View Full Version : Sono i soldi degli inizi del Cavaliere l'asso nella manica dei fratelli Graviano
atinvidia284
28-11-2009, 10:33
L'INCHIESTA - Il peso del ricatto al premier della famiglia di Brancaccio
sembra legato all'inizio della sua storia di imprenditore
Sono i soldi degli inizi del Cavaliere
l'asso nella manica dei fratelli Graviano
Più che un eventuale avviso di garanzia per le stragi del '93, il premier dovrebbe
temere il coinvolgimento da parte delle cosche sulle storie di denaro affari e politica
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE D'AVANZO
Soldi. Soldi "loro" che non sono rimasti in Sicilia, ma "portati su", lontano da Palermo. "Filippo Graviano mi parlava come se fosse un suo investimento, come se la Fininvest fossero soldi messi da tasca sua". Per Gaspare Spatuzza, da qualche parte, la famiglia di Brancaccio ha "un asso nella manica". Quale può essere questo "jolly" non è più un mistero. Per i mafiosi, che riferiscono quel che sanno ai procuratori di Firenze, è una realtà il ricatto per Berlusconi che Cosa Nostra nasconde sotto la controversa storia delle stragi del 1993. Nell'interrogatorio del 16 marzo 2009, Spatuzza non parla più di morte, di bombe, di assassini, ma del denaro dei Graviano. E ha pochi dubbi che Giuseppe Graviano (che chiama "Madre Natura" o "Mio padre") "si giocherà l'asso" contro chi a Milano è stato il mediatore degli affari di famiglia, Marcello Dell'Utri, e l'utilizzatore di quelle risorse, Silvio Berlusconi.
Il mafioso ricostruisce la storia imprenditoriale della cosca di Brancaccio, con i Corleonesi di Riina e Bagarella e i Trapanesi di Matteo Messina Denaro, il nocciolo duro e irriducibile di Cosa nostra siciliana.
È il 16 marzo 2009, il mafioso di Brancaccio racconta ai pubblici ministeri del "tesoro" dei Graviano. "Cento lire non gliele hanno levate a tutt'oggi. Non gli hanno sequestrato niente e sono ricchissimi".
"Non si fidano di nessuno, hanno costruito in questi vent'anni un patrimonio immenso". Per Gaspare Spatuzza, due più due fa sempre quattro. Dopo il 1989 e fino al 27 gennaio 1994 (li arrestano ai tavoli di "Gigi il cacciatore" di via Procaccini), Filippo e Giuseppe decidono di starsene latitanti a Milano e non a Palermo. Hanno le loro buone ragioni. A Milano possono contare su protezioni eccellenti e insospettabili che li garantiscono meglio delle strade strette di Brancaccio dove non passa inosservato nemmeno uno spillo. E dunque perché? "E' anomalissimo", dice il mafioso, ma la chiave è nel denaro. A Milano non ci sono uomini della famiglia, ma non importa perché ci sono i loro soldi e gli uomini che li custodiscono. I loro nomi forse non sono un mistero. Di più, Gaspare Spatuzza li suggerisce. Interrogatorio del 16 giugno: "Filippo ha nutrito sempre simpatia nei riguardi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, (...) Filippo è tutto patito dell'abilità manageriale di Berlusconi. Potrei riempire pagine e pagine di verbale [per raccontare] della simpatia e del... possiamo dire ... dell'amore che lo lega a Berlusconi e Dell'Utri".
"L'asso nella manica" di Giuseppe Graviano, "il jolly" evocato dal mafioso come una minaccia - sostengono fonti vicine all'inchiesta - non è nella fitta rete di contatti, reciproche e ancora misteriose influenze che hanno preceduto le cinque stragi del 1993 - lo conferma anche Spatuzza - , ma nelle connessioni di affari che, "negli ultimi vent'anni", la famiglia di Brancaccio ha coltivato a Milano. E' la rassicurante condizione che rende arrogante anche Filippo, solitamente equilibrato. Dice Gaspare: "[Filippo mi disse]: facceli fare i processi a loro, perché un giorno glieli faremo noi, i processi".
Nella lettura delle migliaia di pagine di interrogatorio, ora agli atti del processo di appello di Marcello Dell'Utri, pare necessario allora non farsi imprigionare da quel doloroso 1993, ma tenere lo sguardo più lungo verso il passato perché le stragi di quell'anno sono soltanto la fine (provvisoria e sfuggente) di una storia, mentre i mafiosi che hanno saltato il fosso - e i boss che hanno autorizzato la manovra - parlano di un inizio e su quell'epifania sembrano fare affidamento per la resa dei conti con il capo del governo.
Le cose stanno così. Berlusconi non deve temere il suo coinvolgimento - come mandante - nelle stragi non esclusivamente mafiose del 1993. Può mettere fin da ora nel conto che sarà indagato, se già non lo è a Firenze. Molti saranno gli strepiti quando la notizia diventerà ufficiale, ma va ricordato che l'iscrizione al registro degli indagati mette in chiaro la situazione, tutela i diritti della difesa, garantisce all'indagato tempi certi dell'istruttoria (limitati nel tempo). Quando l'incolpazione diventerà pubblica, l'immagine internazionale del premier ne subirà un danno, è vero, ma il Cavaliere ha dimostrato di saper reggere anche alle pressioni più moleste. E comunque quel che deve intimorire e intimorisce oggi il premier non è la personale credibilità presso le cancellerie dell'Occidente, ma fin dove si può spingere e si spingerà l'aggressione della famiglia mafiosa di Brancaccio, determinata a regolare i conti con l'uomo - l'imprenditore, il politico - da cui si è sentita "venduta" e tradita, dopo "le trattative" del 1993 (nascita di Forza Italia), gli impegni del 1994 (primo governo Berlusconi), le attese del 2001 (il Cavaliere torna a Palazzo Chigi dopo la sconfitta del '96), le più recenti parole del premier: "Voglio passare alla storia come il presidente del consiglio che ha distrutto la mafia" (agosto 2009).
Mandate in avanscoperta, non contraddette o isolate dai boss, le "seconde file" della cosca - manovali del delitto e della strage al tritolo - hanno finora tirato dentro il Cavaliere e Marcello Dell'Utri come ispiratori della campagna di bombe, inedita per una mafia che in Continente non ha mai messo piede - nel passato - per uccidere innocenti. Fonti vicine alle inchieste (quattro, Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano) non nascondono però che raccogliere le fonti di prove necessarie per un processo sarà un'impresa ardua dall'esito oggi dubbio e soltanto ipotetico. Non bastano i ricordi di mafiosi che "disertano". Non sono sufficienti le parole che si sono detti tra loro, dentro l'organizzazione. Non possono essere definitive le prudenti parole di dissociazione di Filippo Graviano o il trasversale messaggio di Giuseppe che promette ai magistrati "una mano d'aiuto per trovare la verità". Occorrono, come li definisce la Cassazione, "riscontri intrinseci ed estrinseci", corrispondenze delle parole con fatti accertabili. Detto con chiarezza, sarà molto difficile portare in un'aula di tribunale l'impronta digitale di Silvio Berlusconi nelle stragi del 1993.
Questo affondo della famiglia di Brancaccio sembra - vagliato allo stato delle cose di oggi - soltanto un avvertimento che Cosa Nostra vuole dare alla letale quiete che sta distruggendo il potere dell'organizzazione e, soprattutto, uno scrollone a uno stallo senza futuro, che l'allontana dal recupero di risorse essenziali per ritrovare l'appannato prestigio.
Il denaro, i piccioli, in queste storie di mafia, sono sempre curiosamente trascurati anche se i mafiosi, al di là della retorica dell'onore e della famiglia, altro non hanno in testa. I Graviano, dice Gaspare Spatuzza, non sono un'eccezione. Nel loro caso, addirittura sono più lungimiranti. Nei primi anni novanta, Filippo e Giuseppe preparano l'addio alla Sicilia, "la dismissione del loro patrimonio" nell'isola. Spatuzza (16 giugno 2009): "Nel 1991, vendono, svendono il patrimonio. Cercano i soldi, [vogliono] liquidità e io non so come sono stati impiegati [poi] questi capitali, e per quali acquisizioni. Certo, non sono restati in Sicilia". I Graviano, a Gaspare, non appaiono più interessati "alle attività illecite". "Quando Filippo esce [dal carcere] nell'88 o nel 1989, esce con questa mania, questa grandezza imprenditoriale. I Graviano hanno già, per esempio, le tre Standa di Palermo affidate a un prestanome, in corso Calatafimi a Porta Nuova, in via Duca Della Verdura, in via Hazon a Brancaccio". Filippo - sempre lui - si sforza di far capire anche a uno come Spatuzza, imbianchino, le opportunità e anche i rischi di un impegno nella finanza. Le sue parole svelano che ha già a disposizione uomini, canali, punti di riferimento, competenze. "[Filippo] mi parla di Borsa, di Tizio, di Caio, di investimenti, di titoli. (...). Mi dice: [vedi Gaspare], io so quanto posso guadagnare nel settore dell'edilizia, ma se investo [i miei soldi] in Borsa, nel mercato finanziario, posso perdere e guadagnare, non c'è certezza. Addirittura si dice che a volte, se si benda una scimmia e le si fa toccare un tasto, può riuscire meglio di un esperto. Filippo è attentissimo nel seguire gli scambi, legge ogni giorno il Sole 24ore. Tiene in considerazione la questione Fininvest, d'occhio [il volume degli] investimenti pubblicitari. Mi dice [meraviglie] di una trasmissione come Striscia la notizia. Minimo investimento, massima raccolta [di spot], introiti da paura. "Il programma più redditizio della Fininvest", dice. Abbiamo parlato anche di Telecom, Fiat, Piaggio, Colaninno, Tronchetti Provera, ma la Fininvest era, posso dire, un terreno di sua pertinenza, come [se fosse] un [suo] investimento, come se fossero soldi messi da tasca sua, la Fininvest".
E' l'interrogatorio del 29 giugno 2009. Gaspare conclude: "Le [mie] dichiarazioni non possono bruciare l'asso [conservato nella manica] di Giuseppe" perché "il jolly" non ha nulla a che spartire con la Sicilia, con le stragi, con quell'orizzonte mafioso che è il solo paesaggio sotto gli occhi di Spatuzza. Un mese dopo (28 luglio 2009), i pubblici ministeri chiedono a Filippo in modo tranchant dove siano le sue ricchezze. Quello risponde: "Non ne parlo e mi dispiace non poterne parlare".
Ora, per raccapezzarci meglio in questo labirinto, si deve ricordare che i legami tra Marcello Dell'Utri e i paesani di Palermo non sono una novità. Come non sono sconosciuti gli incontri - nella metà degli anni settanta - tra Silvio Berlusconi e la créme de la créme di Cosa Nostra (Stefano Bontate, Mimmo Teresi, Tanino Cinà, Francesco Di Carlo). Né sono inedite le rivelazioni sulla latitanza di Gaetano e Antonino Grado nella tenuta di Villa San Martino ad Arcore, protetta dalla presenza di Vittorio Mangano, capo del mandamento di Porta Nuova (il mafioso, "che poteva chiedere qualsiasi cosa a Dell'Utri", siede alla tavola di Berlusconi anche nelle cene ufficiali, altro che "stalliere"). Nella scena che prepara la confessione di Gaspare Spatuzza, quel che è originale è l'esistenza di "un asso" che, giocato da Giuseppe Graviano, potrebbe compromettere il racconto mitologico dell'avventura imprenditoriale del presidente del consiglio.
Con quali capitali, Berlusconi abbia preso il volo, a metà degli settanta, ancora oggi è mistero glorioso e ben protetto. Molto si è ragionato sulle fidejussioni concessegli da una boutique del credito come la Banca Rasini; sul flusso di denaro che gli consente di tenere a battesimo Edilnord e i primi ambiziosi progetti immobiliari. Probabilmente capitali sottratti al fisco, espatriati, rientrati in condizioni più favorevoli, questo era il mestiere del conte Carlo Rasini. Ma è ancora nell'aria la convinzione che non tutta la Fininvest sia sotto il controllo del capo del governo.
Molte testimonianze di "personaggi o consulenti che hanno lavorato come interni al gruppo", rilasciate a Paolo Madron (autore, nel 1994, di una documentata biografia molto friendly, Le gesta del Cavaliere, Sperling&Kupfer), riferiscono che "sono [di Berlusconi] non meno dell'80 per cento delle azioni delle [22] holding [che controllano Fininvest]. Sull'altro 20 per cento, per la gioia di chi cerca, ci si può ancora sbizzarrire". Sembra di poter dire che il peso del ricatto della famiglia di Brancaccio contro Berlusconi può esercitarsi proprio tra le nebbie di quel venti per cento. In un contesto che tutti dovrebbe indurre all'inquietudine. Cosa Nostra minaccia in un regolamento di conti il presidente del consiglio. Ne conosce qualche segreto. Ha con lui delle cointeressenze antiche e inconfessabili. Le agita per condizionarne le scelte, ottenerne utili legislativi, regole carcerarie più favorevoli, minore pressione poliziesca e soprattutto la disponibilità di ricchezze che (lascia intuire) le sono state trafugate. In questo conflitto - da un lato, una banda di assassini; dall'altro un capo di governo liberamente eletto dal popolo, nonostante le sue opacità - non c'è dubbio con chi bisogna stare. E tuttavia, per sottrarsi a quel ricatto rovinoso, anche Berlusconi è chiamato a fare finalmente luce sull'inizio della sua storia d'imprenditore.
Il Cavaliere dice che si è fatto da sé correndo in salita senza capitali alle spalle. Sostiene di essere il proprietario unico delle holding che controllano Mediaset (ma quante sono, una buona volta, ventidue o trentotto?). E allora l'altro venti per cento di Mediaset di chi è? Davvero, come raccontano ora gli uomini di Brancaccio, è della mafia? È stata la Cosa Nostra siciliana allora a finanziarlo nei suoi primi, incerti passi di imprenditore? Già glielo avrebbero voluto chiedere i pubblici ministeri di Palermo che pure qualche indizio in mano ce l'avevano.
Quel dubbio non può essere trascurabile per un uomo orgoglioso di avercela fatta senza un gran nome, senza ricchezze familiari, un outsider nell'Italia ingessata delle consorterie e prepotente delle lobbies.
Berlusconi, in occasione del processo di primo grado contro Marcello Dell'Utri, avrebbe potuto liberarsi di quel sospetto con poche parole. Avrebbe potuto dire il suo segreto; raccontare le fatiche che ha affrontato; ricordare le curve che ha dovuto superare, anche le minacce che gli sono piovute sul capo. Poche parole con lingua secca e chiara. E lui, invece, niente. Non dice niente. L'uomo che parla ossessivamente di se stesso, compulsivamente delle sue imprese, tace e dimentica di dirci l'essenziale. Quando i giudici lo interrogano a Palazzo Chigi (è il 26 novembre 2002, guida il governo), "si avvale della facoltà di non rispondere". Glielo consente la legge (è stato indagato in quell'inchiesta), ma quale legge non scritta lo obbliga a tollerare sulle spalle quell'ombra così sgradevole e anche dolorosa, un'ombra che ipoteca irrimediabilmente la sua rispettabilità nel mondo - nel mondo perché noi, in Italia, siamo più distratti? Qual è il rospo che deve sputare? Che c'è di peggio di essere accusato di aver tenuto il filo - o, peggio, di essere stato finanziariamente sostenuto - da un potere criminale che in Sicilia ha fatto più morti che la guerra civile nell'Irlanda del Nord? Che c'è di peggio dell'accusa di essere un paramafioso, il riciclatore di denaro che puzza di paura e di morte? Un'evasione fiscale? Un trucco di bilancio? Chi può mai crederlo nell'Italia che ammira le canaglie. Per quella ragione, gli italiani lo avrebbero apprezzato di più, non di meno. Avrebbero detto: ma guarda quel bauscia, è furbissimo, ha truccato i conti, gabbato lo Stato e vedi un po' dove è arrivato e con quale ricchezza!
D'altronde anche per questo scellerato fascino, gli italiani lo votano e gli regalano la loro fiducia. E dunque che c'è di indicibile nei finanziamenti oscuri, senza padre e domicilio, che gli consentono di affatturarsi i primi affari?
E' giunto il tempo, per Berlusconi, di fare i conti con il suo passato. Non in un'aula di giustizia, ma en plein air dinanzi all'opinione pubblica. Prima che sia Cosa Nostra a intrappolarlo e, con lui, il legittimo governo del Paese.
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/resa-dei-conti-1/resa-dei-conti-1.html
The Pein
28-11-2009, 11:03
E anche l'ultimo baluardo di difesa(se mai ci fosse stata eh) di Berlusconi è caduto...
A quando l'ha resa Nazionale?
ConteZero
28-11-2009, 11:10
E anche l'ultimo baluardo di difesa(se mai ci fosse stata eh) di Berlusconi è caduto...
