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View Full Version : Il cafone italiano


Fides Brasier
05-11-2009, 10:19
http://www.criticamente.it/Article4551.html

I clienti dei mega centri commerciali che nascono come funghi ad ogni angolo delle città hanno uno stile comune, inconfondibile: la cafonaggine. E per cafonaggine intendo non tanto quella villania intesa come mancanza di un’educazione civile, quanto il distinguersi per una mentalità simile a quella dello zappatore, del contadino ignorante inurbato, del servo della gleba, o per meglio dire, dell’ultimo ritrovato tecnologico. Vivere, per il cafone, voleva dire fino a qualche decennio fa essere soggetto a limiti imposti dal padrone, dalla natura, dalla scarsità di mezzi (Ludovico Polastri).


In campagna, il cafone era il poveraccio che campava usando non la testa, ma, come l’asino e il bue, affittando la forza muscolare. E per secoli, la vita dello zappatore, del cafone, è stata agra: dominata dalla fatica e dall’incubo della fame, era tutta ingabbiata in restrizioni, difficoltà, impossibilità. Del resto il termine cafone è di origini meridionali, parola usata spesso da Ignazio Silone per identificare lo strato culturale più basso di una società rurale. Un termine che senz’altro identifica il popolo italiano.

Il mondo industriale ha liberato il cafone da questi limiti esterni, e lo ha reso partecipe (senza suo merito) dell’abbondanza generale. Soprattutto, lo ha strappato alla zolla e lo ha gettato nelle miriadi di attività che offre l’urbanizzazione. Un tempo i cafoni si trovavano solo nei campi, o in tempi di carestia davanti alle chiese a mendicare, in lunghe file stracciate. Oggi, cafoni stanno dietro gli sportelli bancari, rispondono al telefono dei centralini, in genere compiono mansioni minime, parcellari , alla loro portata, tuttavia, purtroppo necessarie al funzionamento della società civile. Sono quelle persone che rispondono scortesemente, che fanno apposta a creare disservizi, che alzano le spalle di fronte ai disguidi da loro provocati, rivendicando solo diritti e nessun dovere. E sono quelle persone che poi si ritrovano nei templi del consumismo di bassa qualità, con l’unico desiderio di agghindarsi come l’uomo primitivo degli ultimi giocattoli tecnologici, da vantare al ritorno in ufficio il lunedì mattina alla macchina del caffè. Sono quelli che chiamano le figlie Noemi, Eli, nomi che hanno subito un’impennata all’anagrafe, che parlano per ore di calcio, accalorandosi oltre ogni senso logico, che fremono per una partita, per l’infortunio di un giocatore, che si dicono “fortunati” se trovano la domenica il posto per l’auto vicino allo stadio.

Il cafone non ha nessuna esigenza culturale da soddisfare ma solo quella di avere “roba”, acquistare quantità, di tutto, senza un barlume intellettivo, perché così fan tutti e lui non può essere da meno; è di facile contentatura come la sua gola: le sue scarpe, che paga carissime, tendono ad essere Reebock o Nike, prodotte in milioni di esemplari, la bardatura della signora cafona sarà un Versace (il sarto preferito dai neo-ricchi russi) e una borsa della spesa con però la scritta “Moschino”: la griffe, che consente di vendere ai cafoni carabattole Made in China a prezzo spropositato. Il cafone, poi, si rifornisce di telefonini e televisori e si compera l’antenna parabolica per vedere le partite via satellite, ma senza la minima curiosità per la scienza che gli ha messo in mano quegli strumenti. Egli vive nella cultura come fosse la natura, si limita a raccoglie i telefonini come se nascessero dagli alberi; una mente angusta e torpida, con un limitatissimo repertorio di curiosità, e perciò sospettoso di ogni innovazione.

