zerothehero
23-07-2009, 13:44
Sigilli a Roma a dieci tra bar e ristoranti del Centro
per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro
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Carabinieri e Finanzieri al Cafè de Paris
ROMA (22 luglio) - Il Cafè de Paris, il noto locale di via Veneto, a Roma, è stato sequestrato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza nell'ambito di una operazione che è in corso nella capitale, perchè risultato nella disponibilità della cosca Alvaro della 'ndrangheta. Il Cafè de Paris è stato sequestrato, insieme ad altri beni sempre a Roma, società, attività commerciali, abitazioni e automobili di lusso per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro . I sequestri sono stati disposti dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su proposta della Dda reggina e riguardano, in particolare, investimenti della cosca Alvaro nel settore della ristorazione. I particolari dell'operazione che ha portato all'esecuzione dei provvedimenti di sequestro saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11.30 nella Procura nazionale antimafia.
Il Cafè de Paris vale 55 milioni. Il bar ha un valore commerciale, secondo gli investigatori, di 55 milioni di euro. Il bar-ristorante risulta di proprietà della società «Cafè de Paris», con sede a Roma, in via Crescenzio 82, ma, in realtà, sarebbe stato nella disponibilità di affiliati alla cosca degli Alvaro di Cosoleto (Reggio Calabria) della 'ndrangheta. Un altro noto locale della capitale che è stato sequestrato, nell'ambito della stessa operazione, il ristorante Georgès, sempre secondo carabinieri e Guardia di finanza, di proprietà ufficialmente della «Georgès Immobiliare e di gestione Srl», con sede a Roma in via Marche 7, ha un valore commerciale, sempre secondo gli investigatori, di 50 milioni di euro.
Il proprietario è un insospettabile barbiere. Un insospettabile barbiere di Santo Stefano di Aspromonte, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. È questa l'attività che svolgeva Damiano Villari, l'uomo che risulta essere, in base a quanto ricostruito dai magistrati di Reggio Calabria e Roma, il proprietario del Cafè de Paris, noto locale di via Veneto nella capitale. Secondo gli inquirenti il gestore sarebbe collegato a Vincenzo Alvaro, 45 anni, nativo di Cosoleto (Reggio Calabria) e ritenuto l'attuale reggente dell'omonimo clan mafioso che domina la zona del preaspromontano della provincia di Reggio.
Denunciato anche per violenza sessuale. I guai per il Cafè de Paris, lo storico locale di via Veneto, erano già cominciati nel 2006 e in particolare per il titolare, il calabrese Damiano Villari, sotto processo per violenza sessuale aggravata e ora finito nel mirino dei giudici antimafia. L'11 gennaio prossimo è attesa la sentenza da parte dei giudici della nona sezione penale del Tribunale di Roma. Secondo l'accusa per cui è sotto processo, Damiano Villari nel giugno del 2006 aggredì la cassiera del locale, una donna originaria della Calabria e madre di due figli, tentando di violentarla. Se lei «fosse stata con lui», avrebbe detto alla donna il proprietario del Cafè, le avrebbe concesso giorni di permesso supplementari. Dopo un lungo processo ora il dibattimento è alla fase finale e quello dell'11 gennaio potrebbe essere l'ultimo rinvio.
'Ndrangheta in trasferata a Roma. Secondo quanto reso noto nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Dda a Roma, il clan Alvaro si era trasferito a Roma, nella zona dell'Eur, dopo aver chiuso i conti con la giustizia nel 2002. Tra le attività commerciali sequestrate oltre ai due prestigiosi ristoranti Cafè de Paris e Georgès, risultano anche numerosi bar e tabaccherie, sempre nella zona del centro storico della capitale. Gli uomini del Ros e dello Scico della Guardia di Finanza, hanno provveduto alla confisca anche di appartamenti lussuosi e di auto di grande cilindrata, per un valore complessivo di 200 milioni di euro.