A quando l'ha resa Nazionale?
Lui non s'arrende.
Egli è come Garibaldi (quello con la camicia rossa del sangue ed i pantaloni marroni del...), nel caso peggiore sale sul suo panfilo e và a "liberare" l'America del sud dalla minaccia comunista (magari cominciando da un paese in cui non c'è l'estradizione).
Berlusconi si è già auto-assolto ieri e oggi nei telegiornali.
Per i nostri tg il caso è già chiuso.
Quando si sapranno altre informazioni interessanti l'italiano medio non verrà di certo a conoscenza di nulla... anzi, no, sentirà Berlusconi che sbraita contro i giudici comunisti e basta...
Anodaram
28-11-2009, 13:09
Berlusconi si è già auto-assolto ieri e oggi nei telegiornali.
Per i nostri tg il caso è già chiuso.
Quando si sapranno altre informazioni interessanti l'italiano medio non verrà di certo a conoscenza di nulla... anzi, no, sentirà Berlusconi che sbraita contro i giudici comunisti e basta...
si infatti, oggi il tg2 ha dato questa notizia:
"notizia appena giunta,smentite le accuse contro berlusconi riguardo associazione mafiosa e stragi del '93.....etc...."
cioè sembre che qualcuno (uno s'immiagina l'autorità giudiziaria) abbia dichiarato falso quanto dichiarato dai pentiti.....beh continuando ad ascoltare si capisce che quelle smentite sono di BERLUSCONI.Lui si autoassolve senza bisogno di processo,e le sue dichiarazioni sono presentate come LA VERITA' dai tg......
Balle!
L'impero Fininvest è stato fondato coi soldi di due finanziarie svizzero-tedesco-israeliane dal lunghissimo nome tedesco. Se cercate in rete le trovate. Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
ConteZero
28-11-2009, 14:14
Balle!
L'impero Fininvest è stato fondato coi soldi di due finanziarie svizzero-tedesco-israeliane dal lunghissimo nome tedesco. Se cercate in rete le trovate. Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
Fosse così semplice ci sarebbe da capire perché S.B.non ha mai voluto rivelarlo pubblicamente.
Fosse così semplice ci sarebbe da capire perché S.B.non ha mai voluto rivelarlo pubblicamente.
La notizia di queste due società è pubblica, anche se non molto reclamizzata. Sono state loro a cooptare S.B., non il contrario. Già esistevano legami di questi personaggi con la Banca dell'ebreo Rasini, banca con un solo sportello che faceva contrabbando e riciclaggio con la Svizzera.
In una di queste società, mi pare di ricordare che avessero sede alle solite Cayman, c'era il finanziere svizzero Tito Tettamanti.
Balle!
L'impero Fininvest è stato fondato coi soldi di due finanziarie svizzero-tedesco-israeliane dal lunghissimo nome tedesco. Se cercate in rete le trovate. Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
Fosse così semplice ci sarebbe da capire perché S.B.non ha mai voluto rivelarlo pubblicamente.
La Aktiengesellschaft fur Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag" di Lugano che mise i 50.000 franchi svizzeri del capitale, ma poco dopo Berlusconi sborsò più di 3 miliardi (di allora) per comprare il tereno deve sorgerà Milano 2.
Qual è la vera origine di tutto questo denaro e di quello che servì per portare avanti il cantiere? ... Quali garanzie diede il 32enne Berlusconi che non aveva nulla alle spalle ?
anonimizzato
28-11-2009, 16:27
Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
Zi badrone.
La Aktiengesellschaft fur Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag" di Lugano che mise i 50.000 franchi svizzeri del capitale, ma poco dopo Berlusconi sborsò più di 3 miliardi (di allora) per comprare il tereno deve sorgerà Milano 2.
Qual è la vera origine di tutto questo denaro e di quello che servì per portare avanti il cantiere? ... Quali garanzie diede il 32enne Berlusconi che non aveva nulla alle spalle ?
Intanto non c'è solo quella finanziaria, ma ce n'era un'altra.
La vera origine di tutto è la banca dell'ebreo Rasini, banca con un solo sportello, che era la banca dei traffici dei milanesi con la Svizzera. Legame con la Svizzera quindi preesistente. Il padre di Silvio, Luigi Berlusconi, dipendente della banca, era l'uomo di fiducia di questi traffici. Gli stessi finanzieri svizzeri che avevano già legami con la banca Rasini cooptarono il figlio, che fu per loro una specie di prestanome. Tra questi c'era Tito Tettamanti, tuttora finanziere importante.
ConteZero
28-11-2009, 18:13
Intanto non c'è solo quella finanziaria, ma ce n'era un'altra.
La vera origine di tutto è la banca dell'ebreo Rasini, banca con un solo sportello, che era la banca dei traffici dei milanesi con la Svizzera. Legame con la Svizzera quindi preesistente. Il padre di Silvio, Luigi Berlusconi, dipendente della banca, era l'uomo di fiducia di questi traffici. Gli stessi finanzieri svizzeri che avevano già legami con la banca Rasini cooptarono il figlio, che fu per loro una specie di prestanome. Tra questi c'era Tito Tettamanti, tuttora finanziere importante.
Ma banca dei traffici con la Svizzera DI CHI lo sai ?
Buscetta (pentito storico) dice che la Rasini era la banca usata da cosa nostra per esportare all'estero i capitali da "ripulire".
Ma banca dei traffici con la Svizzera DI CHI lo sai ?
Buscetta (pentito storico) dice che la Rasini era la banca usata da cosa nostra per esportare all'estero i capitali da "ripulire".
Ma lascia perdere sti pentiti che sono solo delatori imbeccati dai giudici! (Sistema usato anche nell'antica Grecia, invece che "pentiti" si chiamavano "sica"). Figuriamoci.
Suppongo che lo facessero industriali e banchieri, i nomi non li so, ma in genere sono quelli che contano, i "più uguali" degli altri, i soldi in Svizzera li mandavano tutti quelli che potevano.
ConteZero
28-11-2009, 18:27
Ma lascia perdere sti pentiti che sono solo delatori imbeccati dai giudici! (Sistema usato anche nell'antica Grecia, invece che "pentiti" si chiamavano "sica"). Figuriamoci.
Suppongo che lo facessero industriali e banchieri, i nomi non li so, ma in genere sono quelli che contano, i "più uguali" degli altri, i soldi in Svizzera li mandavano tutti quelli che potevano.
Buscetta è stato il primo grande pentito, e parliamo del 1984.
Ad imbeccarlo dovrebbero essere stati, secondo te, Falcone e Borsellino ?
La settima domanda tratta da La Padania:
Settimo quesito: e' universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore e' "nato col mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tivu' e' incentrato questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tivu'. Lo scopo - del tutto evidente - fu quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicita', che cosi' sarebbe stata "nazionale" e non piu' locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un piano perfetto.
Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti al Nord, inizio' dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entro' in societa' con i fratelli Inzaranto di Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedra' nel proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei, signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual e', non puo' non avere preso informazioni all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre questioni, oltre la tivu'. Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonche' suo partner, e' marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta.
No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta" del 1984, ma al super boss che nel '79 e' ancora braccio destro di Pippo Calo' e amico intimo di Stefano Bontate, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perche' entro' in affari - tramite Adriano Galliani - con gente di questa risma? C'e' da notare, oltre tutto, che i fratelli Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto chiedendo con grande serieta'. Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto - nativa di Misilmeri, appunto - fondo' nel 1955 la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto, sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilita' sentiva parlare addirittura in casa da suo padre. Gli Azzaretto erano - con i Rasini - i diretti superiori di suo padre Luigi, signor Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con quali capitali - e di chi - Giuseppe Azzaretto riusci' ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di Milano, tenuto conto che Misilmeri e' tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, pero' che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile.
Quindi i Rasini di Misilmeri (PA) e gli Azzaretto (sempre di Misilmeri) erano i capi del papà di Silvio e lui non lo sapeva ?
Al solo leggere la pagina di wikipedia sulla banca rasini tremano i polsi : http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini
first register
28-11-2009, 18:49
quante probabilità ci sono che berlusconi non abbia nessun rapporto con i mafiosi ?
:stordita:
Buscetta è stato il primo grande pentito, e parliamo del 1984.
Ad imbeccarlo dovrebbero essere stati, secondo te, Falcone e Borsellino ?
La settima domanda tratta da La Padania:
Quindi i Rasini di Misilmeri (PA) e gli Azzaretto (sempre di Misilmeri) erano i capi del papà di Silvio e lui non lo sapeva ?
Al solo leggere la pagina di wikipedia sulla banca rasini tremano i polsi : http://it.wikipedia.org/wiki/Banca_Rasini
Lascia perdere Wikipedia che non è una fonte, può scriverci chiunque.
I Rasini non sono di Misilmeri, manco La Padania è una fonte. Fonte sono solamente i testi scritti dagli storici, con tanto di documentazioni e bibliografia.
Rasini è un cognome lombardo.
I "pentiti" sono personaggi che sono in prigione o comunque pregiudicati, totalmente nelle mani dei giudici. No so chi imbeccasse Buscetta, ma ha detto quello che gi hanno ordinato di dire, come tutti questi. E come ti ho spiegato è un sistema di fare lotta politica che risale all'antica Grecia.
Balle!
L'impero Fininvest è stato fondato coi soldi di due finanziarie svizzero-tedesco-israeliane dal lunghissimo nome tedesco. Se cercate in rete le trovate. Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
Stavo per risponderti seriamente quando ho capito che dovevi essere ironico.
Lascia perdere Wikipedia che non è una fonte, può scriverci chiunque.
I Rasini non sono di Misilmeri, manco La Padania è una fonte. Fonte sono solamente i testi scritti dagli storici, con tanto di documentazioni e bibliografia.
Rasini è un cognome lombardo.
I "pentiti" sono personaggi che sono in prigione o comunque pregiudicati, totalmente nelle mani dei giudici. No so chi imbeccasse Buscetta, ma ha detto quello che gi hanno ordinato di dire, come tutti questi. E come ti ho spiegato è un sistema di fare lotta politica che risale all'antica Grecia.
L'inchiesta "san Valentino" del 1984 dimostrò che tra i correntisti della Banca c'erano molti boss mafiosi siciliani ...
L'inchiesta "san Valentino" del 1984 dimostrò che tra i correntisti della Banca c'erano molti boss mafiosi siciliani ...
Nell'84 possibile, ma la banca Rasini non è dell'84.
Poi bisogna tenere conto che i boss sono prestanome delle maggiori industrie italiane, come da risultanze processuali. Quelli che hanno accesso alle banche dati del Ministero di Grazia e Giustizia possono andare a controllare: documenti, non articoli di giornale.
claudioborghi
28-11-2009, 19:47
L'inchiesta "san Valentino" del 1984 dimostrò che tra i correntisti della Banca c'erano molti boss mafiosi siciliani ...
Come al solito si confonde il "prima" e il "dopo". La banca Rasini era una cosa, poi dopo che Rasini la cedette ad altri soggetti divento' un'altra.
Comunque se Berlusconi era "referente della mafia" agli inizi della sua avventura imprenditoriale allora bisogna buttare nel cesso tutto il processo dell'Utri dove tutto si basa su un presunto incontro del 1975 dove per si dice che per la prima volta B. Incontra dei mafiosi per chiedere di essere "protetto" dalle minacce contro i figli.
In ogni caso il castello delle illazioni non sta in piedi.
Comunque la Fininvest ha gia' annunciato querela per l'articolo in topic.
first register
28-11-2009, 19:53
Come al solito si confonde il "prima" e il "dopo". La banca Rasini era una cosa, poi dopo che Rasini la cedette ad altri soggetti divento' un'altra.
Comunque se Berlusconi era "referente della mafia" agli inizi della sua avventura imprenditoriale allora bisogna buttare nel cesso tutto il processo dell'Utri dove tutto si basa su un presunto incontro del 1975 dove per si dice che per la prima volta B. Incontra dei mafiosi per chiedere di essere "protetto" dalle minacce contro i figli.
In ogni caso il castello delle illazioni non sta in piedi.
Comunque la Fininvest ha gia' annunciato querela per l'articolo in topic.
LOL
è innocente!!!
ConteZero
28-11-2009, 20:30
Lascia perdere Wikipedia che non è una fonte, può scriverci chiunque.
I Rasini non sono di Misilmeri, manco La Padania è una fonte. Fonte sono solamente i testi scritti dagli storici, con tanto di documentazioni e bibliografia.
Rasini è un cognome lombardo.
I "pentiti" sono personaggi che sono in prigione o comunque pregiudicati, totalmente nelle mani dei giudici. No so chi imbeccasse Buscetta, ma ha detto quello che gi hanno ordinato di dire, come tutti questi. E come ti ho spiegato è un sistema di fare lotta politica che risale all'antica Grecia.
Non sapevo che le origini fossero solo da parte di padre.
Per il resto Sindona e Buscetta non li ha imbeccati nessuno, tant'è che il primo l'hanno fatto sparire alla maniera dei siciliani (vedasi Pisciotta) ed il secondo l'hanno dovuto tenere sotto controllo fino alla morte perché gli avevano freddato mezza famiglia.
Tra il 1982 e il 1984, sotto ordine diretto del boss corleonese Totò Riina (contro il parere, si dice, di Bernardo Provenzano), due figli scomparvero per non essere mai più ritrovati. Vennero inoltre uccisi un fratello, un genero, un cognato e quattro nipoti.
Non sapevo che le origini fossero solo da parte di padre.
Per il resto Sindona e Buscetta non li ha imbeccati nessuno, tant'è che il primo l'hanno fatto sparire alla maniera dei siciliani (vedasi Pisciotta) ed il secondo l'hanno dovuto tenere sotto controllo fino alla morte perché gli avevano freddato mezza famiglia.
Sicuro? CHI lo ha fatto? Prova a fondare le tue opinioni su documentazioni e non su quello che dicono i giornali, che, ricordalo, sono proprietà di capitalisti.
Sicuro? CHI lo ha fatto? Prova a fondare le tue opinioni su documentazioni e non su quello che dicono i giornali, che, ricordalo, sono proprietà di capitalisti.
Dopo che tu avrai dimostrato, con "documenti", che quello che scrivono certi giornali è falso.
Dopo che tu avrai dimostrato, con "documenti", che quello che scrivono certi giornali è falso.
Ho già detto che la dimostrazione che certi boss siano prestanome di certi gruppi industriali si trova nelle banche dati giuridiche. Io ricordo solo Madonia prestanome dell'Ansaldo. Se hai amici o parenti avvocati puoi cercare gli altri.
Ho già detto che la dimostrazione che certi boss siano prestanome di certi gruppi industriali si trova nelle banche dati giuridiche. Io ricordo solo Madonia prestanome dell'Ansaldo. Se hai amici o parenti avvocati puoi cercare gli altri.
I giudici sono tutti politicizzati, quindi mentono.:blah:
Altro giro?:D
ConteZero
28-11-2009, 22:21
Ho già detto che la dimostrazione che certi boss siano prestanome di certi gruppi industriali si trova nelle banche dati giuridiche. Io ricordo solo Madonia prestanome dell'Ansaldo. Se hai amici o parenti avvocati puoi cercare gli altri.
Nel caveau di New Tokyo, dietro Lilith, c'è un fascicolo che prova quanto appare su wikipedia.
Jabberwock
28-11-2009, 22:23
Nel caveau di New Tokyo, dietro Lilith, c'è un fascicolo che prova quanto appare su wikipedia.
Neo Tokyo 3, bisogna essere precisi nelle affermazioni: le querele volano! :rotfl:
momo-racing
28-11-2009, 22:30
Lascia perdere Wikipedia che non è una fonte, può scriverci chiunque.
I Rasini non sono di Misilmeri, manco La Padania è una fonte. Fonte sono solamente i testi scritti dagli storici, con tanto di documentazioni e bibliografia.
Rasini è un cognome lombardo.
I "pentiti" sono personaggi che sono in prigione o comunque pregiudicati, totalmente nelle mani dei giudici. No so chi imbeccasse Buscetta, ma ha detto quello che gi hanno ordinato di dire, come tutti questi. E come ti ho spiegato è un sistema di fare lotta politica che risale all'antica Grecia.
Conoscendo la storia di buscetta direi che non mi sembra proprio il tipo da farsi imboccare: ricordo che non stiamo parlando di una mezza calzetta come Spatuzza ma di un vero e proprio boss, la persona che per prima fece cadere il velo di omertà che copriva cosa nostra, che ne descrisse le dinamiche e che di fatto diede modo di dare il via al primo maxiprocesso contro cosa nostra. Ora possiamo al massimo arrivare a pensare che possa aver detto certe cose per proprio tornaconto personale ( anche se non si capisce che tornaconto dovrebbe avere da tale vicenda visto che Berlusconi ai tempi rivestiva solamente il ruolo d'imprenditore e non aveva quindi alcun peso politico ) ma che sia stato imboccato dai magistrati sulla vicenda in questione mi sembra follia pura.
