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View Full Version : Separare maschi e femmine a scuola?


sergiof
19-03-2009, 11:45
Pare che maschi e femmine crescano meglio se sono educati separatamente a scuola (e invece in ambiente promiscuo nel resto della giornata).
Sull’aspetto cognitivo, ieri un articolo di Repubblica riferiva della ricerca effettuata dalla "Good Schools Guide" su 700 mila alunne http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/inghilterra-ambiente/inghilterra-scuole-miste/inghilterra-scuole-miste.html
Un precedente articolo di Peg Tyre, su la Repubblica-Newsweek del 12/9/2005, documentava le scoperte scientifiche che fanno luce sul differente modo di apprendere di maschi e femmine.
I risultati positivi però sono anche sul piano relazionale e affettivo a quanto riferisce per es. questo articolo http://www.documentazione.info/article.php?idsez=19&id=716
Io ho un’esperienza positiva. Articoli che documentino il contrario, non ne ho trovati. Qualcuno ha idee in proposito e, se possibile, con riferimenti?

matmat
19-03-2009, 12:19
Se se, se nn ci fossero state ragazze neanche sarei andato a scuola:O
:cool: :cool: :cool:

sergiof
19-03-2009, 12:44
Se se, se nn ci fossero state ragazze neanche sarei andato a scuola:O
:cool: :cool: :cool:In verità, uno dei pressupposti di questa esigenza è proprio il frequente dato di fatto che tu confermi: che a scuola poi si finisce col fare tutt'altro.:)
In sé potrebbe non esserci nulla di male, ma perché allora chiamarla "scuola"?

yggdrasil
19-03-2009, 13:18
io sono favorevole, dentro la scuola si dovrebbe pensare a studiare. poi naturalmente al di fuori ci dovrebbero essere attività culturali e sportive che permettano una buona integrazione sociale. tra l'altro a scuola si dovrebbe portare una divisa, uguale per tutti. altro che pantaloni sotto al didietro per far vedere le mutande finocchio&finocchio :doh:

matmat
19-03-2009, 13:19
In verità, uno dei pressupposti di questa esigenza è proprio il frequente dato di fatto che tu confermi: che a scuola poi si finisce col fare tutt'altro.:)
In sé potrebbe non esserci nulla di male, ma perché allora chiamarla "scuola"?

La scuola prima che essere un luogo di formazione del sapere è un luogo di formazione della vita, si impara a relazionarsi con gli altri, a "crescere" a comportarsi...
vogliono trasformarci in robot superefficienti e superproduttivi
poi sappiamo bene che l'influsso tra sessi è solo salutare
...ma probabilmente è anche vera la tesi sostenuta però sarei meno incentivato, + stressato, + annoiato... poi nn è vero che si fa tutt'altro, anzi, ti dirò che la componente femminile ha contribuito a farmi andare bene nella carriera scolastica rinvigorendo la mia cultura ed il mio orgoglio:cool:

ma sai che palle tutti maschi o femmine:doh:

NetEagle83
19-03-2009, 15:38
Pare che maschi e femmine crescano meglio se sono educati separatamente a scuola (e invece in ambiente promiscuo nel resto della giornata).
Sull’aspetto cognitivo, ieri un articolo di Repubblica riferiva della ricerca effettuata dalla "Good Schools Guide" su 700 mila alunne http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/inghilterra-ambiente/inghilterra-scuole-miste/inghilterra-scuole-miste.html
Un precedente articolo di Peg Tyre, su la Repubblica-Newsweek del 12/9/2005, documentava le scoperte scientifiche che fanno luce sul differente modo di apprendere di maschi e femmine.
I risultati positivi però sono anche sul piano relazionale e affettivo a quanto riferisce per es. questo articolo http://www.documentazione.info/article.php?idsez=19&id=716
Io ho un’esperienza positiva. Articoli che documentino il contrario, non ne ho trovati. Qualcuno ha idee in proposito e, se possibile, con riferimenti?

La storia del maggiore rendimento nelle scuole solo femminili "perchè non c'è la distrazione dei maschi" (:rolleyes:) è un'autentica cavolata... quel tipo di scuole (private) sono generalmente rivolte a ceti sociali medio-alti, per cui la pressione sociale e psicologica sulle studentesse è altissima, e tra l'altro generata già all'interno delle famiglie stesse... sono ragazze abituate al rigore morale e ad una concezione dello studio e della cultura come "potere sociale", probabilmente perchè destinate a ricoprire ruoli di un certo livello grazie alla loro estrazione.

Vorrei proprio vedere una scuola solo femminile di un quartiere degradato... che razza di cavolate che si leggono... bah.

killercode
19-03-2009, 15:44
io ero in una scuola di praticamente soli uomini (50 ragazze su 1000 studenti) eppure era piena di asini

Fedozzo
19-03-2009, 16:17
La storia del maggiore rendimento nelle scuole solo femminili "perchè non c'è la distrazione dei maschi" (:rolleyes:) è un'autentica cavolata... quel tipo di scuole (private) sono generalmente rivolte a ceti sociali medio-alti, per cui la pressione sociale e psicologica sulle studentesse è altissima, e tra l'altro generata già all'interno delle famiglie stesse... sono ragazze abituate al rigore morale e ad una concezione dello studio e della cultura come "potere sociale", probabilmente perchè destinate a ricoprire ruoli di un certo livello grazie alla loro estrazione.

Vorrei proprio vedere una scuola solo femminile di un quartiere degradato... che razza di cavolate che si leggono... bah.

quote sacrosanto

sergiof
19-03-2009, 17:16
La storia del maggiore rendimento nelle scuole solo femminili "perchè non c'è la distrazione dei maschi" (:rolleyes:) è un'autentica cavolata... quel tipo di scuole (private) sono generalmente rivolte a ceti sociali medio-alti, per cui la pressione sociale e psicologica sulle studentesse è altissima, e tra l'altro generata già all'interno delle famiglie stesse... sono ragazze abituate al rigore morale e ad una concezione dello studio e della cultura come "potere sociale", probabilmente perchè destinate a ricoprire ruoli di un certo livello grazie alla loro estrazione.

Vorrei proprio vedere una scuola solo femminile di un quartiere degradato... che razza di cavolate che si leggono... bah.
Quello che dici sulla pressione sociale e psicologica lo condivido. Penso però che si tratti di aspetti negativi che sarà certamente presenti in alcuni casi, forse molti, ma non certo nella maggioranza. Tra l'altro, per come vedo io la scuola, una pressione di quel tipo è dannosa e le prestazioni eccellenti sono pura apparenza, perché poi ci sono i crolli psicologici ecc.

Riguardo invece alle scuole femminili in quartieri degradati, su questo ti posso garantire che ce ne sono, e ottengono risultati sorprendenti. Rispetto ai loro coetanei in scuole miste, tra gli alunni "disagiati" che le frequentano ci sono comportamenti sociali più rispettosi, una concezione della donna più liberale, meno droga ecc.