Il cafone è infatti insieme sospettoso (perché sente che gli sfuggono i rapporti complessi e dinamici che si creano nella società urbana, tutti gli aspetti tecnici e superiori della civiltà) e conformista. I suoi negozi preferiti sono quelli in franchising. Se ci si sofferma sui commenti che fanno queste sub-persone sono sempre quelli: “che bello!”, “lo voglio!” e via di seguito. Miriadi di cafoni inurbati, in Italia soprattutto, restano fermi all’idea che essere ricchi significa “mangiare” a crepapelle. La mangiata è il rito che accomuna la plebe. Ma naturalmente non assaggeranno cibi naturali o raffinati, sospettosi di ciò che non hanno mai provato, reclameranno, come segno della ricchezza, quantità più grosse di quei cibi che mangiavano da poveri, quando erano zappatori: più pastasciutta, più polenta con uccelli, casomai rivendicando le loro origini padane. I ristoranti infatti che fanno fortuna e si creano una fama, in Italia, sono quelli che offrono pastasciutte, cotechini, lardo fuso, polenta taragna. Attenti a non trasgredire mai con una proposta fantasiosa, nobile, signorile.

Per quanto riguarda i programmi televisivi il cafone è inebriato dalla loro varietà non riuscendo più distinguere quel che è reale da quel che vede in tv. Recenti sondaggi hanno verificato le nuove generazioni ignorano cosa sia stata la Shoah mentre reputano vere le avventure di Harry Potter. Tuttavia se lo si sente parlare, il cafone vanta delle sue “opinioni”, rivendica dei pensieri o citazioni “culturali”. Naturalmente, sono le opinioni prefabbricate per lui dai media, le più dozzinali, i “luoghi comuni”. Il cafone mondializzato non legge. Ma se decide di acquistare un libro, decreta il successo di massa di opere come quelle di Vespa e di manipolazioni fantastiche come “Il Codice Da Vinci”: ancora una volta, perché vi trova la conferma che “le cose non sono come ce le raccontano”, e perché non sa distinguere fra realtà e menzogna.

Ed allora in questo panorama cos’è per il cafone la democrazia e soprattutto chi la rappresenta al meglio? Max Weber ha insegnato che, nella tarda civiltà, quella decadente, corrotta, alla cafonaggine della società corrisponde il “cesarismo” dell'organizzazione politica. Piccoli despoti alla Bossi, Berlusconi, Marrazzo, D’Alema e tanti altri impegnati a diffondere la “democrazia” adatta alla civiltà dei nostri giorni. In Europa, la Commissione burocratica tratta i propri sudditi come “allevati” da stalla zoologica, mantenendoli torpidi e angusti come buoi e asini. La democrazia fu la conquista di popoli, che vollero diventare cittadini reclamando in piazza, anche con scontri, la loro parte di potere legale: niente tasse senza rappresentanza. Ecco perché la democrazia si sta sfasciando, perché i nostri leader sono cafoni, e si comportano come tali e la gente invece di scacciarli li imita, li adora. La dittatura è l’esito più radicale della democrazia, quando, s’intende, al posto dei cittadini ci sono dei cafoni.

Amodio
05-11-2009, 12:18
ce li meritiamo proprio

se avessimo solo un briciolo di coscenza li cacceremo, ma visto che ci vediamo troppo allo specchio nelle nostre interiorità dell'anima, ecco che diventano il frutto del nostro volere

vogliamo anche noi essere come loro, come no, come negarlo?

trallallero
05-11-2009, 12:27
http://www.hwupgrade.it/forum/newthread.php?do=newthread&f=88

:mbe:

Fides Brasier
05-11-2009, 12:36
:mbe:.Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa,
dovevo dire cose
cose che sai,
che ti dovevo
che ti dovrei

trallallero
05-11-2009, 12:51
Ho perso le parole
eppure ce le avevo qua un attimo fa,
dovevo dire cose
cose che sai,
che ti dovevo
che ti dovrei

Hai perso anche qualche rotella :D

È un link ad "Invia una nuova discussione " ... è voluto ?

lowenz
05-11-2009, 13:21
È un link ad "Invia una nuova discussione " ... è voluto ?
Inviare nuove discussioni invece di usare quelle già esistenti (facendo doverosi OT :O ) è la somma cafonaggine :mad:

:D

Pot
05-11-2009, 13:28
Avrei qualcosa da ridire sui ristoranti.. ogni tanto la tradizione non guasta

sparagnino
05-11-2009, 13:51
Propongo una ricerchina sull'etimologia della parola "cafone" al fine di allergare gli orizzonti mentali.