Nel caveau di New Tokyo, dietro Lilith, c'è un fascicolo che prova quanto appare su wikipedia.
Cazzate, c'è un post-it impiantato nella mano di Gendo...
dantes76
28-11-2009, 23:03
bossi allora non ha mai sbagliato...
bossi allora non ha mai sbagliato...
grande bossi, lui l'aveva capito anni e anni fa :)
dantes76
28-11-2009, 23:21
http://img2.pict.com/69/9a/be/2078556/0/padania2bdel2b080719982bpagina2b.pnghttp://img2.pict.com/8b/ba/f4/2078568/0/padania2bdel2b080719982bpagina2b.png
dantes76
28-11-2009, 23:24
http://img2.pict.com/5b/93/43/2078582/0/padania2bdel2b220719982bpagina2b.png
http://img2.pict.com/a7/80/eb/2078586/0/padania2bdel2b020719982bpagina2b.png
http://img2.pict.com/ad/3a/b3/2078589/0/800/padania2bdel2b300819982bpagina2b.png
mattia.pascal
28-11-2009, 23:26
Quote:
Originariamente inviato da Jarni Guarda i messaggi
Dopo che tu avrai dimostrato, con "documenti", che quello che scrivono certi giornali è falso.
Ho già detto che la dimostrazione che certi boss siano prestanome di certi gruppi industriali si trova nelle banche dati giuridiche. Io ricordo solo Madonia prestanome dell'Ansaldo. Se hai amici o parenti avvocati puoi cercare gli altri.
E allora? Non capisco che c'entra questo con quello di cui si sta parlando? Che molti imprenditori del Nord si siano serviti di mafiosi per portare avanti i loro traffici è vero, e quindi ? Qual'è il punto? Spiegati meglio visto che sei così informato sui fatti.
dantes76
28-11-2009, 23:27
Tano tano bello da morire!! cumme era mafioso tano mio!! ma cumme era bello tano mio!! tano tano bello da morire!!!
http://easycaptures.com/fs/uploaded/427/5448528735.jpg
dantes76
28-11-2009, 23:37
Come al solito si confonde il "prima" e il "dopo". La banca Rasini era una cosa, poi dopo che Rasini la cedette ad altri soggetti divento' un'altra.
Comunque se Berlusconi era "referente della mafia" agli inizi della sua avventura imprenditoriale allora bisogna buttare nel cesso tutto il processo dell'Utri dove tutto si basa su un presunto incontro del 1975 dove per si dice che per la prima volta B. Incontra dei mafiosi per chiedere di essere "protetto" dalle minacce contro i figli.
In ogni caso il castello delle illazioni non sta in piedi.
Comunque la Fininvest ha gia' annunciato querela per l'articolo in topic.
Tano tano bello da morire!! cumme era mafioso tano mio!! ma cumme era bello tano mio!! tano tano bello da morire!!!
http://img198.imageshack.us/img198/6525/padaniadel13061998pagin.png
FabioGreggio
28-11-2009, 23:43
E anche l'ultimo baluardo di difesa(se mai ci fosse stata eh) di Berlusconi è caduto...
A quando l'ha resa Nazionale?
Subito un Lodo Spatuzza.
E la richiesta di mandare al rogo la storica fiction La Piovra.
Meglio decreto legge.
Spatuzza a orologeria.
Almeno Mangano era un eroe!
Rideremo per decenni passata la sbornia, credetmi.
I nostri figli ci domanderanno dove eravamo.
fg
FabioGreggio
28-11-2009, 23:46
http://img2.pict.com/5b/93/43/2078582/0/padania2bdel2b220719982bpagina2b.png
http://img2.pict.com/a7/80/eb/2078586/0/padania2bdel2b020719982bpagina2b.png
http://img2.pict.com/ad/3a/b3/2078589/0/800/padania2bdel2b300819982bpagina2b.png
:rotfl: :rotfl: :rotfl:
Mio Dio....la faccia come il culo.....:p :p :ciapet: :ciapet:
fg
Posto il pdf della Padania (1998) che avevo messo in un altro thread:
Le 11 domande a Berlusconi sui rapporti con Cosa Nostra:
http://www.beppegrillo.it/documenti/lapadania_10domande.pdf
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=29877087&postcount=88
Dalla Banca Rasini a Spatuzza, i misteri mai chiariti
Il "giallo" sul 20% del capitale è anche in un libro pubblicato nel '95 dalla Mondadori
Quelle nebbie misteriose
sulle origini della Fininvest
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE D'AVANZO
atinvidia284
29-11-2009, 11:31
Lasciate perdere la carta igienica di De Benedetti.
Ma lascia perdere sti pentiti che sono solo delatori imbeccati dai giudici!
Lascia perdere Wikipedia che non è una fonte, può scriverci chiunque.
....manco La Padania è una fonte....
Dobbiamo lasciar perdere i pentiti,i giudici,i giornali e wikipedia..........Cazzo ma tu potresti diffondere la conoscenza assoluta a tutta l'umanità o mio Signore,grazie di averci illuminato:ave: :ave:
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/nebbie-fininvest/nebbie-fininvest.html
:rolleyes: :muro:
grande bossi, lui l'aveva capito anni e anni fa :)
Tano tano bello da morire!! cumme era mafioso tano mio!! ma cumme era bello tano mio!! tano tano bello da morire!!!
http://img198.imageshack.us/img198/6525/padaniadel13061998pagin.png
Seriamente, non fossi stato ancora troppo piccolo e brufoloso a quei tempi (:asd:) un voto gliel'avrei anche dato per aver le palle a Bossi (che si, allora, ce l'avevo proprio duro) :O
Peccato si sia "ammorbidito".
Ma come dice FabioGreggio, da quando ha visto la Madonna, DiPietro è diventato pirla e Berlusca un genio :cool:
atinvidia284
29-11-2009, 12:58
Poveri leghisti
Bossi su Berlusconi: <<Il suo fine era quello di distruggere la Lega. Voleva comprarci tutti quanti>> :asd: :asd:
http://www.berluscastop.it/pcampoli/PADANIA.html
claudioborghi
29-11-2009, 14:00
Dobbiamo lasciar perdere i pentiti,i giudici,i giornali e wikipedia..........
Non necessariamente, ma basterebbe attaccare lo spinotto al cervello per buttare SPATUZZA nella spazzatura cui gente del genere dovrebbe appartenere in via esclusiva.
Mi basta leggere che questo gaglioffo afferma che nel 1990 parlava di finanza e investimenti con i graviano, che discutevano con lui di "telecom, piaggio, colaninno, tronchetti provera" per capire che si tratta di un poveraccio a cui hanno dato da studiare robe sulla borsa per far finta di essere credibile.
Peccato che l'abbiano fatto studiare sui libri degli anni sbagliati.
Telecom non esisteva ancora, piaggio non era ancora quotata, chi fosse colaninno lo sapevano solo i suoi famigliari e tronchetti non se lo calcolava nessuno.
tanto mi basta...
SPAZZATURA totale e povera italia che perde tempo e denaro in queste minchiate.
dantes76
29-11-2009, 14:13
Non necessariamente, ma basterebbe attaccare lo spinotto al cervello per buttare SPATUZZA nella spazzatura cui gente del genere dovrebbe appartenere in via esclusiva.
Mi basta leggere che questo gaglioffo afferma che nel 1990 parlava di finanza e investimenti con i graviano, che discutevano con lui di "telecom, piaggio, colaninno, tronchetti provera" per capire che si tratta di un poveraccio a cui hanno dato da studiare robe sulla borsa per far finta di essere credibile.
Peccato che l'abbiano fatto studiare sui libri degli anni sbagliati.
Telecom non esisteva ancora, piaggio non era ancora quotata, chi fosse colaninno lo sapevano solo i suoi famigliari e tronchetti non se lo calcolava nessuno.
tanto mi basta...
SPAZZATURA totale e povera italia che perde tempo e denaro in queste minchiate.
e dove si dovrebbero investire questi soldi sprecati? IN SICILIA????
li mandi qui questi soldi sperperati dalla magistratura..
ps: minchiate?? vedo che sta imparando la lingua madre...
http://img69.imageshack.us/img69/8683/tabellah10485172.jpg
atinvidia284
29-11-2009, 14:34
Non necessariamente, ma basterebbe attaccare lo spinotto al cervello per buttare SPATUZZA nella spazzatura cui gente del genere dovrebbe appartenere in via esclusiva.
Basterebbe anche solo averlo un cervello per evitare di farsi governare da persone non proprio trasparenti come berlusconi,dell'utri e la maggior parte dei pregiudicati che si portano dietro,basterebbe anche solo averlo un cervello per non dare conto alla disinformazione che si fa in tv e sul rotolo di silvio.
Ma è tropo semplice come ragionamento...
Non necessariamente, ma basterebbe attaccare lo spinotto al cervello per buttare SPATUZZA nella spazzatura cui gente del genere dovrebbe appartenere in via esclusiva.
Quoto, ma non dimenticarti anche tutti gli altri, e sai chi intendo
Documentario semisconosciuto:
http://www.youtube.com/view_play_list?gl=IT&hl=it&p=8C16EC1CFCF3B62E
FabioGreggio
29-11-2009, 23:03
Non necessariamente, ma basterebbe attaccare lo spinotto al cervello per buttare SPATUZZA nella spazzatura cui gente del genere dovrebbe appartenere in via esclusiva.
A proposito di spazzatura, mi ricorda una frase pronunciata dal Sindaco di Londra, il mitico Ken Livingston, che in una conferenza stampa disse proprio a me una frase che fece il giorno dopo il giro del mondo:
....Spero che fra non troppo tempo gli italiani decideranno di consegnare Silvio Berlusconi al cestino della storia dal quale non sarebbe mai dovuto emergere. Lo ha detto Ken Livingstone, sindaco di Londra a Milano....
Quando arrivano dall'estero hanno sempre un senso di maggiore pesantezza.
fg
claudioborghi
29-11-2009, 23:17
A proposito di spazzatura, mi ricorda una frase pronunciata dal Sindaco di Londra, il mitico Ken Livingston
Insulti da Livingstone sono come complimenti...
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/7585330.stm
SPAZZATURA totale e povera italia che perde tempo e denaro in queste minchiate.
Concordo, stai scrivendo pagine di spazzatura totale, a partire da quella in cui ti vanti di come avresti suggerito ad un IMPUTATO di sottrarsi ad un giusto processo per CORRUZIONE.
Povera ITALIA costretta a subire cascate di merda perchè il tuo reuccio non vuole rispondere di quello che ha fatto, povera l'ITALIA che legge le montagne di merda che rovesciate addosso a CIVILI ed ONESTI lavoratori dalle pagine di quelli che osate chiamare "giornali".
LuVi
Basterebbe anche solo averlo un cervello per evitare di farsi governare da persone non proprio trasparenti come berlusconi,dell'utri e la maggior parte dei pregiudicati che si portano dietro,basterebbe anche solo averlo un cervello per non dare conto alla disinformazione che si fa in tv e sul rotolo di silvio.
Ma è tropo semplice come ragionamento...
*
{|e;29877129']http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=29877087&postcount=88
Dalla Banca Rasini a Spatuzza, i misteri mai chiariti
Il "giallo" sul 20% del capitale è anche in un libro pubblicato nel '95 dalla Mondadori
Quelle nebbie misteriose
sulle origini della Fininvest
di ATTILIO BOLZONI e GIUSEPPE D'AVANZO
E' allucinante come si possa far finta di non vedere.
Ovviamente non è allucinante che chi ha tutti gli interessi per difenderlo, continui a farlo con armi e bugie sempre più subdole.... :rolleyes:
LuVi
FabioGreggio
30-11-2009, 08:49
Insulti da Livingstone sono come complimenti...
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/7585330.stm
Pero questa è meglio:
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/mediamanager/sys.user/38949/Silvio%20Berlusconi%20e%20Gheddafi%20Agosto%202008(1).jpg
claudioborghi
30-11-2009, 09:04
Pero questa è meglio:
Assomiglia a questa
http://www.monroerisingimages.com/ObamaGaddafiShake.jpg
Dobbiamo lasciar perdere i pentiti,i giudici,i giornali e wikipedia..........Cazzo ma tu potresti diffondere la conoscenza assoluta a tutta l'umanità o mio Signore,grazie di averci illuminato:ave: :ave:
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/nebbie-fininvest/nebbie-fininvest.html
:rolleyes: :muro:
Basta cercare DOCUMENTI processuali che hanno tanto di PROVE e confrontare le notizie.
Come ha detto un grande giornalista americano "la verità è quello che tutti cercano di tenere nascosto, il resto è propaganda".
I giornali hanno più parlato dell'incriminazione dei vertici milanesi dell'AGIP per aver ingaggiato la criminalità di Gela per affari loro? Come è andata a finire?
I giornali hanno mai raccontato del processo che subì Enrico Cuccia per connessioni con la malavita?
atinvidia284
30-11-2009, 10:37
Basta cercare DOCUMENTI processuali che hanno tanto di PROVE e confrontare le notizie.
Infatti:
Ora Madron è a colazione da Carlo Rasini. Gli chiede conto di quei finanziamenti e il conte banchiere gli rivela che Berlusconi ha restituito, di quelle somme, soltanto l'ottanta per cento. "E l'altro venti?", chiede Madron. Rasini sorride e gli dice: "L'altro venti per cento non è stato restituito; so come sono andate le cose e a chi appartiene quel venti per cento, ma non glielo dirò". Marina Berlusconi, nel suo sdegno, sostiene ancora: "Anni e anni di indagini e perizie ordinate proprio dalla procura di Palermo si sono concluse con l'unico possibile risultato: (...) nell'azionariato Fininvest (...) non esistono zone d'ombra".
L'affermazione è imprudente, se si legge la sentenza della II sezione del Tribunale di Palermo che ha condannato Marcello Dell'Utri, braccio destro di Berlusconi. La consulenza dell'accusa, scrivono i giudici, nonostante la "parziale documentazione" messa a disposizione, "evidenzia la scarsa trasparenza o l'anomalia di molte operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984. [Questa conclusione] non ha trovato smentita dal consulente della difesa Dell'Utri", il professor Paolo Maurizio Iovenitti, docente alla Bocconi di Finanza mobiliare e Analisi strategiche e valutazioni finanziarie.
Iovenitti ha ammesso in aula che alcune operazioni erano "potenzialmente non trasparenti". Scrivono allora i giudici: "Non è stato possibile, da parte dei consulenti [del pubblico ministero e della difesa], risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all'origine, qualunque essa fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione delle holding Fininvest. (...). La consulenza Iovenitti non ha fatto chiarezza sulla vicenda in esame [e], pur avendo la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest, non ha contribuito a chiarire la natura di alcune operazioni finanziarie "anomale" e a evidenziare la correttezza delle risultanze societarie, contabili e bancarie del gruppo Fininvest".
FabioGreggio
30-11-2009, 10:41
Assomiglia a questa
http://www.monroerisingimages.com/ObamaGaddafiShake.jpg
Nella mia la mano era data in modo decisamente più amichevole.
Tra simili....
claudioborghi
30-11-2009, 10:59
Infatti:
Proprio proprio...
http://www.ilgiornale.it/interni/quel_libro_manipolato_mauro_autore_mai_scritto_soldi_mafiosi/30-11-2009/articolo-id=402919-page=0-comments=1
oppure
http://www.fininvest.it/comunicati/75_attoditransazione.pdf
http://archiviostorico.corriere.it/2007/luglio/30/finanziamenti_Fininvest_perito_Giuffrida_co_9_070730226.shtml
Il prossimo link fuffa lo posti direttamente dal sito del pdl?
claudioborghi
30-11-2009, 11:31
Il prossimo link fuffa lo posti direttamente dal sito del pdl?
Obiezione prevedibile... :p
Al solito nulla sui contenuti:
Se D'avanzo cita un libro di Madron forse e' il caso di sapere cosa ne pensa l'autore stesso no? Mica possono sempre essere tutti morti e quindi non in grado di smentire (tipo Bernasconi con Mills)
Se si tira fuori la perizia di Giuffrida forse e' il caso di sentire cosa aveva da dire Giuffrida stesso no? E che di meglio allo scopo della transazione FIRMATA dallo stesso Giuffrida in ORIGINALE e in pdf?
Se non piacciono i link leggiamolo un po' questo documento...
