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View Full Version : Il nord-est, (ex) motore trainante dell'Italia


Gemma
16-02-2009, 09:25
Ieri sera sono capitata per caso su Raitre.
Era in onda un servizio, già iniziato, sulla situazione di molte industrie italiane, ridotte in fallimento.

Il desolante spettacolo di aree industriali del nord-est ridotte a zone fantasma, piccole e medie imprese ridotte alla chiusura dalla crisi.

Fa impressione vedere la parte più operosa e produttiva dell'italia ridotta così.
E suscita un giustificato sentimento di forte preoccupazione (almeno in me).

Senza lavoro
In onda domenica 15 febbraio 2009 alle 21.30

Quali sono gli effetti sull’Italia della più grave crisi economica del dopoguerra? Gli autori di “Presadiretta” hanno attraversato il nostro Paese per mostrare le prime evidenti ferite al sistema e le dirette conseguenze per le famiglie.

Il programma ha inizio con un viaggio nell’alta Murgia in Puglia per approfondire la crisi del distretto del divano. Riccardo Iacona ci racconta come il distretto, che trainava un intero sistema economico e garantiva la sopravvivenza di decine di migliaia di famiglie, ora resti solo un desolato insieme di capannoni vuoti con migliaia di operai in cassa integrazione che per sopravvivere devono subire i ricatti del lavoro nero. Le telecamere di “Presadiretta” con la collaborazione della Guardia di finanza hanno scavato nel mondo del sommerso tra imprenditori senza scrupoli, controlli inesistenti, ispettori del lavoro che si fanno corrompere, la giustizia paralizzata.
A commentare il fenomeno del lavoro nero, il professor Tito Boeri, economista, che sara’ ospite in studio.
Due inviate di Presa diretta, Cinzia Torriglia e Silvia Pizzetti, hanno seguito le prove di un concorso pubblico per diplomati indetto dal Ministero dell’Interno: il 90 % dei partecipanti è composto da laureati provenienti dal sud alla loro ennesima prova di concorso, nella speranza di uscire dalle maglie del lavoro nero o sottopagato. La crisi ha investito anche uno dei distretti industriali più solidi, come quello delle mattonelle di Sassuolo. Le gravi ricadute sull’occupazione ci vengono raccontate da Domenico Iannacone con la collaborazione di Danilo Procaccianti.
Il problema ora nel nostro Paese è tirare avanti. Gli imprenditori di Manzano in Friuli sono fortemente indebitati con le banche e hanno gravi difficoltà per le regole imposte dalla globalizzazione del mercato.

Il reportage di Domenico Iannacone rivela il dramma di chi fronteggia ogni giorno lo spettro del fallimento che rischia di sommergere la stessa impresa e i dipendenti che ne fanno parte, nella regione protagonista di uno dei miracoli del made in Italy.

Infine Cinzia Torriglia e Elena Stramentinoli ci fanno vedere come la crisi batta persino alle porte del patinato mondo della moda. Le modelle a Milano ci raccontano dei compensi sempre più esigui . I capannoni dei grossisti sono pieni di capi invenduti, i piccoli industriali stanno chiudendo.
Chiudera’ la puntata un’ anticipazione del prossimo appuntamento di Presa diretta dal titolo “Caccia agli zingari”: un breve racconto del censimento dei rom della capitale voluto nei mesi scorsi dall’amministrazione comunale romana.
purtroppo sul sito non c'è il video, il link al sito è questo. (http://www.presadiretta.rai.it/category/0,1067207,1067208-1084079,00.html)

Che sia il caso di cominciare a prendere un po' più sul serio la possibilità di un fallimento nazionale?

sider
16-02-2009, 09:32
Roba vecchia già vista su Report anni fa. A cominciare dal tessile, che era una delle attività principali della zona.
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

ConteZero
16-02-2009, 09:39
...ma guai a togliergli il bollino "made in Italy".

Gli uffici (e gli stabilimenti dove si prende la merce, la si inscatola e la si spedisce) sono tutti qui, quindi è Made in Italy.

