LUVІ
15-03-2009, 18:50
Paradisi fiscali. La destra tenta il blitz al Parlamento Ue
fonte Marco Zatterin - la Stampa
Nei banchi dell’Europa il Popolo delle Libertà (Pdl) vota per i paradisi fiscali.
In contraddizione con la linea proclamata dal governo e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, gli uomini che rappresentano il centrodestra al Parlamento europeo si sono espressi compatti a favore di un emendamento che sostituiva l’impegno a combattere i paesi dove il Fisco è leggero e intrigante con un comma che proclamava i vantaggi di «una sana concorrenza fra i regimi impositivi».
Il testo non è passato per 34 voti, l’ha spuntata il centrosinistra e così l’assemblea comunitaria alla fine ha stabilito il principio secondo cui è meglio evitare di creare le condizioni perché i contribuenti possano nascondersi all’Erario. Tutto bene. Eppure il segnale inquietante sull’approccio al problema delle frodi di una parte della classe politica europea, e il dubbio sulle intenzioni reali degli esponenti che fanno capo alla nostra maggioranza, restano scolpiti negli annali.
Strano davvero, perché l’assemblea europea raramente sorprende con posizioni poco ortodosse. Difatti, la relatrice liberale inglese Sharon Bowles ha proposto nel suo ordine del giorno «l’abolizione dei paradisi fiscali a livello mondiale», proprio alla luce dei «loro effetti negativi sul gettito fiscale dei singoli Stati membri», e in considerazione delle continue pressioni al ribasso trasmesse al sistema europeo delle aliquote fiscali. Una combinazione micidiale che taglia il gettito e, sottolinea la responsabile del dossier, rende più complessa la gestione dei conti pubblici e il rispetto dei vincoli del Patto di stabilità che sovrintende all’equilibrio dell’Eurozona.
Così al paragrafo 32 la Bowles aveva proposto di dare un segnale alla Commissione Ue e ai governi, stabilendo che «l’abolizione dei paradisi fiscali richiede una strategia su tre assi: contrastare l’evasione, ampliare il campo di applicazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio ed esigere che l’Ocse, con i suoi membri, sanzioni i paradisi fiscali che non cooperano».
Un principio che il cristiano democratico tedesco Werner Langen ha suggerito di sostituire radicalmente con: «Una sana concorrenza fiscale contribuirà a mantenere e aumentare il gettito fiscale degli Stati».
Il gruppo popolare lo ha votato all’unisono, italiani compresi, da Gabriele Albertini a Mario Mauro, da Elisabetta Gardini alla Zanicchi, appoggiati dalla destra (Muscardini) e dalla Lega (Borghezio Boso).
Nello schieramento si solleva il sospetto che abbiano seguito le indicazioni di scuderia e abbiano votato senza avere ben presente il testo.
«Ci aspettiamo che i vertici italiani del Pdl prendano posizione contro questo voto e che confermino che il governo italiano vorrà usare la stessa severità contro chi evade e porta i soldi in qualche paradiso fiscale» ha tuonato Andrea Losco (Pd). In attesa della risposta, il parlamento Ue è andato avanti sulla linea della stretta, mettendo 338 «sì» all’abolizione dei paradisi in terra.
VERGOGNA.
VERGOGNATEVI.
fonte Marco Zatterin - la Stampa
Nei banchi dell’Europa il Popolo delle Libertà (Pdl) vota per i paradisi fiscali.
In contraddizione con la linea proclamata dal governo e dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, gli uomini che rappresentano il centrodestra al Parlamento europeo si sono espressi compatti a favore di un emendamento che sostituiva l’impegno a combattere i paesi dove il Fisco è leggero e intrigante con un comma che proclamava i vantaggi di «una sana concorrenza fra i regimi impositivi».
Il testo non è passato per 34 voti, l’ha spuntata il centrosinistra e così l’assemblea comunitaria alla fine ha stabilito il principio secondo cui è meglio evitare di creare le condizioni perché i contribuenti possano nascondersi all’Erario. Tutto bene. Eppure il segnale inquietante sull’approccio al problema delle frodi di una parte della classe politica europea, e il dubbio sulle intenzioni reali degli esponenti che fanno capo alla nostra maggioranza, restano scolpiti negli annali.
Strano davvero, perché l’assemblea europea raramente sorprende con posizioni poco ortodosse. Difatti, la relatrice liberale inglese Sharon Bowles ha proposto nel suo ordine del giorno «l’abolizione dei paradisi fiscali a livello mondiale», proprio alla luce dei «loro effetti negativi sul gettito fiscale dei singoli Stati membri», e in considerazione delle continue pressioni al ribasso trasmesse al sistema europeo delle aliquote fiscali. Una combinazione micidiale che taglia il gettito e, sottolinea la responsabile del dossier, rende più complessa la gestione dei conti pubblici e il rispetto dei vincoli del Patto di stabilità che sovrintende all’equilibrio dell’Eurozona.
Così al paragrafo 32 la Bowles aveva proposto di dare un segnale alla Commissione Ue e ai governi, stabilendo che «l’abolizione dei paradisi fiscali richiede una strategia su tre assi: contrastare l’evasione, ampliare il campo di applicazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio ed esigere che l’Ocse, con i suoi membri, sanzioni i paradisi fiscali che non cooperano».
Un principio che il cristiano democratico tedesco Werner Langen ha suggerito di sostituire radicalmente con: «Una sana concorrenza fiscale contribuirà a mantenere e aumentare il gettito fiscale degli Stati».
Il gruppo popolare lo ha votato all’unisono, italiani compresi, da Gabriele Albertini a Mario Mauro, da Elisabetta Gardini alla Zanicchi, appoggiati dalla destra (Muscardini) e dalla Lega (Borghezio Boso).
Nello schieramento si solleva il sospetto che abbiano seguito le indicazioni di scuderia e abbiano votato senza avere ben presente il testo.
«Ci aspettiamo che i vertici italiani del Pdl prendano posizione contro questo voto e che confermino che il governo italiano vorrà usare la stessa severità contro chi evade e porta i soldi in qualche paradiso fiscale» ha tuonato Andrea Losco (Pd). In attesa della risposta, il parlamento Ue è andato avanti sulla linea della stretta, mettendo 338 «sì» all’abolizione dei paradisi in terra.
VERGOGNA.
VERGOGNATEVI.