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View Full Version : [serio] Parametri di giudizio


irenezzz
28-07-2008, 18:13
Come da titolo, quali sono i vostri parametri di giudizio nella vita?

Come valutate voi stessi gli altri le condotte da tenere? E soprattutto dove diavolo avete pescato i criteri cui attenervi?

Faccio questa domanda perchè personalmente mi trovo in un periodo di crisi nera, periodo che per la verità dura da due anni almeno.
In poche parole non so più che pesci prendere, tutto mi sembra confuso.

Non sono più in grado di valutare le mie scelte, non so cosa è giusto e cosa sbagliato, vivo quasi per inerzia,provo a cambiare ma nulla. Cambio solo in peggio.

Mi sento piatta mediocre vuota scialba senza senso.Racconto un mucchio di balle a tutti per tentare di nascondere come sto (che poi si vede eccome), è fine luglio e come al solito non riesco nemmeno a uscire di casa. Sto sola a rimuginare storie lontane anni, passo al microscopio ogni fottuta cazzata che ho fatto in questi miseri 21 anni e mi sento ancora più sbagliata.

Per non parlare dei sensi di colpa che ho nei confronti della famiglia, di tutti quelli che mi vogliono bene e che io non chiamo o se li chiamo sono falsa e distante. Quelli che io non vedo perchè non riesco a uscire da questo buco di stanza, ed anche quando sono fuori, apparentemente allegra e con i capelli lavati, è come se in realtà fossi ancora nella mia tana.

Mi sono rotta e però non ce la faccio.Voglio un criterio, un valore stabile al quale affidare un giudizio su me stessa. Voglio sapere cosa fare.Voglio smettere di pensare.

Empyrium
28-07-2008, 18:36
Se ti può consolare, sono stato nella tua stessa situazione. E posso assicurarti che diventa sempre peggio.

L'unica risposta sensata che sono riuscito a trovare, per quanto vuota e banale, è stata: sono tutte pippe mentali. E' inutile piangersi addosso, tanto al mondo non gliene frega una beata fava di te.

Vuoi un parametro di giudizio? Ok, eccotelo. Fatti questa semplice domanda:

Quello che ho fatto finora e che sto facendo tuttora, ha in qualche modo migliorato la mia vita? Mi ha reso più forte, più felice, più matura, più saggia? Oppure sto mandando tutto a puttane?

Poi, agisci di conseguenza.

bia.036
28-07-2008, 18:37
a me sembri leggermente depressa, ma a 21 anni è facile sentirsi così, è una specie di periodo di transizione...

rimanendo IT: giudico me e le altre persone sulla base di un unico criterio (anche io sono stata per tanti anni alla ricerca,sai?), che alla fine della fiera mi è apparso il più affidabile: la capacità di ciascuno (me stessa inclusa) di avere uno o più scopi nella vita (lavorativi, ecc), di avere la tenacia per inseguirli, e di sapersi creare le opportunità per raggiungerli. qualunque essi siano. ma uno non può vivere per nulla, e trascinarsi di giorno in giorno aspettando...cosa?parli di una vita misera; forse ti sembra così perchè ancora non sai cosa vuoi; il cosa ti aspetta è quello che ti metti in testa tu, e che ti costruisci di giorno in giorno.
devi avere dei desideri nella vita per non deprimerti; altrimenti, è logico che ti stai ogni giorno rintanata nella tua stanza.

Dream_River
28-07-2008, 18:39
L'unica risposta sensata che sono riuscito a trovare, per quanto vuota e banale, è stata: sono tutte pippe mentali.

in completo disaccordo con costui, ti invito a continuare a interrogarti su i tuoi metri di giudizio, è l'unico modo che abbiamo per non vivere come degli animali, se non peggio, quello di interrogarci

La mia regola di vita è: "Fai tutto quello che vuoi fino a quando non provochi danno all'altro" e mi comporto di conseguenza
Non credo nel bene o nel male, penso che l'unica cosa da ricercare sia la massima libertà per tutti, nei limiti della convivenza e della razionalità

clusterdom
28-07-2008, 18:46
bisogna essere positivi e compassionevoli nei confronti di tutti, ma ognuno di noi ha un percoso di vita differente, tutto da scoprire, con la finalità di trovare un equilibrio sano con se stessi e col mondo che ci circonda

Capozz
28-07-2008, 18:56
Si passano periodi bui come questi, purtroppo però le risposte bisogna trovarle da soli, è difficile che qualcun altro, a meno che non sia una persona che ti conosce veramente bene, possa illuminarti.
Io cmq auando giudico le persone un pò vado a senso (e stranamente mi sbaglio molto di rado) ma soprattutto dal comportamento, il resto non conta. Riguardo se stessi non saprei....dalla propria felicità forse...

iuccio
28-07-2008, 19:02
La risposta è dentro di te.

Epperò è sbagliata. :asd:

http://www.youtube.com/v/_Ed9ro89Qf4&rel=1

Turin
28-07-2008, 19:28
Mi sono rotta e però non ce la faccio.Voglio un criterio, un valore stabile al quale affidare un giudizio su me stessa. Voglio sapere cosa fare.Voglio smettere di pensare.

Anche se un po' tautologica, la risposta più concreta che posso darti è che il criterio per te stessa dovrebbe essere la felicità.
Se non sei felice (evidentemente), devi cominciare a chiederti che cosa può renderti tale. Ciò naturalmente ti pone a stretto contatto con quello che sei realmente, per cui forse il primo problema di fondo è scoprire, o capire, chi sei e cosa vuoi.
Il secondo problema, naturalmente, è agire. Serve molto coraggio, e spesso devi fare affidamento su altre persone (familiari, amici) per trovarlo. Al che, ti chiedo, hai persone che ti sono vicine? Sei nell'ambiente giusto?

Da questo punto di vista ha ragione chi dice che sono tutte "pippe mentali", nel senso che rifletterci su, il più delle volte, non aiuta. Talvolta anzi peggiora la situazione, perché ci si chiude in se stessi.
Serve invece un qualsiasi cambiamento. Che sia un'esperienza lavorativa o di studio (in certi casi fa sentire "utili"), sentimentale, o di altro genere (ad es. un viaggio, o cambiare compagnia). Finché resti lì a pensarci, senza muovere un dito, non risolvi nulla... hai bisogno di un altro punto di vista, e lo ottieni solo dando una svolta in qualche modo.

Jammed_Death
28-07-2008, 19:33
smettere di pensare al passato sarebbe già qualcosa

sempreio
28-07-2008, 19:45
turin ti ha dato indicazioni giuste. Aggiungo solo che devi fregartene di quello che pensa la gente di te, così facendo non ti occorrerÃ* più essere falsa

Starise
28-07-2008, 19:52
Io sto attraversando un periodo simile al tuo. Sono in cerca di risposte sulla vita e sullo scopo per il quale io sono qui. Io però sono quasi alla fine di questa ricerca e la risposta che sono riuscito a trovare è soltanto una.

L'altro giorno facevo jogging in villa... a un certo punto in quello spazio aperto con tante persone che vi camminavano... mi sovvenne un pensiero sull'immensità della vita e per contro, sulla piccolezza di noi esseri umani.

Oggi la terrà è abitata da 6 miliardi di persone. Fra 100 anni ce ne saranno altrettante o molte di più, ma nessuna delle persone che vediamo o con cui parliamo adesso sarà più in vita, qui sulla stessa terra che calpestiamo adesso.

Non voglio farti deprimere ancora di più, ma a meno che tu non creda in una "vita" dopo la morte... non c'è niente... niente che possa e potrà mai convincerti che tu come essere umano abbia un "senso". Nessuno di noi ce l'ha. Possiamo vederla così e ucciderci o soffrire per tutta la vita.... oppure possiamo creare un "nostro" scopo per non sentirci inutili. Tanto tutto quello che creeremo non durerà per sempre... dobbiamo solo farlo per noi stessi e per le persone a cui vogliamo bene. Devi cercare dentro di te e trovare dei valori per cui secondo te vale la pena continuare a vivere.

Io dico sempre: "non è mai troppo tardi" e "niente è irreparabile" - Se tutto quello che facciamo non è eterno... allora per quante cazzate tu abbia fatto, non potranno mai essere così gravi da annullarti la vita. Basta solo accettarle per quello che sono.

Devi accettare l'impermanenza delle cose, delle tue azioni, della vita e della vita dei tuoi cari. Solo allora potrai capire chi sei e cosa vuoi per davvero.

irenezzz
28-07-2008, 20:26
Anche se un po' tautologica, la risposta più concreta che posso darti è che il criterio per te stessa dovrebbe essere la felicità.
Se non sei felice (evidentemente), devi cominciare a chiederti che cosa può renderti tale. Ciò naturalmente ti pone a stretto contatto con quello che sei realmente, per cui forse il primo problema di fondo è scoprire, o capire, chi sei e cosa vuoi.
Il secondo problema, naturalmente, è agire. Serve molto coraggio, e spesso devi fare affidamento su altre persone (familiari, amici) per trovarlo. Al che, ti chiedo, hai persone che ti sono vicine? Sei nell'ambiente giusto?

Da questo punto di vista ha ragione chi dice che sono tutte "pippe mentali", nel senso che rifletterci su, il più delle volte, non aiuta. Talvolta anzi peggiora la situazione, perché ci si chiude in se stessi.
Serve invece un qualsiasi cambiamento. Che sia un'esperienza lavorativa o di studio (in certi casi fa sentire "utili"), sentimentale, o di altro genere (ad es. un viaggio, o cambiare compagnia). Finché resti lì a pensarci, senza muovere un dito, non risolvi nulla... hai bisogno di un altro punto di vista, e lo ottieni solo dando una svolta in qualche modo.

