View Full Version : Dia: la mafia prreparava attentati contro i giudici Lari, Gozzo, Ingroioa e Paci
Vincenzo1968
19-01-2010, 16:24
Secondo la DIA era pronto un attentato al giudice Lari
di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza - 19 gennaio 2010
Lo dovevano ammazzare sulla bretella che dallo svincolo autostradale di Caltanissetta conduce al capoluogo nisseno, probabilmente con un’autobomba, come il giudice Carlo Palermo, scampato per un soffio a Trapani nel 1985 ad un attentato che costò la vita ad una donna e ai due figlioletti. Un’operazione facile, visto che il bersaglio, il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari, nell’estate scorsa, non aveva neppure una scorta. Adesso, dopo che due relazioni della Dia hanno denunciato la ripresa della strategia stragista di Cosa Nostra e di chi se ne serve , al capo della procura più esposta d’Italia hanno assegnato finalmente una protezione. L’inchiesta nissena sul “depistaggio” dell’indagine su via D’Amelio, scaturita dalle rivelazioni di Gaspare Spatuzza è entrata nella sua fase più “calda” e l’allarme attentati a Caltanissetta è improvvisamente diventato “rosso”.
Le relazioni della Diasono state redatte sulla base di tre lettere anonime, provenienti dal quartiere Brancaccio di Palermo, e scritte probabilmente dalla stessa mano, che mettono in guardia i magistrati delle procure nissena e palermitana dalla ripresa dello stragismo. Quattro i giudici nel mirino: oltre a Lari, l’aggiunto di Caltanissetta Nico Gozzo, l’aggiunto Antonio Ingroia, e il pm Gaetano Paci, gli ultimi due di Palermo.
Qui il resto dell'articolo:
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/24088/48/
Strano, il governo li ha arrestati tutti, i mafiosi, saranno autoattentati; del resto sono giudici mentalmente disturbati, c'è da aspettarselo.
Vincenzo1968
21-01-2010, 13:23
E qualcuno ha avuto il coraggio di irridere Antonio Ingroia:
http://www.youtube.com/watch?v=N9Ajyyx-QS4
Resoconto stenografico intervento sen. Li Gotti:
Ieri, in quest'Aula, mentre si citava il gravissimo fatto del programmato attentato distruttivo ordito contro alcuni magistrati che combattono la mafia, una parte di quest' Assemblea ha irriso all'evocazione dei nomi delle possibili vittime. Ho provato vergogna. Sapevamo dei mafiosi che brindarono alla morte di Giovanni Falcone. Sapevamo della felicità dei mafiosi in carcere e del boato di giubilo quando la radio diffuse la notizia della morte di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino. Eravamo a questo. Eravamo a questa torbida conoscenza. Oggi abbiamo qualcosa di altro: una parte dell'Aula del Senato, ieri, ha fatto un coretto di irrisione alla pronuncia del nome di Antonio Ingroia, di un magistrato che la mafia vuole uccidere e di cui organizza l'eliminazione fisica.
Ma non volevano ucciderli.
Preparavano dei messaggi acustici pieni di affetto, come quelli dello zio Mangano.
Sempre ad esagerare questa sinistra, e basta. :O
Vincenzo1968
21-01-2010, 15:07
Allarme attentati: non solo magistrati nel mirino
di Maria Loi - 20 gennaio 2010
Roma. Cosa Nostra alza nuovamente il tiro. Ieri sul Fatto pubblicato l’articolo a firma del giornalista Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza sul rischio attentati per i magistrati di Caltanissetta e di Palermo.
Oggi è stata battuta dalle principali agenzie la notizia che un nuovo pentito di mafia, Crocifisso Smorta, ha svelato che i boss di Gela, Alessandro e Davide Emmanuello, stavano preparando un nuovo attentato all’ex sindaco Rosario Crocetta, oggi parlamentare europeo, e ad una cugina del giudice Giovanbattista Tona, presidente della sezione dell’Anm di Caltanissetta, che i mafiosi credevano fosse la sorella del magistrato.
Il piano è stato sventato dopo le dichiarazioni del pentito grazie alle indagini della Squadra Mobile di Caltanissetta.
Rosario Crocetta era nel mirino della mafia dal 2003 quando la Stidda aveva preparato un agguato per ucciderlo; nel 2008 alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate nell’ambito dell’inchiesta sugli Emmanuello hanno rivelato che la cosca di Gela stava preparando un nuovo attentato. Anche nel 2009 è stato sventato un piano per assassinarlo. Purtroppo Cosa Nostra non dimentica e la notizia di oggi è l’ennesima dimostrazione che la condanna della mafia non va mai in prescrizione. Il paradosso di Rosario Crocetta è che, come condannato a morte dalla mafia, alla sede del Parlamento Europeo di Bruxelles le autorità belghe non gli hanno assegnato la scorta (a Strasburgo invece sì) sottovalutando la valenza criminale della mafia, un fenomeno non solo italiano.
La vendetta trasversale contro il gup Tona invece sarebbe legata alle inchieste che il giudice ha seguito a carico del “gruppo di fuoco” degli Emmanuello. Ma non solo, per un lungo periodo Tona si è occupato anche dei mandanti occulti delle stragi.
A queste notizie si va a sommare il progetto omicida nei confronti del procuratore nisseno Sergio Lari, dei pm Nico Gozzo, Antonio Ingroia, Gaetano Paci, magistrati impegnati in delicate e pericolose indagini.
Inoltre, da diversi mesi la magistratura sta indagando sul progetto di eliminare il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso e il giornalista Lirio Abbate.
