marcello1854
28-05-2009, 12:55
Questo post ha due peculiarità una riflessione su a che cosa si è ridotta la sinistra oggi rispetto al "positivismo" che la impregnava alla fine del XIX secolo e sul ruolo della conoscenza scientifica per riscattare il triste destino degli oppressi ed una riflessione amara sugli ogm frutto di un clima culturale conservatore, nostalgico ed anti moderno trasversale a tutti gli schieramenti politici.
Da "Abbasso i tuareg" di Antonio Pascale
.......
C’è insomma il carattere italiano e il carattere di sinistra. E ci sono le persone
sinistre e le persone di sinistra. Poi esistono le persone di sinistra che danno molto
credito a persone sinistre. Vandana Shiva è una persona sinistra a cui le persone
di sinistra danno molto credito. Tiene addirittura corsi estivi alla scuola del Pd.
Devo spiegarvi. Questa cosa della sinistra e delle persone sinistre.
Non so voi, io per esempio ho un punto di rottura. Un punto oltre il quale non
sopporto più alcune immagini idealizzate e pompate da solenni dichiarazioni.
Non so il vostro punto di rottura (posso lasciarvi la mia mail per uno scambio d’opinioni
in proposito), io tollero molte cose ma crollo sempre sui contadini indiani.
Quando sento parlare dei contadini indiani, io rischio di finire al manicomio.
Dico: o voi o io.
La sinistra era terzomondista con tutto quello che significava. Ora rimpiange
il passato terzomondista. Con tutto quello che significa. Guardo il Tg3. Domenica
26 ottobre, al Tg3 delle 19, Vandana Shiva dichiara: «I semi sterili Ogm hanno
causato in questi anni 100 mila suicidi tra i contadini indiani». Un’affermazione
simile non c’è dubbio fa battere indignati i nostri cuori. Ha il giusto afflato che
caratterizza un primo atto. L’ha detta anche dalla Dandini, se andasse da Fazio
sarebbe lo stesso.
La Shiva veste con il sari e il bindi e dunque diventa ai nostri occhi la tipica
indiana, un prodotto tipico da esportazione. Come se io, di origine napoletana,
andassi per il mondo con indosso la maschera di pulcinella, diventerei il tipico
napoletano adatto a far ridere.
I prodotti tipici siffatti sono molto ambiti dai media, soprattutto – è una mia
ossessione – funzionano nelle trasmissioni ad uso e consumo della sinistra.
Il più delle volte, però, operazioni simili, difendono, come nel caso in questione,
contadini idealizzati e non in carne e ossa. Colpa della nostra angoscia di
morte: più la avvertiamo più la idealizziamo.
In tutto questo bailamme retorico, abituati come siamo – fa parte del nostro
carattere – alla retorica (indovinello, uno scrittore dichiara: negli anni Settanta
facevo parte di quella frangia del corteo che ci proteggeva dalle confidenze del nemico.
Chi indovina che lavoro faceva questo scrittore? Posso lasciarvi la mia mail
per scambio) non ci chiediamo mai se la Shiva abbia fornito dati esatti e se li abbia
letti correttamente, in fondo è una laureata in fisica e dovrebbe seguire un
metodo epistemologico.
Così non è, la Shiva segue un metodo emotivo e ricattatorio, di sicuro poco
analitico. Purtroppo noi ci eccitiamo per le dichiarazioni ad effetto ma non davanti
a grafici che confutano quelle dichiarazioni. È un problema moderno: l’analisi
non emoziona nessuno, la parola sì.
In Italia, la parola viene prima di tutto.
I semi Ogm non sono sterili. Come tutte le piante che si ottengono per semi,
anche quelle Ogm sfruttano il vigore eterotico, ossia se si prendono due linee pure
e stabili per caratteri diversi e si incrociano, il prodotto di questo incrocio, detto
F1 sarà più produttivo (per le leggi di Mendel). Ma se si mettono a coltura semi a
partire dall’F1, le generazioni successive perderanno vigore.
Ragione per cui tutti i contadini da decenni ormai in tutto il mondo (almeno
dove la rivoluzione verde è arrivata) comprano ogni anno i semi dalle industrie
sementiere. Conviene farlo, oltre al vigore eterotico questi semi sono conciati e
dunque esenti da virus e patogeni.
Si otterranno piante più sane, omogenee e tutte produttive allo stesso modo.
Stessa cosa per i prodotti Ogm e per il cotone Bt – che ricordiamo produce una
tossina letale solo per gli insetti, in quanto viene attivata in ambiente alcalino e il
nostro stomaco contiene acido cloridrico. E poi i villi intestinali mancano dei recettori
che agganciano la tossina.