Ed i politici, troppo corrotti per accendere il cervello, non pensano neppure lontanamente a "riformare" le regole del gioco.

Dom77
16-02-2009, 09:53
Roba vecchia già vista su Report anni fa. A cominciare dal tessile, che era una delle attività principali della zona.
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

io non ho visto, sarà pure roba vecchia, ma di recente qui in veneto molte aziende stan chiudendo o han già chiuso....

e intanto operai e impiegati rimangono senza lavoro...

Gemma
16-02-2009, 10:23
Roba vecchia già vista su Report anni fa. A cominciare dal tessile, che era una delle attività principali della zona.
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

addirittura anni? :mbe:

Vorresti dire che il tutto non è effetto della crisi?

sider
16-02-2009, 10:25
addirittura anni? :mbe:

Vorresti dire che il tutto non è effetto della crisi?

Il servizio di report che mostrava i capannoni deserti in affitto era stato fatto ben prima della crisi , come ho detto riguardava la delocalizzazione.
Poi ovvio che adesso sicuramente le cose non andrammo meglio, anzi .

Dom77
16-02-2009, 10:59
Il servizio di report che mostrava i capannoni deserti in affitto era stato fatto ben prima della crisi , come ho detto riguardava la delocalizzazione.
Poi ovvio che adesso sicuramente le cose non andrammo meglio, anzi .

si certo è verissimo che son anni che tante aziende hanno delocalizzato, complice politica disinteressata e tassazione fuori di ogni limite...avevo visto la puntata di report...

ma adesso è che proprio chiudono/falliscono anche i piccoli o come tanti "grandi" ancora in salute approfittano per vendere l'attività e quindi evitarsi eventuali futuri guai...

so di aziende che hanno venduto, stranamente a società americane....ma la crisi non è partita dall'america??:confused:

Tenebra
16-02-2009, 11:25
Mah, il mio contributo come brianzolo (quindi abitante nella zona che insieme al Veneto "tira il carretto" da decenni) è che molte aziende, qui, hanno fatto ferie di Natale molto più prolungate del previsto.
Qualcuna non ha riaperto proprio.
Alcune hanno mandato in cassa integrazione un centinaio circa di dipendenti, e parliamo di aziende medie che erano considerate granitiche.
Tra le piccole si assiste ad una diminuzione dell'ordinativo da far spavento (ho sentito 50% in meno negli ultimi 3 mesi da alcuni): io faccio il responsabile acquisti, ed ho aumentato gli ordini al mio fornitore "fuffa" (a cui faccio molti ordini di piccoli quantitativi) e quasi azzerato gli ordini al fornitore "serio" (a cui faccio ordini di quantitativi più ingenti).
Questo perchè i clienti hanno ridotto importi e quantità negli ordini, complice la stretta creditizia.

Se proprio volete trovare qualcuno con più colpa in questo frangente, cominciate a puntare il dito verso le banche: hanno fatti porcate con titoli e derivati spazzatura, guadagnandoci enormemente e spostando il rischio, ma quando il bubbone è scoppiato, anzichè supportare il vero tessuto connettivo dell'economia italiana, le PMI, hanno deciso di chiudere i cordoni delle borse per non rischiare LORO. Col bel risultato di mandare gambe all'aria molte aziende e complicare ancor di più le cose.

Amodio
16-02-2009, 11:26
piu guardo report
e piu mi rendo conto che è una gran bufala

si ok , molte cose e servizi di cui racconta sono veri..ma attenzione!!!!
gaurdate con gli occhi aperti in quanto gonfia troppo le cose

posso dirne tante
di quando ha parlato degli automobilsiti disciplinati in inghilterra e si sono messi in una strada con 2 vigili bene a vista, e poi hanno fatto la prova in italia mettendosi nascosti :mbe:
posso raccontarne tante, ma proprio tante,., mi raccomando, aprite gli occhi!

