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View Full Version : Il Tesoro cancella Zopa dall'albo


AntonioBO
15-07-2009, 08:08
ROMA - Zopa.it, la prima community di social lending in Italia, attiva dal 2008, ha annunciato "la sospensione delle attività in seguito alla cancellazione dall'albo degli intermediari finanziari". La cancellazione è stata disposta il 10 luglio, fa sapere un portavoce di Zopa, in seguito "a un decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze", emanato "su indicazione della Banca d'Italia". Secondo via Nazionale infatti "gli accertamenti ispettivi condotti per verificare la corretta conduzione dell'attività di social lending hanno fatto emergere gravi irregolarità gestionali e modalità operative del tutto divergenti dallo schema operativo sottoposto alla Banca d'Italia". Zopa ha pertanto sospeso la trattazione di nuovi prestiti e l'ingresso di nuovi prestatori.

Zopa, Zone of Possible Agreement, (in italiano Zona di Possibile Accordo), è nato in Gran Bretagna nella primavera del 2005, per iniziativa di tre manager della banca online Egg. In pratica il sito fa da intermediario ai prestiti tra privati: le condizioni vengono stabilite di volta in volta, in base a un accordo tra le parti. A Zopa, in quanto intermediario, viene garantita una percentuale dell'1 per cento da parte dei prestatori, e da parte di chi prende il denaro in prestito in misura variabile a seconda della propria "affidabilità". Infatti gli aspiranti al prestito vengono suddivisi in varie classi, a seconda delle informazioni reperite da Zopa su di loro: più si è affidabili e meno si paga, e dunque la classe A+ paga lo 0,5 per cento, la A l'1 per cento, la B l'1,5 per cento e la C il 2 per cento.

Un meccanismo che aveva trovato parecchi risparmatori interessati: infatti Zopa, che nel Regno Unito conta 300.000 iscritti, in Italia ne ha oltre 40.000. In un anno e mezzo 5.000 persone si sono prestate online più di 7 milioni di euro. Cifre di tutto rispetto, che hanno permesso a Zopa di attestarsi al terzo posto della classifica europea delle community di social lending, dietro Zopa britannico e i tedeschi di Smava.de.

L'amministratore delegato di Zopa.it, Maurizio Sella, si dichiara molto sorpreso "da questa decisione che ci sembra dovuta unicamente a valutazioni di carattere tecnico-giuridico sul funzionamento della piattaforma, a fronte delle quali peraltro avevamo proposto una soluzione definitiva".

"Abbiamo sempre collaborato con la Banca d'Italia - prosegue Sella - fin dalla fase di progettazione di un'iniziativa sicuramente non codificata. Nel gennaio del 2008 abbiamo iniziato ad operare dopo avere ricevuto l'ok dell'Ufficio Italiano Cambi e da quel momento Zopa è stata un grande successo, soprattutto in un momento storico in cui il credit crunch escludeva intere fasce sociali dall'accesso al credito. Ci siamo attivati per tutelare la nostra posizione e la community in tutte le sedi e in tutti i modi che ci saranno consentiti, confido in un rapido rientro alla normalità".

Ma dalle valutazioni della Banca d'Italia sembra difficile che questo avvenga, perlomeno in tempi stretti: "La società acquisiva la titolarità e la disponibilità dei fondi conferiti dai prestatori, violando l'obbligo di separatezza delle disponibilità di terzi da quelle della società; in tal modo si realizza una abusiva attività di raccolta del risparmio, con rischio per i terzi i cui fondi non vengono più scambiati immediatamente tra creditore e debitore come dovrebbe essere nello schema di social lending ma rimangono nella disponibilità della Zopa. Di fatto il creditore si trova inconsapevolmente in una posizione analoga a quella di un depositante senza le tutele previste dall'ordinamento per i risparmiatori".

"Le modifiche operative proposte da Zopa per risolvere il problema - conclude la Banca d'Italia - non sono risultate sufficienti a garantire la rimozione delle irregolarità, manifestando una strutturale difficoltà nell'assicurare il rispetto della disciplina in materia bancaria e finanziaria posta a tutela dei terzi e del mercato".

Nel frattempo, i vecchi prestatori e richiedenti possono consultare il sito per sapere come verranno man mano fermate le attività. Infatti, se non verranno avviati nuovi prestiti, quelli già in atto seguiranno in linea di massima le scadenze già previste.

Gli aderenti alla community sul blog di Zopa stanno contestando duramente quella che considerano una sorta di vendetta della "lobby bancaria": "Ti pareva che l'associazione a delinquere bancaria non si sarebbe mossa a mettere i bastoni tra le ruote ad un sistema onesto e trasparente come questo. Siamo in Italia, benvenuti!", scrive per esempio Andrea. In molti però vogliono vederci chiaro e, in nome della trasparenza, chiedono la pubblicazione del decreto ministeriale. Augurandosi che magari si tratti "di un malinteso". Qualcuno avanza addirittura la proposta che si possa proseguire senza l'autorizzazione della banca centrale. E qualcun altro propone addirittura il lancio di uova marce contro le istituzioni. Mentre i più razionali si schierano per un ricorso alla Corte di Giustizia Europea, considerato che i "cugini" inglesi non sono mai incorsi in alcuna contestazione da parte delle autorità britanniche.
Repubblica