Unendo tutti questi fatti è evidente che si tratta di segnali preoccupanti che lasciano presagire un colpo di coda delle organizzazioni criminali pronte ad una nuova stagione di fuoco, nei confronti di chi è più esposto nella lotta alla criminalità. E’ evidente che i continui attacchi della politica alla magistratura accrescono ulteriormente la tensione che si respira in questo periodo. E Cosa Nostra certamente non sta a guardare.
La redazione di ANTIMAFIADuemila esprime piena solidarietà a Piero Grasso, Sergio Lari, Antonio Ingroia, Domenico Gozzo, Gaetano Paci, Giovanbattista Tona, Rosario Crocetta e Lirio Abbate che ogni giorno rischiano la vita compiendo il proprio dovere.
http://www.antimafiaduemila.com/content/view/24180/78/
Vincenzo1968
21-01-2010, 15:46
“Cosa Nostra torna ad uccidere? Un rischio concreto”
Parla il procuratore antimafia Antonio Ingroia, bersaglio delle minacce dei boss
di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza
La strategia stragista? "É un rischio concreto". Le aggressioni delegittimanti della politica? "Espongono i magistrati agli occhi dei mafiosi". Si sente protetto dallo Stato? "Non siamo su standard ottimali, ma non possiamo chiedere di più. Vedo però troppe blindate assegnate ai politici piuttosto che ai magistrati. Capisco che è una scelta, sarebbe interessante conoscerne le motivazioni".
Dopo l’allarme attentato segnalato da tre anonimi che hanno indicato quattro magistrati di Palermo e Caltanissetta nel mirino di Cosa Nostra e di chi se ne serve, parla il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, uno dei pm citati come bersagli nelle missive.
Dottore Ingroia, le continue aggressioni delegittimanti nei confronti della magistratura che indaga sulle stragi e sui rapporti tra Cosa Nostra e pezzi dello Stato rischiano di esporre ulteriormente i pm antimafia?
Sicuramente non agevolano. É noto che operando in territori in cui sono presenti i poteri criminali la migliore difesa è la forza della coesione istituzionale. Se si espone qualcuno accusandolo di parzialità, che è la peggiore accusa che si possa fare contro un magistrato, lo si espone anche agli occhi dei mafiosi che possono pensare che il magistrato sia uomo di parte, anche nei loro confronti.
É davvero fondato l’allarme su un ritorno allo stragismo?
Al di là della vicenda specifica, della quale si occuperanno i colleghi di Catania, il rischio che ci sia un innalzamento del tiro, che si possa pensare ad un salto di qualità nelle strategie violente credo sia concreto. Le organizzazioni mafiose si muovono in modo sinergico e non parcellizzato: il primo sintomo di effervescenza è nella 'ndrangheta, in Calabria. Il fatto che Cosa Nostra non abbia una guida unica, che continui a mantenere la barra sulla strategia della tregua, adottata a suo tempo da Bernardo Provenzano, potrebbe far venire la tentazione a qualcuno che voglia acquisire il comando dell'organizzazione mafiosa, di mettersi in azione.
Nelle indagini antimafia di questi anni è emerso un convitato di pietra, i servizi cosiddetti "deviati", presenti specialmente in questa nuova stagione investigativa segnata dalle rivelazioni di Massimo Ciancimino e del pentito di Brancaccio Gaspare Spatuzza. Cosa avrebbe oggi da guadagnare Cosa Nostra da nuove stragi?
Non mi piace fare ragionamenti sulle ipotesi, bisogna pensare che in questo momento non esiste una direzione strategica unica mafiosa. Ci sono stati dei segnali per cui Cosa nostra vuole dimostrare che non è in ginocchio per poter rivendicare o chiedere qualcosa. Che si possa voler ripristinare un braccio di ferro con il sangue, è un'ipotesi che non mi sentirei di scartare.
Parliamo di sicurezza dei cosiddetti “bersagli sensibili”. Lei oggi ha espresso la preoccupazione per gli uomini delle scorte. É soddisfatto del livello di sicurezza garantita dallo Stato nei vostri confronti in questo nuovo clima di allarme? Che cosa chiederebbe agli organi preposti alla protezione dei magistrati e degli agenti?
Dal punto di vista della sicurezza non è che siamo su standard ottimali, ma non credo si possa chiedere di più, almeno sulla carta. Temo che soprattutto i tagli di bilancio al comparto giustizia e al comparto sicurezza possano avere degli effetti nel settore dei mezzi di trasporto a disposizione dei magistrati, ma soprattutto degli agenti di scorta. Pochi giorni fa una macchina dei poliziotti di scorta si è fermata, e gli agenti hanno dovuto spingerla. La mia sensazione è che talvolta i mezzi e gli strumenti vengano indirizzati per la tutela degli uomini politici anzichè dei magistrati. É una scelta che avrà una sua motivazione, sarebbe interessante conoscerla.
In queste ore avete incassato, tra le altre, anche la solidarietà della Confindustria, che si dice in prima linea nella lotta alla criminalità. É la prima volta? Come valuta questa posizione della Marcegaglia?
Non so se è la prima volta, ma sicuramente negli ultimi anni si è registrata una posizione coraggiosa e senza precedenti, prima del presidente Montezemolo e poi della Marcegaglia, che dimostrano una sensibilità nuova e la consapevolezza della necessità di far pulizia all'interno delle imprese. Magari ci fosse anche all'interno della politica la stessa buona intenzione.
Tra gli attestati di solidarietà registrati in queste ore manca forse il più importante, quello del governo. Come valuta il silenzio del premier su una materia così delicata?
Non spetta a me fare alcun commento su questo.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 gennaio 2010
http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2422591&yy=2010&mm=01&dd=20&title=cosa_nostra_torna_ad_uccidere
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