PDA

View Full Version : [ MAFIA ] Il potere economica delle cosche: il problema del 21esimo secolo


Ser21
13-06-2008, 09:31
Mafia, potenza economica


di Elio Veltri - 4 giugno 2008

http://www.antimafiaduemila.com/content/view/7328/78/

Luigi Giuliano, già capo assoluto della Nuova Famiglia della camorra, alleata con «l'Alleanza di Secondigliano», nel 2003, quando si pente, comincia a raccontare gli affari, e dice che la «Cupola» incassava decine di miliardi di vecchie lire al mese.

In Sicilia i magistrati ascoltando una intercettazione ambientale, si convincono che i veri padroni della SISA che gestisce 100 supermercati in provincia di Palermo e fattura 300 miliardi all'anno di vecchie lire, sono Provenzano e Palazzolo.
Dal porto di Gioia Tauro la 'ndrangheta mandava in Cina containers pieni di rifiuti che ritornavano in Europa trasformati in plastica. Ecco, queste sono solo tessere della mafia Spa, multinazionale, presente in molti paesi del mondo, a suo agio nell'economia globalizzata, senza segreti per la finanza e per i paradisi fiscali. Rappresentata da tecnici di valore, incensurati, capaci di portare all'estero decine di società, con una triangolazione fulminea Milano- Lussemburgo- Lugano e di riportarle in Italia ripulite e pronte ad operare in borsa.
La Mafia ha capito prima degli imprenditori onesti la globalizzazione, la caduta delle frontiere e, soprattutto, l'uso di Internet e li ha usati a proprio vantaggio. Subito dopo la caduta del muro di Berlino, in un'intercettazione telefonica diventata famosa, si ascolta l'inviato che chiede al capo cosa deve comprare e si sente rispondere: «vai a Berlino est e compra tutto». A Berlino est per due ragioni: la domanda di capitali era elevata e di democrazia ce n'era poca, per cui le regole potevano essere aggirate.
L'economia del paese segna il passo e la crescita è zero; la produzione industriale è in caduta libera perché gli italiani hanno le tasche vuote e non comprano, ma mafia Spa è florida e in espansione, in tutto il mondo. In Italia, con un fatturato calcolato 90 miliardi di Euro dal rapporto di SOS impresa della Confesercenti per la parte commerciale, si conferma la più importante multinazionale del paese e una delle più grandi d'Europa, tale da competere con le Corporations che hanno bilanci superiori a quelli degli Stati. Se poi aggiungiamo traffico di droga, di armi e di esseri umani, allora il fatturato tocca i 140-150 miliardi all'anno. Certo, la mafia non deposita bilanci e non si sottopone al controllo della Consob.
Ma le stime sono attendibili e anche sottodimensionate. Ad esempio Piero Grasso valuta circa 50 miliardi di euro il traffico di droga e John Kerry, senatore democratico, presidente di una Commissione del Senato che si occupa di criminalità organizzata, il traffico di droga della mafia italiana lo valuta 110 miliardi di dollari all'anno e cioè più del doppio.
In un rapporto al Senato degli Stati Uniti sulle cinque mafie più potenti del mondo, il Senatore democratico scrive che si può affermare con sicurezza che la mafia italiana gode di protezioni ad alti livelli politici e nell'apparato dello Stato. Il rapporto naturalmente non è stato tradotto. Forse vale la pena ricordarne il titolo: «La nuova guerra». E cioè la guerra per la democrazia e la civiltà nel terzo millennio è quella contro la mafia. E non la pensa diversamente Louise I. Shelley, direttore del Transnational Crime and Corruption Center dell'Università di Washington il quale scrive: «la criminalità transnazionale sarà per i legislatori il problema dominante del ventunesimo secolo, come lo fu la guerra fredda per il ventesimo secolo e il colonialismo per il diciannovesimo».
