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View Full Version : Sarkozy e Berlusconi, l'era dei liberalconservatori


EarendilSI
08-06-2008, 09:29
Dopo gli anni del comunismo rivoluzionario e del socialismo radical-chic, è giunta l’epoca del liberalconservatorismo. Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi, ognuno a proprio modo, sono stati i precursori di una concezione popolar-mediatica della politica. Popolare perché il loro messaggio si rivolge alla gente, massa di cittadini e non di elettori; mediatica perché utilizzano gli strumenti della comunicazione come nessuno aveva mai fatto prima. Sono riusciti, insomma, a trasformare l’immagine della politica del “dover fare” a quella del “poter fare”. Non più un sacrificio, ma una scelta; non potestà ma una volontà. Differenza non da poco, sostanziale in una società che brucia le tappe, premia e distrugge nell’arco di un batter di ciglia.

Da quando è salito all’Eliseo, su Sarkozy si sono spese decine di migliaia di parole, centinaia i saggi che lo vedono protagonista. E quasi tutti cercano di rispondere alla stessa domanda: da dove nasce una così forte popolarità? Analoga questione, ma con protagonista differente, da anni attanaglia anche la sinistra italiana: perché mai gli elettorali continuano a premiare un personaggio come Berlusconi, odiato da almeno metà Paese? La risposta sta proprio lì: per la sinistra Sarkozy e Berlusconi non sono due avversari politici, ma due odiati nemici. Tanto più le accuse diventano gravi e pesanti, personali e confidenziali, tanto più Silvio e Nicolas ne traggono giovamento.

L’Italia e la Francia, anima mediterranea in corpo latino, pur vivendo un periodo di austerità stanno dimostrando nei discorsi dei loro leader di voler risollevare la testa. Il modello statale non può sopravvivere per assistenza, ma con mezzi e forza propria: anche il pubblico, insomma, deve avere la capacità (il coraggio?) di confrontarsi con il mercato, con la concorrenza. Un confronto entro regole chiare ed uguali per tutti: quello che Berlusconi definisce il “capitalismo spiritualizzato” altro non è che il sarkozyano “capitalisme moralisé”. Parole differenti che portano allo stesso concetto di base: allo Stato spetta stabilire le regole e, eventualmente, fornire gli strumenti; al cittadino saperli usare. Come in una gara di atletica, l’obiettivo del governo non è far arrivare i concorrenti tutti insieme al traguardo, ma piuttosto quello di farli partire allineati.

Da più parti si grida allo spauracchio neoliberista. In realtà non è così: il grande passo che i due statisti europei stanno cercando di compiere è di trasformare le rispettive nazioni da Stati provvidenziale a Stati liberali. Il “sarkoberlusconismo”, come è stato felicemente definito in un saggio di Pierre Musso, docente all’università di Rennes 2, propone una rinnovata visione del conservatorismo europeo: l’obiettivo di Sarkozy e Berlusconi è portare a compimento la rivoluzione cominciata con la caduta dei muri e dei regimi sovietici e continuata con la progressiva “de-statalizzazione dello Stato”; contro lo Stato ma allo stesso tempo per lo Stato. Si tratta insomma di una politica conservatrice, “anti” e “neo” al tempo stesso.

di Stefano Caliciuri

http://www.ideazione.com/

^TiGeRShArK^
08-06-2008, 09:56
Sarkozy e Berlusconi, l'era dei liberalconservatori

:rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl::rotfl:
E Ilvio sarebbe LIBERALE? :rotfl:
ma per favore...:doh:
mai letta assurdità + grande....:asd:

sid_yanar
08-06-2008, 10:49
poche volte mi è successo di leggere un articolo idiota come quello appena postato :asd:

rip82
08-06-2008, 10:54
Mai visto un uso cosi' a sproposito della parola "liberale" e dei suoi derivati, sul presidente francese non mi pronuncio perche' sono poco informato, ma berlusconi e' l'esatto contrario di un liberale.