Se ti interessa (o se non ti fidi della mia memoria) posso cercare i riferimenti e farteli avere. Quello che non ho trovato sono dati contrari, ma dati a favore delle scuole singe-sex ne ho parecchi.

sergiof
19-03-2009, 17:24
io ero in una scuola di praticamente soli uomini (50 ragazze su 1000 studenti) eppure era piena di asinima è che noi uomini siamo tendenzialmente asini...:)
A parte gli scherzi, è chiaro che il modello educativo non è la cosa principale, la cosa principale è la qualità del clima educativo. Il fatto è che tale clima positivo -in base ai dati che circolano da alcuni anni a questa parte- pare che si crei con maggiore facilità (o che abbia maggiore incidenza) nelle scuole omogenee. Forse la tua scuola aveva insegnanti poco motivati? o forse le classi non erano omogenee ma semplicemente c'era una minore presenza femminile, o forse l'omogeneità non era una scelta pedagogica, ma un dato di fatto casuale... Non so. Cmq grazie per il contributo.:)

sergiof
19-03-2009, 18:08
La scuola prima che essere un luogo di formazione del sapere è un luogo di formazione della vita, si impara a relazionarsi con gli altri, a "crescere" a comportarsi...Le scuole monogenere hanno proprio questo scopo, di educare la persona “a tutto tondo” e non solo in alcuni aspetti. I risultati positivi sono più evidenti proprio nel carattere, nelle relazioni interpersonali, ma sui mas media fanno meno notizia.
poi sappiamo bene che l'influsso tra sessi è solo salutareè vero, ma fino ad una certa età è importante costruire la propria identità, anche quella di genere, proprio per favorire un’interazione più ricca tra i sessi. Nei primi anni dell’adolescenza mi sembra che ognuno cerchi innanzi tutto di capire se stesso. E in questo la classe monogenere aiuta.
nn è vero che si fa tutt'altro, anzi, ti dirò che la componente femminile ha contribuito a farmi andare bene nella carriera scolastica rinvigorendo la mia cultura ed il mio orgoglio:cool: anche io penso che a volte avvenga questo, però non è la cosa più frequente. Penso che avvenga soprattutto quando si è più maturi, magari verso la fine del liceo.
...ma probabilmente è anche vera la tesi sostenuta però sarei meno incentivato, + stressato, + annoiato... ma sai che palle tutti maschi o femmine:doh:
Su questo credo che ci sia l’unanimità. Lo pensano tutti. E forse in parte sarà vero. Ma quello che io vedo è che anche nelle scuole omogenee ci si diverte un mondo. In modi diversi, forse più “camerateschi”, ma ti assicuro che ho raccolto testimonianze molto chiare in tal senso. Chi pensa che sia una noia forse non ha sperimentato quel tipo di ambiente. O magari è stato sfortunato. Ripeto però che scrivo questo perché sono i dati che ho, ma se qualcuno mi segnala altre fonti, sono pronto a modificare il mio pensiero.

NetEagle83
19-03-2009, 18:32
Quello che dici sulla pressione sociale e psicologica lo condivido. Penso però che si tratti di aspetti negativi che sarà certamente presenti in alcuni casi, forse molti, ma non certo nella maggioranza. Tra l'altro, per come vedo io la scuola, una pressione di quel tipo è dannosa e le prestazioni eccellenti sono pura apparenza, perché poi ci sono i crolli psicologici ecc.

Forse non mi sono spiegato bene... le scuole citate nell'articolo sono private, e specie nei paesi anglosassoni le scuole private sono esplicitamente rivolte all'elìte, ai figli di persone con una posizione economico-sociale elevata (anche perchè sono gli unici che possono permettersele, visto quanto costano...). La pressione psicologica (che naturalmente, come dici tu, è potenzialmente dannosa) in quei casi è data dalla condizione sociale in sè e dalla famiglia, non dalla scuola...

Tra l'altro l'impostazione culturale dei paesi anglosassoni (USA e Regno Unito in particolare) è profondamente individualista, competitiva e meritocratica, da quelle parti vige il motto "se hai ottenuto qualcosa senza faticare vuol dire che non te lo sei meritato", quindi i ragazzi di buona famiglia sono educati alla "fatica intellettuale" per dimostrare di aver diritto ad occupare la loro posizione sociale elevata. Son tutte cose note, e interessantissime tra l'altro... se ti va puoi leggere l'immortale "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" di Max Weber, uno dei padri della sociologia moderna. Sono in totale due saggi che parlano anche di queste tematiche. :)

Riguardo invece alle scuole femminili in quartieri degradati, su questo ti posso garantire che ce ne sono, e ottengono risultati sorprendenti. Rispetto ai loro coetanei in scuole miste, tra gli alunni "disagiati" che le frequentano ci sono comportamenti sociali più rispettosi, una concezione della donna più liberale, meno droga ecc.

Se ti interessa (o se non ti fidi della mia memoria) posso cercare i riferimenti e farteli avere. Quello che non ho trovato sono dati contrari, ma dati a favore delle scuole singe-sex ne ho parecchi.

No no, non è che non mi fido, ci mancherebbe... è che ho qualche dubbio di ordine "metodologico", per così dire, su come siano state condotte le ricerche di cui parli... sai, la ricerca sociologica ha un metodo ben preciso, ci vuole una quantità di dati impressionante per arrivare a conclusioni attendibili... e spesso in rete si trovano studi alquanto discutibili da questo punto di vista. Per questo ti invito ad avere un certo spirito critico nel valutare questo tipo di ricerche. :)

xcdegasp
20-03-2009, 10:33
In verità, uno dei pressupposti di questa esigenza è proprio il frequente dato di fatto che tu confermi: che a scuola poi si finisce col fare tutt'altro.:)
In sé potrebbe non esserci nulla di male, ma perché allora chiamarla "scuola"?

forse perchè è anche quella una forma di educazione e modello educativo, il potersi rapportare con il sesso opposto allo stesso modo di doversi confrontare con chi, per qualsiasi ragione, possiede un colore differente :)
è alla base di una comunità sana :p

c'è da ricordare che l'asilo e scuole materne sono miste :D

matmat
20-03-2009, 18:55
Ho letto nella discussione che riguarda scuole private
beh a sto punto i risultati sono "tendenziosi", pare quasi uno spot, poi è logico che gli studenti delle scuole private "vanno bene" sennò il padre visto che paga e nn vede i risultati sarebbe portato a trasferirlo in un altra scuole con relativa migrazione di capitali.
Gli studenti di scuole private son tutti dei geni luminari:rolleyes:
per il resto condivido NetEagle

sergiof
20-03-2009, 21:20
Sono un po' di fretta, per cui rispondo insieme a "matmat" e "NetEagle83" con un riferimento all'articolo del http://www.nytimes.com/2009/03/11/education/11gender.html
Si parla (per quel poco che capisco di inglese) una scuola pubblica del Bronx, New York, in cui stanno avendo risultati confortanti con gente che in Italia viene considerata "a rischio" all'ennesima potenza.
Non vi pare strano che i risultati siano buoni sia con ricchi che con poveri?
Io ho un'esperienza positiva per cui non mi meraviglia, ma penso che questi dati siano abbastanza convincenti. Anche se le osservazioni che ho letto nei post precedenti mi sembrano interessanti.
Cmq, avevo aperto la discussione anche nella speranza che qualcuno mi indicasse una bibliografia o qualche riferimento opposto: ma vedo che non sono l'unico a non trovarne:) .