Se doveste essere così pigri da evitare questa ricerca che mal ve ne colga.

matrizoo
05-11-2009, 13:53
ma chi ha scritto codesta perla?
possiamo chiedere all'autore del brano se ci indica dove poter comprare la pozione magica in grado di farci elevare al suo livello?
ma forse lui deve appartenere ad una razza eletta:O
meglio cafone che intellettuale.
eppoi, anche volendo, chi deve lavorare per mangiare non ha certo tempo per filosofeggiare....

Fides Brasier
05-11-2009, 14:36
È un link ad "Invia una nuova discussione " ... è voluto ?'nzomma :fagiano:

Steinoff
05-11-2009, 14:58
Esiste una grande, sostanziale differenza tra i cafoni di Silone, in Fontamara, e i cafoni che infestano questi decrepiti scampoli di repubblica bananense: la coscienza d'essere cio' che si e'.

Ducatino
05-11-2009, 15:09
Quoto

e l'italietta è la patria dei cafoni.

auspico una loro veloce estinzione o al limite decimazione

Fides Brasier
05-11-2009, 15:16
ma chi ha scritto codesta perla?
possiamo chiedere all'autore del brano se ci indica dove poter comprare la pozione magica in grado di farci elevare al suo livello?
ma forse lui deve appartenere ad una razza eletta:O
meglio cafone che intellettuale.
eppoi, anche volendo, chi deve lavorare per mangiare non ha certo tempo per filosofeggiare....la pozione magica? magari qualche grande fratello in meno e qualche libro in piu'.
pero' non e' chiaro il motivo per cui non ti piace cio' che ha scritto l'autore del brano, in effetti non lo hai proprio spiegato.

marcello1854
05-11-2009, 15:22
Quoto

e l'italietta è la patria dei cafoni.

auspico una loro veloce estinzione o al limite decimazione

Ma chi è che decide che l'altro è cafone ?

Possiamo fissare dei criteri oggettivi fondati sulla logica classica oppure dobbiamo scomodare le logiche fuzzy con le funzioni di appartenenza e rappresentare il cafone che è in noi attraverso una densità di probabilità che varia nello spazio e nel tempo..... Ah saperlo!

Chi guarda il grande fratello dalla prima puntata quanti punti cafonaggine acquisisce ?

sider
05-11-2009, 15:28
Io me ne sono reso conto la prima volta in vacanza, in Messico. Italiani bandanati con compagne struccazzate che affittavano gipponi e cercavano la pastasciutta a tutti i costi davanti ragazzini del posto che morivano di fame.

NexusMM
05-11-2009, 15:40
Ma chi è che decide che l'altro è cafone ?

Possiamo fissare dei criteri oggettivi fondati sulla logica classica oppure dobbiamo scomodare le logiche fuzzy con le funzioni di appartenenza e rappresentare il cafone che è in noi attraverso una densità di probabilità che varia nello spazio e nel tempo..... Ah saperlo!

Chi guarda il grande fratello dalla prima puntata quanti punti cafonaggine acquisisce ?

Io non userei tanta ironia in merito al problema in oggetto.

Forse potrai non essere d'accordo sul acuni concetti espressi o sul modo con cui sono stati espressi, ma rimane il fatto che ci sono dei dati oggettivi che ti permettono di classificare una persona in quel modo.

Certamente non è il guardare reality in TV o meno, ma già il non sapere chi è il nostro Presidente della Repubblica è un indizio importante.

Disinteressarsi del mondo per guardare solo il proprio meschino orticello è un sintomo di pochezza mentale, di cafonaggine appunto.

Ecco, questo è un indice che ti permette di "decidere" se l'altro è "cafone" o meno.

Ed è solo un esempio.

Eldavi
05-11-2009, 15:51
http://www.criticamente.it/Article4551.html

Articolo scopiazzato a mani basse (praticamente parola per parola) dal capitolo 14 del libro "Selvaggi con telefonino" di Maurizio Blondet.

marcello1854
05-11-2009, 15:57
Io non userei tanta ironia in merito al problema in oggetto.

Forse potrai non essere d'accordo sul acuni concetti espressi o sul modo con cui sono stati espressi, ma rimane il fatto che ci sono dei dati oggettivi che ti permettono di classificare una persona in quel modo.

Certamente non è il guardare reality in TV o meno, ma già il non sapere chi è il nostro Presidente della Repubblica è un indizio importante.