Hai perfettamente ragione. Lo so che il problema è capire chi sono e cosa voglio...........ma è una parola!!:stordita:
Io faccio "cose" per dirla alla Moretti, ma nessuna mi soddisfa mai del tutto. Viziata il punto sicuramente è questo.Ma non so comunque uscirne .Tra l'altro spesso finisce che mi senta soffocare dalle scelte che io stessa faccio. Paradossale.

Io sto attraversando un periodo simile al tuo. Sono in cerca di risposte sulla vita e sullo scopo per il quale io sono qui. Io però sono quasi alla fine di questa ricerca e la risposta che sono riuscito a trovare è soltanto una.

L'altro giorno facevo jogging in villa... a un certo punto in quello spazio aperto con tante persone che vi camminavano... mi sovvenne un pensiero sull'immensità della vita e per contro, sulla piccolezza di noi esseri umani.

Oggi la terrà è abitata da 6 miliardi di persone. Fra 100 anni ce ne saranno altrettante o molte di più, ma nessuna delle persone che vediamo o con cui parliamo adesso sarà più in vita, qui sulla stessa terra che calpestiamo adesso.

Non voglio farti deprimere ancora di più, ma a meno che tu non creda in una "vita" dopo la morte... non c'è niente... niente che possa e potrà mai convincerti che tu come essere umano abbia un "senso". Nessuno di noi ce l'ha. Possiamo vederla così e ucciderci o soffrire per tutta la vita.... oppure possiamo creare un "nostro" scopo per non sentirci inutili. Tanto tutto quello che creeremo non durerà per sempre... dobbiamo solo farlo per noi stessi e per le persone a cui vogliamo bene. Devi cercare dentro di te e trovare dei valori per cui secondo te vale la pena continuare a vivere.

Io dico sempre: "non è mai troppo tardi" e "niente è irreparabile" - Se tutto quello che facciamo non è eterno... allora per quante cazzate tu abbia fatto, non potranno mai essere così gravi da annullarti la vita. Basta solo accettarle per quello che sono.

Devi accettare l'impermanenza delle cose, delle tue azioni, della vita e della vita dei tuoi cari. Solo allora potrai capire chi sei e cosa vuoi per davvero.

Tutto molto giusto.Ci ragiono su spesso anche io. Ma il punto è : come faccio a trovare un mio scopo? e se poi non lo raggiungo?e se lo raggiungo e le cose non vanno lo stesso??

E poi il fatto è che non mi sento mai all'altezza, di niente e di nessuno. Lo vedo il bello che c'è al mondo, ma non mi riguarda e fa ancora più male.

Starise
28-07-2008, 21:04
Ma il punto è : come faccio a trovare un mio scopo? e se poi non lo raggiungo?e se lo raggiungo e le cose non vanno lo stesso?? Non è facile trovarlo, soprattutto se sei confusa. Io un mese fa' credevo di sapere cosa mi faceva felice... e lo scopo della mia via... poi la mia ragazza mi ha lasciato... e tutto è caduto come un castello di carte. Cosa fare quindi? La risposta la puoi trovare solo dentro di te... devi riflettere su quello che ti fa' veramente felice.

Scava dentro di te... cos'è che ti fa' sentire contenta? Stila una lista di valori che secondo te sono importanti e riflettici su.

Purtroppo per fare questo devi fare una cosa difficilissima. Devi cambiare mentalità. Perché se utilizzi la stessa mentalità che hai usato per 'creare' questi problemi che ti poni, allora sei già sconfitta. Devi elevarti al di sopra delle cose e valutarle secondo quello che senti.
E poi il fatto è che non mi sento mai all'altezza, di niente e di nessuno. Lo vedo il bello che c'è al mondo, ma non mi riguarda e fa ancora più male.
Non ti senti all'altezza? Chiediti se è davvero così, o semplicemente hai paura di non essere all'altezza.. Non c'è niente di male nell'avere paura... è naturale che si abbia paura in certi momenti... chi non ammette di aver paura mente solo a se stesso. Il problema non è avere paura... ma "controllare" la paura e ammettere di averne.

Pensa che io ho vissuto la situazione opposta. Pensavo che il mondo non era alla mia altezza. Ma questi sono solo i pensieri di una persona che ha paura... una volta che "decidi" di affrontare i tuoi problemi invece di lasciare che "il tempo farà il suo corso", vedrai che tutto sarà semplice. Non aspettare mai che gli altri o il tempo prendano decisioni per te... scegli tu come vuoi vivere la tua vita.

simone1980
28-07-2008, 21:06
senti, io non lo so che hai fatto, ma ti consiglio di trovarti un buon avvocato (cit.)

Bollita
28-07-2008, 21:09
un analista è giàstato consigliato? :stordita:

Therinai
28-07-2008, 21:23
Do' il mio parere prima di mettermi a nanna :)
Innanzi tutto non c'è un giusto assoluto e uno sbagliato assoluto. Questa è l'unica cosa certa. Qui in italia se tiri uno schiaffo a qualcuno finisci in galera, ma ci sono paesi dove lapidano le donne perchè si dimenticano il burqua :rolleyes:
Quindi come fai a decidere? Tiri ad indovinare? Chiedi all'indovina? Tiri una moneta? Che famo? :D
Nelle cose bisogna crederci, innanzi tutto. Se fai qualcosa per il semplice motivo che in televisione hanno detto che è una cosa giusta, senza averci ragionato manco un istante, beh, quella cosa ,potenzialmente, sarà più sbaliata che giusta. Però se fai la stessa cosa perchè ci credi, perchè cuore e ragione concordano su di essa, quella cosa, potenzialmente, sarà più giusta che sbagliata. Per il semplice motivo che, innanzi tutto, è giusta per te, perchè ci credi, cazzo!, poi (in conseguenza di questo primo punto) perchè la servirai, a chi ti trovi di fronte, in maniera... diciamo più convincente :D
Insomma devi decidere tu cosa è giusto, e chi devi convincere prima di tutto di questa decisione è te stessa.
Per iniziare, l'umano medio :D , si rifà agli insegnamenti dei genitori, poi a quello che vede e vive intorno a se, acquisisce dagli altri. Si va avanti così, negli anni, per costruire una propria idea di giusto e sbagliato. Inizialmente strettamente correlata alle circostanze in cui si è immersi, poi sempre più assoluta. Inizialmente si viene cambiati dalle idea altrui, poi si passa a cambiare le idee di chi ci sta intorno. Questo è il trend, in linea di massima.
Il dubbio è umano ed è costruttivo, se porta ad un ragionamento atto a migliorarsi, ben venga. Ma il dubbio che ci fa desistere dall'agire e basta è una sfida, è il destino o un alter ego che si prende gioco di noi. Affrontalo e vai avanti.
Il vuoto che senti puoi usarlo come trampolino di lancio, per una nuova iniziativa. Cogli la prima che capita, poi tutte le altre, strada facendo, finché non ti sentirei abbastanza piena da doverti fermare a riflettere...

Empyrium
28-07-2008, 22:16
Io sono totalmente d'accordo con Turin.

In questi casi, l'ultima cosa da fare è pensare o indagare ancora più a fondo. E' solo un circolo vizioso, ti dà l'illusione di poterti schiarire le idee... ma in realtà non fa altro che allargare i confini del tuo smarrimento. Più ci pensi, più dubbi spuntano fuori. Se non hai le basi giuste, è come entrare in un tunnel che non finirà mai.

Quello di cui hai veramente bisogno è staccare il cervello per un po'. Ora come ora, devi andare in cerca di distrazioni. Qualsiasi cosa va bene, che sia una vacanza, un lavoro, un'uscita con gli amici, una nuotata... quello che ti pare. Se proprio non sai cosa fare, fai un po' di attività fisica: come diceva Giovenale, mens sana in corpore sano (e, fidati, non è una cazzata).

Devi solo trovare il coraggio di uscire dal guscio e passare dal pensare al fare. Vedrai che quando sarai impegnata o stanca morta dopo una giornata faticosa, pensieri di questo tipo non ti sfioreranno neanche.

ciuketto
28-07-2008, 22:27
Io credo che sia molto molto difficile riuscire a raggiungere una stabilità interiore a 21 anni.
Il criterio con il quale raggiungerla lo sai solo tu, per qualcuno è il sentirsi realizzati professionalmente, per altri comportarsi secondo la propria etica, per altri ancora stare bene con la propria metà.
Personalmente ritengo come ha già detto il mio amico Turin che la felicità sia un pò il centro di tutto, da sempre i filosofi non fanno altro che chiedersi cosa sia la felicità però..quindi dare una risposta sul come raggiungerla non è facile.
Io ho capito che è inutile cercare la felicità con un'altra persona se prima non si è sereni interiormente, ma la vera felicità per me non può esistere senza essere condivisa con qualcun'altro..quindi sto dedicando questa parte della mia vita a stare bene con me stesso, a cercare di raggiungere un mio equilibrio interiore indipendente dal resto del mondo..e credo che nel momento in cui l'avrò raggiunto il resto verrà di conseguenza..
la felicità è reale solo quando è condivisa..ma è condivisa realmente solo quando siamo sereni interiormente.
:)

Starise
28-07-2008, 22:38
In questi casi, l'ultima cosa da fare è pensare o indagare ancora più a fondo. Non sono d'accordo. Se metti da parte una cosa, questa riaffiorerà prima o poi, più cattiva di prima. I problemi li devi sempre affrontare... altrimenti te ne pentirai. Ti siedi su una sedia e valuti cosa è giusto e cosa no, secondo te. Far finta che questi dubbi non esistano non significa risolvere il problema, significa metterlo da parte... per adesso
Quello di cui hai veramente bisogno è staccare il cervello per un po'. Ora come ora, devi andare in cerca di distrazioni. mens sana in corpore sano (e, fidati, non è una cazzata). Questo lo quoto al 100%, distrarti per un po' ti può servire ad essere più lucida... però comunque dopo cerca di affrontare comunque il problema e di pensarci a fondo... però in maniera costruttiva. Cioè, invece di dire:

"Perchè non riesco a capire/fare questo?" - devi chiederti:
"COME posso fare per capire/fare questo?" - e cerca una risposta.

