View Full Version : Gelmini VS Italiano
«Caro Zaia, rispetto i dialetti, non la propaganda»
(20 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 21 maggio 2009 da Valter CARRARO
Gentile Direttore,
ho letto attentamente quanto affermato dal Ministro Zaia. Tengo a ribadire che i dialetti sono le base della nostra cultura e che il mio pensiero è stato volutamente travisato. Pensare che il Ministro dell’Istruzione non sia sensibile
(...) ad una parte così rilevante della nostra tradizione è un’accusa che respingo e che non si comprende se non ritenendola dettata da motivi di visibilità elettorale.
Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio.
I professori ad esempio devono sempre di più provenire dalla stessa regione nella quale insegna. Le classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione.
Ogni regione devo poter strutturare un sistema educativa in linea con le richieste del mondo del lavoro della zona. Allo stesso modo la spinta verso il futuro e la modernizzazione non può non essere accompagnato dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto. Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto e che conosce bene l’eccellenza, il valore e la cultura delle persone che lo popolano.
Mariastella Gelmini
http://www.openpolis.it/dichiarazione/391286
:doh:
DvL^Nemo
20-08-2009, 11:09
Ogni tanto si deve far sentire pure lei se no che caxx ci sta a fare al ministero ?
Gente che dire incompetente e' un complimento..
nekromantik
20-08-2009, 11:12
Ha usato babelfish padano --> italiano?
AccadueO
20-08-2009, 11:16
Però, niente male.:help:
http://www.youtube.com/watch?v=NSLGhd9Dru4 :O
Hahaha sembra un traduttore online :asd:
ALBIZZIE
20-08-2009, 11:20
{|e;28581477']«Caro Zaia, rispetto i dialetti, non la propaganda»
(20 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 21 maggio 2009 da Valter CARRARO
Gentile Direttore,
ho letto attentamente quanto affermato dal Ministro Zaia. Tengo a ribadire che i dialetti sono le base della nostra cultura e che il mio pensiero è stato volutamente travisato. Pensare che il Ministro dell’Istruzione non sia sensibile
(...) ad una parte così rilevante della nostra tradizione è un’accusa che respingo e che non si comprende se non ritenendola dettata da motivi di visibilità elettorale.
Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio.
I professori ad esempio devono sempre di più provenire dalla stessa regione nella quale insegna. Le classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione.
Ogni regione devo poter strutturare un sistema educativa in linea con le richieste del mondo del lavoro della zona. Allo stesso modo la spinta verso il futuro e la modernizzazione non può non essere accompagnato dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto. Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto e che conosce bene l’eccellenza, il valore e la cultura delle persone che lo popolano.
Mariastella Gelmini
http://www.openpolis.it/dichiarazione/391286
:doh:
strano. si vede che berlusconi era distratto quando gli ha dettato il compitino.
Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto
:doh:
C'è da crederle, infatti è così di ampie vedute che si è abilitata a Reggio Calabria :D
giammai difenderei il ministro gelmini, ma sembra piuttosto il risultato del riconoscimento ottico di un fax senza poi correzione da parte dei giornalisti.
articolo originale (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M2QWJ)
altri errori non segnati:
"... ogni regione devo ..."
"Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona ..."
soprattutto il "per chi" al posto di un sensato "perché" mi conduce alla tesi dell'ocr.
giammai difenderei il ministro gelmini, ma sembra piuttosto il risultato del riconoscimento ottico di un fax senza poi correzione da parte dei giornalisti.
articolo originale (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M2QWJ)
altri errori non segnati:
"... ogni regione devo ..."
"Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona ..."
soprattutto il "per chi" al posto di un sensato "perché" mi conduce alla tesi dell'ocr.
Hai ragione, ma era troppo lolloso per non postarlo :D
Windtears
20-08-2009, 11:39
giammai difenderei il ministro gelmini, ma sembra piuttosto il risultato del riconoscimento ottico di un fax senza poi correzione da parte dei giornalisti.
articolo originale (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M2QWJ)
altri errori non segnati:
"... ogni regione devo ..."
"Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona ..."
soprattutto il "per chi" al posto di un sensato "perché" mi conduce alla tesi dell'ocr.
Edit... non avevo capito che l'ocr non fosse di quello che aveva scritto ma del giornale da cui è stata presa la smentita. Sorry.
NetEagle83
20-08-2009, 11:48
giammai difenderei il ministro gelmini, ma sembra piuttosto il risultato del riconoscimento ottico di un fax senza poi correzione da parte dei giornalisti.
articolo originale (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=M2QWJ)
altri errori non segnati:
"... ogni regione devo ..."
"Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona ..."
soprattutto il "per chi" al posto di un sensato "perché" mi conduce alla tesi dell'ocr.
Ma lol, nelle redazioni quindi non si prendono nemmeno la briga di leggere i fax ansa? :D
Di bene in meglio... :asd:
dave4mame
20-08-2009, 12:26
adesso però il nome del giornalista lo voglio...
blamecanada
20-08-2009, 12:43
Secondo me non è un problema di OCR, la Gelmini sta tentando di attuare la riforma ortografica che era già stata progettata dalla Moratti (http://www.amicigg.it/curiosita/curiosita.php?id=33) :asd:.
DvL^Nemo
20-08-2009, 12:45
Secondo me non è un problema di OCR, la Gelmini sta tentando di attuare la riforma ortografica che era già stata progettata dalla Moratti (http://www.amicigg.it/curiosita/curiosita.php?id=33) :asd:.
A me la Gelimini e' sempre sembrata un robot riempito di risposte e col sorriso stampato e null'altro..
first register
20-08-2009, 13:42
{|e;28581477']«Caro Zaia, rispetto i dialetti, non la propaganda»
(20 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 21 maggio 2009 da Valter CARRARO
Gentile Direttore,
ho letto attentamente quanto affermato dal Ministro Zaia. Tengo a ribadire che i dialetti sono le base della nostra cultura e che il mio pensiero è stato volutamente travisato. Pensare che il Ministro dell’Istruzione non sia sensibile
(...) ad una parte così rilevante della nostra tradizione è un’accusa che respingo e che non si comprende se non ritenendola dettata da motivi di visibilità elettorale.
Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio.
I professori ad esempio devono sempre di più provenire dalla stessa regione nella quale insegna. Le classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione.
Ogni regione devo poter strutturare un sistema educativa in linea con le richieste del mondo del lavoro della zona. Allo stesso modo la spinta verso il futuro e la modernizzazione non può non essere accompagnato dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto. Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto e che conosce bene l’eccellenza, il valore e la cultura delle persone che lo popolano.
Mariastella Gelmini
http://www.openpolis.it/dichiarazione/391286
:doh:
Ministro Gelmini a Coppito 25 giugno 2009 (http://www.youtube.com/watch?v=NOTiud4n8aI)
:mbe:
Di solito la Gelmini non commette errori così grossolani, forse è un errore dell'OCR, o di un correttore ortografico... :stordita: :mbe:
Quel "Gentile Direttore" in cima al messaggio mi fa pensare che la Gelmini possa aver inviato un testo che poi è stato digitalizzato in maniera scorretta.
:doh:
Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento
Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato
L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»
Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.
La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.
Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.
Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.
Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».
Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.
In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».
I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.
Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?
Gian Antonio Stella
04 settembre 2008(ultima modifica: 05 settembre 2008)
http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_04/stella_dbaef098-7a47-11dd-a3dd-00144f02aabc.shtml
:stordita:
giannola
20-08-2009, 13:53
{|e;28581477']«Caro Zaia, rispetto i dialetti, non la propaganda»
(20 maggio 2009) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 21 maggio 2009 da Valter CARRARO
Gentile Direttore,
ho letto attentamente quanto affermato dal Ministro Zaia. Tengo a ribadire che i dialetti sono le base della nostra cultura e che il mio pensiero è stato volutamente travisato. Pensare che il Ministro dell’Istruzione non sia sensibile
(...) ad una parte così rilevante della nostra tradizione è un’accusa che respingo e che non si comprende se non ritenendola dettata da motivi di visibilità elettorale.
Da subito ho attuato provvedimenti per legare la scuola al proprio territorio.
I professori ad esempio devono sempre di più provenire dalla stessa regione nella quale insegna. Le classi inoltre non possono essere composte da più del 30% di stranieri per favorire una migliore integrazione.
Ogni regione devo poter strutturare un sistema educativa in linea con le richieste del mondo del lavoro della zona. Allo stesso modo la spinta verso il futuro e la modernizzazione non può non essere accompagnato dalla valorizzazione della cultura ivi compresa la lingua e il dialetto. Per questo la polemica è distituita di qualsiasi fondamento soprattutto per chi è rivolta ad una persona che abita al confine con il Veneto e che conosce bene l’eccellenza, il valore e la cultura delle persone che lo popolano.
Mariastella Gelmini
http://www.openpolis.it/dichiarazione/391286
:doh:
ci sono altri errori non seganalati :O
A me la Gelimini e' sempre sembrata un robot riempito di risposte e col sorriso stampato e null'altro..
http://www.youtube.com/watch?v=iVyNYB5HTno :D
dave4mame
20-08-2009, 14:13
ci sono altri errori non seganalati :O
come seganalati? :D
giannola
20-08-2009, 16:32
come seganalati? :D
analati va meglio ? :asd:
*MATRIX*
20-08-2009, 18:13
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
io proporrei di adottare come seconda lingua dello stato italiano L'inglese
first register
20-08-2009, 18:58
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
io proporrei di adottare come seconda lingua dello stato italiano L'inglese
Non si può non quotarti! :O
giannola
20-08-2009, 19:17
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
io proporrei di adottare come seconda lingua dello stato italiano L'inglese
meglio il latino. :O
Stigmata
20-08-2009, 19:30
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
io proporrei di adottare come seconda lingua dello stato italiano L'inglese
Posso essere, anzi sono completamente d'accordo con la seconda affermazione, ma la prima mi fa orrore.