ATTO DI TRANSAZIONE TRA
La FININVEST S.p.A, (C.F.:...) con sede in Roma, Largo Nazareno n. 8, in persona della procuratrice speciale avvocato Maria Enrica Mascherpa, in forza di procura rilasciata dall’Amministratore Delegato e legale rappresentante dott. Pasquale Cannatelli in data 26 luglio 2007, autenticata con atto del Notaio Arrigo Roveda di Milano, rep. 36992, rappresentata dagli avv.ti prof. Francesco Vassalli e Fabio Roscioli, con studio in Roma, Via Eleonora Duse, 35
di seguito anche denominata Fininvest o Società
E
FRANCESCO PAOLO GIUFFRIDA (C.F.:...), nato a Montevago (AG) in data 16 maggio 1954, residente in..., Via..., rappresentato dagli avv.ti Maria Taormina Crescimanno e Antonio Coppola, con studio in Palermo, Via Messina, 7/d;
di seguito anche denominato dott. Giuffrida o Consulente
congiuntamente anche denominati le Parti
PREMESSA
A) In considerazione delle dichiarazioni di taluni pentiti di mafia, secondo i quali la Fininvest avrebbe beneficiato dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa, con verbale di consulenza tecnica e di conferimento dell’incarico in data 5 dicembre 1997, i PP.MM. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ri Domenico Gozzo, Antonio Ingroia, Mauro Terranova e Umberto De Giglio, nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R., affidavano al dott. Giuffrida l’incarico di verificare la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest da parte di soggetti terzi.
La consulenza, intitolata «1ª Nota Informativa sui flussi finanziari delle società denominate Holding Italiana 1-22» (di seguito anche denominata 1ª Nota Informativa), veniva depositata in data 21 aprile 1999 nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R. Di lì a breve il procedimento veniva definitivamente archiviato dal GIP di Palermo, dott. Gioacchino Scaduto, in data 1 dicembre 1999.
B) In data 25 giugno 2000, l’elaborato peritale del dott. Giuffrida veniva acquisito al fascicolo dei citati PP.MM. dott.ri Domenico Gozzo e Antonio Ingroia e, in data 7 maggio 2002, a quello del Tribunale nell’ambito del procedimento 843/97 R.G.Trib. nei confronti del dott. Marcello Dell’Utri + altri in cui era stato ipotizzato il riciclaggio come reato fine rispetto a quelli contestati nel capo di imputazione.
C) All’esito dell’acquisizione dell’elaborato del dott. Giuffrida al predetto procedimento e, successivamente, in occasione della deposizione resa dal dott. Giuffrida nella fase dibattimentale del giudizio, gli organi di informazione, nazionali ed esteri, davano ampio risalto alle risultanze della consulenza e, in particolare, al fatto che per otto delle operazioni esaminate il dott. Giuffrida non era riuscito ad identificare l’origine della provvista. Il che aveva generato nell’opinione pubblica la convinzione che la Società potesse effettivamente aver goduto dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa.
D) La Fininvest, pur assolutamente certa dell’evidenza della provenienza lecita delle risorse conferite originariamente al proprio capitale, e quindi certa dell’erroneità delle conclusioni cui era pervenuto il Consulente, aveva preferito tuttavia non agire immediatamente a tutela dei propri diritti, ritenendo che una simile iniziativa avrebbe potuto turbare il regolare andamento del processo in cui il dott. Giuffrida rivestiva il ruolo di consulente del P.M.
E) Solo a seguito della definizione in primo grado del giudizio penale di cui sopra, la Fininvest, con atto notificato in data 28 febbraio 2006, citava il dott. Giuffrida dinanzi al Tribunale Ordinario di Palermo, per sentir accertare e dichiarare la sua grave negligenza nell’espletamento della 1ª Nota Informativa e nella ripetizione delle relative conclusioni nella fase dibattimentale del processo di primo grado tenutosi a Palermo nei confronti del dott. Marcello Dell’Utri + altri (843/97 R.G.Trib.), chiedendone conseguentemente la condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali, da liquidarsi equitativamente da parte del Giudice.
La Società sottoponeva alla cognizione del Tribunale soltanto l’esame di quelle otto operazioni che il Consulente non era stato in grado di ricostruire integralmente o per le quali egli aveva concluso in senso dubitativo, ingenerando così la convinzione che vi potessero esser stati afflussi di denaro di provenienza illecita nelle casse della Fininvest.
Si tratta, più precisamente, delle operazioni in data: 26 marzo 1984 per 7.172 mln. di lire; 16 maggio 1984 per 2.297 mln. di lire; 29 giugno 1979, per 6.000 mln di lire; 31 dicembre 1984 per 850 mln. di lire, 24, 29, 30, 31 dicembre 1980 per 19.224 mln. di lire; 7 dicembre 1978 per 17.980 mln. di lire; 19 dicembre 1979 per 27.680 mln. di lire; 4 ottobre 1979 per 11.000 mln. di lire e così per un totale di 93.933 mln. di lire.
Nell’atto di citazione veniva esposto che il dott. Giuffrida, adempiendo con la dovuta diligenza all’incarico affidatogli, avrebbe potuto ricostruire completamente ognuna di tali otto operazioni ed accertare che l’origine delle provviste era pacificamente riveniente da persone, fisiche e giuridiche, tutte immediatamente riferibili all’allora costituendo Gruppo Fininvest e, quindi, senza alcun afflusso di denaro dall’esterno.
F) Si costituiva nel giudizio dinanzi alla dott.sa Galazzi della III Sez. del Tribunale Ordinario di Palermo (R.G. n. 3261/06) il dott. Giuffrida, il quale, con propria comparsa di costituzione e risposta del 17 maggio 2006, adduceva di aver adempiuto l’incarico con professionalità e diligenza, precisando che la sua consulenza risultava parziale e non completa in quanto rappresentava solo una prima ipotesi di lavoro, che avrebbe poi potuto essere integrata e modificata a seguito di ulteriori approfondimenti tecnici e documentali. Approfondimenti che, tuttavia, non vennero mai effettuati a causa dello scadere dei termini per le indagini preliminari e della successiva archiviazione del procedimento 6031/94 R.G.N.R.
Il dott. Giuffrida chiariva inoltre che la funzione di approfondimento tecnico che egli avrebbe dovuto svolgere era stata costantemente sottoposta allo specifico ed ineludibile coordinamento ed al diretto controllo dei PP.MM., così come parimenti era avvenuto anche per la scelta dei documenti da consultare e per la materiale acquisizione degli stessi.
G) All’esito del tentativo di conciliazione e in pendenza dei termini ex art. 184 c.p.c. concessi dal Giudice all’udienza del 30 maggio 2007, le Parti, al solo fine di addivenire ad una bonaria definizione della controversia tra loro insorta, pur mantenendo le rispettive posizioni di diritto fatte valere nel giudizio civile, hanno ora raggiunto un accordo transattivo che intendono formalizzare con il presente atto. Tutto ciò premesso
SI CONVIENE E SI STIPULA
QUANTO SEGUE
ART. 1
Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente atto.
ART. 2
Le Parti, al solo fine di definire bonariamente il giudizio civile di cui alle Premesse, reciprocamente dichiarano quanto segue:
- il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest;
- la Fininvest riconosce che i limiti nella consulenza del dott. Giuffrida non sono dipesi da sua negligenza ma da eventi estranei alla sua volontà - scadenza dei termini per le indagini preliminari e successiva archiviazione del procedimento 6031/94 R.G.N.R. - che lo hanno indotto a conclusioni parziali e non definitive.
ART. 3
Il dott. Giuffrida prende atto che la Fininvest potrà utilizzare pubblicamente la presente scrittura privata e divulgarne il contenuto; la Fininvest, da parte sua, si impegna ad utilizzare il predetto contenuto solo in forma integrale.
ART. 4
Le Parti, contestualmente alla sottoscrizione del presente Atto di Transazione, dichiarano di essere pienamente soddisfatte e di non avere null’altro a pretendere e richiedere in relazione alle condotte e/o ai fatti specificati negli scritti difensivi depositati nel giudizio civile di cui alla lettera E) della Premessa.
ART. 5
Il giudizio pendente avanti alla III Sezione del Tribunale Ordinario di Palermo - G.U. Dott.sa Galazzi - R.G. n. 3261/06, verrà pertanto abbandonato, a spese compensate, nelle forme all’uopo previste dal codice di procedura civile.
ART. 6
Le Parti si danno reciprocamente atto che il presente Atto di Transazione non ha natura di transazione generale e non comporta, da parte della Fininvest, rinunzia all’azione per eventuali ulteriori condotte lesive, diverse da quelle oggetto del giudizio civile di cui alla lettera E) della Premessa, che dovessero essere poste in essere dal dott. Giuffrida.
ART. 7
Sottoscrivono il presente atto tutti i Procuratori della Fininvest e del dott. Giuffrida, per espressa rinunzia al vincolo della solidarietà, ex art. 68 della L.P.
Le spese del giudizio, come anche quelle relative al presente atto, si intendono integralmente compensate tra le Parti.
Roma-Palermo, 27 luglio 2007
L.C.S.
Fininvest S.p.A.
avv. Maria Enrica Mascherpa
prof avv. Francesco Vassalli
avv. Fabio Roscioli
dott. Francesco Giuffrida
avv. Maria Taormina Crescimanno
avv. Antonio Coppola
ConteZero
30-11-2009, 11:39
Oste, com'è il vino ?
^TiGeRShArK^
30-11-2009, 12:06
:rotfl:
spettacolo. :asd:
Il suo mito non rinuncia alla prescrizione per dimostrare la sua innocenza, anzi tenta di arrivarvi in tutti i modi e dunque è PER DEFINIZIONE innocente.
Il suo mito non osa chiarire i dubbi dell'origine del suo capitale e si avvale della facoltà di non rispondere ed è comunque innocente. :rotfl:
Ma se Ilvio ti dice che è stato lui ad essere stato il primo uomo a sbarcare sulla luna tu ci credi pure claudio? :rotfl:
"le predette operazioni oggetto del suo esame"
E infatti parliamo di altro :asd:
FabioGreggio
30-11-2009, 12:27
Obiezione prevedibile... :p
Al solito nulla sui contenuti:
Se D'avanzo cita un libro di Madron forse e' il caso di sapere cosa ne pensa l'autore stesso no? Mica possono sempre essere tutti morti e quindi non in grado di smentire (tipo Bernasconi con Mills)
Se si tira fuori la perizia di Giuffrida forse e' il caso di sentire cosa aveva da dire Giuffrida stesso no? E che di meglio allo scopo della transazione FIRMATA dallo stesso Giuffrida in ORIGINALE e in pdf?
Se non piacciono i link leggiamolo un po' questo documento...
ATTO DI TRANSAZIONE TRA
La FININVEST S.p.A, (C.F.:...) con sede in Roma, Largo Nazareno n. 8, in persona della procuratrice speciale avvocato Maria Enrica Mascherpa, in forza di procura rilasciata dall’Amministratore Delegato e legale rappresentante dott. Pasquale Cannatelli in data 26 luglio 2007, autenticata con atto del Notaio Arrigo Roveda di Milano, rep. 36992, rappresentata dagli avv.ti prof. Francesco Vassalli e Fabio Roscioli, con studio in Roma, Via Eleonora Duse, 35
di seguito anche denominata Fininvest o Società
E
FRANCESCO PAOLO GIUFFRIDA (C.F.:...), nato a Montevago (AG) in data 16 maggio 1954, residente in..., Via..., rappresentato dagli avv.ti Maria Taormina Crescimanno e Antonio Coppola, con studio in Palermo, Via Messina, 7/d;
di seguito anche denominato dott. Giuffrida o Consulente
congiuntamente anche denominati le Parti
PREMESSA
A) In considerazione delle dichiarazioni di taluni pentiti di mafia, secondo i quali la Fininvest avrebbe beneficiato dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa, con verbale di consulenza tecnica e di conferimento dell’incarico in data 5 dicembre 1997, i PP.MM. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ri Domenico Gozzo, Antonio Ingroia, Mauro Terranova e Umberto De Giglio, nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R., affidavano al dott. Giuffrida l’incarico di verificare la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest da parte di soggetti terzi.
La consulenza, intitolata «1ª Nota Informativa sui flussi finanziari delle società denominate Holding Italiana 1-22» (di seguito anche denominata 1ª Nota Informativa), veniva depositata in data 21 aprile 1999 nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R. Di lì a breve il procedimento veniva definitivamente archiviato dal GIP di Palermo, dott. Gioacchino Scaduto, in data 1 dicembre 1999.
B) In data 25 giugno 2000, l’elaborato peritale del dott. Giuffrida veniva acquisito al fascicolo dei citati PP.MM. dott.ri Domenico Gozzo e Antonio Ingroia e, in data 7 maggio 2002, a quello del Tribunale nell’ambito del procedimento 843/97 R.G.Trib. nei confronti del dott. Marcello Dell’Utri + altri in cui era stato ipotizzato il riciclaggio come reato fine rispetto a quelli contestati nel capo di imputazione.
C) All’esito dell’acquisizione dell’elaborato del dott. Giuffrida al predetto procedimento e, successivamente, in occasione della deposizione resa dal dott. Giuffrida nella fase dibattimentale del giudizio, gli organi di informazione, nazionali ed esteri, davano ampio risalto alle risultanze della consulenza e, in particolare, al fatto che per otto delle operazioni esaminate il dott. Giuffrida non era riuscito ad identificare l’origine della provvista. Il che aveva generato nell’opinione pubblica la convinzione che la Società potesse effettivamente aver goduto dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa.
D) La Fininvest, pur assolutamente certa dell’evidenza della provenienza lecita delle risorse conferite originariamente al proprio capitale, e quindi certa dell’erroneità delle conclusioni cui era pervenuto il Consulente, aveva preferito tuttavia non agire immediatamente a tutela dei propri diritti, ritenendo che una simile iniziativa avrebbe potuto turbare il regolare andamento del processo in cui il dott. Giuffrida rivestiva il ruolo di consulente del P.M.
E) Solo a seguito della definizione in primo grado del giudizio penale di cui sopra, la Fininvest, con atto notificato in data 28 febbraio 2006, citava il dott. Giuffrida dinanzi al Tribunale Ordinario di Palermo, per sentir accertare e dichiarare la sua grave negligenza nell’espletamento della 1ª Nota Informativa e nella ripetizione delle relative conclusioni nella fase dibattimentale del processo di primo grado tenutosi a Palermo nei confronti del dott. Marcello Dell’Utri + altri (843/97 R.G.Trib.), chiedendone conseguentemente la condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali, da liquidarsi equitativamente da parte del Giudice.
La Società sottoponeva alla cognizione del Tribunale soltanto l’esame di quelle otto operazioni che il Consulente non era stato in grado di ricostruire integralmente o per le quali egli aveva concluso in senso dubitativo, ingenerando così la convinzione che vi potessero esser stati afflussi di denaro di provenienza illecita nelle casse della Fininvest.
Si tratta, più precisamente, delle operazioni in data: 26 marzo 1984 per 7.172 mln. di lire; 16 maggio 1984 per 2.297 mln. di lire; 29 giugno 1979, per 6.000 mln di lire; 31 dicembre 1984 per 850 mln. di lire, 24, 29, 30, 31 dicembre 1980 per 19.224 mln. di lire; 7 dicembre 1978 per 17.980 mln. di lire; 19 dicembre 1979 per 27.680 mln. di lire; 4 ottobre 1979 per 11.000 mln. di lire e così per un totale di 93.933 mln. di lire.
Nell’atto di citazione veniva esposto che il dott. Giuffrida, adempiendo con la dovuta diligenza all’incarico affidatogli, avrebbe potuto ricostruire completamente ognuna di tali otto operazioni ed accertare che l’origine delle provviste era pacificamente riveniente da persone, fisiche e giuridiche, tutte immediatamente riferibili all’allora costituendo Gruppo Fininvest e, quindi, senza alcun afflusso di denaro dall’esterno.
F) Si costituiva nel giudizio dinanzi alla dott.sa Galazzi della III Sez. del Tribunale Ordinario di Palermo (R.G. n. 3261/06) il dott. Giuffrida, il quale, con propria comparsa di costituzione e risposta del 17 maggio 2006, adduceva di aver adempiuto l’incarico con professionalità e diligenza, precisando che la sua consulenza risultava parziale e non completa in quanto rappresentava solo una prima ipotesi di lavoro, che avrebbe poi potuto essere integrata e modificata a seguito di ulteriori approfondimenti tecnici e documentali. Approfondimenti che, tuttavia, non vennero mai effettuati a causa dello scadere dei termini per le indagini preliminari e della successiva archiviazione del procedimento 6031/94 R.G.N.R.
Il dott. Giuffrida chiariva inoltre che la funzione di approfondimento tecnico che egli avrebbe dovuto svolgere era stata costantemente sottoposta allo specifico ed ineludibile coordinamento ed al diretto controllo dei PP.MM., così come parimenti era avvenuto anche per la scelta dei documenti da consultare e per la materiale acquisizione degli stessi.
G) All’esito del tentativo di conciliazione e in pendenza dei termini ex art. 184 c.p.c. concessi dal Giudice all’udienza del 30 maggio 2007, le Parti, al solo fine di addivenire ad una bonaria definizione della controversia tra loro insorta, pur mantenendo le rispettive posizioni di diritto fatte valere nel giudizio civile, hanno ora raggiunto un accordo transattivo che intendono formalizzare con il presente atto. Tutto ciò premesso
SI CONVIENE E SI STIPULA
QUANTO SEGUE
ART. 1
Le premesse formano parte integrante e sostanziale del presente atto.