Io ho capito che è inutile cercare la felicità con un'altra persona se prima non si è sereni interiormente, ma la vera felicità per me non può esistere senza essere condivisa con qualcun'altro.
La pensiamo esattamente allo stesso modo! ^^

darkfear
28-07-2008, 23:09
vorrei poterti aiutare, ma sono nella tua stessa situazione, identica.

Il tuo post sarebbe potuto sicuramente essere il mio, il perché non lo è...lo so già, almeno questo.

@Empyrium

smettere di pensarci non fa sparire i problemi.

@Starise

Come o Perché...cambia poco, il problema è la risposta.
Se non c'è il motivo...teoricamente non v'è problema, quindi risposta, stessa cosa se il motivo c'è ma non è definito.

"Come posso fare a capire/fare qualcosa che non so perché non riesco a capire/fare?"

forse dentro di me lo so, ma quella risposta è giusta? Come faccio a convincermene? E se poi è sbagliata?

La maggior parte della gente direbbe "fallo e basta"..."provaci".
Nel mio caso...la quasi totalità delle persone che conosco hanno un idea positiva e forse (quasi certamente) fin troppo lusinghiera di me che io non riesco ad accettare e comprendere...idea che ho paura di mettere alla prova, idea che nonostante tutto non ritengo veritiera e non riesco (o forse non voglio riuscire...non lo so.) a compiere...di conseguenza mi trovo nella stessa situazione di irenezzz (il non essere all'altezza...delle aspettative altrui, degli eventi, di me stesso, di ciò che ero e di ciò che dovrei essere) e continuo a pensare...sempre e comunque, il mio cervello frulla...e tutto questo mi rende difficile ogni distrazione...
Vivo tra la speranza di credere in tale idea e nel dubbio che tale "idea" non mi appartenga.


forse era meglio che me lo risparmiavo sto post...mi scuso con irenezzz per aver invaso il thread.


C'ho messo 37 minuti a cliccare "Invia risposta".

bananarama
29-07-2008, 00:04
che criteri vuoi avere... piu' cash piu' soddisfazione.

Turin
29-07-2008, 00:09
Mi scuso anticipatamente per le panzane che senza dubbio scriverò. :p


Non sono d'accordo. Se metti da parte una cosa, questa riaffiorerà prima o poi, più cattiva di prima. I problemi li devi sempre affrontare... altrimenti te ne pentirai.


smettere di pensarci non fa sparire i problemi.


In linea generale sono d'accordo con voi, ma se ci siete passati converrete con me che alcune questioni non hanno una risposta, o almeno non possono essere completamente risolte in modo scientifico (scomponendo in sotto-problemi).
Io ho sempre amato il "pensiero", la riflessione speculativa; ma, anche a pensarci qualche anno, devo ammettere che per le grandi questioni come Dio, l'anima ecc non sono giunto ad una conclusione. Posso dire di conoscere meglio il problema, ma non di saperne la soluzione.
La conoscenza di se stessi, e il disagio interiore che provano molte persone riflessive (me compreso), appartengono a questa schiera di problemi senza una soluzione statica.

Per dirla in estrema (e forse poetica) sintesi, ci sono persone che, una volta raggiunta una certa maturità intellettiva ed emozionale, annegano nella riflessione sul senso della propria vita. Ne sono attratti e intrappolati, non riescono a "passare oltre" (cioè a vivere!); ma d'altra parte, ed è questo il bello, il senso della vita, per sua natura, si svela solo vivendo.


Motivo per cui consiglio non di abbandonare certe riflessioni, ma solo di riporle in un angolo, e nel mentre di agire in qualche modo. Trovare una compagnia più adatta ai propri interessi, o cercare l'affetto/amore di qualcuno, o mettersi alla prova con un lavoro, un hobby, uno sport o un titolo di studio. Non sarebbe un divertimento (cioè una distrazione), ma qualcosa di più... "cercare se stessi", se mi passate la locuzione.
Ad esempio, è decisamente importante trovare il proprio talento. "Fare cose", come dice irenezzz, di per sé non rende felici; ma trovare qualcosa che si fa particolarmente bene, o in un modo unico, diventa un tassello di quel mosaico che è la personalità. Se non ti metti alla prova non saprai mai chi sei!

Sei la "migliore amica" di qualcuno? Hai un ragazzo che ami? Hai qualcuno che ti ama? C'è qualcosa in cui sei particolarmente brava? Sei indispensabile per qualcuno o qualcosa?
Il senso della vita sta in queste cose, cioè nel sentirsi unici per qualche motivo. Se le risposte alle domande qui sopra sono negative... ok, da domani bisogna rimboccarsi le maniche.

ciuketto
29-07-2008, 00:13
Mi scuso anticipatamente per le panzane che senza dubbio scriverò. :p






In linea generale sono d'accordo con voi, ma se ci siete passati converrete con me che alcune questioni non hanno una risposta, o almeno non possono essere completamente risolte in modo scientifico (scomponendo in sotto-problemi).
Io ho sempre amato il "pensiero", la riflessione speculativa; ma, anche a pensarci qualche anno, devo ammettere che per le grandi questioni come Dio, l'anima ecc non sono giunto ad una conclusione. Posso dire di conoscere meglio il problema, ma non di saperne la soluzione.
La conoscenza di se stessi, e il disagio interiore che provano molte persone riflessive (me compreso), appartengono a questa schiera di problemi senza una soluzione statica.

Per dirla in estrema (e forse poetica) sintesi, ci sono persone che, una volta raggiunta una certa maturità intellettiva ed emozionale, annegano nella riflessione sul senso della propria vita. Ne sono attratti e intrappolati, non riescono a "passare oltre" (cioè a vivere!); ma d'altra parte, ed è questo il bello, il senso della vita, per sua natura, si svela solo vivendo.


Motivo per cui consiglio non di abbandonare certe riflessioni, ma solo di riporle in un angolo, e nel mentre di agire in qualche modo. Trovare una compagnia più adatta ai propri interessi, o cercare l'affetto/amore di qualcuno, o mettersi alla prova con un lavoro, un hobby, uno sport o un titolo di studio. Non sarebbe un divertimento (cioè una distrazione), ma qualcosa di più... "cercare se stessi", se mi passate la locuzione.
Ad esempio, è decisamente importante trovare il proprio talento. "Fare cose", come dice irenezzz, di per sé non rende felici; ma trovare qualcosa che si fa particolarmente bene, o in un modo unico, diventa un tassello di quel mosaico che è la personalità. Se non ti metti alla prova non saprai mai chi sei!

Sei la "migliore amica" di qualcuno? Hai un ragazzo che ami? Hai qualcuno che ti ama? C'è qualcosa in cui sei particolarmente brava? Sei indispensabile per qualcuno o qualcosa?
Il senso della vita sta in queste cose, cioè nel sentirsi unici per qualche motivo. Se le risposte alle domande qui sopra sono negative... ok, da domani bisogna rimboccarsi le maniche.

Abbiamo detto la stessa cosa detta in modi diversi, amico giallorosso..;)
Trovare se stessi, mettersi alla prova e completarsi, per poi andare all'esplorazione dell'immenso gioco che è la vita.:)

irenezzz
29-07-2008, 01:16
vorrei poterti aiutare, ma sono nella tua stessa situazione, identica.

Il tuo post sarebbe potuto sicuramente essere il mio, il perché non lo è...lo so già, almeno questo.

@Empyrium

smettere di pensarci non fa sparire i problemi.

@Starise

Come o Perché...cambia poco, il problema è la risposta.
Se non c'è il motivo...teoricamente non v'è problema, quindi risposta, stessa cosa se il motivo c'è ma non è definito.

"Come posso fare a capire/fare qualcosa che non so perché non riesco a capire/fare?"

forse dentro di me lo so, ma quella risposta è giusta? Come faccio a convincermene? E se poi è sbagliata?

La maggior parte della gente direbbe "fallo e basta"..."provaci".
Nel mio caso...la quasi totalità delle persone che conosco hanno un idea positiva e forse (quasi certamente) fin troppo lusinghiera di me che io non riesco ad accettare e comprendere...idea che ho paura di mettere alla prova, idea che nonostante tutto non ritengo veritiera e non riesco (o forse non voglio riuscire...non lo so.) a compiere...di conseguenza mi trovo nella stessa situazione di irenezzz (il non essere all'altezza...delle aspettative altrui, degli eventi, di me stesso, di ciò che ero e di ciò che dovrei essere) e continuo a pensare...sempre e comunque, il mio cervello frulla...e tutto questo mi rende difficile ogni distrazione...
Vivo tra la speranza di credere in tale idea e nel dubbio che tale "idea" non mi appartenga.


forse era meglio che me lo risparmiavo sto post...mi scuso con irenezzz per aver invaso il thread.