Posso essere, anzi sono completamente d'accordo con la seconda affermazione, ma la prima mi fa orrore.
Beh però ha ragione.
Molte persone riescono ad esprimersi solo in dialetto, fanno fatica a parlare in italiano...io lo vedo come un segno d'ignoranza.
La lingua del paese è l'italiano, e sono favorevolissima a mettere come seconda lingua l'inglese (che io purtroppo fatico ad imparare :cry: )
La Gelmini inoltre farebbe bene a tornare sui banchi di scuola, anzichè partorire stronzate come è suo solito fare :rolleyes:
Beh però ha ragione.
Molte persone riescono ad esprimersi solo in dialetto, fanno fatica a parlare in italiano...io lo vedo come un segno d'ignoranza.
La lingua del paese è l'italiano, e sono favorevolissima a mettere come seconda lingua l'inglese (che io purtroppo fatico ad imparare :cry: )
La Gelmini inoltre farebbe bene a tornare sui banchi di scuola, anzichè partorire stronzate come è suo solito fare :rolleyes:
quoto
zerothehero
20-08-2009, 21:29
Il dialetto non serve ad una beneamata mazza. :O
E di certo l'ultimo posto in cui va insegnato è nelle scuole statali.
ConteZero
20-08-2009, 21:45
Aspetto trepidante il momento in cui chiederanno che i film vengano ridoppiati in lombardo.
Aspetto trepidante il momento in cui chiederanno che i film vengano ridoppiati in lombardo.
:cry:
dave4mame
20-08-2009, 21:49
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
la conoscenza del dialetto IN LUOGO DELLA LINGUA "UFFICIALE", senz'altro.
la conoscenza del dialetto IN AGGIUNTA alla propria lingua ufficiale fa parte del proprio retaggio culturale.
whistler
20-08-2009, 21:49
Aspetto trepidante il momento in cui chiederanno che i film vengano ridoppiati in lombardo.
già fatto castelli ha detto che vorrebe fiction padane troppo dialetto romano nei film!!!!
:)
Stigmata
20-08-2009, 21:50
Beh però ha ragione.
Molte persone riescono ad esprimersi solo in dialetto, fanno fatica a parlare in italiano...io lo vedo come un segno d'ignoranza.
Matrix non ha detto che è ignorante (*) chi conosce solo il dialetto e fa fatica ad esprimersi in italiano, ha detto che la conoscenza del dialetto è segno di ignoranza... è ben diverso.
Non sto difendendo la gelmini (lungi da me!) nè sto dicendo che il dialetto a scuola sia giusto (anche perchè quale dialetto insegni, per esempio da me? il brianzolo, che cambia ad ogni paese?) o che siano giusti i giornali scritti in dialetto. Penso solo che il dialetto sia un bellissimo pezzo di cultura popolare, piaccia o no, e che vada preservato con cura non scoraggiandone l'utilizzo in genere.
Personalmente sono fiero di conoscere il dialetto della mia zona e mi dispiace di non conoscerlo meglio... sarò ignorante, pazienza :stordita:
(*) nel senso di non sapere le cose, perchè a buon senso e sale in zucca mia nonna dava la paga a tutti noi, anche se non sapeva pronunciare la "Y" e si meravigliava, non avendola mai vista, di quanto fosse grande l'urss quando gliela facevo vedere sul mappamondo retroilluminato. Era ignorante? Sì, certo. Era disacculturata? Tutto l'opposto.
dave4mame
20-08-2009, 21:51
Aspetto trepidante il momento in cui chiederanno che i film vengano ridoppiati in lombardo.
già fatto.
l'albero degli zoccoli ne è un fulgido esempio :D
Freeskis
20-08-2009, 21:54
già fatto.
l'albero degli zoccoli ne è un fulgido esempio :D
mai riuscito ad andare oltre i 3 secondi di quel film :fagiano:
ConteZero
20-08-2009, 21:55
la conoscenza del dialetto IN LUOGO DELLA LINGUA "UFFICIALE", senz'altro.
la conoscenza del dialetto IN AGGIUNTA alla propria lingua ufficiale fa parte del proprio retaggio culturale.
Considerando che i ragazzi non possono apprendere all'infinito e che le ore scolastiche sono una quantità fissa direi che comunque il dialetto l'imparerebbero IN LUOGO di qualche altra cosa...
...però se proponessero il dialetto in alternativa all'ora di religione potrei anche essere daccordo :asd:
dave4mame
20-08-2009, 22:06
mai detto che lo si debba imparare a scuola, a dire il vero.
anche perchè mi sembra abbastanza scontato che uno debba imparare il dialetto dei propri genitori, non quello della zona in cui abita.
ilguercio
20-08-2009, 22:14
la conoscenza del dialetto IN LUOGO DELLA LINGUA "UFFICIALE", senz'altro.
la conoscenza del dialetto IN AGGIUNTA alla propria lingua ufficiale fa parte del proprio retaggio culturale.
Quoto.
blamecanada
20-08-2009, 23:40
meglio il latino. :O
Se si deve scegliere una lingua moderna io voto per il tedesco.
ConteZero
20-08-2009, 23:44
Se si deve scegliere una lingua moderna io voto per il tedesco.
Spagnolo. Più diffuso.
NetEagle83
21-08-2009, 00:44
Ora vi racconto una favoletta: c'era una volta l'Esperanto, una lingua artificiale che si voleva appartenesse all'umanità intera, facilissima da imparare, democratica (prendeva termini da più o meno tutti i linguaggi naturali) e ideata appositamente in maniera da abbattere concettualmente ogni forma di sudditanza culturale e/o socio-politica... doveva essere la lingua atta a veicolare concetti scientifici, artistici, filosofici ecc. Doveva essere la lingua tramite cui il mondo intero poteva comunicare senza barriere di alcun tipo...
Indovinate che fine ha fatto?
ConteZero
21-08-2009, 01:18
Ora vi racconto una favoletta: c'era una volta il Klingon, una lingua fabbricata dagli ideatori di Star Trek che praticamente usa solo termini inerenti alla guerra per qualsiasi cosa, e c'è chi la parla.
Alla fine bisogna chiedersi che lingue c'è utile conoscere... un italiano qualsiasi non avrà mai bisogno d'imparare il dialetto per parlare con un altro italiano quindi è il caso di concentrarsi su lingue che possono tornare utili in ambito lavorativo e/o culturale.
Insegnare un dialetto a scuola (se ci tenete davvero andate a trovare i nonni) è inutile.
Spagnolo. Più diffuso.
cinese
ConteZero
21-08-2009, 01:28
cinese
Il cinese è più parlato, non più diffuso.
Il cinese è più parlato, non più diffuso.
:asd: aspetta.
NetEagle83
21-08-2009, 01:56
Ora vi racconto una favoletta: c'era una volta il Klingon, una lingua fabbricata dagli ideatori di Star Trek che praticamente usa solo termini inerenti alla guerra per qualsiasi cosa, e c'è chi la parla.
Alla fine bisogna chiedersi che lingue c'è utile conoscere... un italiano qualsiasi non avrà mai bisogno d'imparare il dialetto per parlare con un altro italiano quindi è il caso di concentrarsi su lingue che possono tornare utili in ambito lavorativo e/o culturale.
Insegnare un dialetto a scuola (se ci tenete davvero andate a trovare i nonni) è inutile.
Ma quanto sei simpatico... :asd:
L'Esperanto è l'esempio principe di come poteva esserci una lingua *davvero* universale che poteva essere imparata da tutti facilmente (è studiata apposta) e poteva essere insegnata nelle scuole per poi essere utilizzata nelle università e nel mondo del lavoro "globale"... pensaci, una sola lingua condivisa da tutto il mondo... e invece ci tocca studiare l'inglese, sebbene il 95% del mondo non lo parli...
ConteZero
21-08-2009, 01:58
Ma quanto sei simpatico... :asd:
L'Esperanto è l'esempio principe di come poteva esserci una lingua *davvero* universale che poteva essere imparata da tutti facilmente (è studiata apposta) e poteva essere insegnata nelle scuole per poi essere utilizzata nelle università e nel mondo del lavoro "globale"... pensaci, una sola lingua condivisa da tutto il mondo... e invece ci tocca studiare l'inglese, sebbene il 95% del mondo non lo parli...
Il 95% del mondo non parla l'Inglese ?
Pensavo che gli americani + gli inglesi + gli australiani fossero più del 5% della popolazione mondiale :asd:
NetEagle83
21-08-2009, 02:08
Il 95% del mondo non parla l'Inglese ?
Pensavo che gli americani + gli inglesi + gli australiani fossero più del 5% della popolazione mondiale :asd:
Vabbè, stai a guardare le percentuali... :asd:
Vuoi fare il 90%? 80? Sta di fatto che percepiamo come "utile" una lingua di minoranza, una delle 5000 e rotti attualmente parlate nel mondo... e guarda caso i paesi in cui si parla tale lingua sono quelli cui siamo più o meno palesemente assoggettati culturalmente ed economicamente. L'Esperanto che tanto hai deriso voleva evitare proprio tutto ciò, guarda un po'...
ConteZero
21-08-2009, 02:15
Vabbè, stai a guardare le percentuali... :asd:
Vuoi fare il 90%? 80? Sta di fatto che percepiamo come "utile" una lingua di minoranza, una delle 5000 e rotti attualmente parlate nel mondo... e guarda caso i paesi in cui si parla tale lingua sono quelli cui siamo più o meno palesemente assoggettati culturalmente ed economicamente. L'Esperanto che tanto hai deriso voleva evitare proprio tutto ciò, guarda un po'...
Hai sparato un numero a cazzo.
Hai inventato una storiella per farti figo: "l'inglese lo parla il 5% della popolazione".
