c.m.g
03-03-2009, 08:03
martedì 03 marzo 2009
Roma - Yahoo! ha opposto un netto rifiuto: non rivelerà i dati relativi alle attività online dei propri utenti, non a un tribunale belga, giurisdizione a cui ritiene di non appartenere.
L'oggetto del contendere sono le informazioni contenute in alcuni account di certi sospetti: avrebbero intessuto delle trame a mezzo email, si sarebbero scambiati messaggi che, una volta analizzati, potrebbero contribuire a mettere la giustizia sulla loro tracce e a inchiodarli. Il tribunale aveva chiesto a Yahoo! di testimoniare: solo con i dati consegnati da Yahoo! gli inquirenti avrebbero potuto associare dei nickname alle identità di cittadini, tracciare le loro scorribande online e ricostruire le vicende.
Yahoo! non si è mostrata disponibile a collaborare: non ha acconsentito a mettere i dati degli account a disposizione degli investigatori, si è rifiutata di fornire password e log. Non è dato sapere se una policy aziendale a tal punto garantista nei confronti dei propri utenti sia da imputare alle polemiche che hanno investito Sunnyvale nel quadro del discusso affaire Shi Tao (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=yahoo%20shi%20tao&t=4), in cui Yahoo! avrebbe fornito alle autorità cinesi informazioni sulla vita di rete del cyberdissidente. Yahoo!, hanno spiegato i dirigenti al tribunale belga, ha sede negli Stati Uniti, opera negli Stati Uniti e risponde alle sole autorità statunitensi.
Il tribunale non ha incassato il rifiuto senza reagire: gli intermediari della rete gestiscono dati personali e informazioni che potrebbero dirimere casi che si sono dipanati online. L'ordinanza di un magistrato dovrebbe poterli costringere a sacrificare la riservatezza dei propri utenti per il nobile scopo di collaborare con la giustizia: "con Google e Microsoft - ha sottolineato il giudice, a riprova di quella che è stata ritenuta una ingiustificata intransigenza di Yahoo! - non si è mai posto alcun problema".
Il tribunale ha inferto (http://www.techcrunch.com/2009/03/02/yahoo-fined-by-belgian-court-for-refusing-to-give-up-e-mail-account-info/) a Yahoo! una sanzione: ha chiesto il massimo della pena pecuniaria, 55mila euro, a cui si aggiungeranno 10mila euro per ogni giorno di violazione. Yahoo!, ha spiegato il magistrato, offre ai cittadini del Belgio dei servizi, e per questo motivo non si potrebbe sottrarre alle responsabilità che si accompagnano alla attività commerciale su un determinato mercato.
Yahoo! ha promesso (http://www.demorgen.be/dm/nl/3324/Financiele-crisis/article/detail/735885/2009/03/02/Yahoo-gaat-in-beroep-tegen-veroordeling-in-Dendermonde.dhtml) di fare ricorso contro la sanzione. Sunnyvale si fa inoltre portabandiera di tutte le aziende che operano in Belgio ma hanno sede in paesi stranieri: sarà disposta a snocciolare dei dati riguardo ai propri utenti solo se l'autorità belga si muoverà a cavallo di una convenzione internazionale che sappia offrire a Yahoo! e ai cittadini della rete delle garanzie a livello globale.
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2564201/PI/News/yahoo-non-consegna-propri-utenti.aspx)
Roma - Yahoo! ha opposto un netto rifiuto: non rivelerà i dati relativi alle attività online dei propri utenti, non a un tribunale belga, giurisdizione a cui ritiene di non appartenere.
L'oggetto del contendere sono le informazioni contenute in alcuni account di certi sospetti: avrebbero intessuto delle trame a mezzo email, si sarebbero scambiati messaggi che, una volta analizzati, potrebbero contribuire a mettere la giustizia sulla loro tracce e a inchiodarli. Il tribunale aveva chiesto a Yahoo! di testimoniare: solo con i dati consegnati da Yahoo! gli inquirenti avrebbero potuto associare dei nickname alle identità di cittadini, tracciare le loro scorribande online e ricostruire le vicende.
Yahoo! non si è mostrata disponibile a collaborare: non ha acconsentito a mettere i dati degli account a disposizione degli investigatori, si è rifiutata di fornire password e log. Non è dato sapere se una policy aziendale a tal punto garantista nei confronti dei propri utenti sia da imputare alle polemiche che hanno investito Sunnyvale nel quadro del discusso affaire Shi Tao (http://punto-informatico.it/cerca.aspx?s=yahoo%20shi%20tao&t=4), in cui Yahoo! avrebbe fornito alle autorità cinesi informazioni sulla vita di rete del cyberdissidente. Yahoo!, hanno spiegato i dirigenti al tribunale belga, ha sede negli Stati Uniti, opera negli Stati Uniti e risponde alle sole autorità statunitensi.
Il tribunale non ha incassato il rifiuto senza reagire: gli intermediari della rete gestiscono dati personali e informazioni che potrebbero dirimere casi che si sono dipanati online. L'ordinanza di un magistrato dovrebbe poterli costringere a sacrificare la riservatezza dei propri utenti per il nobile scopo di collaborare con la giustizia: "con Google e Microsoft - ha sottolineato il giudice, a riprova di quella che è stata ritenuta una ingiustificata intransigenza di Yahoo! - non si è mai posto alcun problema".
Il tribunale ha inferto (http://www.techcrunch.com/2009/03/02/yahoo-fined-by-belgian-court-for-refusing-to-give-up-e-mail-account-info/) a Yahoo! una sanzione: ha chiesto il massimo della pena pecuniaria, 55mila euro, a cui si aggiungeranno 10mila euro per ogni giorno di violazione. Yahoo!, ha spiegato il magistrato, offre ai cittadini del Belgio dei servizi, e per questo motivo non si potrebbe sottrarre alle responsabilità che si accompagnano alla attività commerciale su un determinato mercato.
Yahoo! ha promesso (http://www.demorgen.be/dm/nl/3324/Financiele-crisis/article/detail/735885/2009/03/02/Yahoo-gaat-in-beroep-tegen-veroordeling-in-Dendermonde.dhtml) di fare ricorso contro la sanzione. Sunnyvale si fa inoltre portabandiera di tutte le aziende che operano in Belgio ma hanno sede in paesi stranieri: sarà disposta a snocciolare dei dati riguardo ai propri utenti solo se l'autorità belga si muoverà a cavallo di una convenzione internazionale che sappia offrire a Yahoo! e ai cittadini della rete delle garanzie a livello globale.
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2564201/PI/News/yahoo-non-consegna-propri-utenti.aspx)