine interne. Poi però in prima pagina stigmatizza il brutto vizio di informare. Nei giorni scorsi Ostellino ha rivelato che un giorno imprecisato un politico imprecisato “chiese la mia testa”. Fortunatamente, dopo vane ricerche, non fu trovata.
IFQ di oggi
Che giornalone questo Corriere eh?? :fagiano: :fagiano:
Il pompiere incendiario
di Marco Travaglio
Ieri il Corriere ha improvvisamente abbandonato il suo secolare aplomb pompieresco per inaugurare un genere giornalistico inedito: quello delle domande aggressive ai politici. Anzi, per il momento, a un solo politico: Di Pietro.
Il titolo di prima pagina – “Silenzi e ambiguità dell’on. Di Pietro” – parla da sé. E nessuno più di noi può salutare con giubilo la svolta. A patto, si capisce, che non duri un solo giorno e per un solo politico. Abbiamo come l’impressione che altri politici meriterebbero almeno un titolo sui loro “silenzi e ambiguità” e siamo certi che il Corriere non si lascerà sfuggire l’occasione.
Per ora ci contentiamo di apprendere che Di Pietro “non risponde, non del tutto almeno, o parla d’altro, o tace” su una serie di “misteri” che il Corriere riassume in una carrellata fotografica: “Laurea a tempo di record”, “L’asse Lucibello-D’Adamo”, “Il dossier su Pazienza”, “La foto con Contrada”, “Il caso Napoli e il figlio”.
Domande legittime, se non fosse che Di Pietro ha già risposto (bene o male) a tutte e da anni. Ma il Corriere non se n’è accorto.
1) Laurea. Di Pietro ha prodotto tutti i documenti, comprese le testimonianze dei professori che lo esaminarono, ma B. due anni fa tornò a insinuare che l’avessero laureato i servizi segreti: Di Pietro l’ha querelato, ma la giunta della Camera l’ha dichiarato insindacabile. Perché il Corriere non lancia una campagna contro questo scandaloso abuso dell’immunità volto a impedire che un giudice stabilisca chi mente?
2) D’Adamo e Lucibello. Sul tema si è tenuto per tre anni un processo a Brescia dove Di Pietro ha sostenuto decine di ore di interrogatori e prodotto tonnellate di carte: perché il Corriere non se le va a leggere, prima di dire che non risponde?
3) Il dossier su Pazienza. Secondo il Corriere, i “silenzi” dipietreschi sul dossier che Di Pietro nel 1984 compilò su Pazienza, fan sospettare “legami coi servizi italiani e Usa”. Ma era proprio Pazienza ad avere legami coi servizi italiani e Usa: Di Pietro, in ferie alle Seychelles, apprese che il ricercato Pazienza soggiornava laggiù protetto da autorità italiane, fece qualche accertamento e al ritorno stilò una relazione al suo procuratore, che ne informò i pm competenti. Solo un malato di mente può chiedere a un pm di discolparsi per aver segnalato il rifugio di un ricercato e i nomi dei favoreggiatori: sarebbe stato scandaloso il contrario.
4) Contrada. Basta andare sul blog di Di Pietro per trovare il suo racconto, confermato dai commensali di quella cena organizzata nel ’92 dai Carabinieri di Roma, dove s’imbucò pur Contrada PRIMA che fosse arrestato: con tutti quelli che (anche sul Corriere) han difeso Contrada DOPO l’arresto e la condanna per mafia, si chiede conto a Di Pietro per averlo incrociato PRIMA.
5) Il caso Napoli e il figlio. I rapporti col funzionario inquisito Mautone erano talmente affettuosi che il ministro Di Pietro l’aveva trasferito (come fece con Balducci). Il figlio Cristiano, per aver raccomandato un elettricista, si dimise dall’Idv. Anche su quel caso, come sugli altri, Google contiene vagonate di spiegazioni di Di Pietro. Il quale ha pure risposto sulle presunte case vaticane (mai trattate da lui) citate da Zampolini. E sugli altri immobili di sua proprietà.