ART. 2
Le Parti, al solo fine di definire bonariamente il giudizio civile di cui alle Premesse, reciprocamente dichiarano quanto segue:
- il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest;
- la Fininvest riconosce che i limiti nella consulenza del dott. Giuffrida non sono dipesi da sua negligenza ma da eventi estranei alla sua volontà - scadenza dei termini per le indagini preliminari e successiva archiviazione del procedimento 6031/94 R.G.N.R. - che lo hanno indotto a conclusioni parziali e non definitive.
ART. 3
Il dott. Giuffrida prende atto che la Fininvest potrà utilizzare pubblicamente la presente scrittura privata e divulgarne il contenuto; la Fininvest, da parte sua, si impegna ad utilizzare il predetto contenuto solo in forma integrale.
ART. 4
Le Parti, contestualmente alla sottoscrizione del presente Atto di Transazione, dichiarano di essere pienamente soddisfatte e di non avere null’altro a pretendere e richiedere in relazione alle condotte e/o ai fatti specificati negli scritti difensivi depositati nel giudizio civile di cui alla lettera E) della Premessa.
ART. 5
Il giudizio pendente avanti alla III Sezione del Tribunale Ordinario di Palermo - G.U. Dott.sa Galazzi - R.G. n. 3261/06, verrà pertanto abbandonato, a spese compensate, nelle forme all’uopo previste dal codice di procedura civile.
ART. 6
Le Parti si danno reciprocamente atto che il presente Atto di Transazione non ha natura di transazione generale e non comporta, da parte della Fininvest, rinunzia all’azione per eventuali ulteriori condotte lesive, diverse da quelle oggetto del giudizio civile di cui alla lettera E) della Premessa, che dovessero essere poste in essere dal dott. Giuffrida.
ART. 7
Sottoscrivono il presente atto tutti i Procuratori della Fininvest e del dott. Giuffrida, per espressa rinunzia al vincolo della solidarietà, ex art. 68 della L.P.
Le spese del giudizio, come anche quelle relative al presente atto, si intendono integralmente compensate tra le Parti.
Roma-Palermo, 27 luglio 2007
L.C.S.
Fininvest S.p.A.
avv. Maria Enrica Mascherpa
prof avv. Francesco Vassalli
avv. Fabio Roscioli
dott. Francesco Giuffrida
avv. Maria Taormina Crescimanno
avv. Antonio Coppola
Ti si può uccidere con una sola frase:
"Vada a dirlo in tribunale, visto che è vero."
Se tutto ciò fosse vero, non si dovrebbero fare Lodi o Leggi Salva Coso.
Da qui si evince che tutta la tua esposizione è bollabile come elocubrazione che non si pone a giudizio.
Quindi versione unilaterale non discutibile.
Quindi una cagata berlusconiana.
Quando,
dopo un processo,
questo tuo resoconto risulti vero e non per prescrizione,
ti chiederò scusa.
fg
Dalla sentenza di condanna di Dell'Utri del 2004, verità processuale:
Le conclusioni alle quali è pervenuto il consulente del P.M., il quale
ha evidenziato, tra l’altro, la scarsa trasparenza o l’anomalia di molte
delle operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984,
876 non hanno trovato smentita in quelle alle quali è pervenuto il
consulente della difesa di Marcello Dell’Utri;
non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire, in
termini di assoluta certezza e chiarezza, all’origine, qualunque essa
fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione
delle holdings del gruppo Fininvest.[...]
Si è già rilevato come la consulenza redatta dal prof. Iovenitti non
abbia fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente
della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso
gli archivi della Fininvest.
In accoglimento di una richiesta del P.M., il Collegio ha disposto,
dopo l’escussione del dott. Giuffrida, l’estensione del capitolato di
prova, relativo all’audizione dell’on.le Silvio Berlusconi (già
ammessa su altre circostanze), a fatti ed argomenti, utili ai fini della
decisione, desumibili dall’audizione di quel consulente e dal
contenuto della sua relazione.
Nel corso dell’udienza del 26 novembre 2002, tenutasi nella sede
istituzionale di Palazzo Chigi in Roma, l’on.le Silvio Berlusconi,
Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, sentito nella qualità di
indagato in procedimento collegato per il reato di riciclaggio (lo stesso
in ordine al quale era stato indagato Marcello Dell’Utri), si è avvalso
della facoltà di non rendere interrogatorio.L’on.le Berlusconi ha esercitato legittimamente un diritto
riconosciuto dal codice di rito ma, ad avviso del Tribunale, si è
lasciato sfuggire l’imperdibile occasione di fare personalmente,
pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica in
esame, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente
operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente
o testimone e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento,
avrebbe potuto illustrare.
Invece, ha scelto il silenzio.
claudioborghi
30-11-2009, 14:04
Oste, com'è il vino ?
No, in questo caso e':
"Perito nominato da Ingroia, tutto regolare nella fininvest?"
"SI"
dantes76
30-11-2009, 14:06
No, in questo caso e':
"Perito nominato da Ingroia, tutto regolare nella fininvest?"
"SI"
chi lo doveva nominare?? silvio?? magari LO INVITAVA A CENA??? COME......
^TiGeRShArK^
30-11-2009, 14:09
No, in questo caso e':
"Perito nominato da Ingroia, tutto regolare nella fininvest?"
"SI"
Assolutamente FALSO. :)
Riporta le PAROLE ESATTE dove sostiene questo, dato che nella sentenza di condanna che ti è stata appena riportata c'è scritto BEN ALTRO. :)
Assolutamente FALSO. :)
Riporta le PAROLE ESATTE dove sostiene questo, dato che nella sentenza di condanna che ti è stata appena riportata c'è scritto BEN ALTRO. :)
tut tut... :O
mavalà... mmmmh... sento odore di Chanel no.5... :O
claudioborghi
30-11-2009, 14:17
Assolutamente FALSO. :)
Riporta le PAROLE ESATTE dove sostiene questo, dato che nella sentenza di condanna che ti è stata appena riportata c'è scritto BEN ALTRO. :)
A) In considerazione delle dichiarazioni di taluni pentiti di mafia, secondo i quali la Fininvest avrebbe beneficiato dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa, con verbale di consulenza tecnica e di conferimento dell’incarico in data 5 dicembre 1997, i PP.MM. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ri Domenico Gozzo, Antonio Ingroia, Mauro Terranova e Umberto De Giglio, nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R., affidavano al dott. Giuffrida l’incarico di verificare la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest da parte di soggetti terzi.
La consulenza, intitolata «1ª Nota Informativa sui flussi finanziari delle società denominate Holding Italiana 1-22» (di seguito anche denominata 1ª Nota Informativa), veniva depositata in data 21 aprile 1999 nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R. Di lì a breve il procedimento veniva definitivamente archiviato dal GIP di Palermo, dott. Gioacchino Scaduto, in data 1 dicembre 1999.
(...)
il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest.
http://www.fininvest.it/comunicati/75_attoditransazione.pdf
Dimmi dove non capisci
dantes76
30-11-2009, 14:19
chi lo doveva nominare?? silvio?? magari LO INVITAVA A CENA??? COME......
*
dantes76
30-11-2009, 14:20
A) In considerazione delle dichiarazioni di taluni pentiti di mafia, secondo i quali la Fininvest avrebbe beneficiato dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa, con verbale di consulenza tecnica e di conferimento dell’incarico in data 5 dicembre 1997, i PP.MM. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ri Domenico Gozzo, Antonio Ingroia, Mauro Terranova e Umberto De Giglio, nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R., affidavano al dott. Giuffrida l’incarico di verificare la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest da parte di soggetti terzi.
La consulenza, intitolata «1ª Nota Informativa sui flussi finanziari delle società denominate Holding Italiana 1-22» (di seguito anche denominata 1ª Nota Informativa), veniva depositata in data 21 aprile 1999 nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R. Di lì a breve il procedimento veniva definitivamente archiviato dal GIP di Palermo, dott. Gioacchino Scaduto, in data 1 dicembre 1999.
(...)
il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest.
http://www.fininvest.it/comunicati/75_attoditransazione.pdf
Dimmi dove non capisci
ora capisco eprche' nella fiction su borsellino, ingroia viene fatto passare come la talpa.. e invece su quella di toto riina, il riina viene fatto passare come uno diventato crudele per le necessita' della vita...
^TiGeRShArK^
30-11-2009, 14:24
A) In considerazione delle dichiarazioni di taluni pentiti di mafia, secondo i quali la Fininvest avrebbe beneficiato dell’apporto di capitali di provenienza mafiosa, con verbale di consulenza tecnica e di conferimento dell’incarico in data 5 dicembre 1997, i PP.MM. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo - Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ri Domenico Gozzo, Antonio Ingroia, Mauro Terranova e Umberto De Giglio, nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R., affidavano al dott. Giuffrida l’incarico di verificare la legittimità degli apporti finanziari intervenuti alle origini della Fininvest da parte di soggetti terzi.
La consulenza, intitolata «1ª Nota Informativa sui flussi finanziari delle società denominate Holding Italiana 1-22» (di seguito anche denominata 1ª Nota Informativa), veniva depositata in data 21 aprile 1999 nell’ambito del procedimento 6031/94 R.G.N.R. Di lì a breve il procedimento veniva definitivamente archiviato dal GIP di Palermo, dott. Gioacchino Scaduto, in data 1 dicembre 1999.
(...)
il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest.
Dimmi dove non capisci
Io capisco perfettamente. :)
Trova le differenze:
Perito nominato da Ingroia, tutto regolare nella fininvest?"
"SI"
riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento
e infatti nella sentenza di condanna in primo grado c'è scritto:
non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire, in
termini di assoluta certezza e chiarezza, all’origine, qualunque essa
fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione
delle holdings del gruppo Fininvest.[...]
Si è già rilevato come la consulenza redatta dal prof. Iovenitti non
abbia fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente
della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso
gli archivi della Fininvest.
Nel corso dell’udienza del 26 novembre 2002, tenutasi nella sede
istituzionale di Palazzo Chigi in Roma, l’on.le Silvio Berlusconi,
Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, sentito nella qualità di
indagato in procedimento collegato per il reato di riciclaggio (lo stesso
in ordine al quale era stato indagato Marcello Dell’Utri), si è avvalso
della facoltà di non rendere interrogatorio.L’on.le Berlusconi ha esercitato legittimamente un diritto
riconosciuto dal codice di rito ma, ad avviso del Tribunale, si è
lasciato sfuggire l’imperdibile occasione di fare personalmente,
pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica in
esame, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente
operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente
o testimone e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento,
avrebbe potuto illustrare.
Invece, ha scelto il silenzio.
Quindi rinnovo i complimenti per le solite menzogne e per la difesa incondizionata e a spada tratta di un individuo del genere. :)
Quindi rinnovo i complimenti per le solite menzogne e per la difesa incondizionata e a spada tratta di un individuo del genere. :)
"incondizionata"... ???
tu dici? :mbe:
claudioborghi
30-11-2009, 14:34
Io capisco perfettamente. :)
Trova le differenze:
Il solito Tiger che fa finta di non capire... :p
Il processo a Dell'Utri mica era il processo a Fininvest... Quello alla fininvest (per il quale avevano chiesto la consulenza di Giuffrida) era gia' archiviato.
Hanno ritirato fuori lo stesso materiale per Dell'Utri e, correttamente, come si legge nell'atto da me postato, la Fininvest e' stata zitta per non interferire nel processo. Terminato il processo ha citato in tribunale (non l'ha portato dietro un vicolo per picchiarlo) Giuffrida PORTANDO LE CARTE :read:
D) La Fininvest, pur assolutamente certa dell’evidenza della provenienza lecita delle risorse conferite originariamente al proprio capitale, e quindi certa dell’erroneità delle conclusioni cui era pervenuto il Consulente, aveva preferito tuttavia non agire immediatamente a tutela dei propri diritti, ritenendo che una simile iniziativa avrebbe potuto turbare il regolare andamento del processo in cui il dott. Giuffrida rivestiva il ruolo di consulente del P.M.
E) Solo a seguito della definizione in primo grado del giudizio penale di cui sopra, la Fininvest, con atto notificato in data 28 febbraio 2006, citava il dott. Giuffrida dinanzi al Tribunale Ordinario di Palermo, per sentir accertare e dichiarare la sua grave negligenza nell’espletamento della 1ª Nota Informativa e nella ripetizione delle relative conclusioni nella fase dibattimentale del processo di primo grado tenutosi a Palermo nei confronti del dott. Marcello Dell’Utri + altri (843/97 R.G.Trib.), chiedendone conseguentemente la condanna al risarcimento dei danni non patrimoniali, da liquidarsi equitativamente da parte del Giudice.
La Società sottoponeva alla cognizione del Tribunale soltanto l’esame di quelle otto operazioni che il Consulente non era stato in grado di ricostruire integralmente o per le quali egli aveva concluso in senso dubitativo, ingenerando così la convinzione che vi potessero esser stati afflussi di denaro di provenienza illecita nelle casse della Fininvest.
il dott. Giuffrida, all’esito di una prospettazione maggiormente organica delle operazioni poste oggi alla cognizione del Tribunale Ordinario di Palermo e specificate alla lett. E) della Premessa e della relativa documentazione già disponibile, riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre, che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest.
A quel punto Giuffrida ha ammesso che non c'era niente di irregolare.
Fine della storia.
NESSUNA BALLA
"Perito nominato da Ingroia, e' tutto regolare nella Fininvest?"
"SI"
^TiGeRShArK^
30-11-2009, 14:48
A quel punto Giuffrida ha ammesso che non c'era niente di irregolare.
Fine della storia.
NESSUNA BALLA
"Perito nominato da Ingroia, e' tutto regolare nella Fininvest?"
"SI"
Oh, nemmeno davanti all'evidenza ti arrendi. :asd:
E' scritto CHIARO E TONDO nella sentenza del processo contro dell'utri che non erano sufficienti le due consulenze per appurare la provenienza di tutti i capitali fininvest, lo dici lo stesso perito nel TUO STESSO QUOTE dato che "riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento" e ancora sei qua a fare anguillologia pur di non ammettere che il tuo mito avrebbe potuto fare chiarezza sui punti ad oggi ANCORA OSCURI di fininvest e non l'ha fatto avvalendosi della facoltà di non rispondere, come non ha MAI e poi MAI rinunciato alla prescrizione per dimostrare la propria innocenza, anzi cambia le leggi per poter arrivare alla prescrizione.
Ma almeno ti rendi conto di quello che scrivi, o no? :asd:
leoneazzurro
30-11-2009, 15:01
Infatti la Fininvest non voleva assolutamente "turbare i processi": sarà per questo che a fronte di una prima consulenza di Giuffrida a lei sfavorevole, ha pensato bene di citarlo in giudizio per diffamazione chiedendo un risarcimento in cifre astronomiche. Al che Giuffrida ha cambiato versione (e ci sarebbe parecchio da discutere su quei giorni).
Diciamo che citare in giudizio i consulenti nominati dal tribunale non è una prassi comune.
claudioborghi
30-11-2009, 15:05
Oh, nemmeno davanti all'evidenza ti arrendi.
:rotfl:
Troppo divertente...
Da Giuffrida siamo arrivati a Berlusconi che non ha risposto (come suo diritto) ad Ingroia (e secondo me ha fatto bene, dato che c'era il rischio che ogni dichiarazione sarebbe stata travisata). E che c'entra? :O
Tu sei comparso come un fungo nella discussione sparando il solito "falso!" a vanvera e chiedendo dove mai Giuffrida, perito nominato da Ingroia, affermasse che i finanziamenti della fininvest erano tutti regolari
http://www.hwupgrade.it/forum/showpost.php?p=29892649&postcount=70
Io te l'ho dimostrato perche' la frase
"le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al Gruppo Fininvest"
E' inequivoca e sotto, come da pdf c'e' pure la sua firma autografa, piu' di cosi' :boh:
Aggiungo che in quell'atto c'e' una frase non da poco di Giuffrida e pronunciata in TRIBUNALE (giova ripeterlo per chi insiste con il "perche' non va a dirlo in tribunale"), davanti alle CARTE portate da FININVEST:
"Il dott. Giuffrida chiariva inoltre [dinanzi alla dott.sa Galazzi della III Sez. del Tribunale Ordinario di Palermo (R.G. n. 3261/06)] che la funzione di approfondimento tecnico che egli avrebbe dovuto svolgere era stata costantemente sottoposta allo specifico ed ineludibile coordinamento ed al diretto controllo dei PP.MM. [Ingroia e c.], così come parimenti era avvenuto anche per la scelta dei documenti da consultare e per la materiale acquisizione degli stessi".