-kurgan-
20-03-2009, 21:58
In verità, uno dei pressupposti di questa esigenza è proprio il frequente dato di fatto che tu confermi: che a scuola poi si finisce col fare tutt'altro.:)
In sé potrebbe non esserci nulla di male, ma perché allora chiamarla "scuola"?

quello che vuoi evitare che si impari a scuola fa parte, che piaccia o meno, del percorso formativo di ognuno. Una persona matura e adulta sa rapportarsi anche con l'altro sesso, proprio parlando di crescita dell'individuo. Io non ci vedo niente di male nel rapportarsi al prossimo, anzi credo che la scuola sia fin troppo una gabbia dorata separata dalla vita quotidiana. Una persona matura non è solo un pappagallo che ha imparato a memoria quattro libri.

sergiof
20-03-2009, 22:36
Una persona matura non è solo un pappagallo che ha imparato a memoria quattro libri.Sono pienamente d'accordo su questo.
La separazione, solo in limitati momenti della giornata, a scuola, è un mezzo, non un fine. Il fine è proprio raggiungere la maturità.
Poiché ragazzi e ragazze recepiscono in modi molto diversi gli stimoli, è bene tenerne conto. Queste scuole li separano per dare a ognuno ciò che più serve a ciascuno per divenire un uomo o una donna migliori. E i risultati gli danno ragione. Vengono fuori ragazzi e ragazze con qualità sviluppate in misura maggiore rispetto ai coetanei di scuole miste (oviamente ci saranno delle eccezioni...). E come avrai letto nell'articolo del "New York Times" che ho linkato, ciò vale anche nei quartieri poveri come il Bronx. Quindi, anche se la cosa più importante è la qualità dei docenti, mi pare ragionevole pensare che il modelo single-sex abbia una sua validità. Cmq se mi fai altre osservazioni o mi segnali un articolo o qualche cosa in contrario te ne sono grato.:)

sergiof
20-03-2009, 22:50
forse perchè è anche quella una forma di educazione e modello educativo, il potersi rapportare con il sesso opposto allo stesso modo di doversi confrontare con chi, per qualsiasi ragione, possiede un colore differente :) è alla base di una comunità sana :p
Ciao "xcdegasp". Capisco e condivido quello che dici. Ma nelle scuole single-sex -dicono i sociologi- ma per me è solo una conferma di ciò che sperimento - che si impara a relazionarsi meglio con gli altri , anche con le persone dell'altro sesso. Provare per credere.
Cmq una spiegazione c'è, ed è che nelle scuole miste (non sempre, ma in misura maggiore che nelle altre) vengono consolidati gli stereotipi, per cui ciascun sesso non si comporta "per come è", ma "per come l'altro sesso si aspetta che io sia". Invece nelle scuole omogenee il comportamento è più naturale, sotto questo profilo.
Ripeto che sono i dati che ho, ma se qualcuno ha dati differenti sono pronto a :muro: oppure a :cry: .
Ciao

DevilMalak
21-03-2009, 17:12
Io sono in una scuola in cui ci sono quasi solo maschi ed è pieno di studenti che hanno difficoltà nel relazionarsi con le femmine e comunque ne conoscono pochissime. Ricordiamoci che la scuola serve anche a conoscere gente e fare amicizia ;)

NetEagle83
21-03-2009, 18:00
Sono un po' di fretta, per cui rispondo insieme a "matmat" e "NetEagle83" con un riferimento all'articolo del http://www.nytimes.com/2009/03/11/education/11gender.html
Si parla (per quel poco che capisco di inglese) una scuola pubblica del Bronx, New York, in cui stanno avendo risultati confortanti con gente che in Italia viene considerata "a rischio" all'ennesima potenza.
Non vi pare strano che i risultati siano buoni sia con ricchi che con poveri?
Io ho un'esperienza positiva per cui non mi meraviglia, ma penso che questi dati siano abbastanza convincenti. Anche se le osservazioni che ho letto nei post precedenti mi sembrano interessanti.
Cmq, avevo aperto la discussione anche nella speranza che qualcuno mi indicasse una bibliografia o qualche riferimento opposto: ma vedo che non sono l'unico a non trovarne:) .

Mah... ho letto l'articolo ma continuo a rimanere perplesso. La cosa che più mi lascia dubbioso è che (lo so per certo per via dei miei studi) la scuola è considerata da TUTTI i sociologi, psicologi, pedagogisti ecc. prima di tutto l' "agenzia sociale" più importante insieme alla famiglia, ovvero un luogo dove si apprendono le regole del vivere sociale (il cosiddetto processo di "social learning"), e POI il luogo dove si trasmette il sapere... ora, come si fa ad avere un corretto processo di socializzazione omettendo il rapporto con l'altro sesso? Fino a che punto si può essere sicuri di non rischiare di far uscire da quelle scuole persone che non sanno instaurare corretti rapporti sociali (inevitabili) con l'altro sesso? Hanno mai monitorato il comportamento degli studenti DOPO essere usciti da quelle scuole?

Queste cose in quell'articolo non le ho viste... servono riferimenti più precisi e approfonditi, altrimenti non si può affermare nè la positività di queste scuole, nè il contrario. :)

NetEagle83
21-03-2009, 18:07
Ciao "xcdegasp". Capisco e condivido quello che dici. Ma nelle scuole single-sex -dicono i sociologi- ma per me è solo una conferma di ciò che sperimento - che si impara a relazionarsi meglio con gli altri , anche con le persone dell'altro sesso. Provare per credere.
Cmq una spiegazione c'è, ed è che nelle scuole miste (non sempre, ma in misura maggiore che nelle altre) vengono consolidati gli stereotipi, per cui ciascun sesso non si comporta "per come è", ma "per come l'altro sesso si aspetta che io sia". Invece nelle scuole omogenee il comportamento è più naturale, sotto questo profilo.
Ripeto che sono i dati che ho, ma se qualcuno ha dati differenti sono pronto a :muro: oppure a :cry: .
Ciao

Attenzione, il fatto che ognuno si comporti "come gli altri si aspettano" è un meccanismo sociale molto più ampio di ciò che riguarda la scuola... c'è un'intera teoria chiamata "costruzione sociale dell'identità" che afferma che tutti noi adottiamo, più o meno consciamente, quel comportamento... e guarda che è una cosa molto più delicata di ciò che sembra. Ad esempio, l'identità sessuale è un qualcosa che si forma grazie ad elementi biologici (sistema endocrino, ecc.) e SOCIALI... ovvero si "impara" anche socialmente a comportarsi da uomo o da donna interagendo con i nostri simili.