Deuced
08-06-2008, 11:21
magari avessimo sarkozy...

luigiaratamigi
08-06-2008, 11:28
Un ringraziamento a Stefano Caliciuri.
Dopo aver letto il suo articolo ho ritrovato la mia naturale regolarità

Trabant
08-06-2008, 11:28
C'è una sostanziale differenza.

Sarkozy è un uomo di stato, la sua carriera (a parte la professione di avvocato) è essenzialmente politica, ed è cresciuto in un paese con una "burocrazia" forte, nel quale il settore pubblico impiega le migliori risorse.

Berlusconi è un uomo anti-stato, per lui lo stato rappresenta a seconda delle situazioni un'opportunità (quando se ne possono sfruttare le debolezze per conseguire interessi personali) e una palla al piede quando gli pone dei vincoli, che si affretta a rimuovere appena possibile.

Sotto l'aspetto mediatico, la potenza di fuoco di Sarkozy è assolutamente imparagonabile a quella di Berlusconi, è come confrontare un fucilino ad aria compressa con una batteria di cannoni pesanti.

E si trovano ad operare in due contesti diversi.
Sarkozy vive in un paese con una burocrazia che è il fiore all'occhiello tra quelle mondiali, e che lui deve solo parzialmente riformare per adeguarla agli scenari attuali.
Berlusconi agisce in uno stato con un sistema pubblico inefficiente, ed il suo obiettivo è quello di smantellare quel poco che funziona e mettere tutto nelle mani dei privati, abolendo ogni sorta di vincolo ed intralcio per questi (di cui fa parte).

Se proprio vogliamo trovare in Italia qualcuno che si avvicini a Sarkozy, al limite possiamo citare Fini, ma non certo Berlusconi.

Fritz!
08-06-2008, 11:29
Liberal conservatori erano la tatcher o Reagan... Le novità, se di novità si può parlare dei liberal conservatori era tale negli anni '80.


Quanto poi a Berlusconi liberale, è una barzelletta da Bagaglino.

E non lo si può nemmeno definire liberista, vista la politica nazional popolare e mercantilista di Tremonti.


Per finire, sul confronto Berlusconi Sarkozy, ecco cosa ne pensa la moglie di Sarkozy :asd: :asd: :asd:

Parigi, 4 giu - Entusiasta del marito, distante da Berlusconi. A sentirsi cosi' e' Carla Bruni, moglie del premier francese, Nicolas Sarkozy ma anche ex modella e cantante di origine italiana.

La 'premiere dame' di Francia confessando, in un libro di prossima uscita ('Carla e Nicolas, la vera storia') di esser stata sedotta dall'''intelligenza'' e dall'energia del marito, ha preso le distanze dal premier italiano, Silvio Berlusconi. Nota per le tendenze sinistrorse, Carla Bruni ha sostenuto la candidatura della socialista Segolene Royal alla presidenza della Repubblica francese. Ma in questo libro difende a spada tratta il marito e respinge il paragone con il suo omologo italiano, Silvio Berlusconi.

''Nicolas - sostiene Carla -, e' un uomo politico.

Non certo Berlusconi. A ciascuno il suo mestiere. D'altra parte, non mi sento affatto bene da quando e' di nuovo il presidente del Consiglio italiano. Sono sicura che se mio marito diventasse uomo d'affari sarebbe pessimo''.

ozeta
08-06-2008, 11:31
non siete mai contenti di niente!!!:mad: :mad: :mad: :mad:

i criminali ad essere liberi di far tutto, che volete di più?!?!?:mad: :mad: :mad:


:asd:

Fritz!
08-06-2008, 11:32
"Lo dico ancora tutti i giorni. Non ho mica incontrato dei cretini, prima. Ma lui è molto, molto rapido. E poi ha una memoria incredibile".