La qual cosa mi sembra DI MOLTO grave e indicativa... se i PM di quell'ufficio filoguidano i PERITI, figuriamoci i PENTITI... :read:
Infatti la Fininvest non voleva assolutamente "turbare i processi": sarà per questo che a fronte di una prima consulenza di Giuffrida a lei sfavorevole, ha pensato bene di citarlo in giudizio per diffamazione chiedendo un risarcimento in cifre astronomiche. Al che Giuffrida ha cambiato versione (e ci sarebbe parecchio da discutere su quei giorni).
Diciamo che citare in giudizio i consulenti nominati dal tribunale non è una prassi comune.
Leggendo le sue parole di allora dove dice che forse è meglio "tornare a fare il dirigente di banca" e non avrebbe potuto fare una "guerra personale" e capendo l'isolamento in cui si era trovato nel doversi difendere per la prima volta, da solo, dalla querela per danni di Fininvest (in banca nessuno gli offrì assistenza legale, inoltre era costantemente attaccato e delegittimato) si può riflettere su quei giorni e sull'accordo con fininvest. E si, neanche a me risulta che sia la prassi denunciare i consulenti del tribunale, CURIOSO che ilvio scelga di denunciare in modo per me intimidatorio ma NON di fare chiarezza e chiudere la questione con i fatti, invece di avvalersi della facoltà di non rispondere, comoda così come è comodo uscire dai processi con la prescrizione invece di difendersi nel merito.
_________
A giudizio il funzionario di Bankitalia «prestato» alla procura. Oggi si apre il processo d' appello a Dell' Utri per concorso esterno alla mafia
Indagò sui fondi occulti della Fininvest: citato per danni
DAL NOSTRO INVIATO PALERMO - Da oggi torna sul banco degli imputati Marcello Dell' Utri perché comincia l' appello dopo la condanna di primo grado a 9 anni per concorso esterno alla mafia. Ma in un' altra aula va sotto processo anche il funzionario della Banca d' Italia che lo ha incastrato e che ha fatto i conti a Berlusconi come consulente della Procura per sospetti flussi transitati verso l' impero Fininvest.
Impianto sul quale l' accusa insiste. Senza risparmiare plausi a Francesco Giuffrida, siciliano, 52 anni, funzionario integerrimo «prestato» dalla Vigilanza a diversi uffici giudiziari per inchieste su mafia, affari e politica. Compresa l' ultima inchiesta sul caso Calvi a Roma.
Un tecnico adesso per la prima volta costretto a difendersi da solo davanti alla querela in sede civile di un colosso come l' impero finanziario del Cavaliere. Turbato, ma convinto che vincerà perché ritiene «di avere svolto esclusivamente un compito tecnico offrendo dati poi utilizzati dai pm e valutati dai giudici», si stupisce davanti alla solitudine avvertita intorno.
La notizia della controffensiva Fininvest gira da alcuni giorni, eppure nulla si muove. Né in Procura, dove manca il capo. Né in banca dove nessuno ha pensato di offrire assistenza legale.
Diventato famoso suo malgrado grazie alla coppia Travaglio-Luttazzi perché sulla relazione del funzionario fece leva la trasmissione dello scandalo Rai seguita dalle prime purghe, Giuffrida tutto si sarebbe aspettato tranne di finire sotto querela civile con la Fininvest pronta a chiedere condanna e quattrini «per i danni subiti e per i danni subendi in previsione del processo d' appello», come sintetizza, amareggiato. Anche perché, mentre alla terza sezione civile si troverà nei panni di «imputato», nell' aula dell' appello Dell' Utri sarà chiamato ancora una volta da testimone per insistere sui coni d' ombra del miracolo berlusconiano, quelli degli anni Settanta.
La domanda tormentone è sempre la stessa: da dove arrivarono ingenti somme poi utilizzate come trampolino per il pianeta edilizio e televisivo del Cavaliere? La risposta sta anche nel verdetto Dell' Utri. Scrivono i giudici guidati da Leonardo Guarnotta che le conclusioni di Giuffrida «non hanno trovato smentita», pur aggiungendo che sia per il funzionario della Banca d' Italia, sia per il consulente di parte Fininvest, il professore Iovenitti, «non è stato possibile risalire all' origine, qualunque essa fosse, lecita o illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione delle holding del gruppo Fininvest». Chi avrebbe potuto sgombrare il campo da ogni dubbio? I giudici fanno il nome di Berlusconi che preferì tacere davanti a loro. «Un diritto legittimo», precisano. Ma con una frecciata che sarà ripresa in appello: «Si è lasciato sfuggire l' imperdibile occasione di fare personalmente, pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica in esame... che solo lui, meglio di qualunque consulente o testimone, avrebbe potuto illustrare. Invece, ha scelto il silenzio».
Per Berlusconi, la cui posizione fu archiviata, e per Dell' Utri sull' inizio delle origini Fininvest non esistono ombre. E ricostruiscono i flussi finanziari degli anni Ottanta. Ma il funzionario scava su quelli precedenti, dal ' 74 al ' 78.
Quanto basta per la controffensiva e la querela. Con richiesta ai giudici di quantificare i «danni». «Sembra una minaccia, un modo per zittirlo e intimorirlo al processo», dicono i pochi amici di Giuffrida e qualche magistrato senza nome per la cronaca.
E lui, stanco: «Non è che posso fare la guerra contro Berlusconi. Sarebbe un delirio di onnipotenza da parte mia. Forse è meglio tornare a fare solo il dirigente di banca».
Come dire che non avverte lo stesso sostegno scattato dopo che in un articolo Baget Bozzo ne chiese il licenziamento. Allora scattò la difesa del consulente che oggi non si lamenta di dover pagare i suoi avvocati: «Ma non posso fare una guerra privata».
...
Cavallaro Felice
http://archiviostorico.corriere.it/2006/giugno/30/Indago_sui_fondi_occulti_della_co_9_060630180.shtml
Sull'accordo transattivo Fininvest-Giuffrida:
Querelato per diffamazione da Mediaset, nel 2007 Giuffrida giunse a un accordo transattivo con i legali di questa, per il quale il consulente della Procura ha riconosciuto i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni fornite durante il processo (definite incomplete e parziali a causa della scadenza dei termini di indagine, che non gli avevano permesso di approfondire a sufficienza l’origine di otto transizioni dubbie) e la dichiarazione conseguente che tutte le «operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest».[37]
I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall’ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento (“una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali”), né la versione definitiva leggermente corretta (“non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute”).
La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su “una parziale documentazione”, ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva “trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri”, in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano “potenzialmente non trasparenti” e non aveva “fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest”.[38] [39] Tale ritrattazione, contenuta nell’accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il professor Giuffrida a composizione della controversia instaurata dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.
http://www.rosalio.it/2009/11/28/berlusconi-e-dellutri-indagati-per-mafia-a-firenze/
Assolutamente FALSO. :)
Riporta le PAROLE ESATTE dove sostiene questo, dato che nella sentenza di condanna che ti è stata appena riportata c'è scritto BEN ALTRO. :)
*
E basta con sto spam dai siti politici del pdc.
Io capisco perfettamente. :)
Trova le differenze:
e infatti nella sentenza di condanna in primo grado c'è scritto:
Quindi rinnovo i complimenti per le solite menzogne e per la difesa incondizionata e a spada tratta di un individuo del genere. :)
Meno male che hai più tempo di me (oddio, meno male... non lo so... ) io sono impicciatissimo.
Riconosco che basta leggere per smentirlo... però grazie lo stesso ;)
LuVi
Infatti la Fininvest non voleva assolutamente "turbare i processi": sarà per questo che a fronte di una prima consulenza di Giuffrida a lei sfavorevole, ha pensato bene di citarlo in giudizio per diffamazione chiedendo un risarcimento in cifre astronomiche. Al che Giuffrida ha cambiato versione (e ci sarebbe parecchio da discutere su quei giorni).
Diciamo che citare in giudizio i consulenti nominati dal tribunale non è una prassi comune.
Strano :rolleyes:
bart_simpson
30-11-2009, 16:41
adesso si scredita la transazione con giuffrida
bene
sarà mica l'unico in italia in grado di fare perizie
se i documenti erano validi avranno chiamato un altro per rifare una perizia che arrivava alle stesse conclusioni
l'hanno fatto vero?
e di questo che mi dite?
30-11-09
GIUSTIZIA: LATORRE, USO POLITICO IN ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI
(ASCA) - Roma, 30 nov - ''In questi anni si e' fatto un abuso politico della giustizia da parte di chi l'ha sempre utilizzata per dividere il Paese per dare una ragion d'essere alla propria forza politica, senza mai misurarsi su questa questione''. Lo ha dichiarato il senatore Nicola Latorre del Partito Democratico, intervistato da Gr Parlamento Rai.
''Questo e' stato un abuso politico - continua Latorre - che e' stato fatto tanto da forze del centro-destra tanto da alcune forze all'interno del centro-sinistra e questi scontri hanno penalizzato non soltanto un serio confronto politico ma innanzitutto la stessa giustizia''.
leoneazzurro
30-11-2009, 18:13
E´piú attendibile un testimone che fa le sue dichiarazioni in libertá o uno che ha una pistola puntata alla tempia?
I tempi e l´iter processuale consentono la revisione dei periti?
LaTorre non sará mica quello che a piú riprese ha espresso la sua stima (ricambiata) a Dell´Utri? Quello dell´Unipol? Quello del "pizzino" a Bocchino?
Proviamo a dare una risposta a questi quesiti...
Futura12
30-11-2009, 18:22
Oramai il signor Berlusconi ha fatto talmente tanti impicci,di cui alcuni incommentabili,che se vai a tenere il conto ti serve un hard-disk da 1 tera.
Più che altro mi chiedo quando tale persona pagherà per i suo ''traffichini'' probabilmente solo quando sarà sotto 500mt di terra.
claudioborghi
30-11-2009, 19:12
Giuffrida tutto si sarebbe aspettato tranne di finire sotto querela civile
Ma poverino! Sotto aggressione... Uno, regolarmente pagato con soldi pubblici non e' nemmeno libero di fare perizie incomplete e sotto dettatura dei magistrati senza rispondere dei suoi atti... e' uno scandalo...
Va pure a rifare il testimone dell'accusa contro un cittadino senza battere ciglio e ha bisogno che uno gli faccia causa per ricordarsi che non si stava giocando e ammettere, CON LE CARTE DAVANTI AL GIUDICE che in effetti non c'era nulla di strano con la Fininvest e che in pratica lui scriveva quello che gli dicevano di scrivere con il materiale fornito da Ingroia e c...
MA POVERINO, sono commosso per questo grande italiano... :doh:
leoneazzurro
30-11-2009, 19:34
Borghi, evita. Quello che ha detto Giuffrida non si interpreta come hai fatto tu, a tuo uso e consumo, ma si puó leggere molto piú semplicemente come un "si lavorava a stretto contatto con i magistrati, per cui si vagliavano insieme le carte". Il che é abbastanza normale, per un perito dell´accusa. Ora, siccome quello che hai scritto se non é diffamazione ai danni dei PM palermitani ci va molto vicino, sei pregato cortesemente di chiuderla qui.
Vincenzo1968
30-11-2009, 19:42
Ma poverino! Sotto aggressione... Uno, regolarmente pagato con soldi pubblici non e' nemmeno libero di fare perizie incomplete e sotto dettatura dei magistrati senza rispondere dei suoi atti... e' uno scandalo...
Va pure a rifare il testimone dell'accusa contro un cittadino senza battere ciglio e ha bisogno che uno gli faccia causa per ricordarsi che non si stava giocando e ammettere, CON LE CARTE DAVANTI AL GIUDICE che in effetti non c'era nulla di strano con la Fininvest e che in pratica lui scriveva quello che gli dicevano di scrivere con il materiale fornito da Ingroia e c...
MA POVERINO, sono commosso per questo grande italiano... :doh:
Interessante. Puoi fornire ulteriori dettagli?
Che fonti hai per affermare che Ingroia "forniva il materiale"?
Aspetto ansiosamente una risposta.
:)
leoneazzurro
30-11-2009, 19:59
Interessante. Puoi fornire ulteriori dettagli?
Che fonti hai per affermare che Ingroia "forniva il materiale"?
Aspetto ansiosamente una risposta.
:)
Ho giá chiesto di finirla, mi pare.
Vincenzo1968
30-11-2009, 20:13
Ho giá chiesto di finirla, mi pare.
Se ha delle fonti attendibili mi pare giusto che le fornisca. Così possiamo farci un'idea dell'affidabilità del giudice Ingroia. Magari ha ragione Berlusconi:
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=40803
"Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana".
leoneazzurro
30-11-2009, 21:35
Se ho chiesto di chiudere la questione, é per evitare ulteriori inutili flame. E contestare un moderatore non é una cosa consentita, quindi stop.
Ti si può uccidere con una sola frase:
"Vada a dirlo in tribunale, visto che è vero."
Se tutto ciò fosse vero, non si dovrebbero fare Lodi o Leggi Salva Coso.
Da qui si evince che tutta la tua esposizione è bollabile come elocubrazione che non si pone a giudizio.
Quindi versione unilaterale non discutibile.
Quindi una cagata berlusconiana.
Quando,
dopo un processo,
questo tuo resoconto risulti vero e non per prescrizione,
ti chiederò scusa.
fg
Da incorniciare
claudioborghi
30-11-2009, 22:44
Borghi, evita. Quello che ha detto Giuffrida non si interpreta come hai fatto tu, a tuo uso e consumo, ma si puó leggere molto piú semplicemente come un "si lavorava a stretto contatto con i magistrati, per cui si vagliavano insieme le carte".
Ok, accolgo l'invito e allora evitiamo le esegesi in due e limitiamoci strettamente a quanto affermato da Giuffrida.
Attenzione, per evitare se pur labili dubbi non stiamo parlando di cose dette per transare, ma di SUE SPONTANEE DICHIARAZIONI DAVANTI AL GIUDICE per giustificare il suo operato. Nessuno lo obbligava e se voleva scegliere altre parole era libero di farlo.
La frase e' precisissima cosi' come il concetto che sottintende:
"Il dott. Giuffrida chiariva inoltre che la funzione di approfondimento tecnico che egli avrebbe dovuto svolgere era stata costantemente sottoposta allo specifico ed ineludibile coordinamento ed al diretto controllo dei PP.MM., così come parimenti era avvenuto anche per la scelta dei documenti da consultare e per la materiale acquisizione degli stessi."
La cosa e' STRETTAMENTE ATTINENTE al topic perche' stiamo parlando degli stessi PM che gestiscono Spatuzza.
Se io sono un PM e faccio bene il mio lavoro dovrei puntare ad accertare l'esistenza di un reato, pertanto a seguito di notizia apro un'inchiesta, nel caso nomino un perito, gli faccio fare il suo lavoro in piena libertà, se ha bisogno lo aiuto come posso e se il perito alla fine del suo lavoro mi dice che tutto e' regolare ne prendo atto e mi comporto di conseguenza.
Se invece io voglio DIMOSTRARE UN MIO TEOREMA, ecco che prendo un perito, lo "sottopongo a specifico ed ineludibile coordinamento e diretto controllo", sia per "l'approfondimento tecnico" che per "la scelta e acquisizione dei documenti".
Non stiamo a nasconderci dietro un dito, perfavore, queste sono cose gravissime... e poi si chiede di avere fiducia? :nono:
E questi stessi che "sottopongono a specifico ed ineludibile coordinamento e diretto controllo" un povero perito come si comporteranno con un pentito?
leoneazzurro
30-11-2009, 22:47
Avevo chiesto di smetterla, e vedo che si insiste con queste illazioni non comprovate sulla intepretazione semantica di una frase. Borghi, sono 5 giorni. Ovviamente i mod di SPA potranno se lo riterranno opportuno modificare la sanzione.
atinvidia284
30-11-2009, 23:12
Non so quanto borghi che scrive per il Giornale,di propietà di Berlusconi,possa essere obiettivo ogni volta che scrive del premier....comunque:
Il 26 luglio 2007 si è assistito alla ritrattazione del prof. Giuffrida, funzionario della Banca d'Italia e perito per conto della Procura della Repubblica nel processo di Palermo che vedeva imputato il senatore Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, in merito alle conclusioni da questi rassegnate ai Giudici circa l'oscura provenienza di ingenti quantitativi di denaro (113 miliardi di lire dell'epoca), nelle casse della Fininvest nella seconda metà degli anni '70.
Giuffrida, che era stato querelato per diffamazione per le sue dichiarazioni al processo, giunge ad un accordo transitivo con Mediaset, in cui si riporta che «il dott. Giuffrida [...] riconosce i limiti delle conclusioni rassegnate nel proprio elaborato e delle dichiarazioni rese al dibattimento ed inoltre che le predette operazioni oggetto del suo esame consulenziale erano tutte ricostruibili e tali da escludere l'apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest» e che Fininvest/Mediaset prendono atto «che i limiti della consulenza del dott. Giuffrida non sono dipesi da sua negligenza ma da eventi estranei alla sua volontà – scadenza dei termini e successiva archiviazione del procedimento – che lo hanno indotto a conclusioni parziali e non definitive».
