View Full Version : Tassi BCE all'1,5%
Cosa ne pensate? Non credete che, se non supportati da un intervento pubblico incisivo, si rischia seriamente di cadere nella trappola della liquidità? E soprattutto, se si continua a concedere così facilmente credito, non rischiamo di tornare al punto di partenza, facendo indebitare chi non se lo può permettere?
Prospettiva80
05-03-2009, 23:04
il problema è che tutta questo denaro immesso nel sistema creditizio tende a rimanere all'interno dei bilanci bancari, in quanto le aziende di credito devono ripianare le enormi perdite subite nell'ultimo anno e che continuano tutt'oggi a contabilizzare. Vi è cioè un fenomeno di stretta creditizia da cui conseguono scarsi finanziamenti alle aziende. Probabilmente se ne uscirà solo con diverse nazionalizzazioni di banche (in parte già avvenute), in particolare negli usa dove tale decisione continua ad essere rimandata anche per ragioni ideologiche e culturali. Ad esempio tieni d'occhio nelle prossime settimane il "caso" AIG e Citigroup, la situazione ad oggi è questa:
http://phastidio.net/2009/03/02/un-piano-aig-per-leuropa/
http://phastidio.net/2009/02/27/laffare-del-secolo/
http://phastidio.net/2009/01/16/e-se-guarderai-a-lungo-nellabisso-anche-labisso-vorra-guardare-in-te/
marchigiano
05-03-2009, 23:18
a questo punto aumentare i salari anche a costo dell'inflazione sarebbe una soluzione secondo me... che ne pensate? (mentre l'assegno ai disoccupati è una cacata pazzesca... :rolleyes: )
bisognerebbe anche cercare di limitare l'ingresso di beni a basso costo ottenuti con lavoro sottopagato all'estero
Prospettiva80
06-03-2009, 00:02
il tasso d'inflazione tenderà molto probabilmente a salire comunque in futuro, in conseguenza del fatto che l'enorme quantità di denaro immessa oggi si riverserà nel settore produttivo e del consumo domani, quando il clima economico si riassesterà. Aumentare i salari adesso secondo me non farà che aggravare il fenomeno. Tra l'altro in quel momento le banche centrali si ritroveranno a rialzare di nuovo il tasso d'interesse per limitare il fenomeno, al costo di frenare la ripresa economica, un bel dilemma... Lo scenario che si prospetta è una cosiddetta crescita ad L, cioè recessione nel 2008/2009 (2010???) a cui seguirà una lenta ripresa nel biennio/triennio sucessivo, sempre che non accada ciò che ha caratterizzato il giappone negli anni 90, il "decennio perduto":
http://investitoreaccorto.investireoggi.it/il-giappone-del-decennio-perduto-e-la-crisi-del-2009.html
http://dipeco.economia.unimib.it/persone/stanca/polec/tesine03/russo.pdf
Per quanto riguarda l'importazione delle merci dall'estero, in un'economia globale ed interconnessa come l'attuale ciò non farebbe che deprimere ancora di più i consumi ed il sistema economico. Tieni conto che alcuni beni venduti da noi hanno un prezzo inferiore proprio perchè prodotti nei cosiddetti low cost country. Condiviso è il fatto che proprio una delle aggravanti della grande depressione furono pratiche commerciali di questo tipo, cioè "beggar thy neighbour":
http://en.wikipedia.org/wiki/Beggar_thy_neighbour
http://drezner.foreignpolicy.com/category/wordpress_tag/beggar_thy_neighbor
Soluzione sarebbe una politica commerciale/monetaria coordinata a livello globale, ma mettere d'accordo usa, ue, russia, cina ecc. non è per niente semplice e purtroppo le dinamiche finanziarie ed economiche tendono ad essere più rapide delle decisioni politiche, le quali spesso sono costrette a rincorrere gli eventi. A tal proposito si inizia a parlare di una banca centrale mondiale, al fine di coordinare le politiche monetarie globali, ma è ancora solo un'ipotesi la cui attuazione, se mai avverrà, richiederà diversi decenni
dave4mame
06-03-2009, 09:00
Cosa ne pensate? Non credete che, se non supportati da un intervento pubblico incisivo, si rischia seriamente di cadere nella trappola della liquidità? E soprattutto, se si continua a concedere così facilmente credito, non rischiamo di tornare al punto di partenza, facendo indebitare chi non se lo può permettere?
no, almeno la seconda parte.
perchè i tassi sono bassi.
ma NESSUNO sta dando credito; e se viene dato è a tassi comunque da paura.