Il Corriere cita le accuse degli “ex” Veltri e Di Domenico, ma non dice che per quelle accuse Veltri ha perso la causa in tribunale e Di Domenico ne ha perse 19.
Del resto, l’estate scorsa, Pigi Battista montò un tormentone contro De Magistris che, eletto a giugno a Bruxelles, a luglio non s’era ancora dimesso da giudice; lo fece a settembre con una dura lettera a Napolitano, ma il Corriere non ha mai dato la notizia (son trascorsi solo 9 mesi, c’è tempo).
Non proseguiamo per non distogliere il Pompiere dalla sua svolta incendiaria. Attendiamo con ansia un dossier dal titolo “Silenzi e ambiguità dell’on. Berlusconi”, per esempio sulle origini dei soldi, sui rapporti con noti mafiosi e così via. Ma siamo certi che il Corriere sta preparando un supplemento a dispense, rilegabile in comodi volumi, tipo Treccani.
IFQ di oggi
E' c'è ancora qualcuno che legge questo giornalone? :fagiano:
Crazy rider89
06-06-2010, 10:55
ogni giorno sempre peggio...mi chiedo se riusciremo a risalire la china :rolleyes:
SuperMario=ITA=
06-06-2010, 11:22
se voi (e anche travaglio) leggeste bene l'articolo sul corriere capireste che non accusa di pietro di aver/non aver fatto le cose che si accusa, per altro dove in tribunale è sempre stato prosciolto, ma gli si accusa di aver spiegato spesso al di fuori degli uffici giudiziari in modo non chiaro, replicando poco e male alle accuse e questo lascia spazio a ombre che possono essere sfruttate da altri per screditarlo oppure possono essere interpretate male dal pubblico.
Imparate a leggere.
SuperMario=ITA=
06-06-2010, 11:25
Per avere il quadro completo (visto che molti di voi han letto solo IFQ e non l'articolo integrale del corriere):
http://www.corriere.it/politica/10_giugno_05/imarisio-silenzi-ambiguita-onorevole-dipietro_7b708f94-7080-11df-aae4-00144f02aabe.shtml?fr=correlati
I silenzi e le ambiguità
dell’onorevole Di Pietro
Dalla laurea agli immobili: le voci (a volte senza risposta) sul leader Idv
IL CASO
I silenzi e le ambiguità
dell’onorevole Di Pietro
Dalla laurea agli immobili: le voci (a volte senza risposta) sul leader Idv
Non è vero che la stampa sia sempre cattiva con lui. Lo scorso 17 maggio Antonio Di Pietro era uscito dalla procura di Firenze dirigendosi con piglio sicuro verso piazza della Repubblica, dove troneggiava e fumava un finto reattore nucleare di cartapesta, propedeutico alla raccolta di firme dell’Italia dei valori per un referendum sul tema. Tra applausi, cori e foto ricordo con i suoi sostenitori, l’ex pubblico ministero si era definito un «teste d’accusa».
Di Pietro disse che aveva spontaneamente scelto di mettere a disposizione degli ex colleghi la sua esperienza di investigatore. I magistrati che seguono l’inchiesta sugli appalti per le Grandi Opere l’avevano convocato come persona informata sui fatti, invece, con tanto di apposito decreto di notifica. C’è differenza.