Vuoi pure che continui a parlare con te mentre mi propini altre balle sull'argomento ?
NetEagle83
21-08-2009, 02:19
Hai sparato un numero a cazzo.
Hai inventato una storiella per farti figo: "l'inglese lo parla il 5% della popolazione".
Vuoi pure che continui a parlare con te mentre mi propini altre balle sull'argomento ?
Balle? Sentiamo, quanti sarebbero a questo mondo ad avere l'inglese come lingua madre? Il 90%?
Sull'argomento mi sa che sei tu a saperne pochino...
ConteZero
21-08-2009, 02:26
Balle? Sentiamo, quanti sarebbero a questo mondo ad avere l'inglese come lingua madre? Il 90%?
Sull'argomento mi sa che sei tu a saperne pochino...
Sentiamo che ?
Comincia a sommare Inghilterra, USA, Australia, India (è seconda lingua ufficiale) e Canada (è lingua ufficiale al pari del francese), vedi se superi il 5% :asd: ballonaro :asd:
cdimauro
21-08-2009, 07:29
Da informatico preferisco il Lojban (http://it.wikipedia.org/wiki/Lojban) (meglio la pagina in lingua inglese) come lingua universale, che ha diverse proprietà interessanti.
Matrix non ha detto che è ignorante (*) chi conosce solo il dialetto e fa fatica ad esprimersi in italiano, ha detto che la conoscenza del dialetto è segno di ignoranza... è ben diverso.
Non sto difendendo la gelmini (lungi da me!) nè sto dicendo che il dialetto a scuola sia giusto (anche perchè quale dialetto insegni, per esempio da me? il brianzolo, che cambia ad ogni paese?) o che siano giusti i giornali scritti in dialetto. Penso solo che il dialetto sia un bellissimo pezzo di cultura popolare, piaccia o no, e che vada preservato con cura non scoraggiandone l'utilizzo in genere.
Personalmente sono fiero di conoscere il dialetto della mia zona e mi dispiace di non conoscerlo meglio... sarò ignorante, pazienza :stordita:
(*) nel senso di non sapere le cose, perchè a buon senso e sale in zucca mia nonna dava la paga a tutti noi, anche se non sapeva pronunciare la "Y" e si meravigliava, non avendola mai vista, di quanto fosse grande l'urss quando gliela facevo vedere sul mappamondo retroilluminato. Era ignorante? Sì, certo. Era disacculturata? Tutto l'opposto.
Io conosco perfettamente il dialetto del posto dove sono nata (salento), e quando parlo con la mia famiglia o persone del mio stesso posto (tipo la mia coinquilina) spesso si parla in dialetto, soprattutto perchè le battute sono molto più divertenti e non possono essere "tradotte" in italiano.
Sono però convinta che non abbia senso insegnare il dialetto nelle scuole, già c'è troppa ignoranza...troppe persone già così non sanno esprimersi in italiano, ariveremo al punto in cui non riusciremo a capirci neanche tra di noi italiani, perchè ognuno parlerà il dialetto del proprio luogo d'origine.
I dialetti sono un pezzo di cultura popolare, ovvio, per quanto mi riguarda tutta la cultura popolare salentina è esclusivamente in dialetto, ma da qui ad insegnarlo nelle scuole ce ne passa :D
blamecanada
21-08-2009, 07:52
Spagnolo. Più diffuso.
Sí, ma la letteratura spagnola (a parte qualche valido e di sinistra autore sudamericano) sarebbe?
Inoltre il tedesco è la lingua della filosofia (e sono convinto che la lingua influenzi anche la propensione a riflettere).
Quella tedesca è una cultura superiore :O.
Se tutti imparano una lingua non è necessario sia diffusa, lo diventerà quando tutti la imparano.
Se si deve considerare la diffusione non c'è alcun motivo per non optare per l'inglese.
ConteZero
21-08-2009, 08:01
Sí, ma la letteratura spagnola (a parte qualche valido e di sinistra autore sudamericano) sarebbe?
Inoltre il tedesco è la lingua della filosofia (e sono convinto che la lingua influenzi anche la propensione a riflettere).
Quella tedesca è una cultura superiore :O.
Se tutti imparano una lingua non è necessario sia diffusa, lo diventerà quando tutti la imparano.
Se si deve considerare la diffusione non c'è alcun motivo per non optare per l'inglese.
C'è molto poco, ma c'è (non ti rispondo esaustivamente perché dovrei svegliare G., è lei che è laureata in letteratura spagnola ed insegna spagnolo).
Per il resto...
1. Infatti si parla di una SECONDA lingua da affiancare all'inglese.
2. Per quel che riguarda l'ambito lavorativo lo spagnolo è un ottimo complemento, perché "copre" il sudamerica.
3. Il tedesco dal punto di vista economico è inutile, bisognerebbe considerare l'argomento alla luce della direzione (studi) che si vuole intraprendere.
4. Una amica ha dovuto imparare il tedesco per poter dare l'esame con Vattimo.
cdimauro
21-08-2009, 08:43
Sí, ma la letteratura spagnola (a parte qualche valido e di sinistra autore sudamericano) sarebbe?
http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Chisciotte_della_Mancia :cool:
Inoltre il tedesco è la lingua della filosofia (e sono convinto che la lingua influenzi anche la propensione a riflettere).
Quella tedesca è una cultura superiore :O.
Se tutti imparano una lingua non è necessario sia diffusa, lo diventerà quando tutti la imparano.
Semplificassero la lingua, come avevano intenzione di fare, ne avrebbe aiutato molto la diffusione.
Se si deve considerare la diffusione non c'è alcun motivo per non optare per l'inglese.
Che personalmente non apprezzo. Preferisco una lingua più ricca e meno ambigua, come l'italiano.
NetEagle83
21-08-2009, 11:40
Sentiamo che ?
Comincia a sommare Inghilterra, USA, Australia, India (è seconda lingua ufficiale) e Canada (è lingua ufficiale al pari del francese), vedi se superi il 5% :asd: ballonaro :asd:
Buongiorno. Ballonaro un corno... :asd:
Tò, dai un'occhiata qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_di_lingue_parlate_nel_mondo
In questo mondo l'inglese lo parlano 341 milioni di persone. Ora, sai contare vero? Somma tutti gli altri (e bada bene, lì si parla solo di "lingue madri", non hanno considerato nemmeno tutte le lingue naturali) e tira fuori una percentuale...
Ps. Peccato che l'altro thread l'hanno chiuso... volevo divertirmi a vedere come ti arrampicavi dopo gli ultimi sviluppi... :asd:
blamecanada
21-08-2009, 12:21
C'è molto poco, ma c'è (non ti rispondo esaustivamente perché dovrei svegliare G., è lei che è laureata in letteratura spagnola ed insegna spagnolo).
Per il resto...
Che qualcosa ci sia non lo metto in dubbio, ma la letteratura tedesca è su un altro livello.
1. Infatti si parla di una SECONDA lingua da affiancare all'inglese.
Aspetta e spera che la popolazione italiana impari una seconda lingua straniera. Comunque se si facesse io lascerei la libera scelta, perché comunque ciascuno ha necessità differenti.
2. Per quel che riguarda l'ambito lavorativo lo spagnolo è un ottimo complemento, perché "copre" il sudamerica.
3. Il tedesco dal punto di vista economico è inutile, bisognerebbe considerare l'argomento alla luce della direzione (studi) che si vuole intraprendere.
Beh, il tedesco è la lingua parlata da un terzo dell'Unione Europea... Non è cosí inutile neanche economicamente.
4. Una amica ha dovuto imparare il tedesco per poter dare l'esame con Vattimo.
C'è poco da fare la filosofia contemporanea (Ottocento e Novecento) è soprattutto tedesca.
Poi ci sono gli analitici, prevalentemente in lingua inglese, ma secondo me hanno un approccio troppo modellato sulle scienze naturali, valido, ma limitato...
http://it.wikipedia.org/wiki/Don_Chisciotte_della_Mancia :cool:
Semplificassero la lingua, come avevano intenzione di fare, ne avrebbe aiutato molto la diffusione.
Eh non saprei. Cosa intendi per “semplificare”.
Che personalmente non apprezzo. Preferisco una lingua più ricca e meno ambigua, come l'italiano.
Anche a me non piace molto l'inglese, anche se non è una lingua banale come pensavo, preferisco le lingue flessive.
Per questo mi piace molto il latino, ma è una lingua morta, e tra l'altro la letteratura latina neanche mi fa impazzire.
Secondo me dal punto di vista fonetico l'Italiano è la lingua piú bella in assoluto. Peccato che sia una lingua quasi piú morta del latino :asd:.
dave4mame
21-08-2009, 12:26
Peccato che sia una lingua quasi piú morta del latino :asd:.
con le coltellate che gli italiani le tirano quotidianamente, vorrei ben vedere...
blamecanada
21-08-2009, 12:40
con le coltellate che gli italiani le tirano quotidianamente, vorrei ben vedere...
È tutta colpa della televisione.
Se nei film facessero traduzioni decenti (mi capita spesso di accorgermi di calchi fatti dall'inglese, o di consecutiones tomporum sbagliate, modellate sull'inglese), sicuramente gl'italiani lo parlerebbero meglio.
Poi vabbè, ci sarebbe la lettura, ma non sono un utopista. Facendo una bella cernita di traduttori si migliorerebbe la situazione.
Tra l'altro a causa del fatto che gli studi televisivi sono a Roma l'Italiano sta subendo una certa influenza dal romanaccio.
