ConteZero
18-12-2009, 06:59
Giovanni di Salisbury (1120-1180) fu il primo a mettere nero su bianco che (in certe situazioni) è moralmente lecito ammazzare chi sta a capo di un governo (Policraticus, III-VIII), ed è proprio sulla figura di questo illustre vescovo, teologo e diplomatico del XII secolo che Benedetto XVI s’è intrattenuto ieri, nel corso della sua consueta catechesi del mercoledì. Ne ha illustrato la vita, le opere e il pensiero, sottolineando ciò che lo rende senza dubbio un grande del Medioevo, ma sottolineando la straordinaria attualità della sua riflessione teologica e politica, fino a dire che Giovanni di Salisbury “ci aiuta a comprendere come la fede, in armonia con le giuste aspirazioni della ragione, spinge il pensiero verso la verità rivelata, nella quale si trova il vero bene dell’uomo”.
Non un cenno alla tesi della liceità morale (in certe situazioni) di ammazzare chi sta a capo di un governo, né agli argomenti usati da Giovanni di Salisbury per sostenerla: “Il principe è ministro dei sacerdoti ed è a loro inferiore” (IV, 3); “Secondo l’autorità della legge divina il principe è soggetto alla legge della giustizia” (IV, 4); “È l’indignazione di Dio provocata da innumerevoli ingiustizie a far cambiar di mano il governo” (IV, 12); “Uccidere i tiranni è lecito e glorioso, purché il tirannicida non sia legato al tiranno da vincoli di fedeltà” (VIII, 20); “Tutti i tiranni finiscono miseramente e, se la mano dell’uomo fallisce, Dio stesso esercita la vendetta” (VIII, 21).
Insomma, se il principe fa di testa sua, senza dare ascolto ai sacerdoti, diventa tiranno e allora diventa lecito ammazzarlo (basta non sia a tradimento).
Benedetto XVI non vi ha fatto neanche un cenno, e ha fatto bene, perché negli ultimi tempi il paese è pieno di psicolabili che, anche senza aver mai letto il Policraticus, hanno una gran smania di tirannicidio, figuriamoci a dir loro che per Giovanni di Salisbury il chiaro segno che il principe sia diventato un tiranno nella sua eventuale inclinazione alla vanagloria, al denaro e al sesso: Roberto Maroni gli oscurava la catechesi del mercoledì.
E adesso che ci penso: nell’armamentario da perfetto tirannicida, il Tartaglia non aveva pure un crocifisso? Gli inquirenti hanno verificato se non sia stato istigato dalla lettura del Policraticus? Si dovrebbe, in quel caso, oscurare la casa editrice che lo pubblica in Italia. Neanche la nomino, per non compromettermi.
Fonte: http://malvino.ilcannocchiale.it/2009/12/17/con_la_gran_smania_di_tirannic.html
Non un cenno alla tesi della liceità morale (in certe situazioni) di ammazzare chi sta a capo di un governo, né agli argomenti usati da Giovanni di Salisbury per sostenerla: “Il principe è ministro dei sacerdoti ed è a loro inferiore” (IV, 3); “Secondo l’autorità della legge divina il principe è soggetto alla legge della giustizia” (IV, 4); “È l’indignazione di Dio provocata da innumerevoli ingiustizie a far cambiar di mano il governo” (IV, 12); “Uccidere i tiranni è lecito e glorioso, purché il tirannicida non sia legato al tiranno da vincoli di fedeltà” (VIII, 20); “Tutti i tiranni finiscono miseramente e, se la mano dell’uomo fallisce, Dio stesso esercita la vendetta” (VIII, 21).
Insomma, se il principe fa di testa sua, senza dare ascolto ai sacerdoti, diventa tiranno e allora diventa lecito ammazzarlo (basta non sia a tradimento).
Benedetto XVI non vi ha fatto neanche un cenno, e ha fatto bene, perché negli ultimi tempi il paese è pieno di psicolabili che, anche senza aver mai letto il Policraticus, hanno una gran smania di tirannicidio, figuriamoci a dir loro che per Giovanni di Salisbury il chiaro segno che il principe sia diventato un tiranno nella sua eventuale inclinazione alla vanagloria, al denaro e al sesso: Roberto Maroni gli oscurava la catechesi del mercoledì.
E adesso che ci penso: nell’armamentario da perfetto tirannicida, il Tartaglia non aveva pure un crocifisso? Gli inquirenti hanno verificato se non sia stato istigato dalla lettura del Policraticus? Si dovrebbe, in quel caso, oscurare la casa editrice che lo pubblica in Italia. Neanche la nomino, per non compromettermi.
Fonte: http://malvino.ilcannocchiale.it/2009/12/17/con_la_gran_smania_di_tirannic.html