Quel giorno il dettaglio era diventato una nota a margine, le cose che contano in fondo sono altre. Un peccato veniale. Giocare con le parole, dire e non dire, abbellire la realtà, è tutto lecito. Solo che spesso Antonio Di Pietro trasforma le sue piccole furbizie in metodo. Non risponde, non del tutto almeno, oppure parla d’altro, evocando complotti e mandanti occulti. Altre volte, semplicemente, tace. E non si accorge che così facendo fa il gioco dei suoi detrattori, una legione sempre più numerosa. Vecchia storia, questa delle sparate che si mischiano a silenzi e a repliche invece puntuali. Ancora attuale, però. L’approccio mediatico rimane invariato nel corso del tempo, e non accenna a migliorare, dando così un indubbio contributo alla genesi di leggende metropolitane che riguardano anche su dettagli non proprio fondamentali nella complessa biografia dell’onorevole. Ad anni alterni torna fuori, tra dubbi e ironie, il suo personale tour de force per laurearsi in Legge alla Statale di Milano. La tesi venne discussa nel 1978, il giovane Di Pietro ci arrivò sostenendo 22 esami in 32 mesi, compresi «mattoni» quali diritto privato, pubblico, amministrativo. L’istituto di presidenza della facoltà confermò a suo tempo che tutto era in regola. Ma le illazioni, falsità di vario genere, sono proseguite, nel silenzio del diretto interessato, al quale basterebbe poco per mettere a cuccia i detrattori.
Di Pietro, è un dovere ricordarlo, ha sempre vinto in tribunale, su questioni ben più importanti dei propri titoli di studio. «Non luogo a procedere», quindi prosciolto prima di un eventuale processo da accuse anche infamanti come quella di concussione, generata dall’inchiesta- monstre del Gico di Firenze. Quella brutta storia poggiava su un tema ricorrente della sua vita, il contrasto tra l’azione pubblica, del magistrato prima e del politico poi, con una condotta privata spesso pasticciata, non priva di ambiguità e zone d’ombra. A metterlo su quella graticola furono le sue relazioni con l’avvocato Giuseppe Lucibello e l’amico costruttore Antonio D’Adamo i quali a loro volta intrattenevano— questa era l’ipotesi di accusa—affari con il finanziere Pacini Battaglia. La rilevanza penale dell’intreccio era pari a zero, ma le personalità pubbliche non si giudicano solo dal proprio casellario giudiziale. Proprio per questo, l’alone di mistero che grava su alcuni punti della biografia dell’ex magistrato nuoce non solo a lui,ma anche alle sue opere. «Vogliono infangare Mani Pulite» ripete ogni qual volta vengono pubblicati articoli che riesumano i suoi molto presunti legami con i servizi segreti italiani e americani. Può essere. Ma certi silenzi, come quello sulla surreale vacanza alle Seychelles durante la quale l’allora neo magistrato scrisse un dossier di 172 pagine su Francesco Pazienza che poi finì nelle mani dei servizi segreti italiani, non aiutano. E neppure certe dimenticanze sui viaggi americani, ultimo in ordine di tempo quello fatto in compagnia dell’ex amico Mario Di Domenico. Dopo la recente pubblicazione di una sua foto che lo ritraeva con il dirigente del Sisde Bruno Contrada, il Corriere lo invitò a un confronto sul tema. Risposta non pervenuta. Sono dettagli, omissioni probabilmente ininfluenti. Ma portano ramoscelli da ardere a chi sostiene l’inverosimile tesi che Mani Pulite sia stata guidata a tavolino dall’intelligence Usa. Creano un danno ad una pagina importante della storia italiana, comunque la si giudichi, della quale Di Pietro è giustamente orgoglioso.