I legali di Giuffrida nel processo per diffamazione hanno comunque emesso una dichiarazione, riportata dall'ANSA, in cui sostengono di essere stati avvertiti solo pochi giorni prima (il 18 luglio) del fatto che i legali Mediaset avevano proposto una transazione al loro assistito, di non condividere né quel primo documento («una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali»), né la versione definitiva leggermente corretta («non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute»).
La perizia di Giuffrida era stata ritenuta dai giudici già al tempo solo basata su «una parziale documentazione», ma era stata ritenuta valida anche in virtù del fatto che non aveva «trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri», in quanto lo stesso professor Paolo Iovenitti (perito della difesa), davanti alle conclusioni di Giuffrida, aveva ammesso che alcune operazioni erano «potenzialmente non trasparenti» e non aveva «fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest».[53][54]
Tale ritrattazione, contenuta nell'accordo transattivo raggiunto dai legali Mediaset ed il prof. Giuffrida a composizione della controversia instaurata dalla Mediaset stessa per diffamazione, non consente comunque di fare chiarezza, una volta per tutte, sulla provenienza dei capitali del gruppo societario facente capo a Silvio Berlusconi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_giudiziari_a_carico_di_Silvio_Berlusconi
atinvidia284
30-11-2009, 23:23
Il caso Giuffrida: Perché Berlusconi non dice dove ha preso i capitali Fininvest?
Francesco Giuffrida, vicedirettore della Banca d’Italia a Palermo e consulente della Procura antimafia del capoluogo siciliano nel processo Dell’Utri a proposito della misteriosa provenienza dei capitali della Fininvest, venerdì scorso ha “raggiunto un accordo transattivo” con la stessa Fininvest nella causa civile per danni che il gruppo Berlusconi gli aveva intentato lo scorso anno.
In cambio del ritiro della denuncia, Giuffrida dichiara che la sua consulenza depositata nel 1999 sulle operazioni “anomale” riscontrate nei finanziamenti alle holding di controllo della Fininvest a cavallo tra gli anni 70 e 80 era soltanto “parziale” e “non definitiva”, visto che si interruppe sul più bello nel 1998 con l’archiviazione del fascicolo aperto a carico di Silvio Berlusconi (per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio di denaro sporco) per decorrenza dei termini d’indagine. Fin qui, nulla di nuovo: la circostanza era già stata precisata dai pm e da Giuffrida al processo Dell’Utri.
PROVVISTA INTERNA? La novità è che Giuffrida dichiara di essersi sbagliato quando, sotto giuramento dinanzi al Tribunale, sostenne che alcune operazioni finanziarie erano “anomale” e che 113 miliardi di lire dell’epoca (pari a circa 300 milioni di euro di oggi, in parte addirittura in contanti e assegni circolari) erano “flussi di provenienza non identificabile”: ora, otto anni dopo, ha avuto una folgorazione e improvvisamente ha scoperto che “le operazioni erano tutte ricostruibili e tali da escludere l’apporto di capitali di provenienza esterna al gruppo Fininvest”. La provvista dei soldi dunque non era esterna, come da lui sostenuto al processo sotto giuramento, ma “interna”. In pratica, i soldi a Berlusconi li dava Berlusconi stesso. Nessun sospetto di capitali mafiosi o poco trasparenti, dunque. Il Cavaliere è candido come giglio di campo, limpido come acqua di fonte. Tutto è bene quel che finisce bene (anche se resta da capire chi finanziava Berlusconi per consentirgli di finanziare se stesso).
Sulle ali dell’entusiasmo, i giornali del Cavaliere traggono deduzioni mirabolanti.
“Libero”: “Su Silvio un mucchio di balle”, “Ritratta tutto il perito dei giudici che accusò Fininvest di essere nata con i soldi della mafia. E’ la fine di una persecuzione e dei teoremi di Travaglio & C.”.
“Il Giornale” titola: “Crollano i teoremi sulla nascita della Fininvest”; sotto, un cronista appena licenziato da Repubblica perché avvertiva il Sismi di quel che scrivevano i suoi colleghi, racconta a modo suo “Il partito di Giuffrida che ha ispirato libri e show. Da Travaglio a Grillo e Luttazzi, così la sinistra ha elevato il funzionario di Bankitalia a eroe della resistenza anti-Cavaliere”. L’on. avv. Nicolò Ghedini si sporge un tantino oltre: “Berlusconi ha creato ricchezza e decine di migliaia di posti di lavoro in modo assolutamente corretto. Oscuri giornalisti sono diventati famosi e analfabeti di ritorno sono diventati scrittori, diffamando Berlusconi in merito all’origine del suo patrimonio. Molti dovrebbero scusarsi con lui”. L’On. Avv. non spiega chi avrebbe diffamato il Cavaliere, visto che tutte decine di cause civili intentate da lui e dai suoi cari contro i giornalisti (ma anche contro Daniele Luttazzi e Carlo Freccero) che hanno raccontato i misteri delle sue fortune sono finite con l’assoluzione dei denunciati e la condanna di Berlusconi & C. a rifondere le spese processuali. In ogni caso, se un consulente dichiara una cosa in un pubblico dibattimento, un giornalista la riferisce e poi il consulente ritratta, perché mai dovrebbe scusarsi il giornalista?
FATTI NUOVI O BUGIE? Spetta ora a Giuffrida spiegare quali fatti nuovi (non indicati nella transazione firmata venerdì) l’abbiano indotto al clamoroso voltafaccia. In caso contrario, spetterà eventualmente alla magistratura accertare quando il consulente abbia mentito: se al processo Dell’Utri (sotto giuramento) o nella transazione con la Fininvest. E, soprattutto, perché. Tantopiù che Giuffrida ha firmato la resa da solo, all’insaputa dei suoi legali, gli avvocati Maria Taormina Crescimanno e Antonio Coppola, che sabato l’hanno scaricato con una secca nota all’Ansa: “Il dottor Giuffrida ha personalmente ricevuto la proposta di transazione dalla Fininvest e solo il 18 luglio ha sottoposto ai suoi legali una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali. Il successivo 26 luglio il dottor Giuffrida ha inviato all'avvocato Coppola il testo della bozza parzialmente corretto. Consultatisi i difensori hanno tuttavia ritenuto di non condividere la proposta di transazione. Ieri i difensori hanno saputo dai media, e solo successivamente da Giuffrida, della stipula dell'atto che non hanno sottoscritto e che non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute” (dal che si deduce, tra l’altro, che l’atto diffuso dalla Fininvest e pubblicato da “Libero” con i loro nomi tra i firmatari, è un falso).
Noi, come facemmo con la consulenza del 1999, riferiamo anche la ritrattazione del 2007. E possiamo comprendere il tormento di un uomo solo che si trova chiamato in giudizio da un gruppo tanto influente sul piano politico, mediatico e finanziario. Ma, visto l’uso disinvolto che si fa della transazione a tarallucci e vino, qualche precisazione s’impone.
1) Dell’Utri è stato condannato dal Tribunale di Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, e non per riciclaggio. Dunque non in base alla consulenza Giuffrida, ma a una gran mole di prove (i giudici parlano di “imponente produzione di documenti rappresentativi di fatti, persone e cose mediante fotografie e filmati tv; perquisizioni nei luoghi di pertinenza anche di Dell’Utri; intercettazioni telefoniche e ambientali; sequestri di cose pertinenti ai reati e di documenti presso istituti di credito”). Correttamente la II sezione ha preso atto delle dichiarazioni di Filippo Alberto Rapisarda e dei mafiosi pentiti Francesco Di Carlo, Gioacchino Pennino e Tullio Cannella (in parte ritrattate in udienza dagli ultimi due) sul riciclaggio di denaro della mafia da parte della Fininvest, ma le ha ritenute insufficienti per trarne conclusioni così gravi. Quanto alla consulenza Giuffrida, gli stessi giudici la definiscono fondata su “una parziale documentazione”. E osservano che “evidenzia la scarsa trasparenza o l’anomalia di molte operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984”, ma soprattutto che Giuffrida “non ha trovato smentita dal consulente della difesa Dell’Utri”: il professor Paolo Iovenitti.
2) Per tentar di dimostrare che le operazioni sospette erano regolari e trasparenti, Dell’Utri getta in pista Iovenitti, luminare della Bocconi. Il quale però, in udienza, è costretto ad ammettere, dinanzi alle contestazioni dei pm e di Giuffrida, che alcune operazioni erano “potenzialmente non trasparenti”. Scrivono i giudici: “Non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire in termini di assoluta certezza e chiarezza all’origine, qualunque essa fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione delle holding Fininvest. E allora le ‘indicazioni’ dei collaboranti e del Rapisarda non possono ritenersi del tutto ‘incompatibili’ con l’esito degli accertamenti svolti (…). La consulenza Iovenitti non ha fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso gli archivi della Fininvest”. Ora la ritrattazione di Giuffrida “scavalca” addirittura il consulente Fininvest che – si legge nella sentenza – “non ha contribuito a chiarire la natura di alcune operazioni finanziarie ‘anomale’ e a evidenziare la correttezza delle risultanze societarie, contabili e bancarie del gruppo Fininvest, in modo da escludere una volta per tutte la possibilità che Dell’Utri avesse utilizzato la Fininvest per la sua attività di riciclaggio”. Possibile che il consulente dell’accusa, in assenza di fatti nuovi, sia diventato più “buono” di quello della difesa?
PERCHE’ NON PARLI? Su un punto i berluscones hanno ragione: questa storia delle origini misteriose dei capitali Fininvest si trascina da troppo tempo. Ma chi meglio del titolare, cioè di Silvio Berlusconi, potrebbe fare piena luce? L’occasione d’oro gli si presenta il 26 novembre 2002, quando il Tribunale di Palermo che processa Dell’Utri gli rende visita a domicilio a Palazzo Chigi, con gran seguito di pm, avvocati e consulenti, per interrogarlo in veste di indagato di reato connesso. Ma lui, invece di chiarire una volta per tutte dove ha preso quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.
Il pm Ingroia lo stuzzica: “La sua deposizione sarebbe preziosa per dare un importante contributo all’accertamento della verità”. E snocciola le questioni che giudici e pm han deciso di sottoporgli: “I rapporti del sen. Dell’Utri con Rapisarda, Gaetano Cinà, Vittorio Mangano, la provenienza dei capitali...”. Il premier pare tentato di replicare, ma Ghedini lo stoppa, ribadendo la di lui intenzione di tenere la bocca chiusa. Giudici, pm e avvocati se ne tornano a Palermo a mani vuote. Scriverà il Tribunale nella sentenza Dell’Utri: “Il premier si è lasciato sfuggire l’imperdibile occasione di fare personalmente, pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente o testimone, e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento, avrebbe potuto illustrare. Invece, ha scelto il silenzio”.
Ora che Giuffrida dice che è tutto regolare, c’è da sperare che se ne convinca anche il Cavaliere. E, visto che non ha nulla da nascondere, ritrovi la favella. Altrimenti si verrebbe a creare una situazione davvero curiosa: un funzionario della Banca d’Italia sa dove Berlusconi ha preso i soldi, e Berlusconi non lo sa.
PS. La Corte d’appello di Milano ha appena condannato a 2 anni Dell’Utri per tentata estorsione mafiosa insieme al capomafia di Trapani Vincenzo Virga ai danni dell’imprenditore Garraffa, che rifiutava di pagare un credito non dovuto di 750 milioni, per giunta in nero. Poco prima di mandargli il boss, Dell’Utri lo avrebbe avvertito con queste parole: “Abbiamo uomini e mezzi capaci di farle cambiare idea”. Così, a puro titolo di cronaca.
Marco Travaglio
http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=6912
^TiGeRShArK^
01-12-2009, 00:36
adesso si scredita la transazione con giuffrida
bene
sarà mica l'unico in italia in grado di fare perizie
se i documenti erano validi avranno chiamato un altro per rifare una perizia che arrivava alle stesse conclusioni
l'hanno fatto vero?
e di questo che mi dite?
30-11-09
GIUSTIZIA: LATORRE, USO POLITICO IN ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI
(ASCA) - Roma, 30 nov - ''In questi anni si e' fatto un abuso politico della giustizia da parte di chi l'ha sempre utilizzata per dividere il Paese per dare una ragion d'essere alla propria forza politica, senza mai misurarsi su questa questione''. Lo ha dichiarato il senatore Nicola Latorre del Partito Democratico, intervistato da Gr Parlamento Rai.
''Questo e' stato un abuso politico - continua Latorre - che e' stato fatto tanto da forze del centro-destra tanto da alcune forze all'interno del centro-sinistra e questi scontri hanno penalizzato non soltanto un serio confronto politico ma innanzitutto la stessa giustizia''.
aspè...
la torre..
quello del pd..
quel partito che vuole fare una riforma della giustizia condivisa col pdl..
quel partito che ha più o meno un decimo degli indagati del pdl ma che con esso va d'accordo per lo stesso motivo????
Quel partito in cui c'è Violante, Luciano, quello dei pizzini a quelli del pdl che sono tanto inabili da aver bisogno dei pizzini di violante????
ah beh...
se per te è un vanto che queste persone dicano certe cose..... :doh:
Io, sinceramente, fossi in te, mi vergognerei tanto da auto-bannarmi dal forum. :)
Ma mi rendo conto che la DIGNITA' è un dono che non è concesso a molti. :)
bart_simpson
01-12-2009, 07:14
francamente non riesco a capire perchè si possa scrivere che giuffrida è stato costretto ad accettare una transazione contro la sua volontà o quasi e non si possa scrivere l'opposto
comunque al 1° processo a dell'utri a sostenere l'accusa sull'origine dei capitali fininvest erano in due, giuffrida, ok, e pippo ciuro, non tanto ok
leoneazzurro
01-12-2009, 08:17
francamente non riesco a capire perchè si possa scrivere che giuffrida è stato costretto ad accettare una transazione contro la sua volontà o quasi e non si possa scrivere l'opposto
comunque al 1° processo a dell'utri a sostenere l'accusa sull'origine dei capitali fininvest erano in due, giuffrida, ok, e pippo ciuro, non tanto ok
Nessuno mi sembra abbia scritto "Giuffrida ha accettato la transazione contro la sua volontà", si discuteva invece dell'ipotesi che potesse essere stato condizionato nella sua scelta dal processo per diffamazione intentato ai suoi danni da Fininvest.
Diversa cosa è praticamente scrivere che i periti della procura scrivano sotto dettatura da parte dei PM. Questa è diffamazione, e non mi sembra che venga tollerata su questo forum da parte di nessun utente, esattamente come chiunque affermasse che "il politico XXXX è mafioso" verrebbe immediatamente sanzionato.
nomeutente
01-12-2009, 11:50
Io, sinceramente, fossi in te, mi vergognerei tanto da auto-bannarmi dal forum. :)
Ma mi rendo conto che la DIGNITA' è un dono che non è concesso a molti. :)
Polemica personale con offese nei confronti di utente sospeso: 7 gg.
Edit: ho commesso un errore (pensavo ce l'avesse con Borghi). Quindi mi correggo:
Polemica personale con offese: 5 gg.
pegasoalatp
01-12-2009, 13:22
Nessuno mi sembra abbia scritto "Giuffrida ha accettato la transazione contro la sua volontà", si discuteva invece dell'ipotesi che potesse essere stato condizionato nella sua scelta dal processo per diffamazione intentato ai suoi danni da Fininvest.
Diversa cosa è praticamente affermare che i PM di quell'ufficio "filoguidano" pentiti e periti per dimostrare i loro teoremi (post numero 80). Questa è diffamazione, e non mi sembra che venga tollerata su questo forum da parte di nessun utente, esattamente come chiunque affermasse che "il politico XXXX è mafioso" verrebbe immediatamente sanzionato.
be, pero' se e' confermato che la perizia sia stata fatta solo sulla base di soli documenti forniti dal magistrato e non a seguito di specifiche richieste del perito, credo si possa parlare di un concreto rischio di polarizzare le conclusioni del perito.
E' mica tanto una questione di semantica interpretativa.
Se il magistrato ha scelto documenti sbagliati/insufficienti perche' non ha le compentenze (altrimenti perche' chiederebbe la perizia) non si va molto avanti.
Chiaro che non si puo' valutare "filoguida si, filoguida no", pero' si puo' dire che sicuramente quel metodo di perizia sia una procedura poco adatta a gar emergere risultati veritieri.
leoneazzurro
01-12-2009, 13:55
be, pero' se e' confermato che la perizia sia stata fatta solo sulla base di soli documenti forniti dal magistrato e non a seguito di specifiche richieste del perito, credo si possa parlare di un concreto rischio di polarizzare le conclusioni del perito.