Ad esempio il suffisso “-aro”, tipico di romanaccio, in contrapposizione all'italiano “-aio” viene utilizzato in alcuni neologismi (chebabbaro al posto di chebabbaio).
dave4mame
21-08-2009, 12:43
a dire il vero mi riferivo all'italiano scritto.
e se mi garantisci un salvacondotto di 5 minuti, ti linko un paio di esempi freschi freschi :)
Rainy nights
21-08-2009, 12:59
Buongiorno. Ballonaro un corno... :asd:
Tò, dai un'occhiata qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_di_lingue_parlate_nel_mondo
In questo mondo l'inglese lo parlano 341 milioni di persone. Ora, sai contare vero? Somma tutti gli altri (e bada bene, lì si parla solo di "lingue madri", non hanno considerato nemmeno tutte le lingue naturali) e tira fuori una percentuale...
Ps. Peccato che l'altro thread l'hanno chiuso... volevo divertirmi a vedere come ti arrampicavi dopo gli ultimi sviluppi... :asd:
Il principale problema che noto nella lingua inglese è la polisemia, per il resto è una lingua davvero semplice da imparare rispetto ad altre.
Faccio notare a contezero come in India solo il 2% della popolazione parli inglese comprensibile (la realtà istruita) tra l'altro; attenzione ad offendere come sempre gli altri dunque ;)
Non voglio difendere come al solito l'amico pinguino (potremmo fare un'alleanza di avatar :asd:), ma di norma non mi piacciono i modi bruschi quando non si hanno argomentazioni. :)
Riepiloghiamo:
English as a native language :350 milioni su 6.800.000.000
English as a second language (da prendere con le molle considerando gli indiani che non lo sanno parlare :asd:): altri 300 milioni
Lascio proprio a te l'onore di fare i conti percentuali ed eventualmente scusarti con NetEagle83 :D
cdimauro
21-08-2009, 13:00
Eh non saprei. Cosa intendi per “semplificare”.
Ridurre il numero di regole grammaticale e/o ortografiche.
Per la lingua tedesca se n'è parlato lo scorso decennio.
Anche a me non piace molto l'inglese, anche se non è una lingua banale come pensavo, preferisco le lingue flessive.
Per questo mi piace molto il latino, ma è una lingua morta, e tra l'altro la letteratura latina neanche mi fa impazzire.
Secondo me dal punto di vista fonetico l'Italiano è la lingua piú bella in assoluto.
Condivido.
NetEagle83
21-08-2009, 13:14
Lascio proprio a te l'onore di fare i conti percentuali ed eventualmente scusarti con NetEagle83 :D
Ma guarda, delle scuse non me ne può fregar di meno... figurati se me la prendo per 'ste cose. ;)
Il caro ConteZero dovrebbe solo capire che di norma non ho l'abitudine di inventarmi balle solo per rifilarle a lui o al forum... :asd:
Ps. Tra l'altro stavolta non c'è nessun "cugggino" di mezzo... piuttosto c'è il mio ex prof. di Linguistica dell'uni, che ci ha rotto le balle per un corso intero sulla diversità linguistica ecc. :D
dave4mame
21-08-2009, 13:40
giusto per rinfocolare la polemica...
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_inglese
sono un tantino di più.
ad ogni modo penso che, piacendo o no, l'inglese è senz'altro la lingua con cui in assoluto più facilmente è possibile capire a farsi capire.
Franx1508
21-08-2009, 13:46
la conoscenza del dialetto è segno di Ignoranza non di cultura
io proporrei di adottare come seconda lingua dello stato italiano L'inglese
quoto.
NetEagle83
21-08-2009, 13:48
giusto per rinfocolare la polemica...
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_inglese
sono un tantino di più.
ad ogni modo penso che, piacendo o no, l'inglese è senz'altro la lingua con cui in assoluto più facilmente è possibile capire a farsi capire.
?
Riporto dal tuo link:
Si calcola che i parlanti inglese come lingua madre (English as a native language, ENL) siano circa 350 milioni, i parlanti di English as a second language (ESL), cioè accanto alla lingua nazionale o nativa, circa 300 milioni
300 + 350 = 650 milioni di parlanti su quasi 7 MILIARDI di persone... se vuoi puoi togliere le società tribali che parlano idiomi a parte... quanto fa?
Comunque sì, l'inglese è la lingua tramite cui OGGI ci si comprende meglio. Solo che nessuno si chiede il perchè... o meglio, nessuno si chiede cosa questo comporti.
Edit: Ah, tanto per mettere carne al fuoco: lo sapete che i linguisti considerano TUTTI i dialetti come lingue vere e proprie?
dave4mame
21-08-2009, 13:56
?
Riporto dal tuo link:
300 + 350 = 650 milioni di parlanti su quasi 7 MILIARDI di persone... se vuoi puoi togliere le società tribali che parlano idiomi a parte... quanto fa?
Comunque sì, l'inglese è la lingua tramite cui OGGI ci si comprende meglio. Solo che nessuno si chiede il perchè... o meglio, nessuno si chiede cosa questo comporti.
Edit: Ah, e tanto per mettere carne al fuoco: lo sapete che i linguisti considerano TUTTI i dialetti come lingue vere e proprie?
mi riferivo al box in alto a sx, che riporta:
Parlato in: Gran Bretagna, USA, Canada, Australia ed altri 49 paesi
Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone: 541-1.400 milioni
Classifica: 4
Scrittura: {{{scrittura}}}
Tipologia: SVO isolante - tonica
Filogenesi: Lingue indoeuropee
Germaniche
Occidentali
Inglese
sul perchè... boh, posso immaginare che sia perchè negli ultimi 100 anni (ma anche meno...) i principali esportatori di "cultura" siano stati gli USA.
a me oggettivamente poco importa del perchè o del percome.
so che, se devo scegliere una lingua, di sicuro piglio l'inglese.
non fosse altro per il fatto che sono praticamente SICURO che riuscirò a leggere le istruzioni del lettore dvd :)
NetEagle83
21-08-2009, 14:05
sul perchè... boh, posso immaginare che sia perchè negli ultimi 100 anni (ma anche meno...) i principali esportatori di "cultura" siano stati gli USA.
a me oggettivamente poco importa del perchè o del percome.
so che, se devo scegliere una lingua, di sicuro piglio l'inglese.
non fosse altro per il fatto che sono praticamente SICURO che riuscirò a leggere le istruzioni del lettore dvd :)
Più che del perchè dovresti (dovremmo) preoccuparci delle conseguenze... una teoria interessante (che ho sentito sempre quand'ero all'uni) è questa: dato che una delle funzioni fondamentali della lingua è quella di "articolazione del pensiero", e dato che il "pensiero" - nelle sue varie declinazioni - è strettamente legato alla struttura culturale di riferimento, l'utilizzo continuo di una lingua che non è la propria lingua madre comporta una progressiva adesione psico-sociale alla struttura culturale della lingua in oggetto...
Tradotto: più si diffonde l'utilizzo dell'inglese in paesi con tradizione culturale completamente diversa da quella dei paesi anglosassoni, più tali paesi aderiranno progressivamente alla cultura anglosassone... teoria interessante, vero?
ConteZero
21-08-2009, 14:27
Gli inglesi hanno colonizzato mezzo mondo, ed imposto protettorati o rapporti diplomatici in quel che resta... non è neanche questione d'esportare la democrazia, è che nei secoli hanno proprio mandato la loro gente e la loro lingua in giro per il mondo.
Rainy nights
21-08-2009, 14:29
ad ogni modo penso che, piacendo o no, l'inglese è senz'altro la lingua con cui in assoluto più facilmente è possibile capire a farsi capire.
quoto.
Perfettamente d'accordo. :)
dave4mame
21-08-2009, 14:55
penso sia una teoria condivisibile.
di fatto evidenzia l'inevitabile trade off tra i vantaggi di una "lingua franca" e il depauperamento culturale.
però, a prescidere dal fatto che è inevitabile, nulla obbliga a rimpiazzare in toto la propria lingua con l'inglese.
il latino ha fatto da lingue franca per secoli
NetEagle83
21-08-2009, 15:07
penso sia una teoria condivisibile.
di fatto evidenzia l'inevitabile trade off tra i vantaggi di una "lingua franca" e il depauperamento culturale.
però, a prescidere dal fatto che è inevitabile, nulla obbliga a rimpiazzare in toto la propria lingua con l'inglese.
il latino ha fatto da lingue franca per secoli
Ma è appunto questo il nocciolo della questione... è solo ed esclusivamente per ragioni economico-politiche che l'inglese si sta diffondendo in maniera così capillare... e la conseguenza è che pian piano le "strutture culturali" si stanno uniformando a quelle dei paesi anglosassoni. Di riflesso, a lungo andare si perderà il patrimonio culturale proprio di ogni paese, etnia ecc.
Se ti fermi a riflettere su come parlano da noi le nuove generazioni ad esempio, noterai che usano molti meno termini rispetto ai loro genitori... prediligono frasi più corte, tendono ad usare lessemi polisemici (caratteristica principe della lingua inglese), fanno sempre più uso di acronimi ecc.
Tra l'altro non è nemmeno "colpa" dell'inglese in sè come lingua eh... se al suo posto ci fosse, che so, l'arabo, il fenomeno sarebbe il medesimo. Succede con tutte le lingue naturali... per questo prima parlavo dell'Esperanto, perchè in quanto lingua artificiale, creata come sincretismo di lingue naturali, era l'unico modo per avere un linguaggio comune che non avesse come controindicazione la coercizione culturale. :)
ConteZero
21-08-2009, 15:21
Ma è appunto questo il nocciolo della questione... è solo ed esclusivamente per ragioni economico-politiche che l'inglese si sta diffondendo in maniera così capillare... e la conseguenza è che pian piano le "strutture culturali" si stanno uniformando a quelle dei paesi anglosassoni. Di riflesso, a lungo andare si perderà il patrimonio culturale proprio di ogni paese, etnia ecc.