VirusITA
16-02-2009, 11:33
Per quanto riguarda il settore ceramico di Sassuolo, questo è in crisi da diversi anni (prima con la crescita della Spagna e poi con la delocalizzazione sempre più a est). Quindi prima ancora delle banche un sentito grazie anche ai nostri imprenditori "globalizzati".

Gemma
16-02-2009, 11:41
piu guardo report
e piu mi rendo conto che è una gran bufala



ma non credo proprio

Tenebra
16-02-2009, 11:45
Per quanto riguarda il settore ceramico di Sassuolo, questo è in crisi da diversi anni (prima con la crescita della Spagna e poi con la delocalizzazione sempre più a est). Quindi prima ancora delle banche un sentito grazie anche ai nostri imprenditori "globalizzati".

Per carità, sono d'accordissimo su quello: la nostra classe imprenditoriale è composta per la quasi totalità da emeriti incapaci e "furbi" da manuale.

Il caso di cui si discute però è la crisi recente, e quella, per quanto ho modo di vedere io, è causata da altri fattori. Certo oggi, con la stretta creditizia e mercato in ristagno, anche chi vuole delocalizzare non può (e menomale, auguro tutto il male possibile agli imprenditori -italiani solo di facciata-)

L'unico settore in crescita in questi mesi è il recupero crediti, ed è sintomatico. Ci sono molti più insoluti di prima, ed un tizio energico, con contatti e magari un bel tirapugni :D ha molte possibilità di far soldi costringendo l'imprenditore a pagare i propri debiti...

flisi71
16-02-2009, 12:02
Ieri sera sono capitata per caso su Raitre.
Era in onda un servizio, già iniziato, sulla situazione di molte industrie italiane, ridotte in fallimento.

Il desolante spettacolo di aree industriali del nord-est ridotte a zone fantasma, piccole e medie imprese ridotte alla chiusura dalla crisi.

Fa impressione vedere la parte più operosa e produttiva dell'italia ridotta così.
E suscita un giustificato sentimento di forte preoccupazione (almeno in me).

...


Anche io ne ho visto la parte finale.
Realmente triste, sopratutto le interviste a quegli artigiani che ancora lavorano.

Roba vecchia già vista su Report anni fa. A cominciare dal tessile, che era una delle attività principali della zona.
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

...

Il servizio di report che mostrava i capannoni deserti in affitto era stato fatto ben prima della crisi , come ho detto riguardava la delocalizzazione.
Poi ovvio che adesso sicuramente le cose non andrammo meglio, anzi

Quello è un altro grosso problema, ieri hanno intervistato e fatto vedere aziende entrate in crisi in questi ultimi tempi.

...ma guai a togliergli il bollino "made in Italy".

Gli uffici (e gli stabilimenti dove si prende la merce, la si inscatola e la si spedisce) sono tutti qui, quindi è Made in Italy.
...


A tal riguardo ricordo una puntata di Report sul comparto moda, con il "made in Italy" costruito in Cina e/o da terzisti in Italia, sovente in nero e sovente extracomunitari.

Mah, il mio contributo come brianzolo (quindi abitante nella zona che insieme al Veneto "tira il carretto" da decenni) è che molte aziende, qui, hanno fatto ferie di Natale molto più prolungate del previsto.
Qualcuna non ha riaperto proprio.
Alcune hanno mandato in cassa integrazione un centinaio circa di dipendenti, e parliamo di aziende medie che erano considerate granitiche.


Anche qua da me, nel distretto industriale orafo.


...
Se proprio volete trovare qualcuno con più colpa in questo frangente, cominciate a puntare il dito verso le banche: hanno fatti porcate con titoli e derivati spazzatura, guadagnandoci enormemente e spostando il rischio, ma quando il bubbone è scoppiato, anzichè supportare il vero tessuto connettivo dell'economia italiana, le PMI, hanno deciso di chiudere i cordoni delle borse per non rischiare LORO. Col bel risultato di mandare gambe all'aria molte aziende e complicare ancor di più le cose.

