dantes76
18-05-2009, 17:48
E sulla Riforma della costituzione: si può fare, ma serve equilibrio tra i poteri
Fini: «No a leggi orientate dalla fede»
Richiamo alla laicità. L'Udc: «Indegno discriminare i credenti». Sgreccia: difesa dei valori, non dei precetti
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Fini: «Non siano tolti diritti ai migranti». Scontro tra governo e Onu (18 maggio 2009)
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Eidon)
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Eidon)
ROMA - «Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso». Lo ha detto, a Monopoli, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dialogando con gli studenti sui temi della Costituzione. Il dibattito su bioetica e testamento biologico è stato evocato durante il dibattito in cui gli studenti delle scuole della cittadina pugliese hanno posto al presidente una domanda sull’articolo 33 della Costituzione che parla di libertà per arte e scienza. Fini afferma che su certi temi in lui «il dubbio prevale sulle certezze»: «Ma è un dibattito aperto, oggi, nella nostra società e auspico che venga affrontato senza gli eccessi propagandistici di questi ultimi mesi». Nel corso della sua trasferta pugliese Fini ha anche affrontato il tema dell'immigrazione, rivendicando diritti per i migranti e spiegando che la xenofobia si sconfigge solo con l'integrazione, a partire da quella scolastica.
L'EQUILIBRIO DEI POTERI - Sempre in tema di assetto costituzionale, Fini ha parlato della possibilità di modificare la Carta nelle parti relative all'equilibrio tra i diversi poteri dello Stato. «La seconda parte della Costituzione - ha sottolineato - si può cambiare e serve un nuovo equilibrio tra esecutivo e legislativo. Il governo ha ragione quando dice che i tempi della decisione devono essere celeri; tuttavia il Parlamento, con la sua maggioranza e la sua opposizione, è l'espressione della coralità del Paese e non può essere sacrificato ma oggi le democrazie funzionano se sono rappresentative e governanti». Secondo il presidente della Camera, il punto di equilibrio si raggiunge con «un Parlamento rappresentativo e una democrazia governante». Per Fini al Parlamento spetta «l'indirizzo generale e il controllo dell'operato dell'azione di governo. La democrazia è tale se il palazzo è una casa di vetro ed è trasparente».
«ATTACCO INDEGNO» - Il riferimento alla laicità dello Stato non è però piaciuto a Luca Volontè, dell'Udc, secondo cui «Fini oggi compie il peggiore attacco laicista della storia repubblicana; la fede cristiana non dovrebbe informare il comportamento e le idee dei deputati? Siamo alla vergognosa e inaccettabile discriminazione dei credenti, come ai tempi dei totalitarismi neri del '900». «Il presidente della Camera - ha aggiunto l'esponente centrista - passa dal politically correct alla discriminazione religiosa. Fini vorrebbe favorire il dibattito e le leggi solo nel caso in cui i credenti non abbiano dato il loro contributo. È un attacco alla libertà e alla dignità della Chiesa. Un attacco indegno e insopportabile in una parola, antidemocratico». Anche il leader del partito, Pier Ferdinando Casini, è intervenuto sull'argomento: «Il Parlamento italiano non ha mai fatto leggi tenendo conto dei precetti religiosi ed il presidente Fini ha detto una cosa ovvia ma nel Parlamento c' è chi fa delle battaglie sui valori e sui principi. Per fortuna che in Parlamento c' è ancora qualcuno che fa battaglie su valori e principi che ormai non hanno diritto di cittadinanza in politica».
LA REPLICA DEL VATICANO - Ma la reazione alle parole di Fini arriva anche dal Vaticano: «I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo sono temi non definibili come precetti religiosi; sono temi che riguardano i diritti fondamentali dell’uomo, come il diritto alla vita, il rispetto della vita, i diritti che riguardano l’unità del matrimonio e della famiglia. Non sono precetti religiosi, ma sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione» ha precisato monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. «I cattolici - ha aggiunto monsignor Sgreccia - non hanno mai preteso che si facessero leggi basate unicamente sui precetti religiosi, come andare a messa. Quello su cui si discute sono tutti qualificabili come diritti fondamentali della persone. Vorremmo anzi che il fatto che siano i cattolici a difenderli non facesse pensasse che per questo sono meno carichi di valore umano e che la difesa fatta dai cattolici sia di una razionalità minore. A noi la fede ci conforta nell’argomentazione razionale, non sostituisce mai la ragione umana». Per Sgreccia non vanno inoltre messe in secondo piano le questioni relative alla bioetica, quelle su cui il fronte cattolico è maggiormente impegnato: « Non vanno alzati steccati perchè i cattolici hanno tutte le carte in regole nel lanciare appelli su famiglia, contro l’eutanasia, contro la gravità aborto».