In una scuola single-sex c'è il rischio "potenziale" (non si può essere sicuri senza dati alla mano) di non avere "termini di paragone", e quindi di sviluppare "dissonanze cognitive" da quel punto di vista... son cose complesse, e troppo difficili da spiegare in due parole, ma è bene non dimenticare che si tratta di questioni molto delicate. :)

sergiof
30-03-2009, 21:48
Attenzione, il fatto che ognuno si comporti "come gli altri si aspettano" è un meccanismo sociale molto più ampio di ciò che riguarda la scuola... c'è un'intera teoria chiamata "costruzione sociale dell'identità" che afferma che tutti noi adottiamo, più o meno consciamente, quel comportamento... e guarda che è una cosa molto più delicata di ciò che sembra. Ad esempio, l'identità sessuale è un qualcosa che si forma grazie ad elementi biologici (sistema endocrino, ecc.) e SOCIALI... ovvero si "impara" anche socialmente a comportarsi da uomo o da donna interagendo con i nostri simili.

In una scuola single-sex c'è il rischio "potenziale" (non si può essere sicuri senza dati alla mano) di non avere "termini di paragone", e quindi di sviluppare "dissonanze cognitive" da quel punto di vista... son cose complesse, e troppo difficili da spiegare in due parole, ma è bene non dimenticare che si tratta di questioni molto delicate. :)Scusami se rispondo con tanto ritardo, anche se qui non dobbiamo scrivere un trattato, ho preferito riguardare un po' di materiale, visto la pertinenza della tua risposta (di cui ti ringrazio perché per me è di grande stimolo). Al tuo precende post risponderò più avanti.

In relazione alla costruzione della propria identità, anche –oggi direi soprattutto– sessuale, molti pedagogisti, più che alla conoscenza tra i sessi, conferiscono maggiore importanza alla crescita armonica della persona nella sua globalità, che sembra si ottenga meglio con l’educazione single-sex per vari motivi. Uno di questi è che viene favorita dal fatto che il/la docente in quelle scuole è dello stesso sesso del/della discente. Infatti è l’identificazione del bambino con il padre (o con altra figura maschile di riferimento) (e della bambina con la madre) che risulta della massima rilevanza per lo sviluppo della stabilità psicologica interiore del ragazzo. Ogni alunno/a avrà nei/nelle docenti vari modelli del proprio sesso tra i quali “scegliere” quello con cui “identificarsi”. Ci sono molti modi di essere veramente maschio o veramente femmina. Oggi, però, a casa i padri non ci sono, a scuola le prof sono in prevalenza donne... e infatti mi pare che –almeno per gli adolescenti maschi– qualche problemino ci sia...;)

sergiof
22-04-2009, 16:07
Segnalo che la rivista “TUTTOSCUOLA” ha messo nella home page la notizia di un Congresso Internazionale a Roma su questo argomento http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.fcgi?ID=19734&
Mi sembra un'occasione molto ghiotta per conoscere i pro e i contro di questo modello educativo.
Ovviamente anche chi lavora nella scuola mista potrebbe riflettere su questi dati per tenere meglio conto delle differenze di genere a scuola.

NetEagle83
22-04-2009, 17:37
Scusami se rispondo con tanto ritardo, anche se qui non dobbiamo scrivere un trattato, ho preferito riguardare un po' di materiale, visto la pertinenza della tua risposta (di cui ti ringrazio perché per me è di grande stimolo). Al tuo precende post risponderò più avanti.

In relazione alla costruzione della propria identità, anche –oggi direi soprattutto– sessuale, molti pedagogisti, più che alla conoscenza tra i sessi, conferiscono maggiore importanza alla crescita armonica della persona nella sua globalità, che sembra si ottenga meglio con l’educazione single-sex per vari motivi. Uno di questi è che viene favorita dal fatto che il/la docente in quelle scuole è dello stesso sesso del/della discente. Infatti è l’identificazione del bambino con il padre (o con altra figura maschile di riferimento) (e della bambina con la madre) che risulta della massima rilevanza per lo sviluppo della stabilità psicologica interiore del ragazzo. Ogni alunno/a avrà nei/nelle docenti vari modelli del proprio sesso tra i quali “scegliere” quello con cui “identificarsi”. Ci sono molti modi di essere veramente maschio o veramente femmina. Oggi, però, a casa i padri non ci sono, a scuola le prof sono in prevalenza donne... e infatti mi pare che –almeno per gli adolescenti maschi– qualche problemino ci sia...;)

Ehm, no... l'identificazione con il padre di cui parli è stata teorizzata dal buon vecchio Freud, ma il processo che descriveva era ben diverso da come lo stai spiegando tu... quello che hai tralasciato è il famoso "complesso di Edipo", ovvero quel meccanismo che "dopo" l'indentificazione con il padre porta il bambino/ragazzo a desiderare la madre... ed è questa secondo Freud la tappa fondamentale che porta all'armonia tra assetto psichico e inclinazione sessuale... quindi tale teoria prevede l'essenzialità della presenza sia del padre che della madre proprio perchè essi sono di sesso opposto, e tramite la presenza di tale diversità il bambino si identifica anche sessualmente con il padre e sviluppa il proprio orientamento, che troverà conferme poi (e questo è importantissimo) nel rapporto con i coetanei dell'altro sesso (amichette, compagne di scuola ecc.).

Detto questo, in ogni caso questa sorta di "transfert" dal genitore all'insegnante che proponi tu è dannoso in ogni caso... perchè si tratta di due figure totalmente diverse e "complementari", non "sovrapponibili"... una cosa è identificarsi con il padre e "scoprire", per così dire, di desiderare la propria madre (che poi è una cosa totalmente inconscia e passeggera), un'altra è identificarsi con un perfetto estraneo, perchè se poi quell'estraneo mostra comportamenti "devianti" di suo (anche lievi, come il feticismo ad esempio) il bambino/ragazzo imita inconsciamente quel comportamento e si fanno solo danni...

Non riesco a spiegarmi meglio di così, spero tu abbia capito cosa intendo. :) D'altronde, ripeto, sono argomenti molto complessi, ed è molto difficile sintetizzare...

Dream_River
23-04-2009, 12:41
Personalmente non mi convince un modello del genere, e in 3 anni di Pedagogia alla superiori mi sembra che lo sviluppo del pensiero pedagogico sia andato evolvendo in tutt'altra direzione.
Mi permetto di consigliarti di leggerti "Democrazia e Educazione" di Dewey, penso che aiuti a evidenziare i rischi che un tale modello rischia di comportare

specie nei paesi anglosassoni le scuole private sono esplicitamente rivolte all'elìte, ai figli di persone con una posizione economico-sociale elevata (anche perchè sono gli unici che possono permettersele, visto quanto costano...)