Possibile che i suoi ultimi impicci siano il frutto dei rancori di vecchi amici. Ma è lui a sceglierseli, i compagni di viaggio. E con molti di essi, da Elio Veltri a Di Domenico, finisce quasi sempre male, all’insegna della reciproca incomprensione. Nel primo caso si tratta di una querelle sui rimborsi elettorali delle Europee, che secondo Veltri sarebbero stati gestiti in modo privato. Nell’altro, l’accusa di un uso «non associativo» dei soldi del partito apre la strada a illazioni sulla passione immobiliare di Di Pietro, con proprietà che vanno da Curno alla Bulgaria. In questo campo l’attività è frenetica. Tra il 2002 e il 2008 l’ex pm ha speso 4 milioni di euro nella compravendita di nove case, tutte passate sotto l’ombrello della An.To.Cri. La sigla è l’acronimo di Anna, Toto e Cristiano, i suoi tre figli. Si tratta della società di famiglia, dalla quale Di Pietro, nella veste di presidente dell’Idv, ha preso in affitto alcuni immobili per conto del partito. Nulla di compromettente, lo ha stabilito una inchiesta della procura di Roma, che ha archiviato ogni denuncia. Ma anche qui, alcuni comportamenti, come l’acquisto di case tramite prestanome, o di immobili «proibiti» per legge ai parlamentari in carica, lasciano il fianco scoperto alle critiche di chi afferma che il paladino della questione morale dovrebbe agire con meno disinvoltura nei suoi interessi privati.
Paolo Flores D’Arcais sostiene da tempo che un certo modo di fare «democristiano» si sia impossessato del fondatore dell’Idv. Nel settembre 2009 Micromega, giornale diretto dal filosofo romano, pubblicò una inchiesta sul partito dell’ex magistrato. «C’è del marcio in Danimarca» era il titolo, e quel che seguiva era anche peggio. Il capostipite degli impresentabili, ovvero quel Sergio De Gregorio scelto da Di Pietro come capolista in Campania per le politiche del 2006, il voltafaccia con annesso passaggio al centrodestra fu velocissimo, veniva appena nominato. Acqua passata. Piuttosto, in 40 pagine di testo veniva fatta una radiografia completa sulla vena «inciucista e politicante» che permeava l’Idv, facendo nomi e cognomi dei riciclati presi a bordo. Dai transfughi dell’Udeur a quelli di Forza Italia, passando per il capo della Campania Nello Formisano, «che insieme all’ex dc potentino Felice Belisario ha riempito il partito delle mani pulite di faccendieri e arrivisti, in larga misura di provenienza democristiana». Una mazzata, che fece scalpore ma generò un dibattito che lo stesso Flores giudica «sterile e improduttivo ». E la promessa di chiarire tutto— dice in una intervista a La Stampa—si è rivelata una promessa da marinaio. Ci sono argomenti, pubblici e privati, che vengono lasciati cadere quando invece il primo a trarre beneficio da una maggiore chiarezza sarebbe proprio Di Pietro. Tanto più che quando si spiega, l’ex magistrato lo fa bene. All’inizio di quel 2009 per lui infausto, il suo nome spuntò nell’inchiesta napoletana su Global Service, il mega appalto dei servizi pubblici. Tra gli altri, era stato arrestato Mario Mautone, provveditore alle Opere Pubbliche della Campania che Di Pietro aveva chiamato a lavorare al ministero delle Infrastrutture da lui diretto. Numerose intercettazioni allegate agli atti dimostravano come il suo primogenito Cristiano, consigliere provinciale a Campobasso per l'Italia dei Valori, tentasse tramite Mautone di sistemare gli amici, e sembravano anche dare conto delle preoccupazioni del padre per tenerlo fuori dall’indagine, della quale risultava essere al corrente.
Di Pietro prese carta e penna, e scrisse un memoriale dettagliato, che diede ai magistrati e alle stampe. Le voci e i sussurri sul suo conto si zittirono immediatamente. In quell’occasione mostrò la sua faccia migliore, argomentando e spiegando. Rimasero solo le accuse di familismo spinto, e l’unico caduto sul campo fu Cristiano, costretto a dimettersi dal partito. Oggi è passato poco più di un anno, ma sembra un secolo. Secondo Di Pietro la pubblicazione dei verbali dell’architetto Zampolini va letta come «parte di una strategia eversiva» nei suoi confronti, decisa da «mandanti e beneficiari occulti». Colpa delle lobby, di una informazione schierata contro di lui. All’appello dell’invettiva mancano i giudici comunisti, ma con qualche allenamento possiamo arrivarci.