Questo fenomeno d'uomo, assolutamente, non somiglia a Silvio Berlusconi, secondo l'attuale moglie, a dispetto delle analisi politiche. E quando il suo amico (socialista) Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi, osa un paragone, Carla gli telefona irritata. "L'ho chiamato subito per dirgli che si sbagliava. Berlusconi è un uomo d'affari che fa politica. Nicolas è un politico vero, un uomo sul campo. Ha una vera passione per il suo mestiere".

E rincara, "A ciascuno il suo... D'altronde, non mi sento a mio agio da quando Berlusconi è stato eletto presidente del Consiglio. Sono sicura che mio marito sarebbe un pessimo uomo d'affari"



Non so se sia chiaro, ma uno dei peggiori insulti che in Francia abbia ricevuto Sarkozy, è proprio il paragone con Berlusconi :asd:

Onisem
08-06-2008, 11:32
Sono riusciti, insomma, a trasformare l’immagine della politica del “dover fare” a quella del “poter fare”. Non più un sacrificio, ma una scelta; non potestà ma una volontà.
Discorsi simili sulla "volontà" mi riportano alla mente brutti fantasmi. Per il resto non vedo in cosa sia liberale Berlusconi.

^TiGeRShArK^
08-06-2008, 11:39
Non so se sia chiaro, ma uno dei peggiori insulti che in Francia abbia ricevuto Sarkozy, è proprio il paragone con Berlusconi :asd:

:asd::asd::asd::asd::asd::asd:

sander4
08-06-2008, 11:42
"Lo dico ancora tutti i giorni. Non ho mica incontrato dei cretini, prima. Ma lui è molto, molto rapido. E poi ha una memoria incredibile".

Questo fenomeno d'uomo, assolutamente, non somiglia a Silvio Berlusconi, secondo l'attuale moglie, a dispetto delle analisi politiche. E quando il suo amico (socialista) Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi, osa un paragone, Carla gli telefona irritata. "L'ho chiamato subito per dirgli che si sbagliava. Berlusconi è un uomo d'affari che fa politica. Nicolas è un politico vero, un uomo sul campo. Ha una vera passione per il suo mestiere".

E rincara, "A ciascuno il suo... D'altronde, non mi sento a mio agio da quando Berlusconi è stato eletto presidente del Consiglio. Sono sicura che mio marito sarebbe un pessimo uomo d'affari"


la Carla Bruni ha detto una cosa giustissima, Sarkò è un politico, Berlusconi è un signore che usa il parlamento per scopi personali, per migliorare/mantenere il suo volume di affari e monopoli, per salvarsi dalla galera.


Non so se sia chiaro, ma uno dei peggiori insulti che in Francia abbia ricevuto Sarkozy, è proprio il paragone con Berlusconi :asd:

Porello, un insulto terribile. :asd: :asd: :asd:

lowenz
08-06-2008, 12:30
Liberale uno che dà 300 milioni di euro ad Alitalia?

Ma ci stiamo prendendo in giro?

Un cardine del liberismo è NON FINANZIARE le aziende in NESSUN MODO, ma lasciare che il mercato si regoli autonomamente secondo la competizione.

Fritz!
08-06-2008, 12:43
Liberale uno che dà 300 milioni di euro ad Alitalia?

Ma ci stiamo prendendo in giro?

Un cardine del liberismo è NON FINANZIARE le aziende in NESSUN MODO, ma lasciare che il mercato si regoli autonomamente secondo la competizione.

Sti liberali o liberisti Italiani che confondono la Thatcher con Berlusconi, Friedman con Brunetta, Popper con Ratzinger, il mercato con la cassa per il mezzogiorno.... fanno ridere.