C'ho messo 37 minuti a cliccare "Invia risposta".

Ma quali scuse, anzi.....! è vero che siamo in una situazione molto simile.Succede anche a me che gli altri abbiano una opinione, lusinghiera o meno, tanto lontana dalla realtà , la reltà reale.
Di sicuro mi vedono molto molto più salda e sicura di quanto non sia, certamente più spensierata.
Rimarranno ogni volta un pò interdetti a vedermi andare in giro come una pazza, "menefreghista" penseranno quando non rispondo alle chiamate perchè ho finito le parole, ma non so fino a che punto molti si rendano conto di quanto in basso sia scesa.

Ed io mi sento in colpa, più o meno verso tutti.


Sei la "migliore amica" di qualcuno? Hai un ragazzo che ami? Hai qualcuno che ti ama? C'è qualcosa in cui sei particolarmente brava? Sei indispensabile per qualcuno o qualcosa?
Il senso della vita sta in queste cose, cioè nel sentirsi unici per qualche motivo. Se le risposte alle domande qui sopra sono negative... ok, da domani bisogna rimboccarsi le maniche.

Vedi la risposta è positiva.Sono fortunata lo so. Da qui nasce il senso di colpa.E l'inadeguatezza.Non riesco a gestire la mia vita.Soprattutto fuori non sono quella che sono dentro, ma tutte e due sono una merda, per un motivo o per l'altro.

Guren
29-07-2008, 03:19
Sei la "migliore amica" di qualcuno? Hai un ragazzo che ami? Hai qualcuno che ti ama? C'è qualcosa in cui sei particolarmente brava? Sei indispensabile per qualcuno o qualcosa?
Il senso della vita sta in queste cose, cioè nel sentirsi unici per qualche motivo. Se le risposte alle domande qui sopra sono negative... ok, da domani bisogna rimboccarsi le maniche.

cacchio... non mi ero mai posto queste domande e mi sono accorto che per tutte la risposta è no :stordita:

fortuna che io ormai ho accettato la mia mediocrità e ci convivo serenamente :)
nel corso degli anni ho imparato a non avere mai nessuna aspettativa... in questo modo la cosa peggiore che possa accadermi è che ci sia un evento positivo imprevisto :fagiano:

Murakami
29-07-2008, 07:26
Sei un pò depressa, capita. A volte basta una sciocchezza per uscirne, a volte non bastano anni di farmaci e psicoterapia. Ti auguro di rientrare nella prima casistica... :p

Irenina
29-07-2008, 08:12
Succede anche a me che gli altri abbiano una opinione, lusinghiera o meno, tanto lontana dalla realtà , la reltà reale.
Di sicuro mi vedono molto molto più salda e sicura di quanto non sia, certamente più spensierata.
Rimarranno ogni volta un pò interdetti a vedermi andare in giro come una pazza, "menefreghista" penseranno quando non rispondo alle chiamate perchè ho finito le parole, ma non so fino a che punto molti si rendano conto di quanto in basso sia scesa.
Qui sta il punto. Vivi la vita per gli altri! Ecco perchè sei infelice.
Non fai qualcosa per te stessa, ma in base a come ti considerano gli altri.
Il mio consiglio è avere il coraggio di modificare qualcosa.
Impara a rimetterti in contatto con te stessa: il tuo corpo ti parla. Siamo così in disarmonia col nostro corpo che lo usiamo solo per il contatto con gli altri, mqa dovremmo riimparare a usarlo come gli uomini primitivi.,

Ed io mi sento in colpa, più o meno verso tutti...
Vedi la risposta è positiva.Sono fortunata lo so. Da qui nasce il senso di colpa.E l'inadeguatezza.Non riesco a gestire la mia vita.Soprattutto fuori non sono quella che sono dentro, ma tutte e due sono una merda, per un motivo o per l'altro.
Il senso di colpa blocca l'energia vitale.
Tu sei quel che sei, se gli altri ti hanno fatta sentire sbagliata fin ad ora è un problema loro.
Fai un respiro profondo e chiediti : cosa voglio IO? E poi piangendo, soffrendo, FALLO.

Guren
29-07-2008, 08:24
Fai un respiro profondo e chiediti : cosa voglio IO? E poi piangendo, soffrendo, FALLO.

e se la risposta è : niente ? :stordita:

Murakami
29-07-2008, 08:33
e se la risposta è : niente ? :stordita:

E' possibile, persino plausibile. E' un problema, ma solo perchè bisogna vivere: in caso contrario, non lo inquadrerei come tale.

Therinai
29-07-2008, 08:35
Fai un respiro profondo e chiediti : cosa voglio IO? E poi piangendo, soffrendo, FALLO.

ma non potrebbe farlo serenamente? :mbe:

Murakami
29-07-2008, 08:46
ma non potrebbe farlo serenamente? :mbe:
Se è fortunata, si: ma, spesso, uscire dalla consuetudine è doloroso.

pandyno
29-07-2008, 09:40
Se è fortunata, si: ma, spesso, uscire dalla consuetudine è doloroso.

Diciamo che più che doloroso è spaventoso.
Comunque i consigli che avete dato li approvo tutti, basta avere il coraggio di cambiare, Irene, te lo assicuro che è difficile, ma possibilissimo.

hola

Therinai
29-07-2008, 09:45
Se è fortunata, si: ma, spesso, uscire dalla consuetudine è doloroso.

non è una questione di fortuna ma di volontà.

ciuketto
29-07-2008, 09:49
non è una questione di fortuna ma di volontà.

Non solo. Ci sono situazioni dalle queli non puoi uscire solo con la volontà.

Kars
29-07-2008, 09:52
pensiamo sempre che gli altri stanno meglio, sono felici, ricchi e pieni di donne!
ma in realtà stiamo tutti sulla stessa barca, cercando sempre qualcuno a cui avvicinarsi per migliorarsi e fallendo miseramente.

bimbumbam
29-07-2008, 09:56
IMHO:
Sei in una situazione di confusione perchè nonti dai il tempo di decidere: se non riesci a trovare un "centro di gravità permanente" (cit.), allora non ostinarti, puoi sempre procedere a piccoli passi, il tuo primo obiettivo non deve essere di raggiungere la meta, ma di porti in modo in viaggio e basta, prenditi tutto il tempo necessario per guardarti intorno, vedere cosa ti piace e cosa non ti piace, interpretarlo a modo tuo e capire, l'equilibrio sarà una coneguenza del tuo sviluppo critico; potresti anche pensare anche di iniziare a conoscere altra gente, soprattutto di ambienti che non hai mai visto prima, probabilmente vedendo le differenze macroscopiche nel modo di ragionare passando da un ambiente all'altro ti aiuterà a creare una tua prospettiva sulle cose.

Fides Brasier
29-07-2008, 10:24
Non solo. Ci sono situazioni dalle queli non puoi uscire solo con la volontà.il primo e piu' importante atto di volonta' e' quello di avere la consapevolezza di avere un problema e di rivolgersi a uno specialista che aiuti a risolverlo.
purtroppo molta gente non compie questo passo, e continua a convivere con il problema ignorandone o soffocandone i sintomi...

Murakami
29-07-2008, 10:25
non è una questione di fortuna ma di volontà.
Non quando la patologia incide proprio sulla volontà.

Murakami
29-07-2008, 10:27
il primo e piu' importante atto di volonta' e' quello di avere la consapevolezza di avere un problema e di rivolgersi a uno specialista che aiuti a risolverlo.
purtroppo molta gente non compie questo passo, e continua a convivere con il problema ignorandone o soffocandone i sintomi...
Vero, ma a volte non basta: se così fosse, a questo ora sarei l'uomo più felice della Terra... :p

Irenina
29-07-2008, 10:31
Non quando la patologia incide proprio sulla volontà.
Io non ho volutamente parlato di patologia, perchè so bene che anche il depresso più depresso del mondo non ne esce se non in base alla sua volontà. Il trattamento sanitario obbligatorio viene fatto solo se l'individuo è nocivo per sè o per gli altri. tutto il resto diventa autoanalisi. Se Irene si chiede cosa vuole veramente, e la risposta è niente, valuterà da sè se sprofondare nella disperazione più cupa o se lanciare un grido di aiuto.
Ma finchè non ci si guarda dentro, senza paure o sensi di colpa, non si arriva a nulla. Il disagio con se stessi a questo serve: a modificare qualcosa nella propria vita che ci calza male addosso.

Fides Brasier
29-07-2008, 10:35
Vero, ma a volte non basta: se così fosse, a questo ora sarei l'uomo più felice della Terra... :pnon conosco nulla di te quindi non voglio permettermi di esprimere alcun parere su situazioni che non conosco; pero' a volte si, occorre anche la fortuna, quanto meno la fortuna di rivolgersi a uno specialista che davvero aiuti a risolvere i problemi.
oppure anche, a volte le resistenze al cambiamento sono cosi' forti che il problema permane. quanto possa essere influente lo specialista in questi casi, onestamente non so.