Disinteressarsi del mondo per guardare solo il proprio meschino orticello è un sintomo di pochezza mentale, di cafonaggine appunto.

Ecco, questo è un indice che ti permette di "decidere" se l'altro è "cafone" o meno.

Ed è solo un esempio.

Ma io invece sono convinto, fuor d'ironia ovviamente :rolleyes: , che il cafonalesimo oggi possa essere spiegato in termini di relatività ristretta e cioè un osservabile dello spazio-tempo newtoniano la cui misura varia in funzione dell'osservatore-universo aggiungendo che forse ai tempi di Silone e prima ancora il cafonalesimo era una categoria del sociale più classica e quindi reale rispetto al relativismo "ristretto" degli osservatori attuali....

sider
05-11-2009, 16:03
Il cafone si interessa di politica il giorno prima delle elezioni disinteressandosene immediatamente il giorno dopo, nel frattempo il suo illuminato voto ha determinato la situazione politica attuale del paese.

marcello1854
05-11-2009, 16:08
Il cafone si interessa di politica il giorno prima delle elezioni disinteressandosene immediatamente il giorno dopo, nel frattempo il suo illuminato voto ha determinato la situazione politica attuale del paese.

Per dirla con Severino, il cafone italiano è l'altro da se...

Marziano
05-11-2009, 16:33
Tutto ciò mi riporta alla mente:

Italiano Cafone: 'MR OBAMAAAAAAAAAAAAAAHHHHhhh!!'
Nonnina, scandalizzata: 'What (the fuck)'s that?'

marcello1854
05-11-2009, 17:14
Articolo scopiazzato a mani basse (praticamente parola per parola) dal capitolo 14 del libro "Selvaggi con telefonino" di Maurizio Blondet.

Azz', un nome, una garanzia....

blade9722
05-11-2009, 18:24
http://www.criticamente.it/Article4551.html


Oggi, cafoni stanno dietro gli sportelli bancari, rispondono al telefono dei centralini, in genere compiono mansioni minime, parcellari , alla loro portata, tuttavia, purtroppo necessarie al funzionamento della società civile. Sono quelle persone che rispondono scortesemente, che fanno apposta a creare disservizi, che alzano le spalle di fronte ai disguidi da loro provocati, rivendicando solo diritti e nessun dovere.


Sbaglio o sta associando comportamenti poco lodevoli con alcune ben precise attivita' professionali?


E sono quelle persone che poi si ritrovano nei templi del consumismo di bassa qualità, con l’unico desiderio di agghindarsi come l’uomo primitivo degli ultimi giocattoli tecnologici, da vantare al ritorno in ufficio il lunedì mattina alla macchina del caffè. Sono quelli che chiamano le figlie Noemi, Eli, nomi che hanno subito un’impennata all’anagrafe, che parlano per ore di calcio, accalorandosi oltre ogni senso logico, che fremono per una partita, per l’infortunio di un giocatore, che si dicono “fortunati” se trovano la domenica il posto per l’auto vicino allo stadio.


Non capisco cosa ci sia di male a cercare un nome poco comune per la figlia. Cosa c'e' di nobile nel chiamarci tutti Marco o Paolo?


Il cafone non ha nessuna esigenza culturale da soddisfare ma solo quella di avere “roba”, acquistare quantità, di tutto, senza un barlume intellettivo, perché così fan tutti e lui non può essere da meno; è di facile contentatura come la sua gola: le sue scarpe, che paga carissime, tendono ad essere Reebock o Nike, prodotte in milioni di esemplari, la bardatura della signora cafona sarà un Versace (il sarto preferito dai neo-ricchi russi) e una borsa della spesa con però la scritta “Moschino”: la griffe, che consente di vendere ai cafoni carabattole Made in China a prezzo spropositato. Il cafone, poi, si rifornisce di telefonini e televisori e si compera l’antenna parabolica per vedere le partite via satellite, ma senza la minima curiosità per la scienza che gli ha messo in mano quegli strumenti.


Anche qui associa una visione tutt'altro che edificante ad alcuni precisi marchi commerciali


Egli vive nella cultura come fosse la natura, si limita a raccoglie i telefonini come se nascessero dagli alberi; una mente angusta e torpida, con un limitatissimo repertorio di curiosità, e perciò sospettoso di ogni innovazione.