Questo non è vero, e mi sembra che tu stesso abbia negato questa affermazione quando poco dopo riconosci la forte meritocrazia del sistema anglosassone.
Sono più scettico sul modello americano, ma IMHO il modello anglosassone sarebbe da prendere come punto di riferimento per costruire un sistema scolastico dove SOLO i meritevoli possono arrivare ai livelli più alti

8ash4
23-04-2009, 13:00
Rispondendo alla domanda del topic, secondo me non servirebbe a molto. Si gira attorno al problema scansandolo. Il problema degli adolescenti di oggi è che hanno tutto e non hanno voglia di fare più niente. Già a 7 anni sono abituati a passare le ora davanti a console e tv satellitare, i genitori non hanno nè tempo e nè voglia di stargli dietro e se un professore si permette di dire qualcosa se la prendono col professore e non con il figlio. I nullafacenti ci sono sempre stati ma più si va avanti e più si stanno adattando tutti verso quello standard. Altro che separare maschi e femmine, dovrebbero mettere facebook vietato ai minori di 18 anni!:rolleyes:

NetEagle83
23-04-2009, 13:25
Personalmente non mi convince un modello del genere, e in 3 anni di Pedagogia alla superiori mi sembra che lo sviluppo del pensiero pedagogico sia andato evolvendo in tutt'altra direzione.
Mi permetto di consigliarti di leggerti "Democrazia e Educazione" di Dewey, penso che aiuti a evidenziare i rischi che un tale modello rischia di comportare

Dici a me o a sergiof?

Comunque guarda, se riesco a trovarlo lo leggerò di sicuro... :) Però, se ti riferisci al mio post, sottolineo che quel "modello" non è certo "mio", ma di Freud! :D E lo so benissimo che la Psicologia/Pedagogia moderna hanno ridimensionato un po' la validità (prima ritenuta universale e certa) di quelle teorie... io rispondevo a sergiof, che aveva parlato di identificazione con il padre... e beh, se si ritiene valido un meccanismo del genere non si può prescindere da Freud e dal complesso di Edipo. :)


Questo non è vero, e mi sembra che tu stesso abbia negato questa affermazione quando poco dopo riconosci la forte meritocrazia del sistema anglosassone.
Sono più scettico sul modello americano, ma IMHO il modello anglosassone sarebbe da prendere come punto di riferimento per costruire un sistema scolastico dove SOLO i meritevoli possono arrivare ai livelli più alti

Ma no, io quando parlavo di persone benestanti non intendevo certo "raccomandate", nel senso che diamo noi al termine... vedi, la cultura anglosassone è fortemente influenzata dall'etica protestante, che si basa su valori quali il sacrificio, il duro lavoro ecc. È il sistema di pensiero più meritocratico che esista... ma proprio per questo, chi ne ha la possibilità manda i figli nelle scuole private (costosissime... ecco perchè dico che solo loro possono permettersele), perchè rappresentano l'eccellenza, le roccaforti del sapere genuino dove si studia il triplo rispetto ad una scuola pubblica (l'esatto contrario di come sono da noi insomma). E i ragazzi si sentono in qualche modo "obbligati" a dare il massimo, è una sorta di "dovere" imposto dal loro status sociale, devono dimostrare di essere eccellenti per "meritare" la loro posizione elevata. È questo che intendevo. :)

gugoXX
23-04-2009, 16:22
Proposta antestorica.
Sono molti di piu' i benefici dell'incontro e confronto dei 2 sessi e delle culture differenti di quanti invece siano quelli dell'isolazionismo.
Se e' vero che per certe attivita' la separazione dei sessi possa fare bene, che lo si faccia nei limiti di tali attivita', non per tutto il corso di insegnamento.
Vedrei bene certe attivita', limitatamente ad alcune lezioni p.es. di educazione sessuale suddivisa tra i 2 differenti sessi, ma solo per alcune lezioni, non per tutto il corso d'insegnamento.
Idem per educazione fisica, talvolta puo' venire spontanea la suddivisione sessuale a seconda delle inclinazioni fisiche naturali e interessi maschio/femmina, ma anche li' sopratutto li' la lascerei come eccezione, non come regola.

Dream_River
24-04-2009, 12:43
Dici a me o a sergiof?

Comunque guarda, se riesco a trovarlo lo leggerò di sicuro... :) Però, se ti riferisci al mio post, sottolineo che quel "modello" non è certo "mio", ma di Freud! :D E lo so benissimo che la Psicologia/Pedagogia moderna hanno ridimensionato un po' la validità (prima ritenuta universale e certa) di quelle teorie... io rispondevo a sergiof, che aveva parlato di identificazione con il padre... e beh, se si ritiene valido un meccanismo del genere non si può prescindere da Freud e dal complesso di Edipo. :)


Infatti io sono d'accordo con te, il mio intervento era una critica alla divisione dei sessi

sergiof
27-04-2009, 18:51
Proposta antestorica.Sul fatto che sia opinabile, sono d’accordo, ma non mi sembra antistorica. La ricerca più all’avanguardia continua a sfornare argomenti a favore della separazione.
Se e' vero che per certe attivita' la separazione dei sessi possa fare bene, che lo si faccia nei limiti di tali attivita', non per tutto il corso di insegnamento.
Vedrei bene certe attivita', limitatamente ad alcune lezioni p.es. di educazione sessuale suddivisa tra i 2 differenti sessi, ma solo per alcune lezioni, non per tutto il corso d'insegnamento.
Idem per educazione fisica, talvolta puo' venire spontanea la suddivisione sessuale a seconda delle inclinazioni fisiche naturali e interessi maschio/femmina, ma anche li' sopratutto li' la lascerei come eccezione, non come regola.Mi pare interessantissimo ciò che scrivi. Per esempio, in Germania le femministe hanno ottenuto proprio questo.
Negli USA invece la maggior parte delle scuole statali che offrono l’educazione single-sex lo fanno in blocco per tutte le materie, ma ce ne sono alcune che invece sono scuole miste con classi separate, e altre ancora che hanno classi miste, ma separano maschi e femmine in alcune materie. C'è una certa gradualità nelle possibili scelte.

sergiof
27-04-2009, 19:01
Scusate se ora mi limito a segnalare due articoli recentissimi che danno solo un’idea della questione:
http://www2.tecnicadellascuola.it/index.php?id=25665&action=view#
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scuola/grubrica.asp?ID_blog=60&ID_articolo=1005&ID_sezione=255&sezione=
Con più calma risponderò agli altri.
Ciao

gugoXX
28-04-2009, 09:55
Sul fatto che sia opinabile, sono d’accordo, ma non mi sembra antistorica. La ricerca più all’avanguardia continua a sfornare argomenti a favore della separazione.

Antestorica perche' da noi in Italia (e in Europa in generale) le scuole in passato erano divise per sesso gia' prima che negli Stati Uniti, e si sono poi convertite a scuole miste.
Vuoi vedere che avevano ragione i preti e le suore?

sergiof
02-05-2009, 12:51
Antestorica perche' da noi in Italia (e in Europa in generale) le scuole in passato erano divise per sesso gia' prima che negli Stati Uniti, e si sono poi convertite a scuole miste.il piccolo particolare che trascuri è che il passaggio alle miste è avvenuto senza un previo dibattito pubblico e soprattutto senza una previa sperimentazione pedagogica.
Adesso ci si è resi conto che la strada intrapresa non conduceva dove si desiderava arrivare e si fa marcia indietro. Forse sarà "antestorico", come dici, ma è un indice di progresso.

gugoXX
02-05-2009, 14:40
il piccolo particolare che trascuri è che il passaggio alle miste è avvenuto senza un previo dibattito pubblico e soprattutto senza una previa sperimentazione pedagogica.
Adesso ci si è resi conto che la strada intrapresa non conduceva dove si desiderava arrivare e si fa marcia indietro. Forse sarà "antestorico", come dici, ma è un indice di progresso.