Marco Imarisio
Risposta di di pietro
http://www.corriere.it/politica/10_giugno_06/imarisio-lettera-di-pietro_955878d8-713c-11df-82e2-00144f02aabe.shtml
la lettera - «Per vedere riaffermata la realtà dei fatti non mi è rimasto che ricorrere alla giustizia»
«Dalla laurea agli appartamenti In queste carte la mia verità»
Di Pietro: mai fatto uso privato dei soldi del partito
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Caro Direttore, il Corriere della Sera di ieri, con un articolo in prima pagina a firma Marco Imarisio, ha adombrato il sospetto di miei «silenzi ed ambiguità» riguardo la mia storia personale. Vorrei rispondere ai rilievi mossi, documentando punto per punto. Mi scuso, innanzitutto e preliminarmente, per la pignoleria e per la montagna di carte processuali a cui faccio riferimento e che le invio.
Ma — mi creda — ad un persona come me — invisa a molti e con pochi strumenti di informazione a disposizione — non rimaneva e non rimane altra scelta che ricorrere alla Giustizia per vedere riaffermata, nero su bianco, la verità rispetto alle mille menzogne che sono state scritte sul mio conto in tutti questi anni. E veniamo al merito dell’articolo:
1. Non sono stato affatto convocato dai magistrati di Firenze con «tanto di apposito decreto di notifica».
2. Non è affatto vero che io mi sia laureato in modo anomalo. Mi sono iscritto all’Università di Milano nell’anno 1974 e mi sono laureato nel 1978, rispettando appieno il piano di studio all’epoca previsto da quell’Università per la laurea in legge. Sono certo che anche Lei e il dottor Imarisio avete rispettato il piano di studio e vi siete laureati senza andare fuori corso. E’ semmai anomalo il comportamento di quegli studenti che sforano il piano di studio e vanno «fuori corso», non di chi lo rispetta e si laurea nei tempi previsti. Lo stesso giornalista, peraltro, riferisce che «l’istituto di presidenza della facoltà confermò a suo tempo che tutto era in regola». Il mio certificato di laurea e il mio libretto degli esami sono già stati pubblicati una miriade di volte e, comunque, invio anche a lei un’ulteriore copia. Le invio anche copia della causa per danni da me notificata al Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per aver sostenuto nella trasmissione "Porta a Porta" del 10 aprile 2008 che la mia laurea fosse falsa. Causa, ad oggi, ferma alla Camera dei Deputati, a seguito della sua ric h i e s t a d i insindacabilità ex art. 68 Cost.
3. Le accuse del Gico di Firenze circa miei presunti favori ricevuti da Pacini Battaglia, da Antonio D’Adamo e da Giancarlo Gorrini sono state tutte smontate dai giudici di Brescia che, dopo due accurate e meticolose inchieste, hanno sentenziato che «i fatti non sussistono ». Al riguardo, Le invio copia della sentenza numero 3940/96 del 18 febbraio 1999 (riguardante la vicenda D’Adamo-Pacini) e della sentenza n.ro 189/96 del 29 marzo 1996 (riguardante la vicenda Gorrini);
4. Non è vero che io abbia mai avuto a che fare con i Servizi segreti, né italiani, né stranieri. Sul punto si sono espressi, già diverse volte, i magistrati (ai quali mi sono rivolto per tutelare la mia onorabilità) che hanno riconosciuto che io non ho mai avuto alcun rapporto con strutture di tal tipo. Allego al riguardo, e in via esemplificativa, la sentenza del 17 marzo 1997 del Tribunale di Milano con cui è stato condannato in primo grado l’allora senatore Erminio Boso per aver sostenuto una panzana del genere. Allego anche la richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Torino n.ro 5981/98 del 26 ottobre 1999 che ha