Murakami
29-07-2008, 10:41
non conosco nulla di te quindi non voglio permettermi di esprimere alcun parere su situazioni che non conosco; pero' a volte si, occorre anche la fortuna, quanto meno la fortuna di rivolgersi a uno specialista che davvero aiuti a risolvere i problemi.
oppure anche, a volte le resistenze al cambiamento sono cosi' forti che il problema permane. quanto possa essere influente lo specialista in questi casi, onestamente non so.
Nel mio caso, forse ho avuto la sfortuna di non incontrare lo specialista giusto per me (sempre se esiste), oppure la mia resistenza al cambiamento è troppo forte, oppure le ho provate già tutte (in effetti, ho cambiato molte cose nella mia vita negli ultimi anni), oppure i farmaci e la psicoterapia non possono fare i miracoli, oppure...
La mia fortuna è che le condizioni di vita che mi circondano (famiglia, affetti, salute, denaro, lavoro) sono sufficientemente buone da non permettere che la depressione sfoci in problemi di ordine pratico: oppure è l'ennesma sfortuna? Forse, se fossi costretto a tirare fuori le palle, dovrei farlo per forza? Oppure soccomberei?
Irenezzz, tu come sei messa? Vivi, nonostante tutto? O sei nei guai?

Therinai
29-07-2008, 11:01
il primo e piu' importante atto di volonta' e' quello di avere la consapevolezza di avere un problema e di rivolgersi a uno specialista che aiuti a risolverlo.
purtroppo molta gente non compie questo passo, e continua a convivere con il problema ignorandone o soffocandone i sintomi...

Andare da uno specialista è l'ultimo passo verso la totale assenza di forza di volontà. Se vai da uno specialista hai ammesso a te stesso di non potercela fare con le tue forze...
In quanto descritto da irenezzz non ci vedo nulla di patologico. Dal mio punto di vista deve solo scoprire se stessa. cosa che può e deve fare da se, non con uno specialista.
@Murakami: basta con questa storia della fortuna/sfortuna. Devi avere rispetto della tua vita, acquisire coscienza che sei autore della tua vita. Così essa ti rispetterà a sua volta e potrai vivere serenamente.
Per me attribuire gli eventi alla fortuna o alla sfortuna equivale a sputare nel piatto che mi sono cucinato e che sto mangiando.

Trabant
29-07-2008, 11:05
che criteri vuoi avere... piu' cash piu' soddisfazione.
L'avrei scritto io ...

Smettila di pensare a quello che gli altri si aspettano da te, o peggio, a quello che "tu" pensi che gli altri si aspettino da te.
Fregatene altamente, ti puoi solo rovinare l'esistenza.

Trovati un lavoro. Se studi, sbrigati a finire e poi trovati un lavoro.

Un lavoro impegna tempo, che altrimenti sarebbe dedicato alle pippe mentali.
Quando sei al lavoro vedi gente.
E soprattutto porta soldi.
Per quante cazzate possano dire che i soldi non danno la felicità e altro, non è vero niente. Ti danno la sensazione di libertà, indipendenza dagli altri, potere di fare quello che cavolo ti pare senza dover rispondere a nessuno, se non a chi te li dà.

E quando provi quella sensazione, cancelli di colpo le pippe mentali e te le lasci alle spalle per sempre.

Fides Brasier
29-07-2008, 11:24
Andare da uno specialista è l'ultimo passo verso la totale assenza di forza di volontà. Se vai da uno specialista hai ammesso a te stesso di non potercela fare con le tue forze...
In quanto descritto da irenezzz non ci vedo nulla di patologico. Dal mio punto di vista deve solo scoprire se stessa. cosa che può e deve fare da se, non con uno specialista.
gli interventi educativi a cui siamo sottoposti quando siamo bambini e nella prima adolescenza, pur con le migliori buone intenzioni dei nostri genitori, a volte piuttosto che essere stimoli e impulsi per affrontare il mondo con le nostre gambe sono invece delle mazzate che le gambe ce le spezzano.
e con le gambe spezzate non si puo' camminare, si puo' solo strisciare per il mondo.
nessuno di noi puo' rimettersi in piedi da solo o addirittura ricomporre le fratture che ci hanno storpiato le gambe; non e' possibile con le fratture vere delle ossa, e nemmeno con quelle dell'animo. senza uno specialista che ci aiuti a ricomporre le nostre ossa e ci segua nella fisioterapia, la vedo proprio dura ricominciare a camminare da soli...
trovare la consapevolezza di rivolgersi ad uno specialista e' il primo passo di un lungo percorso che porta a ricominciare a camminare con le proprie gambe.

Therinai
29-07-2008, 11:39
gli interventi educativi a cui siamo sottoposti quando siamo bambini e nella prima adolescenza, pur con le migliori buone intenzioni dei nostri genitori, a volte piuttosto che essere stimoli e impulsi per affrontare il mondo con le nostre gambe sono invece delle mazzate che le gambe ce le spezzano.
e con le gambe spezzate non si puo' camminare, si puo' solo strisciare per il mondo.
nessuno di noi puo' rimettersi in piedi da solo o addirittura ricomporre le fratture che ci hanno storpiato le gambe; non e' possibile con le fratture vere delle ossa, e nemmeno con quelle dell'animo. senza uno specialista che ci aiuti a ricomporre le nostre ossa e ci segua nella fisioterapia, la vedo proprio dura ricominciare a camminare da soli...
trovare la consapevolezza di rivolgersi ad uno specialista e' il primo passo di un lungo percorso che porta a ricominciare a camminare con le proprie gambe.

Situazione limite che più limite non si può. Siamo tutti in grado di apprendere e migliorare, o perlomeno adattarci alle circostanze per vivere meglio.
Non credo sia il caso di Irenezzz, da quello che ha detto.
l'unica situazione così grave che ho vissuto in prima persona è quella di un mio ex amico. Ha avuto dei problemi seri di droga e ora il cervello semplicemente non gli funziona tanto bene. Ha bisogno di regolari colloqui con uno psicologo, spesso ha bisogno di contattarlo al di fuori dei colloqui prestabiliti per avere una "consulenza", perchè proprio non ce la fa, a ragionare. Ho smeso di essere suo amico perchè io l'avevo visto cominciare a farcela da solo, ad avere una vita normale. Poi ha ricominciato ad aggrapparsi a quel cazzo di psicologo piuttosto che ragionare con la sua testa e ha ripreso a dare i numeri.
Mi sono fatto l'idea che lo specialista può rivelarsi un arma a doppio taglio, se cominci ad affidarti ad esso piuttosto che alla tua volontà.
Comunque sono certo che bisogna rivolgersi ad uno specialista solo in casi disperati.

Murakami
29-07-2008, 11:43
@Murakami: basta con questa storia della fortuna/sfortuna. Devi avere rispetto della tua vita, acquisire coscienza che sei autore della tua vita. Così essa ti rispetterà a sua volta e potrai vivere serenamente.
Per me attribuire gli eventi alla fortuna o alla sfortuna equivale a sputare nel piatto che mi sono cucinato e che sto mangiando.
Non voglio dire che sia tutta fortuna o sfortuna, ci mancherebbe: soltanto che, in alcuni momenti della vita, la si può avere (l'una o l'altra) e può fare la differenza.
Che so, hai un tumore e ti rivolgi al medico sbagliato, che non azzecca la diagnosi: muori, e la si può chiamare sfortuna.



Per quante cazzate possano dire che i soldi non danno la felicità e altro, non è vero niente. Ti danno la sensazione di libertà, indipendenza dagli altri, potere di fare quello che cavolo ti pare senza dover rispondere a nessuno, se non a chi te li dà.

E quando provi quella sensazione, cancelli di colpo le pippe mentali e te le lasci alle spalle per sempre.
Guarda, è vero ma fino ad un certo punto: ad oggi, il fatto di essere economicamente indipendente e potermi permettere molte cose non fa di me un uomo felice. Cosa te ne fai dei soldi se non desideri nulla?
Certo, non escludo che starei peggio se fossi anche indigente, anzi è assai probabile... :O

Fides Brasier
29-07-2008, 11:51
Situazione limite che più limite non si può. Siamo tutti in grado di apprendere e migliorare, o perlomeno adattarci alle circostanze per vivere meglio.
Non credo sia il caso di Irenezzz, da quello che ha detto.
...
Mi sono fatto l'idea che lo specialista può rivelarsi un arma a doppio taglio, se cominci ad affidarti ad esso piuttosto che alla tua volontà.
Comunque sono certo che bisogna rivolgersi ad uno specialista solo in casi disperati.non e' affatto una situazione limite, quanto piuttosto la norma. escludendo il caso del tuo amico, dove pare evidente che la ragione dei suoi disagi e' la droga, tutti noi abbiamo dei conflitti e delle problematiche che ci portiamo dietro e che ci causano disagio; a volte il disagio e' minimo e non ce ne accorgiamo mentre camminiamo per il mondo, a volte invece il disagio e' cosi' forte che non ci permette di camminare.
lo specialista aiuta a portare alla luce questi conflitti e queste problematiche, e quindi di risolverle e di tornare a camminare. ho detto "aiuta" nel senso pero' che da soli e' praticamente impossibile farlo, cosi' come e' impossibile per noi vedere il colore dei nostri occhi: possiamo vedere il colore degli occhi e le problematiche degli altri, ma non le nostre, ne' tantomeno risolverle.
la volonta' e' indispensabile per iniziare e soprattutto continuare il percorso insieme allo specialista, perche' le resistenze a volte sono cosi' forti che si vorrebbe mollare tutto e smettere di affrontare il cambiamento; ma senza specialista, non ci puo' essere il cambiamento profondo e vero che a volte si rivela necessario per tornare a camminare.

ennawrc
29-07-2008, 13:34
in completo disaccordo con costui, ti invito a continuare a interrogarti su i tuoi metri di giudizio, è l'unico modo che abbiamo per non vivere come degli animali, se non peggio, quello di interrogarci

La mia regola di vita è: "Fai tutto quello che vuoi fino a quando non provochi danno all'altro" e mi comporto di conseguenza
Non credo nel bene o nel male, penso che l'unica cosa da ricercare sia la massima libertà per tutti, nei limiti della convivenza e della razionalità

Confemo e per danno aggiungo che non si deve mai mancare di rispetto a una persona per gli eventuali sacrifici che fà,giusti o sbagliati.

irenezzz
29-07-2008, 19:14
Allora anzitutto volevo ringraziare tutti per le risposte costruttive che avete dato.