Ancora piu ridicolo è il fatto che raccontano la stessa barzelletta da 15 anni e continuano a parlare di novità

wildsliver
08-06-2008, 12:47
ma poi la cosa bella.. critica buona parte dei provvedimenti economici della UE, che sono tipicamente liberali :read:

blamecanada
08-06-2008, 13:50
Sarkozy aveva detto tempo fa che il suo modello è Berlusconi. E benché non sia paragonabile quantitativamente a Berlusconi, lo stile è quello. Anche lui ha i suoi intrallazzi con varî imprenditori per la svendita di pezzi dello Stato agli amici degli amici, che poi ristrutturano e rivendono a dieci volte tanto.

Comunque essendo la Francia un Paese un po' piú avanzato culturalmente un presidente non può sognarsi di fare quello che vuole, perché verrebbe preso a calci dalla popolazione.
Di Sarkozy i francesi sono già stufi comunque, dopo aver vinto con promesse che non ha minimamente mantenuto (in primis sul potere d'acquisto) è già giudicato molto male, tanto da essere il presidente col gradimento piú basso nella storia della V repubblica francese, e alle scorse amministrative si è preso una batosta non a caso.


Comunque se un cardine del liberismo sarà anche non finanziare le aziende con i soldi pubblici, ci sono Paesi meno liberali dell'Italia, visto che finanziano coi soldi pubblici addirittura le banche.

lowenz
08-06-2008, 13:54
Comunque se un cardine del liberismo sarà anche non finanziare le aziende con i soldi pubblici, ci sono Paesi meno liberali dell'Italia, visto che finanziano coi soldi pubblici addirittura le banche.
E infatti il Liberismo è come il Comunismo, non se ne vede traccia quando si tratta di applicazione PIENA :p
(qualcuno direbbe "per fortuna" :D)

Fritz!
08-06-2008, 13:55
Sarkozy aveva detto tempo fa che il suo modello è Berlusconi..

Ma anche no:ciapet: :ciapet: :ciapet: :ciapet:

Che abbia fatto complimenti di circostanza....

MA secondo te sua moglie va a dire che si sente offesa per il paragone con Berlusconi, a insaputa di Sarkozy? Se lei lo dice è perchè lui lo pensa, ma per ovvie ragioni di bon ton diplomatico non può dirlo...
altro che modello

scorpionkkk
08-06-2008, 14:32
Mi dispiace per Stefano Caliciuri ma, prima di scrivere questo articolo avrebbe dovuto studiare un pò:


Dopo gli anni del comunismo rivoluzionario e del socialismo radical-chic, è giunta l’epoca del liberalconservatorismo.

Questa parola non ha senso e l'errore è tutto qui: l'incipit, la base dell'articolo è già errata. Uno dei più illuminati pensatori liberali dei nostri tempi, Friedrich Von Hayek, ci viene in aiuto affermando esso stesso di essere liberale ma di non essere (assolutamente!!) un conservatore.
Le tre colonne del liberalismo: competizione, concorrenza e Tolleranza sono quanto di più lontano dal conservatorismo le cui uniche spinte riformiste sono verso schemi del passato ri-applicati all'esistente.
Insomma, riotrnare a s Settembre.

Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi, ognuno a proprio modo, sono stati i precursori di una concezione popolar-mediatica della politica. Popolare perché il loro messaggio si rivolge alla gente, massa di cittadini e non di elettori; mediatica perché utilizzano gli strumenti della comunicazione come nessuno aveva mai fatto prima. Sono riusciti, insomma, a trasformare l’immagine della politica del “dover fare” a quella del “poter fare”.

A casa mia la concezione "popolar-mediatica" della politica si chiama "Propaganda" le cui basi strutturate sono state codificate sin dall'antichità dagli orientali ma, più recentemente, anche dai Nazisti di Hitler che ne abusarono con maestria (vedi quanto scritto da Goebbels).

Non più un sacrificio, ma una scelta; non potestà ma una volontà. Differenza non da poco, sostanziale in una società che brucia le tappe, premia e distrugge nell’arco di un batter di ciglia.

Non si capisce il passaggio..riempitivo.