Hai fonti che conefermino che il passaggio alla scuola mista e' avvenuto dal giorno alla notte senza studi pedagogici e dibattiti pubblici?
Proviamo a chiedere ai pedagogi se e' proprio vero che tutti si sono dimenticati di questo piccolo particolare che anche io avrei trascurato?

sergiof
02-05-2009, 15:30
Hai fonti che conefermino che il passaggio alla scuola mista e' avvenuto dal giorno alla notte senza studi pedagogici e dibattiti pubblici?
Proviamo a chiedere ai pedagogi se e' proprio vero che tutti si sono dimenticati di questo piccolo particolare che anche io avrei trascurato?Solo adesso mi sono accorto che la mia risposta poteva sembrare polemica. Ti chiedo scusa per questo.
Sì, ho fonti che lo affermano. Senza andare lontano, anche al congresso internazionale di cui sopra è stato confermato questo fatto che a me pare assurdo.
Quando ho aperto questo topic avevo scritto che [della scuola separata per sesso] “ho un’esperienza positiva. Articoli che documentino il contrario, non ne ho trovati. Qualcuno ha idee in proposito e, se possibile, con riferimenti?”.
Quindi se tu riesci a trovare qualche pedagogista che ti indichi un libro o un articolo mi faresti un grande favore. Ma cmq mi interessa anche un confronto sulla base delle tue considerazioni personali.:)

sergiof
02-05-2009, 15:46
Rispondendo alla domanda del topic, secondo me non servirebbe a molto. Si gira attorno al problema scansandolo. Il problema degli adolescenti di oggi è che hanno tutto e non hanno voglia di fare più niente. Già a 7 anni sono abituati a passare le ora davanti a console e tv satellitare, i genitori non hanno nè tempo e nè voglia di stargli dietro e se un professore si permette di dire qualcosa se la prendono col professore e non con il figlio. I nullafacenti ci sono sempre stati ma più si va avanti e più si stanno adattando tutti verso quello standard. Altro che separare maschi e femmine, dovrebbero mettere facebook vietato ai minori di 18 anni!:rolleyes:Vedi, nelle scuole single-sex di solito i/le docenti sono dello stesso sesso dei/delle discenti, e questo pare che sia uno dei punti forza del sistema, perché il dialogo tra docente e allievo in questo caso è più disteso e più aperto. Ne segue che in queste scuole si riesce a motivare meglio alunni e alunne non solo nello studio, ma anche nel loro impegno a migliorarsi in generale: nei rapporti con gli altri ecc.

gugoXX
02-05-2009, 16:15
Solo adesso mi sono accorto che la mia risposta poteva sembrare polemica. Ti chiedo scusa per questo.
Sì, ho fonti che lo affermano. Senza andare lontano, anche al congresso internazionale di cui sopra è stato confermato questo fatto che a me pare assurdo.
Quando ho aperto questo topic avevo scritto che [della scuola separata per sesso] “ho un’esperienza positiva. Articoli che documentino il contrario, non ne ho trovati. Qualcuno ha idee in proposito e, se possibile, con riferimenti?”.
Quindi se tu riesci a trovare qualche pedagogista che ti indichi un libro o un articolo mi faresti un grande favore. Ma cmq mi interessa anche un confronto sulla base delle tue considerazioni personali.:)

Mie idee in proposito?
Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo, ho fatto 4 anni in classe mista e 4 anni in classe maschile.
E la mia opinione personale in merito e' che la scuola mista e' decisamente migliore per quanto riguarda la parte di confronto per la coeducazione.
(PS comunque i professori non erano solo maschi)

sergiof
03-05-2009, 15:53
Hai fonti che conefermino che il passaggio alla scuola mista e' avvenuto dal giorno alla notte senza studi pedagogici e dibattiti pubblici?
La tua domanda mi ha spinto a verificare meglio.
Effettivamente, pare che già ai primi dell’Ottocento qualcuno abbia teorizzato la superiorità della scuola mista. Ma non ho dati precisi. Invece ho trovato conferma che a quel tempo i vari Stati hanno iniziato ad organizzate l’istruzione, che era prevalentemente maschile, per motivi noti. Con il progresso sociale, sempre più spesso le scuole hanno accolto anche le donne e quindi molte scuole per un certo tempo sono state di fatto miste. Sottolineo "di fatto" perché, appunto, non vi era sotteso un progetto pedagogico.
Penso che con l’aumento del numero delle donne da istruire sia diventato possibile organizzare anche scuole che tenessero maggiormente conto delle loro specificità, anche se con alcune storture. Quello che è certo è che fino alla metà del XX sec. la scuola omogenea (maschile e femminile) è stata prevalente.
Solo negli anni Sessanta/Settanta del secolo scorso, invece, si è estesa nei Paesi occidentali la scuola mista. Quale sia il motivo non è chiaro. Gli studiosi dicono solo che si era diffusa l’opinione che essa fosse più “naturale” e più “adatta” per preparare i giovani alla vita. Ma alla base di questa “diffusa opinione” non risultano esserci ricerche o dati scientifici. Non risulta che ci sia stata un’adeguata riflessione pedagogica, né che fossero stati raccolti adeguati dati empirici che consigliassero il passaggio alla scuola mista.
Viene citato un lavoro inglese di Dale, pubblicato in 3 volumi tra il 1969 e il 1974, che però è successivo alla svolta (quindi potrebbe apparire una sorta di giustificazione “a posteriori”), i cui risultati però pare che siano contraddetti da una mole notevole di ricerche avvenute negli ultimi 40 anni, che sarebbero invece a favore della scuola omogenea.
Se ti interessa, puoi verificare queste informazioni nelle pubblicazioni di Cornelius Riordan, uno dei sociologi americani che ha studiato maggiormente il confronto tra scuola mista e scuola omogenea. Un altro autore, un certo Kraul M. (1998), che non conosco, attesta che le scuole miste si sono diffuse per motivi “pratici” o per ragioni “ideologiche”.

sergiof
03-05-2009, 16:36
Per “NetEagle83” e per “Dream_River”.
A proposito dei risultati condizionati dal ceto socio-culturale delle famiglie, vorrei segnalare che in Gran Bretagna nelle graduatorie stilate del General Certificate of Secundary Schools (2008, l’ultimo disponibile), tra le prime 100 scuole, 81 sono single-sex.
Volendo considerare il parametro statali/private, tra le prime 100 le indipendent schools sono 71, le state schools sono 29.
Il dato che mi pare interessante per il discorso che facevate è che, tra le 29 state schools, quelle single-sex sono 25, mentre solo 4 sono miste. Mi sembra quindi che anche considerando solo le scuole statali il modello single-sex dia migliori risultati.