rinviato a giudizio Bettino Craxi sempre per aver falsamente sostenuto che io fossi un agente dei Servizi segreti (il processo poi non si è svolto perché Craxi nel frattempo è deceduto). Se si ha l’onestà intellettuale di valutare le cose in buona fede, (come sono certo farà Il Corriere della Sera) tali sospetti non possono essere alimentati strumentalizzando la mia relazione all’Autorità giudiziaria circa la presenza del latitante Francesco Pazienza alle Seychelles, né la mia partecipazione alla cena natalizia del 1992, svoltasi presso il Reparto dei Carabinieri di Roma, su invito del Comandante col. Vitaliano, cena a cui partecipò anche il questore Bruno Contrada, allora dirigente del Sisde. Comunque, e proprio al fine di non essere accusato di reticenza, le allego l’atto di citazione (con annessi 18 documenti allegati) che ho proposto nei confronti di Mario Di Domenico per le false dichiarazioni dallo stesso rilasciate circa l’asserito mio coinvolgimento nella vicenda Contrada e di cui proprio "Il Corriere della Sera", tempo addietro, ha dato notizia con grande risalto (atto di citazione che, come potrà constatare, non ha riguardato né "Il Corriere della Sera", né il giornalista Cavallaro, proprio perché ho ritenuto e ritengo legittimo e doveroso il vostro mestiere). Allego anche l’atto di citazione che ho proposto nei confronti di Francesco Pazienza ed altri, in relazione alle elucubrazioni montate in ordine alla mia segnalazione all’Autorità giudiziaria sulla sua permanenza da latitante nello stesso posto in cui io e la mia futura moglie ci trovavamo in vacanza. Anche in questo caso, sarebbe stato anomalo il mio silenzio su quanto avevo visto e sentito circa il rifugio di Pazienza e non la pronta relazione al mio Capo Ufficio, una volta rientrato in Italia. Peraltro faccio presente che la legge impone a tutti i pubblici ufficiali di segnalare all’Autorità giudiziaria fatti e circostanze penalmente rilevanti ed io ero all’epoca magistrato!
5. Non è vero che io abbia fatto un uso privato dei soldi del partito. Su questa questione, sono già intervenuti ben tre provvedimenti del giudice penale che ha archiviato tutte e tre le volte altrettanti esposti del denunciante Di Domenico per assoluta infondatezza dell’accusa. Allego al riguardo il decreto di archiviazione n.ro 4620/07 - GIP Imperiali di Roma del 14 marzo 2008, il decreto di archiviazione n.ro 15233/09 - GIP Silvestri di Roma del 26 maggio 2009 ed il decreto di archiviazione n.ro 860/09 - GIP Marzagalli di Busto Arsizio del 12 ottobre 2009.
6. Non è vero che io abbia mai fatto—con riferimento alle proprietà immobiliari di mia proprietà— una commistione tra patrimonio mio personale e patrimonio del partito Italia dei Valori. Allego, al riguardo, la sentenza del Tribunale di Monza n.ro 760/10 del 2 marzo 2010 che condanna il quotidiano Il Giornale, il direttore dell’epoca Mario Giordano e il giornalista Chiocci a risarcirmi, con 60.000 euro, il danno per le falsità e le diffamazioni pubblicate il giorno 4 agosto 2008 con un dossier intitolato: "Di Pietro ha investito 4 milioni di euro in case, ecco il suo patrimonio".
7. Non è vero che io abbia fatto un "uso non associativo" dei soldi del partito, come pure da taluni sostenuto. Allego, al riguardo, la memoria esplicativa (con annessi 65 documenti allegati) che ho consegnato alla Procura della Repubblica di Milano (PM dottor Fusco). Dalla disamina dei documenti in questione si evince in modo evidente — sempre se si ragiona in buona fede — che i soldi del partito sono sempre finiti nelle casse del partito.