Cercherò di rispondere a tutti brevemente. Sono stata da una psicologa due volte ma era una scema, cioè non mi ci sono proprio trovata( e comunque è una figura professionale con la quale tendo ad andare in conflitto).
Lei tra l'altro mi aveva consigliato una terapia da uno psichiatra chiedendomi se sarei stata disposta anche a ricorrere a dei farmaci. Io sono rimasta così :mbe: sinceramente non ho reputato farlo.
E come dice Therinai sarebbe l'ammissione di una sconfitta.

Therinai
29-07-2008, 19:19
Allora anzitutto volevo ringraziare tutti per le risposte costruttive che avete dato.

Cercherò di rispondere a tutti brevemente. Sono stata da una psicologa due volte ma era una scema, cioè non mi ci sono proprio trovata( e comunque è una figura professionale con la quale tendo ad andare in conflitto).
Lei tra l'altro mi aveva consigliato una terapia da uno psichiatra chiedendomi se sarei stata disposta anche a ricorrere a dei farmaci. Io sono rimasta così :mbe: sinceramente non ho reputato farlo.
E come dice Therinai sarebbe l'ammissione di una sconfitta.

Si ma poi questa psicologa ti ha consigliato dei farmaci dopo due sedute? Io credo che sarebbe meglio se andasse a zappare la terra. Cioè il mio medico di famiglia due sedute se le prende per prescrivere l'aulin e gli psicologi prescrivono psicofarmaci con due sedute??? Dai la chiudo qui senno finisce male va :D

irenezzz
29-07-2008, 19:27
Si ma poi questa psicologa ti ha consigliato dei farmaci dopo due sedute? Io credo che sarebbe meglio se andasse a zappare la terra. Cioè il mio medico di famiglia due sedute se le prende per prescrivere l'aulin e gli psicologi prescrivono psicofarmaci con due sedute??? Dai la chiudo qui senno finisce male va :D

Non me li ha prescritti anche perchè lo psicologo non può.Ma ha detto che probabilmente avrei dovuto prenderne e la cosa mi ha spaventata.

Fides Brasier
29-07-2008, 19:32
Io credo che sarebbe meglio se andasse a zappare la terra.ma infatti :D
a meno che non ci siano sintomi altamente invalidanti che rendono difficile o pericolosa la vita sociale, gli psicofarmaci si possono anche evitare.
Non me li ha prescritti anche perchè lo psicologo non può.Ma ha detto che probabilmente avrei dovuto prenderne e la cosa mi ha spaventata.ma quando mai, ma perche' mai, ma che sta' a di' :D

ma era una psicoterapeuta, intendo di quelli iscritti all'albo? :mbe:

Therinai
29-07-2008, 19:34
Non me li ha prescritti anche perchè lo psicologo non può.Ma ha detto che probabilmente avrei dovuto prenderne e la cosa mi ha spaventata.

Vabbeh mi prendo la responsabilità di consigliarti di lasciarla perdere :) . Da quello che hai detto non mi sembra tu soffra di alcuna patologia. Niente che non si possa risolvere da se o al limite con l'aiuto di persone fidate.

bia.036
29-07-2008, 19:34
nn sono uno psichiatra, ma secondo me (non mi sono interessata alle ultime evidenze scientifiche in merito), a naso, ti direi che i farmaci li dovresti prendere solo se manifesti i classici sintomi psichiatrici gravi: se pensi al suicidio o già ci hai provato, se hai allucinazioni visive o uditive. per il resto, a me non sembri skizo o altro, probabilmente la tua è solo una crisi di crescita passeggera che sicuramente non richiede farmaci che hanno, tra l'altro, un casino di effetti collaterali. e poi smettere di prenderli è un altro gran casino. cominciare a prendere ansiolitici per una qualche forma d'ansia mi sembra darsi la zappa sui piedi; ne diventi dipendente (una grossa fetta di popolazione mondiale lo è).

irenezzz
29-07-2008, 19:36
ma era una psicoterapeuta, intendo di quelli iscritti all'albo? :mbe:

Non so la differenza fra psicologo e psicoterapeuta. Comunque lavorava in un consultorio.

Fides Brasier
29-07-2008, 19:44
Non so la differenza fra psicologo e psicoterapeuta. Comunque lavorava in un consultorio.a questo indirizzo (http://www.nienteansia.it/glossario-dizionario-di-psicologia/differenza-psicologo-psicoterapeuta-psicanalista-psichiatra.html) trovi le spiegazioni delle varie figure.
la cosa da rimarcare e' che lo psicoterapeuta, per essere davvero tale (e quindi riconosciuto dall'ordine degli psicoterapeuti) dopo la laurea deve seguire una specializzazione che prevede obbligatoriamente un percorso completo di analisi su se stesso, al fine di liberarsi dei suoi problemi -e quindi di evitare di trasferirli ai suoi pazienti!
uno psichiatra o uno psicologo invece questo percorso di analisi non sono affatto tenuti a seguirli, quindi (paradossalmente) possono essere pieni di ansie e nevrosi e cercare di "calmare" i propri pazienti con psicofarmaci, senza andare alle cause dei loro problemi (che poi e' invece l'unico modo per risolverli).

ASIA81
29-07-2008, 20:21
Ciao Irenezzz, ho letto il tuo post e mi è sembrato di leggere me fino a poco tempo fa. Sono sempre stata iper-introspettiva, ho passato la vita a voler rendere contenti gli altri e nello stesso tempo a cercare di farmi notare, a tentare di emergere perchè rispetto agli altri mi sentivo vuota e alquanto banalotta. Mi sembrava di sbagliare sempre tutto, che le mie scelte si rivelassero sempre dei fiaschi e che invece gli altri avessero successo in ogni cosa. Ho passato un sacco di tempo a rimuginare sul passato poi...poi non so cosa sia successo (e comunque dentro di me i "lavori in corso" ci sono tuttora) ma la parola che userei è CONSAPEVOLEZZA. Sono consapevole che piaccio alla gente, ma non posso piacere a tutti, che posso fare qualsiasi cosa nel rispetto dei limiti che con le esperienze ho imparato a riconoscere.
Non credo esista una strada giusta, un parametro che possa valere per tutti. Io so solo che sono contenta quando so che ho fatto quanto di meglio in quel momento e in quelle circostanze potessi fare, ho smesso di pensare che il mondo gira intorno a me e che il peso di ogni cosa è sulle mie spalle. Ho smesso di vivere in funzione degli altri e quello che non mi va di fare nel limite del possibile non lo faccio.
Cerco di essere trasparente il più possibile con le persone, perchè alla fine sono veramente poche le persone al mondo a cui importa veramente come stai (e quelle sanno che stai male anche se sei vestita a festa) e non vale proprio la pena "sbattersi" per mostrare uno stato d'animo che in un dato momento non ci appartiene.

Penso che tu debba partire cercando di capire cosa ti fa star bene, ma devi partire dalle piccole cose, farti una nicchia da allargare man mano che ti conosci e scopri il mondo.

"Avete il pennello, avete i colori, dipingete il paradiso ed entrateci".

Murakami
30-07-2008, 07:37
EDIT: lascio stare va: negli ultimi post ho letto luoghi comuni, sciocchezze ed imprecisioni su psicologi, psichiatri e farmaci che non meritano commento.
@Fides: non ti farebbe male una rilettura del link che tu stesso hai postato, prima di dire che gli psicologi prescrivono farmaci a casaccio (cosa che, a meno di essere laureati anche in medicina -eventualità assai rara-, non possono proprio fare). Di norma, lo psicologo rimanda allo psichiatra se ravvede la necessità di trattamento farmacologico, e vale anche l'inverso... e non ci vogliono mille sedute: si imposta una terapia sulla base di alcune evidenze e la si tara strada facendo, in base alle reazioni del paziente.

Murakami
30-07-2008, 07:44
Allora anzitutto volevo ringraziare tutti per le risposte costruttive che avete dato.

Cercherò di rispondere a tutti brevemente. Sono stata da una psicologa due volte ma era una scema, cioè non mi ci sono proprio trovata( e comunque è una figura professionale con la quale tendo ad andare in conflitto).
Lei tra l'altro mi aveva consigliato una terapia da uno psichiatra chiedendomi se sarei stata disposta anche a ricorrere a dei farmaci. Io sono rimasta così :mbe: sinceramente non ho reputato farlo.
E come dice Therinai sarebbe l'ammissione di una sconfitta.
Interessante punto di vista: come a dire, se si dovesse capire che soffri di una qualche patologia, prendere il farmaco più idoneo che la possa curare equivale ad essere sconfitti... va beh... :p

cuoricinoblu
30-07-2008, 08:06
Interessante punto di vista: come a dire, se si dovesse capire che soffri di una qualche patologia, prendere il farmaco più idoneo che la possa curare equivale ad essere sconfitti... va beh... :p

Non credo intendesse quello,
non sono uno psicologo, ma non ci vedo una patologia.
Leggendo il suo primo post sembra di leggere i miei pensieri quando avevo la sua eta'.
Probabilmente e' una fase, la cosa e' pero' soggiettiva non va sottovalutata.
Delle sedute da uno psicologo possono aiutare certo, a patto che tale medico sia valido... ma se ti propone medicinali alla seconda seduta.... qualche dubbio lo solleva, prima di prendere farmaci e' meglio sentire piu' pareri.
Prendere psicofarmaci non avendone i requisiti patologici oltre che essere pericoloso e' anche si una sconfitta in un certo senso.