Da quando è salito all’Eliseo, su Sarkozy si sono spese decine di migliaia di parole, centinaia i saggi che lo vedono protagonista. E quasi tutti cercano di rispondere alla stessa domanda: da dove nasce una così forte popolarità? Analoga questione, ma con protagonista differente, da anni attanaglia anche la sinistra italiana: perché mai gli elettorali continuano a premiare un personaggio come Berlusconi, odiato da almeno metà Paese? La risposta sta proprio lì: per la sinistra Sarkozy e Berlusconi non sono due avversari politici, ma due odiati nemici. Tanto più le accuse diventano gravi e pesanti, personali e confidenziali, tanto più Silvio e Nicolas ne traggono giovamento.

Paragrafo assolutamente avulso dal contesto. Non si parla di liberalismo nè dell'suo della concezione "popolar-mediatica" della politica. Addirittura Sarkozy e Berlusconi sarebbero benvoluti perchè criminalizzati dalle sinistre.
Non c'è che dire, una dotta analisi politica fondata su basi solide.

L’Italia e la Francia, anima mediterranea in corpo latino, pur vivendo un periodo di austerità stanno dimostrando nei discorsi dei loro leader di voler risollevare la testa.

E' mai esistito un periodo in cui i discorsi dei leaders politici dimostrassero di voler abbassare la testa?

Il modello statale non può sopravvivere per assistenza, ma con mezzi e forza propria: anche il pubblico, insomma, deve avere la capacità (il coraggio?) di confrontarsi con il mercato, con la concorrenza. Un confronto entro regole chiare ed uguali per tutti: quello che Berlusconi definisce il “capitalismo spiritualizzato” altro non è che il sarkozyano “capitalisme moralisé”. Parole differenti che portano allo stesso concetto di base: allo Stato spetta stabilire le regole e, eventualmente, fornire gli strumenti; al cittadino saperli usare. Come in una gara di atletica, l’obiettivo del governo non è far arrivare i concorrenti tutti insieme al traguardo, ma piuttosto quello di farli partire allineati.

Qui addirittura l'autore non riconosce di star andando contro se stesso. Chiunque capirebbe che il liberalismo citato in precedenza mal si confà con una realtà dove lo stato si "confronta con il mercato".
Si dice nel passaggio: "un confronto entro regole chiare ed uguali per tutti" e, subito dopo, "allo Stato spetta stabilire le regole".
In questo caso si sta parlando, di fatto, di Statalismo. (se ne studino le relative definizioni)

Da più parti si grida allo spauracchio neoliberista. In realtà non è così: il grande passo che i due statisti europei stanno cercando di compiere è di trasformare le rispettive nazioni da Stati provvidenziale a Stati liberali. Il “sarkoberlusconismo”, come è stato felicemente definito in un saggio di Pierre Musso, docente all’università di Rennes 2, propone una rinnovata visione del conservatorismo europeo: l’obiettivo di Sarkozy e Berlusconi è portare a compimento la rivoluzione cominciata con la caduta dei muri e dei regimi sovietici e continuata con la progressiva “de-statalizzazione dello Stato”; contro lo Stato ma allo stesso tempo per lo Stato. Si tratta insomma di una politica conservatrice, “anti” e “neo” al tempo stesso.

di Stefano Caliciuri

Quest'ultima parte è la famosa conclusione giornalistica: deve esserci ma, in questo caso è un nonsense. Nessuna conclusione in realtà se non un guazzabuglio di concetti giornalistici.



E' evidente che il povero Stefano caliciuri fa il giornalista per passione (politica) ma non ha un gran talento o, quantomeno, non si impegna nel documentarsi prima della stesura di un proprio "articolo". Diciamo che in questo caso si parla di scritti "ad mazzum" o "ad cappellam" detti volgarmente "do fiato alla bocca e scrivo quello che ne deriva".