18 maggio 2009
http://www.corriere.it/politica/09_maggio_18/fini_laicita_3d382e5e-43c1-11de-bc99-00144f02aabc.shtml
Il presidente della Camera rilancia il tema della laicità dello Stato
L'ira dell'Udc: "Discriminazione verso i cattolici impegnati in politica"
Fini: "Le leggi non seguano la religione
No a scontri sull'immigrazione"
Fini: "Le leggi non seguano la religione No a scontri sull'immigrazione"
MONOPOLI - Due precisi messaggi. Uno a favore della laicità dello Stato, l'altro contro chi usa l'immigrazione per "fini elettorali". Gianfranco Fini torna a farsi sentire. Pronunciando parole che non è facile sentire nel Pdl. Parlando di bioetica durante un incontro sulla Costituzione con studenti di Monopoli, Fini rilancia il tema della laicità dello Stato. Pronunciando parole destinate a far discutere. Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso". Ed ancora: "Il dibattito sulla bioetica è complesso e mi auguro che venga affrontato senza gli eccessi propagandistici che ci sono stati da entrambe le parti perchè queste sono questioni nelle quali il dubbio prevale sulle certezze".
La prima replica viene dall'Udc. E i toni sono duri: "'Si tratta di un appello alla discriminazione verso i cattolici impegnati in politica e tutti coloro che vivono una fede o credono ad una religione. Il presidente della Camera ci riporta nel piu' buio dei totalitarismi neri nel Novecento".
Poi tocca all'immigrazione. A fronte delle roventi polemiche Fini invita ad abbassare i toni e a non usare il tema in vista delle prossime elezioni: "Dovremmo sforzarci tutti di affrontare una questione così complessa e così importante senza cadere nella tentazione di dare vita a un confronto finalizzato unicamente al voto per il Parlamento europeo". Per il presidente della Camera la questione dell'immigrazione è "una sfida culturale difficile ma non impossibile, da affrontare con lungimiranza evitando l'utilizzo di scimitarre e anatemi".
La nuova composizione della società, continua Fini, è un problema ineludibile: "Il fatto vero è che dobbiamo affrontare il problema con una logica diversa dal passato e dal presente. Dobbiamo guidare il fenomeno altrimenti ne verremo travolti e schiacciati e la nostra società entrerà in crisi".
(18 maggio 2009) Tutti gli articoli di politica
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/fini-parla/fede-e-parlamento/fede-e-parlamento.html
Fini: «No a leggi orientate dalla fede»
Richiamo alla laicità. L'Udc: «Indegno discriminare i credenti». Sgreccia: difesa dei valori, non dei precetti
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Fini: «Non siano tolti diritti ai migranti». Scontro tra governo e Onu (18 maggio 2009)
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Eidon)
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ROMA - «Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso». Lo ha detto, a Monopoli, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dialogando con gli studenti sui temi della Costituzione. Il dibattito su bioetica e testamento biologico è stato evocato durante il dibattito in cui gli studenti delle scuole della cittadina pugliese hanno posto al presidente una domanda sull’articolo 33 della Costituzione che parla di libertà per arte e scienza. Fini afferma che su certi temi in lui «il dubbio prevale sulle certezze»: «Ma è un dibattito aperto, oggi, nella nostra società e auspico che venga affrontato senza gli eccessi propagandistici di questi ultimi mesi». Nel corso della sua trasferta pugliese Fini ha anche affrontato il tema dell'immigrazione, rivendicando diritti per i migranti e spiegando che la xenofobia si sconfigge solo con l'integrazione, a partire da quella scolastica.
L'EQUILIBRIO DEI POTERI - Sempre in tema di assetto costituzionale, Fini ha parlato della possibilità di modificare la Carta nelle parti relative all'equilibrio tra i diversi poteri dello Stato. «La seconda parte della Costituzione - ha sottolineato - si può cambiare e serve un nuovo equilibrio tra esecutivo e legislativo. Il governo ha ragione quando dice che i tempi della decisione devono essere celeri; tuttavia il Parlamento, con la sua maggioranza e la sua opposizione, è l'espressione della coralità del Paese e non può essere sacrificato ma oggi le democrazie funzionano se sono rappresentative e governanti». Secondo il presidente della Camera, il punto di equilibrio si raggiunge con «un Parlamento rappresentativo e una democrazia governante». Per Fini al Parlamento spetta «l'indirizzo generale e il controllo dell'operato dell'azione di governo. La democrazia è tale se il palazzo è una casa di vetro ed è trasparente».
