c.m.g
30-09-2008, 10:34
martedì 30 settembre 2008
http://punto-informatico.it/punto/20080930/30.gif
Una mole di dati (pagina 1 di 2)
Roma - IP univoco o no? Sono molte le domande a cui il Governo con un nuovo decreto sta cercando di rispondere, domande che arrivano in particolare dalle forze dell'ordine, preoccupate del fatto che le società che gestiscono il traffico telefonico e telematico possano in queste settimane cancellare molti dati utili ai fini investigativi.
Il problema nasce dall'intreccio tra la vecchia normativa e la "nuova" direttiva europea sulla data retention: con il provvedimento dello scorso 3 luglio di fatto si impongono alle aziende che trattano quei dati due diversi comportamenti. Da un lato la cancellazione entro 90 giorni di tutti i dati telematici "suppletivi" previsti dal vecchio testo (http://www.parlamento.it/leggi/05155l.htm) (155/2005), dall'altro si impone anche alle società di telefonia di predisporre esclusivamente la conservazione dei dati telematici di cui alla nuova normativa (http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/08109dl.htm) tra i quali l'indirizzo IP "univocamente assegnato all'utente che consente di individuare la fonte della comunicazione".
Il problema per l'autorità giudiziaria è evidente: trovando nella data retention importanti strumenti di supporto alle indagini, la cancellazione dei "dati in più" consentiti dalla normativa italiana rispetto a quanto previsto da quella europea può tradursi in un ostacolo decisivo nell'esecuzione di una serie di indagini.
Come se non bastasse, su tutto questo pesa il fatto che l'assegnazione dell'IP univoco di cui parla la direttiva europea preoccupa il Governo in quanto, come ha appreso Punto Informatico, "gli stessi fornitori di servizi hanno segnalato l'impossibilità di carattere tecnico ad assegnare a ogni utente un indirizzo IP univoco, con la conseguenza che non sarebbe possibile conservare alcun dato utile ai fini della individuazione della fonte della comunicazione", come invece previsto dalla Direttiva.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che seppure impossibilitati tecnicamente, gli operatori interessati dal provvedimento che non adempissero entro i termini previsti all'esecuzione della retention in quelle modalità, sarebbero comunque passibili di sanzioni.
Per evitare tutto questo, dunque, e guadagnare tempo per trovare una soluzione, mantenendo allo stesso tempo i dati che così non vengano cancellati, il Governo ha immaginato una proroga di tutti gli impegni fino a fine anno, al 31 dicembre 2008, compreso l'obbligo di predisporre anche la "cattura" dei dati delle chiamate senza risposta.
Basterà il decreto a spegnere la miccia? Difficile dirlo, i problemi sul tappeto sono numerosi, e le domande che si aprono per certi versi sono persino inquietanti, come scrive con grande competenza l'avv. Stefano Aterno nell'intervento che segue qui sotto.
Questa notizia continua >>> (http://punto-informatico.it/2420600_2/PI/News/data-retention-italia-altro-giro-altra-corsa.aspx)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2420600/PI/News/data-retention-italia-altro-giro-altra-corsa.aspx)
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Una mole di dati (pagina 1 di 2)
Roma - IP univoco o no? Sono molte le domande a cui il Governo con un nuovo decreto sta cercando di rispondere, domande che arrivano in particolare dalle forze dell'ordine, preoccupate del fatto che le società che gestiscono il traffico telefonico e telematico possano in queste settimane cancellare molti dati utili ai fini investigativi.
Il problema nasce dall'intreccio tra la vecchia normativa e la "nuova" direttiva europea sulla data retention: con il provvedimento dello scorso 3 luglio di fatto si impongono alle aziende che trattano quei dati due diversi comportamenti. Da un lato la cancellazione entro 90 giorni di tutti i dati telematici "suppletivi" previsti dal vecchio testo (http://www.parlamento.it/leggi/05155l.htm) (155/2005), dall'altro si impone anche alle società di telefonia di predisporre esclusivamente la conservazione dei dati telematici di cui alla nuova normativa (http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/08109dl.htm) tra i quali l'indirizzo IP "univocamente assegnato all'utente che consente di individuare la fonte della comunicazione".
Il problema per l'autorità giudiziaria è evidente: trovando nella data retention importanti strumenti di supporto alle indagini, la cancellazione dei "dati in più" consentiti dalla normativa italiana rispetto a quanto previsto da quella europea può tradursi in un ostacolo decisivo nell'esecuzione di una serie di indagini.
Come se non bastasse, su tutto questo pesa il fatto che l'assegnazione dell'IP univoco di cui parla la direttiva europea preoccupa il Governo in quanto, come ha appreso Punto Informatico, "gli stessi fornitori di servizi hanno segnalato l'impossibilità di carattere tecnico ad assegnare a ogni utente un indirizzo IP univoco, con la conseguenza che non sarebbe possibile conservare alcun dato utile ai fini della individuazione della fonte della comunicazione", come invece previsto dalla Direttiva.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che seppure impossibilitati tecnicamente, gli operatori interessati dal provvedimento che non adempissero entro i termini previsti all'esecuzione della retention in quelle modalità, sarebbero comunque passibili di sanzioni.
Per evitare tutto questo, dunque, e guadagnare tempo per trovare una soluzione, mantenendo allo stesso tempo i dati che così non vengano cancellati, il Governo ha immaginato una proroga di tutti gli impegni fino a fine anno, al 31 dicembre 2008, compreso l'obbligo di predisporre anche la "cattura" dei dati delle chiamate senza risposta.
Basterà il decreto a spegnere la miccia? Difficile dirlo, i problemi sul tappeto sono numerosi, e le domande che si aprono per certi versi sono persino inquietanti, come scrive con grande competenza l'avv. Stefano Aterno nell'intervento che segue qui sotto.
Questa notizia continua >>> (http://punto-informatico.it/2420600_2/PI/News/data-retention-italia-altro-giro-altra-corsa.aspx)
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2420600/PI/News/data-retention-italia-altro-giro-altra-corsa.aspx)