Se ti fermi a riflettere su come parlano da noi le nuove generazioni ad esempio, noterai che usano molti meno termini rispetto ai loro genitori... prediligono frasi più corte, tendono ad usare lessemi polisemici (caratteristica principe della lingua inglese), fanno sempre più uso di acronimi ecc.
Tra l'altro non è nemmeno "colpa" dell'inglese in sè come lingua eh... se al suo posto ci fosse, che so, l'arabo, il fenomeno sarebbe il medesimo. Succede con tutte le lingue naturali... per questo prima parlavo dell'Esperanto, perchè in quanto lingua artificiale, creata come sincretismo di lingue naturali, era l'unico modo per avere un linguaggio comune che non avesse come controindicazione la coercizione culturale. :)
...pietra...
In India l'Inglese si parla da BEN PRIMA che venissero gli americani con la loro egemonia culturale. Idem per l'Australia.
Sono ex colonie, popoli che nella buona (perché cittadini britannici emigrati) o nella cattiva (deportati o popoli a cui la lingua inglese è stata imposta) sorte hanno fatto dell'inglese la loro lingua nazionale (magari al pari della loro lingua nativa).
In tutto questo le considerazioni geopolitiche "moderne" (dalla WWII in poi) c'entrano ben poco.
Per il resto mi piace questo fare il confronto rispetto al passato ispirandosi alla colta borghesia cittadina... nelle campagne e nei posti sperduti in genere s'è sempre parlato il dialetto e sempre lo si parlerà, esattamente come nelle famiglie (e negli ambienti) in cui s'è sempre parlato un italiano più aulico si continuerà a parlarlo.
Il resto sembra, onestamente, il solito "ai miei tempi" da ottantenne...
...e poi l'italiano è (vivaddio) una lingua viva, per cui è normale che continui ad evolversi e subire i condizionamenti delle altre lingue.
NetEagle83
21-08-2009, 15:30
...pietra...
In India l'Inglese si parla da BEN PRIMA che venissero gli americani con la loro egemonia culturale. Idem per l'Australia.
Sono ex colonie, popoli che nella buona (perché cittadini britannici emigrati) o nella cattiva (deportati o popoli a cui la lingua inglese è stata imposta) sorte hanno fatto dell'inglese la loro lingua nazionale (magari al pari della loro lingua nativa).
In tutto questo le considerazioni geopolitiche "moderne" (dalla WWII in poi) c'entrano ben poco.
Ehm, scusa ma il colonialismo secondo te non rientra tra le ragioni economico-politiche? :mbe:
La contestualizzazione post-WWII l'hai tirata fuori tu... io non ho detto nulla del genere... e comunque, invece di pensare all'Australia, guarda l'Europa... e dimmi se non vedi anche tu una brusca sterzata verso la cultura anglosassone, specie negli ultimi decenni...
Per il resto mi piace questo fare il confronto rispetto al passato ispirandosi alla colta borghesia cittadina... nelle campagne e nei posti sperduti in genere s'è sempre parlato il dialetto e sempre lo si parlerà, esattamente come nelle famiglie (e negli ambienti) in cui s'è sempre parlato un italiano più aulico si continuerà a parlarlo.
Il resto sembra, onestamente, il solito "ai miei tempi" da ottantenne...
...e poi l'italiano è (vivaddio) una lingua viva, per cui è normale che continui ad evolversi e subire i condizionamenti delle altre lingue.
I condizionamenti delle altre lingue vanno bene se non ce n'è una predominante... per capirci, se la nostra lingua fosse influenzata da TUTTE le altre lingue naturali in EGUAL MISURA allora si tratterebbe di un arricchimento culturale (auspicabile peraltro). Ma sei abbastanza intelligente da notare che evidentemente la realtà attuale è un tantino diversa...
Edit: che poi anche sulla "evoluzione" di una lingua ci sarebbero mooolte cosette da dire... a partire dal precisare di quale "tipo" di evoluzione si parla: sincronica, diacronica, esogena o endogena ecc.
ConteZero
21-08-2009, 15:41
Ehm, scusa ma il colonialismo secondo te non rientra tra le ragioni economico-politiche? :mbe:
La contestualizzazione post-WWII l'hai tirata fuori tu... io non ho detto nulla del genere... e comunque, invece di pensare all'Australia, guarda l'Europa... e dimmi se non vedi anche tu una brusca sterzata verso la cultura anglosassone, specie negli ultimi decenni...
Cosa c'entra la ragione economico-politica con il colonialismo del XVIII secolo ?
Al massimo ragione "storica"... il colonialismo (ed anche buona parte delle colonie e dei protettorati) è storia chiusa da un pezzo.
I condizionamenti delle altre lingue vanno bene se non ce n'è una predominante... per capirci, se la nostra lingua fosse influenzata da TUTTE le altre lingue naturali in EGUAL MISURA allora si tratterebbe di un arricchimento culturale (auspicabile peraltro). Ma sei abbastanza intelligente da notare che evidentemente la realtà attuale è un tantino diversa...
Cos'è, vuoi imporre la par condicio sulle ibridazioni ? :asd:
dave4mame
21-08-2009, 15:45
Ma è appunto questo il nocciolo della questione... è solo ed esclusivamente per ragioni economico-politiche che l'inglese si sta diffondendo in maniera così capillare... e la conseguenza è che pian piano le "strutture culturali" si stanno uniformando a quelle dei paesi anglosassoni. Di riflesso, a lungo andare si perderà il patrimonio culturale proprio di ogni paese, etnia ecc.
Se ti fermi a riflettere su come parlano da noi le nuove generazioni ad esempio, noterai che usano molti meno termini rispetto ai loro genitori... prediligono frasi più corte, tendono ad usare lessemi polisemici (caratteristica principe della lingua inglese), fanno sempre più uso di acronimi ecc.
Tra l'altro non è nemmeno "colpa" dell'inglese in sè come lingua eh... se al suo posto ci fosse, che so, l'arabo, il fenomeno sarebbe il medesimo. Succede con tutte le lingue naturali... per questo prima parlavo dell'Esperanto, perchè in quanto lingua artificiale, creata come sincretismo di lingue naturali, era l'unico modo per avere un linguaggio comune che non avesse come controindicazione la coercizione culturale. :)
uhm... sono in imbarazzo nel risponderti, anche perchè sono palesemente meno preparato di te sull'argomento.
non so dirti se la - diciamo così - "contrazione" dell'italiano sia nata sulla falsa riga dell'inglese.
io ho l'impressione che almeno in parte sia dovuto ad altre cause.
fin troppo facile additare le tastiere e il limite dei 160 caratteri.
io ho l'impressione che sia in gran parte dovuto a un calo generale e generalizzato del livello culturale.
non mi stupirei se uno dei tanti inutili studi dimostrasse come il numero di vocaboli usati da un maturando sia decisamente calato nel corso degli ultimi 50 anni.
NetEagle83
21-08-2009, 15:47
Cosa c'entra la ragione economico-politica con il colonialismo del XVIII secolo ?
Al massimo ragione "storica"... il colonialismo (ed anche buona parte delle colonie e dei protettorati) è storia chiusa da un pezzo.
Ma perchè scusa, se una cosa è "storica" non può essere anche economica o politica? :asd:
Riformulo: Storicamente, ragioni economico-politiche hanno portato ad una diffusione capillare della lingua inglese. Contento? :D
Poi che il colonialismo sia "storia chiusa" è un'affermazione alquanto discutibile...
Cos'è, vuoi imporre la par condicio sulle ibridazioni ? :asd:
Ma no, io non voglio imporre nulla... semplicemente osservo, e descrivo ciò che vedo. :) Poi se ciò che vedo non mi piace non è colpa mia! :D
ConteZero
21-08-2009, 15:48
uhm... sono in imbarazzo nel risponderti, anche perchè sono palesemente meno preparato di te sull'argomento.
non so dirti se la - diciamo così - "contrazione" dell'italiano sia nata sulla falsa riga dell'inglese.
io ho l'impressione che almeno in parte sia dovuto ad altre cause.
fin troppo facile additare le tastiere e il limite dei 160 caratteri.
io ho l'impressione che sia in gran parte dovuto a un calo generale e generalizzato del livello culturale.
non mi stupirei se uno dei tanti inutili studi dimostrasse come il numero di vocaboli usati da un maturando sia decisamente calato nel corso degli ultimi 50 anni.
Calo culturale ? WTF ?
Negli anni '50 nelle campagne era già tanto se riuscivi a farti capire a gesti, la gente conosceva solo il dialetto del posto.
Oggi, grazie alla TV, se non altro se parli in italiano le persone ti capiscono (più o meno).
Ovvio che c'è chi si duole perché non si usa più "codesto", ma vorrei far notare che non è che nel passato fossero tutti fini linguisti... anzi.
ConteZero
21-08-2009, 15:50
Ma perchè scusa, se una cosa è "storica" non può essere anche economica o politica? :asd:
Riformulo: Storicamente, ragioni economico-politiche hanno portato ad una diffusione capillare della lingua inglese. Contento? :D
Poi che il colonialismo sia "storia chiusa" è un'affermazione alquanto discutibile...
Ecco, ora hai detto qualcosa che ha un minimo di senso.
Quanto al colonialismo le colonie inglesi oramai lo sono solo "pro forma" e non mi pare che esistano molte colonie di questo o quel paese per il mondo.
Ma no, io non voglio imporre nulla... semplicemente osservo, e descrivo ciò che vedo. :) Poi se ciò che vedo non mi piace non è colpa mia! :D
La globalizzazione implica il meticciato, anche culturale, dei popoli.
E'privo di senso questo vedere le contaminazioni come fra "vincenti" e "perdenti"... un giorno (molto lontano) saremo un mix perfetto di tutte le razze del mondo ed avremo tutti un unica lingua da parlare.