Allora tanto varrebbe non dare i soldi alle banche, che senso ha che se li tengano? Va bene che sono enti privati e che devono far cassa ma qui tra poco si arriverà al punto che nessuno avrà più bisogno di loro :P saremo tutti falliti e scorrazzeremo sulle strade in sella a moto e leccando le spade e accette :D
marchigiano
06-03-2009, 14:11
Aumentare i salari adesso secondo me non farà che aggravare il fenomeno.
lo penso pure io ma almeno ci sarebbe subito la ripresa invece che tra 1-2 anni
Tra l'altro in quel momento le banche centrali si ritroveranno a rialzare di nuovo il tasso d'interesse per limitare il fenomeno, al costo di frenare la ripresa economica, un bel dilemma...
oppure potrebbero dare delle direttive ben precise alle banche, tipo non date i soldi a casso di cane altrimenti vi applichiamo dei tassi penalizzanti e vi abbassiamo i rating
Lo scenario che si prospetta è una cosiddetta crescita ad L, cioè recessione nel 2008/2009 (2010???) a cui seguirà una lenta ripresa nel biennio/triennio sucessivo, sempre che non accada ciò che ha caratterizzato il giappone negli anni 90, il "decennio perduto":
il giappone, con lo yen rafforzato sta messo male anche oggi in effetti, noi già siamo più al sicuro con l'euro calato di un 20%... ma dovrebbe calare di più per fare per bene
difficile comunque fare paragoni... negli ultimi 10 anni il mondo è completamente cambiato
Red_Star
06-03-2009, 14:47
Trichet deve proprio vederla brutta la situazione europea, abbassare i tassi fino a questo punto non è da lui.
Comunque il problema non è la mancanza di liquidità, ma di fiducia, e qui non c'è tasso BCE che tenga.
generals
06-03-2009, 14:54
Trichet deve proprio vederla brutta la situazione europea, abbassare i tassi fino a questo punto non è da lui.
Comunque il problema non è la mancanza di liquidità, ma di fiducia, e qui non c'è tasso BCE che tenga.
è di fiducia ma anche di potere di acquisto delle famiglie. In questo senso condivido la tesi di chi evidenzia la necessità di aumentare salari e stipendi, altrimenti non se ne esce. D'altronde il potere di acquisto è stato falcidiato costantemente complice l'euro e soprattutto gli accordi del 93 dei confederali, era inevitabile che prima o poi si arrivasse a questo punto, hai voglia a dire verniciate i garage...:D
Teniamo conto che hanno prima sparato e incentivato i mutui a tasso variabile e i tassi li hanno tenuti alti per "controllare" l'inflazione quando era chiaro che se stendi le famiglie con tassi alti per vivere e le materie prime schizzano alle stelle, la tua politica è fallimentare in principio. Infatti i prezzi sono schizzati lo stesso. Oramai dubito che possano fare qualcosa.
Red_Star
06-03-2009, 16:08
è di fiducia ma anche di potere di acquisto delle famiglie. In questo senso condivido la tesi di chi evidenzia la necessità di aumentare salari e stipendi, altrimenti non se ne esce. D'altronde il potere di acquisto è stato falcidiato costantemente complice l'euro e soprattutto gli accordi del 93 dei confederali, era inevitabile che prima o poi si arrivasse a questo punto, hai voglia a dire verniciate i garage...:D
Non saprei, o meglio, non ne sarei cosi sicuro.
Siamo in crisi per quanto successo negli Stati Uniti, altri motivi non ne vedo.
generals
06-03-2009, 16:19
Non saprei, o meglio, non ne sarei cosi sicuro.
Siamo in crisi per quanto successo negli Stati Uniti, altri motivi non ne vedo.