L’agenzia internazionale Ifpri, in prima linea nella lotta alla fame nelle aree
più svantaggiate, ha pubblicato un documentatissimo report che smentisce Shiva.
In estrema sintesi: il numero di agricoltori suicidi non è un fenomeno in aumento
in India. Dal 2002, anno di introduzione su larga scala del cotone Bt, il numero
dei suicidi fra i contadini è in diminuzione rispetto ai suicidi totali nel paese.
Inoltre in questi anni, ci dice il report, sia le rese sia la superficie coltivata a
cotone con l’avvento del Bt hanno avuto un vero e proprio boom. L’India, pur coltivando
il 25% della superficie mondiale a cotone, ne produceva solo l’11%. Oggi,
grazie al Bt l’India ha superato gli Stati Uniti. Ancora, secondo tutti gli studi pubblicati,
il Bt non solo ha aumentato la resa, ma ha anche ridotto – e di tanto –
l’uso di insetticidi. Se il cotone Bt produce di più e inquina di meno, perché i contadini
si suiciderebbero a causa di quel cotone? Forse ci sono variabili più complesse
da esaminare, che necessitano di un approccio analitico e non emotivo.
Il suicidio dei contadini è dovuto, secondo il report, a variabili complesse, legate
soprattutto all’accesso al credito. Non dispongono di assicurazione sui prodotti,
dunque se il raccolto, per calamità naturali, è perduto, all’azienda viene a
mancare denaro contante per reimpiantare una coltura, deve per forza chiedere
un prestito e se non può onorare il debito la situazione dell’azienda si fa, anno
dopo anno, più difficile.
Ci sono dunque variabili più complesse da esaminare che necessitano di un
approccio analitico e non emotivo, altrimenti il nostro apporto al problema si limiterà
alla tipica indignazione di sinistra che produrrà il tipico sapere nostalgico
di sinistra.
Insomma, dopo aver letto un report così dettagliato, con grafici e note a chiosa,
dopo aver chiarito alcuni aspetti che le dichiarazioni della Shiva tendevano,
al contrario, a occultare o a semplificare, dopo tutto questo, ci si chiede: ma oggi,
in un regime di semplificazione emotiva così spinto e tenace, oggi che la crisi della
sinistra ci fa preferire il sapere nostalgico all’analisi comparativa, oggi che la
mediocrità si è impadronita dei settori deputati alla conoscenza, oggi, per aumentare
il nostro tasso di conoscenza cosa è più importante, freddi ma seri e
analitici dati tecnici o dichiarazioni emotive a largo effetto?
Ah, dimenticavo, il report si conclude così: i contadini indiani vedono nel cotone
Bt una potenzialità e non una minaccia.
Da "Abbasso i tuareg" di Antonio Pascale
.......
C’è insomma il carattere italiano e il carattere di sinistra. E ci sono le persone
sinistre e le persone di sinistra. Poi esistono le persone di sinistra che danno molto
credito a persone sinistre. Vandana Shiva è una persona sinistra a cui le persone
di sinistra danno molto credito. Tiene addirittura corsi estivi alla scuola del Pd.
Devo spiegarvi. Questa cosa della sinistra e delle persone sinistre.
Non so voi, io per esempio ho un punto di rottura. Un punto oltre il quale non
sopporto più alcune immagini idealizzate e pompate da solenni dichiarazioni.
Non so il vostro punto di rottura (posso lasciarvi la mia mail per uno scambio d’opinioni
in proposito), io tollero molte cose ma crollo sempre sui contadini indiani.
Quando sento parlare dei contadini indiani, io rischio di finire al manicomio.
Dico: o voi o io.
La sinistra era terzomondista con tutto quello che significava. Ora rimpiange
il passato terzomondista. Con tutto quello che significa. Guardo il Tg3. Domenica
26 ottobre, al Tg3 delle 19, Vandana Shiva dichiara: «I semi sterili Ogm hanno
causato in questi anni 100 mila suicidi tra i contadini indiani». Un’affermazione
simile non c’è dubbio fa battere indignati i nostri cuori. Ha il giusto afflato che
caratterizza un primo atto. L’ha detta anche dalla Dandini, se andasse da Fazio
sarebbe lo stesso.
La Shiva veste con il sari e il bindi e dunque diventa ai nostri occhi la tipica
indiana, un prodotto tipico da esportazione. Come se io, di origine napoletana,
andassi per il mondo con indosso la maschera di pulcinella, diventerei il tipico
napoletano adatto a far ridere.
I prodotti tipici siffatti sono molto ambiti dai media, soprattutto – è una mia
ossessione – funzionano nelle trasmissioni ad uso e consumo della sinistra.
Il più delle volte, però, operazioni simili, difendono, come nel caso in questione,
contadini idealizzati e non in carne e ossa. Colpa della nostra angoscia di
morte: più la avvertiamo più la idealizziamo.