Sequestrati in tutto dieci tra bar e ristoranti. In totale i locali sequestrati da Guardia di finanza e Ros sono dieci. Si tratta, oltre al Cafè de Paris e al ristorante Georgès, del Time Out Cafè, del Gran Caffè Cellini, del bar caffè Clementi, del ristorante Astrofood, del ristorante Federico I, del bar caffè Cami, del bar caffè California e un altro bar, in via della Colonna Antonina, di proprietà della società Bicoad.
Controlli anche nei ristoranti della Dolce vita. È in corso un'operazione della Guardia di Finanza e dei Ros nel ristorante Georgès, di via Marche, a Roma, a due passi da via Veneto. I controlli dei militari, a quanto si è appreso, sarebbero nell'ambito della stessa operazione che ha portato stamani a compiere verifiche nel Caffè de Paris di via Veneto, che secondo gli inquirenti sarebbe legato alla malavita organizzata calabrese. Al contrario del bar, il ristorante è al momento chiuso mentre all'interno le forze dell'ordine compiono i controlli. L'ingresso del locale è sorvegliato da due auto delle Fiamme gialle.
Mantovano: lo Stato continua a colpire. Il provvedimento di sequestro di beni a cosche della 'ndrangheta a Roma «conferma che lo Stato, grazie a una più efficace legislazione in termini di aggressione ai beni mafiosi e alla lodevole attività delle forze dell'ordine, è in grado di soffocare ogni tentativo della criminalità di ramificarsi in aree lontane dai territori d'origine e di investire i propri capitali in settori solo apparentemente più nascosti». Lo afferma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano.
Garavini: segnali di pericolosità. «Il sequestro di beni di così alto valore e situati anche nella via più famosa della capitale per i suoi ristoranti ed i suoi bar, è il segno della sempre più alta pericolosità che la 'ndrangheta ha raggiunto nella capacità di riciclaggio e di infiltrazione nell'economia legale». Lo afferma la capogruppo in Commissione Parlamentare Antimafia del Pd, Laura Garavini.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=66774&sez=HOME_INITALIA
per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro
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Carabinieri e Finanzieri al Cafè de Paris
ROMA (22 luglio) - Il Cafè de Paris, il noto locale di via Veneto, a Roma, è stato sequestrato dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanza nell'ambito di una operazione che è in corso nella capitale, perchè risultato nella disponibilità della cosca Alvaro della 'ndrangheta. Il Cafè de Paris è stato sequestrato, insieme ad altri beni sempre a Roma, società, attività commerciali, abitazioni e automobili di lusso per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro . I sequestri sono stati disposti dalla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria su proposta della Dda reggina e riguardano, in particolare, investimenti della cosca Alvaro nel settore della ristorazione. I particolari dell'operazione che ha portato all'esecuzione dei provvedimenti di sequestro saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà questa mattina alle 11.30 nella Procura nazionale antimafia.
Il Cafè de Paris vale 55 milioni. Il bar ha un valore commerciale, secondo gli investigatori, di 55 milioni di euro. Il bar-ristorante risulta di proprietà della società «Cafè de Paris», con sede a Roma, in via Crescenzio 82, ma, in realtà, sarebbe stato nella disponibilità di affiliati alla cosca degli Alvaro di Cosoleto (Reggio Calabria) della 'ndrangheta. Un altro noto locale della capitale che è stato sequestrato, nell'ambito della stessa operazione, il ristorante Georgès, sempre secondo carabinieri e Guardia di finanza, di proprietà ufficialmente della «Georgès Immobiliare e di gestione Srl», con sede a Roma in via Marche 7, ha un valore commerciale, sempre secondo gli investigatori, di 50 milioni di euro.