Ne approfitto per chiedere a qualche forumista che conosca il mondo anglosassone che credito si possa dare a questo General Certificate of Secundary Schools.

sergiof
10-05-2009, 17:28
Il Corriere della Sera di oggi dedica due intere pagine all'argomento: conferma che 40 milioni di studenti vanno in scuole single-sex (nel mondo).
http://www.corriere.it/cronache/09_maggio_10/Maschi_e_femmine_classi_separate_arachi_2f3692ee-3d38-11de-bd09-00144f02aabc.shtml
Mi sembra che una volta tanto ci troviamo davanti ad un giornalista che si è documentato per bene prima di scrivere:)

Dream_River
10-05-2009, 18:34
Molto interessanti entrambi gli articoli, ma sarei interessato a sapere quali sono i criteri con cui vengono valutate queste scuole, sarò malfidato, ma ci scommetterei che sono tutti criteri formativi, e nessuno educativo

Inoltre, direi che l'articolo del corriere conclude con una domanda tutt'altro che banale

«Se il contatto tra generi è così pericoloso in classe, allora può esserlo anche sul lavoro. Dividiamo gli uffici: perché a scuola sì e negli altri posti no?»

sergiof
11-05-2009, 19:47
Sono contento che ti siano parsi interessanti.:)
Che cosa intendi per formativo e che cosa per educativo?
Mi interessa.
Riguardo alla conclusione che citi, mi sembra che il prof Scaparro (mi pare che sia sua la citazione) non abbia avuto il tempo di leggere l'abbondante bibliografia sull'argomento. Su altri temi infatti mi pare sia più ferrato.:)

xenom
12-05-2009, 08:47
Indipendentemente dai vantaggi derivanti dalla separazione per sesso, la trovo una gran cavolata. Anche se porterebbe vantaggi dal punto di vista cognitivo, sicuramente non li porta in quello sociale...

sergiof
17-05-2009, 17:54
Perché dici questo? Che cosa intendi per beneficio "sociale"?
Per citare uno dei tanti esempi riferiti dalla stampa a favore delle scuole soingle-sex, tra le ragazze (povere) che studiano in una scuola femminile nel Bronx di New York la percentuale di quelle che si iscrive all'università è maggiore della media della stessa città di New York. Questo mi pare un significativo indice di beneficio sociale.:) Ma ce ne sono tanti altri.
O per "sociale" intendi un'altra cosa?

first register
17-05-2009, 23:59
[IMHO]Da quando al governo c'è la destra continuo a leggere post che partono da un elemento discriminatorio apparentemente insignificante e tentano poi di apportare delle ricerche scientifiche a dimostrazione del fatto che la discriminazione sarebbe economicamente conveniente, oppure utile, oppure vantaggiosa.

Perchè non aprire delle sezioni per soli maschietti anche qui sul forum ?
Perchè non aprire delle sezioni per sole femminuccie anche qui sul forum ?

xenom
19-05-2009, 18:59
Perché dici questo? Che cosa intendi per beneficio "sociale"?
Per citare uno dei tanti esempi riferiti dalla stampa a favore delle scuole soingle-sex, tra le ragazze (povere) che studiano in una scuola femminile nel Bronx di New York la percentuale di quelle che si iscrive all'università è maggiore della media della stessa città di New York. Questo mi pare un significativo indice di beneficio sociale.:) Ma ce ne sono tanti altri.
O per "sociale" intendi un'altra cosa?

per sociale intendo che la scuola almeno all'inizio è la principale sede di socializzazione. Fare una classe monosex vuol dire far instaurare rapporti sociali biunivoci, solo tra membri del proprio sesso. il che non lo trovo giusto :D
E' molto importante secondo me scambiare idee, opinioni anche con membri del sesso opposto, o nel caso delle elementari giocare e crescere fra membri di sesso diverso.

sergiof
28-05-2009, 11:33
A me sembra che impostare il confronto in chiave di “destra” e di “sinistra” mortifichi la discussione e crei barriere invece di favorire il confronto. In ogni caso esula dal tema proposto.
Ne approfitto cmq per precisare:
1. “Distinguere” e “separare” non sono sinonimi di “discriminare”, come conferma l’art. 2 della Convenzione UNESCO (http://www.unesco.org/education/nfsunesco/pdf/DISCRI_F.PDF)relativa alla lotta contro le discriminazioni nella sfera dell'insegnamento. Sostenere il contrario mi sembra cmq offensivo nei confronti di chi –in piena libertà– sceglie tra due modelli educativi pienamente legittimi e degni.
2. Da quello che si può vedere, chi propone la separazione dei sessi a scuola, la propone come una possibilità e solo laddove ciò sia ritenuto utile nel caso concreto, non come una imposizione per tutti. Il fatto che i risultati positivi siano generalizzati non deve fare ritenere che il modello possa divenire obbligatorio. L’obbligatorietà di un solo modello educativo sarebbe una cosa assurda dal punto di vista sia pedagogico che democratico.
3. La separazione dei sessi è proposta limitatamente alle ore scolastiche (e nemmeno a tutte, visto che ci sono modelli intermedi che prevedono classi aperte con interscambi) e riguarda solo una certa fascia di età, non certo i giovani che hanno raggiunto la maturità né tanto meno gli adulti.

sergiof
28-05-2009, 12:45
Ciao “xenom”.
Sono d’accordo con te sul fatto che la scuola sia importante, ma la priorità la darei alla famiglia.
Sono d’accordo con te sull’importanza di scambiare idee, opinioni ecc. anche con membri del sesso opposto, ma mi sembra che il luogo per la socializzazione non debba essere limitato alla scuola (sebbene essa offra ottimi spunti, non lo nego). Ce ne sono molti altri validi: il centro ricreativo, gli scout, il gruppo sportivo, i corsi di lingue o di musica ecc., la parrocchia o altri centri religiosi, i giardini pubblici, la strada (nei centri urbani meno grandi), le varie forme di aggregazione giovanile spontanea e un’infinità di altre realtà. E poi la famiglia, il giro dei parenti ecc.
Mi pare quindi che il rischio di non avere la possibilità di conoscere l’altro sesso sia oggi infinitesimale. E cmq se si desse il caso, sarei il primo a dire che bisognerebbe seriamente porre qualche rimedio “ad hoc” per questi casi particolari. Ma li considero casi oggi rari. Tra l’altro la scuola non esaurisce le 24 ore della giornata, né i 7 gg della settimana, né i 12 mesi dell’anno. Inoltre ridurre le amicizie a quelle scolastiche mi pare negativo. Bisogna anzi spingere i ragazzi ad ampliare il giro. E stai sicuro che se in classe non hanno persone dell’altro sesso, quando ne sentiranno l’esigenza, questa sarà una buona molla per aprirsi ad altri ambienti.