8. Non è vero che io abbia acquistato case tramite "prestanome", nel senso dispregiativo del termine, o che abbia acquistato "immobili proibiti per legge ai parlamentari in carica", come pure si afferma nell’articolo (credo in buona fede a seguito di una martellante campagna denigratoria, svolta da altre testate giornalistiche). Allego, al riguardo, l’atto di citazione promosso nei confronti del quotidiano "Il Giornale" che, per primo, ha sostenuto tale falsità, con annessi 18 documenti allegati, dai quali si evince in maniera incontrovertibile che non è affatto vero che io abbia acquistato un immobile "proibito per legge", né che io abbia intestato ad altri l’immobile acquistato.
Spero, caro Direttore, che la documentazione inviata e le spiegazioni fornite possano essere sufficienti per rivedere «i dubbi e le ambiguità» che "Il Corriere della Sera" ha nei miei confronti. Nel caso dovessero permanere ulteriori perplessità, non si faccia scrupolo, me li chieda o me li faccia chiedere.
SuperMario=ITA=
06-06-2010, 11:25
risposta del giornalista a di pietro:
http://www.corriere.it/politica/10_giugno_06/di-pietro-imarisio_41d74d5e-713e-11df-82e2-00144f02aabe.shtml
Caso Di Pietro, la risposta del giornalista
Caso Di Pietro, la risposta del giornalista
Ringraziamo l’onorevole Di Pietro, per la risposta sollecita e cortese e per la copiosa documentazione giudiziaria allegata a sostegno delle sue tesi. Tuttavia, la biografia di un uomo politico come lui non si basa solo sulla verità giudiziaria. E’ proprio questo lo spirito e l’intenzione dell’articolo al quale si riferisce l’onorevole: ci sono comportamenti sui quali sarebbe meglio spiegarsi in modo definitivo. Con parole chiare, non con stralci di sentenze.
A tal proposito: l’onorevole è stato convocato dai magistrati di Firenze, quindi non si era «presentato spontaneamente». Non abbiamo mai detto che si sia laureato in modo «anomalo», ma che i suoi silenzi su alcuni aspetti di questa vicenda hanno lasciato spazio a «illazioni e falsità». Sull’inchiesta di Brescia abbiamo scritto chiaramente del non luogo a procedere deciso dai giudici. A lasciare perplessi furono alcune sue frequentazioni e comportamenti, mai del tutto spiegati. Non abbiamo scritto che l’onorevole Di Pietro abbia avuto a che fare con i Servizi. Su questo tema il leader dell’Italia dei Valori ha dato più versioni, non tutte univoche. Sono documentabili anche le interviste nelle quali viene negata l’esistenza di viaggi americani che poi si sono rivelati veri. Non abbiamo scritto che Di Pietro abbia fatto uso privato dei soldi del partito. Ci siamo limitati a riportare il fatto (non smentito) di avere affittato al partito case di sua proprietà. Sul presunto «uso non associativo» c’è ancora una inchiesta aperta a Roma, ma comunque, anche qui, non abbiamo sostenuto tale tesi. È vero, «prestanome» può essere dispregiativo. Ma l’acquisto tramite altra persona di un immobile inibito ai parlamentari e finito nella disponibilità dell’onorevole rientra tra quei comportamenti che avrebbero bisogno di essere spiegati meglio, non solo con le carte giudiziarie.
Forza Tonino!