Siamo sempre più un paese di merda, non c'è che dire!!!!

simone1980
15-07-2009, 09:39
diciamo che le banche non gradiscono l'ingresso di concorrenti nel loro territorio, altro che rilievi procedurali. Hanno solo fame.
E' di questi giorni l'ennesima lettera della banca di mio padre che lamenta che "guadagnano poco" e si vedono "costretti" ad aumentare i costi dei loro servizi.
Insaziabili.

cornetto
15-07-2009, 09:44
consiglio l'esodo verso banche online (p.e. conto corrente arancio)

Froze
15-07-2009, 10:10
Ma dalle valutazioni della Banca d'Italia sembra difficile che questo avvenga, perlomeno in tempi stretti: "La società acquisiva la titolarità e la disponibilità dei fondi conferiti dai prestatori, violando l'obbligo di separatezza delle disponibilità di terzi da quelle della società; in tal modo si realizza una abusiva attività di raccolta del risparmio, con rischio per i terzi i cui fondi non vengono più scambiati immediatamente tra creditore e debitore come dovrebbe essere nello schema di social lending ma rimangono nella disponibilità della Zopa. Di fatto il creditore si trova inconsapevolmente in una posizione analoga a quella di un depositante senza le tutele previste dall'ordinamento per i risparmiatori".

non mi sembra cosi' assurda come motivazione... anzi.

considerato che i "cugini" inglesi non sono mai incorsi in alcuna contestazione da parte delle autorità britanniche.e hanno anche considerato che la regolamentazione degli intermediari finanziari dei cugini inglesi e' leggermente diversa?

AntonioBO
15-07-2009, 12:09
non mi sembra cosi' assurda come motivazione... anzi.

e hanno anche considerato che la regolamentazione degli intermediari finanziari dei cugini inglesi e' leggermente diversa?

ma siamo strani noi o gli inglesi?

Froze
15-07-2009, 13:35
ma siamo strani noi o gli inglesi?

gli inglesi.
fortunatamente la regolamentazione e' un tantinello piu' severa da noi...

tra l'altro se si trattava di uno "smantellamento" del social lending, non avrebbero preso di mira solo zopa, ma anche boober e kaspa...

toms
15-07-2009, 16:09
Tremonti aveva già dimostrato di non gradire il Social Lending a Ballarò:

Tremonti a Ballarò boccia il Social Lending: "Il servizio pubblico non dovrebbe pubblicizzare quella roba lì"

Ieri sera ultima puntata di Ballarò, tra gli ospiti il Ministro Giulio Tremonti. Parlando di crisi, di banche, di investimenti, di risparmiatori alla frutta e di pensionati “derubati” dagli istituti di credito, salta fuori il Social Lending.

Brevemente. Il Social Lending consiste in un prestito da parte di privati ad altri privati su Internet a titolo di prestito personale. Il più famoso network di Social Lending in Italia è Zopa arrivato nel nostro paese di recente, ma già molto famoso in altri stati d’Europa.

Non è questa la sede per approfondire il meccanismo e l’utilità o meno di questo tipo di servizio, fatto stà che il buon Floris manda in onda un servizio in cui un utente parla dei prestiti tra persone, senza enfatizzare nulla, senza incentivare il cittadino ad abbandonare le banche in favore di Zopa o di qualsiasi altro sito.

Tremonti appare irritato. “Il servizio pubblico non dovrebbe pubblicizzare quella roba lì in tempo di crisi”. Già, Ministro. Cosa dovrebbe fare invece il servizio pubblico? Continuare a tacere sulle magagne delle banche ai danni dei risparmiatori, delle piccole imprese, degli artigiani, dei pensionati?

Non è forse dovere del servizio pubblico informare i cittadini sulle opportunità offerte dalla Rete? E non è forse dovere di un Ministro dell’Economia portare i cittadini a conoscenza dell’esistenza di prestiti a tassi inferiori di quelli proposti dalle banche e di un servizio prestiti senza intermediari pronti a fare da avvoltoi?

Tremonti asserisce che i prestiti tra privati su internet non sono garantiti. Balle. Basta leggere le FAQ sul sito. Zopa garantisce i propri utenti anche contro un eventuale fallimento.

Il denaro trasferito dai Prestatori sul Conto Prestatori Zopa e non ancora uscito in prestito è depositato in un conto dedicato presso Banca Intesa San Paolo che non fa parte del patrimonio di Zopa Italia Spa. Ciò significa che questo denaro verrebbe restituito ai legittimi proprietari, ossia ai Prestatori.

Allora Ministro Tremonti, è davvero così scandaloso che il servizio pubblico faccia conoscere il Social Lending? O forse Lei non può esimersi dal difendere a spada tratta i suoi amici banchieri? Cosa ne pensate?

http://www.polisblog.it/post/3153/tremonti-a-ballaro-boccia-il-social-landing-il-servizio-pubblico-non-dovrebbe-pubblicizzare-quella-roba-li

factanonverba
15-07-2009, 18:43
Fatto benissimo.