In tutto questo bailamme retorico, abituati come siamo – fa parte del nostro
carattere – alla retorica (indovinello, uno scrittore dichiara: negli anni Settanta
facevo parte di quella frangia del corteo che ci proteggeva dalle confidenze del nemico.
Chi indovina che lavoro faceva questo scrittore? Posso lasciarvi la mia mail
per scambio) non ci chiediamo mai se la Shiva abbia fornito dati esatti e se li abbia
letti correttamente, in fondo è una laureata in fisica e dovrebbe seguire un
metodo epistemologico.
Così non è, la Shiva segue un metodo emotivo e ricattatorio, di sicuro poco
analitico. Purtroppo noi ci eccitiamo per le dichiarazioni ad effetto ma non davanti
a grafici che confutano quelle dichiarazioni. È un problema moderno: l’analisi
non emoziona nessuno, la parola sì.
In Italia, la parola viene prima di tutto.
I semi Ogm non sono sterili. Come tutte le piante che si ottengono per semi,
anche quelle Ogm sfruttano il vigore eterotico, ossia se si prendono due linee pure
e stabili per caratteri diversi e si incrociano, il prodotto di questo incrocio, detto
F1 sarà più produttivo (per le leggi di Mendel). Ma se si mettono a coltura semi a
partire dall’F1, le generazioni successive perderanno vigore.
Ragione per cui tutti i contadini da decenni ormai in tutto il mondo (almeno
dove la rivoluzione verde è arrivata) comprano ogni anno i semi dalle industrie
sementiere. Conviene farlo, oltre al vigore eterotico questi semi sono conciati e
dunque esenti da virus e patogeni.
Si otterranno piante più sane, omogenee e tutte produttive allo stesso modo.
Stessa cosa per i prodotti Ogm e per il cotone Bt – che ricordiamo produce una
tossina letale solo per gli insetti, in quanto viene attivata in ambiente alcalino e il
nostro stomaco contiene acido cloridrico. E poi i villi intestinali mancano dei recettori
che agganciano la tossina.
L’agenzia internazionale Ifpri, in prima linea nella lotta alla fame nelle aree
più svantaggiate, ha pubblicato un documentatissimo report che smentisce Shiva.
In estrema sintesi: il numero di agricoltori suicidi non è un fenomeno in aumento
in India. Dal 2002, anno di introduzione su larga scala del cotone Bt, il numero
dei suicidi fra i contadini è in diminuzione rispetto ai suicidi totali nel paese.
Inoltre in questi anni, ci dice il report, sia le rese sia la superficie coltivata a
cotone con l’avvento del Bt hanno avuto un vero e proprio boom. L’India, pur coltivando
il 25% della superficie mondiale a cotone, ne produceva solo l’11%. Oggi,
grazie al Bt l’India ha superato gli Stati Uniti. Ancora, secondo tutti gli studi pubblicati,
il Bt non solo ha aumentato la resa, ma ha anche ridotto – e di tanto –
l’uso di insetticidi. Se il cotone Bt produce di più e inquina di meno, perché i contadini
si suiciderebbero a causa di quel cotone? Forse ci sono variabili più complesse
da esaminare, che necessitano di un approccio analitico e non emotivo.
Il suicidio dei contadini è dovuto, secondo il report, a variabili complesse, legate
soprattutto all’accesso al credito. Non dispongono di assicurazione sui prodotti,
dunque se il raccolto, per calamità naturali, è perduto, all’azienda viene a
mancare denaro contante per reimpiantare una coltura, deve per forza chiedere
un prestito e se non può onorare il debito la situazione dell’azienda si fa, anno
dopo anno, più difficile.
Ci sono dunque variabili più complesse da esaminare che necessitano di un
approccio analitico e non emotivo, altrimenti il nostro apporto al problema si limiterà
alla tipica indignazione di sinistra che produrrà il tipico sapere nostalgico
di sinistra.
Insomma, dopo aver letto un report così dettagliato, con grafici e note a chiosa,
dopo aver chiarito alcuni aspetti che le dichiarazioni della Shiva tendevano,
al contrario, a occultare o a semplificare, dopo tutto questo, ci si chiede: ma oggi,
in un regime di semplificazione emotiva così spinto e tenace, oggi che la crisi della
sinistra ci fa preferire il sapere nostalgico all’analisi comparativa, oggi che la
mediocrità si è impadronita dei settori deputati alla conoscenza, oggi, per aumentare
il nostro tasso di conoscenza cosa è più importante, freddi ma seri e
analitici dati tecnici o dichiarazioni emotive a largo effetto?
Ah, dimenticavo, il report si conclude così: i contadini indiani vedono nel cotone
Bt una potenzialità e non una minaccia.