È una esagerazione? Non credo, perché anche l'ONU e L'Unione Europea la pensano allo stesso modo. Ad esempio, se esaminiamo uno dei settori più «produttivi» che è quello della contraffazione( abiti griffati, giocattoli, computer, profumi ecc) nel quale lavorano a due euro all'ora, nelle cantine e nei sottoscala, e non solo della Campania, decine di migliaia di persone, «l'Union des fabricants pour la protection International de la propriété industrielle et artistique», che ha organizzato il Forum di Parigi del 2003, ne valuta i profitti in 250 miliardi di euro all'anno pari al 5-7% del commercio mondiale. L'organizzazione Mondiale delle Dogane poi, ne stima il fatturato in 450 miliardi di euro anno. L'Italia, per la contraffazione, è ai primi posti al mondo. Ed è solo un comparto delle innumerevoli produzioni oramai in mano alla criminalità organizzata, che fa concorrenza all'economia sana, conquista i mercati con la violenza, non ha bisogno di accendere prestiti bancari perché paga cash. Per dare ancora un'idea si calcola che i posti di lavoro persi ogni anno dalle aziende regolari che subiscono la concorrenza sono 100 mila e l'evasione fiscale è di 2,4 miliardi di dollari. Il nero si mescola col criminale sia nella finanza che nell'economia.
Poi, nei paradisi fiscali, che negli ultimi anni sono raddoppiati, dove si contano più banche che cittadini, si sposano.
In un convegno nell'Università di Firenze, Ottobre del 2007, Piero Grasso ricordava che Falcone aveva capito tutto e l'aveva spiegato nel 1991 ai deputati del Bundestag, ma ricordava anche che oggi solo i «fondi per le piccole spese vengono confiscati» e un po' sconsolato si chiedeva: «ma la politica vuole davvero combattere la mafia?».
La domanda è d'obbligo per due ragioni: la politica ha delegato alla magistratura e alle forze dell'ordine il problema economico e sociale più drammatico del paese. La politica non si cura di conoscerlo per intervenire e quindi ne ignora o ne sottovaluta la dimensione. Eppure, i patrimoni mafiosi valgono 1000 miliardi di euro(oltre 2 milioni di miliardi di vecchie lire) e gli affiliati, secondo la DIA, sono un milione e ottocentomila. Gli affiliati non sono i «pungiuti». Sono quelli che con le organizzazioni mafiose hanno rapporti sociali e di affari a causa di un'espansione gigantesca e incontrollabile della finanza e dell'economia criminale.
Le leggi che i magistrati hanno in mano sono strumenti che non funzionano: né quella sulla confisca dei beni, né quella sul riciclaggio, se solo pensiamo che non più del 6-7% dei beni vengono confiscati e i processi in corso, di qualche peso, per riciclaggio sono 4-5. L'anagrafe dei conti e dei depositi introdotta con legge nel 1991 non è operativa. Proposte all'Europa per cominciare a chiudere i paradisi fiscali sui territori europei per poi concordare nelle sedi internazionali interventi negli altri continenti, non ce ne sono. Embarghi finanziari non ne vengono proposti. Eppure, ne sono stati attuati persino sui farmaci e sul cibo. Ma per le sacre finanze sporche No.
L'Italia, inoltre, ha la sua buona dose di banche e società finanziarie nei paradisi fiscali col placet della Banca d'Italia: 220 banche; 117 società controllate da banche di cui 40 in Lussemburgo.
Sono giorni di dibattito acceso sugli immigrati clandestini e sull'immigrazione in generale. Com'è stato sottolineato su questo giornale anche da Livia Turco, la clandestinità è figlia innanzitutto dell'economia sommersa(nera e mafiosa), che costituisce il più grande serbatoio europeo di italiani precari e sfruttati e di immigrati clandestini e non, ma sempre sfruttati. Con scie di morti da guerra civile, quella mafiosa, che si contano in migliaia e che sembra non interessino più di tanto.
Quindi, o si interviene sulle cause oppure la cancrena rimane. Eppure, questa sì, che sarebbe materia di una grande alleanza trasversale e nazionale.