Esattamente quello che testimoniavano alcuni artigiani/industriali friulani intervistati ieri sera.
La crisi li ha sorpresi con ordinativi cancellati e con mutui da pagare e le banche si sono comportate come tu hai descritto.


Ciao

Federico

Zio_Igna
16-02-2009, 12:05
Ieri sera sono capitata per caso su Raitre.
Era in onda un servizio, già iniziato, sulla situazione di molte industrie italiane, ridotte in fallimento.

Il desolante spettacolo di aree industriali del nord-est ridotte a zone fantasma, piccole e medie imprese ridotte alla chiusura dalla crisi.

Fa impressione vedere la parte più operosa e produttiva dell'italia ridotta così.
E suscita un giustificato sentimento di forte preoccupazione (almeno in me).


purtroppo sul sito non c'è il video, il link al sito è questo. (http://www.presadiretta.rai.it/category/0,1067207,1067208-1084079,00.html)

Che sia il caso di cominciare a prendere un po' più sul serio la possibilità di un fallimento nazionale?

Ma scusa un attimo, io non l'ho visto tutto, ma la prima parte (capannoni vuoti, famiglie in crisi e lavoro nero) era di sicuro tutta incentrata sulla zona di Gravina di Puglia, non sul nord est.
Hanno parlato anche di quello o hanno solo intervistato uno di Udine?

flisi71
16-02-2009, 12:11
Ma scusa un attimo, io non l'ho visto tutto, ma la prima parte (capannoni vuoti, famiglie in crisi e lavoro nero) era di sicuro tutta incentrata sulla zona di Gravina di Puglia, non sul nord est.
Hanno parlato anche di quello o hanno solo intervistato uno di Udine?

Io ho visto la parte sulla "strana" chiusura della IRIS Ceramica di Sassuolo (e sul patron Minozzi) e sul distretto della sedia in Friuli.

Ciao

Federico

Franz73
16-02-2009, 12:30
Io ho visto la parte sulla "strana" chiusura della IRIS Ceramica di Sassuolo (e sul patron Minozzi) e sul distretto della sedia in Friuli.

Ciao

Federico

Per completezza di informazione...Iris non ha chiuso.

Mailandre
16-02-2009, 12:58
Non mi sono ancora "ripreso" dalla "fotografia" che il programma ci ha narrato .
Certo sono realtà indiscutibili ,..fanno venire la paura del futuro, ma spero non sia la "regola" sul futuro che ci aspetta.
La puntata comunque è bella , se volete deprimervi :D ... attualmente non è ancora attualmente in rete ...
http://www.presadiretta.rai.it/category/0,1067207,1067208-1084079,00.html

flisi71
16-02-2009, 13:14
Per completezza di informazione...Iris non ha chiuso.

Bene. Quali sono gli sviluppi della vicenda?

Ciao

Federico

Franz73
16-02-2009, 13:25
Bene. Quali sono gli sviluppi della vicenda?

Ciao

Federico

gli ultimi sviluppi sono questi:

Sassuolo - Si terrà in Regione l’ulteriore confronto sull’Iris Ceramica. L’assessore alle attività produttive Duccio Campagnoli ha convocato giovedì 12 febbraio un incontro con l’amministratore della Iris, Giuseppe Pifferi, e le segreterie di categoria dei chimici regionale e territoriali.

“Dopo l’intesa raggiunta al Tavolo istituzionale del 16 gennaio scorso per la ripresa dell’attività produttiva – ha dichiarato l’assessore Campagnoli – ho incontrato in questi giorni la proprietà dell’Iris e le segreterie delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria. Abbiamo convenuto di tenere in Regione un primo incontro per proseguire l’ulteriore confronto previsto. Certo che si deve attraversare una crisi di mercato sempre più difficile per tutto il settore, ma mi auguro si possa concretizzare il nuovo impegno per ridisegnare le certezze necessarie ad assicurare un futuro ad una realtà produttive così importante per il territorio e per la regione”.