«ATTACCO INDEGNO» - Il riferimento alla laicità dello Stato non è però piaciuto a Luca Volontè, dell'Udc, secondo cui «Fini oggi compie il peggiore attacco laicista della storia repubblicana; la fede cristiana non dovrebbe informare il comportamento e le idee dei deputati? Siamo alla vergognosa e inaccettabile discriminazione dei credenti, come ai tempi dei totalitarismi neri del '900». «Il presidente della Camera - ha aggiunto l'esponente centrista - passa dal politically correct alla discriminazione religiosa. Fini vorrebbe favorire il dibattito e le leggi solo nel caso in cui i credenti non abbiano dato il loro contributo. È un attacco alla libertà e alla dignità della Chiesa. Un attacco indegno e insopportabile in una parola, antidemocratico». Anche il leader del partito, Pier Ferdinando Casini, è intervenuto sull'argomento: «Il Parlamento italiano non ha mai fatto leggi tenendo conto dei precetti religiosi ed il presidente Fini ha detto una cosa ovvia ma nel Parlamento c' è chi fa delle battaglie sui valori e sui principi. Per fortuna che in Parlamento c' è ancora qualcuno che fa battaglie su valori e principi che ormai non hanno diritto di cittadinanza in politica».
LA REPLICA DEL VATICANO - Ma la reazione alle parole di Fini arriva anche dal Vaticano: «I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo sono temi non definibili come precetti religiosi; sono temi che riguardano i diritti fondamentali dell’uomo, come il diritto alla vita, il rispetto della vita, i diritti che riguardano l’unità del matrimonio e della famiglia. Non sono precetti religiosi, ma sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione» ha precisato monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. «I cattolici - ha aggiunto monsignor Sgreccia - non hanno mai preteso che si facessero leggi basate unicamente sui precetti religiosi, come andare a messa. Quello su cui si discute sono tutti qualificabili come diritti fondamentali della persone. Vorremmo anzi che il fatto che siano i cattolici a difenderli non facesse pensasse che per questo sono meno carichi di valore umano e che la difesa fatta dai cattolici sia di una razionalità minore. A noi la fede ci conforta nell’argomentazione razionale, non sostituisce mai la ragione umana». Per Sgreccia non vanno inoltre messe in secondo piano le questioni relative alla bioetica, quelle su cui il fronte cattolico è maggiormente impegnato: « Non vanno alzati steccati perchè i cattolici hanno tutte le carte in regole nel lanciare appelli su famiglia, contro l’eutanasia, contro la gravità aborto».
18 maggio 2009
http://www.corriere.it/politica/09_maggio_18/fini_laicita_3d382e5e-43c1-11de-bc99-00144f02aabc.shtml
Il presidente della Camera rilancia il tema della laicità dello Stato
L'ira dell'Udc: "Discriminazione verso i cattolici impegnati in politica"
Fini: "Le leggi non seguano la religione
No a scontri sull'immigrazione"
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MONOPOLI - Due precisi messaggi. Uno a favore della laicità dello Stato, l'altro contro chi usa l'immigrazione per "fini elettorali". Gianfranco Fini torna a farsi sentire. Pronunciando parole che non è facile sentire nel Pdl. Parlando di bioetica durante un incontro sulla Costituzione con studenti di Monopoli, Fini rilancia il tema della laicità dello Stato. Pronunciando parole destinate a far discutere. Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso". Ed ancora: "Il dibattito sulla bioetica è complesso e mi auguro che venga affrontato senza gli eccessi propagandistici che ci sono stati da entrambe le parti perchè queste sono questioni nelle quali il dubbio prevale sulle certezze".
La prima replica viene dall'Udc. E i toni sono duri: "'Si tratta di un appello alla discriminazione verso i cattolici impegnati in politica e tutti coloro che vivono una fede o credono ad una religione. Il presidente della Camera ci riporta nel piu' buio dei totalitarismi neri nel Novecento".
Poi tocca all'immigrazione. A fronte delle roventi polemiche Fini invita ad abbassare i toni e a non usare il tema in vista delle prossime elezioni: "Dovremmo sforzarci tutti di affrontare una questione così complessa e così importante senza cadere nella tentazione di dare vita a un confronto finalizzato unicamente al voto per il Parlamento europeo". Per il presidente della Camera la questione dell'immigrazione è "una sfida culturale difficile ma non impossibile, da affrontare con lungimiranza evitando l'utilizzo di scimitarre e anatemi".
La nuova composizione della società, continua Fini, è un problema ineludibile: "Il fatto vero è che dobbiamo affrontare il problema con una logica diversa dal passato e dal presente. Dobbiamo guidare il fenomeno altrimenti ne verremo travolti e schiacciati e la nostra società entrerà in crisi".
(18 maggio 2009) Tutti gli articoli di politica
http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/fini-parla/fede-e-parlamento/fede-e-parlamento.html