Eppure mi sembrava di aver capito che la mafia non fosse un problema prioritario di questo governo o del governo ombra...
Che strano,eppure a me sembra una piaga abbastanza importante....
Strano che anche gli americani la vedano così....boh,forse siamo tutti dei visionari....

Marko91
13-06-2008, 10:07
Sto leggendo Gomorra e solo ora inizio a capire veramente cosa sia la camorra.
E'una multinazionale del crimine, un impresa della paura. N'Drangheta e Mafia sono molto più locali, molto più concentrati a tenere il potere sul territorio.
Non è pensabile fermare la camorra agendo da soli. E' necessaria una cooperazione a tutti i livelli di tutte le nazioni europee, controllando scrupolosamente tutto il territorio. E' necessario l'esercito a Secondigliano, Scampia, Casal del Principe, Aversa per poter infastire sufficentemente i traffici della camorra. E' necessario il pattugliamento delle coste, persequizioni a tutto spiano per bloccare tutti i traffici di droga, merce cinese nascoste ovunque.
Forse è perfino necessario rivoluzionare la gestione delle merci nei porti, introducendo targhetti RFID su contaneir e sulla merce stessa.
In questo momento nessuno ha la volontà politica di fare qualcosa di simile. L'economia criminale si impasta sempre di più con quella reale, e capitali camorristi sono investiti a tutti i livelli in molte zone del paese. Forse la politica italiana non ha nemmeno il potere , anche volendo, di opporsi a questa economia.
E lo Stato non deve vincere solo l'idra a molte teste della Camorra, ma anche N'drangheta e mafia. E' un impresa titanica, e pensare che non esiste nemmeno la volontà per cominciarla, beh mi fa capire quale sia il destino di questo paese.

Ser21
13-06-2008, 10:15
Sto leggendo Gomorra e solo ora inizio a capire veramente cosa sia la camorra.
E'una multinazionale del crimine, un impresa della paura. N'Drangheta e Mafia sono molto più locali, molto più concentrati a tenere il potere sul territorio.
Non è pensabile fermare la camorra agendo da soli. E' necessaria una cooperazione a tutti i livelli di tutte le nazioni europee, controllando scrupolosamente tutto il territorio. E' necessario l'esercito a Secondigliano, Scampia, Casal del Principe, Aversa per poter infastire sufficentemente i traffici della camorra. E' necessario il pattugliamento delle coste, persequizioni a tutto spiano per bloccare tutti i traffici di droga, merce cinese nascoste ovunque.
Forse è perfino necessario rivoluzionare la gestione delle merci nei porti, introducendo targhetti RFID su contaneir e sulla merce stessa.
In questo momento nessuno ha la volontà politica di fare qualcosa di simile. L'economia criminale si impasta sempre di più con quella reale, e capitali camorristi sono investiti a tutti i livelli in molte zone del paese. Forse la politica italiana non ha nemmeno il potere , anche volendo, di opporsi a questa economia.
E lo Stato non deve vincere solo l'idra a molte teste della Camorra, ma anche N'drangheta e mafia. E' un impresa titanica, e pensare che non esiste nemmeno la volontà per cominciarla, beh mi fa capire quale sia il destino di questo paese.

Tutto corretto e veritiero,però sbagli quando dici che la mafia siciliana ha un'organizzazione più a livello locale della camorra.
E' esattamente il contrario,la camorra ha un controllo del territorio simile alla 'ndrangheta ma come referenti politici si ferma a livello regionale,al contrario la mafia siciliana ha sempre avuto lo spessore di trattare direttamente a livello nazionale con referinti politici: Andreotti prima e Dell'utri poi sono due esempi lampanti ;)