Bhè secondo me alla fin fine la crisi Usa è dovuta agli stessi motivi di fondo, su cui si è innestata una speculazione finanziaria. Ovvero:
potere di acquisto delle famiglie in discesa;
soluzione data dall'indebitamento anzichè dall'aumento dei salari;
l'indebitamento dal credito al consumo alle case viene cartolarizzato e venduto speculando sui mercati finanziari;
enorme redistribuzione di ricchezza dal ceto medio basso ai nuovi speculatori (incluse le banche), a cui si aggiungono le lobbies pertroliefere di Bush che aumentano ancora di più i costi di energia a carico di famiglie e imprese;
le famiglie non in grado di restituire i debiti visto il potere di acquisto sempre decrescente (vedi costo energia e prezzi dei beni) iniziano a crollare una dopo l'altra ed ecco l'effetto domino......:O
Detto ciò: per uscirne o si aumenta e/o sostiene il potere di acquisto o la crisi sarà sempre più intensa e devastante e ne usciremo con le ossa a pezzi......
marchigiano
06-03-2009, 20:02
Comunque il problema non è la mancanza di liquidità, ma di fiducia, e qui non c'è tasso BCE che tenga.
proprio per questo penso sarebbe il caso di aumentare i salari. con più soldi la gente ha più fiducia, spende, poi di sicuro arriva l'inflazione e il potere di acquisto ritorna a livelli attuali, però intanto la gente è contenta e sta tranquilla, che è la cosa che conta di più adesso
l'unico problema è che, con la globalizzazione, un aumento dei salari significherebbe la chiusura delle poche fabbriche rimaste a vantaggio dei paesi in via di sviluppo, quindi oltre ad aumentare i salari è necessario limitare almeno in parte l'import, non è una cosa facile ovviamente, bisogna trovare delle scappatoie per evitare il blocco del nostro export
infine l'inflazione avrebbe anche il benefico effetto di non rendere necessario il calo della massa monetaria emessa ultimamente, facendo pagare lo scotto a coloro che oggi hanno causato la crisi, cioè chi ha tolto denaro dal sistema parcheggiandolo inproduttivamente
Cosa ne pensate? Non credete che, se non supportati da un intervento pubblico incisivo, si rischia seriamente di cadere nella trappola della liquidità? E soprattutto, se si continua a concedere così facilmente credito, non rischiamo di tornare al punto di partenza, facendo indebitare chi non se lo può permettere?
La mia ricetta?
Prima bisogna far sistemare le banche, poi una volta sistemate quelle si sistemeranno le imprese che a loro volta sistemeranno le famiglie. Facile da sembrare ridicolo.
il problema è che tutta questo denaro immesso nel sistema creditizio tende a rimanere all'interno dei bilanci bancari, in quanto le aziende di credito devono ripianare le enormi perdite subite nell'ultimo anno e che continuano tutt'oggi a contabilizzare. Vi è cioè un fenomeno di stretta creditizia da cui conseguono scarsi finanziamenti alle aziende. Probabilmente se ne uscirà solo con diverse nazionalizzazioni di banche (in parte già avvenute), in particolare negli usa dove tale decisione continua ad essere rimandata anche per ragioni ideologiche e culturali. Ad esempio tieni d'occhio nelle prossime settimane il "caso" AIG e Citigroup, la situazione ad oggi è questa:
Sono d’accordo sull’analisi generale. A parte il fatto delle nazionalizzazioni, ci sono già state ma non credo che sia la via maestra per uscire dalla crisi.
a questo punto aumentare i salari anche a costo dell'inflazione sarebbe una soluzione secondo me... che ne pensate? (mentre l'assegno ai disoccupati è una cacata pazzesca... :rolleyes: )
bisognerebbe anche cercare di limitare l'ingresso di beni a basso costo ottenuti con lavoro sottopagato all'estero
Mm.. xkè scusa? Aumentare i salari vuol dire creare ancor più disoccupazione, maggiori diseguaglianze e via dicendo. Non mi pare un’idea saggia.. Poi i salari, chi ha il posto di lavoro, sono gia aumentati per effetto di un minor costo della vita..
Per me bisogna in primis e nell’ordine aiutare: banche, imprese + precari, disoccupati.
EDIT: scusa non avevo visto che avevi gia spiegato il motivo..
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