Mi sembra cmq che oggi sia in crisi non tanto la capacità di relazionarsi con l’altro sesso, quanto la capacità di relazionarsi con l’altro in genere. Le mancanze di rispetto, le difficoltà di comprensione reciproca ecc. sono all’ordine del giorno in molti ambienti, a prescindere dal sesso. Quando si lavora bene su questi obiettivi educativi in famiglia e a scuola –e ancora meglio se lo si fa in sintonia tra famiglia e scuola–, allora si sciolgono anche molte “difficoltà” nelle relazioni con l’altro sesso. Di fatto, vedo che gli alunni di scuole single-sex hanno in genere molti amici di entrambi i sessi. Sembrerebbe quindi che la separazione a scuola non solo non crei tale problema, ma anzi contribuisca efficacemente a risolverlo.:)

xenom
28-05-2009, 14:12
Ciao “xenom”.
Sono d’accordo con te sul fatto che la scuola sia importante, ma la priorità la darei alla famiglia.
Sono d’accordo con te sull’importanza di scambiare idee, opinioni ecc. anche con membri del sesso opposto, ma mi sembra che il luogo per la socializzazione non debba essere limitato alla scuola (sebbene essa offra ottimi spunti, non lo nego). Ce ne sono molti altri validi: il centro ricreativo, gli scout, il gruppo sportivo, i corsi di lingue o di musica ecc., la parrocchia o altri centri religiosi, i giardini pubblici, la strada (nei centri urbani meno grandi), le varie forme di aggregazione giovanile spontanea e un’infinità di altre realtà. E poi la famiglia, il giro dei parenti ecc.
Mi pare quindi che il rischio di non avere la possibilità di conoscere l’altro sesso sia oggi infinitesimale. E cmq se si desse il caso, sarei il primo a dire che bisognerebbe seriamente porre qualche rimedio “ad hoc” per questi casi particolari. Ma li considero casi oggi rari. Tra l’altro la scuola non esaurisce le 24 ore della giornata, né i 7 gg della settimana, né i 12 mesi dell’anno. Inoltre ridurre le amicizie a quelle scolastiche mi pare negativo. Bisogna anzi spingere i ragazzi ad ampliare il giro. E stai sicuro che se in classe non hanno persone dell’altro sesso, quando ne sentiranno l’esigenza, questa sarà una buona molla per aprirsi ad altri ambienti.

Mi sembra cmq che oggi sia in crisi non tanto la capacità di relazionarsi con l’altro sesso, quanto la capacità di relazionarsi con l’altro in genere. Le mancanze di rispetto, le difficoltà di comprensione reciproca ecc. sono all’ordine del giorno in molti ambienti, a prescindere dal sesso. Quando si lavora bene su questi obiettivi educativi in famiglia e a scuola –e ancora meglio se lo si fa in sintonia tra famiglia e scuola–, allora si sciolgono anche molte “difficoltà” nelle relazioni con l’altro sesso. Di fatto, vedo che gli alunni di scuole single-sex hanno in genere molti amici di entrambi i sessi. Sembrerebbe quindi che la separazione a scuola non solo non crei tale problema, ma anzi contribuisca efficacemente a risolverlo.:)

Mah, non ne sono così sicuro... secondo me la scuola è l'ambiente di socializzazione principale poiché è "obbligatoria". Considera che ci sono ragazzini (io stesso da piccolo) a cui non piace lo sport e robe tipo scout :asd: se li metti i una classe monosesso, a 14 anni si ritrovano con pochissimi "contatti" da parte del sesso opposto... :stordita:

sergiof
31-05-2009, 17:54
Considera che ci sono ragazzini (io stesso da piccolo) a cui non piace lo sport e robe tipo scout :asd: se li metti i una classe monosesso, a 14 anni si ritrovano con pochissimi "contatti" da parte del sesso opposto... :stordita:Sono d'accordo con te nel ritenere che questo problema "possa" esserci. Non so da quanto tempo tu abbia superato quell'età, ma per i ragazzini di oggi -io ci sto in mezzo tutti i giorni per motivi di lavoro- la considererei solo una eventualità piuttosto remota; certamente da non sottovalutare, infatti se si desse il caso, bisognerebbe porre rimedio, cosa non difficile nella società di oggi.
Tra l'altro, tieni presente che la capacità di crearsi un giro di amicizie variegato è collegata a qualità umane che rientrano a pieno titolo tra gli obiettivi educativi che io (e credo che lo pensi la maggior parte degli insegnanti) ritengo prioritari anche a scuola. Ma non mi è mai capitato di riscontrare la necessità di una classe mista per sviluppare tali qualità.
In concreto, cmq, non mi risulta che gli alunni di scuole single-sex che conosco abbiano particolari difficoltà ad interagire con persone dell'altro sesso. Vero è che alcuni (forse, molti) "preferirebbero" averle anche in classe , ma da questo -che trovo un desiderio molto naturale- non mi sembra che però discenda un'esigenza.

bertilla
01-06-2009, 15:31
Ho letto articoli specialistici e sono favorevole. Il punto è proprio l'aspetto cognitivo: pare che i maschi abbiano maggiori difficoltà con il tipo di insegnamento frontale che si usa normalmente nelle scuole, e invece diano migliori risultati usando metodi che attirano la loro attenzione in maniera diversa (es.: tirare una palla alla persona a cui si pone una domanda, fare maggior uso di lezioni in movimento, camminando ad esempio, oppure di laboratori). In generale, con i metodi di insegnamento attuale, le femmine sono più agevolate, e infatti sono mediamente più brave. Io ho 2 figli maschi e 3 figlie femmine, e devo dire che quanto ho letto su questi articoli ha per me un riscontro nei miei figli.
Negli Stati Uniti e in altri paesi è sorto un movimento pedagogico (e al seguito sono sorte delle scuole) che applica questi principi, con ottimi risultati, sembra.
In Italia ci sono le scuole private del Faes che separano maschi da femmine, e sono scuole universalmente riconosciute di altissimo livello.
I miei figli vanno nella pubblica, ma sarei personalmente molto favorevole a questo genere di insegnamento.

sergiof
15-07-2009, 16:20
Ho letto articoli specialistici e sono favorevole. Il punto è proprio l'aspetto cognitivo: pare che i maschi abbiano maggiori difficoltà con il tipo di insegnamento frontale che si usa normalmente nelle scuole, e invece diano migliori risultati usando metodi che attirano la loro attenzione in maniera diversa (es.: tirare una palla alla persona a cui si pone una domanda, fare maggior uso di lezioni in movimento, camminando ad esempio, oppure di laboratori). In generale, con i metodi di insegnamento attuale, le femmine sono più agevolate, e infatti sono mediamente più brave. Io ho 2 figli maschi e 3 figlie femmine, e devo dire che quanto ho letto su questi articoli ha per me un riscontro nei miei figli.
Negli Stati Uniti e in altri paesi è sorto un movimento pedagogico (e al seguito sono sorte delle scuole) che applica questi principi, con ottimi risultati, sembra.
In Italia ci sono le scuole private del Faes che separano maschi da femmine, e sono scuole universalmente riconosciute di altissimo livello.
I miei figli vanno nella pubblica, ma sarei personalmente molto favorevole a questo genere di insegnamento.
Prima o poi anche nella scuola statale ci sarà la possibilità di scegliere tra i due modelli educativi.
Poche settimane fa è apparso un ennesimo articolo che addirittura sottolinea alcuni importanti "limiti delle classi miste". E chi lo forma è un pedagogista di primo piano in Italia.
Ecco il link: http://www.diferenciada.org/section.php?id=49&id_element=594
Buone vacanze.