Murakami
30-07-2008, 08:09
Non credo intendesse quello,
non sono uno psicologo, ma non ci vedo una patologia.
Leggendo il suo primo post sembra di leggere i miei pensieri quando avevo la sua eta'.
Probabilmente e' una fase, la cosa e' pero' soggiettiva non va sottovalutata.
Delle sedute da uno psicologo possono aiutare certo, a patto che tale medico sia valido... ma se ti propone medicinali alla seconda seduta.... qualche dubbio lo solleva, prima di prendere farmaci e' meglio sentire piu' pareri.
Prendere psicofarmaci non avendone i requisiti patologici oltre che essere pericoloso e' anche si una sconfitta in un certo senso.
Ho scritto "se si dovesse capire"... :read:
Questa psicologa, ravvisando la possibile necessità di farmaci, ha reinviato Irenezzz ad uno psichiatra, il quale, dopo autonoma valutazione, potrebbe decidere di prescriverli o meno: dove starebbe lo scandalo? E' così che funziona e che deve funzionare: quante sedute ci vogliono ad uno specialista per formulare una diagnosi?

Therinai
30-07-2008, 08:12
Interessante punto di vista: come a dire, se si dovesse capire che soffri di una qualche patologia, prendere il farmaco più idoneo che la possa curare equivale ad essere sconfitti... va beh... :p

Paragone che non sta in piedi neanche se lo reggi con le mani :rolleyes:
Non sta in piedi per il semplice fatto che non puoi controllare il tuo sistema immunitario, ergo se prendi un infezione grave sei costretto a prendere medicine.
Pure non puoi controllare il rimarginarsi di ferite o il riassestamento di ossa rotte.
Però hai il controllo della tua volontà, voglio dire la volontà *è* il controllo. Ergo per problemi che riguardano lo stato d'animo mi semra il minimo provare a risolverli con la volontà, prima di assumere sostanze esterne, qualunque esse siano.
Murakami fammi capire, la tua vita la affidi a fortuna e farmaci?

Therinai
30-07-2008, 08:15
Ho scritto "se si dovesse capire"... :read:
Questa psicologa, ravvisando la possibile necessità di farmaci, ha reinviato Irenezzz ad uno psichiatra, il quale, dopo autonoma valutazione, potrebbe decidere di prescriverli o meno: dove starebbe lo scandalo? E' così che funziona e che deve funzionare: quante sedute ci vogliono ad uno specialista per formulare una diagnosi?

Ma gli ha consigliato di prendere dei farmaci per risolvere dei dubbi, dubbi che hanno tutti i giovani, sulla vita!!! Ma che cazzo di consiglio è? Quella psicologa è una cogliona!

Murakami
30-07-2008, 08:18
Paragone che non sta in piedi neanche se lo reggi con le mani :rolleyes:
Non sta in piedi per il semplice fatto che non puoi controllare il tuo sistema immunitario, ergo se prendi un infezione grave sei costretto a prendere medicine.
Pure non puoi controllare il rimarginarsi di ferite o il riassestamento di ossa rotte.
Però hai il controllo della tua volontà, voglio dire la volontà *è* il controllo. Ergo per problemi che riguardano lo stato d'animo mi semra il minimo provare a risolverli con la volontà, prima di assumere sostanze esterne, qualunque esse siano.
Murakami fammi capire, la tua vita la affidi a fortuna e farmaci?
Il mio non era un paragone: ero proprio riferito al suo caso... e il controllo della volontà non è sempre così affidabile come tu sembri credere, o non ci sarebbero tante persone depresse in giro per il mondo. Spesso, la terapia farmacologica è solo un supporto temporaneo alla psicoterapia, per "tamponare" un momento difficile, e viene poi sospesa quando una persona ha ritrovato le forze per reggersi sulle proprie gambe.

cuoricinoblu
30-07-2008, 08:19
Ho scritto "se si dovesse capire"... :read:
Questa psicologa, ravvisando la possibile necessità di farmaci, ha reinviato Irenezzz ad uno psichiatra, il quale, dopo autonoma valutazione, potrebbe decidere di prescriverli o meno: dove starebbe lo scandalo? E' così che funziona e che deve funzionare: quante sedute ci vogliono ad uno specialista per formulare una diagnosi?

E chi grida allo scandalo? :mbe:

Gli specialisti hanno i loro tempi, ma personalmente per questo tipo di problemi ne sentirei piu' di uno.
Comunque come detto prima uno psicologo che ti manda da uno psichiatra dopo due sedute un po' di dubbi sulla sua professionalita me li mette eh :mbe:

Murakami
30-07-2008, 08:19
Ma gli ha consigliato di prendere dei farmaci per risolvere dei dubbi, dubbi che hanno tutti i giovani, sulla vita!!! Ma che cazzo di consiglio è? Quella psicologa è una cogliona!

Complimenti per la faciloneria con la quale esprimi giudizi offensivi su persone che conosci per sentito dire... :rolleyes:

Murakami
30-07-2008, 08:21
E chi grida allo scandalo? :mbe:

Gli specialisti hanno i loro tempi, ma personalmente per questo tipo di problemi ne sentirei piu' di uno.
Comunque come detto prima uno psicologo che ti manda da uno psichiatra dopo due sedute un po' di dubbi sulla sua professionalita me li mette eh :mbe:

Hai ragione: dovrebbe mandarti alla prima seduta o mai più, se è veramente bravo e capisci davvero cos'hai... e lo si capisce subito, credi.
Poi, il tuo "personalmente" lascia un pò il tempo che trova: spesso, il modo migliore per farsi confusione è proprio sentire mille pareri.
Per la cronaca, gli antidepressivi non sono come le benzodiazepine, non inducono assuefazione e dipendenza fisiologica, ma solo -al limite- psicologica: li si può smettere in ogni momento, basta farlo gradatamente per evitare l'effetto rebound.

Therinai
30-07-2008, 08:22
Complimenti per la faciloneria con la quale esprimi giudizi offensivi su persone che conosci per sentito dire... :rolleyes:

Altrettanti complimenti a questa "psicologa" che consiglia farmaci ad cazzum.
A ma io non sono uno psicologo, sono solo un povero ignorante che nulla sa della vita :rolleyes:
Dai murakami, continua a consigliare di vivere appoggiandosi alla fortuna e magri ai farmaci, così si che si vive bene.

cuoricinoblu
30-07-2008, 08:26
Hai ragione: dovrebbe mandarti alla prima seduta o mai più, se è veramente bravo e capisci davvero cos'hai... e lo si capisce subito, credi.
Poi, il tuo "personalmente" lascia un pò il tempo che trova: spesso, il modo migliore per farsi confusione è proprio sentire mille pareri.

Beh, spera che l'unico parere sentito sia giusto allora.

Murakami
30-07-2008, 08:27
Beh, spera l'unico parere sentito sia giusto allora.
Se ci si accorge non essere giusto in corsa, si cambia cavallo.

Fides Brasier
30-07-2008, 08:41
@Fides: non ti farebbe male una rilettura del link che tu stesso hai postato, prima di dire che gli psicologi prescrivono farmaci a casaccio (cosa che, a meno di essere laureati anche in medicina -eventualità assai rara-, non possono proprio fare).
Questa psicologa, ravvisando la possibile necessità di farmaci, ha reinviato Irenezzz ad uno psichiatra, il quale, dopo autonoma valutazione, potrebbe decidere di prescriverli o meno: dove starebbe lo scandalo? E' così che funziona e che deve funzionare: quante sedute ci vogliono ad uno specialista per formulare una diagnosi?visto che sappiamo tutti benissimo che uno psicologo, non essendo laureato in medicina, non puo' prescrivere farmaci, la mia affermazione era da prendere in senso lato; nella realta' poi le cose vanno come hai dettagliato tu con maggiore precisione.
rimane il fatto che uno psicologo che di primo acchito e senza sintomi socialmente invalidanti propone una terapia farmacologica non e' sicuramente un valido professionista.

Murakami
30-07-2008, 08:45
rimane il fatto che uno psicologo che di primo acchito e senza sintomi socialmente invalidanti propone una terapia farmacologica non e' sicuramente un valido professionista.
Cosa intendi per "socialmente invalidanti"? Irenezzz non esce più di casa: dove è finita la sua "socialità"? Scondo te il suo profondo disagio interiore è da prendere sotto gamba? Rileggi il suo primo post... :fagiano:

Fides Brasier
30-07-2008, 09:00
Cosa intendi per "socialmente invalidanti"? Irenezzz non esce più di casa: dove è finita la sua "socialità"? Scondo te il suo profondo disagio interiore è da prendere sotto gamba? Rileggi il suo primo post... :fagiano:socialmente invalidanti tipo atti di autolesionismo, manifestazione di volonta' di suicidio, crisi irrefrenabili di pianto o di panico in mezzo alla gente o peggio durante la guida, insomma atti che mettono a rischio la propria o altrui incolumita'.
irenezzz sara' pure sbarellata, ma non cosi' tanto :D

(in simpatia eh) :)

Murakami
30-07-2008, 09:22
socialmente invalidanti tipo atti di autolesionismo, manifestazione di volonta' di suicidio, crisi irrefrenabili di pianto o di panico in mezzo alla gente o peggio durante la guida, insomma atti che mettono a rischio la propria o altrui incolumita'.
irenezzz sara' pure sbarellata, ma non cosi' tanto :D

(in simpatia eh) :)
Per gesti come quelli da te elencati, ti ricoverano coattamente nel reparto di psichiatria; altro che farmaci... :fagiano:

il menne
30-07-2008, 09:23
Come da titolo, quali sono i vostri parametri di giudizio nella vita?