NetEagle83
21-08-2009, 15:50
uhm... sono in imbarazzo nel risponderti, anche perchè sono palesemente meno preparato di te sull'argomento.
non so dirti se la - diciamo così - "contrazione" dell'italiano sia nata sulla falsa riga dell'inglese.
io ho l'impressione che almeno in parte sia dovuto ad altre cause.
fin troppo facile additare le tastiere e il limite dei 160 caratteri.
io ho l'impressione che sia in gran parte dovuto a un calo generale e generalizzato del livello culturale.
non mi stupirei se uno dei tanti inutili studi dimostrasse come il numero di vocaboli usati da un maturando sia decisamente calato nel corso degli ultimi 50 anni.
No vabbè, quelle cose sono farina del sacco di linguisti di professione, che studiano da una vita questi fenomeni... io ho sulle spalle (e sulle balle anche a dire il vero... :D) un misero corso di Glottologia e Linguistica all'uni. :)
L'impoverimento culturale è un'altra cosa però... cioè, esiste, è documentato ed è anche abbastanza preoccupante... ma se circoscriviamo la cosa ad un ambito puramente "linguistico" salta fuori che anche le cosiddette "persone colte" hanno mutato significativamente il proprio modo di esprimersi... e molte di queste mutazioni, guardacaso, sono mutuate dal modo di esprimersi anglosassone. :)
NetEagle83
21-08-2009, 15:56
Calo culturale ? WTF ?
Negli anni '50 nelle campagne era già tanto se riuscivi a farti capire a gesti, la gente conosceva solo il dialetto del posto.
Oggi, grazie alla TV, se non altro se parli in italiano le persone ti capiscono (più o meno).
Ovvio che c'è chi si duole perché non si usa più "codesto", ma vorrei far notare che non è che nel passato fossero tutti fini linguisti... anzi.
Ecco, una cosa giusta ogni tanto la dici anche tu. :D
La tanto demonizzata (spesso a ragione) TV ha contribuito in maniera FONDAMENTALE alla diffusione della lingua italiana (peccato che il primo "ambasciatore" della lingua italica ufficiale fosse Mike Bongiorno, ma vabbè... :asd:). Ma non "oggi"... questo accadeva appunto negli anni '50. Oggi la TV, così come molti altri mezzi di comunicazione di massa, veicola cose completamente diverse... la maggior parte delle quali mutuate (manco a dirlo) dai paesi anglosassoni...
Ecco, ora hai detto qualcosa che ha un minimo di senso.
Quanto al colonialismo le colonie inglesi oramai lo sono solo "pro forma" e non mi pare che esistano molte colonie di questo o quel paese per il mondo.
Guarda, finiremmo ancora più OT che adesso! :D Però ti butto lì il mio pensiero in maniera molto stringata: è cambiata la "modalità", ma il colonialismo e sempre lì, vivo e vegeto...
La globalizzazione implica il meticciato, anche culturale, dei popoli.
Ma infatti io non sono per nulla contrario alla globalizzazione. Ciò su cui molti non riflettono è che tale fenomeno è possibile (anzi "sarebbe" possibile... usiamo il condizionale và...) anche nel rispetto della diversità di tradizioni culturali...
Edit: E'privo di senso questo vedere le contaminazioni come fra "vincenti" e "perdenti"... un giorno (molto lontano) saremo un mix perfetto di tutte le razze del mondo ed avremo tutti un unica lingua da parlare.
Si... un'unica lingua... l'inglese però! Con tutto ciò che questo comporta.. ovvero in primis l'appiattimento culturale a senso unico verso il mondo anglosassone!
Questa non è globalizzazione... è colonialismo culturale bello e buono...
dave4mame
21-08-2009, 16:00
No vabbè, quelle cose sono farina del sacco di linguisti di professione, che studiano da una vita questi fenomeni... io ho sulle spalle (e sulle balle anche a dire il vero... :D) un misero corso di Glottologia e Linguistica all'uni. :)
L'impoverimento culturale è un'altra cosa però... cioè, esiste, è documentato ed è anche abbastanza preoccupante... ma se circoscriviamo la cosa ad un ambito puramente "linguistico" salta fuori che anche le cosiddette "persone colte" hanno mutato significativamente il proprio modo di esprimersi... e molte di queste mutazioni, guardacaso, sono mutuate dal modo di esprimersi anglosassone. :)
ma magari!
vorrebbe dire che comincerei a scrivere in modo sintetico e conciso.
ah, no. si parlava di persone colte :(
NetEagle83
21-08-2009, 16:03
ma magari!
vorrebbe dire che comincerei a scrivere in modo sintetico e conciso.
ah, no. si parlava di persone colte :(
Ma dai... non mitizzare troppo queste fantomatiche "persone colte"... conoscendone qualcuna da vicino potresti avere delle curiose sorprese. ;)
Comunque il dono della sintesi non è prerogativa esclusiva degli anglosassoni eh... si può essere sintetici ed al contempo esaustivi esprimendosi in qualsiasi lingua, senza rinunciare alla propria identità culturale. :)
ConteZero
21-08-2009, 16:09
Ecco, una cosa giusta ogni tanto la dici anche tu. :D
La tanto demonizzata (spesso a ragione) TV ha contribuito in maniera FONDAMENTALE alla diffusione della lingua italiana (peccato che il primo "ambasciatore" della lingua italica ufficiale fosse Mike Bongiorno, ma vabbè... :asd:). Ma non "oggi"... questo accadeva appunto negli anni '50. Oggi la TV, così come molti altri mezzi di comunicazione di massa, veicola cose completamente diverse... la maggior parte delle quali mutuate (manco a dirlo) dai paesi anglosassoni...
Perché siamo cotolette noi.
Altrove fanno anche programmazione locale e non si limitano ai format.
Inoltre altrove il fattore educativo della TV è oramai superato dall'istruzione scolastica ed ha un potere molto ridotto rispetto all'Italia, è qui che "sotto la TV niente".
Peraltro quel simpatico panteganone di B.ha fatto la battutaccia sulla chiesetta in legno... beh, pur con poche cose da far vedere all'estero ci tengono a valorizzare ed a conservare il loro patrimonio artistico (ed il loro retaggio culturale), qui invece facciamo a gara a chi è più insulso (gavettoni di champagne inclusi).
Guarda, finiremmo ancora più OT che adesso! :D Però ti butto lì il mio pensiero in maniera molto stringata: è cambiata la "modalità", ma il colonialismo e sempre lì, vivo e vegeto...
Non quello linguistico né tanto meno quello culturale.
Al massimo quello economico.
Ma infatti io non sono per nulla contrario alla globalizzazione. Ciò su cui molti non riflettono è che tale fenomeno è possibile (anzi "sarebbe" possibile... usiamo il condizionale và...) anche nel rispetto della diversità di tradizioni culturali...
Infondo c'è anche chi crede a Babbo Natale.
Peraltro gli USA hanno ben poco da impegnarci, è che gli italiani sono esterofili.
Edit:
Si... un'unica lingua... l'inglese però! Con tutto ciò che questo comporta.. ovvero in primis l'appiattimento culturale a senso unico verso il mondo anglosassone!
Questa non è globalizzazione... è colonialismo culturale bello e buono...
Una lingua non è un appiattimento culturale, e comunque l'inglese deve ancora vedersela con lo spagnolo, il cinese ed il francese.
Quello che uscirà fuori sarà un MIX, non certo "la più forte" di queste lingue.
NetEagle83
21-08-2009, 16:17
Perché siamo cotolette noi.
Altrove fanno anche programmazione locale e non si limitano ai format.
Inoltre altrove il fattore educativo della TV è oramai superato dall'istruzione scolastica ed ha un potere molto ridotto rispetto all'Italia, è qui che "sotto la TV niente".
Peraltro quel simpatico panteganone di B.ha fatto la battutaccia sulla chiesetta in legno... beh, pur con poche cose da far vedere all'estero ci tengono a valorizzare ed a conservare il loro patrimonio artistico (ed il loro retaggio culturale), qui invece facciamo a gara a chi è più insulso (gavettoni di champagne inclusi).
Qui non posso darti torto...
Non quello linguistico né tanto meno quello culturale.
Al massimo quello economico.
Dici? Io invece vedo il colonialismo economico usato come "cavallo di Troia", per così dire, di quello culturale, ancora più pericoloso... perchè dal primo in qualche modo ci si può anche emancipare, dal secondo è di gran lunga più difficile...
Infondo c'è anche chi crede a Babbo Natale.
Peraltro gli USA hanno ben poco da impegnarci, è che gli italiani sono esterofili.
Non è che sono gli italiani ad essere "esterofili", è che nella società della comunicazione è più facile sbirciare nel giardino degli altri... ed facile anche che gli altri tentino di impiantare le loro piante nel "nostro" giardino...
Una lingua non è un appiattimento culturale, e comunque l'inglese deve ancora vedersela con lo spagnolo, il cinese ed il francese.
Quello che uscirà fuori sarà un MIX, non certo "la più forte" di queste lingue.
Ma dai... prova a cercare, ad esempio, delle pubblicazioni scientifiche in francese o in cinese e dimmi se ne trovi altrettante che in inglese...
Comunque l'appiattimento culturale non è dato dalla lingua in sè, ma dal suo utilizzo "fuori dal contesto culturale originario". Prendi una tribù africana, fagli parlare inglese per 50 anni e vedrai che muteranno anche i loro modi di pensare, di rapportarsi con la realtà circostante ecc.
ConteZero
21-08-2009, 16:32
Dici? Io invece vedo il colonialismo economico usato come "cavallo di Troia", per così dire, di quello culturale, ancora più pericoloso... perchè dal primo in qualche modo ci si può anche emancipare, dal secondo è di gran lunga più difficile...
E'passato il tempo in cui la gente andava in brodo di giuggiole a vedere "l'america".
Basta guardare come vanno male i fast food per rendersi conto che della cultura USA al massimo s'è preso il consumismo (che è comunque "capitalista", non certo "americano").