puoi tenere sotto controllo l'evoluzione della cosa digitando "Iris Ceramiche" su google...
altri dettagli, se ti interessano, in pvt.

ciao
Franz

flisi71
16-02-2009, 13:34
gli ultimi sviluppi sono questi:

Sassuolo - Si terrà in Regione l’ulteriore confronto sull’Iris Ceramica. L’assessore alle attività produttive Duccio Campagnoli ha convocato giovedì 12 febbraio un incontro con l’amministratore della Iris, Giuseppe Pifferi, e le segreterie di categoria dei chimici regionale e territoriali.

“Dopo l’intesa raggiunta al Tavolo istituzionale del 16 gennaio scorso per la ripresa dell’attività produttiva – ha dichiarato l’assessore Campagnoli – ho incontrato in questi giorni la proprietà dell’Iris e le segreterie delle organizzazioni sindacali confederali e di categoria. Abbiamo convenuto di tenere in Regione un primo incontro per proseguire l’ulteriore confronto previsto. Certo che si deve attraversare una crisi di mercato sempre più difficile per tutto il settore, ma mi auguro si possa concretizzare il nuovo impegno per ridisegnare le certezze necessarie ad assicurare un futuro ad una realtà produttive così importante per il territorio e per la regione”.


Ti ringrazio tanto.


puoi tenere sotto controllo l'evoluzione della cosa digitando "Iris Ceramiche" su google...
altri dettagli, se ti interessano, in pvt.


Ci avevo provato ma avevo ottenuto numerosi link con date differenti.
Di nuovo grazie.

Ciao

Federico

LightIntoDarkness
16-02-2009, 14:41
La puntata è qui, anche se è sbagliato il commento testuale:
http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-PresaDiretta%5E17%5E185760,00.html

Fil9998
16-02-2009, 14:51
Mah, il mio contributo come brianzolo (quindi abitante nella zona che insieme al Veneto "tira il carretto" da decenni) è che molte aziende, qui, hanno fatto ferie di Natale molto più prolungate del previsto.
Qualcuna non ha riaperto proprio.
Alcune hanno mandato in cassa integrazione un centinaio circa di dipendenti, e parliamo di aziende medie che erano considerate granitiche.
Tra le piccole si assiste ad una diminuzione dell'ordinativo da far spavento (ho sentito 50% in meno negli ultimi 3 mesi da alcuni): io faccio il responsabile acquisti, ed ho aumentato gli ordini al mio fornitore "fuffa" (a cui faccio molti ordini di piccoli quantitativi) e quasi azzerato gli ordini al fornitore "serio" (a cui faccio ordini di quantitativi più ingenti).
Questo perchè i clienti hanno ridotto importi e quantità negli ordini, complice la stretta creditizia.

Se proprio volete trovare qualcuno con più colpa in questo frangente, cominciate a puntare il dito verso le banche: hanno fatti porcate con titoli e derivati spazzatura, guadagnandoci enormemente e spostando il rischio, ma quando il bubbone è scoppiato, anzichè supportare il vero tessuto connettivo dell'economia italiana, le PMI, hanno deciso di chiudere i cordoni delle borse per non rischiare LORO. Col bel risultato di mandare gambe all'aria molte aziende e complicare ancor di più le cose.

confermo in toto

easyand
16-02-2009, 16:14
addirittura anni? :mbe:

Vorresti dire che il tutto non è effetto della crisi?

il tessile sono 20 anni che è delocalizzato, e in italia non siamo super fortunati da questo punto di vista, ma iper fortunati, perchè qui abbiamo i distretti industirali che sono ancora competitivi mentre in USA o germania o UK il lavoro nel tessile si è ridotto del 50% in 10 anni in italia solo del 18%.