Come valutate voi stessi gli altri le condotte da tenere? E soprattutto dove diavolo avete pescato i criteri cui attenervi?

Faccio questa domanda perchè personalmente mi trovo in un periodo di crisi nera, periodo che per la verità dura da due anni almeno.
In poche parole non so più che pesci prendere, tutto mi sembra confuso.

Non sono più in grado di valutare le mie scelte, non so cosa è giusto e cosa sbagliato, vivo quasi per inerzia,provo a cambiare ma nulla. Cambio solo in peggio.

Mi sento piatta mediocre vuota scialba senza senso.Racconto un mucchio di balle a tutti per tentare di nascondere come sto (che poi si vede eccome), è fine luglio e come al solito non riesco nemmeno a uscire di casa. Sto sola a rimuginare storie lontane anni, passo al microscopio ogni fottuta cazzata che ho fatto in questi miseri 21 anni e mi sento ancora più sbagliata.

Per non parlare dei sensi di colpa che ho nei confronti della famiglia, di tutti quelli che mi vogliono bene e che io non chiamo o se li chiamo sono falsa e distante. Quelli che io non vedo perchè non riesco a uscire da questo buco di stanza, ed anche quando sono fuori, apparentemente allegra e con i capelli lavati, è come se in realtà fossi ancora nella mia tana.

Mi sono rotta e però non ce la faccio.Voglio un criterio, un valore stabile al quale affidare un giudizio su me stessa. Voglio sapere cosa fare.Voglio smettere di pensare.

Hum... leggendo il tuo post sembra che alcune risposte già le sai.... devi solo metterle in pratica, quindi già in te ci sono dei criteri.

- smetti di raccontare balle, alla fine i nodi vengono al pettine, tutti.
- smetti di essere ( parole tue ) : "falsa e distante"
- comincia con l'uscire e riavvicinarti a chi ti vuole bene.

Non c'è niente da dovere nascondere, non c'è da vergognarsi se uno in certi periodi della vita è un poco giù, anzi è proprio in questi periodi che le persone care, gli amici, i parenti, possono aiutare.

Tu dici che non hai criteri e parametri nella vita, ma secondo me li hai .... solo che devi riuscire a tirarli fuori.

Il primo passo devi farlo tu, in primis secondo me devi cominciare a distrarti e smettere di pensare al passato.

Quel che conta è il futuro.

Io vivo seguendo dei valori, trova anche tu i tuoi, non tutti possiamo avere gli stessi.

Secondo me devi cominciare a volerti più bene, comincia a fare delle cose per te, segui il tuo cuore, cerca di tornare in armonia con il mondo.

Io nella vita ho avuto diverse vicende assai negative, ma per fortuna, nelle vicende capitatemi, pur essendo caduto tante volte, e sbattuto forte il grugno a terra, e la vita quando vuole sa come colpire duro, ho trovato sempre la forza di rialzarmi ed andare avanti, spesso da solo, a volte con l'aiuto di amici o parenti o persone care....

E questo è quello che secondo me dovresti fare anche tu.

E'estate... magari comincia col pianificare un qualche viaggio con le tue amiche, magari, e inizia a divertirti un poco. :D

irenezzz
30-07-2008, 13:04
Asp...c'è una cosa però. Io ho giudicato male lo psicologo sulla base di una mia valutazione soggettiva, diciamo che non avrei voluto sentirmi dire "gurada è meglio se inizi la psicoterapia". Insomma ci sono rimasta di sasso e non avevo alcuna voglia di assumere farmaci, ma onestamente non saprei dire se sia una cosa sbagliata o meno.

In secondo luogo il problema che ho affrontato qui non è lo stesso di cui ho parlato quella volta; o meglio ho parlato anchedi questo ma non solo.


Che qualcosa che non vada ci sia per me è assodato ma da qui alla patologia non so....:help:

@fides braiser: mai avuti comportamenti "socialmente invalidanti", a parte la difficoltà di gestire impegni e quant'altro in maniera diciamo "normale".Voglio dire le cose le faccio(non tutte quelle che vorrei) ma col doppio della fatica e male perchè sono sempre altrove.
L'autolesionismo me ne vergogo ma c'è stato , episodico e non grave però.Certo magari altri non hanno avuto questa esperienza.

Fides Brasier
30-07-2008, 13:23
Per gesti come quelli da te elencati, ti ricoverano coattamente nel reparto di psichiatria; altro che farmaci... :fagiano:affatto: quanta gente che soffre di attacchi di panico o di crisi di pianto viene ricoverata nel reparto di psichiatria?
i ricoveri coatti per tso sono effettuati per casi ancora piu' gravi, e per fortuna qui non stiamo parlando di questo.

Fides Brasier
30-07-2008, 13:27
Paragone che non sta in piedi neanche se lo reggi con le mani :rolleyes:
Non sta in piedi per il semplice fatto che non puoi controllare il tuo sistema immunitario, ergo se prendi un infezione grave sei costretto a prendere medicine.
Pure non puoi controllare il rimarginarsi di ferite o il riassestamento di ossa rotte.
Però hai il controllo della tua volontà, voglio dire la volontà *è* il controllo. Ergo per problemi che riguardano lo stato d'animo mi semra il minimo provare a risolverli con la volontà, prima di assumere sostanze esterne, qualunque esse siano.
Murakami fammi capire, la tua vita la affidi a fortuna e farmaci?non e' cosi' semplice: e' vero che non controlliamo il sistema immunitario o le ossa, ma esistono strutture della nostra mente che sono completamente al di fuori del nostro controllo. grazie a freud piu' di cento anni fa e' stato "scoperto" l'inconscio, che e' il luogo dove risiedono i conflitti interiori di ognuno di noi. spesso tali conflitti non portano a disagi gravi ma a volte invece si, e ritenere di potere intervenire su tali conflitti inconsci da soli e' illusorio tanto quanto pensare di poter intervenire da soli sul sistema immunitario o sulla capacita' di rigenerare le ferite.

Fides Brasier
30-07-2008, 13:36
Asp...c'è una cosa però. Io ho giudicato male lo psicologo sulla base di una mia valutazione soggettiva, diciamo che non avrei voluto sentirmi dire "gurada è meglio se inizi la psicoterapia". Insomma ci sono rimasta di sasso e non avevo alcuna voglia di assumere farmaci, ma onestamente non saprei dire se sia una cosa sbagliata o meno.

In secondo luogo il problema che ho affrontato qui non è lo stesso di cui ho parlato quella volta; o meglio ho parlato anchedi questo ma non solo.


Che qualcosa che non vada ci sia per me è assodato ma da qui alla patologia non so....:help:

@fides braiser: mai avuti comportamenti "socialmente invalidanti", a parte la difficoltà di gestire impegni e quant'altro in maniera diciamo "normale".Voglio dire le cose le faccio(non tutte quelle che vorrei) ma col doppio della fatica e male perchè sono sempre altrove.
L'autolesionismo me ne vergogo ma c'è stato , episodico e non grave però.Certo magari altri non hanno avuto questa esperienza.aspe' intendiamoci un attimo sui termini: la psicoterapia non comprende necessariamente farmaci; forse piu' che a una psicologa (se quella era davvero una psicologa... ma che ad ogni modo non ti e' stata d'aiuto, visto che ti ha fatta spaventare e te ne sei andata), che non e' comunque in grado di gestire il tuo caso ma puo' al massimo rimbalzarti su un altro specialista, potresti valutare di consultare dapprima uno psicoterapeuta con il quale intraprendere un percorso di psicoterapia; lui per primo poi sara' in grado di valutare se appoggiarsi eventualmente anche ad uno psichiatra come ulteriore supporto, se fosse proprio necessario.

CYRANO
30-07-2008, 13:38
e' un periodo che ho passato anche io , un periodo in cui non si vive ma si sopravvive.
l'ho passato senza interventi dall'esterno , senza psicoterapie o altro.
semplicemente e' stata una tappa della mia vita , che forse e' stato utile vivere.
io spero che sia lo stesso anche per te ...


C mlamlzmla

Therinai
30-07-2008, 13:51
Irene perchè non parli delle circostanze del caso? Hai subito traumi importanti? (che ne so, perdita dei genitori, un incidente grave, qualcosa che ti ha segnato la vita). Hai detto che questo periodo nero va avanti da circa 2 anni. Prima com'eri? Come ti sei resa conto del cambiamento? Hai detto che non esci di casa. Quindi non studi e non lavori? Non hai delle passioni? Hai un compagno? Cosa ne pensa della tua situazione? Del tuo stato attuale, cosa in particolare ti colpisce? Cioè se potessi cambiare, per magia, un aspetto della tua vita cosa cambieresti? (no, non puoi dire tutta la vita, devi scegliere un aspetto in particolare)
Altrimenti è inutile che ci rimuginiamo sopra se non sappiamo niente.
Da quello che hai detto nel messaggio di apertura stai affrontando una fase che tocca a chiunque, per questo insisto a dire che il solo parlare di specialisti, per me, è fuori luogo.