Non è che sono gli italiani ad essere "esterofili", è che nella società della comunicazione è più facile sbirciare nel giardino degli altri... ed facile anche che gli altri tentino di impiantare le loro piante nel "nostro" giardino...
Gli italiani sono un popolo che ha disgusto delle proprie tradizioni (proprie = di ogni altra parte d'Italia tranne che della loro città).
Ma dai... prova a cercare, ad esempio, delle pubblicazioni scientifiche in francese o in cinese e dimmi se ne trovi altrettante che in inglese...
E per fortuna che almeno in ambito scientifico esiste una lingua comune.
Comunque l'appiattimento culturale non è dato dalla lingua in sè, ma dal suo utilizzo "fuori dal contesto culturale originario". Prendi una tribù africana, fagli parlare inglese per 50 anni e vedrai che muteranno anche i loro modi di pensare, di rapportarsi con la realtà circostante ecc.
Il problema della tribù africana non è certo che gli fai parlare inglese, il problema è che gli porti le jeep, gli porti gli alcolici e via dicendo.
Gli indiani d'America di sicuro non si sono estinti (o quasi) a causa della lingua inglese, quanto piuttosto per le pallottole e l'alcol.
NetEagle83
21-08-2009, 16:45
E'passato il tempo in cui la gente andava in brodo di giuggiole a vedere "l'america".
Basta guardare come vanno male i fast food per rendersi conto che della cultura USA al massimo s'è preso il consumismo (che è comunque "capitalista", non certo "americano").
I Fast Food vanno male?? Ma allora secondo te cosa sono nate a fare fondazioni tipo "Slow Food" (ideata da un italiano peraltro, ma divenuta in poco tempo internazionale...)?
Comunque il guaio è che abbiamo interiorizzato alcuni aspetti della "american way of life" a tal punto da non renderci più conto che storicamente sono a noi estranei... il consumismo è solo un esempio (e comunque il capitalismo c'entra solo in parte con i fenomeni consumistici).
Gli italiani sono un popolo che ha disgusto delle proprie tradizioni (proprie = di ogni altra parte d'Italia tranne che della loro città).
Questo non è vero... non confondere la mala gestione del patrimonio artistico/culturale con il patrimonio stesso. C'è più gente di quella che credi che si batte per la promozione e la valorizzazione della nostra ("nostra", ovvero del nostro paese in toto) storia, della nostra cultura ecc. Putroppo lì ci sarebbe da spostare la discussione su altri temi...
E per fortuna che almeno in ambito scientifico esiste una lingua comune.
Ma infatti quello che non vuoi capire è che il problema non è l'avere una lingua comune, il problema sorge se si tratta di una lingua naturale infiltrata coercitivamente in sistemi culturali molto lontani da essa... ti devo ripetere la storia dell'Esperanto? QUELLA poteva essere una lingua universale senza controindicazioni...
Il problema della tribù africana non è certo che gli fai parlare inglese, il problema è che gli porti le jeep, gli porti gli alcolici e via dicendo.
Gli indiani d'America di sicuro non si sono estinti (o quasi) a causa della lingua inglese, quanto piuttosto per le pallottole e l'alcol.
Ma cos'hai capito? :doh:
Era solo un esempio della correlazione tra lingua, pensiero e, di conseguenza, norme culturali...
Gli indiani d'America lasciali perdere, che ci sono miriadi di studi antropologici che dimostrano che sono stati gli americani (i coloni) ad aver assorbito gran parte della cultura indiana, non il contrario...
ConteZero
21-08-2009, 16:55
I Fast Food vanno male?? Ma allora secondo te cosa sono nate a fare fondazioni tipo "Slow Food" (ideata da un italiano peraltro, ma divenuta in poco tempo internazionale...)?
Comunque il guaio è che abbiamo interiorizzato alcuni aspetti della "american way of life" a tal punto da non renderci più conto che storicamente sono a noi estranei... il consumismo è solo un esempio (e comunque il capitalismo c'entra solo in parte con i fenomeni consumistici).
"Slow food" e compagnia bella sono tante belle cosine fatte per rilanciare il mai morto "made in Italy" in Italy stessa :asd:
Ed il consumismo non è certo un tratto "americano".
Questo non è vero... non confondere la mala gestione del patrimonio artistico/culturale con il patrimonio stesso. C'è più gente di quella che credi che si batte per la promozione e la valorizzazione della nostra ("nostra", ovvero del nostro paese in toto) storia, della nostra cultura ecc. Putroppo lì ci sarebbe da spostare la discussione su altri temi...
Si sbatte o si sversa, perché in questi giorni ne hanno beccati un paio che sversavano nel patrimonio nazionale.
E possiamo parlare di come stanno distruggendo le coste sarde e della cementificazione selvaggia...
...non esiste la mentalità giusta per valorizzare il nostro patrimonio artistico.
Ma infatti quello che non vuoi capire è che il problema non è l'avere una lingua comune, il problema sorge se si tratta di una lingua naturale infiltrata coercitivamente in sistemi culturali molto lontani da essa... ti devo ripetere la storia dell'Esperanto? QUELLA poteva essere una lingua universale senza controindicazioni...
Considerando che le scienze hanno avuto per molti anni il loro punto centrale in USA è ovvio che si sia diffusa QUELLA lingua e che quella lingua ancora oggi continui ad essere quella ufficiale per le trattazioni scientifiche.
E'normale e non c'è da vederci dietro chissà quale gombloddo.
Ma cos'hai capito? :doh:
Era solo un esempio della correlazione tra lingua, pensiero e, di conseguenza, norme culturali...
Gli indiani d'America lasciali perdere, che ci sono miriadi di studi antropologici che dimostrano che sono stati gli americani (i coloni) ad aver assorbito gran parte della cultura indiana, non il contrario...
Alla fine tutto s'ibrida e si contamina, inutile mettersi lì a pensarci troppo.
NetEagle83
21-08-2009, 17:09
"Slow food" e compagnia bella sono tante belle cosine fatte per rilanciare il mai morto "made in Italy" in Italy stessa :asd:
Ed il consumismo non è certo un tratto "americano".
Non hai la minima idea di cosa sia Slow Food vero? Peccato... le manifestazioni sono un qualcosa di veramente bello... ad esempio c'è uno stand per ogni paese al mondo che presenta i propri piatti tipici, promuove le proprie tradizioni ecc. Informati, ne vale la pena. ;)
Il consumismo, ripeto, non è un tratto "solo" americano così come non è solo frutto del capitalismo. Lì entrano in ballo questioni sociologiche, antropologiche e soprattutto economiche molto più profonde e complesse...
Si sbatte o si sversa, perché in questi giorni ne hanno beccati un paio che sversavano nel patrimonio nazionale.
E possiamo parlare di come stanno distruggendo le coste sarde e della cementificazione selvaggia...
...non esiste la mentalità giusta per valorizzare il nostro patrimonio artistico.
E' troppo comodo e facile addossare la colpa alla "mentalità" senza scavare più a fondo... credi che gli italiani abbiano dimenticato - o peggio, disprezzino - la loro storia? Sbagliato. Semmai in molti sono disgustati da come ci se ne occupa...
Considerando che le scienze hanno avuto per molti anni il loro punto centrale in USA è ovvio che si sia diffusa QUELLA lingua e che quella lingua ancora oggi continui ad essere quella ufficiale per le trattazioni scientifiche.
E'normale e non c'è da vederci dietro chissà quale gombloddo.
Nessun complotto, hai ragione, gli USA sono stati il nodo centrale di sviluppo di molte scienze e discipline. Il problema è che così come una pubblicazione italiana oggi viene tradotta in inglese, la si potrebbe tradurre in una lingua franca che non appartenga a nessun ceppo culturale preciso, o meglio, che appartenga a "tutti" i ceppi culturali... quantomeno per un minimo di coerenza, visto che la Scienza fino a prova contraria non ha vincoli nazionalistici e/o etnici. Solo che questa lingua dev'essere per forza di cosa artificiale... è questo l'inghippo.
Alla fine tutto s'ibrida e si contamina, inutile mettersi lì a pensarci troppo.
E poi i sociologi e gli antropologi come campano? :D
ConteZero
21-08-2009, 19:38
Non hai la minima idea di cosa sia Slow Food vero? Peccato... le manifestazioni sono un qualcosa di veramente bello... ad esempio c'è uno stand per ogni paese al mondo che presenta i propri piatti tipici, promuove le proprie tradizioni ecc. Informati, ne vale la pena. ;)
Ma perché, ma tu veramente credi che la cucina locale avesse bisogno d'essere salvata in Italia ? http://www.youtube.com/watch?v=N8WuLcncbBM
Il consumismo, ripeto, non è un tratto "solo" americano così come non è solo frutto del capitalismo. Lì entrano in ballo questioni sociologiche, antropologiche e soprattutto economiche molto più profonde e complesse...
Il consumismo è "americano" solo perché per la prima volta s'è sviluppato lì, ma se le condizioni fossero state favorevoli altrove si sarebbe sviluppato altrove.
E' troppo comodo e facile addossare la colpa alla "mentalità" senza scavare più a fondo... credi che gli italiani abbiano dimenticato - o peggio, disprezzino - la loro storia? Sbagliato. Semmai in molti sono disgustati da come ci se ne occupa...
No, i modelli della nostra cultura (martellati nella nostra testa a forza di TV) sono Corona e Noemi... due persone che amano la loro storia e la loro cultura.
Nessun complotto, hai ragione, gli USA sono stati il nodo centrale di sviluppo di molte scienze e discipline. Il problema è che così come una pubblicazione italiana oggi viene tradotta in inglese, la si potrebbe tradurre in una lingua franca che non appartenga a nessun ceppo culturale preciso, o meglio, che appartenga a "tutti" i ceppi culturali... quantomeno per un minimo di coerenza, visto che la Scienza fino a prova contraria non ha vincoli nazionalistici e/o etnici. Solo che questa lingua dev'essere per forza di cosa artificiale... è questo l'inghippo.