Fritz!
08-06-2008, 17:56
...
Si dice nel passaggio: "un confronto entro regole chiare ed uguali per tutti" e, subito dopo, "allo Stato spetta stabilire le regole".
In questo caso si sta parlando, di fatto, di Statalismo. (se ne studino le relative definizioni)


Così tanto per mettere i puntini sulle i...

Il ruolo regolatore dello Stato non è statalismo, che implica invece un controllo diretto della proprietà da parte dello Stato.

Se la regolamentazione debba essere lasciata all'auto-regolamentazione del mercato o se debba invece essere attribuita ad autorità esterne, anche statali, è un quesito che non ha una risposta netta nella filosofia liberale.

E nemmeno in quella neo-liberale. Von hayek (e sua è la visione dominante) risponderebbe favorevolmete all'azione statale, Rothbard no.

Lorekon
08-06-2008, 19:09
Liberale uno che dà 300 milioni di euro ad Alitalia?

Ma ci stiamo prendendo in giro?

Un cardine del liberismo è NON FINANZIARE le aziende in NESSUN MODO, ma lasciare che il mercato si regoli autonomamente secondo la competizione.

purtroppo devo correggerti.... i 300 mln glieli ha dati Prodiiiiiiiiii :eek: :cry: :cry: :cry: :muro: :muro: :muro:

^TiGeRShArK^
08-06-2008, 19:11
purtroppo devo correggerti.... i 300 mln glieli ha dati Prodiiiiiiiiii :eek: :cry: :cry: :cry: :muro: :muro: :muro:

no, prodi ne doveva dare 100 milioni solo per non far tracollare alitalia per quando si sarebbe dovuto insediare il nuovo governo (e tra l'altro ha dato questi soldi solo perchè Ilvio ha fatto fuggire DEFINITIVAMENTE airfrance).
Ilvio ha fatto espressa richiesta di dare 300 milioni per avere + tempo per radunare la "cordata" del menga.. :rolleyes:

er-next
08-06-2008, 20:15
LIBERALE??????


:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :asd: :asd: :asd:

^TiGeRShArK^
08-06-2008, 20:34
LIBERALE??????


:rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :rotfl: :asd: :asd: :asd:

eh beh..
vuole liberalizzare l'acqua...
vuole LIBERARE tanti criminali dal fastidio di trovare misure contro le intercettazioni...
ha liberato alitalia con i NOSTRI soldi facendo emettere un prestito di 300 milioni al governo Prodi DOPO LE ELEZIONI, quando fare qualsiasi altra cosa sarebbe stata una scelta sbagliata, e ha convertito tale prestito in capitale netto appena è arrivato al potere (leggasi... gli ha REGALATO quei soldi).
Conosci qualcuno + LIBERALE di lui? :O

:doh:

scorpionkkk
08-06-2008, 20:35
Così tanto per mettere i puntini sulle i...

Il ruolo regolatore dello Stato non è statalismo, che implica invece un controllo diretto della proprietà da parte dello Stato.

Se la regolamentazione debba essere lasciata all'auto-regolamentazione del mercato o se debba invece essere attribuita ad autorità esterne, anche statali, è un quesito che non ha una risposta netta nella filosofia liberale.

E nemmeno in quella neo-liberale. Von hayek (e sua è la visione dominante) risponderebbe favorevolmete all'azione statale, Rothbard no.

dimentichi che due righe prima si dice che lo Stato è un attore del mercato..altro che puntini sulle i, sulle i ci sono dei massi di pietra.

Fritz!
08-06-2008, 22:49
dimentichi che due righe prima si dice che lo Stato è un attore del mercato..altro che puntini sulle i, sulle i ci sono dei massi di pietra.

In quell'articolo ci sono un mare di idiozie.
Attore del mercato poi è una affermazione che non vuol dire assolutamente nulla.

Cio non toglie che lo Stato regolatore non è la stessa cosa di statalismo.