Il proprietario è un insospettabile barbiere. Un insospettabile barbiere di Santo Stefano di Aspromonte, piccolo centro in provincia di Reggio Calabria. È questa l'attività che svolgeva Damiano Villari, l'uomo che risulta essere, in base a quanto ricostruito dai magistrati di Reggio Calabria e Roma, il proprietario del Cafè de Paris, noto locale di via Veneto nella capitale. Secondo gli inquirenti il gestore sarebbe collegato a Vincenzo Alvaro, 45 anni, nativo di Cosoleto (Reggio Calabria) e ritenuto l'attuale reggente dell'omonimo clan mafioso che domina la zona del preaspromontano della provincia di Reggio.
Denunciato anche per violenza sessuale. I guai per il Cafè de Paris, lo storico locale di via Veneto, erano già cominciati nel 2006 e in particolare per il titolare, il calabrese Damiano Villari, sotto processo per violenza sessuale aggravata e ora finito nel mirino dei giudici antimafia. L'11 gennaio prossimo è attesa la sentenza da parte dei giudici della nona sezione penale del Tribunale di Roma. Secondo l'accusa per cui è sotto processo, Damiano Villari nel giugno del 2006 aggredì la cassiera del locale, una donna originaria della Calabria e madre di due figli, tentando di violentarla. Se lei «fosse stata con lui», avrebbe detto alla donna il proprietario del Cafè, le avrebbe concesso giorni di permesso supplementari. Dopo un lungo processo ora il dibattimento è alla fase finale e quello dell'11 gennaio potrebbe essere l'ultimo rinvio.
'Ndrangheta in trasferata a Roma. Secondo quanto reso noto nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Dda a Roma, il clan Alvaro si era trasferito a Roma, nella zona dell'Eur, dopo aver chiuso i conti con la giustizia nel 2002. Tra le attività commerciali sequestrate oltre ai due prestigiosi ristoranti Cafè de Paris e Georgès, risultano anche numerosi bar e tabaccherie, sempre nella zona del centro storico della capitale. Gli uomini del Ros e dello Scico della Guardia di Finanza, hanno provveduto alla confisca anche di appartamenti lussuosi e di auto di grande cilindrata, per un valore complessivo di 200 milioni di euro.
Sequestrati in tutto dieci tra bar e ristoranti. In totale i locali sequestrati da Guardia di finanza e Ros sono dieci. Si tratta, oltre al Cafè de Paris e al ristorante Georgès, del Time Out Cafè, del Gran Caffè Cellini, del bar caffè Clementi, del ristorante Astrofood, del ristorante Federico I, del bar caffè Cami, del bar caffè California e un altro bar, in via della Colonna Antonina, di proprietà della società Bicoad.
Controlli anche nei ristoranti della Dolce vita. È in corso un'operazione della Guardia di Finanza e dei Ros nel ristorante Georgès, di via Marche, a Roma, a due passi da via Veneto. I controlli dei militari, a quanto si è appreso, sarebbero nell'ambito della stessa operazione che ha portato stamani a compiere verifiche nel Caffè de Paris di via Veneto, che secondo gli inquirenti sarebbe legato alla malavita organizzata calabrese. Al contrario del bar, il ristorante è al momento chiuso mentre all'interno le forze dell'ordine compiono i controlli. L'ingresso del locale è sorvegliato da due auto delle Fiamme gialle.
Mantovano: lo Stato continua a colpire. Il provvedimento di sequestro di beni a cosche della 'ndrangheta a Roma «conferma che lo Stato, grazie a una più efficace legislazione in termini di aggressione ai beni mafiosi e alla lodevole attività delle forze dell'ordine, è in grado di soffocare ogni tentativo della criminalità di ramificarsi in aree lontane dai territori d'origine e di investire i propri capitali in settori solo apparentemente più nascosti». Lo afferma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano.
Garavini: segnali di pericolosità. «Il sequestro di beni di così alto valore e situati anche nella via più famosa della capitale per i suoi ristoranti ed i suoi bar, è il segno della sempre più alta pericolosità che la 'ndrangheta ha raggiunto nella capacità di riciclaggio e di infiltrazione nell'economia legale». Lo afferma la capogruppo in Commissione Parlamentare Antimafia del Pd, Laura Garavini.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=66774&sez=HOME_INITALIA