L'inglese è una lingua abbastanza sintetica e priva di ambiguità da essere abbastanza facile da leggere anche per i non anglofoni.
Perché dovremmo metterci a tradurre tutto in esperanto (o altro) quando l'inglese svolge perfettamente il lavoro richiesto ed è abbastanza diffuso per il mondo da avere altre millemila applicazioni ?
Perché ce l'hai con gli ammmerigani ?
E poi i sociologi e gli antropologi come campano? :D
'zzi loro.
NetEagle83
21-08-2009, 19:59
Ma perché, ma tu veramente credi che la cucina locale avesse bisogno d'essere salvata in Italia ? http://www.youtube.com/watch?v=N8WuLcncbBM
Quale parte di "Slow food è una fondazione internazionale" non ti è chiara? Ma almeno ti sei disturbato ad andare sul sito? Se ci vai, cerca "Terra Madre"... è un evento cui vale davvero la pena di dare un'occhiata...
Il consumismo è "americano" solo perché per la prima volta s'è sviluppato lì, ma se le condizioni fossero state favorevoli altrove si sarebbe sviluppato altrove.
Più o meno è corretto... il problema è che le "condizioni favorevoli" sono abbastanza complicate ed eterogenee, infatti prima dicevo che ci sono una miriade di elementi che hanno contribuito a diffondere fenomeni consumistici di massa.
No, i modelli della nostra cultura (martellati nella nostra testa a forza di TV) sono Corona e Noemi... due persone che amano la loro storia e la loro cultura.
Si vabbè, è più o meno come parlare di divulgatori scientifici e prendere come esempio Pino la lavatrice... :asd: 'Azzo c'entrano adesso Corona ecc.? Hai idea di quanti giovani ci sono nelle nostre università che lavorano duramente (e soprattutto "silenziosamente"...) per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale?
L'inglese è una lingua abbastanza sintetica e priva di ambiguità da essere abbastanza facile da leggere anche per i non anglofoni.
Perché dovremmo metterci a tradurre tutto in esperanto (o altro) quando l'inglese svolge perfettamente il lavoro richiesto ed è abbastanza diffuso per il mondo da avere altre millemila applicazioni ?
Perché ce l'hai con gli ammmerigani ?
L'inglese privo di ambiguità?!?!?!? Ma lol, l'hai studiato a scuola vero? L'inglese è PIENO ZEPPO di termini con DECINE di significati diversi (tecnicamente si chiama "polisemia")...
Ma comunque non è questo il punto, io non ho assolutamente nulla contro l'inglese, e men che meno contro gli americani. Storco il naso di fronte a certi fenomeni... e soprattutto mi spiace che tentativi meritevoli (come quello dell'Esperanto) di cambiare le cose siano stati praticamente ghettizzati all'interno della comunità accademica (anzi, a dire il vero gli esperantisti sono una specie di minoranza anche all'interno del mondo accademico stesso).
Ma leggendo reazioni come la tua intuisco anche il motivo per cui non ha funzionato... semplicemente la gente se ne strafrega di certe questioni.
'zzi loro.
Ma poverini... cosa ti hanno fatto? :asd:
ConteZero
21-08-2009, 20:16
Quale parte di "Slow food è una fondazione internazionale" non ti è chiara? Ma almeno ti sei disturbato ad andare sul sito? Se ci vai, cerca "Terra Madre"... è un evento cui vale davvero la pena di dare un'occhiata...
Ma anche sticazzi eh.
Onestamente chissenefrega, la cucina italiana non ha bisogno d'essere salvata... se la passa già abbastanza bene.
Pensa piuttosto che quando qualcuno piangeva per l'italianità di Alitalia la Galbani veniva svenduta ai francesi in silenzio.
Si vabbè, è più o meno come parlare di divulgatori scientifici e prendere come esempio Pino la lavatrice... :asd: 'Azzo c'entrano adesso Corona ecc.? Hai idea di quanti giovani ci sono nelle nostre università che lavorano duramente (e soprattutto "silenziosamente"...) per valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale?
E tu hai idea di quanti italiani (e sono più di quelli nelle università) mollano appena possibile e/o se ne fottono del nostro patrimonio artistico e culturale ?
E t'aspetti che le masse che hanno come mito un lampadato e poco altro in un futuro possano concepire politiche tese a valorizzare il nostro patrimonio artistico e naturale ?
L'inglese privo di ambiguità?!?!?!? Ma lol, l'hai studiato a scuola vero? L'inglese è PIENO ZEPPO di termini con DECINE di significati diversi (tecnicamente si chiama "polisemia")...
Esticazzi X2.
Hai presente com'è il francese, lo spagnolo, l'italiano ?
Molto meglio l'inglese.
E sicuramente meglio che costruire una lingua ad cazzum.
Ma forse l'idea di una lingua COMUNE usata per la diffusione della conoscenza per te non è preferibile ad una lingua artificiale (che andrebbe studiata appositamente) per la diffusione della conoscenza.
Pensa che culo quando se non hai fatto il corso di studi che t'insegna l'esperanto sei tagliato fuori dal network informativo globale.
Just great!
Ma comunque non è questo il punto, io non ho assolutamente nulla contro l'inglese, e men che meno contro gli americani. Storco il naso di fronte a certi fenomeni... e soprattutto mi spiace che tentativi meritevoli (come quello dell'Esperanto) di cambiare le cose siano stati praticamente ghettizzati all'interno della comunità accademica (anzi, a dire il vero gli esperantisti sono una specie di minoranza anche all'interno del mondo accademico stesso).
Ma leggendo reazioni come la tua intuisco anche il motivo per cui non ha funzionato... semplicemente la gente se ne strafrega di certe questioni.
Trasecolo.
Un qualsiasi ragazzino di dodici anni qualcosa d'inglese lo capisce.
Un qualsiasi ragazzo di diciotto anni può leggere (con un vocabolario) praticamente qualsiasi testo in inglese... e l'inglese gli serve per viaggiare (tutti gli operatori turistici lo parlano), per fare business, per diffondere la conoscenza e via dicendo.
Invece tu vorresti imporre un altra lingua al solo scopo di poter dire "vaffanculo americani, non dipendiamo dalla vostra lingua di merda".
La frase "if ain't broke, don't fix it" ti dice nulla ?
Ma poverini... cosa ti hanno fatto? :asd:
Se diventano obsoleti è giusto che si estinguano.
NetEagle83
21-08-2009, 20:27
Ma anche sticazzi eh.
Onestamente chissenefrega, la cucina italiana non ha bisogno d'essere salvata... se la passa già abbastanza bene.
Pensa piuttosto che quando qualcuno piangeva per l'italianità di Alitalia la Galbani veniva svenduta ai francesi in silenzio.
Oh ma sei peggio di un muro... :asd:
Slow Food non difende solo la cucina italiana, ma LE cucinE tradizionali di OGNI PAESE!!!!
E tu hai idea di quanti italiani (e sono più di quelli nelle università) mollano appena possibile e/o se ne fottono del nostro patrimonio artistico e culturale ?
E t'aspetti che le masse che hanno come mito un lampadato e poco altro in un futuro possano concepire politiche tese a valorizzare il nostro patrimonio artistico e naturale ?
Le masse sono, per definizione, malleabili... volendo si potrebbe sostituire al lampadato uno scienziato (sto semplificando volutamente eh...). Il problema è strutturale, ma è risolvibile. Si tratterebbe solo di volerlo...
Esticazzi X2.
Hai presente com'è il francese, lo spagnolo, l'italiano ?
Molto meglio l'inglese.
E sicuramente meglio che costruire una lingua ad cazzum.
Ma forse l'idea di una lingua COMUNE usata per la diffusione della conoscenza per te non è preferibile ad una lingua artificiale (che andrebbe studiata appositamente) per la diffusione della conoscenza.
Pensa che culo quando se non hai fatto il corso di studi che t'insegna l'esperanto sei tagliato fuori dal network informativo globale.
Just great!
Veramente il progetto ideale era proprio quello di insegnarlo nelle scuole fin dalle elementari... in TUTTE le scuole di TUTTI i paesi. Tra l'altro l'Esperanto è fatto apposta per essere appreso molto più velocemente, e ci sono studi che dimostrano che chi sa parlare Esperanto è mediamente più veloce nell'apprendimento di altre lingue naturali... altro che lingua ad cazzum...
Trasecolo.
Un qualsiasi ragazzino di dodici anni qualcosa d'inglese lo capisce.
Un qualsiasi ragazzo di diciotto anni può leggere (con un vocabolario) praticamente qualsiasi testo in inglese... e l'inglese gli serve per viaggiare (tutti gli operatori turistici lo parlano), per fare business, per diffondere la conoscenza e via dicendo.
Invece tu vorresti imporre un altra lingua al solo scopo di poter dire "vaffanculo americani, non dipendiamo dalla vostra lingua di merda".
La frase "if ain't broke, don't fix it" ti dice nulla ?
Sei partito per la tangente... io non voglio imporre nulla, e soprattutto non ho nessuna voglia di mandare affanculo gli americani, nè nessun'altro. Il mio discorso era di ben altro livello... mi spiace che tu non riesca a capirlo.
Se diventano obsoleti è giusto che si estinguano.
Obsoleti... :asd: e che sono, computer? :D Di certo non puoi ignorare discipline serie come quelle solo perchè ti stanno antipatiche... o meglio, puoi farlo, ma non ti aspettare che ti si prenda sul serio. ;)
Ps. Ora devo uscire... mi piacerebbe però che la discussione si ampliasse anche ad altri. :)
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