Ser21
13-06-2008, 13:09
In Italia, con un fatturato calcolato 90 miliardi di Euro dal rapporto di SOS impresa della Confesercenti per la parte commerciale, si conferma la più importante multinazionale del paese e una delle più grandi d'Europa, tale da competere con le Corporations che hanno bilanci superiori a quelli degli Stati. Se poi aggiungiamo traffico di droga, di armi e di esseri umani, allora il fatturato tocca i 140-150 miliardi all'anno


Massi,cosa volete che sia...meglio filosofeggiare sul problema sicurezza....

marcolinuz
13-06-2008, 15:31
Tutto corretto e veritiero,però sbagli quando dici che la mafia siciliana ha un'organizzazione più a livello locale della camorra.
E' esattamente il contrario,la camorra ha un controllo del territorio simile alla 'ndrangheta ma come referenti politici si ferma a livello regionale,al contrario la mafia siciliana ha sempre avuto lo spessore di trattare direttamente a livello nazionale con referinti politici: Andreotti prima e Dell'utri poi sono due esempi lampanti ;)
La ndrangheta è una multinazionale del crimine ed anche le altre ns mafie.
http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/ndrangheta-usa/ndrangheta-usa/ndrangheta-usa.html

Ci sono i mezzi per combatterle manca la volontà POLITICA.

_fred_
13-06-2008, 15:40
Vedendo certe cifre mi domando come sia possibile fermare tutto ciò... Quelli possono comprare letteralmente tutto.

Cfranco
13-06-2008, 16:42
La delinquenza si combatte espellendo gli extracomunitari :O

La mafia non esiste ( e appena impediranno le intercettazioni sparirà del tutto )

gigio2005
13-06-2008, 19:24
dai...ci sono voluti solo 60 anni per capire che IL problema dell'italia sono LE MAFIE!

:muro: :muro: :muro:

meglio tardi che mai...



ps: per tutti quelli che "sto leggendo gomorra e solo ora inizio a capire...."


ANDATE A VEDERE IL FILM....USCIRETE CAMBIATI DAL CINEMA

sander4
13-06-2008, 19:52
dai...ci sono voluti solo 60 anni per capire che IL problema dell'italia sono LE MAFIE!

:muro: :muro: :muro:

meglio tardi che mai...



ps: per tutti quelli che "sto leggendo gomorra e solo ora inizio a capire...."


ANDATE A VEDERE IL FILM....USCIRETE CAMBIATI DAL CINEMA

*
le MAFIE e i loro referenti politici ai massimi gradi delle istituzioni, da Andreotti in poi

Marko91
13-06-2008, 20:48
dai...ci sono voluti solo 60 anni per capire che IL problema dell'italia sono LE MAFIE!

:muro: :muro: :muro:

meglio tardi che mai...



ps: per tutti quelli che "sto leggendo gomorra e solo ora inizio a capire...."


ANDATE A VEDERE IL FILM....USCIRETE CAMBIATI DAL CINEMA

Beh guarda che il film è un centesimo di quello che è il libro. (ho visto anche il film)...

Cfranco
14-06-2008, 08:35
dai...ci sono voluti solo 60 anni per capire che IL problema dell'italia sono LE MAFIE!

La frase giusta è "ci sono voluti solo 60 anni per far capire al 10% degli italiani capire che IL problema dell'italia sono LE MAFIE!"
Per la gran parte del paese la mafia non è una priorità , la priorità è dare la caccia ai 4 disgraziati senza permesso di soggiorno .

matrizoo
14-06-2008, 08:52
Vedendo certe cifre mi domando come sia possibile fermare tutto ciò... Quelli possono comprare letteralmente tutto.


quoto.
aggiungo che possono comprarsi chiunque...
non vedo come dei normali stipediati possano contrastare sta gente:O
il potere sta dove ci sono i soldi, e i soldi li ha la mafia.
noi siamo solo un contorno...