No ho capito bene, che si deve fare con i telefonini, progettarseli in proprio?


Il cafone è infatti insieme sospettoso (perché sente che gli sfuggono i rapporti complessi e dinamici che si creano nella società urbana, tutti gli aspetti tecnici e superiori della civiltà) e conformista. I suoi negozi preferiti sono quelli in franchising. Se ci si sofferma sui commenti che fanno queste sub-persone sono sempre quelli: “che bello!”, “lo voglio!” e via di seguito.


Si, di solito se una cosa ti piace dici "che bello!", "la voglio" che c'e' di strano.


Miriadi di cafoni inurbati, in Italia soprattutto, restano fermi all’idea che essere ricchi significa “mangiare” a crepapelle. La mangiata è il rito che accomuna la plebe. Ma naturalmente non assaggeranno cibi naturali o raffinati, sospettosi di ciò che non hanno mai provato, reclameranno, come segno della ricchezza, quantità più grosse di quei cibi che mangiavano da poveri, quando erano zappatori: più pastasciutta, più polenta con uccelli, casomai rivendicando le loro origini padane. I ristoranti infatti che fanno fortuna e si creano una fama, in Italia, sono quelli che offrono pastasciutte, cotechini, lardo fuso, polenta taragna. Attenti a non trasgredire mai con una proposta fantasiosa, nobile, signorile.


E si, noi povera plebaglia non siamo tutti come lui che fa colazione con Astice e champagne.


Per quanto riguarda i programmi televisivi il cafone è inebriato dalla loro varietà non riuscendo più distinguere quel che è reale da quel che vede in tv. Recenti sondaggi hanno verificato le nuove generazioni ignorano cosa sia stata la Shoah mentre reputano vere le avventure di Harry Potter.


Che le nuove generazioni ignorino cosa sia stata la Shoah lo posso comprendere, ma che ritengano vere le avventure di Harry Potter non ci credo. Poco acculturati magari, fessi no.


Tuttavia se lo si sente parlare, il cafone vanta delle sue “opinioni”, rivendica dei pensieri o citazioni “culturali”. Naturalmente, sono le opinioni prefabbricate per lui dai media, le più dozzinali, i “luoghi comuni”. Il cafone mondializzato non legge. Ma se decide di acquistare un libro, decreta il successo di massa di opere come quelle di Vespa e di manipolazioni fantastiche come “Il Codice Da Vinci”: ancora una volta, perché vi trova la conferma che “le cose non sono come ce le raccontano”, e perché non sa distinguere fra realtà e menzogna.


Magari perche' il Codice da Vinci e' piu' appassionante degli articoli che scrive questo tizio, invidia professionale?


Ed allora in questo panorama cos’è per il cafone la democrazia e soprattutto chi la rappresenta al meglio? Max Weber ha insegnato che, nella tarda civiltà, quella decadente, corrotta, alla cafonaggine della società corrisponde il “cesarismo” dell'organizzazione politica. Piccoli despoti alla Bossi, Berlusconi, Marrazzo, D’Alema e tanti altri impegnati a diffondere la “democrazia” adatta alla civiltà dei nostri giorni. In Europa, la Commissione burocratica tratta i propri sudditi come “allevati” da stalla zoologica, mantenendoli torpidi e angusti come buoi e asini. La democrazia fu la conquista di popoli, che vollero diventare cittadini reclamando in piazza, anche con scontri, la loro parte di potere legale: niente tasse senza rappresentanza. Ecco perché la democrazia si sta sfasciando, perché i nostri leader sono cafoni, e si comportano come tali e la gente invece di scacciarli li imita, li adora. La dittatura è l’esito più radicale della democrazia, quando, s’intende, al posto dei cittadini ci sono dei cafoni.

Ma questa parte finale, a parte dire che i politici non vanno bene senza spiegare il perche', dovrebbe trasmettere un messaggio morale o e' solo una nuova versione del dumbing down? Mi verrebbe da dire che l'autore dell'articolo faccia parte di quella categoria che demonizza.

dave4mame
05-11-2009, 20:00
"c'è un cafone in ogni specchio"... :D