Beppe Grillo
"Prima ti isolano, poi ti uccidono". Questo è il pensiero che ho avuto quando ho letto il libello: "I silenzi e le ambiguità dell'onorevole Di Pietro" sul Corriere della Sera a firma di Marco Imarisio. Un lungo articolo richiamato in prima pagina, corredato da foto, basato su insinuazioni infamanti e, allo stesso tempo, puerili. La laurea a tempo di record, l'asse Lucibello - D'Adamo, la foto con Contrada degna del Bagaglino. Insomma escrementi di scrittura, merda mediatica per screditare Antonio Di Pietro. Nulla di strano se l'articolo fosse comparso su Libero o Il Giornale: difendono gli interessi del loro proprietario, Silvio Berlusconi. E lo fanno alla luce del sole, quindi sono sostanzialmente innocui. Per il Corriere della Sera il discorso è totalmente diverso. E' il quotidiano più diffuso in Italia, in apparenza moderato, e esercita una forte influenza sull'opinione pubblica. Il fatto che il Corriere sia stato l'organo ufficioso della P2 ai bei tempi di Gelli e di Tassan Din è ormai dimenticato. L'articolo è accompagnato da un occhiello inquietante: "Il caso", ma di casi non ne riporta neppure uno. Il portavoce Imarisio lancia il sasso e ritira la mano in modo così grottesco da dubitare della sua salute mentale: "Ad anni alterni torna fuori, tra dubbi e ironie, il suo personale tour de force per laurearsi in Legge alla Statale di Milano... L'Istituto di presidenza della facoltà confermò che tutto era in regola. Ma le illazioni, falsità di vario genere, sono proseguite, nel silenzio del diretto interessato...". Il "diretto interessato" ha mostrato la sua laurea in un video e querelato Berlusconi che l'aveva messa in dubbio. Che altro doveva fare? Telefonare a Imarisio? Il quale non molla: "Dopo la sua recente pubblicazione con il dirigente del Sisde Bruno Contrada (in una caserma dei carabinieri e ben prima che Contrada fosse arrestato, ndr) il Corriere lo invitò a un confronto sul tema". Antonio Di Pietro ha risposto sulla stampa e sul suo blog, anche se, a mio avviso, era sufficiente una pernacchia. Di quale confronto sul tema si parla se non c'è nessun tema? La chiusa sulle dichiarazioni di Minzolini è da applausi piduistici: "Secondo Di Pietro la pubblicazione dei verbali dell'architetto Zampolini va letta come "parte di una strategia eversiva" nei suoi confronti, decisa da "mandanti e beneficiari occulti", Colpa delle lobby, colpa di una informazione schierata contro di lui". Di Pietro ha repinto in modo circostanziato le accuse e querelato. Che altro doveva fare? Telegrafare al Corriere per metterlo al corrente?
Il sottotitolo è, infine, puro prodotto allucinogeno: "Sospetti e accuse inseguono da tempo (da quello di Previti, ndr) l'ex pm. Lui in tribunale ha sempre vinto, ma su alcune questioni non ha ancora fatto chiarezza". Ma se in tribunale ha sempre vinto, che altro doveva chiarire?
Imarisio comunque non c'entra e neppure l'addetto alla portineria del Corriere, l'ex giornalista Ferruccio De Bortoli. La linea del Corriere la decide il consiglio di amministrazione, per l'appunto le lobby. Ecco un breve e incompleto elenco (*) dei consiglieri RCS: Philip Elkann, presente anche nel consiglio Fiat, Diego Della Valle, presente nei consigli di Assicurazioni Generali, Tod's e CIA, Jonella Ligresti, presente nei consigli di Mediobanca, Italmobiliare, Milano Assicurazioni, Fondiaria e Premafin finanziaria, Enrico Salza, presente nel consiglio di Intesa San Paolo, Bernardino Libonati, presente nei consigli di Telecom Italia, Telecom Italia Media e Pirelli, Renato Pagliaro, presente nei consigli di Pirelli, Mediobanca e Telecom Italia. La barzelletta che la linea editoriale del Corriere è decisa dal direttore e dal comitato di redazione è, per l'appunto, una barzelletta. Quando vedrò un articolo del Corriere come quello su Di Pietro su Della Valle, Ligresti o Philip Elkann, forse mi ricrederò. Antonio Di Pietro non deve rimanere isolato. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Forza Tonino!
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:D
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