E' mica tanto una questione di semantica interpretativa.
Se il magistrato ha scelto documenti sbagliati/insufficienti perche' non ha le compentenze (altrimenti perche' chiederebbe la perizia) non si va molto avanti.
Chiaro che non si puo' valutare "filoguida si, filoguida no", pero' si puo' dire che sicuramente quel metodo di perizia sia una procedura poco adatta a gar emergere risultati veritieri.
Quella della correttezza del metodo della perizia è un'altra questione, e non credo che nè tu nè io possiamo entrare nel merito non conoscendo in profondità gli atti relativi. E' possibile che gli atti fossero in effetti sufficienti per valutare la situazione, oppure no, ma sta al giudice stabilire se la perizia in questione abbia o meno fondamenta solide. Una perizia non è una sentenza: poi si deve ricordare che esiste un perito dell'accusa ed è possibile avere periti da parte della difesa; un giudice non valuta mai sentendo solo la campana del PM, checchè se ne voglia dire (e diciamo che se si dovessero citare per diffamazione gli avvocati (tanto per dire una categoria) durante le loro arringhe, se ne vedrebbero delle belle).
Ti faccio un esempio: mi è capitato di essere mio malgrado partecipe di un incidente in cui mentre ero fermo al semaforo dietro di me un camioncino urtò una moto e mandò il conducente della stessa a volare sulla mi auto, e morì.
Non ci crederai, ma venni citato pure io in giudizio per "omicidio colposo per atti non dipendenti dalla propria volontà" (lasciamo perdere la legislazione italiana :rolleyes:).
Comunque, fatto sta che in quel caso ci furono ben 4 perizie più una decina di testimonianze: quella della parte lesa, quella del tribunale, quella del guidatore del camioncino e quella dei miei legali. Non a caso, l'unica che descriveva la realtà dei fatti era quella dei miei legali, quella della parte lesa e persino quella del tribunale non escludevano che io avessi compiuto qualche "manovra pericolosa" costringendo il motociclista a frenare (beh, ero fermo al semaforo), mentre quella dei legali del guidatore del camioncino si inerpicava per strade che contraddicevano le leggi della fisica... Detto ciò, sono stato assolto con formula piena, perchè il giudice valuta tutte le perizie, tutte le testimonianze, ecc.
E diciamo anche che citare in giudizio un perito della parte avversa (in questo caso la procura) mi pare però un metodo quantomeno discutibile di tutelare i propri interessi, in quanto può introdurre pressioni indebite. Nel caso particolare, se l'ipotetico guidatore del camioncino avesse citato in giudizio il mio perito e magari i testimoni avessero cambiato versione per timore di affrontare un processo, io mi sarei trovato in una situazione non gradevole nonostante non avessi fatto nulla.
pegasoalatp
01-12-2009, 14:59
...cut.....
E diciamo anche che citare in giudizio un perito della parte avversa (in questo caso la procura) mi pare però un metodo quantomeno discutibile di tutelare i propri interessi, in quanto può introdurre pressioni indebite. Nel caso particolare, se l'ipotetico guidatore del camioncino avesse citato in giudizio il mio perito e magari i testimoni avessero cambiato versione per timore di affrontare un processo, io mi sarei trovato in una situazione non gradevole nonostante non avessi fatto nulla.
Pero' vale anche l' opposto del tuo esempio. :)
I periti non hanno l' immunita' e del loro lavoro ne rispondono civilmente e penalmente.
E' il motivo per cui magari stiracchiano i fatti, ma stanno bene attenti a giocare con le parole.
Capisci la sottile differenza tra "non posso determinare la provenienza dei fondi" e "non posso determinare la provenienza dei fondi in quanto non ho a disposizione documentazione sufficiente".
Nel primo caso, lascio lo spazio "ai legulei" per poter operare secondo il loro ruolo (di accusa o di difesa).
Nel secondo, chiudo i giochini dicendo che la perizia non e' esaustiva.
A mio parere, Mediaset aveva tutto il diritto di citare in giudizio il perito che infatti ha poi dovuto ammettere che la sua perizia nulla accertava.
Quanto ai vari periti delle parti, mi pare di aver capito che alla fine il procedimento in cui si era utilizzata la perizia del giuffrida si sia concluso con un nulla di fatto.
In seguito pero' si e' rispolverata la perizia perche' lasciava spazio "alle possibilita'".
atinvidia284
01-12-2009, 15:02
http://www.narcomafie.it/sentenza_dellutri.pdf
LE RISULTANZE DELLE CONSULENZE TECNICHE
Nel presente giudizio sono stati assunti in esame, oltre ai collaboratori
le cui dichiarazioni sul tema sono state sopra riportate, il consulente
del P.M., dott. Francesco Giuffrida, funzionario della Banca D’Italia,
ed il prof. universitario Paolo Iovenitti, consulente nominato dalla
difesa di Marcello Dell’Utri.
Il dott. Giuffrida è stato sentito nel corso delle udienze del 6, 7, 13 e
21 maggio 2002, mentre il prof. Iovenitti è stato assunto in esame il
27 e 28 maggio, il 3, 24 e 25 giugno ed il 1° luglio 2002.
All’esito delle audizioni, venivano acquisiti agli atti gli elaborati dei
due consulenti.
Va, subito, premesso che il Collegio non procederà all’analisi
critica e particolareggiata delle risultanze emerse dalle consulenze
acquisite agli atti, rimandando alle relazioni stesse ed alle ulteriori
indicazioni fornite dai due consulenti nel corso del dibattimento.
Infatti, il Collegio si limiterà a valutare i risultati ai quali sono
pervenuti il dott. Giuffrida ed il prof. Iovenitti per trarne le dovute
conseguenze, tenendo presente che l’indagine affidata al dott.
Francesco Giuffrida era finalizzata, soprattutto, a verificare le
dichiarazioni di testi e collaboranti, i quali avevano riferito che
Marcello Dell’Utri aveva manifestato la sua disponibilità a reinvestire
notevoli somme di denaro di origine illecita con riferimento alla
Fininvest, in un periodo compreso tra la fine degli anni ’70 e l’inizio
degli anni ‘80.
Si ricordi, al riguardo, che Rapisarda Filippo Alberto aveva fatto
riferimento ad un investimento di 10 miliardi nel 1978-79 e ad un
altro investimento di 20 miliardi nel 1980-81.
Il dott. Francesco Giuffrida ha effettuato la sua indagine verificando
le modalità di costituzione delle holdings 1/25, costituenti la base
sociale della Fininvest nel 1978, con riguardo agli anni successivi ma
anche a quelli precedenti; era risultato, infatti, dall’esame della
parziale documentazione acquisita, che i flussi finanziari utilizzate
dalle holdings erano già nella disponibilità del gruppo Fininvest in
anni precedenti al 1978 e cioè sin dalla costituzione della “Fininvest
Roma”.
Ciò premesso, osserva il Collegio che sono rimaste ferme le
risultanze emerse dalla relazione redatta dal consulente del P.M.,
richiamata in questa sede, disposta nel corso delle indagini
preliminari del procedimento 6031/94 R.G.N.R. instaurato nei
confronti anche di Marcello Dell’Utri in ordine al reato di riciclaggio
e al cui esito lo stesso P.M. aveva chiesto ed ottenuto che venisse
emesso il decreto di archiviazione, non essendo rimasto provato
l’illecito cui avevano fatto riferimento il Rapisarda ed il Di Carlo.
Il P.M. ha correttamente ammesso che, neppure in questa sede,
sono stati acquisiti elementi probatori del reato di riciclaggio ma ha
osservato che l’accurata indagine affidata al dott. Giuffrida ha
consentito di evidenziare alcuni riscontri estrinseci alle dichiarazioni
del Rapisarda e del Di Carlo, mentre la relazione del consulente della
difesa non ha contribuito a chiarire la natura di alcune operazioni
finanziarie “anomale” ed a evidenziare la correttezza delle risultanze
societarie, contabili e bancarie del gruppo Fininvest, in modo da
escludere, una volta per tutte, la possibilità che Marcello Dell’Utri
avesse utilizzato la Fininvest per la sua attività di riciclaggio.
Ma se è pur vero, sotto questo aspetto, che le dichiarazioni del
prof. Iovenitti e le risultanze del suo elaborato non hanno offerto i
necessari chiarimenti, non può muoversi alla difesa, a meno che non si
voglia ipotizzare un’inammissibile inversione dell’onere della prova,
l’addebito di non essere stata in grado di fugare ogni dubbio sulla
correttezza della condotta del suo assistito.
Sinteticamente, osserva il Collegio che:
le conclusioni alle quali è pervenuto il consulente del P.M., il quale
ha evidenziato, tra l’altro, la scarsa trasparenza o l’anomalia di molte
delle operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984,
non hanno trovato smentita in quelle alle quali è pervenuto il
consulente della difesa di Marcello Dell’Utri;
non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire, in
termini di assoluta certezza e chiarezza, all’origine, qualunque essa
fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione
delle holdings del gruppo Fininvest.
Ed allora, se queste sono le risultanze delle consulenze acquisite agli
atti, deve convenirsi che le “indicazioni” dei collaboranti e del
Rapisarda non possono ritenersi del tutto “incompatibili” con l’esito
degli accertamenti svolti, i quali non hanno evidenziato elementi di
insuperabile contrasto con le dichiarazioni accusatorie, ma neppure
riscontri specifici ed individualizzanti alle stesse.
Si è già rilevato come la consulenza redatta dal prof. Iovenitti non
abbia fatto chiarezza sulla vicenda in esame, pur avendo il consulente
della difesa la disponibilità di tutta la documentazione esistente presso
gli archivi della Fininvest.
In accoglimento di una richiesta del P.M., il Collegio ha disposto,
dopo l’escussione del dott. Giuffrida, l’estensione del capitolato di
prova, relativo all’audizione dell’on.le Silvio Berlusconi (già
ammessa su altre circostanze), a fatti ed argomenti, utili ai fini della
decisione, desumibili dall’audizione di quel consulente e dal
contenuto della sua relazione.
Nel corso dell’udienza del 26 novembre 2002, tenutasi nella sede
istituzionale di Palazzo Chigi in Roma, l’on.le Silvio Berlusconi,
Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, sentito nella qualità di
indagato in procedimento collegato per il reato di riciclaggio (lo stesso
in ordine al quale era stato indagato Marcello Dell’Utri), si è avvalso
della facoltà di non rendere interrogatorio.
L’on.le Berlusconi ha esercitato legittimamente un diritto
riconosciuto dal codice di rito ma, ad avviso del Tribunale, si è
lasciato sfuggire l’imperdibile occasione di fare personalmente,
pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica in
esame, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente
operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente
o testimone e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento,
avrebbe potuto illustrare.
Invece, ha scelto il silenzio.
leoneazzurro
01-12-2009, 15:16
Pero' vale anche l' opposto del tuo esempio. :)
I periti non hanno l' immunita' e del loro lavoro ne rispondono civilmente e penalmente.
Se scrivono palesi falsità sono anche facilmente smentibili, ed imbarcarsi in una causa contro un perito a distanza di anni dalla perizia mi sembra un controsenso. A parte ciò, come ho detto, è un metodo che personalmente non approvo.
E' il motivo per cui magari stiracchiano i fatti, ma stanno bene attenti a giocare con le parole.
Capisci la sottile differenza tra "non posso determinare la provenienza dei fondi" e "non posso determinare la provenienza dei fondi in quanto non ho a disposizione documentazione sufficiente".
Nel primo caso, lascio lo spazio "ai legulei" per poter operare secondo il loro ruolo (di accusa o di difesa).
Nel secondo, chiudo i giochini dicendo che la perizia non e' esaustiva.
A mio parere, Mediaset aveva tutto il diritto di citare in giudizio il perito che infatti ha poi dovuto ammettere che la sua perizia nulla accertava.
Quanto ai vari periti delle parti, mi pare di aver capito che alla fine il procedimento in cui si era utilizzata la perizia del giuffrida si sia concluso con un nulla di fatto.
In seguito pero' si e' rispolverata la perizia perche' lasciava spazio "alle possibilita'".
Non ti saprei dire se è proprio così, resta il fatto che a valutare se ci sono o meno "possibilità" non è il perito, ma il giudice, che ha anche altri elementi a disposizione per poter valutare la correttezza di ciò che è scritto in una perizia (testimonianze, documenti, perizie di altre parti). Che la società in questione abbia potuto esercitare un suo diritto non ci piove, quello che mi lascia un pò interdetto è l'opportunità di una tale mossa.
atinvidia284
01-12-2009, 16:10
A mio parere, Mediaset aveva tutto il diritto di citare in giudizio il perito che infatti ha poi dovuto ammettere che la sua perizia nulla accertava.
Si è giunti ad una transizione,ma questo è quanto affermano i legali di giuffrida:
“Il dottor Giuffrida ha personalmente ricevuto la proposta di transazione dalla Fininvest e solo il 18 luglio ha sottoposto ai suoi legali una bozza di accordo che gli stessi non hanno condiviso, ritenendo che quanto affermato nel documento non corrispondesse alle reali acquisizioni processuali. Il successivo 26 luglio il dottor Giuffrida ha inviato all'avvocato Coppola il testo della bozza parzialmente corretto. Consultatisi i difensori hanno tuttavia ritenuto di non condividere la proposta di transazione. Ieri i difensori hanno saputo dai media, e solo successivamente da Giuffrida, della stipula dell'atto che non hanno sottoscritto e che non sottoscriveranno non condividendo la ricostruzione dei fatti e le affermazioni in esso contenute”
Detto questo neanche il consulente della difesa,che comunque aveva tutte le carte di fininvest a disposizione,ha smentito giuffrida:
Sinteticamente, osserva il Collegio che:
le conclusioni alle quali è pervenuto il consulente del P.M., il quale
ha evidenziato, tra l’altro, la scarsa trasparenza o l’anomalia di molte
delle operazioni effettuate dal gruppo Fininvest negli anni 1975-1984,
non hanno trovato smentita in quelle alle quali è pervenuto il
consulente della difesa di Marcello Dell’Utri;
non è stato possibile, da parte di entrambi i consulenti, risalire, in
termini di assoluta certezza e chiarezza, all’origine, qualunque essa
fosse, lecita od illecita, dei flussi di denaro investiti nella creazione
delle holdings del gruppo Fininvest.
In definitiva quando l'omino poteva finalmente chiarire tutto,non l'ha fatto,sollevando ulteriori dubbi sulla presunta trasparenza della società
Nel corso dell’udienza del 26 novembre 2002, tenutasi nella sede
istituzionale di Palazzo Chigi in Roma, l’on.le Silvio Berlusconi,
Presidente del Consiglio dei Ministri in carica, sentito nella qualità di
indagato in procedimento collegato per il reato di riciclaggio (lo stesso
in ordine al quale era stato indagato Marcello Dell’Utri), si è avvalso
della facoltà di non rendere interrogatorio.
L’on.le Berlusconi ha esercitato legittimamente un diritto
riconosciuto dal codice di rito ma, ad avviso del Tribunale, si è
lasciato sfuggire l’imperdibile occasione di fare personalmente,
pubblicamente e definitivamente chiarezza sulla delicata tematica in
esame, incidente sulla correttezza e trasparenza del suo precedente
operato di imprenditore che solo lui, meglio di qualunque consulente
o testimone e con ben altra autorevolezza e capacità di convincimento,
avrebbe potuto illustrare.
Invece, ha scelto il silenzio.
Comunque il "metodo denuncia" è ampiamente usato ancora oggi dall'omino per intimidire e creare pressione su qualsiasi persona osi ostacolarlo,potendo contare su enormi risorse economiche ed un'ampia schiera di avvocati che si è portato anche in parlamento aiutandolo a lasciarsi dietro molti problemi giudiziari
Vincenzo1968
02-12-2009, 19:48
Tano tano bello da morire!! cumme era mafioso tano mio!! ma cumme era bello tano mio!! tano tano bello da morire!!!
http://img198.imageshack.us/img198/6525/padaniadel13061998pagin.png
Gli ipergarantisti... pubblicavano pure le foto segnaletiche.
:asd:
Gli ipergarantisti... pubblicavano pure le foto segnaletiche.
:asd:
NO COMMENT, pensando che oggi quei due che mettevano nella foto segnaletica insieme a brusca e riina :asd: sono i loro capi, li difendono e li fanno stare al governo da anni e anni a votare porcate. :Puke:
Vincenzo1968
02-12-2009, 23:30
NO COMMENT, pensando che oggi quei due che mettevano nella foto segnaletica insieme a brusca e riina :asd: sono i loro capi, li difendono e li fanno stare al governo da anni e anni a votare porcate. :Puke:
:asd:
:asd:
:asd:
Viene da ridere(ma anche da piangere) :D
:asd:
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:asd:
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