Sawato Onizuka
15-06-2008, 00:23
lo sanno tutti che la mafia è nata dalla politica e quest'ultima da... :mc: :banned:

e si espanderà ancora :Perfido:

Fonte: Financial Times (http://www.ft.com/cms/s/eae76464-10c0-11dd-b8d6-0000779fd2ac,Authorised=false.html?_i_location=http%3A%2F%2Fwww.ft.com%2Fcms%2Fs%2F0%2Feae76464-10c0-11dd-b8d6-0000779fd2ac.html%3Fnclick_check%3D1&_i_referer=http%3A%2F%2Fwww.realdeal-forum.com%2Fforum%2Fviewtopic.php%3Ff%3D4%26p%3D97028&nclick_check=1)

After a dozen attempts on his life, Salvatore Boemi, one of Italy’s veteran anti-Mafia prosecutors, is, at 64-years-old, contemplating retirement. Looking back, he expresses satisfaction at progress in the fight against organised crime but anger and frustration that the rest of Europe has not awoken to its steadily penetrating tentacles.

“I am very depressed, very pessimistic,” Mr Boemi concedes, speaking in the southern city of Reggio Calabria, with an office view across the strait of Messina to Sicily.

Mr Boemi, Sicilian by origin, might wish to return there, as the island’s Mafia, Cosa Nostra, is seen as a waning power for a complex mix of social and geopolitical reasons. By contrast, in his region of Calabria the Mafia organisation called the ’Ndrangheta has taken control of the Colombian cocaine trade with Europe to become the continent’s most powerful and far-reaching criminal organisation.

From the “toe” of Italy, the ’Ndrangheta is using narcotics income of €30bn-€40bn (£24bn-£32bn, $48bn-$64bn) a year, plus funds siphoned off from Rome and Brussels, to reach across Europe, primarily by investing in property – factories, hotels, supermarkets and restaurants – but even banking and the Russian oil trade.

Where the Mafia branches out, legitimate enterprises wither. Big companies, politicians and the media are corrupted, Italian investigators say.

“They will be in Oslo in 20 years. A Mafia middle class is reinvesting. The sons of those I jailed in the 1970s are now active,” Mr Boemi explains, thumping the table in exasperation at what he says is Europe’s failure to grasp the scale of the problem and harmonise its response.

Europe’s wake-up call, he said, should have been the killing of six Italians in a pizzeria in Duisburg in Germany on August 15 2007, the latest manifestation of a feud between two ’Ndrangheta clans dating back to the early 1990s.

“The Duisburg attack was a huge mistake of the ’Ndrangheta as it exposed their presence. But Europe did not react. It will be an error and defeat for us,” he says.

While the police forces of the two countries are learning to co-operate well, Mr Boemi is frustrated that Germany does not have the same laws, used to great effect in Italy, to confiscate assets linked to Mafia crimes.

Through the courts in Reggio Calabria, Mr Boemi submitted a 65-page deposition requesting confiscation of two properties near Duisburg used as logistics bases in the killings.

“We got three lines in response, saying we are sorry our laws do not provide for this,” he said, waving a letter from the Duisburg prosecutor.

Mr Boemi urges Europe to draw up common anti-Mafia laws and to consider the appointment of an anti-Mafia commissioner in Brussels. Italy, he notes, is alone in having such an office. Its investigators also have broader powers to intercept telephone conversations.

Wilfried Albishausen, who chairs the BDK association of German criminal police for the region around Duisburg, agrees that differences in the two legal systems make it harder to crack down. “In Germany, prosecutors have to prove the property was bought with the proceeds of crime. In Italy it is the reverse – those accused have to prove it was not bought with illegal revenues ... In this case the Italian approach is better and should be introduced in Germany.”

Germany needs more police and prosecutors to tackle Mafia crime, he says, but rejects the notion that the country underestimates the problem.

“Sometimes the Italians need to get their own house in order before making accusations. I know lots of countries that complain it is difficult to work with Italy on cross-border crime,” he says, pointing to Italy’s complex police structures and slowness in responding to requests.