In merito consiglio una lettura chiarificatrice "How they compete" di Suzanne Berger

easyand
16-02-2009, 16:15
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

perchè valutato il trade off produttività/costi, tu non lo faresti? Se un azienda non valuta il divario costi-ricavi in maniera continua per fare in modo di allargarlo sempre più significa che ha un management inefficente

entanglement
16-02-2009, 17:08
Roba vecchia già vista su Report anni fa. A cominciare dal tessile, che era una delle attività principali della zona.
Delocalizzazione selvaggia di imprenditori senza scrupoli, che si spostano dall'italia alla Croazia e poi ancora più ad est, perchè i 400 euro al mese dell'operaio croato sono troppi.

l'operaio sloveno piglia 1000 € e quello friulano 1200, non è quello il discorso. guardiamo quanto prendono avvocati e commercialisti sloveni rispetto a quelli italiani, e di quanto ce n'hai bisogno qua e altrove.

all'uopo ti consiglio "così perdiamo il nord" di riccardo illy (ex sindaco di Trieste con i DS all'epoca e titolare della illy caffè)

costel
16-02-2009, 18:23
addirittura anni? :mbe:

Vorresti dire che il tutto non è effetto della crisi?

10 anni fa rimarchiavo made in italy 10.000 pfogli al giorno provenienti dalla Cina, prodotti di marche molto note a livello intenazionale.


i conti erano questi, pfoglio in pelle prodotto in Cina 3 dollari, rimachiato made in italy e venduto in negozio a 150.000 £ (ai tempi erano lire)

ora x ovviare ad eventiali problemi c'è il marchio styled by italy

DvL^Nemo
16-02-2009, 18:23
Non credo sia solo un problema italiano, credo anche altri paesi del G8 hanno gli stessi identici nostri problemi.. Solo che noi invece di investire nelle nuove tecnologie, siamo rimasti affossati nei vecchi settori, tessili ecc.. La Cina,India come e' ovvio che sia ci sta massacrando come concorrenza.. Ma stanno iniziando a fare lo stesso anche in settori tecnologici, non a caso molte software/hardware House, IBM/HP/Microsoft delocalizzano anche loro a piu' non posso..

Black Dawn
16-02-2009, 18:45
Che sia il caso di cominciare a prendere un po' più sul serio la possibilità di un fallimento nazionale?


Per come la vedo io...finchè non sarà l'italiano medio ad andare a carte e 48...si continuerà con quest'andazzo...

easyand
16-02-2009, 18:58
Non credo sia solo un problema italiano, credo anche altri paesi del G8 hanno gli stessi identici nostri problemi.. Solo che noi invece di investire nelle nuove tecnologie, siamo rimasti affossati nei vecchi settori, tessili ecc.. La Cina,India come e' ovvio che sia ci sta massacrando come concorrenza.. Ma stanno iniziando a fare lo stesso anche in settori tecnologici, non a caso molte software/hardware House, IBM/HP/Microsoft delocalizzano anche loro a piu' non posso..

iniziando? HP non produce più niente in house da un bel po (apparte le cartucce per stampanti) e fa tutto con terzisti cinesi o taiwanesi, IBM ha venduto tutto quanto a Lenovo nel settore notebook e desktop e fa solo R&D affidando la produzione a ODM taiwanesi, Microsoft anche lei è fabless, il resto è tutto delocalizzato e in outsourcing

Il tessile in italia ha una storia molto particolare e per come è stato concepito il settore dei distretti, sono molto più competitive le nostre aziende tessili che quelle degli altri paesi europei o anche USA, il caso dei distretti tessili italiani si studia in tutte le business school

Tra l'altro a livello di curiosità, uno studio americano a rivelato che gli imprenditori italiani che delocalizzano in cina sono molto più competitivi degli imprenditori tedeschi o francesi per un fattore "mentale", ovvero tedeschi e francesi arrivano con megafaldoni di contratti e sopra contratti pieni di clausole e postille impercomplicate che se vai fuoi dai binari un attimo non sanno più che fare, gli italiani arrivano con il solito casino nostro, ma si dimostrano molto più flessibili nel trattare con le realtà locali essendo meno rigidi e inquadrati.