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View Full Version : [NEWS] UK, quando il provider fa DPI


c.m.g
21-01-2010, 11:32
mercoledì 20 gennaio 2010

Virgin Media torna a parlare di scandaglio approfondito dei dati scambiati sulle sue connessioni. E rassicura: niente collezione di IP. Ma nel Regno Unito l'atmosfera si fa pesante


Roma - Nella sua ultima uscita pubblica sulla tecnologia di deep packet inspection (http://en.wikipedia.org/wiki/Deep_packet_inspection) nota come CView, Virgin Media prova a rassicurare entrambe le variabili di un'equazione impossibile. Uno dei più grandi provider del Regno Unito sostiene di voler avere una visione chiara dell'impatto del P2P sul suo network e i contenuti scambiati, e contemporaneamente dice di non essere intenzionata a rastrellare centinaia di migliaia di indirizzi IP per darli in pasto all'antipirateria di IFPI, BPI e chissà chi altro. Anche se, ammette l'ISP, la profilazione degli utenti potrebbe essere istituita domani stesso.

All'indomani del proscioglimento (http://punto-informatico.it/2789522/PI/News/caso-oink-ellis-un-uomo-libero.aspx) dell'admin di OiNK dall'accusa di cospirazione per violazione del copyright, l'industria dei contenuti ha l'urgenza di rispondere al colpo subito e rendere ancora più chiara la sua idea di che cosa voglia dire legalità in Rete e contrasto alla condivisione non autorizzata. E nessuno meglio di Virgin Media, la corporazione guidata da chi crede (http://punto-informatico.it/2509115/PI/News/uk-dragaggio-del-traffico-vicino.aspx) che la net neutrality sia "una manica di balle" e con forti interessi (http://punto-informatico.it/2644747/PI/News/uk-musica-abbonati.aspx) nel mercato dei contenuti "legali", può servire da "maglio" per far capire da che parte tira il vento sulla rete telematica di Sua Maestà.

Virgin Media continua a confermare (http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article6989510.ece) che la tecnologia DPI di CView serve soltanto a misurare il livello di file sharing "illegale", "non per spiare i clienti". In effetti CView il singolo indirizzo IP del singolo utente-condivisore lo "vede" ma non lo fotografa: "potrebbe farlo", dicono dal provider, "ma la tecnologia non è stata sviluppata con questo obiettivo in mente" e il fatidico IP viene semplicemente scartato durante il processo di raccolta dei dati.

Quello che Virgin Media ha in mano potrebbe insomma essere il più potente strumento di profilazione (http://www.p2pnet.net/story/34108) dell'utenza telematica mai approntato da un ISP, e nonostante le rassicurazioni di circostanza c'è già chi comincia a bollare (http://p2pnet.multibox.be/story/31875) CView come "l'inizio della fine per le comunicazioni privati nel Regno Unito". Dopo il lieto fine del caso OiNK, il provider delle fibre ottiche e degli accordi con le major dice di voler proseguire con la sua tattica da guerra fredda mostrando al mondo e (soprattutto) a chi fa P2P di avere il mano la bomba atomica che potrebbe spazzare via una buona parte della proliferante illegalità che imperversa online.

Per andare proprio sul sicuro, etichette e ISP guadagnati alla "causa" della lotta dura e senza paura al monstrum del file sharing potrebbero idealmente fare affidamento anche sulla politica del Digital Britain, avverte (http://technology.timesonline.co.uk/tol/news/tech_and_web/the_web/article6989510.ece) il Times Online: e, nel caso del fallimento della strategia dei "tre avvisi e sei fuori" in via di introduzione nell'ordinamento giuridico britannico, Virgin si vedrebbe costretta a ripiegare su tecniche di DPI per non perdere la faccia e i favori delle major.

Alfonso Maruccia





Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2791103/PI/News/uk-quando-provider-fa-dpi.aspx)